The Hobbit resiste alle
nuove uscite e mantiene la prima posizione tra i dieci film più
visti nelle sale nordamericane. Il film incassa questa settimana
quasi 33 milioni di dollari, raggiungendo un totale di 223. In
seconda posizione troviamo la prima delle nuove entrate:
l’atteso Django Unchained di Quentin Tarantino che incassa
quasi 31 milioni di dollari.
Segue una seconda nuova uscita; il
musical anch’esso atteso in sala Les Misérables, che si
aggiudica un incasso di ben 28 milioni di dollari. La quarta
posizione è occupata dalla commedia Parental Guidance con
Billy Crystal, Marisa Tomei e Bette Midler, dove la Midler e
Crystal sono due nonni impegnati con due nipoti un po’ troppo
moderni per le loro abitudini. Il film ha incassato quasi 15
milioni di dollari questa settimana. Il quinto posto è per
Jack Reacher, un nuovo film d’azione per Tom Cruise, che
incassa 14 milioni di dollari per un totale di quasi 45.
Segue, in sesta posizione This
is 40, una nuova commedia di Judd Apatow, questa volta
impegnato alla regia. Il film incassa 13 milioni di dollari per un
totale di 37. Il settimo posto è di Lincoln che
sorpassa l’ottava settimana di classifica e i 132 milioni di
dollari in totale di cui 7 incassati questa settimana. L’ottava
posizione è di The guilt trip una commedia con Seth Rogen e
Barbra Streisand.
Il film ha incassato quasi 7
milioni di dollari questa settimana per un totale di 21. La
riedizione di Monsters&Co. Realizzata per il 3D
rimane nella zona bassa della classifica, con un incasso di 6
milioni di dollari settimanali e un totale di 18, 5, che gli fanno
guadagnare il nono posto. Al decimo invece troviamo Rise of the
guardians, alla sua 6 settimana di classifica, con un incasso
settimanale di quasi 5 milioni di dollari che porta il suo totale a
90. La prossima settimana sono attese solo due uscite: Texas
Chainsaw 3D, ovviamente un’ennesima riedizione di Non aprite
quella porta, e A dark truth con un redivivo Andy
Garcia.
Durante le festività natalizie, le
commedie italiane hanno tallonato la pellicola di Peter Jackson,
poiché è proprio in questo periodo di crescita complessiva degli
incassi che gli spettatori italiani accorrono in gran numero a
vedere i (surrogati dei) cinepanettoni.
Infatti Colpi di fulmine si è imposto in testa alla
classifica nei giorni di Natale e di Santo Stefano, salvo poi
retrocedere.
Così, in chiusura del
2012, Lo
Hobbit: Un viaggio inaspettato si conferma in
prima posizione per la terza settimana consecutiva, incassando 2,5
milioni di euro negli ultimi quattro giorni. Grazie anche al 3D, il
film arriva a quota 13,4 milioni di euro, ottenendo l’incasso più
alto delle feste.
I 2 soliti idioti rimane al secondo
posto con altri 2 milioni raccolti nell’ultimo fine settimana. La
commedia con Biggio e Mandelli giunge dunque a 7,1 milioni
complessivi.
Segue l’altro film italiano di
richiamo del periodo, ovvero Colpi di fulmine, che sfiora i 2
milioni totali nel weekend, arrivando a 7,7 milioni totali.
La sorpresa del fine settimana è
Vita di Pi che, dopo l’apertura
incoraggiante del weekend scorso, si avvale di un ottimo
passaparola e vede aumentare i propri incassi. Con 1,7 milioni
raccolti da giovedì a domenica, l’acclamato film di Ang Lee sfiora
dunque i 4 milioni complessivi.
Ralph Spaccatutto conferma la quinta
posizione, incassando 1,6 milioni per 3,8 milioni totali.
Tutto tutto niente niente scende al
sesto posto, giungendo a 7,4 milioni con 1,2 milioni incassati alla
sua terza settimana.
Posizioni invariate nella restante
parte della top10. La regola del silenzio di Robert
Redford (904.000 euro) arriva a 2,2 milioni complessivi, mentre
Le 5 Leggende (470.000 euro) giunge a
quota 6,5 milioni. Sammy 2 conferma il limitato
appeal sul target infantile, ottenendo altri 450.000 euro per
1,4 milioni totali.
Infine La parte degli angeli (219.000 euro)
arriva a 735.000 euro complessivi.
Le classifiche sono l’immancabile
appuntamento che conclude un ciclo. Possono essere di varia natura
e avere diversi criteri, quella di Cinefilos.it di
quest’anno racchiude
La sfida di Tom
Hooper è stata decisamente temeraria: adattare per il
grande schermo uno dei più longevi musical di successo del
palcoscenico, a sua volta ispirato al capolavoro epico di Victor
Hugo. L’attesissimo Les Misérables arriva
finalmente al cinema.
Maggie Gyllenhaal
entra nel cast di Frank, commedia diretta
da Lenny Abrahamson, su una sceneggiatura scritta
da Jon Ronson e Peter
Straughan.
La trama vede un aspirante
musicista – interpretato da Domhnall Gleeson
(Anna Karenina) che entra in una band
cappeggiata da un misterioso e bizzarro personaggio, Frank
(Michael Fassbender). Il protagonista penserà di
trovarsi davanti alla classica ‘grande occasione’, capendo solo in
seguito i guai nei quali si sarà andato a cacciare. Al momento non
è chiaro quale sia il ruolo assegnato a Maggie Gyllenhaal.
Ronson e Straughan si sono ispirati
alla vicenda di Chris Sievey (morto nel 2010)
musicista inglese leader della band punk dei The
Freshies e in seguito più conosciuto per il personaggio
comico di Frank Sidebottom; Jon Ronson fu peraltro
suo collaboratore. Scott McNairy, Mark
Huberman e Bruce Macintosh faranno parte
del cast del film, che verrà girato tra Dublino e il New
Mexico.
La sala si riempie di giornalisti per
quella che ci si aspetta sarà una conferenza stampa di altissimo
livello. Davanti alla schiera di poltroncine che iniziano a
riempirsi in effetti ci troviamo in una situazione particolare
quanto interessante: uno dei migliori registi italiani,
Giuseppe Tornatore, con accanto il pluripremiato
“signore” della musica per film Ennio
Morricone.
E’ il sito Badtaste a
pubblicare, tramite il canale Youtube CinemaSins, tre
video davvero interessanti che evidenziano tutte le incongruenze e
gli errori presenti nei tre più grandi blockbuster
supereroistici del 2012: The Amazing Spider-man, Il
Cavaliere Oscuro il ritorno eThe
Avengers. I video presentano alcune oggettive sviste
della produzine e anche alcune piccole notazioni forse un po’
troppo puntuali.
Qualche giorno fa, una moglie di un
uomo di 41 anni malato di cancro ha fatto una richiesta per il
marito. L’uomo, che ha poche settimane di vita a causa di una
diagnosi sbagliata, è un grande fan del franchise di
Star Trek e così la moglie, non potendo
fare più nulla per il marito a livello medico, vorrebbe almeno che
lui potesse vedere i primi nove minuti del film prima di
morire.
Sappiamo che negli USA i primi
minuti del film eran trasmessi prima dello Hobbit, ma il cinema in
cui la donna ha portato suo marito Dan non li ha proiettati. Appena
appresa la notizia, JJ Abrams ha parlato con la Paramount e ha
organizzato una proiezione privata per Dan in cui mostrerà allo
sfortunato fan non solo i nove minuti iniziali, ma forse anche
tutto il film Star Trek Into Darkness, che uscirà nei cinema solo
il prossimo 17 maggio.
E se Tony Stark
mettesse a disposizione la sua tecnologica tuta per i paralitici
con lesioni spinali?
Qualche anno fa la tecnologia
militare stava lavorando ad un esoscheletro meccanico che
potesse aiutare i soldati a compiere le missioni militari in
sicurezza con il solo ausilio delle braccia. Infatti l’armatura era
progettata seguendo il principio per cui l’uso delle braccia
permetteva a tutto l’esoscheletro di muoversi. Adesso quella stessa
tecnologia è stata messa al servizio della medicina, diventando una
concreta possibilità per chi è paralizzato dalla vita in giù.
Molti pazienti stanno provando
questa nuova tuta, compreso Robert Woo, che ha subito un danno
spinale molto grave a seguito di un incidente. Con l’aiuto della
tuta, Woo è stato capace di fare qualche giro intorno alla stanza
dell’esperimento mentre il figlio di Woo urlava felice: “Papà è
Iron Man! Papà è Iron Man!” per cui l’esoscheletro è stato
ribattezzato “la tuta di Iron Man”.
I medici confermano che entro il 2014 la “tuta di Iron Man”
possa essere disponibile in formati personalizzati.Ecco il video
della passeggiata di Robert Woo:
Guarda il primo Trailer
di Dead Man Down con
protagonisti Colin Farrell, Dominic
Cooper, Noomi Rapace, sabelle
Huppert e Terrence Howard. La pellicola è
diretta invece dal danese Niels Arden
Oplev.
Tutte le info sul film nella nostra
Scheda: Dead Man Down.
Virgil Oldman è un uomo colto e
solitario, molto ricco ed altrettanto maniacale nel suo lavoro e
nelle sue abitudini. La sua ritrosia nei confronti degli altri,
specie delle donne, è pari solo alla sua affidabilità come
antiquario e battitore d’aste.
Il giorno del suo sessantatreesimo
compleanno Virgil riceve la telefonata di una ragazza
interessata a stimare e vendere il grande patrimonio della sua
famiglia. L’incontro con questa donna cambierà per sempre Oldman
consegnandolo all’incertezza e alla sfida che spesso i rapporti
umani rappresentano.
Dopo l’impresa titanica di
Baaria, il regista ritorna alle più fortunate ed
apprezzate atmosfere thriller e alle ambientazioni mitteleuropee
già incontrate nel fortunato La
Sconosciuta. Nel raccontare la storia di Virgil
Oldman e della sua trasformazione nel momento in cui conosce una
donna misteriosa quanto bella Tornatore indugia volentieri sugli
schemi e le consuetudini del genere thriller, mischiando così
originalmente una storia d’amore con le atmosfere fatte di suspense
e tensione che poco si confanno ad una storia romantica ma che
rappresentano alla perfezione gli stati d’animo del
protagonista.
Un incredibile Geoffrey
Rush infatti, calzato perfettamente nella parte, ci fa
scoprire e apprezzare le continue variazioni che il personaggio
subisce e le resistenze che fa cadere, volontariamente o no, ad
ogni incontro con la misteriosa Miss Claire. La maggior parte del
film infatti fa perno sull’incontro e il progressivo avvicinamento
dei due, così impauriti e indifferenti al mondo, fino a che non si
ritrovano a provare l’uno per l’altra una strana e insicura
attrazione, che li costringe a fare i conti con il mondo esterno
fisicamente allontanato da Claire e vissuto con le dovute
“protezioni” da Virgil.
Nonostante lo spunto affascinante e
originale e la messa inscena di gran classe, Tornatore non rinuncia
al barocchismo che ormai gli è proprio, dilungando il racconto per
più di due (inutili) ore, e alla tentazione di lasciare lo
spettatore con un dubbio, forse nemmeno troppo oscuro, che lascia
l’amaro in bocca e che porta alla convinzione che il Virgil
solitario, impaurito e freddo incontrato all’inizio del film
avrebbe fatto meglio a rimanere arroccato nel suo mondo fatto di
donne dipinte e guanti di pelle per proteggersi dalla pelle
altrui.
Una grande produzione italiana con
un cast internazionale ben calibrato e perfettamente centrato nelle
parti (ricordiamo tra gli altri un Jim Sturgess particolarmente azzeccato nel
ruolo dello scaltro Robert) alle prese con una storia originale e
toccante. Il film sarà in sala dal 1 gennaio 2013.
Eroico gladiatore, genio della
matematica, pugile disperato, leggendario arciere britannico,
spietato ispettore e padre di Superman: ecco i mille volti di
Russell Crowe. Tra le icone di Hollywood degli
ultimi dieci anni, Russell Crowe è uno dei divi
più intensi e carismatici della celluloide, in grado di misurarsi
con film di generi diversi e di trasformarsi in
personaggi memorabili in pellicole di ampio respiro che spesso si
reggono interamente sulle sue spalle. Fascino rude, voce
profondissima, fisico imponente e magnetico carisma,
Russell Crowe ha la presenza di un leader, e non
ha caso ha spesso vestito i panni di condottieri di impagabile
dignità, sfruttando l’autorità e l’immagine di guida che ispira gli
altri.
La Biografia
Russell Crowe
nasce il 7 aprile 1964 a Wellington, in Nuova Zelanda, figlio di
Alex e Jocelyn, addetti al servizio catering sui set
cinematografici. Suo nonno, Stan Wemyss, era un operatore filmico
che ha ripreso le drammatiche immagini della Seconda Guerra
Mondiale, ottenendo per il lavoro svolto un’onorificenza dalla
Regina Elisabetta. Russell Crowe è alto 1 metro e 82
centimetri.
I genitori decidono di tentare
nuove opportunità professionali, così nel 1968 si trasferiscono in
Australia insieme ai figli Terry e Russell. Quest’ultimo fa la sua
prima comparsa davanti alle telecamere ad appena sei anni, in un
episodio della serie tv australiana Spyforce.
A 14 anni, il giovane Russell torna
in Nuova Zelanda insieme alla famiglia, quando il padre ottiene la
gestione di un pub. Durante il liceo, il ragazzo mette su una rock
band chiamata 30 Odd Foot of Grunts, di cui è cantante e
chitarrista. L’esperienza in ambito musicale contribuisce alla sua
decisione di intraprendere una carriera nello show business. Così a
18 anni torna in Australia e ottiene un ruolo in una versione
teatrale di Grease e in seguito in The Rocky Horror
Show.
Nel 1990 il regista George
Ogilvie lo sceglie Russell Crowe come protagonista
del film drammatico The Crossing. Sul set
di questo film, l’attore conosce Danielle Spencer
che, dopo un lungo fidanzamento, diventerà sua moglie nel 2003 e
gli darà i figli Charles (2003) e Tennyson (2006). I due si
separeranno nel 2012.
La filmografia di Russell
Crowe
Dopo aver attirato l’attenzione
della critica in Proof, vincendo il premio
come migliore attore non protagonista assegnato dall’Australian
Film Institute, ottiene la rilevanza a livello internazionale nel
1992 per la sua performance in Skinheads,
in cui interpreta il cinico e spavaldo Hando, leader di una gang di
skinheads.
ìFolgorando una diva del calibro di
Sharon Stone, Russell Crowe
comincia a essere paragonato a star già affermate, come Mel
Gibson, per la sua presenza carismatica nei film e sul
grande schermo, e mostra di saper spaziare abilmente tra i generi,
passando da drammi storici a film per l’infanzia.
Russell Crowe nel
1997 recita nell’acclamato Film thriller L.A.
Confidential insieme a Guy Pearce e
Kevin Spacey. Crowe interpreta il duro detective
Bud White, conquistando Hollywood con la sua performance.
Ormai lanciatissimo, nel 1999
riscuote ampi consensi nel ruolo del dottor Jeffrey
Wigand in Insider – Dietro la
verità di Michael Mann, per il quale
viene candidato per la prima volta agli Academy Awards come
Migliore attore protagonista. Crowe mette su diversi chili per
calarsi nei panni di un uomo di mezz’età che rischia la vita e la
reputazione e, in virtù della sua grandiosa abilità mimetica, viene
paragonato a icone quali Marlon Brando e
Robert De Niro.
Il 2000 è l’anno della
svolta professionale e della definitiva consacrazione.
Russell Crowe torna in piena forma e inizia il
proficuo sodalizio con il regista Ridley Scott,
che lo sceglie come protagonista dell’indimenticabile kolossal
Il Gladiatore. Crowe è Massimo Decimo
Meridio, il valoroso generale ridotto in schiavitù che, dopo aver
perso la famiglia assassinata, lotta come gladiatore nell’arena
romana fino a scontrarsi direttamente con il viscido imperatore
Commodo (un incredibile Joaquin Phoenix), che si
era già macchiato del crimine di parricidio dopo aver ucciso il
padre Marco Aurelio (il compianto Richard
Harris).
Il
Gladiatore è un trionfo di pubblico e di critica,
conquista innumerevoli riconoscimenti, tra cui cinque statuette
agli Academy Awards e lo stesso Russell Crowe
vince l’Oscar come Migliore attore protagonista. La sua memorabile
interpretazione entra nella storia del cinema, mentre il suo
gladiatore si afferma come un’icona nell’immaginario collettivo.
Numerose le citazioni che, dopo oltre dieci anni, evocano lo status
immortale della sua performance. Tra le tante, la frase diventata
ormai proverbiale: “Al mio segnale, scatenate
l’inferno!”.
Dopo Il
Gladiatore, Crowe entra definitivamente nell’olimpo
delle star hollywoodiane più amate e ricercate e, infatti, i ruoli
di primo piano si moltiplicano. L’attore si dimostra tuttavia molto
selettivo, rifiutando diversi ruoli tra i quali Wolverine e
Aragorn. Alla trilogia del Signore degli
Anelli di Peter Jackson, girato nella
nativa Nuova Zelanda, preferisce un progetto più intimo, che gli
regalerà nuove soddisfazioni.
Il 2001 è infatti l’anno di
un’altra acclamata interpretazione, quella del matematico John Nash
nel biopic di Ron Howard, A Beautiful Mind.
In questa grande prova attoriale, Crowe si cala perfettamente nei
panni dello scienziato accusato di schizofrenia, ma che fu in grado
di superare la malattia sino a vincere il Premio Nobel per
l’economia. Per la sua interpretazione ricca di sfumature, Crowe
ottiene la terza nomination consecutiva all’Oscar, ma questa volta
si limita a vincere il Golden Globe come Miglior attore.
Inizia un periodo di crisi
personale, quando Crowe mostra tratti della sua indole selvaggia
(si ricordano, ad esempio, le sue minacce backstage al produttore
dei BAFTA) e i media ne approfittano per gettare su di lui una luce
negativa. Per l’eccessiva attenzione dei media alla sua vita
privata, Crowe si nasconde per un paio d’anni dai riflettori,
facendo ritorno sul grande schermo nel 2004 in Master &
Commander: Sfida ai confini del mare. Nel kolossal
storico di Peter Weir, l’attore rivela ancora una
volta il suo carisma di leader nei panni del Capitano Jack Aubrey,
il cui fervente onore e spirito patriottico palpitano sul volto
dell’impavido interprete.
Nel 2005 ritrova Ron
Howard, che lo dirige in Cinderella
Man al fianco di Renée Zellweger,
ispirato alla vera storia del pugile James Braddock. L’attore
presta la sua fisicità al lottatore disperato che combatte con
integrità per sopravvivere alla Grande Depressione e viene
nuovamente candidato al Golden Globe.
Dopo un temporaneo
arresto seguito all’ennesima dimostrazione del suo carattere
irruente, l’attore si scusa pubblicamente per il suo comportamento
durante un’apparizione al David Letterman Show. Si immerge nel
lavoro, riprendendo la collaborazione con Ridley
Scott in Un’ottima annata. Si
tratta di una produzione meno imponente rispetto a quelle cui
l’attore ci ha abituato, misurandosi anche con un ruolo inedito.
Crowe è un funzionario bancario della City di Londra che, dopo la
morte dello zio (Albert Finney), eredita una
tenuta nella bucolica Provenza. Conquistato dalla campagna
francese, l’uomo finisce per innamorarsi di un’affascinante
cameriera, interpretata da una Marion Cotillard
che comincia a farsi strada nel cinema americano.
L’attore continua il
sodalizio con Ridley Scott anche nella pellicola successiva,
American Gangster, in cui è un
detective che dà la caccia al gangster Denzel
Washington. Passa dall’altra parte della legge in
Quel treno per Yuma, western di
James Mangold in cui affianca Christian
Bale e interpreta un pericoloso fuorilegge.
Dopo la parentesi da
cinico agente della CIA che collabora con Leonardo DiCaprio in Nessuna
verità di Ridley Scott, altro ruolo
per cui ingrassa di diversi chili, Crowe si misura con la leggenda
dell’arciere più famoso di sempre nella pellicola successiva del
regista, il kolossal
Robin Hood. Il film è una sorta di prequel della
storia del fuorilegge che, dopo aver combattuto nelle crociate al
fianco di Re Riccardo, torna in Inghilterra per annunciare a Lady
Marion (Cate
Blanchett) la morte del marito. Robin
Hood di Scott è la storia di come Robert Longstride
divenne il fuorilegge della foresta di Sherwood perseguitato da Re
Giovanni (Oscar Isaac) e dallo Sceriffo di
Nottingham (Matthew Macfadyen). L’inizio della
leggenda è dunque affidato a Crowe che, non sfoggiando più il
fisico prestante di un tempo, interpreta ancora una volta un
personaggio eroico.
In arrivo sui nostri
schermi, Les Misérables di Tom Hooper
vanta un cast stellare capitanato da Hugh Jackman, in cui il nostro fronteggia la
co-star australiana nei panni dello spietato ispettore Javert, che
dà la caccia per tutta la vita a Jean Valjean. Nell’atteso musical
di Tom Hooper, gli attori avranno modo di
mostrarci le loro capacità canore. Così, per interpretare al meglio
le canzoni del film, Crowe ha rivelato di aver preso lezioni di
canto, benché il panorama musicale non sia del tutto inedito per
l’attore che, come abbiamo visto, sin da ragazzo si è dedicato alla
musica. Ricordiamo anche la sua esibizione a Roma, in Piazza di
Spagna, insieme ad alcune co-star di
Robin Hood durante la promozione del film nel 2010.
Tuttavia, in quanto professionista che prepara minuziosamente i
propri ruoli, Crowe ha voluto perfezionare la sua tecnica.
Carisma e forza nei film che
interpreta
Dopo
Les Misérables, Russell Crowe ha già
in cantiere altri progetti sul grande schermo, di cui ricordiamo i
due più attesi:
Noahdi Darren Aronofsky,
l’adattamento cinematografico della storia biblica (in arrivo nel
2014) e L’uomo d’acciaio di Zack
Snyder. Previsto per l’estate 2013, il film reinventa il
mito del supereroe per antonomasia, Superman, che avrà il volto di
Henry Cavill. E per interpretare il padre Jor-El
(ruolo affidato in passato a Marlon Brando), è
stato chiamato proprio Russell Crowe, ovvero
l’interprete per eccellenza di valorosi condottieri in grado di
infondere fiducia negli altri. Profetiche in tal senso le parole da
lui pronunciate nel teaser trailer del film: “Tu darai alla
gente un ideale al quale ispirarsi. Correranno con te,
vacilleranno, cadranno, ma col tempo saranno accanto a te nella
luce. Col tempo, li aiuterai a compiere
meraviglie.”
Che sia un passaggio di testimone?
L’immortalità delle immagini sul grande schermo saprà fornirci una
risposta perché il cinema, per dirla come il gladiatore,
“riecheggia nell’eternità”.
Berenice Bejo, dopo il
grande successo di TheArtist, è
impegnata nella lavorazione di molti altri film, tra cui
The Search del marito Michel
Hazanavicius e The Wolf of Wall
Street di Martin Scorsese, a cui
sembra che andrà ad aggiungersi anche
L’innesto, l’ultimo lavoro di
Michele Placido. L’innesto,chesi
ispira ad un racconto di Pirandello, narra la storia di una donna
che, non rimasta incinta dopo diversi anni di matrimonio, decide di
portare avanti una gravidanza conseguenza di una violenza, dovendo
però affrontare la contrarietà del marito che vorrebbe invece
costringerla ad abortire. Il film, essendo una coproduzione
francese, sarà girato in Francia.
Nel 2074 i viaggi nel tempo sono
diventati una realtà, ma messi subito fuori legge; le
organizzazioni criminali, tuttavia li usano come metodo per
eliminare soggetti scomodi, mandandoli indietro nel tempo e
facendoli eliminare da killer specializzati, i cosiddetti ‘looper’.
Uno di questi, Joe, nel 2042 avrà a che fare con una vittima molto
particolare: nient’altri che un sé stesso invecchiato…
Cary
Elwes, noto al grande pubblico per aver interpretato il
ruolo del protagonista in Robin Hood – un uomo in
calzamaglia di Mel Brooks, debutterà
presto alla regia di un film che racconterà la storia di Kit
Lambert, storico manager degli Who.
Lambert, che aveva iniziato la sua
carriera come regista, si imbattè negli Who quando questi si
chiamavano ancora The High Numbers e ne diventò presto manager,
creando anche una sua casa discografica. La collaborazione con gli
Who si concluse nel 1971, quando Lambert fu licenziato per aver
cercato di vendere, senza il loro consenso, i diritti
cinematografici di Tommy.
Il film è ancora senza titolo, ma
sembra che Roger Daltrey e Pete
Townshend abbiano già dato il loro consenso per le
musiche.
Cloud Atlas esplora il modo in
cui le azioni e gli effetti delle vite degli individui impattano
gli uni con le altre, attraverso il passato, il presente e il
futuro. Azione, mistero e amore si intrecciano nelle pieghe
della storia così come l’anima di un assassino si tramuta in quella
di un eroe, e un unico atto di gentilezza si propaga attraverso i
secoli per ispirare una rivoluzione in un lontano futuro.
Tutte le notizie utili sul film
nella nostra scheda Cloud Atlas.
Gli era stato offerto il ruolo da
protagonista in Focus (commedia che vede un truffatore veterano
innamorarsi della una nuova arrivata nel giro, interpretata da
Kristen Stewart),
Joe Roth, già
produttore di Biancaneve e il Cacciatore
(film del 2012 diretto da Rupert Sanders) e di
Maleficent (storia de La Bella
Addormentata raccontata dal punto di vista della cattiva
Malefica,
Arrivano finalmente un primo
trailer e un poster per Phantom, thriller di Todd Robinson
ambientato durante la Guerra Fredda con Ed Harris e
David Duchovny.
E’ uno dei titoli più attesi della
prossima stagione e vedrà tantissime star hollywoodiane e non
interpretare se stessi in una fittizia e apocalittica fine del
mondo.
Dopo il successo di The Master, Paul Thomas
Anderson torna al cinema con un adattamento del romanzo
Inherent Vice (Vizio di
forma da noi) di Thomas Pynchon, che
sicuramente gli creerà meno problemi di quanti gliene creò il suo
ultimo film a suo tempo.
Infatti se i finanziamenti di
The Master sono stati molto difficili
da ottenere, per questo secondo film Anderson non ha avuto
problemi. In attesa di sapere come Anderson adatterà la storia per
lo schermo, ecco la trama ufficiale del romanzo di Pynchon:
California, inizio anni
Settanta. Doc Sportello, investigatore privato con una passione
smodata per le droghe e il surf, viene contattato da una vecchia
fiamma, Shasta, che gli rivela l’esistenza di un complotto per
rapire il suo nuovo amante, un costruttore miliardario.
L’investigatore non fa neanche in tempo ad avviare le sue indagini
che si ritrova arrestato per l’omicidio di una delle guardie del
corpo del costruttore, il quale è intanto sparito, come pure
Shasta. Sembrano le premesse del più classico dei noir, ma ben
presto le coincidenze più strane si accumulano e il mistero si
allarga a macchia di leopardo. Doc inciampa così in collezioni di
cravatte con donnine discinte, in falsi biglietti da venti dollari
con il ritratto di Richard Nixon, in un’associazione di dentisti
assassini nota come Zanna d’Oro, che è però anche il nome di un
sedicente cartello indocinese dedito al traffico di
eroina.
Dopo il primo spot tv che vi
abbiamo mostrato ieri, ecco il secondo video per la promozione
televisiva di
Die Hard – Un buongiorno per morire, film che vede
ancora una volta John McClane (Bruce Willis)
insieme al figlio (Jai Courtney), agente operativo
della CIA, e portarli in Russia, alle prese con minacce
nucleari.
Sebastian Koch, Yulia
Snigir, Cole Hauser, Amaury Nolasco, Megalyn Echikunwoke,
Anne Vyalitsyna e Mary Elizabeth
Winstead completano il cast diretto da John
Moore.
L’attesissimo film Mama (La Madre), presentato
da Guillermo del Toro, è tratto da un
cortometraggio cheoggi vi mostriamo proprio commentato dal regista
de
E’ l’Hollywood Reporter ad
accogliere la confessione di Christopher Nolan,
secondo cui adattare il personaggio di Superman per il grande
schermo è tutt’altra sfida rispetto alla stessa operazione fatta
con Batman.
Il regista, che per
L’Uomo d’Acciaio veste i panni di supervisore
produttivo, afferma infatti che lavorare al personaggio di
Superman, interpretato da Henry Cavill, è stato
completamente inedito: Secondo il mio modesto parere, creare il
mondo di Superman è più complicato rispetto a Batman. Lui (Snyder,
ndr.) ha un sacco di rifiniture, una lunga agenda di
post-produzione da seguire anche perché Superman, contrariamente a
Batman, può volare. Sono entusiasta di quello che sta facendo. Non
è qualcosa che avrei saputo fare io stesso (…) Zack era la persona
perfetta per un progetto come questo. Ha un enorme bravura nel
creare mondi coerenti, coesi. Può trattarsi di qualcosa di
estremamente stilizzato come 300 o qualcosa di più vario, più
complicato come Watchmen.
L’Uomo d’Acciaio, il film
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano L’Uomo
d’Acciaio, con
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman,
per la regia di Zack Snyder. Il film è
interpretato anche da
Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte
agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane,
e il candidato all’Oscar
Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”)
in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei
genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la
candidata agli Oscar
Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il
premio Academy Award
Kevin Costner(“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe
sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod,
interpretato dal candidato agli Oscar
Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora,
interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton
sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van,
interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e
il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award
Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche
Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick,
Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy
e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil
Hamilton. Tutte le news nel nostro
speciale: Superman: Man of
steel.
Il prossimo 3 gennaio arriva al
cinema, in 350 copie, l’ultima pellicola di Carlo ed
Enrico Vanzina, Mai Stati Uniti. Per la terza
volta nella loro carriera, dopo Vacanze in
Americanegli anni ’80 e Sognando la
California negli anni ‘90, i due tornano ad ambientare un
film negli Stati Uniti.
La storia di Mai Stati
Uniti vede protagoniste cinque persone che attraversano un
momento molto critico della loro vita, tra problemi lavorativi e
privati: Antonio (Vincenzo Salemme), un cameriere rovinato
dalla passione per il gioco, Angela (Ambra Angiolini), una
segretaria single divorata dall’ansia e dagli attacchi di panico,
Nino (Ricky
Memphis), un padre divorziato e senza lavoro, Carmen
(Anna
Foglietta), una precaria votata unicamente allo shopping e
alla palestra e, infine, Michele (Giovanni Vernia), un
giovanotto ingenuo che lavora da anni in un bioparco. Questi
sconosciuti, che all’apparenza non hanno niente in comune,
scopriranno di essere tutti figli di un uomo che, morto da poco, ha
lasciato loro una grande eredità. Ovviamente, prima di incassare il
denaro, dovranno fare qualcosa: andare in Arizona e gettare le
ceneri del defunto padre nel Lago Powell.
In collaborazione con
l’attore/sceneggiatore Edoardo Falcone, visto in entrambi i
film diretti da Massimiliano Bruno, i fratelli
Vanzina portano sullo schermo la semplicità della comicità italiana
con l’onestà della battuta romana e la fantasia di quella
napoletana, una comicità che, priva di volgarità, ma non di
parolacce, ci accompagna durante tutto questo film on the
road. Ci si dimentica ben presto dello scopo del viaggio, a
vantaggio della scoperta dei personaggi, di quello che li divide e
li unisce. La scena in cui quasi tutti i protagonisti s’imbattono
in Maurizio Mattioli, un romano ricco e rozzo in vacanza a
Las Vegas, è tra le poche veramente divertenti. Esilarante, forse
soprattutto per noi romani, è lo scambio tra lui e Ricky Memphis.
Buona prova anche per il giovanissimo Andrea Pittorino, che
interpreta il figlio di Nino, Roby.
Le bellissime location
americane (Gran Canyon, Las Vegas, Monte Rushmore, ecc.), le
disavventure e gli equivoci, gli omaggi venati di comicità ai
grandi film del passato, western e non, come Easy
Riders e Intrigo Internazionale, e i
riferimenti alle più recenti commedie made in USA, Una
Notte da Leoni e Parto col Folle, dimostrano
l’intenzione di voler proporre qualcosa di nuovo: un film che esce
nel periodo festivo ma che si allontana dal genere del
cinepanettone, una commedia che sfrutta i luoghi comuni americani
ma con i ritmi della comicità italiana, una storia che vuol far
ridere e pensare a ciò che ci può salvare in questo triste periodo
di crisi, la famiglia.
Insomma, le intenzioni dei Vanzina
sono delle migliori, ma il risultato non è niente di eccezionale.
Non basta andare all’estero con un buon cast e una sfilza di
strani, sfigati e, a volte, ridicoli personaggi per ottenere un
prodotto comico originale. Per chi si accontenta, è garantita più
di una risata.
Il settimo Festival Internazionale
del Film di Roma ha deciso di assegnare il Premio alla Carriera a
Quentin Tarantino. Il regista, sceneggiatore,
attore e produttore americano,premio Oscar®
per Pulp Fiction, autore di
straordinari successi come Le
Iene, Jackie
Brown, Kill Bill vol.
1, Kill Bill vol.
2e Bastardi senza
gloria riceverà il riconoscimento il prossimo 4
gennaio nell’ambito della serata di anteprima del nuovo film da lui
scritto e diretto, Django Unchained,
interpretato da Jamie Foxx, Leonardo Di Caprio, Christoph
Waltz, Samuel L. Jackson e Kerry
Washington. Django
Unchained uscirà nelle sale italiane il prossimo
17 gennaio, distribuito da Warner Bros. Pictures Italia. Sarà il
grande compositore Ennio Morricone, una tra le
personalità del nostro cinema più amate dal regista
statunitense, a consegnare il premio.
“Lo sguardo di Quentin
Tarantino ha influenzato radicalmente l’immaginario degli ultimi
vent’anni – ha spiegato Marco Müller,
Direttore Artistico del Festival Internazionale del Film di Roma –
Tarantino è un cineasta profondamente americano e al tempo
stesso molto europeo, per come ha stabilito con il cinema e la sua
storia un rapporto tanto analitico quanto passionale. Ha portato
avanti un progetto coerente di messa in scena, un disegno autoriale
che si è arricchito tanto di sperimentazioni linguistiche che di un
continuo gioco di rimandi cinefili. Ne sono scaturiti film vivi e
vivaci all’estremo, che fanno esplodere i codici e le convenzioni
dei generi ma sanno ogni volta essere spirito del loro
tempo”.
Ieri mattina al cinema
Adriano è stato presentato l’ultimo film di Carlo Vanzina,
Mai Stati Uniti; oltre al regista, in sala erano
presenti Enrico Vanzina e Edoardo Falcone
(co-sceneggiatori), Maurizio Mattioli, Ricky Memphis,
Andrea Pittorino, Anna Foglietta, Ambra
Angiolini, Vincenzo Salemme e Giovanni Vernia
(cast), la dottoressa Cecilia Valmarana per Rai Cinema e il
produttore Fulvio Lucisano.
L’Industrial Light
& Magic ha messo on line un video che ci mostra tutti i
segreti della grande sequenza di battaglia che costituisce il
centro dell’azione in The Avengers,