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Capi di Stato in fuga (Heads of State), la spiegazione del finale: Marty è vivo?

Capi di Stato in fuga (Heads of State), disponibile su Prime Video, è un film d’azione e commedia diretto da Ilya Naishuller con John Cena, Idris Elba, Priyanka Chopra, Jack Quaid, Paddy Considine. Il film è incentrato sul primo ministro britannico Sam Clarke e sul presidente degli Stati Uniti Will Derringer, due leader mondiali che non sono mai andati molto d’accordo. Tuttavia, le cose cambiano quando i due si ritrovano bersaglio di un complotto internazionale per ucciderli. Fortunatamente, dopo che il loro aereo di alta sicurezza viene abbattuto in volo, riescono in qualche modo a sopravvivere all’incidente. Questo significa però che ora devono unirsi in una riluttante alleanza per sopravvivere. Tuttavia, mentre un complotto politico più grande si sviluppa in loro assenza, la priorità assoluta di Sam e Will passa dalla semplice sopravvivenza a fermare i loro avversari in tempo e impedire che un futuro cupo si abbatta sul destino del mondo intero. SPOILER IN ARRIVO!

La trama di Capi di Stato in fuga (Heads of State)

In vista di un imminente incontro della NATO, il presidente americano Will Derringer fa tappa a Londra per una conferenza stampa congiunta con il britannico Sam Clarke, suo partner in un importante programma per l’energia pulita. L’unico problema è che i due uomini non hanno affatto un rapporto amichevole. Quest’ultimo non riesce a prendere sul serio il suo collega, grazie alla sua carriera di star del cinema hollywoodiano prima di entrare alla Casa Bianca.

Al contrario, Sam suscita l’ira del presidente per aver quasi appoggiato il suo rivale durante le ultime elezioni. Naturalmente, le loro divergenze emergono chiaramente durante la conferenza stampa, soprattutto quando il primo ministro si lascia andare e risponde a una domanda tabù sul fallimento della missione congiunta dell’MI6 e della CIA in Spagna. Di conseguenza, entrambi i capi di gabinetto suggeriscono di limitare i danni all’immagine pubblica.

Di conseguenza, Sam si ritrova ad accompagnare Will sul suo aereo Air Force One in viaggio verso la riunione della NATO. Tuttavia, il volo si trasforma presto in un incubo quando diventa chiaro che un assassino è riuscito a intrufolarsi a bordo. A peggiorare le cose, i suoi amici armati seguono l’aereo con i missili puntati sull’aereo presidenziale. Ben presto, dopo aver subito gravi danni, l’Air Force One rischia di precipitare in un disastroso incidente. Tuttavia, le guardie del corpo riescono a lanciare i due leader mondiali fuori dall’aereo con dei paracadute all’ultimo momento. Sam e Will si ritrovano così nella Bielorussia occidentale, alla ricerca di un modo per tornare a casa, mentre il resto del mondo li crede morti. Alla fine, dopo essersi cacciati in una miriade di situazioni, tra cui risse e un viaggio clandestino su un camion che trasportava bestiame, i due riescono ad arrivare al rifugio sicuro di Varsavia.

Nel frattempo, Viktor Gradov, il trafficante d’armi russo dietro il tentativo di assassinio, hackera il programma Echelon quando l’accesso viene consegnato a Elizabeth Kirk, la vicepresidente diventata capo di Stato ad interim. Il programma Echelon è un programma di sorveglianza altamente riservato che fornisce all’utente occhi e orecchie praticamente in tutto il mondo. Di conseguenza, gli scagnozzi di Gradov rintracciano Sam e Will nel loro rifugio in pochissimo tempo. Sebbene l’agente della CIA Harty opponga una strenua resistenza, alla fine soccombe ai nemici. Fortunatamente, mentre il primo ministro e il presidente fuggono dal luogo, incrociano l’agente dell’MI6 Noel Bisset, che credevano morta. Da sola, riesce a mettere in salvo i due su un treno che li porterà al quartier generale della NATO.

Inoltre, Noel li informa anche sul passato di Gradov, che apparentemente nutre rancore nei confronti della NATO per il suo coinvolgimento nella morte di suo figlio. Si rendono così conto che il trafficante d’armi deve avere una talpa nei servizi di sicurezza del Regno Unito o degli Stati Uniti, che lo ha aiutato a portare a termine l’audace tentativo di assassinio dei loro leader. Ben presto, il quadro del suo piano diventa più chiaro quando Arthur Hammond, il hacker capo che ha rapito, cerca il trio. Nel tentativo di liberarsi la coscienza, condivide con il suo informatore informazioni sensibili sui canali di comunicazione di Gradov e fornisce loro un modo per decifrarli. Di conseguenza, un breve viaggio in Croazia porta il trio più vicino alla scoperta dell’informatore all’interno della NATO.

Il finale di Capi di Stato in fuga (Heads of State): Chi è l’informatore che lavora con Gradov?

Idris Elba e John Cena in Capi di Stato in fuga (Heads of State)

L’unico motivo per cui Gradov è riuscito ad avvicinarsi così tanto all’uccisione di Sam e Will è grazie al suo informatore all’interno del loro staff. È così che riesce a farli salire sullo stesso aereo e a cogliere l’occasione giusta per hackerare Echelon. Di conseguenza, prima che i due possano chiedere aiuto a qualcuno, devono capire di chi possono fidarsi e di chi no. Per lo stesso motivo, i leader e Noel fanno una sosta nell’ufficio segreto di Hammond a Varsavia per scoprire l’identità della talpa. Inevitabilmente, gli uomini di Gradov raggiungono presto il trio, aggiungendo rischi di vita o di morte alla loro missione secondaria. Ciononostante, Sam resiste alla cavalleria abbastanza a lungo da permettere ai suoi compagni di estrarre le informazioni necessarie. Tuttavia, una tragica separazione lo lascia solo all’interno dell’edificio, che esplode dopo essere stato colpito da un missile.

Di conseguenza, Sam e Noel sono lasciati a piangere il loro amico. Tuttavia, almeno la loro deviazione ha rivelato il collegamento tra Gradov e Bradshaw, il capo dello staff del presidente. Anche se il suo tradimento è profondo, Sam usa l’informazione a suo vantaggio, contattando il vicepresidente Kirk per chiedere aiuto. Tuttavia, una verità ancora più sconvolgente si presenta a lui e Noel quando arrivano gli agenti di Kirk, che puntano subito le armi contro di loro. Si rendono così conto che Kirk era da sempre il contatto interno di Gardov. Una volta che Sam e Will vengono attaccati, la fiducia degli altri leader mondiali nell’Alleanza diminuisce naturalmente. Di conseguenza, senza di loro a rafforzare il loro sostegno alla NATO, il trattato rischia di essere sciolto a seguito di un voto di sfiducia nella prossima riunione.

Inoltre, Kirk fa anche un passo in più e mette in atto un piano per eliminare Gardov non appena il presidente e il primo ministro saranno fuori dai giochi. Nonostante la sua collaborazione con lui, lei non ha alcuna intenzione di lavorare con il terrorista russo. Tuttavia, tutti i suoi piani finiscono per andare in fumo. A quanto pare, Sam è riuscito a sopravvivere all’attacco a Varsavia. Il suo arrivo tempestivo aiuta Noel e Sam a respingere i loro avversari e a raggiungere in tempo il quartier generale della NATO. Inoltre, Gardov rimane un passo avanti a lei e sopravvive al tentativo di assassinio contro di lui. In seguito, fa irruzione nel quartier generale con la sua cavalleria per annientare i numerosi leader mondiali presenti nell’edificio. Alla fine, Kirk diventa la sua prima vittima, morendo con una pallottola in testa.

La NATO si scioglie? Perché Gradov e Kirk vogliono porre fine all’alleanza?

Anche se Kirk e Gradov hanno la missione comune di sciogliere la NATO, le loro motivazioni rimangono nettamente diverse. Quest’ultimo vuole vendicarsi dell’Alleanza per il suo contributo alla morte di suo figlio, ucciso in un attacco che alla fine è stato insabbiato. Suo figlio era uno scienziato che aveva costruito il primo reattore nucleare incapace di fondersi. Tuttavia, dopo che suo padre, un guerrafondaio, gli aveva procurato un elemento cruciale, l’attenzione della NATO si era concentrata su di lui, che aveva scoperto i loro piani tramite Echelon. Di conseguenza, avevano tratto conclusioni affrettate sulle intenzioni dannose del figlio e avevano finito per autorizzare un’operazione letale contro di lui e la sua squadra.

Solo in seguito l’Alleanza si rese conto che l’invenzione del figlio di Gradov poteva essere utilizzata per scopi positivi, come il programma di energia pulita. Pertanto, insabbiarono il loro errore e utilizzarono il lavoro del giovane scienziato a proprio vantaggio. Per lo stesso motivo, il trafficante d’armi russo è determinato a distruggere la NATO. In alternativa, le motivazioni di Kirk rimangono radicate nella sua politica. Durante la campagna elettorale, ha basato la sua piattaforma sul famigerato slogan “America First”, affermando la sua sfiducia nei confronti della NATO. Pertanto, anche se cerca di liberarsi di questa immagine durante la sua vicepresidenza, continua segretamente a complottare contro l’Alleanza collaborando con il trafficante d’armi russo. Tuttavia, il piano dei due finisce per fallire. Una volta che Sam e Will arrivano all’incontro e ripristinano la loro fiducia nell’Alleanza, ne assicurano un futuro migliore.

Sam e Will riescono a catturare Gradov?

Idris Elba e Priyanka Chopra in Capi di Stato in fuga (Heads of State)

Gradov rimane un uomo difficile da catturare fin dall’inizio. Infatti, la storia inizia con Noel che guida l’operazione fallita contro di lui, che porta alla morte dei suoi colleghi dell’MI6 e della CIA. Pertanto, è evidente che è un giocatore esperto nel gioco di eludere le autorità. Non sorprende quindi che Gradov si assicuri di avere un piano di fuga valido quando irrompe nella riunione della NATO. Dopo che lui e i suoi uomini hanno aperto il fuoco sui leader mondiali, il trafficante d’armi russo tiene un elicottero in standby all’esterno per avere una via di fuga libera. Inoltre, riesce a sfuggire ancora una volta a Noel quando lei cerca di seguirlo.

Così, alla fine, Sam e Will decidono di rinunciare alla propria incolumità per dare la caccia al loro aggressore. Questo porta a uno scontro finale su un balcone, dove Gradov, armato di un fucile arpione, è a pochi istanti dalla fuga. Tuttavia, il Primo Ministro escogita il piano ideale per neutralizzarlo. Sorprendentemente, decide di prendere spunto dal passato da star del cinema di Sam e escogita un piano per usare se stesso come esca mentre il Presidente lancia una statua di Cupido contro l’elica dell’elicottero. Di conseguenza, Gradov precipita con il suo elicottero e va in mille pezzi.

Sam e Noel tornano insieme?

Sam e Noel hanno un passato complicato come ex fidanzati. Le aspirazioni del primo a diventare Primo Ministro hanno finito per creare una frattura incolmabile tra i due. Mentre il servizio pubblico era chiaramente la sua vocazione, l’agente dell’MI6 non riusciva a inserirsi in una vita pubblica tranquilla come compagna del Primo Ministro. Per lo stesso motivo, i due hanno finito per prendere strade diverse quando Sam ha deciso di candidarsi alle elezioni. Nonostante ciò, con il passare degli anni, i sentimenti reciproci sono rimasti forti. Pertanto, la notizia della presunta morte dell’altro è un duro colpo per entrambi, che sono ugualmente entusiasti di ritrovarsi vivi.

Tuttavia, è solo dopo la seconda esperienza di Sam con la morte a Varsavia che Noel capisce la portata dei suoi sentimenti per il suo ex. Sa che il legame che aveva con lui era speciale e unico. Di conseguenza, si rende conto che, nonostante i loro stili di vita incompatibili, meritano di dare una possibilità al loro amore. Di conseguenza, una volta che le cose si calmano e la coppia torna alla sua vecchia vita, decidono di mantenere vivo il loro legame. Anche se le cose sono ancora complicate tra loro e i loro lavori contrastanti continuano a separarli, sono felici di continuare a far parte della vita l’uno dell’altra. Alla fine, la relazione tra Noel e Sam rimane un lavoro in corso.

Capharnaüm: recensione del film di Nadine Labaki

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Capharnaüm: recensione del film di Nadine Labaki

Presentato al Festival di Cannes 2018 in concorso, Capharnaüm di Nadine Labaki racconta la storia di Zain, un bambino che non conosce la sua età, forse dodici anni, che vive in miseria, non va a scuola e lavora per aiutare la numerosa famiglia. Soprattutto, Zain si occupa della sorellina di 11 anni. Quando la bimba raggiunge la maturità sessuale, finisce in sposa al figlio del padrone di casa. In questo modo ci sarà una bocca in meno da sfamare, ma anche un legame con i proprietari dello sgangherato appartamento. A seguito di questa decisione, Zain è così furibondo che scappa di casa, e viene accolto da una donna, altrettanto povera, con un figlio piccolo. Quando anche lei sparirà, Zain si troverà a dover badare a se stesso e al neonato, fino a che, in un finale strappalacrime, la risoluzione della vicenda porterà di nuovo, o forse per la prima volta, il sorriso sulle labbra del bambino.

Quando si parla di cinema ricattatorio si percorre sempre un terreno scivoloso, su cui molti cadono lasciandosi trasportare proprio dall’impeto del narratore, la regista Labaki in questo caso, che condiziona con soluzioni narrative e visive lo stato d’animo che si vuole indurre nello spettatore. Per intenderci, allo stesso modo in cui un mendicante sfoggia il proprio bambino, la regista libanese inquadra ogni singolo momento di difficoltà e sofferenza dei due piccoli protagonisti, quasi con compiacimento.

Il pacchetto sembra completo, dato che i protagonisti sono due bellissimi bambini, uno dei quali che appena cammina, e soprattutto data l’estrema povertà rappresentata, una condizione esistenziale che viene esposta con una violenza tale da sfiorare la pornografia (della povertà, appunto). Tutto questo a contrasto con alcuni momenti molto buoni, soprattutto tecnicamente, quando la regista sceglie la macchina a mano per seguire i due piccoli protagonisti. Questo gesto di “verità” si scontra però con la ricostruzione e la caratterizzazione dei personaggi, che non collimano con l’estrazione sociale cui gli stessi appartengono. Valga per tutti il puntuale e accorato discorso di Zain di fronte al giudice, nel finale del film: nessun bambino parlerebbe in quel modo, soprattutto un bambino analfabeta.

A Capharnaüm non si boccia certo il racconto della miseria, tuttavia la strumentalizzazione di questi individui non è altro che spettacolarizzazione della povertà. E questo è inaccettabile, nonostante qualche merito tecnico che pure ha il film.

Cape Fear: le foto dal set della serie mostrano uno spaventoso Max Cady

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“Il nonno maneggiava i serpenti in chiesa. La nonna beveva stricnina. Direi che avevo un vantaggio, geneticamente parlando.” Le riprese della serie Cape Fear, in onda su Apple TV+, sono attualmente in corso alla Chevron Station di Atlanta, in Georgia, e alcune foto dal set (tramite Storage Blu tv) rivelano il nostro primo sguardo a Javier Bardem nei panni di Max Cady e Amy Adams in quelli di Amanda Bowden.

A prima vista, questa nuova interpretazione dell’assassino/stupratore psicotico sembra molto diversa dalla versione rasata e tatuata del detestabile personaggio interpretato da Robert De Niro nell’adattamento degli anni ’90 di Martin Scorsese, ma un’inquadratura più ravvicinata rivela che la star di Dune: Parte 2 sfoggia qualche tatuaggio e forse anche qualche piercing.

La serie di 10 episodi vede Nick Antosca a bordo come sceneggiatore, produttore esecutivo e showrunner. Il progetto vede anche la partecipazione di due leggende del cinema, con Steven Spielberg e Martin Scorsese come produttori esecutivi.

Con Adams in questo ruolo, ci sono buone probabilità che il suo personaggio venga messo maggiormente in risalto, e si ipotizza che Amanda, e non suo marito, sarà l’ex avvocato di Cady in questa versione della storia (la sinossi qui sotto potrebbe supportare questa ipotesi). Patrick Wilson interpreterà anche Sam Bowden.

Cape Fear – Il promontorio della paura: tutte le curiosità sul film di Martin Scorsese

Nel corso della sua carriera il regista premio Oscar Martin Scorsese si è spesso trovato a concordare con gli studios di Hollywood la realizzazione dei progetti a cui più teneva a patto di realizzare poi anche delle opere più commerciali, che potessero essere fonti di incassi assicurati. Dopo aver realizzato nel 1988 per la Universal Pictures il film L’ultima tentazione di Cristo, a cui pensava da molto, il regista newyorkese si trovò dunque a dover dar vita ad un film più spendibile presso il grande pubblico e la scelta ricadde su quello che è poi diventato Cape Fear – Il promontorio della paura, distribuito nel 1991.

Scritto da Wesley Strick, il film è il remake dell’omonimo titolo del 1962 diretto da J. Lee Thompson, con protagonisti Robert Mitchum e Gregory Peck. Il racconto, appartenente al genere thriller, è stato naturalmente aggiornato ai canoni odierni, con l’aggiunta dunque di molta violenza e tensione in più. Steven Spielberg, inizialmente scelto come regista, lo giudicò addirittura troppo violento, decidendo di rinunciarvi in favore di Scorsese, convinto definitivamente dall’amico e storico collaboratore Robert De Niro, già scelto come protagonista. Scorsese si trovò dunque a confrontarsi con un’opera diversa dalle sue precedenti, nella quale riuscì però a ritrovare tematiche a lui care e a inserire le proprie caratteristiche stilistiche.

Scorsese, dietro un apparente conformismo a quelli che erano i canoni del thriller anni Novanta, ebbe infatti modo di far emergere riflessioni sulla redenzione e sui complessi rapporti tra bene e male, tra crimine e fede religiosa. In più, Scorsese colse l’occasione con Cape Fear per sperimentare le più recenti innovazioni in materia di effetti speciali, coniugandoli ad una costruzione delle immagini particolarmente influenzata dallo stile di Alfred Hitchcock. Attraverso l’impiego di inquadrature inusuali, l’illuminazione e determinate tecniche di montaggio, egli poté infatti dar vita ad un’opera sì commerciale ma anche profondamente personale e costruita secondo il proprio gusto.

Cape Fear – Il promontorio della paura: la trama del film

Per quanto riguarda la trama del film, questa ha per protagonista Sam Bowden, un avvocato di grande fama, sposato con la bella Leigh e con una figlia quindicenne di nome Danielle. I tre vivono tranquillamente in una piccola cittadina della Carolina del Nord. La loro pacifica esistenza viene però sconvolta dallo scarceramento di Max Cady, un uomo che ha scontato 14 anni di prigione dopo che Sam non lo aveva difeso adeguatamente in un processo per stupro, del quale Cady si è sempre dichiarato non colpevole. Uscito dunque di galera, questi è un uomo completamente diverso, desideroso di ottenere vendetta nei confronti dell’avvocato.

Cady rintraccia dunque l’uomo e la sua famiglia, iniziando a dar loro il tormento senza però sfociare mai nell’illegalità. La sua si configura infatti come una vendetta molto particolare: non vuole far soffrire Sam, bensì dimostrargli come quei 14 anni lo abbiano cambiato e allo stesso tempo svelare la falsità della sua vita apparentemente perfetta. L’avvocato, dal canto suo, cercherà di difendersi come può, evitando che vengano a galla quei segreti che potrebbero effettivamente compromettere la sua vita lavorativa e famigliare. Più il gioco tra i due si fa pericoloso, più estreme saranno le condizioni a cui dovranno spingersi per potersi salvare.

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Cape Fear – Il promontorio della paura: il cast del film

Ad interpretare l’inquietante Max Cady vi è proprio Robert De Niro, il quale accettò il ruolo entusiasta di poter dar vita ad un personaggio psicopatico tanto affascinante. Per la parte, egli perse diversi chili e definì meglio la propria muscolatura, così da risultare esile ma fisicamente minaccioso. De Niro caratterizzò poi il personaggio facendosi applicare i numerosi tatuaggi che si vedono sul corpo di Cady e ha speso cinque mila dollari per farsi rovinare i denti (al termine delle riprese ne ha spesi altri 20 mila per farseli sistemare). Oltre che sul corpo del personaggio, De Niro ha poi lavorato molto sul suo modo di parlare. L’attore ha infatti dato vita ad un accento del sud piuttosto inquietante, con il quale ha reso il suo Cady ancor più terrificante.

Per il ruolo dell’avvocato Sam Bowden, invece, si era inizialmente pensato di affidare la parte a Robert Redford o Harrison Ford, ma dopo che Scorsese ebbe incontrato Nolte ad un evento di gala, ritenne quest’ultimo la scelta più giusta per il personaggio. Anche lui dovette perdere diverso peso, così da risultare meno imponente accanto a De Niro. Per il ruolo della moglie di Sam, Leigh, è invece stata scelta l’attrice Jessica Lange, mentre Juliette Lewis interpreta la figlia Danielle. Per la sua interpretazione, quest’ultima è poi stata candidata agli Oscar. Ileana Douglas interpreta Lori Davis, l’amante di Sam, mentre Gregory Peck e Robert Mitchum, i protagonisti del film del 1962, compaiono brevemente nei panni dell’avvocato Lee Heller e del tenente Elgart.

Il trailer di Cape Fear – Il promontorio della paura e dove vedere il film in streaming e in TV

Per chi desidera vedere il film, è possibile fruire di Cape Fear – Il promontorio della paura grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 16 giugno alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Cap vs Cap: un nuovo video dal backstage

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Cap vs Cap: un nuovo video dal backstage

La scena di Avengers: Endgame che ha visto lo scontro Cap vs Cap ha entusiasmato i fan. Due Steve Rogers differenti, uno puro e incorruttibile e l’altro segnato dall’esperienza e più scaltro, si scontrano e se le danno di santa ragione. Ma a parità di forza, si sa, vince sempre chi ha più esperienza.

Abbiamo già rivelato qualche dettaglio dello scontro e un segreto dal set in merito alla realizzazione della scena che ha visto impegnato Chris Evans e i suoi stunt double, ma adesso vi mostriamo un nuovo video dal set che vede protagonisti proprio due controfigure dell’attore.

https://www.instagram.com/p/CCtJs-KAeAJ/?utm_source=ig_embed

CORRELATE: 

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Cap e Bucky nelle action figure Hot Toys di Captain America Civil War

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Ecco la linea Hot Toys di action figure dedicata a Captain America Civil War in cui possiamo vede, oltre alla bella figure di Cap/Steve Rogers, anche quella dedicata a Bucky Barnes, AKA il Soldato d’Inverno. Le statue sono in scala 1 a 6, eccole nella gallery a seguire:

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In Captain America Civil War lo schieramento di Cap sarà formato da Bucky, Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di Iron Man invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e Vision. Al momento non è ancora chiaro che parte prenderanno Spider-Man e Scarlet Witch.

In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da AnthonyJoe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel BruhlCaptain America Civil War arriverà nelle sale italiane il 4 maggio 2016.

Cap 3: non vedremo il Capitan America psicotico degli anni ’50

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Cap 3Gli sceneggiatori di Captain America 3 hanno confermato che il terzo film con protagonista il super soldato non avrà come villain il Cap psicotico che si incontra brevemente nei fumetti degli anni ’50. La voce era stata messa in giro dallo stesso Christopher Markus, già sceneggiatore di The Winter Soldier, che aveva preso in considerazione per un attimo la possibilità di utilizzare come villain questo personaggio, un fan di Cap che ricorre alla chirurgia e ad un siero da supersoldato imperfetto per imitare il suo idolo, Steve Rogers.

Markus, d’accordo con Stephen McFeely, l’altro sceneggiatore del film, ha dichiarato che il materiale presente nel fumetto è abbastanza da realizzare un corto di 20 minuti, ma insufficiente per un intero film.

Ricordiamo che la data d’uscita di Cap 3 (titolo provvisorio) è prevista per il 6 maggio 2016, in concomitanza con Batman v Superman Dawn of Justice.

Fonte: CBM

Canzoni Disney: le più belle, i testi e le versioni karaoke

Canzoni Disney: le più belle, i testi e le versioni karaoke

Se c’è una cosa che accomuna tutti gli abitanti del pianeta sono proprio le canzoni Disney. Hanno accompagnato milioni di persone durante tutta la loro infanzia e anche durante l’età adulta, per non lasciare mai la loro mentre e passare alle generazioni successive.

Queste canzoni sono sempre state il punto di forte di ogni film targato Disney, in grado di poter empatizzare maggiormente con i personaggi, di regalare gioia o qualche lacrima, e di poter subito innamorarsi di quello che si sta vedendo.

Ecco, allora, tutto quello che c’è da sapere sulle canzoni Disney.

Canzoni cartoni Disney

canzoni disney

Le canzoni dei film di animazione delle Disney sono sempre state il punto forte dei film stessi, in grado di trascinare il pubblico non solo per tutta la lunghezza dei lungometraggi, ma anche e soprattutto dopo. Impossibile non uscire dalla proiezione di un film Disney senza un motivetto che continua a ronzare nella testa per ore, se non per giorni.

Ciò che conferisce tutta questa magia da molti anni ai film della casa del topo più famoso del mondo, non è altro che il reparto dedicato alla colonna sonora, seguito e guidato da autori che hanno fatto la storia del cinema e che ha reso magiche l’infanzia e la vita adulta di milioni di persone in tutto il mondo.

La tradizione dei film Disney si protrae da molti anni e in realtà le prima basi erano state già messe con i primi classici, ovvero i primi lungometraggi animati che contenevano all’interno una canzone o un motivo  riconoscibile e punto di forza del film (basti pensare a Ehi-Ho! di Biancaneve e i sette nani). Tuttavia, furono i fratelli Sherman (Robert B. e Richard M. Sherman) che contribuirono a realizzare colonne sonore uniche, portando questo reparto alla maturità grazie al loro lavoro per film Disney come La spada nella roccia (1963), Mary Poppins (1964), Il libro della giunga (1967) e Gli aristogatti (1970).

Dagli anni ’80 in poi ci ha pensato Alan Menken, realizzatore di commedie musicali come La piccola bottega degli orrori, a dare un valore aggiunto al periodo definito come Rinascimento Disney, collaborando in qualità di autore, a film d’animazione come La sirenetta (1989), La bella e la bestia (1991), Aladdin (1992), Pocahontas (1995), Il gobbo di Notre Dame (1996) e Hercules (1997), ma anche contribuendo al periodo posteriore, come è avvenuto per Rapunzel: l’intreccio della torre (2010).

Chi ha contribuito alla realizzazione di tante colonne sonore famose è anche il paroliere Tim Rice: dopo aver lavorato tanto a teatro, ha collaborato con Alan Menken per Aladdin e con Elton John per realizzare i testi delle canzone, musicate poi da Hans Zimmer, de Il re leone (1994).

Canzoni Disney testi e karaoke

Grazie ad internet è possibile andare su un qualsiasi motore di ricerca, digitare le parole chiave del film di animazione che si vuole cercare e in un battibaleno compariranno tanti siti che propongono i testi del lungometraggio preferito, in maniera del tutto gratuita.

Non solo testi, ma anche audio: grazie a Spotify, del quale si può optare per la versione gratuita, è possibile trovare tantissime canzoni dei lungometraggi Disney, sia in versione doppiata che in originale, ma a anche canzoni di cui si può trovare anche la versione demo.

Per chi desiderasse provare con il karaoke, oltre a Spotify, è possibile utilizzare You Tube, piattaforma che mette a disposizione tantissimi video con testi sullo schermo da poter seguire per realizzare un karaoke fai da te.

Un’altra alternativa, che però riguarda solo chi possiede ancora un videoregistratore, è la possibilità di reperire i Canta con noi: realizzati per lo più tra la fine degli anni ’90 e i primi del Duemila, Canta con noi erano delle ottime raccolte dei più famosi lungometraggi Disney, sia animati che live action, disponibile solo in VHS. In ultima istanza, esistono molte raccolte su CD audio da poter acquistare sui grandi store mondiali disponibili online.

Canzoni Disney Channel

La casa di Topolino non si è mai basata, a livello musicale, solo sui suoi lungometraggi animati o live action, ma anche grazie a film prodotti in maniera originale e trasmessi su Disney Chanel.

Esistente da molti anni, cioè dagli anni ’70, è stato dagli anni Duemila in poi che ha puntato più sul fattore musicale, grazie a serie come Hanna Montana, al primo film di High School Musical, Camp Rock e Il mondo di Patty.

Per i fan delle canzoni che sono passate per questo canale, si può optare per l’acquisto, esclusivamente in digitale, della raccolta di canzoni intitolata Your Favourite Songs from 100 Disney Channel Original Movies. Grazie a questo album è possibile passare a da High School Musical a Descendants, passando per i tanti successi che hanno reso il canale di Topolino come uno dei più seguiti al mondo.

Canzoni Disney più belle

canzoni disney

Dire quale sia la canzone Disney più bella è difficile, poiché se esistono molte e ogni persona ha la sua personale con la quale possiede un legame unico. Sicuramente, tra le migliori canzoni della casa di Topolino, vi sono Il cerchio della vita e Hakuna Matata de Il Re Leone, Il mondo è mio di Aladdin, La bella e la bestia e Stia con noi de La bella e la bestia, a cui si aggiungono Let it Go (All’alba sorgerò) di Frozen, In fondo al mar de La Sirenetta, e Tutti vogliono fare il jazz de Gli Aristogatti.

Impossibile dimenticare Urca Urca Tirulero di Robin Hood, Supercalifragilisticspiralidoso di Mary Poppins, Dolce Sognar di Lilli e il vagabondo, Bibbidi Bobbidi Bu e Canta Usignol di Cenerentola, ma anche I colori del vento di Pocahontas, Farò di te un uomo di Mulan, Posso farcela e Ieri era zero di Hercules, Lo stretto indispensabile de Il libro della giungla.

Insomma, le canzoni che hanno segnato l’infanzia di milioni di individui e continuano ancora a farlo con le nuove generazioni sono davvero molte, tanto che a volta basta un niente per far sì che essere riaffiorino alla mente, cominciando a canticchiarle.

Fonti: IMDb, TimeOut

Canzone di Frozen: tutto quello che non sapevi a riguardo

Canzone di Frozen: tutto quello che non sapevi a riguardo

La canzone di Frozen che rappresenta in pieno il punto centrale del film non può essere che una: Let It Go. Inno di libertà ad essere se stesse, esprime il cambiamento di prospettiva da parte di Elsa che, abbandonato il regno, può finalmente essere chi è realmente.

Cantata in moltissime versione e in tante lingue diverse, questa canzone ha avuto un successo inarrestabile in tutto il mondo, conquistando diversi premi, tra cui un Grammy e un Oscar per la Miglior Canzone.

Ecco, allora, quello che non sapevi della canzone di Frozen.

La canzone di Frozen

canzone di frozen

La canzone di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, quella di punta che muove le carte in tavola del film, è Let It Go (All’alba sorgerò nella versione italiana). Questo brano è stato il primo scritto dal duo Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez (che hanno scritto anche le canzoni di Coco) che, per realizzato, si sono attenuti al fatto che sarebbe dovuta essere la canzone di Elsa e si sono basati su diversi film Disney passati, come La bella e la bestia e La sirenetta.

Il brano di Frozen racconta una Elsa spaventata, che vive nel costante terrore di non poter più controllare il suo dono, di fare del male agli altri e, quindi, di non poter mai essere amata per quello che è. Mentre venne realizzata la canzone, si tenne conto della grande estensione vocale di Idina Menzel, che venne ingaggiata proprio per il fatto di saper esprimere il lato fragile e quello forte della protagonista.

La Menzel ha eseguito in diretta la canzone Let It Go durante la Cerimonia degli Oscar del 2014, canzone che ha ottenuto il Premio Oscar per la Miglior Canzone (senza contare la vittoria ai Grammy Award e le candidature ai Golden Globe e ai BAFTA).

Canzone di Frozen in italiano

canzone di frozen

Se in lingua originale Let It Go ha avuto un gran successo, la canzone di Frozen in italiano ne ha avuto altrettanto. Infatti, come accade per tutti i film Disney, le canzoni sono state tutte adattate in italiano, per permettere, soprattutto, ai bambini, di poter godere una maggior empatia con il personaggio e capire il perché di determinate azioni attraverso il canto.

Ecco che, quindi, Let It Go è diventata All’alba sorgerò nella versione italiana, cantata da Serena Autieri che presta la sua voce al personaggio di Elsa. Di questa canzone è stata realizzata anche una versione pop per i titoli di coda (come avvenuto per la versione americana, cantata da Demi Lovato) realizzata da Martina Stoessel.

Tutte le altre canzoni del film sono state ottimamente adattate e cantate, oltre da Serena Autieri, anche da Serena Rossi (nei panni di Anna), Giuseppe Russo (Hans), Paolo De Santis (Kristoff) ed Enrico Brignano (Olaf).

Chi canta la canzone di Frozen

canzone di frozen

A volte, soprattutto quando si guarda un film d’animazione, si rimane incantati dalla voce di chi canta i brani facenti parte della colonna sonora. Spesso ci si chiede chi sia l’artista e la domanda che la maggior parte del pubblico si è posta nel 2013 è stata “Chi canta la canzone di Frozen?”.

Premettendo che le canzoniche fanno parte della colonna sonora sono parecchie, è assodato come Let It Go sia la chiave di volta che cambia le carte in tavola nel film d’animazione di Chris Buck, Jennifer Lee. Questa canzone, nella versione originale, è cantata da Idina Menzel (Come d’Incanto, Glee): la sua voce ha una grande estensione e questo era molto utile per poter interpretare al meglio Let It Go, per esprimere dapprima la vulnerabilità e la fragilità di Elsa, e in seguito per poter dare sfogo alla consapevolezza di sé.

La Menzel ha dato la voce al personaggio di Elsa per tutto film e per tutte le canzone che la vedevano protagonista, riuscendo anche creare un’ottima unione, umana e vocale, con Kristen Bell, interprete di Anna. Inoltre, per i titoli di coda, è stata realizzata una versione pop interpretata da Demi Lovato.

Canzone di Frozen gratis

È possibile ascoltare la canzone di Frozen gratis utilizzando i normali servizi musicali digitali come Spotify o semplicemente ricercando la canzone su You Tube.

Canzone di Frozen: All’alba sorgerò

canzone di frozen

 

All’alba sorgerò è la canzone di punta del film di animazione Frozen – Il Regno di Ghiaccio, che corrisponde alla versione americana di Let It Go. Scritta da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, se nelle versione originale del film è cantata da Idina Menzel, in quella italiana è cantata da Serena Autieri.

Questa è l’essenza del film, la vera canzone di Frozen: All’alba sorgerò, infatti, è il brano che segna la svolta della storia e che determina gli eventi futuri. Elsa ha lasciato il suo regno nel momento in cui i suoi poteri sono stati scoperti da popolo e, per paura di essere giudicata, non capita, ma soprattutto per paura di non poter tenere i suoi poteri sotto controllo, si rifugia tra le montagne.

All’alba sorgerò è un vero e proprio inno per la protagonista: anche se non potrà tornare nel suo regno, finalmente è libera di esprimersi per quello che è e può dare libero sfogo alle sue abilità di manipolare neve e ghiaccio, liberandosi dalle costrizioni che la opprimevano. Nella versione italiana, questo brano è cantato da Serena Autieri che è la doppiatrice di Elsa, riuscendo a certificarsi come disco d’oro in Italia nel 2014.

Canzone di Frozen cantata da Violetta

Di Frozen esistono molte cover cantate da tanti artisti e in molte lingue diverse: ciò forse è rimasto un po’ in sordina è che esiste anche la canzone di Frozen cantata da Violetta, aka Martina Stoessel.

La star della serie di Disney Channel Violetta, ha cantato la cover di Let it go, All’alba sorgerò nella versione italiana, assumendo lo stesso ruolo che era toccato a Demi Lovato per la versione originale. Questo brano, che riprende quello principale del film, è destinato ai titoli di coda del film.

Lo scopo era quello di trovare due voci (sia riguardo il brano cantato nel film, sia nella versione destinata ai titoli di coda) che fossero similari, in grado di avere una grande estensione vocale che permettesse di esprimere tutti i sentimenti di Elsa: voci, che però, fossero anche individuali e ben identificate.

Fonte: IMDb

Canti della Forca: Stefano Bessoni presenta il suo corto in stop-motion

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Stefano-BessoniE’ stato presentato oggi Canti della forca, un cortometraggio e un libro di Stefano Bessoni distribuito da Logos Edizioni e in libreria dal 15 Ottobre 2013.

Alla presentazione del cortometraggio in parte girato in stop-motion e in parte in live-action erano presenti il regista e l’animatrice Claudia Brugnaletti.

Stefano-Bessoni-4Così Stefano Bessoni ha esordito presentando il suo ultimo lavoro alla stampa: “Il cortometraggio trae ispirazione dal lavoro letterario di Christian Morgenstern, scrittore tedesco sconosciuto a molti, di cui esistono pochissime edizioni pubblicate, che ho scoperto casualmente negli anni 90’ per caso in una di quelle piccole librerie dove si trovano edizioni fuori commercio. Mi sono imbattuto quasi accidentalmente in un’edizione di sue poesie apparentemente bislacche, strampalate e  macabre che però stranamente mi richiamavano qualcosa, perché sembravano quasi delle filastrocche alla Tim Burton, ad esempio quelle del Bambino Ostrica. Su queste poesie iniziai a lavorare, soprattutto sulle illustrazione e sui disegni; ed è un lavoro che è rimasto sempre nelle cartelle di schizzi e negli appunti. Poi  ho ripreso il progetto con l’idea di fare un lungometraggio, ma la difficoltà di interagire con alcune case di produzione italiane mi ha tenuto in sospeso per molti anni e mi sono trovato con tantissime idee, tanto materiale e con anche il centenario della morte di Morgenstern che si avvicinava, così ho deciso, insieme a LOGOS, la casa editrice che pubblica i miei lavori illustrati, di fare un’edizione libro illustrato, con adattamenti delle poesie di Morgenstern e con un cortometraggio in animazione stop-motion allegato in dvd, un prodotto commerciale che potesse essere un’operazione editoriale e cinematografica a sé ma che potesse rappresentare anche una sorta di teaser, di pacchetto di lancio per quello che è il progetto del lungometraggio  che sto cercando di sviluppare  da anni. Cosa molto gradita è che proprio di recente il corto è stato considerato d’interesse culturale nazionale da parte del Mibac.

Bessoni a poi continuato: “per realizzare un cortometraggio in animazione stop-motion  ho chiesto l’aiuto a Claudia Brugnaletti, che è una bravissima animatrice, la quale si è prestata con entusiasmo all’idea del cortometraggio.”

Claudia-Brugnaletti-1Chiamata in causa dal regista, Claudia Brugnaletti ha detto: “E’ stata un’esperienza molto bella, abbiamo lavorato in 25 frame al secondo che è un’operazione abbastanza complessa, ci ha richiesto tanto tempo, ma serve ad ottenere un’animazione più fluida rispetto a quelle un po’ più semplici a 12, 18 frame che vediamo spesso in tv. Stefano ha deciso di far fare ai personaggi dei movimenti che avessero una ottima fluidità, che si legasse bene con la parte in live-action del corto.  Stefano, insieme al Leonardo Cruciano Workshop  ha costruito i pupazzi, burattini in gomma a stampo, normalmente un procedimento molto complesso e lungo e anche molto, molto costoso. Abbiamo usato degli scheletri fatti di filo di alluminio, non potendo usare gli scheletri molto elaborati per via del budget limitato.

Vi ricordiamo che il cortometraggio sarà presentato in anteprima mondiale al Sitges Film Festiva 2013, in concorso. Mentre la presentazione al pubblico avverrà nell’ambito del Lucca Comics & Games 2013. L’opera sarà anche fra gli eventi di chiusura del FANCINE MALAGA (Spagna), al FANTASPOA (Brasile) e al Stop Motion México – Animation Festivals ( México).

Canti-della forca-2

Canti della forca - poster InternazionaleSinossi del cortometraggio: Un illustratore lavora su una sua personale trasposizione dei CANTI DELLA FORCA, una raccolta di poesie macabre dello scrittore tedesco Christian Morgenstern. Perso nelle sue fantasie scopre che dalla forca si vede il mondo da una prospettiva diversa, la prospettiva dei Fratelli della Forca. Assassini, ladri, truffatori, ma anche innocenti, sognatori e puri di spirito, che a forza di penzolare l’uno accanto all’altro, divennero così legati tra di loro che decisero di unirsi in una confraternita. le sue illustrazioni prendono vita e i Fratelli della Forca si animano magicamente. Il Piccolo impiccato, un bimbo solo e spaurito, che penzola dal capestro da tempo immemore, divenuto colui che decideva se i nuovi arrivati potessero diventare dei Fratelli della Forca. Il grande Lalula, uno spropositato ingollatore di salumi, che ama vestirsi con i resti di maiali macellati e che parla una lingua incomprensibile. Pauretto, un vecchietto vestito da marinaretto che vive dentro un armadietto. Sophie, l’assistente del boia, dolce ed ambigua confidente dei Fratelli della Forca.

CANTI DELLA FORCA – Un film e un libro di Stefano Bessoni in esclusiva con logosedizioni.it da ottobre 2013 in tutte le librerie.

http://www.libri.it/index.php?route=product%2Fproduct&product_id=3031

Liberamente tratto da “Galgenlieder” di Christian Morgenstern

Una produzione Interzone Visions in collaborazione con Leonardo Cruciano Workshop, Griffith Accademia di Cinema e Televisione e Revok Film – Musiche degli Za Bùm ( Pierpaolo Grego, Cristiano Biz, Zeno Tami, David Vecchiato e Maddalena Vitiello – fisarmonica nel “Pecoro Lunare” di Davide Drius) – Animazioni di Claudia Brugnaletti – Modellazione dei personaggi di Gigi Ottolino – Scenografie di Briseide Siciliano – con Lorenzo Pedrotti

Canti della Forca: poster internazionale per il corto in stop-motion di Stefano Bessoni

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Dopo i primi due contributi video arriva anche il poster internazionale del cortometraggio di Stefano Bessoni, Canti della Forca, lavoro inedito nel panorama italiano per due motivi: il primo perché in gran parte girato con la tecnica dello stop-motion; il secondo perché sarà distribuito in allegato al quarto libro illustrato dell’autore romano che sarà distribuito a Novembre da Logos edizioni. Il poster internazionale arriva presumibilmente perché l’opera si appresta a fare il giro dei Festival del cinema più importanti del globo.

Canti della forca - poster Internazionale

Anche il poster come gli altri contributi mostra l’eccellente fattura con la quale è stato realizzato il prodotto.

“CANTI DELLA FORCA” è un cortometraggio realizzato nel 2013 per un libro illustrato di Stefano Bessoni, liberamente tratto dalle poesie macabre di Christian Morgenstern.

Il libro: http://www.libri.it/index.php?route=product/product&product_id=3031

Trama:

Un illustratore lavora su una sua personale trasposizione dei CANTI DELLA FORCA, una raccolta di poesie macabre dello scrittore tedesco Christian Morgenstern. Perso nelle sue fantasie scopre che dalla forca si vede il mondo da una prospettiva diversa, la prospettiva dei Fratelli della Forca. Assassini, ladri, truffatori, ma anche innocenti, sognatori e puri di spirito, che a forza di penzolare l’uno accanto all’altro, divennero così legati tra di loro che decisero di unirsi in una confraternita.

le sue illustrazioni prendono vita e i Fratelli della Forca si animano magicamente. Il Piccolo impiccato, un bimbo solo e spaurito, che penzola dal capestro da tempo immemore, divenuto colui che decideva se i nuovi arrivati potessero diventare dei Fratelli della Forca. Il grande Lalula, uno spropositato ingollatore di salumi, che ama vestirsi con i resti di maiali macellati e che parla una lingua incomprensibile. Pauretto, un vecchietto vestito da marinaretto che vive dentro un armadietto. Sophie, l’assistente del boia, dolce ed ambigua confidente dei Fratelli della Forca.

Canti della forca Trailer ufficiale del film di Stefano Bessoni

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Canti della forca Trailer ufficiale del film di Stefano Bessoni

Canti della forca TrailerArriva finalmente il Trailer di Canti della forca, il nuovo film corto di Stefano Bessoni, noto illustratore e regista romano, tra i più interessanti autori del panorama contemporaneo italiano, e tra i pochi a cercare di fare cinema di un certo “genere”.

Canti della forca la prima featurette

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Canti della forca la prima featurette

Canti-della-forca-1Si terrà al Sitges Film Festival 2013 – Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya, dove gareggerà in concorso, la World Premiere dei Canti della Forca, ultimo cortometraggio di Stefano Bessoni. Il film verrà invece presentato al pubblico italiano in occasione del Lucca Comics & Games 2013, il 02 Novembre alle 18:00 all’Auditorium San Girolamo.

Oggi vi proponiamo la prima featurette del cortometraggio in cui Bessoni racconta la sua ispirazione letteraria per questo lavoro realizzato completamente in stop-motion: Christian Morgenstern.

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Inoltre vi ricordiamo il cortometraggio sarà anche fra gli eventi di chiusura del FANCINE MALAGA (Spagna), al FANTASPOA (Brasile) e al Stop Motion México – Animation Festivals ( México).

Sinossi del cortometraggio: Un illustratore lavora su una sua personale trasposizione dei CANTI DELLA FORCA, una raccolta di poesie macabre dello scrittore tedesco Christian Morgenstern. Perso nelle sue fantasie scopre che dalla forca si vede il mondo da una prospettiva diversa, la prospettiva dei Fratelli della Forca. Assassini, ladri, truffatori, ma anche innocenti, sognatori e puri di spirito, che a forza di penzolare l’uno accanto all’altro, divennero così legati tra di loro che decisero di unirsi in una confraternita. le sue illustrazioni prendono vita e i Fratelli della Forca si animano magicamente. Il Piccolo impiccato, un bimbo solo e spaurito, che penzola dal capestro da tempo immemore, divenuto colui che decideva se i nuovi arrivati potessero diventare dei Fratelli della Forca. Il grande Lalula, uno spropositato ingollatore di salumi, che ama vestirsi con i resti di maiali macellati e che parla una lingua incomprensibile. Pauretto, un vecchietto vestito da marinaretto che vive dentro un armadietto. Sophie, l’assistente del boia, dolce ed ambigua confidente dei Fratelli della Forca.

CANTI DELLA FORCA – Un film e un libro di Stefano Bessoni in esclusiva con logosedizioni.it da ottobre 2013 in tutte le librerie.

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Liberamente tratto da “Galgenlieder” di Christian Morgenstern

Una produzione Interzone Visions in collaborazione con Leonardo Cruciano Workshop, Griffith Accademia di Cinema e Televisione e Revok Film – Musiche degli Za Bùm ( Pierpaolo Grego, Cristiano Biz, Zeno Tami, David Vecchiato e Maddalena Vitiello – fisarmonica nel “Pecoro Lunare” di Davide Drius) – Animazioni di Claudia Brugnaletti – Modellazione dei personaggi di Gigi Ottolino – Scenografie di Briseide Siciliano – con Lorenzo Pedrotti.

Canti della Forca di Stefano Bessoni: first look al Florence Fantastic Festival

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stefano-bessoniLe prime immagini del nuovo film in stop-motion del regista Stefano Bessoni saranno proiettate in esclusiva nell’ambito del Florence Fantastic Festival di Firenze. Il Lavoro che sarà distribuito ad Ottobre da LOGOS edizioni sarà presentato dall’attore Lorenzo Pedrotti e da Francesco Madeo (collaboratore del regista romano).  I due parleranno del film e mostreranno al pubblico una lunga preview dietro le quinte della lavorazione dell’opera Sabato 11 Maggio alle 0re 17:00.

Il film cortometraggio che uscirà in allegato al quarto libro illustrato di Bessoni, racconterà di un illustratore, al lavoro su una sua personale trasposizione dei CANTI DELLA FORCA, che compie un visionario viaggio tra i Fratelli di Forca, attraverso una serie di animazioni in stop-motion che danno vita ad una selezione delle poesie macabre di Christian Morgenstern.

Illustrazioni, testo originale e adattamenti delle poesie di Christian Morgenstern di Stefano Bessoni – ideazione e realizzazione burattini di Stefano Bessoni – modellazione burattini e realizzazione stampi di Gigi Ottolino presso il Leonardo Cruciano Workshop – Animazioni di Claudia Brugnaletti – Scenografie di Briseide Siciliano – Musiche degli Za Bùm ( Pierpaolo Grego, David Vecchiato, Maddalena Vitiello, Cristiano Biz, Zeno Tami ) – Produzione del libro LOGOS – Produzione del cortometraggio INTERZONE VISIONS .Alle ore 18:00 invece sarà la volta della proiezione del film pluripremiato Krokodyle, vincitore del Meliés d’Argento al Sitges Film Festival che vede ancora una volta protagonista Lorenzo Pedrotti che presenterà l’opera al pubblico.

Il libro CANTI DELLA FORCA prende spunto da una serie di scritti apparentemente bislacchi e infantili dello scrittore tedesco Christian Morgenstern (Monaco di Baviera, 1871 – Merano, 1914), raccolti sotto “Galgenlieder”, “Palmström” e “Palma Kunkel”. Tali scritti sono intrisi di un grottesco spietato che trasforma il concetto di macabro in una riflessione profonda sul senso della vita.

  • Ore 17:00Work in progress: Canti Della Forca di Stefano Bessoni.

lorenzo pedrotti 04L’attore Lorenzo Pedrotti, insieme a Francesco Madeo (sceneggiatore e collaboratore del regista romano), presentano un’anteprima in esclusiva del nuovo lavoro in stop-motion di uno dei talenti più importanti nel panorama italiano di Genere – Vincitore nel 2011 del Meliés d’Argento al Sitges Film Festival Modera: Chiara Guida – Direttore di Cinefilos.it

  • Ore 18:00 – Proiezione del film Krokodyle di Stefano Bessoni

L’Attore Lorenzo Pedrotti presenta il film pluripremiato Krokodyle – menzione speciale Meliés d’Argento al Sitges Film Festival come miglior contributo artistico.

Krokodyle – Un film di Stefano Bessoni con Lorenzo Pedrotti, Jun Ichikawa, Francesco Martino, Franco Pistone, Orfeo Orlando – Genere: Biography, Fantasy, Horror – Durata 70 Min circa.  Paese: Italia

Trama: Kaspar Toporski è un giovane filmaker di origini polacche trasferitosi lontano dalla sua città natale in giovanissima età. Kaspar è in attesa di risposte per riuscire a realizzare i suoi progetti cinematografici, così trascorre le sue giornate disegnando, scrivendo ed inventando un suo mondo immaginario che giorno dopo giorno sembra diventare sempre più reale. Nutre fin da bambino un’ammirazione sfrenata per i coccodrilli, che considera esseri perfetti in grado di controllare lo scorrere del tempo.Canti-della forca-2

Canti-della-forca-1

Canti della Forca di Stefano Bessoni in mostra dal 16 al 31 maggio

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Si terrà dal 16 al 31 maggio, a Roma, la mostra dedicati ai Canti della Forca, l’ultimo libro illustrato e film del regista-illustratore Stefano Bessoni. All’evento che si terrà presso Guerrini dal 1958” in viale Regina Margherita 201-203, saranno esposti gli originali dell’artista insieme ai burattini del cortometraggio in stop-motion. Dunque, il mondo macabro e affascinante dell’autore romano prende vita per mostrarsi a tutti coloro che avranno voglia di farsi incantare. 

Inoltre sabato 17, alle ore 17, è previsto un booksigning dove Stefano Bessoni in persona “schizzerà” per i visitatori i suoi originali personaggi. Potete seguire l’evento sui social con l’hashtag #CantiForca, poi dall’account Twitter di Guerrini @Guerrinibistrot e su Facebook Guerrini dal 1958.

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I “Canti della Forca” di Stefano Bessoni sono liberamente ispirati all’omonima “Galgenlieder”, l’opera più famosa dello scrittore tedesco Christian Morgenstern (Monaco di Baviera 1871- Merano 1914).

“ I canti della forca – spiega Stefano – sono i canti immaginari di un gruppo d’impiccati che penzolano sul colle del patibolo, punto d’osservazione privilegiato che consente loro di scorgere quelle verità che un punto di vista distratto e vitale si lascia sfuggire nel vortice della normalità, della banalità. Morgenstern affermò di aver voluto esprimere attraverso la poesia del patibolo, la sua concezione del mondo, la sua meditazione sull’uomo, sulle sue piccolezze e le sue paure”.

Stefano ha inventato per i personaggi di Morgenstern, spesso solo abbozzati, delle fisionomie sviluppando le tracce caratteriali dello scrittore: così il Grande Lalula, Sophie l’assistente del boia, Palma Kunkel, Korf, il piccolo impiccato, hanno letteralmente preso corpo in queste opere esposte ora da “Guerrini dal 1958”, nell’omonimo libro pubblicato da Logos edizioni (www.libri.it) e nel premiato corto cinematografico. 

canti della forca stefano bessoni

 

Cannes: un freddo debutto per For Those In Peril

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Cannes: un freddo debutto per For Those In Peril

Ha debuttato ieri sera nella sezione Director’s Fortnight (dopo una tiepida accoglienza nella Semaine de la Critique) For Those In Peril, il dramma diretto dall’inglese Paul Wright che già aveva riscosso non poche polemiche nelle passate proiezioni alla stampa, che accusavano la pellicola di essere troppo fatalista ed eccessivamente mielosa. E dunque non stupisce che il debutto sulla Croisette abbia ricevuto pareri discordanti, dividendo critica e pubblico come di consueto dinnanzi a drammi esistenziali di questo genere. pochi applausi, commenti freddi e misurati hanno caratterizzato una platea che sembra essere uscita per la maggior parte indifferente e un pò spiazzata da questa opera su cui molti avevano puntato sicuro.

Ambientato in un piccolo villaggio di pescatori scozzesi, il film è interpretato da George MacKay nei panni di Aaron, l’unico superstite di un incidente inspiegabile in mare che ha ucciso moltissimi giovani, tra cui il suo amato fratello. Aaron soffre dei problemi psicologici e dei sensi di colpa dei superstiti di una strage, e perciò continua ossessivamente a chiamare la guardia costiera per avere disperatamente la prova che il fratello è sopravvissuto, ma finisce solo per  terrorizzare la povera madre (Kate Dickie) con il suo comportamento sempre più irascibile. Aaron però  inizia una stretta amicizia con la fidanzata di suo fratello (Nichola Burley), con inevitabili conseguenze.

La stampa, che a dire la verità sembra non avere apprezzato in maggioranza lo stile troppo naturalistico ed introspettivo, palesemente influenzato dal cinema di Ken Loach, accusa Wright di essere stato forse troppo ambizioso, mescolando il realismo sociale di Ratcatcher con infiltrazioni thriller (del tutto fuori luogo secondo molti) che ricordano Dead Man.  Insomma, una miscela che non piacerà a tutti, ma, che come biglietto da visita per il giovane regista è una sicura promessa. Il suo cast, che comprende un cameo  di Michael Smiley, non avrebbe potuto essere migliore, e il film offre una vetrina per MacKay che si afferma come uno dei più promettenti giovani attori del Regno Unito.

Fonte: empire

Cannes: oggi Cosmopolis di David Cronemberg

Viene presentato oggi uno dei film più attesi della Croisette, Cosmopolis di David Cronenberg, tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo,

Cannes: Matteo Garrone sale Montee des Marches, premio in arrivo?

Matteo Garrone sorridente sta salendo la Montee des Marches per la serata di chiusura del 65/mo festival di Cannes. Che sia ritornato a Cannes per ricevere un premio?

Cannes: La Tete haute di Emmanuelle Bercot aprirà il festival

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Cannes: La Tete haute di Emmanuelle Bercot aprirà il festival

emmanuelle-bercotAnnunciato il film d’apertura del Festival di Cannes di quest’anno: si tratta de La Tete haute di Emmanuelle Bercot, regista e attrice francese, nel cast Catherine Deneuve.

Il film, distribuito in Francia dalla Wild Bunch, segue l’esperienza di un giovane delinquente di nome Malony dai 6 ai 18 anni, con la Deneuve che ha il ruolo di un giudice che cerca di intervenire. Questa è la seconda collaborazione tra la Deneuve e la Bercot dopo On My Way, che ha debuttato in concorso nel 2013 al Berlino Film Festival. Non è stato ancora deciso se La Tete haute sarà presentato in anteprima fuori concorso.

Anche se ha iniziato la sua carriera come attrice, Emmanuelle Bercot è conosciuta, negli ultimi anni, soprattutto come scrittrice-regista. Ha fatto il suo debutto come regista nel 2001 con Clement, che ha debuttato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.

Dopo importanti film come Midnight in Paris, Moonrise Kingdom, Il grande Gatsby, Grace di Monaco, che hanno aperto in passato il festival, quest’anno Thierry Fremaux (delegato generale) ha preferito una pellicola francese per dare il via ai festeggiamenti, soprattutto in un anno in cui la giuria del concorso è presieduta da due registi americani, Joel e Ethan Coen. L’ultima volta che una produzione francese ha aperto Cannes è stato nel 2005, con Lemming di Dominik Moll.

Il Festival di Cannes si terrà dal 13 e il 24 maggio.

Fonte

Cannes: ‘C’era una volta’ con 26 minuti in più

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Cannes: ‘C’era una volta’ con 26 minuti in più

Ventotto anni dopo la première  C’era una volta in America capolavoro di Sergio Leone torna a Cannes in  una nuova versione  comprendente alcuni dei tagli di montaggio imposti al regista tra cui quello che vide scomparire l’attrice Louise Fletcher, direttrice del cimitero, il restauro e il reintegro sono stati possibili grazie al lavoro della Cineteca di Bologna, della Fondazione di Scorsese, della famiglia Leone e dei collaboratori del regista.Ecco una delle scene tagliate.

Fonte :Repubblica.it

Cannes2012: foto gallery secondo giorno!

Sulla croisette si è concluso in tarda serata il secondo giorno con un party celebrativo alle donne, a cui hanno preso parte molte star come Ben Stiller, Chris Rock, Jessica Chastain, Marion Cotillard e molti altri. Ecco tutte le foto della giornata di ieri:

Cannes2012: foto gallery del primo giorno!

Il primo giorno della 65° edizione del prestigioso Festival di Cannes si è conclusa ieri con una cena d’apertura e la premiere del film di Wes Anderson Moonrise Kingdom, con tutto il cast: Bruce Willis, Edward Norton, Tilda Swinton e Bill Murray. Ecco la prima foto gallery:

Cannes2012: foto gallery cerimonia d’apertura!

Cannes2012: foto gallery cerimonia d’apertura!

Ecco tutti le foto della cerimonia d’apertura del 65° Festival di Cannes 2012. Fra i presenti tante star del calibro di Alec Baldwin, Jessica Chastain, Chris Pine, Freida Pinto, Eva Longori, Lana del Rey, e tanti altri. Ecco tutte le foto:

Cannes, apertura affidata a Moonrise Kingdom

Sarà il nuovo film di Wes Anderson ad aprire l’edizione 2012 della rassegna francese:
ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi  Thierry Fremaux, direttore artistico del 65° Festival di Cannes. Nel presentare la scelta, Fremaux ha dichiarato che Anderson è una delle potenze emergenti del cinema americano, col suo tocco personalissimo, che in Moonrise Kingodm compie un ulteriore passo in avanti in quanto a libertà creativa.

Ammiratore di Fellini e Renoir, Anderson si sta imponendo come cineasta brillante ed inventivo. Per il regista si tratta della prima assoluta a Cannes, mentre il cinema americano apre la rassegna per il secondo anno consecutivo, dopo Midnight in Paris, scelto nel 2011. Presentato a Cannes il 16 maggio, Moonrise Kingdom scritto insieme a Roman Coppola, protagonisti Bruce Willis, Bill Murray, Edward Norton tra gli altri, uscirà il 25 maggio sugli schermi USA e britannici.

Fonte: Empire

Cannes vs Netflix: dal prossimo anno nuove regole per il Concorso

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Dopo le voci che volevano l’esclusione dal concorso del Festival di Cannes 2017 dei due film prodotti da NetflixThe Meyerowitz Stories di Noah Baumbach e Okja di Bong Joon Ho, l’organizzazione della manifestazione ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui conferma la presenza dei film in concorso, aggiungendo però nuove regole a partire dal prossimo anno.

Il Festival di Cannes è consapevole della controversia suscitata dall’uscita non prevista di questi fillm nelle sale francesi. Il Festival di Cannes ha chiesto invano a Netflix di accettare l’idea che questi due film potessero raggiungere il pubblico cinematografico francese, non soltanto i suoi abbonati. Il Festival si rincresce del mancato accordo.
Il Festival è lieto di accettare un nuovo operatore che ha deciso di investire nel cinema, ma vuole reiterare il suo sostegno alla diffusione tradizionale del cinema, in Francia e nel mondo. Di conseguenza, e dopo una consultazione con i membri del consiglio, il Festival di Cannes ha deciso di adattare le proprie regole a questa situazione imprevista fino ad ora: ogni film che desideri entrare in Concorso a Cannes dovrà impegnarsi a essere distribuito nelle sale francesi. Questa nuova regola verrà applicata a partire dall’edizione 2018 del Festival Internationale du Film de Cannes.

Per tutta risposta, oggi in CEO Netflix, Reed Hastings, ha condiviso su Twitter quanto segue: “L’establishment serra i ranghi contro di noi. Guardate Okja su Netflix il 28 giugno. Un film fantastico che le catene cinematografiche vogliono impedirci di presentare in concorso a Cannes“.

La distribuzione di Netflix, che dà molte più possibilità a film piccoli, si scontra con il sistema delle sale che in Francia funziona alla perfezione e in coordinazione con il Festival stesso. Chiaramente la “guerra” si svolge sia sul piano delle sale e della distribuzione che su quello della tradizione della fruizione in sala come segno culturale.

Il cambiamento sembra però inevitabile.

Il Festival di Cannes 2017 si svolgerà dal 17 al 22 maggio prossimo.Cannes 2017

Cannes mon amour: dal 17 luglio la rassegna che porta a Roma i film di Cannes 2023

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Circuito Cinema presenta la prima edizione di “Cannes mon amour”, rassegna cinematografica che porta in sala, in anteprima, i film del Festival di Cannes 2023. Dal 17 al 27 luglio in contemporanea a Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze saranno proiettati in versione originale sottotitolata: Fallen leaves di Aki Kaurismäki (Premio della Giuria), Monster di Hirokazu Kore-eda (Palma alla Miglior sceneggiatura), About dry grasses di Nuri Bilge Ceylan (Palma alla Miglior attrice a Merve Dizdar), Perfect days di Wim Wenders (Palma al Miglior attore a Koji Yakusho), Jeanne Du Barry – la favorita del re di Maïwenn (Film di apertura), i film in concorso The old oak di Ken Loach, Youth(Spring) di Wang Bing, Asteroid City di Wes Anderson, May December di Todd Haynes e, infine, il documentario presentato come Proiezione Speciale al festival, Anselm di Wim Wenders.

Grazie a “Cannes mon amour” e al lavoro delle istituzioni e degli operatori di settore, i film del festival arrivano per la prima volta in cinque città e non solo a Roma e Milano, come è stato negli anni precedenti. Appuntamento quindi nei cinema Giulio Cesare e 4 Fontane di Roma, Anteo e Colosseo di Milano, Nazionale di Torino, Rialto di Bologna e Fiorella di Firenze con “Cannes mon amour”!

Cannes mon amour, ecco il programma:

FALLEN LEAVES
di Aki Kaurismäki con Alma Pöysti, Jussi Vatanen, Alina Tomnikov, Sakari Kuosmanen, Janne Hyytiäinen – durata 81’
Per la quinta volta in Selezione ufficiale a Cannes, Kaurismäki continua a fare del suo cinema ironica poesia sul mondo degli ultimi. Ansa e Holappa si incontrano per caso una notte a Helsinki. I due hanno vite difficili segnate dal disagio e dalla precarietà, ma il loro incontro sarà l’inizio di una storia che li aiuterà ad amare di nuovo. Dentro l’inconfondibile stile, tra minimalismo narrativo, no sense e citazionismo, Kaurismäki regala mille, piccole epifanie che raccontano la complessità del mondo. Le foglie cadono, ma la speranza, quella, non muore. Un inno, anarchico e liberissimo, alla resistenza umana. Vincitore del Premio della Giuria.

MONSTER
di Hirokazu Kore-Eda con Sakura Ando, Eita Nagayama, Soya Kurokawa, Hinata Hiiragi, Mitsuki Takahata – durata 126’
Dopo aver vinto la Palma d’Oro (Un affare di famiglia) e il Premio della Giuria (Father and Son), Hirokazu Kore-eda torna in Concorso per la settima volta con un ennesimo, prezioso tassello della sua filmografia. Quando suo figlio Minato inizia a comportarsi in modo strano, Saori crede che potrebbe essere colpa di un’insegnante. Ma è solo la punta dell’iceberg di una parabola che si rivelerà più stratificata. Tra incastri rashomoniani, Kore-eda costruisce un mosaico di colpe vere e presunte, di non detti, di idiosincrasie contemporanee. Ancora una volta è l’adolescenza il terreno fertile per raccontare la natura cristallina degli affetti e la loro indissolubilità con una delicatezza che oscilla dal lancinante allo struggente. Cinema etico, poetico e umanissimo impreziosito dalla colonna sonora firmata da Ryūichi Sakamoto. Palma alla Miglior sceneggiatura.

PERFECT DAYS
di Wim Wenders con Kôji Yakusho, Min Tanaka, Arisa Nakano, Tokio Emoto, Tomokazu Miura – durata 123’
Vincitore della Palma d’oro per Paris, Texas e per la miglior regia con Il cielo sopra Berlino, Wim Wenders torna a Cannes con la storia di Hirayama, un uomo che per lavoro pulisce i bagni pubblici di Tokyo. Hiramaya ama leggere, ascoltare musica rock e scattare foto in pellicola, rifiutando la tecnologia moderna. Una serie di incontri inaspettati, però, svelerà più del suo passato. Wim Wenders illumina le piccole cose e compone una riflessione commovente sulla ricerca della bellezza del mondo che ci circonda. Cinema minimalista ma dall’empatia amplificata che scopre ogni volta qualcosa di nuovo. La necessità di un incanto che contagia lo spettatore e dà alle immagini un’eleganza stupefacente. Un atto politico. Pura grazia cinematografica. Palma al Miglior attore a Koji Yakusho.

ABOUT DRY GRASSES
di Nuri Bilge Ceylan con Merve Dizdar, Deniz Celiloglu, Musab Ekici – durata 197’
Nuri Bilge Ceylan, già vincitore a Cannes di due Grand Prix (Uzak e C’era una volta in Anatolia) e di una Palma d’Oro (Winter Sleep) illumina piccole solitudini in esilio per raccontare le grandi contraddizioni della società turca. Samet è un giovane insegnante d’arte isolato in un villaggio dell’Anatolia che, dopo una serie di eventi, perde le speranze di fuggire dalla vita a cui sembra destinato, fino a quando non incontra un’altra giovane insegnante. La potenza raggelante e ancestrale delle immagini si sposa allo spessore filosofico e cechoviano di un racconto che inchioda l’uomo alle sue meschinità. In ideale e costante dialogo con i suoi maestri (Bresson, Tarkovskij, Antonioni), Celyan riflette su concetti fondamentali come il bene e il male, l’individualismo e il collettivismo. Cinema chirurgico, umanista, ipnotico. Palma alla Miglior attrice a Merve Dizdar.

JEANNE DU BARRY – LA FAVORITA DEL RE 
di e con Maïwenn e con Johnny Depp, Melvil Poupaud, Pierre Richard, Pascal Greggory, Benjamin Lavernhe – durata 116’
Il ritorno sul grande schermo di Johnny Depp, diretto e affiancato dalla cineasta francese Maïwenn, già vincitrice a Cannes del Premio della Giuria nel 2011, per Polisse. Jeanne ha umili origini ma fin da piccola è bella e brillante. Dedita al libertinaggio, arriverà così tra le lenzuola del Re di Francia Luigi XV e ne diventerà l’ultima favorita dal 1768 al 1774, anno della morte del Sovrano. I protagonisti sono magnetici ed intriganti e dipingono, con ironia, un affresco sfarzoso e perturbante che occhieggia alla pittura del Settecento con sguardo autoriale, moderno e dissacrante. Una maestosa pagina di Cinema. Film di Apertura. 

THE OLD OAK
di Ken Loach con Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson, Trevor Fox – durata 113’
Dopo aver conquistato due volte la Palma d’Oro (Il vento che accarezza l’erba e Io, Daniel Blake) e tre volte il Premio della Giuria, Ken Loach torna con ostinata coerenza all’attivismo cinematografico. The Old Oak è l’ultimo pub rimasto in una cittadina mineraria inglese, ormai vittima dell’abbandono da parte dei giovani. La comunità dovrà imparare a convivere con la presenza di rifugiati siriani. Dopo oltre cinquant’anni di carriera Loach, con al fianco lo sceneggiatore Paul Laverty, continua a sondare in profondità il reale, ad osservare le iniquità per trasformarle in materia narrativa vibrante. Puro distillato di tutta la sua poetica, Ken Loach dirige un film di contagiosa umanità che prende atto di una sconfitta ma suggerisce una via alternativa. In concorso. 

YOUTH (Spring)
di Wang Bing – durata 212’
Era dalla Palma d’oro a Fahrenheit 9/11 che un documentario non era in Concorso a Cannes. Ambientato in uno dei poli dell’industria tessile cinese, Youth racconta di come migliaia di ragazzi provenienti da tutte le province, si trasferiscono per lavorare. Hanno 20 anni, dormono insieme, flirtano, scherzano e litigano dietro le loro macchine da cucire. Maestro del documentario contemporaneo, Wang Bing dirige un’opera monumentale che regala momenti di toccante intimità. Storie minuscole, tutte diversamente uguali, che si riproducono tragicamente in serie, come logica del capitale. Un’esperienza di visione immersiva a ricordare che la classe operaia, anche quando va all’inferno, vive, desidera, sogna e sboccia come la primavera. In concorso. 

ASTEROID CITY
di Wes Anderson con Margot Robbie, Tom Hanks, Scarlett Johansson, Bryan Cranston, Steve Carell, Rupert Friend, Jeff Goldblum, Edward Norton, Adrien Brody, Maya Hawke – durata 104’
Una storia di fantascienza pensata come una storia d’amore. Anni ‘50, nell’immaginaria cittadina desertica di Asteroid City si svolge un convegno di astronomia. La convention attira diversi studenti con i rispettivi genitori, ma le loro storie finiranno per sovrapporsi in modi del tutto inaspettati. La smagliante autorialità di Wes Anderson esplode in un affresco dirompente che unisce varie forme d’arte e performance eccezionali. Mescolando fantascienza e western, Anderson parla anche di una serie di paure umane, collettive (la bomba atomica) e individuali (la solitudine), dando vita a una pellicola intima e personale. Il film è musicato dal pluripremiato compositore Alexandre Desplat. In concorso.

MAY DECEMBER
di Todd Haynes con Natalie Portman, Cory Michael Smith Julianne Moore, Charles Melton, Piper Curda – durata 113’
Il pluripremiato Todd Haynes (Lontano dal paradiso, Carol) dirige Natalie Portman e Julianne Moore in un film raffinato e vorticoso che riflette sull’impossibilità di cogliere fino in fondo la complessità dell’umano e il suo mistero. Per prepararsi al suo nuovo ruolo, una famosa attrice incontra la donna che interpreterà sullo schermo, la cui vita sentimentale ha acceso la stampa scandalistica e affascinato il paese 20 anni prima. Ricerca della verità e performance artistica, seduzione e voyeurismo: Todd Heynes dirige un film vibrante e bergmaniano che vive di contrasti, colori pastello e farfalle destinate a regredire a bruchi. Intelligenza ed umorismo al servizio di un’opera che mette in luce una spietata umanità. In concorso. 

ANSELM
di Wim Wenders con Anselm Kiefer – durata 93’
Dopo Pina, Buena Vista Social Club e Il sale della Terra, Wim Wenders torna al documentario per omaggiare l’opera di Anselm Kiefer. «Sono sempre rimasto colpito dall’immensa portata del suo lavoro che tocca storia, astronomia, filosofia, biologia, fisica e miti.» così Wim Wenders definisce l’opera del pittore e scultore tedesco. Passato e presente si intrecciano per sfumare il confine tra film e pittura, creando un universo immersivo con il quale lo spettatore vive l’illusione di trovarsi all’interno dei luoghi che diventano set in movimento. Un’esperienza cinematografica abbagliante che fa luce sul percorso di vita, le ispirazioni e il processo creativo di uno dei più grandi artisti contemporanei. Proiezioni speciali.

Cannes Film Festival: ecco tutti i vincitori della 78esima edizione

Sono stati assegnati i premi del Festival di Cannes 2025. Ogni anno, il prestigioso festival cinematografico francese premia i nuovi film con una serie di premi che celebrano il miglior regista, attore, attrice e sceneggiatura, oltre al Premio della Giuria, al Gran Premio e all’ambita Palma d’Oro. Tra i recenti vincitori della Palma d’Oro figurano Anora di Sean Baker, che ha poi vinto il premio per il miglior film agli Oscar, Parasite di Bong Joon Ho, anch’esso vincitore del premio per il miglior film, e i film europei candidati all’Oscar Triangle of Sadness e Anatomia di una caduta.

Cinefilos.it ha partecipato al Festival di Cannes 2025, che si è tenuto dal 13 al 24 maggio e ha visto la proiezione di numerosi film in concorso per i premi più importanti, tra cui The Phoenician Scheme di Wes Anderson, Eddington di Ari Aster, Die My Love di Lynne Ramsay e Alpha di Julia Ducournau. I premi sono stati assegnati durante la cerimonia di chiusura. I vincitori sono stati scelti dalla giuria di quest’anno, composta dalla presidente Juliette Binoche, Hong Sang-soo, Halle Berry, Payal Kapadia, Jeremy Strong e altri. Scopri i vincitori qui sotto:

Miglior attore: Wagner Moura (The Secret Agent)

Miglior attrice: Nadia Melliti (The Little Sister)

Miglior regista: Kleber Mendonça Filho (The Secret Agent)

Miglior sceneggiatura: Jean-Pierre e Luc Dardenne (Giovani madri)

Premio della giuria: Sound of Falling (Mascha Schilinski) e Sirat (Oliver Laxe)

Gran Premio: Sentimental Value (Joachim Trier)

Leggi la nostra recensione di Sentimental Value

Palma d’oro: It Was Just an Accident (Jafar Panahi)

Leggi la nostra recensione di It Was Just an Accident

La Francia è il Paese più rappresentato

I film premiati a Cannes nel 2025 sono davvero internazionali. Dopo che gli Stati Uniti hanno ottenuto tre vittorie con Anora e le coproduzioni Kinds of Kindness e The Substance nel 2024, il Paese è stato completamente escluso nonostante avesse titoli di rilievo in concorso, come il nuovo film di Ari Aster. Quest’anno, il Paese più rappresentato è la Francia, che ha coprodotto tutti i vincitori tranne Sound of Falling, che è una produzione interamente tedesca.

Nel 2024, Jesse Plemons ha vinto il premio come miglior attore per Kinds of Kindness e Coralie Fargeat ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura per The Substance.

Ciò è comprensibile, dato che il film di Sean Baker vincitore del premio per il miglior film ha vinto la Palma d’Oro lo scorso anno e prima di allora un film americano non aveva vinto il premio più importante dal 2011, quando The Tree of Life di Terrence Malick era stato il vincitore. In generale, Cannes rappresenta gli interessi del cinema d’autore europeo, premiando film che rappresentano una varietà di nazioni e tradizioni narrative. Questo le permette di essere un punto di riferimento in questo ambito, soprattutto quando si tratta di film che potrebbero avere un appeal globale.

Cannes Film Festival 2012 – The Opening Night

Cannes Film Festival 2012 – The Opening Night

Ecco un video che ci mostra il fermento della Croisette nell’accogliere le prime star, la giuria del Festival e gli ospiti di questa 65esima edizione della kermesse francese in corso fino al 27 maggio.

Cannes 77: annunciata la Selezione Ufficiale. Paolo Sorrentino in concorso!

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Il Festival di Cannes 77 – che si svolgerà dal 14 al 25 maggio – ha svelato il suo programma completo e tra i nomi riportati dal delegato generale del festival Thierry Frémaux spiccano i già annunciati Francis Ford Coppola, David CronenbergPaul Schrader e Yorgos Lanthimos. Per quanto riguarda invece l’avventura italiana sulla croisette, quest’anno è il turno di Paolo Sorrentino con Parthenope nel concorso e di  Roberto Minervini nella sezione Un certain regard con il film Les Damnés. 

Come già annunciato, il film di apertura sarà Le Deuxième Acte (The Second Act) di Quentin Dupieux con protagonisti Léa Seydoux, Vincent Lindon e Louis Garrel. Nel Fuori Concorso spicca la presenza dell’attesissimo Furiosa: A Mad Max Saga, di George Miller, e di Horizon: An American Saga di Kevin Costner. Ricordiamo invece che il papà di Star WarsGeorge Lucas, riceverà la Palma d’oro alla carriera. Ulteriori titoli, come di consueto, potrebbero aggiungersi nelle prossime settimane.

Ecco di seguito la selezione ufficiale.

Festival di Cannes 77: la selezione ufficiale

Concorso

  • BIRD – Andrea ARNOLD
  • MEGALOPOLIS Francis Ford COPPOLA
  • EMILIA PEREZ – Jacques AUDIARD
  • THE APPRENTICE – Ali ABBASI
  • MOTEL DESTINO – Karim AÏNOUZ
  • THE SHROUDS David CRONENBERG
  • ANORA – Sean BAKER
  • THE SUBSTANCE – Coralie FARGEAT
  • GRAND TOUR – Miguel GOMES
  • MARCELLO MIO – Christophe HONORÉ
  • FENG LIU YI DAI (CAUGHT BY THE TIDES) – JIA Zhang-Ke
  • ALL WE IMAGINE AS LIGHT – Payal KAPADIA
  • KINDS OF KINDNESS – Yórgos LÁNTHIMOS
  • L’AMOUR OUF Gilles LELLOUCHE
  • DIAMANT BRUT (WILD DIAMOND) – Agathe RIEDINGER (opera prima)
  • OH CANADA – Paul SCHRADER
  • LIMONOV – THE BALLAD – Kirill SEREBRENNIKOV
  • PARTHENOPE – Paolo SORRENTINO
  • PIGEN MED NÅLEN (THE GIRL WITH THE NEEDLE) –Magnus VON HORN

Fuori Concorso

Un Certain Regard

  • NORAH – Tawfik ALZAIDI
  • THE SHAMELESS – Konstantin BOJANOV
  • LE ROYAUME – Julien COLONNA (opera prima)
  • VINGT DIEUX! – Louise COURVOISIER (opera prima)
  • LE PROCÈS DU CHIEN (WHO LET THE DOG BITE?) – Lætitia DOSCH (opera prima)
  • GOU ZHEN (BLACK DOG) – GUAN Hu
  • THE VILLAGE NEXT TO PARADISE – Mo HARAWE (opera prima)
  • SEPTEMBER SAYS – Ariane LABED (First film)
  • L’HISTOIRE DE SOULEYMANE – Boris LOJKINE
  • LES DAMNÉS (THE DAMNED) – Roberto MINERVINI
  • ON BECOMING A GUINEA FOWL – Rungano NYONI
  • BOKU NO OHISAMA (MY SUNSHINE) – Hiroshi OKUYAMA
  • SANTOSH – Sandhya SURI
  • VIET AND NAM – TRUONG Minh Quý
  • ARMAND – Halfdan ULLMANN TØNDEL (opera prima)

Cannes Premiere

  • MISÉRICORDE – Alain GUIRAUDIE
  • C’EST PAS MOI – Leos CARAX
  • EVERYBODY LOVES TOUDA – Nabil AYOUCH
  • EN FANFARE (THE MATCHING BANG) – Emmanuel COURCOL
  • RENDEZ-VOUS AVEC POL POT – Rithy PANH
  • LE ROMAN DE JIM – Arnaud LARRIEU, Jean-Marie LARRIEU

Special Screening 

  • LA BELLE DE GAZA – Yolande ZAUBERMAN
  • APPRENDRE – Claire SIMON
  • L’INVASION (THE INVASION) – Sergei LOZNITSA
  • ERNEST COLE, PHOTOGRAPHE (ERNEST COLE, LOST AND FOUND) – Raoul PECK
  • LE FIL – Daniel AUTEUIL

Midnight Screenings

  • TWILIGHT OF THE WARRIOR WALLED IN – Soi CHEANG
  • I, THE EXECUTIONER – Seung Wan RYOO
  • THE SURFER – Lorcan FINNEGAN
  • LES FEMMES AU BALCON (THE BALCONETTES) – Noémie MERLANT

Cannes 77, le foto dal photocall con Anya Taylor-Joy, Chris Hemsworth e George Miller

Si è tenuto questa mattina come di consueto il photocall dell’acclamato Furiosa: A Mad Max Saga, alla 77a edizione del Festival di Cannes al Palais des Festivals. Insieme al regista George Miller, i protagonsiti Anya Taylor-JoyChris Hemsworth.

Il quinto capitolo della serie post-apocalittica Mad Max di George Miller. Con Furiosa: A Mad Max Saga, il regista australiano continua la sua saga di culto, questa volta puntando i riflettori sul personaggio di Furiosa. L’attrice Anya Taylor-Joy interpreta il ruolo principale, addentrandosi nel cuore della focosa guerriera e ritraendola da giovane. Chris Hemsworth interpreta il Dottor Dementus, un nome che parla da solo, in un ruolo malvagio che lo porta in una direzione molto diversa dal suo iconico personaggio Marvel, Thor.

Chris Hemsworth
Chris Hemsworth al photocall al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it
Anya Taylor-Joy
Anya Taylor-Joy al photocall al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Furiosa: A Mad Max Saga, Il sequel di Mad Max: Fury Road

Uscito in concorso nel 2015, Mad Max: Fury Road ha fatto scalpore. E per una buona ragione. Nel corso di una conferenza stampa, il suo regista, l’australiano George Miller, ha spiegato come abbia utilizzato non meno di 3.500 storyboard disegnati a mano al posto di una sceneggiatura, come una graphic novel su una scala completamente nuova. Lontano dal Mad Max a basso budget ma di grande impatto del 1979, il quarto capitolo della saga ha sfruttato al massimo il suo budget di 150 milioni di dollari con ampi effetti speciali e acrobazie reali, sotto forma di sequenze di inseguimento nel deserto girate in Namibia. Qui il regista ha toccato il tema chiave della sua opera: il movimento, rivelando un’umanità fondamentale che lotta in mezzo al caos del mondo. Come alter ego che rivelano la loro vera natura quando interagiscono, il personaggio di Max, interpretato da Tom Hardy, viene leggermente messo in ombra dall’eccezionalmente carismatica Furiosa, interpretata da Charlize Theron.

Ed è la storia delle origini di questo stesso personaggio, un tempo strappato al Luogo Verde, che il regista esplora ora in Furiosa: A Mad Max Saga, presentato fuori concorso. Da dove viene Furiosa? Cosa alimenta il suo desiderio di vendetta? L’attrice Anna Taylor-John (The Queen’s Gambit, 2020, Dune: Part Two, 2024) prende le redini di Charlize Theron, mentre Chris Hemsworth, nel ruolo del formidabile Dementus, affronta uno dei suoi ruoli più importanti fino ad oggi. Tom Burke, noto per la sua interpretazione di Orson Welles in Mank (2020) di David Fincher, interpreta il ruolo del pretoriano Jack.