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From 3: trailer della terza stagione: l’inverno arriva in città!

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From 3: trailer della terza stagione: l’inverno arriva in città!

Al Comic-Con di San Diego è stato rilasciato il primo trailer della terza stagione di From, che anticipa l’arrivo dell’inverno in città mentre nuovi misteri, sia interni che esterni, iniziano a prendere forma. La seconda stagione di From si è conclusa con la liberazione di Julie, Randall e Marielle dalla loro possessione, ma con gli abitanti della città che non sono riusciti a fuggire o a capire dove si trovano. Tuttavia, il mistero si è infittito quando il Ragazzo in Bianco ha spinto Tabitha fuori dal faro, facendola risvegliare in un ospedale fuori città.

Ora, MGM+ ha rilasciato il primo trailer della terza stagione di From al Comic-Con di San Diego, svelando i misteri e le difficoltà che ci aspettano nei prossimi episodi.

Il trailer mostra l’arrivo dell’inverno in città, mentre i personaggi lottano per la sopravvivenza, alle prese con i continui misteri della serie. Il filmato anticipa anche eventi terrificanti, tra cui morti importanti causate dalle creature e un telefono che squilla nella casa di Jim. Al di là della città, tuttavia, il mistero di Tabitha non è ancora finito, poiché scopre connessioni con il luogo al di là dei suoi confini.

Cosa dice il trailer della terza stagione di From sui nuovi episodi

Il nuovo trailer offre molte informazioni sulla terza stagione di From , mostrando alcune delle situazioni più pericolose per i suoi personaggi fino ad ora. L’attenzione si concentra soprattutto sulle misteriose creature umanoidi, che mettono alle strette personaggi come Julie e Boyd durante una notte particolarmente brutale. Nel frattempo, il cibo si sta esaurendo, poiché l’inverno è arrivato in città per la prima volta in assoluto. Con tanti cambiamenti, potrebbe essere una corsa contro il tempo per tutti trovare una via d’uscita, in modo da non essere massacrati o affamati.

La storia di Tabitha sembra lo scenario più probabile per la fuga di tutti, poiché scopre nuovi personaggi apparentemente legati alla città attraverso i dipinti che possiedono. Grazie alla sua nuova prospettiva esterna, potrebbe aiutare a salvare il cast di From prima che l’inverno possa lasciare il segno su di loro. Tuttavia, una fuga rapida non risponderà alle domande su come operano le creature o sulle visioni che persone come Jade hanno avuto. La loro sofferenza per trovare queste risposte richiederà probabilmente molto tempo.

Al di là dei misteri in sé, però, sembra che personaggi come Donna saranno sottoposti a un forte stress emotivo, mentre la città diventa ancora più spietata. Anche se non è chiaro quante nuove prove dovranno affrontare in futuro, la terza stagione di From sembra che metterà tutti alla prova mentre fanno del loro meglio per vivere e fuggire. Con il mistero più forte che mai, gli elementi di diversi filoni potrebbero iniziare a convergere nel corso dei nuovi episodi.

From – Stagione 4: cast, storia e tutto quello che sappiamo

From – Stagione 4: cast, storia e tutto quello che sappiamo

La serie horror soprannaturale di MGM+ From ha già riscosso un buon successo in tre stagioni e ora ha ottenuto il rinnovo per la quarta stagione. Debuttando nel 2022, la serie riguarda una misteriosa città del Medio America che intrappola chi vi entra ed è circondata da mostri mortali che infestano i boschi fuori città. Prendendo le premesse sconvolgenti di show come Lost e aggiungendo un tocco spaventoso, From si è rapidamente cementata come una delle serie horror più importanti nel mondo fortemente saturo della TV in streaming.

Il finale della seconda stagione di From ha gettato le basi per una terza stagione ancora più terrificante, e ogni nuova scoperta pone più domande invece di dare risposte. La vera forza della serie sono stati i suoi misteri e, come i migliori rompicapo, ogni colpo di scena ha dato vita a una narrazione ancora più sconvolgente. Con From che si è guadagnato un plauso quasi universale (compresi gli elogi del maestro dell’horror Stephen King), il futuro della serie sembra luminoso. E il futuro sembra ancora più roseo ora che MGM+ ha deciso di rinnovare la serie per una quarta stagione.

Ultime notizie sulla stagione 4

From serie tv

La serie è stata rinnovata per un’altra stagione

A pochi giorni dal finale della terza stagione, le ultime notizie confermano che la quarta stagione di From è stata rinnovata. La decisione non è mai sembrata in dubbio, e l’accoglienza della stagione 3 è già stata la più positiva finora. MGM+ ha confermato che la produzione della stagione 4 inizierà a un certo punto nel 2025, e lo streamer punta a un’uscita nel 2026. La quarta stagione sarà composta da 10 nuovi episodi, ma al momento non sono stati rivelati ulteriori dettagli.

Per commemorare il rinnovo, la pagina ufficiale di From su X (ex Twitter) ha condiviso un video della star della serie Harold Perrineau che stacca una bottiglia da un albero con la scritta “From season 4 coming soon”.

La quarta stagione di From è confermata

Fin dall’inizio della terza stagione, sono iniziate le speculazioni sulla quarta stagione di From , e MGM+ non ha lasciato i fan in sospeso per molto tempo. A pochi giorni dal finale della terza stagione, MGM+ ha deciso di rinnovare la serie horror per un’altra stagione. Questo conferma la fiducia dello streamer nell’apprezzata serie originale e probabilmente significa che lo show potrebbe continuare per un bel po’ di tempo. È stato inoltre annunciato che la quarta stagione inizierà le riprese nel 2025 e che l’uscita è prevista per il 2026.

Dettagli sul cast della stagione 4 di From

Il cast della quarta stagione di From è difficile da prevedere, dato che la terza stagione eliminerà senza dubbio alcuni giocatori dalla scacchiera prima che sia tutto detto e fatto. Tuttavia, la forza costante per tutta la durata dello show è stata Harold Perrineau nel ruolo di Boyd Stevens, lo sceriffo e leader di fatto della città, che dovrebbe tornare nella quarta stagione. Nonostante il suo status sia stato lasciato nel limbo all’inizio della terza stagione, si prevede anche che Catalina Sandino Moreno sarà di nuovo a disposizione per interpretare Tabitha Matthews.

Il Jim Matthews di Eion Bailey sembrava un’altra scelta obbligata per il cast della quarta stagione, ma la sua morte scioccante nella terza stagione significa che probabilmente non tornerà. Tuttavia, grazie ai viaggi nel tempo, quasi tutti potrebbero tornare prima o poi. Come gli anni precedenti, la quarta stagione probabilmente aggiungerà anche alcuni membri dell’ensemble, anche se è impossibile fare previsioni fino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni.

Dettagli sulla trama della stagione 4

Come molte serie horror che sconvolgono la mente, la trama di From è costellata da enormi colpi di scena che potrebbero portare la serie letteralmente in qualsiasi direzione in un momento. Il finale della terza stagione di From non è stato privo di sorprese scioccanti, anche se è servito soprattutto a rivelare la natura ciclica del male della città. Con la rinascita di Smiley, c’è un oscuro senso di disperazione perché tutto sembra essere vano. Tuttavia, alcune cose sono cambiate con la morte di Jim e gli abitanti della città sono in grado di minacciare i mostri a modo loro.

La prossima stagione vedrà probabilmente i sopravvissuti tentare di capitalizzare ciò che hanno imparato e apportare modifiche. Apprendere che tutto è un ciclo può sembrare senza speranza, ma offre ai sopravvissuti la possibilità di analizzare lo schema e trovare il modo di romperlo. Tuttavia, più resisteranno al ciclo, più le loro vite saranno messe in pericolo in From season 4.

From – Stagione 3, spiegazione del finale: il destino di Jim e il modo in cui Tabitha è realmente collegata a Miranda

La terza stagione di From si conclude in modo scioccante: molti misteri di lunga data trovano risposta e nuove domande vengono sollevate. Nel corso della terza stagione, i personaggi di From sono stati spinti più che mai verso un punto di rottura. I mostri di From hanno trovato nuovi modi per tormentare gli abitanti della Township, tra cui l’uccisione brutale di Tian-Chen Liu (Elizabeth Moy) davanti a Boyd Stevens (Harold Perrineau) e una sinistra creatura che cresce all’interno di Fatima (Pegah Ghafoori).

Il mistero della gravidanza di Fatima trova risposta ed Elgin (Nathan D. Simmons) paga un prezzo terribile per averla tenuta prigioniera nella cantina della città. Nel frattempo, Tabitha Matthews (Catalina Sandino Moreno) e Jade Herrera (David Alpay) apprendono finalmente le risposte che cercavano, che riguardano gli alberi bottiglia di From e i bambini “Anghkooey”. La cosa forse più scioccante è che uno dei personaggi più importanti di From, Jim Matthews (Eion Bailey), viene ucciso da un nuovo personaggio, l’Uomo in Tuta Gialla (Douglas E. Hughes).

Perché l’Uomo in abito giallo uccide Jim nel finale della terza stagione di From

L’Uomo in Tuta Gialla uccide Jim come conseguenza della scoperta di Tabitha e Jade. Dice a Jim che “la conoscenza ha un costo” e afferma di aver cercato di avvertirlo in precedenza. Quando pronuncia la frase “Tua moglie non avrebbe dovuto scavare quella buca, Jim”, diventa chiaro che era la voce alla radio che alla fine della prima stagione pronunciava quelle stesse parole. È intervenuto quando Tabitha e Jim si stavano avvicinando troppo alla verità nella prima stagione e ora è intervenuto di nuovo dopo che Jade ha suonato la canzone.

Dal punto di vista narrativo, la morte di Jim alza notevolmente la posta in gioco. Sebbene From abbia ucciso molti individui, le morti hanno riguardato per lo più personaggi secondari, ma la morte di Jim dimostra che anche i personaggi principali non sono più al sicuro.

Cosa è successo alla futura Julie nella scena finale della terza stagione di From?

I viaggi nel tempo di Julie hanno precedentemente risolto il mistero della corda di Boyd, ma questo era solo l’inizio. Anche se suo fratello, Ethan Matthews (Simon Webster), le dice che non può cambiare il passato, lei continua a cercare di farlo.

La quarta stagione di From dovrà rivelare cosa accadrà a questa versione futura di Julie. Finché non verrà uccisa o catturata dall’Uomo in Tuta Gialla, Julie probabilmente continuerà il suo viaggio nel tempo, che può fornirle conoscenze preziose, ma non può aiutarla a cambiare qualcosa, poiché From segue la regola di Lost del “quel che è successo, è successo”.

Spiegato il legame di Tabitha con Miranda e di Jade con Christopher

Nella terza stagione, il finale dell’episodio 9 indicava che Tabitha e Miranda (Sarah Booth) erano la stessa persona, in quanto Tabitha aveva un ricordo di Miranda uccisa prima di raggiungere l’albero lontano. Il finale della terza stagione lo conferma, insieme alla rivelazione che Jade e Christopher (Thom Payne) sono la stessa persona. Tabitha e Jade sono stati tra i primi abitanti della città e sono tornati più volte nel corso degli anni nel tentativo di salvare i bambini e liberarli.

Questo spiega perché Tabitha e Jade sono state le uniche residenti in grado di vedere i bambini “Anghkooey” e perché hanno visioni che gli altri non hanno. Anche il legame naturale e l’istinto materno di Tabitha con Victor (Scott McCord) hanno più senso, dato che Miranda era la madre di Victor.

Cosa rivela la gravidanza di Fatima sui mostri

Fatima alla fine partorisce il mostro Smiley (Jamie McGuire), che ora è rinato dopo essere stato ucciso da Boyd nella seconda stagione. Questo rivela che i mostri non possono essere uccisi in modo permanente, il che si collega alle origini delle creature e al modo in cui i bambini sono stati uccisi. Victor ha detto in From – stagione 3, episodio 8, che i bambini sono stati uccisi nell’oscurità da persone che amavano e di cui si fidavano. Fatima aggiunge a questa spiegazione la sua nuova comprensione del fatto che i mostri di From hanno sacrificato i propri figli in cambio dell’immortalità.

Questa immortalità è il motivo per cui Smiley e gli altri mostri non possono essere uccisi in modo permanente. Fatima dice solo che “ha promesso ai mostri che sarebbero vissuti per sempre”, ma è probabile che si tratti di un riferimento all’Uomo con la tuta gialla. Sembra che sia il male originario al centro della Città, che ha usato l’offerta dell’immortalità per rendere immortali i mostri e far sì che eseguissero i suoi ordini. Tuttavia, se Tabitha e Jade riusciranno finalmente a salvare i bambini e a liberarli, questo potrebbe distruggere tutto ciò che l’Uomo in Tuta Gialla ha costruito.

Cosa significano “Anghkooey” e i numeri dell’albero delle bottiglie in From

Grazie a Jim, i numeri delle bottiglie si rivelano essere note musicali. Quando Jade si reca all’albero delle bottiglie e suona una canzone al violino basata su queste note musicali, i bambini “Anghkooey” riappaiono. È attraverso la canzone e la ricomparsa dei bambini che Tabitha e Jade si rendono conto che “Anghkooey” significa “ricordo”. I bambini e la canzone hanno lo scopo di aiutare Tabitha e Jade a ricordare il loro legame originario con la Città. Ricordano chi sono e tutte le vite passate che hanno vissuto nella Città, compreso il periodo in cui erano Miranda e Christopher.

Tutte le visioni e le scoperte di Tabitha e Jade le hanno portate a ricordare. Ora che ricordano chi sono e perché sono intrappolati nella Città, potrebbero essere in grado di cambiare finalmente le cose.

La spiegazione delle decisioni oscure prese da Boyd e Sara con Elgin

Nonostante il fantasma di Padre Khatri (Shaun Majumder) cerchi di dissuadere Boyd, quest’ultimo spacca la mano di Elgin con un martello. Prova a ragionare con Elgin, ma quando non funziona, la disperazione e la rabbia di Boyd prendono il sopravvento e si rifiuta di lasciare che la nuora soffra e muoia.

Sara lo fa perché tiene a Boyd, sa che è un brav’uomo e gli è grata per come si è preso cura di lei e le ha dato una seconda possibilità. Non vuole che Boyd sprofondi in profondità e lo risparmia con il suo metodo di tortura più brutale che fa parlare Elgin.

Il vero significato del finale di From – Stagione 3

Il finale della terza stagione di From parla in definitiva della natura ciclica del bene e del male. Tabitha e Jade sono rimaste bloccate in un tragico ciclo che non sono riuscite a spezzare. Anche il male della città è ciclico, con Smiley che rinasce mentre i mostri continuano il loro regno immortale di terrore. Invece di manipolare Sara per indurla a compiere azioni orribili in nome della libertà, ora è Elgin a essere manipolato e Sara deve tornare a sprofondare nella sua vecchia oscurità per fermarlo.

La scoperta di Tabitha e Jade deve davvero terrorizzare l’Uomo in abito giallo, che si fa notare e si scaglia contro Jim. Se da un lato questo costa la vita a Jim, dall’altro indica che alla fine il ciclo si spezzerà, i bambini saranno salvati e gli abitanti troveranno una via di ritorno prima che From finisca.

 

 

From – Stagione 2, spiegazione del finale: cosa è successo a Tabitha

Il finale della seconda stagione di From ha spiegato alcuni misteri cruciali sulla città centrale e si è concluso con un cliffhanger. Dopo lo scioccante finale di From, stagione 2, episodio 9, la serie riprende con Julie, Randall e Marielle in stato di coma, dove subiscono a intermittenza la tortura di entità invisibili. Nel frattempo, Tabitha e Jade si avventurano nella pericolosa foresta nel tentativo di trovare risposte sui bambini e sui simboli che appaiono nelle loro visioni. Mentre Boyd corre per “fermare la melodia”, il finale della seconda stagione di From porta diversi personaggi a scontrarsi con le forze sinistre della città.

Alla fine, Boyd distrugge il carillon e libera Randall, Julie e Marielle dai loro destini indicati dall’ossessionante filastrocca di From. Jade incontra il simbolo nei tunnel e vede visioni di bambini sdraiati sulle rocce che dicono “anghkooey,il che si collega alle visioni di Tabitha sui bambini che l’hanno condotta al faro. Gli ultimi momenti del finale della seconda stagione di From vedono Tabitha essere spinta fuori dal faro e risvegliarsi in un ospedale fuori dalla città, il che conferma una via di fuga per i residenti e crea un viaggio complesso per Tabitha per riunirsi alla sua famiglia intrappolata.

Spiegato il destino di Tabitha nel finale della seconda stagione di From

In un colpo di scena dell’ultimo minuto del finale della seconda stagione di From, Tabitha riesce a tornare a casa dopo essersi recata al faro. Quando Tabitha sale le scale della torre del faro e arriva in cima, viene accolta dal Ragazzo in Bianco, che si scusa prima di spingerla fuori dalla finestra di vetro. Tabitha si risveglia con dei graffi sul viso in un ospedale fuori città e i medici rivelano che era in coma dopo essere stata trovata su un sentiero escursionistico.

Una teoria è che tutti gli abitanti della città siano in coma a causa di un incidente stradale.

Sebbene non sia chiaro se la caduta di Tabitha dal faro significhi che è morta in città ma al sicuro fuori, ciò significa che i personaggi di From possono trovare con successo la strada di casa. Il risveglio di Tabitha dal coma potrebbe essere visto come una conferma delle bizzarre teorie della seconda stagione di From, secondo cui i personaggi della città sono in realtà in coma dopo un incidente stradale.

Questa interpretazione significherebbe che tutti i personaggi della seconda stagione di From sono in coma fuori dalla città, ma devono “morire” per risvegliarsi dall’altra parte. Tuttavia, ciò è altamente improbabile, poiché Tabitha è stata trovata da alcuni escursionisti su un sentiero senza che la sua famiglia o il camper fossero nelle vicinanze. Pertanto, la caduta di Tabitha dal faro è ciò che l’ha fatta tornare a casa da sola, e i graffi sul viso sono dovuti al vetro della finestra piuttosto che all’incidente del camper.

Il faro è un portale verso casa?

Nei flashback dell’infanzia di Victor della stagione 2, episodio 8, viene rivelato che sua madre si è recata al faro per cercare di trovare un modo per tornare a casa, mentre Tabitha ripete questa tattica 40 anni dopo. Anche se sembra che la madre di Victor sia morta prima di arrivare al faro, è stata chiamata dai bambini per trovare un portale verso il mondo esterno. I bambini sembrano sapere che il faro è un portale di casa, con il Ragazzo in Bianco che è il misterioso leader che guida gli abitanti intrappolati verso la sicurezza e la speranza.

Il finale della seconda stagione di From lascia intendere che il Ragazzo in Bianco ha già spinto altri personaggi fuori dal faro.

Prima di spingere Tabitha fuori dalla finestra del faro, il Ragazzo in Bianco le dice che gli dispiace e che è “l’unico modo”. Il finale della seconda stagione di From lascia intendere che il Ragazzo in Bianco ha già spinto altri personaggi fuori dal faro, scegliendo apparentemente Tabitha e la madre di Victor per il loro istinto materno. Il Ragazzo in Bianco ha già salvato o aiutato Victor, Ethan, Sara e Boyd, e sembra essere l’angelo custode della città.

Dal momento che Tabitha ha avuto visioni dei bambini e del faro nel corso della seconda stagione, il Ragazzo in Bianco potrebbe ritenere che lei sia la persona migliore da mandare a casa e da aiutare a salvare il resto degli abitanti della città.

La spiegazione dell’albero delle bottiglie e il suo legame con il faro

Frow - stagione 2

Dopo essere apparsi per la prima volta alla fine della stagione 1 di From, i personaggi tornano all’Albero della Bottiglia nel finale della stagione 2 di From, quando Victor spiega il suo vero scopo. Victor dice a Tabitha che l’Albero della Bottiglia è un albero speciale e lontano, ma invece di inviare le persone in luoghi casuali, trasporta solo coloro che vi entrano al faro. Non è ancora chiaro quale sia la funzione del faro per “Fromville”, visto che la comunità non può vederlo dalla città, ma sembra essere l’unico collegamento con il mondo esterno.

Il finale della seconda stagione di From non spiega cosa ci sia all’interno delle bottiglie appese all’albero o perché quell’albero specifico sia il trasporto del faro, ma potrebbe essere collegato a coloro che possono viaggiare al di fuori della città. Poiché le bottiglie sono presumibilmente piene di messaggi per il mondo esterno o per coloro che sono intrappolati all’interno della città, potrebbe esserci un “guardiano del faro” che mette i messaggi sull’albero per farli trovare ai residenti.

Come in alcune tradizioni reali, l’albero delle bottiglie potrebbe servire a intrappolare gli spiriti maligni e gli incubi. Le bottiglie potrebbero impedire agli incubi di raggiungere il faro e potenzialmente tenere il mondo esterno al sicuro dai misteriosi mostri di From.

Cosa significa la battuta “Anghkooey” di From

From mostri

I bambini nelle visioni di Tabitha hanno ripetuto spesso la parola “anghkooey”, che pronunciano anche quando lei sale le scale del faro e quando appaiono a Jade nei tunnel. Sfortunatamente, questa parola non ha una traduzione esatta, il che significa che probabilmente deriva da varie parole messe insieme o potrebbe essere un titolo fittizio. Si è ipotizzato che “anghkooey” sia parzialmente ispirato ad Ankou, una figura della mitologia celtica che personifica la morte e manda gli spiriti dei morti all’inferno.

Questo sarebbe certamente adatto ai temi della morte e del male di From, ma è più probabile che “anghkooey” abbia un significato originale legato alla storia inquietante dello show. Per esempio, “Anghkooey” potrebbe essere il nome di uno spirito o di una forza che sorveglia la città di From. La parola potrebbe anche provenire da una lingua esclusiva dello show, forse traducibile come qualcuno in grado di avere visioni, come Tabitha e Jade.

Dal momento che la parola viene pronunciata da Tabitha mentre cerca di salvare i bambini e di trovare una strada per tornare a casa, è anche possibile che “anghkooey” significhi salvatore, o che sia una persona profetizzata per aiutare la città e distruggere qualsiasi maledizione o male che tiene intrappolate le persone. Dal momento che questa parola viene pronunciata dai bambini anche in riferimento al simbolo, “anghkooey” è un altro mistero che la terza stagione di From deve risolvere.

La spiegazione dellaa visione di Jade del simbolo e la connessione con i bambini

from - stagione 2 simbolo finale

Dopo aver continuato a vedere il simbolo nei suoi sogni e aver capito che ha spinto un ex residente a compiere azioni orribili, Jade si reca finalmente nei tunnel per scoprirne il significato nel finale della seconda stagione di From. Durante il viaggio nei tunnel, Jade trova una strana radura con lastre di roccia e una luce che le illumina. Qualche istante dopo, Jade vede i bambini delle visioni di Tabitha sdraiati sulle rocce, che indicano il cielo e ripetono la parola “anghkooey”.

I bambini deformi visti sulle rocce suggeriscono che potrebbero essere stati sottoposti a esperimenti o rituali crudeli.

Jade alza lo sguardo e vede il simbolo fatto di radici di alberi giganti all’apertura di una grotta, ma il simbolo e i bambini scompaiono quando guarda indietro. Questo potrebbe significare che la luce si abbatte sul simbolo e lo proietta sulle rocce sottostanti, potenzialmente per una sorta di pratica rituale. I bambini deformi sulle rocce suggeriscono che potrebbero essere stati sottoposti a esperimenti crudeli o a rituali nella foresta che si collegano sia al faro che al simbolo nei tunnel.

È possibile che la visione di Jade del simbolo e dei bambini nel tunnel sia un ricordo del passato, simile alla visione di soldati arrabbiati della Guerra Civile. Dal momento che il finale della seconda stagione non mostra Jade uscire dal tunnel, il vero significato del simbolo e della sua allucinazione non troverà risposta fino alla prossima stagione.

Il vero significato dell’avvertimento di Abby a Boyd

Harold Perrineau in From
Foto di Photo Credit: Chris Reardon/Chris Reardon/Epix – © 2022 EPIX Entertainment LLC. All Rights Reserved.

Quando Boyd cerca di salvare Julie, Randall e Marielle dalle loro trance, appare una visione della sua defunta moglie Abby che gli dice che distruggere il carillon non porrà fine alle loro sofferenze. Piuttosto, la spettrale Abby afferma che i personaggi moriranno comunque urlando e che la distruzione del carillon non farà altro che ritardare la loro sofferenza. Abby dice che “Esso” sa che Boyd non lo ascolterà perché ha speranza, che è ciò che “alimenta la foresta”, non la paura.

La speranza è ciò che spinge i personaggi a sopportare le loro sofferenze e ad andare avanti invece di sottomettersi ai mali della foresta, che quindi produce altri incubi per combattere questo sentimento. L’avvertimento di Abby suggerisce che la speranza che i residenti riescano a tornare a casa un giorno è ciò che rende più forti le forze della città, quindi dovrebbe sottomettersi ai mali della foresta.

Le visioni di Abby sembrano essere tattiche delle forze soprannaturali per convincere Boyd a morire, in quanto è una delle maggiori fonti di speranza che i personaggi hanno. Abby rappresenta anche i conflitti di Boyd nel voler essere l’eroe, nel voler prevenire la sofferenza e nel voler redimere se stesso, cosa che realizza infondendo speranza negli altri. La speranza può essere ciò che rende i personaggi disposti a soffrire in città, ma è anche ciò che li libererà, come dimostra il finale della seconda stagione di Tabitha .

Cosa è successo a Julie, Randall e Marielle in From Stagione 2, Episodio 10

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Julie, Randall e Marielle sono stati posseduti in modo terrificante dai poteri soprannaturali della foresta e sono stati torturati mentre erano intrappolati nell’oscurità. Mentre i loro occhi si spengono e muoiono lentamente nei loro stati quasi catatonici, Boyd trova i loro corpi incatenati nell’edificio dell’inizio della stagione. Boyd usa una torcia per trasformare la radura in una caverna, anche se i suoi sforzi sono quasi vanificati dall’attacco di Reggie e dalle sue visioni di Abby.

Boyd si rifiuta di ascoltare, distruggendo il carillon e liberando Julie, Randall e Marielle. I tre personaggi sopravvivono alla fine della seconda stagione diFrom dopo che Boyd si redime e abbraccia la speranza da cui Abby lo mette in guardia.

Cosa succederà in From Stagione 3?

boyd e tabitha in From

MGM+ ha rinnovato la terza stagione di From grazie alla sua accoglienza positiva. La notizia migliore è che la terza stagione di Fear è in arrivo, con data di uscita 22 settembre 2024. È stato anche diffuso un trailer al Comic-Com di San Diego. Il trailer mostra che ci saranno molte tragedie: Boyd porta i cadaveri in città e gli viene detto che ha perso. Nel frattempo, Tabitha si risveglia in ospedale, senza sapere come salvare la sua famiglia.

Quando la gente inizia a dire che le cose stanno peggiorando, gli abitanti di Fromville iniziano a disperarsi. Nel frattempo, Tabitha cerca delle risposte e scopre che alcune persone potrebbero sapere più di quello che dicono. Per quanto spaventose fossero le prime due stagioni, il trailer fa sembrare questa ancora peggiore. Come ha detto una persona, morire non è la cosa peggiore che possa accadere. Il cast di ritorno è per lo più intatto (a parte i morti) e tutto sembra più intenso in vista dei nuovi episodi.

Come è stato accolto il finale della seconda stagione di From

Il punteggio complessivo della critica per le prime due stagioni di From è un impressionante 94% su Rotten Tomatoes. Anche il punteggio del pubblico è vicino, con l’86%. Sebbene la seconda stagione abbia subito un leggero calo, passando dal 96% al 92% della critica, è rimasta comunque molto apprezzata, rendendo la terza stagione una di quelle che fan e critici sembrano attendere con ansia. Parlando della seconda stagione, il critico di Slate David Whelan ha apprezzato il fatto che le risposte fossero limitate e che i problemi continuassero ad accumularsi.

“Ogni giorno c’è una nuova crisi da aggiungere alla lista; ogni giorno sembra che tutto questo sia già successo e continuerà a succedere… C’è sempre qualcosa di peggio in arrivo. Questo non è troppo lontano dalla condizione in cui si trovano gli abitanti di Fromville. Se il realismo è uno specchio che riflette il momento attuale dell’umanità, allora From si avvicina abbastanza al reale”.

La reazione del pubblico è stata ancora maggiore, soprattutto per i colpi di scena del finale della seconda stagione. Su Rotten Tomatoes, le reazioni hanno incluso spettatori che hanno detto: “L’ultimo episodio rende eccitati per il seguito, non vedo l’ora”,Ti fa indovinare e lascia cadere pezzi del grande puzzle ogni episodio” e “Che spettacolo misterioso da far cadere la mascella, altrettanto grande come la prima stagione”. Sembra che quando From tornerà con la terza stagione, molti fan saranno pronti a seguirlo ancora una volta.

Fringe, la spiegazione del finale: il mondo è stato salvato?

Fringe, la spiegazione del finale: il mondo è stato salvato?

Se c’è una serie strabiliante dell’era Lost della televisione di rete che dovreste assolutamente rivedere, è Fringe. Questa potente serie di mistero fantascientifico gioca con idee consolidate da tempo nei fumetti, ma che (all’epoca) raramente arrivavano in televisione.

Mutaforma meccanici, osservatori che viaggiano nel tempo e mondi paralleli erano solo la punta dell’iceberg di uno show così amabilmente bizzarro come Fringe, eppure ci ha sempre fatto credere nell’impossibile. Con Anna Torv nel ruolo dell’agente dell’FBI Olivia Dunham, Joshua Jackson nel ruolo di Peter Bishop e John Noble nel ruolo del Dr. Walter Bishop, la divisione Fringe affronta tutte le consuete stranezze fantascientifiche, ma come finirà?

Cosa succede nell’ultima stagione di Fringe?

Anche se non possiamo riassumere l’intera stagione di Fringe in questa sede, diciamo solo che la quarta stagione prende alcune strane pieghe che portano alla quinta e ultima stagione, in particolare con l’episodio “Lettere in transito”, che introduce Henrietta “Etta” Bishop (Georgina Haig), la futura figlia di Peter e Olivia.

L’episodio rivela anche che, nel futuro del 2036, gli Osservatori hanno preso il sopravvento in modo molto simile al 1984, e Etta e un gruppo di ribelli stanno cercando un modo per invertire la tendenza.

Ma anni prima, mentre stavano elaborando un piano per ripristinare la linea temporale, Walter, Peter, Olivia e Astrid (Jasika Nicole) si sono congelati nell’ambra, solo che Etta li ha trovati e liberati tutti tranne Olivia. La quinta stagione continua questa storia, con Olivia che viene ritrovata e si riunisce a Peter e alla loro figlia. Solo che questi momenti felici vengono rapidamente revocati.

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Nel bel mezzo di questa situazione, Etta viene uccisa dal capitano degli Osservatori Windmark (Michael Kopsa) mentre il gruppo è alla ricerca del piano segreto di Walter. Questo fa precipitare Peter in una spirale che lo porta a utilizzare la tecnologia degli Osservatori per perseguire la propria vendetta, diventando sempre più freddo e calcolatore.

Fortunatamente, Olivia lo tira fuori dal suo dolore e lo aiuta a riorientare i suoi sforzi per aiutare la squadra a fermare gli Osservatori una volta per tutte. Questo conduce la Divisione Fringe dell’O.G. a una figura misteriosa di nome Donald (Michael Cerveris), che in realtà è un September ormai umano, l’Osservatore originale che aiutò Walter decenni prima. Donald si rivela essere il padre di Michael (Rowan Longworth), un giovane Osservatore perso nel tempo che si dà il caso sia la chiave per salvare il mondo.

Il finale di serie in due parti di Fringe, “Liberty” e “An Enemy of Fate“, è andato in onda il 18 gennaio 2013. Per molti versi, si è trattato di una celebrazione del passato dello show prima di riscrivere il futuro. Tutto, dalla Terra alternativa con “Fauxlivia” e Lincoln Lee (Seth Gabel) a una serie di vecchi casi della Divisione Fringe, viene rivisitato qui nella battaglia finale contro gli Osservatori.

Naturalmente, alla fine i nostri eroi hanno la meglio e, sebbene i cattivi riescano a uccidere Donald/September, Walter porta Michael nel lontano futuro per impedire che l’invasione degli Osservatori avvenga. Grazie al suo eroismo, Olivia e Peter tornano nel 2015 senza alcun ricordo di questi eventi, dove la giovane Etta, così come tutti gli altri alleati come Nina Sharp (Blair Brown) e Phillip Broyles (Lance Reddick), è viva e vegeta. Come una famiglia felice, continuano a vivere le loro vite come se fossero normali.

Olivia e Peter trovano sempre la strada per tornare l’uno dall’altra in Fringe

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Il cuore di Fringe è sempre stato il rapporto tra Peter e Olivia. Sembrava che questi due fossero destinati a incontrarsi e a stare insieme, e la loro storia d’amore ha contribuito a mediare la pace tra due universi in guerra. Peter e Olivia si sono incontrati per la prima volta quando erano bambini e Olivia era sottoposta a esperimenti da parte di Walter nell’ambito della sperimentazione sul Cortexiphan, ma si sono incontrati ufficialmente solo nel “Pilot”.

Da lì, ci è voluto un po’ di tempo prima che i due iniziassero ufficialmente a frequentarsi, ma alla fine della quarta stagione si sono finalmente ritrovati, solo perché gli Osservatori si sono intromessi nella loro parata. Ma nonostante ciò, questi due hanno sempre superato ogni sfida grazie alla loro fiducia nell’altro, e questo vale anche in questo caso.

La quinta stagione mette Olivia e Peter di fronte alla loro crisi coniugale. A cavallo tra l’enorme salto temporale della quarta e della quinta stagione, i due si sono sposati e hanno dato alla luce una bambina. Sebbene Etta sia cresciuta senza i suoi genitori, quando li ritrova tutti si riuniscono e i tre si sentono quasi subito come un’unità.

Sfortunatamente, la morte di Etta ha messo fine a tutto questo, ma anche dopo, Peter e Olivia hanno trovato la strada per tornare l’uno dall’altra. Come ha notato una volta September, lo faranno sempre. Anche se si potrebbe obiettare che non riusciremo mai a vedere Olivia e Peter pienamente realizzati come coppia normale (e questo potrebbe essere vero fino a un certo punto), Fringe ci lascia con la speranza che questi due possano avere una vera vita insieme al di fuori degli orrori del mondo.

“An Enemy of Fate” si conclude con Olivia, Peter ed Etta tutti insieme, che vivono la loro vita nel modo più normale possibile. Possiamo supporre che Olivia sia ancora a capo della Divisione Fringe e che Peter faccia ancora da consulente in alcune occasioni, ma quello che vediamo qui è una famiglia nucleare che nessuno dei due aveva sperimentato in gioventù.

Ora possono fare alla figlia il regalo più grande che potessero farle: due genitori stabili che la amano e sono disposti a riscrivere letteralmente la storia per assicurarle un futuro. Per certi versi, Fringe è sempre stato questo, e concludere la serie in questo modo è la cosa più giusta.

Il tulipano bianco di Fringe simboleggia il perdono di Walter

fringe walter michael viaggio nel tempo

Naturalmente, l’unica cosa che manca in quei momenti finali è Walter stesso. John Noble interpreta Walter Bishop in tutti gli impressionanti 100 episodi di Fringe e c’è un motivo per cui Walter è forse il personaggio più riconoscibile della serie.

Il suo genio eccentrico, unito alla sua complessa storia e al rapporto con il figlio, è affascinante e Walter è uno di quei personaggi che non si può fare a meno di amare, anche se forse non si dovrebbe. Ma nonostante non compaia nei momenti finali della serie (ambientata nel 2015), la presenza di Walter si fa comunque sentire attraverso un pezzo di posta inviato a Peter. Nella busta non segnata c’è la semplice immagine di un tulipano bianco.

I fan di lunga data di Fringe riconosceranno il significato del tulipano per Walter. Peter e Olivia si sono incontrati per la prima volta in un campo di tulipani bianchi a Jacksonville, in Florida, ma la simbologia va ben oltre. Nell’episodio della seconda stagione, giustamente intitolato “Tulipano bianco“, Walter incontra un collega scienziato, Alistair Peck (Peter Weller), che sta usando il proprio corpo come macchina del tempo.

Ma quando Walter si confronta con Peck sulla sua arroganza nel rubare Peter da un altro mondo, rivela una verità sorprendente che diventa la base del finale della serie. Walter osserva che sta cercando un segno specifico del perdono di Dio nei suoi confronti, un tulipano bianco che appare fuori fiore. “Se Dio può perdonare me, forse è possibile che anche mio figlio possa perdonarmi“, spiega.

Negli ultimi istanti di “An Enemy of Fate“, Peter riceve l’immagine di un tulipano bianco e, sebbene possa essere un po’ confuso sul suo significato, i fan lo capiranno subito. Qualche episodio prima, Peter e Walter si sono finalmente riappacificati, portando all’ultimo saluto di Peter con il suo padre adottivo, che ora può chiamare “papà” invece di “Walter”.

Sapendo che il figlio lo ha perdonato, il suo viaggio nel futuro (per impedire la creazione degli Osservatori) funge da penitenza finale e riceve il perdono che cercava da tempo. Il tulipano bianco è il suo ultimo messaggio a Peter, che riconosce che Walter è finalmente in pace, ovunque si trovi.

Fringe è stato un precursore della televisione fantascientifica e avremmo voluto che ce ne fossero di più

Per molti versi, Fringe era una serie in anticipo sui tempi. Si tuffava settimanalmente in trame che oggi potrebbero passare un’intera stagione a sviscerare. Che si tratti di linee temporali alternative, mondi paralleli, superpoteri indotti da droghe o macchine complesse che riscrivono la realtà, Fringe, sotto molti aspetti, sembrava un fumetto in carne e ossa.

Non c’è quindi da stupirsi che sia pieno di piccoli cenni alla DC Comics in particolare. Purtroppo, la produzione dello show era un po’ troppo costosa. Non c’è quindi da stupirsi che, dopo quattro stagioni da 20 episodi, la quinta e ultima stagione di Fringe sia stata composta da soli 13 episodi.

Tuttavia, vale la pena di rivedere Fringe. Con 100 episodi pieni di storie eccitanti e sconvolgenti da raccontare (e con personaggi immensamente amabili), questo è uno di quegli show che resiste anche a distanza di un decennio. Francamente, potrebbe andare in onda oggi su una rete televisiva ed essere ancora bello come allora, il che è una forte testimonianza per coloro che sono stati coinvolti.

Forse un giorno torneremo a parlare con Peter, Olivia, Walter e la banda, ma se così non fosse, Fringe si è concluso su note altissime, e non sono molti gli show che possono dirlo al giorno d’oggi.

Fringe in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Fright Night: recensione del film con Colin Farrell

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Fright Night: recensione del film con Colin Farrell

Arriva al cinema Fright Night la commedia horror diretta da Craig Gillespie, con protagonisti Anton Yelchin e Colin Farrell e distribuito da Walt Disney Pictures Italia.

In Fright Night Charley Brewster (Anton Yelchin) è riuscito finalmente a diventare popolare dopo anni di anonimato: è ben inserito nella comitiva più in vista del quartiere e frequenta la ragazza più carina del liceo, tralasciando però il suo migliore amico Ed (Christopher Mintz-Plasse). Ma un giorno la sua stabilità viene minacciata dall’arrivo del suo nuovo vicino Jerry (Colin Farrell), all’apparenza un personaggio socievole e simpatico, ma che in realtà nasconde un segreto a cui nessuno è disposto a credere. Dopo aver osservato le sue abitudini Charley non ha dubbi: Jerry è un vampiro e le sue prede sono proprio loro, gli abitanti di quel piccolo quartiere alla periferia di Las Vegas.

Non trovando sostegno nelle persone a lui care decide di recarsi dal popolare illusionista Peter Vincent (David Tennant) che lo aiuterà guidandolo nello scontro con il vicino dai canini acuminati. Questa nuova trasposizione cinematografica della storia di Tom Holland segue sicuramente la scia positiva del film originale del 1985 anche grazie all’intervento di una sceneggiatrice come Marti Noxon, produttore esecutivo di Buffy – L’ammazzavampiri.

Il regista Craig Gillespie (Lars e una ragazza tutta sua) ha ben concepito questo suo nuovo lavoro. Pensato per essere visto in 3D, Gillespie padroneggia con efficacia questa nuova tecnologia donando profondità e definizione agli effetti tridimensionali, ma non rendendo mai tutto questo troppo invasivo per lo spettatore.

La scelta degli attori risulta nel complesso corretta, ma nel caso del vampiro Jerry, interpretato da Colin Farrell, questa appare ancora più convincente: il suo personaggio ben si sposa con quell’alone di mistero che porta con sé la figura dell’attore irlandese, il quale è però alternato con un’ironia pungente che fa del suo carattere un affascinante vicino di cui però non vorresti mai vedere la vera natura. Come nell’originale il ritmo narrativo varia spesso: comicità e paura vengono intrecciati con maestria ed è questo che fa di Fright Night un remake ben riuscito.

Friends: The Reunion, recensione dell’episodio speciale

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Friends: The Reunion, recensione dell’episodio speciale

Non c’era altro modo per raccontarla, come un ritrovo di vecchi amici che raccontano com’è stata la loro giovinezza condivisa ed è così che si è scelto di portare sullo schermo Friends: The Reunion. Niente Ross, Rachel, Monica, Chandler, Phoebe e Joey, nessun ritorno al Central Per o agli appartamenti di New York, sono stati invece Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, David Schwimmer, Matthew Perry e Matt LeBlanc a tornare sui set, a rileggere i copioni, a raccontare quel periodo incredibile della loro vita che è durato per tutta la messa in onda di Friends e li ha resi davvero come una famiglia di elezione, un circolo esclusivo che ha dato vita ad uno degli show più amati di sempre. 

L’operazione nostalgia non poteva essere confezionata meglio e sicuramente questo è uno dei pregi di questa attesissima Reunion che è disponibile su Sky e NOW, in Italia, dalle 9.00 del 27 maggio. La scelta dei produttori di mettere sullo stesso piano attori e fan, accompagnando entrambi sulla via dei ricordi rende l’intero episodio / documentario non solo divertente e commovente, ma anche interessante, alla luce delle rivelazioni inedite che escono fuori durante la conversazione con i sei protagonisti, seduti davanti a James Corden che interroga, chiede, domanda e suggerisce.

Naturalmente emozionanti sono i ritorni di altri personaggi simbolo della serie, come Janice / Maggie Wheeler e la sua inconfondibile e fastidiosissima risata, Mr. Heckles / Larry Hankin in vestaglia e broncio, Judy e Jack Geller / Christina Pickes e Elliott Gould che sono stati davvero come dei genitori per i giovanissimi protagonisti, preoccupandosi per loro nella maniera in cui solo un genitore può fare. Ma poi Tom Selleck, James Michael Tyler, Reese Whiterspoon e tanti altri volti che hanno impreziosito lo show; soltanto nei ricordi dei protagonisti compaiono nomi del calibro di Ben Stiller, Brad Pitt e Danny DeVito. 

Uno dei punti di forza di Friends: The Reunion è stato senza dubbio anche la scelta di raccogliere testimonianze trai fan della serie, personaggi noti e persone comuni hanno condiviso il loro legame con lo show: Malala Yousafzai ha raccontato che lo ha guardato al college e grazie allo show ha stretto amicizie immortali, David Beckham che ogni volta che è all’estero per lavoro, lontano dalla sua famiglia, guarda lo show per tirarsi su, Kit Harington che è un fan sfrenato, ma non solo volti noti. Sono state raccolte milioni di testimonianze, delle quali la puntata speciale mostra solo una piccola porzione, che raccontano di quanto la serie sia stata fondamentale, per superare la solitudine, per attraversare la depressione, per sentirsi a casa quando il mondo intorno è ostile, per tornare ad un gruppo di amici che davvero hanno fatto la differenza per tantissimi spettatori. 

Friends: The Reunion, una passeggiata sul viale dei ricordi

Sembra che il segreto di Friends fosse proprio questo, raccontare quella porzione di vita delle persone in cui gli amici sono la famiglia di elezione. Così è un po’ per tutti e così si arriva anche alla chiusura fisiologica del racconto e della serie: quando ognuno comincia ad avere una famiglia sua, è ora di lasciarsi, senza però mai dimenticarsi o perdersi di vista. Ed è così che è andata per gli interpreti di Ross, Rachel, Monica, Chandler, Phoebe e Joey, che nel corso di questi anni, non si sono mai persi di vista pur non ritrovandosi mai più tutti insieme nella stessa stanza. 

Trai momenti più divertenti proposti da Friends: The Reunion, c’è senza dubbio la riproposizione del quiz di conoscenza reciproca (l’episodio è La Scommessa, The One with the Embryos, che si conclude con i ragazzi che si scambiano l’appartamento) che rappresenta una delle vette dello show e che è stato riproposto in forma meta-narrativa. In questa occasione non solo c’è stata la possibilità di rivedere molti amici dello show, comparse e personaggi secondari, ma anche di andare a pescare tra gli episodi più divertenti in assoluto della serie, con il cast che ad un reading-table ha re-interpretato scene iconiche come quella del primo bacio tra Ross e Rachel e quella di Phoebe che scopre la relazione tra Monica e Chandler (chi ha seguito la serie originale in inglese, sente ancora l’eco di quel travolgente “My Eyes! My Eyes!” Di Lisa Kudrow!).

La vera e propria sorpresa, a fine speciale, è stato il fashion show, in cui hanno sfilato famosissimi fan della serie sotto gli occhi increduli di ospiti e protagonisti: da Cara Delevigne a Justin Bieber, i vip si sono prestati a far rivedere al pubblico l’abito da damigella di Rachel al matrimonio del suo ex, l’Armadillo dell’Hanukkah, lo Sputnik, i celeberrimi pantaloni di pelle di Ross!

Come già accennato in apertura, non poteva esserci scelta migliore di questa per riportare insieme gli AMICI che tutti abbiamo avuto (e che continuiamo ad avere), nessun modo più adeguato di questo per raccontare dove sono quei personaggi oggi: sono esattamente dove li abbiamo lasciati, sul pianerottolo, insieme ai gemelli di Monica e Chandler, mentre vanno a prendere un ultimo caffè insieme (“Dove’”), perché è lì che rimarranno per sempre.

Non ci interessa l’oggi di Ross, Rachel, Monica, Chandler, Phoebe e Joey, possiamo immaginare che siano andati avanti con le loro vite, ma quello che hanno dato l’uno agli altri e a tutti gli spettatori è racchiuso in quelle 236 puntate, in 10 stagioni ricche, divertenti e commoventi, ricordate con affetto e grandi sorrisi da tutti. La nostalgia regna sovrana, dunque, ma porta lacrime di gioia e onora il bello che tutti abbiamo vissuto.

Friends: The Reunion

Friends: The One With The Reunion, il fan-trailer del film reunion

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Si intitolerebbe The One With The Reunion l’immaginario film di Friends, con protagonisti i sei “eroi” che tra gli anni ’90 e i ’00 hanno rivoluzionato la sit-com per come la conosciamo oggi.

Smasher ha realizzato un fan trailer del (purtroppo) finto film in cui ritroviamo dopo alcuni anni Rachel, Monica, Phoebe, Ross, Chandler e Joey.

Il video sembra mostrarci delle vite un po’ allo sbaraglio, con Rachel di nuovo incinta, sembra di Ross, Monica e Chandler che si sono lasciati, Joey che finalmente ha successo come attore e Phoebe, con una improbabile carriera di alto profilo nel campo medico.

Il video è stato realizzato con un grandioso lavoro di mash-up, utilizzando scene da Cougar Town e Joey. Eccolo di seguito:

Friends è una sitcom statunitense creata da David Crane e Marta Kauffman, trasmessa sul network televisivo americano NBC dal 22 settembre 1994 al 6 maggio 2004; sono state realizzate in tutto dieci stagioni. La serie ruota attorno a un gruppo di sei amici a Manhattan, i ragazzi Ross (David Schwimmer), Chandler (Matthew Perry) e Joey (Matt LeBlanc), e le ragazze Rachel (Jennifer Aniston), Monica (Courteney Cox) e Phoebe (Lisa Kudrow).

Friends ha sempre ricevuto recensioni positive durante la sua messa in onda, diventando una delle più popolari serie televisive. La sitcom ricevette una candidatura agli Emmy Award, vincendo il premio come miglior commedia per l’ottava stagione, nel 2002. Lo show occupa il 21º posto nella classifica delle miglior serie commedia di tutti i tempi. Nel 1997 l’episodio Come due aragoste fu posizionato al 100º posto dalla rivista Guide TV nella classifica dei 100 episodi più belli nella storia della TV.

Friends: i momenti più divertenti dello show

Friends: i momenti più divertenti dello show

Era dal 2004, dal giorno della messa in onda dell’ultimo episodio della decima stagione, che i fan di Friends non vedevano l’ora di trovarsi di fronte ad un altro pezzetto delle storie di Rachel, Monica, Phoebe, Ross, Chandler e Joey. Quest’attesa potrebbe essere terminata, dal momento che disponibile su Sky e in streaming su NOW, dal 27 maggio c’è Friends: The Reunion, un episodio speciale in cui Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, David Schwimmer, Matthew Perry e Matt LeBlanc tornano insieme non per interpretare di nuovo i personaggi che li hanno resi famosi, ma per ricordare quei tempi, quella serie strepitosa, per rimettere in scena alcuni dei momenti migliori dello show, insomma per accompagnarci in una lunga discesa nei ricordi e nella nostalgia, con un occhio a questo presente così insolito che stiamo vivendo.

Ma qual è il modo migliore per prepararsi a questa divertentissima e attesa Reunion se non ripercorrere alcuni dei momenti più divertenti e iconici dell’intera serie? Ecco di seguito i 5 momenti più divertenti dello show.

Friends: The Reunion è disponibile su NOWIscriviti a due mesi a soli 9 euro guarda tutte le serie e molto di più.

Phoebe seduce Chandler – Stagione 5 Episodio 14

The One Where Everybody Finds Out, da noi Io so che tu sai che io lo so è uno degli episodi più divertenti in assoluto della serie, tanto’è che più avanti ci sarà un’altra scena tratta dallo stesso episodio. Si tratta della puntata in cui la relazione tra Chandler e Monica esce alla luce del sole. Fino a questo momento, solo Joey aveva scoperto la tresca trai due e aveva taciuto, ma una telefonata galeotta intercettata da Rachel mette la ragazza a parte del segreto. Dopo che anche Phoebe scopre della relazione (come vedremo, in modo rocambolesco), le due amiche decidono di mettere in difficoltà Chandler.

La bionda e intraprendente Phoebe mette a punto un piano di seduzione ai “danni” di Chandler che non ha intenzione di cedere perché è totalmente e perdutamente innamorato di Monica. Ma è proprio questo che mette anche il pubblico a conoscenza di una nozione importantissima: non solo Monica e Chandler hanno una storia, ma i due sono davvero innamorati, come Chandler stesso dichiara, esasperato dalle avance finte di Phoebe. È una scena assolutamente esilarante e la regina è lei, Lisa Kudrow.

Joey, Phoebe e il francese – Stagione 10 Episodio 13

Friends: Joey, Phoebe e il franceseSiamo alla fine dello show, la stagione 10, e il titolo della puntata è dedicato proprio a questa scena: The One Where Joey Speaks French, da noi Lezioni di francese. La carriera di attore di Joey è ad un punto morto, dopo i fasti di Days of Our Lives e l’attore decide di tentarle tutte, anche falsificando il suo curriculum, pur di riuscire ad ottenere un ruolo. Il problema è che se poi ti prendono perché nelle tue capacità c’è anche il parlare fluentemente il francese, ma in realtà non lo sai né leggere né parlare, allora le cose si fanno difficili.

Per fortuna di Joey, la sua più cara amica, Phoebe, parla fluentemente la lingua, e tenta di insegnarne i rudimenti al nostro. Il risultato è esilarante oltre che disastroso per il povero Joey che non riesce a spiccicare una parola di francese con il risultato che perde disastrosamente il ruolo. A cercare di metterci una pezza, a modo suo, interviene sempre Phoebe che, nei panni del suo alter ego Regina Falange, spiega al regista dello spettacolo di Joey che il ragazzo è in realtà ritardato e cerca di giustificarlo, dando il colpo di grazia agli spettatori in lacrime per le risate.

Sette! – Stagione 4 Episodio 11

FriendsThe One With the Phoebe’s Uterus, che da noi si chiama Regalo di Nozze, racconta di Phoebe che decide di “prestare” il suo utero al fratello e a sua moglie Alice come madre surrogata. Il grande gesto di generosità di Phoebe è perfettamente in character ma è anche una strategia degli showrunner per mettere in trama il fatto che Lisa Kudrow era rimasta incinta. Nonostante sia una storyline bellissima, non è certo il momento più divertente dell’episodio, il cui scettro va a Monica.

Chandler comincia ad uscire con l’ex di Joey e naturalmente si sente in competizione con l’amico da un punto di vista sessuale. Presto scopre che i suoi timori erano fondati e che in effetti Joey ci sapeva fare molto di più rispetto a lui (i due vivono nello stesso appartamento e hanno le camere da letto adiacenti…). Così, Chandler decide di andare dalle ragazze per farsi dare qualche consiglio. Monica, con Rachel a consulenza, offre a Chandler una rapida ma efficace lezione di anatomia che termina con una sequenza sempre più veloce di numeri, che indicano le zone erogene. Il risultato è assolutamente travolgente, mentre la reazione di Chandler è altrettanto impagabile, assolutamente stupito. Chi invece sarà eternamente grata alle due ragazze è la nuova fidanzata di Chandler, come dimostra la coda dell’episodio!

I miei occhi! – Stagione 5 Episodio 14

Come promesso siamo tornati ad un’altra scena dell’episodio The One Where Everybody Finds Out, Io so che tu sai che io lo so, una scena per la quale basta un fotogramma per sentire la voce di Lisa Kubrow che urla “i miei occhi! I miei occhi!”. Ci troviamo cronologicamente poco prima rispetto alla scena di seduzione descritta più su. Phoebe e Rachel sono nell’appartamento dell’uomo nudo (Ugly Naked Guy) che vive di fronte a Monica e che ha lasciato casa che a sua volta Ross spera di affittare.

Dalla finestre del nuovo appartamento, Phoebe riesce a vedere la vetrata di Monica e ad assistere a un estemporaneo scoppio di passione tra Chandler e Monica. La ragazza, non essendo al corrente della relazione trai due, comincia a urlare scompostamente e ad urlare come detto sopra. Una scena che non ha assolutamente rivali, se non quella che stiamo andando a descrivere di seguito e che occupa il gradino più alto del podio.

La scommessa – Stagione 4 Episodio 12

Friends

Si intitola The One With the Embryos in originale, perché in questa puntata Phoebe si fa impiantare gli embrioni fecondati del fratello e di sua moglie, tuttavia la traduzione italiana del titolo sceglie di porre l’accento sulla parte effettivamente più divertente dell’intero episodio, della stagione e secondo chi scrive anche della serie intera. A causa del fatto che Chick e Duck, la papera e il gallo domestici dei ragazzi, sono molto rumorosi svegliando le ragazze ad orari improbabili, Monica e Rachel coinvolgono Chandler e Joey in una lunga serie di scommesse che hanno come scopo quello di liberarsi dei pennuti, ma pian piano la posta in gioco si alza, fino a mettere in palio l’appartamento dalle pareti viola di Monica.

La sfida, attentamente strutturata da Ross, verte su domande personali reciproche, atte a saggiare la conoscenza reciproca e a far cadere l’avversario. Non stiamo qui a dire quante e quali siano le domande più assurde e lue risposte ancora più assurde al gioco, ma le ragazze vengono colte in fallo quando viene loro chiesto, per una sfida finale, quale sia il lavoro di Chandler Bing. Ignare della sua posizione, sono in difficoltà, fino a che Rachel non urla “è un traferitore!”. L’urlo di Monica e la sua voce che dice “that’s not even a word ! (Non è nemmeno una parola!)” Ancora riecheggia, inalterata nei corridoi degli studi televisivi e nelle orecchie dei fan di tutto il mondo. La perfezione.

Chissà se ne Friends: The Reunion (dal 27 maggio, disponibile su Sky e in streaming su NOW), non ci sia un riferimento a quella scena memorabile.

Friends: i migliori 30 episodi, classificati

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Friends: i migliori 30 episodi, classificati

Per 236 episodi, i personaggi di Friends sono stati una presenza fissa e rassicurante per il pubblico. Per coloro che hanno guardato la serie della NBC e si sono visti rispecchiati nei personaggi, per coloro che ricordano i propri vent’anni attraverso di loro o per coloro che hanno sperato di diventare un giorno come loro, lo show stesso è diventato il settimo amico del suo pubblico.

La disponibilità della serie in streaming ha permesso a molti spettatori di ripetere (più volte) la visione, mentre altri l’hanno scoperta durante la sua produzione e messa in onda. L’affetto che ancora oggi circonda la serie è davvero senza eguali. Per celebrare Friends e le persone che gli hanno dato vita, Variety ha selezionato (e classificato) i migliori 30 episodi della serie. Di seguito ecco l’elenco degli episodi:

Il distintivo da poliziotto

Friends Season 5, Episode 16
Friends Season 5, Episode 16 – Courtesy of Warner Bros. TV

Stagione 5, episodio 16 – Il poliziotto del titolo, Gary (interpretato da Michael Rapaport), si rivelerà un pessimo fidanzato per Phoebe (Lisa Kudrow) in un episodio successivo, quando sparerà a un uccello. Ma questo episodio racconta l’inizio della loro relazione, con il tipo di incontro che solo Phoebe può avere. Lei trova il suo distintivo da poliziotto nel cuscino del divano del Central Perk e lo usa per fingersi un agente, ma lui la scopre e la rintraccia. Il vero momento iconico di questo episodio, però, è quello in cui Ross (David Schwimmer) si rifiuta di pagare la tassa di consegna di un nuovo divano e chiede aiuto a Chandler (Matthew Perry) e Rachel (Jennifer Aniston) per portarlo su per le scale del suo condominio, facendo sì che “Pivot!” diventasse una parte cult della tv.

Vivere intensamente – Parte 1 e 2

Friends Season 1, Episodes 16 and 17
Friends Season 1, Episodes 16 and 17 – Courtesy of Warner Bros. TV

Stagione 1, episodi 16 e 17 – Facciamo finta che la sottotrama con Chandler che esce con la sua impiegata – che avrebbe dovuto licenziare – non sia accaduta, perché è problematica a diversi livelli. I punti che rendono questo blocco di episodi degno di nota in senso positivo sono tre: in primo luogo, gli sceneggiatori e i produttori hanno sfruttato in modo creativo il ruolo della Kudrow, che aveva interpretato anche una cameriera in “Mad About You”, facendo di questo personaggio la sorella gemella di Phoebe, per la quale Joey (Matt LeBlanc) prende una cotta, ma con la quale Phoebe non va d’accordo. Inoltre, Ross che impara a diventare padre grazie alla sua scimmia Marcel rende utile questa strana trama. Infine, è l’inizio della parata di grandi nomi in ruoli cameo quando George Clooney e Noah Wyle di “ER” sono ospiti nei panni di medici che vanno a un doppio appuntamento con Monica (Courteney Cox) e Rachel, che scambiano i nomi a causa di una truffa assicurativa e diventano sempre più meschine l’una con l’altra.

Torte a domicilio

Friends Season 7, Episode 11 – Courtesy of Warner Bros. TV

Stagione 7, episodio 11 – Questo episodio contiene molte lezioni importanti sul non abbandonare gli amici per un appuntamento e sul non aspettarsi di essere invitati a un matrimonio in cui si è andati a letto con lo sposo, ma ciò che lo rende davvero memorabile è vedere Rachel e Chandler litigare per una cheescake, al punto da mangiarla sul pavimento del corridoio. Joey che si imbatte in loro e non ci pensa due volte, estrae una forchetta dalla tasca e chiede cosa stanno mangiando è un vero colpo di genio.

Un rito per San Valentino

Friends Season 1, Episode 14
Friends Season 1, Episode 14 – Courtesy of Warner Bros. TV

Stagione 1, Episodio 14 – Un falò contro i fidanzati passati e un appuntamento al buio con Janice (Maggie Wheeler), cosa si può desiderare di più da una commedia? Le ragazze creano il suddetto falò nell’appartamento di Monica e Rachel, lamentandosi delle relazioni scadenti nelle loro vite (e della loro mancanza di piani in generale), mentre Joey trascina Chandler in un doppio appuntamento che nessuno dei due sapeva sarebbe stato con l’ex di Chandler, Janice. Anche Ross che sacrifica la sua notte d’amore per confortare la sua ex Carol (Jane Sibbett) quando Susan (Jessica Hecht) viene inaspettatamente chiamata al lavoro è un bel tocco di classe; è bello vedere quanto Ross possa essere dolce, dato che si infuria così spesso nelle stagioni successive.

Come poteva essere – Parte 1 e 2

Friends Season 6, Episodes 15 and 16
Friends Season 6, Episodes 15 and 16 – Courtesy of Warner Bros. TV

Stagione 6, episodi 15 e 16 – Gli episodi dell’universo alternativo possono essere delle belle evasioni, ma sono più soddisfacenti quando le relazioni tra i personaggi si susseguono, implicando un senso di fato o destino. È il caso di questo sguardo in due parti a cosa sarebbe successo se Joey non fosse stato licenziato da “Days of our Lives” (la prima volta), Rachel si fosse sposata, Monica non avesse mai perso peso e altro ancora. Phoebe che accetta un lavoro come agente di cambio è un po’ un’eccezione, nel senso che sembra così fuori dal personaggio che è difficile credere che sarebbe mai stata una vera opzione, ma il modo in cui lo show gioca con un accoppiamento Joey-Rachel all’inizio è una bella anticipazione di ciò che verrà più avanti, e il fatto che Chandler e Monica si mettano ancora insieme è ciò che rende questo più speciale.

Friends: 10 ruoli dei protagonisti oltre alla serie

Friends: 10 ruoli dei protagonisti oltre alla serie

Non c’è nessun altra serie tv la cui popolarità o il cui impatto sull’immaginario collettivo sia no paragonabili a quelli di Friends. Ancora oggi, nonostante sia trascorsi più di venticinque anni dalla fine dello show, il cast continua ad essere amato e seguito dai fan di tutto il mondo. Eppure Rachel, Monica, Phoebe, Ross, Chandler e Joey – o meglio, gli attori che li interpretano -, hanno dato prova di altre ottime performance durante la loro carriera.

Sia prima, durante che dopo la fine di Friends, i protagonisti dell’iconica sitcom statunitense sono stati protagonisti di film e o di altri show televisivi fantastici che meritano di essere ricordati. Ecco perché, di seguito, abbiamo raccolto – per ognuno dei membri del cast (incluse alcune celebri “guest star” ricorrenti) – i 10 migliori ruoli oltre Friends:

Matt LeBlanc – Episodes

Anni dopo la sua esperienza in Friends, Matt LeBlanc ha recitato nei panni di stesso nella serie Episodes, andanta in onda per cinque stagioni sul network Showtime dal 2011 al 2017. La serie segue le vicende di due sceneggiatori televisivi britannici, intenti a scrivere il remake statunitense di una loro celebre serie di successo, che però viene totalmente stravolto dalla produzione USA: Matt LeBlanc, che il pubblico vede ancora e soltanto come Joey, cerca di modificare lo show per meglio adattarlo alle sue caratteristiche. La serie è purtroppo inedita in Italia. 

Matthew Perry – The Ron Clark Story

Un insegnante dotato e resiliente inizia a lavorare presso una scuola pubblica di New York, insegnando ad un gruppo di giovani svantaggiati il ​​valore dell’educazione. Dopo le prime lotte, inizia a legare con i suoi studenti e li aiuta a superare i loro problemi personali. In quella che è sia una storia vera che un film di grande ispirazione, The Ron Clark Story mette in mostra le migliori capacità recitative che Matthew Perry ha da offrire. Siamo molto lontani dal sarcasmo tipico di Chandler, con Perry impegnato in una prova drammatica e commovente.

Tom Selleck – Tre scapoli e un bebè

Tre scapoli vivono insieme e non potrebbero essere più contenti del loro stile di vita da playboy incalliti, fino a quando una bambina abbandonata davanti la porta di casa non li costringe a rivedere le loro priorità. A poco a poco, i tre iniziano ad affezionarsi alla piccola e a mettere gradualmente in discussione le loro vite. Tom Selleck era già una grande star prima del ruolo di Richard Burke in Friends (ruolo ricoperto dalla seconda alla sesta stagione), e uno dei suoi film più popolari rimane sicuramente Tre scapoli e un bebé.

Cole Sprouse – Riverdale

La città di Riverdale sembra un posto tranquillo con persone normali, ma la vita di Archie Andrews è tutt’altro che semplice, dal momento che una serie di oscuri segreti iniziano lentamente a svelarsi. Con Archie e il suo gruppo di amici ben lungi dall’essere innocenti, una rete di inganni ruoterà costantemente intorno alle loro vite. È sorprendente quanti non sappiamo che l’attore che interpreta Jughead Jones nella serie, ossia Cole Sprouse, interpretava anche Ben, il figlio di Ross, in Friends. L’attore è poi diventato famoso per il ruolo di Cody Martin nelle serie Disney Zack e Cody al Grand Hotel. 

Lisa Kudrow: Romy & Michelle

Romy e Michelle sono amiche da sempre e vivono insieme a Los Angeles.Quando ricevono un invito per partecipare ad una riunione di ex compagni di scuola, si rendono conto di non aver concluso molto nella propria vita: così decidono di presentarsi mentendo su chi sono e cosa fanno realmente. Interpretato da Lisa Kudrow al fianco del premio Oscar Mira Sorvino, in Romy & Michelle i fan di Friends troveranno nel personaggio di Michele Weinberger molto della Phoebe Buffay che hanno amato per 10 lunghi anni.

Courteney Cox – Dirt

La fusione di due importanti riviste spinge il caporedattore, Lucy Spiller, a perseguire mezzi lontani da qualsiasi etica giornalistica per raccontare nuove storie. Una volta che la sua discesa nell’oscurità ha inizio, Lucy inizia lentamente ad accettare il caos che un certo tipo di stampa può generare. Distaccandosi totalmente dalla dolce (anche se nevrotica) natura di Monica, Courteney Cox si immerge totalmente in un ritratto estremamente coraggioso del mondo dei media. Ci sono un sacco di personaggi cattivi con ​​cui la sua Lucy deve scendere a patti, e la stessa sembra catturare nella sua personalità tanto le caratteristiche del protagonista quanto quelle dell’antagonista di turno. In un episodio di Dirt, andata in onda dal 2007 al 2008 per solo due stagioni, appare anche Jennifer Aniston.

Paul Rudd – Altruisti si diventa

Dopo una tragedia personale, Ben, un ex scrittore depresso, diventa il badante di un adolescente disabile. Dopo aver appreso che il ragazzo vuole compiere un viaggio prima della data prevista della sua morte, Ben decide di esaudire il suo desiderio. Lungo la strada, faranno la conoscenza di tanti personaggi e impareranno che la vera amicizia può arrivare in modi del tutto inaspettati. Una storia molto toccante sull’amore e sulla perdita, Altruisti si diventa è il film perfetto per chi è alla ricerca di emozioni autentiche, con un Paul Rudd (fidanzato e futuro marito di Phoebe nelle stagioni 9 e 10 di Friends) impegnato a porre rimedio ai suoi fallimenti passati davvero in splendida forma.

Anna Faris – Take Me Home Tonight

Una coppia di fratelli e sorelle si reca ad un party di lavoro con entrambi che nascondono segreti ai rispettivi partner. Mentre la festa continua, ognuno capirà qualcosa di più sulla propria vita dopo una serie di alcuni divertenti imprevisti. Anna Faris (che nell’ultima stagione di Friends ha interpretato la madre surrogata dei gemelli di Monica e Chandler) ha spesso interpretato la ragazza che rovina la sua vita e deve ricostruirla in qualche modo, e Take Me Home Tonight offre all’attrice la possibilità di aggirare un cliché e giocarci in maniera sorprendente. Nel film recita al fianco del suo ex marito Chris Pratt.

David Schwimmer – American Crime Story

Dedicata al caso O.J. Simpson, la prima stagione di American Crime Story drammatizza gli eventi che hanno portato al procedimento giudiziario nei confronti dell’ex giocatore di football americano. Anni dopo i fatti, lo show porta alla luce numerosi dettagli che lo spettatore potrebbe non conoscere. David Schwimmer è sempre stato considerato l’attore più versatile del cast di Friends, e non esiste un esempio migliore a sostegno di questa teoria della sua interpretazione dell’avvocato Robert Kardashian. 

Jennifer Aniston – Cake

Una donna gravemente depressa affronta il dolore cronico e le conseguenze della morte della sua migliore amica. Con la vita apparentemente non più degna di essere vissuta, Claire finisce per imbattersi in una serie di eventi casuali che ritarderanno la sua decisione di porre fine alla sua sofferenza. Il personaggio di Rachel ha avuto molti momenti melodrammatici in Friends, ma Jennifer Aniston non si è mai trovato a dare una voce al dolore e al tormento come ha fatto in Cake, film dalla forte carica emotivo, che elogia la speranza a massima di vita, senza evitare di mostrare i lati negativi della depressione.

Fonte: Screen Rant

Friends arriva al cinema per il 25° anniversario

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Friends arriva al cinema per il 25° anniversario

Il misterioso video pubblicato sulla pagina Facebook di TBS, il network di proprietà di Warner Bros., sembrava preannunciare l’arrivo di gradite sorprese per festeggiare il 25° anniversario della messa in onda del primo episodio di Friends, ricorrenza che cade il 22 settembre 2019. Così è stato, e dopo l’annuncio di una mostra a tema che si terrà a New York e dell’edizione speciale dei LEGO arriva un’altra gradita notizia: il 23 e 28 settembre e il 2 ottobre verranno proiettati dodici degli episodi più amati della sit-com in oltre 1,000 sale cinematografiche statunitensi.

La serie cult creata da David Crane e Marta Kauffman che vede protagonisti David SchwimmerCourteney CoxMatthew PerryLisa KudrowMatt LeBlanc e Jennifer Aniston rivivrà in questa occasione unica per i fan dove saranno proiettati non soltanto le puntate prescelte, ma anche diversi contenuti inediti, interviste al cast e scene dal dietro le quinte.

L’impatto culturale che Friends continua ad avere, 25 anni dopo la messa in onda del primo episodio, è sorprendente” ha dichiarato la presidente e capo marketing di Warner Bros. Television Group Lisa Gregorian in un comunicato ufficiale. “Si tratta di una vera testimonianza del genio di Marta Kauffman, David Crane, Kevin Bright e del cast ed è davvero bello vedere che la serie continua a riunire persone di tutte le età. Non potremmo essere più entusiasti di offrire questi episodi rimasterizzati digitalmente al cinema – per la prima volta in assoluto – affinché tutti i suoi fan più fedeli, insieme, in un’esperienza condivisa, possano godersi alcune delle loro scene preferite di Friends in modo nuovo“.

Friend request – la morte ha il tuo profilo: trailer e poster italiani

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Ecco il trailer italiano di Friend request – la morte ha il tuo profilo, il nuovo horror diretto da Simon Verhoeven con protagonisti Alycia Debnam-Carey, William Moseley, Connor Paolo, Brit Morgan, Sean Marquette, Brooke Markham, Liesl Ahlers.

Ecco il trailer e a seguire il poster del film:

https://www.youtube.com/watch?v=j73J__JKz6U&feature=youtu.be

FRIEND REQUEST

SINOSSI: Laura (Alycia Debnam-Carey) è una studentessa molto popolare e molto amata dai suoi amici, cosa facilmente deducibile anche dai suoi 800 amici su Facebook. Usa quotididianamente i social media per parlare con i suoi amici e condividere momenti di vita quotidiana. Un giorno riceve una richiesta di amiciizia da parte di una sconosciuta, Marina (Liesl Ahlers). Quando decide di accettarla, iniziano a morire i suoi amici, uno dopo l’altro, e le restano solo pochi giorni per risolvere l’enigma…

Il film arriverà nelle nostre sala a partire dal 9 giugno.

Friend request – la morte ha il tuo profilo: due clip italiane

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Friend request – la morte ha il tuo profilo: due clip italiane

Ecco due clip italiane di Friend request – la morte ha il tuo profilo, il nuovo horror diretto da Simon Verhoeven con protagonisti Alycia Debnam-Carey, William Moseley, Connor Paolo, Brit Morgan, Sean Marquette, Brooke Markham, Liesl Ahlers.

A seguito le clip del film:

Friend request – la morte ha il tuo profilo: trailer e poster italiani

FRIEND REQUESTSINOSSI: Laura (Alycia Debnam-Carey) è una studentessa molto popolare e molto amata dai suoi amici, cosa facilmente deducibile anche dai suoi 800 amici su Facebook. Usa quotididianamente i social media per parlare con i suoi amici e condividere momenti di vita quotidiana. Un giorno riceve una richiesta di amiciizia da parte di una sconosciuta, Marina (Liesl Ahlers). Quando decide di accettarla, iniziano a morire i suoi amici, uno dopo l’altro, e le restano solo pochi giorni per risolvere l’enigma…

Il film arriverà nelle nostre sala a partire dal 9 giugno.

Frida. Viva la vida: il docu-film con Asia Argento

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Frida. Viva la vida: il docu-film con Asia Argento

Frida. Viva la vida il docu-film dedicato alla rivoluzionaria artista messicana presentato oggi al 37° Torino Film Festival – Sezione Festa Mobile e nelle sale italiane solo il 25, 26 e 27 novembre.  

A condurre lo spettatore alla scoperta dei due volti della pittrice, seguendo un fil rouge costituito dalle lettere, i diari e le confessioni private di Frida, l’attrice e regista Asia Argento.

FRIDA. VIVA LA VIDA: trailer

 

Frida Kahlo è l’artista che più di ogni altra è riuscita a costruire una potente autobiografia per immagini, capace di raccontare con intensità la sua storia: il dolore fisico, il dramma dell’amore tradito e degli aborti, l’impegno politico. Frida è diventata, dopo la sua morte, un’icona pop in grado di raccogliere centinaia di migliaia di visitatori nelle mostre a lei dedicate e di ispirare libri, fumetti, canzoni, film e persino sfilate di moda.

Ma chi era davvero Frida? E quanta energia e vitalità sprigionano le sue tele anche quando raccontano il dolore e la sofferenza?

FRIDA. VIVA LA VIDA, il docu-film diretto da Giovanni Troilo,  prodotto da Ballandi Arts  e Nexo Digital, in collaborazione con Sky Arte, propone un viaggio in sei capitoli alla ricerca di Frida, nel cuore del Messico, tra cactus, scimmie, cervi e pappagalli, alternando interviste esclusive, documenti d’epoca, ricostruzioni suggestive e opere della stessa Kahlo, tra cui gli autoritratti più celebri (da quello con Diego Rivera del 1931 alle Due Frida del 1939, da La colonna spezzata del 1944 al Cervo ferito del 1946).

FRIDA. VIVA LA VIDA, la trama

Il film documentario mette in luce le due anime di Frida Kahlo (1907-1954): da una parte l’icona, simbolo del femminismo contemporaneo, dall’altra l’artista libera nonostante le costrizioni di un corpo martoriato. Colpita dalla poliomielite a sei anni e vittima di un incidente stradale che la lascerà invalida a diciotto, Frida convisse sempre con dolori atroci che la perseguitarono fino alla morte. Ciononostante, grazie alla sua pittura ma anche ai suoi scritti, al suo modo di vestire, al suo stile inconfondibile, nel corso degli anni la Kahlo è diventata un modello di riferimento capace di influenzare artisti, musicisti, stilisti. La sua importanza ha superato perfino la sua grandezza grazie all’intensità e la determinazione con cui ha affrontato una vita segnata dalla sofferenza. Il dolore, pur essendo materia essenziale del suo lavoro, non basta infatti a spiegare le ragioni di un’affermazione tanto estesa e unanime: nelle opere di Frida c’è un legame perenne anche con la forza interiore e l’amore, con l’energia vitale della sua terra e dei suoi colori.

Sarà l’attrice e regista Asia Argento a condurre lo spettatore alla scoperta dei due volti della pittrice, seguendo un fil rouge costituito dalle parole della stessa Frida: lettere, diari e confessioni private. Lo spettatore scoprirà come l’opera della pittrice affondi le sue radici nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, oltre che nell’arte e nell’impegno di uomini del suo tempo, dal compagno di una vita, Diego Rivera, a Trotsky. Del resto, dopo la rivoluzione del 1910, il Messico aveva provato a riscoprire le proprie origini attraverso l’iconografia pre-colombiana in cui anche Frida esplorò l’identità degli opposti: dolore e piacere, tenebre e luce, luna e sole, la vita nella morte e la morte nella vita. Ripercorrere la vita di Frida Kahlo significherà così cercare il punto di contatto tra la sofferenza delle vicende biografiche e l’amore incondizionato per l’arte.

Nel documentario sarà possibile vedere per la prima volta fotografie, vestiti e altri oggetti personali di Frida conservati negli archivi del Museo Frida Kahlo normalmente non accessibili al pubblico, oltre alle stampe originali delle fotografie scattate da Graciela Iturbide durante l’apertura del bagno di Frida nel 2004.

Ci saranno poi le testimonianze e gli interventi di esperti e artisti: Hilda Trujillo, che dal 2002 dirige il Museo Frida Kahlo, uno dei tre musei più visitati di Città del Messico che sorge nella Casa Azul che fu dimora della pittrice, e il Museo Anahuacalli; la fotografa messicana Graciela Iturbide; il muratore e operaio Alfredo Vilchis, divenuto artista quasi per caso dipingendo miniature; la fotografa Cristina Kahlo, pronipote di Frida; l’insegnate d’arte del Wellesley College e curatore aggiunto di arte latinoamericana al Davis Museum James Oles; Carlos Phillips, amministratore delegato del Museo Frida Kahlo, dell’Anahuacalli di Diego Rivera e del Museo Dolores Olmedo; la ballerina Laura Vargas.

Frida Kahlo – un documentario della regista ALI RAY, al cinema il 22, 23 e 24 novembre

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Arriva al cinema la collana ART ICONS, una serie di film documentari sulle icone indiscusse del mondo dell’arte, che grazie ad Adler Entertainment arriveranno sul grande schermo con tre imperdibili film evento, che vedranno protagoniste altrettante personalità illustri del panorama artistico: tre autentiche icone pop del mondo dell’arte che hanno fatto la Storia, amate e conosciute in tutto il mondo.

Il primo appuntamento sarà il 22, 23 e 24 novembre con “FRIDA KAHLO” della regista Ali Ray, il film definitivo sulla vita e la produzione artistica della celebre artista messicana, autentica icona mondiale, realizzato interamente nella famosa Casa Azul (Casa Blu) a Coyoacán, sobborgo di Città del Messico.

Creato in collaborazione con esperti di fama mondiale che conoscevano personalmente Frida Kahlo, insieme a coloro che hanno studiato e curato il suo lavoro, il film mostra un insieme di interviste, commenti e una dettagliata esplorazione della sua arte: un vero e proprio tesoro di colori e un’esplosione di vivacità.

Il film “FRIDA KAHLO” offre un accesso privilegiato, personale e intimo alle sue opere e mette in evidenza la fonte della sua febbrile creatività, la sua resilienza e la sua ineguagliabile passione per la vita, la politica, gli uomini e le donne. Scavando più a fondo di quanto qualsiasi film abbia mai fatto finora ed esplorando la grandiosità di quest’artista, alla scoperta della vera Frida Kahlo.

Freya Allan: 10 cose che non sai sull’attrice

Freya Allan: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Freya Allan è un volto ancora tutto da scoprire, ma che sarà tra i protagonisti dell’attesa serie The Witcher. Grazie a questa avrà certamente modo di farsi notare, ponendo un nuovo tassello nella costruzione della sua carriera. Già apparsa in televisione, l’attrice ha appena iniziato a mostrare quello che è un talento pronto a maturare con il tempo.

Ecco 10 cose che non sai su Freya Allan.

Freya Allan: i suoi film e le serie TV

1. È celebre per i ruoli televisivi. L’attrice debutta sul piccolo schermo con la serie Into the Badlands (2018), per poi recitare anche in The War of the Worlds (2019). A fine 2019 esordirà nel suo primo ruoli di rilievo nella serie The Witcher, per poi recitare anche nell’attesa serie The Third Day, prevista per il 2019.

2. Debutterà anche al cinema. L’attrice non ha ancora compiuto un debutto cinematografico, che avverrà tuttavia nel 2020 con il film Gunpowder Milkshake, narrante di un team di serial killer composto da madre e figlia. Nel film l’attrice reciterà accanto a Karen Gillan e Carla Gugino.

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Freya Allan è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 65,6 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere sue fotografie ma anche scatti realizzati in momenti di svago. Non mancano tuttavia anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Freya Allan e Hanry Cavill

4. Reciterà accanto all’attore di Superman. L’attrice avrà un ruolo di rilievo nella serie The Witcher, dove reciterà accanto all’attore Hanry Cavill, celebre per aver interpretato il personaggio di Superman nei film L’uomo d’acciaio, Batman v Superman e Justice League.

Freya Allan è Ciri in The Witcher

5. Interpreta una principessa. Nella serie tratta dai libri di Andrzej Sapkowski, l’attrice interpreta il personaggio di Ciri, una principessa minuta, bionda ed etera, che si troverà a stretto contatto con Gerald, il protagonista della serie. Durante la serie il suo personaggio cambierà profondamente, prendendo coscienza del pericoloso mondo circostante.

6. Non si è preparata troppo al ruolo. Per mantenere un certo grado di spontaneità l’attrice non ha condotto un gran lavoro di ricerca, preferendo invece affidarsi alla sceneggiatura. La Allan avvertiva infatti un buon parallelismo tra sé stessa e il personaggio, preferendo dunque non costruire qualcosa lontano da sé.

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Freya Allan e Anya Chalotra

7. Reciterà insieme ad un’altra attrice emergente. Nella serie The Witcher l’attrice si troverà a relazionarsi anche con l’attrice Anya Chalotra, la quale ricoprirà il ruolo di Yennefer, una maga testarda e i costante battaglia con sé stessa.

Freya Allan in Into the Badlands

8. Ha debuttato in una serie d’avventura. Nel 2018 l’attrice ottiene il suo primo ruolo televisivo recitando nel ruolo della giovane Minerva nella serie Into the Badlands, precisamente nell’episodio 5 della terza stagione, intitolato Chapter XXI: Carry Tiger to Mountain.

Freya Allan a Lucca

9. È stata ospite al Lucca Comics. Nel 2019 l’attrice è stata tra gli ospiti della nota fiera dedicata al fumetto, all’animazione e all’immaginario fantasy e fantascientifico. In questo contesto l’attrice ha presentato in anteprima alcuni contenuti della serie The Witcher, disponibile su Netflix a partire dal 20 dicembre sulla piattaforma.

Freya Allan età e altezza

10. Freya Allan è nata il 6 settembre 2001, a Oxdfordshire, in Inghilterra. L’altezza complessiva dell’attrice è di 160 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Freya Allan dice di “sentirsi una Ciri diversa” nella quarta stagione di The Witcher

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Durante un’intervista con Collider presso la media suite del Comic-Con di San Diego, a sostegno di Il Regno del Pianeta delle scimmie, Freya Allan ha fatto luce sull’impressionante trasformazione di Ciri che è stata segnalata per la quarta stagione di The Witcher. Due settimane fa, si diceva che la produzione era in pieno svolgimento e che il personaggio della Allan, Ciri, aveva subito un massiccio cambiamento nei capelli, nel trucco e nel costume. Ora, grazie a una chiacchierata con Collider, Allan ha offerto un emozionante aggiornamento su questa trasformazione, rivelando:

“In realtà non avete ancora visto che avrà anche nuovi capelli e un nuovo trucco, e penso che quando lo vedrete, sarà molto simile al gioco. Quindi, credo che anche questo legherà il tutto. Ma credo che si sia trattato essenzialmente di ottenere un mix tra i libri e il gioco. Sono stata molto coinvolta nel costume e volevo che fosse un po’ un mix di entrambi, in modo che i fan potessero avere questa sensazione. Nel momento in cui indosso il costume, i nuovi capelli e il trucco, mi sento una Ciri diversa. È così divertente. Non l’abbiamo mai vista così e quindi sono davvero entusiasta di vedere cosa succede. È divertente”.

Il cambiamento nell’aspetto di Ciri è cruciale per la sua evoluzione nel romanzo

Come Allan ha accennato nella sua risposta a Nemiroff, trovare un equilibrio tra l’evoluzione del suo personaggio nei libri e nel gioco sarà fondamentale per la serie televisiva. Nel libro, Ciri e i Ratti, per un breve periodo, conquistano un negozio di tatuaggi. Questo ispira la partner romantica di Ciri, Mistle, a farsi tatuare una rosa nell’interno coscia, provocando una risposta simile da parte di Ciri.

Questo simboleggia un cambiamento importante nell’arco generale di Ciri, qualcosa che la serie vorrà replicare, almeno a livello tonale. La quarta stagione di The Witcher promette molte sorprese, non solo per l’evoluzione dell’aspetto di Ciri, ma anche per il ritorno di Liam Hemsworth nel ruolo di Geralt. La data di uscita della quarta stagione di The Witcher non è ancora stata annunciata, ma è possibile recuperare tutte le stagioni precedenti su Netflix.

Freud – L’Ultima Analisi, recensione del film con Anthony Hopkins

Freud – L’Ultima Analisi, nelle sale italiane dal 28 novembre, è un dramma filosofico ed emotivo che immagina un possibile incontro tra due illustri personaggi: Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, e C.S. Lewis, l’apologeta cristiano universalmente noto come autore della saga Le cronache di Narnia. Basato sull’opera teatrale di Mark St. Germain (a sua volta ispirata al libro La questione di Dio di Armand Nicholi), il film diretto da Matt Brown esplora questo probabile incontro, intrecciando i dilemmi esistenziali di entrambi i personaggi con frammenti della loro vita personale. Con un cast guidato da Anthony Hopkins nel ruolo di Freud e Matthew Goode in quello di Lewis, la pellicola prende in esame tematiche come fede, sofferenza e natura umana in un momento critico: poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Il padre della psicoanalisi da una nuova prospettiva

Sigmund Freud è stato oggetto di molteplici rappresentazioni cinematografiche e televisive, da drammi biografici a interpretazioni romanzate. In Freud (1962), diretto da John Huston, il giovane medico (interpretato da Montgomery Clift) lotta per affermare le sue rivoluzionarie idee psicoanalitiche in una società che lo rifiuta. Al contrario, Il diario segreto di Sigmund Freud (1984) è una satira irriverente sui biopic e sulla psicoanalisi con Bud Cort; infine A Dangerous Method (2011) di David Cronenberg esplora i conflitti teorici ed emotivi tra Freud (Viggo Mortensen) e Carl Jung (Michael Fassbender), mostrando Freud come una figura rigida, intrappolata dal peso della sua stessa creazione.

In Freud – L’Ultima Analisi, troviamo il padre della psicoanalisi negli ultimi mesi della sua vita, esiliato a Londra nel 1939, nel bel mezzo della guerra imminente e malato terminale di cancro. Anthony Hopkins ci mostra un Freud fisicamente indebolito ma intellettualmente feroce: dipendente dalle sigarette, nonostante la malattia, e dalla morfina per alleviare il dolore, affronta una profonda crisi esistenziale, esacerbata dalla brutalità della guerra e dalla sua disillusione nei confronti dell’umanità dopo gli orrori della Prima Guerra Mondiale (che lo portarono alla stesura di Al di là del principio di piacere e a sviluppare la teoria di Eros e Thanatos).

Il rapporto con la figlia Anna (Liv Lisa Fries) aggiunge una dimensione emotiva fondamentale alla storia: proprio questa è stata una figura di grande importanza nella sua vita, sia personale che professionale. Il film affronta in modo sottile il lesbismo di Anna e la sua dipendenza emotiva da Freud, che l’ha protetta ma anche controllata in molti modi. Fries cattura infatti abilmente la tensione tra la devozione filiale e il desiderio di indipendenza, dando vita a un’Anna che, sebbene secondaria nella storia, ha un profondo impatto sul Freud più anziano.

Le performance sono il punto di forza di Freud – l’ultima analisi

Così come il film e il romanzo La soluzione dei sette per cento (1976) si concentravano sull’incontro e lo scambio intellettuale tra Sigmund Freud (Alan Arkin) e il detective immaginario Sherlock Holmes (Nicol Williamson), il cuore de L’ultima seduta di Freud è il duello filosofico e teologico tra Freud e C.S. Lewis. L’autore de Le Cronache di Narnia, noto per la sua fervente difesa del cristianesimo, entra in scena come un uomo introspettivo ma sicuro della sua fede, contrapposto a un Freud ateo, sarcastico e amaro. Ciò che affascina di questo film è proprio il modo in cui i due personaggi si scontrano coi loro punti di vista sulla sofferenza, sulla fede e sull’esistenza umana.

Il ritratto di Hopkins di Freud non è solo quello di un uomo negli ultimi giorni della sua vita, ma di una mente brillante che lotta con la fragilità fisica e la disperazione. L’interprete coglie ogni sfumatura del dolore fisico ed emotivo di Freud, facendo sentire al pubblico la tragedia di un uomo che ha visto e analizzato tutto, ma che ancora non riesce a trovare risposte soddisfacenti alla sofferenza umana. D’altra parte Matthew Goode, nel ruolo di Lewis, offre un perfetto contrasto con l’intensità di Hopkins, bilanciando l’intelligenza emotiva del suo personaggio con una calma che contrasta efficacemente con il sarcasmo pungente di Freud. Dal canto suo, Liv Lisa Fries nel ruolo di Anna Freud riflette la tensione di una figlia che si prende cura del padre e allo stesso tempo affronta le proprie lotte interne.

Anthony Hopkins in una scena di Freud - L'ultima analisi
Anthony Hopkins in una scena di Freud – L’ultima analisi – Courtesy of Sony Pictures Classics / Sabrina Lantos

Un dialogo impenetrabile?

Oscuro, criptico e complesso: questo è Freud – L’Ultima Analisi, che vuole avviare una profonda riflessione sul nostro rapporto con la realtà, sull’esistenza di Dio e sul bisogno umano di comprendere ciò che ci accade. La forma che assume è quella di un confronto tra due visioni del mondo antagoniste: un susseguirsi di insiemi dialettici in uno scontro di idee che rivela le contraddizioni di entrambi i punti di vista, i loro punti di forza e di debolezza in un appassionato tango di manifestazioni incrociate. Tuttavia, il duello dialettico non riesce mai ad assorbirci del tutto, e la premessa risuona come più brillante del risultato finale.

In linea con la tesi centrale discussa dai due personaggi (la giustificazione dell’esistenza di Dio attraverso l’esistenza di Satana) troviamo la fotografia molto cupa di Ben Smithard (The Father), che ci porta a “intuire” l’imminenza della prossima grande guerra che avrebbe devastato l’Europa. Tutto sembra confermare che il male si sarebbe scatenato di nuovo, indipendentemente dalla natura che gli viene attribuita: divina o puramente umana, dunque, non sorprende che venga ritratto come una minaccia inquietante sullo sfondo (anche se, forse, un po’ troppo insistentemente). Il film passa così dall’intimo al globale, sottolineando che tutto è collegato e che non esiste un solo modo giusto di capire le cose: siamo esseri intricati in un mondo intricato che abbiamo creato a nostra immagine e somiglianza.

Freud – L’ultima analisi: alla scoperta della verità con C.S. Lewis e Sigmund Freud

Così recita l’ultima battuta de Freud – L’ultima analisi, una citazione reale del famoso psicoanalista Sigmund Freud, interpretata nel nuovo film con Anthony Hopkins accanto all’interpretazione di Matthew Goode, l’apologeta cristiano C.S. Lewis. Freud, ateo convinto, viene presentato in uno scenario fittizio, invitando Lewis nella sua residenza di Londra per discutere dell’esistenza di Dio e di altre questioni filosofiche. Sebbene Freud e Lewis non si siano mai incontrati, le loro idee erano spesso diametralmente opposte e Freud – L’ultima analisi (la nostra recensione) ipotizza come avrebbero interagito se avessero avuto la possibilità di discuterne.

Il regista Matt Brown (L’uomo che sconfisse l’infinito) condivide il credito di scrittura con Mark St. Germain, che ha scritto l’omonima pièce teatrale, presentata per la prima volta nel 2009 e che ha avuto un successo off-Broadway a New York nel 2010. L’opera è basata sul libro La questione di Dio (2003) dello psichiatra Armand Nicholi. Nicholi ha tenuto un corso ad Harvard confrontando le filosofie di Freud e Lewis, sia sul tema di Dio che su altri argomenti, come la sessualità umana e il vero significato dell’esistenza.

Le loro divergenze sono riportate in modo vivido in Freud – L’ultima analisi, dove le due grandi menti discutono appassionatamente sullo sfondo dell’alba della Seconda guerra mondiale. Ambientata nel 1939, poco prima dell’inizio ufficiale della guerra e meno di un mese prima della morte per suicidio di Freud, la storia si svolge quasi esclusivamente nella confortevole casa di Freud. Ebreo austriaco, Freud fu costretto a fuggire dall’Olocausto con la figlia, anch’essa psicoanalista. Questo portò i Freud a Londra durante la lunga permanenza di Lewis come donatore a Oxford. Pertanto, l’ipotetico incontro potrebbe tecnicamente essere avvenuto, anche se non ci sono prove che sia accaduto. Il film sostiene, in una scheda di chiusura, che Freud si incontrò davvero con un don di Oxford nelle ultime settimane della sua vita, ma, come ammette la scheda stessa, “non sapremo mai se si trattava di C.S. Lewis”.

Il film Freud – L’ultima analisi ritrae Freud e Lewis con notevole autenticità

Freud - L'ultima analisi
Cortesia di Adler Entertainment

Nonostante la natura fittizia della premessa della storia, il film Freud – L’ultima analisi ritrae Freud e Lewis con notevole autenticità. Al pubblico vengono mostrate le sconcertanti tendenze sessuali di Freud, la complicata relazione con la figlia lesbica e la sua pretenziosa messa in ridicolo della religione. Lo stress post-traumatico di Lewis per il servizio prestato nella Prima Guerra Mondiale, il persistente razionalismo fino all’ossessione e la perenne lotta con il problema del male vengono messi a nudo. Sebbene queste caratteristiche siano spesso drammatizzate per ottenere il massimo impatto sul pubblico, come accade in ogni biopic, la fedeltà di Brown alle vite reali di questi uomini è ammirevole, in quanto fa scendere questi luminari dei rispettivi campi dai piedistalli su cui i posteri li hanno collocati e li costringe ad affrontare i loro demoni, cercando al contempo di sostenere al meglio le loro posizioni.

Coloro che si avvicinano a questa battaglia di cervelli aspettandosi di vedere la propria “parte” uscire vincitrice devono essere avvertiti: Questo non è un film che vi dirà che la vostra visione del mondo è giusta. Gli atei che si aspettano un pestaggio da parte di Sigmund Freud rimarranno delusi nel constatare che Lewis, pur avendo a disposizione un numero inferiore di battute, tende ad occupare un posto di rilievo dal punto di vista razionale rispetto alla derisione moraleggiante di Freud e alla sua dipendenza emotiva dall’ateismo per difendersi dalle proprie paure. Allo stesso modo, anche i membri del pubblico cristiano non troveranno nel film un sermone di stile God’s Not Dead, che si fa strada a sproposito, a favore del punto di vista di Lewis. Piuttosto che un’apologia di Freud o di Lewis, Freud – L’ultima analisi lascia semplicemente che le figure storiche parlino da sole, spesso utilizzando le loro citazioni reali come dialogo. Ciò è particolarmente evidente quando Lewis lotta per articolare idee che sarebbero state esplorate più a fondo in opere che il don doveva ancora pubblicare, come Il problema del dolore e Mere Christianity.

Il finale del film spiegato

I protagonisti di Freud - L'ultima analisi (2023)
I protagonisti di Freud – L’ultima analisi -Courtesy of Sony Pictures Classics / Sabrina Lantos

Un altro esempio lampante è la battuta finale del film, letta da Hopkins in una voce fuori campo mentre Lewis parte in treno: “Di errore in errore, si scopre l’intera verità”. È questa battuta che rafforza la tesi della storia: che il dibattito razionale avvicina entrambe le parti alla verità, che la dialettica è il mezzo più efficace di indagine intellettuale. Il film sembra sostenere che le persone possono imparare molto l’una dall’altra, anche se sono aggressivamente e appassionatamente in disaccordo.

Come è giusto che sia, dato questo tema, Freud e Lewis non raggiungono un accordo prima della conclusione del loro incontro, anche se si separano calorosamente. I titoli di coda riassumono ciò che anche la storia ci dice: Freud si tolse presto la vita, senza mai abbandonare la sua convinzione di non credere in un potere superiore. Lewis è diventato uno dei più famosi apologeti cristiani della storia. Tuttavia, entrambi gli uomini si sono trovati trasformati dal loro dibattito.

Al giorno d’oggi, le persone sono scoraggiate dal cercare i loro avversari ideologici e dal perseguire un più alto livello di comprensione attraverso un dialogo intellettuale e rispettoso. Freud – L’ultima analisi è un film brillante, ma dovrebbe anche essere un invito a imitare i due personaggi principali e ad andare oltre le categorie religiose, sociali e politiche che dividono la società. Forse allora i nostri “errori” possono insegnarci a vivere in modo più illuminato e alla ricerca della verità.

Freud – L’Ultima Analisi, dal 28 novembre al cinema

Freud – L’Ultima Analisi, dal 28 novembre al cinema

Freud – L’Ultima Analisi, il nuovo film di Matthew Brown, uscirà nelle sale italiane il 28 novembre 2024.

Il film, tratto dalla acclamata opera teatrale Freud’s Last Session di Mark St. Germain, è la storia di un ipotetico incontro tra il fondatore della psicanalisi e il romanziere, teologo e docente di Oxford C.S Lewis, il il 3 settembre 1939, giorno cruciale per la storia europea e mondiale.

A interpretare i due grandi studiosi sono Sir Anthony Hopkins e Matthew Goode. Nel cast anche Liv Lisa Fries (Babylon Berlin), Jodi Balfour (Ted Lasso, For All Mankind) e Jeremy Northam (Gosford Park, The Crown). Il film sarà distribuito in Italia da Adler Entertainment.

La trama di Freud – L’Ultima Analisi

Londra, 3 settembre 1939. Il mondo è sull’orlo della guerra. Negli ultimi giorni, Sigmund Freud, recentemente evaso con la figlia dal regime nazista, riceve la visita del grande docente di Oxford C.S. Lewis (Le cronache di Narnia). In un giorno memorabile, due delle più grandi menti del Ventesimo Secolo si impegnano intimamente in una monumentale sessione sulla fede nel futuro dell’umanità e nell’esistenza di Dio.

Freud (Freud’s Last Session): trailer del film con Anthony Hopkins

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Sony Pictures Classics ha pubblicato il trailer ufficiale in lingua originale di Freud (Freud’s Last Session) per il suo prossimo film drammatico basato sulla vita di Sigmund Freud interpretato Anthony Hopkins e l’incontro con CS Lewis interpretato da Matthew Goode. Il video mostra questi due uomini che discutono sulla religione, in particolare sull’esistenza di Dio.

Freud (Freud’s Last Session) è stato presentato in anteprima mondiale all’AFI Fest del 2023. Arriverà in sale selezionate a New York e Los Angeles a dicembre, seguito da un’ampia distribuzione negli USA. In Italia debutterà nel 2024. 

Freud (Freud’s Last Session) è basato su una sceneggiatura scritta da Mark St. Germain, basata a sua volta sul libro di Armand Nicholi La questione di Dio. Insieme a Hopkins e Goode ci sono Live Lisa Fries, Jodi Balfour, Orla Brady, Stephen Campbell Moore, Rhys Mannion, David Shields, Pádraic Delaney, Tarek Bishara e altri. Il film è prodotto da Alan Greisman, Rick Nicita e Meg Thomson.

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, due delle più grandi menti del ventesimo secolo, CS Lewis e Sigmund Freud, convergono per la loro battaglia personale sull’esistenza di Dio”, si legge nella sinossi. “Il film intreccia le vite di Freud e Lewis, passato, presente e attraverso la fantasia, uscendo dai confini dello studio di Freud in un viaggio dinamico.”

Fresh, la spiegazione del finale

Fresh, la spiegazione del finale

Il finale di Fresh ha spiegato il sottotesto della commedia horror e come esplora le insidie degli appuntamenti online. Sebastian Stan interpreta Steve, l’apparentemente affascinante nuovo fidanzato di Noa (Daisy Edgar-Jones). Noa è disillusa dal processo di appuntamenti online. Fresh si apre con un appuntamento con un uomo conosciuto su un’app, che parla male del cameriere, insulta i suoi vestiti e ruba persino il cibo che lui le ha fatto pagare da solo. Si lamenta con la sua migliore amica Mollie (Jonica T. Gibbs) della sua mancanza di successo negli appuntamenti, e Mollie le dice di adottare un atteggiamento “f*ck it”.

Poco dopo, incontra Steve al supermercato. I due vanno subito d’accordo e iniziano a frequentarsi, ma dopo aver accettato di fare un viaggio con lui, scopre subito che ha pulsioni cannibalistiche. Steve rapisce le donne e taglia pezzi dei loro corpi per venderli come carne, tenendoli in vita il più a lungo possibile per “mantenere la carne fresca”. Noa, Mollie e Penny (la star di Kim’s Convenience Andrea Bang), un’altra delle vittime di Steve, devono lottare per la loro vita per sfuggirgli quando arriva il finale di Fresh.

Il finale di Fresh spiegato

Fresh spiegazione finale film

Come spiegato nel finale di Fresh, Steve usa il suo bell’aspetto e la sua arguzia per sedurre le donne, che intende poi vendere a clienti di alto livello come carne. Dopo aver capito che a Steve piace, Noa si lascia sedurre e lo convince di voler stare con lui, nonostante lui l’abbia fatta prigioniera per vendere il suo corpo come carne.

Nel film, l’affascinante serial killer di Stan la porta a un “appuntamento” speciale e le mostra la parete di “trofei” che conserva dalle sue vittime, tra cui il cellulare di Mollie. Nel corso della serata, Noa seduce Steve e, quando la guardia di quest’ultimo è abbassata, si avventa su di lui e gli stacca una parte del pene a morsi. Sfruttando l’occasione per fuggire, Noa salva Mollie e Penny, che si danno alla fuga.

Noa usa le tattiche di Steve contro di lui come primo passo per riprendersi il suo potere, come spiega il finale di Fresh . Lei e le altre donne che lui rapisce vengono trattate come veri e propri pezzi di carne. Noa, Mollie e Penny rappresentano le donne che sono state vittime di aggressioni da parte di uomini, e quando lo stordiscono in cucina e poi uccidono lui e la moglie Ana (Charlotte Le Bon), che sostiene il suo cannibalismo, rappresentano la rivendicazione di quelle vittime.

Il finale di Fresh ricorda quello di Get Out, in cui Chris sfugge agli Armitage prima che gli rimuovano il cervello. Steve, come gli Armitage in Get Out, mercifica il corpo delle donne in Fresh, rimuovendo letteralmente il sedere di Noa – una parte del corpo femminile molto desiderata – per venderlo come carne. Come Chris, Noa e le altre donne devono letteralmente uccidere i loro oppressori per salvarsi la vita.

Come fa Steve a scegliere le sue vittime?

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Come spiegato nel finale di Fresh , quando Steve incontra Noa per la prima volta, lei si trova al negozio di alimentari sotto un cartello con scritto “carni fresche”. Sebbene sia solo un’allusione ironica alle sue intenzioni – trovare carne fresca al supermercato – Noa è esattamente il tipo di persona a cui Steve mira, un metodo simile a quello di Sweeney Todd, che trasforma le sue vittime in pasticci di carne. Al loro primo appuntamento, la ragazza gli dice di non avere una famiglia perché suo padre è morto e lei si è allontanata dalla madre, il che fa capire a Steve che nessuno la cercherà.

Steve si assicura anche che Noa non abbia detto molto di lui a nessuno e sembra soddisfatto che lei abbia detto solo alla sua migliore amica Mollie di aver conosciuto un ragazzo. Mentre è tenuta in ostaggio nella casa di Steve nel bosco, Noa viene a sapere che Penny, la donna che Steve teneva nella cella accanto alla sua, è stata sedotta in modo simile e anche lei non ha nessuno nella sua vita che dia l’allarme quando scompare. I bersagli di Steve sono donne che pochi noterebbero, il che gli ha permesso di fare carriera come “macellaio umano”.

Perché Ann lavora con Steve?

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Il finale di Fresh spiega che Ann, la moglie di Steve, ha una gamba mancante quando Mollie si reca a casa loro per cercare Noa. Si scopre che Ann aiuta Steve nei suoi tentativi di cannibalismo, ma sembra anche essere stata una sua vittima in passato. Nelle riviste che Steve dà a Noa mentre la tiene prigioniera, c’è un biglietto di una vittima precedente che suggerisce che darle le riviste significa che gli piace.

Sebbene non ci siano prove che il biglietto sia stato lasciato da Ann, il biglietto stesso serve a dimostrare che Steve ha creato un legame romantico con le sue vittime in passato. Ann rappresenta la vittima che alla fine si schiera con l’oppressore e, peggio ancora, che abbatte gli altri per farsi strada. A un certo punto si è trovata nella stessa posizione di Noa: una donna presa in ostaggio e mutilata da un uomo di cui si fidava.

Mentre il desiderio di autoconservazione di Noa la porta a pianificare la sua fuga, Ann sembra provare sentimenti distorti per il suo rapitore. Non solo si immedesima in Steve, arrivando a sposarlo e ad avere dei figli, ma lo aiuta attivamente a fare del male ad altre vittime. In un’intervista a The Hollywood Reporter, la sceneggiatrice di Fresh, Lauryn Kahn, ha dichiarato che Ann rappresenta le donne che non sostengono le altre donne.

Anche se presumibilmente è lei stessa una delle vittime di Steve, Ann si è completamente allineata con lui e tenta persino di uccidere Noa per averlo ucciso, ritenendo che tenerlo felice sia più importante delle altre donne che lui ha mutilato e ucciso.

Chi sono gli uomini a tavola?

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Come spiegato nel finale di Fresh, Steve vende la sua carne umana a clienti facoltosi che pagano fior di quattrini per mangiare il suo prodotto “esotico”. A metà dei titoli di coda, c’è un rapido scorcio di alcuni di questi clienti. Gli uomini sono seduti attorno a un tavolo con al centro una pila di carne umana insanguinata. Alcuni sono vestiti con abiti eleganti, mentre altri sono nudi, a rappresentare quanto questi uomini siano effettivamente depravati. Sebbene sia più un’immagine che una scena, aiuta a mostrare che Steve è solo una parte di un problema molto più grande.

Gli uomini usano letteralmente le donne per consumarle, il che, data la loro nudità, sembra essere un feticcio sessuale per alcuni di loro. Questa è una rappresentazione visiva di come gli uomini spesso considerano le donne come “pezzi di carne”, la metafora che guida l’intero film. Per troppi uomini di potere, le donne sono viste come oggetti, merci da commerciare.

Il vero significato del finale di Fresh

Il vero significato del finale di Fresh

Come spiega il finale di Fresh, Fresh è una satira sociale in linea con i commenti sociali dei film horror del XXI secolo. Si tratta di una critica alla scena degli appuntamenti moderni, in particolare ai pericoli che comporta per le giovani donne single. Ci sono molti bravi uomini là fuori, ma anche molti pericoli e appuntamenti che potenzialmente vogliono fare del male. Il film mette in luce anche il modo in cui gli uomini di potere non rispettano l’autonomia corporea delle donne e si sentono in diritto di controllare il loro corpo.

Ma su una nota di speranza, il finale di Fresh spiega come le donne siano in grado di riprendersi il loro potere lavorando insieme perché nessun altro lo farà. Tre donne vittime di un uomo si riprendono il loro potere uccidendo letteralmente il loro oppressore.

Le donne sono lasciate a salvarsi da sole, dopo che Paul (Dayo Okeniyi), l’amico di Mollie, si allontana dalla baita invece di salvare le donne dopo aver sentito uno sparo. Ma grazie all’aiuto e al sostegno reciproco, le donne si liberano nonostante ciò che Steve ha portato via loro. Alla fine, è il legame tra Noa e Mollie a salvarle, piuttosto che un legame romantico con un uomo.

Il punto viene ribadito proprio alla fine di Fresh, quando Noa riceve un messaggio da Chad, il suo disastroso appuntamento dell’inizio del film, che recita semplicemente “Ti va?”. Anche se l’orrore dell’esperienza di Noa con Steve è finito, lei non è libera dall’orrore di bassa lega degli appuntamenti moderni o dall’essere vista come un pezzo di carne metaforico.

Perché il finale fresco ha funzionato così bene

Il finale di Fresh ha spiegato chiaramente il suo significato generale, ma non è l’unico motivo per cui ha funzionato. Daisy Edgar-Jones in Fresh è una delle migliori ragazze finali da un po’ di tempo a questa parte, che capisce intelligentemente che lei e le vittime di Steve devono unirsi per sopravvivere.Fresh è unico come film horror elevato, ma cruento, in quanto svolge ad arte i propri temi in modo digeribile. Il climax finale si trasforma in una soddisfacente punizione quando Noa riesce a fuggire, e il testo di Chad è un modo intelligente per dire che gli “orrori” di essere una donna single non sono finiti.

Fresh è davvero un film che non è mai stato fatto prima, e la sua alta posta in gioco è ripagata in pieno dal suo finale roboante. Il casting è di per sé perfetto, in quanto è abbastanza, beh, rinfrescante vedere Sebastian Stan al di fuori del suo solito genere di supereroi. Fresh è una versione femminile di Get Out, e il finale è convincente semplicemente perché è così unico, ma il suo messaggio rimane fedele alla vita.

Come è stato accolto il finale di Fresh

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Fresh del 2022 può essere considerato un successo per Mimi Cave, soprattutto considerando che si trattava del suo debutto alla regia. Il thriller horror si trova attualmente su Rotten Tomatoes con l’81% sia nel Tomatometer che nel punteggio del pubblico, dimostrando che la stragrande maggioranza degli spettatori e dei critici ha apprezzato la critica piena di suspense sugli appuntamenti nel 21° secolo e sui rischi che ne derivano. Tuttavia, un po’ a sorpresa, in molte recensioni (anche in quelle più che positive) il finale di Fresh viene spesso citato come una critica.

Sebbene siano poche le recensioni di Fresh in cui il finale viene stroncato, è stato commentato come un po’ formulaico, soprattutto da chi è esperto di film horror e thriller. Un altro punto ricorrente è che la tensione sapientemente costruita per la maggior parte di Fresh si esaurisce quando Noa si rende conto del pericolo in cui si trova.

Tuttavia, ci sono altrettante recensioni che lodano il finale di Fresh. Bisogna anche notare che, tra le discussioni dei fan, è un aspetto del film che viene ampiamente discusso come positivo. C’è anche chi sostiene che il finale di Fresh funziona perché vede finalmente la situazione rovesciarsi su Steve e si adatta ai temi centrali del film, anche se lo fa a scapito di parte del terrore percepito negli atti iniziali.

Fresh, il film acclamato al Sundance Film Festival in arrivo su Disney+

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Disney+ ha annunciato che in Italia Fresh, il film Searchlight Pictures che è stato acclamato al Sundance Film Festival, debutterà in esclusiva sulla piattaforma streaming il 15 aprile 2022, all’interno di Star. Mercoledì 30 marzo la tredicesima edizione del Bif&st-Bari International Film&TV Festival, che si svolgerà dal 26 marzo al 2 aprile, ospiterà l’anteprima italiana di Fresh presso il Teatro Petruzzelli.

Il film di Legendary Entertainment è diretto da Mimi Cave e interpretato da Daisy Edgar-Jones (Normal People) e Sebastian Stan (il franchise di Captain America, Tonya). Scritto da Lauryn Kahn, il thriller evocativo è prodotto da Adam McKay e Kevin Messick per Hyperobject Industries, con Maeve Cullinane come co-producer.

Fresh: la trama

Noa (Daisy Edgar-Jones) incontra il seducente Steve (Sebastian Stan) in un negozio di alimentari e, data la sua insoddisfazione con le app di incontri, corre il rischio lasciandogli il suo numero. Dopo il loro primo appuntamento, Noa è affascinata e accetta l’invito di Steve per un weekend romantico, ma scoprirà che il suo nuovo amante nasconde degli insoliti appetiti.

Jojo T. Gibbs (Twenties), Charlotte Le Bon (Anthropoid, Amore, cucina e curry), Andrea Bang (Luce) e Dayo Okeniyi (Runner Runner, The Spectacular Now) completano il cast. Il team tecnico comprende il direttore della fotografia Pawel Pogorzelski (Hereditary – Le radici del male, Midsommar – Il villaggio dei dannati), il montatore Martin Pensa (Wild, Dallas Buyers Club), la scenografa Jennifer Morden (Riot Girls) e il compositore Alex Somers (Honey Boy, Captain Fantastic).

Frequency – Il futuro è in ascolto: la spiegazione del finale del film

Il thriller fantascientifico del 2000 diretto da Gregory Hoblit, Frequency – Il futuro è in ascolto (qui la recensione), racconta la storia di Frank Sullivan (Dennis Quaid) e di suo figlio John (Jim Caviezel) che sono in grado di parlarsi a 30 anni di distanza attraverso una vecchia radioamatore. Il film ha ottenuto un discreto successo al momento dell’uscita, più che raddoppiando il budget di 31 milioni di dollari al botteghino, e c’è stato anche un tentativo (di breve durata) di una serie televisiva del 2016 basata su questa premessa.

Ora, quando si tratta della vera e propria “radio del tempo” che è il catalizzatore dell’intera storia, vengono fornite pochissime informazioni. A parte alcuni servizi giornalistici con parole d’ordine come “teoria delle stringhe” e l’apparizione dell’Aurora Boreale sopra il Queens, non ci viene fornita alcuna spiegazione. Persino i personaggi principali dichiarano più volte di non capire come sia possibile. Quindi, si tratta di una radio del tempo il cui funzionamento è da accettare senza porsi troppe domande.

Tuttavia, la trama delinea delle regole su come le informazioni che John dà a suo padre Frank, nel passato, influiscono sul suo presente. Inizialmente, John salva la vita di Frank avvertendolo della sua morte in un incendio. Il giorno dopo il suo salvataggio, però, entrambi si trovano ad affrontare le conseguenze devastanti e non volute della loro manipolazione temporale: l’omicidio della madre di John, Julia (Elizabeth Mitchell), e di molte altre donne da parte di un serial killer.

Frequency - Il futuro è in ascolto Jim Caviezel

La spiegazione del finale del film

Per capire il finale del film, analizziamo prima le regole del viaggio nel tempo presentate. In effetti, la radio segue molto vagamente l’idea del multiverso, implicando che ci sono infinite versioni parallele della nostra esistenza che avvengono tutte contemporaneamente. La versione in cui ci troviamo ora si basa sulle scelte che abbiamo fatto e, poiché il tempo è lineare, non possono essere cambiate – a meno che, ovviamente, non si disponga di una radio del tempo. Il film stabilisce anche una sorta di “bolla temporale” per John, quando usa la radio, per evitare alcuni ovvi paradossi.

Ad esempio, se John avvertisse il padre della sua morte e poi sopravvivesse, non saprebbe come avvertirlo, poiché non è mai morto. Per evitare ciò, a John viene permesso di conservare i ricordi di ogni spostamento di linea temporale che sperimenta. Questa bolla mantiene anche il collegamento tra le realtà in cui vivono John e Frank. Per esempio, se John avverte il padre e gli salva la vita, può creare una nuova linea temporale in cui Frank vive un’esistenza lunga e felice, ma lascia il nostro John nella sua realtà attuale in cui il padre muore ancora tragicamente.

Il serial killer di Nightingale mette gli occhi su Julia dopo che lei gli ha salvato la vita

Il film stabilisce anche i due modi in cui una persona nel passato è in grado di influenzare il futuro. In primo luogo, le realtà future possono cambiare in base al momento in cui qualcuno nel 1969 compie un’azione rivista. Ad esempio, quando Frank si trova al bivio se girare a destra o a sinistra in mezzo a un edificio in fiamme e decide all’ultimo momento di fidarsi del consiglio del figlio, è il momento in cui un’intera nuova vita di ricordi inonda la mente di John nel presente. Allo stesso modo, quando il padre dà accidentalmente fuoco al tavolo o rompe il vetro della porta del soggiorno, si vedono il legno carbonizzato e il vetro spaccato apparire istantaneamente 30 anni dopo.

Frequency - Il futuro è in ascolto trama

Il secondo modo in cui possono verificarsi gli spostamenti temporali è quando i personaggi del passato fanno una scelta riveduta sulle loro azioni future. L’esempio più chiaro è l’omicidio di Julia. La donna impedisce a un medico di somministrare per errore a un paziente un mix di farmaci fatale. Purtroppo, il paziente che salva si rivela essere il serial killer “Nightingale”, Jack Shepard (Shawn Doyle), che ucciderà poi altre sette donne, compresa Julia. Nello stesso momento in cui salva l’“usignolo”, la realtà di John nel 1999 si sposta in una in cui sua madre è già morta, anche se quell’evento non si è ancora verificato nel 1969 – ma la sua nuova linea temporale si basa sulle azioni future previste dall’assassino.

Il serial killer entra nella bolla temporale

Con tutte queste informazioni in mente, arriviamo al momento culminante del film, in cui una versione più giovane dell’assassino attacca Frank a casa sua, nello stesso momento in cui la sua versione più vecchia tende un’imboscata a John nel presente. John non è in grado di avvertire il padre dell’attacco, poiché i due avvengono contemporaneamente e lui non ha ancora una memoria riveduta dell’incidente. Anche la radio temporale gioca un ruolo sottile ma cruciale in questa battaglia. Gli spari uditi nel 1999 svegliano il Frank ammanettato e privo di sensi del 1969, in modo che possa fuggire.

Poi la versione passata dell’assassino viene distratta dalla voce del suo futuro attraverso la radio, permettendo a Julia di affrontarlo e salvare suo figlio. Inoltre, questa interazione con la radio fa entrare l’assassino nella stessa “bolla temporale” occupata da John. Pertanto, quando pochi istanti dopo gli viene staccata la mano nel 1969, rimane scioccato nel vederla disintegrarsi davanti ai suoi occhi nel 1999. Proprio come John, ricorda entrambe le realtà, quella in cui era un assassino con entrambe le mani e quella in cui gli manca un’appendice.

Frequency - Il futuro è in ascolto Dennis Quaid

Frank Sullivan si rivela ancora vivo nel presente

Il cambiamento finale e più drammatico si rivela quando l’intera casa nel presente si trasforma, mentre un Frank più vecchio ma vivo entra nel corridoio e spara al petto dell’assassino. È sopravvissuto fino al 1999 smettendo di fumare, ma ci si potrebbe chiedere: perché non è apparso all’istante, una volta gettate via le sigarette nel passato? Ci sono due probabili ragioni. Innanzitutto, c’era la possibilità che Frank non fosse sopravvissuto alla violazione di domicilio. In secondo luogo, è probabile che la sua intenzione di smettere sia diventata più ferma dopo il trauma di aver quasi perso moglie e figlio.

Ci sono ancora diverse incongruenze nel film, come ad esempio il fatto che un noto serial killer con una sola mano non sia ancora stato catturato 30 anni dopo, o perché il futuro assassino avrebbe dovuto rintracciare John, se si stava nascondendo. Del resto, Frank avrebbe potuto tenere pronta un’intera squadra di polizia se avesse saputo che Jack sarebbe stato lì quel giorno. Tuttavia, se la nostra sospensione dell’incredulità può essere allungata solo un po’ di più, il film si conclude con una famiglia felice che è in grado di invecchiare comodamente insieme, anche se John passa il resto della sua vita a destreggiarsi tra i ricordi di quattro vite diverse nella sua testa.

Il trailer di Frequency – Il futuro è in ascolto e dove vedere il film streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di lunedì 19 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Frequency il futuro è in ascolto recensione

Frequency il futuro è in ascolto recensione

Frequency il futuro è in ascolto è un film del 2000 diretto da Gregory Hoblit e con protagonisti Jim Caviezel, Dennis Quaid, Elizabeth Mitchell, André Braugher e Noah Emmerich.

Trama Frequency il futuro è in ascolto : John Sullivan è un agente di polizia che, tramite una serie di inspiegabili onde radio, riesce a mettersi in contatto con il padre, un eroico vigile del fuoco morto 30 anni prima. Così John cerca di guidarlo dal futuro per evitare il fatale incidente e cambiare il suo destino.

Frequency Il futuro è in ascoltoAnalisi: Potrebbe sembrare l’ennesimo film che ruota intorno a una delle dinamiche oltremodo sfruttate al cinema, quella incentrata sul viaggio nel tempo: Frequency Il futuro è in ascolto è in realtà un piccolo esperimento al limite tra la fantascienza e il thriller.

Il film di Gregory Hoblit trae la sua forza dallo sperimentale arco narrativo, che esplora il rapporto padre-figlio in due realtà spazio temporali che si incrociano per caso. Tramite una vecchia radio, John (Jim Caviezel) entra in comunicazione con il padre Frank (Dennis Quaid) e i due instaurano un rapporto di grande complicità nonostante la barriera temporale che li divide.

L’affiatamento tra i due emerge anche grazie alle interpretazioni di Jim Caviezel, che con la sua genuinità e partecipazione è in grado di ispirare commozione, e Dennis Quaid, carismatica e valorosa figura paterna. 

Frequency Il futuro è in ascolto si avvale inoltre di un buon cast di contorno, in particolare la moglie/madre interpretata da Elizabeth Mitchell, che qualche anno dopo l’uscita del film ha ottenuto una maggiore notorietà grazie alla sua Juliet in Lost. Proprio il suo personaggio è al centro di una svolta della storia che aggiunge un gradito carico di suspence.

Pur essendo stato realizzato meno di quindici anni fa, Frequency Il futuro è in ascolto appare volutamente come un film che ricorre a una certa patina retrò: ben pochi effetti speciali nonostante il genere, una  storia non particolarmente intricata, ma in grado di suscitare tensione e di alimentare la curiosità dello spettatore.

frequency il futuro è in ascolto recensione

Di certo il confine tra passato e futuro, nonché l’inspiegabile collocazione del presente, aggiungono una buona dose di interesse agli occhi di un pubblico anche di non appassionati del genere, sebbene il paradosso temporale e le sue implicazioni non illustrino alcuna possibilità di decifrare il mistero del tempo, che del resto rimane costantemente irrisolto per via dei limiti dell’intelletto umano.

Frequency Il futuro è in ascolto

Frequency Il futuro è in ascolto non va alla ricerca della logica, ma si limita a presentarsi come un film di buoni sentimenti: malgrado il risvolto thriller e la componente fantascientifica, la pellicola concede un finale buonista e piuttosto retorico, così non possiamo fare a meno di interrogarci sull’enigma principale, ossia la possibilità di modificare il proprio destino, e rimanere interdetti davanti a un’ambigua soluzione.

Assistiamo dunque a un film senza pretese, che non offre risposte certe né scade nella banalità di fronte all’inspiegabile, ma ha comunque il merito di non mirare a una fruizione passiva, bensì di suscitare domande.

French Connection: recensione del film con Jean Dujardin

French Connection: recensione del film con Jean Dujardin

French Connection di Cédric Jimenez ha fatto rimbalzare sulle riviste specializzate di mezzo mondo la notizia che il polar francese non è morto, ma è in splendida forma, come ci dimostra questa pellicola interpretata dal premio Oscar Jean Dujardin (The Artist) e da Gilles Lellouche, due star disposte a confrontarsi con un genere “nudo e crudo”.

Al “timone” produttivo troviamo Ilan Goldman, figlio d’arte di Daniel, già dietro il successo di un classico del genere Borsalino, 1970, con Alain Delon e Jean- Paul Belmondo.

Nel realizzare la sceneggiatura Jimenez – con Audrey Diwan – è partito dal racconto di fatti di cronaca nella Marsiglia di metà anni ’70, mescolando cronaca, realtà, suggestioni e ricordi, Jimenez ricostruisce un luogo (non) lontano nel tempo, nello spazio e nella memoria – soprattutto francese – evocando sulla carta e sullo schermo i personaggi del giudice Pierre Michel e del Padrino della mala marsigliese Gaetan Zampa: nel 1975 il primo, giovane giudice che si occupa del tribunale dei minori, viene inviato nel Sud della Francia ed incaricato di occuparsi del traffico di eroina gestito dalla malavita- ed in particolare da quel movimento “tentacolare” meglio noto come French Connection- cercando di arrivare al suo vertice per sgominarla; il secondo, boss assoluto meglio noto come Il Grande, un intoccabile che gestisce il suo losco impero e i suoi “scagnozzi” dall’alto della sua potenza. Lo scontro tra i due è inevitabile e il tono epico del dramma aleggia fin dai primi minuti.

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French Connection recensione del film con Jean Dujardin

Tragicità, forza, ritmo, azione: l’eterna lotta manichea tra bene e male viene riletta dal regista utilizzando i codici del tradizionale polar portato al successo da autori come Melville, Deray, Verneuil, Corneau e Marchal, ma aggiornandoli ad oggi e contaminandoli con lo stile di registi americani come Martin Scorsese o William Friedkin, non a caso regista di un film dal titolo omonimo The French Connection.

Il risultato è un thriller atipico ma tradizionale allo stesso tempo, forte di una regia “sporca” che permette allo spettatore di immergersi nelle scene d’azione chiave, di lasciarsi trasportare dal ritmo incalzante delle immagini, suggestionandosi grazie alla perfetta ricostruzione storica e alla scrittura drammaturgica – dal carattere forte ed incisivo – che porta sullo schermo due figure antitetiche ma complementari, catturate in tutta la loro tragicità e grandezza, rese ancora più incisive dalle interpretazioni solide e drammatiche dei due interpreti Dujardin- Lellouche ma anche da una serie di comprimari perfettamente a loro agio in quei panni, primo fra tutti un (quasi) irriconoscibile Benoit Magimel nei panni de Il Folle, scheggia impazzita nel fianco di Zampa.

French Connection riesce perfettamente ad aggiornare un genere molto amato dai francesi, senza però il gusto eccentrico o la genialità dei capolavori cult di Melville o Godard.

Fremont: recensione del film di Babak Jalali – #RoFF18

Fremont: recensione del film di Babak Jalali – #RoFF18

La guerra combattutasi in Afghanistan fino al 2021 è una pagina di storia difficile da dimenticare. Leggendo fra le righe di un racconto tanto atroce quanto doloroso, c’è una fetta di umanità che è stata costretta ad abbandonare la propria terra con un grosso peso nel petto e non poche ferite mai davvero suturate, per cercare felicità e salvezza altrove. Ma è proprio in chi ha avuto la fortuna di poter tornare a vivere e sognare un futuro, che si nasconde il più profondo senso di colpa verso coloro che, invece, non hanno avuto la stessa possibilità e sono rimasti indietro. Ed è su questi sentimenti che si erge Fremont, film firmato Babak Jalali (qui alla sua quarta fatica), facente parte della sezione Progressive Cinema, in concorso alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il regista cerca di affrontare uno stato d’animo comune a molti afghani trapiantati in territorio straniero a causa della situazione bellica del loro Paese, e lo fa affidandosi a una vera immigrata, Anaita Wali Zada, che due anni fa fu costretta a fuggire negli Stati Uniti da Kabul con sua sorella. Fremont è sceneggiato dallo stesso Babak Jalali, insieme a Carolina Cavalli, scrittrice e regista italiana.

Fremont, la trama

Donya, un’ex traduttrice di guerra che lavorava per il governo degli Stati Uniti, vive a Fremont, città della Bay Area che viene anche chiamata Little Kabul. Il giorno lavora in una fabbrica di biscotti della fortuna a San Francisco, mentre la sera cena in un ristorante locale guardando soap opera. La giovane però ha un problema: soffre di insonnia. Inoltre si sente in colpa per aver trovato la libertà negli Stati Uniti mentre tanta della sua gente invece è rimasta in Afghanistan, in chissà quali condizioni e miseria. Nonostante la sua quotidianità sia tranquilla e senza preoccupazioni, Donya vive comunque una radicata solitudine, e non è ancora riuscita a trovare una comunità a cui appartenere davvero. Cerca anche l’amore, l’unica strada che potrebbe sollevarla da questa sua fastidiosa condizione. La sua vita cambierà quando a lavoro verrà promossa per scrivere i biglietti della fortuna, e uno di questi la porterà verso un incontro inaspettato.

Fremont Anaita Wali Zada

Cercare l’amore, abbattere la solitudine

Girato in un elegante e limpido bianco e nero grazie alla fotografia di Laura Valladao, Fremont è un film puramente di regia. Babak Jalali confeziona un racconto in cui le parole, in questo specifico caso, sono superflue, decidendo di lavorare sulla potenza delle immagini, con un formato in 4:3, in particolare sfruttando primi piani e dettagli che spesso si focalizzano sugli occhi e le espressioni della protagonista, Donya. Il film si sciorina attraverso sequenze piene di inquadrature simmetriche, in cui Zada è sempre ben centrata, e la macchina da presa non si distacca mai da lei proprio per non perdersi nessuna sua sfumatura. Nella sua placida – e lucida – impassibilità (Jalali ci dimostra che per parlare di certe tematiche non c’è bisogno di spingere su performance teatrali o piene di enfasi), l’attrice riesce a raccontarci la storia di una donna che, pur sentendosi in diffetto per i suoi connazionali sfortunati, ha una gran voglia di innamorarsi e di ritrovare quel senso di comunità e serenità che sente di aver smarrito. Misurata nelle parole, nei gesti e nei comportamenti, Donya vuole solo essere una persona comune, sentirsi uguale agli altri, vivere come gli altri e proprio per questo non affondare nella sua solitudine, non lasciarsi inghiottire dall’alienazione.

E per farlo non ha bisogno di essere né eccessiva né tantomeno melodrammatica, perché in fondo la sua necessità, il suo bisogno di amore e di appartenenza, è qualcosa che tocca tutti. E che vivono tutti, indipendentemente dal proprio passato, razza o condizione. Fremont, pur non raggiungendo mai un vero e proprio climax narrativo o momenti di tensione palpabili, riesce dunque ad esprimersi grazie all’equilibrio recitativo di Anaita Wali Zada e all’uso di un umorismo intenso, che lo rendono godibile, sincero e soprattutto universale nelle tematiche e nelle situazioni. Nonostante viaggi con una lentezza quasi estenuante e nessun turning point incisivo – nota che potrebbe non piacere a tutti – il film conserva la sua parte migliore nel finale, con le ultime scene dolci e commoventi, che ci fanno sentire completamente vicini a Donya e ci regalano una carezza. Calato il sipario, sorridere per lei è inevitabile. Perché in fondo, pensiamo, dall’altra parte potremmo esserci noi. O forse ci siamo già stati.

Fremantle e AlterEgo di Stefano Sollima hanno firmato un accordo di First Look

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Fremantle e AlterEgo hanno siglato un accordo di first-look esclusivo per lavorare assieme per lo sviluppo di film e serie originali.

AlterEgo è stata fondata da Stefano Sollima, Gina Gardini e Ludovico PurgatoriAdagio di Sollima è stato il primo film prodotto dalla società in collaborazione con The Apartment, società del gruppo Fremantle. Presentato in anteprima mondiale, in concorso, all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, Il film ha ricevuto cinque nomination alla 69esima edizione dei David di Donatello vincendo il premio per la migliore colonna sonora.

AlterEgo è attualmente in post-produzione con la serie Il Mostro, diretta da Stefano Sollima per Netflix e sempre prodotta con The Apartment.

AlterEgo si unisce a un prestigioso gruppo di società e talenti che fanno già parte della famiglia Fremantle con accordi di first-look, tra i quali: Nevermind Pictures di Kristen Stewart, Dylan Meyer e Maggie Mclean, Fabula di Pablo e Juan de Dios Larraín, Astral Projection di Rachel Weisz e Polly Stokes, Edward Berger e la sua società Nine Hours, Sinestra di Johan Renck e Michael Parets, Caledonia Productions di Patrick Daly e artisti come Paolo Sorrentino, Luca Guadagnino e Angelina Jolie.

Fremantle con AlterEgo di Stefano Sollima

Il team di AlterEgo lavorerà a stretto contatto con Andrea Scrosati, COO e CEO Continental Europe e con Christian Vesper, CEO, Global Drama di Fremantle.

Andrea Scrosati ha dichiarato: “Ho avuto l’immenso privilegio di lavorare con Stefano per oltre 15 anni, è davvero un talento incredibile. La sua visione unica lo rende uno dei migliori registi a livello mondiale, capace di creare alcune delle scene più intense e credibili sullo schermo, e, oltre a questo, è davvero una persona meravigliosa. Ho anche avuto il piacere di lavorare con Gina su molti progetti, è una forza della natura, una produttrice appassionata e determinata. Infine, non vedo l’ora di lavorare ancora con Ludovico, un altro vero talento del settore. Mi sento onorato che Stefano, Gina e Ludovico abbiano scelto di unire le forze con Fremantle, non ho dubbi che insieme creeremo qualcosa di davvero speciale”.

Stefano Sollima, Gina Gardini e Ludovico Purgatori, partner di AlterEgo, hanno aggiunto: “Siamo entusiasti di siglare un accordo di first look con un gruppo internazionale così rilevante come Fremantle, una società che ha favorito la crescita del talento creativo in tutto il mondo. Dopo la fantastica collaborazione con i nostri primi due progetti, non vediamo l’ora di iniziare la prossima avventura con Andrea Scrosati e tutto il suo team.”

Freezing People Is Easy: Owen Wilson, Christopher Walken e Kristen Wiig forse nel cast!

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Novità su Freezing People Is Easy: potrebbero entrare a far parte del cast Owen Wilson, Christopher Walken e Kristen Wiig. L’ingaggio

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