È online Un Profeta Come si
Deveil nuovo cortometraggio firmato LUZ,
contro il sessismo e la violenza sulle donne.
Solo in Italia 120 femminicidi
all’anno, 11 denunce di violenza sessuale al giorno, web e social
straripanti di commenti volgari, brutali, violenti contro le donne.
La violenza contro le donne sembra ormai un male endemico, senza
confini né geografici né di classe sociale, culturale, economica.
Di fronte a una situazione così
allarmante, LUZ sceglie lo storytelling
per la sensibilizzazione attraverso il nuovo cortometraggio online
su Sapiens – Umani come si deve.
Scritto da Cristian Micheletti e da
Alessio Calabresi e diretto dal duo Filippo Nava & Marzia De
Clercq, Un profeta come si
deve ci porta fra le nubi di un paradiso da spot
pubblicitario, reso bianco e nero dalla drammaticità
dell’argomento. Qui un Dio esterrefatto e irato per come la
situazione delle sue creature sia assolutamente sfuggita di mano,
ragiona con (san) Pietro e una progettista su come intervenire per
proteggere le donne e fermare la deriva del maschio.
Nel dialogo, che trapassa dal
sorriso per gli stereotipi “divini” e “petrini” alla crudezza
cronachistica, il giudizio (divino) che emerge è assoluto: la
violenza contro le donne non ha giustificazioni, attenuanti,
eccezioni e non è un problema delle donne, ma degli uomini, non
solo di quelli colpevoli, ma anche di quelli che non fanno nulla
per fermarli.
Quale soluzione, allora? L’idea di
Pietro, che convince, temporaneamente, l’Onnipotente, è rieducare
gli uomini attraverso un moderno profeta, un uomo intelligente e
famoso, amato dalle donne e rispettato da tutti, che ha fatto della
cultura la sua vita… Non sveliamo chi sia questo profeta, ma il
messaggio finale va ben oltre la “celeste” soluzione: non sarà un
profeta a salvarci, saranno piuttosto tutti gli uomini disposti a
cambiare, saranno gli io, i tu, i noi… Perché la violenza di genere
è un problema che riguarda tutti. Anche te.
Con Un profeta
come si deve LUZ parla al pubblico della rete
attraverso un video drammatico, dal sapore teatrale, dove il
linguaggio da sit-com pubblicitaria si mescola alle brutalità senza
mediazioni dei commenti realmente comparsi sui social. Del resto
una matrice distintiva di Sapiens e della sua presenza sulla rete è
proprio portare gli utenti a confrontarsi con l’importanza della
riflessione mediata dalle parole. Lo stesso messaggio di LUZ
rielabora le parole coraggiose del presidente del Senato, Pietro
Grasso, che lo scorso 21 settembre, di fronte all’ennesimo tragico
fatto di cronaca disse “Scusateci tutte, è colpa nostra (…) E un
problema che parte dagli uomini e solo noi uomini possiamo provi
rimedio”.
Un Profeta Come si Deve,
la trama
Nel suo ufficio bianco ed etereo,
Dio si rende conto che la situazione sulla Terra relativamente alla
violenza degli uomini sulle donne e al sessismo in generale ha
superato ogni limite. Preso dall’affanno per essersi fatto sfuggire
la situazione senza che se ne accorgesse, chiama a rapporto San
Pietro, accompagnato dall’ingegnere progettista dell’essere umano,
per capire dove hanno sbagliato e come possono rimediare alla
deriva del maschio.
SAPIENS – UMANI COME SI
DEVE
Sapiens – Umani come si deve è un progetto totalmente
digitale e social che vuole cambiare rotta nell’epoca della
post-verità e delle fake news, raccontando le persone e le loro
storie con uno sguardo verticale e d’autore, che vada a fondo nei
contenuti e ne verifichi le fonti.
LUZ
LUZ nasce nel
2010 dall’esperienza della storica Agenzia Fotogiornalistica Grazia
Neri, per dare continuità al desiderio di trovare e raccontare
Storie rilevanti attraverso le più prestigiose testate editoriali
nazionali e internazionali. Oggi, grazie all’integrazione di
professionalità ed esperienze provenienti dal settore del
giornalismo, della creatività e della comunicazione digitale, LUZ è
un’Agenzia di progetti editoriali con un focus sullo storytelling
visivo il cui obiettivo è aiutare le Aziende a raccontare storie
coinvolgenti con linguaggi unici e innovativi.
L’atteso film Justice
League è stato trai protagonisti dell’ultimo promo diffuso
dalla HBO del programma di Larry
David,Curb Your Enthusiasm, dove il noto
conduttore si unisce alla lega della giustizia:
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al
college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il
velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re,
Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
L’attore John
Boyega ha rivelato una nuova immagine dal set
Star
Wars L’Ultimo Jedi, l’atteso secondo film della nuova
trilogia Stat Wars firmata Lucas Film e
Walt Disney Pictures.
L’attore in questi giorni è stato
sugli schermi della Festa del Cinema di Roma come
protagonisti di
Ditroit, l’atteso film di Kathryn
Bigelow.
La sinossi: “In Star
Wars Gli Ultimi Jedi della Lucasfilm, la saga Skywalker continua
quando gli eroi de Il Risveglio della Forza si uniscono alle
leggende della galassia in un’epica avventura che svelerà i misteri
della Forza e le scioccanti rivelazioni del passato risalenti
all’Era antica. Star Wars Gli Ultimi Jedi arriverà nei cinema
USA il 15 dicembre 2017.”
FIRST LOOK –
Carrie Fisher in Star Wars: Gli Ultimi Jedi
Il film sarà
diretto da Rian Johnson e arriverà al
cinema il 13 dicembre 2017. Il film racconterà le vicende
immediatamente successive a Il Risveglio della
Forza.
James Gunn è uno
dei registi più apprezzati nel mondo dei Cinecomics soprattutto per aver diretto
il primo film sui Guardiani della Galassia. Ebbene
oggi il regista ha commentato attraverso il suo profilo sociale
ufficiale in merito alla rivalità tra fan della Dc
Comics e fan della Marvel Comics.
Il regista ha sottolineato come i
fan di DC e Marvel abbiamo più cose in comune di quanto si
immagina, ed essendo egli stesso fan di entrambe le case, ha
invitato i fan a riflettere maggiormente su questa rivalità. Nello
specifico riguardo alle critiche sul Batman v Superman ha
sottolineato come quest’ultime non vanno da nessuna parte:
1 Ogni volta che
menziono qualcosa sulla DC, non importa cosa, il mio feed diventa
incandescente su BvS.
2 Voi ragazzi non mi
convincerete mai – è solo energia sprecata.
3 Almeno quando si urla
l’uno sull’altro e la discussione riguarda Trump, è qualcosa di
importanza internazionale.
5. Come super fan di Marvel
e DC avete più cose in comune tra di voi che con il resto del
mondo.
Ecco di seguito i Twitter originali
1 Every time I mention anything DC, no
matter what, my feed becomes an endless screaming match about
BvS.
La superstar Dwayne
Johnson che presto vedremo nel DC Films
Universe come Black Adam, ha
pubblicato una lunga lettera di ringraziamento al leggendario
Stan Lee, papà della Marvel.
L’attore ha voluto ringraziare
pubblicamente il leggendario creatore di fumetti dopo che
Stan Lee ha preso parte alla presentazione
di Jumanjia
LA Comic Con, dove la Sony presentava il film.
Ecco di seguito la foto e il post:
Johnson ha firmato
la lettera di ringraziamento proprio come Black
Adam, citando il suo prossimo ruolo nel
personaggio DC
Comics – un ruolo a cui Johnson è stato legato per più
di un decennio. Anche se Black Adam è
nell’arco delle storie del supereroe
Shazam!, come vi abbiamo già
anticipato il film personaggio non apparirà nel film annunciato che
avrà come protagonista Zuckary
Levi. Johnson invece dirigerà
un film standalone
di Black
Adam, e secondo l’attore i due dovrebbero
poi ” ritrovarsi ad un certo punto nell’universo”.
Debutterà oggi al cinema
Mistero
a Crooked House, tratto dal best seller di AGATHA
CHRISTIE con protagonisti in cast d’eccezione composto
da GLENN CLOSE,TERENCE
STAMP, MAX
IRONS, GILLIAN
ANDERSON, CHRISTINA
HENDRICKS, STEFANIE MARTINI
e JULIAN SANDS.
In Mistero
a Crooked House quando il ricco patriarca greco
Aristides Leonides muore in circostanze misteriose, la nipote
Sophia chiede all’investigatore privato Charles Hayward, suo ex
amante, di stabilirsi nella tenuta di famiglia per indagare sulla
vicenda. Una volta lì, Charles fa la conoscenza delle tre
generazioni della dinastia Leonides trovando un’atmosfera velenosa,
piena di risentimenti e gelosie. Tra i tanti moventi, indizi e
sospetti, riuscirà a trovare l’assassino prima che colpisca di
nuovo?
Il film concerto sulla leggendaria
doppia performance della band al Wrigley Field di
Chicago.Diretto da Danny
Clinch, con i brani più noti dei Pearl Jam,
interviste esclusive e speciali dietro le
quinte. Nelle sale Italiane solo per un
giorno GIOVEDI’ 30
NOVEMBRE.
Per
celebrare i leggendari concerti sold out che i PEARL JAM tennero il
20 e il 22 agosto del 2016 in omaggio alla storica stagione
delleWorld Series Championship di baseball vinta
dai Chicago Cubs, arriva al cinema il documentario “LET’S PLAY
TWO”.
“LET’S PLAY
TWO”, diretto dal regista e fotografo Danny
Clinch, sarà infatti nelle sale italiane distribuito da
Nexo Digital solo giovedì 30 novembre (elenco sale
a breve su www.nexodigital.it).
Chicago è la città natale di Eddie
Vedder e i Pearl Jam hanno instaurato una relazione duratura con la
città e con la squadra di baseball dei Chicago Cubs: un rapporto
unico per il mondo dello sport e della musica celebrato nel 2016
con due straordinari concerti al Wrigley Field, lo stadio cittadino
altresì definito “Cubs park”, in occasione dei festeggiamenti per
la vittoria della World Series avvenuta dopo il più lungo digiuno
della storia del baseball, ben 108 anni di distanza dal precedente
titolo.
Così, a partire da
“TEN” fino a “LIGHTNING
BOLT”, il film concerto spazia attraverso tutto il
catalogo di brani originali e cover che hanno
caratterizzato la carriera 25ennale della band. All’interno
interviste esclusive e un dietro le quinte che
mostra i passaggi spontanei, nel quartiere di Wrigleyville,
dall’atmosfera di una vittoria dei Cubs all’anticipazione e alla
preparazione dei live della band. Attraverso gli occhi di
Danny Clinche la voce dei Pearl Jam (Eddie
Vedder Stone Gossard, Mike McCready, Matt Cameron, Jeff
Ament), il film mostra il passato e il presente sia della
band che dei Chicago Cubs e tramite la musica, il
sudore e le speranze eterne che accumunano i fan dei Cubs e dei
Pearl Jam, viene svelato il viaggio che ha creato questa speciale
relazione.
“Nei miei film e nelle mie
fotografie mi piace esplorare la relazione esistente tra una band,
i suoi fan e la location” racconta il regista di “Let’s Play
Two” Danny Clinch. “Quando succede che i
personaggi principali del tuo film sono i Pearl Jam, i Chicago
Cubs, i loro fan e lo stadio Wringley Field durante un momento
storico, sai per certo che sarà epico. Abbiamo fatto bene a seguire
i nostri istinti che ci hanno portato alla storica partita 7 delle
World Series, la quale ha chiuso per la squadra un periodo di magra
lungo 108 anni. Ho imparato ad accettare l’inaspettato e quando si
è pronti, tutto ciò ripaga sempre”.
Il regista Danny
Clinch e il produttore esecutivo Lindha
Narvaez con Milkt sono stati team di
produzione di progetti cinematografici per più di 15 anni. Hanno
lavorato insieme anche per il film del concerto live dei Pearl Jam
“Immagine in Cornice” (2007) e negli anni hanno lavorato a tanti
altri EPKs della band.
Danny e Lindha, insieme ai
direttori della fotografia di “LET’S PLAY
TWO” Vance Burberry e Josh Goleman
ed al direttore tecnico Taryn Gould, hanno
collaborato con i Pearl Jam alla produzione dei contenuti di
“Lightning Bolt” (2013) e al
cortometraggio e video musicale di “Mind Your
Manners”.
La battuta ormai nota a
tutti “friend from work”, che è stata una delle più divertenti
viste sin dal primo trailer di Thor: Ragnarok, è
stata un’idea di Chris Hemsworth dopo che un
bambino li ha definiti tale vedendoli durante la lavorazione della
scena.
https://www.youtube.com/watch?v=2ZQ63OOJtzM
Ragnarok
Il Ragnarǫk, nella mitologia
norrena, è la battaglia finale tra le potenze della luce
e dell’ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla
quale l’intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato.
I Ragnarǫk verranno preceduti dal Fimbulvetr,
un inverno terribile della durata di tre anni, in seguito
al quale avverrà lo sfascio dei legami sociali e familiari, in un
vortice di sangue e violenza di là da ogni legge e regola.
Cate Blanchett e il suo ruolo
L’attrice Cate
Blanchett nota per essere uno dei volti più richiesti
del cinema hollywoodiano ha accettato un ruolo in questo film solo
per soddisfare la volontà dei suoi figli, fan dei fumetti
Marvel.
Il figlio maggiore di Blanchett,
Dashiell John Upton, le ha suggerito di assumere il ruolo di
Hela, dicendole che sarebbe stato conosciuta da tutti dopo
il ruolo.
Il figlio più giovane dell’attrice, Ignatius Martin Upton,
è apparso in un cameo nel film.
Il fisico di Chris Hemsworth
L’attore
Chris Hemsworth era da un po’ che non vestiva i
panni di Thor dato che non è apparso in
Civil War. Dunque l’attore ha dovuto sottoporsi ad un
intenso e duro allenamento per riacquistare la forma per diventare
ancora una volta il potente dio THOR.
L’attore ha fatto una dieta
rigorosa, allenarsi sei-sette volte alla settimana e mangiare circa
sei mila calorie al giorno per riprendere lo stato forma di
Thor.
Il personal trainer dell’attore,
Luke Zecchi, ha rivelato che l’attore ha messo su ventisette chili
di muscoli per il ruolo, seguendo un regime in perfetta scuola
bodybuilding con un allenamento in cui sollevava grossi carichi di
peso per un piccolo numero di ripetizioni.
A post shared by Chris Hemsworth (@chrishemsworth) on Mar 11, 2017
at 12:30am PST
Mark Ruffalo, Sam Neill e Jeff Goldblum
Questo è il primo film
in cui Sam
Neill e Jeff Goldblum sono
apparsi di nuovo insieme dopo Jurassic
Park(1993).
Mark Ruffalo ha suggerito al regista
di farlo apparire solo nelle vesti di Hulk e non come anche Bruce
Banner.
Thor: Ragnarok e l’anniversario di Thor
Questo film è uscito
nel 2017, nel 55 ° anniversario dal debutto di
Thor (Agosto 1962) e The Incredible
Hulk (Maggio 1962), nonché il centenario del loro
co-creatore Jack Kirby.
In una scena dove è
inquadrato Grandmaster (Jeff Goldblum)
è possibile ammirare una illustrazione opere
diJack
Kirbyche proviene dal fumetto
Marvel “Fantastic Four” #64 (luglio 1967).
Valchiria
L’attrice Tessa
Thompson per interpretare Valchiria si è ispirata
al personaggio di Sarah Connor di Terminator 2 – Il
giorno del giudizio (1991).
Taika Waititi cameo
Taika
Waititiappare in questo film in un
cameo come l’alieno Korg. Waititi è il secondo regista di un
film Marvel a avere un ruolo importante nel suo film,
dopo Jon Favreau (che ha diretto i primi
due film di Iron Man ed è apparso come “Happy” Hogan nell’Universo
cinematografico Marvel).
“Immigrant Song” dei Led Zeppelin
La canzone sentita nel
primo trailer è “Immigrant Song” dei Led
Zeppelin. Questo utilizzo è degno di nota, dato che
la band Led Zeppelin è famosa per aver concesso pochissime licenze
in film, serie televisive e videogiochi. La canzone è stata scelta
perché i suoi testi menzionano la religione nordica.
Registi e attori potenziali
L’attrice statuaria
Charlize Theron è stata considerata per il
ruolo di Hela. Mentre per il ruolo da regista sono stati
considerati anche Ruben Fleischer, Rob
Letterman e Rawson Marshall
Thurber. Fleischer e Thurber erano anche candidati a
dirigere Ant-Man (2015).
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano il premio
OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è
prevista per il 3 novembre 2017.
La trama di Thor:
Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Quando si parla di Formula Uno non si può non
parlare della Scuderia Ferrari, un marchio divenuto icona di stile
e successo. Alla storia della scuderia del cavallino rampante e al
suo papà, Enzo Ferrari, è dedicato il docu-film
Ferrari: Un Mito Immortale del regista
Daryl Goodrich presentato in anteprima alla
Festa del Cinema di Roma.
Il mondo delle corse automobilistiche ha sempre
attirato un gran numero di spettatori affascinati dalla velocità e
dal glamour che questo sport sembra possedere. Piloti intrappolati
in monoposto tanto tecnologiche quanto claustrofobiche, che
sfrecciano a gran velocità su circuiti chiusi, sperando di
aggiudicarsi il primo posto senza ribaltarsi prima del
traguardo.
Ferrari: Un Mito Immortale
ripercorre i gloriosi anni cinquanta, importantissimi per la
Ferrari e il suo team di piloti entrati a far parte della storia
delle gare automobilistiche. A quei tempi correre in pista era il
sogno di ogni ragazzo che amasse le macchine, la velocità ma
soprattutto il ‘gusto’ dell’adrenalina. Ma affrontare un circuito
allora voleva dire anche prendersi un grande rischio, ovvero quello
di finire schiacciato tra i rottami di un’auto in fiamme. Eppure,
nonostante ciò, decine di piloti ogni domenica salivano sulle
proprie automobili rischiando il tutto per tutto per un momento di
gloria.
In Ferrari: Un Mito Immortale
si parla dunque della scuderia, del grande Enzo ma anche e
soprattutto dei cosiddetti piloti gentlemen degli anni
cinquanta. Quello immortalato da Daryl Goodrich è
un periodo pieno di fascino ma anche segnato da orribili tragedie
in pista. La competizione era tanta, le macchine da corsa instabili
e i piloti spesso entravano in pista sfidando la sorte. Attraverso
alcune immagini e filmati di repertorio, il regista ricostruisce
gli eventi di quegli anni dividendo il suo docu-film in
capitoli.
Si parla di sport ma anche e soprattutto di
persone, del lato umano della Formula Uno e del grande Enzo
Ferrari. Il papà del cavallino rampante infatti viene
ricordato come un imprenditore senza scrupoli, un vero e proprio
talent scout disposto a tutto pur di mantenere vivo il suo
sogno di bambino e la sua scuderia.
Era un uomo estremamente complesso, con un
passato difficile e una volontà di ferro che scoraggiava qualsiasi
tipo di rapporto interpersonale tra piloti. Correre doveva essere
il loro unico pensiero e non c’era spazio per inutili
sentimentalismi, ma solo per le macchine. Seguendo le storie di
piloti come Peter Collins e Mike
Hawthorn, ricostruiamo quindi il puzzle del mito di Enzo
Ferrari, ritratto come un despota senza cuore.
Pur concentrandosi maggiormente sui personaggi
che sullo sport vero e proprio, Ferrari: Un Mito
Immortale di Daryl Goodrich ha una
struttura fin troppo ripetitiva. Le storie dei singoli personaggi
vengono raccontate delle voci fuori campo dei narratori sempre allo
stesso modo e rendendo tutto piatto e difficile da seguire. Un
documentario quindi meno adatto agli appassionati di corse
automobilistiche ma che potrebbe invece incontrare il gusto dei
neofiti della Formula Uno.
In The Movie of my
Life Nel 1963, in un piccolo paese di campagna nel sud del
Brasile, Tony Terranova è un giovane insegnante di lingua francese
al liceo. Tony ha la madre brasiliana e il padre francese. E’ un
romantico e un sognatore, ama il cinema, la letteratura e la
poesia. Soffre per l’abbandono del padre, andato via quando lui è
tornato dagli studi e dileguatesi, senza lasciare tracce e
spiegazioni. E’ innamorato di una ragazza con la passione della
fotografia e cerca di trovare il coraggio di farsi avanti. Non è
timido, ma l’insicurezza, i dubbi e soprattutto i continui pensieri
sul padre, rendono le sue prime esperienze tutt’altro che
facili.
Vive la sua vita come fosse un film
e ne parla costruendone la trama, giorno dopo giorno, riempiendola
di esperienze e popolandola delle tante persone vicine a lui.
Sostiene che molti guardano frettolosamente i film, concentrandosi
sull’inizio e sulla fine, ma quello che sta nel mezzo è altrettanto
importante, e a volte anche di più.
Selton Mello,
giovane regista brasiliano, conosciuto per aver diretto alcune
serie tv, è anche un attore, apparso in diversi film tra cui Trash,
presentato in una delle precedenti edizioni della Festa del Cinema
di Roma. Mello costruisce un film strambo e
originale, che segue con gusto e sapienza le regole del melò,
dell’iniziazione sentimentale, ma che spiazza totalmente per i suoi
continui riferimenti formali, visivi e musicali alla cultura
francese. Si ha l’impressione di aver visto un falso d’autore,
perché si avverte uno straniamento dovuto al fatto di sapere di
trovarsi in Brasile, di sentir parlare brasiliano, ma di vedere poi
un paese che sembra uscito direttamente da una sperduta regione
della Francia, alla Chocolat di Lasse
Hallström, per capirci. Anche gli attori spiazzano,
soprattutto il giovane protagonista Johnny
Massaro, bravissimo e perfettamente calato nei turbamenti
del suo personaggio, ma che ricorda in maniera impressionante
Louis Garrell. Così quando appare sullo
schermo il padre di Tony, viene spontaneo pensare che l’attore che
lo interpreta sia il sosia di Vincent Cassell, mentre in realtà è proprio
lui.
Ma risolto questo piccolo
turbamento e abbandonandosi alla storia il film scorre sicuro,
cattura, diverte e commuove. Ci si rende conto che prima di tutto è
una fiaba romantica sospesa nel tempo, dove il luogo geografico non
è fondamentale.
Il cast è indovinato e ben diretto,
costruito con meticolosità e ricco di infinite sfumature. Oltre al
bravo e già citato protagonista Johnny Massaro,
spicca Bruna Linzmeyer, che interpreta Luna, la
ragazza della quale è innamorato Tony. Anche i ruoli secondari sono
gustosi e funzionali, come l’adolescente che brama insistentemente
di essere portato al bordello, o il vecchio ferroviere, che tutti i
giorni trasporta la gente verso la civiltà, il progresso, la
perdizione.
La fotografia è splendida, dai toni
caldi e dai colori ammalianti. Le scelte musicali poi, sottolineano
in molti momenti delle belle invenzioni registiche, come la Carmen
di Bizet durante una lezione di ginnastica a scuola, che trasforma
la normalità in un sogno a occhi aperti, quando Tony si stacca da
terra vedendo la ragazza dei suoi sogni danzare.
Una fiaba strampalata d’altri
tempi, romantica e struggente. Una confezione bislacca dal sapore
francese, ma anche con tanti elementi da cinema western. Tutto
questo rende The Movie of my Life, un film
spontaneo, tenero e originale, difficilmente classificabile.
Dopo i contributi dedicati ad
Aquaman, The Flash, Wonder Woman e Cyborg, arriva
anche l’ultimo dedicato all’ultimo membro della
DC Justice League, ovvero
The Dark Knight interpretato da Ben
Affleck).
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al
college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il
velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re,
Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Il successo li ha travolti con
Quasi Amici, ma
loro, Éric Toledano e Olivier
Nakache, non si sono montati la testa e, dopo una
breve incursione nel dramma, con Samba, nel
2014, hanno sfornato un nuovo film, vivace, divertentissimo, a
briglia sciolta: C’est la vie – Prendila come
viene, dal 1° Febbraio nei nostri cinema.
Max è un wedding
planner con una grande esperienza e una squadra variegata e
multietnica che però non sembra essere troppo all’altezza di un
ultimo, grande ricevimento. Un po’ per manifesta cialtroneria, un
po’ perché chiunque ha dei momenti difficili e non sempre riesce a
separare lavoro e vita privata, tutto il team saboterà
involontariamente la cerimonia di nozze, con grande amarezza del
protagonista. Tra gag e situazioni comiche intelligenti, la festa
volgerà a un finale inaspettato.
Toledano e Nakache
confermano un grande talento comico, arricchendo una storia
semplice con preziose gag, avvenimenti e dettagli che vivono
soprattutto grazie all’ottimo casting e ai personaggi messi in
scena in questa commedia pura.
Il più grande pregio di
C’est la vie – Prendila come viene è la completa
libertà della storia e dello sviluppo degli eventi: non siamo di
fronte a un finale educativo e socialmente impegnato come in
Quasi Amici, ma pur percorrendo la struttura
canonica in tre atti, il film trova il suo modo di rimanere
sovversivo e brioso.
E alla fine i protagonisti la
prenderanno davvero come viene, abbracciando le proprie
imperfezioni e difficoltà, con buona pace di Pier e Helena, sposi
ignari dei disastri che si consumano dietro le quinte della loro
festa di nozze.
Pur mantenendosi su binari
convenzionali, con molte trovate classiche, il film mantiene un
punto di vista originale, completamente comico nell’intreccio dei
rapporti tra persone e vicende: dalla madre dello sposo che si dà
alla pazza gioia, al cameriere che faceva il professore, fino
all’amante finta segreta del protagonista, passando per l’erede
dell’attività, la fumantina Adele.
C’est la vie – Prendila come
viene non ha una morale, una conclusione edificante, una
soluzione romantica: è esattamente come la vita, forse un po’ più
surreale, ma assolutamente in grado di spiegare il segreto di
un’esistenza serena, vero motto di Max. Se qualcosa non va come
dovrebbe, ci adeguiamo.
La prima posizione al box office
italiano di questa settimana è stata conquistata faticosamente da
Thor Ragnarok, che apre in testa con
3 milioni di euro incassati in 606 sale a disposizione. Uscito
mercoledì, il terzo capitolo della saga Marvel totalizza 3,5 milioni.
Così It
tiene testa facilmente al blockbuster della Marvel incassando 2,8
milioni al suo secondo weekend e arrivando a ben 11,2 milioni
complessivi. Con Halloween alle porte, It continuerà a
macinare incassi.
La ragazza nella nebbia esordisce al
terzo posto con 996.000 euro incassati in 383 sale ed è seguito
dall’altra new entry Vittoria e Abdul, che debutta con
842.000 euro e una media per sala pari a 2300 euro.
Terapia di coppia per
amanti apre in quinta posizione con 660.000 euro.
I film d’animazione usciti in
occasione di Halloween non brillano al botteghino:
Monster Family raccoglie altri 434.000
euro per un globale di 1,2 milioni, mentre
Vampiretto debutta con 266.000 euro.
Blade Runner 2049 precipita in
ottava posizione con altri 254.000 euro e arriva a quota 5,2
milioni.
In coda alla top10
troviamo L’uomo
di neve (220.000 euro) e Brutti
e cattivi (111.000 euro), giunti rispettivamente
a 2,1 milioni complessivi e 495.000 euro totali.
Dopo aver presentato sabato il suo
ultimo film Stronger, accompagnato dall’uomo da
lui interpretato nel film Jeff Bauman,
Jake Gyllenhaal è nuovamente tornato alla
Festa del Cinema di Roma per essere protagonista
di un Incontro Ravvicinato con il pubblico.
Pantaloni grigi, maglia bordeaux e
capelli pettinati indietro, Jake è stato accolto da una
Sala Sinopoli stracolma e da grandi applausi ad
ogni clip mostrata, sul suo percorso artistico molto interessante.
Tra smorfie, sorrisi al pubblico e gesti dolcissimi verso
l’interprete Olga Fernando, a cui ha porto un
bicchiere d’acqua mentre traduceva le sue parole con la gola secca,
Jake è stato al centro di un incontro molto interessante e che ha
soddisfatto i tantissimi fan accorsi per lui.
Unica nota dolente: il red carpet
annunciato dagli organizzatori della Festa e poi annullato poco
prima dell’incontro, che ha lasciato molti fan delusi (ma chi era
in sala per l’incontro probabilmente ha guadagnato un autografo sul
finale).
Jake Gyllenhaal si racconta al
pubblico al #Romaff12
Sei le clip scelte dall’attore per
raccontare la sua carriera e non si poteva non iniziare se non con
il film del 2001 di Richard KellyDonnie
Darko, ormai diventato di culto e che ha definito il suo
successo: “Rivedendomi non riesco a credere alla dimensione
delle mie guance enormi in questo film! Per quanto riguarda il
fatto che sia diventato un film di culto, penso sia dovuto al fatto
che esistono più livelli, c’è sicuramente l’aspetto
fanta-scentifico, c’è anche una storia umana che va al di là delle
convenzioni, un aspetto un pò fuori dalle righe. E questo penso che
riesca veramente a toccare profondamente le persone: quando uno
riesce a provare una emozione, un empatia, sicuramente colpisce. Il
lavoro di Richard Kelly è stato sicuramente antesignano, ma a volte
succede pure che quando un film non va bene commercialmente, alla
fine viene definito un cult movie!”
“Metto il cuore in tutto quello
che faccio e io credevo molto in quella storia, anche se ero
giovanissimo e non conoscevo molto del cinema a quell’epoca”
continua Jake, “Per me la storia aveva un valore universale e
trattava del passaggio dall’adolescenza all’età adulta in un modo
totalmente diverso dai soliti film, tra feste o ragazze. Questo
film invece corrispondeva a quello che provavo in quel momento, ai
miei sentimenti ed ero sicuro che la stessa cosa sarebbe potuta
succedere a tanti altri ragazzi, che si sarebbero rivisti nel mio
personaggio”.
La seconda clip invece è tratta da
Jarhead, film di Sam Mendes del
2005: “Sam Mendes essendo anche un regista teatrale ci ha fatto
fare prove per un mese, prima di iniziare a girare e questa, oltre
alla mia preparazione con amici dei Marines e nella marina, era un
esperienza che non avevo mai fatto ed è stato utilissimo e mi ha
permesso di entrare nel personaggio e capirlo”.
“Non c’è un genere
cinematografico in particolare che mi piace,” racconta Jake,
“Sono affascinato dall’esperienza umana e dall’inconscio, così
come quando uno sogna, si sognano sempre cose diverse, a volte si
ripetono ma non sono mai le stesse. Per questo mi piace molto
sperimentare sempre cose nuove”.
Il film forse più famoso di
Jake Gyllenhaal arriva alla terza clip, quando
appare sullo schermo insieme al caro amico Heat
Ledger in Brokeback Mountain, film del
2005 di Ang Lee e per cui vinse anche un BAFTA.
“Lavorare con Ang Lee penso che sia il sogno di ogni attore,
così quando ho sentito che stava facendo un altro film ho subito
detto che ne volevo far parte. Appena ho letto il copione mi sono
davvero commosso. C’erano diverse combinazioni di attori, alcuni
erano magari spaventati o non volevano farlo, e lui voleva solo
certe combinazioni di attori insieme: così io sarei stato preso
solo in coppia con Heat. La decisione fu totalmente sua alla fine:
ci incontrammo, ero un po’ a disagio, lui era seduto in un angolo,
parlammo un po’ e poi mi chiese di andarmene. Poi ebbi la
parte.”
“Mi hanno chiesto se avessi un
po’ di remore nell’accettare una parte del genere, ma io non
ragiono in questo modo. Per me questo ruolo non era correre un
rischio: per me dall’inizio questa era solamente una storia d’amore
e così l’ho valutata senza giudicare e senza pregiudizi”
confessa Jake riguardo all’aver interpretato un omosessuale nel
film, “I tempi sono cambiati oggi, vediamo storie tra persone
dello stesso sesso ovunque nel mondo dello spettacolo, dalla tv al
cinema, è accettata la cosa. Ma a quel tempo non era così, almeno
parlando a livello di cultura popolare. Ora sono momenti davvero
confusi: cosa sta succedendo in America adesso? Davvero non lo so,
l’attualità è caratterizzata da degrado culturale e tante paure ma
questo non fa che confermare le mie posizioni e quello in cui credo
e quello che ritengo sia giusto nel profondo del cuore. Non so se
questo film ha cambiato le cose ma sicuramente sono cambiate tante
cose dal 2005 e siamo pronti ad accettare meglio quello che è
giusto. E per giusto intendo semplicemente di amore tra due
persone.”
Il film di David
Fincher, Zodiac
del 2007 è la quarta scena mostrata al pubblico e a riguardo
l’attore ci ha svelato un aneddoto: “Abbiamo rigirato la scena
con Mark Ruffalo per tre volte e quella che poi è
andata nel montaggio finale è stata l’ultimo tentativo e a quel
punto non sapevo nemmeno più cosa stavo dicendo. A volte le battute
cambiavano però, non sono proprio capace di ripetere la stessa cosa
per due volte di seguito!”.
Monda allora gli fa notare che
invece, l’ospite del primo giorno Christoph Waltz,
non lascia nulla all’improvvisazione: “Uh, sarebbe bellissimo
lavorare con lui! Io non credo nelle regole, credo nel rispettare
il testo ma credo anche nel rispettare il momento, il partner nella
scena e il regista. Ho fatto dei film nei quali non ho dimenticato
nemmeno una virgola della sceneggiatura ed altri invece nei quali
il testo è stato abbandonato ed è stata tenuta solo l’essenza. Si
parla di improvvisazione, a volte si gira una scena e viene
perfetta ma magari poi di rigira e si cerca di improvvisare
ricostruendo tutto quello fatto. Per me l’unica parola d’ordine è
la preparazione: è l’unica struttura alla quale punto. La libertà
sta dall’altra parte della disciplina.”
Per descrivere gli ultimi due
registi, Jake dice “Ang Lee non è possibile descriverlo
solo con una parola, ma è un cuore con le gambe. Mentre per David
Fincher la parola è precisione”.
La quinta clip è tratta da
Nightcrawler, film di Dan Gilroy
che è anche stato in Selezione Ufficiale alla Festa nel 2014, in
cui interpreta l’inquietante Louis Bloom: “Avevo nella mia
testa un idea precisa di chi fosse questa persona e sapevo cosa lo
spingeva a comportarsi in quel modo e lo avevo capito dai suoi
discorsi nel copione, scritto brillantemente da Gilroy. Era
evidente che questi discorsi dovevano essere pronunciati con un
certo ritmo e che dovevano essere detti in modo che si capisse che
non fossero improvvisati ma frutto di una riflessione molto attenta
di Luois. Inconsapevolmente quindi quando li pronunciavo avevo un
po’ lo sguardo fisso verso la persona davanti a me, un po’ come fa
un animale quando punta la preda.”
L’ultima clip scelta per descrivere
la carriera di Jake Gyllenhaal è tratta da
Nocturnal Animals di Tom Ford del
2016, “Si può parlare di un dolore straziante, per me questo
film è come una metafora di ciò che ti accade quando ti si spezza
il cuore”
A conclusione dell’incontro, la
clip scelta dall’attore come “Film della vita” era tratta da
La Strada di Federico Fellini:“Questo è un film che ho nel cuore perché ancora prima che
capissi cosa fossero i film, mio padre mi disse che il film che lo
aveva convinto a voler lavorare nel cinema fu questo. Quindi dovrei
ringraziare questo film per essere qui oggi, perché se lui non
si fosse innamorato di questo film io probabilmente non sarei stato
qui e non mi sarei innamorato anche io del cinema.”
Ed è proprio il regista italiano,
il regista del passato con cui gli sarebbe piaciuto lavorare,
mentre interrogato su un regista del presente, sorprendentemente
nomina Pedro Almodovar: sarebbe una combinazione
davvero interessante!
Mentre Thor: Ragnarok conquista milioni di dollari nel
mondo, oggi lo sceneggiatore del
film Eric Pearson ha parlato della
mancanza di personaggi umani nella nuova pellicola, con particolare
riferimenti a co-protagonisti e comprimari dei passati film
come Jane Foster, Darcy Lewis e
il dottor Erik Selvig.
In merito a ciò e su alcune
speculazioni uscite riguardi alla voglia di attori a ritornare nei
film Pearson ha rivelato:
“No, non è mai stato nelle
nostre intenzioni. E’ così diverso, e nel film Sakaar e
Hulk prendono così tanto tempo … Sakaar è abbastanza folle da solo
… se si pensa … probabilmente sarete d’accordo con noi che la
gente vorrebbe un film solo su di lui. Se dovessimo inserire tanti
personaggi penso che la gente sarebbe stata disturbata dal
sovraffollamento invece di godersi i personaggi che ci sono.
Eravamo molto concentrati più sull’introduzione di Valkyrie, e che
credo veramente che si sia unita bene, è un personaggio secondario
fantastico. Tessa era così grande nella parte”.
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano il premio
OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è
prevista per il 3 novembre 2017.
La trama di Thor:
Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Era questione, di giorni. Di
settimane in realtà. L’account Instagram della DC Comics, insieme a Ben
Affleck, ci danno il benvenuto nella Batman
Week, in attesa dell’uscita di Justice League.
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al
college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il
velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re,
Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Era da molto tempo che non si
avevano informazioni certe sul reboot de Il Corvo,
che si intitolerà The Crow
Reborn, e ora grazie al creatore originale del
fumetto, James O’Barr, abbiamo nuove
informazioni.
Stando a quanto l’autore ha
dichiarato a ScreenGeek, la
pre-produzione del film potrebbe partire già nel 2018, anche se non
arriva nessuna conferma della partecipazione al progetto di
Jason Momoa, ultimo attore in ordine di tempo a
essere stato associato al ruolo che fu di Brandon
Lee.
Ecco cosa ha dichiarato O’Barr:
“Allo stato attuale, la pre-produzione del film comincerà a
Febbraio prossimo con il regista inglese di grande talento, Corin
Hardy. Sono coinvolto in ogni aspetto del film e lavorerò gomito a
gomito con il regista.”
Ricordiamo che nel corso di questi
anni tantissimi attori sono stati associati al remake del film, tra
cui Luke Evans, Tom Hiddleston, James McAvoy e Bradley Cooper, ma anche diversi registi
come Stephen Norrington, Juan Carlos
Fresnadillo e F. Javier Gutierez.
Il corvo – The
Crow (The Crow) è un film del 1994 diretto da
Alex Proyas, tratto dall’omonimo fumetto di James O’Barr. Il film
segna l’ultima e più famosa interpretazione cinematografica di
Brandon Lee, morto accidentalmente a causa di un colpo di pistola
durante le riprese del film.
Proyas dovette ricorrere a trucchi
digitali e a controfigure per poter terminare l’opera,
raddoppiandone di fatto i costi. Lo strepitoso successo del film
ripagò più che abbondantemente le somme investite, arrivando ad
incassare in tutto il mondo la somma complessiva di circa 170
milioni. Vennero successivamente girati tre sequel: Il corvo 2 –
La città degli angeli (unico film a collegarsi al primo), Il
corvo 3 – Salvation e Il corvo – Preghiera maledetta,
che però non hanno mai raggiunto il successo del primo
capitolo.
Manca ormai davvero poco al debutto
al cinema di Justice League, l’atteso film che
riunirà in un colpo solo Batman, Superman,
Wonder Woman, The Flash,
Aquaman e Cyborg. Per questa ragione
tutti alla Warner Bros sono super concentrati sul
film e sul suo risultato finale.
L’attenzione è talmente alta ai
vertici della DC Films che la ricerca del regista
per l’annunciato Flashpoint, il film standalone
sul fulmine scarlatto sia stata messa in standby, almeno secondo
quanto riferisce Justin Kroll di Variety.
Secondo quest’ultimo, lo studios vuole capire quanto farà in
termini di botteghino il film prima di avviare
definitivamente la produzione di Flash Point,
anche perché la storia implicherà anche il coinvolgimento in un
universo parallelo di tutta la Justice League,
dove però Batman dovrebbe essere
interpretato da Jeffrey Dean Morgan, che
nell’Universo
DC interpreta Tomas Wayne.
Al momento questo è soltanto un rumors, da una fonte accreditata
ma pur sempre un rumors. Dunque non resta che aspettare l’uscita di
Justice League.
Ezra Miller, già
apparso due volte nei panni dell’eroe (per un cameo in
Batman v Superman e per uno in Suicide
Squad), si è dichiarato fiducioso
nelle intenzioni della Warner Bros di preparare il progetto al
meglio, nonostante l’abbandono del regista che deve essere ancora
rimpiazzato.
Flashpoint, il film
stand alone su The
Flash con protagonista Ezra Miller è
previsto per il 3 marzo 2018. Nel cast anche Kiersey
Clemons nei panni di Iris West.
Si sono concluse le riprese di
Ant-Man and the Wasp, il nuovo film Marvel diretto da Peyton
Reed che vedrà l’esordio di Evangeline
Lilly nell’eroina del titolo e il ritorno di Paul
Rudd nei panni di Ant-Man, dopo la parentesi Civil
War.
Di seguito potete vedere una foto
del cast, che testimonia la fine della lavorazione tramite
l’hashtag #wrapparty (festa di fine riprese).
Ant-Man and The
Wasp,arriverà al cinema
il 6 luglio 2018. Alla regia potrebbe
tornare Peyton Reed, mentre alla
sceneggiatura c’è Adam McKay. Nel cast sono
stati confermati i protagonisti Paul
Rudd e Evangeline Lilly.
Confermati nel
cast Michael Douglas, Michael
Pena e David
Dastmalchian. Si sono uniti al cast
anche Michelle Pfeiffer che
interpreta Janet Van
Dyne,Hannah John-Kamen
è Ghost, Randall Park è Agent Jimmy
Woo, Laurence Fishburne è Dr. Bill Foster,
aka Goliath.
L’atteso film Thor:
Ragnarok targato Marvel Studios ha
debuttato finalmente sul mercato internazionale segnando un ottimo
record d’incasso. Infatti, il film diretto da Taika
Waititi ha incassato ben 107.6 milioni di dollari su 36
mercati internazionali.
Nei paesi principali il film ha
incassato 15,8 milioni nel Regno Unito, 15,5 milioni in Corea del
Sud, 8,4 milioni in Australia e 8,3 milioni in Brasile.
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano il premio
OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel. La data d’uscita è
prevista per il 3 novembre 2017.
La trama di Thor:
Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Sono state diffuse ancora nuove
immagini di Justice League, che ritraggono momenti
della produzione. In particolare le foto di seguito ci mostrano
Zack Snyder, regista del film, con Ben
Affleck nei panni di Bruce Wayne e Jason
Momoa in quelli di Arthur Curry.
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al
college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il
velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re,
Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
GIFTED – IL DONO DEL
TALENTO con Chris Evans, McKenna Grace,
Lindsay Duncan e con il Premio Oscar
Octavia Spencer, arriva al cinema il 1
novembre distribuito da 20th Century Fox Italia.
Una storia intensa e toccante
diretta da Marc Webb (500 giorni insieme –
The Amazing Spider-Man) che esplora nell’intimo i
legami familiari attraverso il profondo rapporto tra uno zio single
e la sua nipotina di 7 anni dotata di una genialità fuori dal
comune.
Nel film Frank Adler (Chris
Evans) vive in una città sulle coste della Florida con la nipotina
Mary (Mckenna Grace), figlia della sorella morta qualche tempo
prima. Mary è una bambina estremamente intelligente con un talento
speciale per la matematica e, nonostante l’obiettivo di Frank,
allineato alle ultime volontà della sorella, sia quello di farle
condurre una vita normale, le doti della piccola non sfuggono
all’attenzione della nonna materna Evelyn (Lindsay Duncan), una
ricca ed elegante signora di Boston che ha dei piani molto diversi
per la nipote, che prevedono che si allontani dallo zio…
Grandi palloni bianchi che
rimbalzavano sulla folla, alberi di natale innevati e tanti
bambini, hanno accolto sul red carpet dell’Auditorium i doppiatori
italiani di Frozen – Le Avventure di Olaf,
Enrico Brignano e Serena
Rossi.
Il corto, che è stato presentato
all’interno della Festa del Cinema di Roma con un
evento speciale ad entrata libera, ha riscosso molto successo e
c’era da prevederlo. La fama di Frozen, dalla sua
uscita al cinema nel 2013 ad oggi, sembra non essere mai quasi
cessata, con il cartone animato visto religiosamente da tantissimi
bambini, la canzone Let It Go entrata ormai
nell’olimpo delle canzoni Disney più famose e con
i suoi personaggi sempre più amati e desiderati, in particolare
sotto forma di pupazzo di pezza magari sotto Natale o vestito da
Principessa per mascherarsi.
foto di Aurora Leone
Dopo Frozen Fever
del 2015, più che un sequel, questo corto di 21 minuti, è
incentrato sulla adorabile personaggio di Olaf, il pupazzo di neve
pasticcione che ama i caldi abbracci, migliore amico di Elsa ed
Anna. Ed è proprio per loro che si lancia in un avventura insieme
alla renna Sven, quando le due ragazze sul trono di Arendelle
scoprono di non ricordare nessuna tradizione familiare per passare
le feste di Natale insieme.
Diretto da Kevin
Deters e Stevie Wermers, con una
sceneggiatura di Jay Schaeffer per Walt
Disney Animation Studios,, Frozen Le Avventure di
Olaf è divertente e visivamente e tecnicamente
ineccepibile (guardate il mantello di velo e fiocchi di neve
scintillanti di Elsa per capire quando lavoro ci può essere stato
dietro). Questo cortometraggio animato diventerà sicuramente un
classico del Natale, grazie ai personaggi, le canzoni e soprattutto
ai buoni sentimenti che faranno breccia nei cuori di piccoli e
grandi.
I doppiatori italiani di Frozen –
Le Avventure di Olaf
foto di Aurora Leone
Josh Gad, Idina Menzel e Kristen Bell
hanno rivestito i panni dei personaggi nella versione americana,
mentre da noi è stato un piacere risentire le voci di
Enrico Brignano, Serena Autieri e
Serena Rossi, decisamente azzeccate e ormai
collegate ad Olaf, Elsa e Anna per sempre.
“Siamo tutti cresciuti a latte
e Walt Disney! Sono stato molto contento di tornare a dare voce ad
Olaf, ma questa volta è successa una cosa strana, che per il primo
film non mi era successa” ci ha raccontato Enrico
Brignano, “Dovete sapere che io ho una figlia di 9
mesi e in saletta di doppiaggio questa volta mi sono molto
emozionato. Non pensavo che avrei avuto questa reazione a prestare
la voce ad un personaggio ma ad un certo punto avevo la voce rotta
e mi sono dovuto fermare a spiegare cosa mi stava succedendo. I
genitori delegano ai cartoni animati l’educazione dei figli in un
certo senso, e sono contento che Le Avventure di Olaf siano così
educative e possano insegnare l’importanza delle tradizioni, ma
soprattutto che la cosa più importante nella vita è la famiglia. La
vera tradizione del Natale è l’amore.”
“Quanto mi era mancata
Anna!” ci confessa sorridendo Serena Rossi,
doppiatrice italiana per Frozen, “La principessa è sicuramente
cresciuta rispetto al primo film, perché la sua vita è cambiata e
ha ritrovato la sorella, ma è sempre la solita Anna ironica e
goffa. È molto difficile doppiare un cartone animato perché bisogna
trasmettere emozioni diverse solo attraverso la voce, ma per
fortuna in Italia c’è una grande tradizione, è sto imparando dai
migliori.”
Sul tema del doppiaggio italiano
Enrico Brignano incalza “Io ho un grande amore
per i doppiatori italiani , perché spesso hanno reso un successo
film che non lo erano, basti pensare in passato la gente che andava
al cinema solo per risentire le voci di certi personaggi. Quindi mi
piacerebbe rispondere a Vincent Cassell che si sbaglia, visto che
ci ha definito una mafia. Se non fosse stato per i doppiatori
Italiani forse lui e l’ex moglie non avrebbero avuto il successo
che hanno oggi.”
Frozen – Le Avventure di
Olaf sarà proiettato in sala prima del nuovo film
d’animazione della Pixar Animation Studios,
Coco, che arriverà al cinema in Italia il 28
Dicembre, proprio durante le feste natalizie, come da
tradizione.
Nanni Moretti sarà protagonista di
un Incontro
Ravvicinato con il pubblico. Il cineasta, da
quarant’anni lucido osservatore e intransigente critico della
nostra società e delle sue derive culturali e politiche,
ripercorrerà assieme agli spettatori la sua lunga avventura
sul grande schermo, che lo ha visto incarnare, con successo,
numerosi ruoli: quello di regista-attore di tutti i suoi film
(da Ecce bombo a Caro Diario,
da La stanza del figlio a Mia
madre), di interprete (da Il
portaborse a Caos calmo), ma anche quelli
di produttore ed esercente, di spettatore e giurato di
festival.
Sarà presentato nella selezione
ufficiale alla Festa di Roma 2017 Who We Are
Now di Matthew Newton con
protagonista Julianne Nicholson, Emma Roberts, Zachary
Quinto, Jimmy Smits, Jess Weixler, Jason Biggs e Lea
Thompson.
In merito al film il regista ha
commentato: Volevo fare un film su queste due donne così
complesse. Pensavo che il ruolo di Julianne Nicholson, Beth, fosse
l’opportunità per dare a un’attrice la possibilità di creare quel
tipo di personaggio impegnativo e a più livelli che gli uomini
recitano fin dagli anni 40. Beth ha appetiti insaziabili, una lunga
storia e forti slanci emotivi; io e Julianne abbiamo lavorato a
stretto contatto, esplorando le sue reazioni in ogni
situazione.
Con il personaggio di Emma Roberts,
Jess, abbiamo una giovane donna ambiziosa, al tempo stesso
sensibile e testarda, che vuole fare la differenza. Entrambe sono
personaggi femminili molto forti e sono stato fortunato a lavorare
con due attrici tanto brave da interpretarle. Da un punto di vista
estetico, per questo film, ho lavorato molto con il team creativo
per rendere invisibile ogni artificio in termini di scenografia,
costumi, luci, scelta di lenti, movimenti di camera e montaggio.
Volevo che non si percepisse la presenza della macchina da presa,
della sceneggiatura e della recitazione.
Who We Are Now, la trama
Uscita da poco di prigione, Beth
lavora con il suo difensore d’ufficio per ottenere la custodia del
figlio dalla sorella Gabby, restia a farla rientrare nella vita del
ragazzo. Mentre annega il suo dolore in un bar dopo una disastrosa
negoziazione, Beth ha un’avventura con Peter, un marine
traumatizzato e spaventato dalle relazioni umane. Poco dopo la
donna stringe una strana alleanza con Jess, giovane praticante
idealista e testardo, che decide di portare avanti la causa di
Beth, che lei lo voglia o meno. Mentre Beth cerca di destreggiarsi
nel mondo esterno, Peter e Jess forzano, e alla fine spezzano, la
sua dura corazza, facendole capire che bisogna lasciare alle spalle
il passato per essere padroni del proprio futuro.
Ecco un nuovo breve spot di
Star
Wars: Gli Ultimi Jedi che contiene le immagini che
sono state diffuse con il secondo trailer, oltre ad un altro breve
sguardo su Rey (Daisy Ridley) e soprattutto
sull’albero dei Jedi:
La sinossi: “In Star
Wars Gli Ultimi Jedi della Lucasfilm, la saga Skywalker continua
quando gli eroi de Il Risveglio della Forza si uniscono alle
leggende della galassia in un’epica avventura che svelerà i misteri
della Forza e le scioccanti rivelazioni del passato risalenti
all’Era antica. Star Wars Gli Ultimi Jedi arriverà nei cinema
USA il 15 dicembre 2017.”
FIRST LOOK –
Carrie Fisher in Star Wars: Gli Ultimi Jedi
Il film sarà
diretto da Rian Johnson e arriverà al
cinema il 13 dicembre 2017. Il film racconterà le vicende
immediatamente successive a Il Risveglio della
Forza.
Ecco un nuovo brevissimo spot di
Justice League in cui sentiamo finalmente
Cyborg che pronuncia l’identificativa parola
“Booyah“, che tante volte è stata pronunciata in
Teen Titans da Khary
Payton.
Sulla scia della morte di Clark
Kent/Superman per mano di Doomsday, il vigilante Bruce Wayne/Batman
rivaluta i suoi metodi estremi e comuncia la ricerca di
straordinari eroi per assemblare una squadra di combattenti contro
il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme
a Diana Prince/Wonder Woman, Batman trova l’ex star del football al
college, ciberneticamente migliorato, Vic Stone/Cyborg, il
velocista Barry Allen/The Flash e un guerriero atlantideo, un re,
Arthur Curry/Aquaman. Insieme si schierano contro Steppenwolf,
l’araldo e il comandante in seconda dell’alieno signore della
guerra Darkseid, incaricato da Darkseid stesso di trovare tre
manufatti nascosti sulla Terra.
Ecco il primo
trailer di Justice
League dal Comic Con
Justice League è stato
diretto da Zack Snyder, mentre Joss
Whedon è entrato nella produzione solo a fine
lavoro ed è previsto per il 16 novembre 2017. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Mon Garcon,
presentato all’interno della Selezione Ufficiale della dodicesima
edizione della Festa del Cinema di Roma, è scritto
e diretto da Christian Carion ed è un dramma
famigliare dai toni noir.
In Mon Garcon
Julien è un geologo ed è spesso in viaggio per lavoro. Le sue
numerose assenze da casa hanno causato la fine del suo matrimonio
con Marie. Durante un suo breve ritorno in Francia viene a sapere
dalla ex-moglie che il loro figlio Mathys è scomparso durante un
campo scuola. Da quel momento Julian si mette alla ricerca del
figlio e pur di trovarlo è disposto a fare qualsiasi cosa.
Carion ci mostra subito la volontà
di far dialogare ambienti esterni (montagne e boschi) e
interni (baite, una rimessa e un hotel abbandonato) sia con
carrellate sia con inquadrature più serrate. Oltre agli ambienti,
il regista fa comunicare anche passato e presente, attraverso
flashback e ricordi dai toni certamente più vivaci rispetto allo
stato attuale delle cose, quando il dramma si è già consumato.
Anche l’aspetto sonoro del film sottolinea la desolazione e la
sofferenza, prediligendo il silenzio.
Mon Garcon, il film
Il film si concentra sulla figura
del protagonista che immediatamente, appena subisce la sua perdita,
si trasforma nel padre attento che fino a quel momento non è stato.
Diventa un cane da caccia e fiuta ogni pista e ogni luogo per
cercare informazioni e stanare i responsabili della scomparsa del
figlio. Guillaume Canet si dimostra ancora una
volta capace di transitare da lucidità a pazzia e viceversa come
in L’homme qu’on aimait trop in cui
interpreta sia un serial killer che il poliziotto che indaga sul
killer stesso. Il personaggio di Marie, interpretato da
Mèlanie Laurent, è alquanto marginale e non ha
una caratterizzazione definita. Più interessante e sfaccettato è il
personaggio del compagno della madre che all’inizio sembra essere
coinvolto nella vicenda soprattutto per il fatto che sembra
manipolare la compagna e volersi sbarazzare del piccolo.
Mon Garcon si
caratterizza per una produzione alquanto breve e l’utilizzo
naturalistico di luce naturale che esalta l’interpretazione di
Canet, che si è tenuto lontano dallo script, prediligendo
l’improvvisazione: in base alle sue azioni e reazioni, hanno dovuto
gestire il proprio personaggio.
Carion confeziona
un prodotto denso di drammaticità e colpi di scena, dimostrando di
essere molto abile a gestire silenzi. Il film conserva una logica
molto solida che ci permette di raccogliere le informazioni
necessarie per completare il puzzle: alla fine ritorniamo al punto
di partenza ma, come in tutti i racconti, la situazione non è più
la stessa.
Love Means Zero è
un ritratto esaustivo e particolareggiato su Nick Bollettieri, uno
dei più grandi allenatori di Tennis di tutti i tempi. Il
documentario è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma in
abbinamento con Ferrari: race to Immortality,
quasi a sottolineare un’abitudine domenicale, giornata notoriamente
dedicata allo sport. Forse non avrebbe guastato invece proiettarlo
come contrappunto documentaristico all’atteso film Borg vs
McEnroe, i due famosissimi tennisti interpretati
rispettivamente da Sverrir Gudnason e Shia
LaBeouf.
Figlio di immigrati italiani,
Nick Bollettieri ha
oggi ottantacinque anni, è un’autentica leggenda vivente, visto che
nelle sue mani sono passati i più grandi campioni di tennis, come
Agassi, Courier, Becker, Rios, Sampras, e
anche campionesse donne come Capriati, Janković, Hingis,
Seles, Šarapova, Venus e Serena Williams.
All’inizio del film Bollettieri fa i conti e con sana presunzione
afferma che i suoi campioni sono stati ben 186, aggiungendo che se
qualcuno non ci crede può controllare sulle statistiche e sui
documenti ufficiali.
Bollettieri, guidato nelle
interviste da Jason Kohn, si mette a nudo,
affrontando temi che riguardano anche la sua vita privata, le sue
scelte personali, gli otto matrimoni, il dissesto finanziario e la
rottura con suo figlio. A fargli da contrappunto o da sostenitori
ci sono molti dei suoi collaboratori e alcuni dei suoi campioni,
come Courier. Manca però la testimonianza di
Andre Agassi, continuamente citato nella maggior
parte del film, ma che ha deciso di non rilasciare dichiarazioni e
non farsi filmare. Il rapporto conflittuale tra Bollettieri e
Agassi è comunque ampiamente descritto nel libro Open, scritto
dallo stesso tennista.
Love Means Zero, la recensione
Jason Kohn,
autore di altri documentari come Manda Bala (Send a
Bullet) e di un episodio della serie tv
Signal, alterna saggiamente e con grande
mestiere le testimonianze con il materiali di repertorio, con molte
sequenze inedite che riprendono gli atleti giovanissimi, agli
albori della propria carriera. Ricostruisce quanto avvenuto nella
famosa “Nick Bollettieri Tennis Academy” in Florida,
dove le promesse del tennis venivano ospitate e addestrate quasi
come in un accademia militare, condividendo vita, studi e
allenamenti; condizione ideale per la nascita di grandi amicizie,
di gelosie, di delusioni e attriti, che poi si sarebbero trascinati
e trasformati nel corso di impegnative carriere sportive.
Kohn cerca di sottolineare nel suo
percorso di inchiesta soprattutto quanto il prezzo del successo
possa condizionare la propria vita e anche quella altrui.
Love Means Zero è
un ottimo documentario, che rispetta perfettamente le regole
narrative del reportage, senza però mai inventare, andare oltre, o
provare a differenziarsi da un prodotto che sembra confezionato
esclusivamente per appassionati di tennis.
In una sala semi deserta è stato
presentato alla Festa del Cinema di Roma
Cuernacava di Alejandro Andrade, apprezzato
regista messicano di serie tv e documentari. Un film che forse
sarebbe stato più adatto ad Alice nella Città, piuttosto che nella
selezione ufficiale.
Andy è un ragazzo introverso che
vive solo con la madre. Non ha amici, il padre è lontano e fa
fatica a inserirsi nel contesto scolastico, a rapportarsi con
i suoi coetanei. Un giorno sua madre viene uccisa durante una
rapina e il ragazzo viene mandato temporaneamente dalla nonna, a
Cuernacava, una cittadina nel cuore del Messico,
tanto bella, quanto pericolosa.
Trovando un vecchio cellulare
comincia a cercare di contattare di nascosto il padre, visto che la
severa nonna sembra non volergli rivelare la verità su di lui.
Durante la sua permanenza forzata stringerà amicizia con la figlia
della donna, una ragazza down che alleva e cura ossessivamente
gatti. Stringe anche amicizia con un giovane giardiniere, che lo
porterà a perdersi nel suo stile di vita balordo.
Il film si apre con una
sequenza folgorante, dove un frutto polposo cade da un albero e
viene divorato dalle formiche. La ripresa al rallentatore
esasperato, di tipo scientifico, e l’utilizzo del macro per
riprendere i famelici insetti rendono questa introduzione la giusta
metafora di quanto poi verrà narrato nel corso della storia. Si
ritrovano poi altri momenti simili il più punti della pellicola,
che fanno da contrappunto di morte a quell’apparente bellezza, che
è in realtà solo una patina di superfice.
Alejandro Andrade
costruisce un impalcatura solida e funzionale, ma eccessivamente
fredda, che non riesce mai a coinvolgere e permettere di
empatizzare con il ragazzo protagonista, sicuramente molto bravo,
ma non abbastanza libero di giocare con quella gamma di sentimenti
che il suo personaggio richiederebbe. Anche la nonna, interpretata
da Carmen Maura, soffre dello stesso
limite. È sempre severa, trattenuta, senza lasciar trasparire
quel briciolo di fragilità di cui è invece carica. Sono scelte,
certo, e non si può dire che Cuernavaca non sia un
film ben scritto e ben diretto, ma si ha l’impressione che il
fattore estetico abbia preso il sopravvento sulle emozioni,
lasciando una straniante sensazione di distacco.
Le immagini, appunto,
sono bellissime, soprattutto quando descrivono la villa lussuosa
della nonna di Andy, la cucina nella serra dove viene preparata la
marmellata di frutti tropicali, o il giardino tropicale dove è
proibito andare e dove il ragazzo e il giardiniere si rifugiano,
entrando da una porticina nascosta tra la vegetazione. Viene
chiaramente in mente Il Giardino Segreto e con
tutta probabilità è un riferimento voluto. Anche quando il regista
esplora il lato degradato del luogo, fatto di baracche, luna park,
popolato di ladri, rapinatori e balordi, lo fa con eleganza e con
grandissimo gusto visivo.
Una classica storia di passaggio
dall’infanzia all’età adulta, attraverso il trauma della morte
violenta e improvvisa di una persona cara, ambientata in un
microcosmo apparentemente paradisiaco, che cela però dolori e
segreti. Un film costruito con eleganza, ma affetto da un eccessiva
freddezza che ne limita le grandi potenzialità.