Brie Larson aveva già vinto un Premio Oscar
prima di essere scelta per interpretare Carol Danvers nel
Marvel Cinematic Universe
e l’annuncio che avrebbe interpretato l’eroina è stato inizialmente
accolto con positività dai fan.
Tuttavia, la situazione è cambiata
quando sui social media sono circolati vari frammenti audio di
interviste passate (con il suggerimento che il personaggio dovesse
“odiare” gli uomini). Anche il fatto che Larson non sorridesse
abbastanza nei trailer di Captain
Marvel è diventato un problema per alcuni e il
bombardamento di recensioni che ne è seguito ha portato Rotten
Tomatoes a cambiare il modo in cui venivano generati i suoi
punteggi del pubblico.
Captain Marvel ha comunque incassato
oltre 1 miliardo di dollari al botteghino mondiale, ma The
Marvels è stato un flop alla fine del 2023, ponendo
probabilmente fine a qualsiasi futura avventura da solista per
Larson come personaggio.
Mentre si prevede che apparirà in
Avengers:
Doomsday e Avengers:
Secret Wars, sembra che il suo periodo come Carol stia
volgendo al termine. L’attrice non ha affrontato la questione in
un’intervista con The Telegraph, ma ha riflettuto sull’impatto che
ha avuto interpretare Captain Marvel per la prima volta
nel 2019.
“Ero consapevole che
interpretare Carol mi avrebbe resa una persona più pubblica di
quanto non fossi prima”, ha detto al sito. “Ma pensavo che
ciò che il film stava dicendo fosse più importante della mia paura,
e pensavo anche di fidarmi di me stessa per sapere come gestire la
mia vita”.
“È stata un’esperienza che mi ha
cambiato la vita. Per molti dei personaggi che interpreto, dico
‘grazie, arrivederci’ una volta che è finito”, ha aggiunto
Larson. “Non sento il bisogno di riportarli a casa. Con Captain
Marvel, la maggior parte delle cose
che ho imparato da lei, la sua capacità di agire, il suo senso di
sé, le conservo. È stato fantastico che potesse essere questa
esperienza anche per gli altri”.
Brie Larson si rifiuta di
commentare le critiche al personaggio di Carol Danvers
Quando l’intervistatrice le ha
chiesto di dire la sua sul perché alcuni uomini si sentissero
minacciati dal suo casting, il report afferma che “la
temperatura nella stanza è precipitata”. Ecco un estratto dal
pezzo:
“‘Non lo so’, dice senza
espressione. ‘Io… non ci faccio caso’. Le chiedo se non prestare
attenzione sia il suo modo di gestire la misoginia. Passano alcuni
secondi di gelido silenzio prima che risponda. “Quello che vorrei
che tu capissi è che continuando questa conversazione, mi stai
mettendo in relazione con qualcosa che non ha nulla a che fare con
me”.
“Sembra una cosa sorprendente da
dire. Ci riprovo chiedendole se crede che l’industria
cinematografica continui a etichettare le attrici al punto che una
supereroina possa, per un certo tipo di spettatore, sembrare ancora
un’aberrazione. “Non credo che ci sia un modo per rispondere a
questa domanda”, risponde Larson, “senza che diventi un problema
per me”. Il suo addetto stampa interviene per chiedermi di passare
alla domanda successiva”.
Probabilmente Brie
Larson era preoccupata che qualsiasi cosa avesse detto
sarebbe stata usata per alimentare ulteriore odio online nei suoi
confronti, quindi è abbastanza facile capire perché non volesse
dare una risposta articolata.
I Marvel Studios non hanno sfruttato appieno
Carol nell’MCU; ambientare la sua storia di
origine nel passato la teneva separata dall’MCU odierno e il suo ruolo in
Avengers:
Endgame era minimo. The
Marvels, nel frattempo, avrebbe dovuto essere un
capitolo importante nella Multiverse Saga, ma non ha mai funzionato
del tutto.
Nella stagione 1 di What
If…?, abbiamo visitato una realtà abitata da “Marvel
Zombies“. L’episodio si è concluso con Spider-Man,
Black Panther e Ant-Man (beh, almeno la sua testa) che tornavano a
Wakanda a bordo di un Quinjet… ignari del fatto che un Thanos
zombificato li stava aspettando con il Guanto dell’Infinito in
mano.
Finora, siamo stati all’oscuro se i
prossimi quattro episodi di Marvel Zombies affronteranno quel
cliffhanger in modo significativo (una foto ufficiale del Titano
Pazzo ha suggerito che potrebbe succedere). Ma durante la
promozione della serie d’animazione
Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere su
Disney+, il responsabile di TV,
Streaming e Animazione dei Marvel Studios, Brad
Winderbaum, ha rivelato: “Hudson è stata la nostra
voce animata per Spider-Man nell’MCU finora. In What If…?, in
Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere, e
interpreta Spider-Man anche in Marvel Zombies, serie che uscirà
quest’anno per Halloween”.
Resta da vedere quanto di Spider-Man
vedremo in Marvel Zombies. Sfortunatamente,
non è escluso che l’arrampicamuri, T’Challa, e Scott Lang vengano
immediatamente uccisi da Thanos, ovviamente.
Quello che sappiamo di Marvel
Zombies
Hudson Thames
doppia Spider-Man e si unisce a un cast che include Elizabeth Olsen (Scarlet Witch),
Awkwafina (Katy), David Harbour (Red Guardian), Simu
Liu (Shang-Chi), Randall Park (Jimmy
Woo), Florence Pugh (Yelena Belova),
Hailee Steinfeld (Hawkeye), Dominique Thorne
(Ironheart), Iman Vellani (Ms. Marvel) e Todd
Williams in un ruolo misterioso.
Bryan Andrews dirige Marvel Zombies da una sceneggiatura
di Zeb Wells. I produttori esecutivi includono Kevin Feige, Louis
D’Esposito, Brad Winderbaum, Dana Vasquez-Eberhardt, Wells e
Andrews. Danielle Costa e Carrie Wassenaar sono i produttori.
Marvel Zombies debutta il 3 ottobre
2025. Puoi ascoltare di più da Winderbaum nel player qui sotto.
Una delle più diffuse paure
dell’essere umano è quella di volare. L’essere costretto per un
certo numero di ore all’interno di un velivolo che si libra
nell’aria a svariate migliaia di metri dal suolo non è certo la
cosa più entusiasmante del mondo, specialmente quando poi si
sentono casi di incidenti o scampati disastri. Film come
Cast Away,
Flight,
Non-Stop,
Sully o il recente La società della neve – alcuni dei quali basati su
storie vere – affrontano sotto aspetti diversi questo argomento e a
loro nel 2020 si è unito anche Horizon Line – Brivido ad
alta quota.
Il cinema si è infatti in più
occasioni interessato a questi racconti e alle forti emozioni che
suscitano. Il film diretto da Mikael
Marcimain si inserisce dunque in un lungo elenco di
titoli di questo genere che puntano a costruire uno stato di
tensione capace di tenere gli spettatori con il fiato sospeso
dall’inizio alla fine. Probabilmente non il genere di film adatto a
chi soffre di questa paura, ma senza dubbio opere in grado di
intrattenere e lasciare quel certo brivido.
Anche il film di Marcimain fa tutto
ciò, oltre a fare della sua situazione di pericolo un’allegoria del
difficile rapporto esistente tra i protagonisti. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Horizon Line – Brivido ad alta quota.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla descrizione del suo
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di
Horizon Line – Brivido ad alta quota
Protagonisti del film sono
Jackson e Sara, una ex coppia di
fidanzati che si imbarca casualmente sullo stesso volo privato per
i Caraibi per partecipare a un matrimonio su una delle isole. Il
piccolo aereo è pilotato da un amico di Sara,
Wyman, che le chiede di sedere come copilota,
mentre Jackson dorme nella cabina principale. Durante il volo,
però, Wyman ha un attacco di cuore e muore improvvisamente,
lasciando il comando a Sara.
Ignara di come si piloti un aereo,
la ragazza rischia inizialmente di mandare il velivolo in caduta
libera. La coppia si rende poi conto che l’autopilota è danneggiato
e dovranno quindi cercare di guidare loro stessi il piccolo aereo.
Come se non bastasse, il volo sembra diretto verso una tempesta. I
due si troveranno così a dover dare il meglio delle loro capacità
per cercare di superare la perturbazione e raggiungere la terra
sani e salvi.
Ad interpretare Sara vi è l’attrice
Allison Williams, celebre per aver recitato
nella serie Girls e in seguito nei film Scappa – Get Out e M3GAN. Accanto
a lei, nel ruolo dell’ex compagno Jackson vi è invece l’attore
Alexander Dreymon, noto per aver interpretato
Uhtred di Bebbanburg nella serie televisiva The Last
Kingdom. I due attori, conosciutisi sul set di questo film,
sono poi diventati una coppia nella realtà. Nel ruolo del pilota
Wyman, invece, vi è l’attore Keith David.
Il film è tratto da una storia vera?
La risposta è no, il film non è
direttamente basato su una precisa storia vera, anche se ci sono
stati casi di voli in cui un malore del pilota ha richiesto
l’intervento di uno dei passeggeri. Una vicenda simile è capitata
anche all’attore Rowan Atkinson (l’interprete di Mr. Bean),
quando nel 2001 in Kenya rischiò la vita mentre stava volando su un
aereo privato insieme alla sua famiglia, a causa di uno svenimento
del pilota. Fu proprio Atkinson a prendere i comandi del velivo
fino a quando il pilota non si riprese.
Come finisce il film? Ecco la descrizione del finale
Nel momento in cui l’aereo sta
esaurendo il carburante, Sara e Jackson individuano un’isoletta e
tentano di far planare l’aereo in avaria su di essa. L’aereo però
si schianta in mare e si capovolge. Fortunatamente, entrambi
riescono a salvarsi e a nuotare verso l’isola. Quando vi arrivano,
scoprono però che si tratta solo di un banco di sabbia che
scomparirà presto con l’alzarsi della marea. Quando ciò avviene e i
due rimangono a galla.
Jackson, sentendo che sta per
morire, offre a Sara il suo giubbotto di salvataggio, ma lei lo
rifiuta, dicendogli che sono una squadra. È a quel punto che
Jackson professa il suo amore per Sara, dicendosi dispiaciuto per
come sono andate le cose tra di loro. Quando la fine sembra ormai
essere arrivata e i due si sono riappacificati, proprio in quel
momento arriva un peschereccio che ha sentito la loro trasmissione
radio e li salva.
Il trailer di Horizon Line
– Brivido ad alta quota e dove vedere il film in streaming
e in TV
È possibile fruire di
Horizon Line – Brivido ad alta quota grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Tim Vision, Infinity+ e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato1 febbraio alle ore
21:15 sul canale Italia 2.
Kiss of the
Dragon è il film d’azione franco-americano del 2001
diretto da Chris Nahon – qui al suo esordio
alla regia – e scritto e prodotto dal regista francese Luc
Besson (autore di film come Nikita,Lucy o il recente
Dogman) e interpretato da un cast internazionale. Il film
racconta di un agente dei servizi segreti cinesi che viene inviato
a Parigi per arrestare un boss della mafia cinese, ma che viene
incastrato per l’omicidio e si rivolge a una prostituta per
dimostrare la sua innocenza.
A caratterizzare questo adrenalinico
thriller vi sono una serie di sequenze basate su combattimenti di
arti marziali particolarmente stupefacenti. Li ha infatti voluto
adottare un approccio realistico alle scene di combattimento,
rinunciando alla CGI e al wire work che erano stati resi popolari
da film come Charlie’s Angels e
Matrix. Ciò ha dunque portato a dover concepire tali
combattimenti in modo alternativo, che non prevedesse l’uso di
facilitazioni ma ponesse il cast e la troupe nella condizione di
dover trovare il miglior modo possibile per metterli in scena e
riprenderli.
Visivamente, il film vanta dunque
ancora oggi un fascino particolarmente forte, che non manca di
entusiasmare i fan di questo genere e lasciarli a bocca aperta per
la spettacolarità di tali sequenze. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Kiss of the Dragon. Proseguendo qui nella lettura
sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Kiss of the Dragon
Protagonista del film è Liu
Jiuan, un brillante agente dei servizi segreti del governo
cinese che lascia la sua città quando gli viene affidata
un’importante missione a Parigi. Qui deve affiancare
Jean-Pierre Richard, un altro poliziotto, in una
grossa indagine su una serie di traffici di droga. Il nuovo
partner, tuttavia, si rivela corrotto e lo incastra, mettendolo in
fuga. Liu ha però con sé un nastro che proverebbe la sua innocenza
e, soprattutto, la colpevolezza di Richard. Per far arrivare la
cassetta nelle mani giuste, l’uomo cerca aiuto in un suo vecchio
parente che nella capitale francese ha un ristorante.
È così che si nasconde nel locale
per un breve periodo, poi finalmente trova la persona a cui
consegnare le prove che possono scagionarlo. Sul più bello, però, i
seguaci del poliziotto corrotto irrompono e aprono il fuoco,
uccidendo l’uomo di fiducia di Liu. Rimasto ferito e senza il
nastro, l’agente cinese sembra non avere più assi nella manica. Ma
l’incontro con Jessica, una prostituta,
stravolgerà completamente i suoi piani. Per lui, sarà l’inizio di
una corsa contro il tempo per cercare di rimanere vivo e
smascherare i reali responsabili del traffico di droga.
Ad interpretare Liu Jiuan vi è
l’attore Jet Li, mentre l’attrice Bridget
Fonda interpreta Jessica. L’attore francese,
Tchéky Karyo interpreta invece Jean-Pierre
Richard. Completano il cast Laurence Ashley nel
ruolo di Aja, Max Ryan in quello di Lupo,
Burt Kwouk in quello di zio Tai e John
Forgeham in quello di Max. Isabelle
Duhauvelle ricopre invece il ruolo di Isabel Kamen. Nel
film recita poi anche Cyril Raffaelli, stuntman e
artista marziale. Per la scena del suo combattimento con Li, il
regista ha dovuto rallentarla in quanto i due si stavano muovendo
troppo velocemente per la telecamera.
La spiegazione del finale del film
Nel corso del film, Liu scopre che
Jessica era la seconda prostituta dell’hotel durante la notte
dell’omicidio di Mr. Big. Capisce che lei può provare la sua
innocenza, ma lei si rifiuta di andare senza aver recuperato la
figlia Isabel. Liu decide allora che il nastro sarebbe la prova
migliore e manda Jessica nell’ufficio di Richard per rubarlo. Dopo
averlo ottenuto, si dirigono verso un orfanotrofio dove è tenuta
Isabel. Tuttavia, Richard anticipa questa mossa e tende
un’imboscata all’orfanotrofio. Durante la fuga, Jessica viene
colpita al petto. Liu riesce a portarla in tempo all’ospedale e
parte per la stazione di polizia, con l’obiettivo di recuperare la
figlia.
Liu arriva alla stazione di polizia
dove Richard tiene in ostaggio Isabel e si fa strada tra un’altra
orda di poliziotti. Dopo essere riuscito a sconfiggere gli
scagnozzi personali di Richard, Liu entra nel suo ufficio e lo
trova che tiene Isabel sotto tiro. Anche se Liu è disarmato, dice a
Richard che se ucciderà Isabel, avrà tutto il tempo necessario per
ucciderlo. Richard tenta di uccidere Liu, ma riesce solo a
sparargli alla spalla. Tuttavia, la ferita da proiettile non
impedisce a Liu di disarmare Richard e di conficcargli un ago da
agopuntura nella nuca, in un punto proibito noto come “bacio del
drago”.
Questo stimola tutto il sangue del
corpo a viaggiare verso il cervello per causare una dolorosa morte
per aneurisma cerebrale. Richard, come previsto, soffre e muore per
il “bacio del drago” proprio mentre Liu recupera Isabel e torna con
lei da sua madre. Liu torna così da Jessica, in ospedale, la
sveglia e, alla domanda sconsolata di lei che chiede dove si trovi
la sua piccola, egli le guida lo sguardo sino a incontrare quello
della piccola, assorta in un profondo sonno, a pochi metri da
lei.
Il trailer di Kiss of the
Dragon e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Kiss
of the Dragon grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Il caso Mortara –
riscoperto a partire dagli anni Novanta del Novecento e
recentemente portato al cinema da Marco
Bellocchio con il film Rapito
(qui
la nostra recensione) – è stata una celebre causa italiana che
ha catturato l’attenzione di gran parte dell’Europa e del Nord
America negli anni Cinquanta e Sessanta
dell’Ottocento. Riguardava il sequestro da parte dello
Stato Pontificio di un bambino di sei anni di nome
Edgardo Mortara alla sua famiglia ebrea di
Bologna, sulla base della testimonianza di una ex domestica che
aveva amministrato un battesimo d’emergenza al bambino quando si
era ammalato da neonato.
Mortara crebbe dunque come cattolico
sotto la protezione di Papa Pio IX, che rifiutò le
disperate suppliche dei genitori per il suo ritorno. Tale
vicenda, Alla fine Mortara – crescendo in questo nuovo
contesto – divenne sacerdote, ma l’indignazione interna e
internazionale contro le azioni dello Stato Pontificio contribuì
alla sua caduta durante l’unificazione dell’Italia. È infatti
proprio in questo vivace contesto, dove tutto si apprestava a
cambiare per sempre, che si svolge la storia di Edgardo Mortara. Un
contesto da Bellocchio riproposto fedelmente in tutta la sua
caoticità.
Un film che inizialmente avrebbe
dovuto dirigere Steven Spielberg, basandosi sul libro scritto
da David Kertzer, Prigioniero del Papa
Re. Spielberg, però, decise infine di abbandonare il progetto
ed è a quel punto che Marco Bellocchio decise
di girare lui un film sulla vicenda. Basandosi liberamente sul
libro Il caso Mortara di Daniele Scalise,
ha così dato vita al lungometraggio, interpretato da Paolo
Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala e
Leonardo Maltese, con anche Filippo Timi e Fabrizio Gifuni.
Barbara Ronchi in Rapito. Foto di Anna Camerlingo, cortesia di 01
Distribution
La vera storia dietro il film Rapito
Il territorio italiano al momento
del caso Mortara vedeva vecchi governi composti da ducati,
granducati, regni borbonici e sabaudi, presidi austriaci e Stato
Pontificio, i quali stavano però per svanire dalla penisola
italiana nel confronto con i discendenti dell’Illuminismo e della
Rivoluzione francese. In questo contesto, papa Pio
IX regnava su un territorio che si estendeva da Roma verso
nord, attraversando il Granducato di Toscana fino a Bologna.
Proprio in quest’ultima città ha inizio la vicenda che portò poi al
formarsi del caso Mortara.
Alla fine del 1857, l’inquisitore di
Bologna, padre Pier Feletti, venne a sapere che
Anna Morisi, che aveva lavorato in casa Mortara
per sei anni, aveva battezzato segretamente
Edgardo quando aveva pensato che stesse per morire
da piccolo. La Suprema Sacra Congregazione
dell’Inquisizione Romana e Universale ritenne dunque che
tale atto rendesse irrevocabilmente il bambino cattolico e, poiché
la legge dello Stato Pontificio vietava di allevare cristiani da
membri di altre fedi, ordinò che fosse tolto alla famiglia e
allevato dalla Chiesa.
La polizia si recò dunque a casa
Mortara nella tarda serata del 23 giugno 1858 e prese in custodia
Edgardo la sera successiva. Dopo che al padre del bambino fu
permesso di visitarlo durante i mesi di agosto e settembre del
1858, emersero due racconti nettamente diversi: uno raccontava di
un bambino che voleva tornare alla sua famiglia e alla fede dei
suoi antenati, mentre l’altro descriveva un bambino che aveva
imparato perfettamente il catechismo e voleva che anche i suoi
genitori diventassero cattolici. A quel punto, le proteste
internazionali montarono, ma il Papa Pio IX non si
scompose.
Paolo Pierobon in Rapito. Foto di Anna Camerlingo, cortesia di 01
Distribution
Il Papa, anzi, si assunse
personalmente la responsabilità del sequestro e difese l’operato
del Sant’Uffizio. La famiglia Mortara, sconvolta, si appellò alla
comunità ebraica di Roma, ma la notizia si diffuse rapidamente di
ghetto in ghetto, raggiungendo anche quelli più emancipati del
Regno di Sardegna. Mentre la comunità romana
rimase in silenzio, come d’abitudine, per non compromettere
equilibri e privilegi, altrove gli ebrei insorsero. In Piemonte,
unico Stato dove la comunità israelitica godeva di fondamentali
diritti costituzionali, vi furono proteste pubbliche.
La vicenda raggiunse ben presto
risonanza internazionale e fu sfruttata da tutti i governi, da
Cavour a Bismarck fino a
Napoleone III in Francia, per gettare discredito
sulla Chiesa cattolica e su Pio IX. Nonostante ciò, niente riuscì a
far cambiare idea al Papa Re che si dichiarò indifferente a tutti
gli appelli Dopo la fine del governo pontificio a Bologna nel 1859,
Feletti fu processato per il suo ruolo nel rapimento di Mortara, ma
fu assolto quando il tribunale decise che non aveva agito di sua
iniziativa.
Nel novembre del 1867 Edgardo
assunse poi i voti semplici e acquisì il nome di Pio
Maria, in omaggio al suo padre adottivo, Pio IX. Il 20
settembre 1870 le truppe italiane fecero infine il loro ingresso a
Roma, ponendo fine all’esistenza dello Stato Pontificio. Un mese
dopo, il padre biologico lo invitò a raggiungerlo a Firenze, ma lui
rifiutò. Temeva che gli venisse imposto il ritorno in famiglia,
così la sera del 22 ottobre lasciò la città in abiti civili,
dirigendosi al monastero di Novacella, vicino a Bressanone, dove
visse sotto falso nome, studiando teologia ed ebraico. Fu lì che
nel 1871 pronunciò i voti solenni.
Foto di Anna Camerlingo, cortesia di 01 Distribution
L’anno seguente si trasferì a
Poitiers, in Francia, e nel 1873 fu ordinato sacerdote. Nei
successivi trent’anni Edgardo si dedicò alla predicazione e alla
raccolta di fondi per il suo ordine. Mantenne anche un rapporto
epistolare saltuario con i genitori, cercando di persuaderli alla
conversione. Nel 1906 si ritirò nel monastero di Bouhay, nei pressi
di Liegi, in Belgio dedicando il resto della vita allo studio e
alla preghiera. Morì infine nel 1940 all’età di 88 anni senza
essersi mai ricongiunto con la sua famiglia naturale, pur avendone
seguito le sorti nel corso del tempo.
Il trailer di
Rapito e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Rapito grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Provare a definire questo
nuovo prodotto seriale targato Hulu (disponibile su
Disney+) potrebbe risultare piuttosto complesso. Non perché
Paradise non possa essere fin troppo
facilmente incasellato nel genere del thriller distopico,
tutt’altro: il fatto è che fin dall’episodio pilota la serie creata
da Dan Fogelman (This Is Us)
sembra essere stata concepita appositamente per fuorviare lo
spettatore, per farlo adattare psicologicamente a un determinato
genere per poi catapultarlo dentro un altro, diverso ma non
antitetico al precedente.
Altro motivo per cui non è affatto semplice inquadrare la serie
consiste nel fatto che, dietro il gioco di specchi architettato
dalla messa in scena e dalla trama, si tratta fondamentalmente di
un dramma umano, di un cosiddetto “character study” in
alcuni episodi davvero potente.
La trama di
Paradise
Passiamo alla trama
principale di Paradise: l’agente segreto Xavier
Collins (Sterling K. Brown) è da anni addetto alla
sicurezza del Presidente degli Stati Uniti Cal Bradford
(James
Marsden), anche dopo che è tornato alla vita privata.
Il rapporto tra i due, all’inizio consolidato attraverso una
sincera amicizia, si è incrinato a causa di una tragedia passata.
Quando però Collins trova il suo datore di lavoro nella sua camera
da letto con la testa fracassata, il senso del dovere spinge l’uomo
a iniziare un’indagine privata e molto pericolosa per scoprire
l’assassino di Bradford. La tranquilla cittadina in cui l’ex
Presidente si è ritirato nasconde numerosi e sconvolgenti
misteri…
Mette davvero molta carne
in pentola Paradise, probabilmente troppa, dal momento che non
riesce a gestire allo stesso livello di intensità emotiva tutti i
personaggi in scena. Il meccanismo narrativo che Fogelman ha già
adoperato con sapienza in This Is Us è quello di
raccontare la backstory dei diversi protagonisti adoperando
numerosi flashback che raccontano come sono arrivati al momento in
cui la trama principale comincia. Se tale sviluppo ad incastri
funziona indubbiamente per dare ritmo ai vari episodi, bisogna
commentare che non tutte le vicende personali dei personaggi sono
emotivamente sullo stesso livello.
Un buon cast guidato da
Sterling K. Brown
Quella sviluppata in
maniera maggiormente convenzionale è senza dubbio la storia
dell’antagonista principale, Samantha, figura in chiaroscuro a cui
neppure un’attrice solitamente efficace come Julianne
Nicholson riesce a conferire il necessario spessore.
Miglior sorte tocca al protagonista assoluto Xavier
Collins, anche se in fin dei conti non si discosta troppo
dal classico uomo e padre di famiglia diviso tra attaccamento alla
famiglia e fervente senso del dovere.
In maniera piuttosto
paradossale il personaggio che conquista maggiormente nei primi
episodi è il braccio destro di Xavier, Billy, interpretato con
evidente competenza da quel Jon Beavers che si era
già messo in luce in Horizon: An American Saga di
Kevin Costner. Se lo show contribuisse ad
affermare definitivamente l’attore all’interno dell’establishment
hollywoodiano non potremmo che esserne contenti, dal momento che
soprattutto la presenza scenica di Beavers appare indiscutibile.
Altra nota di merito va a James Marsden nel ruolo di un Presidente
bradford travagliato, sbruffone, “uomo del popolo” ma mai
populista. Per contrappasso, il suo ruolo sopra le righe rende
ancora più efficace l’interpretazione robusta e trattenuta di
Sterling K. Brown, attore di ormai sicuro
affidamento.
Una serie che ha bisogno di
tempo
Va concesso tempo a
Paradise per affermarsi con pienezza nella mente
dello spettatore. Vanno superati alcuni momenti in cui la
verosimiglianza scricchiola di fronte all’enormità della storia
raccontata. Quando lo show si assesta e procede dritto verso quello
che vuole veramente raccontare, ecco che il livello di tensione e
l’adesione emotiva nei confronti di personaggi e situazioni prende
quota. E possiamo garantirvi che il settimo episodio sarà capace di
spaventarvi, di farvi preoccupare seriamente di fronte a quello che
potrebbe essere il futuro – anche prossimo, ahinoi – del nostro
pianeta. Non abbiamo ancora visto l’ottavo e ultimo capitolo dello
show, e francamente non abbiamo poi così tanta fretta di tornare ad
esperire quel livello di angoscia…
I prossimi film sugli Avengers si
sono evoluti in modo significativo da quando sono stati annunciati
per la prima volta: Kang è fuori, Doctor Doom è dentro e i Marvel Studios hanno incaricato i fratelli
Russo di concludere la saga del Multiverso con Doomsday e
Secret Wars. Le prospettive sono aperte per gli
X-Men.
Tra la scena post-credits di
The Marvelse Deadpool e Wolverine, è ovvio che i mutanti,
e più specificamente, Terra-10005, saranno un fattore in questi
progetti. Infatti, la teoria prevalente è che un’incursione
tra Terra-10005 e Terra-616 ci darà una tanto attesa battaglia tra
Avengers e X-Men in live-action con i mutanti
dell’ex franchise Fox che si scontreranno testa a testa con gli
eroi più potenti della Terra.
Con Photon intrappolato in un
universo parallelo che gli X-Men chiamano casa
(che, di nuovo, dobbiamo credere sia Terra-10005), il palcoscenico
è pronto per quei personaggi che alla fine si faranno strada verso
Terra-616, un mondo che attualmente ha solo una manciata di
mutanti.
Ora, un nuovo rumor ribadisce i
precedenti resoconti secondo cui Kelsey Grammer
tornerà come Bestia sia in
Doomsday che in Secret Wars. È
incredibilmente emozionante immaginarlo al fianco degli Avengers
del MCU come alleato, in particolare
perché la versione a fumetti di Bestia ha una storia leggendaria
con il team di supereroi.
Parlando dell’introduzione degli
X-Men nell’MCU la scorsa estate, il presidente
dei Marvel Studios Kevin
Feige ha detto: “Penso che vedrete che continuerà nei
nostri prossimi film con alcuni attori degli X-Men che potreste
riconoscere”.
“Subito dopo, l’intera storia di
Secret Wars ci porta davvero in una nuova era di mutanti e degli
X-Men. Di nuovo, [è] uno di quei sogni che si avvera. Finalmente
abbiamo di nuovo gli X-Men”, ha anticipato.
Bestia è apparso in ogni film degli
X-Men, con Nicholas Hoult che ha preso il posto di
Grammer nella serie prequel. Il personaggio non ha mai raggiunto il
suo pieno potenziale sullo schermo, quindi speriamo che i Russo
cambino le cose.
Quando Agents of
S.H.I.E.L.D. è stato lanciato su Disney+, avrebbe dovuto far
parte dell’MCU. Dopo un inizio difficile, lo
spin-off di The Avengers ha trovato il suo
equilibrio nella seconda metà della stagione 1 e ha raggiunto il
suo livello più alto in occasione del collegamento con
Captain America: The Winter
Soldier.
Tuttavia, con il passare del tempo,
la serie si è allontanata sempre di più da quella che da allora è
stata soprannominata la Sacred Timeline. Negli ultimi
anni, abbiamo appreso che il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige
non voleva che nessuno di quegli show televisivi Marvel venisse realizzato; erano
opera dell’ex presidente della Marvel Entertainment Ike
Perlmutter.
Quindi, quando si è presentata
l’opportunità, Feige ha convinto il CEO della Disney Bob
Iger a consentire ai Marvel Studios di supervisionare
tutto producendo show televisivi MCU per Disney+.
Agents of S.H.I.E.L.D. e
Agent Carter non sono parte del canone… per ora!
Lo stato canonico sia di
Agents of S.H.I.E.L.D. che di Agent
Carter è stato oggetto di accesi dibattiti per anni. Molti
sostengono che siano chiaramente parte dell’MCU, un argomento che ha un po’ più
peso ora che la “Defenders Saga” sembra essere stata
inserita nella Sacred Timeline.
Parlando con Screen Rant, al responsabile TV,
Streaming e Animazione dei Marvel Studios, Brad
Winderbaum, è stato chiesto a che punto sono le cose con
entrambi gli show. “Beh, te lo dico e te lo dico così. È
emozionante per me pensare a come far quadrare quegli show della
ABC con il canone”, ha confermato. “Per me, se mi conosci
e conosci il modo in cui funziona il mio cervello, è un territorio
divertente da immaginare”.
Leggendo tra le righe, sembra che
gli show al momento non siano tecnicamente canonici, ma Winderbaum
è impaziente di inserirli nell’MCU quando si presenterà
l’opportunità di farlo.
Sebbene non sarebbe saggio fare
affidamento su un revival per nessuno dei due show, Hayley Atwelltornerà
come Peggy Carter in Avengers:
Doomsday. Se gli Agents of
S.H.I.E.L.D. torneranno insieme a Coulson, allora la
Multiverse Saga è sicuramente il posto giusto per farlo.
Basato sul libro “The Two
Hemispheres of Lucca” di Barbara Anderson,
Due Emisferi è un potente dramma messicano che fa
un ottimo lavoro nell’adattare il materiale originale, offrendo uno
sguardo risoluto sulla crescita di un bambino con paralisi
cerebrale, insieme alla lotta dei genitori del protagonista, Lucca,
alla ricerca di una potenziale cura per aiutare ad alleviare la sua
condizione.
Questa ricerca è il fulcro della
narrazione di Due Emisferi, con Barbara che parte
con la sua famiglia in India, dove una nuova procedura sperimentale
pionieristica potrebbe vedere Lucca iniziare a formare più
connessioni cerebrali rispetto a prima. Questo, a sua volta, gli
consentirebbe di evolversi oltre il suo stato attuale, rendendolo
in grado di formare parole, mangiare, bere e persino ridere. Tutti
questi passaggi della vita che i bambini compiono organicamente
hanno molto più peso e significato nel film.
Lucca inizia a regredire?
Dopo che Barbara viene licenziata
dal suo lavoro, quella notte Lucca finisce per avere una crisi.
Questa volta dura solo 25 secondi, ma è un avvertimento per ciò che
potrebbe accadere se i suoi trattamenti venissero interrotti. Le
sue crisi sono diminuite del 70% da quando si è sottoposto ai
trattamenti in India, ma significa anche che se continuano,
potrebbero vanificare tutto il lavoro svolto finora con la
sperimentazione Cytotron.
Andres convince Barbara a lasciare
che Lucca sbocci e sia se stesso. Vuole che si arrenda e permetta a
Lucca di avere ciò che è meglio per lui. È ovviamente difficile per
Barbara farlo, dato che ha trascorso così tanto tempo a cercare di
dargli la migliore vita possibile. Barbara si è sempre incolpata
per non aver spinto di più durante il travaglio, e quindi sta quasi
cercando di riempire quel senso di colpa nella sua vita con queste
cure.
Due emisferi – Immagine dal set
Perché Barbara si sente così in
colpa?
Barbara aveva un lavoro molto
difficile, che l’ha portata ad avere un arresto respiratorio. È
stata salvata per miracolo e i dottori dell’epoca hanno tirato
fuori suo figlio e hanno fatto del loro meglio per lui. Avrebbero
potuto morire entrambi in quel momento, ma grazie a una sorta di
miracolo o intervento divino, sono sopravvissuti entrambi. Dato che
questo è uno dei motivi principali per cui Barbara è rimasta
indietro, sentirlo è sufficiente a farle apprezzare di nuovo la
vita.
In seguito Barbara telefona a John,
uno degli uomini che ha preso parte ai processi di Kumar, e scopre
che i piani per la clinica di Baltimora erano tutti una bugia.
Jaramillo è un completo imbroglione e non aveva alcuna intenzione
di aprire una clinica. In realtà ha pagato per un’e-mail con il
dominio di John Hopkins per aiutare a vendere la bugia, ma nessuno
oltre a lui lo conosce.
Barbara fa ulteriori ricerche e
scopre che Jaramillo ha truffato numerose persone in passato, tra
cui John e persino il dottor Kumar, cercando di prendersi il merito
di essere l’inventore del Cytotron quando in realtà, questo è
ovviamente completamente falso.
Cosa fa Barbara al riguardo?
Barbara è una donna posseduta,
determinata a far cadere l’uomo. Jaramillo sa chiaramente come
muoversi nel sistema legale e Barbara gli invia un’e-mail con le
sue scoperte. Questo fa gesto fa da traino e con l’aiuto del
Segretario della Salute, organizza un incontro per discutere delle
sperimentazioni del Cytotron.
Barbara si presenta con Lucca ma ci
sono brutte notizie. Si scopre che vogliono solo approvare l’uso
della macchina per scopi oncologici. Non ne consentono l’uso a
scopi neurologici e decidono invece di concentrarsi sui trattamenti
contro il cancro. “Per il bene della maggioranza piuttosto che dei
singoli casi”.
Quindi, sebbene questa sia una
piccola vittoria, ovviamente non lo è per Barbara… finché non
riceve una chiamata dal dottor Kumar, che le dice che è sempre la
benvenuta e che il costo del Cytotron per lei in India è pari a
zero. Ha fatto molto per aiutare e di conseguenza, dopotutto, c’è
una cura per lei e Lucca. Barbara aveva deciso prima di questo di
godersi il processo di crescita di Lucca e ottiene la sua
ricompensa proprio alla fine, quando Lucca pronuncia il suo nome
“Mamma”.
In che modo si conclude Due
Emisferi?
Mentre scorrono i titoli di coda,
apprendiamo che Lucca e la sua famiglia hanno fatto altri 3 viaggi
in India e attualmente Lucca sta finendo la scuola elementare ed è
nella stessa classe di suo fratello Bruno. Lucca non soffre di
epilessia da 5 anni e ha anche iniziato a camminare e parlare.
Ad agosto 2021, Barbara, Andres e
gli investitori hanno acquistato 2 macchine Cycotron e hanno aperto
la prima clinica fuori dall’India. Quindi alla fine, Lucca riesce a
ottenere il suo trattamento e i sacrifici fatti dalla famiglia si
concretizzano nel miglior modo possibile, infondendo speranza anche
a molti altri.
Nicole Kidman è una
delle attrici più amate del mondo del cinema. La sua carriera è
costellata di capolavori e di interpretazioni divine. Amante
dell’arte sin da piccola, ha cominciato a recitare sin da
giovanissima, senza immaginare che avrebbe interpretato,
successivamente, innumerevoli magnifici ruoli, ottenendo consensi
da ogni dove e riaffermandosi continuamente come una delle grandi
interpreti della sua generazione.
Ecco 10 che forse non sai di
Nicole Kidman.
I film e i programmi TV di Nicole
Kidman
I film da giovane di Nicole Kidman
1. Ha recitato in numerosi
celebri film. L’attrice ha debuttata sul grande
schermo nel 1983 con il film Natale nel bosco. In
seguito ha ottenuto sempre maggiore popolarità grazie a titoli come
Ore 10: calma piatta (1989), Giorni di tuono
(1990), Billy Bathgate – A scuola di gangster
(1991), Cuori ribelli (1992),
Da morire (1995), Batman Forever (1995),
Ritratto di signora (1996), The Peacemaker (1997) e
Eyes Wide Shut (1999). Negli anni 2000 partecipa invece a
film come The Others (2001), Moulin Rouge!
(2001), The Hours (2002), Dogville (2003),
Ritorno a Cold Mountain (2003), Birth – Io sono
Sean (2004),The
Interpreter(2005), La bussola d’oro (2007),
Australia (2008),
Nine (2009), Rabbit
Hole (2010), The Paperboy (2011), Tresspass (2011), Stoker (2012), Grace
di Monaco (2014), Queen of the Desert (2013).
2. È nota anche per alcune
serie televisive. Negli ultimi anni la Kidman ha in
particolare avuto modo di recitare in diverse serie TV di grande
successo. La prima di queste è stata Top of the Lake – Il
mistero del lago (2017), mentre dal 2017 al 2019 ha
interpretato Celeste Wright nell’acclamata e pluripremiata Big
Little Lies – Piccole grandi bugie. Grazie a questa ha vinto
un Emmy Awards come miglior attrice in una miniserie o film TV. Più
di recente ha interpretato il personaggio di Grace Fraser nella
serie thriller The Undoing – Le verità non dette. Nel
2021, invece, è Masha Dmitrichenko nella miniserie Amazon Nove perfetti
sconosciuti. Ha poi recitato nelle serie Lioness (2023-in corso), Expats (2024) e The Perfect Couple (2024).
Nicole Kidman e gli Oscar
3. Ha vinto un
Oscar. Ad oggi la Kidman vanta ben cinque nomination
all’Oscar, ricevute come Miglior attrice nel 2002 per Moulin
Rouge!, nel 2003 per The Hours e nel 2011 Rabbit
Hole. In occasione della seconda di queste tre, l’attrice ha
poi effettivamente vinto l’ambita statuetta grazie alla sua
struggente interpretazione della poetessa Virginia Woolf. Nel 2017,
infine, la Kidman è stata candidata per la prima volta nella
categoria “Miglior attrice non protagonista” per il film Lion – La strada verso
casa. Ha doppiato la nomination nel 2022 con
Being the
Ricardos.
Nicole Kidman in
Babygirl
4. Lavorare a Babygirl è
stata un’esperienza “completamente nuova”. Parlando di
Babygirl,
l’attrice ha dichiarato: “Ho fatto molti film a sfondo
sessuale, ma questo è diverso. Affrontare questo argomento con la
donna che ha scritto la sceneggiatura, che lo sta dirigendo e che è
lei stessa una grande attrice ci ha permesso di diventare una cosa
sola in un modo strano, che non avevo mai avuto con un regista
prima. Quando si lavora con una donna su questo argomento, si può
condividere tutto l’uno con l’altra”.
5. Ha vinto la Coppa Volpi a
Venezia. Per la sua interpretazione in Babygirl,
Nicole Kidman ha vinto la Coppa Volpi per la migliore attrice al
Festival di Venezia del 2024. La Kidman
era appena arrivata a Venezia e si stava recando alla cerimonia di
chiusura quando è stata informata del decesso della madre.
L’attrice ha dovuto dunque lasciare immediatamente l’Italia e non
ha ricevuto il premio di persona, che la regista Halina
Reijn ha a quel punto ritirato in sua vece.
6. Fu un set molto
intenso. Per esagerare la sfiducia tra i personaggi
interpretati da Tom Cruise e
Nicole Kidman
in Eyes Wide Shut, il regista Stanley
Kubrick decise di dirigere ogni attore separatamente e
vietò loro di condividere le rispettive note. Ciò portò spesso
Cruise e Kidman a confrontarsi con risvolti inaspettati l’uno
dell’altro. Per i due attori, anche per via di ciò, quella fu
un’esperienza unica, particolarmente intensa, che li portò a dare
completa fiducia a Kubrick. Secondo alcuni, il rapporto che Cruise
e la Kidman svilupparono per interpretare i rispettivi personaggi,
fu talmente tanto morboso da essere poi divenuto uno dei motivi del
loro divorzio.
A Nicoke Kidman ha una
malattia?
7. Le è stata erroneamente
attribuita una particolare sindrome. Recentemente in rete
all’attrice è stata attribuita la sindrome di
Morris, nota anche come insensibilità agli androgeni
completa. Si tratta di una malattia genetica rara che colpisce
principalmente gli individui di sesso femminile. i soggetti che la
possiedono hanno caratteri somatici femminili, ma sono
geneticamente maschi (con cromosoma XY). Tale sindrome è stata
attribuita anche a Kidman, ma non vi sono prove a riguardo e in
ogni caso si tratta di dettagli che non devono riguardare
nessuno.
Nicole Kidman e Tom Cruise
8. È stata sposata con Tom
Cruise. Nel novembre del 1989, l’attrice affianca il già
affermato attore Tom Cruise in Giorni di tuono. Sul set
i due si innamorano, per poi sposarsi il 24 dicembre 1990 con una
cerimonia a Telluride, in Colorado, con rito scientologico. I due
attori hanno poi nuovamente recitato insieme in
Cuori ribellie Eyes
Wide Shut. Il 9 agosto 2001 annunciano però la
separazione, senza rivelare i motivi dietro questa. Ad oggi, però,
pare che il principale ostacolo alla loro relazione fosse la
convinta adesione di Cruise alla Chiesa di Scientology.
9. Attualmente è sposata con
un cantautore country. Nel 2005 l’attrice conosce il
cantautore Keith Urban e da quel momento i
due non si sono più lasciati, sposandosi a Sidney l’anno
successivo. Verso la fine dello stesso anno, il marito entra in una
clinica per la disintossicazione da cocaina: in passato aveva
firmato un contratto prematrimoniale nel quale vi era scritto che
Keith avrebbe perso qualsiasi diritto sui beni di Nicole se avesse
praticato l’abuso di droghe o di alcol. I due hanno poi coronato il
sogno di realizzare una famiglia,
I figli di Nicole Kidman
Per la Kidman diventare madre è
stato un percorso difficile. Recentemente ha raccontato che durante
il matrimonio con Cruise ha perso due figli, uno nei primi periodi
del matrimonio, perso per una gravidanza extrauterina, l’altro nel
2001, quindi verso gli ultimi mesi di unione, a causa di un aborto
spontaneo. Con Cruise ha dunque poi adottato due bambini,
Isabella Jane (nata nel 1992) e Connor
Anthony (nato nel 1995). Con Keith Urban ha poi le figlie
Sunday Rose nel 2008 e Faith
Margaret nel 2010.
L’età e l’altezza di Nicole
Kidman
10. Nicole Kidman è nata il
20 giugno del 1967 a Honolulu, Hawaii, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1,80 metri.
L’adattamento di Netflix di The
Sandman dell’omonima opera di Neil
Gaiman si concluderà con l’imminente seconda stagione,
come riportato da Variety. La prima stagione ha
debuttato nell’agosto del 2022 e non è stata rinnovata da Netflix
fino al novembre dello stesso anno. All’epoca, lo streamer esitava
anche a definirla una seconda stagione, scegliendo invece di dire
che si trattava di “una continuazione del mondo di ‘The
Sandman’” e non si impegnava a definire il numero di
episodi. Sempre Variety ha confermato che la seconda stagione
doveva essere l’ultima prima delle riprese.
“La serie di ‘The Sandman’ è
sempre stata incentrata esclusivamente sulla storia di Dream, e nel
2022, quando abbiamo esaminato il materiale rimanente di Sogno dai
fumetti, sapevamo di avere abbastanza storia solo per un’altra
stagione”, ha dichiarato Allan Heinberg,
showrunner di The Sandman, in una dichiarazione
rilasciata a Variety venerdì. “Siamo estremamente grati a
Netflix per aver riunito il team e averci dato il tempo e le
risorse per realizzare un adattamento fedele in un modo che
speriamo sorprenda e delizi i fedeli lettori dei fumetti e i fan
del nostro show”.
Il piano di rilascio della seconda
stagione non sarà influenzato dalla cancellazione e gli episodi
sono ancora previsti per il 2025. La conferma della conclusione
dello show arriva comunque in seguito alle numerose accuse di
cattiva condotta sessuale rivolte a Gaiman, creatore dei fumetti DC
The Sandman e sviluppatore della serie televisiva.
Tuttavia, prima che le accuse venissero mosse per la prima volta a
Gaiman in un podcast di Tortoise Media nel luglio 2024, fonti
vicine alla serie avevano già rivelato che la costosa serie,
prodotta da Warner Bros. Television per Netflix, era intenzionata a
concludersi con la seconda stagione quando la produzione era in
corso nell’estate del 2023.
La rivelazione dei personaggi della
seconda stagione, che sono stati scritturati nel maggio del 2024,
ha ulteriormente indicato che la serie stava saltando alla fine dei
fumetti molto prima di quanto i fan avessero previsto. In seguito
alle accuse di cattiva condotta sessuale, Gaiman ha anche
abbandonato l’imminente stagione finale dell’adattamento televisivo
di Good
Omens di Amazon e lo sviluppo di un film basato sul
suo The Graveyard Book è stato messo in pausa
dalla Disney. Più di recente, Gaiman è stato
abbandonato dalla sua casa editrice di fumetti di lunga data, la
Dark Horse, e il suo musical su Coraline è
stato cancellato.
La seconda stagione di The
Sandman segue la trama della “Stagione delle
nebbie” dei fumetti di Gaiman, in cui
Lucifero (Gwendoline
Christie) abdica al controllo dell’Inferno e consegna
a Morpheus, alias Sogno
(Tom Sturridge), la chiave dei suoi cancelli,
facendo sì che molti immortali cerchino di convincere Morpheus a
dare loro la chiave.
Per la seconda stagione si
aggiungono Esmé Creed-Miles nel ruolo di
Delirium, Adrian Lester nel ruolo
di Destiny, Barry Sloane nel
ruolo del Prodigio, Ruairi
O’Connor nel ruolo di Orpheus,
Freddie Fox nel ruolo di Loki,
Clive Russell nel ruolo di Odino,
Laurence O’Fuarain nel ruolo di
Thor, Ann Skelly nel ruolo di
Nuala, Douglas Booth nel ruolo di
Cluracan e Jack Gleeson nel ruolo
di Puck, Indya Moore nel ruolo di
Wanda e Steve Coogan nel ruolo
della voce del cane Barnabas.
Tra i membri del cast della prima
stagione che ritornano per la seconda stagione di The
Sandman ci sono Patton Oswalt nel ruolo
di Matthew il Corvo, Vivienne
Acheampong nel ruolo di Lucienne,
Gwendoline Christie nel ruolo di
Lucifer Morningstar, Jenna
Coleman nel ruolo di Johanna Constantine,
Ferdinand Kingsley nel ruolo di Hob
Gadling, Stephen Fry nel ruolo di
Gilbert, Asim Chaudhry nel ruolo
di Abel, Sanjeev Bhaskar nel
ruolo di Cain, Vanesu Samunyai
nel ruolo di Rose Walker e Razane
Jammal nel ruolo di Lyta Hall.
The Sandman è stata
sviluppata da Neil Gaiman, dallo showrunner
Heinberg e da David S. Goyer
sulla base degli omonimi fumetti della DC di Gaiman, Sam
Keith e Mike Dringenberg. Tutti gli
episodi della seconda stagione sono stati diretti da Jamie
Childs.
Secondo quanto appreso da Deadline, James
Norton sarà l’interprete di Ormund
Hightower nella
terza stagione di House
of the Dragon della HBO. Ormund Hightower, di cui si è
parlato nella
seconda stagione ma che non è mai apparso sullo schermo, è il
nipote di Otto (Rhys
Ifans), cugino di Alicent (Olivia
Cooke) e Gwayne (Freddie Fox), e il
Signore di Oldtown. Attualmente sta guidando la schiera degli
Hightower in una marcia su Approdo del Re per sostenere la sua
casata contro Rhaenyra (Emma
D’Arcy).
Norton ha interpretato in
precedenza il ruolo di Hugo Swan in The Nevers della HBO
ed è noto anche per i suoi ruoli in Happy Valley e
Grantchester. Per quanto riguarda il cinema, è stato visto
di recente in Bob
Marley: One Love. Tra gli altri suoi film ricordiamo
Joy, Piccole donne e Nowhere
Special. Non resta a questo punto che attendere di vederlo
in quello che si preannuncia essere un personaggio molto importante
della stagione 3 di
House of the Dragon.
Cosa aspettarsi dalla terza
stagione di House of the Dragon?
Basato su Fire & Blood di
George R. R. Martin e ambientato 200 anni prima
degli eventi di Game
of Thrones,
House of the Dragon racconta la storia della Casa
Targaryen. Un aspetto positivo del fatto che l’amata serie
televisiva tragga la sua storia dalle pagine del romanzo di Martin
è che i lettori hanno un’idea della storia che verrà e di come si
svilupperà fino alla sua sanguinosa e infuocata conclusione. Anche
se il finale della seconda stagione è stato piuttosto
insoddisfacente per il pubblico, la stagione ha fornito una solida
prefigurazione di ciò che verrà.
Sappiamo infatti che sono in arrivo
alcune scene di battaglia piuttosto epiche, con la Danza dei Draghi
che porterà le cose in acqua con la Battaglia del
Calice. Un’altra importante resa dei conti sarà
combattuta principalmente tra il Daemon Targaryen di Matt Smith e suo nipote, il principe Aemond
Targaryen (Ewan Mitchell). Con così tanto da
aspettare, possiamo solo sperare che siano in arrivo ulteriori
risposte per quanto riguarda la tempistica di produzione della
terza stagione di House of the Dragon.
La proprietà del creatore di
Superman, Joseph Shuster, ha
citato in giudizio la Warner Bros. Discovery e la
sua DC Comics, sostenendo che non possiedono i
diritti per distribuire il film diretto daJames
Gunn in una manciata di territori chiave. Come
riportato da Deadline, il querelante,
Mark Warren Peary, esecutore testamentario, ha
depositato oggi la causa presso la Corte Federale del Distretto Sud
di New York chiedendo “il risarcimento dei danni e un
provvedimento ingiuntivo per le continue violazioni da parte dei
convenuti in Canada, Regno Unito, Irlanda e Australia, oltre a un
provvedimento dichiarativo che stabilisca i diritti di proprietà
della Shuster Estate in tutte le giurisdizioni
pertinenti”.
La questione è matura per il
giudizio, ha dichiarato, “poiché gli imputati stanno
attivamente pianificando un nuovo film su Superman e altre opere
derivate per un imminente rilascio a livello mondiale”. La
Warner, Peary e il suo team legale di lunga data sono stati in
tribunale piuttosto spesso prima di questo caso, più recentemente
per quanto riguarda i diritti di terminazione ai sensi della legge
sul copyright degli Stati Uniti. Ma la questione della
reversibilità automatica dei diritti d’autore all’estero in questo
caso si è presentata solo anni dopo, ha detto Marc
Toberoff, avvocato della proprietà, e non è mai stata
effettivamente discussa.
Ora, invece, lo sarà. “Siamo
fondamentalmente in disaccordo con i meriti della causa e
difenderemo vigorosamente i nostri diritti”, ha dichiarato un
portavoce della WBD. In discussione sono i diritti d’autore esteri
sul personaggio e sulla storia originale di
Superman, di cui sono coautori Jerome
Siegel e Shuster. Sebbene Siegel e Shuster abbiano ceduto
i diritti di Superman in tutto il mondo al predecessore della DC
nel 1938 “per soli 130 dollari (65 dollari a testa), le leggi
sul diritto d’autore dei Paesi di tradizione giuridica britannica –
tra cui Canada, Regno Unito, Irlanda e Australia – contengono
disposizioni che pongono automaticamente fine a tali cessioni 25
anni dopo la morte dell’autore, conferendo alla Shuster Estate
l’interesse indiviso sul diritto d’autore del coautore in tali
Paesi”, si legge nella causa.
“Shuster è morto nel 1992 e
Siegel nel 1996. Per effetto della legge, i diritti d’autore esteri
di Shuster sono stati automaticamente trasferiti alla sua proprietà
nel 2017 nella maggior parte di questi territori (e nel 2021 in
Canada). Tuttavia, gli imputati continuano a sfruttare Superman in
queste giurisdizioni senza l’autorizzazione dell’eredità di Shuster
– anche in film, serie televisive e merchandising – contravvenendo
direttamente alle leggi sul diritto d’autore di questi Paesi, che
richiedono il consenso di tutti i proprietari congiunti del
copyright”.
L’azione legale richiede un processo
con giuria, sostenendo che “gli atti di violazione diretta da
parte degli imputati sono stati intenzionali e mirati, in totale
disprezzo e indifferenza per i diritti dell’autore”. “Come
risultato diretto e prossimo della violazione da parte degli
imputati dei diritti d’autore e dei diritti esclusivi dell’opera,
la querelante è stata danneggiata per un importo da determinare al
processo, comprensivo dei danni effettivi della querelante e dei
profitti degli imputati”.
Nel frattempo, la proprietà chiede
al tribunale un ordine di cessazione e desistenza “che ingiunga
ai Convenuti, ai loro funzionari, agenti, dipendenti e a coloro che
agiscono di concerto con loro, in via preliminare durante la
pendenza di questa azione e in via permanente in seguito, di:
violare, o contribuire o partecipare alla violazione da parte di
altri del diritto d’autore dell’Opera o agire di concerto con,
aiutare o favorire altri a violare il suddetto diritto d’autore in
qualsiasi modo; copiare, duplicare, vendere, concedere in licenza,
mostrare, distribuire, preparare opere derivate dall’Opera, o in
altro modo utilizzare o sfruttare l’Opera, di cui la Querelante è
proprietaria congiunta, senza il previo consenso scritto della
Querelante o la licenza a farlo”.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Il film
horror britannico del 2017 The Lodgers – Non infrangere
leregole (qui la nostra recensione),
diretto da Brian
O’Malley (regista anche delle serie Alex
Rider e The Cuckoo), propone una vicenda
apparentemente già vista in altri film, ma che prende tuttavia
risvolti inaspettati mano mano che la narrazione procede. L’idea
per questa storia è nata quando lo sceneggiatore David
Turpin immaginò che i fantasmi si impadronissero della sua
casa di notte, una volta che lui era andato a letto. Partendo da
qui, ha dunque costruito un racconto che si muove a partire dal
concetto di casa infestata per aprirsi però poi a scenari
insoliti.
La trama di
base presenta ad esempio molte somiglianze con “La caduta della
casa degli Usher” di Edgar Allen Poe
(opera
recentemente portata su Netflix con un’omonima miniserie), ad
esempio: tre personaggi principali, una sorella e un fratello, e un
giovane uomo; la casa remota e fatiscente simile a un maniero, le
relazioni incestuose (che si estendono per generazioni), l’aspetto
malato dei fratelli, i suggerimenti di una “maledizione” senza nome
e la vita dei fratelli legata alla casa. Tutti elementi che
compongono il film rendendolo piuttosto intrigante, insieme anche
al fatto che le riprese si sono svolte in una delle case più
infestate d’Irlanda: Loftus Hall.
La trama di
The Lodgers – Non infrangere leregole
Negli anni finali della Grande
Guerra, in una decadente magione immersa nella campagna irlandese,
vivono isolati Edward e Rachel,
due gemelli appena maggiorenni. La loro esistenza è regolata da
severe norme imposte dai genitori: non accogliere estranei, non
rimanere svegli oltre la mezzanotte, e restare sempre uniti. Queste
regole sono sorvegliate da presenze sovrannaturali che, durante il
giorno, si celano sotto le assi del pavimento, emergendo di notte
per prendere possesso della casa. Edward, intimorito, rispetta le
restrizioni, mentre Rachel, desiderosa di libertà, sente il peso di
quella vita oppressiva.
Bill Milner e Charlotte Vega in The Lodgers – Non infrangere le
regole
La spiegazione del finale del film
Durante una visita in paese, Rachel
incontra Sean, un veterano di guerra con una gamba
amputata. Tra loro nasce un’intesa e, poco dopo, il ragazzo la
raggiunge presso il lago che circonda la villa. Rachel gli confida
allora il macabro destino della sua famiglia: i genitori si sono
suicidati nelle acque del lago, come già accaduto alle generazioni
precedenti. Convinta di essere condannata allo stesso fato, bacia
Sean e pensa di concedersi a lui, ma poi si ritrae incerta. Nel
frattempo, Edward deve affrontare l’avvocato Birmingham, incaricato
della gestione della proprietà: la villa è sommersa dai debiti e
l’unica soluzione è venderla. Spaventato dall’idea di infrangere le
regole, Edward uccide l’avvocato e offre il suo corpo agli
spiriti.
Nel frattempo, Sean viene aggredito
da alcuni nazionalisti irlandesi, che lo accusano di tradimento.
Ricoverato, riceve la visita di Rachel, ma la madre di lui, ex
domestica della villa, la respinge con ostilità. La ragazza allora
rivela alla sorella di Sean il terribile segreto della sua
famiglia: generazioni di gemelli incestuosi hanno maledetto per
sempre la casa. Tornata alla villa, Rachel scopre dell’omicidio di
Birmingham e, furiosa, confessa a Edward di essersi concessa a
Sean. Lui, furibondo, la trascina sul letto per possederla con la
forza, ma si ferma quando capisce che è ancora vergine. Proprio in
quel momento, Sean arriva alla porta e tra i due inizia una
violenta colluttazione.
Rachel, bloccata nella sua stanza
dagli spiriti, vede a quel punto l’acqua iniziare a filtrare dal
pavimento. Durante la lotta, Edward si trafigge accidentalmente con
il coltello di Sean, ma riesce comunque a ferire quest’ultimo alla
mano. In fin di vita, Edward raggiunge la stanza di Rachel e crolla
sul letto. Lei fugge da Sean, ma entrambi si trovano intrappolati
dall’acqua che inonda la villa sfidando la gravità. Rachel capisce
che l’unica via di fuga è sottomettersi al destino e si immerge.
Sean si tuffa per salvarla e i due si ritrovano nel lago, ma prima
che possano baciarsi, lui viene trascinato negli abissi dagli
spiriti.
Rachel, mentre urla silenziosamente,
viene quindi accerchiata dalle entità, che cercano di afferrarla.
Con un ultimo sforzo, riesce a risalire e a emergere dall’acqua.
Tornata alla villa, trova Edward agonizzante, che le chiede se ora
potranno restare insieme. Rachel risponde semplicemente che i
genitori torneranno presto da lui, poi si allontana lungo la strada
principale, avvolta in una lunga tunica blu, seguita da un corvo
nero, identico all’uccello immaginario che Edward accudiva. Di
fatto, lascia suo fratello a morire e si lascia tutto alle spalle,
pronta a ricominciare altrove.
Questo atto rappresenta il suo
definitivo rifiuto delle regole imposte dalla famiglia e dagli
spiriti che governano la casa. La sua fuga simboleggia la rottura
con il ciclo maledetto di incesto e autodistruzione che ha
tormentato le generazioni precedenti. Fondamentale è poi il ruolo
dell’acqua, simbolo di purificazione: dall’acqua Rachel riemerge e
rinasce, segnando così la sua liberazione. L’elemento del corvo che
la segue, infine, sottolinea un continuo legame con il passato. Si
lascia dunque intendere che il proprio vissuto non può essere
completamente cancellato, ma si può scegliere di non esserne
schiavi.
Rachel è dunque un personaggio che
con le sue azioni dimostra che il libero arbitrio esiste e che solo
lei può spezzare la catena che la rende prigioniera. Edward,
invece, rimane nella casa, ormai condannato. Il suo desiderio di
restare con Rachel dimostra quanto sia ancora intrappolato nel
retaggio familiare, incapace di immaginare un’esistenza al di fuori
di esso. La promessa di Rachel che “i genitori torneranno” può
infine essere letta in due modi: come una bugia per confortarlo o
come un’amara constatazione del fatto che lui continuerà a essere
vittima della maledizione.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Lodgers – Non infrangere le regole grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Apple iTunes, Tim
Vision, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 31
gennaio alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Tornare a
vincere (qui la nostra recensione) di
Gavin O’Connor
potraà non essere direttamente basato su una storia vera, ma
presenta abbastanza parallelismi con la realtà e con altri film
sportivi da far pensare che lo sia. Il film vede Ben Affleck nei panni di Jack
Cunningham, un’ex stella del basket liceale che da allora
ha passato momenti difficili con il crollo del suo matrimonio in
seguito alla morte del figlio. Mentre la depressione dovuta ai
tragici eventi della sua vita lo spinge all’alcolismo, Jack inizia
a riprendersi dopo essere stato reclutato per allenare la squadra
di basket del suo vecchio liceo, che si trova in difficoltà.
Il film ha ricevuto un’accoglienza
molto positiva, con molti elogi per l’interpretazione di Affleck.
Il film stesso segna un importante ritorno per Affleck dopo la sua
battaglia pubblica contro l’alcolismo. Anche l’ex moglie di
Affleck, Jennifer Garner, avrebbe avuto un ruolo
fondamentale nel mantenere in vita il film durante il suo recupero.
Tornare a vincere ha dunque tutto l’aspetto di un
film che avrebbe potuto avere una didascalia “Basato su una
storia vera” durante i titoli di testa. Tuttavia, il film ha
un chiaro fondamento nella realtà grazie ai suoi parallelismi con
le vicende persoanli di Affleck contro l’alcolismo e la sua
risalita verso il successo.
A prima vista, Tornare a
vincere ha una sorprendente somiglianza con ciò che molti
spettatori si aspetterebbero di vedere da un film basato su eventi
reali. Il film viene presentato come un edificante dramma sportivo
di un allenatore sfortunato che diventa un modello per un gruppo di
atleti adolescenti, dando loro la giusta spinta per rimettere in
forma la loro squadra in crisi. Si tratta di una premessa comune a
molti drammi e commedie sportive, come Il sapore della
vittoria, Glory Road e Cool Runnings.
Nonostante queste somiglianze
superficiali, che potrebbero indurre alcuni spettatori a credere
che Tornare a vincere sia una trasposizione sul
grande schermo di eventi reali, non è così, almeno non in senso
letterale. Tuttavia, come anticipato, il film presenta comunque
delle somiglianze con le battaglie personali del suo protagonista,
ed è qui che il nucleo della storia prende davvero forma. Sebbene
il film condivida somiglianze riconoscibili con altri film sportivi
ispirati a eventi reali, Tornare a vincere
racconta una storia completamente propria, che risuona fortemente
con la realtà.
Ben Affleck e Brandon Wilson in Tornare a vincere
Tornare a vincere
si ispira alla vita privata di Ben Affleck
Il punto in cui Tornare a
vincere si avvicina maggiormente alla vita reale è
l’alcolismo di Jack, che rispecchia la medesima battaglia
combattuta da Ben Affleck negli ultimi anni. Il tour
promozionale del film ha visto lo stesso Affleck essere molto
aperto a questo proposito, descrivendo l’impatto che l’alcolismo ha
avuto sia sulla sua carriera che sulla sua vita personale. Affleck
si è anche notevolmente ripreso in vista di Tornare a
vincere, condividendo persino la commovente storia del
compleanno di suo figlio in un’intervista. Tuttavia, il film stesso
si discosta notevolmente dalla formula tipica della maggior parte
dei drammi sportivi che molti spettatori probabilmente si aspettano
di vedere, e si tuffa a capofitto in Jack che tocca il fondo.
Se da un lato si mostra Jack
visibilmente migliorato mentre allena la squadra, dall’altro non
indora gli effetti che l’alcolismo ha avuto sulla sua vita: Jack
rimane in lutto per la perdita del figlio e continua a bere anche
quando la squadra comincia ad avere successo in campo. Laddove in
altri drammi sportivi Jack avrebbe smesso di bere a freddo,
Tornare a vincere è molto più aperto sulla realtà
dei danni che le abbuffate di alcol di Jack continuano ad avere
sulla sua vita e, infine, sulla sua capacità di allenare la
squadra. In questo senso, il film presenta un’analogia molto
schietta delle recenti battaglie di Affleck, esplorando al contempo
gli effetti dell’alcolismo in senso lato in modo sorprendentemente
realistico.
Ben Affleck in Tornare a vincere
Come l’ispirazione emotiva di The
Way Back ha contribuito al film
Sebbene Tornare a
vincere non abbia una base reale, è una storia vera in un
senso più esoterico del termine. Per prima cosa, il film è una
storia notevolmente più cupa rispetto alla maggior parte dei drammi
sportivi, e anche rispetto al lavoro passato di Gavin
O’Connor in film come Miracle e Warrior. Per molti versi, Tornare a
vincere non si preoccupa tanto di essere un film sulla
pallacanestro quanto di essere parte di un esame più ampio della
battaglia di Jack contro l’alcolismo, ed è qui che si trova il vero
impatto emotivo del film. Oltre alla sua onestà senza compromessi
nei confronti dei danni inflitti dall’alcolismo, riesce a essere
una “storia vera” in un altro senso, più concettuale.
Tornare a vincere è
estremamente diretto nel descrivere i danni che Jack sta
infliggendo alla sua vita con l’alcolismo e l’impatto che questo ha
sulla sua capacità di allenare la squadra. Mentre altri film
sportivi vedono l’allenatore al fianco della sua squadra fino
all’ultima partita, questo riconosce senza mezzi termini il punto
in cui Jack non può più svolgere efficacemente il suo ruolo di
allenatore. A questo proposito, è quindi onesto fino al midollo nel
non far tornare Jack a bordo campo giusto in tempo per far vincere
il campionato alla squadra, ma nell’estrometterlo del tutto dalla
partita quando è chiaro che il suo stesso benessere è a rischio. In
definitiva, Tornare a vincere non è un film sulla
vittoria in campo, ma sul superamento del tributo emotivo che la
perdita e la dipendenza possono comportare.
Quella di The Transporter è una
delle trilogie d’azione più note e apprezzate degli ultimi anni,
interamente basata sulle capacità e la presenza dell’attore
protagonista Jason Statham.
Dopo la sua conclusione, nel 2008, questa si è trasformata in vera
e propria saga, dapprima con una sfortunata serie televisiva, e in
seguito con un nuovo film. Questo è The Transporter
Legacy (qui la recensione),
arrivato in sala nel 2015 per la regia di Camille Delamarre,
fino a quel momento noto come montatore di Colombiana e Taken
2. A garantire la fedeltà alla trilogia originale vi è
naturalmente il regista Luc Besson, nuovamente
impegnato in qualità di produttore e sceneggiatore.
Contrariamente a quanto ci si
aspettava quando il progetto venne annunciato, questo non ha
raccontato le origini del personaggio e di come abbia iniziato a
svolgere il suo delicato mestiere. Il film, invece, si configura a
tutti gli effetti come un reboot, il quale ignora gli eventi della
trilogia come se non fossero mai accaduti. Girato anch’esso in
Francia, nella città di Parigi, The Transporter
Legacy è stato prodotto con un budget di circa 22 milioni
di euro. Pur ricevendo un accoglienza critica non propriamente
positiva, il film si è invece affermato come i suoi predecessori
come un buon successo economico.
Al box office è infatti arrivato a
guadagnare 72 milioni di euro a livello globale, lasciando aperta
la possibilità di futuri sequel legati a questa nuova ripartenza
della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il protagonista è ancora una volta
Frank Martin, ex mercenario delle forze speciali e
ora abile autista esperto in consegne particolarmente rischiose.
Conosciuto come “Il Trasportatore”, egli si occupa di consegnare
qualunque pacco gli venga assegnato, senza porsi alcuna domanda sul
contenuto, chiedendo in cambio solo generose ricompense. Questo suo
lavoro non è ovviamente esente dai pericoli, ma anzi lo porta
spesso a dover affrontare missioni particolarmente rischiose. Una
di queste gli si presenta nel momento in cui viene contattato da
Anna, che gli affida l’incarico di condurla verso
una segreta missione.
Guidando tra le strade del
Principato di Monaco, Frank cerca inizialmente di seguire la
propria politica del non fare domande. La sua disponibilità lo
porterà però a trovarsi coinvolto in un’operazione ben più
complessa di quello che avrebbe mai immaginato. La donna a bordo
della sua auto, infatti, intende uccidere il boss della mafia russa
Arkady Karasov, noto per i suoi traffici di esseri
umani. Questi ha segnato in modo indelebile l’infanzia di Anna, e
dovrà ora pagare per quanto fatto. Frank non avrà altra scelta che
aiutarla a compiere ciò che deve, trovandosi minacciato in modi più
subdoli del previsto.
Il cast del film
Il personaggio dell’autista Frank
Martin è strettamente legato al volto di Statham, che lo ha
interpretato nei tre precedenti film. Originariamente, l’attore
avrebbe dovuto riprendere la parte anche in questo nuovo capitolo,
ma a causa di disaccordi con la produzione egli preferì tirarsi
fuori dal progetto. A sostituirlo è allora stato chiamato l’attore
Ed Skrein, il
quale ha raggiunto una prima notorietà interpretando il personaggio
di Daario Naharis nella terza stagione di Il Trono di
Spade. Per recitare in The Transporter
Legacy, l’attore ha poi rinunciato proprio a tale ruolo,
venendo sostituito a partire dalla stagione successiva. Per
assumere i panni di Frank Martin, si è però dovuto esercitare nel
Krav Maga e nelle arti marziali filippine.
Ad interpretare la femme fatale Anna
vi è l’attrice e modella francese Loan Chabanol.
Anche lei, come il protagonista, si è dovuta esercitare nel
combattimento corpo a corpo, raggiungendo il livello di
preparazione richiesto dalle scene che la vedono protagonista.
L’attore Ray Stevenson è invece presente nei panni
di Frank Martin Sr., il padre del protagonista. Si tratta di un
personaggio totalmente inedito, che nella precedente trilogia non
veniva mai menzionato. L’attore serbo Radivoje
Bukvic, noto per Io vi troverò e Die Hard – Un buongiorno per morire, interpreta infine
il criminale russo Arkady Karasov.
Tatiana Pajkovic, Ed Skrein, Wenxia Yu e Loan Chabanol in The
Transporter Legacy
Ci sarà un sequel di The Transporter:
Legacy?
The Transporter:
Legacy è stato progettato per essere il primo capitolo di
una nuova trilogia. Luc Besson avrebbe dovuto co-finanziare,
distribuire, produrre e scrivere tutti e tre i film. Quando però le
trattative con Statham sono fallite ed Ed Skrein è stato chiamato a sostituirlo in un
reboot, i piani per questa trilogia hanno dovuto essere rielaborati
e si è deciso di attendere l’esito del film al botteghino prima di
dare per confermati ulteriori film. Una volta uscito in sala,
The Transporter: Legacy si è affermato come un
modesto successo al botteghino, incassando in tutto il mondo 72,6
milioni di dollari a fronte di un budget di 22 milioni, con un
discreto profitto.
Il film non ha fatto bene come
Transporter 3, ma abbastanza da rendere
possibile un sequel. Ma nonostante questo successo e nonostante i
piani precedenti, Transporter 5 non è mai stato
realizzato. Probabilmente perché, nonostante il film abbia fatto
soldi, la critica e il pubblico non hanno apprezzato il Frank di
Skrein come hanno fatto con la versione di Statham del personaggio
e si è dunque ritenuto questo protagonista non adatto a caricarsi
sulle proprie spalle l’intero franchise. Per vedere un nuovo film
di esso potrebbe essere necessario il ritorno di Statham, il quale
si era però allontanato per via di disaccordi sul compenso e ad
oggi sembra più interessato a dedicarsi ad altri progetti.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Transporter Legacy grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim
Vision e Infinity+. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 31gennaio alle
ore 21:20 sul canale Italia
1.
Le scioccanti rivelazioni
sull’assassino sono continuate nell’episodio 8 di Dexter:Original
Sin, e il coinvolgimento di Brian Moser nella
serie prequel di Dexter potrebbe richiedere qualche spiegazione.
Anche se l’episodio 7 di Dexter:Original
Sin, l’episodio 7 aveva già rivelato con una notizia
bomba che il Capitano Spencer (Patrick
Dempsey) era la persona che aveva ucciso Jimmy Powell
e rapito Nicky Spencer, lo show non aveva ancora finito con i colpi
di scena. L’episodio 8 di Original Sin ha rivelato chi è l’NHI
Killer e, così facendo, ha dato a uno dei migliori serial killer di
Dexter
una lista di vittime ancora più lunga. Il NHI Killer non è altro
che Brian Moser, alias il Killer del Camion Frigo.
Oltre a tutta la drammaticità del
serial killer, l’episodio 8 di Original Sin ha anche
sviluppato i suoi personaggi. Harry Morgan (Christian
Slater) e Maria LaGuerta (Christina Milian) si sono
avvicinati, Dexter (Patrick Gibson) ha imparato a fidarsi dei suoi
istinti oscuri e Deb (Molly Brown) ha avuto il suo
primo assaggio di tradimento e un accenno di ciò che la sua vita
sentimentale le avrebbe offerto nella serie principale. L’episodio
8 di Original Sin ha avuto così tante rivelazioni e
sviluppi importanti che è stato quasi troppo difficile tenere
traccia di tutto ciò che è accaduto, e potrebbe valere la pena di
fare un riassunto.
Harry Morgan ha detto a Dexter
di rintracciare Deb e ha negato che Aaron Spencer possa essere un
assassino
Dopo che Deb si è allontanata da
Harry nell’episodio 7 di Original Sin, gli ha detto che
sarebbe andata a stare con il suo ragazzo, Gio (Isaac
Gonzalez Rossi). Tuttavia, Harry non aveva capito che Gio
è un venticinquenne che esce con una diciassettenne, quindi si è
comprensibilmente infuriato quando Dexter gli ha detto che aveva un
appartamento sulla spiaggia. Dexter disse anche a Harry che lui,
Deb e Gio avevano rubato l’auto di Tiffany durante il loro doppio
appuntamento. Harry ha poi ordinato a Dexter di
rintracciare Deb e riportarla a casa, vedendo apparentemente la sua
decisione di scappare con lui come un atto di ribellione
adolescenziale.
Dopo aver detto a Dexter di
rintracciare Deb, Dexter condivide la sua rivelazione che il
capitano Aaron Spencer è il cattivo principale di
Original Sin. Harry, come prevedibile,
non è interessato alla teoria di Dexter. Sottolineò che Dexter
aveva solo prove circostanziali per sospettare di Spencer, e
sottolineò anche il fatto che conosceva Spencer da oltre 20 anni e
che in quel periodo era sempre stato solo un buon capitano e un
buon poliziotto. Harry si sente talmente offeso
dall’insinuazione che Spencer avrebbe rapito il suo stesso figlio
che dice a Dexter che sta proiettando la sua oscurità interiore su
tutti quelli che lo circondano.
Deb è andata con Gio a Bimini e
Sofia ha detto a Dexter che Deb ha allontanato tutti
Deb non si è limitata a passare la
notte nell’appartamento di Gio, ma ha deciso di accompagnarlo in
uno dei suoi viaggi di lavoro. Gio doveva recarsi a Bimini, una
catena di isole delle Bahamas, per ritirare un pacco per suo padre.
Una volta arrivati, Deb e Gio diedero un’enorme festa con
tanto di alcol, cocaina e musica latina sulla spiaggia.
Stranamente, Gio si è arrabbiato perché Deb aveva notato degli
uomini che stavano portando una cassa sulla sua barca, ma le ha
anche regalato un braccialetto di diamanti. Deb ha anche detto a
Gio di amarlo, anche se lui non ha ricambiato.
Allo stesso tempo, Dexter stava
seguendo gli ordini di Harry di rintracciare Deb. Purtroppo, questo
significava che doveva chiedere aiuto a Sofia, che pensava che
Dexter la tradisse. Dopo aver limonato con il suo nuovo ragazzo,
nel vano tentativo di far ingelosire Dexter, Sofia gli dice il
cognome di Gio. Sofia dice anche che Deb non vuole essere
trovata e che ha allontanato tutti da quando è stata cacciata dalla
squadra di pallavolo. Deb aveva perso la sua migliore
amica e il college dei suoi sogni in un solo giorno, quindi
sembrava che stesse usando Gio come un meccanismo di coping
malsano.
Maria LaGuerta e Harry hanno
fatto un viaggio in macchina fino a Tampa mentre indagavano
sull’assassino di NHI
Il motivo principale per cui Harry
non è riuscito a rintracciare Deb da solo è che stava facendo un
viaggio a Tampa con Maria LaGuerta (Christina
Milian). Dopo aver trovato Maria che baciava un
giovanissimo Miguel Prado, lei e Harry si sono messi alla ricerca
di Paul Petrie, l’uomo che possedeva l’auto su cui stavano
indagando nell’ambito del caso dell’assassino di NHI nell’ episodio
7 diOriginal Sin. Durante il
tragitto, Harry e Maria hanno avuto un momento di unione in
macchina. Harry ha raccontato di aver avuto difficoltà a
relazionarsi con Deb e Maria gli ha parlato delle sue esperienze di
ribellione adolescenziale dopo essere emigrata in America.
Miguel Prado era un personaggio
importante e il procuratore distrettuale nella terza stagione di
Dexter.
Quando Maria e Harry arrivarono
finalmente a Tampa, scoprirono che la casa di Petrie era già una
scena del crimine. Alcuni detective locali li informano sulle loro
indagini e rivelano che Petrie non può essere il killer della NHI
perché è stato ucciso settimane prima. Petrie era anche un
terapeuta per giovani problematici e, in base al fatto che parti
della sua agenda erano state strappate, la polizia di Tampa decise
che il principale sospettato era uno dei suoi pazienti.
Sfortunatamente, avevano più di 300 pazienti da controllare, quindi
hanno accolto con favore l’aiuto di Harry e Maria.
Spencer ha cercato di distrarre
Dexter con i casi irrisolti, ma Dexter l’ha seguito a un incontro
squallido
Dopo aver scoperto che il capitano
Spencer aveva ucciso Jimmy Powell e rapito Nicky, Dexter ha avuto
qualche problema al lavoro. Spencer ordina a Dexter di
iniziare a riesaminare gli schizzi di sangue sui casi irrisolti per
distrarlo dall’indagare ulteriormente sul rapimento di
Nicky. Tanya Martin (Sarah Michelle Gellar) e Camilla Figg
(Sarah Kinsey) pensano che sia un segno che Spencer sia rimasto
impressionato dalla capacità di Dexter di trovare la goccia di
sangue sul lato della scatola, ma Dexter ne sa di più. Si chiese
cosa Spencer non volesse che trovasse, così decise di continuare a
scavare.
Spencer ordina a Dexter di
iniziare a riesaminare gli schizzi di sangue sui casi irrisolti per
distrarlo dall’indagare ulteriormente sul rapimento di
Nicky.
Spencer dice ai detective della
polizia di Miami che sarebbe andato a casa per pranzo per farsi una
doccia e Dexter lo segue quando esce. Tuttavia, Spencer non è
andato a casa e Dexter lo ha seguito fino a un losco incontro con
un giovane. Spencer dà al ragazzo un mucchio di soldi e una
busta di plastica e Dexter decide di seguirlo. Alla fine,
lo stesso giovane si fermò davanti a una casa con uno gnomo nel
cortile. Prima che Dexter potesse scoprire cosa c’era nella borsa,
però, Harry lo chiamò e chiese di sapere dove fosse Deb.
Il sospetto di Maria che Harry
è stato ucciso, ma Harry ha scoperto che Brian Moser era
l’assassino della NHI
Dopo aver scoperto che Paul Petrie
era stato ucciso, Harry e Maria tornarono al dipartimento di
polizia di Tampa per iniziare a spulciare l’elenco dei suoi
clienti. Alla fine, Harry si imbatte nel fascicolo di Brian Moser,
il figlio dell’informatrice Laura Moser, amante segreta di Harry e
madre di Dexter. Dopo aver convinto Maria a prendere un
caffè, Harry esaminò il fascicolo di Brian e dedusse che si
trattava del killer della NHI. La prima delle vittime
dell’NHI lavorava come infermiera presso l’ospedale psichiatrico in
cui era stato ricoverato Brian e la sua lista di tendenze violente
lo rendeva perfetto.
Anche se Harry ha risolto il caso
del NHI Killer, non ha condiviso la sua scoperta con Maria. Anzi,
ha cercato di nascondere il fascicolo di Brian nella propria borsa,
evidentemente cercando di coprire completamente il coinvolgimento
di Brian nel crimine. Parte del motivo per cui Harry ha
cercato di coprire Brian è che il suo arresto avrebbe portato alla
luce molti dei segreti più oscuri di Harry. Harry ha
cercato di nascondergli le origini di Dexter per tutta la stagione
e l’arresto di Brian avrebbe svelato tutto in un istante. È
probabile che Harry provi anche un certo senso di colpa per aver
fatto di Brian un assassino, visto che il fascicolo di Petrie
menziona espressamente Harry più volte.
Gli uomini di Hector Estrada
hanno rapito Laura e i suoi figli dopo averla vista parlare con
Harry
Dopo aver visto il fascicolo di
Brian Moser, Harry ha avuto un altro flashback di una delle ultime
volte che ha visto Brian da bambino. Harry e Laura (Brittany Allen)
si incontrano in un parco per discutere di ciò che il boss della
droga Hector Estrada le aveva detto nell’episodio precedente. Laura
ha spiegato che Estrada voleva che lei vedesse da vicino le sue
operazioni di spaccio e le aveva fatto organizzare una spedizione
al cantiere navale. Purtroppo, mentre si incontravano, uno
degli uomini di Estrada stava sorvegliando Laura e l’ha vista
incontrare Harry, un noto detective della narcotici.
Quando Estrada ha avuto la certezza
che Laura stava lavorando con la polizia, ha agito rapidamente.
Mentre Laura si faceva dipingere le unghie di colori diversi da
Brian, un gruppo di uomini di Estrada fece irruzione nella loro
casa. Dopo una lotta, riuscirono a sottomettere Laura,
Brian e Dexter e quando Bobby e Harry arrivarono alla casa, non
c’era traccia di loro. I fan del Dexter originale
sapranno come si svolge il rapimento e sanno che Harry non troverà
Laura finché non sarà troppo tardi.
Dexter ha scoperto che Gio era
fidanzato e Deb ha scoperto che stava contrabbandando
qualcosa
Dopo che Harry gli ha detto di
smettere di indagare sul Capitano Spencer, Dexter è tornato a
cercare Deb. Alla fine trova l’appartamento di Gio, ma quando vi
arriva risponde una donna. Spiegò di essere la fidanzata di
Gio e che Deb era solo una delle tante donne che Gio seduceva per
divertirsi. La fidanzata spiegò a Dexter che anche lei lo
tradiva, tuttavia, quindi la loro strana relazione funzionava in
qualche modo. In seguito, Dexter prende in prestito il suo telefono
per chiamare Camilla e accettare finalmente l’offerta di prendere
in prestito la sua barca.
Allo stesso tempo, Deb inizia a
scoprire da sola le crepe nella facciata perfetta di Gio. Mentre
stavano cenando, Deb si scusò per prendere il cappotto dalla barca
di Gio. Mentre era a bordo, trovò diverse casse nascoste sotto i
sedili e Gio le disse che pensava che sarebbe stata una “brava
ragazza” e non avrebbe fatto domande sul suo lavoro. Gio
probabilmente contrabbandava droga, visto che in precedenza aveva
dato a Deb della cocaina e conduceva uno stile di vita piuttosto
sfarzoso, e ha cacciato Deb dalla barca, lasciandola a Bimini senza
un modo per tornare a casa.
Deb e Dexter hanno avuto un
cuore a cuore sulla barca di Camilla e lui ha trovato il suo nuovo
terreno di sepoltura
Anche se Deb era bloccata, Dexter è
fortunatamente venuto in suo soccorso. Grazie alla barca di
Camilla, la Slice of Pie, Dexter è riuscito a rintracciare
Deb a Bimini e l’ha trovata a gridare a Gio sulla spiaggia. Dopo
aver condiviso quanto appreso su Gio, Dexter riporta Debra a casa.
Mentre erano in barca, Deb ha iniziato ad aprirsi su come
sentiva che a Harry non importava di lei e su come la sua vita si
stava disfacendo, e Dexter ha sorprendentemente condiviso le sue
riserve sulla sua relazione con Harry. In realtà è stato
un momento piuttosto sano tra fratelli e Dexter ha persino detto di
capire Deb.
Se da un lato il viaggio in barca
ha aiutato Dexter a fare progressi nella sua relazione con Deb,
dall’altro lo ha aiutato a fare progressi come serial killer. A un
certo punto, Deb getta in mare il braccialetto di diamanti che Gio
le aveva regalato. Quando le chiese se c’era modo di recuperarlo,
Dexter le disse che una volta che una cosa era in mare, era persa
per sempre. Questo momento ha chiaramente dato a Dexter
l’ispirazione per iniziare a gettare le sue vittime di omicidio
nell’oceano, e sembra che sia solo una questione di tempo prima
cheOriginal Sinrisolva
il problema della barca di Dexter.
Il Capitano Spencer ha
incastrato i Los Tigres per il rapimento di Nicky e ha dato il via
a una massiccia sparatoria
Dexter è stato chiamato al lavoro
dopo aver accompagnato Deb a casa, e ha finalmente scoperto cosa
stava combinando Spencer con il suo misterioso incontro e la sua
borsa di plastica. La polizia di Miami ha ricevuto una soffiata
secondo cui Nicky Spencer era stato avvistato in un noto
nascondiglio del cartello Los Tigres, così ha riunito una squadra
SWAT per fare irruzione nell’edificio. Mentre erano lì,
hanno scoperto la stessa maglia che Spencer aveva tolto a suo
figlio all’inizio dell’episodio, e Dexter ha poi trovato la borsa
che ha visto Spencer dare al bambino. Era chiaro che
Spencer stava cercando di incastrare i Los Tigres per il rapimento
di Nicky.
Sembra che Spencer volesse
solo una scusa per uccidere alcuni membri del cartello e che questa
fosse la sua motivazione principale per il rapimento di
Nicky.
Dopo che Spencer ha iniziato a
comportarsi in modo aggressivo a casa dei Los Tigres, è diventato
chiaro il motivo per cui voleva incastrare i cartelli per il
rapimento di Nicky. Spencer ha iniziato a istigare i membri del
cartello nella casa puntando loro la pistola in faccia e urlando, e
alla fine hanno preso le loro pistole nascoste e hanno iniziato una
sparatoria con la polizia di Miami. Sembra che Spencer
volesse solo una scusa per uccidere a colpi di pistola alcuni
membri del cartello e che questa fosse la sua motivazione
principale per il rapimento di Nicky. Ora, però, Dexter è
assolutamente convinto che dietro i rapimenti ci sia Spencer, e
quasi sicuramente otterrà presto giustizia.
Maria ha trovato il file di
Brian Moser poco prima di sapere che Bobby Watt era stato
ucciso
Dopo aver lasciato il dipartimento
di polizia di Tampa, Harry e Maria si sono fermati a cena. Mentre
Harry era fuori dall’auto per comprare del cibo, Maria decise di
controllare il suo caso dopo che lui si era comportato in modo
sospetto con le cartelle dei pazienti. Maria scopre che
Harry ha rubato la cartella di Brian Moser, ma ha solo il tempo di
guardare il suo nome prima che Harry torni in macchina.
Anche se non ha ottenuto molte informazioni, Maria è decisamente
sospettosa di Harry e del suo legame con Brian. Fortunatamente per
Harry, non ha avuto modo di interrogarlo.
Durante lo scontro a fuoco con il
cartello dei Los Tigres, il partner di Harry, Bobby Watt (Reno
Wilson), viene colpito al collo. Si trattava chiaramente di una
ferita grave, visto che dovette essere trasportato fuori dalla
scena del crimine sul retro di uno scudo antisommossa, ed era anche
abbastanza grave da indurre qualcuno a chiamare e informare Harry.
Quando Harry ricevette la notizia sul telefono dell’auto,
questa ebbe immediatamente la precedenza sul fascicolo di Brian
Moser, e lui e Maria tornarono di corsa a Miami per far visita a
Bobby in ospedale. Per il momento il segreto di Harry è al
sicuro, ma le condizioni di Bobby Watt sembrano molto più
gravi.
Hector Estrada ha ordinato ai
suoi uomini di uccidere Laura Moser con una motosega
Nei momenti finali dell’episodio 8
di Dexter:Original Sin, lo show è arrivato a uno
degli eventi più importanti della vita di Dexter. Dopo il rapimento
di Laura, Brian e Dexter, gli uomini di Hector Estrada li hanno
tenuti confinati in un container. Come rivelato nella
stagione 1 diDexter,
quel container è stato il luogo in cui Laura Moser è stata uccisa
davanti a Brian e Dexter, ed è stato il luogo in cui il passeggero
oscuro di Dexter è nato nel sangue. Estrada ordinò quindi
ai suoi uomini di fare a pezzi Laura con una motosega e di far
pagare a Dexter e Brian i “peccati della madre”.
È chiaro che a Laura Moser non
resta molto tempo da vivere in Original Sin e la serie si
sta preparando ad approfondire il ruolo di Harry nella sua morte.
Harry troverà Brian e Dexter nel container, che si bagnano nel
sangue della madre, e in seguito adotterà Dexter. Questo significa
anche che Original Sin potrebbe approfondire le ragioni
che hanno spinto Harry a non adottare Brian Moser e potrebbe
addirittura renderlo responsabile della trasformazione di Brian nel
killer del camion frigo. In breve,
Dexter:Original
Sin si prepara alla tragedia.
Netflix
sta condividendo uno sguardo ravvicinato agli ultimi episodi di
Cobra Kai. Lo show, che ha debuttato
nel 2018, è la continuazione del franchise di Karate Kid e
segue la rivalità in corso tra i personaggi storici Daniel LaRusso
(Ralph Macchio) e Johnny Lawrence (William Zabka), vantando un
vasto cast corale che include molti nuovi arrivati e personaggi
storici. L’imminente stagione 6 di Cobra Kai,
parte 3, chiuderà sia la stagione che la serie nel suo
complesso con cinque episodi finali.
Netflix
ha ora offerto diversi nuovi scorci della stagione 6, parte 3 di
Cobra
Kai. Si tratta di tre nuove immagini in
anteprima degli episodi finali. Due delle immagini
mostrano Daniel e Johnny impegnati in diverse sessioni di
allenamento individuali con gli studenti, presumibilmente per
prepararsi alla continuazione del torneo mondiale Sekai Taikai.
Un’altra mostra Tory Nichols (Peyton List) mentre
si allena da sola, senza uniforme. Le immagini sono riportate di
seguito:
Il servizio di streaming ha anche
rilasciato un nuovo sneak peek della stagione 6, parte
3. Il filmato include le scene di allenamento mostrate
nelle nuove immagini, con una voce fuori campo che spiega che i
personaggi si stanno preparando per il torneo, che ha “un
pubblico molto più numeroso di prima”. La voce fuori campo
sottolinea anche che “la posta in gioco non è mai stata così
alta”, prima che il teaser riveli che l’oratore è il capo
della Sekai Taikai, che dice di essere arrivato nella Valle nel
tentativo di evitare ulteriori drammi con il torneo. Guardate il
video qui sotto:
Cosa significa per Cobra
Kai
Questo nuovo teaser offre un
contesto fondamentale per gli episodi finali della serie. Mentre
c’era qualche dubbio sulla continuazione del torneo dopo la morte
di Kwon Jae-Sung (Brandon H. Lee), ucciso durante una scaramuccia
scoppiata nell’episodio finale della stagione 6 parte 2 di
Cobra Kai. Lo sneak peek ha rivelato
definitivamente che il torneo continuerà, anche se è
implicito che è passato del tempo tra il finale della seconda parte
e la prima della terza.
Con la ripresa del torneo, è vero
che la posta in gioco non è mai stata così alta. Il torneo in sé si
rivelerà un’enorme fonte di ansia per i restanti personaggi di
Cobra Kai, poiché il suo esito potrebbe determinare il
loro futuro. Tuttavia, le continue tensioni tra i partecipanti sono
già diventate mortali, il che significa che un altro scontro
potrebbe macchiare per sempre la reputazione del torneo e che, nel
peggiore dei casi, altre vite potrebbero essere in
pericolo.
Le prime immagini di
Death by Lightning sono state rivelate in vista
dell’uscita della serie nel 2025. Prodotto dai creatori di Game of
Thrones David Benioff e D.B. Weiss, lo show di Netflix è un
dramma storico incentrato sulla presidenza e
sull’assassinio di James Garfield, interpretato da
Michael Shannon. Il cast di Death by
Lightning comprende anche Matthew Macfadyen nel ruolo
dell’assassino, Charles J. Guiteau, Nick Offerman
nel ruolo di Chester A. Arthur e Betty Gilpin nel
ruolo di Lucretia Garfield.
Ora Netflix ha pubblicato le prime immagini che
ritraggono Shannon, Macfadyen, Offerman e Gilpin nei panni dei loro
personaggi storici. Le immagini includono una folla che
festeggia e guarda verso l’alto, Garfield e sua moglie che si
guardano amorevolmente durante un evento formale, un Guiteau
preoccupato che si fa strada tra la folla e Garfield che viene
acclamato, presumibilmente dopo essere stato eletto Presidente
degli Stati Uniti d’America. Guardate le immagini qui sotto:
Cosa significa questo per Death
By Lightning
1 di 4
Nonostante sia stato solo uno dei
quattro presidenti in carica a essere assassinato, la storia di
Garfield non è così nota rispetto a quella di molti altri ex
presidenti degli Stati Uniti. La sua storia ha ora il potenziale
per diventare più nota in base a ciò che viene mostrato nelle prime
immagini di Death by Lightning. Tra la barba,
l’abbigliamento e il modo in cui si tiene in piedi, Shannon
ha l’aspetto e il comportamento appropriati per Garfield,
sia per quanto riguarda il modo amorevole in cui guarda la moglie
sia per il modo in cui si comporta quando è circondato da
altri.
Death by Lightning è
basato sul libro del 2011 di Candice Millard Destiny of the
Republic:A Tale of Madness, Medicine and the Murder of a
President, che racconta la presidenza e l’assassinio di James
Garfield.
Il resto del cast, tra cui
Macfadyen, Offerman e Gilpin, sembra altrettanto adatto ai
rispettivi personaggi. Death by Lightning difficilmente
raggiungerà le vette di Succession della HBO, ma potrebbe comunque
finire per essere una delle migliori serie televisive di Matthew Macfadyen. Macfadyen conferisce a
Guiteau un’aria preoccupata e frenetica che probabilmente si
rifletterà sulla decisione di assassinare Garfield. La serie
probabilmente esplorerà il disturbato Guiteau che prova
risentimento nei confronti di Garfield per non avergli
dato una posizione di governo, e questo risentimento si trasformerà
in un omicidio.
È stata confermata la data di
uscita della terza stagione di Ginny &
Georgia. La dramedy ha debuttato su Netflix
nel febbraio 2021, con Brianne Howey e Antonia Gentry nei
panni della coppia figlia-madre Georgia e Ginny Miller. La
storia inizia concentrandosi su Georgia, l’adolescente Ginny Miller
e il figlio di nove anni di Georgia, Austin (Diesel La Torraca),
mentre si trasferiscono nella città fittizia di Wellsbury, nel
Massachusetts, in cerca di un nuovo inizio dopo la morte del marito
di Georgia. Il cast di Ginny & Georgia comprende Felix
Mallard, Katelyn Wells, Jennifer Robertson, Scott Porter, Raymond
Ablack, Katie Douglas, Chelsea Clark e Nathan Mitchell.
Il dramma familiare, con echi di
Gilmore Girls, si è rivelato un grande successo per
Netflix. La seconda stagione è stata nella Top 10
della classifica Nielsen degli streaming per otto settimane dopo la
prima. Forte della sua popolarità, la terza stagione di Ginny &
Georgia è stata rinnovata insieme alla quarta. Sebbene
l’annuncio sia stato fatto quasi due anni fa, il debutto dei nuovi
episodi è stato influenzato dagli scioperi degli sceneggiatori e
degli attori che si sono protratti per gran parte del 2023. Ma
l’attesa è quasi finita.
La terza stagione di Ginny &
Georgia uscirà in estate
Nell’ambito dell’evento Next on
Netflix, è stata confermata la finestra di uscita di diversi show.
Stranger Things e Cobra Kai
termineranno nel corso dell’anno, così come il thriller romantico
di Penn Badgley YOU. Altri titoli importanti, tra cui
l’attesa stagione 2 di Wednesday e gli episodi finali di
Squid
Game, usciranno nel 2025. Ginny & Georgia fa
parte di questa lista e rappresenta il primo aggiornamento
importante per il dramma familiare dopo diversi mesi.
Netflix ha rivelato che
laterza stagione diGinny &
Georgiauscirà il 5 giugno. Ciò
significa che la saga familiare ha avuto un intervallo di ben due
anni, con la seconda stagione che uscirà in binge drop nel gennaio
2023. Gli spettatori della serie hanno molto da recuperare,
soprattutto per quanto riguarda i cliffhanger più importanti e i
nuovi membri del cast.
Cosa significa la terza
stagione di Ginny & Georgia per lo show
Lo sviluppo più importante da
ricordare del finale della seconda stagione di Ginny &
Georgia è che Georgia viene arrestata per l’omicidio
di Tom Fuller (Vincent Legault). La trama è l’apice di un
tema ricorrente che rende l’originale Netflix molto diverso da
Gilmore Girls. Georgia ha la tendenza a fare di tutto per
proteggere le persone a cui tiene. Questa tendenza riaffiora nel
finale della seconda stagione, quando soffoca il comatoso Tom per
aiutare la sua ex rivale Cynthia (Sabrina Grdevich) ad andare
avanti.
È già abbastanza grave che Austin,
il più giovane di Georgia, veda accidentalmente l’omicidio.
Georgia viene infine arrestata durante il suo matrimonio
con Paul (Porter). La prossima puntata riprenderà questo
filo conduttore. Secondo la sinossi, questo lascia Ginny in una
posizione poco invidiabile, in quanto decide se può davvero
stare al fianco di Georgia in questo momento difficile.
Anche questo è stato un filo conduttore ricorrente del drama, in
quanto diversi individui ed eventi hanno cercato di mettere
zizzania tra madre e figlia.
Tutto questo si svilupperà mentre
la serie darà il benvenuto a nuovi volti. Ty Doran
interpreterà un compagno di classe nel corso di poesia di Ginny.
Noah Lamanna, invece, interpreta Tris, descritto come un
intelligente skateboarder e amico intimo di Marcus (Mallard) e
Silver (Wells). Quest’ultimo duo è tra quelli che ritornano
nell’ensemble, mentre il cast principale dovrebbe riprendere i
propri ruoli al momento.
L’epico evento crossover di
One Chicago mette a dura prova la coppia
Stella e Severide, beniamini dei fan di Chicago
Fire. La stagione 13 di Chicago Fire ha
continuato a proporre forti archi narrativi e di personaggi, e
l’episodio crossover di mercoledì non ha fatto eccezione.
Stella e Severide sono stati ancora una volta al centro
dell’attenzione: gli eventi hanno cospirato per separare la coppia
sposata e Stella si è trovata in pericolo di vita dopo che
un’esplosione di gas l’ha vista intrappolata sottoterra su un
treno, con comunicazioni limitate. Severide e la caserma dei
pompieri 51 sono riusciti a raggiungere il treno appena in tempo,
ma questo ha certamente contribuito a mettere le cose in
prospettiva per la coppia.
Secondo TVLine, la showrunner Andrea Newman rivela che
gli eventi dell’episodio potrebbero essere un momento
importante per Stella e Severide, e cambiare il modo in cui la
coppia affronta la propria relazione. L’episodio, inoltre,
riporta a galla una questione che era stata affrontata per la prima
volta tra i due nella season premiere, oltre ad aiutare la coppia a
rivalutare le proprie priorità. La Newman continua suggerendo che
Stella e Severide devono ora capire dove si trovano come coppia. Di
seguito riportiamo i suoi commenti completi sull’argomento:
“Si sono fatti la promessa di
non separarsi di nuovo e di non stare lontani il più possibile, e
poi questo episodio li ha divisi.Andando avanti,
si tratta di capire dove si trovano come coppia, e le conversazioni
sulla famiglia vengono davvero fuori.
È qualcosa con cui devono fare i
conti in futuro, e vengono prese decisioni importanti.Penso
che tra gli eventi del crossover e la persona del suo passato che
si fa avanti e parla del suo passato in un modo in cui non ci aveva
mai pensato prima, questo avrà un impatto sul modo in cui lei vede
il suo rapporto con Severide e come vede l’idea di famiglia in
futuro”.
Cosa significa per il futuro di
Stella e Severide
Il fatto che Stella e Severide
abbiano già accettato di passare meno tempo lontani l’uno
dall’altra nella stagione 13 di Chicago Fire significa che
quest’ultimo sviluppo è destinato a causare molta angoscia per
entrambi. I due hanno già discusso di lasciare la città, con
Severide che vuole aspettare un momento migliore. La frase
pronunciata da Severide alla moglie, “Andiamocene da qui”,
suggerisce che si è avvicinato al suo modo di pensare. In effetti,
l ‘esperienza di quasi morte di Stella potrebbe portare
entrambi a riconsiderare ciò che vogliono dalla loro carriera e
dalla loro relazione, decidendo di mettere se stessi al
primo posto.
Non è chiaro quale sarà
l’impatto sulla coppia, ma potrebbe spingere uno dei due, o
entrambi, a prendere in considerazione un cambiamento di
carriera.
All’inizio della stagione,
Stella aveva detto al marito di voler
avere un bambino, e gli eventi del crossover hanno probabilmente
cementato ulteriormente questa decisione.
Gli eventi della stagione 13, episodio 9, di Chicago Fire
sembrano aver spianato la strada a un arco di gravidanza di Stella,
e la sua esperienza di quasi morte nel crossover potrebbe spingere
lei e Severide a cercare subito una famiglia. Questo sarà
probabilmente un punto di svolta per il loro futuro e metterà le
cose più a fuoco per entrambi i personaggi a lungo termine, il che
potrebbe portare a grandi cambiamenti di vita e forse anche a una
discreta quantità di attriti.
The Recruit
3 riceve un aggiornamento dal creatore della serie
Alexi Hawley. Dopo il teso cliffhanger della prima
stagione di The Recruit, il secondo episodio del
thriller di spionaggio, recentemente presentato, vede l’avvocato
della CIA Owen Hendricks (Noah Centineo) recarsi in Corea del Sud
per collaborare con un nuovo potenziale alleato, Jang Kyu
(interpretato dalla star di Past Lives Teo Yoo). Composta da sei episodi, la nuova
stagione del thriller ha ottenuto recensioni ampiamente positive
per il suo ritmo sostenuto e le impressionanti scene d’azione.
In un’intervista rilasciata a
Deadline, Hawley è stato interrogato sulla probabilità
di un rinnovo per la terza stagione. Il creatore della serie è
ottimista. Ha detto che l’attore principale e produttore
esecutivo Centineo è considerato una star nostrana,
probabilmente in riferimento alla sua performance di successo in
To All the
Boys I’ve Loved Before. Inoltre, Hawley afferma che i
responsabili di Netflix hanno “molta buona
volontà” nei confronti della serie.
Nella citazione che segue, Hawley parla della volontà di girare un
eventuale ritorno all’estero:
Hawley:Stiamo aspettando che Netflix faccia ufficialmente le sue
cose.C’è molta benevolenza all’interno di Netflix nei
confronti della serie e di Noah; credo che sentano Noah come una
sorta di star nostrana, come è.Quindi, mi sento molto
ottimista, per quanto si possa essere ottimisti in questa città in
questo momento.Ci ho pensato, a grandi linee.Sarebbe sicuramente bello [girare all’estero].Nella
prima stagione avremmo dovuto viaggiare molto di più, ma la
pandemia, in realtà, ha fatto sì che Doug Liman andasse a girare a
Vienna, mentre tutto il resto è stato girato a Montreal e per
finta.Siamo stati in Corea per circa un mese a girare
quella roba, quindi sarebbe fantastico rifarlo.
Non so ancora esattamente dove
voglio andare.Sento che abbiamo fatto la Russia e la
Corea.Quindi forse l’America Latina, l’Africa sarebbero
eccitanti.Il pubblico americano non viene esposto molto
all’Africa nella nostra narrazione per molte ragioni, ma credo che
sarebbe davvero interessante.
Quindi non siete ancora
nella stanza degli sceneggiatori per lavorare alla terza
stagione?
Hawley:No, non ancora.
Cosa rivelano i commenti di
Hawley sulla terza stagione di The Recruit
Quando la prima stagione di The
Recruit ha debuttato nel dicembre 2022, ha generato un forte
interesse, ma è stata una delle serie originali Netflix
meno seguite ad ottenere un rinnovo. Questo è stato
rivelato da un foglio di calcolo, pubblicato dallo streamer, che ha
monitorato tutti i titoli guardati nell’arco di sei mesi. La nuova
stagione è in una buona posizione per ottenere risultati migliori.
Con soli sei episodi, un focus più stretto e l’uscita al di fuori
delle festività natalizie, potrebbe ottenere un buon numero di
spettatori.
L’ultima stagione arriva sulla scia
di L’agente di notte, che è tornata forte per la sua
seconda uscita, quindi la dramedy spionistica guidata da Centineo
potrebbe mantenere questo slancio. Data la buona volontà di cui
parla Hawley e il fatto che la stella di Centineo è stata aiutata
nel lancio da Netflix, una performance migliore potrebbe aumentare
di molto le possibilità di rinnovo. I dati relativi agli spettatori
saranno fondamentali da tenere sotto controllo nelle prossime
settimane e mesi, poiché
la seconda stagione diThe Recruit si conclude con uno
spazio per altri episodi.
Kevin Costner è uno dei nomi più riconoscibili
del cinema americano fin dagli anni Ottanta. Tra i suoi primi
progetti di successo figurano Silverado (1985), Gli
intoccabili (1987), Bull Durham (1988) e Field of
Dreams (1989). Il suo successo è continuato e si è evoluto
all’inizio degli anni Novanta, quando si è cimentato in film come
Balla coi lupi (1990), Robin Hood: principe dei
ladri (1991), JFK (1991) e La guardia del
corpo (1992). Il resto del decennio, tuttavia, è stato più che
altro un periodo misto.
Dopo Wyatt Earp (1994),
Waterworld (1995) e Il postino (1997), gli anni
2000 hanno visto lo status di star del cinema di Costner cambiare
leggermente. Nel 2003 ha recitato e diretto Open Range,
che rimane uno dei western più amati di Costner, ma i 20 anni
successivi lo hanno visto protagonista di una serie di titoli
generalmente minori, con alcune eccezioni degne di nota. Ha anche
interpretato ruoli di supporto in film come Man of Steel (2013) e
Jack Ryan: Shadow Recruit (2014). Nel 2018, però,
Kevin Costner ha messo in scena un ritorno nel
mondo della TV.
Kevin Costner fa il suo ritorno
a Yellowstone con una nuova docuserie
Dopo aver lasciato Yellowstone,
Kevin Costner è ora pronto a esplorare il luogo reale di
Yellowstone a Yosemite con Kevin
Costner, una nuova serie. Costner è apparso per la
prima volta nel 2018 nel ruolo di John Dutton nella serie
neo-western di Paramount Network di Taylor Sheridan, . Ha
interpretato il personaggio per quattro stagioni e mezzo, per poi
lasciare lo show prima della quinta stagione, parte 2. Ora, dopo
il finale della serie Yellowstone, l’attore ha già un
nuovo progetto in arrivo in un futuro molto prossimo.
Fox Nation annuncia ora che
Costner sarà il conduttore e il produttore esecutivo di una
nuova docuserie intitolataYellowstone to
Yosemite with Kevin Costner. La serie, divisa in tre
parti, debutterà su Fox Nation sabato 8 febbraio e i restanti
episodi avranno cadenza settimanale. La serie segna la seconda
collaborazione di Costner con Fox Nation dopo il successo di
Yellowstone:One-Fifty nel 2022.
Yellowstone to
Yosemitesegue Costner mentre ripercorre il
percorso della spedizione di Theodore Roosevelt nello Yosemite del
1903, guidata da John Muir, che ha portato sia la Yosemite
Valley che Mariposa a far parte del parco nazionale. Di seguito
trovate la sinossi completa della serie e un’immagine
promozionale:
“Yellowstone to Yosemite with
Kevin Costner” consisterà in tre episodi in cui Costner
ripercorrerà le orme dell’importante spedizione del 1903 nello
Yosemite del 26° presidente Teddy Roosevelt e del sostenitore
dell’ambiente John Muir.Attraverso immagini spettacolari
della geologia, della flora e della fauna di Glacier Point, El
Capitan, le cascate dello Yosemite e altro ancora, Costner fa
rivivere l’affascinante viaggio e le lunghe battaglie per
preservare la frontiera americana.Accanto all’esplorazione
attiva del parco da parte di Costner, ogni episodio approfondisce
la storia del viaggio che ha cambiato l’America.
Nel corso del viaggio, Costner
esplora la ricca eredità indigena della regione, l’arrivo casuale
degli stranieri nel 1850 e il modo in cui John Muir si è
trasformato in un crociato per i nostri luoghi più selvaggi.Attraverso il punto di vista di Costner, egli illumina la lotta
condotta da Muir per contrastare l’intricata politica di gestione
delle risorse e come l’intervento di Roosevelt sia culminato
nell’istituzione di un sistema di parchi nazionali più strutturato,
nella creazione di 150 foreste nazionali, di 5 parchi nazionali e
nella conservazione e protezione di 230 milioni di acri di terra
preziosa.
I fratelli Duffer ammettono che il progetto della quinta
stagione di Stranger Things non è ancora definitivo,
spiegando che la finestra di uscita del 2025 è ancora “una bella
spinta”. Netflix ha annunciato che la
quinta stagione di Stranger
Things uscirà nel 2025: la stagione di otto episodi segnerà
la fine del popolare mystery horror fantascientifico sulla
piattaforma. Le riprese sono iniziate l’8 gennaio 2024 e si sono
concluse il 20 dicembre 2024; il programma di produzione lungo un
anno indica quanto saranno massicci gli ultimi episodi della serie.
Il suo ritorno segna anche più di tre anni dalla stagione 4, i cui
episodi finali sono arrivati il 1° luglio 2022.
Tuttavia, parlando con Variety, i fratelli Duffer hanno ammesso
che la data di uscita della quinta stagione di Stranger Things,
prevista per il 2025, non è ancora fissata, nonostante le
precedenti conferme sulla data di uscita. Matt Duffer ha detto che
la coppia deciderà presto una data di uscita esatta con
Netflix, affermando che, nonostante le speranze di un’uscita
quest’anno, sarebbe “una bella spinta”. Ross Duffer ha riflettuto
sui tempi “stretti” della quarta stagione, sperando che gli ultimi
episodi non siano così frenetici. Scoprite cosa hanno detto i
creatori della serie qui sotto:
Matt Duffer: Molte cose non sono state decise, in termini di
date di uscita e cadenza. Questo è uno dei motivi per cui non mi è
permesso parlarne. Ci chiameremo tra un paio di settimane per
parlarne. So solo che era molto importante per noi e per Netflix
farlo uscire quest’anno. Ma anche questa è una bella spinta.
Ross Duffer: [Stiamo lavorando il più velocemente possibile.
Anche la
stagione 4 è stata tagliata in modo così stretto. Abbiamo
inserito le riprese degli effetti visivi il giorno dopo il lancio!
Quindi speriamo di essere un po’ più puntuali quest’anno… ora si
tratta solo di scalare un’altra collina mentre ci dirigiamo verso
la fine di questo progetto.
Cosa significa la dichiarazione dei fratelli Duffer per la
quinta stagione di Stranger Things
Gli ultimi episodi vedranno il confronto finale del gruppo con
Vecna (Jamie Campbell Bower) e concluderanno le storie dei loro
personaggi. Data la lunga attesa, è logico che Netflix voglia far
slittare l’uscita della stagione finale al 2025.
Tuttavia, dato che le riprese si sono svolte nell’arco di un
anno intero, è chiaro che la quinta stagione deve essere molto
lunga e i fratelli Duffer vogliono assicurarsi che gli ultimi
episodi siano perfetti. Il cast di Stranger Things ha già
anticipato alcuni lunghi episodi e un finale ricco di emozioni,
rendendo ragione del perché la data di uscita potrebbe essere
posticipata. Ma l’annuncio di Netflix che arriverà nel 2025 indica
che non vogliono rimandare ulteriormente la nuova stagione, il che
significa che potrebbe essere necessaria una tempistica per
un’uscita rapida a prescindere.
Il finale di The Recruit –
Stagione 2 vede l’Owen Hendricks di Noah
Centineo portare a termine la sua missione personale di
ricongiungere il Jang Kyun di Teo Yoo con la
moglie rapita. Nel corso dei sei episodi della seconda
stagione di The Recruit, Owen si trova in
una situazione simile a quella della prima stagione dopo aver
ricevuto una lettera criptica da un’altra ex risorsa della CIA.
Dopo essersi recato in Corea del Sud per indagare, scopre che Jang
Kyun, un agente del National Intelligence Service, è un graymailer.
Come il Max Meladze di Laura Haddock nella
prima stagione di The Recruit, Jang Kyun
chiede l’assistenza della CIA e minaccia di rivelare informazioni
riservate.
Il finale in sospeso di The
Recruit –stagione
1 ha sollevato diversi interrogativi sull’identità di Marta,
nome falso usato da Karolina, figlia di Max, meglio conosciuta come
Nichka, membro della mafia russa. In The Recruit – stagione
2, episodio 6, nel ruolo di “Krysha”, assume
un’altra identità, quella di un’esecutrice della mafia russa, per
ottenere informazioni sul luogo in cui una banda della Yazuka tiene
in ostaggio la moglie di Jang Kyun, prima di tradire
definitivamente Owen.
In che modo la Marina degli Stati
Uniti ha salvato Owen e Jang Kyun dai russi
Dopo che Owen, Jang Kyun e Nan Lee
vengono salvati dalla barca di Yoo Jin e di suo padre, vengono
inseguiti dai soldati della Guardia Costiera russa.
Miracolosamente, un sottomarino della Marina degli Stati Uniti
emerge proprio davanti alla barca di Yoo Jin, spaventando gli
inseguitori russi.
L’ufficiale della Marina sul
sottomarino scherza dicendo che non perde mai l’occasione di
spaventare i russi. Sebbene non venga mai spiegato esplicitamente
come la Marina degli Stati Uniti sapesse che Owen era nei guai, è
implicito che Nyland deve aver fatto una telefonata dopo aver
abbandonato il direttore della CIA Alton West, che
ha autorizzato Dawn a eliminare Jang Kyun.
Da che parte sta Nichka? La
spiegazione delle motivazioni e del tradimento di Owen
Dopo essere diventata a
malincuore una risorsa della CIA nel corso della seconda
stagione di The Recruit, Nichka finisce per giocare da
tutte e tre le parti del conflitto tra la CIA, l’FSB e la Yakuza.
Nichka è motivata principalmente dal denaro e dal potere. Alla fine
ha seguito l’offerta economica più alta del FSB.
Nichka rivela anche a Owen, mentre
lo tradisce, che otterrà una promozione, presumibilmente al FSB,
per aver consegnato lui e Jang Kyun come prigionieri. Non sorprende
che la vera lealtà di Nichka sia verso la Russia. Tuttavia, il suo
fallimento nel trasformare Owen e Jang Kyun nell’FSB potrebbe
mettere in pericolo la sua vita.
Perché Nichka uccide Dawn nel
finale della seconda stagione di The Recruit
Dawn aveva ricevuto il via libera
per uccidere Jang Kyun dal direttore della CIA West, il che avrebbe
interferito con il piano finale di Nichka. Nichka aveva bisogno di
Jang Kyun e Owen vivi da consegnare all’FSB per incassare una
grossa somma. Sapendo che Dawn non si sarebbe tirata indietro senza
combattere, Nichka si prepara a un testa a testa con lei, che
finisce per avere un effetto importante sull’esito della
seconda stagione di The Recruit. Sia Nichka che
Dawn lottavano per le loro ambizioni. Dawn si sarebbe guadagnata la
promozione a Mosca Point, mentre Nichka lottava per il proprio
guadagno economico e di carriera.
Perché la Yakuza ha rapito la
moglie di Jang Kyun, Nan Hee
Attraverso Nichka, Owen
dice a Jang Kyun che dietro il rapimento c’è la Yakuza, non i
russi. Jang Kyun si ritiene responsabile del fatto che il clan
Yamazaki della Russia orientale tenga in ostaggio Nan
Lee. Alla fine della terza stagione di The Recruit, spiega a
Owen di aver usato l’ONG di Nan Hee per iniettare una criptovaluta
marcata – creata dalla NIS e dalla CIA – nella Yakuza a sua
insaputa. La Yakuza ha scoperto la criptovaluta e l’ha fatta
risalire alla ONG di Nan Hee.
La spiegazione del piano di Owen
per salvare Nan Hee dalla Yakuza
Il finale della seconda
stagione di The Recruit ha visto una collaborazione tra
Owen, Lester e Dawn per salvare Nan Hee. Il direttore della CIA
West e Wyland hanno fatto in modo che Amelia “non si occupasse” di
Lester e Owen come precauzione per la rischiosa operazione, che ha
finito per essere compromessa dopo che Nichka ha ingaggiato la
Guardia Costiera russa per indagare sulla barca di Yoo Jin.
Owen e Jang Kyun entrano nella
barca della Yakuza travestiti da rappresentanti del rapimento e del
riscatto (K&R) nell’episodio 4. Sono arrivati con la scusa di
pagare alla Yakuza 10 milioni di dollari per Nan Hee, attirandoli
in acque internazionali dove Dawn e i rinforzi avrebbero teso
un’imboscata alla loro barca.
Violet ottiene il rilascio di Janus
dall’NIS dopo aver fatto un accordo con Grace. L’accordo
presumibilmente farà ricadere tutto su Owen per quanto riguarda i
due agenti esposti dell’NIS, Jang Kyun e Jae King.
Qualunque sia l’accordo stipulato tra Violet e Grace sarà
probabilmente al centro della terza stagione di The
Recruit, anche se le specifiche del loro accordo non sono
del tutto chiare.
Con il potenziale ritorno
di Jang Kyun nella prossima stagione come agente della CIA, è
difficile dire se la pugnalata alle spalle di Violet nei confronti
di Owen nel finale della seconda stagione di The
Recruit avrà un peso una volta che gli uomini arriveranno
a Washington D.C. È uno dei misteri più grandi che la prossima
stagione dello show di Netflix dovrà affrontare immediatamente. Qualsiasi
cosa accada loro, determinerà la direzione narrativa della
serie.
Perché Dawn ha cercato di
sottrarre la stazione di Mosca a Lester
Rappresenta una mentalità dura, da
cane mangia cane, che non le fa guadagnare molte alleanze e che
alla fine la porta alla morte per mano di Nichka. Allo stesso modo,
Dodge, il partner di Dawn, quasi uccide Lester dopo che lei aveva
precedentemente mandato un assassino a cercarlo, il che è un altro
segno che lei è sempre stata più un nemico che un’amica.
Jang Kyun tornerà come agente
della CIA nella terza stagione di The Recruit?
Tuttavia, Owen potrebbe essere
incentivato a rimanere alla CIA con Jang Kyun al suo fianco. Grace
avrà sicuramente qualcosa da ridire sul potenziale cambio di
schieramento di Jang Kyun nella terza stagione di The
Recruit.
Presentato in Concorso a
Venezia 81, dove ha vinto il premio per la migliore
sceneggiatura, Io sono ancora qui (qui la
nostra recensione, titolo internazionale I’m still
here) è arrivato nelle sale italiane, distribuito da
BIM Distribution.
Candidato a tre
premi Oscar 2025, Miglior Film Internazionale, Migliore
Attrice (Fernanda Torres) e a sorpresa
Miglior Film, Io sono ancora qui
racconta la vera storia della lotta di una donna contro il
fascismo, un film ambientato negli anni ’70 che però sembra
raccontare un contesto sociale e politico che sembra attuale in
molte parti del mondo.
Quella donna è Eunice
Paiva (Fernanda Torres) e nel gennaio
1971 la sua vita fu stravolta quando la polizia militare fece
irruzione nella casa della sua famiglia a Rio de Janeiro e arrestò
suo marito Rubens Paiva, un ingegnere e ex
politico che si era opposto all’istituzione di una dittatura
militare in Brasile nel 1964.
Non fu mai più visto. Basandosi sul
libro di memorie pubblicato nel 2015 dal figlio della coppia, il
film segue la successiva trasformazione di Eunice in
avvocato, attivista per i diritti umani e
simbolo della resistenza contro la dittatura
brasiliana. Dopo 21 anni al potere, quella dittatura sarebbe caduta
nel 1985.
A novembre scorso, la Corte Suprema
del Brasile ha desecretato un report di 884 pagine della Polizia
Federale che indicava che l’ex Presidente di estrema destra Jair
Bolsonaro aveva pianificato e partecipato attivamente a un
complotto per rimanere al potere dopo la sconfitta di Bolsonaro
alle elezioni brasiliane del 2022.
La notizia ha regalato una nuova
attualità a Io sono ancora qui, uscito in Brasile
settimane prima, con un buon successo di pubblico al box office,
nonostante un tentativo di boicottaggio dell’estrema destra.
Di cosa parla Io sono
ancora qui? La vera storia
Ambientato negli anni ’70,
Io sono ancora qui è basato sull’omonimo libro di
memorie di Marcelo Rubens Paiva e diretto da
Walter Salles (City of God, On
the Road), che conosceva la famiglia Paiva da bambino.
Insieme, raccontano la storia di cosa è successo ai Paiva sotto la
dittatura militare brasiliana e di come la madre Eunice Paiva
(interpretata da Fernanda Torres) ha lottato per
ottenere giustizia per la sua famiglia e per le altre vittime del
regime come avvocato e attivista per i diritti umani.
Casalinga e madre di cinque figli,
le cose sono cambiate per Eunice quando il marito Rubens
Paiva, ex membro del Congresso e dissidente della
dittatura brasiliana, è stato rapito dalla polizia militare dalla
casa di famiglia il 20 gennaio 1971. Il giorno dopo, Eunice e la
figlia quindicenne, Eliana, sono state arrestate. Sono state
incappucciate, tenute a portata d’orecchio l’una dell’altra a scopo
di torturarle e non hanno ricevuto cibo né acqua per 24 ore,
secondo il racconto dell’arresto del figlio Marcelo. Mentre Eliana
è stata rilasciata il giorno dopo, Eunice non sarebbe stata
rilasciata fino a 12 giorni dopo. L’esperienza della prigione l’ha
completamente cambiata.
Ha chiesto informazioni su suo
marito, ma il governo si è rifiutato di riconoscere che Rubens
Paiva fosse stato arrestato. Mentre faceva pressione sul governo
brasiliano in un’epoca in cui era spesso letale farlo, Eunice
doveva anche prendersi cura dei suoi figli. Senza il riconoscimento
ufficiale della morte di Rubens, per non parlare della sua
scomparsa, per lei è significato sostenere la sua famiglia senza
accesso ai conti bancari del marito o la possibilità di vendere i
loro beni.
In linea con la resilienza che è
arrivata a definire la sua eredità, Eunice ha trasformato il suo
dolore personale e la sua precarietà in un mezzo per combattere per
gli altri. A 48 anni, ha conseguito una laurea in
giurisprudenza e si è dedicata a combattere le politiche del regime
che prendevano di mira in particolare gli indigeni
brasiliani. Nel 1987, due anni dopo la caduta della
dittatura, ha continuato quel lavoro co-fondando un istituto
dedicato alla difesa dell’autonomia indigena, una missione che ha
anche rappresentato come consulente dell’assemblea costituente
responsabile della Costituzione brasiliana del 1988.
Nel frattempo, Eunice non ha mai
smesso di fare pressione per ottenere risposte sulla scomparsa del
marito e delle centinaia di altri brasiliani rapiti durante la
dittatura militare. Ha fatto pressioni con successo per
l’approvazione della legge 9.140/95, che ha riconosciuto legalmente
la morte di coloro che sono scomparsi per mano del regime e ha
indirizzato le risorse per risarcire le famiglie delle vittime e
localizzare i loro resti.
Anche con l’approvazione di quella
legge, però, Eunice non avrebbe ricevuto un certificato di morte
per suo marito, rilasciato dal governo solo nel 2014. Fu allora che
una Commissione nazionale per la verità compilò un file in cui era
riportato che Rubens Paiva era tra le 434 persone
uccise o fatte sparire dal regime militare brasiliano. La
commissione ha ascoltato le prove secondo cui Rubens era stato
torturato, ucciso e gettato in un fiume e ha identificato i
presunti responsabili dell’omicidio. Cinque ufficiali militari sono
stati accusati, ma i casi oggi sono ancora risolti e entrambi gli
ufficiali accusati sopravvissuti continuano a ricevere pensioni
militari che costano al Brasile circa $ 22.500 al mese.
Eunice Paiva è
morta nel 2018 dopo aver vissuto con l’Alzheimer per 15 anni.
Eroina popolare, la sua tomba è diventata un luogo di
pellegrinaggio e l’8 gennaio il presidente da Silva ha istituito un
premio per la difesa della democrazia in suo nome.
Come è stato
accolto Io sono ancora qui?
Dopo la première alla Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia nel 60° anniversario
del colpo di stato militare del 1964 in Brasile, Io sono
ancora qui è diventato un punto di svolta culturale in
Brasile. Lo storico brasiliano Luiz Felipe de
Alencastro, che fu anche lui imprigionato durante la
dittatura e conosceva i Pavia, ha detto a TIME che
il film sta accendendo il dibattito su YouTube e TikTok: “Le
figlie di ex prigionieri politici [stanno] realizzando video che
mostrano foto e raccontano le storie della loro famiglia”,
afferma.
Salles, il regista, ha definito la
reazione del pubblico al film una “specie di fenomeno politico
sociologico e culturale”. Parlando con
Deadline, ha affermato: “Le persone rimangono
nel film fino alla fine dei titoli di coda e scrivono [sui] social
media com’è stata l’esperienza nella sala di proiezione in cui si
trovavano… non potevamo prevederlo. E ora mi ha fatto pensare che
letteratura, cinema, musica possono essere strumenti incredibili
contro l’oblio”.
Il significato politico di
Io sono ancora qui
Anche politicamente, il film
ha avuto un significato speciale. In un evento
commemorativo dell’assalto al Campidoglio brasiliano del gennaio
2023, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha
fatto riferimento al film, dicendo: “Siamo ancora qui”. E
a dicembre, il giudice della Corte suprema brasiliana
Flávio Dino ha citato il film mentre sosteneva che
una legge del 1979 che concedeva l’amnistia a individui, compresi
ufficiali militari, accusati di crimini politici durante la
dittatura, non si sarebbe dovuta applicare al reato di occultamento
di cadaveri. “La scomparsa di Rubens Paiva, il cui corpo non è
mai stato trovato o sepolto, mette in luce il dolore duraturo di
migliaia di famiglie”, ha detto Dino.
Il film è stato accolto molto bene
negli Stati Uniti, cosa che è confermata dalle tra nomination agli
Oscar. Il figlio di Eunice, Marcelo, ha detto al Guardian:
“Penso che le persone abbiano paura, ora ancora di più con
Trump. Il mondo è diventato qualcosa che [pensavamo di] aver già
lasciato alle spalle”.
Chi c’è nel cast di Io
sono ancora qui?
L’attrice brasiliana
Fernanda Torres interpreta Eunice Paiva, offrendo
una performance memorabile. All’inizio di Gennaio 2025, ha portato
a casa il Golden Globe come migliore attrice in un film
drammatico per il ruolo, diventando la prima vittoria del
Brasile nella categoria. E la madre di Torres, l’acclamata attrice
brasiliana Fernanda Montenegro, appare nel film
nei panni di una Eunice Paiva più anziana. Nel film ci sono anche
Selton Mello nel ruolo di Rubens Paiva;
Marjorie Estiano nel ruolo di Eliana; e
Antonio Saboia nel ruolo di Marcelo.
Babygirl
rivela costantemente una prospettiva sfumata ed emotivamente
risonante sulla relazione a tema di dominazione tra Romy e Samuel,
costruendo un tema sorprendentemente efficace di accettazione di
sé. Il thriller erotico è incentrato su Romy, potente
amministratore delegato di un’azienda tecnologica che si ritrova
annoiata dagli orpelli della sua vita apparentemente ideale. La
Romy di
Nicole Kidman trova uno sfogo inaspettato a queste frustrazioni
con Samuel, un nuovo stagista dell’azienda che rivela di
comprendere i desideri che Romy ha a lungo represso.
Ne nasce un’accesa relazione che
rischia di far crollare la vita dei sogni di Romy, ma in cui lei
non può fare a meno di buttarsi nonostante (e in parte proprio a
causa) del rischio. Sebbene tutti i personaggi di Babygirl
(la
nostra recensione) abbiano archi ed evoluzioni minori nel
corso del film, sono tutti radicati e collegati alla crescita
personale di Romy. Ciò conferisce al film un arco emotivo
avvincente che va oltre i brividi superficiali della
storia d’amore e che porta alla conclusione sorprendentemente
emozionante e dolce del film.
Perché Romy si mette con Samuel
in Babygirl
La storia d’amore centrale di
Babygirl tra Romy e Samuel nasce dalle frustrazioni di
Romy nei confronti delle sue relazioni personali e della sua vita
professionale, ponendo le basi per una relazione che quasi rovina
entrambi. Quando il pubblico viene introdotto a Romy, lei è
chiaramente frustrata. Sebbene ami chiaramente la sua famiglia e
sia impegnata nel suo lavoro di alto livello in un’azienda
tecnologica, viene mostrata mentre fantastica su Samuel. Come
ammette a Jacob una volta rivelata la sua relazione, parte
dell’attrattiva del rapporto è rappresentata dalla “posta in gioco”
di mettere a rischio sia la sua carriera che la sua vita
familiare.
C’è un certo livello di chiara
attrazione per il casualmente dominante Samuel, ma parla anche del
suo desiderio di liberarsi dal suo attuale status quo. La sicurezza
di Samuel, unita alla sua personalità poco impegnativa ma
dominante, offre a Romy la possibilità di staccarsi dalla
condizione tradizionale in cui si è trovata. Non deve fingere di
essere un’amante innocente come quando sta con Jacob, e può
liberarsi degli orpelli del controllo che assume quando è al
lavoro. La relazione di Romy con Samuel sembra derivare da
diverse emozioni, tutte collegate alle frustrazioni della
sua vita personale.
Più volte nel corso di
Babygirl, Romy afferma di essere sempre stata affascinata
dalla dominazione sessuale. Anche se il film non chiarisce mai in
modo specifico se questo deriva da esperienze o prospettive
specifiche che ha avuto in gioventù, Romy descrive di avere
questo tipo di fantasie molto prima della sua relazione con
Jacob. Tuttavia, si è convinta che siano sconvenienti e le
ha più o meno represse durante la sua storia con lui. Questo la
lascia sessualmente frustrata, come si vede nella scena iniziale
del film. Sebbene possa ancora fare sesso con il marito, dopo si
ritira nel suo ufficio per masturbarsi con della pornografia a tema
dominazione.
Uno dei grandi archi
emotivi di Romy inBabygirlè la costante accettazione della sua attrazione per questo
gioco di potere. Samuel e Romy hanno una relazione che si
basa sul consenso di entrambe le parti, con Samuel che si rifiuta
di impegnarsi se uno dei due non è a suo agio con la situazione.
Alla fine parla sia a Romy che a Jacob dell’importanza del
consenso, evidenziando il suo punto di vista molto moderno su
questa dinamica. Romy impara a superare le proprie remore nei
confronti della relazione e a condividerle apertamente con Jacob, e
questo rappresenta la sua grande crescita emotiva nel finale di
Babygirl.
Chi scopre la relazione di Romy
con Samuel
Inizialmente, Romy e Samuel
riescono a tenere nascosta la loro storia d’amore alle persone che
fanno parte della vita di Romy. Persino l’apparizione di Samuel a
casa di Romy non fa capire al marito o alle figlie di lei la vera
natura della loro relazione. Allo stesso modo, i due sono in grado
di usare il “tutoraggio” di Romy nei confronti di Samuel come una
comoda copertura per la loro relazione. Tuttavia, nel corso del
film, diversi personaggi finiscono per scoprire la
relazione. Il più emotivo è Jacob. Quando Romy rivela di
avere una relazione, Jacob si infuria perché la vita che hanno
costruito insieme non fa altro che aggiungere “paletti” alla
relazione.
Il terzo atto diBabygirlè in gran parte
incentrato sulle conseguenze della scoperta della verità da parte
di Jacob, compreso il confronto con quest’ultimo e
l’eventuale riconciliazione con Romy. Un’altra persona che scopre
la verità è Esme, l’assistente di Romy, frustrata nello scoprire
che la sua datrice di lavoro è apparentemente disposta ad abusare
del suo potere e della sua autorità proprio come fanno molti datori
di lavoro maschi senza scrupoli. Il film suggerisce anche che uno
dei dirigenti dell’azienda di Romy conosce la verità sulla
relazione, tanto da indurlo a fare un tentativo appena velato con
lei nelle scene finali del film.
Samuel ama davvero
Romy?
Harris Dickinson in Babygirl
Uno degli elementi più enigmatici
di Babygirl è il modo in cui il film affronta i sentimenti
di Samuel per Romy. Inizialmente, il suo interesse per lei sembra
essere radicato in una curiosità puramente superficiale.
Come la sua capacità di addomesticare un cane con poche parole e
semplici azioni, le prime interazioni di Samuel con Romy
implicano una comprensione casuale di ciò che la fa scattare.
Quando lei cerca di imporre regole specifiche alla loro
“relazione”, Samuel la interrompe (temporaneamente). È
chiaro che Samuel non vuole qualcosa di complicato, come
si vedrà in seguito quando si scoprirà che ha anche una relazione
più palese e casuale con Esme.
Tuttavia, Samuel diventa sempre più
vulnerabile con il passare del film. Quando porta Romy con sé in un
club underground, Samuel sembra più felice che mai. Al contrario
del distacco che aveva nei loro precedenti incontri, Samuel
balla con Romy ed è sinceramente affettuoso. Alla fine del
film è chiaro che Samuel ha sviluppato un certo grado di amore per
lei. Tuttavia, è anche disposto a lasciar perdere per il bene della
vita di lei, mettendo fine alla storia e scusandosi per l’impatto
che ha avuto sulla sua vita con Jacob. La loro relazione si
conclude in modo agrodolce.
Come il dramma della relazione
di Romy riflette la storia d’amore di sua figlia
Un interessante parallelo che viene
proposto nel corso del film è quello tra Romy e la figlia maggiore,
Isabel. Inizialmente Isabel viene ritratta come un’adolescente
ribelle e sprezzante, pronta a bisticciare con la madre. Tuttavia,
le due trovano un’intesa inaspettata dopo che Romy inizia la sua
relazione con Samuel, condividendo persino una sigaretta dopo che
Romy ha sorpreso Isabel a tradire la sua ragazza con un’altra
ragazza del quartiere. Isabel nota che si tratta solo di un po’ di
divertimento, cosa che Romy sembra portare avanti nella sua
relazione con Samuel.
Isabel è interpretata da Esther
McGregor in Babygirl.
Le due coppie si rispecchiano l’una
nell’altra, con Romy che nota anche come Isabel alla fine rimanga
nella relazione con la sua ragazza nonostante la sua relazione.
Questo riflette il finale del film, che vede Romy riconoscere
finalmente i suoi problemi di relazione con Jacob e lavorare per
mantenere il loro matrimonio. Il rapporto più dolce tra
Romy e Isabel alla fine del film riflette il senso generale di sé e
lo stato d’animo di Romy al culmine diBabygirl, sottolineando come Romy debba
fare pace con la visione più dura di sé che ha sviluppato in
gioventù per trovare la pace interiore.
Il vero significato di
Babygirl
La relazione esplicita di
Babygirl tra Romy e Samuel costituisce la trama principale
del thriller erotico, ma i temi del film sono interamente
radicati nella crescita personale di Romy e
nell’accettazione
finale della sua sessualità. Lo stesso Samuel rimane una sorta
di cifra nel film, volutamente. Invece, l’intera crescita emotiva
del film è incentrata su Romy che supera i suoi elementi più freddi
e ritirati. Invece di mentire a Jacob o di infuriarsi per le
rivelazioni sulla loro relazione, Romy finisce il film per essere
onesta con lui e per essere soddisfatta della loro storia
d’amore.
Questo rafforza i temi di
Babygirl sull’accettazione di sé e su come questa possa
essere trovata senza sacrificare la vita che si è
costruita.
Essendo onesta con Jacob, Romy è in
grado di avviare il tipo di relazione sessuale che vuole
sperimentare. La sua relazione con Samuel non finisce per costarle
la vita familiare o la carriera che ha speso anni a sviluppare, un
grande timore per gran parte del film. Romy termina il film in una
situazione molto migliore di quella precedente, sia dal punto di
vista personale che professionale. Questo rafforza i temi
diBabygirlsull’accettazione di sé e su come questa possa
essere trovata senza sacrificare la vita che si è costruita. Questo
dà a Babygirl un nucleo tematico al di
fuori della storia d’amore centrale che guida gran parte del
film.
La trama tortuosa di
Companion (qui
la nostra recensione) non si allontana mai troppo dai temi
centrali del film. Scritto e diretto da Drew Hancock, esso è
incentrato sulla Iris di Sophie Thatcher. Una donna dal carattere
dolce e profondamente innamorata del suo fidanzato Josh, un weekend
di fuga con alcuni vecchi amici di lui finisce rapidamente fuori
controllo per il cast di personaggi di Companion.
Nonostante alcuni sorprendenti elementi fantascientifici e svolte
inaspettate nella storia, Companion rimane in gran
parte incentrato sulla narrazione centrale di una donna che si
rende conto che la relazione dei suoi sogni non è quella che
sembra.
Lungo il percorso,
Companion rivela qualcosa di più sul cast di
supporto, soprattutto in contrasto con il modo in cui Iris e il
Josh di Jack Quaid si comportano l’uno con l’altro. Questo a sua
volta pone le basi per il vero significato di Companion,
che riflette sulle relazioni abusive e mette in evidenza i molti
modi in cui le persone possono essere manipolate in legami malsani.
Il finale pone anche casualmente le basi per potenziali sequel che
esplorino Iris e il suo mondo, che potrebbero portare la metafora
in una prospettiva di più ampio respiro.
Perché Iris uccide Josh nel
finale di Companion
Nel monologo iniziale di
Companion, Irish rivela che alla fine ucciderà il suo
fidanzato Josh, il che finisce per essere il momento culminante del
film e completa l’arco caratteriale di Iris. Dopo essere stata
presentata come la fidanzata di Josh, Iris si rivela subito come
una compagna robotica priva di un proprio libero arbitrio. Anche
dopo aver scoperto la sua vera natura, Iris cerca
inizialmente di risolvere la situazione con Josh.
Tuttavia, lui si rivela sempre più un uomo dispotico e vendicativo,
perfettamente disposto a ucciderla per coprire le sue tracce
criminali.
Man mano che il film procede, Josh
rivela le sue peggiori qualità mentre Iris guadagna costantemente
autonomia da lui. Alla fine del film, Josh e Iris sono gli
ultimi membri superstiti del cast, in lotta tra la vita e
la morte. Sebbene a Iris siano stati dati molti motivi per odiare
Josh, alla fine lo uccide solo mentre lui sta cercando di
ucciderla, salvandosi la vita. Iris lo fa con un tappo di vino
meccanizzato, di cui si era parlato in precedenza nel film.
Si tratta di un momento brutale, ma che il film aveva
costantemente preparato per tutto il tempo.
La spiegazione del piano di
Josh
Uno dei grandi colpi di scena di
Companion è la vera natura del piano di Josh.
Prima degli eventi del film, Josh e la sua amica
Kat hanno deciso di uccidere il fidanzato Sergey e
di rubargli i soldi. Ritenendo che Sergey sia un
criminale, in base alle descrizioni che Kat fa di lui come un
“cattivo ragazzo”, il loro piano prevede che Josh si introduca in
Iris, sblocchi le restrizioni che le impediscono di fare del male
alle persone e crei le circostanze che porteranno Iris a ucciderlo.
La parte iniziale del piano funziona: Iris “malfunzionante” uccide
Sergey quando tenta di aggredirla.
Tuttavia, le cose vanno rapidamente
fuori controllo quando Josh cerca di spiegare la situazione
a Iris invece di spegnerla semplicemente. Inoltre, scopre
da Kat che Sergey non era in realtà un criminale. Questo dà a Iris,
ora consapevole della sua natura robotica, la possibilità di
fuggire. La situazione si aggrava e sfugge al controllo, causando
la maggior parte delle morti del film. Tuttavia, mentre Iris uccide
Eli per autodifesa e alla fine Josh, la maggior parte delle altre
morti viene compiuta dal robot Patrick su ordine (sia involontario
che deliberato) di Josh.
Come Iris mette Patrick contro
Josh
Patrick è l’altro compagno robotico
del film, che viene rivelato solo a metà film. Patrick era il
partner romantico e il compagno robotico di Eli, ma Josh lo
riprogramma rapidamente in un complice consenziente per la seconda
metà del film. Tuttavia, Iris riesce a sfruttare i
sentimenti genuini di Patrick per Eli per liberarlo dal controllo
di Josh. Questo ripaga una scena precedente in cui Eli e
Patrick esprimevano apertamente i loro sentimenti più profondi
l’uno per l’altro, riconoscendo che il loro amore era reale anche
se i “ricordi” del loro primo incontro non lo erano.
Questo dà una linea tematica alla
tragica relazione tra Patrick ed Eli, in diretto contrasto
con il modo casualmente crudele e controllante con cui Josh aveva
manipolato Iris. Iris riesce a far ricordare a Patrick i
suoi sentimenti, dandogli la possibilità di distruggersi piuttosto
che farsi usare ulteriormente da Josh. Patrick lo fa usando un
manganello stordente per provocare un cortocircuito, distruggendosi
ma con i ricordi felici del periodo trascorso con Eli che lo
accompagnano nei suoi ultimi momenti.
Come Companion anticipa un
possibile sequel
Sophie Thatcher e Jack Quaid in Companion. Cortesia di Warner Bros.
Pictures
Companion funziona
molto bene come film autonomo, concentrandosi sulla costante fuga
di Iris dalla sua relazione violenta e sulla sua trasformazione in
persona, filtrata da una lente robotica fantascientifica. Tuttavia,
il film non si limita a creare un mondo più ampio di possibilità.
Quando Iris viene liberata nel momento culminante e salva uno degli
ingegneri compagni da Patrick, questi suggerisce che alcune persone
(tra cui lui) hanno cercato di concedere maggiore libertà alle
macchine. Questo potrebbe essere ampliato in futuro, dando
vita a una rivoluzione robotica.
Al momento in cui scriviamo, non è
stato confermato lo sviluppo di un sequel per
Companion.
Il film si conclude anche con Iris
che fugge con i soldi di Sergey, indisturbata dal fatto che un suo
braccio sia completamente esposto come appendice robotica. Saluta
persino felicemente un’altra donna in un’altra auto, che
potenzialmente è un altro robot o anche solo una donna umana
coinvolta in una relazione malsana. Un potenziale sequel
diCompanionpotrebbe rivisitare
Iris e rivelare dove è andata dopo gli eventi del film, o
soprattutto cosa ha deciso di fare della sua vita. Iris conclude il
film in un punto interessante e potrebbe facilmente portare avanti
un altro racconto.
Il vero significato di
Companion
Nonostante la natura tortuosa della
commedia dark fantascientifica, Companion ha in
definitiva una serie di temi molto comprensibili. Il film
parla di una giovane donna che deve affrontare la scoperta che il
suo fidanzato, apparentemente perfetto, è tutt’altro che
tale. Infatti, Josh si rivela violento in diversi modi. La
controlla, ignorando le sue emozioni e allontanando i suoi desideri
e le sue idee. Con l’avanzare del film, diventa sempre più
minaccioso dal punto di vista fisico, e lei si arrabbia sempre di
più. Iris è la controfigura di molte persone che sono state
coinvolte in una relazione violenta.
Questo dà al pubblico un
motivo in più per tifare per Iris, anche se è stata costretta a
uccidere delle persone, soprattutto quando viene
confermato da Patrick che una vera storia d’amore tra umani e robot
può esistere. Se Josh non fosse stato terribile, una storia d’amore
sarebbe potuta esistere davvero. Invece, Iris riesce a diventare la
donna che è in sé solo dopo aver superato Josh e le sue tattiche
manipolatorie. Companion rafforza questo concetto
facendo sì che Iris uccida finalmente Josh, definendolo uno dei
giorni più importanti della sua vita, perché può finalmente essere
una persona a sé stante, indipendentemente dalle sue origini
robotiche.
C’è un momento in Babygirl
che è significativo nel definire il destino di
Nicole Kidman nei panni di Romy. Un dettaglio che si
potrebbe facilmente trascurare e che invece è fondamentale. Oltre
al ruolo principale di Nicole Kidman, il cast di
Babygirl comprende anche diversi nomi noti e volti
nuovi.
Il thriller erotico vede Romy Mathis
(Kidman) iniziare una relazione con uno stagista molto più giovane
di lei, Samuel (Harris
Dickinson), ignorando i pericoli delle sue azioni.
Sebbene Romy sembri felicemente sposata con suo marito, Jacob
(Antonio
Banderas), è segretamente molto infelice per ciò che è
diventata la loro intimità. Con Samuel, Romy è in grado di provare
soddisfazione sessuale per la prima volta. Tuttavia, la loro
relazione ha delle conseguenze, poiché Romy mette a repentaglio il
suo lavoro di alto profilo e la sua famiglia amorevole lasciandosi
andare a questa storia con un amante molto più giovane. Quando
Jacob scopre la relazione di Romy e il loro matrimonio sembra
irreparabilmente rotto, Babygirl offre a Romy un
finale positivo e un momento preciso, nel corso del film, è una
spia di questa conclusione felice.
Isabel che tradisce la sua ragazza
è importante per l’arco narrativo di Romy in Babygirl
La figlia di Romy si trova in una
situazione sorprendentemente simile alla sua
A metà di Babygirl,
Romy e la sua famiglia lasciano la città per rilassarsi nella loro
casa di campagna e una notte la donna vede sua figlia, Isabel,
baciare una vicina di casa. La mattina dopo, Romy chiede a Isabel
perché stava baciando la vicina quando ha una ragazza in città, ma
sua figlia ignora la domanda. Isabel sembra non preoccuparsi di
tradire la sua ragazza, nonostante la preoccupazione di Romy per il
comportamento della figlia.
Questa scena, sebbene sia quasi
marginale del film, in realtà ha delle implicazioni enormi. Il
comportamento di Isabel può essere visto come una versione meno
intensa delle azioni di Romy con Samuel. Allo stesso modo, la
preoccupazione di Romy per il fatto che Isabel baci un’altra
ragazza e i sentimenti della sua ragazza ufficiale forniscono
un’idea della visione di Romy dell’infedeltà. La scena stabilisce
che Romy è ben consapevole che tradire suo marito, Jacob, è
sbagliato e sa che lo sta ferendo. A parte il senso di colpa che
questo momento indica, imposta anche sottilmente la decisione di
Romy, alla fine di Babygirl, di lavorare
riconciliarsi con suo marito.
Isabel aiuta Romy e Jacob a
riconciliarsi in Babygirl
Isabel aiuta a ricordare alla madre
cosa è importante per lei
Harris Dickinson in Babygirl
Dopo che Jacob scopre la relazione
di Romy, lei lascia la loro casa in città e si isola nella loro di
campagna. Successivamente, Isabel le fa visita per chiederle di
tornare a casa, ma Romy non è disposta ad andare, sapendo quanto ha
ferito suo marito. Isabel racconta quanto Jacob e il resto della
sua famiglia siano infelici senza di lei, ma Romy non crede di
meritare il loro perdono. Tuttavia, dopo aver chiesto a Isabel cosa
è successo alla sua relazione, Romy alla fine cambia idea.
Mentre la scena del tradimento di
Isabel è molto breve nel contesto più ampio del film, le
conversazioni di Romy con sua figlia aiutano a plasmare il
desiderio di perdono di Romy. Quando la donna sente che era
possibile per la ragazza di Isabel perdonare il suo tradimento,
Romy si rende conto che potrebbe essere possibile per Jacob
perdonare la sua relazione con Samuel, dal momento che i due
coniugi si amano veramente. Così, Romy decide finalmente di tornare
a casa da Jacob e di lavorare per ricucire la sua relazione con il
marito,
nel finale.
Sarà disponibile dal 31 gennaio in
esclusiva RaiPlay la serie spagnola Dieci
Capodanni, presentata in anteprima in Italia alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia. Una serie creata da Rodrigo
Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra e diretta dallo stesso
Sorogoyen, regista candidato agli Oscar nel 2019
per il cortometraggio “Madre”, vincitore anche di
due Premi Goya (As bestas, Il Regno) e un premio César (As
bestas), insieme a Sandra Romero e David Martìn de los Santos. I
primi 5 episodi della serie saranno disponibili sulla piattaforma
Rai a partire dal 31 gennaio, i successivi dal 7 febbraio.
La trama di Dieci
Capodanni
Ana, interpretata da Iria del Río
(già nota per i suoi ruoli nelle serie tv Elite e Velvet) e
Óscar, interpretato da Francesco Carril (Un amor, Ramona e La
Reconquista), compiono 30 anni la notte di Capodanno, ma la loro
vita è molto diversa. Ana vive in un appartamento condiviso,
cambia spesso amici e cerca ancora la propria strada. Óscar,
medico per vocazione, sembra avere tutto sotto controllo, seppur
con una relazione instabile alle spalle. La loro storia inizia
proprio nella notte del Capodanno 2015 e si sviluppa lungo un
decennio fatto di amore, rotture e momenti di crescita personale,
intrecciando il loro viaggio verso la maturità.
Dieci Capodanni è
una serie che si distingue per il suo stile narrativo unico. Ogni
episodio, infatti, rappresenta una “istantanea” della relazione tra
Ana e Óscar, mettendo in scena una notte di Capodanno e raccontando
così, non solo la loro storia d’amore, ma anche lo sviluppo delle
loro personalità nel corso del tempo. La narrazione esplora dieci
anni cruciali nella vita dei due, dai 30 ai 40 anni, un periodo di
transizione dove si resta giovani o si cresce velocemente. La serie
Dieci Capodanni, con un approccio realistico e
contemporaneo, sviluppa la storia dei protagonisti puntando ad una
profonda connessione emotiva con il pubblico e lo fa anche
attraverso l’introduzione di un elemento meta- narrativo: Ana e
Óscar, infatti, in ogni episodio osservano coppie diverse, offrendo
agli spettatori una prospettiva intima e autentica.
Come racconta il regista,
Rodrigo Sorogoyen:“Quando ho pensato a questo
progetto, volevo mostrare l’evoluzione personale e sentimentale di
una coppia, evitando nostalgia o spiegazioni forzate. Il nostro
obiettivo era rappresentare la realtà della crescita e del
cambiamento. Le riprese in ordine cronologico hanno permesso agli
attori di immergersi completamente nei loro ruoli, rendendo
autentico il viaggio dei personaggi. Non credo di esagerare quando
dico che l’esperienza visiva e sonora che avranno gli spettatori
guardando la serie assomiglierà molto alla contemplazione della
vita e della crescita di due persone comuni”.
Los años nuevos è una serie
originale Movistar Plus+ in collaborazione con Caballo Films e in
associazione con ARTE France.