Come si sarebbero vestiti i mitici
villain dei fumetti, se fossero vissuti nella prima parte del XX
secolo? Una domanda apparentemente oziosa ma che si è posto anche
il disegnatore Jason Mark, che per darsi una
risposta, ha realizzato dei bellissimi ritratti, sotto forma di
foto segnaletiche, dei villain più famosi contro cui combatte
Batman a Gotham City.
I ritratti sono stati realizzati in modo tale da ricordare uno
stile anni ’40, sia per la qualità dell’immagine, sia per
l’abbigliamento molto elegante dei soggetti. Mark si è
dedicato ai ritratti di Harvey Dent, Victor Fries, Oswald Cobblepot
e … John Doe. Se non conoscete i loro nomi in ‘borghese’,
riconoscerete sicuramente i loro alias: ecco a voi Due Facce, Mr.
Freeze, il Pinguino e Joker!Fonte: Badtaste
Ecco lo scoppiettante ultimo
trailer di The Lone Ranger, che vedrà
confrontarsi Johnny Depp, alle prese con
l’ennesimo travestimento, contro Armie Hammer.
In The
Lone Ranger, Johnny
Depp interpreta il guerriero indiano Tonto, fedele
amico del protagonista il cui ruolo è stato affidato ad
Armie Hammer. Depp e Hammer saranno affiancati da un
cast di stelle internazionali tra cui Tom
Wilkinson, nominato due volte dall’Academy Award per
“Michael Clayton” e per “In the Bedroom”, vincitore di un Emmy e di
un Golden Globe; William Fichtner, il
vincitore di un Emmy, Barry Pepper; James
Badge Dale; Ruth Wilson, star televisiva
in “Jane Eyre” e “Luther”;
Helena Bonham Carter, due nomination all’Oscar e sei
nomination ai Golden Globe (“Il discorso del re” “Alice in
Wonderland”). L’uscita del film è prevista per il 31 maggio
2013.
The
Lone Ranger è un emozionante film d’avventura intriso
di azione e humor, in cui il famoso eroe mascherato torna a
rivivere attraverso nuovi occhi. Il guerriero indiano Tonto
(Johnny
Depp) racconta la storia di John Reid
(Armie
Hammer), uomo di legge che divenne leggenda,
trascinando il pubblico in un’avventura fatta di imprese epiche e
rocambolesche, vissute dai due eroi impegnati nella lotta
all’avidità e alla corruzione.
The
Lone Ranger è scritto da Ted Elliott e Terry Rossio
(“Pirati dei Caraibi”), Eric Aronson e Justin Haythe. Mike Stenson,
Chad Oman, Ted Elliott, Terry Rossio, Eric Ellenbogen ed Eric
McLeod sono i produttori esecutivi della pellicola.
Ecco il primo trailer di RIPD, il film
che vede in scena l’inedita coppia di poliziotti trapassati
Jeff Bridges e RyanReynolds.
Il cinecomic è basato basato sulla
miniserie a fumetti della Dark Horse e racconta la
sovrannaturale storia di un poliziotto defunto (Ryan Reynolds) che
stringe un patto di lavoro lungo un secolo in un dipartimento di
polizia che mantiene l’ordine nel mondo dei morti (il titolo
dell’opera sta per Rest In Peace Department) ottenendo in
cambio la possibilità di trovare chi lo ha ucciso.
Nel cast di
RIPD, oltre a Ryan
Reynolds e Jeff Bridges, anche
Kevin Bacon, Mary-Louise Parker, Marisa Miller, Mike
O’Malley, James Hong, Robert Knepper e Tobias
Segal. Il film uscirà il prossimo 19 luglio 2013, anche in
3D.
In Viaggio Sola
Irene ha superato i quarant’anni, niente marito, niente figli e un
lavoro che è il sogno di molti: Irene è l'”ospite a sorpresa”, il
temutissimo cliente in incognito che annota, valuta e giudica gli
standard degli alberghi di lusso. Oltre al lavoro, nella sua vita
ci sono la sorella Silvia, sposata con figli, svampita e sempre di
corsa, e l’ex fidanzato Andrea. Irene non ha alcun desiderio di
stabilità, si sente libera, privilegiata. Ma è vera libertà la sua?
Qualcosa metterà in discussione questa certezza.
Con questa semplice premessa,
Maria Sole Tognazzi racconta il suo
Viaggio Sola, commedia drammatica che pur
non avendo grandi sconvolgimenti nella trama riesce a raccontare
con grande sensibilità dei veri e proprio ‘smottamenti’ emotivi che
si verificano nell’animo di una donna quando, superati i
quarant’anni, si rende conto che non ha una casa e una famiglia a
cui tornare, finito il lavoro che la tiene lontana dalla sua ‘fissa
dimora’. Detta in questi termini, Viaggio
Sola potrebbe sembrare l’ennesimo capitolo di una
storia già vista e sentita, in cui una donna isterica e
insoddisfatta, trova l’amore della sua vita e ci fa un bambino. Non
è questa la scelta della Tognazzi, che grazie alla sempre brava e
affascinante Margherita Buy, realizza un ritratto
di una donna completa in se stessa, pur senza la qualificazione di
moglie e madre che la nostra società vuole per ogni donna. La sua
Irene è indipendente e felice, presa dal suo lavoro e intenta, con
un po’ di fatica, a coltivare gli unici rapporti che per lei
contano: la sorella, con le sue figlie e il marito, e il suo ex
Andrea, amico di sempre.
Il racconto della trasformazione e
della presa di coscienza di sè di Irene ci viene narrato attraverso
il suo lavoro, i suoi incontri, con uno stile intimista che si
addentra nell’animo ma soprattutto nelle figure di edifici,
lussuose camere d’albergo e città sparse in tutto il mondo.
Maria Sole Tognazzi questa volta confeziona un
film che si lascia guardare, senza eccessivo entusiasmo ma con
grande leggerezza e semplicità, avvalendosi di una magnetica
protagonista e di un comprimario d’eccezione, Stefano Accorsi, nel ruolo di un uomo che
accetta la paternità con grande serenità e spirito d’avventura,
anche quando questa condizione non è cercata. Nel cast del film
anche Fabrizia Sacchi, Gian Marco Tognazzi, Alessia
Barela e Lesley Manville.
Una riflessione sulla donna, una
riflessione sull’uomo, ancora meglio, Viaggio
Sola è una riflessione sull’umanità in cerca di
ridefinizione in un mondo con cui è sempre più difficile rimanere
al passo.
Il suono delle parole, il ritmo
incalzante della parlata partenopea che gioca in egual misura con
l’altro e con te stesso; che affonda la voce nella rabbia, nella
gioia o nella disperazione per trasformare il sentimento nei versi
di una “canzone popolare”. E’ la componente linguistica, dialogica,
a meritare interesse in Sono un pirata sono un
signore , commedia scritta, diretta e interpretata dal
napoletano Eduardo Tartaglia che, dopo il successo
di regione ottenuto con La valigia sul
letto, si dimostra abile nel maneggiare i tipici
scambi da frizzi e lazzi di tradizione eduardiana, generando fra
questi uno spazio di riflessione, intima e umana. Come quello che
si crea nella sequenza del falò, della Luna caprese intonata
in riva al mare dai personaggi della storia, compresi i due coniugi
anziani del continente nero che conoscono il testo di Peppino Di
Capri a memoria, nonostante siano praticamente in un altro
mondo.
E’ evidente che non può essere così
e, di certo, non era nelle intenzioni del regista fare in modo che
quella scena sembrasse vera, inserita com’è in un film
interamente pervaso da un’atmosfera surreale, fiabesca, quasi da
Mille e una notte. Eppure è significativa perchè risolve i
nodi costitutivi della trama: le differenze sociali e culturali che
intercorrono non soltanto fra i malcapitati e gli africani, quanto
fra i quattro italiani, estranei fra loro e in parte anche a loro
stessi, ma capaci di trovare una dimensione comune e di
condivisione nel corso di quella avventura così strana.
Ne Sono un pirata sono un
signore Giulio (Francesco
Pannofino), Mirella (Giorgia Surina),
Catello (Eduardo Tartaglia) e Stefania
(Veronica Mazza) sono, rispettivamente, due
biologi marini dell’Università di Milano, impegnati in una ricerca
sui fondali delle coste africane; un Marittimo napoletano imbarcato
su una nave mercantile; e una parrucchiera, anche lei campana e
assunta da una nobildonna per curarle personalmente il look a bordo
della classica crociera di fine anno. Per un caso fortuito riuniti
nella stessa barca (letteralmente e metaforicamente), vengono
sequestrati da un gruppo di pirati, più o meno pacifici e
impacciati, per un riscatto di quindici milioni di euro.
L’evento, che scatena la
partecipazione (superflua) internazionale, diventa occasione per
ognuno di loro di riflettere sui propri fallimenti, per qualcuno
affettivi, per qualcun’altro lavorativi, e di “sintonizzare il
cervello su un pensiero più lento” come ha dichiarato Veronica
Mazza in sede di conferenza stampa: ad esempio sul mare, o sul
bisogno dell’altro. Luoghi comuni, certo, ma che siamo disposti ad
accettare perchè trattati con onestà e leggerezza, al di fuori di
presunzioni intellettuali, e dentro invece il desiderio di far
sorridere e divertire con semplicità.
Sono un pirata sono un
signore è una commedia piacevole quindi, con alti e
bassi nel ritmo e nella qualità della narrazione, ma assolutamente
delicata e non volgare.
François Ozon costruisce una
commedia spiritosa e intelligente, dai risvolti dark, adattando la
commedia teatrale El chico de la última fila, e
intitolandola Nella casa, il luogo centrale di tutti gli
avvenimenti. Ozon si concentra ancora una volta sulle dinamiche
familiari e sul rapporto tra realtà e finzione, da sempre temi
attraenti per il regista francese, proponendo un lavoro già
vincitore di alcuni premi internazionali.
In Nella casa Germain
(Fabrice Luchini) è un professore di letteratura francese,
estremamente competente, che ha dovuto abbandonare il sogno
giovanile di diventare un grande scrittore, come il suo amato
Flaubert, per mancanza di talento. La moglie Jeanne (Kristin
Scott Thomas) gestisce invece una galleria d’arte
moderna, sull’orlo del fallimento. In una scuola in cui è stata
reintrodotta la divisa, in cui tutti gli alunni sembrano, agli
occhi di Germain, un unico grande gregge di mediocrità, il
sedicenne Claude (Ernst Umhauer), catturerà l’attenzione del
docente attraverso un suo tema, dedicato alla casa e alla famiglia
del compagno di classe Rapha (Bastien Ughetto), concluso con
un insolito “continua…”. Germain, accortosi delle doti di
Claude, spronerà l’alunno a continuare il suo racconto,
introducendosi sempre più nella casa e familiarizzando con i
personaggi. L’insinuarsi nella famiglia scatenerà, però, una serie
di eventi imprevisti, trascinando Germain in un gioco dagli
sviluppi inquietanti, affinchè la storia possa continuare.
Nella casa: macchinazioni e
intrighi
Tutto ruota attorno al rapporto tra
Germain e Claude, i due protagonisti, professore e allievo. Un
rapporto di vicendevole crescita, presentataci da punti di vista
oscillanti, che analizza il percorso creativo dell’artista, quel
binomio tra editore e scrittore, produttore e regista, ognuno con
la propria influenza sul prodotto finale del processo artistico. La
ricerca dell’ispirazione sempre più spinta, in un gioco di
macchinazioni e intrighi, in cui realtà e fantasia, nettamente
distinte ad inizio film, iniziano a mescolarsi, senza però sfociare
in incomprensibili dilemmi, come visto in altri film. Il giovane
Claude s’immerge all’interno della propria storia, empatizzando con
i personaggi, costruendoli volta per volta attraverso le proprie
azioni nella vita reale, pur di dare un prosieguo convincente alla
narrazione e rendere interessante ognuno dei protagonisti. Così
anche lo stesso Claude diventa un personaggio fondamentale, e il
suo rapporto d’attrazione con la padrona di casa Esther
(Emmanuel Seigner) sarà il fulcro degli eventi, quel
conflitto di cui ogni romanzo ha bisogno. François Ozon
conferma quella sua peculiare abilità di trasformare situazioni
apparentemente banali e di normale intimità familiare, per renderle
centro delle sue storie, facendo emergere aspetti inattesi. Una
commedia dal sapore di un thriller, con un bilanciamento perfetto
d’intrattenimento e suspense, tra dialoghi taglienti e ironici,
capaci di strappare al pubblico più di una risata, alternati con
momenti di pura tensione, in attesa degli avvenimenti che
potrebbero scatenarsi.
Nella casa si rivela
un film ironico e accattivante, dal ritmo ben scandito, che conduce
lo spettatore verso un incantevole finale, attraverso una
mescolanza di generi sapientemente amalgamati in un prodotto
davvero riuscito e privo di difetti evidenti.
La giovane studentessa
Akiko (Rin Takanashi) decide di prostituirsi per potersi
pagare gli studi, accettando di incontrare anche uomini molto più
vecchi di lei. In uno di questi incontri, si imbatte in un
sessantenne professore universitario, Takashi, (Tadashi
Okuno) che dimostra un grande affetto e interesse nei suoi
confronti.
Abbas Kiarostami con
Qualcuno da Amare scrive e dirige una storia lineare,
conferendo una sorta di elegante ambiguità ai personaggi e nelle
reazioni che si sviluppano tra di essi, questo si percepisce in un
crescendo fino ad un finale spiazzante. Sembra di assistere a una
realtà comune e non troppo lontana dal vivere quotidiano
incastonata in una Tokyo intensa e suggestiva come non lo si vedeva
da Lost in Traslation di Sofia Coppola. La
macchina da presa si cala perfettamente nei ritmi e nella giornata
senza tempo di Akiko, in cui l’unico elemento di disturbo, in un
personaggio così leggero e fresco, sembra essere il fidanzato
violento Noriaki (Ryo Kase), ossessionato dalla promiscuità
mai esplicita della giovane ragazza. La bravura del regista è stata
di saper impostare la messa in scena in maniera oggettiva senza mai
accennare a nulla, lo si denota sin dall’inizio del film dove la
voce fuori campo e lo sguardo mai indirizzato verso qualcuno, ci
fanno entrare nella vita privata di Akiko, regalando così un inizio
diverso e piacevole dai classici codici del cinema hollywoodiano.
Altro elemento che viene ripetuto in tutti gli ambienti chiusi e
stretti che il film propone, sono i dialoghi molto sensati e
ponderati, senza risultare verbosi. In questi luoghi avviene il
vero confronto di idee e prospettive, costituendo un campionario e
un parallelo con le vicende che si susseguiranno all’interno del
film.
Il risultato del
regista iraniano è una storia accurata che ci fornisce un perfetto
contrasto tra generazioni, tra realtà di villaggio e metropoli, tra
interno ed esterno in cui tutto è separato da un metaforico vetro,
che sia quello della macchina o di una finestra non conta, ma la
bellezza con cui viene mostrato ci fa riflettere per tutta la
durata del film. La riuscita del film è anche da attribuire a
questi attori sconosciuti, che restituiscono reazioni di umana
spontaneità in determinati incontri/scontri che sono il ritmo
naturale del film, di cui il montaggio di BahamnKiarostami si limita a seguire come respiro naturale.
Qualcuno da amare, è
un film che riesce a restituire un atmosfera palpitante senza una
morale o una retorica, poiché non è importante ai fini della
storia. Ma riflette con quell’indole che hanno i film nipponici,
che vedono lo spazio come un’estensione dell’uomo stesso.
Dal 24 Aprile al cinema.
Ecco alcune foto scattate sul set
di Captain America Il Soldato d’Inverno .
Nelle foto oltre a Chris Evans, riconosciamo anche
Scarlett Johansson, che torna
accanto alla co star di The Avengers per
interpretare di nuovo Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera.
La storia si riaggancerà alla fine
di The Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato
con Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Al
momento l’uscita del film è prevista per il 4 aprile del 2014. Vi
ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro
speciale: Captain America il soldato
d’inverno. Tutte le info utili nella nostra scheda:
Captain America il soldato
d’inverno.
Ecco Andrew
Garfield e Emma Stone sorridenti sul set
di The Amazing Spider-Man 2
. La coppia, insieme anche nella vita reale, è ancora impegnata sul
set newyorkese del film, nella famosa Union Square.
Akira Trailer
inedito per la riuscita in sala in occasione dei 25 anni della
pellicola, il capolavoro del cinema giapponese diretto
da Katsuhiro Ōtomo.
La Walt Disney
Pictures insieme alla Lucasfilm hanno annunciato oggi
al CinemaCon a Las Vegas che Star
Wars: Episodio VII arriverà al cinema nell’estate
2015 e che ogni estate, da quella in poi, offrirà al pubblico un
film di Star Wars, alternando un film della nuova trilogia ad uno
spin off autonomo.
Sapevamo già che l’estate 2015
avrebbe visto la prima dell’Episodio VII, ma non sappiamo ancora
una data precisa. Inoltre la vera novità dell’annuncio è che questi
film, la nuova trilogia più gli spin off annunciati (Yoda, Boba
Fett), verranno distribuiti a distanza di un solo anno, e non ogni
tre anni come è accaduto per gli episodi I, II e III. Inoltre non è
ancora chiaro quanti e quali saranno gli spin off che verranno
prodotti dalla nuova mamma del franchise sci-fi più famoso del
mondo.
J.J. Abrams
dirigerà Star Wars: Episodio VII da una
sceneggiatura scritta da Michael Arndt.
Ormai manca poco più di un mese al
Festival di
Cannes 2013, che sarà aperto dall’anteprima de
Il Grande Gatsby, come molti di voi
sapranno la pellicola vede coinvolte anche tre artisti molto
importanti del panorama attuale della musica che presteranno la
loro voce al film di Baz Luhrmann. Ecco in
anteprima una preview della canzone di Florence + The
Machine, intitolata Over The Love.
Il sito ufficiale del film qui. Il Grande
Gatsby racconta la storia di un aspirante scrittore, Nick
Carraway che lasciato il Midwest Americano, arriva a New York nella
primavera del 1922, un’epoca in cui regna la dubbia moralità, la
musica jazz e la delinquenza. In cerca del suo personale Sogno
Americano, Nick si ritrova vicino di casa di un misterioso
milionario a cui piace organizzare feste, Jay Gatsby, ed a sua
cugina Daisy che vive sulla sponda opposta della baia con il suo
amorevole nonché nobile marito, Tom Buchanan. E’ allora che Nick
viene catapultato nell’accattivante mondo dei super-ricchi, le loro
illusioni, amori ed inganni. Nick è quindi testimone, dentro e
fuori del suo mondo, di racconti di amori impossibili, sogni
incorruttibili e tragedie ad alto tasso di drammaticità.
Dallo sceneggiatore de “Il cavaliere
oscuro” Jonathan Nolan e da J.J.
Abrams (Fringe, Lost), arriva in Blu-ray
Alta Definizione e DVD la prima stagione completa della serie
rivelazione Person of Interest.
I 23 emozionanti episodi seguono le
vicende di Harold Finch e John Reese – il primo un genio
dell’informatica, il secondo un ex agente della CIA – i quali
attraverso i dati elaborati da un supercomputer riescono ad
identificare e fermare gente comune che sta per essere coinvolta in
atti terroristici.
Le edizioni Home Video includono
uno speciale “Vivere nell’era della sorveglianza”, le gag e
il commento del produttore esecutivo all’episodio pilota
TRAMA: Un supercomputer sviluppato
da un genio dell’informatica, un miliardario che vive come un
eremita, Harold Finch (Michael Emerson), analizza e combina dati
per un sistema di sorveglianza del governo degli Stati Uniti per
prevenire atti di terrorismo. Ma il computer, noto solo come “la
Macchina”, è in grado di identificare gente comune che sta per
essere coinvolta in atti criminali. E’ possibile impedire che
questi atti criminali vengano compiuti? Finch e l’ex agente della
CIA John Reese (Jim Caviezel) decidono di accedere segretamente
alla Macchina e di usare tecniche da vigilantes e la più avanzata
tecnologia per identificare le potenziali vittime di crimini e
impedire che questi avvengano. Intanto due detective della polizia
di New York (Taraji P. Henson, Kevin Chapman) vengono assegnati ai
casi e al mistero che circonda i due misteriosi personaggi che si
battono contro il crimine.
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO
BLU-RAY
TITOLO
Person of Interest
CAST
James Caviezel, Michael Emerson, Taraji P.
Henson
GENERE
Crime, Sci-Fi
ANNO
2012
DURATA
1007 minuti circa
FILM
Formato Video: 1080p High Definition 16×9
FF
Lingue: Dolby Digital: Italiano 5.1, Tedesco 5.1; DTS-HD
Master Audio: Inglese 5.1.
Sottotitoli: Italiano per non udenti, Tedesco per non
udenti, Inglese per non udenti
CONTENUTI SPECIALI*• Episodio Pilota Originale con commento
del Produttore Esecutivo
• Episodio Pilota Esteso (mai andato in onda) con commento
del Produttore Esecutivo
• Contenuto extra :Vivere nell’Era della
Sorveglianza
• Le Gag
* Possono non essere in alta definizione. Audio e Sottotitoli
vari.
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO
DVD
TITOLO
Person of Interest
CAST
James Caviezel, Michael Emerson, Taraji P.
Henson
GENERE
Crime, Drammatico
ANNO
2012
DURATA
799 minuti circa
FILM
Formato Video: 1080p High Definition 16×9
FF
Lingue: Italiano, Tedesco (2.0 Dolby Digital), Inglese
(5.1 Dolby Digital).
Sottotitoli: Italiano per non udenti, Tedesco per non
udenti, Inglese per non udenti.
Sottotitoli Non Udenti:CONTENUTI SPECIALI**• Episodio
Pilota Originale con commento del Produttore Esecutivo
• Episodio Pilota Esteso (mai andato in onda) con commento
del Produttore Esecutivo
• Contenuto extra :Vivere nell’Era della
Sorveglianza
Arriva in edizione DVD grazie a Warner
Home Video la serie completa di Alcatraz, una delle serie tv più
amate degli ultimi anni. Un mix di azione e mistero per uno
show mozzafiato che vanta il genio di J.J. Abrams (Fringe, Lost)
come produttore esecutivo. L’Edizione Home Video, in vendita
dal 15 maggio, comprende tutti i 13 episodi della serie completa e
in più un affascinante approfondimento sulla celebre prigione con
filmati e foto d’archivio, oltre ad interviste ai membri del cast,
ai creatori della serie, a ex-guardie e detenuti.
Inoltre, tra gli imperdibili
extra, le scene inedite e le
gag.
TRAMA:
Nel 1963 tutti i detenuti del
Penitenziario federale dell’isola di Alcatraz vennero trasferiti. O
almeno questa è la versione ufficiale. Ora i peggiori criminali
d’America – noti come i 63 – hanno fatto ritorno nelle strade di
San Francisco per replicare i loro crimini orrendi. Toccherà ad una
fuoriclasse come la detective Rebecca Madsen e all’esperto di
Alcatraz Diego “Doc” Soto collaborare con l’agente dell’FBI
Emerson Hauser e con la dottoressa Lucy Banerjee per scoprire
perché i 63 sono tornati e per portare alla luce una minaccia molto
più spaventosa.
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO
DVD
TITOLO
ALCATRAZ – LA PRIMA STAGIONE COMPLETA
CAST
Sarah Jones, Sam Neill, Jorge
Garcia, Parminder Nagra, Jonny Coyne, Jason Butler Harner,
Robert Forster
GENERE
Sci-Fi, Crime
ANNO
2012
DURATA
540 minuti ca.
FILM
Video: 16×9 FF
Audio: Italiano 2.0, Tedesco 2.0 (2.0 Dolby Digital), Inglese
(5.1 Dolby Digital)
Sottotitoli: Portoghese, Turco, Italiano per non udenti,
Tedesco per non udenti,
Inglese per non udenti.CONTENUTI SPECIALI++– Alcatraz:
l’isola degli intrighi – Un affascinante approfondimento sulla
celebre prigione che comprende filmati e foto d’archivio, oltre ad
interviste ai membri del cast, ai creatori della serie e ad
ex-guardie e detenuti.
Il pugilato è probabilmente lo sport che più di ogni altro ha
affascinato Hollywood: ring e guantoni sarsnno ancora
una volta al centro della scena in Fighting
Man, che vedrà protagonisti James
Caan e Louis Gosset Jr.
Giunto alla notorietà presso il
grande pubblico grazie al personaggio del romanziere – detective
Castle, protagonista dell’omonima serie,
Nathan Fillion rilancia la sua carriera
sul grande schermo, almeno a livello ‘vocale’, entrando nel cast di
Monsters
University.
Fillion non è l’unica novità
dell’ultimo minuto: in occasione del CinemaCon in
corso a Las Vegas, è stato infatti annunciato il cast definitivo,
con le conferme di John Krasinski e Bonnie
Hunt. Fillion sarà Johnny Worthington, una bestia cornuta
Presidente della Roar Omega Roar, una confraternita universitaria
che arruola studenti particolarmente spaventosi.
Krasinski darà la voce a
‘Frightening’ Frank McCay, che sarà fonte d’ispirazione per i
protagonisti Mike (Billy Crystal) e Sulley (John Goodman). Hunt,
collaboratrice di lungo corso della Pixar (ha al
suo attivo ruoli in A Bug’s Life,
Cars, Toy Story 3 e
Monster Inc.), sarà invece l’insegnante
Karen Graves.
Il cast vocale di Monsters
University include: Steve Buscemi, Helen
Mirren, Alfred Molina, Beth
Behrs,Aubrey Plaza, Sean P
Hayes, Julia Sweeney, Bobby
Moynihan, Dave Foley, Joel
Murray, Pete Sohn, Charlie
Day, Tyler Labine e John
Ratzenberger.
La Paramount, in
occasione del CinemaCon in corso a Las Vegas, ha
annunciato che il settimo capitolo della saga di
Fast & Furious uscirà nelle sale
l’11 luglio 2014; nella stessa occasione, sono arrivate novità
riguardo i sequel di Pitch Perfect,
Biancaneve e il Cacciatore e sul
nuovo film della saga di Bourne.
Nonostante il recente abbandono
dello storico regista della serie, James Wan, i
programmi della Paramount al momento non cambiano, segno che la
compagnia è sicura di trovare un sostituto in tempi
brevi. Capitolo – sequel: già in corso di sviluppo
Pitch Perfect 2, con la firma di
Kay Cannon e uscita prevista nel
2015; nello stesso anno si prevede l’arrivo del seguito di
Biancaneve e il Cacciatore; ancora avvolto nel mistero invece il
nuovo film della saga di Bourne.
Nella stessa occasione sono state
presentate alcune sequenze di Kick-Ass
2, di R.I.P.D., di
2 Guns (protagonisti Mark
Wahlberg e Denzel
Washington).
Seguendo le indicazioni del viral
marketing, in base all‘ultimatum di Zod,
ecco che è arrivato puntuale un nuovo trailer per L’Uomo
d’Acciaio, reboot di Superman e diretto dalla sapiente
mano action di Zach Snyder, nonchè prodotto da
quel genio di Christopher Nolan.
Ecco il trailer:
Nel film, un ragazzo impara
scopre di avere straordinari poteri e che non è nato sul Pianeta
Terra. Come giovane uomo, viaggia cercando di scoprire da dove
viene e che cosa è stato mandato a fare sulla Terra. Ma l’eroismo
nascosto in lui deve emergere se vuole salvare il mondo e diventare
un simbolo di speranza per tutti gli uomini giusti.
L’Uomo d’Acciaio, il film
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano L’Uomo
d’Acciaio, con
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman,
per la regia di Zack Snyder. Il film è
interpretato anche da
Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte
agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane,
e il candidato all’Oscar
Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”)
in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei
genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la
candidata agli Oscar
Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il
premio Academy Award
Kevin Costner(“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe
sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod,
interpretato dal candidato agli Oscar
Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora,
interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton
sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van,
interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e
il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award
Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche
Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick,
Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy
e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil
Hamilton. Tutte le news nel nostro
speciale: Superman: Man of
steel.
Tremate, tremate, Le Streghe
di Salem son tornate, e con loro ritorna sul grande schermo
uno degli autori più irriverenti ed eclettici del panorama
contemporaneo; Rob Zombie. In questo suo quinto lungometraggio Zombie
rispolvera un tema non proprio originale, quello della stregoneria,
cercando di attualizzarlo introducendo come filo conduttore la
tematica della musica ed i suoi effetti subliminali. Il regista
infatti presenta il Male come un qualcosa che proprio tramite la
musica ha la possibilità di ritornare e di scatenare dal passato i
suoi terribili effetti, complice la ritrita tematica di una
maledizione perpetrata attraverso le generazioni.
In Le Streghe di
Salem Heidi è una giovane deejay di una piccola emittente
della cittadina di Salem, conosciuta per la grande caccia alle
streghe di fine ‘600. Un giorno la ragazza riceve una misteriosa
scatola di legno contenente un disco in vinile appartenente ad uno
sconosciuto gruppo musicale chiamato I signori di Salem.
Incuriosita, Heidi decide di ascoltarlo. Sarà solo l’inizio di una
serie di oscuri eventi che riporteranno in vita un male celato da
tempo.
Malgrado i buonissimi propositi
purtroppo l’opera ultima di Zombie è da considerasi come un vero e
proprio fallimento su più fronti, primo fra tutti la sceneggiatura,
alquanto mediocre e per nulla originale, piena di cliché del genere
e di svolte narrative troppo prevedibili. Zombie inoltre annulla
del tutto il suo stile, proponendo un’estetica piatta ed anonima,
sintomo di una regia in chiara fase di regressione. Unici momenti
in cui la vena dell’autore emerge sono le scene oniriche,
obiettivamente impeccabili e stilisticamente visionarie, dove però
purtroppo Zombie si lascia prendere troppo la mano, mettendo in
atto una gratuita e (forse troppo) estrema blasfemia religiosa che
in alcuni punti rasenta un fastidio viscerale che permane durante e
dopo la visione. Siamo ben lontani dall’intelligente e gustosa
struttura scenica de La casa dei 1000 corpi, poiché
ci troviamo dinnanzi ad una fotografia estremamente povera e
lontana anni luce dalle esplosioni psichedeliche a cui Zombie ci
aveva abituati.
Altri punti dolenti sono i
dialoghi, troppo ingenui e fastidiosamente ridondanti di citazioni
di genere che toccano punti di ridicolo ed un parco attoriale
sommariamente costruito, su cui campeggia la musa Sheri Moon
in versione rasta ed intenta più a mostrare le priore nudità che a
dedicarsi alla recitazione. Completano il cast un famelico terzetto
stregonesco formato da Dee Fallace, Particia Quinn e
Maria Alonso, in una ridicola versione dark di
Disperate Housewives. Uniche note di colore sono le
deliranti musiche dei John 5, perfettamente amalgamate con
l’atmosfera del racconto e le numerose citazioni sul cinema di
genere del passato (Meliés e i noir su tutti), testimoniando come
il regista abbia forse voluto palesare la finzione del meccanismo
cinematografico fino a creare l’illusione di una sacra
rappresentazione in stile orrorifico.
Un film che, al di là delle
numerose pecche e meccanismi poco azzeccati, lascia indubbiamente
un segno indelebile nella mente dello spettatore, un film da amare
o odiare, ma che farà parlare molto di se.
Deadline riporta
che l’attore rso famoso dalla serie The Walking Dead,
Michael Rooker, si è unito al cast de I Guardiani della
Galassia e interpreterà Yondu.
Il personaggio è uno degli eroi
fondatori del gruppo originale protagonista del film e il casting
di Rooker non è molto sorprendente dal momento che l’attore ha
lavorato in Slither e
Super, gli altri due film diretti da
James
Gunn, al timone del film.
Gli altri nomi confermati fino ad
ora sono Chris Pratt nel ruolo di Peter Quill, aka
Star Lord, e Dave Bautista in quello di Drax il
Distruttore. Alcune voci riportano che l’attrice protagonista di
Avatar e
Star Trek, Zoe
Saldana, potrebbe interpretare Gamora.
Il film è attualmente in pre produzione nel Regno Unito e
dovrebbe arrivare al cinema il primo agosto 2014.I Guardiani della Galassia
(Guardians of the Galaxy) sono un gruppo di personaggi dei fumetti
Marvel Comics, creato da Arnold Drake (testi) e
Gene Colan (disegni). La prima apparizione avviene in Marvel Super-Heroes (seconda serie)
n. 18 (gennaio 1969). Sono dei supereroi, che agiscono nel XXXI
secolo dell’universo Marvel.Fonte: Superherohype
Bryan Singer ha
twittato ancora! Questa volta non si tratta di foto dal set di
X-Men: giorni di un futuro
passato o del make up di
Nicholas Hoult nei ‘peli’ di Bestia, ma di
Shawn Ashmore pronto a reinterpretare Iceman dopo
aver vestito i suoi freddi panni in X-Men 2 e in X-Men Conflitto
finale.
Nella foto Ashmore, che abbiamo
visto da poco accanto a Kevin Bacon in
The Following, ha il viso coperto da
marcatori per la motion capture. Questo vorrà forse dire che
vedremo Bobby Drake/Iceman di nuovo completamente di ghiaccio?
Tutti i suoi fan aspettano Iceman a
braccia aperte, intanto ecco come l’ha mostrato sul popolare social
Bryan:
Ricordiamo che nei due film citati,
il personaggio di Ashmore era al centro di un menage amoroso che
coinvolgeva anche Marie/Rouge (Anna Paquin) e
Kitty Pride/Shadowcat (Ellen Page). Entrambe le
attrici ritorneranno in questo film ma non sappiamo se la story
line romantica verrà ripresa.
È stata presentata questa mattina,
l’ultima pellicola del regista iraniano Abbas Kiarostami,
Qualcuno da amare presso la Casa del Cinema a Roma.
Il film è distribuito dalla Lucky Red ed esce il 24 Aprile in circa
50 copie, il film era stato presentato all’ultima edizione del
Festival del Cinema di Cannes. Alla conferenza stampa ha
partecipato il regista.
Qual’è il suo rapporto con il
cinema giapponese, come spettatore e come cineasta?
Abbas Kiarostami: Fino a questa mattina credevo che il film
fosse un film iraniano-giapponese, un connubio tra questi due, ma
questa mattina vedendo il film mi sono reso conto che è un film
giapponese-iraniano-italiano. Spesso avevo detto che ho fatto
questo film perché mi piacevano i giapponesi, mi piaceva
l’ambiente, però questa mattina riflettendo ho visto che il film è
qualcosa che è dappertutto e noi troviamo questa idea che
appartiene a tutti. Quando siamo lontani crediamo di essere molto
differenti tra di noi, ma se riflettiamo vediamo che queste
lontananze ci creano soltanto incomprensioni in realtà ci
somigliamo tantissimo.
Come ha scelto gli interpreti?
Li conosceva o ha fatto dei casting?
A.K.: Il film è stato girato in giapponese, tutti gli attori e
l’equipe era giapponese io ero il regista ospite, ho iniziato il
film tramite casting, ho cercato il protagonista tra molti attori
professionisti ma mi sono trovato in difficoltà e non ho avuto
successo, poiché tutto gli attori anziani erano abituati a recitare
e questo nel mio cinema non andava bene, mi serviva una recitazione
naturale, perciò ho dovuto allontanarmi da questa scelta è ho
cercato il protagonista tra le comparse. Il signor Tadashi
Okuno mi diceva che erano 50 anni che faceva la comparsa e non
aveva mai detto una parola, non accettava di essere il protagonista
del mio film, ma gli ho spiegato che non doveva parlare e che
c’erano pochissimi dialoghi. Di due pagine in due pagine, ho
cercato che lui andasse avanti. Quando il film è finito, avevo una
grandissima stima del signore, perché è un personaggio molto
vigoroso, sereno e responsabile, lui mi ha ringraziato tantissimo e
mmi ha detto che era molto contento di aver lavorato con me, ma era
stato molto difficile per lui e non vuole più continuare come
attore ma vuole tornare ad essere una comparsa. Una dei motivi per
cui sono andato in Giappone a girare questo film è perché credo che
ancora nel modo esistono persone come lui.
Quando ha iniziato a pensare che
l’abitacolo di una macchina potesse essere il luogo dove esprimere
il suo cinema?
A.K.: Dal 2002 ho cominciato
a portare la macchina da presa dentro l’abitacolo di una macchina,
direi che l’abitacolo di un’automobile è simile a qualsiasi altro
luogo è una scelta personale di una location, la volta precedente
avevo promesso ai miei spettatori di non fare più riprese
all’interno di una macchina ma dopo mi sono ricordato che il film
successivo è all’interno di una macchina, poi smetterò ma
ripensandoci ci sono altri due film che dovrò fare che sono
all’interno di una macchina! Poi mi domando, dove altro potrei
mettere due generazioni così lontane, due realtà così
differenti, un anziano e una giovane che parlano tra di loro
in un modo intimo mentre non si guardano, non si vedono, ma hanno
un legame che si crea in un ambiente così stretto, non ho trovato
nessun altro spazio. Dovunque mi servirà un abitacolo di una
macchina io ci entrerò e gli spazi aperti li potrete vedere dai
finestrini della macchina.
Il suo film è immerso nella
Tokyo di oggi, questo confronto/scontro tra generazioni e i
villaggi e la metropoli, le piacerebbe tornare a girare in
Giappone?
A.K.: Quando ho scritto la
sceneggiatura e l’ho proposto al mio produttore, mi ha guardato un
po’ male, ma io non sapevo se avrei fatto un film buono o no però
volevo fare un film giapponese. E quando il film è terminato le
persone che hanno visto il film, mi hanno detto di non aver visto
l’ombra e lo sguardo di uno straniero. Ma devo dire che è stato
molto duro e molto difficile.
Durante le riprese mi è venuta a trovare l’assistente di
Kurosawa, la signora Moganì e mi ha visto con il bastone e
io ero veramente provato e mi ha raccontato un aneddoto, ho visto
la stessa reazione ed esperienza quando Kurosawa faceva il film in
Russia, Dersu Uzala, ed era devastato e ogni notte
piangeva, io ho risposto che non piangevo ogni notte, ma una si e
una no.
Come mai questa fine quasi non fine? Ha altri progetti?
A.K.: Il finale non è strano ma inusuale, quando ho mandato la
sceneggiatura al produttore francese, sono arrivato all’ultima
scena e mi è venuto da scrivere “The End”, inseguito ho scritto al
produttore che avevo tempo per pensare ad un altro finale, ho
riflettuto un anno, ho dovuto riflettere un anno per quello che è
successo in Giappone nel 2011 però alla fine ho deciso che questo
era il finale che mi piaceva di più. Questa è stata la mia
giustificazione, qual’è la storia in cui noi siamo presenti dentro
e consideriamo che la fine è la fine della storia? Noi arriviamo a
metà strada e dopo un po’ abbandoniamo la storia e proseguiamo ma
la storia non finisce, la storia continua, noi entriamo ed usciamo.
Perciò possiamo pensare che la fine del film non è la fine della
storia, la storia può continuare ed il professore può avere altre
avventure, altre storie da continuare ma noi abbiamo finito a 100
minuti.
Ho una sceneggiatura già pronta, ho
individuato già una location, ho quasi deciso il protagonista
perciò se dovessi fare un film lo farei su questa sceneggiatura
però in questo momento non ci sono condizioni, io personalmente non
ho le condizioni opportune per farlo.
Che percorso ha
fatto il film da Cannes? E se il film uscito in Giappone ed Iran
quali sono state le reazioni?
A.K.: Non ricordo esattamente, ma circa 20 paesi hanno portato
o stanno portando sugli schermi questo film. Per quanto riguarda il
Giappone, anche se non con totale certezza, posso dire che ci sono
state due reazioni completante opposte: quelli che hanno amato
fortemente il film e quelli che non lo hanno assolutamente
accettato. Dovrei aggiungere, che in Giappone gran parte della
popolazione non ama il cinema tradizionale giapponese, ovviamente
il mio cinema, ha avuto l’influenza dei grandi registi giapponesi
come Ozu e Mizoguchi. Perciò posso dire che adesso
in Giappone, gran parte dei cineasti riproduco il cinema americano
e non amano il loro cinema tradizionale. È strano, ma negli Stati
Uniti ha avuto un grandissimo successo e la critica ha accettato
molto bene questo film è ha avuto un importante vendita. Sembra che
il Giappone e l’Europa hanno più interesse per il cinema
hollywoodiano mentre gli americani stessi si sono distaccati e si
stanno interessando al cinema d’autore e al cinema europeo. In Iran
non è uscito, non c’è stata la possibilità io ho proposto di
doppiare il film e di poter presentare il film, ma non è stato
accettato. Ma il film in formato video con sottotitoli in inglese è
stato distribuito.
Perché non è uscito in
Iran?
A.K.: non vorrei entrare nei
dettagli, ma è difficile poter dire che rapporto c’è tra me è il
governo iraniano, in realtà non ci capiamo, ci sono delle
difficoltà. Il mio film non ha nulla per essere censurato, ma non
c’è questa reciprocità e comprensione.
Lei in passato ha girato in
Toscana, forse girerà in Puglia, cosa le piace del nostro cinema e
del nostro paese e se ha dei registi di rifermento anche nel
passato.
A.K.: Elencare i registi italiano che amo mi poterebbe ad
omettere qualche nome e mi sentirei in imbarazzo, l’impronta del
mio cinema parte dal neorealismo italiano. Conosco da molti anni
l’Italia e la conosco tramite il suo cinema piuttosto che nelle
passeggiate tra le varie città. Ho un senso di familiarità quando
sono in Italia e non è solo per me, ma per gran parte degli
iraniani, amano l’Italia e si trovano bene in Italia. Tutta la mia
adolescenza passava da un cinema all’altro a vedere i film
italiani, per me e i compagni della mia generazione al di fuori
dell’Iran cerca solo l’Italia.
La creatività in Iran si sta
proponendo con molta forza, non crede?
A.K.: Per quanto riguarda la creatività questa va al di là
delle condizioni sociali di un paese, questa è un qualcosa che non
può essere in nessun modo soffocata e nessun sistema può soffocare
la creatività e potrei dire che oggi, nonostante le grandissimi
difficoltà sono testimone di una vivace creatività artistica in
Iran. Vedo e conosco giovani colleghi, nell’ambito cinematografico,
che stanno esprimendo in mondo eccellente e molto creativo. Perciò
posso dire che la condizione sociale qualche volta potrebbe
addirittura aiutare a vivacizzare sempre di più la creatività.
Passione
Sinistra, ultimo film del figlio d’arte Marco Ponti,
è un film tratto liberamente dal romanzo di Chiara Gamberale
Una Passione Sinistra, ed è una commedia brillante
sull’ideologia, le scelte di vita e la nostra Italia, sempre divisa
tra destra e sinistra (che sia politica o di pensiero e posizione
sociale). La passione sinistra del titolo è quella che nasce tra
Nina e Giulio. Lei è cresciuta a pane e politica. Idealista,
integralista e decisamente di sinistra, crede in quello che fa ed è
convinta del fatto che si possa lottare per un mondo migliore. Vive
con Bernardo, giovane intellettuale e scrittore di imminente – ma
non ancora conclamato – successo: uno destinato a fare la giovane
promessa per tutta la vita. Lui invece è l’erede di una famiglia di
industriali, che più arrogante e qualunquista non si può. Uno che
l’idea del mondo migliore non lo sfiora neppure. Non a caso è
fidanzato con Simonetta, una simpatica biondezza che ogni tanto
inciampa persino sui congiuntivi. Nina e Giulio sono agli antipodi,
se non fosse che spesso il destino ci mette lo zampino e trai due
nascerà un’attrazione irrefrenabile, una passione sinistra che li
porterà ad intrecciare una relazione.
Distribuito da 01 distribution il
film di Ponti trova il suo punto di forza nei personaggi, nella
loro caratterizzazione e soprattutto nel cast formato da volti
italiani notissimi al grande pubblico. Se i comprimari come Eva
Riccobono e Geppi Gucciari sono quei volti più amati e riconosciuti
le vere stelle sono Valentina Lodovini e Alessandro Preziosi che,
particolarmente affiatati sul set, sprigionano una grande alchimia.
La bellezza verace della Lodovini si sposa alla perfezione con la
passione politica di Nina, e allo stesso tempo il fascino un po’
ombroso, più che la bellezza in sè, di Preziosi si addice
particolarmente all’uomo d’affari senza scrupoli che dovrebbe
essere Giulio. Sicuramente sono loro il vero punto di forza di un
film che con leggerezza si inserisce in un discorso sociale
particolarmente “italiano”.
Non c’è dubbio che una coppia di
protagonisti così amati dal grande pubblico possa invogliare tanti
spettatori curiosi ad andare a vedere come si raccontano le
ideologie politiche al cinema! E voi cosa ne pensate della coppia
Lodovini – Preziosi? Riusciranno a fare breccia nel cuore degli
spettatori più esigenti? Ma soprattutto, è ancora attuale in Italia
parlare di ideologia politica? Marco Ponti ha detto la sua, potete
farlo anche voi commentando di seguito.
Guarda tutte le foto del cast alla
Premiere al CinemaCon di Into
Darkness – Star Trektenutasi a Las
Vegas. All’evento era presenti gli attori Chris
Pine, Zachary
Quinto, Alice
Eve, John Cho e lo
sceneggiatore Damon Lindelof. Curiosità, alla
proiezione era presente anche il regista di Transformers Michael
Bay, magari solo in qualità di fan?
…
Trama: Quando l’Enterprise è
chiamata a tornare verso casa, l’equipaggio scopre una terrificante
e inarrestabile forza all’interno della propria organizzazione che
ha fatto esplodere la flotta e tutto ciò che essa rappresenta,
lasciando il nostro mondo in uno stato di crisi. Spinto da un
conflitto personale, il Capitano Kirk condurrà una caccia all’uomo
in un mondo in guerra per catturare una vera e propria arma umana
di distruzione di massa. Mentre i nostri eroi vengono spinti in
un’epica partita a scacchi tra la vita e la morte, l’amore verrà
messo alla prova, le amicizie saranno lacerate, e i sacrifici
compiuti per l’unica famiglia che Kirk abbia mai avuto: il suo
equipaggio.
Sylvester
Stallone, nei nostri cinema con Jimmy Bobo –
Bullet to the Head, informa tramite Twitter che
l’attore Wesley Snipes, suo compagno di set nel
magnifico Demolition Man del 1993, si
unirà al cast di Expendables 3, dai noi
I Mercenari
3.
Il film, già ricco di vecchie e
nuove glorie del cinema action, potrebbe avvalersi anche della star
di Blade, a rimpolpare di testosterone le
sue fila. Wesley
Snipes è reduce da una bega legale che l’ha visto
condannare al carcere per evasione fiscale, anche se si è sempre
detto innocente. Da poco infatti è riuscito ad ottenere gli arresti
domiciliari, che si concluderanno il prossimo luglio rendendolo
quindi virtualmente disponibile a partecipare al film. Possiamo
addirittura azzardare a dire che l’attore abbia voglia sicuramente
di ripulire la sua immagine e sicuramente partecipare ad un
franchise di grande successo come quello in questione potrebbe
certamente dargli una grossa mano in tal senso.
Ma le sorprese di Stallone non
finiscono qui, sempre su Twitter, Sly ha elogiato le doti
registiche di Mel Gibson, dicendo che sarebbe
davvero bello averlo dietro la macchina da presa de
I Mercenari
3 . Trattandosi di un grosso calibro, è probabile
che dietro questa dichiarazioni ci possano essere stati degli
incontri tra Stallone e Gibson e che con il tweet il regista e
attore di Rocky voglia solamente valutare
le reazione del suo pubblico in merito.
Per la carriera di Robert
Downey Jr varrebbe il detto “dalle stalle alle stelle”, ma
non potremmo mai ridurre a un mero gioco di parole la simbiosi tra
recitazione e vita. L’infanzia del piccolo Robert è controversa:
con Allyson, la sorella maggiore, è subito immerso nel mondo del
cinema essendo figlio di Robert Downey Sr, attore e regista, e
dell’attrice Elsie Ford. Sin da quando aveva meno di dieci anni, il
padre lo iniziò all’uso di marijuana nella speranza che ciò potesse
instaurare un rapporto con il figlio.
È sempre il padre a introdurlo nel
mondo della recitazione, includendolo, sin dall’età di cinque anni,
in molti suoi film (Pound,Greaser’s Palace,
Moment to Moment, Up the Academy). Dopo essersi
diplomato alla Stagedoor Manor, i genitori divorziano e decide di
seguire il padre in California, ma poco dopo ritornerà a New York
ormai deciso sul suo destino: diventare un attore. A soli venti
anni entrerà a far parte del Saturday Night Live e, allo stesso
tempo, interpreterà ruoli secondari al cinema: lo vedremo nella
pellicola di John Hughes, La donna
esplosiva (1985), la storia di due ragazzi che creano una
donna dotata di poteri straordinari e A scuola con
papà (1986), una commedia dove il padre decide di tornare
al college con il figlio introverso.
Nel 1987 arriva un primo ruolo da
protagonista nella commedia romantica di James
Toback,Ehi…ci stai?, dove interpreta Jack
Jericho un allenatore di baseball che s’innamora di Randy Jensen
(Molly Ringwald), la figlia di un mafioso. “Il
fantasma del Natale futuro”, così l’attore definisce la sua
performance in Al di là di tutti i limiti, tratto dal
libro di Bret Easton Ellis Meno di zero, in cui veste i
panni di un giovane che vede fallire la sua vita a causa della
droga. Il 1988 è la volta de La grande promessa e
1969 – I giorni della rabbia e successivamente prende
familiarità con il mondo degli avvocati al fianco di James
Woods in Verdetto finale (1989), regia di
Joseph Ruben. Nello stesso anno fa parte del cast
di Uno strano caso, commedia fantastica con
Ryan O’Neil e Christopher
McDonald.
Gli anni Novanta costituiscono allo
stesso tempo, il vertice e il declino della sua carriera. In
Air America (1990) è accanto all’amico Mel
Gibson in una commedia avventurosa incentrata su un corpo
speciale di piloti della CIA che opera durante la guerra del
Vietnam. Continuano i ruoli nelle commedie, per le quali sembra
avere un talento naturale. Lo vediamo in Bolle di
sapone (1991), un film di Michael Hoffman
che ironizza sul mondo delle soap opera, ma lo ricordiamo anche in
4 fantasmi per un sogno (1993), dove, dopo un
incidente con l’autobus, le anime di quattro persone rimangono
intrappolate sulla terra diventando gli amici immaginari di un
bambino. Ma è il ruolo di Charlie Chaplin, nel
film Charlot (1992) di Richard Attenborough, a porlo
sotto i riflettori del mondo di Hollywood. La sua interpretazione
gli varrà la nomination come miglior attore protagonista. Nel 1994
sarà la volta di Assassini nati, diretto da
Oliver Stone, e della commedia romantica
Only you – Amore a prima vista.Restoration –
Il peccato e il castigo (1995) è la sua seconda
collaborazione con Hoffman, questa volta da protagonista in
un’altra pellicola che si farà notare agli Oscar vincendo per la
Migliore scenografia e i Migliori costumi .
Dal 1996 iniziano i problemi
legali: viene arrestato per possesso di stupefacenti, guida in
stato di ebbrezza, violazione di domicilio e possesso di armi. I
tentativi di disintossicarsi falliscono miseramente e la sua
carriera ne risente. Dopo essere stato condannato a tre anni di
libertà vigilata, nel 1998 e nel 1999 viene arrestato più volte
dopo che non si presenta ai test antidroga previsti dalla
procedura, fino ad arrivare alla condanna di tre anni di
reclusione. Interpreta ruoli secondari come in Complice la
notte (1997), Hugo Pool (1997),
Conflitto d’interessi (1998), U.S. Marshals –
Caccia senza tregua (1998) fino a In Dreams
(1999).
Dopo essere stato rilasciato sotto
cauzione, la rinascita recitativa coincide con la definitiva
disintossicazione e l’interpretazione di uno dei più esilaranti
fidanzati di Ally McBeal, nell’omonima serie
televisiva, per cui vincerà un Emmy Awards nel 2001.
Nel 2003 ancora una volta con Mel
Gibson, è uno scrittore in ospedale che ripercorrerà la sua vita
parallelamente al suo romanzo di successo in The Singing
Detective. Nello stesso anno sarà il Dott Graham nel
thriller Gothika, accanto a Halle
Berry. Nel 2004 prende parte a Eros, film
nato dalla collaborazione di tre registi (Michelangelo
Antonioni, Steven Soderbergh e Wong
Kar-wai) che, attraverso tre episodi, spiega i vari lati
dell’amore. Dopo la commedia nera Kiss Kiss Bang Bang
(2005) con Val Kilmer, sarà la voce narrante del
documentario Hubert Selby Jr: It/ll Be Better
Tomorrow (2005), dedicato all’omonimo scrittore e costruito
raccogliendo le sue interviste inedite e contributi di altri
personaggi famosi. George Clooney lo include nel
cast di Good Night, and Good Luck (2005), che
racconta la storia dell’anchorman americano Edward R.
Murrow. Trionferà con l’intero cast di Guida per
conoscere i tuoi santi (2006) al Sundance Film Festival, in
cui otterrà per la miglior regia e il premio speciale della
giuria.
Gli anni della
dipendenza sono ormai lontani e interpreta un film dopo l’altro che
lo porta al successo internazionale. Uno di questi è A
Scanner Darkly (2006) film di fantascienza di Richard
Linklater, basato su Uno oscuro scrutatore dello scrittore
statunitense Philipp K.Dick e girato in live action ritoccato con
l’animazione grafica digitale. Sarà cronachista di nera che
indagherà con Jake Gyllenhall in
Zodiac (2007), il thriller di Robert
Graysmith incentrato sul misterioso assassino di San
Francisco negli anni Sessanta e Settanta.
Prima di lui Nicolas
Cage, Tom Cruise e Leonardo
DiCaprio erano i possibili protagonisti nel ruolo di
Iron Man (2008), ma tra lo sconcerto generale venne
fatto il suo nome. C’era chi pensava già al flop e invece, Tony
Stark, il miliardario geniale ed eccentrico, è il personaggio della
rinascita. Gli amanti del fumetto hanno rivisto in Robert Jr
l’incarnazione perfetta del loro eroe, notando anche molte
somiglianze tra i due: la genialità affogata nei problemi con
l’alcolismo. Il ruolo di Iron Man è ormai assicurato per i
sequel, Iron Man 2 (2010) e Iron
Man 3 (2013) e per il crossover The
Avengers (2012).
Grazie alla parodia dei film di
guerra Tropic Thunder (2008), diretta da Ben
Stiller, Robert Downey Jr. ottiene la nomination all’Oscar
e al Golden Globe come miglior attore non protagonista. Reciterà ne
Il solista (2009) nel ruolo di un giornalista che
indaga sulla vita di un senzatetto che suona il violino
(Jamie Foxx) e in Parto col folle
(2011) in coppia con Zach Galifianakis.
La genialità e la
stranezza, nonché uno spiccato senso dell’umorismo caratterizzano
la sua recitazione e ce ne dà prova reinventando la figura di
Sherlock Holmes (nel 2009 e nel 2011), affiancato da
un’altrettanto insolito Watson interpretato da Jude Law e
diretto da Guy Richie.
Robert Downey Jr. rischiava
di essere una parentesi del cinema hollywoodiano, l’ennesima star
in grado di arrivare molto lontano ma che brucia la propria vita
prematuramente. Non è stato così e noi per questo lo ringraziamo,
chiedendogli di non fermarsi qui. La consacrazione avvenuto con
Iron Man è solo l’inizio della sua seconda vita.
Ne Il
Grande Gatsby l’estate del 1922 è una stagione
frizzante e piena di energia per gli abitanti delle ricche ville
sulla Costa Est: Nick Carraway, impiegato di Borsa di estrazione
borghese, vive in un piccolo villino confinante con l’immensa
magione di Jay Gatsby, misterioso miliardario famoso per dare delle
feste straordinarie ma estremamente schivo e assente, anche nei
confronti degli stessi invitati spesso ignari dell’identità e
dell’aspetto del padrone di casa.
Un inaspettato invito personale ad
una delle feste del suo strano vicino dà finalmente a Nick
l’opportunità di conoscere Gatsby, segnando l’inizio a un’amicizia
che svelerà presto il vero disegno del miliardario: Gatsby è
infatti deciso a riconquistare Daisy, cugina di Nick, della quale
era follemente innamorato prima di partire per la Grande Guerra e
che senza attendere il suo ritorno ha sposato il giocatore di polo
Tom Buchanan per vivere quella vita di lusso e noia che il suo
primo amore, all’epoca ancora privo di sostanze, non era in grado
di offrirle.
Certo che Daisy
lo ami ancora e sia pure disposta a lasciare un marito che non
esita a esserle infedele con l’esuberante Myrtle, moglie
insoddisfatta di uno squattrinato meccanico, Gatsby dedicherà tutte
le sue energie a realizzare il sogno di riprendersi il grande amore
della sua vita, ma dovrà scontarsi con le illusioni di un mondo
patinato che preferisce annegare nello sfarzo e nel lusso le sue
ipocrisie.
I ruggenti anni 20’ stanno vivendo
una nuova giovinezza: dopo Midnight In Paris di Woody Allen, deliziosa commedia di ambientazione
parigina che guardava con nostalgia alla generazione perduta di
Hemingway e Fitzgerald è proprio il capolavoro di quest’ultimo
Il Grande
Gatsby a tornare nelle sale grazie a Baz
Luhrmann e a un cast stellare.
Confrontarsi con l’ultima
trasposizione de Il
Grande Gatsby datata 1974, basata su una
sceneggiatura di Francis Ford Coppola e con Robert Redford e Mia
Farrow nel ruolo di Gatsby e della sua amata Daisy non è facile
(molti la considerano la versione definitiva, altri sostengono che
manchi di una tensione drammatica adeguata alla storia) ma il
matrimonio fra la regia sperimentale di Lurhmann, al suo meglio in
Moulin Rouge e Romeo+Juliet, e lo
spirito indomabile dei roaring twenties promette un
risultato abbagliante e indimenticabile: pronto a rimettersi in
gioco a 4 anni di distanza dal non riuscitissimo colossal Australia, Lurhmann ha chiamato
Leonardo DiCaprio e la giovane Star in ascesa
Carey Mulligan come protagonisti, senza
dimenticare
Tobey Maguire (al suo primo ruolo in una grossa
produzione dopo gli Spiderman di Raimi)
nel ruolo del narratore Nick Carraway, Joel Edgerton e Jason Clarke (entrambi visti di recenti sugli schermi
con Zero Dark Thirty) come Tom Buchanan e il meccanico
Wilson e infine Isla Fisher per la parte dell’infelice moglie di
quest’ultimo Myrtle.
In perfetta sintonia col suo tocco
unico e irriverente, Luhrmann ha preferito a Jazz e Fox Trot
sonorità decisamente più contemporanee, puntando su una colonna
sonora che conta fra gli altri pezzi di Beyonce, will.i.am, Jack
White, Lana del Rey e Florence + the Machine; proprio l’attento
lavoro sulle musiche del film avrebbe spinto il regista, noto per
il suo estremo perfezionismo, a rimandare l’uscita del film da
dicembre 2012 a Maggio 2013.
A illuminare le
sfarzosissime feste di Jay Gatsby ci saranno soprattutto gli
splendidi costumi firmati da Catherine Martin con
la collaborazione esclusiva di Miuccia Prada: sembra che oltre
40 modelli fra abiti da cocktail e da sera siano stati
realizzati da Prada e Miu Miu e che Tiffany abbia messo numerosi
gioielli a disposizione delle attrici.
Altro motivo di grande attrattiva e
curiosità è l’uso della tecnologia 3D, scelta dal regista a
dispetto del registro prettamente drammatico del film per rendere
al meglio la grandezza della magione di Gatsby: ”Fitzgerald
avrebbe approvato, anche la scelta del 3D – ha dichiarato
Luhrmann– d’altronde era un modernista, ed è stato sempre
influenzato dal cinema. Fitzgerald amava il grande schermo e
credeva ardentemente nel potere della settima arte. Non a caso
Il grande Gatsby e’ stato adattato non meno
di quattro volte per il grande schermo. La sua storia supera il
tempo e la geografia. Il nostro obiettivo e’ quello di rendere
giustizia all’abilità narrativa di Fitzgerald e di illuminare le
sue grandi idee e la sua umanità. Questa è la nostra sfida e la
nostra avventura.”
Costato oltre 127 milioni di
dollari e girato in Australia fra Sydney e le Blue Mountains,
Il Grande Gatsby aprirà fuori
concorso il 66° Festival
di Cannes il 15 maggio 2013, prima di arrivare nelle sale
italiane il giorno successivo.