Dogman
e Bismillah a Hollywood per rappresentare il
cinema italiano in corsa verso gli Oscar. Tra gli ospiti
all’inaugurazione del Cinema Italian Style –
evento prodotto e organizzato da Istituto Luce Cinecittà in
collaborazione con l’American Cinematheque di Los Angeles – erano
presenti anche il regista Alessandro Grande e
l’attore Marcello Fonte.
Questi ultimi, accomunati
dall’origine calabrese, hanno accompagnato negli States le
proiezioni del cortometraggio Bismillah, già
vincitore del David di Donatello, e del film Dogman di
Matteo Garrone che ha regalato a Fonte il
premio come migliore attore a Cannes. Entrambe le opere
rappresentano il cinema italiano nella selezione per la statuetta
più ambita. L’accoglienza della stampa e del pubblico americano è
stata positiva, a testimonianza dell’attenzione e della credibilità
di cui gode il cinema italiano all’estero.
Dal cuore di Hollywood,
Alessandro Grande ha voluto ringraziare
l’organizzazione per l’opportunità offerta al suo corto Bismillah,
che tratta in maniera poetica e originale il tema
dell’immigrazione, di essere presentato anche in America, per
sostenere la campagna Oscar dopo lo straordinario successo riscosso
nei festival di tutto il mondo. Il corto è stato co-prodotto da
Indaco Film con la partecipazione di Calabria Film Commission e
Comune di Catanzaro e la distribuzione di Zen Movie.
Intervistato da BBC Radio 1 in
occasione dell’arrivo su Netflix del nuovo film che lo vede
protagonista (il dramma storico Outlaw King),
Chris Pine ha avuto modo di parlare anche del suo
atteso ritorno in Wonder Woman 1984, sequel che lo vedrà ancora
protagonista insieme a Gal Gadot nei panni di
Steve Trevor. Ma al contrario dei fan, che sono
rimasti sorpresi da questo annuncio (il personaggio moriva alla
fine del primo capitolo), l’attore sembrava conoscere la sua sorte
già ai temi delle riprese di Wonder Woman:
“La cosa non mi ha
affatto sorpreso. Patty [Jenkins] mi aveva accennato questa
idea mentre giravamo il primo film. Ed era un’idea davvero potente,
come tutte quelle che le vengono in mente…è come se avesse piantato
un seme a terra e quello all’improvviso iniziasse a crescere e
diventare un albero. Lei potrebbe farti fare qualsiasi
cosa…“
I primi report dal film hanno
confermato che tornerà lo stesso personaggio (e non un nipote, come
si era pensato all’inizio, visti i decenni che separano le
ambientazioni dei due film), dunque sembra proprio che la
produzione e gli sceneggiatori abbiano trovato il modo per farlo
resuscitare dalla tomba.
È stato confermato
dalla Jenkins durante lo scorso
CinemaCon che Wonder Woman 1984 sarà
ambientato negli anni Ottanta, rivelando al pubblico un’altra epoca
iconica in cui svolgere le avventure
di Diana.
L’ordine cronologico del
personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of
Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman.
Wonder Woman 1984
vedrà ancora come protagonista Gal
Gadot opposta a Kristen Wiig,
scelta per interpretare la villain Cheetah. L’ultimo acquisto del
cast è Pedro Pascal, di cui non è stato ancora confermato il
personaggio. Il film sarà ambientato durante la Guerra Fredda e la
sceneggiatura è stata curata da Goeff
Johns e Patty Jenkins.
Il
Gladiatore è uno di quei film che ha fatto la storia
del cinema. Diretto da Ridley Scott e con
interpretazioni magistrali, come quelle di Russell
Crowe e di Joaquin Phoenix, Il Gladiatore
racconta la vicenda di Massimo Decimo Meridio, dalla stima
dell’imperatore Marco Aurelio che vede in Massimo il figlio che
avrebbe sempre voluto, alla vendetta verso Commodo, usurpatore del
titolo paterno e mandante degli omicidi verso la sua famiglia.
Mentre Ridley Scott è pronto a
tornare dietro la macchina da presa per realizzare un
sequel, che dovrebbe concentrarsi su Lucio, figlio di Augusta
Lucilla, ecco le dieci cose che, forse, non sapevate su
Il
Gladiatore.
Il Gladiatore: film
1. Le riprese del film non
avvennero in Italia. La richiesta di poter svolgere le
riprese dei combattimenti al Colosseo venne fatta al comune di Roma
e venne rifiutata, poiché l’anfiteatro era in fase di restauro.
Venne così fatta a Malta una replica del Colosseo in scala ridotta
a un terzo. Per la sua realizzazioni ci sono voluti diversi mesi e
il costo è stato stimato a un milione di dollari. Un grande
dispendio per poter realizzare in modo preciso l’assortimento
decorativo ai tempi dell’Impero Romano, fatto di colonne, ponti,
statue e tanto altro. Il complesso realizzato è stato reso
servizievole con camerini e altre connotazioni. Il resto del
Colosseo è stato realizzato digitalmente.
2. Il Gladiatore ha
mantenuto la tradizione del pollice all’insù. Uno dei
malintesi molto comuni risiede nel fatto che un imperatore romano
abbia alzato il pollice per indicare che un gladiatore dovesse
essere risparmiato, mentre il pollice in giù stava a significare
che non ci sarebbe stata pietà per un gladiatore abbattuto. In
realtà, questo gesticolare si verificava in modo diverso: il
pollice alzato stava a simbolizzare un’azione di spada (e, quindi,
la morte), mentre il pollice in basso simbolizzava una spasa
sguainata, cioè la grazia. Lo staff del film era a conoscenza di
queste simbologie mentre stavano realizzando il film, ma siccome il
pollice rivolto verso l’alto è entrato di uso comune per
significare che va tutto bene, venne deciso di non confondere il
pubblico inutilmente.
3. Ne Il Gladiatore appare
un effetto sfocato che non era previsto. A metà della
scena di guerra tra l’esercito di Massimo e le tribù germaniche è
presente un effetto di sfocatura che non era inizialmente previsto.
La scena è stata girata in prima serata, ma si è continuato a
girare per diverso tempo e la luce si era drasticamente ridotta.
Per mantenere l’illuminazione allo stesso livello per poter
realizzare la scena in modo continuativo ed evitare di investire un
altro giorno per girare, il direttore della fotografia John
Mathienson decise di girare le scene con una sequenza di fotogrammi
molto bassa. Per compensare le perdita di fotogrammi, questi sono
stati ripresi e duplicati diverse volte in post produzione e
modificati nel film in modo tale che tutto potesse sembrare
naturale.
Il Gladiatore: streaming
4. Il Gladiatore è
disponibile in streaming. Chi ha voglia di rivedere uno
dei film che ha fatto la storia del cinema o chi desidera
approcciarsi a Il Gladiatore per la prima volta, il film è
disponibile sulle piattaforme streaming di
Netflix, Chili e Rakuten
Tv.
Il Gladiatore: colonna sonora
5. La colonna sonora di
Hans Zimmer è una delle più rinomate nella storia del
cinema. In origine, Zimmer voleva che la cantante
israeliana Ofra Haza fornisse la sua voce di fonda alla colonna
sonora del film, avendo lavorato con lui già per Il principe
d’Egitto un paio di anni prima. Tuttavia, Ofra morì
inaspettatamente nel 2000 di polmonite correlata all’AIDS e venne
sostituita con Lisa Gerrard.
Il Gladiatore: cast
6.
Russell Crowe ha definito Il Gladiatore come uno dei migliori
film americani che abbia mai fatto. Dopo che Mel Gibson rifiutò il ruolo di Massimo Decimo
Meridio (dato che ritenere di essere troppo vecchio per
interpretare il protagonista),
Russell Crowe accettò il ruolo e cominciò a lavorarci su
durante il film che stava girando, ovvero Insider – Dietro la
verità. Per questo film aveva preso molti chili e per Il
Gladiatore li avrebbe dovuti perdere tutti e acquisire una certa
muscolatura. A detta di Crowe, pare che non abbia fatto nulla di
speciale tranne che praticare dei normali lavori di fattoria in
Australia. Durante le riprese de Il Gladiatore, Crowe era
continuamente scontento della sceneggiatura, tanto da riadattarla
con le proprie mani. Avrebbe persino abbandonato il set se le cose
non andavano come diceva lui. Pare addirittura che si sia rifiutato
inizialmente di dire la fase, ormai famosa, “in questa vita, o
nell’altra, avrò la mia vendetta”, dicendo anche allo sceneggiatore
William Nicholson che il suo lavoro era spazzatura e che lui,
essendo uno dei migliori attori al mondo, lo avrebbe reso
migliore.
7.
Joaquin Phoenix è sempre stata la prima scelta per il ruolo di
Commodo. Ridley Scott non aveva dubbi: anche dopo aver
provinato diversi attori (tra cui, pare, Jude Law) Joaquin Phoenix
era la scelta giusta. Sembra che Phoenix fosse molto nervoso sul
set e che avesse chiesto a Crowe di dargli una mano per far sì che
potesse concentrarsi su sé stesso.
8.
Oliver Reed morì tre settimane prima di finire le scene
principali. Dal momento che era considerato un personaggio
chiave, una clausola e della copertura assicurativa del film
avrebbe permesso di rigirare tutte le scene con un altro attore. Le
parti che non era riuscito a girare sono state sistemate in post
produzione.
Il Gladiatore: curiosità
9. Sul set de Il Gladiatore
vennero portate cinque tigri vere. Queste cinque tigri
furono portate sul set per la scena di lotta di Massimo contro le
tigri nell’arena. Un veterinario era sempre pronto e armato di
tranquillanti per tutto il tempo delle riprese. Per garantire la
sicurezza, Crowe venne posizionato a circa più di 4 metri dalle
tigri.
10. Ridley Scott ha
resistito dall’includere ne Il Gladiatore un rapporto
amoroso. Scott aveva pensato di includere nel film una
relazione tra Massimo e Augusta Lucilla (Connie
Nielsen) di tipo sessuale, ma decise poi di non farlo perché
avrebbe cozzato con il sentimento di vendetta di Massimo verso la
morte di moglie e figlio. Lo stesso Crowe era contro questa
opzione, sentendo che non sarebbe stata parte del suo
personaggio.
La Warner Bros ha
finalmente cominciato la massiccia compagna promozionale per
Aquaman, il film dell’universo DC
Comics che porta sulle spalle la pesantissima
responsabilità di risollevare l’interesse dei fan nei confronti
degli eroi DC sul grande schermo, dopo il “disastro” di
Justice League.
Il compito è stato affidato alla
regia di James Wan e alla massiccia presenza scenica di
Jason Momoa, che si circonda di un cast di tutto
rispetto e soprattutto di grande richiamo di pubblico:
Amber Heard, Nicole Kidman, Willem Dafoe, Patrick
Wilson e molti altri.
Ecco di seguito un video dal
backstage che ci accompagna nel making of del film che promette
risate, avventura e tanta azione.
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre
2018.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
È stato diffuso da Marvel il video tributo ufficiale
alla vita e alle opere di Stan Lee, il padre di
moltissimi degli eroi della Casa delle Idee,
l’artefice dell’Era delle Meraviglie.
L’inventore di eroi si è spento
nella mattina di lunedì, ma il cordoglio che sta attraversando il
globo, da parte dei tanti fan, degli esponenti del mondo del
fumetto, del cinema, della cultura pop in generale che lui stesso
ha contribuito a modificare, è ancora una fortissima onda di
emozione che regala un caldo senso di appartenenza a tutti coloro
che hanno letto anche un solo fumetto creato da lui.
Su questa potente onda emotiva, la
Marvel ha realizzato il video di seguito, un omaggio e un grazie a
Stan Lee.
Stan Lee, noto al pubblico di massa
anche per i suoi cameo nei film sui supereroi Marvel (da prima che
nascessero i Marvel Studios), aveva
già realizzato i suoi cameo per Avengers
4 e per
Spider-Man: Far From Home. Ironia della sorte, la sua
ultima apparizione cinematografica lo vedrà partecipare proprio al
nuovo film del suo eroe di maggiore successo: L’Uomo Ragno.
Come riportato da Variety,
Pedro Pascal è il primo ad entrare nel cast d
iThe
Mandalorian, nuova serie tv spin-off di
Star
Wars che approderà il prossimo anno sulla piattaforma
streaming Disney + insieme agli altri titoli in
programma (una serie dedicata al personaggio di Cassian Andor e le serie sui supereroi Marvel).
La storia di The
Mandalorian racconterà di Jango e
Boba Fett, guerrieri dell’universo di Star
Wars e sarà ambientata dopo la caduta dell’Impero e
prima dell’emergere del Primo Ordine, ruotando attorno il
travagliato percorso di un pistolero solitario nella parte esterna
della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica.
The Mandalorian sarà scritta e prodotta dal produttore
e attore candidato all’Emmy Jon Favreau, come
annunciato in precedenza, con Dave Filoni ( Guerre
stellari: Guerre dei cloni , Star Wars
Rebels ) a dirigere il primo episodio. Gli altri registi
sarannoDeborah
Chow ( Jessica Jones), Rick Famuyiwa
( Dope ), Bryce Dallas
Howard ( Solemates )
e Taika Waititi( Thor:
Ragnarok ). Mandalorian – Star Wars
Series prodotto da Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist sarà il co-produttore
esecutivo.
Riguardo a Mandalorian: I
Mandaloriani erano un gruppo di persone che si basava su una
società formata da clan, composti da membri di diverse specie. La
loro cultura si era evoluta sui concetti di battaglia e guerra
visti come sorgente di onore e orgoglio nella comunità. Il capo dei
Mandaloriani prendeva il titolo di Mandalore. I Mandaloriani erano
spesso alleati con i Sith e con l’Impero Galattico. Durante gli
ultimi anni della vecchia Repubblica Galattica diventarono un
prototipo per i Clone Trooper sotto Palpatine.
Originalmente, la razza
Mandaloriana era composta da individui simili a umani, chiamati
Taung, che avevano una pelle di colore grigio e occhi gialli, e
provenivano da Coruscant. Con il tempo più razze si aggregarono ai
Taung, come umani, Twi’Lek e molti altri, e i guerrieri si
chiamarono Mandaloriani in onore della colonia planetaria
Mandalore. In seguito i Mandaloriani originali Taung si estinsero e
l’aggettivo Mandaloriano rimase per indicare la cultura, che si
tramandò nella maggiore componente umana del gruppo.
Dal 9 ottobre al 20 gennaio 2019 il
Palazzo delle Esposizioni di Roma presenta la mostra “Pixar. 30 anni di
animazione”, una grande rassegna internazionale curata
da Elyse Klaidman e Maria Grazia Mattei, promossa da Roma Capitale
– Assessorato alla Crescita Culturale e organizzata da
Pixar Animation Studios.
La mostra ripercorre la storia della
Pixar dalla sua fondazione nel 1986, arrivando al successo
rivoluzionario di Toy
Story nel 1995, passando per i classici
Alla ricerca di Nemo,
Wall-E e Up, e
fino al recente Coco,
vincitore del Premio Oscar al Miglior Film d’Animazione nel
2018. All’interno il pubblico potrà ritrovare
tutti i celebri personaggi della celebre casa di produzione
americana con cui sono cresciute intere generazioni.
In rassegna si trova infatti una
raffinata selezione di oltre 400 opere, che mostrano lo
straordinario patrimonio artistico ideato per ciascun film.
Storyboard, disegni a matita, a pennarello, dipinti in acrilico,
acquerelli, calchi e modelli fatti a mano e soprattutto numerosi
bozzetti preparativi, attraverso i quali si può ripercorrere la
genesi dei film e dei celebri personaggi Pixar.
Grande importanza è data inoltre
all’approfondimento sul costante rapporto tra disegno a mano e
lavoro digitale, da sempre elementi chiave dello casa di
produzione. Il digitale per la Pixar è sia strumento che
linguaggio, e attraverso innovazione e creatività vengono
realizzati alcuni dei più importanti capolavori del cinema
d’animazione.
Toy Story 4: teaser
trailer italiano del film Disney Pixar
Il percorso espositivo si divide in
ultimo in tre sezioni: personaggi, storie, mondi. Ogni film ha
inoltre un proprio spazio riservato, dove è possibile ammirare le
opere ad esso dedicate e scoprire interessanti curiosità sulla sua
realizzazione. Dai bozzetti preparatori di Woody e
Buzz di Toy Story, ai
calchi dei personaggi de Gli Incredibili e fino
alla realizzazione grafica degli estremamente dettagliati capelli
di Merida in Ribelle – The
Brave.
La mostra è inoltre accompagnata da
un ciclo di incontri di approfondimento, per entrare nell’universo
dell’animazione Pixar e comprenderlo a fondo. Contemporaneamente,
fino al termine della mostra, si terrà una rassegna cinematografica
che permetterà di rivedere sul grande schermo tutti i film prodotti
dalla Pixar.
Trovandosi davanti alle opere
esposte, si ha modo di provare nuovamente le emozioni che la
visione di questi film ci hanno trasmesso. La mostra
“Pixar. 30 anni di animazione” è una vera e
propria macchina del tempo, in grado di far rivivere a grandi e
piccini la grande rivoluzione cinematografica e culturale portata
dalla Pixar.
Warner Bros Italia ha diffuso il
trailer di Il
Testimone Invisibile con
protagonisti Riccardo Scamarcio,
Miriam Leone, Fabrizio Bentivoglio e
Maria Paiato
Picomedia e Warner Bros.
Entertainment presentano “Il testimone
Invisibile”, il nuovo film di Stefano
Mordini, con Riccardo Scamarcio,
Miriam Leone, Fabrizio
Bentivoglio e Maria Paiato, al cinema
dal 13 Dicembre 2018, distribuito da
Warner Bros. Pictures.
Il Testimone Invisibile, la trama
Adriano Doria (Riccardo Scamarcio),
un giovane imprenditore di successo, si risveglia in una camera
d’albergo chiusa dall’interno accanto al corpo senza vita della sua
amante, l’affascinante fotografa Laura (Miriam Leone). Viene
accusato di omicidio ma si dichiara innocente. Per difendersi,
incarica la penalista Virginia Ferrara (Maria Paiato), famosa per
non aver mai perso una causa.
L’emergere di un testimone chiave e
l’imminente interrogatorio che potrebbe condannarlo
definitivamente, costringe Adriano e l’avvocato Ferrara a preparare
in sole tre ore la strategia della sua difesa e a cercare la prova
della sua innocenza. Spalle al muro, Adriano sarà costretto a
raccontare tutta la verità.
I Coldplay hanno annunciato un
nuovo film, A head full of Dreams, che svela al
pubblico tutta la loro carriera ventennale. Il documentario sarà
disponibile in streaming in esclusiva su Amazon Prime Video in tutto il mondo dal 21
Novembre.
Insieme all’esordio
di A head full of Dreams su Amazon Prime
Video, i Coldplay realizzeranno tre tracce esclusive disponibili su
Amazon Music. Le trace sono: Stayin Alive (Live at Glastonbury) dei
Coldplay & Barry Gibb, Us Against The World (Live in São Paulo) e
Don’t Panic (Live in Paris).
A head full of
Dreams offre un approfondimento sull’incredibile ascesa
della band, dai dietro le quinte nei pub di Camden ai sold out
negli stadi di tutto il mondo. Protagonista del documentario è
l’incrollabile legame tra i membri della band che non si è mai
incrinato nonostante i vari alti e bassi della loro storia.
A head full of Dreams, il film
Il film è stato diretto da Mat
Whitecross – director di Supersonic, l’acclamatissimo documentario
del 2016 sugli Oasis – che ha incontrato i quattro amici al college
a Londra prima ancora che formassero la band. Whitecross era
presente fin dall’inizio per trasformare in video la musica e
l’amicizia tra i componenti della band, dalle primissime prove in
un affollato bagno universitario.
Da allora Whitecross ha diretto
numerosi tra i più iconici videoclip della band (tra gli altri
Paradise, A Sky Full Of Stars e Adventure Of A Lifetime) e ha
continuato a documentare l’evoluzione personale e musicale dei
Coldplay.
Attingendo ad un grande archivio
inedito di video di dietro le quinte e dei live, A HEAD FULL OF
DREAMS è una riflessione della band sulle due decadi insieme. La
maggior parte del documentario è stato girato durante il loro tour
di maggior successo dal titolo A Head Full Of Dreams Tour, che è
stato certificato come uno dei tre più grandi tour di tutti i tempi
e che ha visto i Coldplay suonare davanti a più di 5.5 milioni di
fan.
In
principio era un nome sulle figurine delle Cioccorane, poi un
antico alleato nel passato oscuro di Albus Silente e infine, in Animali Fantastici e Dove Trovarli, una
minaccia al mondo magico; in Animali Fantastici: I Crimini
di Grindelwald, il mago oscuro prende il suo posto nella
storia della magia e, con le fattezze di Johnny Depp, comincia a raccogliere accoliti
per instaurare il suo regno del terrore, che culminerà nella
Seconda Guerra Mondiale. Ma questo lo vedremo nel corso degli anni,
al cinema.
Per adesso, sappiamo che I
Crimini di Grindelwald, dal 15 novembre al cinema,
racconta della fuga e dell’inizio della scalata al potere di
Gellert. Con questo secondo capitolo della pentalogia magica,
prequel della saga di Harry
Potter, J.K. Rowling, in veste di
sceneggiatrice, racconta un altro pezzetto del suo mondo, a quei
fan che hanno ancora sete delle sue storie. E proprio per
soddisfarli, la scrittrice ordisce un intricato racconto, affollato
di trame e personaggi, tutti convergenti nel cimitero monumentale
di Père-Lachaise, a Parigi, dove è ambientato il finale della
storia.
La trama di Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald
Dopo i tumultuosi eventi del primo
capitolo, la scena si sposta in Europa. Troviamo Newt Scamander
(Eddie
Redmayne) interdetto dal Ministero a compiere viaggi
internazionali, la confusione creata a New York spinge le alte
sfere del governo magico inglese a tenere sotto controllo
l’anarchico magizoologo, che rifiuta di collaborare con gli Auror
per dare la caccia a Credence (Ezra
Miller).
Anche Silente (Jude
Law) però cerca il ragazzo. Il grande mago, che
troviamo nei panni di insegnante a Hogwarts, sa che il suo vecchio
amico Grindelwald si sta muovendo per realizzare il suo piano
malvagio, sopraffare i Babbani e far uscire violentemente i maghi
allo scoperto, ma per motivi misteriosi non può agire contro di
lui. Così pensa di incaricare Newt di mettersi lui sulle tracce di
Credence, l’Oscuriale sulle cui tracce è anche il mago oscuro.
Dal canto suo, il magizoologo, che
per caso si imbatte di Queenie (Alison Sudol) e
Jacob (Dan Fogler), desidera soltanto una cosa,
ritrovare Tina (Katherine
Waterston), l’Auror americana che gli ha rubato il
cuore. Il caso, il destino, un piano superiore, o chi per loro,
porterà tutti i protagonisti nella capitale francese, dove la
storia si svilupperà a colpi di incantesimi, bestie magiche,
identità misteriose.
David Yates torna
alla regia
David Yates torna
alla regia di un film del franchise magico, confermandosi il
perfetto operaio, senza troppa personalità, per la Warner
Bros, che continuerà a sfruttare la saga come una vera
gallina dalle uova d’oro. Ma oltre al valore genuinamente
commerciale che sicuramente ha questa nuova pentalogia, è
interessante notare come J.K. Rowling sia ancora
in grado in intessere trame e temi in maniera fitta e interessante,
nonostante, in questo film, lo faccia con poco ordine.
Il peggiore difetto di
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald è
proprio la mancanza di equilibrio trai tre atti, dove la prima
parte è un mero posizionamento delle pedine della storia, con tagli
bruschi e scene che perdono i nessi di casualità, a scapito di un
ritmo blando e poco coinvolgente. E, mentre la seconda parte
comincia a farsi avvincente, è lasciato al terzo atto lo
scioglimento di tutti i nodi in una scena-spiegone, necessaria per
dare un orientamento allo spettatore, ma che spezza la tensione
nella misura in cui rallenta il climax finale (lo scontro diretto
tra buoni e cattivi).
I livelli di lettura di
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald
Sarebbe ingiusto condannare
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald per
lo squilibrio nel racconto, perché nonostante la confusione con cui
vengono raccontati i fatti, la Rowling riesce comunque a riempire
la storia di livelli di lettura, presentandoci una galleria di
personaggi ricchi di sfumature. Nella saga di Animali
Fantastici, così come è stato in quella di Harry Potter,
il bene e il male si fondono e si toccano nell’animo di più di un
personaggio, dando vita a caratteri complessi, mai bidimensionali.
Per i personaggi positivi della Rowling il male eserciterà sempre
fascino, mentre il bene sarà sempre la “debolezza” del più cattivo
dei maghi.
Lo stesso
Newt Scamander, personaggio piccolo, lontano dalle logiche di
potere e di sottomissioni (che sia del Ministero o dei seguaci di
Grindelwald), non prende posizione, si estranea da quello che è
lo scontro, perché a lui interessano solo i suoi animali magici,
sontuose creature in CGI, sempre più belle, una meraviglia per gli
occhi, ma marginali.
Eppure anche Newt dovrà sceglie uno
lato, alla fine, quando colpi di scena, rivelazioni e scelte
avventate avranno spostato completamente gli equilibri della
storia, arricchendola di un numero di enigmi ancora maggiore e
rivelando la seconda debolezza del film: Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald è un film di
passaggio, preparatorio, non autosufficiente, e per essere il
secondo capitolo di una pentalogia (cinque film) sembra davvero
troppo presto per cominciare a raccontare “storie di mezzo” e
svolte.
Johnny Depp vs Jude
Law
Oltre ai personaggi già incontrati,
trai quali Jacob e Queenie completamente privati della leggerezza
che portavano al primo film, spiccano in queste seconda avventura
una serie di volti nuovi, di grande carisma. Su tutti Johnny Depp. Il suo Gellert è accattivante e
affascinante, e come ogni uomo che radica il suo potere nel
consenso delle masse, è un grande affabulatore, come lo era stato
in maniera diversa Voldemort, come lo sono stati i grandi dittatori
del secolo scorso, come tentano di essere anche alcuni uomini
politici della nostra contemporaneità (e in questo senso la Rowling
non rinuncia mai a offrirci il suo sguardo sulla nostra realtà
Babbana).
Contrapposto a Grindelwald, c’è il
Silente di Jude Law, affabile e meditabondo, costretto da
un vincolo misterioso all’immobilità. Da sempre sorvegliato
speciale del Ministero, il suo Silente è già un ottimo giocatore,
ma non gestisce dall’alto le pedine come ha fatto per tutta la saga
di Harry Potter, e si trova invischiato nel gioco, anche lui
travolto dal desiderio del suo avversario di perseguire “il bene
superiore”. Lo scontro, che sappiamo avverà nell’ultimo
film, tra il Gellert di Depp e l’Abus di Law, si preannuncia
epico, la più grande battaglia che si sia mai vista nel franchise
della Rowling.
Completano il cast di new entry la
straordinaria Zoe Kravitz, nei panni di Leta Lastrange, che
conferma un talento sfaccettato e la capacità di adattarsi a ogni
ruoli, e Callum Turner nel ruolo di Theseus
Scamander, l’inquadrato, serio, assennato fratello Auror di
Newt.
I Crimini di Grindelwald è
un film di passaggio
I ribaltamenti e le identità
segrete hanno spesso caratterizzato molte delle story line
costruite dalla scrittrice, che continua su questa strada, svelando
ancora una volta la ricchezza del suo mondo, cadendo nella trappola
che invece era stata evitata con il primo film. Se Animali
Fantastici si poteva apprezzare anche come film a se
stante, un’avventura magica con le creature di Newt al centro della
storia, I Crimini di Grindelwald è aggrappato con
ogni suo frame al mondo di Harry Potter, al quale
si ricongiungerà in futuro.
Il film mette da parte il pretesto
iniziale (le creature magiche), innesco della saga, e ne sacrifica
ogni aspetto ludico, in favore di toni cupi e di una storia
violenta, profondamente radicata nel suo tempo, l’Europa post
bellica che ha accolto i fascismi e li ha portati al potere,
svelando anche echi spaventosi di quello che accade sotto al nostro
naso, nella contemporaneità.
In occasione della sua
collaborazione nel film Lo Schiaccianoci e i Quattro
Regni (recensione)
abbiamo avuto il piacere di intervista il
pianista Lang Lang. Lang Lang ha
collaborato insieme al compositore del film James Newton
Howard.
Da moltissimi anni, “Lo
Schiaccianoci” riporta alla mente immagini di decorazioni
natalizie, un soldatino di legno, fiori danzanti e una bambina
terrorizzata da topi. Scritto nel 1816 da E.T.A. Hoffmann, il
racconto originale “Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi” ha
conquistato l’immaginazione dei lettori di tutto il mondo,
ispirando spettacolari adattamenti teatrali che hanno affascinato
il pubblico per generazioni e, ora, anche un’epica avventura
cinematografica. Ecco cosa ci ha detto il pianista in merito alla
sua esperienza:
In Lo
Schiaccianoci e i Quattro Regni,
Keira Knightley veste i panni della Fata Confetto e Mackenzie
Foy interpreta la giovane protagonista. Clara. Helen Mirren dà vita
alla temutissima Madre Cicogna, mentre Morgan Freeman interpreta
Drosselmeyer, l’eccentrico padrino di Clara. Eugenio Derbez e
Richard E. Grant sono rispettivamente Biancospino e Brivido, i
reggenti della Terra dei Fiocchi di Neve e della Terra dei Fiori.
Jayden Fowora-Knight è stato scelto per interpretare Phillip
Hoffman, il soldato Schiaccianoci che prende vita. Matthew
Macfadyen, Ellie Bamber e Thomas Sweet sono stati ingaggiati per
interpretare rispettivamente il padre di Clara, il signor
Stahlbaum, la sorella Louise e il fratello Fritz. Omid Djalili e
Jack Whitehall interpretano le guardie del palazzo Cavaliere e
Arlecchino. Il film è arricchito da una performance speciale
eseguita dai grandi ballerini classici Misty Copeland e Sergei
Polunin.
LoSchiaccianocie i Quattro
Regni
Tutto ciò che Clara (Mackenzie Foy)
desidera è una chiave: una chiave unica nel suo genere, in grado di
aprire una scatola che contiene un dono inestimabile ricevuto dalla
sua defunta madre. Un filo d’oro, ricevuto durante l’annuale festa
natalizia del suo padrino Drosselmeyer (Morgan Freeman)
la conduce verso l’ambita chiave, che però scompare immediatamente
in uno strano e misterioso mondo parallelo. È qui che Clara
incontra un soldato di nome Phillip (Jayden
Fowora-Knight), una banda di topi e i reggenti che governano tre
Regni: la Terra dei Fiocchi di Neve, la Terra dei Fiori e la
Terra dei Dolci. Clara e Phillip devono coraggiosamente
avventurarsi nel minaccioso Quarto Regno, in cui vive la
malvagia Madre Cicogna (Helen Mirren), per recuperare la
chiave di Clara e riportare l’armonia nell’instabile mondo.
In Alita:Battle Angel, lo scienziato Dr. Ido recupera una
cyborg femmina, Alita, da una discarica del 26esimo secolo.
Diventato un surrogato di padre per Alita, Ido scopre che lei è una
sorta di Angelo della Morte che potrebbe rompere il cerchio di
morte e distruzione nel quale ruota questo mondo post-apocalittico,
devastato 300 anni prima da una terribile guerra mondiale…
La protagonista di
Alita: Angelo della Battaglia sarà interpretata da
Rosa Salazar (The Divergent
Series,Maze Runner). Nel cast ci sono
anche Lana Condor, Leonard
Wu, Christoph Waltz, Jackie
Earle Haley, Mahershala Ali, Ed
Skrein, Jennifer Connelly e Jorge Lendeborg
Jr.
Il film, che verrà distribuito
dalla 20th Century Fox, è diretto da
Robert Rodriguez (Sin City,
Grindhouse Planet Terror, Machete) e prodotto da
James Cameron.
È stato annunciato il programma
della trentaseiesima edizione del Torino Film
Festival, che si svolgerà all’ombra della Mole dal 23
novembre all’1 dicembre 2018. Emanuela Martini,
direttore del festival, annuncia che il Gran Premio
Torino sarà assegnato a Jean-Pierre Léaud
e gli verrà consegnato giovedì 29 novembre alle ore 20.15 al Cinema
Massimo 3, prima della proiezione del film diretto da Jean
Eustache, La maman et la putain (Francia, 1973, 35mm,
217’).
Apertura e chiusura del Torino Film
Festival 36
Intanto già solo i titoli di
apertura e chiusura confermano la qualità di una selezione che ogni
anno conferma il valore del festival torinese, giunto con successo
all’edizione numero 36. In apertura il Torino Film Festival
presenterà The Front Runner, il nuovo atteso film di
Jason Reitman. In chiusura, invece, sarà la volta
di Nanni Moretti, che torna con il docu-film
Santiago, Italia, proiettato a Torino
nell’ultimo giorno di manifestazione.
The Front
Runner è tratto dal libro All the Truth Is
Out: The Week Politics Went Tabloid del giornalista e
sceneggiatore americano Matt Bai. Il film racconta la vicenda che
nel 1988 vide protagonista il senatore americano Gary Hart,
interpretato da Hugh Jackman. Candidato
democratico alla presidenza, mentre era in piena corsa elettorale,
Hart vide sfumare qualsiasi possibilità di vittoria quando trapelò
sui giornali la notizia di una sua ipotetica relazione
extraconiugale con la modella Donna Rice Hughes. Per la prima volta
il gossip sulla vita privata dei politici occupò le prime pagine
dei giornali.
The Front
Runner uscirà nelle sale italiane il 21 febbraio 2019
distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Santiago,
Italia è un film-documentario presentato in prima
mondiale che racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i
materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11
settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador
Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto
dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia
di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi
loro di raggiungere l’Italia. Prodotto da Sacher Film, Le Pacte,
Storyboard Media e Rai Cinema.
Il film uscirà al cinema giovedì 6
dicembre 2018 distribuito da Academy Two.
La selezione ufficiale del Torino
Film Festival 36
Per quantoriguarda la selezione
ufficale del festival, la più importante sezione competitiva del
festival, riservata a opere prime, seconde o terze, propone 15
film, inediti in Italia. I paesi rappresentati sono: Polonia,
Austria, Lussemburgo, Germania, Francia, Belgio, Grecia, Italia,
Ungheria, Danimarca, Islanda, Brasile, Filippine, Stati Uniti,
Canada. Incentrata sul cinema “giovane”, la selezione dei
film in concorso si rivolge alla ricerca e alla scoperta di talenti
innovativi, che esprimono le migliori tendenze del cinema
indipendente. Nel corso degli anni sono stati premiati autori ai
loro inizi come: Tsai Ming-liang, David Gordon Green, Chen Kaige,
Lisandro Alonso, Pietro Marcello, Debra Granik, Alessandro Piva,
Pablo Larraín, Damien Chazelle. Un cinema “del futuro”,
rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze.
Nel 2017 Al Tishkechi Oti /
Don’t Forget Me di Ram Nehari (Israele, Francia, Germania,
2017) ha vinto il premio come Miglior Film e i premi per la Miglior
Interpretazione maschile, all’attore Nitai Gvirtz, e per la Miglior
Interpretazione femminile, all’attrice Moon Shavit (ex-aequo con
Emily Beecham per il film Daphne di Peter Mackie Burns |
UK, 2017); A Fábrica De Nada di Pedro Pinho (Portogallo,
2017) ha ottenuto il Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo;
Kiss and Cry di Chloé Mahieu e Lila Pinell (Francia, 2017)
ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura.
Quando Anka e Witek decidono di
avere un figlio, lei rinuncia alla sua carriera di giornalista
mentre lui continua a fare l’inviato di guerra. Anka comincia
allora a vivere nel timore di ricevere la telefonata che annuncia
la morte del marito, finendo per sviluppare una sindrome da stress
post traumatico come quella dei soldati al fronte. L’attrice Ewa
Bukowska esordisce dietro alla macchina da presa con un ritratto
femminile potente, tra dramma familiare e thriller psicologico.
ALL THESE SMALL
MOMENTS di Melissa B. Miller (USA, 2018, DCP, 84’)
Un ragazzino affronta i primi
turbamenti dell’adolescenza: i suoi genitori sono sull’orlo del
divorzio, una compagna di scuola lo corteggia, una giovane che
incrocia sull’autobus accende le sue fantasie. E poi ci sono il
fratellino, gli amici, Brooklyn, la vita che cambia. Un febbrile
racconto di formazione, che guarda, rinnovandolo, al cinema di John
Hughes (la presenza di Molly Ringwald nel ruolo della madre lo
conferma). Con Jemima Kirk (Girls) e Brian D’Arcy James
(Il caso Spotlight).
ANGELO di Markus
Schleinzer (Austria/Lussemburgo, 2018, DCP, 111’)
In cinque capitoli, la vera storia
di Angelo Soliman, figura controversa dell’illuminismo viennese.
Quando arriva dall’Africa in Europa, all’inizio del XVIII secolo, è
appena un bambino. Venduto a una contessa (Alba Rohrwacher), è
battezzato con il nome di Angelo e avviato a un esperimento
educativo. Crescendo, diventa un’attrazione dell’alta società
fino ad una svolta imprevista. Tra alterità, accettazione e
adattamento, l’ipnotica opera seconda di Markus Schleinzer (in
concorso a Cannes 2011 con Michael).
ATLAS di David
Nawrath (Germania, 2018, DCP, 99’)
Walter lavora per una compagnia di
recupero crediti collusa con la malavita: lui e i suoi pignorano e
sfrattano inquilini da appartamenti che interessano agli
speculatori. Un giorno, Walter bussa a una nuova porta, e qualcosa
cambia. Opera prima che sfiora atmosfere noir, basata su personaggi
e volti che portano impressi i segni di una vita e un mondo
faticosi e spietati, ma che riescono a far emergere il calore del
sentimento. In prima mondiale al TFF.
LA DISPARITION DES
LUCIOLES di Sébastien Pilote (Canada, 2018, DCP, 96’)
In una sonnecchiante cittadina della
provincia canadese, la teenager Léo teme di affogare nel tedio,
schiacciata tra una vita di routine, la nostalgia per il padre
lontano e un rapporto irrisolto con la mamma e il patrigno. La
tenera relazione con Steve, un uomo più grande di lei, chitarrista
pigro e debosciato, sembra risvegliarla dal suo torpore. Opera
terza, tagliente e delicata, di Sébastien Pilote, già in concorso
al TFF29 con Le vendeur e al TFF31 con Le
démantèlement.
MARCHE OU CRÈVE di
Margaux Bonhomme (Francia, 2018, DCP, 85’)
Vercors, Elisa è bella e piena di
vita, Manon, sua sorella, è affetta da una grave disabilità. Il
padre (Cédric Kahn) si occupa di loro da quando la madre se ne è
andata dopo l’ennesimo rifiuto di ricoverare la figlia in una
struttura; ma Elisa scalpita, divisa tra il desiderio di autonomia
e il senso di responsabilità verso la famiglia. Il lucido esordio
alla regia di una giovane fotografa, capace di sostenere con
coraggio uno sguardo non pacificato su un tema difficile.
NERVOUS TRANSLATION
di Shireen Seno (Filippine, 2017, DCP, 90’)
Una bimba di otto anni trascorre le
giornate in casa da sola: la madre torna tardi dal lavoro, il padre
è lontano; e così, fra oggetti e piccole epifanie, cresce. Un
delicato e sussurrato coming of age ad altezza infanzia e al
femminile, che cerca nel privato risposte spesso inesistenti e che
racconta il mondo con toni lievi, un’attenzione curiosa per i
dettagli e senza retorica. Mentre la realtà assume proporzioni
inattese. Prodotto da John Torres.
NOS BATAILLES di
Guillaume Senez (Belgio/Francia, 2018, DCP, 98’)
Romain Duris è Olivier, padre,
marito, sindacalista. Quando un mattino la moglie Laura abbandona
la famiglia senza lasciare alcuna traccia di sé, Olivier si vede
costretto dall’oggi al domani a ripensare la quotidianità cercando
di non venir meno al suo dovere lavorativo, al suo impegno politico
ma anche, e soprattutto, al suo ruolo di padre. Un dramma intenso,
sincero e profondamente umano che segna il ritorno in concorso di
Guillaume Senez vincitore del TFF33 con Keeper.
OIKTOS / PITY di
Babis Makridis (Grecia, 2018, DCP, 97’)
Si può essere felici solo quando si
è infelici? Questa è la domanda e la scommessa dell’opera seconda
di Babis Makridis (autore di L). Il risveglio dal coma
della moglie destabilizza e deprime, in modo grottesco, il marito,
un avvocato di successo. Una dark comedy intima e visivamente
raffinata sulla singolare gestione del dolore. Il protagonista fa
pensare ad alcuni personaggi del cinema di Marco Ferreri.
Cosceneggiata (si sente e si vede) dallo sceneggiatore di
Lanthimos.
RIDE di Valerio Mastandrea (Italia, 2018, DCP,
95’)
Una donna e il figlio di dieci anni
affrontano, a modo loro, il lutto per la morte del marito e padre,
avvenuta in fabbrica, mentre tutto attorno crescono l’attesa e il
raccoglimento per il giorno del funerale. Al suo esordio nella
regia, Valerio Mastandrea sorprende dirigendo un dramma stralunato
e orginale, raccontato come una commedia, capace di cambiare fuoco
e registri, e di giocare col naturalismo come col surreale. Risate
e commozione, senza trucchi o facili scorciatoie.
ROSSZ VERSEK / BAD
POEMS di Gábor Reisz (Ungheria, 2018, DCP, 97’)
Una delusione d’amore mette in crisi
il giovane Tamás: la fidanzata Ana lo lascia improvvisamente. Lui,
devastato e confuso, tenta di curare i suoi dolori rievocando la
sua infanzia e cercando di capire la ragione della malinconia che
da sempre lo affligge. Una commedia dai toni fumettistici
sull’impossibilità di essere felici. Opera seconda dell’ungherese
Gábor Reisz, vincitore con For Some Inexplicable Reasons
del Premio Speciale della Giuria e del Premio del Pubblico al TFF
2014.
DEN SKYLDIGE / THE
GUILTY di Gustav Möller (Danimarca, 2018, DCP, 85’)
Confinato al pronto intervento
telefonico per un’indagine interna, un poliziotto di Copenhagen
riceve una chiamata da una donna che sostiene di essere stata
rapita: dovrà gestire la situazione rimanendo sempre vicino al
telefono. Un thriller tesissimo, in tempo reale, capace di
avvincere e di ragionare su realtà e apparenza mettendo in scena un
personaggio e un unico ambiente dal primo all’ultimo minuto. Grande
prova d’attore del protagonista Jakob Cedergren.
TEMPORADA di André
Novais Oliveira (Brasile, 2018, DCP, 112’)
Trasferitasi dalla provincia
brasiliana al grande centro di Contagem e in attesa che la
raggiunga il marito, Juliana diventa impiegata di un’agenzia
comunale per il controllo sanitario. Le sue giornate trascorrono
con poche novità, ma i cambiamenti sono dietro l’angolo. Un’opera
prima tersa, apparentemente fatta di niente: ma c’è dentro il tutto
della vita. Trascinante nella sua semplicità, con un pudore raro e
uno sguardo folgorante sui luoghi. Da applausi Grace Passô.
VARGUR / VULTURES
di Börkur Sigbórsson (Islanda, 2018, DCP, 95’)
Due fratelli dai caratteri opposti
cercano di risolvere i loro problemi economici con il contrabbando
di cocaina, facendo ingerire ovuli a una ragazza polacca che
viaggia da Copenhagen a Reykjavík. Quando la giovane inizia a star
male, con la polizia già sulle loro tracce, tensioni e violenza
esplodono. Un noir ruvido e perturbante, che mostra senza filtri il
lato oscuro di una società – quella islandese, e per estensione
nordeuropea – troppo spesso ingenuamente idealizzata.
L’attore Paul Dano esordisce come
regista e sceneggiatore, ispirandosi al romanzo Incendi di
Richard Ford. Nel Montana degli anni Sessanta, un adolescente è il
testimone dello sgretolamento del matrimonio dei suoi genitori
(Jake Gyllenhaal e Carey Mulligan). Il padre perde il lavoro e
decide di unirsi ai volontari che cercano di domare un incendio che
devasta le montagne. L’aria poco serena del Midwest è messa in
scena con mano sicura. Mettendo a fuoco le dinamiche familiari, gli
slittamenti degli affetti e soprattutto gli “incendi” emotivi.
Sarà The
Front Runner: Il Vizio Del Potere, il film diretto
dal regista candidato all’Oscar Jason Reitman
con Hugh Jackman, Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred
Molina, la pellicola che aprirà la trentaseiesima edizione
del Torino Film Festival.
La storia racconta l’ascesa e la
caduta del senatore americano Gary Hart, interpretato dall’attore
nominato al Premio Oscar Hugh Jackman. Considerato
il favorito tra i democratici alle elezioni del 1988, Gary Hart ha
catturato l’immaginario collettivo e anche l’elettorato più giovane
ma, quando la vita privata si è mescolata con quella pubblica, il
suo impegno politico è passato in secondo piano.
The Front Runner: Il Vizio Del Potere, il film
Tratto dal libro “All the Truth Is
Out: The Week Politics Went Tabloid” del giornalista e
sceneggiatore americano Matt Bai, The Front Runner: Il vizio del potere sarà
nelle sale italiane il 21 febbraio 2019 distribuito da Warner Bros.
Entertainment Italia. Nel cast anche Vera Farmiga, il premio Oscar
J.K. Simmons e Alfred Molina.
Il film, accolto con entusiasmo da
pubblico e stampa, è stato protagonista di alcuni dei maggiori
festival internazionali tra i quali Telluride, Toronto e
Londra.
Il candidato all’Oscar Hugh
Jackman protagonista del thriller drammatico The Front
Runner nel ruolo del carismatico politico Gary Hart. Il film,
diretto dal regista candidato all’Oscar Jason
Reitman, segue l’ascesa e la caduta del senatore Hart,
capace di catturare l’immaginazione dei giovani votanti e
considerato il favorito tra i democratici alle elezioni del 1988.
La sua campagna passa in secondo piano a causa della relazione
extraconiugale che intrattiene con Donna Rice.
Quando la vita privata si mescola
con quella politica, il senatore Hart è costretto a rinunciare alla
sua candidatura – un evento che ha un impatto durevole e profondo
nella politica americana ma anche in quella mondiale. Nel cast
anche Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred Molina.
Netflix ha diffuso
il trailer ufficiale di Roma (recensione),
l’acclamato film del premio Oscar Alfonso
Cuarón, vincitore del Leone d’Oro a Venezia
75.
Il progetto ad oggi più personale
del regista e sceneggiatore premio Oscar Alfonso Cuarón
(Gravity, I Figli degli uomini, Y Tu Mama Tambien), ROMA
segue le vicende di Cleo (Yalitza Aparicio), una giovane
collaboratrice domestica di una famiglia della classe media che
vive nel quartiere di Roma a Città del Messico. Con un’artistica
lettera d’amore alle donne che lo hanno cresciuto, Cuarón attinge
alla propria infanzia per creare un vivido ed emozionante ritratto
di conflitto domestico e gerarchia sociale nel pieno delle
turbolenze politiche degli anni ’70. Il primo progetto di Cuarón
dal rivoluzionario Gravity (2013).
Roma avrà
un’uscita esclusiva in un numero limitato di sale nelle città di
Los Angeles, New York e in Messico dal 21 novembre. Altre uscite
cinematografiche nelle città americane, a Toronto e Londra
seguiranno il 29 novembre insieme ad altri importanti mercati e
territori internazionali, che continueranno ad aggiungersi a
partire dal 5 dicembre. Il film sarà distribuito a livello mondiale
su Netflix il 14 dicembre accompagnato
da un’espansione del numero di sale negli Stati Uniti e nei mercati
internazionali. Nel complesso, il film sarà distribuito nelle sale
di oltre 30 paesi in tutto il mondo, con proiezioni anche nel
formato 70mm.
Walt Disney Italia
ha diffuso il teaser trailer italiano di Toy Story
4, l’annunciato quarto capitolo dell’indimenticabile
film Disney Pixar.
A distanza di più di vent’anni
dalla realizzazione da parte dei Pixar Animation Studios
di Toy
Story – Il Mondo dei Giocattoli, il
primo lungometraggio al mondo animato al computer, i protagonisti
dell’indimenticabile film Disney Pixar ritornano nei primi
contenuti speciali di Toy Story 4, nelle sale italiane dal
27 giugno 2019.
Diretto da Josh Cooley, Toy Story 4 è prodotto da Jonas
Rivera e Mark Nielsen, Toy Story 4 vede Woody e Buzz alle
prese con un viaggio in compagnia di vecchi e nuovi amici e
inaspettati ritorni.
Da oltre
vent’anni, Toy Story è indubbiamente una delle
saghe cinematografiche più amate dal pubblico di tutte le
età”, ha commentato l’amministratore delegato di The Walt
Disney Company Italia, Daniel Frigo, “e questo nuovo
capitolo è sicuramente uno dei film più attesi del 2019.
Con Toy Story 4 vogliamo dare un nuovo impulso
alla stagione estiva, per questo abbiamo fissato l’uscita nelle
nostre sale per la seconda metà di giugno. Si tratta di un passo
importante che ci consente di distribuire la nostra offerta
cinematografica nell’arco di tutto l’anno, con l’obiettivo comune
di avere un’unica stagione di 12 mesi.
“Come molti, anche io avevo
pensato che con Toy Story 3 si concludesse la
storia”, afferma il regista Josh Cooley. “E in
effetti si concludeva la storia di Woody con Andy. Ma, come accade
nella vita reale, ogni fine è in realtà un nuovo inizio. La vita di
Woody in una nuova cameretta, con nuovi giocattoli e un nuovo
bambino è qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Ci siamo
chiesti come sarebbe stato e da questa domanda ha cominciato a
prendere vita una nuova storia che meritava di essere
esplorata”.
“Il mondo di Toy Story si basa sull’idea che ogni
cosa abbia un proprio scopo” spiega Cooley. “Lo
scopo di un giocattolo è esserci per il suo bambino. Ma cosa accade
con quei giocattoli che nascono dalla combinazione di altri
oggetti? Forky è un cucchiaio-forchetta usa e getta che Bonnie ha
trasformato in un giocattolo e che di conseguenza ora vive una
crisi: desidera portare a compimento il proprio scopo di posata, ma
ora si trova ad avere anche un nuovo scopo come
giocattolo”.
Toy Story 4: teaser trailer 2
Toy Story 4, la trama
Woody ha sempre saputo quale fosse
il suo posto nel mondo e la sua priorità è sempre stata prendersi
cura del suo bambino, che si trattasse di Andy o di Bonnie. Ma
l’arrivo di un nuovo riluttante giocattolo di nome “Forky” nella
cameretta di Bonnie dà il via a una nuova avventura on the
road insieme a nuovi e vecchi amici, che mostrerà a Woody
quanto può essere grande il mondo per un giocattolo.
Dal 16 novembre al 9
dicembre presso il MIC – Museo Interattivo del
Cinema, Fondazione Cineteca Italiana presenta Joan Fontaine, la
giovane diva , una rassegna a cinque anni dalla scomparsa
dell’attrice magistrale, britannica naturalizzata statunitense,
Joan Fontaine.
In programma alcuni dei capolavori dove fu diretta dai più
grandi maestri della settima arte, primo fra tutti Alfred Hitchcock
per cui diventò una vera e propria musa e grazie al quale vinse il
premio Oscar nel 1942 come miglior attrice protagonista nel film
Il sospetto (1941).
Nel corso della sua carriera spesso interpretò il prototipo
della donna ingenua e sprovveduta, preda di facili raggiri da parte
di uomini inaffidabili e amanti maligne, come in
Rebecca la prima moglie
(1940), sempre di Hitchcock, film che segnò la svolta
nella sua carriera, Lettera da una
sconosciuta (1948) di Max Ophüls, La
seduttrice (1950) di Nicholas Ray, La
grande nebbia (1953) di Ida Lupino.
IL CALENDARIO DEI
FILM
Venerdì 16 novembre
h 15.00 Il sospetto
Il sospetto
Alfred Hitchcock, USA, 1941, b/n, 99’, v.o.sott.it. Con Joan
Fontaine, Cary Grant.
Lina, ragazza ricca e di famiglia aristocratica, sposa Johnnie
Aysgart, un dongiovanni scansafatiche e giocatore d’azzardo. Dopo
il matrimonio sospetterà di lui, credendo che voglia ucciderla per
poter intascare il suo patrimonio.
Sabato 17 novembre
La seduttrice
h 15.00 La seduttrice di Nicholas Ray,
USA, 1950, b/n, 86’, v.o.sott.it. Con Joan Fontaine, Robert Ryan.
Ambiziosa e opportunista, Christabel Caine si insinua nella vita
della cugina Donna per sposarne il fidanzato.
Domenica 18 novembre
Lettera da una
sconosciuta
h 17.00 Lettera da una
sconosciuta di Max Ophüls, tratto dall’omonimo racconto di
Stefan Zweig, USA, 1948, b/n, 86’, v.o.sott.it. Con Joan Fontaine,
Louis Jourdan.
A poche ore da un duello, durante una notte viennese oscura e
piovosa, Stefan Brand riceve una lettera. È stata scritta da Lisa,
una donna che lo ha amato per tutta la vita ma di cui lui non
conserva alcun ricordo.
Martedì 20 novembre
La grande nebbia
h 15.00 La grande
nebbia
Ida Lupino, 1953, USA, b/n, 80’, v.o.sott.it. Con Joan Fontaine,
Edmond O’Brien.
Non potendo avere figli, Henry e Eva Graham decidono di adottare un
bambino. Durante le indagini per la procedura, però, si scopre che
Henry è ancora sposato con un’altra donna.
Giovedì 22 novembre
L’alibi era perfetto
h 17.15 L’alibi era
perfetto di Fritz Lang, USA, 1956, b/n, 80’,
v.o.sott.it. Con Joan Fontaine, Dana Andrews.
Ultimo film girato in America da Lang. Lucida e angosciante
parabola sul rapporto fra il singolo e la giustizia.
Venerdì 23 novembre
Quattro donne
aspettano
h 15.00 Quattro donne
aspettano di Robert Wise, USA, 1957, b/n, 94’,
v.o.sott.it. Con Joan Fontaine, Paul Newman. Seconda guerra
mondiale. In Nuova Zelanda, quattro sorelle sono preoccupate per i
rispettivi uomini chiamati a combattere al fronte.
Sabato 24 novembre
Rebecca la prima moglie
h 17.15 Rebecca la prima
moglie di Alfred Hitchcock, USA, 1940, 130’,
v.o.sott.it. Con Laurence Olivier, Joan Fontaine – Il ricco De
Winter, per sfuggire all’ossessione della morte della prima moglie,
Rebecca, si risposa con una giovane fanciulla di umili origini. Le
cose si complicano quando dal mare rispunta il corpo della prima
moglie.
Domenica 25 novembre
Tenera è la
notte
h 17.00 Tenera è la notte
di Henry King, tratto dall’omonimo romanzo di Francis
Scott Fitzgerald, USA, 1962, 140’, v.o.sott.it. Con Joan Fontaine,
Jennifer Jones.
Racconto della disintegrazione psicologica di una coppia di sposi
trapiantati sulla costa francese degli anni Venti.
Giovedì 29 novembre
Donne
h 16.45
Donne di George Cukor, USA, 1939, b/n, 133’.
Con Joan Fontaine, Joan Crawford.
Nella New York ricca e sofisticata dei primi anni Trenta, Mary
Haynes, moglie devota e madre felice, viene a scoprire che il
marito la tradisce. La donna reagisce con fermezza chiedendo il
divorzio, ma anni dopo realizzerà di essere infelice senza l’uomo
che ama.
Venerdì 30 novembre
L’alibi era perfetto
h 15.00 L’alibi era
perfetto di Fritz Lang, USA, 1956, b/n, 80’,
v.o.sott.it. Con Joan Fontaine, Dana Andrews. Replica
Sabato 1 dicembre
La seduttrice
h 15.00 La seduttrice
di Nicholas Ray, USA, 1950, b/n, 86’, v.o.sott.it. Con Joan Fontaine, Robert
Ryan. Replica
h 17.00 Lettera da una sconosciuta
Max Ophüls, tratto dall’omonimo racconto di Stefan Zweig, USA,
1948, b/n, 86’, v.o.sott.it. Con
JoanFontaine, Louis Jourdan. Replica
Martedì 4 dicembre
h 15.00 Quattro donne aspettano
Robert Wise, USA, 1957, b/n, 94’, v.o.sott.it. Con Joan Fontaine,
Paul Newman. Replica
Sabato 8 dicembre
h 15.00 Il sospetto
Alfred Hitchcock, USA, 1941, b/n, 99’, v.o.sott.it. Con Joan
Fontaine, Cary Grant. Replica
h 17.00 La grande nebbia
Ida Lupino, 1953, USA, b/n, 80’, v.o.sott.it. Con Joan Fontaine,
Edmond O’Brien. Replica
Domenica 9 dicembre
h 17.00 Rebecca la prima moglie
Alfred Hitchcock, USA, 1940, 130’, v.o.sott.it. Con Laurence
Olivier, Joan Fontaine. Replica
ORARIO MIC
Da martedì a giovedì dalle 15.00 alle 19.00
Venerdì dalle 15 alle 21
Sabato e domenica dalle 15.00 alle 19.00
BIGLIETTI
Intero: € 6,50; ridotto con Cinetessera: € 5,00; bambino + adulto €
7,00
Dai 16 ai 19 anni ingresso gratuito
Cinetessera valida fino al 31 dicembre 2019: €10. Valida anche
per le proiezioni presso Spazio Oberdan Milano e Area Metropolis
2.0 – Paderno Dugnano.
Il biglietto di ingresso consente: la visita al MIC, la
possibilità di assistere alla proiezione cinematografica
giornaliera e la visita guidata nel Nuovo Archivio Storico dei
Film, effettuabile su prenotazione venerdì, sabato e domenica alle
h 15.30 e 17.30.
Leone d’oro a Venezia 75, Roma è
il nuovo film di Alfonso Cuarón presentato in
anteprima alla scorsa Mostra del Cinema e in arrivo su
Netflix il 14 dicembre (e in uscita limitata nelle
sale).
Dopo il successo
di Gravity Alfonso
Cuaron ritorna con Roma, pellicola
che vede protagonisti Yalitza Aparicio, Marina de
Tavira, Nancy Garcia, Jorge Antonio, Veronica Garcia, Marco Graf,
Daniela Demesa, Carlos Peralta, Diego Cortina Autrey.
Roma,
il film più personale mai realizzato finora dal regista e
sceneggiatore Alfonso Cuarón, narra un anno turbolento nella vita
di una famiglia borghese, nella Città del Messico degli anni
Settanta. Cuarón, ispirato dalle donne della sua infanzia, offre
una raffinata ode al matriarcato che ha plasmato il suo mondo.
Vivido ritratto dei conflitti interni e della gerarchia sociale al
tempo dei disordini politici, ROMA segue le vicende
di una giovane domestica, Cleo, e della sua collaboratrice Adela,
entrambe di origine mixteca, che lavorano per una piccola famiglia
nel quartiere borghese di Roma. Sofia, la madre, deve fare i conti
con le prolungate assenze del marito, mentre Cleo affronta
sconvolgenti notizie che minacciano di distrarla dalla cura dei
quattro figli della donna, che lei ama come fossero suoi.
Mentre cercano di costruire un
nuovo senso di amore e di solidarietà, in un contesto di gerarchia
sociale dove classe ed etnia si intrecciano in modo perverso, Cleo
e Sofia lottano in silenzio contro i cambiamenti che penetrano fin
dentro la casa di famiglia, in un paese che vede la milizia
sostenuta dal governo opporsi agli studenti che manifestano. Girato
in un luminoso bianco e nero, ROMA è un
ritratto intimo, straziante e pieno di vita dei modi, piccoli e
grandi, con cui una famiglia cerca di mantenere il proprio
equilibrio in un periodo di conflitto personale, sociale e
politico.
Si
terrà dal 30 ottobre al 3
novembreil Lucca Comics & Games 2019,
la prossima edizione che con quella conclusa la settimana scorsa si
è confermato il maggior show crossmediale dell’Occidente. Circa
251.000 presenze da ticketing, cui si sommano le centinaia di
migliaia extraticketing, hanno pacificamente colorato e arricchito,
all’insegna del più assoluto rispetto, il prezioso centro storico
cittadino. Nei cinque giorni in programma l’anno prossimo,
l’obiettivo sarà migliorare l’edizione appena conclusa, giudicata
da pubblico e addetti ai lavori una delle migliori di sempre, per
affluenza di pubblico, qualità della proposta culturale, varietà
dell’offerta merceologica e risonanza mediatica.
“Lucca
Comics & Games non è un festival che si occupa di cultura, ma
è un festival che fa
cultura–
commentaEmanuele
Vietina, direttore generale di
Lucca Crea Srl – che assume la modalità ludica come matrice di
partecipazione attiva, pietra angolare per analizzare i vari
linguaggi della cultura pop contemporanea”. Prova ne è l’avvio
del progetto del Game Science Center: un centro di ricerca
interuniversitario in materia digame
science, nato dalla collaborazione
tra la Scuola IMT Alti Studi Lucca
eLucca Crea, aperto alla partecipazione
e alla collaborazione di altre istituzioni del mondo universitario
e scientifico, così come altre manifestazioni ludiche italiane e
internazionali.
La formula
ormai consolidata dei cinque giorni sarà ripetuta per tutto il
prossimo quadriennio. Fatte salve le ovvie verifiche e conferme
annuali, le prossime edizioni di Lucca Comics & Gamesfino al
2022dureranno anch’esse cinque giorni. Ecco le date:
2019: mercoledì 30 ottobre
– domenica 3 novembre
2020: mercoledì 28 ottobre
– domenica 1 novembre
2021: giovedì 28 ottobre – lunedì 1 novembre
2022: venerdì 28 ottobre –
martedì 1 novembre
In cinque
giorni sono state250.263 le
presenze da ticketing(pari a 4
volte il pubblico della finale 2018 della Champions League). A
questi si aggiungono i 331 Level Up Fan, visitatori che hanno
scelto il nuovo e speciale abbonamento a cinque giorni con servizi
e possibilità aggiuntive, tra cui accessi prenotati agli incontri
con coupon, possibilità di incontri diretti con alcuni ospiti, la
lounge dedicata nel prestigioso palazzo Arnolfini. Senza contare
poi gli accreditati (espositori, media, autori, ospiti e staff) e
tutti i semplici visitatori senza biglietto, che si sono riversati
in città per vivere per davvero il centro storico lucchese e
portarne per il mondo l’immagine e il ricordo.
La “fruizione
digitale” della manifestazione ha amplificato ulteriormente il
pubblico:la rinnovata app Lucca
CG Official dedicata alla
manifestazione è stata scaricataquasi 14.000 volte (il 50% in più rispetto al 2017), mentre sono
giàoltre 21.000 gli utenti
registrati nell’area
riservata del sito www.luccacomicsandgames.com, una
community nella community, che ha potuto selezionare gli eventi e i
padiglioni preferiti, inserirli nella propria agenda e raggiungerli
tramite navigatore all’interno della città.
E a proposito
di personalizzazioni, sono staticirca 30.000 i poster di LRNZ
generati dagli utenti,
grazie alla genialità dell’artista romano e al software messo a
punto da Mauro Stazi e dallo Studio Kmzero. Per la prima volta al
mondo, Lucca Comics & Games rivoluziona la storia delleaffiche dando vita a un festival rappresentato non da
un’immagine, ma da milioni, tutte diverse, prodotte
dall’intelligenza artificiale su input visivo di Lorenzo Ceccotti,
e personalizzate dal pubblico stesso: un esperimento di costruzione
visiva in cui si mescolano l’individualità dell’artista e la
pluralità degli spettatori, la creatività umana e le infinite
possibilità del linguaggio macchina.
Dal gioco al fumetto, dal videogioco ai collectible:
assalto al “salone dei saloni”
Il padiglione
a campata unica più grande d’Italia (il “Carducci”,
ampio 10.000 mq) con al suo interno il meglio dell’editoria del
gioco da tavolo, accompagnato dalla narrativa fantasy e di
fantascienza; l’unico padiglione in Europa che ingloba al proprio
interno una statua di pregio storico-artistico (il “Napoleone”,
dedicato alla grande editoria del fumetto, che ha al centro la
statua di Lorenzo Bartolini dedicata a Maria Luisa di Borbone); un
nuovo padiglione di 1.000 mq, terzo per ampiezza, dedicato al
videogioco e all’hardware di qualità (il neonato“Bit District”);
due padiglioni monografici (Hasbro e Funko) che hanno realizzato il
sold out prima della fine della manifestazione e hanno innalzato
ulteriormente il livello dell’offerta di gadget ecollezionabili.
Lucca Comics &
Games si conferma un vero e proprio “salone dei saloni”, in cui
l’editoria di fumetti, ludica e di narrativa incontra il pubblico e
un’offerta culturale di livello internazionale. Prova ne è stata,
domenica 4 novembre,la visita
del senatore Vito Crimi, sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri con delega
all’editoria, che ha voluto
incontrare coloro che trasformano il sogno autoriale di fumettisti,
illustratori e game designer in una realtà tangibile e
raggiungibile dal grande pubblico: gli editori. Il sottosegretario,
frequentatore della manifestazione anche in passato, ha incontrato
dapprima gli editori delle grandi factory del gioco da tavolo nel
padiglione “Carducci”, ha salutato alcuni direttori delle case
editrici di fumetto in occasione dell’incontro organizzato dal
quotidiano “La Repubblica” a chiusura dell’evento, senza
tralasciare la stretta di mano (da appassionato) al suo autore
preferito, l’americano Robert Kirkman, padre della saga “The
Walking Dead”, anche quest’anno ospite in fiera.
Incontri memorabili,
ospiti d’eccezione e spettacoli “made in Lucca”
I cinque giorni del 2018 saranno
ricordati per gli oltre 2.000 eventi, molti di questi inediti,
alcuni probabilmente irripetibili, tutti a loro modo unici perché
“made in Lucca”: format e occasioni che si concretizzano solo
durante la manifestazione. Tra queste migliaia, perciò, citiamo
soltanto:
-il “summit”
traLeiji
Matsumoto (il creatore di
“Capitan Harlock”),Umberto
Guidoni (astronauta)
eLicia
Troisi (scrittrice e
astrofisica), che ha messo insieme chi nello spazio ci ha fatto
viaggiare con la fantasia, chi ci è stato per davvero e chi l’ha
studiato dal nostro pianeta;
-l’anteprima
assoluta di“Kobane Calling On
Stage”, lo spettacolo teatrale
basato sull’omonima graphic-capolavoro di Zerocalcare, format
ideato e prodotto da Lucca Comics & Games, scritto e diretto da
Nicola Zavagli (sold out al Teatro del Giglio);
-“Figli di Paz!”, la serie di video interviste, coordinata dal festival,
con autori e personalità che hanno colto l’eredità di Andrea
Pazienza a 30 anni dalla scomparsa (in collaborazione con Centro
Fumetto Andrea Pazienza, ARF Festival e Coconino
Press);
-ilMondiale di
“Pandemic”, il popolarissimo
gioco da tavolo collaborativo che ha scelto Lucca per celebrare la
propria fase finale, alla presenza del suo creatore, l’americano
Matt Leacock;
-ilconvegno degli autori italiani di giochi di
ruolo, primo appuntamento di
sempre nel suo genere, per individuare le specificità italiane
della creazione dei GdR;
– la quinta edizione di“Voci di
Mezzo”, i grandi brani della
letteratura fantasy letti dai big del doppiaggio italiano,
capitanate dal Francesco “Gollum” Vairano (sold out al Teatro del
Giglio);
-“Un viaggio
d’anime”, il concerto ideato e
prodotto da Lucca Comics & Games, con le colonne sonore dei
capolavori d’animazione anni ’90, cantate da Stefano Bersola,
Pietro Ubaldi, gli Animeniacs Corp e laBim Bum Bam Band (guest
Fabrizio Mazzotta e Guiomar Serina dei “Cavalieri del
Re”).
Il videogioco nei luoghi
d’arte, le serie tv tra le Mura e le piazze, e il fumetto…
ovunque
Lucca Comics & Games 2018 ha
confermato quella caratteristica che rende l’evento differente da
tutte le altre fiere di settore: la perfetta e irripetibile
commistione tra universi narrativi, tecnologia e contesto
monumentale e artistico della città.
Il mondo del videogioco
esemplifica questa commistione. Basti pensare a:
laESL Cathedral,
ovvero i tornei professionistici di eSport di ESL Italia,nell’Auditorium San
Romano (quello che fu il
più antico convento lucchese, splendidamente affrescato nel
‘500);
il neonatoEsports Palace nel cuore dipiazza
Santa Maria, dove ha fatto tappa
anche Jean Alesi, amatissimo ex pilota Ferrari, con la sua Academy
sulla scia dei talenti di domani;
Kingdom Hearts
III, terzo episodio della
celebre saga videoludica, ha invaso la magnificaVilla Bottini e ha attirato anche la visita dal Giappone
dell’executive producer Shinji Hashimoto;
“Lone Wolf
AR”, il gioco mobile in realtà
aumentata, dedicato al Lupo Solitario dell’indimenticato Joe Dever,
e testato nella sua prima ambientazione:le vie del centro città;
e soprattutto ilTIM Dome, ovvero
l’edificio dellacavallerizza
napoleonica dove tutti i
giorni si sono giocati con TIMGAMES i Tornei di “TIM Asphalt 9″ (alla presenza dei Mates).
Anche il mondo del cinema e delle
serie tv ha avuto per sfondo d’eccezione non un piccolo o un grande
schermo, ma una serie di set irripetibili, tra i quali per
esempio:
ilBaluardo San Colombano, che si è trasformato nel Sotterraneo di Westeros,
dedicato alla serie tv “Game of
Thrones” (e visitato da Sibel
“Shae” Kekilli)
piazza
Anfiteatro, che ha accolto il
padiglione diNetflix tutto dedicato a “Narcos: Messico”, la nuova serie
della saga (e sono arrivati i protagonisti, Diego Luna e Michael
Peña)
piazza San
Michele, ormai da anni sede
dell’attesissimo padiglione Warner Bros., meta di migliaia di visitatori, che nell’attesa di
entrare hanno potuto scattare suggestive foto dal sotto insù della
statua dell’Arcangelo, uno dei simboli di Lucca
piazza della
Cittadella, con la statua di
Giacomo Puccini, che ha festeggiato 4 dei famosi“44 Gatti” della mitica canzone dell’Antoniano, trasformata da
Rainbow in serie tv per RaiRagazzi (e abbiamo visto l’anteprima
mondiale al cinema Centrale – e nel rinnovatissimo Lucca Junior al
Real Collegio Rainbow ha iniziato i festeggiamenti per i 15 anni
delle Winx).
Ma naturalmente il fumetto e il
gioco rimangono i due pilastri della manifestazione, in una miscela
di tradizione e novità, come:
la già citata mostra diffusa di Dampyr
e l’installazione dell’opera dell’artista NoCurves (di fronte
allaFondazione Banca del Monte
di Lucca) che ha aperto la
manifestazione;
la nascita di “Piazza Star Comics”,
padiglione integrato conpiazza
San Giovanni, di fronte alla
chiesa-auditorium, a sua volta ribattezzata Sala Robinson per la
presenza del media partner;
laSala del Vescovado concessa per gli appuntamenti dedicati ai 70 anni di
Tex e agli incontri di Sergio Bonelli editore.
Villa
Gioiosa, dove dal 2014 al
Boardgame Studio vengono provate le novità di gioco da tavolo e di
gioco di ruolo del panorama italiano e internazionale (tra cui la
finale del campionato di Bang!) anche alla presenza degli autori, e
dove si tengono educational e seminari sull’universo
ludico.
Lo sbarco su Twitch e
l’impatto mediatico: Lucca oltre le Mura
Primo
evento al mondo del suo genere,
Lucca Comics & Games ha approntato, in collaborazione con AK
Informatica e Tom’s Hardware,un
network di canali di riprese in diretta su
Twitch.tv, la piattaforma
streaming del gruppo Amazon che è stata media partner della
manifestazione:
35 canali nel team di “Lucca CG Live” (il canale
principale) tra location, partner e caster
oltre 123 ore di diretta totali e 835.281 minuti
visualizzati
più di 127.000 spettatori unici
oltre 213.000 visualizzazioni complessive
“La community
di Twitch è appassionata di tutto ciò che riguarda videogiochi,
fumetti e cultura pop ed essere streaming partner esclusivi di
Lucca C&G è stato quanto di più adatto per il nostro brand –
diceInes
Mostaccio, Partnerships Manager,
Twitch – insieme abbiamo creato qualcosa di unico ed emozionante
per i nostri spettatori e non vediamo l’ora di collaborare
nuovamente in futuro”.
Sono
stati oltre 1.500 gli
operatori media accreditati, con
rappresentanti da Stati Uniti, Francia, Belgio, Svizzera, Austria,
Ungheria ed Europa dell’Est. Infine,per la
prima volta in Italia una comic-convention è arrivata sulla prima
pagina di un quotidiano nazionale: è successo su “La Repubblica” di domenica 4 novembre,
segno di un’attenzione sempre maggiore dei media nazionali e
internazionali per il nostro programma culturale e per gli
operatori che decidono di investire su Lucca Comics &
Games.
TIM, un main sponsor con
contenuti di qualità
“Siamo molto
soddisfatti della nostra partecipazione a Lucca Comics &
Games, che ha rappresentato
un’importante occasione di confronto con
le communities che TIM ha ingaggiato con attività realizzate ad hoc per
l’evento– dichiara Cristiano
Habetswallner responsabile
Sponsorship & Events di TIM –Sono stati
oltre 35mila i visitatori del TIMDome, cuore pulsante della nostra
presenza all’evento, e oltre mille i
cosplayer che hanno animato il palco del TIMCasting, più di
500 le foto scattate. Una presenza pervasiva
attraverso iniziative di e-gaming con i Mates, testimonial del
torneo ‘TIM Asphalt 9’, il lancio in anteprima delle serie TV
‘Siren’ e ‘Marvel’s
Runaways’ di TIMVISION e anchela creazione di un’app
dedicata per seguire tutti gli eventi in tempo reale, raggiungere i
diversi padiglioni con il navigatore in
realt àaumentata epartecipare alla
‘caccia ai RobotTIM’”.
Dal 1989 ad oggi Stan Lee è
apparso in quasi tutti gli adattamenti cinematografici e televisivi
dei fumetti Marvel, ricorrendo come personaggio
“estraneo” all’universo degli eroi in brevi sequenze dal tono
ironico per omaggiare lo spirito del leggendario fumettista che
ci ha lasciati ieri all’età di 95
anni.
Tuttavia tra i cameo di Lee ce ne sono almeno
10 che soltanto i veri fan ricorderanno. Scopriamo di seguito quali
sono:
1Big Hero 6
Il
cameo di Stan Lee in Big Hero 6
merita sicuramente più attenzione degli altri, dal momento che il
fumettista ha doppiato il personaggio del padre di Fred comparendo
soltanto alla fine del film d’animazione. fine. Dopo il lancio dei
titoli di coda, viene infatti mostrata una scena tra Fred e suo
padre, alias Stan Lee.
Dwayne Johnson è il
protagonista assoluto dell’esclusiva clip di Skyscraper che
sarà disponibile nei formati 4K Ultra HD, Blu-ray 3D, Blu-ray e DVD
e in Digital HD a partire dal 14 novembre 2018.
Alimentato da adrenalina e da una
verticalità d’impatto, Skyscraper è guidato dalla
superstar Dwayne Johnson, che interpreta l’ex leader del Team
di Recupero Ostaggi dell’FBI e veterano americano di guerra Will
Sawyer, rimasto senza una gamba. Durante un lavoro ad Hong Kong
come assessore alla sicurezza nei grattacieli, trova il più alto e
sicuro edificio del mondo improvvisamente in fiamme e viene
incolpato per questo. Da ricercato in fuga, Will deve trovare i
responsabili, ripulire il suo nome e salvare in qualche modo la sua
famiglia intrappolata all’interno dell’edificio in fiamme.
Skyscraper, il film
La star mondiale Dwayne Johnson
guida il cast di Skyscraper nei panni di Will Ford, un ex leader
del Team di Recupero Ostaggi dell’FBI e veterano americano di
guerra, che ora valuta la sicurezza dei grattacieli. Durante un
lavoro in Cina trova il più alto e sicuro edificio del mondo
improvvisamente in fiamme e viene incolpato per questo. Da
ricercato in fuga, Will deve trovare i responsabili, ripulire il
suo nome e salvare in qualche modo la sua famiglia intrappolata
all’interno dell’edificio in fiamme.
I produttori esecutivi di Skyscraper sono Dany Garcia (Baywatch,
Ballers), Wendy Jacobson (San Andreas), Eric Hedayat (The Great
Wall, Real Steel) e Eric McLeod (Kong: Skull Island, la saga Pirati
dei Caraibi).
Come rivelato da Ryan
Meinerding, capo del Dipartimento degli Effetti
Speciali dei Marvel Studios, l’idea iniziale di
Anthony e Joe Russo per Captain America:
Civil War era introdurre Spider-Man con
un costume diverso da quello visto nel film e a tinte rosse e nere.
Tuttavia, anche se la versione scelta fu più consona al look
tradizionale di Spidey, grazie ad Avengers: Ifinity
War i due registi hanno potuto realizzare – anche in
minima parte – questo desiderio.
Di seguito le parole di Meinerding in
merito:
“Usando l’Iron Spider come
riferimento ai fumetti, ho cercato di lavorare su temi che
conoscevo e che corrispondessero alla volontà di Anthony e Joe.
Sapevo che desideravano un costume rosso e nero per Peter Parker in
Civil War, quindi volevo trovare un modo per trasformare l’Iron
Spider dei fumetti in ciò che i Russo avevano immaginato. Ho quindi
preso il tema rosso e nero, incorporato un po di oro e mantenuto lo
stesso design della testa, in particolare gli occhi.“
Leggi la nostra recensione di Captain
America: Civil War
La sinossi del film:
Captain America: Civil
War si svolge subito dopo gli eventi di Avengers: Age of
Ultron, con Steve Rogers e gli Avengers costretti ad affrontare i
danni collaterali causati dalla loro lotta per proteggere il mondo.
Dopo che la città di Lagos, in Nigeria, viene colpita
dall’ennesimo incidente internazionale che vede coinvolti gli
Avengers, le pressioni politiche chiedono a gran voce un sistema di
responsabilità e un consiglio d’amministrazione che decida quando
richiedere l’intervento del team. Questa nuova dinamica divide gli
Avengers che, al tempo stesso, tentano di proteggere il mondo da un
nuovo e malvagio avversario.
I Marvel Studios sono ufficialmente
al lavoro sullo standalone dedicato a Vedova
Nera, l’eroina interpretata nel MCU
da Scarlett Johansson. Secondo quanto
riportato, lo standalone riprenderà le sorti
di Natasha Romanoff quindici anni dopo
la caduta dell’Unione Sovietica negli Stati Uniti.
Ora è il sito That Hashtag Show a
rivelare qualche aggiornamento sul cinecomic e sui personaggi che
accompagneranno la protagonista sullo schermo. Scopriamo qui sotto
di chi si tratta:
L’antagonista
Il villain del film su
Vedova Nera sarà quasi sicuramente un uomo,
descritto come un individuo “entusiasmante” e di etnia non
identificata, ma che si aggira intorno ai quarant’anni. Sfogliando
la storia dell’eroina nei fumetti, un personaggio che corrisponde a
questa descrizione è il Guardiano Rosso, soldato
russo tra i più amati dai fan; oppure potrebbe trattarsi
di Taskmaster, supercriminale mercenario
capace di duplicare perfettamente i movimenti di chiunque e
infiltrato nello SHIELD. Possibile, vista l’ambientazione in
Europa, anche la presenza di Night Raven, apparso
nella graphic novel Fury / Black Widow: Death
Duty. Viene inoltre menzionato che gli studios sono in
cerca di un’attrice di 50 anni che possa interpretare un villain
secondario.
Alleati o nemici?
Trattandosi di un film con
protagonista una spia doppiogiochista, è evidente che molti
personaggi risulteranno ambigui per quanto riguarda gli
schieramenti. Sembra che i Marvel Studios stiano cercando di
portare sullo schermo quattro figure di età simile a quella di
Natasha Romanoff, dunque tra i 20 e i 30 anni: il
primo è una donna descritta come un “Bond al femminile“,
il secondo un uomo mediorientale o indiano. Inoltre, la produzione
sta cercando due attrici di ceppo europea-caucasica di 50-60 anni.
A questo punto si può ipotizzare che personaggi come
Jessica Drew, Black Lotus (nuova
interpretazione di Melina Vostokovna),
Snapdragon, Raoul Bushman o
Ivan Petrovich potrebbero essere portati al cinema
grazie allo standalone, ma staremo a vedere.
Lo standalone riprenderà le sorti di Natasha
Romanoff quindici anni dopo la caduta dell’Unione
Sovietica negli Stati Uniti. Detto ciò, è evidente che il film si
piazzerà in un momento della timeline antecedente
a Iron Man 2 (dove Vedova Nera debuttava
ufficialmente). Probabile quindi
un’ambientazione a metà degli anni 2000, una posizione storica che
potrebbe ammettere la tanto sperata reunion tra Natasha e Clint
Barton (Occhio di Falco) mentre collaborano a
Budapest, oppure il primo incontro fra l’eroina e
il Soldato d’Inverno.
Vi ricordiamo la
sceneggiatura del cinecomic è stata affidata a Jac
Schaeffer (già autrice di TiMER, Nasty
Woman, Frozen – Le avventure di Olaf) e la regia a
Cate Shortland.
Come confermato da Anthony
e Joe Russo in un’intervista radio con BBC Scotland lo
scorso aprile, Stan Lee ha già
girato la scena del suo cameo per Avengers 4 e
probabilmente anche quelle contenute nei prossimi titoli Marvel (Spider-Man: Far
From Home, Captain Marvel e
X-Men: Dark Phoenix). Questo perché il compianto
fumettista e figura ricorrente in tutti i film del franchise dal
1989 ad oggi, era solito programmare e filmare più sequenze in
largo anticipo così da selezionarne solo le migliori. A rivelare
l’aneddoto era stato nel 2016 Scott Derrickson,
regista di Doctor Strange.
Stan Lee si è spento ieri all’età di 95
anni. Il leggendario sceneggiatore cominciò la sua carriera nel
mondo dei fumetti nel 1939, contribuendo a creare molti dei più
famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche il grande schermo
(tra questi ricordiamo Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man).
Secondo una fonte
attendibile, Avengers 4 sarà ambientato 5 anni
dopo Infinity
War. In questo modo, il MCU dovrebbe aggirare il
dolore inconcepibile che il gesto di Thanos provoca alla metà della
popolazione dell’universo, lasciandola priva dell’altra metà,
ridotta in cenere.
Vi ricordiamo che Avengers
4arriverà nelle sale ad aprile 2019, tuttavia
non abbiamo ancora a disposizione un titolo ufficiale né immagini
che possano darci un’idea di quello che vedremo nel capitolo
conclusivo della Fase 3 del MCU.
Un mese di riprese aggiuntive
appena conclusesi, la supervisione di Anthony e Joe
Russoe l’inizio della post-produzione sono gli ultimi step
del film, che adesso potrebbe avere abbastanza elementi per mettere
insieme un bel trailer, magari anche solo un teaser, che possa dare
soddisfazione ai fan, alimentando la loro già spasmodica
attesa.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Grazie al
volume Avengers: Infinity War – The Art of the
Movie abbiamo scoperto quali scene avrebbero
potuto essere nel film dei fratelli Russo e poi scartate per motivi
di trama e tempo, testimoniate dall’esistenza di concept inediti che potete riguardare qui:
Alcune di quelle idee sarebbero
state interessanti da vedere sul grande schermo, altre avrebbero
cambiato la percezione della storia, ma tra queste ce ne sono
almeno sette che vale a pena ricordare:
1L’armatura di Iron Man si trasforma in
un razzo
Utilizzando la nanotecnologia per creare una
varietà di armi, Tony Stark è stato uno dei pochi
eroi a scalfire Thanos, tuttavia grazie ai concept art inclusi nel
libro Avengers: Infinity War – The Art of the
Movie siamo riusciti a capire fin dove poteva
arrivare il potenziale di quelle armi. Iron Man
avrebbe potuto infatti trasformarsi in un razzo per viaggiare nello
spazio, anche se poi la versione finale che abbiamo visto nel film
risultava comunque in grado di volare ad altezze incredibili senza
bisogno di trasformazione.
Si è spento ieri all’età di 95 anni
Stan Lee, il leggendario sceneggiatore
della Marvel
Comicsle cui creazioni lo hanno reso un eroe
nella vita reale. Lee cominciò la sua carriera nel mondo dei
fumetti nel 1939, contribuendo a creare molti dei più famosi eroi
Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo (tra questi ricordiamo Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man).
Ma Stan il “Sorridente” Lee si è
reso celebre anche per i numerosi e puntuali cameo in tutti i film
Marvel prodotti dal 1989 ad oggi, e un video li ripercorre uno per
uno come omaggio alla sua scomparsa. Lo trovate qui sotto:
Figlio di immigrati ebrei a New
York, il giovane Stanley inizia la sua corsa al trono lavorando
come addetto alle copie presso la Timely Comics, che più
tardi sarebbe diventata la Marvel Comics, per poi firmare la sua prima
pagina di testo con il nome Stan Lee: un
riempitivo su un numero di Captain
America del 1941. Arrivano gli incarichi di
livello e assegnazioni di fumetti completi (ad appena 17 anni),
salvo assentarsi dalle pagine durante la seconda guerra mondiale
dove partecipò in qualità di soldato; al suo ritorno Stan riprese
la posizione lasciata e con Kirby ideò la prima “famiglia”
di eroi dei Fantastici
Quattro, pubblicati nel 1961. Fu un successo tale
da spingere la Marvel a cavalcare l’onda, producendo in pochi
anni Hulk, Thor, Iron
Man e gli X-Men, oltre
a Daredevil, Doctor
Strange e L’Uomo Ragno.
The Amazing
Spider-Man del 1966, Daredevil del
1968, Fantastici Quattro del
1966, Silver Surfer del 1988 o The
Mighty Thor del 1968, sono solo alcuni dei titoli più
rappresentativi (per sua stessa ammissione) di una carriera già
straordinaria e costante, culminata negli ultimi decenni con la
consacrazione a icona chiave del mondo Marvel. Ospite di convention
e dibattiti, star indiscussa nei ricorrenti cameo in ogni film del
Marvel Cinematic Universe (l’ultima scena l’avrebbe girata
per Spider-Man: Far From
Home, il “suo” Spidey guarda caso), Stan
Lee rimarrà per sempre nei ricordi di chi continua a
sfogliare i suoi lavori assorbendone lo spirito e il cuore che non
smetterà mai di battere.
Legendary Pictures ha annunciato
l’inizio della produzione di Godzilla vs
Kong, il film che racconterà l’epico scontro tra i due
mostri e che arriverà nelle sale nel 2020. Nel frattempo è stata
rivelata anche la prima sinossi ufficiale che vi riportiamo di
seguito:
In un’epoca in cui i mostri
camminano sulla Terra, la lotta dell’umanità per il suo futuro
getta Godzilla e Kong in rotta di collisione e vedrà le due forze
più potenti della natura sul pianeta scontrarsi in una spettacolare
battaglia per i secoli. Mentre Monarch intraprende una pericolosa
missione in un territorio inesplorato riesumando indizi sulle
origini dei Titani, una cospirazione umana minaccia di spazzare via
le creature, sia buone che cattive, dalla faccia della terra per
sempre.
Godzilla vs Kong: al via la produzione
Legends will collide. Production has
officially begun on Godzilla vs. Kong. In theaters everywhere
Summer 2020.#Godzillapic.twitter.com/IyegYH5Agb
Godzilla vs
Kong al momento non ha ancora un regista ma ha un
anno di uscita, il 2020. Il 22 marzo 2019 è invece
atteso Godzilla King of Monsters, sequel del
film diretto da Gareth Edwards e affidato a Michael Dougherty
(Krampus) con protagonisti Kyle Chandler, Vera Farmiga e Millie
Bobby Brown.
Jessica Henwicksi è unita al cast, anche
se i dettagli del suo ruolo sono tenuti sotto riserbo dalla
Legendary. L’attrice reciterà quindi insieme a Kyle
Chandler, Millie Bobby Brown, Zhang Ziyi, Danai Gurira, Julian
Dennison, Demián Bichir, Alexander Skarsgård, Rebecca Hall e Eiza
González.
Arriverà nelle sale italiane il 9
maggio 2019
Pokémon Detective Pikachu, il primo film in live
action basato sulle creature immaginarie create nel 1996 da Satoshi
Tajiri che vede nel cast Ryan Renolds,
Justice Smith, Kathryn Newton e
Ken Watanabe.
Il trailer diffuso nei
giorni scorsi dalla Warner Bros. Pictures ha rivelato la presenza
di altri personaggi noti ai fan della serie animata, ma quali sono?
Scopriamolo qui sotto:
1Greninja
Greninja è un Pokemon più
recente che ha debuttato nella quarta generazione ed è di tipo
Acqua/Oscurità, evolvendosi da Frogadier come forma finale di
Flroakie. Ash ha catturato il suo Froakie nella regione di Kalos, e
tre Greninja vengono mostrati in azione nel trailer del
Detective Pikachu, ma la comparsa non è
contestualizzata; li vediamo inseguire Pikachu, quindi possiamo
supporre che stiano lavorando per il principale
antagonista?
Sony Pictures ha da poco diffuso
sei nuovi character poster di Spider-Man: Un
Nuovo Universo, il film d’animazione che uscirà nelle
sale italiane dal 25 dicembre distribuito da Warner Bros.
Entertainment Italia.
Il cinecomic racconta le
vicende del teenager Miles Morales e
delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una
persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo
Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo
genere.
Qui sotto potete dare uno sguardo alle locandine dedicate ai
personaggi.
Nella versione originale
di Spider-Man:
Un Nuovo Universo, l’attore e cantante Shameik
Moore sarà la voce del protagonista Miles Morales. Tra le voci
originali anche Jake Johnson, Liev Schreiber, Haeilee Steinfeld,
l’attore premio Oscar Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Luna
Lauren Velez e Lily Tomlin.
Commentando l’annuncio, i
produttori Phil Lord e Christopher Miller
dichiarano: “Siamo fortunati ad avere un cast così
straordinario di anime creative, divertenti e genuine, che popolano
l’universo di Spider-Man. Hanno delle voci di talento, che danno
vita a dialoghi sorprendenti”. Lord e Miller hanno
aggiunto: “Non vediamo l’ora che Miles Morales arrivi
sugli schermi di tutto il mondo. È un personaggio nuovo davvero
divertente ed emozionante, e raccontare la sua storia attraverso
uno stile visivo rivoluzionario, rende questa un’esperienza
cinematografica totalmente innovativa “.
Sinossi: Spider-Man: Un Nuovo
Universo racconta le vicende del teenager di Brookyn
Miles Morales e delle infinite possibilità del Ragno-Verso, dove
più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di
un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e
unico nel suo genere.
Diretto da Bob
Persichetti, Peter Ramsey e Rodney
Rothman, la sceneggiatura è di Phil
Lord. Il film è prodotto, in collaborazione con Marvel, da Avi Arad,
Amy Pascal, Phil Lord, Christopher
Miller e Christina
Steinberg.
Le immagini rivelate pochi giorni fa
da Fausto De Martini (Concept Designer della Lightstorm
Entertainment e collaboratore dei Marvel Studios) mostrano quello che
doveva essere l’aspetto iniziale del cerca-persone con il
quale Nick Fury chiama in soccorso
Captain Marvel durante la scena post credits di
Avengers: Infinity War. Anche il segnale che
vediamo nella prima “bozza” qui sotto risulta diverso dal logo
dell’eroina apparso nel film, sostituito dall’avviso “Skrull
Incursion Detected! Immediate assistance required“.
Vi ricordiamo che Captain Marvel, il
cinecomic con protagonista Brie Larson, è
stato diretto da Anna
Boden e Ryan
Fleck earriverà al cinema l’8
marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Un viaggio
cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare
l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di
Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di
tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono
essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il
potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione
e rovina metta fine all’universo.