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Brie Larson ammette che Carol Danvers le ha cambiato la vita, ma non vuole commentare le critiche

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Brie Larson aveva già vinto un Premio Oscar prima di essere scelta per interpretare Carol Danvers nel Marvel Cinematic Universe e l’annuncio che avrebbe interpretato l’eroina è stato inizialmente accolto con positività dai fan.

Tuttavia, la situazione è cambiata quando sui social media sono circolati vari frammenti audio di interviste passate (con il suggerimento che il personaggio dovesse “odiare” gli uomini). Anche il fatto che Larson non sorridesse abbastanza nei trailer di Captain Marvel è diventato un problema per alcuni e il bombardamento di recensioni che ne è seguito ha portato Rotten Tomatoes a cambiare il modo in cui venivano generati i suoi punteggi del pubblico.

Captain Marvel ha comunque incassato oltre 1 miliardo di dollari al botteghino mondiale, ma The Marvels è stato un flop alla fine del 2023, ponendo probabilmente fine a qualsiasi futura avventura da solista per Larson come personaggio.

Mentre si prevede che apparirà in Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars, sembra che il suo periodo come Carol stia volgendo al termine. L’attrice non ha affrontato la questione in un’intervista con The Telegraph, ma ha riflettuto sull’impatto che ha avuto interpretare Captain Marvel per la prima volta nel 2019.

“Ero consapevole che interpretare Carol mi avrebbe resa una persona più pubblica di quanto non fossi prima”, ha detto al sito. “Ma pensavo che ciò che il film stava dicendo fosse più importante della mia paura, e pensavo anche di fidarmi di me stessa per sapere come gestire la mia vita”.

“È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita. Per molti dei personaggi che interpreto, dico ‘grazie, arrivederci’ una volta che è finito”, ha aggiunto Larson. “Non sento il bisogno di riportarli a casa. Con Captain Marvel, la maggior parte delle cose che ho imparato da lei, la sua capacità di agire, il suo senso di sé, le conservo. È stato fantastico che potesse essere questa esperienza anche per gli altri”.

Brie Larson si rifiuta di commentare le critiche al personaggio di Carol Danvers

Quando l’intervistatrice le ha chiesto di dire la sua sul perché alcuni uomini si sentissero minacciati dal suo casting, il report afferma che “la temperatura nella stanza è precipitata”. Ecco un estratto dal pezzo:

“‘Non lo so’, dice senza espressione. ‘Io… non ci faccio caso’. Le chiedo se non prestare attenzione sia il suo modo di gestire la misoginia. Passano alcuni secondi di gelido silenzio prima che risponda. “Quello che vorrei che tu capissi è che continuando questa conversazione, mi stai mettendo in relazione con qualcosa che non ha nulla a che fare con me”.

“Sembra una cosa sorprendente da dire. Ci riprovo chiedendole se crede che l’industria cinematografica continui a etichettare le attrici al punto che una supereroina possa, per un certo tipo di spettatore, sembrare ancora un’aberrazione. “Non credo che ci sia un modo per rispondere a questa domanda”, risponde Larson, “senza che diventi un problema per me”. Il suo addetto stampa interviene per chiedermi di passare alla domanda successiva”.

Probabilmente Brie Larson era preoccupata che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata usata per alimentare ulteriore odio online nei suoi confronti, quindi è abbastanza facile capire perché non volesse dare una risposta articolata.

I Marvel Studios non hanno sfruttato appieno Carol nell’MCU; ambientare la sua storia di origine nel passato la teneva separata dall’MCU odierno e il suo ruolo in Avengers: Endgame era minimo. The Marvels, nel frattempo, avrebbe dovuto essere un capitolo importante nella Multiverse Saga, ma non ha mai funzionato del tutto.

Avengers: Doomsday dovrebbe uscire a maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars dovrebbe arrivare a maggio 2027.

Marvel Zombies: riascolteremo una voce conosciuta della Marvel Animation

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Nella stagione 1 di What If…?, abbiamo visitato una realtà abitata da “Marvel Zombies“. L’episodio si è concluso con Spider-Man, Black Panther e Ant-Man (beh, almeno la sua testa) che tornavano a Wakanda a bordo di un Quinjet… ignari del fatto che un Thanos zombificato li stava aspettando con il Guanto dell’Infinito in mano.

Finora, siamo stati all’oscuro se i prossimi quattro episodi di Marvel Zombies affronteranno quel cliffhanger in modo significativo (una foto ufficiale del Titano Pazzo ha suggerito che potrebbe succedere). Ma durante la promozione della serie d’animazione Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere su Disney+, il responsabile di TV, Streaming e Animazione dei Marvel Studios, Brad Winderbaum, ha rivelato: “Hudson è stata la nostra voce animata per Spider-Man nell’MCU finora. In What If…?, in Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere, e interpreta Spider-Man anche in Marvel Zombies, serie che uscirà quest’anno per Halloween”.

Resta da vedere quanto di Spider-Man vedremo in Marvel Zombies. Sfortunatamente, non è escluso che l’arrampicamuri, T’Challa, e Scott Lang vengano immediatamente uccisi da Thanos, ovviamente.

Quello che sappiamo di Marvel Zombies

Hudson Thames doppia Spider-Man e si unisce a un cast che include Elizabeth Olsen (Scarlet Witch), Awkwafina (Katy), David Harbour (Red Guardian), Simu Liu (Shang-Chi), Randall Park (Jimmy Woo), Florence Pugh (Yelena Belova), Hailee Steinfeld (Hawkeye), Dominique Thorne (Ironheart), Iman Vellani (Ms. Marvel) e Todd Williams in un ruolo misterioso.

Bryan Andrews dirige Marvel Zombies da una sceneggiatura di Zeb Wells. I produttori esecutivi includono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Dana Vasquez-Eberhardt, Wells e Andrews. Danielle Costa e Carrie Wassenaar sono i produttori.

Marvel Zombies debutta il 3 ottobre 2025. Puoi ascoltare di più da Winderbaum nel player qui sotto.

Horizon Line – Brivido ad alta quota: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere

Una delle più diffuse paure dell’essere umano è quella di volare. L’essere costretto per un certo numero di ore all’interno di un velivolo che si libra nell’aria a svariate migliaia di metri dal suolo non è certo la cosa più entusiasmante del mondo, specialmente quando poi si sentono casi di incidenti o scampati disastri. Film come Cast Away, Flight, Non-Stop, Sully o il recente La società della neve – alcuni dei quali basati su storie vere – affrontano sotto aspetti diversi questo argomento e a loro nel 2020 si è unito anche Horizon Line – Brivido ad alta quota.

Il cinema si è infatti in più occasioni interessato a questi racconti e alle forti emozioni che suscitano. Il film diretto da si inserisce dunque in un lungo elenco di titoli di questo genere che puntano a costruire uno stato di tensione capace di tenere gli spettatori con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Probabilmente non il genere di film adatto a chi soffre di questa paura, ma senza dubbio opere in grado di intrattenere e lasciare quel certo brivido.

Anche il film di Marcimain fa tutto ciò, oltre a fare della sua situazione di pericolo un’allegoria del difficile rapporto esistente tra i protagonisti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Horizon Line – Brivido ad alta quota. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla descrizione del suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Horizon Line - Brivido ad alta quota cast Allison Williams

La trama e il cast di Horizon Line – Brivido ad alta quota

Protagonisti del film sono Jackson e Sara, una ex coppia di fidanzati che si imbarca casualmente sullo stesso volo privato per i Caraibi per partecipare a un matrimonio su una delle isole. Il piccolo aereo è pilotato da un amico di Sara, Wyman, che le chiede di sedere come copilota, mentre Jackson dorme nella cabina principale. Durante il volo, però, Wyman ha un attacco di cuore e muore improvvisamente, lasciando il comando a Sara.

Ignara di come si piloti un aereo, la ragazza rischia inizialmente di mandare il velivolo in caduta libera. La coppia si rende poi conto che l’autopilota è danneggiato e dovranno quindi cercare di guidare loro stessi il piccolo aereo. Come se non bastasse, il volo sembra diretto verso una tempesta. I due si troveranno così a dover dare il meglio delle loro capacità per cercare di superare la perturbazione e raggiungere la terra sani e salvi.

Ad interpretare Sara vi è l’attrice Allison Williams, celebre per aver recitato nella serie Girls e in seguito nei film Scappa – Get Out e M3GAN. Accanto a lei, nel ruolo dell’ex compagno Jackson vi è invece l’attore Alexander Dreymon, noto per aver interpretato Uhtred di Bebbanburg nella serie televisiva The Last Kingdom. I due attori, conosciutisi sul set di questo film, sono poi diventati una coppia nella realtà. Nel ruolo del pilota Wyman, invece, vi è l’attore Keith David.

Horizon Line - Brivido ad alta quota finale

Il film è tratto da una storia vera?

La risposta è no, il film non è direttamente basato su una precisa storia vera, anche se ci sono stati casi di voli in cui un malore del pilota ha richiesto l’intervento di uno dei passeggeri. Una vicenda simile è capitata anche all’attore Rowan Atkinson (l’interprete di Mr. Bean), quando nel 2001 in Kenya rischiò la vita mentre stava volando su un aereo privato insieme alla sua famiglia, a causa di uno svenimento del pilota. Fu proprio Atkinson a prendere i comandi del velivo fino a quando il pilota non si riprese.

Come finisce il film? Ecco la descrizione del finale

Nel momento in cui l’aereo sta esaurendo il carburante, Sara e Jackson individuano un’isoletta e tentano di far planare l’aereo in avaria su di essa. L’aereo però si schianta in mare e si capovolge. Fortunatamente, entrambi riescono a salvarsi e a nuotare verso l’isola. Quando vi arrivano, scoprono però che si tratta solo di un banco di sabbia che scomparirà presto con l’alzarsi della marea. Quando ciò avviene e i due rimangono a galla.

Jackson, sentendo che sta per morire, offre a Sara il suo giubbotto di salvataggio, ma lei lo rifiuta, dicendogli che sono una squadra. È a quel punto che Jackson professa il suo amore per Sara, dicendosi dispiaciuto per come sono andate le cose tra di loro. Quando la fine sembra ormai essere arrivata e i due si sono riappacificati, proprio in quel momento arriva un peschereccio che ha sentito la loro trasmissione radio e li salva.

Il trailer di Horizon Line – Brivido ad alta quota e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Horizon Line – Brivido ad alta quota grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim VisionInfinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1 febbraio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Kiss of the Dragon: la spiegazione del finale del film

Kiss of the Dragon: la spiegazione del finale del film

Kiss of the Dragon  è il film d’azione franco-americano del 2001 diretto da Chris Nahon – qui al suo esordio alla regia – e scritto e prodotto dal regista francese Luc Besson (autore di film come Nikita, Lucy o il recente Dogman) e interpretato da un cast internazionale. Il film racconta di un agente dei servizi segreti cinesi che viene inviato a Parigi per arrestare un boss della mafia cinese, ma che viene incastrato per l’omicidio e si rivolge a una prostituta per dimostrare la sua innocenza.

A caratterizzare questo adrenalinico thriller vi sono una serie di sequenze basate su combattimenti di arti marziali particolarmente stupefacenti. Li ha infatti voluto adottare un approccio realistico alle scene di combattimento, rinunciando alla CGI e al wire work che erano stati resi popolari da film come Charlie’s Angels e MatrixCiò ha dunque portato a dover concepire tali combattimenti in modo alternativo, che non prevedesse l’uso di facilitazioni ma ponesse il cast e la troupe nella condizione di dover trovare il miglior modo possibile per metterli in scena e riprenderli.

Visivamente, il film vanta dunque ancora oggi un fascino particolarmente forte, che non manca di entusiasmare i fan di questo genere e lasciarli a bocca aperta per la spettacolarità di tali sequenze. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Kiss of the Dragon. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Kiss of the Dragon cast

La trama e il cast di Kiss of the Dragon

Protagonista del film è Liu Jiuan, un brillante agente dei servizi segreti del governo cinese che lascia la  sua città quando gli viene affidata un’importante missione a Parigi. Qui deve affiancare Jean-Pierre Richard, un altro poliziotto, in una grossa indagine su una serie di traffici di droga. Il nuovo partner, tuttavia, si rivela corrotto e lo incastra, mettendolo in fuga. Liu ha però con sé un nastro che proverebbe la sua innocenza e, soprattutto, la colpevolezza di Richard. Per far arrivare la cassetta nelle mani giuste, l’uomo cerca aiuto in un suo vecchio parente che nella capitale francese ha un ristorante.

È così che si nasconde nel locale per un breve periodo, poi finalmente trova la persona a cui consegnare le prove che possono scagionarlo. Sul più bello, però, i seguaci del poliziotto corrotto irrompono e aprono il fuoco, uccidendo l’uomo di fiducia di Liu. Rimasto ferito e senza il nastro, l’agente cinese sembra non avere più assi nella manica. Ma l’incontro con Jessica, una prostituta, stravolgerà completamente i suoi piani. Per lui, sarà l’inizio di una corsa contro il tempo per cercare di rimanere vivo e smascherare i reali responsabili del traffico di droga.

Ad interpretare Liu Jiuan vi è l’attore Jet Li, mentre l’attrice Bridget Fonda interpreta Jessica. L’attore francese, Tchéky Karyo interpreta invece Jean-Pierre Richard. Completano il cast Laurence Ashley nel ruolo di Aja, Max Ryan in quello di Lupo, Burt Kwouk in quello di zio Tai e John Forgeham in quello di Max. Isabelle Duhauvelle ricopre invece il ruolo di Isabel Kamen. Nel film recita poi anche Cyril Raffaelli, stuntman e artista marziale. Per la scena del suo combattimento con Li, il regista ha dovuto rallentarla in quanto i due si stavano muovendo troppo velocemente per la telecamera.

Kiss of the Dragon trama

La spiegazione del finale del film

Nel corso del film, Liu scopre che Jessica era la seconda prostituta dell’hotel durante la notte dell’omicidio di Mr. Big. Capisce che lei può provare la sua innocenza, ma lei si rifiuta di andare senza aver recuperato la figlia Isabel. Liu decide allora che il nastro sarebbe la prova migliore e manda Jessica nell’ufficio di Richard per rubarlo. Dopo averlo ottenuto, si dirigono verso un orfanotrofio dove è tenuta Isabel. Tuttavia, Richard anticipa questa mossa e tende un’imboscata all’orfanotrofio. Durante la fuga, Jessica viene colpita al petto. Liu riesce a portarla in tempo all’ospedale e parte per la stazione di polizia, con l’obiettivo di recuperare la figlia.

Liu arriva alla stazione di polizia dove Richard tiene in ostaggio Isabel e si fa strada tra un’altra orda di poliziotti. Dopo essere riuscito a sconfiggere gli scagnozzi personali di Richard, Liu entra nel suo ufficio e lo trova che tiene Isabel sotto tiro. Anche se Liu è disarmato, dice a Richard che se ucciderà Isabel, avrà tutto il tempo necessario per ucciderlo. Richard tenta di uccidere Liu, ma riesce solo a sparargli alla spalla. Tuttavia, la ferita da proiettile non impedisce a Liu di disarmare Richard e di conficcargli un ago da agopuntura nella nuca, in un punto proibito noto come “bacio del drago”.

Questo stimola tutto il sangue del corpo a viaggiare verso il cervello per causare una dolorosa morte per aneurisma cerebrale. Richard, come previsto, soffre e muore per il “bacio del drago” proprio mentre Liu recupera Isabel e torna con lei da sua madre. Liu torna così da Jessica, in ospedale, la sveglia e, alla domanda sconsolata di lei che chiede dove si trovi la sua piccola, egli le guida lo sguardo sino a incontrare quello della piccola, assorta in un profondo sonno, a pochi metri da lei.

Il trailer di Kiss of the Dragon e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Kiss of the Dragon grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Rapito: la storia vera dietro il film di Marco Bellocchio

Rapito: la storia vera dietro il film di Marco Bellocchio

Il caso Mortara – riscoperto a partire dagli anni Novanta del Novecento e recentemente portato al cinema da Marco Bellocchio con il film Rapito (qui la nostra recensione) – è stata una celebre causa italiana che ha catturato l’attenzione di gran parte dell’Europa e del Nord America negli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento. Riguardava il sequestro da parte dello Stato Pontificio di un bambino di sei anni di nome Edgardo Mortara alla sua famiglia ebrea di Bologna, sulla base della testimonianza di una ex domestica che aveva amministrato un battesimo d’emergenza al bambino quando si era ammalato da neonato.

Mortara crebbe dunque come cattolico sotto la protezione di Papa Pio IX, che rifiutò le disperate suppliche dei genitori per il suo ritorno. Tale vicenda,  Alla fine Mortara – crescendo in questo nuovo contesto – divenne sacerdote, ma l’indignazione interna e internazionale contro le azioni dello Stato Pontificio contribuì alla sua caduta durante l’unificazione dell’Italia. È infatti proprio in questo vivace contesto, dove tutto si apprestava a cambiare per sempre, che si svolge la storia di Edgardo Mortara. Un contesto da Bellocchio riproposto fedelmente in tutta la sua caoticità.

Un film che inizialmente avrebbe dovuto dirigere Steven Spielberg, basandosi sul libro scritto da David Kertzer, Prigioniero del Papa Re. Spielberg, però, decise infine di abbandonare il progetto ed è a quel punto che Marco Bellocchio decise di girare lui un film sulla vicenda. Basandosi liberamente sul libro Il caso Mortara di Daniele Scalise, ha così dato vita al lungometraggio, interpretato da Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala e Leonardo Maltese, con anche Filippo Timi e Fabrizio Gifuni.

LEGGI ANCHE: Marco Bellocchio su come il suo “Rapito” sia diverso dal film che aveva in mente Steven Spielberg

Barbara Ronchi in Rapito
Barbara Ronchi in Rapito. Foto di Anna Camerlingo, cortesia di 01 Distribution

La vera storia dietro il film Rapito

Il territorio italiano al momento del caso Mortara vedeva vecchi governi composti da ducati, granducati, regni borbonici e sabaudi, presidi austriaci e Stato Pontificio, i quali stavano però per svanire dalla penisola italiana nel confronto con i discendenti dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese. In questo contesto, papa Pio IX regnava su un territorio che si estendeva da Roma verso nord, attraversando il Granducato di Toscana fino a Bologna. Proprio in quest’ultima città ha inizio la vicenda che portò poi al formarsi del caso Mortara.

Alla fine del 1857, l’inquisitore di Bologna, padre Pier Feletti, venne a sapere che Anna Morisi, che aveva lavorato in casa Mortara per sei anni, aveva battezzato segretamente Edgardo quando aveva pensato che stesse per morire da piccolo. La Suprema Sacra Congregazione dell’Inquisizione Romana e Universale ritenne dunque che tale atto rendesse irrevocabilmente il bambino cattolico e, poiché la legge dello Stato Pontificio vietava di allevare cristiani da membri di altre fedi, ordinò che fosse tolto alla famiglia e allevato dalla Chiesa.

La polizia si recò dunque a casa Mortara nella tarda serata del 23 giugno 1858 e prese in custodia Edgardo la sera successiva. Dopo che al padre del bambino fu permesso di visitarlo durante i mesi di agosto e settembre del 1858, emersero due racconti nettamente diversi: uno raccontava di un bambino che voleva tornare alla sua famiglia e alla fede dei suoi antenati, mentre l’altro descriveva un bambino che aveva imparato perfettamente il catechismo e voleva che anche i suoi genitori diventassero cattolici. A quel punto, le proteste internazionali montarono, ma il Papa Pio IX non si scompose.

Paolo Pierobon in Rapito
Paolo Pierobon in Rapito. Foto di Anna Camerlingo, cortesia di 01 Distribution

Il Papa, anzi, si assunse personalmente la responsabilità del sequestro e difese l’operato del Sant’Uffizio. La famiglia Mortara, sconvolta, si appellò alla comunità ebraica di Roma, ma la notizia si diffuse rapidamente di ghetto in ghetto, raggiungendo anche quelli più emancipati del Regno di Sardegna. Mentre la comunità romana rimase in silenzio, come d’abitudine, per non compromettere equilibri e privilegi, altrove gli ebrei insorsero. In Piemonte, unico Stato dove la comunità israelitica godeva di fondamentali diritti costituzionali, vi furono proteste pubbliche.

La vicenda raggiunse ben presto risonanza internazionale e fu sfruttata da tutti i governi, da Cavour a Bismarck fino a Napoleone III in Francia, per gettare discredito sulla Chiesa cattolica e su Pio IX. Nonostante ciò, niente riuscì a far cambiare idea al Papa Re che si dichiarò indifferente a tutti gli appelli Dopo la fine del governo pontificio a Bologna nel 1859, Feletti fu processato per il suo ruolo nel rapimento di Mortara, ma fu assolto quando il tribunale decise che non aveva agito di sua iniziativa.

Nel novembre del 1867 Edgardo assunse poi i voti semplici e acquisì il nome di Pio Maria, in omaggio al suo padre adottivo, Pio IX. Il 20 settembre 1870 le truppe italiane fecero infine il loro ingresso a Roma, ponendo fine all’esistenza dello Stato Pontificio. Un mese dopo, il padre biologico lo invitò a raggiungerlo a Firenze, ma lui rifiutò. Temeva che gli venisse imposto il ritorno in famiglia, così la sera del 22 ottobre lasciò la città in abiti civili, dirigendosi al monastero di Novacella, vicino a Bressanone, dove visse sotto falso nome, studiando teologia ed ebraico. Fu lì che nel 1871 pronunciò i voti solenni.

Leonardo Maltese in Rapito
Foto di Anna Camerlingo, cortesia di 01 Distribution

L’anno seguente si trasferì a Poitiers, in Francia, e nel 1873 fu ordinato sacerdote. Nei successivi trent’anni Edgardo si dedicò alla predicazione e alla raccolta di fondi per il suo ordine. Mantenne anche un rapporto epistolare saltuario con i genitori, cercando di persuaderli alla conversione. Nel 1906 si ritirò nel monastero di Bouhay, nei pressi di Liegi, in Belgio dedicando il resto della vita allo studio e alla preghiera. Morì infine nel 1940 all’età di 88 anni senza essersi mai ricongiunto con la sua famiglia naturale, pur avendone seguito le sorti nel corso del tempo.

Il trailer di Rapito e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Rapito grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Paradise: recensione della serie con Sterling K. Brown

Paradise: recensione della serie con Sterling K. Brown

Provare a definire questo nuovo prodotto seriale targato Hulu (disponibile su Disney+) potrebbe risultare piuttosto complesso. Non perché Paradise non possa essere fin troppo facilmente incasellato nel genere del thriller distopico, tutt’altro: il fatto è che fin dall’episodio pilota la serie creata da Dan Fogelman (This Is Us) sembra essere stata concepita appositamente per fuorviare lo spettatore, per farlo adattare psicologicamente a un determinato genere per poi catapultarlo dentro un altro, diverso ma non antitetico al precedente.

Altro motivo per cui non è affatto semplice inquadrare la serie consiste nel fatto che, dietro il gioco di specchi architettato dalla messa in scena e dalla trama, si tratta fondamentalmente di un dramma umano, di un cosiddetto “character study” in alcuni episodi davvero potente.

La trama di Paradise

Passiamo alla trama principale di Paradise: l’agente segreto Xavier Collins (Sterling K. Brown) è da anni addetto alla sicurezza del Presidente degli Stati Uniti Cal Bradford (James Marsden), anche dopo che è tornato alla vita privata. Il rapporto tra i due, all’inizio consolidato attraverso una sincera amicizia, si è incrinato a causa di una tragedia passata. Quando però Collins trova il suo datore di lavoro nella sua camera da letto con la testa fracassata, il senso del dovere spinge l’uomo a iniziare un’indagine privata e molto pericolosa per scoprire l’assassino di Bradford. La tranquilla cittadina in cui l’ex Presidente si è ritirato nasconde numerosi e sconvolgenti misteri…

Mette davvero molta carne in pentola Paradise, probabilmente troppa, dal momento che non riesce a gestire allo stesso livello di intensità emotiva tutti i personaggi in scena. Il meccanismo narrativo che Fogelman ha già adoperato con sapienza in This Is Us è quello di raccontare la backstory dei diversi protagonisti adoperando numerosi flashback che raccontano come sono arrivati al momento in cui la trama principale comincia. Se tale sviluppo ad incastri funziona indubbiamente per dare ritmo ai vari episodi, bisogna commentare che non tutte le vicende personali dei personaggi sono emotivamente sullo stesso livello.

Un buon cast guidato da Sterling K. Brown

Quella sviluppata in maniera maggiormente convenzionale è senza dubbio la storia dell’antagonista principale, Samantha, figura in chiaroscuro a cui neppure un’attrice solitamente efficace come Julianne Nicholson riesce a conferire il necessario spessore. Miglior sorte tocca al protagonista assoluto Xavier Collins, anche se in fin dei conti non si discosta troppo dal classico uomo e padre di famiglia diviso tra attaccamento alla famiglia e fervente senso del dovere.

In maniera piuttosto paradossale il personaggio che conquista maggiormente nei primi episodi è il braccio destro di Xavier, Billy, interpretato con evidente competenza da quel Jon Beavers che si era già messo in luce in Horizon: An American Saga di Kevin Costner. Se lo show contribuisse ad affermare definitivamente l’attore all’interno dell’establishment hollywoodiano non potremmo che esserne contenti, dal momento che soprattutto la presenza scenica di Beavers appare indiscutibile. Altra nota di merito va a James Marsden nel ruolo di un Presidente bradford travagliato, sbruffone, “uomo del popolo” ma mai populista. Per contrappasso, il suo ruolo sopra le righe rende ancora più efficace l’interpretazione robusta e trattenuta di Sterling K. Brown, attore di ormai sicuro affidamento.

Una serie che ha bisogno di tempo

Va concesso tempo a Paradise per affermarsi con pienezza nella mente dello spettatore. Vanno superati alcuni momenti in cui la verosimiglianza scricchiola di fronte all’enormità della storia raccontata. Quando lo show si assesta e procede dritto verso quello che vuole veramente raccontare, ecco che il livello di tensione e l’adesione emotiva nei confronti di personaggi e situazioni prende quota. E possiamo garantirvi che il settimo episodio sarà capace di spaventarvi, di farvi preoccupare seriamente di fronte a quello che potrebbe essere il futuro – anche prossimo, ahinoi – del nostro pianeta. Non abbiamo ancora visto l’ottavo e ultimo capitolo dello show, e francamente non abbiamo poi così tanta fretta di tornare ad esperire quel livello di angoscia…

X-Men: Kelsey Grammer tornerà nel ruolo di Bestia in AVENGERS: Doomsday e Secret Wars

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I prossimi film sugli Avengers si sono evoluti in modo significativo da quando sono stati annunciati per la prima volta: Kang è fuori, Doctor Doom è dentro e i Marvel Studios hanno incaricato i fratelli Russo di concludere la saga del Multiverso con Doomsday e Secret Wars. Le prospettive sono aperte per gli X-Men.

Tra la scena post-credits di The Marvels e Deadpool e Wolverine, è ovvio che i mutanti, e più specificamente, Terra-10005, saranno un fattore in questi progetti. Infatti, la teoria prevalente è che un’incursione tra Terra-10005 e Terra-616 ci darà una tanto attesa battaglia tra Avengers e X-Men in live-action con i mutanti dell’ex franchise Fox che si scontreranno testa a testa con gli eroi più potenti della Terra.

The Marvels si è concluso con una grande sorpresa a metà dei titoli di coda quando la star di X-Men: Conflitto Finale Kelsey Grammer ha ripreso il suo ruolo di Henry “Hank” McCoy per il debutto dell’eroe nell’MCU.

Con Photon intrappolato in un universo parallelo che gli X-Men chiamano casa (che, di nuovo, dobbiamo credere sia Terra-10005), il palcoscenico è pronto per quei personaggi che alla fine si faranno strada verso Terra-616, un mondo che attualmente ha solo una manciata di mutanti.

Ora, un nuovo rumor ribadisce i precedenti resoconti secondo cui Kelsey Grammer tornerà come Bestia sia in Doomsday che in Secret Wars. È incredibilmente emozionante immaginarlo al fianco degli Avengers del MCU come alleato, in particolare perché la versione a fumetti di Bestia ha una storia leggendaria con il team di supereroi.

Parlando dell’introduzione degli X-Men nell’MCU la scorsa estate, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha detto: “Penso che vedrete che continuerà nei nostri prossimi film con alcuni attori degli X-Men che potreste riconoscere”.

“Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci porta davvero in una nuova era di mutanti e degli X-Men. Di nuovo, [è] uno di quei sogni che si avvera. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men”, ha anticipato.

Bestia è apparso in ogni film degli X-Men, con Nicholas Hoult che ha preso il posto di Grammer nella serie prequel. Il personaggio non ha mai raggiunto il suo pieno potenziale sullo schermo, quindi speriamo che i Russo cambino le cose.

Quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

Agents of S.H.I.E.L.D. e Agent Carter fanno parte del canone MCU?

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Quando Agents of S.H.I.E.L.D. è stato lanciato su Disney+, avrebbe dovuto far parte dell’MCU. Dopo un inizio difficile, lo spin-off di The Avengers ha trovato il suo equilibrio nella seconda metà della stagione 1 e ha raggiunto il suo livello più alto in occasione del collegamento con Captain America: The Winter Soldier.

Tuttavia, con il passare del tempo, la serie si è allontanata sempre di più da quella che da allora è stata soprannominata la Sacred Timeline. Negli ultimi anni, abbiamo appreso che il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige non voleva che nessuno di quegli show televisivi Marvel venisse realizzato; erano opera dell’ex presidente della Marvel Entertainment Ike Perlmutter.

Quindi, quando si è presentata l’opportunità, Feige ha convinto il CEO della Disney Bob Iger a consentire ai Marvel Studios di supervisionare tutto producendo show televisivi MCU per Disney+.

wonder womanAgents of S.H.I.E.L.D. e Agent Carter non sono parte del canone… per ora!

Lo stato canonico sia di Agents of S.H.I.E.L.D. che di Agent Carter è stato oggetto di accesi dibattiti per anni. Molti sostengono che siano chiaramente parte dell’MCU, un argomento che ha un po’ più peso ora che la “Defenders Saga” sembra essere stata inserita nella Sacred Timeline.

Parlando con Screen Rant, al responsabile TV, Streaming e Animazione dei Marvel Studios, Brad Winderbaum, è stato chiesto a che punto sono le cose con entrambi gli show. “Beh, te lo dico e te lo dico così. È emozionante per me pensare a come far quadrare quegli show della ABC con il canone”, ha confermato. “Per me, se mi conosci e conosci il modo in cui funziona il mio cervello, è un territorio divertente da immaginare”.

Leggendo tra le righe, sembra che gli show al momento non siano tecnicamente canonici, ma Winderbaum è impaziente di inserirli nell’MCU quando si presenterà l’opportunità di farlo.

Sebbene non sarebbe saggio fare affidamento su un revival per nessuno dei due show, Hayley Atwell tornerà come Peggy Carter in Avengers: Doomsday. Se gli Agents of S.H.I.E.L.D. torneranno insieme a Coulson, allora la Multiverse Saga è sicuramente il posto giusto per farlo.

Due Emisferi, la spiegazione del finale: Lucca riceve le cure di cui ha bisogno?

Basato sul libro “The Two Hemispheres of Lucca” di Barbara Anderson, Due Emisferi è un potente dramma messicano che fa un ottimo lavoro nell’adattare il materiale originale, offrendo uno sguardo risoluto sulla crescita di un bambino con paralisi cerebrale, insieme alla lotta dei genitori del protagonista, Lucca, alla ricerca di una potenziale cura per aiutare ad alleviare la sua condizione.

Questa ricerca è il fulcro della narrazione di Due Emisferi, con Barbara che parte con la sua famiglia in India, dove una nuova procedura sperimentale pionieristica potrebbe vedere Lucca iniziare a formare più connessioni cerebrali rispetto a prima. Questo, a sua volta, gli consentirebbe di evolversi oltre il suo stato attuale, rendendolo in grado di formare parole, mangiare, bere e persino ridere. Tutti questi passaggi della vita che i bambini compiono organicamente hanno molto più peso e significato nel film.

Lucca inizia a regredire?

Dopo che Barbara viene licenziata dal suo lavoro, quella notte Lucca finisce per avere una crisi. Questa volta dura solo 25 secondi, ma è un avvertimento per ciò che potrebbe accadere se i suoi trattamenti venissero interrotti. Le sue crisi sono diminuite del 70% da quando si è sottoposto ai trattamenti in India, ma significa anche che se continuano, potrebbero vanificare tutto il lavoro svolto finora con la sperimentazione Cytotron.

Andres convince Barbara a lasciare che Lucca sbocci e sia se stesso. Vuole che si arrenda e permetta a Lucca di avere ciò che è meglio per lui. È ovviamente difficile per Barbara farlo, dato che ha trascorso così tanto tempo a cercare di dargli la migliore vita possibile. Barbara si è sempre incolpata per non aver spinto di più durante il travaglio, e quindi sta quasi cercando di riempire quel senso di colpa nella sua vita con queste cure.

Due emisferi – Immagine dal set

Perché Barbara si sente così in colpa?

Barbara aveva un lavoro molto difficile, che l’ha portata ad avere un arresto respiratorio. È stata salvata per miracolo e i dottori dell’epoca hanno tirato fuori suo figlio e hanno fatto del loro meglio per lui. Avrebbero potuto morire entrambi in quel momento, ma grazie a una sorta di miracolo o intervento divino, sono sopravvissuti entrambi. Dato che questo è uno dei motivi principali per cui Barbara è rimasta indietro, sentirlo è sufficiente a farle apprezzare di nuovo la vita.

In seguito Barbara telefona a John, uno degli uomini che ha preso parte ai processi di Kumar, e scopre che i piani per la clinica di Baltimora erano tutti una bugia. Jaramillo è un completo imbroglione e non aveva alcuna intenzione di aprire una clinica. In realtà ha pagato per un’e-mail con il dominio di John Hopkins per aiutare a vendere la bugia, ma nessuno oltre a lui lo conosce.

Barbara fa ulteriori ricerche e scopre che Jaramillo ha truffato numerose persone in passato, tra cui John e persino il dottor Kumar, cercando di prendersi il merito di essere l’inventore del Cytotron quando in realtà, questo è ovviamente completamente falso.

Cosa fa Barbara al riguardo?

Barbara è una donna posseduta, determinata a far cadere l’uomo. Jaramillo sa chiaramente come muoversi nel sistema legale e Barbara gli invia un’e-mail con le sue scoperte. Questo fa gesto fa da traino e con l’aiuto del Segretario della Salute, organizza un incontro per discutere delle sperimentazioni del Cytotron.

Barbara si presenta con Lucca ma ci sono brutte notizie. Si scopre che vogliono solo approvare l’uso della macchina per scopi oncologici. Non ne consentono l’uso a scopi neurologici e decidono invece di concentrarsi sui trattamenti contro il cancro. “Per il bene della maggioranza piuttosto che dei singoli casi”.

Los Dos Hemisferios de Lucca (L to R) Hernán Mendoza as Dr. Ibarra, Bárbara Mori as Bárbara, Julian Aguilar Tello as Lucca, Paloma Alvamar as Nayelli in Los Dos Hemisferios de Lucca. Cr. Maria Medina / Netflix ©2025

Quindi, sebbene questa sia una piccola vittoria, ovviamente non lo è per Barbara… finché non riceve una chiamata dal dottor Kumar, che le dice che è sempre la benvenuta e che il costo del Cytotron per lei in India è pari a zero. Ha fatto molto per aiutare e di conseguenza, dopotutto, c’è una cura per lei e Lucca. Barbara aveva deciso prima di questo di godersi il processo di crescita di Lucca e ottiene la sua ricompensa proprio alla fine, quando Lucca pronuncia il suo nome “Mamma”.

In che modo si conclude Due Emisferi?

Mentre scorrono i titoli di coda, apprendiamo che Lucca e la sua famiglia hanno fatto altri 3 viaggi in India e attualmente Lucca sta finendo la scuola elementare ed è nella stessa classe di suo fratello Bruno. Lucca non soffre di epilessia da 5 anni e ha anche iniziato a camminare e parlare.

Ad agosto 2021, Barbara, Andres e gli investitori hanno acquistato 2 macchine Cycotron e hanno aperto la prima clinica fuori dall’India. Quindi alla fine, Lucca riesce a ottenere il suo trattamento e i sacrifici fatti dalla famiglia si concretizzano nel miglior modo possibile, infondendo speranza anche a molti altri.

Due Emisferi è disponibile su Netflix.

Nicole Kidman: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Nicole Kidman: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Nicole Kidman è una delle attrici più amate del mondo del cinema. La sua carriera è costellata di capolavori e di interpretazioni divine. Amante dell’arte sin da piccola, ha cominciato a recitare sin da giovanissima, senza immaginare che avrebbe interpretato, successivamente, innumerevoli magnifici ruoli, ottenendo consensi da ogni dove e riaffermandosi continuamente come una delle grandi interpreti della sua generazione.

Ecco 10 che forse non sai di Nicole Kidman.

I film e i programmi TV di Nicole Kidman

I film da giovane di Nicole Kidman

1. Ha recitato in numerosi celebri film. L’attrice ha debuttata sul grande schermo nel 1983 con il film Natale nel bosco. In seguito ha ottenuto sempre maggiore popolarità grazie a titoli come Ore 10: calma piatta (1989), Giorni di tuono (1990), Billy Bathgate – A scuola di gangster (1991), Cuori ribelli (1992), Da morire (1995), Batman Forever (1995), Ritratto di signora (1996), The Peacemaker (1997) e Eyes Wide Shut (1999). Negli anni 2000 partecipa invece a film come The Others (2001), Moulin Rouge! (2001), The Hours (2002), Dogville (2003), Ritorno a Cold Mountain (2003), Birth – Io sono Sean (2004), The Interpreter (2005), La bussola d’oro (2007), Australia (2008), Nine (2009), Rabbit Hole (2010), The Paperboy (2011), Tresspass (2011), Stoker (2012), Grace di Monaco (2014), Queen of the Desert (2013).

I film di oggi di Nicole Kidman

Il segreto dei suoi occhi (2015), L’inganno (2017), Il sacrificio del cervo sacro (2017), Boy Erased – Vite cancellate (2018), Aquaman (2018), Bombshell – La voce dello scandalo (2019) e The Prom (2020). In seguito recita in Being the Ricardos (2021), The Northman (2022), Aquaman e il regno perduto (2023), A Family Affair (2024) e Babygirl (2024), dove recita accanto a Harris Dickinson.

A Family Affair Nicole Kidman Joey King Zac Efron
Nicole Kidman è Brooke Harwood, Zac Efron è Chris Cole e Joey King è Zara Ford in A Family Affair. Cr. Tina Rowden / Netflix © 2023

2. È nota anche per alcune serie televisive. Negli ultimi anni la Kidman ha in particolare avuto modo di recitare in diverse serie TV di grande successo. La prima di queste è stata Top of the Lake – Il mistero del lago (2017), mentre dal 2017 al 2019 ha interpretato Celeste Wright nell’acclamata e pluripremiata Big Little Lies – Piccole grandi bugie. Grazie a questa ha vinto un Emmy Awards come miglior attrice in una miniserie o film TV. Più di recente ha interpretato il personaggio di Grace Fraser nella serie thriller The Undoing – Le verità non dette. Nel 2021, invece, è Masha Dmitrichenko nella miniserie Amazon Nove perfetti sconosciuti. Ha poi recitato nelle serie Lioness (2023-in corso), Expats (2024) e The Perfect Couple (2024).

Nicole Kidman e gli Oscar

3. Ha vinto un Oscar. Ad oggi la Kidman vanta ben cinque nomination all’Oscar, ricevute come Miglior attrice nel 2002 per Moulin Rouge!, nel 2003 per The Hours e nel 2011 Rabbit Hole. In occasione della seconda di queste tre, l’attrice ha poi effettivamente vinto l’ambita statuetta grazie alla sua struggente interpretazione della poetessa Virginia Woolf. Nel 2017, infine, la Kidman è stata candidata per la prima volta nella categoria “Miglior attrice non protagonista” per il film Lion – La strada verso casa. Ha doppiato la nomination nel 2022 con Being the Ricardos. 

Nicole Kidman in Babygirl

4. Lavorare a Babygirl è stata un’esperienza “completamente nuova”. Parlando di Babygirl, l’attrice ha dichiarato: “Ho fatto molti film a sfondo sessuale, ma questo è diverso. Affrontare questo argomento con la donna che ha scritto la sceneggiatura, che lo sta dirigendo e che è lei stessa una grande attrice ci ha permesso di diventare una cosa sola in un modo strano, che non avevo mai avuto con un regista prima. Quando si lavora con una donna su questo argomento, si può condividere tutto l’uno con l’altra”.

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Babygirl film 2024
Nicole Kidman e Harris Dickinson in Babygirl

5. Ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. Per la sua interpretazione in Babygirl, Nicole Kidman ha vinto la Coppa Volpi per la migliore attrice al Festival di Venezia del 2024. La Kidman era appena arrivata a Venezia e si stava recando alla cerimonia di chiusura quando è stata informata del decesso della madre. L’attrice ha dovuto dunque lasciare immediatamente l’Italia e non ha ricevuto il premio di persona, che la regista Halina Reijn ha a quel punto ritirato in sua vece.

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Nicole Kidman in Eyes Wide Shut

 

6. Fu un set molto intenso. Per esagerare la sfiducia tra i personaggi interpretati da Tom Cruise e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut, il regista Stanley Kubrick decise di dirigere ogni attore separatamente e vietò loro di condividere le rispettive note. Ciò portò spesso Cruise e Kidman a confrontarsi con risvolti inaspettati l’uno dell’altro. Per i due attori, anche per via di ciò, quella fu un’esperienza unica, particolarmente intensa, che li portò a dare completa fiducia a Kubrick. Secondo alcuni, il rapporto che Cruise e la Kidman svilupparono per interpretare i rispettivi personaggi, fu talmente tanto morboso da essere poi divenuto uno dei motivi del loro divorzio.

A Nicoke Kidman ha una malattia?

7. Le è stata erroneamente attribuita una particolare sindrome. Recentemente in rete all’attrice è stata attribuita la sindrome di Morris, nota anche come insensibilità agli androgeni completa. Si tratta di una malattia genetica rara che colpisce principalmente gli individui di sesso femminile. i soggetti che la possiedono hanno caratteri somatici femminili, ma sono geneticamente maschi (con cromosoma XY). Tale sindrome è stata attribuita anche a Kidman, ma non vi sono prove a riguardo e in ogni caso si tratta di dettagli che non devono riguardare nessuno.

Nicole Kidman e Tom Cruise

8. È stata sposata con Tom Cruise. Nel novembre del 1989, l’attrice affianca il già affermato attore Tom Cruise in Giorni di tuono. Sul set i due si innamorano, per poi sposarsi il 24 dicembre 1990 con una cerimonia a Telluride, in Colorado, con rito scientologico. I due attori hanno poi nuovamente recitato insieme in Cuori ribelli Eyes Wide Shut. Il 9 agosto 2001 annunciano però la separazione, senza rivelare i motivi dietro questa. Ad oggi, però, pare che il principale ostacolo alla loro relazione fosse la convinta adesione di Cruise alla Chiesa di Scientology.

Tom Cruise e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut
Tom Cruise e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut. © 1999 – Warner Bros. All rights reserved.

Nicole Kidman e il nuovo marito Keith Urban

9. Attualmente è sposata con un cantautore country. Nel 2005 l’attrice conosce il cantautore Keith Urban e da quel momento i due non si sono più lasciati, sposandosi a Sidney l’anno successivo. Verso la fine dello stesso anno, il marito entra in una clinica per la disintossicazione da cocaina: in passato aveva firmato un contratto prematrimoniale nel quale vi era scritto che Keith avrebbe perso qualsiasi diritto sui beni di Nicole se avesse praticato l’abuso di droghe o di alcol. I due hanno poi coronato il sogno di realizzare una famiglia,

I figli di Nicole Kidman

Per la Kidman diventare madre è stato un percorso difficile. Recentemente ha raccontato che durante il matrimonio con Cruise ha perso due figli, uno nei primi periodi del matrimonio, perso per una gravidanza extrauterina, l’altro nel 2001, quindi verso gli ultimi mesi di unione, a causa di un aborto spontaneo. Con Cruise ha dunque poi adottato due bambini, Isabella Jane (nata nel 1992) e Connor Anthony (nato nel 1995). Con Keith Urban ha poi le figlie Sunday Rose nel 2008 e Faith Margaret nel 2010.

L’età e l’altezza di Nicole Kidman

10. Nicole Kidman è nata il 20 giugno del 1967 a Honolulu, Hawaii, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,80 metri.

Fonti: IMDb, biography, thefamouspeople

The Sandman: la serie Netflix di Neil Gaiman si concluderà con la stagione 2

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L’adattamento di Netflix di The Sandman dell’omonima opera di Neil Gaiman si concluderà con l’imminente seconda stagione, come riportato da Variety. La prima stagione ha debuttato nell’agosto del 2022 e non è stata rinnovata da Netflix fino al novembre dello stesso anno. All’epoca, lo streamer esitava anche a definirla una seconda stagione, scegliendo invece di dire che si trattava di “una continuazione del mondo di ‘The Sandman” e non si impegnava a definire il numero di episodi. Sempre Variety ha confermato che la seconda stagione doveva essere l’ultima prima delle riprese.

La serie di ‘The Sandman’ è sempre stata incentrata esclusivamente sulla storia di Dream, e nel 2022, quando abbiamo esaminato il materiale rimanente di Sogno dai fumetti, sapevamo di avere abbastanza storia solo per un’altra stagione”, ha dichiarato Allan Heinberg, showrunner di The Sandman, in una dichiarazione rilasciata a Variety venerdì. “Siamo estremamente grati a Netflix per aver riunito il team e averci dato il tempo e le risorse per realizzare un adattamento fedele in un modo che speriamo sorprenda e delizi i fedeli lettori dei fumetti e i fan del nostro show”.

Il piano di rilascio della seconda stagione non sarà influenzato dalla cancellazione e gli episodi sono ancora previsti per il 2025. La conferma della conclusione dello show arriva comunque in seguito alle numerose accuse di cattiva condotta sessuale rivolte a Gaiman, creatore dei fumetti DC The Sandman e sviluppatore della serie televisiva. Tuttavia, prima che le accuse venissero mosse per la prima volta a Gaiman in un podcast di Tortoise Media nel luglio 2024, fonti vicine alla serie avevano già rivelato che la costosa serie, prodotta da Warner Bros. Television per Netflix, era intenzionata a concludersi con la seconda stagione quando la produzione era in corso nell’estate del 2023.

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La rivelazione dei personaggi della seconda stagione, che sono stati scritturati nel maggio del 2024, ha ulteriormente indicato che la serie stava saltando alla fine dei fumetti molto prima di quanto i fan avessero previsto. In seguito alle accuse di cattiva condotta sessuale, Gaiman ha anche abbandonato l’imminente stagione finale dell’adattamento televisivo di Good Omens di Amazon e lo sviluppo di un film basato sul suo The Graveyard Book è stato messo in pausa dalla Disney. Più di recente, Gaiman è stato abbandonato dalla sua casa editrice di fumetti di lunga data, la Dark Horse, e il suo musical su Coraline è stato cancellato.

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Cosa vedremo nella stagione 2 di The Sandman?

La seconda stagione di The Sandman segue la trama della “Stagione delle nebbie” dei fumetti di Gaiman, in cui Lucifero (Gwendoline Christie) abdica al controllo dell’Inferno e consegna a Morpheus, alias Sogno (Tom Sturridge), la chiave dei suoi cancelli, facendo sì che molti immortali cerchino di convincere Morpheus a dare loro la chiave.

Per la seconda stagione si aggiungono Esmé Creed-Miles nel ruolo di Delirium, Adrian Lester nel ruolo di Destiny, Barry Sloane nel ruolo del Prodigio, Ruairi O’Connor nel ruolo di Orpheus, Freddie Fox nel ruolo di Loki, Clive Russell nel ruolo di Odino, Laurence O’Fuarain nel ruolo di Thor, Ann Skelly nel ruolo di Nuala, Douglas Booth nel ruolo di Cluracan e Jack Gleeson nel ruolo di Puck, Indya Moore nel ruolo di Wanda e Steve Coogan nel ruolo della voce del cane Barnabas.

Tra i membri del cast della prima stagione che ritornano per la seconda stagione di The Sandman ci sono Patton Oswalt nel ruolo di Matthew il Corvo, Vivienne Acheampong nel ruolo di Lucienne, Gwendoline Christie nel ruolo di Lucifer Morningstar, Jenna Coleman nel ruolo di Johanna Constantine, Ferdinand Kingsley nel ruolo di Hob Gadling, Stephen Fry nel ruolo di Gilbert, Asim Chaudhry nel ruolo di Abel, Sanjeev Bhaskar nel ruolo di Cain, Vanesu Samunyai nel ruolo di Rose Walker e Razane Jammal nel ruolo di Lyta Hall.

The Sandman è stata sviluppata da Neil Gaiman, dallo showrunner Heinberg e da David S. Goyer sulla base degli omonimi fumetti della DC di Gaiman, Sam Keith e Mike Dringenberg. Tutti gli episodi della seconda stagione sono stati diretti da Jamie Childs.

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House Of The Dragon: James Norton sarà Ormund Hightower nella stagione 3

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Secondo quanto appreso da Deadline, James Norton sarà l’interprete di Ormund Hightower nella terza stagione di House of the Dragon della HBO. Ormund Hightower, di cui si è parlato nella seconda stagione ma che non è mai apparso sullo schermo, è il nipote di Otto (Rhys Ifans), cugino di Alicent (Olivia Cooke) e Gwayne (Freddie Fox), e il Signore di Oldtown. Attualmente sta guidando la schiera degli Hightower in una marcia su Approdo del Re per sostenere la sua casata contro Rhaenyra (Emma D’Arcy).

Norton ha interpretato in precedenza il ruolo di Hugo Swan in The Nevers della HBO ed è noto anche per i suoi ruoli in Happy Valley e Grantchester. Per quanto riguarda il cinema, è stato visto di recente in Bob Marley: One Love. Tra gli altri suoi film ricordiamo Joy, Piccole donne e Nowhere Special. Non resta a questo punto che attendere di vederlo in quello che si preannuncia essere un personaggio molto importante della stagione 3 di House of the Dragon.

Cosa aspettarsi dalla terza stagione di House of the Dragon?

Basato su Fire & Blood di George R. R. Martin e ambientato 200 anni prima degli eventi di Game of Thrones, House of the Dragon racconta la storia della Casa Targaryen. Un aspetto positivo del fatto che l’amata serie televisiva tragga la sua storia dalle pagine del romanzo di Martin è che i lettori hanno un’idea della storia che verrà e di come si svilupperà fino alla sua sanguinosa e infuocata conclusione. Anche se il finale della seconda stagione è stato piuttosto insoddisfacente per il pubblico, la stagione ha fornito una solida prefigurazione di ciò che verrà.

Sappiamo infatti che sono in arrivo alcune scene di battaglia piuttosto epiche, con la Danza dei Draghi che porterà le cose in acqua con la Battaglia del Calice. Un’altra importante resa dei conti sarà combattuta principalmente tra il Daemon Targaryen di Matt Smith e suo nipote, il principe Aemond Targaryen (Ewan Mitchell). Con così tanto da aspettare, possiamo solo sperare che siano in arrivo ulteriori risposte per quanto riguarda la tempistica di produzione della terza stagione di House of the Dragon.

Superman: citati in giudizio Warner Bros. e DC Comics per violazioni sul diritto d’autore

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La proprietà del creatore di Superman, Joseph Shuster, ha citato in giudizio la Warner Bros. Discovery e la sua DC Comics, sostenendo che non possiedono i diritti per distribuire il film diretto da James Gunn in una manciata di territori chiave. Come riportato da Deadline, il querelante, Mark Warren Peary, esecutore testamentario, ha depositato oggi la causa presso la Corte Federale del Distretto Sud di New York chiedendo “il risarcimento dei danni e un provvedimento ingiuntivo per le continue violazioni da parte dei convenuti in Canada, Regno Unito, Irlanda e Australia, oltre a un provvedimento dichiarativo che stabilisca i diritti di proprietà della Shuster Estate in tutte le giurisdizioni pertinenti”.

La questione è matura per il giudizio, ha dichiarato, “poiché gli imputati stanno attivamente pianificando un nuovo film su Superman e altre opere derivate per un imminente rilascio a livello mondiale”. La Warner, Peary e il suo team legale di lunga data sono stati in tribunale piuttosto spesso prima di questo caso, più recentemente per quanto riguarda i diritti di terminazione ai sensi della legge sul copyright degli Stati Uniti. Ma la questione della reversibilità automatica dei diritti d’autore all’estero in questo caso si è presentata solo anni dopo, ha detto Marc Toberoff, avvocato della proprietà, e non è mai stata effettivamente discussa.

Ora, invece, lo sarà. “Siamo fondamentalmente in disaccordo con i meriti della causa e difenderemo vigorosamente i nostri diritti”, ha dichiarato un portavoce della WBD. In discussione sono i diritti d’autore esteri sul personaggio e sulla storia originale di Superman, di cui sono coautori Jerome Siegel e Shuster. Sebbene Siegel e Shuster abbiano ceduto i diritti di Superman in tutto il mondo al predecessore della DC nel 1938 “per soli 130 dollari (65 dollari a testa), le leggi sul diritto d’autore dei Paesi di tradizione giuridica britannica – tra cui Canada, Regno Unito, Irlanda e Australia – contengono disposizioni che pongono automaticamente fine a tali cessioni 25 anni dopo la morte dell’autore, conferendo alla Shuster Estate l’interesse indiviso sul diritto d’autore del coautore in tali Paesi”, si legge nella causa.

Shuster è morto nel 1992 e Siegel nel 1996. Per effetto della legge, i diritti d’autore esteri di Shuster sono stati automaticamente trasferiti alla sua proprietà nel 2017 nella maggior parte di questi territori (e nel 2021 in Canada). Tuttavia, gli imputati continuano a sfruttare Superman in queste giurisdizioni senza l’autorizzazione dell’eredità di Shuster – anche in film, serie televisive e merchandising – contravvenendo direttamente alle leggi sul diritto d’autore di questi Paesi, che richiedono il consenso di tutti i proprietari congiunti del copyright”.

L’azione legale richiede un processo con giuria, sostenendo che “gli atti di violazione diretta da parte degli imputati sono stati intenzionali e mirati, in totale disprezzo e indifferenza per i diritti dell’autore”. “Come risultato diretto e prossimo della violazione da parte degli imputati dei diritti d’autore e dei diritti esclusivi dell’opera, la querelante è stata danneggiata per un importo da determinare al processo, comprensivo dei danni effettivi della querelante e dei profitti degli imputati”.

Nel frattempo, la proprietà chiede al tribunale un ordine di cessazione e desistenza “che ingiunga ai Convenuti, ai loro funzionari, agenti, dipendenti e a coloro che agiscono di concerto con loro, in via preliminare durante la pendenza di questa azione e in via permanente in seguito, di: violare, o contribuire o partecipare alla violazione da parte di altri del diritto d’autore dell’Opera o agire di concerto con, aiutare o favorire altri a violare il suddetto diritto d’autore in qualsiasi modo; copiare, duplicare, vendere, concedere in licenza, mostrare, distribuire, preparare opere derivate dall’Opera, o in altro modo utilizzare o sfruttare l’Opera, di cui la Querelante è proprietaria congiunta, senza il previo consenso scritto della Querelante o la licenza a farlo”.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

The Lodgers – Non infrangere le regole: la spiegazione del finale del film horror

Il film horror britannico del 2017 The Lodgers – Non infrangere le regole (qui la nostra recensione), diretto da (regista anche delle serie Alex Rider e The Cuckoo), propone una vicenda apparentemente già vista in altri film, ma che prende tuttavia risvolti inaspettati mano mano che la narrazione procede. L’idea per questa storia è nata quando lo sceneggiatore David Turpin immaginò che i fantasmi si impadronissero della sua casa di notte, una volta che lui era andato a letto. Partendo da qui, ha dunque costruito un racconto che si muove a partire dal concetto di casa infestata per aprirsi però poi a scenari insoliti.

La trama di base presenta ad esempio molte somiglianze con “La caduta della casa degli Usher” di Edgar Allen Poe (opera recentemente portata su Netflix con un’omonima miniserie), ad esempio: tre personaggi principali, una sorella e un fratello, e un giovane uomo; la casa remota e fatiscente simile a un maniero, le relazioni incestuose (che si estendono per generazioni), l’aspetto malato dei fratelli, i suggerimenti di una “maledizione” senza nome e la vita dei fratelli legata alla casa. Tutti elementi che compongono il film rendendolo piuttosto intrigante, insieme anche al fatto che le riprese si sono svolte in una delle case più infestate d’Irlanda: Loftus Hall.

La trama di The Lodgers – Non infrangere le regole

Negli anni finali della Grande Guerra, in una decadente magione immersa nella campagna irlandese, vivono isolati Edward e Rachel, due gemelli appena maggiorenni. La loro esistenza è regolata da severe norme imposte dai genitori: non accogliere estranei, non rimanere svegli oltre la mezzanotte, e restare sempre uniti. Queste regole sono sorvegliate da presenze sovrannaturali che, durante il giorno, si celano sotto le assi del pavimento, emergendo di notte per prendere possesso della casa. Edward, intimorito, rispetta le restrizioni, mentre Rachel, desiderosa di libertà, sente il peso di quella vita oppressiva.

Bill Milner e Charlotte Vega in The Lodgers - Non infrangere le regole
Bill Milner e Charlotte Vega in The Lodgers – Non infrangere le regole

La spiegazione del finale del film

Durante una visita in paese, Rachel incontra Sean, un veterano di guerra con una gamba amputata. Tra loro nasce un’intesa e, poco dopo, il ragazzo la raggiunge presso il lago che circonda la villa. Rachel gli confida allora il macabro destino della sua famiglia: i genitori si sono suicidati nelle acque del lago, come già accaduto alle generazioni precedenti. Convinta di essere condannata allo stesso fato, bacia Sean e pensa di concedersi a lui, ma poi si ritrae incerta. Nel frattempo, Edward deve affrontare l’avvocato Birmingham, incaricato della gestione della proprietà: la villa è sommersa dai debiti e l’unica soluzione è venderla. Spaventato dall’idea di infrangere le regole, Edward uccide l’avvocato e offre il suo corpo agli spiriti.

Nel frattempo, Sean viene aggredito da alcuni nazionalisti irlandesi, che lo accusano di tradimento. Ricoverato, riceve la visita di Rachel, ma la madre di lui, ex domestica della villa, la respinge con ostilità. La ragazza allora rivela alla sorella di Sean il terribile segreto della sua famiglia: generazioni di gemelli incestuosi hanno maledetto per sempre la casa. Tornata alla villa, Rachel scopre dell’omicidio di Birmingham e, furiosa, confessa a Edward di essersi concessa a Sean. Lui, furibondo, la trascina sul letto per possederla con la forza, ma si ferma quando capisce che è ancora vergine. Proprio in quel momento, Sean arriva alla porta e tra i due inizia una violenta colluttazione.

Rachel, bloccata nella sua stanza dagli spiriti, vede a quel punto l’acqua iniziare a filtrare dal pavimento. Durante la lotta, Edward si trafigge accidentalmente con il coltello di Sean, ma riesce comunque a ferire quest’ultimo alla mano. In fin di vita, Edward raggiunge la stanza di Rachel e crolla sul letto. Lei fugge da Sean, ma entrambi si trovano intrappolati dall’acqua che inonda la villa sfidando la gravità. Rachel capisce che l’unica via di fuga è sottomettersi al destino e si immerge. Sean si tuffa per salvarla e i due si ritrovano nel lago, ma prima che possano baciarsi, lui viene trascinato negli abissi dagli spiriti.

Charlotte Vega in The Lodgers - Non infrangere le regole
Charlotte Vega in The Lodgers – Non infrangere le regole. Foto di MMAGUIRE E – © MAG

Rachel, mentre urla silenziosamente, viene quindi accerchiata dalle entità, che cercano di afferrarla. Con un ultimo sforzo, riesce a risalire e a emergere dall’acqua. Tornata alla villa, trova Edward agonizzante, che le chiede se ora potranno restare insieme. Rachel risponde semplicemente che i genitori torneranno presto da lui, poi si allontana lungo la strada principale, avvolta in una lunga tunica blu, seguita da un corvo nero, identico all’uccello immaginario che Edward accudiva. Di fatto, lascia suo fratello a morire e si lascia tutto alle spalle, pronta a ricominciare altrove.

Questo atto rappresenta il suo definitivo rifiuto delle regole imposte dalla famiglia e dagli spiriti che governano la casa. La sua fuga simboleggia la rottura con il ciclo maledetto di incesto e autodistruzione che ha tormentato le generazioni precedenti. Fondamentale è poi il ruolo dell’acqua, simbolo di purificazione: dall’acqua Rachel riemerge e rinasce, segnando così la sua liberazione. L’elemento del corvo che la segue, infine, sottolinea un continuo legame con il passato. Si lascia dunque intendere che il proprio vissuto non può essere completamente cancellato, ma si può scegliere di non esserne schiavi.

Rachel è dunque un personaggio che con le sue azioni dimostra che il libero arbitrio esiste e che solo lei può spezzare la catena che la rende prigioniera. Edward, invece, rimane nella casa, ormai condannato. Il suo desiderio di restare con Rachel dimostra quanto sia ancora intrappolato nel retaggio familiare, incapace di immaginare un’esistenza al di fuori di esso. La promessa di Rachel che “i genitori torneranno” può infine essere letta in due modi: come una bugia per confortarlo o come un’amara constatazione del fatto che lui continuerà a essere vittima della maledizione.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Lodgers – Non infrangere le regole grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim VisionInfinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 31 gennaio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Tornare a vincere: il film con Ben Affleck è ispirato ad una storia vera?

Tornare a vincere (qui la nostra recensione) di Gavin O’Connor potraà non essere direttamente basato su una storia vera, ma presenta abbastanza parallelismi con la realtà e con altri film sportivi da far pensare che lo sia. Il film vede Ben Affleck nei panni di Jack Cunningham, un’ex stella del basket liceale che da allora ha passato momenti difficili con il crollo del suo matrimonio in seguito alla morte del figlio. Mentre la depressione dovuta ai tragici eventi della sua vita lo spinge all’alcolismo, Jack inizia a riprendersi dopo essere stato reclutato per allenare la squadra di basket del suo vecchio liceo, che si trova in difficoltà.

Il film ha ricevuto un’accoglienza molto positiva, con molti elogi per l’interpretazione di Affleck. Il film stesso segna un importante ritorno per Affleck dopo la sua battaglia pubblica contro l’alcolismo. Anche l’ex moglie di Affleck, Jennifer Garner, avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel mantenere in vita il film durante il suo recupero. Tornare a vincere ha dunque tutto l’aspetto di un film che avrebbe potuto avere una didascalia “Basato su una storia vera” durante i titoli di testa. Tuttavia, il film ha un chiaro fondamento nella realtà grazie ai suoi parallelismi con le vicende persoanli di Affleck contro l’alcolismo e la sua risalita verso il successo.

GUARDA ANCHE: Tornare a vincere: intervista a Ben Affleck

Ben Affleck in Tornare a vincere
Ben Affleck in Tornare a vincere

Tornare a vincere non è basato su una storia vera

A prima vista, Tornare a vincere ha una sorprendente somiglianza con ciò che molti spettatori si aspetterebbero di vedere da un film basato su eventi reali. Il film viene presentato come un edificante dramma sportivo di un allenatore sfortunato che diventa un modello per un gruppo di atleti adolescenti, dando loro la giusta spinta per rimettere in forma la loro squadra in crisi. Si tratta di una premessa comune a molti drammi e commedie sportive, come Il sapore della vittoria, Glory Road e Cool Runnings.

Nonostante queste somiglianze superficiali, che potrebbero indurre alcuni spettatori a credere che Tornare a vincere sia una trasposizione sul grande schermo di eventi reali, non è così, almeno non in senso letterale. Tuttavia, come anticipato, il film presenta comunque delle somiglianze con le battaglie personali del suo protagonista, ed è qui che il nucleo della storia prende davvero forma. Sebbene il film condivida somiglianze riconoscibili con altri film sportivi ispirati a eventi reali, Tornare a vincere racconta una storia completamente propria, che risuona fortemente con la realtà.

Ben Affleck e Brandon Wilson in Tornare a vincere
Ben Affleck e Brandon Wilson in Tornare a vincere

Tornare a vincere si ispira alla vita privata di Ben Affleck

Il punto in cui Tornare a vincere si avvicina maggiormente alla vita reale è l’alcolismo di Jack, che rispecchia la medesima battaglia combattuta da Ben Affleck negli ultimi anni. Il tour promozionale del film ha visto lo stesso Affleck essere molto aperto a questo proposito, descrivendo l’impatto che l’alcolismo ha avuto sia sulla sua carriera che sulla sua vita personale. Affleck si è anche notevolmente ripreso in vista di Tornare a vincere, condividendo persino la commovente storia del compleanno di suo figlio in un’intervista. Tuttavia, il film stesso si discosta notevolmente dalla formula tipica della maggior parte dei drammi sportivi che molti spettatori probabilmente si aspettano di vedere, e si tuffa a capofitto in Jack che tocca il fondo.

Se da un lato si mostra Jack visibilmente migliorato mentre allena la squadra, dall’altro non indora gli effetti che l’alcolismo ha avuto sulla sua vita: Jack rimane in lutto per la perdita del figlio e continua a bere anche quando la squadra comincia ad avere successo in campo. Laddove in altri drammi sportivi Jack avrebbe smesso di bere a freddo, Tornare a vincere è molto più aperto sulla realtà dei danni che le abbuffate di alcol di Jack continuano ad avere sulla sua vita e, infine, sulla sua capacità di allenare la squadra. In questo senso, il film presenta un’analogia molto schietta delle recenti battaglie di Affleck, esplorando al contempo gli effetti dell’alcolismo in senso lato in modo sorprendentemente realistico.

Ben Affleck in Tornare a vincere
Ben Affleck in Tornare a vincere

Come l’ispirazione emotiva di The Way Back ha contribuito al film

Sebbene Tornare a vincere non abbia una base reale, è una storia vera in un senso più esoterico del termine. Per prima cosa, il film è una storia notevolmente più cupa rispetto alla maggior parte dei drammi sportivi, e anche rispetto al lavoro passato di Gavin O’Connor in film come Miracle e Warrior. Per molti versi, Tornare a vincere non si preoccupa tanto di essere un film sulla pallacanestro quanto di essere parte di un esame più ampio della battaglia di Jack contro l’alcolismo, ed è qui che si trova il vero impatto emotivo del film. Oltre alla sua onestà senza compromessi nei confronti dei danni inflitti dall’alcolismo, riesce a essere una “storia vera” in un altro senso, più concettuale.

Tornare a vincere è estremamente diretto nel descrivere i danni che Jack sta infliggendo alla sua vita con l’alcolismo e l’impatto che questo ha sulla sua capacità di allenare la squadra. Mentre altri film sportivi vedono l’allenatore al fianco della sua squadra fino all’ultima partita, questo riconosce senza mezzi termini il punto in cui Jack non può più svolgere efficacemente il suo ruolo di allenatore. A questo proposito, è quindi onesto fino al midollo nel non far tornare Jack a bordo campo giusto in tempo per far vincere il campionato alla squadra, ma nell’estrometterlo del tutto dalla partita quando è chiaro che il suo stesso benessere è a rischio. In definitiva, Tornare a vincere non è un film sulla vittoria in campo, ma sul superamento del tributo emotivo che la perdita e la dipendenza possono comportare.

The Transporter Legacy: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

Quella di The Transporter è una delle trilogie d’azione più note e apprezzate degli ultimi anni, interamente basata sulle capacità e la presenza dell’attore protagonista Jason Statham. Dopo la sua conclusione, nel 2008, questa si è trasformata in vera e propria saga, dapprima con una sfortunata serie televisiva, e in seguito con un nuovo film. Questo è The Transporter Legacy (qui la recensione), arrivato in sala nel 2015 per la regia di Camille Delamarre, fino a quel momento noto come montatore di Colombiana e Taken 2. A garantire la fedeltà alla trilogia originale vi è naturalmente il regista Luc Besson, nuovamente impegnato in qualità di produttore e sceneggiatore.

Contrariamente a quanto ci si aspettava quando il progetto venne annunciato, questo non ha raccontato le origini del personaggio e di come abbia iniziato a svolgere il suo delicato mestiere. Il film, invece, si configura a tutti gli effetti come un reboot, il quale ignora gli eventi della trilogia come se non fossero mai accaduti. Girato anch’esso in Francia, nella città di Parigi, The Transporter Legacy è stato prodotto con un budget di circa 22 milioni di euro. Pur ricevendo un accoglienza critica non propriamente positiva, il film si è invece affermato come i suoi predecessori come un buon successo economico.

Al box office è infatti arrivato a guadagnare 72 milioni di euro a livello globale, lasciando aperta la possibilità di futuri sequel legati a questa nuova ripartenza della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ed Skrein e Loan Chabanol in The Transporter Legacy
Ed Skrein e Loan Chabanol in The Transporter Legacy. Foto di Bruno Calvo – © 2015 – EuropaCorp USA

La trama di The Transporter Legacy

Il protagonista è ancora una volta Frank Martin, ex mercenario delle forze speciali e ora abile autista esperto in consegne particolarmente rischiose. Conosciuto come “Il Trasportatore”, egli si occupa di consegnare qualunque pacco gli venga assegnato, senza porsi alcuna domanda sul contenuto, chiedendo in cambio solo generose ricompense. Questo suo lavoro non è ovviamente esente dai pericoli, ma anzi lo porta spesso a dover affrontare missioni particolarmente rischiose. Una di queste gli si presenta nel momento in cui viene contattato da Anna, che gli affida l’incarico di condurla verso una segreta missione.

Guidando tra le strade del Principato di Monaco, Frank cerca inizialmente di seguire la propria politica del non fare domande. La sua disponibilità lo porterà però a trovarsi coinvolto in un’operazione ben più complessa di quello che avrebbe mai immaginato. La donna a bordo della sua auto, infatti, intende uccidere il boss della mafia russa Arkady Karasov, noto per i suoi traffici di esseri umani. Questi ha segnato in modo indelebile l’infanzia di Anna, e dovrà ora pagare per quanto fatto. Frank non avrà altra scelta che aiutarla a compiere ciò che deve, trovandosi minacciato in modi più subdoli del previsto.

Il cast del film

Il personaggio dell’autista Frank Martin è strettamente legato al volto di Statham, che lo ha interpretato nei tre precedenti film. Originariamente, l’attore avrebbe dovuto riprendere la parte anche in questo nuovo capitolo, ma a causa di disaccordi con la produzione egli preferì tirarsi fuori dal progetto. A sostituirlo è allora stato chiamato l’attore Ed Skrein, il quale ha raggiunto una prima notorietà interpretando il personaggio di Daario Naharis nella terza stagione di Il Trono di Spade. Per recitare in The Transporter Legacy, l’attore ha poi rinunciato proprio a tale ruolo, venendo sostituito a partire dalla stagione successiva. Per assumere i panni di Frank Martin, si è però dovuto esercitare nel Krav Maga e nelle arti marziali filippine.

Ad interpretare la femme fatale Anna vi è l’attrice e modella francese Loan Chabanol. Anche lei, come il protagonista, si è dovuta esercitare nel combattimento corpo a corpo, raggiungendo il livello di preparazione richiesto dalle scene che la vedono protagonista. L’attore Ray Stevenson è invece presente nei panni di Frank Martin Sr., il padre del protagonista. Si tratta di un personaggio totalmente inedito, che nella precedente trilogia non veniva mai menzionato. L’attore serbo Radivoje Bukvic, noto per Io vi troverò e Die Hard – Un buongiorno per morire, interpreta infine il criminale russo Arkady Karasov.

The Transporter Legacy cast
Tatiana Pajkovic, Ed Skrein, Wenxia Yu e Loan Chabanol in The Transporter Legacy

Ci sarà un sequel di The Transporter: Legacy?

The Transporter: Legacy è stato progettato per essere il primo capitolo di una nuova trilogia. Luc Besson avrebbe dovuto co-finanziare, distribuire, produrre e scrivere tutti e tre i film. Quando però le trattative con Statham sono fallite ed Ed Skrein è stato chiamato a sostituirlo in un reboot, i piani per questa trilogia hanno dovuto essere rielaborati e si è deciso di attendere l’esito del film al botteghino prima di dare per confermati ulteriori film. Una volta uscito in sala, The Transporter: Legacy si è affermato come un modesto successo al botteghino, incassando in tutto il mondo 72,6 milioni di dollari a fronte di un budget di 22 milioni, con un discreto profitto.

Il film non ha fatto bene come Transporter 3, ma abbastanza da rendere possibile un sequel. Ma nonostante questo successo e nonostante i piani precedenti, Transporter 5 non è mai stato realizzato. Probabilmente perché, nonostante il film abbia fatto soldi, la critica e il pubblico non hanno apprezzato il Frank di Skrein come hanno fatto con la versione di Statham del personaggio e si è dunque ritenuto questo protagonista non adatto a caricarsi sulle proprie spalle l’intero franchise. Per vedere un nuovo film di esso potrebbe essere necessario il ritorno di Statham, il quale si era però allontanato per via di disaccordi sul compenso e ad oggi sembra più interessato a dedicarsi ad altri progetti.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Transporter Legacy grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision e Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 31 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Dexter: Original Sin – Stagione 1 Episodio 8 Recap: il colpo di scena di Brian Moser e altre 10 rivelazioni sulla storia

Le scioccanti rivelazioni sull’assassino sono continuate nell’episodio 8 di Dexter: Original Sin, e il coinvolgimento di Brian Moser nella serie prequel di Dexter potrebbe richiedere qualche spiegazione. Anche se l’episodio 7 di Dexter: Original Sin, l’episodio 7 aveva già rivelato con una notizia bomba che il Capitano Spencer (Patrick Dempsey) era la persona che aveva ucciso Jimmy Powell e rapito Nicky Spencer, lo show non aveva ancora finito con i colpi di scena. L’episodio 8 di Original Sin ha rivelato chi è l’NHI Killer e, così facendo, ha dato a uno dei migliori serial killer di Dexter una lista di vittime ancora più lunga. Il NHI Killer non è altro che Brian Moser, alias il Killer del Camion Frigo.

Oltre a tutta la drammaticità del serial killer, l’episodio 8 di Original Sin ha anche sviluppato i suoi personaggi. Harry Morgan (Christian Slater) e Maria LaGuerta (Christina Milian) si sono avvicinati, Dexter (Patrick Gibson) ha imparato a fidarsi dei suoi istinti oscuri e Deb (Molly Brown) ha avuto il suo primo assaggio di tradimento e un accenno di ciò che la sua vita sentimentale le avrebbe offerto nella serie principale. L’episodio 8 di Original Sin ha avuto così tante rivelazioni e sviluppi importanti che è stato quasi troppo difficile tenere traccia di tutto ciò che è accaduto, e potrebbe valere la pena di fare un riassunto.

Harry Morgan ha detto a Dexter di rintracciare Deb e ha negato che Aaron Spencer possa essere un assassino

Dopo che Deb si è allontanata da Harry nell’episodio 7 di Original Sin, gli ha detto che sarebbe andata a stare con il suo ragazzo, Gio (Isaac Gonzalez Rossi). Tuttavia, Harry non aveva capito che Gio è un venticinquenne che esce con una diciassettenne, quindi si è comprensibilmente infuriato quando Dexter gli ha detto che aveva un appartamento sulla spiaggia. Dexter disse anche a Harry che lui, Deb e Gio avevano rubato l’auto di Tiffany durante il loro doppio appuntamento. Harry ha poi ordinato a Dexter di rintracciare Deb e riportarla a casa, vedendo apparentemente la sua decisione di scappare con lui come un atto di ribellione adolescenziale.

Dopo aver detto a Dexter di rintracciare Deb, Dexter condivide la sua rivelazione che il capitano Aaron Spencer è il cattivo principale di Original Sin. Harry, come prevedibile, non è interessato alla teoria di Dexter. Sottolineò che Dexter aveva solo prove circostanziali per sospettare di Spencer, e sottolineò anche il fatto che conosceva Spencer da oltre 20 anni e che in quel periodo era sempre stato solo un buon capitano e un buon poliziotto. Harry si sente talmente offeso dall’insinuazione che Spencer avrebbe rapito il suo stesso figlio che dice a Dexter che sta proiettando la sua oscurità interiore su tutti quelli che lo circondano.

Deb è andata con Gio a Bimini e Sofia ha detto a Dexter che Deb ha allontanato tutti

Deb dexter original sin

Deb non si è limitata a passare la notte nell’appartamento di Gio, ma ha deciso di accompagnarlo in uno dei suoi viaggi di lavoro. Gio doveva recarsi a Bimini, una catena di isole delle Bahamas, per ritirare un pacco per suo padre. Una volta arrivati, Deb e Gio diedero un’enorme festa con tanto di alcol, cocaina e musica latina sulla spiaggia. Stranamente, Gio si è arrabbiato perché Deb aveva notato degli uomini che stavano portando una cassa sulla sua barca, ma le ha anche regalato un braccialetto di diamanti. Deb ha anche detto a Gio di amarlo, anche se lui non ha ricambiato.

Allo stesso tempo, Dexter stava seguendo gli ordini di Harry di rintracciare Deb. Purtroppo, questo significava che doveva chiedere aiuto a Sofia, che pensava che Dexter la tradisse. Dopo aver limonato con il suo nuovo ragazzo, nel vano tentativo di far ingelosire Dexter, Sofia gli dice il cognome di Gio. Sofia dice anche che Deb non vuole essere trovata e che ha allontanato tutti da quando è stata cacciata dalla squadra di pallavolo. Deb aveva perso la sua migliore amica e il college dei suoi sogni in un solo giorno, quindi sembrava che stesse usando Gio come un meccanismo di coping malsano.

Maria LaGuerta e Harry hanno fatto un viaggio in macchina fino a Tampa mentre indagavano sull’assassino di NHI

Maria LaGuerta e Harry

Il motivo principale per cui Harry non è riuscito a rintracciare Deb da solo è che stava facendo un viaggio a Tampa con Maria LaGuerta (Christina Milian). Dopo aver trovato Maria che baciava un giovanissimo Miguel Prado, lei e Harry si sono messi alla ricerca di Paul Petrie, l’uomo che possedeva l’auto su cui stavano indagando nell’ambito del caso dell’assassino di NHI nell’ episodio 7 di Original Sin. Durante il tragitto, Harry e Maria hanno avuto un momento di unione in macchina. Harry ha raccontato di aver avuto difficoltà a relazionarsi con Deb e Maria gli ha parlato delle sue esperienze di ribellione adolescenziale dopo essere emigrata in America.

Miguel Prado era un personaggio importante e il procuratore distrettuale nella terza stagione di Dexter.

Quando Maria e Harry arrivarono finalmente a Tampa, scoprirono che la casa di Petrie era già una scena del crimine. Alcuni detective locali li informano sulle loro indagini e rivelano che Petrie non può essere il killer della NHI perché è stato ucciso settimane prima. Petrie era anche un terapeuta per giovani problematici e, in base al fatto che parti della sua agenda erano state strappate, la polizia di Tampa decise che il principale sospettato era uno dei suoi pazienti. Sfortunatamente, avevano più di 300 pazienti da controllare, quindi hanno accolto con favore l’aiuto di Harry e Maria.

Spencer ha cercato di distrarre Dexter con i casi irrisolti, ma Dexter l’ha seguito a un incontro squallido

Spencer ha cercato di distrarre Dexter

Dopo aver scoperto che il capitano Spencer aveva ucciso Jimmy Powell e rapito Nicky, Dexter ha avuto qualche problema al lavoro. Spencer ordina a Dexter di iniziare a riesaminare gli schizzi di sangue sui casi irrisolti per distrarlo dall’indagare ulteriormente sul rapimento di Nicky. Tanya Martin (Sarah Michelle Gellar) e Camilla Figg (Sarah Kinsey) pensano che sia un segno che Spencer sia rimasto impressionato dalla capacità di Dexter di trovare la goccia di sangue sul lato della scatola, ma Dexter ne sa di più. Si chiese cosa Spencer non volesse che trovasse, così decise di continuare a scavare.

Spencer ordina a Dexter di iniziare a riesaminare gli schizzi di sangue sui casi irrisolti per distrarlo dall’indagare ulteriormente sul rapimento di Nicky.

Spencer dice ai detective della polizia di Miami che sarebbe andato a casa per pranzo per farsi una doccia e Dexter lo segue quando esce. Tuttavia, Spencer non è andato a casa e Dexter lo ha seguito fino a un losco incontro con un giovane. Spencer dà al ragazzo un mucchio di soldi e una busta di plastica e Dexter decide di seguirlo. Alla fine, lo stesso giovane si fermò davanti a una casa con uno gnomo nel cortile. Prima che Dexter potesse scoprire cosa c’era nella borsa, però, Harry lo chiamò e chiese di sapere dove fosse Deb.

Il sospetto di Maria che Harry è stato ucciso, ma Harry ha scoperto che Brian Moser era l’assassino della NHI

Dexter Maria harry

Dopo aver scoperto che Paul Petrie era stato ucciso, Harry e Maria tornarono al dipartimento di polizia di Tampa per iniziare a spulciare l’elenco dei suoi clienti. Alla fine, Harry si imbatte nel fascicolo di Brian Moser, il figlio dell’informatrice Laura Moser, amante segreta di Harry e madre di Dexter. Dopo aver convinto Maria a prendere un caffè, Harry esaminò il fascicolo di Brian e dedusse che si trattava del killer della NHI. La prima delle vittime dell’NHI lavorava come infermiera presso l’ospedale psichiatrico in cui era stato ricoverato Brian e la sua lista di tendenze violente lo rendeva perfetto.

Anche se Harry ha risolto il caso del NHI Killer, non ha condiviso la sua scoperta con Maria. Anzi, ha cercato di nascondere il fascicolo di Brian nella propria borsa, evidentemente cercando di coprire completamente il coinvolgimento di Brian nel crimine. Parte del motivo per cui Harry ha cercato di coprire Brian è che il suo arresto avrebbe portato alla luce molti dei segreti più oscuri di Harry. Harry ha cercato di nascondergli le origini di Dexter per tutta la stagione e l’arresto di Brian avrebbe svelato tutto in un istante. È probabile che Harry provi anche un certo senso di colpa per aver fatto di Brian un assassino, visto che il fascicolo di Petrie menziona espressamente Harry più volte.

Gli uomini di Hector Estrada hanno rapito Laura e i suoi figli dopo averla vista parlare con Harry

Hector Estrada Laura Dexter

Dopo aver visto il fascicolo di Brian Moser, Harry ha avuto un altro flashback di una delle ultime volte che ha visto Brian da bambino. Harry e Laura (Brittany Allen) si incontrano in un parco per discutere di ciò che il boss della droga Hector Estrada le aveva detto nell’episodio precedente. Laura ha spiegato che Estrada voleva che lei vedesse da vicino le sue operazioni di spaccio e le aveva fatto organizzare una spedizione al cantiere navale. Purtroppo, mentre si incontravano, uno degli uomini di Estrada stava sorvegliando Laura e l’ha vista incontrare Harry, un noto detective della narcotici.

Quando Estrada ha avuto la certezza che Laura stava lavorando con la polizia, ha agito rapidamente. Mentre Laura si faceva dipingere le unghie di colori diversi da Brian, un gruppo di uomini di Estrada fece irruzione nella loro casa. Dopo una lotta, riuscirono a sottomettere Laura, Brian e Dexter e quando Bobby e Harry arrivarono alla casa, non c’era traccia di loro. I fan del Dexter originale sapranno come si svolge il rapimento e sanno che Harry non troverà Laura finché non sarà troppo tardi.

Dexter ha scoperto che Gio era fidanzato e Deb ha scoperto che stava contrabbandando qualcosa

Dexter Gio

Dopo che Harry gli ha detto di smettere di indagare sul Capitano Spencer, Dexter è tornato a cercare Deb. Alla fine trova l’appartamento di Gio, ma quando vi arriva risponde una donna. Spiegò di essere la fidanzata di Gio e che Deb era solo una delle tante donne che Gio seduceva per divertirsi. La fidanzata spiegò a Dexter che anche lei lo tradiva, tuttavia, quindi la loro strana relazione funzionava in qualche modo. In seguito, Dexter prende in prestito il suo telefono per chiamare Camilla e accettare finalmente l’offerta di prendere in prestito la sua barca.

Allo stesso tempo, Deb inizia a scoprire da sola le crepe nella facciata perfetta di Gio. Mentre stavano cenando, Deb si scusò per prendere il cappotto dalla barca di Gio. Mentre era a bordo, trovò diverse casse nascoste sotto i sedili e Gio le disse che pensava che sarebbe stata una “brava ragazza” e non avrebbe fatto domande sul suo lavoro. Gio probabilmente contrabbandava droga, visto che in precedenza aveva dato a Deb della cocaina e conduceva uno stile di vita piuttosto sfarzoso, e ha cacciato Deb dalla barca, lasciandola a Bimini senza un modo per tornare a casa.

Deb e Dexter hanno avuto un cuore a cuore sulla barca di Camilla e lui ha trovato il suo nuovo terreno di sepoltura

Dexter Camilla

Anche se Deb era bloccata, Dexter è fortunatamente venuto in suo soccorso. Grazie alla barca di Camilla, la Slice of Pie, Dexter è riuscito a rintracciare Deb a Bimini e l’ha trovata a gridare a Gio sulla spiaggia. Dopo aver condiviso quanto appreso su Gio, Dexter riporta Debra a casa. Mentre erano in barca, Deb ha iniziato ad aprirsi su come sentiva che a Harry non importava di lei e su come la sua vita si stava disfacendo, e Dexter ha sorprendentemente condiviso le sue riserve sulla sua relazione con Harry. In realtà è stato un momento piuttosto sano tra fratelli e Dexter ha persino detto di capire Deb.

Se da un lato il viaggio in barca ha aiutato Dexter a fare progressi nella sua relazione con Deb, dall’altro lo ha aiutato a fare progressi come serial killer. A un certo punto, Deb getta in mare il braccialetto di diamanti che Gio le aveva regalato. Quando le chiese se c’era modo di recuperarlo, Dexter le disse che una volta che una cosa era in mare, era persa per sempre. Questo momento ha chiaramente dato a Dexter l’ispirazione per iniziare a gettare le sue vittime di omicidio nell’oceano, e sembra che sia solo una questione di tempo prima che Original Sin risolva il problema della barca di Dexter.

Il Capitano Spencer ha incastrato i Los Tigres per il rapimento di Nicky e ha dato il via a una massiccia sparatoria

Captain Spencer

Dexter è stato chiamato al lavoro dopo aver accompagnato Deb a casa, e ha finalmente scoperto cosa stava combinando Spencer con il suo misterioso incontro e la sua borsa di plastica. La polizia di Miami ha ricevuto una soffiata secondo cui Nicky Spencer era stato avvistato in un noto nascondiglio del cartello Los Tigres, così ha riunito una squadra SWAT per fare irruzione nell’edificio. Mentre erano lì, hanno scoperto la stessa maglia che Spencer aveva tolto a suo figlio all’inizio dell’episodio, e Dexter ha poi trovato la borsa che ha visto Spencer dare al bambino. Era chiaro che Spencer stava cercando di incastrare i Los Tigres per il rapimento di Nicky.

Sembra che Spencer volesse solo una scusa per uccidere alcuni membri del cartello e che questa fosse la sua motivazione principale per il rapimento di Nicky.

Dopo che Spencer ha iniziato a comportarsi in modo aggressivo a casa dei Los Tigres, è diventato chiaro il motivo per cui voleva incastrare i cartelli per il rapimento di Nicky. Spencer ha iniziato a istigare i membri del cartello nella casa puntando loro la pistola in faccia e urlando, e alla fine hanno preso le loro pistole nascoste e hanno iniziato una sparatoria con la polizia di Miami. Sembra che Spencer volesse solo una scusa per uccidere a colpi di pistola alcuni membri del cartello e che questa fosse la sua motivazione principale per il rapimento di Nicky. Ora, però, Dexter è assolutamente convinto che dietro i rapimenti ci sia Spencer, e quasi sicuramente otterrà presto giustizia.

Maria ha trovato il file di Brian Moser poco prima di sapere che Bobby Watt era stato ucciso

Maria

Dopo aver lasciato il dipartimento di polizia di Tampa, Harry e Maria si sono fermati a cena. Mentre Harry era fuori dall’auto per comprare del cibo, Maria decise di controllare il suo caso dopo che lui si era comportato in modo sospetto con le cartelle dei pazienti. Maria scopre che Harry ha rubato la cartella di Brian Moser, ma ha solo il tempo di guardare il suo nome prima che Harry torni in macchina. Anche se non ha ottenuto molte informazioni, Maria è decisamente sospettosa di Harry e del suo legame con Brian. Fortunatamente per Harry, non ha avuto modo di interrogarlo.

Durante lo scontro a fuoco con il cartello dei Los Tigres, il partner di Harry, Bobby Watt (Reno Wilson), viene colpito al collo. Si trattava chiaramente di una ferita grave, visto che dovette essere trasportato fuori dalla scena del crimine sul retro di uno scudo antisommossa, ed era anche abbastanza grave da indurre qualcuno a chiamare e informare Harry. Quando Harry ricevette la notizia sul telefono dell’auto, questa ebbe immediatamente la precedenza sul fascicolo di Brian Moser, e lui e Maria tornarono di corsa a Miami per far visita a Bobby in ospedale. Per il momento il segreto di Harry è al sicuro, ma le condizioni di Bobby Watt sembrano molto più gravi.

Hector Estrada ha ordinato ai suoi uomini di uccidere Laura Moser con una motosega

Hector Estrada

Nei momenti finali dell’episodio 8 di Dexter: Original Sin, lo show è arrivato a uno degli eventi più importanti della vita di Dexter. Dopo il rapimento di Laura, Brian e Dexter, gli uomini di Hector Estrada li hanno tenuti confinati in un container. Come rivelato nella stagione 1 di Dexter, quel container è stato il luogo in cui Laura Moser è stata uccisa davanti a Brian e Dexter, ed è stato il luogo in cui il passeggero oscuro di Dexter è nato nel sangue. Estrada ordinò quindi ai suoi uomini di fare a pezzi Laura con una motosega e di far pagare a Dexter e Brian i “peccati della madre”.

È chiaro che a Laura Moser non resta molto tempo da vivere in Original Sin e la serie si sta preparando ad approfondire il ruolo di Harry nella sua morte. Harry troverà Brian e Dexter nel container, che si bagnano nel sangue della madre, e in seguito adotterà Dexter. Questo significa anche che Original Sin potrebbe approfondire le ragioni che hanno spinto Harry a non adottare Brian Moser e potrebbe addirittura renderlo responsabile della trasformazione di Brian nel killer del camion frigo. In breve, Dexter: Original Sin si prepara alla tragedia.

Cobra Kai – Stagione 6, clip: Miyagi-Do si allena per il round finale

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Netflix sta condividendo uno sguardo ravvicinato agli ultimi episodi di Cobra Kai. Lo show, che ha debuttato nel 2018, è la continuazione del franchise di Karate Kid e segue la rivalità in corso tra i personaggi storici Daniel LaRusso (Ralph Macchio) e Johnny Lawrence (William Zabka), vantando un vasto cast corale che include molti nuovi arrivati e personaggi storici. L’imminente stagione 6 di Cobra Kai, parte 3, chiuderà sia la stagione che la serie nel suo complesso con cinque episodi finali.

Netflix ha ora offerto diversi nuovi scorci della stagione 6, parte 3 di Cobra Kai. Si tratta di tre nuove immagini in anteprima degli episodi finali. Due delle immagini mostrano Daniel e Johnny impegnati in diverse sessioni di allenamento individuali con gli studenti, presumibilmente per prepararsi alla continuazione del torneo mondiale Sekai Taikai. Un’altra mostra Tory Nichols (Peyton List) mentre si allena da sola, senza uniforme. Le immagini sono riportate di seguito:

Cobra Kai - Stagione 6

Il servizio di streaming ha anche rilasciato un nuovo sneak peek della stagione 6, parte 3. Il filmato include le scene di allenamento mostrate nelle nuove immagini, con una voce fuori campo che spiega che i personaggi si stanno preparando per il torneo, che ha “un pubblico molto più numeroso di prima”. La voce fuori campo sottolinea anche che “la posta in gioco non è mai stata così alta”, prima che il teaser riveli che l’oratore è il capo della Sekai Taikai, che dice di essere arrivato nella Valle nel tentativo di evitare ulteriori drammi con il torneo. Guardate il video qui sotto:

Cosa significa per Cobra Kai

Questo nuovo teaser offre un contesto fondamentale per gli episodi finali della serie. Mentre c’era qualche dubbio sulla continuazione del torneo dopo la morte di Kwon Jae-Sung (Brandon H. Lee), ucciso durante una scaramuccia scoppiata nell’episodio finale della stagione 6 parte 2 di Cobra Kai. Lo sneak peek ha rivelato definitivamente che il torneo continuerà, anche se è implicito che è passato del tempo tra il finale della seconda parte e la prima della terza.

Con la ripresa del torneo, è vero che la posta in gioco non è mai stata così alta. Il torneo in sé si rivelerà un’enorme fonte di ansia per i restanti personaggi di Cobra Kai, poiché il suo esito potrebbe determinare il loro futuro. Tuttavia, le continue tensioni tra i partecipanti sono già diventate mortali, il che significa che un altro scontro potrebbe macchiare per sempre la reputazione del torneo e che, nel peggiore dei casi, altre vite potrebbero essere in pericolo.

Death by Lightning: prime foto della nuova serie Netflix dai creatori di Game of Thrones

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Le prime immagini di Death by Lightning sono state rivelate in vista dell’uscita della serie nel 2025. Prodotto dai creatori di Game of Thrones David Benioff e D.B. Weiss, lo show di Netflix è un dramma storico incentrato sulla presidenza e sull’assassinio di James Garfield, interpretato da Michael Shannon. Il cast di Death by Lightning comprende anche Matthew Macfadyen nel ruolo dell’assassino, Charles J. Guiteau, Nick Offerman nel ruolo di Chester A. Arthur e Betty Gilpin nel ruolo di Lucretia Garfield.

Ora Netflix ha pubblicato le prime immagini che ritraggono Shannon, Macfadyen, Offerman e Gilpin nei panni dei loro personaggi storici. Le immagini includono una folla che festeggia e guarda verso l’alto, Garfield e sua moglie che si guardano amorevolmente durante un evento formale, un Guiteau preoccupato che si fa strada tra la folla e Garfield che viene acclamato, presumibilmente dopo essere stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Guardate le immagini qui sotto:

Cosa significa questo per Death By Lightning

Nonostante sia stato solo uno dei quattro presidenti in carica a essere assassinato, la storia di Garfield non è così nota rispetto a quella di molti altri ex presidenti degli Stati Uniti. La sua storia ha ora il potenziale per diventare più nota in base a ciò che viene mostrato nelle prime immagini di Death by Lightning. Tra la barba, l’abbigliamento e il modo in cui si tiene in piedi, Shannon ha l’aspetto e il comportamento appropriati per Garfield, sia per quanto riguarda il modo amorevole in cui guarda la moglie sia per il modo in cui si comporta quando è circondato da altri.

Death by Lightning è basato sul libro del 2011 di Candice Millard Destiny of the Republic: A Tale of Madness, Medicine and the Murder of a President, che racconta la presidenza e l’assassinio di James Garfield.

Il resto del cast, tra cui Macfadyen, Offerman e Gilpin, sembra altrettanto adatto ai rispettivi personaggi. Death by Lightning difficilmente raggiungerà le vette di Succession della HBO, ma potrebbe comunque finire per essere una delle migliori serie televisive di Matthew Macfadyen. Macfadyen conferisce a Guiteau un’aria preoccupata e frenetica che probabilmente si rifletterà sulla decisione di assassinare Garfield. La serie probabilmente esplorerà il disturbato Guiteau che prova risentimento nei confronti di Garfield per non avergli dato una posizione di governo, e questo risentimento si trasformerà in un omicidio.

Ginny & Georgia: confermata la data di uscita della terza stagione

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È stata confermata la data di uscita della terza stagione di Ginny & Georgia. La dramedy ha debuttato su Netflix nel febbraio 2021, con Brianne Howey e Antonia Gentry nei panni della coppia figlia-madre Georgia e Ginny Miller. La storia inizia concentrandosi su Georgia, l’adolescente Ginny Miller e il figlio di nove anni di Georgia, Austin (Diesel La Torraca), mentre si trasferiscono nella città fittizia di Wellsbury, nel Massachusetts, in cerca di un nuovo inizio dopo la morte del marito di Georgia. Il cast di Ginny & Georgia comprende Felix Mallard, Katelyn Wells, Jennifer Robertson, Scott Porter, Raymond Ablack, Katie Douglas, Chelsea Clark e Nathan Mitchell.

Il dramma familiare, con echi di Gilmore Girls, si è rivelato un grande successo per Netflix. La seconda stagione è stata nella Top 10 della classifica Nielsen degli streaming per otto settimane dopo la prima. Forte della sua popolarità, la terza stagione di Ginny & Georgia è stata rinnovata insieme alla quarta. Sebbene l’annuncio sia stato fatto quasi due anni fa, il debutto dei nuovi episodi è stato influenzato dagli scioperi degli sceneggiatori e degli attori che si sono protratti per gran parte del 2023. Ma l’attesa è quasi finita.

La terza stagione di Ginny & Georgia uscirà in estate

Nell’ambito dell’evento Next on Netflix, è stata confermata la finestra di uscita di diversi show. Stranger Things e Cobra Kai termineranno nel corso dell’anno, così come il thriller romantico di Penn Badgley YOU. Altri titoli importanti, tra cui l’attesa stagione 2 di Wednesday e gli episodi finali di Squid Game, usciranno nel 2025. Ginny & Georgia fa parte di questa lista e rappresenta il primo aggiornamento importante per il dramma familiare dopo diversi mesi.

Netflix ha rivelato che laterza stagione di Ginny & Georgia uscirà il 5 giugno. Ciò significa che la saga familiare ha avuto un intervallo di ben due anni, con la seconda stagione che uscirà in binge drop nel gennaio 2023. Gli spettatori della serie hanno molto da recuperare, soprattutto per quanto riguarda i cliffhanger più importanti e i nuovi membri del cast.

Cosa significa la terza stagione di Ginny & Georgia per lo show

Lo sviluppo più importante da ricordare del finale della seconda stagione di Ginny & Georgia è che Georgia viene arrestata per l’omicidio di Tom Fuller (Vincent Legault). La trama è l’apice di un tema ricorrente che rende l’originale Netflix molto diverso da Gilmore Girls. Georgia ha la tendenza a fare di tutto per proteggere le persone a cui tiene. Questa tendenza riaffiora nel finale della seconda stagione, quando soffoca il comatoso Tom per aiutare la sua ex rivale Cynthia (Sabrina Grdevich) ad andare avanti.

È già abbastanza grave che Austin, il più giovane di Georgia, veda accidentalmente l’omicidio. Georgia viene infine arrestata durante il suo matrimonio con Paul (Porter). La prossima puntata riprenderà questo filo conduttore. Secondo la sinossi, questo lascia Ginny in una posizione poco invidiabile, in quanto decide se può davvero stare al fianco di Georgia in questo momento difficile. Anche questo è stato un filo conduttore ricorrente del drama, in quanto diversi individui ed eventi hanno cercato di mettere zizzania tra madre e figlia.

Tutto questo si svilupperà mentre la serie darà il benvenuto a nuovi volti. Ty Doran interpreterà un compagno di classe nel corso di poesia di Ginny. Noah Lamanna, invece, interpreta Tris, descritto come un intelligente skateboarder e amico intimo di Marcus (Mallard) e Silver (Wells). Quest’ultimo duo è tra quelli che ritornano nell’ensemble, mentre il cast principale dovrebbe riprendere i propri ruoli al momento.

Chicago Fire 13: lo showrunner sull’imminente evento crossover “Si stanno prendendo grandi decisioni”:

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L’epico evento crossover di One Chicago mette a dura prova la coppia Stella e Severide, beniamini dei fan di Chicago Fire. La stagione 13 di Chicago Fire ha continuato a proporre forti archi narrativi e di personaggi, e l’episodio crossover di mercoledì non ha fatto eccezione. Stella e Severide sono stati ancora una volta al centro dell’attenzione: gli eventi hanno cospirato per separare la coppia sposata e Stella si è trovata in pericolo di vita dopo che un’esplosione di gas l’ha vista intrappolata sottoterra su un treno, con comunicazioni limitate. Severide e la caserma dei pompieri 51 sono riusciti a raggiungere il treno appena in tempo, ma questo ha certamente contribuito a mettere le cose in prospettiva per la coppia.

Secondo TVLine, la showrunner Andrea Newman rivela che gli eventi dell’episodio potrebbero essere un momento importante per Stella e Severide, e cambiare il modo in cui la coppia affronta la propria relazione. L’episodio, inoltre, riporta a galla una questione che era stata affrontata per la prima volta tra i due nella season premiere, oltre ad aiutare la coppia a rivalutare le proprie priorità. La Newman continua suggerendo che Stella e Severide devono ora capire dove si trovano come coppia. Di seguito riportiamo i suoi commenti completi sull’argomento:

“Si sono fatti la promessa di non separarsi di nuovo e di non stare lontani il più possibile, e poi questo episodio li ha divisi. Andando avanti, si tratta di capire dove si trovano come coppia, e le conversazioni sulla famiglia vengono davvero fuori.

È qualcosa con cui devono fare i conti in futuro, e vengono prese decisioni importanti. Penso che tra gli eventi del crossover e la persona del suo passato che si fa avanti e parla del suo passato in un modo in cui non ci aveva mai pensato prima, questo avrà un impatto sul modo in cui lei vede il suo rapporto con Severide e come vede l’idea di famiglia in futuro”.

Cosa significa per il futuro di Stella e Severide

Il fatto che Stella e Severide abbiano già accettato di passare meno tempo lontani l’uno dall’altra nella stagione 13 di Chicago Fire significa che quest’ultimo sviluppo è destinato a causare molta angoscia per entrambi. I due hanno già discusso di lasciare la città, con Severide che vuole aspettare un momento migliore. La frase pronunciata da Severide alla moglie, “Andiamocene da qui”, suggerisce che si è avvicinato al suo modo di pensare. In effetti, l ‘esperienza di quasi morte di Stella potrebbe portare entrambi a riconsiderare ciò che vogliono dalla loro carriera e dalla loro relazione, decidendo di mettere se stessi al primo posto.

Non è chiaro quale sarà l’impatto sulla coppia, ma potrebbe spingere uno dei due, o entrambi, a prendere in considerazione un cambiamento di carriera.

All’inizio della stagione, Stella aveva detto al marito di voler avere un bambino, e gli eventi del crossover hanno probabilmente cementato ulteriormente questa decisione. Gli eventi della stagione 13, episodio 9, di Chicago Fire sembrano aver spianato la strada a un arco di gravidanza di Stella, e la sua esperienza di quasi morte nel crossover potrebbe spingere lei e Severide a cercare subito una famiglia. Questo sarà probabilmente un punto di svolta per il loro futuro e metterà le cose più a fuoco per entrambi i personaggi a lungo termine, il che potrebbe portare a grandi cambiamenti di vita e forse anche a una discreta quantità di attriti.

The Recruit 3 riceve un aggiornamento sincero dal creatore: “C’è molta buona volontà in Netflix…”

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The Recruit 3 riceve un aggiornamento dal creatore della serie Alexi Hawley. Dopo il teso cliffhanger della prima stagione di The Recruit, il secondo episodio del thriller di spionaggio, recentemente presentato, vede l’avvocato della CIA Owen Hendricks (Noah Centineo) recarsi in Corea del Sud per collaborare con un nuovo potenziale alleato, Jang Kyu (interpretato dalla star di Past Lives Teo Yoo). Composta da sei episodi, la nuova stagione del thriller ha ottenuto recensioni ampiamente positive per il suo ritmo sostenuto e le impressionanti scene d’azione.

In un’intervista rilasciata a Deadline, Hawley è stato interrogato sulla probabilità di un rinnovo per la terza stagione. Il creatore della serie è ottimista. Ha detto che l’attore principale e produttore esecutivo Centineo è considerato una star nostrana, probabilmente in riferimento alla sua performance di successo in To All the Boys I’ve Loved Before. Inoltre, Hawley afferma che i responsabili di Netflix hanno “molta buona volontà” nei confronti della serie. Nella citazione che segue, Hawley parla della volontà di girare un eventuale ritorno all’estero:

Hawley: Stiamo aspettando che Netflix faccia ufficialmente le sue cose. C’è molta benevolenza all’interno di Netflix nei confronti della serie e di Noah; credo che sentano Noah come una sorta di star nostrana, come è. Quindi, mi sento molto ottimista, per quanto si possa essere ottimisti in questa città in questo momento. Ci ho pensato, a grandi linee. Sarebbe sicuramente bello [girare all’estero]. Nella prima stagione avremmo dovuto viaggiare molto di più, ma la pandemia, in realtà, ha fatto sì che Doug Liman andasse a girare a Vienna, mentre tutto il resto è stato girato a Montreal e per finta. Siamo stati in Corea per circa un mese a girare quella roba, quindi sarebbe fantastico rifarlo.

Non so ancora esattamente dove voglio andare. Sento che abbiamo fatto la Russia e la Corea. Quindi forse l’America Latina, l’Africa sarebbero eccitanti. Il pubblico americano non viene esposto molto all’Africa nella nostra narrazione per molte ragioni, ma credo che sarebbe davvero interessante.

Quindi non siete ancora nella stanza degli sceneggiatori per lavorare alla terza stagione?

Hawley: No, non ancora.

Cosa rivelano i commenti di Hawley sulla terza stagione di The Recruit

the recruit - stagione 2

Quando la prima stagione di The Recruit ha debuttato nel dicembre 2022, ha generato un forte interesse, ma è stata una delle serie originali Netflix meno seguite ad ottenere un rinnovo. Questo è stato rivelato da un foglio di calcolo, pubblicato dallo streamer, che ha monitorato tutti i titoli guardati nell’arco di sei mesi. La nuova stagione è in una buona posizione per ottenere risultati migliori. Con soli sei episodi, un focus più stretto e l’uscita al di fuori delle festività natalizie, potrebbe ottenere un buon numero di spettatori.

L’ultima stagione arriva sulla scia di L’agente di notte, che è tornata forte per la sua seconda uscita, quindi la dramedy spionistica guidata da Centineo potrebbe mantenere questo slancio. Data la buona volontà di cui parla Hawley e il fatto che la stella di Centineo è stata aiutata nel lancio da Netflix, una performance migliore potrebbe aumentare di molto le possibilità di rinnovo. I dati relativi agli spettatori saranno fondamentali da tenere sotto controllo nelle prossime settimane e mesi, poiché la seconda stagione diThe Recruit si conclude con uno spazio per altri episodi.

Kevin Costner tornerà a Yellowstone in una nuova serie tv in tre parti

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Kevin Costner è uno dei nomi più riconoscibili del cinema americano fin dagli anni Ottanta. Tra i suoi primi progetti di successo figurano Silverado (1985), Gli intoccabili (1987), Bull Durham (1988) e Field of Dreams (1989). Il suo successo è continuato e si è evoluto all’inizio degli anni Novanta, quando si è cimentato in film come Balla coi lupi (1990), Robin Hood: principe dei ladri (1991), JFK (1991) e La guardia del corpo (1992). Il resto del decennio, tuttavia, è stato più che altro un periodo misto.

Dopo Wyatt Earp (1994), Waterworld (1995) e Il postino (1997), gli anni 2000 hanno visto lo status di star del cinema di Costner cambiare leggermente. Nel 2003 ha recitato e diretto Open Range, che rimane uno dei western più amati di Costner, ma i 20 anni successivi lo hanno visto protagonista di una serie di titoli generalmente minori, con alcune eccezioni degne di nota. Ha anche interpretato ruoli di supporto in film come Man of Steel (2013) e Jack Ryan: Shadow Recruit (2014). Nel 2018, però, Kevin Costner ha messo in scena un ritorno nel mondo della TV.

Kevin Costner fa il suo ritorno a Yellowstone con una nuova docuserie

Kevin Costner
Kevin Costneral Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Dopo aver lasciato Yellowstone, Kevin Costner è ora pronto a esplorare il luogo reale di Yellowstone a Yosemite con Kevin Costner, una nuova serie. Costner è apparso per la prima volta nel 2018 nel ruolo di John Dutton nella serie neo-western di Paramount Network di Taylor Sheridan, . Ha interpretato il personaggio per quattro stagioni e mezzo, per poi lasciare lo show prima della quinta stagione, parte 2. Ora, dopo il finale della serie Yellowstone, l’attore ha già un nuovo progetto in arrivo in un futuro molto prossimo.

Fox Nation annuncia ora che Costner sarà il conduttore e il produttore esecutivo di una nuova docuserie intitolata Yellowstone to Yosemite with Kevin Costner. La serie, divisa in tre parti, debutterà su Fox Nation sabato 8 febbraio e i restanti episodi avranno cadenza settimanale. La serie segna la seconda collaborazione di Costner con Fox Nation dopo il successo di Yellowstone: One-Fifty nel 2022.

Yellowstone to Yosemite segue Costner mentre ripercorre il percorso della spedizione di Theodore Roosevelt nello Yosemite del 1903, guidata da John Muir, che ha portato sia la Yosemite Valley che Mariposa a far parte del parco nazionale. Di seguito trovate la sinossi completa della serie e un’immagine promozionale:

“Yellowstone to Yosemite with Kevin Costner” consisterà in tre episodi in cui Costner ripercorrerà le orme dell’importante spedizione del 1903 nello Yosemite del 26° presidente Teddy Roosevelt e del sostenitore dell’ambiente John Muir. Attraverso immagini spettacolari della geologia, della flora e della fauna di Glacier Point, El Capitan, le cascate dello Yosemite e altro ancora, Costner fa rivivere l’affascinante viaggio e le lunghe battaglie per preservare la frontiera americana. Accanto all’esplorazione attiva del parco da parte di Costner, ogni episodio approfondisce la storia del viaggio che ha cambiato l’America.

Nel corso del viaggio, Costner esplora la ricca eredità indigena della regione, l’arrivo casuale degli stranieri nel 1850 e il modo in cui John Muir si è trasformato in un crociato per i nostri luoghi più selvaggi. Attraverso il punto di vista di Costner, egli illumina la lotta condotta da Muir per contrastare l’intricata politica di gestione delle risorse e come l’intervento di Roosevelt sia culminato nell’istituzione di un sistema di parchi nazionali più strutturato, nella creazione di 150 foreste nazionali, di 5 parchi nazionali e nella conservazione e protezione di 230 milioni di acri di terra preziosa.

Stranger Things 5: i creatori ammettono che il piano di rilascio non è ancora definitivo: “Anche il 2025] è una bella sfida”

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I fratelli Duffer ammettono che il progetto della quinta stagione di Stranger Things non è ancora definitivo, spiegando che la finestra di uscita del 2025 è ancora “una bella spinta”. Netflix ha annunciato che la quinta stagione di Stranger Things uscirà nel 2025: la stagione di otto episodi segnerà la fine del popolare mystery horror fantascientifico sulla piattaforma. Le riprese sono iniziate l’8 gennaio 2024 e si sono concluse il 20 dicembre 2024; il programma di produzione lungo un anno indica quanto saranno massicci gli ultimi episodi della serie. Il suo ritorno segna anche più di tre anni dalla stagione 4, i cui episodi finali sono arrivati il 1° luglio 2022.

Tuttavia, parlando con Variety, i fratelli Duffer hanno ammesso che la data di uscita della quinta stagione di Stranger Things, prevista per il 2025, non è ancora fissata, nonostante le precedenti conferme sulla data di uscita. Matt Duffer ha detto che la coppia deciderà presto una data di uscita esatta con Netflix, affermando che, nonostante le speranze di un’uscita quest’anno, sarebbe “una bella spinta”. Ross Duffer ha riflettuto sui tempi “stretti” della quarta stagione, sperando che gli ultimi episodi non siano così frenetici. Scoprite cosa hanno detto i creatori della serie qui sotto:

Matt Duffer: Molte cose non sono state decise, in termini di date di uscita e cadenza. Questo è uno dei motivi per cui non mi è permesso parlarne. Ci chiameremo tra un paio di settimane per parlarne. So solo che era molto importante per noi e per Netflix farlo uscire quest’anno. Ma anche questa è una bella spinta.

Ross Duffer: [Stiamo lavorando il più velocemente possibile. Anche la stagione 4 è stata tagliata in modo così stretto. Abbiamo inserito le riprese degli effetti visivi il giorno dopo il lancio! Quindi speriamo di essere un po’ più puntuali quest’anno… ora si tratta solo di scalare un’altra collina mentre ci dirigiamo verso la fine di questo progetto.

Cosa significa la dichiarazione dei fratelli Duffer per la quinta stagione di Stranger Things

Gli ultimi episodi vedranno il confronto finale del gruppo con Vecna (Jamie Campbell Bower) e concluderanno le storie dei loro personaggi. Data la lunga attesa, è logico che Netflix voglia far slittare l’uscita della stagione finale al 2025.

Tuttavia, dato che le riprese si sono svolte nell’arco di un anno intero, è chiaro che la quinta stagione deve essere molto lunga e i fratelli Duffer vogliono assicurarsi che gli ultimi episodi siano perfetti. Il cast di Stranger Things ha già anticipato alcuni lunghi episodi e un finale ricco di emozioni, rendendo ragione del perché la data di uscita potrebbe essere posticipata. Ma l’annuncio di Netflix che arriverà nel 2025 indica che non vogliono rimandare ulteriormente la nuova stagione, il che significa che potrebbe essere necessaria una tempistica per un’uscita rapida a prescindere.

 

The Recruit – Stagione 2, spiegazione del finale: cosa succederà ora a Owen?

Il finale di The Recruit – Stagione 2 vede l’Owen Hendricks di Noah Centineo portare a termine la sua missione personale di ricongiungere il Jang Kyun di Teo Yoo con la moglie rapita. Nel corso dei sei episodi della seconda stagione di The Recruit, Owen si trova in una situazione simile a quella della prima stagione dopo aver ricevuto una lettera criptica da un’altra ex risorsa della CIA. Dopo essersi recato in Corea del Sud per indagare, scopre che Jang Kyun, un agente del National Intelligence Service, è un graymailer. Come il Max Meladze di Laura Haddock nella prima stagione di The Recruit, Jang Kyun chiede l’assistenza della CIA e minaccia di rivelare informazioni riservate.

Il finale in sospeso di The Recruit – stagione 1 ha sollevato diversi interrogativi sull’identità di Marta, nome falso usato da Karolina, figlia di Max, meglio conosciuta come Nichka, membro della mafia russa. In The Recruit – stagione 2, episodio 6, nel ruolo di “Krysha”, assume un’altra identità, quella di un’esecutrice della mafia russa, per ottenere informazioni sul luogo in cui una banda della Yazuka tiene in ostaggio la moglie di Jang Kyun, prima di tradire definitivamente Owen.

In che modo la Marina degli Stati Uniti ha salvato Owen e Jang Kyun dai russi

Dopo che Owen, Jang Kyun e Nan Lee vengono salvati dalla barca di Yoo Jin e di suo padre, vengono inseguiti dai soldati della Guardia Costiera russa. Miracolosamente, un sottomarino della Marina degli Stati Uniti emerge proprio davanti alla barca di Yoo Jin, spaventando gli inseguitori russi.

L’ufficiale della Marina sul sottomarino scherza dicendo che non perde mai l’occasione di spaventare i russi. Sebbene non venga mai spiegato esplicitamente come la Marina degli Stati Uniti sapesse che Owen era nei guai, è implicito che Nyland deve aver fatto una telefonata dopo aver abbandonato il direttore della CIA Alton West, che ha autorizzato Dawn a eliminare Jang Kyun.

Da che parte sta Nichka? La spiegazione delle motivazioni e del tradimento di Owen

Dopo essere diventata a malincuore una risorsa della CIA nel corso della seconda stagione di The Recruit, Nichka finisce per giocare da tutte e tre le parti del conflitto tra la CIA, l’FSB e la Yakuza. Nichka è motivata principalmente dal denaro e dal potere. Alla fine ha seguito l’offerta economica più alta del FSB.

Nichka rivela anche a Owen, mentre lo tradisce, che otterrà una promozione, presumibilmente al FSB, per aver consegnato lui e Jang Kyun come prigionieri. Non sorprende che la vera lealtà di Nichka sia verso la Russia. Tuttavia, il suo fallimento nel trasformare Owen e Jang Kyun nell’FSB potrebbe mettere in pericolo la sua vita.

Perché Nichka uccide Dawn nel finale della seconda stagione di The Recruit

Dawn aveva ricevuto il via libera per uccidere Jang Kyun dal direttore della CIA West, il che avrebbe interferito con il piano finale di Nichka. Nichka aveva bisogno di Jang Kyun e Owen vivi da consegnare all’FSB per incassare una grossa somma. Sapendo che Dawn non si sarebbe tirata indietro senza combattere, Nichka si prepara a un testa a testa con lei, che finisce per avere un effetto importante sull’esito della seconda stagione di The Recruit. Sia Nichka che Dawn lottavano per le loro ambizioni. Dawn si sarebbe guadagnata la promozione a Mosca Point, mentre Nichka lottava per il proprio guadagno economico e di carriera.

Perché la Yakuza ha rapito la moglie di Jang Kyun, Nan Hee

Attraverso Nichka, Owen dice a Jang Kyun che dietro il rapimento c’è la Yakuza, non i russi. Jang Kyun si ritiene responsabile del fatto che il clan Yamazaki della Russia orientale tenga in ostaggio Nan Lee. Alla fine della terza stagione di The Recruit, spiega a Owen di aver usato l’ONG di Nan Hee per iniettare una criptovaluta marcata – creata dalla NIS e dalla CIA – nella Yakuza a sua insaputa. La Yakuza ha scoperto la criptovaluta e l’ha fatta risalire alla ONG di Nan Hee.

La spiegazione del piano di Owen per salvare Nan Hee dalla Yakuza

Il finale della seconda stagione di The Recruit ha visto una collaborazione tra Owen, Lester e Dawn per salvare Nan Hee. Il direttore della CIA West e Wyland hanno fatto in modo che Amelia “non si occupasse” di Lester e Owen come precauzione per la rischiosa operazione, che ha finito per essere compromessa dopo che Nichka ha ingaggiato la Guardia Costiera russa per indagare sulla barca di Yoo Jin.

Owen e Jang Kyun entrano nella barca della Yakuza travestiti da rappresentanti del rapimento e del riscatto (K&R) nell’episodio 4. Sono arrivati con la scusa di pagare alla Yakuza 10 milioni di dollari per Nan Hee, attirandoli in acque internazionali dove Dawn e i rinforzi avrebbero teso un’imboscata alla loro barca.

Violet ottiene il rilascio di Janus dall’NIS dopo aver fatto un accordo con Grace. L’accordo presumibilmente farà ricadere tutto su Owen per quanto riguarda i due agenti esposti dell’NIS, Jang Kyun e Jae King. Qualunque sia l’accordo stipulato tra Violet e Grace sarà probabilmente al centro della terza stagione di The Recruit, anche se le specifiche del loro accordo non sono del tutto chiare.

Con il potenziale ritorno di Jang Kyun nella prossima stagione come agente della CIA, è difficile dire se la pugnalata alle spalle di Violet nei confronti di Owen nel finale della seconda stagione di The Recruit avrà un peso una volta che gli uomini arriveranno a Washington D.C. È uno dei misteri più grandi che la prossima stagione dello show di Netflix dovrà affrontare immediatamente. Qualsiasi cosa accada loro, determinerà la direzione narrativa della serie.

Perché Dawn ha cercato di sottrarre la stazione di Mosca a Lester

Rappresenta una mentalità dura, da cane mangia cane, che non le fa guadagnare molte alleanze e che alla fine la porta alla morte per mano di Nichka. Allo stesso modo, Dodge, il partner di Dawn, quasi uccide Lester dopo che lei aveva precedentemente mandato un assassino a cercarlo, il che è un altro segno che lei è sempre stata più un nemico che un’amica.

Jang Kyun tornerà come agente della CIA nella terza stagione di The Recruit?

Tuttavia, Owen potrebbe essere incentivato a rimanere alla CIA con Jang Kyun al suo fianco. Grace avrà sicuramente qualcosa da ridire sul potenziale cambio di schieramento di Jang Kyun nella terza stagione di The Recruit.

Io sono ancora qui: la storia vera dietro al film di Walter Salles

Presentato in Concorso a Venezia 81, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, Io sono ancora qui (qui la nostra recensione, titolo internazionale I’m still here) è arrivato nelle sale italiane, distribuito da BIM Distribution.

Candidato a tre premi Oscar 2025, Miglior Film Internazionale, Migliore Attrice (Fernanda Torres) e a sorpresa Miglior Film, Io sono ancora qui racconta la vera storia della lotta di una donna contro il fascismo, un film ambientato negli anni ’70 che però sembra raccontare un contesto sociale e politico che sembra attuale in molte parti del mondo.

Quella donna è Eunice Paiva (Fernanda Torres) e nel gennaio 1971 la sua vita fu stravolta quando la polizia militare fece irruzione nella casa della sua famiglia a Rio de Janeiro e arrestò suo marito Rubens Paiva, un ingegnere e ex politico che si era opposto all’istituzione di una dittatura militare in Brasile nel 1964.

Non fu mai più visto. Basandosi sul libro di memorie pubblicato nel 2015 dal figlio della coppia, il film segue la successiva trasformazione di Eunice in avvocato, attivista per i diritti umani e simbolo della resistenza contro la dittatura brasiliana. Dopo 21 anni al potere, quella dittatura sarebbe caduta nel 1985.

A novembre scorso, la Corte Suprema del Brasile ha desecretato un report di 884 pagine della Polizia Federale che indicava che l’ex Presidente di estrema destra Jair Bolsonaro aveva pianificato e partecipato attivamente a un complotto per rimanere al potere dopo la sconfitta di Bolsonaro alle elezioni brasiliane del 2022.

La notizia ha regalato una nuova attualità a Io sono ancora qui, uscito in Brasile settimane prima, con un buon successo di pubblico al box office, nonostante un tentativo di boicottaggio dell’estrema destra.

Di cosa parla Io sono ancora qui? La vera storia

Ambientato negli anni ’70, Io sono ancora qui è basato sull’omonimo libro di memorie di Marcelo Rubens Paiva e diretto da Walter Salles (City of God, On the Road), che conosceva la famiglia Paiva da bambino. Insieme, raccontano la storia di cosa è successo ai Paiva sotto la dittatura militare brasiliana e di come la madre Eunice Paiva (interpretata da Fernanda Torres) ha lottato per ottenere giustizia per la sua famiglia e per le altre vittime del regime come avvocato e attivista per i diritti umani.

Casalinga e madre di cinque figli, le cose sono cambiate per Eunice quando il marito Rubens Paiva, ex membro del Congresso e dissidente della dittatura brasiliana, è stato rapito dalla polizia militare dalla casa di famiglia il 20 gennaio 1971. Il giorno dopo, Eunice e la figlia quindicenne, Eliana, sono state arrestate. Sono state incappucciate, tenute a portata d’orecchio l’una dell’altra a scopo di torturarle e non hanno ricevuto cibo né acqua per 24 ore, secondo il racconto dell’arresto del figlio Marcelo. Mentre Eliana è stata rilasciata il giorno dopo, Eunice non sarebbe stata rilasciata fino a 12 giorni dopo. L’esperienza della prigione l’ha completamente cambiata.

Ha chiesto informazioni su suo marito, ma il governo si è rifiutato di riconoscere che Rubens Paiva fosse stato arrestato. Mentre faceva pressione sul governo brasiliano in un’epoca in cui era spesso letale farlo, Eunice doveva anche prendersi cura dei suoi figli. Senza il riconoscimento ufficiale della morte di Rubens, per non parlare della sua scomparsa, per lei è significato sostenere la sua famiglia senza accesso ai conti bancari del marito o la possibilità di vendere i loro beni.

In linea con la resilienza che è arrivata a definire la sua eredità, Eunice ha trasformato il suo dolore personale e la sua precarietà in un mezzo per combattere per gli altri. A 48 anni, ha conseguito una laurea in giurisprudenza e si è dedicata a combattere le politiche del regime che prendevano di mira in particolare gli indigeni brasiliani. Nel 1987, due anni dopo la caduta della dittatura, ha continuato quel lavoro co-fondando un istituto dedicato alla difesa dell’autonomia indigena, una missione che ha anche rappresentato come consulente dell’assemblea costituente responsabile della Costituzione brasiliana del 1988.

Nel frattempo, Eunice non ha mai smesso di fare pressione per ottenere risposte sulla scomparsa del marito e delle centinaia di altri brasiliani rapiti durante la dittatura militare. Ha fatto pressioni con successo per l’approvazione della legge 9.140/95, che ha riconosciuto legalmente la morte di coloro che sono scomparsi per mano del regime e ha indirizzato le risorse per risarcire le famiglie delle vittime e localizzare i loro resti.

Anche con l’approvazione di quella legge, però, Eunice non avrebbe ricevuto un certificato di morte per suo marito, rilasciato dal governo solo nel 2014. Fu allora che una Commissione nazionale per la verità compilò un file in cui era riportato che Rubens Paiva era tra le 434 persone uccise o fatte sparire dal regime militare brasiliano. La commissione ha ascoltato le prove secondo cui Rubens era stato torturato, ucciso e gettato in un fiume e ha identificato i presunti responsabili dell’omicidio. Cinque ufficiali militari sono stati accusati, ma i casi oggi sono ancora risolti e entrambi gli ufficiali accusati sopravvissuti continuano a ricevere pensioni militari che costano al Brasile circa $ 22.500 al mese.

Eunice Paiva è morta nel 2018 dopo aver vissuto con l’Alzheimer per 15 anni. Eroina popolare, la sua tomba è diventata un luogo di pellegrinaggio e l’8 gennaio il presidente da Silva ha istituito un premio per la difesa della democrazia in suo nome.

Come è stato accolto Io sono ancora qui?

Dopo la première alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia nel 60° anniversario del colpo di stato militare del 1964 in Brasile, Io sono ancora qui è diventato un punto di svolta culturale in Brasile. Lo storico brasiliano Luiz Felipe de Alencastro, che fu anche lui imprigionato durante la dittatura e conosceva i Pavia, ha detto a TIME che il film sta accendendo il dibattito su YouTube e TikTok: “Le figlie di ex prigionieri politici [stanno] realizzando video che mostrano foto e raccontano le storie della loro famiglia”, afferma.

Salles, il regista, ha definito la reazione del pubblico al film una “specie di fenomeno politico sociologico e culturale”. Parlando con Deadline, ha affermato: “Le persone rimangono nel film fino alla fine dei titoli di coda e scrivono [sui] social media com’è stata l’esperienza nella sala di proiezione in cui si trovavano… non potevamo prevederlo. E ora mi ha fatto pensare che letteratura, cinema, musica possono essere strumenti incredibili contro l’oblio”.

Il significato politico di Io sono ancora qui

Anche politicamente, il film ha avuto un significato speciale. In un evento commemorativo dell’assalto al Campidoglio brasiliano del gennaio 2023, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha fatto riferimento al film, dicendo: “Siamo ancora qui”. E a dicembre, il giudice della Corte suprema brasiliana Flávio Dino ha citato il film mentre sosteneva che una legge del 1979 che concedeva l’amnistia a individui, compresi ufficiali militari, accusati di crimini politici durante la dittatura, non si sarebbe dovuta applicare al reato di occultamento di cadaveri. “La scomparsa di Rubens Paiva, il cui corpo non è mai stato trovato o sepolto, mette in luce il dolore duraturo di migliaia di famiglie”, ha detto Dino.

Il film è stato accolto molto bene negli Stati Uniti, cosa che è confermata dalle tra nomination agli Oscar. Il figlio di Eunice, Marcelo, ha detto al Guardian: “Penso che le persone abbiano paura, ora ancora di più con Trump. Il mondo è diventato qualcosa che [pensavamo di] aver già lasciato alle spalle”.

Chi c’è nel cast di Io sono ancora qui?

L’attrice brasiliana Fernanda Torres interpreta Eunice Paiva, offrendo una performance memorabile. All’inizio di Gennaio 2025, ha portato a casa il Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico per il ruolo, diventando la prima vittoria del Brasile nella categoria. E la madre di Torres, l’acclamata attrice brasiliana Fernanda Montenegro, appare nel film nei panni di una Eunice Paiva più anziana. Nel film ci sono anche Selton Mello nel ruolo di Rubens Paiva; Marjorie Estiano nel ruolo di Eliana; e Antonio Saboia nel ruolo di Marcelo.

Il trailer di Io sono ancora qui

Babygirl, la spiegazione del finale: la relazione tra Romy e Samuel e ciò che accadrà loro

Babygirl rivela costantemente una prospettiva sfumata ed emotivamente risonante sulla relazione a tema di dominazione tra Romy e Samuel, costruendo un tema sorprendentemente efficace di accettazione di sé. Il thriller erotico è incentrato su Romy, potente amministratore delegato di un’azienda tecnologica che si ritrova annoiata dagli orpelli della sua vita apparentemente ideale. La Romy di Nicole Kidman trova uno sfogo inaspettato a queste frustrazioni con Samuel, un nuovo stagista dell’azienda che rivela di comprendere i desideri che Romy ha a lungo represso.

Ne nasce un’accesa relazione che rischia di far crollare la vita dei sogni di Romy, ma in cui lei non può fare a meno di buttarsi nonostante (e in parte proprio a causa) del rischio. Sebbene tutti i personaggi di Babygirl (la nostra recensione) abbiano archi ed evoluzioni minori nel corso del film, sono tutti radicati e collegati alla crescita personale di Romy. Ciò conferisce al film un arco emotivo avvincente che va oltre i brividi superficiali della storia d’amore e che porta alla conclusione sorprendentemente emozionante e dolce del film.

Perché Romy si mette con Samuel in Babygirl

Nicole Kidman Babygirl

La storia d’amore centrale di Babygirl tra Romy e Samuel nasce dalle frustrazioni di Romy nei confronti delle sue relazioni personali e della sua vita professionale, ponendo le basi per una relazione che quasi rovina entrambi. Quando il pubblico viene introdotto a Romy, lei è chiaramente frustrata. Sebbene ami chiaramente la sua famiglia e sia impegnata nel suo lavoro di alto livello in un’azienda tecnologica, viene mostrata mentre fantastica su Samuel. Come ammette a Jacob una volta rivelata la sua relazione, parte dell’attrattiva del rapporto è rappresentata dalla “posta in gioco” di mettere a rischio sia la sua carriera che la sua vita familiare.

C’è un certo livello di chiara attrazione per il casualmente dominante Samuel, ma parla anche del suo desiderio di liberarsi dal suo attuale status quo. La sicurezza di Samuel, unita alla sua personalità poco impegnativa ma dominante, offre a Romy la possibilità di staccarsi dalla condizione tradizionale in cui si è trovata. Non deve fingere di essere un’amante innocente come quando sta con Jacob, e può liberarsi degli orpelli del controllo che assume quando è al lavoro. La relazione di Romy con Samuel sembra derivare da diverse emozioni, tutte collegate alle frustrazioni della sua vita personale.

Più volte nel corso di Babygirl, Romy afferma di essere sempre stata affascinata dalla dominazione sessuale. Anche se il film non chiarisce mai in modo specifico se questo deriva da esperienze o prospettive specifiche che ha avuto in gioventù, Romy descrive di avere questo tipo di fantasie molto prima della sua relazione con Jacob. Tuttavia, si è convinta che siano sconvenienti e le ha più o meno represse durante la sua storia con lui. Questo la lascia sessualmente frustrata, come si vede nella scena iniziale del film. Sebbene possa ancora fare sesso con il marito, dopo si ritira nel suo ufficio per masturbarsi con della pornografia a tema dominazione.

Uno dei grandi archi emotivi di Romy in Babygirl è la costante accettazione della sua attrazione per questo gioco di potere. Samuel e Romy hanno una relazione che si basa sul consenso di entrambe le parti, con Samuel che si rifiuta di impegnarsi se uno dei due non è a suo agio con la situazione. Alla fine parla sia a Romy che a Jacob dell’importanza del consenso, evidenziando il suo punto di vista molto moderno su questa dinamica. Romy impara a superare le proprie remore nei confronti della relazione e a condividerle apertamente con Jacob, e questo rappresenta la sua grande crescita emotiva nel finale di Babygirl.

Chi scopre la relazione di Romy con Samuel

Babygirl

Inizialmente, Romy e Samuel riescono a tenere nascosta la loro storia d’amore alle persone che fanno parte della vita di Romy. Persino l’apparizione di Samuel a casa di Romy non fa capire al marito o alle figlie di lei la vera natura della loro relazione. Allo stesso modo, i due sono in grado di usare il “tutoraggio” di Romy nei confronti di Samuel come una comoda copertura per la loro relazione. Tuttavia, nel corso del film, diversi personaggi finiscono per scoprire la relazione. Il più emotivo è Jacob. Quando Romy rivela di avere una relazione, Jacob si infuria perché la vita che hanno costruito insieme non fa altro che aggiungere “paletti” alla relazione.

Il terzo atto di Babygirl è in gran parte incentrato sulle conseguenze della scoperta della verità da parte di Jacob, compreso il confronto con quest’ultimo e l’eventuale riconciliazione con Romy. Un’altra persona che scopre la verità è Esme, l’assistente di Romy, frustrata nello scoprire che la sua datrice di lavoro è apparentemente disposta ad abusare del suo potere e della sua autorità proprio come fanno molti datori di lavoro maschi senza scrupoli. Il film suggerisce anche che uno dei dirigenti dell’azienda di Romy conosce la verità sulla relazione, tanto da indurlo a fare un tentativo appena velato con lei nelle scene finali del film.

Samuel ama davvero Romy?

Babygirl
Harris Dickinson in Babygirl

Uno degli elementi più enigmatici di Babygirl è il modo in cui il film affronta i sentimenti di Samuel per Romy. Inizialmente, il suo interesse per lei sembra essere radicato in una curiosità puramente superficiale. Come la sua capacità di addomesticare un cane con poche parole e semplici azioni, le prime interazioni di Samuel con Romy implicano una comprensione casuale di ciò che la fa scattare. Quando lei cerca di imporre regole specifiche alla loro “relazione”, Samuel la interrompe (temporaneamente). È chiaro che Samuel non vuole qualcosa di complicato, come si vedrà in seguito quando si scoprirà che ha anche una relazione più palese e casuale con Esme.

Tuttavia, Samuel diventa sempre più vulnerabile con il passare del film. Quando porta Romy con sé in un club underground, Samuel sembra più felice che mai. Al contrario del distacco che aveva nei loro precedenti incontri, Samuel balla con Romy ed è sinceramente affettuoso. Alla fine del film è chiaro che Samuel ha sviluppato un certo grado di amore per lei. Tuttavia, è anche disposto a lasciar perdere per il bene della vita di lei, mettendo fine alla storia e scusandosi per l’impatto che ha avuto sulla sua vita con Jacob. La loro relazione si conclude in modo agrodolce.

Come il dramma della relazione di Romy riflette la storia d’amore di sua figlia

Babygirl

Un interessante parallelo che viene proposto nel corso del film è quello tra Romy e la figlia maggiore, Isabel. Inizialmente Isabel viene ritratta come un’adolescente ribelle e sprezzante, pronta a bisticciare con la madre. Tuttavia, le due trovano un’intesa inaspettata dopo che Romy inizia la sua relazione con Samuel, condividendo persino una sigaretta dopo che Romy ha sorpreso Isabel a tradire la sua ragazza con un’altra ragazza del quartiere. Isabel nota che si tratta solo di un po’ di divertimento, cosa che Romy sembra portare avanti nella sua relazione con Samuel.

Isabel è interpretata da Esther McGregor in Babygirl.

Le due coppie si rispecchiano l’una nell’altra, con Romy che nota anche come Isabel alla fine rimanga nella relazione con la sua ragazza nonostante la sua relazione. Questo riflette il finale del film, che vede Romy riconoscere finalmente i suoi problemi di relazione con Jacob e lavorare per mantenere il loro matrimonio. Il rapporto più dolce tra Romy e Isabel alla fine del film riflette il senso generale di sé e lo stato d’animo di Romy al culmine di Babygirl, sottolineando come Romy debba fare pace con la visione più dura di sé che ha sviluppato in gioventù per trovare la pace interiore.

Il vero significato di Babygirl

Antonio Banderas Babygirl

La relazione esplicita di Babygirl tra Romy e Samuel costituisce la trama principale del thriller erotico, ma i temi del film sono interamente radicati nella crescita personale di Romy e nell’accettazione finale della sua sessualità. Lo stesso Samuel rimane una sorta di cifra nel film, volutamente. Invece, l’intera crescita emotiva del film è incentrata su Romy che supera i suoi elementi più freddi e ritirati. Invece di mentire a Jacob o di infuriarsi per le rivelazioni sulla loro relazione, Romy finisce il film per essere onesta con lui e per essere soddisfatta della loro storia d’amore.

Questo rafforza i temi di Babygirl sull’accettazione di sé e su come questa possa essere trovata senza sacrificare la vita che si è costruita.

Essendo onesta con Jacob, Romy è in grado di avviare il tipo di relazione sessuale che vuole sperimentare. La sua relazione con Samuel non finisce per costarle la vita familiare o la carriera che ha speso anni a sviluppare, un grande timore per gran parte del film. Romy termina il film in una situazione molto migliore di quella precedente, sia dal punto di vista personale che professionale. Questo rafforza i temi di Babygirl sull’accettazione di sé e su come questa possa essere trovata senza sacrificare la vita che si è costruita. Questo dà a Babygirl un nucleo tematico al di fuori della storia d’amore centrale che guida gran parte del film.

Companion, la spiegazione del finale: cosa succede a Iris e Josh

Companion, la spiegazione del finale: cosa succede a Iris e Josh

La trama tortuosa di Companion (qui la nostra recensione) non si allontana mai troppo dai temi centrali del film. Scritto e diretto da Drew Hancock, esso è incentrato sulla Iris di Sophie Thatcher. Una donna dal carattere dolce e profondamente innamorata del suo fidanzato Josh, un weekend di fuga con alcuni vecchi amici di lui finisce rapidamente fuori controllo per il cast di personaggi di Companion. Nonostante alcuni sorprendenti elementi fantascientifici e svolte inaspettate nella storia, Companion rimane in gran parte incentrato sulla narrazione centrale di una donna che si rende conto che la relazione dei suoi sogni non è quella che sembra.

Lungo il percorso, Companion rivela qualcosa di più sul cast di supporto, soprattutto in contrasto con il modo in cui Iris e il Josh di Jack Quaid si comportano l’uno con l’altro. Questo a sua volta pone le basi per il vero significato di Companion, che riflette sulle relazioni abusive e mette in evidenza i molti modi in cui le persone possono essere manipolate in legami malsani. Il finale pone anche casualmente le basi per potenziali sequel che esplorino Iris e il suo mondo, che potrebbero portare la metafora in una prospettiva di più ampio respiro.

Perché Iris uccide Josh nel finale di Companion

Nel monologo iniziale di Companion, Irish rivela che alla fine ucciderà il suo fidanzato Josh, il che finisce per essere il momento culminante del film e completa l’arco caratteriale di Iris. Dopo essere stata presentata come la fidanzata di Josh, Iris si rivela subito come una compagna robotica priva di un proprio libero arbitrio. Anche dopo aver scoperto la sua vera natura, Iris cerca inizialmente di risolvere la situazione con Josh. Tuttavia, lui si rivela sempre più un uomo dispotico e vendicativo, perfettamente disposto a ucciderla per coprire le sue tracce criminali.

Man mano che il film procede, Josh rivela le sue peggiori qualità mentre Iris guadagna costantemente autonomia da lui. Alla fine del film, Josh e Iris sono gli ultimi membri superstiti del cast, in lotta tra la vita e la morte. Sebbene a Iris siano stati dati molti motivi per odiare Josh, alla fine lo uccide solo mentre lui sta cercando di ucciderla, salvandosi la vita. Iris lo fa con un tappo di vino meccanizzato, di cui si era parlato in precedenza nel film. Si tratta di un momento brutale, ma che il film aveva costantemente preparato per tutto il tempo.

La spiegazione del piano di Josh

Jack Quaid in Companion (2025)

Uno dei grandi colpi di scena di Companion è la vera natura del piano di Josh. Prima degli eventi del film, Josh e la sua amica Kat hanno deciso di uccidere il fidanzato Sergey e di rubargli i soldi. Ritenendo che Sergey sia un criminale, in base alle descrizioni che Kat fa di lui come un “cattivo ragazzo”, il loro piano prevede che Josh si introduca in Iris, sblocchi le restrizioni che le impediscono di fare del male alle persone e crei le circostanze che porteranno Iris a ucciderlo. La parte iniziale del piano funziona: Iris “malfunzionante” uccide Sergey quando tenta di aggredirla.

Tuttavia, le cose vanno rapidamente fuori controllo quando Josh cerca di spiegare la situazione a Iris invece di spegnerla semplicemente. Inoltre, scopre da Kat che Sergey non era in realtà un criminale. Questo dà a Iris, ora consapevole della sua natura robotica, la possibilità di fuggire. La situazione si aggrava e sfugge al controllo, causando la maggior parte delle morti del film. Tuttavia, mentre Iris uccide Eli per autodifesa e alla fine Josh, la maggior parte delle altre morti viene compiuta dal robot Patrick su ordine (sia involontario che deliberato) di Josh.

Come Iris mette Patrick contro Josh

Companion

Patrick è l’altro compagno robotico del film, che viene rivelato solo a metà film. Patrick era il partner romantico e il compagno robotico di Eli, ma Josh lo riprogramma rapidamente in un complice consenziente per la seconda metà del film. Tuttavia, Iris riesce a sfruttare i sentimenti genuini di Patrick per Eli per liberarlo dal controllo di Josh. Questo ripaga una scena precedente in cui Eli e Patrick esprimevano apertamente i loro sentimenti più profondi l’uno per l’altro, riconoscendo che il loro amore era reale anche se i “ricordi” del loro primo incontro non lo erano.

Questo dà una linea tematica alla tragica relazione tra Patrick ed Eli, in diretto contrasto con il modo casualmente crudele e controllante con cui Josh aveva manipolato Iris. Iris riesce a far ricordare a Patrick i suoi sentimenti, dandogli la possibilità di distruggersi piuttosto che farsi usare ulteriormente da Josh. Patrick lo fa usando un manganello stordente per provocare un cortocircuito, distruggendosi ma con i ricordi felici del periodo trascorso con Eli che lo accompagnano nei suoi ultimi momenti.

Come Companion anticipa un possibile sequel

Sophie Thatcher e Jack Quaid in Companion
Sophie Thatcher e Jack Quaid in Companion. Cortesia di Warner Bros. Pictures

Companion funziona molto bene come film autonomo, concentrandosi sulla costante fuga di Iris dalla sua relazione violenta e sulla sua trasformazione in persona, filtrata da una lente robotica fantascientifica. Tuttavia, il film non si limita a creare un mondo più ampio di possibilità. Quando Iris viene liberata nel momento culminante e salva uno degli ingegneri compagni da Patrick, questi suggerisce che alcune persone (tra cui lui) hanno cercato di concedere maggiore libertà alle macchine. Questo potrebbe essere ampliato in futuro, dando vita a una rivoluzione robotica.

Al momento in cui scriviamo, non è stato confermato lo sviluppo di un sequel per Companion.

Il film si conclude anche con Iris che fugge con i soldi di Sergey, indisturbata dal fatto che un suo braccio sia completamente esposto come appendice robotica. Saluta persino felicemente un’altra donna in un’altra auto, che potenzialmente è un altro robot o anche solo una donna umana coinvolta in una relazione malsana. Un potenziale sequel di Companion potrebbe rivisitare Iris e rivelare dove è andata dopo gli eventi del film, o soprattutto cosa ha deciso di fare della sua vita. Iris conclude il film in un punto interessante e potrebbe facilmente portare avanti un altro racconto.

Il vero significato di Companion

Nonostante la natura tortuosa della commedia dark fantascientifica, Companion ha in definitiva una serie di temi molto comprensibili. Il film parla di una giovane donna che deve affrontare la scoperta che il suo fidanzato, apparentemente perfetto, è tutt’altro che tale. Infatti, Josh si rivela violento in diversi modi. La controlla, ignorando le sue emozioni e allontanando i suoi desideri e le sue idee. Con l’avanzare del film, diventa sempre più minaccioso dal punto di vista fisico, e lei si arrabbia sempre di più. Iris è la controfigura di molte persone che sono state coinvolte in una relazione violenta.

Questo dà al pubblico un motivo in più per tifare per Iris, anche se è stata costretta a uccidere delle persone, soprattutto quando viene confermato da Patrick che una vera storia d’amore tra umani e robot può esistere. Se Josh non fosse stato terribile, una storia d’amore sarebbe potuta esistere davvero. Invece, Iris riesce a diventare la donna che è in sé solo dopo aver superato Josh e le sue tattiche manipolatorie. Companion rafforza questo concetto facendo sì che Iris uccida finalmente Josh, definendolo uno dei giorni più importanti della sua vita, perché può finalmente essere una persona a sé stante, indipendentemente dalle sue origini robotiche.

Babygirl: ecco il dettaglio che annuncia il destino di Romy

Babygirl: ecco il dettaglio che annuncia il destino di Romy

C’è un momento in Babygirl che è significativo nel definire il destino di Nicole Kidman nei panni di Romy. Un dettaglio che si potrebbe facilmente trascurare e che invece è fondamentale. Oltre al ruolo principale di Nicole Kidman, il cast di Babygirl comprende anche diversi nomi noti e volti nuovi.

Il thriller erotico vede Romy Mathis (Kidman) iniziare una relazione con uno stagista molto più giovane di lei, Samuel (Harris Dickinson), ignorando i pericoli delle sue azioni. Sebbene Romy sembri felicemente sposata con suo marito, Jacob (Antonio Banderas), è segretamente molto infelice per ciò che è diventata la loro intimità. Con Samuel, Romy è in grado di provare soddisfazione sessuale per la prima volta. Tuttavia, la loro relazione ha delle conseguenze, poiché Romy mette a repentaglio il suo lavoro di alto profilo e la sua famiglia amorevole lasciandosi andare a questa storia con un amante molto più giovane. Quando Jacob scopre la relazione di Romy e il loro matrimonio sembra irreparabilmente rotto, Babygirl offre a Romy un finale positivo e un momento preciso, nel corso del film, è una spia di questa conclusione felice.

Isabel che tradisce la sua ragazza è importante per l’arco narrativo di Romy in Babygirl

La figlia di Romy si trova in una situazione sorprendentemente simile alla sua

A metà di Babygirl, Romy e la sua famiglia lasciano la città per rilassarsi nella loro casa di campagna e una notte la donna vede sua figlia, Isabel, baciare una vicina di casa. La mattina dopo, Romy chiede a Isabel perché stava baciando la vicina quando ha una ragazza in città, ma sua figlia ignora la domanda. Isabel sembra non preoccuparsi di tradire la sua ragazza, nonostante la preoccupazione di Romy per il comportamento della figlia.

Questa scena, sebbene sia quasi marginale del film, in realtà ha delle implicazioni enormi. Il comportamento di Isabel può essere visto come una versione meno intensa delle azioni di Romy con Samuel. Allo stesso modo, la preoccupazione di Romy per il fatto che Isabel baci un’altra ragazza e i sentimenti della sua ragazza ufficiale forniscono un’idea della visione di Romy dell’infedeltà. La scena stabilisce che Romy è ben consapevole che tradire suo marito, Jacob, è sbagliato e sa che lo sta ferendo. A parte il senso di colpa che questo momento indica, imposta anche sottilmente la decisione di Romy, alla fine di Babygirl, di lavorare riconciliarsi con suo marito.

Isabel aiuta Romy e Jacob a riconciliarsi in Babygirl

Isabel aiuta a ricordare alla madre cosa è importante per lei

harris dickinson babygirl
Harris Dickinson in Babygirl

Dopo che Jacob scopre la relazione di Romy, lei lascia la loro casa in città e si isola nella loro di campagna. Successivamente, Isabel le fa visita per chiederle di tornare a casa, ma Romy non è disposta ad andare, sapendo quanto ha ferito suo marito. Isabel racconta quanto Jacob e il resto della sua famiglia siano infelici senza di lei, ma Romy non crede di meritare il loro perdono. Tuttavia, dopo aver chiesto a Isabel cosa è successo alla sua relazione, Romy alla fine cambia idea.

Mentre la scena del tradimento di Isabel è molto breve nel contesto più ampio del film, le conversazioni di Romy con sua figlia aiutano a plasmare il desiderio di perdono di Romy. Quando la donna sente che era possibile per la ragazza di Isabel perdonare il suo tradimento, Romy si rende conto che potrebbe essere possibile per Jacob perdonare la sua relazione con Samuel, dal momento che i due coniugi si amano veramente. Così, Romy decide finalmente di tornare a casa da Jacob e di lavorare per ricucire la sua relazione con il marito, nel finale.

Dieci Capodanni: dal 31 gennaio in esclusiva su RaiPlay l’attesa serie spagnola

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Sarà disponibile dal 31 gennaio in esclusiva RaiPlay la serie spagnola Dieci Capodanni, presentata in anteprima in Italia alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Una serie creata da Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra e diretta dallo stesso Sorogoyen, regista candidato agli Oscar nel 2019 per il cortometraggio “Madre”, vincitore anche di due Premi Goya (As bestas, Il Regno) e un premio César (As bestas), insieme a Sandra Romero e David Martìn de los Santos. I primi 5 episodi della serie saranno disponibili sulla piattaforma Rai a partire dal 31 gennaio, i successivi dal 7 febbraio.

La trama di Dieci Capodanni

Ana, interpretata da Iria del Río (già nota per i suoi ruoli nelle serie tv Elite e Velvet) e Óscar, interpretato da Francesco Carril (Un amor, Ramona e La Reconquista), compiono 30 anni la notte di Capodanno, ma la loro vita è molto diversa. Ana vive in un appartamento condiviso, cambia spesso amici e cerca ancora la propria strada. Óscar, medico per vocazione, sembra avere tutto sotto controllo, seppur con una relazione instabile alle spalle. La loro storia inizia proprio nella notte del Capodanno 2015 e si sviluppa lungo un decennio fatto di amore, rotture e momenti di crescita personale, intrecciando il loro viaggio verso la maturità.

Dieci Capodanni è una serie che si distingue per il suo stile narrativo unico. Ogni episodio, infatti, rappresenta una “istantanea” della relazione tra Ana e Óscar, mettendo in scena una notte di Capodanno e raccontando così, non solo la loro storia d’amore, ma anche lo sviluppo delle loro personalità nel corso del tempo. La narrazione esplora dieci anni cruciali nella vita dei due, dai 30 ai 40 anni, un periodo di transizione dove si resta giovani o si cresce velocemente. La serie Dieci Capodanni, con un approccio realistico e contemporaneo, sviluppa la storia dei protagonisti puntando ad una profonda connessione emotiva con il pubblico e lo fa anche attraverso l’introduzione di un elemento meta- narrativo: Ana e Óscar, infatti, in ogni episodio osservano coppie diverse, offrendo agli spettatori una prospettiva intima e autentica.

Come racconta il regista, Rodrigo Sorogoyen:“Quando ho pensato a questo progetto, volevo mostrare l’evoluzione personale e sentimentale di una coppia, evitando nostalgia o spiegazioni forzate. Il nostro obiettivo era rappresentare la realtà della crescita e del cambiamento. Le riprese in ordine cronologico hanno permesso agli attori di immergersi completamente nei loro ruoli, rendendo autentico il viaggio dei personaggi. Non credo di esagerare quando dico che l’esperienza visiva e sonora che avranno gli spettatori guardando la serie assomiglierà molto alla contemplazione della vita e della crescita di due persone comuni”.

Los años nuevos è una serie originale Movistar Plus+ in collaborazione con Caballo Films e in associazione con ARTE France.

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