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I segreti di Silente sarà il film di Animali fantastici più lungo di sempre

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La durata di Animali fantastici – I segreti di Silente, il terzo capitolo della serie di film prequel di Harry Potter, è stata ufficialmente rivelataDopo il primo film,  Animali fantastici e dove trovarli,  il secondo film,  Animali fantastici: I crimini di Grindelwald, ha ricevuto un’accoglienza notevolmente scarsa. A causa di questo (e anche di un lockdown), questo nuovo terzo capitolo ha subito diversi ritardi nella produzione e un’importante riscrittura. Dopo quattro anni di attesa, il film uscirà finalmente il mese prossimo.

Dopo gli eventi del secondo film,  Animali fantastici – I segreti di Silente  vede il mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) ancora impegnato a ingaggiare seguaci, mentre il professore di Hogwarts Albus Silente (Jude Law) è ancora riluttante a combattere e porre fine alla minaccia lui stesso. In alternativa ad un suo intervento diretto, mette insieme una squadra che include il magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne), il fratello di Newt, Theseus Scamander (Callum Turner), l’assistente di Newt Bunty (Victoria Yeates), la professoressa di Ilvermorny Lally Hicks (Jessica Williams), il tormentato mago Yusuf Kama (William Nadylam) e il No-Mag Jacob Kowalski (Dan Fogler) per dare la caccia a Grindelwald al suo posto.

Il BBFC  (il British Board for Film Classification) ha rivelato che  Animali fantastici: I segreti di Silente  sarà la puntata più lunga della serie con 136 minuti (2 ore e 16 minuti). Dunque ancora due minuti in più rispetto ai capitoli precedenti: il primo durava 132 minuti e il secondo 134. Nello spettro più ampio del franchise generale  di Harry Potter, questo rende  il film l’ottavo più lungo dell’intera serie, subito dietro a Harry Potter e l’Ordine della Fenice  del 2007 (138 minuti) ma prima di I Doni della Morte – Parte 2 del 2011 (130 minuti).

Animali fantastici – I segreti di Silente, il nuovo trailer

Animali fantastici – I segreti di Silente della Warner Bros. Pictures è la nuova avventura del Wizarding World creato da J.K. Rowling. Animali fantastici – I segreti di Silente presenta un cast guidato dal premio Oscar  Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”), il due volte candidato all’Oscar Jude Law (“Ritorno a Cold Mountain”, “Il talento di Mr. Ripley”), con Ezra Miller, Dan Fogler, Alison Sudol, Callum Turner, Jessica Williams, Katherine Waterstone Mads Mikkelsen. David Yates ha diretto Animali fantastici – I segreti di Silente, un film scritto da J.K. Rowling e Steve Kloves, basato su una sceneggiatura di J.K. Rowling. I produttori del film sono David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves, Lionel Wigram e Tim Lewis, mentre Neil Blair, Danny Cohen, Josh Berger, Courtenay Valenti e Michael Sharp sono i produttori esecutivi.

In Animali fantastici – I segreti di Silente Il professor Albus Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo del mondo magico. Non essendo in grado di fermarlo da solo, Silente affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso Babbano pasticcere in una pericolosa missione, dove incontrano vecchie e nuove creature e si scontrano con la crescente legione di seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a lungo Silente potrà restare in disparte?

Il team creativo che ha lavorato dietro  le quinte include il direttore della fotografia George Richmond (“Rocketman”, “Kingsman: Il cerchio d’oro”), lo scenografo vincitore di tre Oscar® Stuart Craig (“Il paziente inglese”, “Le relazioni pericolose”, “Gandhi”, i film di “Harry Potter” e “Animali fantastici”) e lo scenografo Neil Lamont (“Solo: A Star Wars Story”, “Rogue One: A Star Wars Story”), la costumista vincitrice di quattro Oscar® Colleen Atwood (“Chicago”, “Memorie di una geisha”, “Alice in Wonderland”, “Animali fantastici e dove trovarli”) e il montatore che da tempo collabora con Yates, Mark Day (“Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, gli ultimi quattro film di “Harry Potter”). La musica è del nove volte candidato all’Oscar® James Newton Howard (“Notizie dal mondo”, “Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, “Defiance – I giorni del coraggio”, “Michael Clayton”, i film di “Hunger Games”).

La Warner Bros. Pictures presenta una produzione Heyday Films, un film di David Yates, Animali fantastici – I segreti di Silente. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, e l’uscita nelle sale italiane è prevista per il 13 Aprile 2022.

I Segreti di Osage County: recensione del film con Meryl Streep

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I Segreti di Osage County: recensione del film con Meryl Streep

L’isteria delle cene in famiglia, il dolore cieco di fronte alla giornata in cui seppellisci un padre, un marito, un amico, l’imprevedibilità di una donna ‘fatta’, l’insoddisfazione di tre sorelle che cercano in modi diversi di scappare dalle loro fallimentari vite, i segreti custoditi e intuite dietro alle mezze verità che ci si racconta. Mettete tutto insieme e quello che avrete come risultato sarà I Segreti di Osage County. Il film è tratto da uno spettacolo teatrale, amato dal regista John Wells e adattato per il cinema da Tracy Letts, autore della commedia stessa e già sceneggiatore di Killer Joe.

I Segreti di Osage County è ambientato nel torrido agosto dell’Oklahoma, nel momento in cui le sorelle Weston vengono richiamata nella casa paterna dalla notizia terribile della scomparsa del papà, Beverly. L’uomo si è allontanato di casa e la matriarca, Violet, è completamente persa, stordita dal dolore, dalla preoccupazione e da una dose massiccia di pillole che le creano dipendenza. Spetterà a Barbara, sorella maggiore e spirito forte e volitivo, cercare di rimettere insieme i pezzi, nonostante una notizia davvero brutta si stagli all’orizzonte sempre più chiara e ineluttabile.

I Segreti di Osage County, il film

I Segreti di Osage County

I Segreti di Osage County è un film di attori, o meglio un film in cui due attrici si fronteggiano, circondate da una serie di satelliti minori a fare da ottime spalle alla vicenda principale: il duello madre/figlia, il tentativo della madre di non perdere il controllo sulla figlia e il tentativo della figlia di discostarsi dall’essere come la genitrice pur sentendosi inevitabilmente attirata in quella stessa direzione.

Le due principesse della scena sono Meryl Streep e Julia Roberts, e dove la prima è una conferma, l’ennesima, la seconda sfodera probabilmente la migliore interpretazione della vita dando corpo ad una donna tormentata e forte, volitiva ma allo stesso tempo smarrita nella miriade di eventi che la travolgono. Accanto alle due splendide protagoniste c’è un cast di comprimari che fanno la loro bella figura: Chris Cooper, Ewan McGregor, Margo Martindale, Sam Shepard, Dermont Mulroney, Julianne Nicholson, Juliette Lewis, Abigail Breslin, Benedict Cumberbatch e Misty Upham.

i segreti di osage county recensione

Pur non presentando particolare guizzi registici e rimanendo fortemente ancorato alla sua matrice teatrale (la storia è ambientata tutta nella casa di famiglia), I Segreti di Osage County. si caratterizza per la capacità di emozionare nel profondo lo spettatore, mettendo in piazza dinamiche familiari complesse e profondamente radicate in ognuno, senza mai sfociare ne sentimentalismo e facendo leva su ciò che di più personale e complesso possa esistere per ogni essere umano: il rapporto con la famiglia e con i genitori. Candidato a due premi Oscar per le due attrici Streep (protagonista) e Robert (non protagonista), I Segreti di Osage County arriverà a sconvolgervi  a partire dal 30 gennaio.

I Segreti di Osage County una nuova featurette

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I Segreti di Osage County una nuova featurette

Ecco una nuova featurette su I Segreti di Osage County, dal titolo “Riunione di Famiglia”. Meryl Streep, Juliette Lewis, Julia Roberts, Ewan McGregor e il regista John Wells ci raccontano il film e i loro personaggi:

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i segreti di osage county posterI Segreti di Osage County è l’oscura, esilarante, e profondamente commovente storia delle caparbie donne della famiglia Weston. La vita di ciascuna di loro ha preso una direzione diversa, ma una crisi familiare le riporta ancora una volta nella casa in cui sono cresciute nel Midwest, dove ritrovano la donna disturbata che le ha allevate.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

L’omonima pièce teatrale di Tracy Letts da cui il film è tratto ha vinto il Premio Pulitzer ed è andata in scena per la prima volta sul palco del leggendario Steppenwolf Theatre di Chicago nell’estate del 2007, prima di esordire a Broadway nel dicembre dello stesso anno. Le rappresentazioni sono continuate con successo in una tournée internazionale e nel 2008 la pièce è stata insignita di cinque Tony Awards, tra cui quello per la Migliore Commedia.

I segreti di Osage County trailer italiano del film con Meryl Streep

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I segreti di Osage County trailerEcco il trailer italiano del film I segreti di Osage County, che vede un cast stellare capeggiato da Meryl Streep e formato da Julia Roberts, Chris Cooper, Ewan McGregor, Margo Martindale, Sam Shepard, Dermot Mulroney, Julianne Nicholson, Juliette Lewis, Abigail Breslin, Benedict Cumberbatch.

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Il film è diretto da John Wells e uscirà in Italia il 6 febbraio 2014.

Il film è un emozionante e divertente sguardo alla vita delle donne della famiglia Weston, che si incontrano dopo anni quando una crisi familiare le riporta nella casa della loro infanzia e dalla donna che le ha cresciute.

I Segreti di Osage County nuova data d’uscita

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I Segreti di Osage County nuova data d’uscita

Uscirà il 30 gennaio nei nostri cinema I Segreti di Osage County, prossimo film distribuito da Bim che vede protagoniste Julia Roberts e Meryl Streep. Il film che vede nel cast anche Ewan McGregor, Chris Cooper, Abigail Breslin, Benedict Cumberbatch, Juliette Lewis, Dermot Mulroney, Julianne Nicholson e Sam Shepard, è diretto da John Wells ed è basato sul romanzo premio Pulitzer “Agosto, foto di famiglia” di Tracy Letts.

Ecco il trailer del film:

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Di seguito il poster ufficiale e la sinossi del film:

I segreti di Osage CountyI Segreti di Osage County è l’oscura, esilarante, e profondamente commovente storia delle caparbie donne della famiglia Weston. La vita di ciascuna di loro ha preso una direzione diversa, ma una crisi familiare le riporta ancora una volta nella casa in cui sono cresciute nel Midwest, dove ritrovano la donna disturbata che le ha allevate.

L’omonima pièce teatrale di Tracy Letts da cui il film è tratto ha vinto il Premio Pulitzer ed è andata in scena per la prima volta sul palco del leggendario Steppenwolf Theatre di Chicago nell’estate del 2007, prima di esordire a Broadway nel dicembre dello stesso anno. Le rappresentazioni sono continuate con successo in una tournée internazionale e nel 2008 la pièce è stata insignita di cinque Tony Awards, tra cui quello per la Migliore Commedia.

I segreti di Brokeback Mountain: trama, cast e curiosità sul film

Negli ultimi anni sono tanti i film che hanno saputo parlare di amore omosessuale rifuggendo da stereotipi o pregiudizi. Tra le opere che più hanno segnato tale immaginario si annoverano Ritratto della giovane in fiamme, La vita di Adele, Carol, Disobedience, Chiamami col tuo nome e Tuo, Simon. Prima di tutti questi c’è però stato I segreti di Brokeback Mountain, diretto nel 2005 dal premio Oscar Ang Lee. Questo è in particolare ricordato per la delicatezza con cui l’amore tra i due protagonisti viene raccontato, dando vita ad una storia struggente e senza tempo.

Il film è basato sul racconto Brokeback Mountain, anche noto come Gente del Wyoming, scritto nel 1997 da Annie Proulx per la rivista The New Yorker. Benché di questo una sceneggiatura fu scritta subito, ci vollero anni perché il film si concretizzasse. Da molti era infatti ritenuto un progetto troppo rischioso, sia per ciò che si raccontava sia per ciò che si mostrava. Lee si rivelò il regista giusto per quest’opera, essendo tutto il suo cinema percorso da un conflitto tra i sentimenti e le costrizioni. La brevità del racconto ha in questo caso permesso di inserire tutto ciò che è scritto nel film, lasciando spazio anche ad una serie di approfondimenti dei personaggi e del loro vissuto.

Vincitore del Leone d’oro alla Mostra di Venezia, il film ottenne da subito critiche estremamente positive, venendo indicato come uno dei film più importanti del nuovo millennio. Arrivò inoltre a vincere ben 3 Oscar su 8 nomination, mancando però quello per il miglior film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I segreti di Brokeback Mountain: la trama del film

La storia si apre nel Wyoming del 1963, quando un allevatore ingaggia due giovani cowboy per condurre il suo gregge di pecore a Brokeback Mountain. Accettando il lavoro, i due si trovano a dover fare i conti con le rispettive differenze caratteriali. Mentre Jack Twist è estroverso e chiassoso, Ennis del Mar è invece profondamente introverso e preferisce di gran lunga il silenzio al conversare. Costretti a passare tutta l’estate insieme, i due inizieranno però piano piano ad aprirsi l’un l’altro, confidandosi segreti e passioni. Lentamente, l’amicizia instauratasi tra loro si trasformerà in vero e proprio amore. La fine del lavoro, però, sembra dividerli per sempre.

Tornati alle loro rispettive vite, i due faticheranno tuttavia a dimenticare ciò che c’è stato tra loro in quelle montagne. Pur se ora entrambi sposati con due donne, Jack ed Ennis decideranno di rivedersi, mettendo a rischio ogni cosa. I due sono perfettamente consapevoli che se la loro storia venisse scoperta genererebbe un grande scandalo. Mentre Ennis si dichiara pronto a ciò, pur di poter vivere il suo amore alla luce del sole, Jack si dimostra invece contrario alla cosa. Le divergenze tra i due torneranno così a farsi forti, e con un contesto sociale che sembra remare contro di loro, sarà sempre più difficile difendere quell’amore.

I segreti di Brokeback Mountain cast

I segreti di Brokeback Mountain: il cast del film

Per il ruolo dei due protagonisti sono stati considerati diversi attori, tra cui Matt Damon, Mark Wahlberg e Joaquin Phoenix. Ognuno di questi ha però rifiutato la parte. Ciò portò il regista a scegliere infine Heath Ledger per la parte di Ennis del Mar e Jake Gyllenhaal per quella di Jack Twist. Lee giudicò infatti i due giovani attori particolarmente ben assortiti sullo schermo e decise di usare il loro reale imbarazzo per le scene più intime al fine di rendere il tutto più realistico. Mentre Ledger era già pratico della vita da cowboy, essendo cresciuto in una fattoria, Gyllenhaal dovette invece seguire un mese di campo preparatorio a riguardo. Tra i due attori nacque da qui una profonda amicizia, proseguita fino alla tragica scomparsa di Ledger.

Nel film è poi presente anche l’attrice Michelle Williams, la quale interpreta Alma Beers, la moglie di Ennis. Tra lei e Ledger nacque un vero amore, che li portò ad avere una figlia poco dopo. Nel film, la figlia di Ennis e Alma è intrepretata da una giovane Kate Mara. Anne Hathaway è invece Laureen Newsome, la moglie di Jack. L’attrice era inizialmente stata considerata per il ruolo di Alma, ma fu lei a preferire invece quello di Laureen. Sono poi presenti gli attori Randy Quaid nei panni di Joe Aguirre e Linda Cardellini in quelli di Cassie Cartwright. Anna Faris e David Harbour sono invece i coniugi Lashawn e Randal Malone.

I segreti di Brokeback Mountain: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I segreti di Brokeback Mountain è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 29 giugno alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

I segreti degli animali, la nuova docuserie naturalistica narrata da Hugh Bonneville

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Oggi Apple TV+ ha annunciato I segreti degli animali, la nuova docuserie in 10 parti narrata dal vincitore del SAG Award Hugh Bonneville (“Paddington”, “Downton Abbey”) in arrivo il 18 dicembre. La serie offre uno sguardo inedito a 77 specie uniche filmate in 24 paesi nell’arco di tre anni, rivelando comportamenti animali sorprendenti e mai visti prima e mettendo in luce la straordinaria intelligenza del mondo naturale.

I segreti degli animali delizia gli spettatori con la sua vibrante esplorazione dei comportamenti più incredibili degli animali, molti dei quali filmati per la prima volta. Ogni episodio approfondisce i momenti cruciali del ciclo di vita di vari animali, dalla nascita e l’abbandono della casa alla crescita di una famiglia propria, dalla ricerca del cibo alla vecchiaia, mostrando la loro sorprendente intelligenza e adattabilità. Tra i momenti salienti, un ragno tessitore che costruisce un fantoccio per dissuadere i predatori; un topo selvatico che crea la propria segnaletica e un’inaspettata relazione tra una rana reticolata e una tarantola.

I segreti degli animali è prodotta per Apple TV+ dalla Natural History Unit dei BBC Studios, con Matt Brandon (”Planet Earth III – Le meraviglie della natura“) come showrunner e Roger Webb (“Mammals,” “Big Cats 24/7”) come produttore esecutivo. La serie segna la terza collaborazione tra la BBC Studios Natural History Unit e Apple TV+, dopo le serie di successo nominate agli Emmy Award “Il pianeta preistorico” e “The Year Earth Changed”.

I segni del male: la spiegazione del finale del film horror

I segni del male: la spiegazione del finale del film horror

Sono molti i film di genere thriller ed horror che utilizzano l’intervento soprannaturale come base per le loro storie. Questo viene naturalmente riletto in chiavi tutt’altro che positive, con gli eventi e i personaggi guidati da manifestazioni demoniache. L’intera saga di The Conjuring si basa su questi elementi, mentre un altro titolo di questo filone, divenuto negli anni piuttosto ricercato, è I segni del male. A dirigerlo vi è l’esperto del genere Stephen Hopkins, affermatosi grazie a Nightmare 5 e Lost in Space, mentre alla sceneggiatura vi sono Chad e Carey Hayes, autori di numerosi film horror, tra cui alcuni proprio della saga poc’anzi citata.

Uscito in sala nel 2007, al centro del film vi sono le dieci piaghe bibliche, le quali iniziano a manifestarsi in uno sperduto paese della Louisiana. Benché la storia sia ambientata in tale Stato, le riprese dovevano inizialmente svolgersi nel New England. Fu la protagonista Hilary Swank a convincere i produttori a girare proprio dove la storia si svolgeva. Qui, però, il set andò incontro a diversi problemi, il maggiore dei quali rappresentato dall’arrivo dell’uragano Katrina. Questo costrinse infatti la produzione a fermarsi per una settimana. Arrivato infine al suo completamento, I segni del male vantava un budget di circa 40 milioni di dollari.

Pur non guadagnando particolari lodi dalla critica, il film riuscì comunque a far presa sugli appassionati del genere. Al box office arrivò dunque a guadagnare circa 63 milioni, affermandosi come un discreto successo. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Idris Elba in I segni del male
Idris Elba in I segni del male. Foto di Gene Page – © 2007 Warner Bros. Entertainment Inc.

La trama di I segni del male

Protagonista del film è Katherine Winter, ex ministro di culto e missionaria, la quale ha abbandonato del tutto la fede religiosa dopo aver perso tragicamente il marito e la figlia in Sudan. Da quel momento, la donna si è legata in modo ferreo alla scienza e tramite l’insegnamento Universitario aspira a smantellare tutto ciò che sembra avere connotazioni soprannaturali o divine. Le sue ferme convinzioni dovranno però scontrarsi con un caso particolarmente complesso nel momento in cui viene contattata da Doug, insegnante nel piccolo paese di Haven, in Louisiana. L’uomo afferma che una serie di inspiegabili eventi si sta verificano lì e l’intera comunità necessità quanto prima l’intervento di un’esperta.

Recatasi sul luogo insieme al suo collega Ben, Katherine inizia così a scontrarsi con le anomalie fino a quel momento solo accennate. Il paese, infatti, è infestato da una serie di eventi paranormali che ricalcano le dieci piaghe bibliche. La popolazione non sembra avere dubbi nell’indicare la causa di ciò in una piccola ma inquietante bambina di nome Loren. Katherine inizia così la sua indagine, accorgendosi però ben presto di alcuni cambiamenti in lei. Il luogo sembra infatti avere una certa influenza, riportandole alla mente la morte dei suoi cari e ponendola dinanzi a verità che la scienza sembra non aver modo di spiegare.

Il cast del film

Ad interpretare il ruolo della protagonista Katherine Winter vi è la due volte premio Oscar Hilary Swank, nota in particolare per il film Million Dollar Baby. Affascinata dai discorsi su fede e scienza, l’attrice ha raccontato di essersi dedicata molto al suo personaggio, cercando di immedesimarsi quanto più possibile nel suo dramma. Per poter risultare ulteriormente credibile in tali panni, la Swank ha avuto l’occasione di essere affiancata da Joe Nickell, celebre investigatore del paranormale. Con lui ha avuto modo di approfondire il mestiere e proprio ad alcuni dei casi da lui svolti si è poi ispirata l’attrice per la sua interpretazione.

Accanto a lei, nei panni dell’assistente Ben, vi è il noto attore Idris Elba. Qui alle prese con uno dei suoi primi ruoli per il cinema, l’attore sarebbe poi divenuto celebre grazie a film come Thor e Beast of No Nation. Il controverso insegnante Doug ha invece il volto di David Morrissey, celebre presso il grande pubblico per aver interpretato il ruolo del Governatore nella serie televisiva The Walking Dead. Di particolare rilievo è la presenza dell’attrice AnnaSophia Robb, celebre per essere stata Violetta in La fabbrica di cioccolato, che interpreta qui la minacciosa Loren McConnell. Per l’attrice si è trattata di una performance che l’ha coinvolta principalmente da un punto di vista fisico, poiché il suo personaggio non pronuncia alcuna battuta per più di un’ora di film.

I segni del male cast
Hilary Swank e Idris Elba in I segni del male

La spiegazione del finale del film

Nel finale del film, mentre i cittadini arrivano e si preparano a uccidere Loren, le locuste attaccano e uccidono il gruppo. Doug scappa e cade nel fiume, mentre Katherine si chiude in casa e Ben si nasconde in una cripta, dove scopre scheletri e corpi di bambini sacrificati. Successivamente, Katherine trova Ben morto. Affronta a quel punto Loren mentre cala il buio e dal cielo piovono grandine e tuoni infuocati. Katherine sta per uccidere la donna quando improvvisamente dice qualcosa che lei ha detto a sua figlia in Sudan. Katherine le chiede allora come fa a riconoscere cosa è reale. Loren risponde “la fede” e le mostra una visione della verità.

Il culto, che comprende l’intera città e Doug, viene mostrato mentre cerca di uccidere Loren da quando ha raggiunto la pubertà. Loren scappa e suo fratello Brody la pugnala, ma la sua ferita guarisce miracolosamente e Brody muore. Katherine capisce dunque che Loren è l’angelo mandato da Dio e vede anche che Doug ha ucciso Ben. A quel punto, gli abitanti della città li circondano mentre Doug le dice che solo un servo di Dio può uccidere Loren. Egli rivela che la sua famiglia ha reclutato l’intera città nel culto satanico, poiché gli uragani che hanno distrutto la vecchia chiesa li hanno portati a credere che Dio li avesse abbandonati.

Invita quindi Katherine a indagare sulle piaghe perché spera che si unisca a loro, visto che ha voltato le spalle a Dio, ma Katherine si rifiuta. All’improvviso, un incendio improvviso si abbatte sulla città, uccidendo i satanisti che erano tutti primogeniti. Doug afferra Katherine mentre viene sollevato da terra e ucciso, mentre Katherine viene risparmiata. Mentre Katherine porta via Loren, lei rivela che Katherine è incinta. Poiché si tratta del suo secondo figlio, Katherine si rende conto che il figlio non ancora nato, generato da Doug, è dunque il bambino demoniaco profetizzato.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di I segni del male grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video, Tim Vision e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 16 gennaio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

I Saw the Light: Tom Hiddleston canta live le canzoni del film [Video]

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Si è tenuta pochi giorni fa la première a Neshville del biopic I Saw the Light, che vede protagonista Tom Hiddleston nel ruolo del cantante Hank Williams. Subito dopo però l’attore si è concesso al suo pubblico sul palco dell’Acme Feed & Seed, cantando live alcune canzoni del film, dopo aver ringraziato il regista e sceneggiatore di I Saw the LightMarc Abraham.

Qui sotto il video, nel quale potete vedere anche Elizabeth Olsen, ballare durante la performance del collega.

Scritto e diretto da Marc Abraham, I Saw the Light si basa sulla pluripremiata omonima biografia e vede protagonisti le stelle Tom Hiddleston, Elizabeth Olsen, Bradley Whitford, David Krumholtz e Cherry Jones. 

Fonte

I Saw the Light con Tom Hiddleston acquistato da Sony Classics

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I Saw the Light con Tom Hiddleston acquistato da Sony Classics

I Saw the Light-tom hiddlestonLa Sony Pictures Classics ha annunciato oggi di aver acquisito i diritti mondiali  di I Saw the Light con Tom Hiddleston, il biopic sul leggendario cantante Hank Williams, che nella sua breve vita ha creato uno dei più grandi pezzi della storia della musica americana.

Il film racconta la sua ascesa alla fama e la caduta e la sua vita personale.

Scritto e diretto da Marc Abraham, I Saw the Light si basa sulla pluripremiata omonima biografia e vede protagonisti le stelle Tom Hiddleston, Elizabeth Olsen, Bradley Whitford, David Krumholtz e Cherry Jones. 

I sacrifici più commoventi della storia del cinema

I sacrifici più commoventi della storia del cinema

Dal gigante di ferro a Harry Stamper, ecco i sacrifici più commoventi della storia del cinema. E quali sono i vostri?

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I Roses: il trailer del film con Benedict Cumberbatch e Olivia Colman

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Il primo trailer de I Roses, il nuovo film del regista/produttore Jay Roach che ha regalato successi comici come Austin Powers, Borat Ti presento i miei. Il film arriverà nelle sale italiane il 27 agosto 2025.

La vita sembra facile per la coppia perfetta Ivy (Olivia Colman) e Theo (Benedict Cumberbatch): carriere di successo, un matrimonio ricco d’amore, figli fantastici. Ma sotto la facciata della loro presunta vita ideale, si sta per scatenare una tempesta: mentre la carriera di Theo precipita e le ambizioni di Ivy decollano, si accende una polveriera di feroce competizione e risentimento nascosto. I Roses è una rivisitazione del classico film del 1989 La guerra dei Roses, tratto dal romanzo di Warren Adler.

Searchlight Pictures presenta I Roses, diretto da Jay Roach (Bombshell – La voce dello scandalo, Austin Powers). Il film è interpretato dal premio Oscar® Olivia Colman (Cattiverie a domicilio, La Favorita) e dal candidato all’Oscar® Benedict Cumberbatch (Doctor Strange, Il potere del cane). Nel cast anche Andy Samberg (Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani, Vite da popstar), il premio Oscar® Allison Janney (Tonya), Belinda Bromilow (The Great), Sunita Mani (GLOW), Ncuti Gatwa (Barbie, Doctor Who), Jamie Demetriou (Fleabag), Zoë Chao (Nightbitch) e Kate McKinnon (Barbie, Ghostbusters). La sceneggiatura è scritta dal candidato all’Oscar® Tony McNamara (Povere Creature!, La Favorita).

I robot al cinema e in tv: un video ne racconta l’evoluzione

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I robot al cinema e in tv: un video ne racconta l’evoluzione

Avvalendosi delle illustrazioni di Scott Park, Sploid ha realizzato un video che mostra l’evoluzione dei robot, in film e serie tv di fantascienza, attraverso gli anni.

Dalla celebre Maria di Metropolis fino allo Gipsy Dander di Pacific Rim, ecco l’evoluzione dei personaggi “sintetici” nei media:

https://www.youtube.com/watch?v=Yod4lziPgno&feature=youtu.be

 

I registi famosi si trasformano nelle loro creature – foto

I registi famosi si trasformano nelle loro creature – foto

Ogni regista che si rispetti, e parliamo di registi famosi, ovvero dei grandi della cinematografia mondiale, ha creato e crea un immaginario personale con ogni suoi film e con ogni personaggio (o creatura) che “mette al mondo”.

Deve aver pensato a questo l’artista Mike Leavitt che ha realizzato la serie King Cuts, in cui ha fuso i volti di registi celebri con i personaggi, i mostri, le creature del loro immaginario cinematografico:

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Tra i registi più noto che fanno parte di questa serie di incredibili di segni ci sono Stanley Kubrick, Steven Spielberg, Tim Burton, Wes Anderson e molti altri. La peculiarità straordinaria di questo lavoro è che ogni personaggio riassume più di un’opera del regista famosi che cita. Infatti se pensiamo a Tim Burton ad esempio, lo vediamo indossare l’abito di Beetlejuice – Spiritello porcello e il collo e lo stemma di Batman, il film che lo ha reso celebre nel mondo. Invece se osserviamo Stanley Kubrick ad esempio, indossa il vestito delle gemelle di Shining, le braccia delle scimmie di 2001 odissea nello spazio, un fucile di Full Metal Jacket e Hall 9000 di 2001. Steven Spielberg invece ha il corpo di ET L’extra terrestre, le scarpe di Marty McFly di Ritorno al futuro, film che ha prodotto, un artiglio di Jurassic Park e quelli che sembrano gli occhiali di Harry Potter, probabilmente un omaggio a quello che poteva essere. Infatti Steven Spielberg doveva dirigere proprio il primo film del maghetto più famoso del cinema.

Che ve ne pare? Riuscite a riconoscere tutti i riferimenti cinematografici in ogni statuetta?

I registi famosi si trasformano nelle loro creature 

registi famosi

I registi di X-Men ’97 svelano come affronterebbero un film d’animazione dedicato ai mutanti

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X-Men ’97 (qui la recensione) ha ricevuto recensioni entusiastiche da parte dei fan e della critica, e tutti gli indizi indicano che attualmente è la migliore serie televisiva dei Marvel Studios (sia per quanto riguarda i progetti live-action che quelli animati). Sappiamo che la seconda stagione è in arrivo e, probabilmente, ci sarà anche una terza. Inoltre, come ormai noto, è in cantiere un film sugli X-Men in live-action. Alcuni fan, però, si chiedono se ci sarà mai un film d’animazione dedicato ai celebri mutanti, magari come conclusione per le vicende narrate nella serie.

Inverse ha recentemente incontrato i registi di X-Men ’97, Chase Conley, Emi Yonemura e Jake Castorena e ha chiesto loro se vorrebbero portare gli X-Men sul grande schermo. “Prima di tutto, sarebbe un’occasione da non perdere”, dice Conley. “Penso che sarebbe assolutamente qualcosa che il pubblico vorrebbe vedere e di cui noi vorremmo far parte“. Aggiunge che il vantaggio di un formato episodico significa che il team creativo può realizzare “molte serie di fumetti adattati“, ma riconosce che il budget di un film consentirebbe loro di “fare il più possibile e di passare molto tempo a lavorare su ogni inquadratura“.

Con l’animazione, più tempo e denaro abbiamo a disposizione, meglio sarà“, spiega Conley. “È un dato di fatto“. Yonemura, nel frattempo, ha già obiettivi ambiziosi per un potenziale film d’animazione sugli X-Men. “Sembra che stiamo già realizzando animazioni ed eventi di livello cinematografico. Ma solo per avere il budget e il tempo necessari per farne un lungometraggio completo, e per fare un po’ quello che hanno fatto con Spider-Verse e il recente film d’animazione delle Tartarughe“.

Una delle nostre influenze è stata l’animazione giapponese degli anni ’80 e ’90“, ha continuato. “Akira. Ghost in the Shell. Quei livelli. È come se: Ehi, volete darci i soldi e il budget per farlo per voi? Ma per X-Men ’97? Volentieri“. Castorena ha concluso dicendo: “Sette stagioni e un film. Andiamo! Se c’è l’amore e la richiesta da parte del fandom, e la Marvel vuole lasciarcelo fare, sarebbe fantastico portare questi X-Men, questi personaggi, questo stile e questo lavoro sul grande schermo“.

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Cosa c’è da sapere su X-Men ’97?

La nuovissima serie X-Men ’97, composta da 10 episodi, è arrivata in streaming a partire dal 20 marzo. La serie rivisita l’epoca iconica degli anni ‘90, con il gruppo di mutanti che usa i propri poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme, vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato.

Il cast delle voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd (Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit), Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).

I Razzie Award si scusano per la nomination all’attrice attrice di 12 anni di Firestarter

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Le nomination al Razzie Award sono state annunciate all’inizio di questa settimana, e mentre l’annuale “celebrazione” del peggior cinema ha ricevuto la solita pioggia di critiche, è stata una nomination in particolare a causare davvero scalpore online e nella community a Hollywood.  La dodicenne star di Firestarter Ryan Kiera Armstrong è stata nominata come “Peggior attrice” per la sua interpretazione nel tanto criticato adattamento di Stephen King, e la decisione di scegliere una così giovane interprete è stata accolta una pioggia di condanne e e accuse di bullismo.

Il fondatore di Razzies, John Wilson, ha ora rilasciato delle scuse (tramite Variety ), revocando la nomina di Armstrong e affermando che, andando avanti, nessuno di età inferiore ai 18 anni potrà essere nominato. “A volte, fai le cose senza pensare. Poi sei chiamato a riflettere su questo”, ha scritto Wilson in una dichiarazione. “Allora capisci. È per questo che i Razzies sono stati creati in primo luogo. La recente valida critica alla scelta dell’undicenne Armstrong come candidato per uno dei nostri premi ha portato la nostra attenzione su quanto siamo stati insensibili in questo caso. Di conseguenza, abbiamo rimosso il nome di Armstrong dal ballottaggio finale che i nostri membri esprimeranno il mese prossimo. Riteniamo inoltre che le scuse pubbliche siano dovute alla signora Armstrong e desideriamo esprimere il nostro rammarico per qualsiasi ferita subita a causa di le nostre scelte».

I Razzies sono stati fondati nel 1981 e il premio parodia degli Oscar è stato visto come un divertimento innocuo per molti anni (Halle Barry si è persino presentata per ritirare il suo premio come peggior attrice per Catwoman), ma è comprensibile capire perché questa particolare nomination sia stata una scelta infelice, che ha causato un generale sentimento di critica. Sebbene il nome della  Armstrong sia stato ora rimosso dalla votazione per la peggiore attrice, Firestarter rimane nominato per il peggior remake/fregatura/sequel.

I Ragazzi Stanno Bene: recensione del film

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I Ragazzi Stanno Bene: recensione del film

In I Ragazzi Stanno Bene – Nic e Jules sono una splendida coppia, innamorate l’una dell’altra da molto tempo, entrambe cinquantenni, sposate e con due figli adolescenti. Quando la più grande, Joni, compie 18 anni, viene convinta dal fratello minore a contattare il padre biologico, per poter finalmente sapere chi è. I due ragazzi fanno così la conoscenza di Paul, aitante e scapestrato quarantenne che vive a contatto con la sua natura passionale e ‘naturale’.

Quando le due mamme sapranno di questo incontro, Paul entrerà per un po’ a far parte della famiglia, diventando pietra i scandalo e portando alla luce tutti quei piccoli problemi che in ogni coppia rendono la vita un po’ meno serena.

I Ragazzi Stanno Bene di Lisa Cholodenko è un perfetto esempio di quel cinema indipendente che sotto una veste anticonformista (il nucleo familiare con due mamme, la coppia omosessuale) non fa altro che mostrare la vita nella sua eccezionale quotidianità, con i suoi momenti difficili, gli scheletri nell’armadio ma anche la forza e l’affetto di mandare avanti le cose nonostante tutto. La premessa narrativa, quella della coppia lesbica, sempre rappresentare nient’altro che un pretesto per un racconto per immagini che gode di un equilibrio e di una freschezza davvero convincenti. I toni di commedia frizzante e scanzonata si mescolano a riflessioni sulle dinamiche familiari, sulla sincerità dei rapporti, sulla crescita e l’adolescenza, temi che vengono spesso trattati con patine di retorica ma che qui invece risultano sinceri e mai scontati.

I Ragazzi Stanno Bene, il film

Come in ogni film che riesce a raggiungere lo spettatore, anche in questo caso il merito è da attribuire all’ottima orchestrazione delle parti in gioco.  Se quindi la regista e sceneggiatrice ha condotto con sobrietà e ironia l’intera opera, il cast ha dato prova di una grande prova di recitazione. La Cholodenko ha realizzato, insieme a Stuart Blumberg, una sceneggiatura che accarezza ogni personaggio, lo delinea e in qualche modo lo ama, rappresentandolo nella sua interezza e complessità di essere umano.

Per quanto riguarda gli attori, cominciamo dai giovani: Mia Wasikowska e Josh Hutcherson interpretano gli adolescenti Joni e Laser, alle prese con una vita che per altri, e per lo spettatore medio italiano soprattutto, potrebbe sembrare anomala, ma che in molti paesi e nel contesto filmico sono assolutamente naturali; a Mia e Josh va il merito di essere riusciti a tener testa (la Wasikowska più di Hutcherson)ad un terzetto di attori con la A maiuscola, inedito e ben assortito. Per Annette Bening, forte della sua interpretazione di Nic, volitiva e severa, sono piovuti premi e addirittura la nomination agli Oscar; alla più liberale Jules, incarnata da una più che mai affascinante Julianne Moore, è toccato invece il compito di genitore più flessibile, di donna più femminile e di essere umano più dubbioso e complesso. Inutile dire che la Moore porta a casa un’altra grande interpretazione.

Nota di merito va a Mark Ruffalo, nei panni del papà biologico. Il suo Paul, reso eccessivamente seducente da costumi e trucco casual e intriganti allo stesso tempo ben si amalgama con il suo viso un po’ ruvido ma dal sorriso molto dolce. Un personaggio inedito anche per lui, abituato si alla commedia ma quella un po’ più ‘composta’, e che regala grandi momenti di divertimento. Una commedia di intrattenimento, con un bel sotto testo impegnato, il tutto condito da un occhio attento alla cura del dettaglio, I ragazzi stanno bene è un bel film, che potrebbe anche fare breccia nel difficile e a volte bigotto pubblico italiano.

I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right): recensione del film con Julianne Moore

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Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right), il film diretto da Lisa Cholodenko, autrice della sceneggiatura assieme a Stuart Blumberg.

Una commedia gradevole e ironica quella di Lisa Cholodenko che racconta la storia di una famiglia non convenzionale, in maniera convenzionale. Nic e Jules (Annette Bening e Julianne Moore) sono sposate e mamme di due figli adolescenti Joni, 18 anni e Laser 15 anni (Mia Wasikowska e Josh Hutcherson). Sono una coppia gay che vive una vita ordinaria, con i soliti alti e bassi del matrimonio.

I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right)

Fin quando Joni ormai maggiorenne, sotto la richiesta del fratello, scopre chi è il donatore dello sperma, la loro vita inizia a confondersi. Paul (Mark Ruffalo), il loro bio- papà, è un uomo single, attraente e spensierato. I due ragazzi si affezionano subito a lui e sono affascinati dal suo stile di vita indipendente. Jules, inizierà a lavorare per lui come progettista del suo giardino e inizierà tra loro una relazione certamente ambigua.

La causa di tutto è Paul: è l’uomo che causa disordine in questa famiglia, che per quanto sembri a noi atipica è in realtà comune. Le due mamme se la cavavano perfettamente da sole. O così ci vuol far pensare la regista che ha puntato molto su questo, che è indubbiamente il punto di forza del film: “Che tu sia gay o eterosessuale, o single o parte di una coppia interrazziale o qualsiasi altra cosa, tutte le famiglie affrontano le stesse sfide, gli stessi problemi”.

Siamo senza dubbio d’accordo con l’affermazione del regista: una coppia gay, è tale e quale a una etero, l’amore è universale e questo film lo dimostra appieno. Ma siamo sicuri che la figura maschile sia totalmente sostituibile?

Ad ogni modo, I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right), presentato fuori concorso al Festival di Roma ha avuto il suo successo, ha saputo divertire pubblico e stampa, soprattutto grazie ai dialoghi, scritti molto bene, anche se con una sceneggiatura per certi versi banale, da serie-tv.

I ragazzi della Nickel: la storia vera dietro il film

I ragazzi della Nickel: la storia vera dietro il film

Uno dei capitoli più bui e vergognosi nella storia del razzismo istituzionalizzato in Florida riguarda decine di bambini, perlopiù afroamericani, sottoposti a violenze, abusi sessuali e perfino uccisi in un riformatorio segreto, teatro di un regime del terrore durato decenni. Questa triste vicenda ha ora trovato nuova voce grazie al film I ragazzi della Nickel (Nickel Boys), diretto da RaMell Ross e candidato come Miglior film e Miglior sceneggiatura non originale ai premi Oscar. Si tratta di un’opera profondamente commovente e inquietante, che attraverso la scelta di proporre il racconto in totale soggettiva dei protagonisti, porta a confrontarsi con questa drammatica storia vera.

La trama di I ragazzi della Nickel 

Il racconto del film si svolge nel 1962 a Tallahassee, in Florida e vede protagonista il giovane afroamericano Elwood Curtis (Ethan Herisse). Studente ambizioso, Elwood è vittima di un episodio di discriminazione razziale quando è ingiustamente accusato del furto di una macchina. Viene dunque mandato in un riformatorio maschile, il terribile Nickel Academy, del tutto simile a un carcere di massima sicurezza. Un luogo regolamentato dalla corruzione e dalla violenza. Lì fa amicizia con Jack Turner (Brandon Wilson), un adolescente che lo aiuta a sopravvivere alla segregazione, agli abusi e ai maltrattamenti.

La storia vera dietro il film

In realtà i due giovani protagonisti e l’istituto in cui vengono rinchiusi sono frutto della finzione, ma il contesto storico in cui la storia è ambientata – l’epoca delle leggi di segregazione razziale Jim Crow e della supremazia bianca – è tristemente autentico. L’adattamento del romanzo di Colson Whitehead, vincitore del Pulitzer nel 2019, porta infatti alla luce verità scioccanti sugli orrori subiti dai ragazzi della Arthur G. Dozier School for Boys, evidenziando le torture inflitte dallo staff e dalle guardie e il sistematico insabbiamento della verità da parte delle autorità bianche.

Brandon Wilson e Ethan Herisse in I ragazzi della Nickel
Brandon Wilson e Ethan Herisse in I ragazzi della Nickel

Quei ragazzi sono stati letteralmente sepolti, così come si è cercato di occultare la loro storia,” ha dichiarato Ross. “Ora la vicenda di Dozier è diventata parte della storia accademica, della letteratura e del cinema.” Più che un’interpretazione artistica, la Nickel Academy di Ross è una ricostruzione essenziale e fedele della Dozier School – nota in origine come Florida Reform School for Boys – attiva dal 1900 fino alla sua chiusura nel 2011 nella cittadina di Marianna, nel Panhandle della Florida.

Uno degli edifici più inquietanti della scuola, la Casa Bianca, era il luogo in cui bambini di appena sei anni venivano incatenati ai tavoli e frustati fino a perdere i sensi per piccole infrazioni. Molti sopravvissuti a quel luogo, oggi però deceduti, hanno descritto la scuola come una “prigione dello stupro”, mentre altri ricordano le sevizie inflitte con la fibbia metallica di una cintura in pelle, soprannominata “bellezza nera”. In numerosi casi, alcuni ragazzi sparivano misteriosamente durante la notte e non venivano mai più ritrovati vivi.

Nel 2013, un team di antropologi della University of South Florida (USF) ha avviato uno scavo durato tre anni, portando alla luce i resti di molte delle vittime e ispirando sia il romanzo di Whitehead che il film di Ross. Guidata dalla dottoressa Erin Kimmerle, la squadra di ricerca ha scoperto ben 55 tombe, alcune situate nel cimitero improvvisato Boot Hill, riprodotto nel film con realismo crudo e marcato da semplici croci di metallo. Altri corpi sono stati ritrovati sparsi nel sito, molti con evidenti ferite da arma da fuoco o segni di percosse, oltre a tracce di malnutrizione e infezioni.

Brandon Wilson in I ragazzi della Nickel
Brandon Wilson in I ragazzi della Nickel

Otto persone, tra cui due insegnanti, perirono invece in un incendio nel 1914, mentre altre undici morirono durante l’epidemia di influenza del 1918. I registri della scuola, spesso incompleti, riportavano solo 31 sepolture tra il 1914 e il 1973, ma le ricerche dell’USF hanno stimato almeno 98 decessi. Non tutti i corpi sono però stati recuperati e nel 2019 sono state individuate altre 27 possibili tombe. Grazie a un’accurata analisi del DNA, Kimmerle – che ha contribuito come consulente antropologica per il film – è riuscita a identificare alcune delle vittime, offrendo una parvenza di giustizia alle loro famiglie.

Uno dei casi più emblematici è quello di George Owen Smith, che finì nel riformatorio dopo essere stato trovato su un’auto rubata. Nel 1940, a soli 14 anni, scomparve. I responsabili della scuola comunicarono ai genitori che il ragazzo era fuggito, per poi riferire in seguito che era morto di polmonite. Un testimone, però, vide il personale portarlo alla Casa Bianca e poi trascinarlo fuori privo di sensi. Nel 2014, sua sorella Ovell Krell ha raccontato al Guardian che l’identificazione del corpo e la sua restituzione hanno segnato la fine di un lungo e doloroso percorso. Kimmerle ha apprezzato l’accuratezza con cui I ragazzi della Nickel ha portato sullo schermo le scoperte del suo team.

Ha inoltre sottolineato come il film abbia catturato la brutalità di un’epoca in cui giovani afroamericani potevano essere internati per motivi futili, come fumare, saltare la scuola o essere giudicati “incorreggibili”. “La quantità di storie, di morti e abusi, e l’ingiustizia stessa della loro detenzione è sconcertante,” ha affermato. “Tutti quei ragazzi che sono morti sono la prova di un sistema che ha privato i bambini di ogni tutela legale, permettendo il loro arresto senza il coinvolgimento dei genitori e la loro detenzione in campi di lavoro per anni.”

I ragazzi della Nickel film
Una scena di I ragazzi della Nickel

Raccontare questa vicenda è complesso e spesso lascia il pubblico oppresso dalla tristezza, ha ammesso la ricercatrice, ma è anche una storia di ricerca di giustizia e speranza per le famiglie delle vittime. Ross, dal canto suo, auspica che il film venga percepito come un’opera urgente e necessaria, soprattutto in un’epoca in cui le battaglie per l’equità e l’inclusione sono minacciate. Sebbene nel 2017 la Florida abbia riconosciuto ufficialmente gli abusi perpetrati a Dozier e istituito un fondo di risarcimento da 20 milioni di dollari per le vittime, il governatore Ron DeSantis è stato accusato di ostilità nei confronti della comunità afroamericana e di voler cancellare la memoria storica del razzismo istituzionale.

Pensare a come la storia venga continuamente cancellata e, allo stesso tempo, possa trasformarsi in un monumento esperienziale mi ha molto colpito,” ha detto Ross. “Fare un film come questo significa rendere giustizia, almeno visivamente. È sempre il momento giusto per raccontare queste storie, ma diventa ancora più necessario quando certe dinamiche sembrano non avere fine.” Il regista ha poi concluso affermando: “Mi auguro di sbagliarmi, ma temo che anche tra dieci anni questo sarà ancora un film attuale.”

I racconti di Terramare: recensione del film di Goro Miyazaki

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I racconti di Terramare: recensione del film di Goro Miyazaki

La recensione del film d’animazione di I racconti di Terramare di Goro Miyazaki, con le voci di Marco Vivio (Arren), Vittorio di Prima (Sparviere), Roberta Paladini (Tenar), Alessandra Cassioli (Aracne), Gemma Donati (Therru) 

I racconti di TerramareNel mondo di Terramare continuano ad accadere disgrazie, e l’equilibrio con il vicino reame dei draghi è stato compromesso: Arren, l’erede al trono, che soffre di uno sdoppiamento di personalità, uccide suo padre il re e si autoesilia. In cerca di redenzione il ragazzo fugge, incontrando i maghi Sparviere e Tenar e la giovane Therru e decidendo di affrontare Aracne, un mago oscuro in cerca del segreto per ottenere la vita eterna e a capo dei mercanti di schiavi che imperversano nel regno. Arren affronterà con i suoi nuovi amici questa minaccia, lottando contro la sua metà oscura, fin quando non riuscirà a sconfiggere Aracne, con l’aiuto di Therru, diventata un drago nelle fasi finali della battaglia, e a riportare l’equilibrio nel mondo.

I racconti di Terramare: recensione del film di Goro Miyazaki

Analisi

I racconti di Terramare – Il fantasy è il genere di gran moda degli ultimi anni e non stupisce che Goro Miyazaki, figlio di Hayao, abbia scelto una storia di questo tipo per il suo debutto, tenendo conto che nel Paese del Sol levante il genere, declinato all’occidentale (Record of Lodoss War) o all’orientale (Rg Veda) è stato ampliamente frequentato da diversi autori, non ultimo Miyazaki senior, in film come Nausicaa nella valle del vento, Il castello errante di Howl e La città incantata.

Scegliendo di adattare una parte del complicato ciclo di Earthsea di Ursula K. Le Guin (che non ha gradito che sia stato il figlio e non il padre a portare in animazione il suo universo di fantasia) si mette forse con le sue stesse mani un po’ nei pasticci, e i risultati possono non sembrare eccelsi, soprattutto per i puristi dell’autrice, che serve a Goro solo come punto di partenza, visto che la vicenda narrata è molto diversa.

Goro Miyazaki ha senz’altro talento, ma deve forse ancora lavorarci su e provare a staccarsi dalla lezione stilistica, ottima per altro, di suo padre, che segue diligentemente senza aggiungeci granché: I racconti di Terramare è comunque uno spettacolo fantasy ben realizzato e avvincente, con il tema di fondo dell’espiazione e della ricerca di sé. I personaggi sono però un po’ troppo schematici, emergono Sparviere e Aracne, rispettivamente tra i buoni e i cattivi, per il loro essere outsider e un po’ meno stereotipati degli altri, oltre all’enigmatica Therru, che però non ha la grinta delle ragazze d’acciaio dei film di Hayao, Nausicaa e Sheeta in testa.

Per il resto bellissimi gli scenari, belle le ambientazioni, a metà strada tra le Mille e una notte e l’Irlanda, coinvolgente la colonna sonora e la trama in ogni caso sa avvincere. Certo, con Miyazaki padre ci si è abituati bene, Miyazaki figlio svolge un buon compito ma i paragoni sono inevitabili, anche se comunque siamo sempre ad un ottimo livello come trama e animazione, con forse un po’ troppo uso e abuso del computer in un paio di sequenze nel castello di Aracne che risultano davvero poco incisive.

Ma il volo dei draghi, all’inizio e alla fine, ha comunque il respiro dei film di Miyazaki padre: I racconti di Terramare è stato accolto comunque bene in Giappone, c’è da sperare che Goro Miyazaki si rimetta al lavoro, magari provando a fare qualcosa di un po’ diverso ma di altrettanto valido rispetto ai lavori di suo padre.

I Racconti di Olaf, ecco il trailer. Disponibile su Disney+ dal 12 novembre

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Disney+ e Walt Disney Animation Studios hanno annunciato la nuova serie di cortometraggi con protagonista Olaf, il pupazzo di neve ora nelle vesti di narratore, che ricreerà alcuni momenti dei classici Disney Animation come La Sirenetta, Oceania, Il Re Leone, Aladdin e Rapunzel – L’intreccio della torre. Sono disponibili il trailer e le immagini.

I Racconti di Olaf debutterà in occasione del Disney+ Day, una celebrazione mondiale che coinvolgerà tutte le divisioni di The Walt Disney Company nella giornata di venerdì 12 novembre, con nuovi contenuti, esperienze per i fan, offerte esclusive e molto altro ancora.

Ne I Racconti di Olaf, Olaf diventa protagonista e si trasforma da pupazzo di neve a intrattenitore, assumendo anche i ruoli di produttore, attore, costumista e scenografo, per la sua esclusiva “rivisitazione” di cinque delle storie animate Disney tra le più apprezzate, in questa serie di nuovi corti animati targata Walt Disney Animation Studios. Il carismatico e versatile Olaf dimostra il suo talento teatrale assumendo ruoli iconici come quelli di una sirena, un genio, un re leone (e non solo) e intrattenendo Arendelle con le sue deliziose versioni abbreviate di queste amate storie. La regia della serie è affidata allo storico animatore Disney Hyrum Osmond e la produzione a Jennifer Newfield.

Nella versione italiana de I Racconti di Olaf, l’attore e regista Enrico Brignano torna a prestare la propria voce all’amato pupazzo di neve Olaf.

I Racconti della Cripta: in arrivo il remake firmato da M. Night Shyamalan

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TNT annuncia di essere al lavoro sul remake della serie tv antologica I Racconti della Cripta (Tales from the Crypt) in collaborazione con il regista M. Night Shyamalan (The Sixth Sense, Signs, The Visit), che torna a lavorare in televisione dopo il successo della serie Wayward Pines. Lo scopo del network sarebbe quello di dedicare una sera alla settimana alla programmazione della serie horror.

In merito al progetto, Shyamalan ha dichiarato: “Essere parte di un brand così amato come quello dei Racconti della Cripta, con cui sono cresciuto, e avere la possibilità di oltrepassare i confini della tv di genere, è un’opportunità che non vedo l’ora di cogliere”.

I Racconti della Cripta verrà prodotto a livello esecutivo dallo stesso Shyamalan insieme ad Ashwin Rajan, James D. Stern, John Santilli e Dan McKinnon. Il debutto della serie, che esattamente come l’originale avrà un taglio antologico, è fissato per il prossimo autunno.

I racconti della cripta (Tales from the Crypt) è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 1989 al 1996 dall’emittente televisiva HBO e ispirata al film del 1972 Racconti dalla tomba, a sua volta basato sul leggendario fumetto della EC Comics edito da William Gaines.

Fonte

I Quattrocento Colpi: il film di François Truffaut

I Quattrocento Colpi: il film di François Truffaut

I quattrocento colpi, girato dal 10 novembre 1958 al 3 gennaio 1959 a Parigi, segna l’esordio “col botto” per François Truffaut. All’inizio il regista aveva in mente di realizzare la sua idea in forma di cortometraggio di 20 minuti che avrebbe dovuto intitolarsi “La fugue d’Antoine”.

Ambientato durante l’occupazione nazista di Parigi, la pellicola avrebbe dovuto narrare la storia di un ragazzo che, dopo aver marinato la scuola, non trova il coraggio per tornare a casa e passa la notte in giro per la città.

Il progetto si è poi modificato nella testa del regista ed è diventato quella che lui ha definito “una specie di cronaca dei tredici anni” (Gillain 56). Al tempo stesso, il regista ha abbandonato l’idea di ambientarlo durante l’occupazione per motivi economici, ma anche estetici, poiché nell’ambiente cinematografico dell’epoca si evitava di trattare un periodo tanto cupo quanto ancora vicino.

In questa pellicola, Truffaut propone per la prima volta il personaggio di Antoine Doinel che lo accompagnerà in altri quattro film durante la sua carriera. Gli altri saranno: Antoine e Colette (1962, episodio del film collettivo L’amore a vent’anni), Baci rubati (1968), Non drammatizziamo… è solo questione di corna (1970), L’amore fugge (1978).

I quattrocento colpi, la trama

Antoine è un ragazzino trascurato dai genitori, specie la madre, che lo ebbe ancora ragazzina. Così marina la scuola, si diverte con gli amici, senza trovare, al suo ritorno a casa, dei genitori che possano essergli d’esempio o anche solo darli affetto. Una mattina, mentre gironzola per strada con il compagno di classe René, scopre la madre baciarsi con un uomo.

Da qui il suo comportamento peggiora, diventando ancora più insofferente nei confronti dei genitori e della scuola, che non fa altro che punirlo rigidamente senza sforzarsi di comprenderlo. Ciò nonostante, non dirà una parola al padre adottivo sul tradimento della madre.

Antoine finisce poi per scappare due volte di casa, aiutato dal ribelle quanto agiato René. Ad una lunga serie di bravate succederà un arresto, sotto denuncia del patrigno, che sancirà anche la definitiva rottura con la famiglia. Ora lo aspetta il riformatorio, nel quale sono previsti anche campi-lavoro. Ma la divisa e le regole rigide gli stanno ovviamente strette…

I Quattrocento Colpi, il film

Antoine sarà sempre interpretato da Jean Pierre Leaud, per una sorta di film a puntate sulla vita di questo personaggio immaginario. Inventato però fino a un certo punto, poiché il regista francese proietta nel piccolo Antoine la sua insofferenza giovanile nei confronti delle istituzioni: la famiglia, la scuola, il riformatorio e la polizia, sebbene, come ammise egli stesso, non sia mai riuscito ad essere ribelle come quel personaggio dei suoi film.

In questo lungometraggio, il vispo Antoine appare come un’autentica vittima di genitori poco attenti ed egocentrici, ma anche come agnello sacrificale di quella Francia posta sotto la rigida legislazione post-occupazione di De Gaulle. Ed ecco che le sue disavventure, che lo rendono una sorta di Pinocchio moderno in balia di una società cinica e senza scrupoli, sono anche un’occasione per Truffaut per bacchettare i genitori poco curanti dei figli, egoisticamente presi dalle loro faccende private, nonché le istituzioni francesi dell’epoca troppo rigide, reprimenti ma mai davvero correttive. Eloquente è la scena di quando Antoine, per una banale ragazzata, viene messo in carcere insieme a un ladro e a delle prostitute, come se i rifiuti della società venissero raccolti senza essere “differenziati”.

Seguendo le sue sfortunate vicende, lo spettatore finisce per affezionarsi al piccolo Antoine, provando per lui compassione ma nello stesso tempo rabbia per come viene trattato da chi invece dovrebbe averne cura. La spontanea interpretazione di un Jean Pierre Leaud appena ragazzino intenerisce e trasporta, fino alla scena finale.

Veniamo ad alcune curiosità. I quattrocento colpi è dedicato alla memoria di André Bazin, famoso critico cinematografico morto appena quarantenne proprio la sera del giorno in cui iniziarono le riprese. La pellicola si apre con le immagini della Torre Eiffel, scelta non casuale poiché nei pressi di essa il regista aveva abitato da ragazzo, e per la quale ha sempre conservato una sorta di attrazione. Philippe de Broca, regista e sceneggiatore, appare in un cameo: sulla giostra insieme ad Antoine al luna park. Il British Film Institute ha inserito I Quattrocento colpi nella lista dei 50 film più adatti ad un pubblico giovane. Infine, un’ultima curiosità riguarda i nostri giorni e il nostro Paese. Nell’episodio “Cineforum” della serie TV Camera Cafè, questo film viene scambiato dai protagonisti per un film porno a causa di un forzato doppio senso nel titolo.

I Quattro dell’Apocalisse: recensione del film di Lucio Fulci

I Quattro dell’Apocalisse: recensione del film di Lucio Fulci

I Quattro dell’Apocalisse è il film dell’anno 1975 diretto da Lucio Fulci e con Fabio Testi, Tomas Milian, Lynne Frederick, Harry Baird, Michael J. Pollard.

In questo film, i quattro protagonisti sono, a tutti gli effetti, dei misfits, personaggi borderline che vivono ai margini della società: un baro, una prostituta, un uomo di colore ed un ubriacone. Stubby (Fabio Testi), un baro esperto e vanesio, arriva nella cittadina di Salt Flat. Arrestato dall’incorruttibile sceriffo, viene chiuso in prigione insieme alla prostituta incinta Bunny (Lynne Frederick), il “sensitivo” nero Bud (Harry Baird) e l’ubriacone Clem (Michael J. Pollard). La notte stessa una banda di fanatici religiosi, con la benedizione dello sceriffo intenzionato a ripulire Salt Flat dal vizio e dalla corruzione, attua un vero e proprio massacro sistematico. Al mattino, sempre lo sceriffo invita i “quattro dell’Apocalisse” ad abbandonare la città consegnando loro un carretto.

I malcapitati si avviano verso gli impervi ed aspri territori alla ricerca della cittadina più vicina, e sulla loro strada fanno gli incontri più disparati: prima una carovana di cristiani che li aiuta offrendo loro del cibo, poi quello con un misterioso messicano, tale Chaco (Tomas Milian), derubato dai banditi. In realtà l’uomo è un terribile e sadico bandito ricercato dalla polizia e, dopo aver stordito i quattro compagni con del peyote, li deruba ma non prima di aver sparato a Clem (ribellatosi) e aver stuprato Bunny: è così che Stubby giura di vendicarsi uccidendo Chaco, ma la strada della vendetta non è mai stata così lunga e difficile.

I Quattro dell’Apocalisse, il film

Lucio Fulci è stato uno di quei cineasti italiani in grado di attraversare, indenne, mille vite e di reinventarsi ogni volta, pur mantenendo inalterato il proprio stile e il proprio tocco da navigato maestro: da regista di musicarelli e commedie con Franco e Ciccio, ad autore impegnato di thriller hitchcockiani con risvolti politici, fino agli horror con venature marcatamente gore e i western di frontiera degli anni ’70.

E proprio a metà degli anni ’70 (precisamente nel 1975) gira il western crepuscolare I Quattro dell’Apocalisse: crepuscolare perché ancora legato ad un impianto tradizionale che ricalca alla perfezione il mood degli Spaghetti western italiani più amati, collocandosi però- allo stesso tempo- nella fase discendente del genere che muterà, di lì a breve, nel clima più giocoso e sopra le righe dei suddetti Fagioli Western popolati dai vari epigoni di Trinità e compagni.

Fulci segue le orme di Sam Peckinpah e dei suoi western rivoluzionari ed anarchici: addio antiche faide tipicamente a stelle e strisce tra indiani e cowboy; basta duelli frontali a mezzogiorno in punto, baciati dal sole a picco e coperti dalla polvere e dal sudore; basta lotte di liberazione in favore del popolo messicano e alla loro causa rivoluzionaria; addio trielli e piani messicani tesi, adesso si dà voce agli emarginati, alle figure che da sempre popolano il sottobosco western ma che non hanno mai avuto ruoli alla ribalta. Il protagonista, Stubby, è l’antieroe guascone e romantico, che da perfetto baro bugiardo compie, attraverso l’arco narrativo del film, il suo viaggio interiore fino a trasformarsi in un eroe atipico, un “cavaliere pallido”, un giustiziere solitario dalla morale ambigua che prende il sopravvento sull’antagonista effettivo della pellicola, Chaco, caratterizzato da Milian come una sorta di rockstar maledetta dotata di un fascino perverso e magnetico tanto da rubare la scena al personaggio di Stubby/ Testi, almeno finché i due compaiono insieme.

La sceneggiatura fu scritta da Ennio De Concini, che si ispirò ad una serie di racconti del 1868 pubblicati da Francis Brett Harte con il titolo di The luck of roaring camp.

I quattro cavalieri dell’Apocalisse: un romanzo epico, tra amore, famiglia e guerra

I quattro cavalieri dell’Apocalisse (The Four Horsemen of the Apocalypse) è un film del 1962 diretto da Vincente Minnelli, basato sull’omonimo romanzo di Vicente Blasco Ibáñez.

I quattro cavalieri dell’Apocalisse – trama: Il vulcanico e rude Julio Madariaga (Lee J. Cobb) è un ricco proprietario terriero che nelle pampas argentine ha costruito una fortuna circondato da una grande famiglia numerosa.

Madariaga è padre e nonno premuroso ma su tutti egli stravede per i due nipoti maggiori: Julio (Glenn Ford), figlio di Desnoyer, ed Heinrich (Karl-Heinz Bohm), figlio di von Hartrott. Interessato solo al bene della propria famiglia, il vecchio patriarca argentino avversa qualsiasi discorso che possa riguardare l’Europa e soprattutto la guerra che la Germania nazista minaccia di far esplodere nel vecchio continente. Ed è così che quando il giovane e amato Heinrich gli rivela le proprie simpatie per il partito nazionalsocialista, Madariaga lo maledice e, preveggendo le sciagure annunciate dai quattro cavalieri biblici descritte nell’Apocalisse, muore di crepacuore.

La scena si sposta quindi dalla tranquilla Argentina alla Parigi inquieta e agitata del 1938.

Julio continua indifferente le sue vuote e annoiate giornate da dandy rubacuori sino a quando non incontra Marguerite Laurier (Ingrid Thulin) bellissima moglie di un caro amico del padre. Tra i due l’amore sboccia immediato ed inizia così un’ irresistibile passione. La guerra giunge improvvisa e dopo pochi mesi Parigi è in mano ai tedeschi. Julio e Marguerite continuano ad amarsi ma per sopravvivere sarà necessario chiedere protezione ed aiuto ad Heinrich, diventato nel frattempo un autorevole ufficiale delle SS. Ma la violenza e le brutture perpetrate dai nazisti non possono passare inosservate, soprattutto quando coinvolgono i propri cari. Così anche un superficiale come Julio si deciderà ad uscire dal neutralismo al quale era incatenato e a scendere in campo per affrontare quel nemico che ha il volto ed il nome del cugino Heinrich.

Vincent Minnelli confeziona un monumentale affresco storico-famigliare ispirato liberamente al romanzo di Vicente Blasco Ibanez. Un cast di grandi attori ed un investimento imponente che, a quel tempo, non riscosse il successo sperato. I quattro cavalieri dell’Apocalisse è un film epico e sicuramente coinvolgente che abbraccia una vasta gamma di tematiche e di sentimenti: l’affetto per la propria famiglia, l’amore verso la patria, l’amore verso la donna della vita, la guerra e la morte.

I quattro cavalieri dell’Apocalisse

Il dramma della guerra e della follia nazista irrompe tra gli affetti famigliari mettendo padri contro figli e fratelli contro sorelle e imponendo di scegliere e di rischiare anche in prima persona.

Minnelli tratta tutti questi argomenti affidandosi alle grandi interpretazioni di attori del calibro di Glenn Ford e Charles Boyer che su tutte meritano di essere evidenziate; ma nel complesso il film appare alquanto artefatto, eccessivamente prosaico e letterario. La guerra e gli orrori ad essa legati, e che coinvolgono via via alcuni dei protagonisti, rimane sullo sfondo, è solo raccontata. Il film si mantiene sui binari rassicuranti dell’elegante contesto di partenza e i dialoghi, spesso stucchevoli ed eccessivamente teatrali, predominano costantemente la scena a scapito dell’azione.

Considerato che l’anno di produzione è il 1962, il film propone innovazioni e sperimentazioni tecniche interessanti: la pellicola a sfondo rosso usata nelle scene delle adunate hitleriane infonde il senso demoniaco del contesto nazista e ricorda, in qualche modo, scelte registiche anche recenti come nel caso di Soderbergh in Traffic, per fare un esempio. Quindi altri artifici tecnici, come l’uso di immagini documentaristiche relative alla guerra, sovrapposte e montate come una sorta di video-clip moderno, scelte coraggiose e anche innovative.

I quattro cavalieri dell’apocalisse è un film tipicamente hollywoodiano nella sua confezione d’insieme ma capace anche di coraggiose intraprendenza tecniche; un film forse troppo lungo e a tratti prolisso ma in ogni caso interessante e meritevole di un giudizio.

I Puffi: recensione del film con Neil Patrick Harris

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I Puffi: recensione del film con Neil Patrick Harris

Da Raja Gosnell, regista dei poco riusciti Scooby – Doo e Scooby- Doo 2: mostri scatenati, non ci si aspettava molto. Quando corse voce, infatti, che la Warner Bros. aveva scelto di affidargli la regia de I Puffi, un brivido di terrore era corso lungo molte schiene. Le piccole creaturine blu, nate dalla penna di Pierre Culliford detto Peyo, erano diventate famose negli anni ’80 quando i produttori Hanna e Barbera avevano deciso di dedicargli una serie animata. I bambini di ieri, dunque, attirati e al contempo impauriti dall’idea di vedere i loro beniamini trasformati in tridimensionali modellini CGI, possono tirare un sospiro di sollievo.

La nuova avventura dei I Puffi si svolge nel nostro mondo, ai nostri giorni, tra noi esseri umani. Inseguiti dall’imperterrito Gargamella e dal suo fido assistente Birba, i Puffi saranno costretti ad utilizzare il varco spazio temporale creato dalla Luna Blu per rifugiarsi nel mondo degli umani. Catapultati nella frenetica ed affollata cittadina di New York, questi strani ometti blu, alti due mele o poco più, dovranno fare i conti con gli usi e costumi di un pianeta che non conoscono, con esseri viventi che non si rispettano tra loro e, soprattutto, con la dilagante mancanza di sensibilità. Fortunatamente, gli uomini non sono tutti uguali: c’è ancora chi crede nell’amore e nella famiglia … E siccome, si sa, nel mondo delle favole tutto è possibile, ognuno avrà ciò che merita … nel bene o nel male.

I Puffi, il film

I Puffi

Sebbene l’idea di unire tridimensionalità, computer grafica e modellini CGI nella stessa pellicola, sia tutt’altro che originale – basti pensare a Garfield o al meno fortunato Hop-, non si può certo dire che Raja Gosnell non ne faccia buon uso. Gli sceneggiatori J. David Stem e David N. Weiss hanno deciso di far ruotare la storia de I Puffi restringendo il campo intorno ai sei protagonisti più “puffosi”, ops! Famosi: Grande Puffo, Puffetta, Brontolone, Puffo Coraggioso, Tontolone e Quattrocchi. Ad aiutarli, due tra gli attori comici americani più famosi della TV: Neil Patrick Harris (salito sul podio grazie al suo irriverente ruolo nella serie How I met your mother) e Jayma Mays (tra le protagoniste di Glee). Per il ruolo del cattivo, invece, il regista ha scelto Hank Azaria, che, grazie ad un accurato lavoro di make up, è diventato semicalvo, goffo e sdentato. Gli attori interagiscono piuttosto bene con i personaggi virtuali nonostante, spesso, ci siano evidenti errori di “proporzione”. La simpatia irriverente di molti Puffi, l’involontaria dolcezza di altri, la magia bianca e quella nera, non possono non far sorridere. Lo spettatore in sala, bambino di oggi o di ieri, infatti, non riesce a rimanere impassibile davanti all’allegria e ai buoni sentimenti che vengono messi in scena.

Se, dunque, “per la famiglia si fa qualsiasi cosa”, non dimentichiamoci che ognuno di noi – chi più e chi meno – ha considerato questi splendidi esserini colorati come dei compagni di viaggio che vivono la vita cantando, ballando e volendosi bene, ma soprattutto ritenendosi, appunto, parte di una sola, grande, famiglia.

I Puffi – Il Film: il trailer con le voci di Paolo Bonolis e Luca Laurenti

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Preparatevi a una valanga di risate, perché Paolo Bonolis e Luca Laurenti entrano ufficialmente nel villaggio dei Puffi! Nel nuovo film I Puffi – Il Film, la storica coppia della TV italiana si trasforma in due personaggi iconici: Bonolis sarà la voce saggia di Grande Puffo, mentre Laurenti darà vita al maldestro e cattivissimo Gargamella e a suo fratello Razamella!

Una coppia esplosiva che promette di conquistare il pubblico di tutte le età, regalando un’interpretazione inedita e irresistibile ai personaggi chiave della storia. La loro sintonia perfetta e il loro inconfondibile umorismo daranno una nuova dimensione alle avventure dei Puffi, rendendo l’esperienza ancora più divertente ed emozionante.

Il film promette avventura, magia e tantissime risate – e con questa coppia, non potrebbe essere altrimenti!

La trama di I Puffi – Il Film

Quando il saggio e coraggioso Grande Puffo (Paolo Bonolis) viene rapito dai perfidi stregoni Gargamella e suo fratello Razamella (Luca Laurenti), solo una squadra di Puffi può salvarlo! Guidati da una determinata Puffetta (in originale con la voce di Rihanna), i piccoli eroi si avventurano nel mondo reale, pronti a tutto pur di riportare a casa il loro leader e salvare l’intero universo.

I Puffi invadono Roma!

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puffiRoma si tinge di blu, un blu color Puffo. Si celebra oggi, infatti, la Giornata Mondiale dei Puffi,che cade il giorno della nascita del loro creatore, Peyo

I Puffi invadono Roma

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I Puffi invadono Roma

Domenica 11 settembre i Puffi sbarcheranno a Roma. Pochi giorni prima dell’uscita in sala del film in 3D, prevista per il 16 settembre, la capitale ospiterà una serie di appuntamenti in onore dei piccoli omini blu.

Al cinema Adriano si terrà l’anteprima della pellicola alla quale parteciperanno ospiti d’eccezione: Grande Puffo, Puffetta e Puffo Tontolone. All’ingresso, uno speciale “blu carpet” accoglierà personaggi del mondo dello spettacolo, animazione e bambini vestiti da Puffo per festeggiare l’uscita del nuovo film.
 Dal 10 settembre, un puffo alto 15 metri, riempito con quasi 10000 litri d’aria e tenuto in piedi da 8 funi ancorate a sacchi di sabbia da 23 chili l’uno, farà il giro della capitale fino al Centro Commerciale Porta di Roma.

Il 16 settembre, nel giorno d’uscita in sala del film, Grande Puffo, Puffetta e Puffo Tontolone faranno il giro della città su un bus scoperto completamente rivestito dalle immagini dei tre protagonisti. L’affetto per i Puffi è tale che alcune loro immagini sono state staccate dalle numerose affissioni presenti in città e i materiali promozionali sono stati “rubati” dai cinema.

Le iniziative che si terranno a Roma nei prossimi giorni arrivano dopo le celebrazioni organizzate durante l’estate in omaggio al creatore dei piccoli omini blu, Pierre Culliford in arte Peyo. In quell’occasione fu stabilito un record da Guinness dei Primati, 5000 persone travestite da Puffo in tutto il mondo nello stesso giorno, mentre Júzcar – uno dei più famosi villaggi bianchi della provincia di Malaga in Andalusia – veniva completamente ridipinto di blu.
Dopo aver conquistato gli USA con un box-office di oltre 130 milioni di dollari, I Puffi sarà nelle sale italiane in 3D dal 16 settembre.

Diretto da Raja Gosnell e distribuito da Warner Bros. Pictures Italia, il film è il primo lungometraggio sui Puffi che unisce animazione computerizzata in 3D a riprese live action. In questa nuova avventura i Puffi, in fuga dal loro villaggio inseguiti dal perfido stregone Gargamella, si troveranno catapultati al Central Park di New York, dove faranno di tutto per sfuggire alle grinfie del loro storico nemico.

I Puffi : Viaggio nella Foresta Segreta, il trailer italiano

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I Puffi : Viaggio nella Foresta Segreta, il trailer italiano

I celebri personaggi ideati da Peyo tornano nel trailer italiano de I Puffi: Viaggio nella Foresta Segreta. Diretto da Kelly Asbury il film è in uscita nelle sale italiane il 6 aprile distribuito da Warner Bros. Pictures.

I Puffi : Viaggio nella Foresta Segreta, il trailer italiano

Sinossi: In questo nuovo episodio interamente animato, una mappa misteriosa spinge Puffetta ed i suoi migliori amici Quattrocchi, Tontolone e Forzuto ad una corsa emozionante ed avvincente attraverso la Foresta Segreta, un luogo abitato da creature magiche, per trovare un misterioso villaggio perduto, prima che ci arrivi il perfido mago Gargamella. Intraprendendo un viaggio mozzafiato ricco d’azione e pericoli, queste piccole creature blu arriveranno a scoprire il più grande segreto della storia dei Puffi!

Trai doppiatori originali del film ci sono Demi Lovato, Rainn Wilson e Joe Manganiello.

Fonte: SonyPicturesIT

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