Home Blog Pagina 70

Training Day: la spiegazione del finale del film

Training Day: la spiegazione del finale del film

Il film Training Day è probabilmente il più apprezzato della filmografia di Antoine Fuqua, regista anche di The Equalizer, Shooter e Attacco al potere – Olympus Has Fallen. Uscito nel nel lontano 2001, il film vede protagonisti Denzel Washington e Ethan Hawke e segue il il giovane poliziotto Jake Hoyt (Hawke), che per il suo primo giorno di servizio viene affiancato all’esperto e pluridecorato Alonzo Harris (Washington), il quale deve valutare se Hoyt sia idoneo a far parte della squadra antidroga della polizia di Los Angeles. I due hanno però approcci molto diversi al loro mestiere: mentre infatti Jake rispetta alla lettera il manuale, Alonzo preferisce confondersi con la strada e adottare un modo di fare molto più pratico.

Sebbene Alonzo affermi di essere il tipo di poliziotto che dà valore alla giustizia di strada piuttosto che a quella legale, in realtà è solo un poliziotto corrotto che pensa di essere al di sopra della legge. Nel corso della giornata procede dunque a sottoporre Jake a ogni sorta di tormento fisico e mentale, mentre commette un crimine ogni 15 minuti circa. Alonzo non è assolutamente l’eroe del film, né un antieroe. È il cattivo e il pubblico è costretto a seguirne le gesta sapendo di non poter fare il tifo per lui. Verso il finale, però, gli equilibri iniziano a cambiare, ed è proprio quello che andiamo ad approfondire nel corso di questo articolo.

Denzel Washington e Ethan Hawke in Training Day
Denzel Washington e Ethan Hawke in Training Day © 2001 – Warner Bros. All rights reserved.

La spiegazione del finale di Training Day

Nel corso del film vediamo alcuni dei crimini commessi da Alonzo. Fin dall’inizio, inganna Jake facendogli fumare PCP e poi lo usa come leva contro di lui. Inoltre, intimidisce ripetutamente sospetti e testimoni. In seguito, Alonzo finge un mandato di perquisizione per entrare illegalmente in casa di un sospettato e rubare del denaro. Lui e la sua squadra assassinano uno spacciatore per rubargli 1 milione di dollari, ma i 3 milioni di dollari della retata vengono presentati come un sequestro della polizia, e questo è un dato di fatto. Inoltre, Alonzo ingaggia una banda per uccidere Jake.

Il corrotto poliziotto ha bisogno di soldi per saldare un debito con la mafia russa dopo aver ucciso uno dei suoi membri, ma le sue numerose malefatte alla fine lo raggiungono. Jake riesce a sfuggire all’imminente destino per mano della banda e a rintracciare Alonzo. In seguito gli sottrae il denaro per evitare che possa soddisfare le richieste dei russi. Mentre Alonzo si dirige verso l’aeroporto di Los Angeles per fuggire dal Paese, si ferma a un semaforo rosso, permettendo ai russi di raggiungerlo e di sparargli. Ironia della sorte, l’aver rispettato il codice della strada lo ha portato alla morte.

Il finale originale del film, tuttavia, era molto più mite. Come Denzel Washington ha raccontato in seguito, il finale originale di Training Day prevedeva la morte di Alonzo fuori campo. Washington non pensava che questa punizione fosse adeguata ai numerosi crimini commessi dal personaggio, così si è battuto per un finale diverso. Nella versione cinematografica, Alonzo viene quindi fatto a pezzi da una mitragliatrice, una morte adeguata e brutale per un personaggio brutale. Ma soprattutto, la giustizia è soddisfacente perché non viene fatta da Jake o da un altro agente di polizia, ma dalla mafia russa. Alonzo credeva nella giustizia di strada ed è esattamente ciò che ha ottenuto.

Denzel Washington, Fran Kranz e Brett Sorenson in Training Day
Denzel Washington, Fran Kranz e Brett Sorenson in Training Day © 2001 – Warner Bros. All rights reserved.

Una teoria sul finale di Training Day

Al di là del finale originale, Training Day sarebbe stato completamente diverso se una teoria emersa in seguito si fosse rivelata corretta. Si tratta di una teoria poco conosciuta sui protagonisti, che porta le cose in una direzione completamente diversa. Essa sostiene che nel corso di tutto il film Jake Hoyt fosse al corrente di tutto ciò che Alonzo aveva pianificato fin dall’inizio. La teoria suggerisce inoltre che Jake abbia incontrato i Tre Saggi, interpretati da Tom Berenger, Harris Yulin e Raymond J. Barry, qualche tempo prima di Alonzo, avvalorando così la possibilità di un doppio gioco da parte di Jake.

Sebbene il ragionamento alla base di questa teoria non sia chiaro, è probabile che sia stato concepito come se Alonzo avesse dei seri problemi con i Tre Saggi, rendendo così necessario un elemento ignaro per eliminare Alonzo e assolvere i Tre Saggi. Il finale di Training Day supporta probabilmente questa teoria, dal momento che i notiziari su ciò che è accaduto ad Alonzo possono essere ascoltati mentre Jake entra in casa sua. In particolare, i notiziari menzionano la morte di Alonzo nei pressi dell’aeroporto nazionale di Los Angeles (LAX) e il periodo trascorso in polizia, ma non fanno alcun riferimento al denaro che Alonzo ha tentato di consegnare ai russi.

Il motivo per cui gli spettatori non sentono il resto del rapporto è che l’audio sfuma nei titoli di coda, ma un rapporto completo includerebbe informazioni sui bossoli degli AK-47 dei russi. Per quanto l’idea sia divertente, la teoria non regge, poiché tutto ciò che accade in Training Day dovrebbe essere accaduto in un modo troppo inverosimile per essere credibile. Inoltre, anche se Jake avesse potuto in qualche modo orchestrare l’aggressione dei senzatetto alla minorenne latina che, guarda caso, era imparentata con i tre gangster di East L.A. che lo hanno quasi ucciso, non ha senso che si sottoponga consapevolmente a tutto lo stress e gli abusi che ha subito solo per aiutare gli enigmatici personaggi a sbarazzarsi di un poliziotto.

Ethan Hawke e Denzel Washington in Training Day
Denzel Washington e Ethan Hawke in Training Day © 2001 – Warner Bros. All rights reserved.

Inoltre, se i Tre Saggi avessero davvero voluto eliminare Alonzo, avrebbero potuto farlo con molto meno sforzo e senza coinvolgere altri poliziotti. Anche se una critica comune a Training Day è che i piani di Alonzo non hanno senso, a prescindere dall’accuratezza con cui li ha pianificati, nel grande schema delle cose hanno senso. Lo stesso vale per il fatto che la minorenne latina sia imparentata con Smiley, salvando così Jake da una morte certa. Inoltre, se si considera che Alonzo è basato su un agente corrotto della polizia di Los Angeles realmente esistito, questo contribuisce a fondare la storia.

La teoria avrebbe potuto funzionare se Training Day fosse stato concepito come un film metaforico simile a The Truman Show, ma il film è stato concepito per essere una rappresentazione il più possibile grintosa e realistica della corruzione nelle forze dell’ordine. Per questo motivo, il fatto che Jake sia essenzialmente un agente doppiogiochista dei Tre Saggi porta il film da un dramma ricco di suspense a un territorio da thriller politico hollywoodiano più adatto a un film di James Bond. Per quanto sia interessante considerare Jake come un lupo travestito da pecora, come descrive Alonzo, è troppo inverosimile per avere senso.

Renée Zelwegger torna ancora una volta nei panni di Bridget Jones: “Un regalo”

0

La vita è fatta di alti e di bassi, a volte molto bassi. Lo sa bene Bridget Jones che dopo nove anni torna al cinema con una storia completamente nuova, intensa, matura e dolente, senza rinunciare alla commedia e alla fisicità inconfondibile di Renée Zellweger, ancora una volta alle prese con il personaggio che, a tutti gli effetti, l’ha resa una celebrità in tutto il mondo.

In occasione dell’arrivo al cinema di Bridget Jones – Un amore di ragazzo (in sala il 27 febbraio con Universal), la due volte premio Oscar, il regista del film, Michael Morris, e il cast principale del film, Leo Woodall e Chiwetel Ejiofor, hanno partecipato alla conferenza stampa romana di presentazione di questa quarta avventura.

Un film sull’amore e sul dolore, che affronta come vivere il lutto e poi guarire. Come avete lavorato per mettere insieme questi elementi?

Michael Morris: “In questo film Bridget sta affrontando una fase della vita, un momento nuovo. L’abbiamo amata per 20 anni e adesso si trova ad avere a che fare con emozioni più complesse, il dolore, la perdita, e il film racconta il modo in cui le affronta. Ci chiediamo come riuscire a vivere dopo aver perso la persona che amiamo.”

(from left) Billy Darcy (Casper Knopf), Mabel Darcy (Mila Jankovic) and Bridget Jones (Renée Zellweger) in Bridget Jones: Mad About the Boy, directed by Michael Morris. © 2025 Universal Studios. All Rights Reserved.

Renée Zellweger è di nuovo Bridget Jones

Renée Zellweger vive con Bridget dal 2001, anno d’uscita del primo film divenuto cult. Un percorso fatto fianco a fianco che a ogni nuovo appuntamento ha regalato nuove emozioni agli spettatori. “Credo che ciascun nuovo capitolo è una specie di riscoperta. Bridget ci aiuta a capire i capitoli diversi della nostra vita e si muove e si comporta nella sua vita diversamente rispetto a ogni situazione – ha spiegato Renée Zellweger – Alcune cose però non cambiano mai, il suo modo di fare, la sua attitudine. e poi non passa giorno nella mia vita in cui non ne parlo, perché tutti vogliono condividere la loro idea di Bridget e le proprie esperienze. Credo sia un regalo sentirsi legata a tante persone che non conosci ma con cui sai di avere qualcosa in comune.”

Ma lei ha delle cose in comune anche con il personaggio: “Ad esempio quel suo fare finta di stare bene finché non ci riesci davvero, trovare la propria voce interiore, capire e definire il proprio ritmo. Seguiamo le sue esperienze in tempo reale, insieme alla nostra generazione, ed è una cosa insolita. A prescindere da quando l’hai scoperta, le sue esperienze sono qualcosa in cui ci si può identificare, capitoli di vita personale. Indipendentemente dalle giornate e dalle sue imperfezioni, si sente sempre il divario tra la percezione che ha di sé e il paradigma sociale della bellezza. Eppure, lei trionfa, non molla mai, ci fa sentire compresi e ci dà speranza”.

“So di avere alcune cose in comune con lei: comprendo il suo rapporto complicato con il tempo, il concetto di fare finta che vada tutto bene finché poi, alla fine, va davvero meglio. E poi cogliere il momento meno opportuno nelle circostanze, vedere la parte romantica della vita. E tutto questo è accompagnato da una certa insicurezza, dalla difficoltà a valutarsi davvero per quello che si è”.

(from left) Bridget Jones (Renée Zellweger) and Roxster (Leo Woodall) in Bridget Jones: Mad About the Boy, directed by Michael Morris. © 2025 Universal Studios. All Rights Reserved.

Leo Woodall e Chiwetel Ejiofor sono i nuovi “amori” di Bridget

Chiwetel Ejiofor interpreta un personaggio misterioso e si rivela un po’ alla volta. Come hai costruito questa alchimia con Renée? “Quando ho letto la sceneggiatura l’ho trovata divertente, brillante e molto ricca di emozioni – ha spiegato l’attore nominato agli Oscar – Ho amato molto il personaggio del professor Wallaker, quando lo incontriamo per la prima volta è molto rigido e abbottonato, ma poi nel corso della storia si apre e scopriamo questo legame con Bridget che è qualcosa di estremamente profondo e anche molto significativo. Considerato anche il momento che lei si trova ad attraversare. Lui vede le sue necessità, quelle dei suoi figli, e il legame che crea con il ragazzo, molto fedele a quando si cresce, si invecchia e come cambiano le nostre prospettive. È un film molto divertente e classico, romantico e coinvolgente. All’inizio ero intimidito da questo franchise, ma Renée è stata così accogliente, una vera emozione lavorare con lei”.

Visto di recente in Prime Target, Leo Woodall è invece Roxter, una guardia forestale molto giovane, che intesse una relazione con Bridget. Ma com’è stato approcciarsi a un franchise così famoso e amato?

“Credo che volessi solo affrontare questo bellissimo impegno con il sorriso, volevo essere più spontaneo possibile. A ogni lavoro nuovo vuoi dare sempre il meglio ma in questo film dovevo anche essere altezza del compito, dell’energia fantastica di Renée. Mi sono liberato della pressione, ed è una cosa bellissima far parte di qualcosa del genere. Molto credo sia dovuto alla generosità e gentilezza di questa donna”.

Bridget Jones – Un amore di ragazzo arriva al cinema il 27 febbraio, distribuito da Universal.

The Day After Tomorrow: dal cast all’accuratezza scientifica, tutte le curiosità sul film

Da sempre impegnato a portare al cinema storie di carattere catastrofico come Independence Day, Godzilla e 2012, il regista tedesco Roland Emmerich è oggi sinonimo per il grande schermo di distruzione, invasione aliena o attacchi terroristici. Uno dei suoi titoli più famosi a riguardo è senza dubbio The Day After Tomorrow, uscito in sala nel 2004 e incentrato sui disastri causati dal cambiamento climatico. Quella qui raccontata è infatti una storia che pone nuovamente al centro di tutto il conflitto l’uomo e la natura, e di come la mancata conservazione di quest’ultima possa portare ad effetti spaventosi per l’esistenza sul pianeta terra.

Ancora oggi indicato come uno dei principali film incentrati sul tema dell’ambientalismo, questo vanta in realtà numerose inaccuratezze scientifiche. Se il cambiamento climatico sta infatti portando ad un surriscaldamento dell’atmosfera, nel film avviene invece l’esatto opposto. I personaggi protagonisti si trovano a doversi confrontare con un’imminente nuova era glaciale. Tali critiche non hanno però scalfito il fascino del film, divenuto da subito un grande successo di pubblico. A fronte di un budget di circa 125 milioni di dollari, The Day After Tomorrow è infatti arrivato ad incassarne nel mondo ben 552.

Ciò ha dimostrato una volta di più come questo genere susciti un grande fascino negli spettatori, riuscendo anche a suo modo a sensibilizzare su tematiche ogni giorno più attuali. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e all’accuratezza di quanto mostrato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

LEGGI ANCHE: The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

Dennis Quaid e Dash Mihok in The Day After Tomorrow
Dennis Quaid e Dash Mihok in The Day After Tomorrow © 2004 Twentieth Century Fox. All rights reserved.

La trama di The Day After Tomorrow

Protagonista del film è il paleoclimatologo Jack Hall, il quale durante una campagna di ricerche sulla composizione degli strati di ghiaccio antartici giunge ad un’inquietante scoperta: l’arrivo di una nuova glaciazione che porrà fine alla vita umana. Un evento che, in modo inequivocabile, sarebbe causato dal surriscaldamento globale e dai cambiamenti climatici causati dall’attività umana. Ciò che Jack non sa, però, è che la sua profezia è destinata ad avverarsi molto prima del previsto. Nel momento in cui la natura inizierà a ribellarsi, allagando e distruggendo intere città, Jack dovrà raggiungere e tentare di salvare il figlio Sam, cercando allo stesso tempo di avvertire le autorità politiche di quanto deve ancora accadere.

Il cast del film

Ad interpretare il protagonista del film, Jack Hall, vi è l’attore Dennis Quaid, noto per film come Uomini veri e Dragonheart. Per interpretare al meglio il personaggio, questi raccontò di aver condotto numerose ricerche sull’attività dei paleoclimatologi, al fine di poter risultare più realistico in tali panni. Nei panni del figlio Sam vi è invece l’attore Jake Gyllenhaal. Reduce dal successo di Donnie Darko, l’attore venne scelto da Emmerich in persona. Il regista era infatti rimasto colpito dalla sua bravura dopo averlo visto recitare in Cielo d’ottobre. L’attore Ian Holm, noto per aver dato volto a Bilbo Baggins in Il Signore degli Anelli, interpreta qui il professor Terry Rapson, collega di Jack. Dash Mihok e Jay O. Sanders sono invece presenti nei panni di Jason Evans e Frank Harris, anche loro colleghi di Jack.

L’attrice Emmy Rossum, divenuta celebre grazie al film Mystic River, interpreta invece Laura Chapman, amica di Sam. L’attrice accettò il ruolo dopo che Lindsay Lohan, originariamente scelta, dovette rinunciarvi per via di altri impegni. Una particolare controversia legata al cast di attori è quella legata a Kenneth Welsh. Questi interpreta nel film il vicepresidente Becker, ed è stato scelto dal regista per via della sua somiglianza con l’allora vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney (poi raccontato in Vice). Con questo personaggio, Emmerich voleva infatti dar vita ad un aperta critica nei confronti di Cheney, colpevole di aver sminuito l’importanza della salvaguardia ambientale durante il suo mandato.

The Day After Tomorrow tsunami
© 2004 Twentieth Century Fox. All rights reserved.

Gli eventi di The Day After Tomorrow sono possibili?

L’uscita del film The Day After Tomorrow ha dunque sollevato interesse sul cambiamento climatico, ma la sua rappresentazione è lontana dalla realtà scientifica. Secondo gli esperti, un cambiamento climatico come quello mostrato nel film avviene in decenni, non in settimane come invece qui narrato. Il raffreddamento sarebbe inoltre regionale, limitato all’Atlantico del Nord, e non porterebbe a un’era glaciale globale. La velocità con cui ciò accade influenzerebbe sì la severità degli inverni, ma l’effetto del riscaldamento globale potrebbe comunque prevalere nel lungo periodo.

Le tempeste mostrate nel film, come l’uragano artico con venti di -65°C, sono invece impossibili. Gli uragani si formano su oceani caldi e perdono forza in ambienti freddi. Inoltre, la temperatura più bassa mai registrata sulla Terra è stata -53°C in Antartide, rendendo irrealistica la scena in cui le persone si congelano all’istante. Anche lo tsunami di 12 metri su New York è inverosimile: le mareggiate da tempesta si sviluppano gradualmente, mentre onde di quella portata derivano da terremoti o frane sottomarine.

Il riscaldamento globale contribuisce all’innalzamento del livello del mare in due modi: sciogliendo i ghiacci terrestri e aumentando il volume dell’acqua per espansione termica. Attualmente, il livello del mare sale di circa 2 mm all’anno e potrebbe accelerare a 5-8 mm entro il 2100. Se la calotta dell’Antartide occidentale dovesse sciogliersi completamente, il livello degli oceani potrebbe aumentare di 20 piedi, ma un evento simile richiederebbe migliaia di anni. Tuttavia, cambiamenti rapidi sono stati osservati nella calotta della Groenlandia.

The Day After Tomorrow uragano
© 2004 Twentieth Century Fox. All rights reserved.

Il cambiamento climatico può avvenire rapidamente in termini geologici, ma un’interruzione improvvisa della Corrente del Golfo nei prossimi decenni è improbabile. Alcuni modelli prevedono invece un’accelerazione della corrente e un aumento delle temperature. La ricerca è ancora in corso per comprendere meglio i processi oceanici e la loro influenza sul clima. Nuove tecnologie aiuteranno a monitorare le variazioni nel ciclo idrico oceanico, ma servono ulteriori studi per prevedere con precisione gli sviluppi futuri.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Day After Tomorrow grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Disney+, Tim Vision, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Jurassic World – La rinascita: che cos’è il mostruoso dinosauro nel trailer?

Nel trailer di Jurassic World – La rinascita rilasciato oggi, si vede un enorme mostro simile a un Rancor, che spinge a chiedersi che tipo di dinosauro sia e come sia nato. Nel trailer, tale creatura viene vista perseguitare il personaggio di Mahershala Ali, Duncan Kincaid. Sebbene si riesca solo a intravedere il dinosauro, questo non assomiglia a una specie esistente vista nei precedenti film di Jurassic World. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che si tratta di un orribile ibrido creato per errore, a giudicare dai commenti che il produttore Frank Marshall ha recentemente rilasciato a VanityFair.

Marshall ha infatti dichiarato alla rivista che alcuni dei mostri visti nel trailer non sono dinosauri tradizionali, ma piuttosto “errori” causati dall’ingegneria genetica. Secondo il produttore, “Questi sono i dinosauri nati da esperimenti che non sono riusciti come avrebbero dovuto. Ci sono alcune mutazioni”. Il mostro visto nel trailer sembra certamente una mutazione di qualche tipo, fondendo il Rancor di Star Wars, lo Xenomorfo del franchise di Alien e dinosauri reali tutti insieme.

Le influenze dietro il mostruoso dinosauro di Jurassic World – La rinascita

Sebbene i nuovi dinosauri del franchise di Jurassic World abbiano suscitato un certo interesse, è difficile negare che questo mostro sia particolarmente minaccioso e che il suo status di anomalia genetica lo renda ancora più imprevedibile. All’inizio del trailer di Jurassic World – La rinascita, il mostro si vede in un tubo di vetro e assomiglia a un T. rex incrociato con uno Xenomorfo. Tuttavia, quando si vede più avanti nel trailer, mentre fissa un terrorizzato Duncan di notte, il mostro assomiglia più al Rancor visto ne Il ritorno dello Jedi.

Dal momento che Jurassic World ha introdotto l’Indominus Rex come nuovo dinosauro particolarmente minaccioso e il suo sequel Jurassic World – Il regno distrutto lo ha seguito con l’ibrido Indoraptor, non sorprende che Jurassic World – La rinascita presenti un altro nuovo ibrido di dinosauro. Anche se lo sceneggiatore David Koepp ha annunciato che il film rivisiterà la storia di Jurassic Park in alcune scene cruciali, questo non significa che la presenza di dinosauri ibridi sia un errore. Anzi, probabilmente rafforza il tema dominante del franchise.

Jurassic World - La rinascita dinosauro
Un’immagine dal trailer di Jurassic World – La rinascita © Universal Studios. All Rights Reserved.

Il nuovo dinosauro di Jurassic World – La rinascita sembra il più spaventoso del franchise

I film di Jurassic World, come la trilogia di Jurassic Park prima di loro, ritornano costantemente al tema ricorrente degli scienziati umani che giocano a fare gli dei nonostante le conseguenze potenzialmente letali di questa follia. A questo proposito, il dinosauro visto nel trailer di Jurassic World – La rinascita rappresenta un passo avanti per il franchise. È enorme, ha un aspetto davvero mostruoso ed è ovviamente incredibilmente pericoloso ma, come osserva Marshall, non esisterebbe se gli scienziati non avessero continuato a giocare con il materiale genetico dei dinosauri molto tempo dopo i disastri dei resort originali di Jurassic Park e Jurassic World.

Il nuovo dinosauro simile al Rancor è una prova della determinazione sconsiderata dei genetisti del franchise quando si tratta di giocare con il DNA dei dinosauri. Persino l’eroina del reboot, Zora, non ha le mani pulite: il personaggio interpretato da Scarlett Johansson è in missione per recuperare altro DNA di dinosauro per facilitare ulteriori test da parte di altri scienziati. La mostruosa mutazione vista nel trailer è stata creata dall’uomo piuttosto che dalla natura, quindi è giusto che sia più spaventosa e pericolosa di qualsiasi dinosauro reale.

Quando i film di Jurassic World hanno reso più elaborati i loro ibridi di dinosauri fittizi, il franchise li ha usati per commentare i modi in cui la sperimentazione scientifica non regolamentata può avere conseguenze impreviste. Ora, il trailer di Jurassic World – La rinascita offre l’esempio più terrificante di questo problema. Il dinosauro simile al Rancor che si intravede nel trailer è uno dei mostri più minacciosi visti finora in tutti i film, ma il nuovo dinosauro è ancora più spaventoso perché è in definitiva il prodotto dell’ingegneria umana.

Nina e il segreto del riccio: recensione del film di Alain Gagnol

Talvolta il grande pubblico, pensando ai film di animazione, tende a considerarli solo come infantili, adatti solo ai più piccoli. Tuttavia, anche un cartone può divenire un ottimo strumento per comunicare messaggi più profondi: questo è il caso di Nina e il segreto del riccio. La pellicola, diretta da Alain Gagnol e da Jean-Loup Felicioli  (candidati al premio Oscar per miglior film d’animazione per Un gatto a Parigi), racconta le avventure di Nina alle prese con una realtà sempre più ingiusta. Tra i doppiatori dei vari personaggi si ritrovano attori francesi già ben noti nel panorama cinematografico internazionale: prima fra tutti, l’attrice Audrey Tautou (Il favoloso mondo di Amelie, Il codice Da Vinci) doppia Camille, madre di Nina, e Guillaume Canet (The Beach, Asterix & Obelix: il regno di mezzo) dona la sua voce a Vincent, padre di Nina.

Nina e il segreto del riccio: un rifugio di fantasia

Nina è una bambina con una fervida immaginazione, alimentata dalle tante storielle che il padre le racconta prima di andare a dormire. Il protagonista delle favole della buonanotte però è sempre un riccio, un animaletto piccolo e determinato nel voler trovare il suo posto nel mondo, capace di rialzarsi dopo ogni sconfitta. Gli anni passano per Nina, ma la tradizione della storia resta, finché una sera il padre, demoralizzato dalle ingiustizie della propria vita, smette di inventare favole per Nina.

Questo sembra essere solo un piccolo preludio dei cambiamenti che caratterizzeranno la vita della bambina da quel momento in poi: il padre ha perso il lavoro e non sa più come badare alla propria famiglia. Nel vedere il proprio padre in un tale stato di tristezza e sconforto, Nina, grazie all’aiuto dell’amico Mehdi e del riccio, cerca di fare reagire per aiutare la sua famiglia. La fabbrica in cui lavorava il padre di Nina è stata chiusa per problemi economici e frodi da parte del proprietario; ciononostante, la polizia ancora non ha trovato dei soldi che il proprietario aveva nascosto. Nina e Mehdi sono determinati a trovare il tesoro per salvare le famiglie di tutti i lavoratori lasciati a casa.

Nel compiere questa impresa, però, i due giovani dovranno superare l’occhio vigile del guardiano della fabbrica e del suo cane.

Le ingiustizie che fanno diventare grandi

Tema focale di Nina e il segreto del riccio sono proprio le ingiustizie di natura economica e sociale che vivono la famiglia di Nina e tutte le  altre  famiglie di lavoratori lasciati a casa di punto in bianco. Si tratta purtroppo anche di vicende non così distanti dalla realtà: fabbriche che chiudono per via della delocalizzazione della produzione in paesi emergenti, con manodopera più economica, o imprese chiuse per frodi attuate ai “piani alti”. Coloro che finiscono però a pagarne maggiormente le spese sono proprio i lavoratori.

Un  esempio simile a queste vicende che ha animato il dibattito pubblico per molto tempo è stata proprio la chiusura dell’Ilva a Taranto, un acciaieria centenaria che ha rischiato la chiusura negli ultimi anni, salvata infine dall’intervento statale. Può cambiare la produzione della fabbrica, ma il risultato è sempre lo stesso: la perdita del proprio lavoro e della propria stabilità per i molti per delle decisioni prese dai pochi.

Nina e il segreto del riccio: la realtà si fonde con la natura

Il bosco, l’atmosfera bucolica diventano fin da subito parte integrante di questa storia, sia per la presenza di un riccio che guida l’avventura, ma anche per tante piccole interferenze che arrivano da altri animali selvatici. Un esempio è il gattino che salva Mehdi dall’essere scoperto dal cane da guardia, o il corvo che sorvola la fabbrica mentre i due giovani stanno cercando di entrare.

Perfino nel gran finale la natura gioca un ruolo da protagonista: senza fare spoiler, si aggiunge solamente che il tesoro tanto agognato da tutti farà ritorno a una natura che gli è indifferente.

Il riccio nei panni del nuovo Topolino

E’ impossibile non notare una certa familiarità nel disegno del riccio: le sue avventure, raccontate dal padre di Nina, sono rappresentate in bianco e nero, in maniera molto simile ai primissimi cartoni di Topolino. Altro elemento che sembra ricordare il noto personaggio di Walt Disney è anche la  scena, all’inizio del film, in cui il padre di Nina disegna il riccio su un blocco di fogli e, sfogliandolo, questo sembra muoversi, come avveniva nei primi cartoni animati.

Nina e il segreto del riccio affronta tante tematiche interessanti, e talvolta anche di una certa rilevanza nella realtà di oggi. Di conseguenza è un cartone certamente adatto ad adulti, ma, proprio perché racconta di ingiustizie sociali, potrebbe risultare un po’ troppo pesante per un bambino troppo piccolo.

Kinda Pregnant: guida al cast e ai personaggi

Kinda Pregnant: guida al cast e ai personaggi

La premessa esilarante di Kinda Pregnant è messa in pratica da un cast altrettanto esilarante di geni della commedia. Il film Netflix, che è arrivato sul servizio di streaming il 5 febbraio 2025, vede Amy Schumer in un altro ruolo da commedia romantica, questa volta come una donna che indossa un finto bambino incinta per fingere di essere incinta.

Kinda Pregnant segue Lainy, che sogna di diventare madre fin da quando era una bambina. Sfortunatamente, a 40 anni, Lainy è ben lontana dal realizzare il suo sogno. Quando la sua migliore amica rimane incinta, Lainy prova una finta pancia da gravidanza, e questa scelta la porterà ad attraversare un territorio insidioso. È una premessa ridicola e divertente che richiede un cast altrettanto ridicolo e divertente.

Amy Schumer è Lainy

Kinda Pregnant
Kinda Pregnant. Amy Schumer as Lainy in Kinda Pregnant. Cr. Spencer Pazer/Netflix © 2024.

Attrice: nata e cresciuta a New York City, la comica, attrice, scrittrice e produttrice Amy Schumer ha iniziato come concorrente nella stagione 5 di Last Comic Standing. La sua carriera di stand-up è decollata da lì, portando ad altre apparizioni televisive. Nel 2013, ha creato la serie comica di sketch Inside Amy Schumer, andata in onda fino al 2016. Il debutto cinematografico di Schumer è avvenuto con Trainwreck del 2015, che ha portato ad altri ruoli da protagonista in film comici come Snatched (2017), Come ti divento bella (2019).

Personaggio: Schumer interpreta Lainy in Kinda Pregnant, un’insegnante che non desidera altro che rimanere incinta e avere un bambino. Quando la relazione a lungo termine di Lainy finisce più o meno nello stesso periodo in cui la sua migliore amica rimane incinta, inizia ad avere un piccolo crollo emotivo. Come compromesso per i suoi sogni, Lainy finge semplicemente di essere incinta.

Will Forte nel ruolo di Josh

Kinda Pregnant
Kinda Pregnant. (L to R) Will Forte as Josh and Amy Schumer as Lainy in Kinda Pregnant. Cr. Scott Yamano/Netflix © 2024.

Attore: l’attore, scrittore e comico nato in California Will Forte è salito alla ribalta come membro del cast di Saturday Night Live a partire dal 2002 fino al 2010. Ciò ha portato al film del 2010 MacGruber (e al franchise esteso), basato su uno dei personaggi ricorrenti di Forte nella serie comica di sketch. Nel 2015, Forte ha creato e recitato in The Last Man on Earth, che si è concluso nel 2018. Oltre a recitare come guest star in decine di sitcom televisive, Forte ha recitato in progetti recenti come Strays (2023) e Bodkin (2024).

Personaggio: Forte interpreta Josh in Kinda Pregnant, che Lainy incontra in una caffetteria. Josh e Lainy vanno subito d’accordo, ma lui non ha idea che lei stia fingendo la sua gravidanza. Per mantenere viva la promettente relazione il più a lungo possibile, Lainy deve continuare con lo stratagemma.

Jillian Bell nel ruolo di Kate

Kinda Pregnant
Kinda Pregnant. (L to R) Jillian Bell as Kate and Amy Schumer as Lainy in Kinda Pregnant. Cr. Courtesy of Netflix © 2024.

Attrice: Jillian Bell, nata e cresciuta a Las Vegas, Nevada, ha iniziato la sua carriera televisiva nel 2006 con le serie Crossbows and Mustaches e Preppy Hippies (2007-2008). Nel 2009, Bell è diventata scrittrice per Saturday Night Live e ha fatto alcune apparizioni nel cast fino al 2010. Da lì, ha assunto un ruolo principale nella serie Workaholics del 2011, andata in onda fino al 2017. Altri progetti importanti di Bell includono Brittany Runs a Marathon (2019), I’m Totally Fine (2022) e Candy Cane Lane (2023).

Personaggio: Bell interpreta la migliore amica di Lainy, Kate, in Kinda Pregnant. Queste due dipendevano l’una dall’altra fin da bambine, quando entrambe persero la madre. Da allora, il sogno di Lainy è sempre stato diventare madre, anche se Kate ne è meno convinta. Tuttavia, Kate finisce per rimanere incinta per prima, portando la sua amica in una crisi materna.

Brianne Howey nel ruolo di Megan

Kinda Pregnant
Kinda Pregnant. (Featured Center L to R) Brianne Howey as Megan and Amy Schumer as Lainy in Kinda Pregnant. Cr. Scott Yamano/Netflix © 2024.

Attrice: Brianne Howey, originaria della California, ha iniziato la sua carriera apparendo in programmi TV come 90210, NCIS, The Middle e altri. La sua carriera è decollata quando ha interpretato Kat Rance in The Exorcist del 2016. Da lì, Howey ha continuato il suo viaggio sotto i riflettori con The Passage del 2019 e un ruolo ricorrente in Dollface (2019-2022). Howey è ora meglio conosciuta per aver interpretato Georgia Miller nella serie TV in corso Ginny & Georgia, iniziata nel 2021.

Personaggio: il personaggio di Howey in Kinda Pregnant, Megan, è una donna incinta che Lainy incontra a un corso di yoga per la maternità. Megan aspetta il suo secondo figlio e muore dalla voglia di entrare in contatto con altre madri che stanno attraversando lo stesso tipo di trauma. Ovviamente, non sa che Lainy non è affatto incinta.

Cast e personaggi secondari di Kinda Pregnant

Kinda Pregnant
Kinda Pregnant. (L to R) Lizze Broadway as Shirley, Jillian Bell as Kate, Amy Schumer as Lainy, Brianne Howey as Megan and Urzila Carlson as Fallon in Kinda Pregnant. Cr. Scott Yamano/Netflix © 2024.

Lizze Broadway nel ruolo di Shirley: Lizzie Broadway, meglio conosciuta per American Pie Presents: Girls’ Rule (2020) e Gen V (2023 – presente), interpreta Shirly, la collega di Lainy che disprezza.

Urzila Carlson nel ruolo di Fallon: la comica Urzils Carson si unisce al cast di Kinda Pregnant nel ruolo di Fallon, una bizzarra e stravagante collega della scuola di Lainy.

Chris Geere nel ruolo di Steve: il marito di Megan, Steve, è interpretato da Chris Geere, meglio conosciuto per This is Us (2021-2022) e Hot Mess Holiday (2021).

Damon Wayans Jr. nel ruolo di Dave: il fidanzato storico di Lainy, Dave, è interpretato da Damon Wayans Jr., meglio conosciuto per New Girl (2011-2018), Let’s Be Cops (2014) e Poppa’s House (2024-presente).

Alex Moffat nel ruolo di Rawn – Alex Moffat, che interpreta Rawn in Kinda Pregnant, è noto soprattutto per i suoi ruoli in The Bear (2022 – presente) e Bad Monkey (2024 – presente).

Joel David Moore nel ruolo di Mark – Il marito di Kate, Mark, è interpretato da Joel David Moore in Kinda Pregnant, noto soprattutto per Grandma’s Boy (2006), Avatar (2009) e Some Other Woman (2003).

Jurassic World – La rinascita: il trailer ufficiale del film!

Jurassic World – La rinascita: il trailer ufficiale del film!

La Universal Pictures ha svelato il primo trailer ufficiale di Jurassic World – La rinascita, il nuovo capitolo del celebre franchise dedicato ai dinosauri, le cui vicende si baseranno su quanto scatenato dal finale di Jurassic World – Il Dominiouscito nel 2022. Un capitolo che introdurrà però nuovi personaggi e nuovi dinosauri, alcuni dei quali presentati già da questo avvincente trailer. È stato detto che il film porterà il franchise verso risvolti più horror, con i protagonisti di questo nuovo capitolo ricco di azione in corsa per assicurarsi i campioni di DNA delle tre creature più colossali tra terra, mare ed aria.

Tutto quello che c’è da sapere su Jurassic World – La rinascita

La sinossi di Jurassic World – La rinascita recita: Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World – Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri. Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui un tempo prosperavano. Le tre creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita all’umanità.

Il film Jurassic World – La rinascita è diretto dal vincitore del BAFTA Gareth Edwards (Godzilla, The Creator) da una sceneggiatura di David Koepp (autore dell’originale Jurassic Park), basata sui personaggi creati da Michael Crichton. Il film è prodotto da Frank Marshall e Patrick Crowley ed è prodotto esecutivamente da Steven Spielberg, Denis L. Stewart e Jim Spencer.

Il cast del film è guidato da Scarlett Johansson nel ruolo di Zora Bennet, , incaricata di guidare una squadra specializzata in una missione top-secret per ottenere materiale genetico dai tre dinosauri più imponenti del mondo. Quando l’operazione di Zora si incrocia con una famiglia la cui spedizione in barca è stata travolta da predatori acquatici preistorici, si ritrovano tutti bloccati su un’isola dove si troveranno faccia a faccia con una sinistra e scioccante scoperta che è stata nascosta al mondo per decenni.

Mahershala Ali è Duncan Kincaid, il più fidato leader della squadra di Zora; il candidato all’Emmy e vincitore dell’Olivier Award Jonathan Bailey (Wicked, Bridgerton) interpreta il paleontologo Dr. Henry Loomis; il candidato all’Emmy Rupert Friend (Homeland, Obi-Wan Kenobi) appare come il rappresentante di Big Pharma Martin Krebs e Manuel Garcia-Rulfo (The Lincoln Lawyer, Assassinio sull’Orient Express) interpreta Reuben Delgado, il padre della famiglia dei civili naufraghi. 

Il cast comprende Luna Blaise (Manifest), David Iacono (L’estate nei tuoi occhi) e Audrina Miranda (Lopez vs. Lopez) nel ruolo della famiglia di Reuben. Nel film compaiono anche, come membri delle squadre di Zora e Krebs, Philippine Velge (Station Eleven), Bechir Sylvain (BMF) e Ed Skrein (Deadpool). 

Jurassic World – La rinascita arriverà nelle sale il 2 luglio 2025.

Florence Pugh: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Florence Pugh: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Florence Pugh si è fatta notare grazie alla sua partecipazione a film di grande rilievo, acquisendo sempre più notorietà e arrivando a collaborare con importanti registi e attori. Tra le nuove promesse della sua generazione, l’attrice si è distinta recitando tanto in film drammatici quanto in thriller e horror, dimostrando una versatilità che può essere il suo punto di forza per il futuro. La carriera dell’attrice appare infatti promettente, e punta a maturare con il tempo.

Ecco 10 cose che forse non sai di Florence Pugh.

I film e le serie TV in cui ha recitato Florence Pugh

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice esordisce al cinema nel 2014 con il film The Falling. Acquista tuttavia notorietà nel 2016 grazie al ruolo da protagonista nel film Lady Macbeth. Da quel momento prende parte a lungometraggi di rilievo come L’uomo sul treno – The Commuter (2018), Outlaw King – Il re fuorilegge (2018), Una famiglia al tappeto (2019) e Midsommar – Il villaggio dei dannati (2019) con cui consacra la sua popolarità. Sempre nel 2019 partecipa al film Piccole donne (2019) accanto all’attrice Saoirse Ronan. Nel 2021 recita nel film Marvel Black Widow accanto all’attrice Scarlett Johansson. Recita poi in Dont’ Worry, Darling (2022), Il prodigio (2022), A Good Person (2023), Oppenheimer (2023), Dune – Parte Due (2024), We Live in Time (2024) e Thunderbolts* (2025).

Florence Pugh in Piccole donne

2. Ha avuto poco tempo per imparare il suo monologo. Il grande discorso di Amy sul matrimonio non era nella sceneggiatura iniziale, ma è stato suggerito da Meryl Streep. L’attrice ha affermato che nel film doveva esserci un momento che permettesse al pubblico moderno di comprendere la vera impotenza delle donne in quel periodo. Non solo non potevano votare o lavorare, ma con il matrimonio perdevano la proprietà del denaro, dei beni e dei figli. Secondo Florence Pugh, le battute le furono date pochi minuti prima di girare la scena ed erano scritte a mano su un pezzo di carta straccia.

Florence Pugh protagonista di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati

3. Si è sentita in colpa nei confronti del suo personaggio. Riguardo all’ultimo giorno di riprese, Florence Pugh ha dichiarato in un’intervista rilasciata qualche anno dopo l’uscita del film: “Ho creato una persona così triste e poi mi sono sentita in colpa per averla creata e poi abbandonata (…) Non mi era mai successo prima. Ho sempre pensato che tutti i miei personaggi, una volta che li lasciavo, si sarebbero ripresi (…) Lei non è in grado di badare a se stessa, quasi come se avessi creato questa persona e poi l’avessi abbandonata quando sono dovuto andare a fare un altro film”.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati Florence Pugh Jack Reynor
Jack Reynor e Florence Pugh in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

Florence Pugh in Oppenheimer

4. Ha vissuto un momento imbarazzante sul set. Durante un panel di Oppenheimer con Cillian Murphy, Emily Blunt, Florence Pugh e Jamie Dornan come moderatore, Pugh ha rivelato che la cinepresa si è rotta durante la scena di sesso tra lei e Murphy, e che i due hanno dovuto giacere a letto tenendosi nudi mentre la troupe cercava di ripararla. Cercando di ignorare l’imbarazzo del momento, ha iniziato una conversazione con la troupe su quello che stavano facendo perché era interessata a saperne di più sulla macchina da presa e sulla produzione.

Florence Pugh e Andrew Garfield protagonisti di We Live in Time

5. Hanno dato vita ad una discussa scena di sesso. Nel 2024 l’attrice recita accanto ad Andrew Garfield nel romantico We Live in Time. A quanto riportato, durante le riprese i due si sono spinti più in là del dovuto con una scena di sesso. “Facemmo la prima ripresa di questa scena di sesso davvero molto intima. Nella stanza c’eravamo solo io e Florence e l’operatore. La scena comincia e diventa subito molto passionale grazie alla nostra coreografia. Ci siamo sentiti così coinvolti che ci siamo spinti probabilmente un po’ più in là di quanto avremmo dovuto perché non abbiamo sentito dire ‘stop’“, ha raccontato Garfield.

Florence Pugh in Dune – Parte Due

6. Ha interpretato una principessa nel secondo capitolo del franchise. Pugh fa la sua comparsa in Dune – Parte Due nel ruolo della principessa Irulan, figlia dell’imperatore e promessa sposa di Paul Atreides. Non sono molte le scene in cui compare, ma l’importanza del personaggio ha fatto sì che l’attrice venisse considerata come una delle protagoniste del film. Il suo ruolo, ad ogni modo, dovrebbe essere molto più ampio in un ancora non confermato terzo lungometraggio.

Florence Pugh fa parte della famiglia Marvel

7. Ha un ruolo importanto nel MCU. Nel 2021 l’attrice ha debuttato nel Marvel Cinematic Universe con il ruolo di Yelena Belova, presentata per la prima volta in Black Widow. L’attrice ha poi ripreso il ruolo in alcuni episodi della serie Hawkeye, per poi venire confermata come principale protagonista di Thunderbolts*, film Marvel in arrivo nel 2025 dove Yelena si ritroverà a far parte di un gruppo di improbabili eroi chiamati a risolvere una minaccia ad oggi non ancora svelata.

Thunderbolts*
David Harbour, Hannah John-Kamen, Sebastian Stan, Florence Pugh e Wyatt Russell in ‘Thunderbolts*’. © MARVEL

Florence Pugh e l’ex fidanzato Zach Braff

8. Ha avuto una relazione con l’attore e regista. Nel 2019 l’attrice è stata fotografata in compagnia dell’attore e regista Zach Braff, di 21 anni più grande di lei, con il quale ha poi confermato di avere una relazione sentimentale. Braff è noto per essere stato JD nella serie comedy Scrubs (2001-2010) e per aver diretto i film La mia vita a Garden State (2004) e Insospettabili sospetti (2017). I due sono stati insieme fino al 2022, ma nel 2023 è uscito il film A Good Person, diretto da Braff e interpretato e prodotto da Pugh.

Florence Pugh ha un nuovo fidanzato

Florence Pugh ha conferma di avere una nuova relazione a British Vogue: “Sì. Stiamo capendo cosa siamo veramente. E penso che per la prima volta non mi sto permettendo di andare sulle montagne russe“. In quell’occasione non ha però confermato pubblicamente con chi sta uscendo, ma il popolo di internet l’ha scoperto grazie a una combinazione di indagini e foto dei paparazzi. Il nuovo compagno sarebbe dunque Finn Cole, noto per aver interpretato Michael Gray in Peaky Blinders.

Florence Pugh è su Instagram

9. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo personale, dove è seguita da 10 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, ma numerose sono anche le foto realizzate per promuovere i propri progetti da interprete, nonché immagini tratte dalle premiere a cui ha preso parte.

L’età e l’altezza di Florence Pugh

10. Florence Pugh è nata ad Oxford, Inghilterra, il 3 gennaio 1996. L’altezza complessiva dell’attrice è di 162 centimetri.

Fonte: IMDb, Cosmopolitan, Instagram

Fatti Vedere: perché il film con Matilde Gioli merita un’occasione

In una giornata particolarmente ricca di nuove uscite al cinema, arriva in sala il 6 febbraio con Eagle Pictures anche Fatti Vedere, il nuovo film con Matilde Gioli alla guida del cast diretto da Tiziano Russo (qui la nostra recensione). Commedia leggera che cerca di non prendersi troppo sul serio, il film ha in realtà dei risvolti molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda le relazioni tra le persone e le storie d’amore che finiscono improvvisamente.

La trama di Fatti Vedere

Sandra (Matilde Gioli), laureata in Psicologia, è appena stata assunta dal celebre sito di psicoterapia online fattivedere.com. Tornando a casa per raccontare tutto a Stefano (Francesco Centorame), il fidanzato con il quale convive felicemente da 10 anni, lo trova con le valigie in mano: la sta mollando senza darle spiegazioni. Sandra va in crisi totale perché pretende di sapere perché sia stata lasciata.

Paradossalmente, durante il suo primo giorno di lavoro si rende conto non solo che un bug del sito le assegna erroneamente l’identità e la foto di una arzilla settantenne, ma anche che uno dei suoi primi pazienti è proprio il suo ex. Fa in tempo a spegnere la webcam per non farsi riconoscere e, camuffando la voce, si finge l’anziana psicoterapeuta. Non curante della deontologia, Sandra, per le sedute successive, decide con l’aiuto dell’investigatore privato Marco (Pierpaolo Spollon) di improvvisarsi novella Mrs. Doubtfire vestendo i panni della persona di cui ha involontariamente rubato l’identità online pur di avere la risposta alla domanda che la ossessiona: perché mi hai lasciata?

Mentre le sedute di psicoterapia proseguono senza grande successo, arriva il matrimonio della migliore amica di Sandra, Benedetta (Asia Argento) durante il quale salteranno le coperture e tutti i personaggi saranno costretti a… farsi vedere.

Perché Fatti Vedere merita una possibilità?

Nonostante una sceneggiatura che a volte scivola in cliché e dinamiche un po’ forzate, Fatti Vedere tenta di costruire un racconto antropologico, concentrandosi su come le persone si relazionano in una società che sempre più spesso ci impedisce di essere vulnerabili e sinceri. Con toni leggeri e momenti divertenti, il film invita lo spettatore a fermarsi, riflettere sulla propria vita e chiedersi se ci sia qualcosa da migliorare, senza fingere che non esista.

Un merito particolare va agli interpreti: è evidente che abbiano colto le sfumature dei loro personaggi e che si siano divertiti sul set. Da sottolineare anche il trucco prostetico di Matilde Gioli, realizzato con maestria, che le permette di esprimere tutto il suo talento. La sua “altra sé” è davvero unica e dimostra quanto l’attrice sia versatile e professionalmente matura. Un personaggio che Gioli ha interpretato con gusto, trovando il giusto equilibrio tra sperimentazione e profondità.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, un artista del film condivide alcuni storyboard ufficiali

0

I Marvel Studios hanno rilasciato ieri il primo trailer di I Fantastici Quattro: Gli Inizi e la prima occhiata ad alcune immagini del reboot del MCU sembra essere stata accolta molto bene dai fan della Prima Famiglia Marvel. Poco dopo la pubblicazione del teaser, uno degli artisti che ha lavorato al film, Jeremy Simser, ha condiviso su Instagram alcuni dei suoi storyboard ufficiali. L’artwork mette in evidenza tre momenti visti nel trailer, ma si noterà che nel disegno a lei dedicato Sue Storm (Vanessa Kirby) sembra sottoposta ad uno sforzo considerevole, forse indicando che il piano originale prevedeva che la Donna Invisibile lottasse per utilizzare i suoi poteri in questa scena. Ad ogni modo, ecco qui di seguito il post di Simser:

CORRELATE:

Tutto quello che c’è da sapere su I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film I Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro: Gli Inizi, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre comparire nel film.

Scarlett Johansson desiderava da tempo entrare nel franchise di Jurassic World

0

Scarlett Johansson ha dichiarato in un’intervista a Vanity Fair di aver trascorso anni a inoltrare ai suoi agenti i resoconti commerciali dei nuovi film di Jurassic Park e Jurassic World perché desiderava ardentemente entrare a far parte della longeva serie. Finalmente ha avuto la sua occasione con Jurassic World Rebirth in uscita quest’estate e con anche Jonathan Bailey e Mahershala Ali. “Ero davvero pazza del film [originale] e per un anno ho dormito in una tenda da cucciolo di ‘Jurassic Park’ nella camera da letto che condividevo con mia sorella”, ha detto la Johansson a proposito del suo amore duraturo per il franchise.

Ogni volta che i giornali segnalavano un nuovo film di ‘Jurassic’, inviavo ai miei agenti un messaggio del tipo: ‘Ehi, sono disponibile’”. Quando la Johansson stava girando le riprese del suo film Marvel Black Widow nel 2020 presso i Pinewood Studio in Gran Bretagna, Chris Pratt e Bryce Dallas Howard erano lì in un set accanto a girare Jurassic World – Il Dominio. L’attrice ricorda quindi di aver detto alla sua squadra: “Fatemi vedere i set! Voglio partecipare!”. Alla fine la Johansson ha ottenuto un incontro con Steven Spielberg, che ha diretto il film originale Jurassic Park e il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park.

I due si sono incontrati per discutere di potenziali progetti futuri, ma la Johansson aveva in mente solo il franchise di Jurassic World. “Non mi ero mai seduta con lui a parlare di lavoro, e abbiamo passato ore a chiacchierare, e poi a un certo punto, dopo molte ore, mi ha detto: “Aspetta, dobbiamo parlare di ‘Jurassic’. Ho sentito che sei un grande superfan?”. Johansson ha ricordato. “Ho detto: ‘È vero. Confermo. Sono una grande superfan‘”. L’attrice ha chiarito di non aver però detto a Spielberg di aver dormito in una tenda di Jurassic Park per un anno intero perché non voleva che lui pensasse che fosse una “strana stalker”, ma ora se ne pente.

Ovviamente con tutte le vicende di ‘Avengers’ si incontrano così tanti fan che sono profondamente commossi dai personaggi e dal mondo di cui si fa parte”, ha detto Johansson. “Lo capisco. È sempre meraviglioso incontrare persone così. Probabilmente avrei dovuto dirglielo. Ma mi sono detta: ‘Sii professionale. Non sembrare disperata. Non parlare della tenda‘”. Ciò che conta è che il sogno di Scarlett Johansson si sia ora avverato e da luglio sarà possibile vederla al cinema da protagonista assoluta in Jurassic World Rebirth.

La Johansson nel film ricopre il nel ruolo di Zora Bennet, un’ex mercenaria ora a capo di un gruppo di scienziati in missione per recuperare il sangue di dinosauro che potrebbe portare alla cura delle malattie cardiache. Già in precedenza aveva dichiarato a ComicBook.com di aver passato 10 anni a cercare di entrare nel franchise dei dinosauri, dicendo persino ai suoi agenti che le sarebbe andato bene morire nei “primi cinque minuti”. Fortunatamente, non sembra questo il destino del suo personaggio nel nuovo film.

CORRELATE:

Tutto quello che c’è da sapere su Jurassic World Rebirth

Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World – Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri. Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui un tempo prosperavano. Le tre creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita all’umanità.

Il film Jurassic World Rebirth è diretto dal vincitore del BAFTA Gareth Edwards da una sceneggiatura di David Koepp (La guerra dei mondi), basata sui personaggi creati da Michael Crichton. Il film è prodotto da Frank Marshall e Patrick Crowley ed è prodotto esecutivamente da Steven Spielberg, Denis L. Stewart e Jim Spencer.

Il cast del film comprende  Scarlett JohanssonJonathan BaileyMahershala Ali, Rupert Friend, Manuel Garcia-Rulfo, Luna Blaise, David Iacono, Audrina Miranda, Philippine Velge, Bechier Sylvain e Ed Skrein. Jurassic World Rebirth arriverà nelle sale il 2 luglio 2025.

Jurassic World Rebirth: il film porterà il franchise verso elementi horror

0

Con Jurassic World Rebirth, non sono solo i dinosauri che si sono evoluti, ma anche la consapevolezza del franchise di sé stesso. Il produttore Frank Marshall ha infatti affermato durante un’intervista a Vanity Fair che: “La gente ora si annoia con i dinosauri“. Una dichiarazione audace per un franchise che si è imposto come uno dei più importanti degli ultimi trent’anni, ovvero sin dall’uscita nel 1993 del Jurassic Park diretto da Steven Spielberg. Tuttavia, sembra che il film si appoggerà proprio su quest’idea piuttosto che fingere che non sia così, e userà la suggestione della fatica del franchise come qualcosa che può promuovere la storia.

Marshall attribuisce allo sceneggiatore David Koepp l’aver proposto questa idea all’inizio dello sviluppo, dicendo: “È venuto fuori con questa idea che i dinosauri fossero ormai superati. La gente era stanca di loro. Erano un inconveniente. E il clima non era favorevole alla loro sopravvivenza, così cominciavano a morire e a ammalarsi. Ma c’era una zona intorno all’equatore che aveva il clima perfetto, la temperatura e l’ambiente per loro.” Ma a partire da questo concetto Jurassic World Rebirth punterà a proporre un rinnovato splendore per queste gigantesche creature.

Marshall ha infatti affermato che il regista Gareth Edwards ha lavorato per riportare il franchise ad una dimensione orrorifica. “Immaginate la versione incubo delle lucertole giganti che si sono evolute naturalmente milioni di anni fa. C’è qualche mutazione in loro. Sono tutti basati su ricerche reali sui dinosauri, ma hanno un aspetto leggermente diverso.Jurassic World Rebirth, dunque, rivolgerà l’attenzione agli esperimenti falliti, agli errori genetici e ai vicoli ciechi evolutivi che sono stati lasciati indietro fino ad ora, proponendo dunque qualcosa di completamente nuovo.

CORRELATE

Tutto quello che c’è da sapere su Jurassic World Rebirth

Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World – Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri. Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui un tempo prosperavano. Le tre creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita all’umanità.

Il film Jurassic World Rebirth è diretto dal vincitore del BAFTA Gareth Edwards da una sceneggiatura di David Koepp (La guerra dei mondi), basata sui personaggi creati da Michael Crichton. Il film è prodotto da Frank Marshall e Patrick Crowley ed è prodotto esecutivamente da Steven Spielberg, Denis L. Stewart e Jim Spencer.

Il cast del film comprende  Scarlett JohanssonJonathan BaileyMahershala Ali, Rupert Friend, Manuel Garcia-Rulfo, Luna Blaise, David Iacono, Audrina Miranda, Philippine Velge, Bechier Sylvain e Ed Skrein. Jurassic World Rebirth arriverà nelle sale il 2 luglio 2025.

Star Wars: lo sceneggiatore George Nolfi rivela come intende onorare il franchise

0

Da quando un decimo capitolo della saga di Star Wars è stato annunciato per la prima volta a Star Wars Celebration nel 2023, è diventato sempre più difficile tenere traccia degli sceneggiatori che si sono alternati nel lavorare a questo nuovo capitolo incentrato sulla Rey di Daisy Ridley. Il mese scorso è infine arrivata la notizia che George Nolfi (I Guardiani del Destino) ha firmato per dare alla regista Sharmeen Obaid-Chinoy un’altra riscrittura del racconto.

Parlando ora con Film Stories, Nolfi ha confermato il suo coinvolgimento nel prossimo film di Star Wars e ha dettagliato il suo approccio per dirigersi nella galassia lontano, lontano. “Il modo in cui mi approccio è, si guarda a ciò che è venuto prima di voi, si guardano le idee generali di quello che vogliono fare. Significato: Lucasfilm, Disney, Sharmeen [Obaid-Chinoy], la regista, e poi fai quello che fa uno scrittore, e cercare di mettere insieme i beat di una storia“, ha spiegato.

Prova a immaginare personaggi, e poi presentalo con una comprensione che deve onorare, ovviamente, una lunga, incredibile tradizione.” Per quanto riguarda le sfide che un film di Star Wars presenta, Nolfi ha affrontato la nozione di potenzialmente scavare nella politica della galassia come fatto George Lucas prima di lui. “Se pensate a George Lucas, ai sei film che ha fatto e all’universo che ha creato, è in realtà molto permeato da ampie nozioni di politica“, ha detto lo scrittore. “Non si parla di oggi, ma c’è il nazismo e l’Impero romano.

La democrazia dell’impero romano che crolla e diventa un impero, e la perenne storia di esseri umani che si organizzano contro il caos, e poi gli strumenti che aiutano le società umane a reprimere il caos diventano oppressione“. “Quindi questo è davvero molto centrale rispetto a quello di cui George Lucas parlava,” Nofli ha continuato. “E una delle cose meravigliose della fantascienza e di Star Wars – che è quasi fantascienza o opera spaziale – è che puoi sollevare le questioni più profonde senza sentirti come in una classe di filosofia, o in una classe di scienze politiche, o qualcosa che ho letto sul giornale oggi.

Cosa sappiamo del nuovo film di Star Wars

Abbiamo già sentito che il film ruoterà intorno a Rey, ora Maestro Jedi, che cerca di creare un nuovo ordine Jedi mentre tenta di combattere le forze oscure che si ergono per fermarla. Sharmeen Obaid-Chinoy rimane attaccata a dirigere questo film fino ad oggi nominato come “New Jedi Order” che è, per tutti gli scopi e le intenzioni, Episodio X. Si prevede che servirà da epilogo alla trilogia del sequel, che potrebbe in qualche modo redimere le discutibili decisioni creative prese in quei film. Ad oggi, non vi sono però maggiori informazioni sul progetto.

Correlate:

Denis Villeneuve si dice pronto a realizzare Dune: Messiah

0
Denis Villeneuve si dice pronto a realizzare Dune: Messiah

Il regista di Dune e Dune – Parte Due, Denis Villeneuve, ha spiegato di non volersi più prendersi una pausa dal franchise prima di dirigere Dune: Messiah (anche noto come Dune – Parte Tre). Durante una sessione di domande e risposte ai Saturn Awards (riportata da Collider), il regista ha parlato dei suoi piani per il prossimo adattamento e del perché le cose sono cambiate nel corso del precedente anno. “Il cuore di Chani è spezzato, è l’inizio della Guerra Santa ed è lì che ci siamo lasciati, quindi in un certo senso direi che è abbastanza simile”, ha detto Villeneuve quando gli è stato chiesto quanto tempo sarà passato tra Dune – Parte Due e Dune: Messiah.

Mi aspettavo di fare qualcos’altro prima, ma francamente questa è l’ispirazione che mi è venuta in mente quando mi sono preso una pausa quest’estate e stavo tornando indietro per finire la storia”, ha aggiunto Villeneuve. Villeneuve ha anche attribuito alla risposta entusiastica a Dune – Parte Due il suo interesse a realizzare Dune: Messiah il prima possibile. “Sono stato davvero commosso dal modo in cui la Seconda Parte è stata accolta dai cinefili di tutto il mondo, e ho sentito l’appetito e il desiderio di vedere di più e la responsabilità di finire quella storia”, ha dichiarato.

Nonostante Dune – Parte Due abbia riscosso ampi consensi e sia diventato un successo al botteghino, non è sempre stato garantito che Villeneuve sarebbe tornato per un altro capitolo. Poco dopo l’uscita del film, Villeneuve ha dichiarato di ritenere “salutare fare un piccolo passo indietro” dopo aver trascorso sei anni consecutivi nel franchise di Dune. Ha anche dichiarato che sarebbe tornato a girare Messiah solo se avesse saputo che sarebbe stato “migliore della seconda parte. Tuttavia, nell’aprile del 2024, è stato riferito che Dune: Messiah era in fase di sviluppo iniziale, con Villeneuve che stava scrivendo la sceneggiatura.

dune denis villeneuve
Denis Villeneuve sul set di Dune

Denis Villeneuve pronto a dirigere Dune: Messiah

Prima di procedere con Dune: Messiah, Villeneuve è stato ingaggiato per dirigere Nuclear War: A Scenario. Nel giugno 2024, la Warner Bros. ha fissato una data di uscita per il dicembre 2026 per un “film evento” diretto da Villeneuve. Al momento dell’annuncio, il progetto era ancora senza titolo, il che ha fatto sorgere la domanda su cosa avrebbe fatto il regista in seguito. Proprio il mese scorso, Villeneuve ha lasciato intendere che Dune: Messiah sarà il suo prossimo progetto, esprimendo il desiderio di tornare al franchise. È una prospettiva eccitante che, a quanto pare, non ci sarà da aspettare troppo a lungo prima che il nuovo film arrivi nelle sale.

Dune – Parte Due è stato uno dei maggiori successi del 2024, ottenendo una nomination come Miglior film agli Oscar e 714,6 milioni di dollari al botteghino mondiale. Il franchise è diventato una delle serie di blockbuster più importanti di quest’epoca, affascinando il pubblico con il suo grande spettacolo e l’ambiziosa visione di Villeneuve. Visto il successo dei primi due film, la WB è molto probabilmente entusiasta di battere il ferro finché è caldo, accelerando l’uscita di Dune: Messiah. È ancora meglio che questo sembri derivare dall’entusiasmo personale di Villeneuve piuttosto che dallo studio che lo ha costretto a tornare.

Anche se non è ancora ufficiale, sembra molto probabile che Dune: Messiah si assicurerà la già citata data del dicembre 2026, mettendolo in condizione di avere un buon successo al botteghino durante le festività natalizie. Se questo è il piano, significa che il film dovrà iniziare le riprese a un certo punto di quest’anno. Con Villeneuve che si sta rapidamente preparando per un altro viaggio di ritorno ad Arrakis, è probabilmente solo questione di tempo prima che altri dettagli su Dune: Messiah, come gli annunci di casting, siano confermati. E poiché il regista ha confermato che Messiah sarà il suo ultimo film su Dune, forse questa volta avrà più fortuna nell’ottenere l’elusiva nomination all’Oscar.

CORRELATE:

Anthony Mackie svela come Brave New World getta le basi per Avengers: Doomsday

0

La star di Captain America: Brave New World, Anthony Mackie ha condiviso il modo in cui il film in uscita getta le basi per Avengers: Doomsday. In un’intervista con ComicBook.com, all’attore è stato infatti chiesto del futuro di Sam Wilson nel Marvel Cinematic Universe, dato che il personaggio è pronto a diventare uno dei leader della prossima squadra dei Vendicatori. “Quando [Thaddeus] Ross va da Sam, gli dice: ‘Voglio che tu riporti indietro i Vendicatori’”, ha detto Mackie. “Alla fine del film vediamo che Sam è diventato definitivamente Capitan America al 100%. Non ci sono dubbi”.

“Dopo aver visto questo film, la sua abilità, la sua compassione e tutto ciò che riguarda la sua leadership… tutto in lui grida Capitan America”, ha aggiunto Anthony Mackie, spiegando come l’arco narrativo di Sam in Brave New World porti alle fasi successive del viaggio del personaggio. Dopo che all’inizio Sam era in dubbio se volesse o meno assumere il mantello di Capitan America, sembra che alla fine di Brave New World si troverà saldamente a suo agio nel ruolo. “Così, quando arriverete a Doomsday, avrete Sam nel suo momento migliore e nella sua ora migliore, dopo questa battaglia in cui ha praticamente salvato il mondo da Red Hulk”, ha detto Mackie.

Recentemente, Anthony Mackie ha confermato che riprenderà il ruolo di Capitan America sia in Avengers: Doomsday che Avengers: Secret Wars, che arriveranno nelle sale rispettivamente nel 2026 e nel 2027. Questi sono solo due dei progetti Marvel in cui l’attore ha intenzione di apparire per il resto del suo mandato nel MCU; ha espresso la speranza di un altro film da solista di Captain America, oltre a ruoli di supporto con altri supereroi. Al momento, non resta quindi che attendere di scoprire cosa accadrà di preciso al personaggio all’interno del film, impostandone dunque il futuro.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film è al cinema dal 13 febbraio.

Black Panther 3: il film potrebbe orientarsi verso toni “horror” e “soprannaturali”

0

Nelle ultime settimane si è parlato molto dei piani dei Marvel Studios per T’Challa. I social media sembrano essere d’accordo: il ruolo sarà rinnovato, probabilmente per i prossimi film degli Avengers e quasi certamente per Black Panther 3 di Ryan Coogler, ma il produttore Nate Moore ha invece smentito ogni teoria ad oggi emersa in rete. C’è anche chi sostiene, in modo del tutto più probabile, che il giovane Toussaint/T’Challa II introdotto in Black Panther: Wakanda Forever verrà invecchiato dopo Secret Wars per riprendere il ruolo lasciato dal padre.

Alex Perez di The Cosmic Circus ha condiviso oggi alcune informazioni interne, confermando di aver sentito che Toussaint prenderà il comando di Black Panther 3. Riconosce inoltre che questo “non elimina la possibilità che altre varianti di Black Panther appaiano prima nei film degli Avengers”. È interessante notare che Perez aggiunge: “Ho sentito dire che, rispetto ai film precedenti, Ryan Coogler è interessato a dare a questo film un tono più horror/supernaturale/thriller”.

Questo è in linea con quanto abbiamo sentito di recente sul villain del threequel e indica che il franchise avrà un nuovo look e una nuova atmosfera da abbinare al suo prossimo protagonista. Naturalmente, a contraddire in qualche modo questo e tutto il resto che abbiamo sentito su Black Panther 3 ci sono i commenti del produttore esecutivo Nate Moore, che come già riportato ha negato ogni teoria in quanto, semplicemente, i lavori sul film non sono ancora iniziati. non resta dunque che attendere di scoprire se queste voci troveranno o meno conferma in futuro.

Black Panther 3 è ancora una priorità per i Marvel Studios

I Marvel Studios hanno molti progetti chiave in fase di sviluppo e produzione, tra cui The Fantastic Four, Spider-Man 4, Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Tuttavia, la Marvel sta lavorando ad altri film e show che non hanno ricevuto molti aggiornamenti da un po’. Una volta che il finale di Black Panther: Wakanda Forever ha suggerito il passaggio di testimone da Shuri a Toussaint, Black Panther 3 è diventato una forte possibilità. E ora, la conferma di Black Panther 3 da parte dei Marvel Studios colloca il sequel nell’elenco dei prossimi progetti, anche se non ha ancora una data di uscita ufficiale.

Considerando che Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars sono programmati per uscire rispettivamente nel 2026 e nel 2027, è improbabile che la Marvel distribuisca molti film nel frattempo. Quindi, la trama di Black Panther 3 potrebbe incentrarsi sul multiverso se uscisse a fine 2026 o inizio 2027, oppure potrebbe occuparsi delle conseguenze di Avengers: Secret Wars a fine 2027 o 2028.

Chadwick Boseman ha interpretato per la prima volta il ruolo di T’Challa, apparendo nel 2016 in Captain America: Civil War, seguito dal film Black Panther nel 2018. L’attore ha ripreso il ruolo del supereroe in Avengers: Infinity War del 2018 e Avengers: Endgame. A Boseman è poi stato diagnosticato un cancro al colon al terzo stadio nel 2016 ed è deceduto nell’agosto del 2020. Il sequel Black Panther: Wakanda Forever, che racconta eventi successivi alla morte di T’Challa, è uscito nel 2022 ed è stato dedicato alla memoria dell’attore.

The Last of US – Stagione 2: il team creativo difende la scelta di Kaitlyn Dever come Abby

0

La prima stagione di The Last of Us è stata un adattamento piuttosto fedele del primo gioco di Naughty Dog ed è logico che lo stesso varrà per la prossima serie di episodi, quando la serie tornerà sulla HBO ad aprile. Tuttavia, ci sono stati alcuni grandi cambiamenti nella prima stagione – l’evoluzione di Bill ha portato probabilmente al miglior episodio della serie – e il casting di Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby è uno dei principali per la seconda stagione. La versione videoludica di questo personaggio è molto più imponente fisicamente e quindi molto più grande di Ellie.

Tuttavia, la Dever e Bella Ramsey sono essenzialmente della stessa taglia, un allontanamento dalle versioni originali di Abby ed Ellie che ad ora ha deluso molti fan. Entertainment Weekly ha recentemente incontrato il creatore Neil Druckmann, che ha spiegato perché la fisicità di Abby non è così importante per questa storia. “Non c’è tanta azione violenta momento per momento. È più incentrato sul dramma”, ha esordito Druckman. Non sto dicendo che non c’è azione qui. È solo che, ancora una volta, le priorità e il modo in cui ci si approccia sono diversi”.

Kaitlyn ha lo spirito del gioco”, ha continuato. “Quello che ho sempre amato dell’idea è che sarete continuamente messi alla prova come nella prima stagione. Quando si cerca di scegliere un eroe, è difficile perché siamo esseri umani, non siamo eroi. Per ogni atto eroico, c’è qualcuno che soffre dall’altra parte e che potrebbe vederti ragionevolmente come un cattivo”. “Quando si guarda Kaitlyn, c’è qualcosa nei suoi occhi per cui, anche a prescindere da ciò che sta vivendo, si entra in sintonia.

Era importante trovare qualcuno con cui potessimo entrare in sintonia nel modo in cui entriamo in sintonia con Bella”, ha concluso Druckmann, che l’ha elogiata come ‘un’attrice incredibile’. Lo showrunner Craig Mazin ha aggiunto: “Personalmente penso che ci sia un’opportunità straordinaria di approfondire una persona che forse è fisicamente più vulnerabile della Abby del gioco, ma il cui spirito è più forte“. “E poi la domanda è: “Da dove viene la sua natura formidabile e come si manifesta?”. Questo è un aspetto che verrà esplorato ora e in seguito”.

In precedenza è stato riferito che The Last of Us adatterà la Parte II in più stagioni. Due al massimo saranno sicuramente sufficienti, ma Mazin sembra fiducioso che ci sia più storia da raccontare, presumibilmente anche oltre la fine dell’ultimo gioco. “Penso che sia abbastanza probabile che la nostra storia si estenda oltre la terza stagione”, ha detto. “Quanto oltre? Non posso dirlo. E questo non vuol dire che non ci siano altre storie che potrebbero essere raccontate, ma questa storia è quella che stiamo raccontando io e Neil”.

CORRELATE:

Cosa sappiamo sulla Stagione 2 di The Last of Us

In questo secondo capitolo della serie, cinque anni dopo gli eventi della prima stagione Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) saranno trascinati in un conflitto fra di loro e contro un mondo persino più pericoloso e imprevedibile di quello che si erano lasciati alle spalle.

La seconda stagione, in sette nuovi episodi, vede di nuovo protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey nei panni, rispettivamente, di Joel ed Ellie, insieme a Gabriel Luna che interpreta Tommy e Rutina Wesley nel ruolo di Maria. Le già annunciate new-entry nel cast sono invece Kaitlyn Dever che vestirà i panni di Abby, Isabela Merced nel ruolo di Dina, Young Mazino in quello di Jesse, Ariela Barer interpreterà Mel, Tati Gabrielle sarà Nora, Spencer Lord vestirà i panni di Owen, Danny Ramirez sarà Manny e Jeffrey Wright interpreterà invece Isaac. Catherine O’Hara è guest star della nuova stagione.

Basata sull’acclamato franchise videoludico sviluppato da Naughty Dog per le console PlayStation®, The Last of Us è scritta e prodotta esecutivamente da Craig Mazin e Neil Druckmann. La serie è una co-produzione con Sony Pictures Television ed è prodotta esecutivamente anche da Carolyn Strauss, Jacqueline Lesko, Cecil O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan ed Evan Wells. Società di produzione: PlayStation Productions, Word Games, Mighty Mint e Naughty Dog.

Fatti Vedere: guida al cast del film con Matilde Gioli

Fatti Vedere: guida al cast del film con Matilde Gioli

Al cinema dal 6 febbraio con Eagle Pictures, Fatti Vedere (qui la nostra recensione) è la nuova commedia con Matilde Gioli diretta da Tiziano Russo. Il film segue le avventure di Sandra, che va in crisi quando il suo fidanzato la lascia su due piedi senza darle spiegazioni. Ma chi sono i volti del film? Ecco una guida al cast di Fatti Vedere:

Matilde Gioli – Sandra

Fatti vedere filmSandra è un’aspirante psicologa con un sogno: fare carriera e raggiungere la stabilità economica. Sul fronte sentimentale, la sua vita sembra perfetta: una relazione decennale con Stefano, che considera l’uomo della sua vita, e la certezza che, una volta sistemata professionalmente, i due si sposeranno. Ma il destino le riserva una doppia sorpresa. Dopo aver finalmente ottenuto un lavoro in un sito di psicoterapia online, chiamato fattivedere.com, la ragazza torna a casa per festeggiare con Stefano, solo per essere lasciata senza spiegazioni.

“Quello che io ho trovato molto interessante mentre lo giravo è che spesso per essere autentici ci serve metterci una maschera, che è paradossale se ci pensi.” Il tema del doppio e della maschera è centrale per l’interpretazione di Gioli che, affidandosi al trucco prostetico, mette in scena un personaggio che ricorda Mrs. Doubtfire, con le dovute differenze.

Francesco Centorame – Stefano

Stefano, fidanzato di Sandra che lascia su due piedi, è in un certo senso a sua volta vittima di un inganno. Crede di avere una psicoterapeuta con la quale cerca di fare un percorso, ma che in realtà è Sandra, la sua novella ex, che lo inganna per trovare la risposta a una domanda che la tortura: perché è stata lasciata?

Centorame si è costruito in pochi anni un curriculum davvero solido, approfittando della notorietà che gli ha regalato Skam ma anche della qualità del lavoro svolto nella serie Netflix, elemento fondamentale per lo sbocciare della sua carriera. Trai titoli più importanti a cui ha partecipato, citiamo C’è Ancora Domani, in cui interpreta il fidanzato della figlia maggiore della Cortellesi, un piccolo prototipo di maschio tossico, messo fuori gioco da una madre dalla volontà di ferro.

Pierpaolo Spollon – Marco

Fatti vedere recensione filmL’inganno che Sandra perpetra ai danni di Stefano non è un “crimine solitario”, in quando la giovane donna si fa aiutare da Marco, investigatore privato che la guiderà nel suo percorso di travestimento.

Meno noto di Centorame e Gioli al pubblico cinematografico, Pierpaolo Spollon è un volto che però gli italiani amano tantissimo, grazie alla sua partecipazione a numerose fiction e serie tv, tra queste citiamo le seguitissime DOC – Nelle tue mani, in cui recita sempre al fianco di Matilde Gioli, e Che Dio ci Aiuti, arrivata con successo alla settima stagione (l’ottava è in arrivo).

Asia Argento – Benedetta

A far saltare coperture e… maschere (è il caso di dirlo) ci pensa Benedetta, amica di Sandra, che si sposa. In quella occasione i personaggi saranno costretti a “farsi vedere”! A interpretare Benedetta c’è Asia Argento, vera e propria superstar internazionale che torna alla commedia leggera.

Attrice internazionale, vincitrice di David di Donatello e di Nastro d’Argento, regista, musicista e cantante, e, sì, anche figlia d’arte, Asia Argento è uno dei volti più noti del cinema italiano all’estero. Parlando del film e del suo personaggio, ha raccontato: “Anche io ho un doppio e non sono esattamente quello che sembra. Ed è un tema che riguarda tutti nella vita, perché il falso lo si crea per proteggere quelle parti più fragili.”

Karla Sofía Gascón: Netflix prende le distanze e cambia la campagna per gli Oscar di Emilia Pérez

Netflix sta prendendo le distanze dalla star di Emilia Pérez Karla Sofía Gascón nel tentativo di salvare le possibilità del film agli Oscar 2025. E mentre l’attrice spagnola cerca di disinnescare il contraccolpo subito per i suoi vecchi post sui social media, in cui ha condiviso opinioni offensive che sono state considerate islamofobe e razziste, la sua campagna di scuse sta procedendo in autonomia, senza la guida del gigante dello streaming o del suo team di pubbliche relazioni.

Gascón, che ha fatto la storia come prima attrice apertamente transgender a essere nominata come migliore attrice agli Academy Awards, avrebbe dovuto viaggiare dalla Spagna a Los Angeles per la seconda fondamentale fase per la campagna degli Oscar. Il suo itinerario pianificato includeva importanti eventi come il pranzo degli AFI Awards giovedì, i Critics Choice Awards venerdì, i Directors Guild of America Awards e i Producers Guild of America Awards sabato e il Santa Barbara International Film Festival domenica. Tuttavia, non è più prevista la partecipazione di Gascón a nessuno di questi.

Karla Sofía Gascón non parteciperà all’ultima fase di promozione per gli Oscar 2025

La sua assenza ha ulteriormente complicato gli sforzi della campagna per Netflix e il team dei premi del film. Ad aumentare la tensione, Gascón e la sua co-protagonista Zoe Saldaña condividono la stessa società di pubbliche relazioni, The Lede Company. Variety riporta che Netflix e l’agenzia di pubbliche relazioni hanno smesso di parlare direttamente con Karla Sofía Gascón e stanno comunicando solo tramite il suo rappresentante della United Talent Agency, Jeremy Barber. Sembra anche che lo streamer non copra più le spese per il suo viaggio ai vari show di premiazione o il suo styling per qualsiasi apparizione a questi eventi.

Se intende fare queste tappe, spetterebbe a Gascón pagare tutto, dal biglietto aereo al suo alloggio. L’attrice era relativamente sconosciuta quando ha ottenuto il ruolo che le ha cambiato la vita in Emilia Pérez, quindi né la sua paga per il film né la sua precedente condizione economica le permetterebbero di partecipare a tutto il circo degli Oscar e delle cerimonie precedenti come le convenzioni richiedono.

Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

Karla Sofía Gascón sparisce dalle campagne For Your Consideration di Emilia Pérez

Un nuovo spot For Your Consideration che ha debuttato lunedì mette in evidenza le 13 nomination agli Oscar di Emilia Pérez, tra quelle per miglior film, miglior lungometraggio internazionale, regista (Jacques Audiard), attrice non protagonista (Saldaña) e canzone originale (“El Mal“). Tuttavia, il titolo del film e qualsiasi immagine di Gascón sono stati cancellati da gran parte del materiale della campagna. Invece, il marketing mette in primo piano Saldaña e le co-star Selena Gomez e Adriana Paz, nessuna delle quali è stata nominata. Il cambiamento suggerisce che Netflix sta cercando di minimizzare i contributi di Gascón in modo che la controversia sulle sue osservazioni non oscuri il film o il lavoro delle sue co-star e collaboratori. La pagina FYC ufficiale del film presenta una foto in primo piano di Saldaña ma nessuna immagine di Gascón.

La corsa agli Oscar è ora entrata nella fase post-nomination. È un periodo in cui spesso il marketing diventa più mirato alle categorie che le campagne ritengono abbiano le migliori possibilità di portare a vere e proprie vittorie. Saldaña e il film erano visti come candidati più forti per i premi più importanti rispetto a Gascón, che si prevedeva avrebbe perso il premio come migliore attrice a favore di Demi Moore (The Substance) anche prima che scoppiasse lo scandalo. Tuttavia, l’omissione dell’attrice protagonista e del titolo del film dai materiali promozionali ha fatto storcere il naso.

Selena Gomez al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Karla Sofía Gascón ha già chiesto scusa

Gascón, che ha rilasciato delle scuse poche ore dopo che la notizia dei suoi post è stata diffusa e poi ha rilasciato un’intervista con CNN en Español nel fine settimana che ha organizzato senza il coinvolgimento di Netflix, ha affrontato la situazione (ancora una volta) in un post su Instagram. In esso, ha taggato diverse pubblicazioni, dicendo: “Vogliono sottopormi alla ‘cultura della cancellazione'”, ha scritto. “Chiedo agli esperti di Hollywood, ai giornalisti che mi conoscono e hanno seguito la mia carriera: come posso andare avanti?”

Ma alcuni elettori degli Oscar, che hanno chiesto di rimanere anonimi, hanno affermato che nonostante le scuse e le suppliche di Gascón, si stanno allontanando da lei e dal film che l’ha messa sotto i loro radar.

Resta da vedere cosa farà Netflix in occasione della cerimonia degli Oscar 2025. L’attrice è invitata in quanto nominata, ma non si sa a questo punto se parteciperà o meno alla serata più importante di Hollywood. Resta anche da capire se questo sfortunato evento possa mettere in pericolo tutte le altre nomination del film, comprese quelle che quasi certamente si sarebbero trasformate in premi, come quello al miglior film Internazionale e alla migliore attrice non protagonista, Zoe Saldana.

Matt and Mara: recensione del film di Kazik Radwanski

Matt and Mara: recensione del film di Kazik Radwanski

C’è un momento, quando siamo ancora all’inizio di Matt and Mara, in cui la macchina da presa perde per un istante il focus sulla protagonista, la Mara del titolo. Potrebbe sembrare un errore sfuggito durante la ripresa eppure, considerando la storia che Kazik Radwanski vuole raccontarci, è pressoché indubbio che sia uno stratagemma assolutamente voluto per sottolineare l’essere fuori fuoco rispetto alla sua vita di questa donna. Nel corso della sua durata di 80 minuti, il film della regista canadese si concentra proprio su questo e sulla ricerca di quella definizione di sé, che passa attraverso Matt.

Con Matt and Mara – disponibile su MUBI – Radwanski racconta infatti delle forme ambigue che può assumere l’amore e di come questo sentimento sia alla base di un percorso che porta a mettersi in discussione, riscoprire sé stessi e volersi più bene. Il suo è però anche un film su quel delicato confine tra amicizia e amore al centro di tante storie, similmente a come visto ad esempio nel recente Past Lives, a cui per ovvi motivi Matt and Mara è stato accostato. I due film sembrano però puntare verso obiettivi parzialmente diversi, con l’opera di Radwanski concentrata sul raccontare la riscoperta del proprio presente attraverso il passato.

Deragh Campbell e Mounir Al Shami in Matt and Mara
Deragh Campbell e Mounir Al Shami in Matt and Mara

La trama di Matt and Mara

Protagonista del film è dunque l’insegnante di scrittura creativa Mara (Deragh Campbell), che incontra dopo tempo Matt (Matt Johnson), che ha conosciuto anni prima al college ed è ora diventato uno scrittore di discreto successo a New York. Uniti da interessi comuni, i due si riavvicinano, mentre Mara deve gestire lavoro, maternità e soprattutto un matrimonio con il musicista Samir (Mounir Al Shami) che non sembra più darle alcuno stimolo. Quando si ritrovano a dover partire insieme per un breve viaggio, per Matt e Mara sarà l’occasione per venire a capo di questa loro relazione indefinita.

L’incessante ragionare sulla caoticità della vita

Siamo, con Matt and Mara, dalle parti della commedia cervellotica, tra Woody Allen e Noah Baumbach, in quel genere chiamato mumblecore in cui i personaggi parlano di continuo ragionando su sé stessi, la propria vita e la propria visione del mondo. Ed è a punto quello che fanno i due protagonisti del film, che da quando si ritrovano nella prima scena del film non smettono mai di riflettere sul loro rapporto, su come questo li definisca e sugli sviluppi di esso non verificatisi. Un’intesa così forte che sembrava inevitabile diventasse il fondamento di una storia d’amore, solo che così non è stato.

Ed è anche per cercare di capire, senza dirselo, perché quello scarto in più non c’è stato che Matt e Mara passano dunque il tempo a parlare, parlare, parlare. Un parlare ricco però di spunti di riflessione, che riesce a non risultare noioso ma anzi a lasciar intravedere quella serie di spiragli di vita che sono poi ciò che al regista interessa catturare e restituirci. Si ha così un ritratto sincero e non idealizzato di questi due personaggi così umani in quanto prima di tutto imperfetti. E nel seguire il loro ragionare e il loro dubitare, ci si ritrova così a propria volta a riflettere sulle proprie tappe di vita e su quella che attualmente si ricopre.

Deragh Campbell e Matt Johnson in Matt and Mara
Deragh Campbell e Matt Johnson in Matt and Mara

Matt and Mara, due amabili protagonisti

Sta tutto qui Matt and Mara, nel suo far accadere (volutamente) ben poco di concreto ma trovando  per l’appunto il proprio valore in quella non eccezionalità della vita di tutti i giorni. È proprio da episodi quotidiani che, senza che venga gridato, viene raccontato tutto il disagio di Mara, il suo sentirsi fuori posto e con il peso di scelte sbagliate sulle spalle. Certo, per alcuni aspetti il racconto sembra rimanere anche troppo sull’astratto, lasciando forse al non detto quel più del necessario che frena un completo coinvolgimento e trasporto emotivo.

Di certo, la bravura dei due interpreti è sufficiente per trovare facilmente la voglia di arrivare fino in fondo alla visione. Deragh Campbell è particolarmente convincente nel raccontare con sguardi e gesti il disagio e i dubbi della sua Mara, mentre Matt Johnson è vulcanico nella sua interpretazione dell’irrefrenabile e narcisistico Matt. Con loro come protagonisti, la riflessione di Radwanski sulle nevrosi e le difficoltà emotive di una generazione sempre più smarrita e priva di punti di riferimento. Difficile non riconoscere un po’ di sé stessi in Matt and Mara, difficile non volere almeno un po’ di bene ai suoi protagonisti, specialmente quando sbagliano.

La Ragazza di Neve, la spiegazione del finale: Cosa succede a Miren, Nacho ed Eduardo?

Adattamento dell’omonimo romanzo di Javier Castillo, La ragazza di neve (La chica de nieve) è stato uno degli originali spagnoli di maggior successo di Netflix, raggiungendo la Top 10 in 60 territori alla sua uscita nel 2023.

Fortunatamente, per coloro che sono rimasti affascinati dal suo scioccante epilogo, è arrivato un secondo episodio del crimine di Malaga, che risolve le questioni in sospeso e, naturalmente, ne svela altre.

Se nella scorsa stagione il rapimento di bambini era al centro della crociata della giornalista investigativa Miren (Milena Smit), questa volta si tratta di una crocifissione di adolescenti, di una serie di prove di sopravvivenza e del loro possibile legame con un caso irrisolto di scomparsa. Ecco uno sguardo a ciò che è successo nell’emozionante finale.

Il finale della seconda stagione di La Ragazza di Neve

LA CHICA DE NIEVE. Hugo Welzel as Nacho, Milena Smit as Miren in episode 01 of LA CHICA DE NIEVE. Cr. Julio Vergne/Netflix © 2024

Chi c’è dietro al Gioco delle Anime in La ragazza di neve?

Lo scioccante quinto episodio ha rivelato che il mite Nacho (Hugo Welzel) era la presenza simile a Jigsaw che si celava dietro il Gioco delle Anime, un macabro test di fede e lealtà basato sul web, responsabile dell’uccisione di diversi adolescenti della zona. Sfortunatamente, Miren ha scoperto questa verità nel modo più duro: è stata quasi soffocata a morte da Borja, complice di Nacho, ed è stata impacchettata nel bagagliaio della loro auto per la fuga.

La scena iniziale del finale mostra la giornalista portata in un magazzino abbandonato e appesa al muro in una posa da Cristo. È così che è stata trovata morta anche la povera Allison, ovviamente, e Nacho dice a Miren che probabilmente avrà lo stesso destino quando tornerà sul posto 24 ore dopo.

In un’utile esposizione, lo psicopatico dal viso fresco ricorda a Borja che è stato il primo giocatore del Gioco dell’Anima (una sfida in moto finita male gli ha provocato una cicatrice facciale). Inoltre, Nacho ricorda al suo compagno che durante la convalescenza in ospedale gli ha detto la verità: che lui è il “Corvo di Dio”.

Più tardi, però, Borja inizia a sospettare che il suo compagno di scuola possa non essere la presenza divina che credeva. E mentre cerca di liberarsi della responsabilità per l’imminente morte di Miren, Nacho pugnala fatalmente Borja al collo.

Perché ha scelto Miren?

Il burattinaio fa poi una visita imprevista a Miren, ormai esausta, per spiegarle il suo motivo. In realtà lui stesso non ha un forte credo religioso. Lo fa semplicemente per divertimento e, in questo caso particolare, per vendicarsi dello scarso interesse dei media per la sorella scomparsa.

Avendo visto Miren interpretare la giornalista in cerca di un’altra ragazza scomparsa nella prima stagione, Nacho si è infuriato perché la sorella non ha ricevuto lo stesso trattamento. In seguito legge il best-seller di Miren per scoprire le sue paure più profonde e oscure e le sfrutta per vendicarsi, anche iniettando una dose letale di insulina all’amato vecchio collega Eduardo (Jose Coronado).

In La ragazza di neve – stagione 2 Miren sembra svenire, ma quando Nacho la sgancia mentre cerca di svegliarla, lei lo attacca e scappa. I due ingaggiano quindi una battaglia all’ultimo sangue sulla spiaggia nel cuore della notte. Sembra che il gioco sia finito quando Nacho affonda per due volte un coltello nello stomaco della sua ultima vittima.

Ma ancora una volta, dando prova delle sue capacità apparentemente sovrumane, Miren riesce a trovare la forza di pugnalarlo ripetutamente prima che la polizia, che aveva rintracciato la loro posizione tramite il telefono di Borja, arrivi in soccorso. In qualche modo, riesce a sopravvivere alla colluttazione, ma Nacho è morto stecchito.

Cosa è successo a Laura?

Mentre la povera Miren veniva torturata, il suo collega Jaime (Miki Esparbe) era impegnato a scoprire l’altro grande mistero della serie. In primo luogo, convince l’ex fidanzato di Laura – e in passato principale sospettato – Tomas a incontrarsi. Quest’ultimo era diretto all’aeroporto per ricevere cure psichiatriche a Londra, dopo che il padre Alberto (Luis Bermejo) gli aveva fatto credere che le sue teorie su Laura fossero un segno di follia. È quindi comprensibilmente scioccato, e inizialmente scettico, quando Jaime gli dice che il suo stesso padre è coinvolto nella sua scomparsa.

Tuttavia, Alberto aveva avuto una relazione illecita con Laura all’insaputa del figlio, portandola regolarmente in una remota casa di campagna nota come La Casa Verde, compreso il giorno in cui è stata vista per l’ultima volta. Dopo aver fatto un esame di coscienza, Tomas dà a Jaime l’indirizzo per aiutarlo a determinare se c’è qualcosa di vero in questa notizia bomba.

Al suo arrivo, Jaime viene accolto da un guardiano del terreno che, dopo alcuni convenevoli, brandisce un fucile e lo porta fuori da un Alberto in attesa. Sembra che per l’intrepido reporter si stia per aprire il sipario, ma dopo aver sentito le sirene della polizia in lontananza, Alberto preme il grilletto sulla propria testa.

Mentre si allontana dalla macabra scena, Jaime scorge un’altra proprietà nascosta nella campagna di Malaga. Potrebbe essere questo il luogo in cui si trova il corpo di Laura? Beh, sì, come si scopre. Ma, contro ogni previsione, è anche ancora viva e con un figlio piccolo al seguito. E, cosa ancora più sorprendente, rifiuta anche l’aiuto.

Durante una visita alla tomba di Nacho, Laura spiega a Jaime che, dopo essere rimasta incinta di suo figlio, Alberto le ha suggerito di nascondersi alla Casa Verde. Non volendo mettere a repentaglio la carriera del padre tornando a casa, è rimasta lì da allora. Laura insiste anche sul fatto che non soffre di una forma di sindrome di Stoccolma. Ai suoi occhi, innamorarsi di Alberto era un peccato e voleva passare il resto della sua vita a pentirsi in solitudine.

Dove si trova ora Miren in La ragazza di neve – stagione 2?

Milena Smit La Ragazza di Neve - stagione 2
Milena Smit nel ruolo di Miren ne La ragazza di neve, al telefono, con aria molto preoccupata Julio Vergne/NETFLIX

Dopo aver risolto tutti i suoi misteri a due minuti dalla fine, la serie ne inserisce uno all’ultimo minuto. E questa volta è il turno di Miren di assentarsi. Dopo essersi ripresa dalle ferite, la reporter ha comprensibilmente deciso di abbandonare la sua attività di risolutrice di crimini, ma da allora è apparentemente scomparsa nel nulla, scatenando un hashtag sui social media “Where is Miren”.

La trama di La ragazza di neve – stagione 2 si infittisce quando, nella scena finale, si vede un gruppo di poliziotti armati fare irruzione in una lavanderia di Madrid e, durante la ricerca di una stanza nascosta, scoprono un nastro con la scritta “Miren 2009”. Speriamo che Netflix dia il via libera a una terza stagione per avere una spiegazione.

9-1-1: Lone Star, la spiegazione del finale

9-1-1: Lone Star, la spiegazione del finale

9-1-1: Lone Star si è ufficialmente conclusa dopo cinque anni di salvataggi ad alto rischio e sviluppo emotivo dei personaggi. La serie texana spin-off di 9-1-1 è iniziata nel 2020 come primo spinoff del franchise, ma ha rapidamente consolidato la propria identità grazie a personaggi diversi e a trame uniche. La cancellazione di 9-1-1: Lone Star ha purtroppo confermato che la quinta stagione sarà l’ultima per i vigili del fuoco di Austin, ma il finale della serie ha trattato bene la maggior parte dei suoi personaggi.

Rob Lowe ha guidato il cast di 9-1-1: Lone Star nel ruolo di Owen Strand, il capitano trapiantato del 126 dopo una catastrofe che ha lasciato Judson “Judd” Ryder (Jim Parrack) come unico sopravvissuto. Owen recluta Marjan Marwani (Natacha Karam), Paul Strickland (Brian Michael Smith) e Mateo Chavez (Julian Works) per unirsi a lui e a suo figlio TK (Ronen Rubinstein) nella ricostruzione della 126. La seconda stagione di 9-1-1: Lone Star ha introdotto Tommy Vega (Gina Torres), il nuovo capitano paramedico che ha portato alla ribalta se stessa e Nancy Gillian (Brianna Baker). Il talentuoso ensemble ha aggiunto trame avvincenti a 9-1-1: Lone Star, fino al finale.

Owen muore nel finale di 9-1-1: Lone Star?

Dopo essere collassato più volte, Owen riesce a spegnere il reattore. Quando i rinforzi accorrono per aiutarlo, 9-1-1: Lone Star sfuma su un paramedico che guarda scioccato il corpo incosciente di Owen, lasciando intendere che il capitano dei pompieri è morto mentre salvava il mondo.

Dopo aver ricostruito le vite dell’ensemble dopo un salto temporale di cinque mesi, 9-1-1: Lone Star toglie il tappeto da sotto i piedi agli spettatori nei suoi momenti finali. Owen sopravvive al finale di 9-1-1: Lone Star e finisce addirittura per diventare il capo dei pompieri di New York. Il finale della serie lascia che il pubblico creda che Owen sia morto fino alla scena conclusiva, preparando una conclusione scioccante e piena di speranza.

Come Carlos e TK hanno ottenuto l’affidamento di Jonah nel finale di 9-1-1: Lone Star

9-1-1: Lone Star finale

TK e Carlos Reyes (Rafael L. Silva) si sono messi insieme per la prima volta nella stagione 1 di 9-1-1: Lone Star, ma la loro relazione è durata per tutta la serie (salvo una temporanea rottura nella stagione 3). Dopo essersi sposati alla fine della quarta stagione di 9-1-1: Lone Star, TK e Carlos hanno trascorso l’ultima stagione a gestire i conflitti come mariti, fino a quando il fratellastro di TK, Jonah, è stato trasferito in seguito all’incarcerazione del padre. TK ha voluto subito adottare Jonah, ma Carlos si è dovuto convincere. Anche dopo che i due si sono messi d’accordo, l’adozione non è stata un’impresa semplice.

TK e Carlos sono considerati una delle coppie più affiatate della serie 9-1-1, ma come ha sottolineato l’assistente sociale durante la visita a casa, entrambi svolgevano lavori pericolosi per la vita, rispettivamente come paramedico e Texas Ranger. Sebbene entrambi amassero il loro lavoro, la coppia ha trovato una soluzione difficile ma adeguata. TK lascia il suo lavoro nel finale di 9-1-1: Lone Star per diventare il custode di Jonah. Il salto temporale li mostra come un’unità familiare felice, con Jonah che chiama TK “papà fratello”.

Tommy ha sconfitto il cancro nel finale di 9-1-1: Lone Star?

Il destino di Tommy in 9-1-1: Lone Star ha subito una brusca svolta nel penultimo episodio (“Impact”), lasciando intendere che l’infallibile Gina Torres sarebbe morta nel finale di 9-1-1: Lone Star. Dopo che un’improvvisa diagnosi di cancro al seno ha scosso il mondo di Tommy in 9-1-1: Lone Star, stagione 5, episodio 6, la trama di Tommy si è incentrata sulla sua emergenza sanitaria, con la 126 che lottava per ottenere un finanziamento speciale per il suo trattamento sperimentale. Anche dopo l’inizio del trattamento, il medico di Tommy l’ha avvertita che poteva avere meno di settimane di vita, incoraggiandola a mettere in ordine i suoi affari.

Durante il finale di 9-1-1: Lone Star, Tommy si è unito ai 126 in chiamata al Travis State, insistendo sul fatto che avrebbe preferito morire nel dolore mentre aiutava gli altri piuttosto che andarsene in pace a casa sua. Tommy esegue persino una rischiosa craniostomia sul campo per salvare la vita di un professore e scoprire la posizione del pulsante di spegnimento. Dopo aver contribuito a evitare una fusione nucleare, il suo medico ha notizie miracolose dopo il salto temporale: I tumori cancerosi di Tommy scompaiono nel finale di 9-1-1: Lone Star e lei torna al lavoro come capitano paramedico della 126.

Charles era davvero lì? Le visioni di Tommy nel finale di 9-1-1: Lone Star, spiegate

Tommy è entrato nella serie insieme al marito Charles (Derek Webster) nella première della seconda stagione di 9-1-1: Lone Star. I due erano una coppia felice e consolidata, vecchi amici di Judd e Grace. Alla fine della stagione, Tommy trova improvvisamente Charles senza reagire nella scena finale dell’episodio 12 della stagione 2 di 9-1-1: Lone Star. Charles morì a causa di un aneurisma, lasciando Tommy e le sue due figlie gemelle senza un soldo. Anni dopo, Charles è apparso dopo la prognosi fatale di Tommy in 9-1-1: Lone Star, stagione 5, episodio 11, presumibilmente per aiutarlo a guidare Tommy nell’aldilà.

9-1-1: Lone Star ha giocato con il soprannaturale nel corso della serie, mostrando in particolare il potere dei curanderas (guaritori spirituali) applicato a Tommy e al capitano paramedico originale, Michelle Blake (Liv Tyler). 9-1-1: Lone Star ha anche suggerito che i fantasmi sono reali quando le candele si sono accese da sole durante l’anniversario di Charles e Tommy, facendo credere a quest’ultimo che fosse un segno da parte sua. Per questo motivo, è altrettanto possibile che 9-1-1: Lone Star stesse fornendo una prova dell’esistenza dell’aldilà o che Charles fosse solo un frutto dell’immaginazione di Tommy, ma la sua presenza è stata comunque una nota agrodolce con cui concludere.

Come 9-1-1: Lone Star ha creato un possibile spinoff a New York

9-1-1: Lone Star Season 5

Anche se nel frattempo sono cambiate molte cose, Owen termina la serie nello stesso luogo in cui l’ha iniziata: New York. Il trauma dell’attacco dell’11 settembre lo ha perseguitato per tutta la durata di 9-1-1: Lone Star, ma Owen ha sempre usato il suo dolore per motivare se stesso e i suoi subordinati durante i salvataggi ad alto rischio. Ora che è cresciuto e ha imparato un’infinità di lezioni di vita dal periodo trascorso in Texas, la posizione di Owen come capo dei pompieri apre la porta a uno spinoff di 9-1-1 a New York.

Il secondo spinoff di 9-1-1 ha ispirato una lunga discussione su quali città sarebbero adatte a un procedurale sui primi soccorritori, ma il finale di 9-1-1: Lone Star prevede un’opzione sempreverde. Con Owen che supervisiona un carico di lavoro molto più ampio, il suo lavoro e il dipartimento che gestisce potrebbero facilmente costituire un nuovo show. Sarebbe difficile avere una serie di 9-1-1 con Owen e senza il resto dei 126, ma c’è sempre la possibilità di avere guest star o cammei.

Chi è il nuovo capitano della 126 in 9-1-1: Lone Star?

Dal pilota di 9-1-1: Lone Star, Judd aveva un conto in sospeso con la 126. Era l’unico sopravvissuto a un evento di massa che lo aveva lasciato in lutto. Era l’unico sopravvissuto a un evento di massa che lo aveva lasciato in lutto per i vigili del fuoco caduti, e naturalmente aveva reagito negativamente all’arrivo di Owen per rinnovare completamente la caserma. Dopo essersi unito alla nuova 126, ha servito Owen come un leale tenente fino a quando suo figlio Wyatt (Jackson Pace) ha avuto un incidente. Judd si è ritirato prima per prendersi cura di Wyatt, ma gli mancava essere un pompiere. Dopo che Wyatt è diventato il nuovo centralinista del 9-1-1: Lone Star, Judd è stato libero di tornare come “pivello” (vigile del fuoco in prova).

Judd ha accettato il suo ruolo accanto a Wyatt e a sua figlia Charlie. Grace è rimasta all’estero, ma è stata menzionata di sfuggita.

9-1-1: Lone Star regala il lieto fine a Marjan e Mateo

Mateo ha dovuto affrontare improvvisamente l’espulsione dopo un breve combattimento in 9-1-1: Lone Star, stagione 5, episodio 11, lasciando uno dei personaggi preferiti dai fan sull’orlo di dover lasciare il Paese. Incoraggiato dal periodo trascorso con la 126, Mateo si è rappresentato da solo all’udienza per l’espulsione e ha convinto il giudice ad accelerare la sua cittadinanza.

Nel frattempo, Marjan ha messo radici in Texas. Il “Firefox” virale aveva inizialmente pianificato di tornare a Miami per mettere su famiglia, ma Marjan ha finito per trovare l’amore ad Austin. Dopo essersi sposato in “All Who Wander”, Marjan si è messo in disparte. Il finale di 9-1-1: Lone Star l’ha riportata a fuoco un’ultima volta per rivelare che Marjan è incinta. Anche se lo show non sarà mai in grado di esplorare tutti i personaggi e di vederne pienamente il potenziale, il finale di 9-1-1: Lone Star ha fornito un senso di chiusura per la maggior parte del suo grande cast.

Il vero significato del finale di 9-1-1: Lone Star

9-1-1: Lone Star è soprattutto una questione di famiglia. I primi soccorritori chiamano i loro colleghi fratelli e sorelle, ma 9-1-1: Lone Star ha dimostrato che va ben oltre le parole. La 126 era un gruppo di personaggi diversi e unici che, nel caos del loro lavoro, hanno trovato una famiglia l’uno nell’altro. 9-1-1: Lone Star ha mostrato la complessità del lavoro di un primo soccorritore e i sacrifici che deve fare, il pericolo che deve affrontare e le conseguenze che deve affrontare ogni giorno.

9-1-1: Lone Star aveva una missione chiara: insieme, sono più forti. Il procedurale ha offerto un piccolo scorcio del puro coraggio che i primi soccorritori mostrano di fronte alle avversità, e l’eredità lasciata dimostra che 9-1-1: Lone Star continuerà a vivere per gli anni a venire.

Chicago Fire – Stagione 13: data di uscita, cast, trama, trailer e tutto quello che sappiamo

Chicago Fire ha lanciato la serie di successo One Chicago per la NBC, ed è stata ora rinnovata per una tredicesima stagione. Debuttata nel 2012, la serie segue i vigili del fuoco e i paramedici della fittizia caserma 51 di Chicago, che rispondono ad alcune delle emergenze più pericolose che scuotono la città. Come molti dei migliori procedurali, Chicago Fire brilla perché si concentra tanto sulle strazianti avventure quanto sulle complicate vite personali dei personaggi.

Naturalmente, il successo immediato di Chicago Fire ha spinto la NBC a lanciare una miriade di spinoff ambientati nello stesso universo, e alla fine il genio televisivo Dick Wolf è salito a bordo per dirigere l’intera serie One Chicago . Nonostante la sua rapida espansione, Chicago Fire è rimasta fedele alla sua forma e continua a offrire un dramma avvincente stagione dopo stagione. Anche se la stagione 12 è stata ritardata a causa degli scioperi di Hollywood del 2023, nulla ha intaccato la popolarità della serie o del franchise, e la serie di punta non mostra segni di arresto a breve.

Chicago Fire – Stagione 13: ultime notizie

In vista del ritorno di One Chicago il mercoledì a settembre, la NBC ha rivelato un teaser che rappresenta il primo assaggio della nuova stagione. Rivelato sull’account ufficiale Instagram di One Chicago, il teaser presenta prevalentemente Chicago Fire e mette in evidenza l’arrivo del nuovo capo, Dom Pascal. Nonostante all’esterno sembri affabile, il nuovo stile di comando di Pascal mette chiaramente in difficoltà gli altri personaggi, e la tensione sarà alta nella stagione 13.

Chicago Fire – Stagione 13 – Data di uscita

Chicago Fire è stata rapidamente rinnovata per la 13ª stagione insieme al resto degli show di One Chicago, e ora la NBC ha rimesso in palinsesto la serie. I mercoledì di One Chicago tornano il 25 settembre, e lo show di punta sarà ancora una volta la serie più giovane, Chicago Med. Lo show di punta, Chicago Fire, andrà in onda con la sua tredicesima stagione alle 21.00 del mercoledì.

Chicago Fire in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Chicago Fire Stagione 13 Cast

Anche se la lista completa del cast è ancora lontana, non è difficile fare ipotesi su chi riprenderà il proprio ruolo nella 13ª stagione. Spettacoli come Chicago Fire hanno ensemble piuttosto coerenti, ma i tumultuosi cambiamenti avvenuti prima della stagione 12 si stanno ripetendo anche per la stagione 13. Ciononostante, i fan possono aspettarsi di rivedere molti volti familiari, tra cui il Severide di Taylor Kinney, che ha fatto il suo grande ritorno nella 12ª stagione. Sebbene si sia unito alla serie solo all’inizio della 12ª stagione, Rome Flynn non tornerà nel ruolo di Derrick Gibson nella 13ª stagione.

Altre due importanti partenze hanno scosso la stagione 12, anche se una era molto più attesa dell’altra. In primo luogo, Kara Killmer ha lasciato la serie dopo 10 stagioni nel ruolo di Sylvie Brett, e la stagione si è conclusa con le dimissioni del capo del distretto Wallace Boden, interpretato da Eamonn Walker. Dermot Mulroney è stato scelto per interpretare il nuovo capo Dom Pascal, che si dice abbia uno stile di leadership diverso. La paramedica Lyla Novak, interpretata da Jocelyn Hudon, sarà un personaggio ricorrente per riempire il vuoto lasciato dalla partenza di Brett.

Chicago Fire Stagione 13 – Storia

La storia della 13a stagione di Chicago Fire sarà caratterizzata dalla conclusione della 12a stagione, che ha visto Boden ritirarsi dal suo ruolo di capo e scegliere il suo successore, Christopher Hermann. Tuttavia, è stato rivelato che il capo sarà un nuovo personaggio di nome Dom Pascal (interpretato da Dermot Mulroney), lasciando intendere che il cambio della guardia potrebbe essere tumultuoso. Anche se prevedere la trama generale è impossibile in questo momento, è garantito che la tredicesima stagione vedrà una nuova serie di emergenze cittadine che metteranno a dura prova i limiti della squadra della caserma 51.

Trailer di Chicago Fire – Stagione 13

La NBC ha iniziato a pubblicizzare le nuove stagioni della serie One Chicago condividendo un promo su Instagram che accenna a tutti e tre gli show che ritornano. Lastagione 13di Chicago Fire è al centro della scena, quando l’arrivo del capo Dom Pascal non è accolto così calorosamente dal team della caserma 51. Anche se di breve durata, il teaser suggerisce che le tensioni rimarranno alte per tutta la prossima stagione.

Vampira umanista cerca suicida consenziente: intervista alla regista Ariane Louis-Seize

0

Presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 2023, Vampira umanista cerca suicida consenziente (qui la recensione) di Ariane Louis-Seize ha finalmente trovato un modo per arrivare al pubblico italiano, grazie a IWONDERFULL.

In occasione dell’uscita del film sulla piattaforma il 4 febbraio, abbiamo raggiunto la regista Ariane Louis-Seize, che ha risposto alle nostre curiosità sul film:

-Il film è palesemente figlio di influenze ben precise, il genere vampirismo e quello del teen movie. È un connubio già visto ma che assume una declinazione completamente nuova, come avete lavorato per costruire l’originalità di questa storia e del suo tono?

L’originalità deriva dalla prospettiva: affrontare il vampirismo non attraverso l’orrore o la seduzione, ma attraverso il conflitto morale e la comicità impassibile. Volevo eliminare la grandiosità spesso associata ai vampiri e concentrarmi invece sull’imbarazzo, la moderazione e il peso della tradizione. Allo stesso tempo, gli elementi del passaggio all’età adulta non sono romanticizzati, ma affrontano questioni esistenziali più profonde: alienazione, scopo e cosa significhi appartenere. Penso che l’equilibrio tra umorismo nero, malinconia e momenti surreali mi abbia aiutato a dare forma a un tono che sembra distinto.

-Per il suo Nosferatu, Eggers si è ovviamente ispirato a Muranu, all’espressionismo tedesco e a un cinema molto alto, il risultato è un horror raffinato con tracce importanti di modernità. Inserendo “Vampira Umanista” nella tradizione del cinema di vampiri, il film mi sembra molto più debitore di Herzog e della sua visione dolente e nostalgica del mondo. Con le dovute differenze, cosa pensa di questo paragone?

Adoro questo paragone. Nosferatu di Herzog è un film che si sofferma sul dolore, sul tempo e sulla natura ineluttabile dell’esistenza. Penso che Vampira umanista cerca suicida consenziente condivida una sensibilità simile nel modo in cui rappresenta l’isolamento e l’esaurimento morale. Sasha è intrappolata, non in senso fisico, ma in un limbo psicologico ed emotivo, lottando per esistere alle sue condizioni. Come i vampiri di Herzog, porta con sé un profondo desiderio, ma invece di essere romantico o esistenzialmente tragico, è intriso di uno strano umorismo impassibile. C’è qualcosa di assurdo nel sentirsi così fuori posto nella propria natura, e questa assurdità è, forse, un punto in cui il mio film diverge dalla visione di Herzog.

Vampira umanista cerca suicida consenziente – Foto Credits Pavlin Shawn

-Sara Montpetit e Félix-Antoine Bénard sono irresistibili, come si è svolto il processo di casting? Hanno contribuito a creare i loro personaggi con le rispettive personalità o si sono affidati solo alla scrittura?

Conoscevo già Sara Montpetit dai suoi ruoli precedenti e ho sentito istintivamente che sarebbe stata una vampira perfetta. Ha un’aura di mistero ma anche un’incredibile profondità nel suo sguardo. Domina lo schermo con una performance precisa e minimalista, ed era esattamente ciò che volevo esplorare. Félix-Antoine è stato una scoperta completa durante il casting. Non lo conoscevo prima, ma dalla sua prima audizione, ho avuto la sensazione di incontrare il mio personaggio. In quel momento mi sono tolto un peso enorme dalle spalle.

Poi, quando lui e Sara hanno fatto l’audizione insieme, la magia è avvenuta completamente. Ho visto il tono del mio film, questo mix di umorismo imbarazzante e tenerezza, prendere vita proprio davanti ai miei occhi. Sembravano due strane piccole creature che si conoscevano con cautela, e mi hanno completamente sciolto il cuore. Entrambi hanno un incredibile senso del tempismo e sono stati dei partner creativi straordinari nel creare questa delicata danza tra commedia e tragedia.

Leggi la recensione di Vampira umanista cerca suicida consenziente

-Cosa c’è di tanto affascinante nella creatura del Vampiro che lo rende un soggetto sempre attuale e interessante da indagare con storie e generi sempre diversi?

Il mito del vampiro è infinitamente adattabile perché parla dei più fondamentali dilemmi umani: mortalità, potere, isolamento, desiderio. Ogni epoca lo reinventa per riflettere le proprie ansie. Per me, l’aspetto più interessante è stato esplorare i vampiri attraverso la colpa e la paralisi etica. Cosa succede quando un predatore si rifiuta di predare? Cosa significa vivere per sempre quando ci si sente emotivamente distaccati dalla vita? Eliminando le solite dinamiche di potere del vampirismo, volevo esplorare qualcosa di più fragile: una crisi esistenziale avvolta in zanne.

Oltre all’espressionismo tedesco, i teen movie, i film di Vampiri nello specifico, ci sono in “Vampira Umanista” delle ispirazioni più specifiche e ricercate che magari non sono state ancora portare alla luce?

Oltre alle evidenti influenze di genere, sono stato profondamente ispirato da un mix di musica, fotografia e film di formazione non convenzionali. L’immobilità e la malinconia poetica di Wings of Desire di Wim Wenders sono stati un riferimento chiave, così come Under the Skin di Jonathan Glazer: entrambi i film esplorano figure soprannaturali che osservano il mondo con profondo desiderio ma senza appartenergli veramente.

Per l’umorismo impassibile, sono stato influenzato dal minimalismo di Roy Andersson, in cui i personaggi provano emozioni profonde ma lo esprimono in modi sobri, a volte assurdi. Ho anche guardato lavori fotografici di artisti come Gregory Crewdson, le cui immagini di periferia catturano un’inquietante, sospesa immobilità. La musica, tuttavia, gioca un ruolo importante nel mio processo creativo dalla scrittura alla post-produzione. Sono attratto dalla musica che evoca immediatamente un senso di nostalgia e romanticismo in modo giocoso. Amo anche mescolare suoni di epoche diverse, musica che parla sia al mio istinto che al mio cuore, creando un contrasto emotivo che rispecchia il tono del film.

Vampira umanista cerca suicida consenziente è disponibile sulla piattaforma IWONDERFULL dal 4 febbraio.

Vampira umanista cerca suicida consenziente: recensione del film

0
Vampira umanista cerca suicida consenziente: recensione del film

Presentato a Venezia nella sezione Giornate degli Autori 2023, Vampira umanista cerca suicida consenziente arriva sulla piattaforma IWONDERFULL dal 4 febbraio.

L’immaginario del vampiro sorge dall’incubo, ma da decenni è ormai diventato anche sinonimo di bellezza e fascino. I più cool di sempre sono i protagonisti di Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch: raffinati, si cibano di surrogati e sembrano divi da tappeto rosso. In qualche modo hanno fatto scuola, alimentando la deriva adolescenziale che ha come capostipite la saga di Twilight. in cui il racconto di vampiri si fonde con il coming of age. 

La trama di Vampira umanista cerca suicida consenziente

È il caso di Vampira umanista cerca suicida consenziente (titolo tra i più creativi dell’anno) di Ariane Louis-Seize. Potrebbe essere un film di Tim Burton o una nuova puntata della famiglia Addams. Sasha, la giovane protagonista, si rifiuta di uccidere per ottenere la sua dose di emoglobina quotidiana, ed è subito scandalo. La madre va su tutte le furie, il padre cerca di aiutarla, la sorella le impone un’educazione siberiana. Sembra che la situazione non si possa risolvere, finché non entra in scena Paul, un ragazzo eccentrico che susciterà in Sasha emozioni inaspettate.

Vampira umanista cerca suicida consenziente si muove in quella zona grigia tra commedia e brivido, senza mai virare del tutto verso l’horror o il dramma puro. Non ha la forza perturbante di Lasciami entrare (la versione svedese di Tomas Alfredson, ovviamente), ma si distingue per la leggerezza e la simpatia con cui affronta una cronaca giovanile dai toni dark.

Vampira umanista cerca suicida consenziente – Foto Credits Pavlin Shawn

La “vampira umanista” e il “suicida consenziente”

La vera intuizione non è però la “vampira umanista”, bensì il “suicida consenziente”. Dietro il personaggio di Paul si avverte un disagio esistenziale profondo, una difficoltà nello stare al mondo che lo porta a esplorare nuove strade per rivendicare il proprio posto. Il film si rivela così una parabola sulla sensibilità, sul mettersi nei panni dell’altro, sulla negazione della violenza. Essere gentili non è una colpa, ma anzi diventa il motore che trasforma i dannati in santi. Un cinema non moralista, ma morale, che rispetta gli stilemi del genere e cerca di strappare un sorriso in mezzo alla tragedia.

Louis-Seize firma un’opera che si nutre di suggestioni pop e gothic, con un’estetica che richiama i lavori di Tim Burton e la malinconia disincantata di Ghost World. L’ironia e il tono leggero convivono con tematiche più profonde, regalando un’esperienza che sa intrattenere e far riflettere.

Due traumi che si incontrano

Il film si apre con un flashback che spiega la fobia di Sasha per il sangue: da bambina, i suoi genitori avevano pensato di “offrirle” un clown per il suo compleanno, con la sorpresa finale che sarebbe stata lei a morderlo e nutrirsene. Il trauma di quell’evento segna la sua crescita: dieci anni dopo, le sue zanne non si sono ancora sviluppate e si accontenta del sangue delle prede dei suoi genitori, tra la frustrazione della madre. Poi, l’incontro con Paul cambia tutto: un ragazzo emarginato, vittima di bullismo, deciso a togliersi la vita e che si offre a lei come pasto consenziente. La loro relazione, più dolce che sensuale, si sviluppa con naturalezza, portando Sasha a riconsiderare il suo ruolo nel mondo.

Vampira umanista cerca suicida consenziente – Foto Credits Pavlin Shawn

Nonostante il tema macabro, Vampira umanista cerca suicida consenziente evita il melodramma, preferendo un registro ironico e distaccato. La regia di Louis-Seize è elegante e misurata, capace di bilanciare i toni senza mai cadere nell’eccesso. La colonna sonora sottolinea i momenti chiave con un mix di malinconia e vivacità, accompagnando il viaggio interiore dei protagonisti.

Sara Montpetit nei panni di Sasha è perfetta: il suo volto esprime tutta l’insicurezza e il desiderio di trovare una strada diversa da quella imposta dalla sua natura. Félix-Antoine Bénard offre un’interpretazione toccante di Paul, dando vita a un personaggio fragile ma determinato.

Un piccolo inno alla gentilezza, al ribaltamento degli sguardi e delle prospettive, capace di far sorridere mentre affronta tematiche profonde. Una storia di formazione diversa dal solito, con un tocco di umorismo dark e una sensibilità inaspettata.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, chi è il personaggio interpretato da John Malkovich?

John Malkovich si unisce al MCU in I Fantastici Quattro: Gli Inizi e, come molti dei suoi ruoli precedenti, il personaggio dell’attore è molto misterioso. Il primo trailer del film ha debuttato di recente e ha mostrato brevi scorci dell’incredibile cast del film, tra cui Reed Richards di Pedro Pascal e Sue Storm di Vanessa Kirby. Mentre si concentra sugli eroi principali del film, insieme a una rapida inquadratura di Galactus di Ralph Ineson, il trailer include anche una breve inquadratura di un Malkovich barbuto che emerge dalle ombre.

L’attore di Con Air è stato annunciato come parte del cast a maggio 2024, ma potrebbe comunque sorprendere il pubblico occasionale vedere Malkovich apparire in questo trailer. La Marvel è brava a scovare talenti e Malkovich è uno degli attori più versatili e rinomati in attività oggi.

Il personaggio MCU di John Malkovich non è ancora confermato

L’identità Marvel di Malkovich è sconosciuta nonostante la sua apparizione nel trailer

Il trailer di I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha rivelato la maggior parte del cast principale del film. Oltre ai personaggi di Pascal e Kirby, il trailer include sguardi a Ben Grimm di Ebon Moss-Bachrach e Johnny Storm di Joseph Quinn. Il trailer ha anche rivelato l’aspetto di questi personaggi nelle loro forme CGI. Ci sono ancora molti segreti che la Marvel ha nascosto, tra cui il volto di Galactus e l’aspetto di Silver Surfer di Julia Garner, che interpreta Shalla-Bal, piuttosto che il Norrin Radd / Silver Surfer a cui è abituato il pubblico, quindi la Marvel probabilmente non vuole rovinare il suo design.

Diversi membri del cast interpretano personaggi non confermati, tra cui Malkovich, che appare nel trailer con una lunga barba bianca e ispida. Altri membri del cast le cui identità sono nascoste includono Paul Walter Hauser e Natasha Lyonne. Si vocifera che Hauser potrebbe dare la voce a H.E.R.B.I.E., il robot nel trailer, mentre Lyonne interpreta Alicia Masters, un’artista cieca che è un frequente interesse amoroso per La Cosa. Internet ha già sviluppato molte teorie su chi potrebbe interpretare Malkovich, e la sua apparizione nel trailer probabilmente farà esplodere queste teorie.

Chi potrebbe interpretare John Malkovich in I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Internet ha creato molte teorie sul personaggio di Malkovich

I quattro protagonisti di I Fantastici Quattro Gli Inizi
Foto di Marvel Studios/MARVEL STUDIOS – © 2025 20th Century Studios / © and ™ 2025 MARVEL.

Malkovich potrebbe interpretare un personaggio inaspettato che nessuno ha ancora previsto. Tuttavia, ci sono diverse teorie valide su Internet. La prima è Mole Man, che si vocifera apparirà nel film. Mole Man è apparso in The Fantastic Four #1 del 1961 ed è il primo cattivo che la Prima Famiglia Marvel abbia mai incontrato. Mole Man, originariamente noto come Harvery Rupert Elder, era un ingegnere nucleare rifiutato dai suoi pari a causa del suo fascino per la teoria della Terra Cava.

Un personaggio Marvel a cui Malkovich assomiglia di più è Ivan Kragoff, alias The Red Ghost. Ivan è uno scienziato sovietico che era determinato a battere gli americani sulla luna. Dopo aver appreso dei Fantastici Quattro e delle loro abilità, reclutò una squadra di scimmie ben addestrate e usò i raggi cosmici per dare alla sua squadra dei superpoteri. The Red Ghost è un personaggio più probabile per Malkovich, specialmente con i suoi legami con la corsa allo spazio. Il trailer mostra molte scene di razzi in partenza e dei Fantastici Quattro in tute spaziali.

Un’altra opzione popolare è Nathaniel Richards, il padre di Reed. Nei fumetti Marvel, Nathaniel ottiene la capacità di viaggiare nel tempo ma scompare dalla vita di Reed dopo aver incontrato molte versioni alternative di se stesso che cercano di ucciderlo. Entra in un’altra dimensione, dove sposa una donna assetata di potere di nome Cassandra che usa la sua tecnologia per governare l’umanità. Dopo essere stato salvato dai Fantastici Quattro, Nathaniel è rimasto nella dimensione alternativa, ma alla fine è tornato per rapire il figlio di Reed e Sue, Franklin.

Questa teoria ha buone probabilità di essere vera, considerando l’impatto che il multiverso avrà su questo film. Sebbene non mostrato nel trailer, I Fantastici Quattro: Gli Inizi è ambientato in una realtà alternativa, il che significa che la squadra avrà bisogno di un modo per attraversare Terra-616. L’idea del multiverso potrebbe essere introdotta loro da Nathaniel Richards, che è tornato di recente da una dimensione alternativa, spiegando il suo aspetto trasandato. Il cast di I Fantastici Quattro: Gli Inizi apparirà Avengers: Doomsday, quindi Nathaniel Richards di Malkovich potrebbe essere la chiave per farli entrare nella linea temporale principale dell’MCU.

Un altro piccolo favore: ecco il titolo ufficiale del sequel con Anna Kendrick e Blake Lively

0

Il sequel di Un piccolo favore (qui la recensione), il thriller comico del 2018 diretto da Paul Feig e interpretato da Blake Lively e Anna Kendrick, ha ottenuto un titolo ufficiale ed è stato fissato come première della serata di apertura dell’SXSW.

In originale si intitolerà Another Simple Favor, e in italiano sarà Un altro piccolo favore. Nella storia, Stephanie Smothers (Kendrick) e Emily Nelson (Lively) si recano a Capri, in Italia, per il matrimonio di Emily con un ricco uomo d’affari italiano dove, come rivela la sinossi, si verificano “omicidi e tradimenti”. Il cast include anche Andrew Rannells, Bashir Salahuddin e Henry Golding, che hanno recitato nel film originale, più Elizabeth Perkins, Michele Morrone, Alex Newell e Allison Janney. La première è un ritorno all’SXSW per Feig, i cui film Le amiche della sposa e Spy sono stati presentati in anteprima al festival rispettivamente nel 2011 e nel 2015.

Un piccolo favore 2 si intitolerà Another Simple Favor

Another Simple Favor è stato scritto da Jessica Sharzer e Laeta Kalogridis basandosi sui personaggi di Darcey Bell. Feig produce con Laura Fischer tramite Feigco Entertainment, mentre i produttori esecutivi includono Jennifer Booth, Jessica Sharzer e Marco Valerio Pugini. Lo studio è Lionsgate.

“Quando abbiamo visto questo film lo scorso autunno, abbiamo capito subito che doveva aprire SXSW: ci ha dato quella sensazione elettrica per cui viviamo come programmatori”, ha affermato Claudette Godfrey, vicepresidente di cinema e televisione di SXSW. “Paul Feig e SXSW condividono un amore ineguagliabile per la commedia audace e senza paura. Da quell’indimenticabile proiezione notturna di “Bridesmaids” alla rumorosa prima mondiale di “Spy”, i suoi film catturano esattamente ciò che rende speciale il nostro festival: progetti incredibilmente divertenti che superano i confini. Siamo più che entusiasti di riunirci a Paul e dare il via al festival con un film che ha fatto ridere, applaudire e desiderare immediatamente di rivederlo!”

Un altro piccolo favore debutterà il 1° maggio in Italia su Prime Video.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ecco perché nel trailer Galactus è così… piccolo

Il Galactus del MCU ha un aspetto incredibilmente fedele al materiale originale da quello che abbiamo visto nel primo trailer ufficiale di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ma non è certamente grande quanto un pianeta. Il filmato rivela vari dettagli chiave sul film, tra cui i poteri dei personaggi principali e la premessa del film, non mostra alcun filmato di Silver Surfer di Julia Garner, ma rivela il misterioso personaggio MCU di John Malkovich, la cui identità rimane un mistero.

Una delle rivelazioni più emozionanti del primo trailer ufficiale di I Fantastici Quattro: Gli Inizi è Galactus. È solitamente considerato uno dei personaggi Marvel più potenti di sempre, eppure è apparso solo una volta in un live-action. Diciotto anni dopo l’adattamento di Galactus di Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer, mal accolto, il Divoratore di Mondi fa finalmente il suo debutto ufficiale nel MCU in questo film, dove adotta la sua iconica forma antropomorfa per visitare la Terra. A differenza dell’iterazione senza voce del personaggio del film del 2007, il Galactus dell’MCU sarà interpretato da un attore, Ralph Ineson.

Il primo sguardo a Galactus lo fa sembrare minuscolo

Galactus è considerevolmente più piccolo di Manhattan nel primo trailer di I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il primo trailer ufficiale di I Fantastici Quattro: Gli Inizi non rivela il volto di Galactus, poiché il cattivo è mostrato solo di spalle. Tuttavia, è abbastanza chiaro che Galactus è grande una frazione delle sue dimensioni solite. La prima inquadratura con Galactus mostra un’ombra che incombe su New York City. A giudicare dalle dimensioni della testa dell’ombra in questa inquadratura, Galactus sembra essere grande quanto Manhattan. Tuttavia, nell’inquadratura successiva, Galactus sembra essere appena più alto della Statua della Libertà, ovvero centinaia di volte più piccolo di quanto non appaia nell’inquadratura precedente.

Il trailer mostrato al Comic-Con di San Diego del 2024 si è concluso con una breve inquadratura di Galactus che si avvicina al Baxter Building. Quella scena specifica non appare nel primo trailer ufficiale di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ma probabilmente sarà inclusa in materiale promozionale futuro e nel film. In quella scena particolare, le dimensioni di Galactus sembrano essere a metà strada tra le due scene incluse nel primo trailer ufficiale. Tuttavia, i cambiamenti di dimensioni di Galactus probabilmente non sono un errore.

Quanto è grande Galactus nei fumetti

Le dimensioni di Galactus fluttuano nel materiale originale

Le dimensioni più piccole di Galactus nel trailer sono in realtà fedeli ai fumetti, poiché il villain possiede la capacità di cambiare le sue dimensioni e il suo aspetto a piacimento. Galactus è apparso per la prima volta nel Fantastic Four #48 del 1968, dove sembra essere più piccolo di un grattacielo di New York. Nelle sue successive apparizioni nei fumetti, le dimensioni di Galactus sono cambiate, da circa sei volte le dimensioni della Cosa a metà delle dimensioni delle città che ha invaso. Nel corso degli anni, le dimensioni di Galactus sono aumentate, al punto che spesso sembra essere molte volte più grande della Terra quando rivela la sua presenza.

La Marvel ha ripetutamente chiarito che Galactus è in grado di aumentare e ridurre le dimensioni del suo corpo. Galactus tende a rimpicciolirsi per combattere e interagire con gli abitanti dei pianeti che attacca, e aumenta le sue dimensioni per consumare quei pianeti. Il corpo di Galactus può anche rimpicciolirsi quando è a corto di energia, il che lo porta a un livello di forza simile ad altri cattivi di dimensioni gigantesche come Fin Fang Foom. Oltre alle dimensioni, anche l’aspetto fisico di Galactus cambia a seconda delle persone che lo vedono: gli umani lo vedono come una creatura umanoide, mentre gli scoiattoli di Squirrel Girl lo vedono come uno scoiattolo gigante, per esempio.

Una versione di Galactus accurata rispetto ai fumetti assolve la Marvel da un grave crimine live-action

L’MCU ha trovato un modo migliore per rendere Galactus un cattivo pratico senza trasformarlo in una forza della natura inanimata

Galactus di Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer è famoso per il suo aspetto. Invece di un gigante umanoide con un’armatura aliena e un elmo cornuto, questa versione del Divoratore di Mondi è stata raffigurata come una nuvola cosmica rotante con un buco nel mezzo, come una combinazione di un enorme uragano e un buco nero. La riprogettazione di Galactus del 2007 sembrava e un chiaro tentativo di modernizzare il cattivo in modo realistico. Tuttavia, questo approccio si è ritorto contro il film.

Introdurre un cattivo molte volte più grande della Terra rappresenta una sfida unica. Non solo è quasi impossibile per gli eroi sconfiggere un nemico così grande e intrinsecamente potente, ma sarebbe anche estremamente difficile per un tale cattivo interagire con gli eroi. Similmente alla sua controparte dei fumetti, Galactus di I Fantastici Quattro: Gli Inizi non è bloccato su una scala cosmica, ma mantiene il suo aspetto iconico e la sua capacità di interagire con altri personaggi.

Matilde Gioli: i migliori ruoli in attesa di Fatti Vedere

Matilde Gioli: i migliori ruoli in attesa di Fatti Vedere

Uno dei volti più riconoscibili del nostro cinema, Matilde Gioli, classe 1989, ha destato l’attenzione del pubblico sin dal suo esordio, e non soltanto per i suoi enormi occhi blu. L’attrice, dotata di presenza scenica e talento, ha costruito una solida carriera nel panorama cinematografico e ora, con Fatti Vedere, diretta da Tiziano Russo, mostra un altro aspetto del suo essere un’attrice senza limiti.

Mentre per vederla nel film dobbiamo aspettare il 6 febbraio grazie a Eagle Pictures, ecco i cinque migliori ruoli di Matilde Gioli.

Fatti Vedere (2025)

Sandra, laureata in psicologia, è appena stata assunta dal famoso sito di psicoterapia FATTIVEDERE.COM. Appena torna a casa per raccontare la notizia al suo fidanzato Stefano vede quest’ultimo con le valigie pronto a lasciarla senza darle spiegazioni dopo dieci anni di convivenza. Sandra va in crisi e cercherà di capire perché sia stata lasciata.

Protagonista assoluta e sdoppiata in un doppio ruolo, Gioli mostra tutto il suo talento poliedrico come mai le era stata data la possibilità di fare. Nel film al suo fianco ci sono anche Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon e la superstar Asia Argento.

Runner (2024)

Runner Matilde GioliQuando la sua amante Sonja viene uccisa, Lisa viene incastrata per l’omicidio ed è costretta a scappare e a raccogliere le prove della sua innocenza per essere scagionata.

Un action thriller apparentemente lontano dalle sue corde, Runner di Nicola Barnaba mette alla prova Gioli con stunt e una grande intensità emotiva. Lei si fa trovare preparata e pronta all’azione.

Moschettieri del Re – La Penultima Missione (2018)

La regina di Francia, Anna d’Asburgo, viaggia per convocare nuovamente, dopo molti anni, i tre moschettieri per una missione contro Mazzarino. Incontra quindi D’Artagnan, che è diventato un allevatore di maiali, e lo convince a contattare i vecchi compagni. D’Artagnan si reca dunque da Athos, che ormai vive dedito solo al sesso, benché malato di sifilide, per poi andare a rintracciare insieme Aramis, che vive come un frate per sfuggire ai debiti di gioco. Infine vanno da Porthos, ormai dedito all’alcool e all’oppio.

Sebbene non sia la protagonista del film, Matilde Gioli interpreta un ruolo fondamentale che mette in luce anche la sua capacità di lasciare il segno pur comparendo poco a schermo. La commedia di avventura di Giovanni Veronesi è anche uno dei film con Gioli con un incasso importante e quindi una delle occasioni che l’attrice ha avuto per farsi conoscere da molto più spettatori.

DOC – Nelle Tue Mani (2020-in corso)

DOC. Nelle tue mani 3
Foto di Virginia Bottoja

Ma se c’è un prodotto che ha davvero portato Matilde Gioli “dentro le case degli italiani” è senza dubbio la fiction medical drama DOC – Nelle Tue Mani. Il suo personaggio, la dottoressa Giulia Giordano è un medico strutturato, del reparto di medicina interna, collega di Andrea (Luca Argentero) e sua assistente o meglio braccio destro, ai tempi in cui egli era primario. I due hanno avuto anche una storia d’amore clandestina, cancellata dall’amnesia di lui. Ha una madre ex tossicodipendente, e un fratello minore, Fabio, che dalla prima stagione combatte con la sclerosi multipla.

Al momento, la serie è ferma alla terza, nel corso della quale abbiamo intercettato un avvicinamento tra il personaggio di Gioli e quello di Argentero, segno che forse la quarta stagione li vedrà di nuovo insieme.

Il capitale umano (2013)

Il capitale umanoIl pluripremiato film di Paolo Virzì, Il capitale umano, ha segnato l’esordio folgorante di Matilde Gioli al cinema. Liberamente ispirato al romanzo di  Stephen Amidon, il film racconta i destini di due famiglie si uniscono e si scontrano tragicamente nel giorno della vigilia di Natale. Un ciclista viene coinvolto in un incidente stradale per colpa di un fuoristrada, alla cui guida vi è un uomo misterioso. Tra splendore e miseria, il racconto di una provincia italiana che offre un ritratto della società odierna.

Con il film di Virzì, Matilde Gioli è entrata nell’immaginario cinematografico italiano, per non lasciarlo mai più. E dal 6 febbraio tornerà al cinema con Fatti Vedere, distribuito da Eagle Pictures.

Il matrimonio del mio migliore amico: tutte le curiosità sul film con Julia Roberts

Nel corso degli anni Novanta l’attrice Julia Roberts si è affermata come un’icona delle commedie romantiche grazie a titoli come Pretty Woman, Notting Hill e Se scappi ti sposo. Un altro fortunato titolo di questo genere è Il matrimonio del mio migliore amico, diretto nel 1997 dal regista P. J. Hogan, già autore di una commedia sul matrimonio quale Le nozze di Muriel e in seguito del popolare I Love Shopping. Anche questa nuova pellicola con protagonista la Roberts si è affermata come un grande successo, con un incasso di circa 300 milioni a livello globale. Il merito è anche di una storia animata da personaggi a cui ci si affeziona subito e da colpi di scena particolarmente divertenti.

Rispetto alle altre commedie “simili” interpretate dalla Roberts, Il matrimonio del mio migliore amico si distingue però il suo collocarla in una posizione quasi da antagonista, disposta a tutto pur di ottenere ciò che vuole. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, ma anche alla sua colonna sonora e alla scena finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il matrimonio del mio migliore amico

Protagonista del film è Julianne Potter, la cui vita viene improvvisamente stravolta da una chiamata del suo storico amico Michael O’Neal. I due, un tempo amanti, avevano stretto un patto: se al compimento dei ventotto anni entrambi fossero stati ancora single, si sarebbero sposati. Ma Michael ha una novità: si è innamorato di Kimberly Wallace ed ha intenzione di sposarla al più presto. È a quel punto che Julianne si rende conto di amare ancora l’amico, ed è decisa a sabotare la nuova arrivata pur di riaverlo. L’occasione le si presenta quando Kimberly le chiede di farle da damigella d’onore. Julianne farà di tutto per mettere in ridicolo la rivale, ma imparerà presto un’amara lezione.

Il matrimonio del mio migliore amico cast Julia Roberts Cameron Diaz

Il cast del film e la colonna sonora

Ad interpretare Julianne Potter vi è l’attrice Julia Roberts, subentrata a Sarah Jessica Parker impossibilitata a recitare nel film per via delle riprese della serie Sex and the City. L’attrice ha poi suggerito alla produzione di scegliere l’attore Dermot Mulroney nel ruolo di Michael O’Neal e l’attrice Cameron Diaz in quello di Kimberly Wallace, ruolo per il quale era stata considerata anche l’attrice Drew Barrymore. Recitano poi nel film Rupert Everett nel ruolo di George Downes, Philip Bosco in quello di Walter Wallace e M. Emmet Walsh in quello di Joe O’Neal. Completano il cast Susan Sullivan nel ruolo di Isabelle Wallace e Paul Giamatti in quello di Richard.

Per quanto riguarda la colonna sonora del film, questa comprende diverse cover di note canzoni, come “You Don’t Know Me” eseguita da Jann Arden, “The Way You Look Tonight” eseguita da Tony Bennett e “I Say a Little Prayer” eseguita dall’intero cast di Il matrimonio del mio migliore amico. Proprio quest’ultima canzone, tuttavia, più nota all’interno del film per la reinterpretazione che ne dà la cantante Diana King. Il brano ha poi fortemente caratterizzato il film, divenendo poi una hit della Billboard Top 100. Per quanto riguarda le musiche originali, queste sono state composte da James Newton Howard, il quale è poi stato candidato agli Oscar per la Miglior colonna sonora.

Julia Roberts e Dermot Mulroney in Il matrimonio del mio migliore amico

La scena finale di Il matrimonio del mio migliore amico

Nel finale del film, dopo aver fatto fuggire Kimberly dall’altare avendo baciato Michael, Julianne capisce i propri errori e rintraccia la sposa, in lacrime e furiosa con lei. Julianne, tuttavia, si scusa e spiega a Kimberly che Michael non ha affatto contraccambiato il bacio che si sono dati, perché non l’ama. Julianne conclude dunque dicendole che accetta la decisione di Michael. Le due donne, dunque, si riconciliano con un abbraccio e le nozze possono finalmente avere luogo. Dopo la cerimonia, Julianne “autorizza” Michael a ballare la loro canzone speciale con la sua sposa fino a quando la coppia non ne avrà una propria. A quel punto, i due si augurano il meglio e sono pronti ad andare avanti con le loro vite, anche se separatamente.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il matrimonio del mio migliore amico grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto di martedì 4 febbraio alle ore 21:30 sul canale TV8.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità