Il regista Luc Besson risponde alle
domande dei giornalisti alla fine dell’anteprima per la stampa del
suo ultimo film The Lady presso La Casa del cinema di Roma.
Il film uscirà nelle sale italiane
a partire dal 23 Marzo 2012 ed è stato distribuito in Italia dalla
nuova casa di distribuzione Good Films che proprio in occasione del
lancio della pellicola ha indetto la campagna “Send a Message”
volta alla sensibilizzazione nei confronti della causa portata
avanti da Aung San Suu Kyi per la democrazia in Birmania.
Il nuovo trailer italiano ufficiale
di
Biancaneve e il Cacciatore dall’11 luglio al cinema.
Con Kristen Stewart, Charlize Theron e Chris
Hemsworth. Nel poema epico di azione e avventura
Biancaneve e il Cacciatore, Kristen Stewart (Twilight) interpreta
l’unica persona sulla terra ad essere più bella della regina del
male (il premio Oscar Charlize Theron) che è decisa ad
ucciderla.
Biancaneve e il
Cacciatore, il film
Nel poema epico di azione e
avventura
Biancaneve e il Cacciatore,
Kristen Stewart (Twilight)
interpreta l’unica persona sulla terra ad essere più bella della
regina del male (il premio Oscar
Charlize Theron) che è decisa ad ucciderla. Ma quello
che non avrebbe mai immaginato la regina malvagia è che la ragazza
che minaccia il suo regno è stata iniziata all’arte della guerra
dal Cacciatore (Chris
Hemsworth, Thor) che era stato da lei inviato per
ucciderla.
Sam Claflin (Pirati dei
Caraibi) completa il cast , interpretando il principe stregato
dalla potenza e dalla bellezza di Biancaneve.
La nuova versione mozzafiato della
leggendaria fiaba è opera di Joe Roth, produttore
di Alice in Wonderland, del produttore Sam
Mercer (Il Sesto Senso) e dell’acclamato regista
televisivo e visualista d’avanguardia Rupert
Sanders.
E’ finalmente disponibile online il trailer di
Savannah, il film indipendente con Jim
Caviezel ispirato alla vera storia di Ward Allen, privo tuttavia di
una data d’uscita.
The Lady – L’amore per la libertà: La storia
vera di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace 1991 e ‘orchidea
d’acciaio’ del movimento per la democrazia in Myanmar. Dopo
l’assassinio del padre, il generale Aung San, leader della lotta
indipendentista birmana, Suu cresce in Inghilterra e sposa il
professore universitario Michael Aris. Quando nel 1988 il suo
popolo insorge contro la giunta militare, Suu torna nel paese
natale e inizia il suo lungo scontro diretto contro il potere
assoluto dei generali.
È nata una star?: In una mattina
qualunque, Lucia riceve nella cassetta delle lettere una busta
contenente un film porno. Dopo aver dato per caso un’occhiata alla
copertina del video, si accorge che il protagonista della pellicola
è Marco, il figlio di diciannove anni. Una veloce visione privata
del film le rivela che le scarse doti recitative di Marco vengono
compensate dalle enormi dimensioni del suo membro. Travolta dalla
rivelazione, Lucia aspetta a casa il ritorno del marito Fausto, che
rimane a sua volta completamente scioccato dalla notizia,
cominciando a porsi una serie infinita di dubbi, dalla corruzione
del mondo della pornografia alla sua stessa “mascolinità”.
Improvvisamente quel figlio che entrambi avevano sempre creduto un
po’ imbranato e senza alcun talento o vocazione si rivela una
pornostar. Resta solo da accettare di capire come e perché.
Quijote: L’Hidalgo della Mancha rinasce a
nuova vita ripercorrendo episodi canonici ed apocrifi. Gli
orizzonti visivi e sonori si intrecciano fino a confondersi in
incroci spazio temporali dove cavalieri erranti del passato e del
presente incontrano poeti, maghi, fanciulle, imperatori.
Take Me Home
Tonight: 1988. Matt si è laureato al MIT per poi
comprendere che quella non era la sua strada e ora lavora come
commesso in un video store. Un giorno vede entrare quella che al
liceo era l’inarrivabile ragazza dei suoi sogni, Tori Frederking.
Matt finge di essere nel negozio come acquirente e si spaccia con
lei, che lavora in una finanziaria, come un impiegato ad alto
livello di Goldman Sachs. Con l’aiuto dell’amico Barry ruba una
Mercedes cercando di far colpo sulla ragazza seguendola nei due
party notturni a cui si reca. Intanto la sorella gemella di Matt,
Wendy, sta per accasarsi con Kyle che al fratello non è per niente
simpatico.
Ghost Rider: Spirito di vendetta: In
questo nuovo capitolo della saga Johnny è ancora alle prese con la
maledizione del cacciatore di taglie del diavolo, ma dopo
l’incontro con il leader di un gruppo di monaci ribelli sembra
disposto a tutto pur di salvare un ragazzino dalle grinfie del
diavolo e liberarsi una volta per tutte dalla maledizione che lo
perseguita.
17 ragazze: In un piccolo centro della
Bretagna, la liceale Camille Fourier, rimasta incinta, diventa in
breve per le amiche di scuola un esempio e un modello. Intenzionate
a fare a meno di chiunque, sia dei partner che dei genitori,
diciassette ragazze dello stesso liceo decidono di avere un figlio
e di crescerlo aiutandosi fra loro, possibilmente in modo assai
differente da come sono state cresciute a loro volta. La gravidanza
delle diciassette minorenni procede dunque contemporaneamente,
lasciando interdetti la comunità e le autorità scolastiche, che non
trovano ragioni né spiegazioni.
Cosa piove dal cielo?: Roberto,
introverso proprietario di un negozio di ferramenta, vive da
vent’anni quasi senza contatti col mondo dopo un dramma che l’ha
profondamente segnato. Per caso conosce Jun (Huang Sheng Huang), un
cinese appena arrivato in Argentina senza conoscere una parola di
spagnolo, in cerca dell’unico parente ancora vivo, uno zio.
Incapace di abbandonarlo, Roberto lo accoglie in casa: attraverso
la loro singolare convivenza, troverà la strada per risolvere la
sua grande solitudine, non senza aver svelato all’impassibile,
eppure tenerissimo Jun, che le strade del destino hanno tali e
tanti incroci in grado di svelare anche la surreale sequenza
d’apertura: la mucca pezzata che piomba dal cielo.
The Raven: Nel 1849 Edgar Allan Poe vive a
Baltimora in pessime condizioni economiche, elemosinando bevute
nelle locande e qualche angolo nei giornali locali per pubblicare
le sue poesie. Unica luce della sua esistenza è Emily, la giovane e
ricca figlia di un militare in pensione, che lo scrittore è
intenzionato a sposare contro il fermo volere del padre. Una notte,
la polizia ritrova il cadavere di due donne, una madre e una
figlia, in un appartamento chiuso dall’interno senza possibili vie
di fuga. L’ispettore Emmett Fields riconosce nella scena
dell’omicidio gli stessi dettagli narrati da Poe nel racconto I
delitti della Rue Morgue e decide di coinvolgerlo nelle indagini.
Lo scrittore diviene così suo malgrado l’unica persona in grado di
interpretare gli indizi lasciati sul luogo dall’estimatore
assassino.
Ecco una nuova fotografia dal set de Lo Hobbit. L’immagine viene
da un blog dedicato a Sherlock, la serie tv ispirata ai romanzi di
Conan Doyle, dal momento che Martin Freeman,
Amanti della premiata
ditta Burton-Depp ecco il poster ufficiale italiano di Dark Shadow!
Il film, tratto dall’omonima serie tv anni ’70, vede protagonista
Johnny Depp appunto
Basato sul bestseller di Nicholas
Sparks “Ho cercato il tuo nome”, Zac Efron é il protagonista
insieme a Taylor Schilling e Blythe Danner di questo dramma
romantico diretto dallo sceneggiatore-regista candidato premio
Oscar® Scott Hicks.
Il Josh Trank del fortunato
Chronicle è stato scelto dalla Warner Bros per dirigere
The Red Star, l’adattamento
cinematografico dell’omonima serie sci-fi scritta da
Oren Peli, padre del fenomeno
Paranormal Activity, ha portato avanti un’altra idea horror e da
questa sceneggiatura è stato fatto già un film. Si intitola
Chernobyl Diaries e affonda il suo antefatto
Nelle ultime dichiarazioni della Imagine
Entertainment, la produzione vorrebbe portare sugli schermi la
straordinaria vita del surrealista Salvador Dalì. Il biopic,
prodotto dal
Con Justin Chadwick alla regia,
Long walk to freedom è un film che vuole
ripercorrere la straordinaria vita di un uomo straordinario, il
Presidente Sudafricano e premio Nobel
Un nuovo cambio di titolo per
il nuovo film di Woody Allen girato a Roma. La pellicola non si
chiamerà più Nero Fiddles, ma To Rome with Love , anche nella
versione italiana. In Italia arriverà ad aprile, mentre negli
USA uscirà il 22 giugno. Ecco una carrellata di foto
ufficiali:
Il Quinto Elemento
è il film del 1997 diretto da Luc Besson e con
protagonisti nel cast Bruce Willis, Milla Jovovic e
Gary Oldman.
Anno: 1997
Regia: Luc
Besson
Cast: Bruce
Willis, Milla Jovovic, Gary Oldman
Il Quinto Elemento –
Trama
Anno 2413, in una Manhattan che ha
trasformato i cieli in autostrade sfreccia col suo taxi Korben
Dallas uomo muscoloso senza mezze misure ex appartenente ai corpi
speciali. La sua quotidianità è sconvolta dall’arrivo della bella
guerriera Leeloo tornata in vita dopo 5000 anni per salvare la
Terra dai piani malvagi di Zorg. A proteggere il “quinto elemento”
sarà un ordine segreto di sacerdoti che custodiranno la
chiave della sua missione per salvare l’umanità dal sicuro
disastro…
Il Quinto Elemento –
Analisi
Costato 90 milioni di
dollari (è una delle pellicole più costose nella storia del cinema
francese) Il Quinto Elemento sceglie bene gli
ingredienti riuscendo quasi totalmente nel mixarli: azione,
scenografie barocche ma mai posticce dai colori saturi, umorismo
americano ed un pizzico di trash (che a volte stona): sono questi
gli ingredienti alla base della settima regia di Luc Besson,
che aveva sognato di realizzare fin da ragazzo per cui ha
scelto preziosi collaboratori, tra cui il geniale disegnatore
Moebius, recentemente scomparso, e Jean-Paul Gaultier. Un
film che sottolinea la sua scarsa attitudine ad adeguarsi
piattamente ai canoni cinematografici francesi confermandolo
attento osservatore di quanto di buono possa nascere dagli
States.
Un cast d’eccezione con
Zorg-mercante d’armi, interpretato da Gary Oldman,
già coprotagonista di Leon sempre assieme a
Besson, la strabiliante Leeloo ha il fascino dell’allora
giovanissima e meravigliosa Milla Jovovic capace
di convincere il pubblico e stregare il regista, divenuto suo
marito nello stesso anno, il protagonista Korben Dallas ha i
muscoli e la faccia del perennemente stanco ed arrabbiato
Bruce Willis, perfettamente in linea con una trama zeppa di morti,
sparatorie e fughe rocambolesche.
Anche se ormai vecchio di 14 anni
Il Quinto Elemento conserva una buona freschezza
ed una tenuta narrativa eccellente, un mega flipper le cui luci
continuano a scintillare ancora oggi.
Solaris è il film
del 1972 di Andrej Tarkovskij con
protagonisti nel cast Donatas Banionis, Natal’ja
Bondarčuk, Jüri Järvet e Anatolij Solonicyn.
Anno: 1972
Regia: Andrej
Tarkovskij
Cast: Donatas
Banionis, Natal’ja Bondarčuk, Jüri Järvet, Anatolij Solonicyn
Trama: Prossimo
alla partenza per Solaris, lo scienziato Kris Kelvin trascorre
alcuni giorni di tranquillità nella casa di campagna dell’anziano
padre, riceverà la visita indesiderata del suo ex collega ed amico
Berton reduce da una traumatizzante avventura sul pianeta che gli è
costata la carriera: l’uomo racconta di aver assistito a strani
fenomeni suscitando lo scetticismo della commissione spaziale ed
ora dello stesso Kris che appare più che mai convinto
dell’inutilità della ricerca solaristica e della doverosa fine
degli esperimenti…
Analisi:
Presentato nel 1972 da Mosca come la risposta sovietica al
capolavoro fantascientifico di Kubrick 2001
Odissea nello spazio e poco apprezzato ad occidente
quanto ad oriente della cortina di ferro Solaris
merita oggi di essere annoverato tra i più grandi film mai prodotti
nella storia.
Pellicola dalle tematiche intense,
mai scontate e –cosa non da poco se si valuta l’anno di uscita- di
totale rottura con i più diffusi stilemi cinematografici e di
pensiero. Solaris è un film dalla forte carica
filosofica postmoderna, che si interroga ed interroga lo spettatore
sulla validità del cognitivismo senza mediazioni, sulla fiducia a
costo zero nei confronti della tecnologia e sui guasti prodotti da
uno sfruttamento massiccio delle risorse naturali.
E’ proprio la
Natura nella sua duplice veste di mistero e limite invalicabile a
pervadere tutta la pellicola di Tarkovskij: memorabile la scena
iniziale in cui lo scienziato Kris Kelvin smarrisce i suoi pensieri
nell’osservazione di uno stagno in cui galleggiano sinuosamente
delle lunghe alghe; scena che ritroveremo anche nella parte finale
del film, quasi a voler sottolineare un ritorno dal pianeta
impossibile.
Il regista smantella a colpi di
dubbi l’impianto raziocinante imperante, proponendo Kris emblema di
una scienza che si è spinta oltre senza mai domandare permesso
all’etica, rimandando il quesito alla prossima scoperta: quando su
Solaris si materializzano i pensieri degli scienziati sotto forma
di affetti perduti o paure nascoste il Dottor Sartorius,
zelante ricercatore scontroso e saccente, non ferma i suoi
esperimenti, procede senza alcuna remora, pronto perfino a
sezionare il fantasma della moglie di Kris pur di rendere
giustizia alla conoscenza, cinismo che Tarkovskij sottolinea
sapientemente con un particolare inquietante:il fantasma generato
dalla mente del dottor Sartorius è un nano.
Solaris, la grandeza del film
riconosciuta
Grazie all’escamotage delle
presenze vivificate dal pianeta Solaris si pongono altri quesiti:
quando un essere è davvero umano? È sufficiente che provi dolore?
cosa succede quando l’individuo non è costituito da atomi ma è
composto di neutrini, e di fatto assume una dimensione immortale?
Può uno scienziato lasciarsi andare ai sentimenti con la
donna perduta resuscitata da un “cervello” superiore?
Un film di tale spessore non voleva
e non poteva essere compreso all’epoca in cui uscì: realismo
socialista e capitalismo occidentale non avevano ne mezzi ne voglia
per farlo, si sentì invece il bisogno di “normalizzare” un
film di “Fantacoscienza” , tagliando oltre 40 minuti di pellicola
per ottenere una versione commercialmente e filosoficamente più
vendibile.
La lungimirante giuria di Cannes
seppe comprenderne la grandezza conferendogli la menzione speciale,
il film è disponibile dal 2002 in versione integrale.
Fahrenheit
451 è un film el 1966 di François
Truffaut e con protagonisti nel cast Oskar
Werner, Julie Christie, Cyril Cusack. Basato sull’omonimo
romanzo Ray Bradbury.
Anno: 1966
Regia: François
Truffaut
Cast: Oskar
Werner, Julie Christie, Cyril Cusack
In una società
ambientata in un futuro imprecisato, Guy Montag (Oskar Werner)
svolge con rettitudine ed estrema diligenza il suo lavoro di
pompiere. Ma in questa strana società il pompiere non doma gli
incendi bensì li genera…con i libri. Un dispotico e onnipresente
governo totalitario ha bandito il diritto di leggere, la lettura è
un reato e possedere libri porta all’arresto. Montag esegue gli
ordini senza porsi domande fino a quando la conoscenza di una
simpatica e affascinante ragazza, Clarisse (Julie Christie), non
gli aprirà gli occhi facendogli comprendere l’assurdità della
legge. Il protagonista non potrà più accettare una vita senza
libertà e soprattutto senza conoscenza realizzando che l’unico
scopo del governo è quello di controllare e condizionare le vite di
ognuno spacciando una felicità falsa e solo apparente.
E’ il 1966 quando Francois
Truffaut dirige questo splendido film tratto dal celebre
ed omonimo romanzo di Ray Bradbury. Facendo uso
della sua solita e comprovata capacità registica Truffaut traspone
per il grande schermo una storia che rimane molto fedele al romanzo
che già aveva raccolto un grande successo editoriale.
Fahrenheit 451 è
un film angosciante che trasmette una certa inquietudine allo
spettatore mostrando un’ipotetica società del futuro dove le
parole, le lettere e quindi qualsiasi documento scritto, che sia un
romanzo, un saggio o un fumetto, è severamente proibito.
La televisione, una televisione
invadente e che interagisce con lo spettatore in ogni momento della
sua giornata, è l’unico media permesso avendo il preciso scopo di
guidare le coscienze. La società descritta nel romanzo e quindi nel
film non è altro che l’estremizzazione della società occidentale,
la società consumistica e omologante che tanto era avversata dagli
intellettuali degli anni ’60.
Fahrenheit 451 è
un film angosciante
Francois Truffaut,
come detto, non apporta grandi modifiche alla storia narrata nel
romanzo ed utilizza pregevoli artifici tecnici che conferiscono, in
determinate sequenze, una straordinaria intensità e forza visiva
oltre che emotiva. Non da sottovalutare gli effetti speciali che,
considerato il periodo, non sono certo da poco ma quello che più
rimane e colpisce è la capacità di Truffaut di
cogliere l’inquadratura giusta al momento adatto, di focalizzare
l’emozione che riassume il momento trovando sempre l’elemento
chiave.
Diverse sequenze rappresentano
momenti di grande cinema che sono rimasti nell’immaginario
collettivo come la scena in cui un’anziana donna decide di
martirizzarsi in mezzo ai suoi libri preferendo un simbolico
autodafè all’arresto oppure la commozione che il protagonista prova
nel leggere le prime righe di David
Copperfield.
Molto bravo Oskar
Werner nell’interpretare il protagonista del film che ad
un atteggiamento freddo ed inespressivo iniziale sostituirà poi una
costante e crescente inquietudine; brava anche la bella
Julie Christie che si sdoppia nella parte della
catatonica moglie di Montag, tipico prodotto del sistema, e del suo
alter-ego, la giovane e ribelle Clarisse.
La Christie è indubbiamente il
tocco più francese di un film che Francois
Truffaut ha stranamente girato in Inghilterra, vicino a
Londra, e che nelle ambientazione risulta vagamente differente ai
suoi soliti canoni stilistici. Qui infatti egli abbandona le sue
tipiche scenografie parisien per proporre qualcosa che riporta in
qualche modo alle ambientazioni più simili ai film di Kubrick, se
si può azzardare un parallelismo.
In ogni caso Fahrenheit
451 è indubbiamente uno dei suoi lavori migliori in cui
con grande sottigliezza si mette in guardia l’uomo occidentale
verso i pericoli a cui può portare una cultura di massa dove lo
scopo dei media è proprio quello di eliminare le diversità, le
differenze di pensiero, omologando l’uomo-prodotto nella
convinzione di un benessere solo superficiale. I “libri” fanno
paura perché suscitano emozioni, inducono a riflettere e a pensare
e soprattutto portano conoscenza.
A oltre quarant’anni di distanza si
direbbe che questi pericoli siano ancora minacciosamente
attuali.
Robert Angier e Alfren Borden sono
due illusionisti londinesi che iniziano un duello all’ultimo
trucco. La loro rivalità si inasprirà nel reciproco tentativo di
rubare le nuove illusioni all’altro, fin quando arriverà un
esibizione di Borden ad accecare la razionalità di Angier che vorrà
scoprirne il segreto.
The Prestige,
l’analisi
Davanti ad un film così non si sa
mai come poter iniziare una recensione. Il vero illusionista è il
regista Christopher Nolan. La promessa, la
svolta e il prestigio sono i gli atti di un
numero di magia qui utilizzati per incantare gli spettatori.
Che Christopher Nolan fosse uno dei registi più
validi degli ultimi anni non c’era bisogno di ricordarlo, ma per
spolverare la memoria si rammenta che è stato colui che ha
rilanciato il franchise di Batman ridando vita, in modo innovativo,
a personaggi che avevano perso il loro carisma nelle produzioni
precedenti.
The Prestige è
tratto dall’omonimo romanzo epistolare di Christopher
Priest, pubblicato nel 1995. Non poche sono state le
difficoltà di portarlo sullo schermo: ha richiesto un lavoro di
cinque anni sulla sceneggiatura da parte di Nolan e del fratello
Jonathan, che hanno cercato di ripercorrere la storia
dell’illusionismo ai tempi della Londra vittoriana. L’ambientazione
è di notevole importanza soprattutto perché, grazie alla una
scenografia curata nei minimi dettagli, porta sullo schermo la
Londra di fine Ottocento, caotica, nel bel mezzo della seconda
rivoluzione industriale, dove la scienza si stava facendo avanti
nella vita delle persone. È interessante notare come questo fattore
è fondamentale per la credibilità del film: spesso incontreremo le
parole illusione e magia, ma dovremo capire come
la seconda è spesso attribuita alla scienza.
Di riferimenti storici si
individuano nello stesso Tesla (scienziato che ha effettuato
esperimenti sulla corrente alternata), interpretato da David Bowie, scelto dal regista per attirare
il pubblico verso una figura storica interpretata dal poliedrico
artista britannico.
Il cast nel complesso è stato
all’altezza del ruolo.
Hugh Jackman (Robert Angier), Christian Bale (Alfred Borden) e Scarlett Johansson (Olivia Wenscombe) hanno
accettato immediatamente la parte per essere rimasti affascinati da
una prima lettura della sceneggiatura. I primi due, per prepararsi,
hanno studiato persino testi sulla storia della magia e
dell’illusionismo di quel tempo. Uno dei ruoli più importanti è
stato quello di Michael Caine (Mr. Cutter), già maggiordomo in
Batman, che in The Prestige è
una sorta di maestro illusionista che fa da spettatore esterno alla
vicenda e, allo stesso tempo, nodo fondamentale per chiudere la
struttura circolare del film.
L’accuratezza con cui sono montate
le scene è fatta per stupire a mano a mano lo spettatore. La
narrazione si svolge su più piani temporali che non sono altro che
pezzi di un puzzle ricomposto nel finale.
Il tema principale sondato dal
regista è uno dei suoi preferiti: l’abbandono alle ossessioni e
alle loro successive conseguenze. Angier è un uomo che distrugge la
sua vita a servizio del palcoscenico e dell’illusione, accecato
dalla reciproca rivalità con Borden. Il contrasto tra i due è
tangibile per la stessa provenienza sociale: Angier è un
aristocratico che non esita ad investire nella scienza nonostante
fosse poco attendibile, Borden è un semplice popolano innamorato
delle illusioni più che della moglie. Le donne come Olivia
Wenscombe e Sarah (Rebecca Hall) non sono altro che uno strumento
nelle mani di uomini poco interessati ad amore e dedizione.
Tuttavia, saranno proprio le
ossessioni a costituire il velo che coprirà gli occhi dello
spettatore per tutta la durata del film. Per il finale ci si potrà
incaponirsi su spiegazioni razionali o immaginifiche, ma alla fine
rimarrà soltanto il monito iniziale (e finale): Ora voi state
cercando il segreto…ma non lo troverete, perché in realtà non state
davvero guardando.
Ritorna nelle sale cinematografiche
James McTeigue, figlioccio dei Fratelli Wachowski
dai tempi di The Matrix e ottimo regista di V per
Vendetta. Ritorna dietro la macchina da presa dopo il non esaltante
Ninja Assassin e lo fa con The
Raven, l’atteso film che ripercorre il lavoro letterario
di uno dei più rappresentativi scrittori della paura e dell’ignoto,
Edgar Allen Poe, che nel film ha le fattezze
John Cusack.
Il film racconta di una serie di
spaventosi omicidi che avvengono nella Baltimora del 1849. Una
madre e sua figlia vengono ritrovate brutalmente assassinate. Il
detective Emmet Fields, fa una scoperta sorprendente: il delitto
assomiglia a un omicidio descritto fin nei minimi dettagli più
cruenti sul giornale locale – parte di una serie di racconti
scritti dallo scrittore emergente ed emarginato Edgar Allan
Poe. Ma proprio mentre Poe viene interrogato dalla
polizia, viene commesso un altro raccapricciante omicidio, ispirato
anch’esso a un suo famoso racconto. Rendendosi conto che un pazzo
omicida, che utilizza i racconti di Poe come ispirazione per la sua
sanguinosa furia, è a piede libero, Fields chiede l’aiuto dello
scrittore per fermarlo. E quando sembra che qualcuno vicino a Poe
potrebbe diventare la prossima vittima dell’assassino, la posta in
gioco diventa ancora più alta e l’inventore del romanzo poliziesco
ricorre a tutte le sue capacità deduttive per cercare di risolvere
il caso prima che sia troppo tardi.
The Raven,
lungamente atteso dagli amanti del genere è un gothic thriller
dalle sorprendenti atmosfere che ripercorre l’esistenza di
Edgar Allen Poe, abile scrittore e maggior
esponente della corrente letterarie dell’horror del XIX secolo.
Punto di forza di questa pellicola è senza dubbio la messa in
scena, che nonostante non disponga di un budget illimitato, è
sufficientemente all’altezza delle aspettative, aiutata anche dalla
scelta cromatica della pellicola che riporta con credibilità il
grigiore spettrale e il gelido ambiente della Baltimora di fine
800’.
La storia è ben raccontata da
James McTeigue che con un’abile regia messa al
servizio della narrazione, procede senza troppi preamboli al cuore
pulsante del film: l’efferatezza degli omicidi. Colpisce in tal
senso l’intreccio narrativo della storia che è fin troppo
semplificato, a discapito invece di un testo di partenza come
l’opera di Poe, che invece dispone di un’ampi gamma di possibili
combinazione e che inevitabilmente finiscono per produrre una
grossa, troppa brama da parte dello spettatore di godere di un
intreccio dal fiato sospeso. E’ forse questo, il limite più grande
del film, che genera troppo attesa nello spettatore. La pellicola
non osa mai dal punto di vista puramente narrativo ma si limita a
dispiegare vecchi espedienti registici per elevare il racconto, per
questo va dato merito a James McTeigue che riesce
con la sua bravura a dare quella marcia in più che manca ad una
sceneggiatura poco pretenziosa e forse fin troppo ingenua. La poca
esperienza degli sceneggiatori si nota soprattutto nello sviluppo
un po’ piatto e se vogliamo un po’ ingannevole. Tuttavia, la storia
è ben supportata da un cast di tutto rispetto, che contribuisce
considerevolmente alla credibilità del film.
Partendo dal protagonista Cusack, a suo agio nei panni dello scrittore,
passando per
Luke Evans, attore che dimostra di saperci fare in
costume, finendo per il sempre bravo Brendan
Gleeson, qui nelle vesti di un padre premuroso.
Ecco le prime foto dal set di
in Kill Your Darlings. Protagonista degli scatti rubati dal
set Daniel Radcliffe,
l’attore inglese veste i panni del grande poeta Allen Ginsberg.
Arriva la prima foto di Rooney
Mara al Fader Fort di Austin, Texas. L’attrice era insieme al
musicista Alan Palomo durante l’SXSW festival lo scorso
16 marzo. I due stavano girando una scena del nuovo
film di Terrence Malick, Lawless.
Ecco le foto:
Ecco la preview di cinque minuti di
Biancaneve e il Cacciatore, che è stata mostrata al
. Nell’anteprima del film con Charlize Theron, Kristen
Stewart e Chris Hemsworth ci sono molti dettagli…vedete con i
vostri occhi:
Nel poema epico di azione e
avventura
Biancaneve e il Cacciatore,
Kristen Stewart (Twilight)
interpreta l’unica persona sulla terra ad essere più bella della
regina del male (il premio Oscar
Charlize Theron) che è decisa ad ucciderla. Ma quello
che non avrebbe mai immaginato la regina malvagia è che la ragazza
che minaccia il suo regno è stata iniziata all’arte della guerra
dal Cacciatore (Chris
Hemsworth, Thor) che era stato da lei inviato per
ucciderla.
Sam Claflin (Pirati dei
Caraibi) completa il cast , interpretando il principe stregato
dalla potenza e dalla bellezza di Biancaneve.
La nuova versione mozzafiato della
leggendaria fiaba è opera di Joe Roth, produttore
di Alice in Wonderland, del produttore Sam
Mercer (Il Sesto Senso) e dell’acclamato regista
televisivo e visualista d’avanguardia Rupert
Sanders.
Una star dai super poteri al Baff
dal 24 al 31 marzo 2012 – Il futuro si materializza
al festival con il volto della “Fenice” di X-Men. Famke Janssen, alias Jean
Grey, personaggio dai poteri telepatici e telecinetici,
sarà l’ospite internazionale della X edizione del festival.
L’attrice olandese, residente negli
Stati Uniti, presenterà a Busto il suo debutto alla regia, il
lungometraggio Bringing up Bobby,
interpretato da Milla Jovovich e Bill Pullman. Il film, in
anteprima nazionale, aprirà la decima edizione della manifestazione
cinematografica sabato 24, al cinema Sociale. Domenica sera, sempre
nella sala di piazza Plebiscito, verrà invece proiettato X-Men:
Conflitto finale, terzo episodio della saga, diretto da Brett
Ratner. Entrambi gli appuntamenti, con inizio alle ore 21, sono a
ingresso gratuito.
Laureata in letteratura alla
Columbia University, Famke Janssen ha esordito nei Paesi Bassi come
modella per Chanel e Victoria’s Secret, e ha studiato recitazione
con Harold Guskin, cominciando a partecipare a provini come
attrice; trasferitasi a Los Angeles, ha iniziato la sua carriera
davanti alla macchina da presa.
Famke Janssen rappresenta un ottimo
esempio di star che si divide tra cinema commerciale e produzioni
indipendenti, intrecciando parallelamente una serie di presenze di
culto in serie televisive, come Nip/Tuck, in cui interpreta il
transessuale Ava Moore, e Ally McBeal.
Sul grande schermo è stata la Bond
Girl Xenia Onatopp in Goldeneye, con Michael Douglas in Don’t Say a
Word, insieme a Robert De Niro in Nascosto nel buio, diretta da
Woody Allen in Celebrity.
Quasi
amici in testa su tutti con una performance da
record, mentre Magnifica presenza apre al
secondo posto. Posti in piedi in Paradiso
scende al terzo.
Come già perfettamente espresso dal
nostro Direttore Editoriale, il fine settimana che si è appena
concluso segna il trionfo di Quasi amici.
La brillante commedia francese sale infatti al primo posto del box
office italiano dopo un mese di sfruttamento: con 1,4 milioni di
euro il fenomeno della stagione arriva infatti a ben 7,8 milioni
totali, grazie a un passaparola eccezionale. Il tetto dei 10
milioni è dunque decisamente alla portata.
Esce così sconfitto Ferzan Ozpetek.
Magnifica presenza si accontenta infatti
della seconda posizione con 1,1 milioni di euro e una media per
sala non particolarmente brillante. Anche in questo caso sarà
determinante il passaparola.
Posti in piedi in
Paradiso scende al terzo posto raccogliendo 1.080.000
euro negli ultimi tre giorni. Il film di Carlo Verdone supera la
soglia degli 8 milioni totali.
Poche migliaia di euro separano Verdone dall’altra sorpresa del
week-end: l’horror L’altra faccia del
diavolo apre al quarto posto con 1.020.000 euro,
registrando la migliore media della top10: oltre 4000 euro.
John
Carter scende in quinta posizione con 670.000 euro
arrivando a 2,1 milioni in dieci giorni. Calo anche per
Ti stimo fratello, flop con un lancio
massiccio e 529.000 euro al suo secondo fine settimana, per 1,7
milioni totali.
Risultato deludente anche per
l’altra new entry. 10 regole per farla
innamorare apre soltanto al settimo posto con 404.000
euro in oltre 230 sale, segno che Willwoosh ha decisamente più
seguaci sul web che al cinema…
Alla fine della top10 troviamo
pellicole in calo: Viaggio nell’isola
misteriosa (345.000 euro), Safe House –
Nessuno è al sicuro (325.000 euro) e The
Double (129.000 euro), giunti rispettivamente a quota
4,4 milioni, 2,4 milioni e 524.000 euro.
Sono passate poche ora
dalla messa in rete del nuovo trailer in lingua inglese di Prometheus. Oggi
la divisione italiana della 20th Century Fox ha diffuso una
versione italiana del filmato più lunga e con molte immagini
inedite dell’attesa pellicola di Ridley Scott. Ulteriori info
nella nostra Scheda Film: Prometheus
Sono passate poche ora
dalla messa in rete del nuovo trailer in lingua inglese di Prometheus. Oggi
la divisione italiana della 20th Century Fox ha diffuso una
versione italiana del filmato più lunga e con molte immagini
inedite dell’attesa pellicola di Ridley Scott. Per vedere il
trailer..
In Il mio migliore
incubo! Agathe (Isabelle
Huppert) è una gallerista ricca e acculturata. Patrick
(Benoît Poelvoorde) è un nullafacente povero e alcolizzato. Tanto
lei è algida e rigida, quanto lui è spontaneo e volgare… Che cosa
succederà quando, grazie all’amicizia dei rispettivi figli, le loro
vite saranno costrette a incrociarsi?
Il mio migliore
incubo! mette in scena, sottoforma di commedia,
l’incontro/scontro tra due personaggi che, apparentemente agli
antipodi, scoprono lentamente sé stessi e fanno cadere gradualmente
le maschere che li hanno protetti fino a quel momento. I ruoli
preconfezionati, quasi attoriali, che i due interpretano nel loro
quotidiano sono i volti di una stessa medaglia, due modi diversi di
difendersi. Le armature di Agathe e Patrick, però, non possono
resistere agli attacchi delle novità (soprattutto di quelle
provenienti da un mondo diverso da quello per cui sono state
plasmate) e sono destinate ad andare in frantumi.
Il mio migliore incubo!, il film
Nonostante la trama dell’ultimo
lavoro di Anne Fontaine (Coco avant Chanel, Entre
ses mains) non sia particolarmente originale, Il mio
migliore incubo! corre piacevolmente per tutti i suoi 99
minuti, senza avere mai una caduta di ritmo o di stile. La commedia
si gioca sul filo che separa la facciata delle persone dal loro
lato più profondo e, grazie soprattutto ai suoi interpreti, sa
essere allo stesso tempo seria e leggera. Il mio migliore incubo,
infatti, racchiude il suo elemento migliore proprio nei dialoghi:
ogni parola pronunciata dai protagonisti è un passo verso il loro
svelamento, un graduale aprirsi alle novità e al mondo esterno, un
passaggio dalla diffidenza alla fiducia. I registri che si
alternano negli scambi di battute -elegante quello di lei e
triviale quello di lui- si modificano con il passare del tempo,
arrivando a trovare un compromesso nel finale (almeno nel film in
lingua originale).
Apprezzabile, infine, una sorta di
visione (o di critica) che Anne Fontaine lascia affiorare (in modo
non troppo velato) sullo stato delle diverse forme d’arte in
Francia. Alcune delle battute più divertenti del film, infatti,
sono proprio tese a giudicare alcuni “sistemi chiusi”, come quello
dell’editoria –che spesso punta su scrittori mediocri per
guadagnare- o delle gallerie d’arte che decretano –spesso per il
capriccio di un gallerista- chi può entrare nell’olimpo dei
cosiddetti “artisti” e chi no.
Il mio migliore
incubo! è un film delizioso e intelligente che, invece di
sfruttare i cliché per elemosinare una risata, li utilizza come
punto di partenza per disfarsene lungo il percorso. Una commedia
che non fa solo ridere e pensare, ma che, sommata agli ultimi film
francesi usciti nelle sale, arricchisce ulteriormente il panorama
cinematografico dei cugini d’oltralpe.
Nel corso della sua ancora breve
carriera di regista, Will Gluck si è fatto conoscere per
commedie come Fired Up! Ragazzi Pon Pon, Easy Girl (con Emma
Stone), e Amici di Letto (con Justin Timberlake e Mila Kunis).
Gluck ci riprova ora con How To Disappear Completely, ancora una
volta una commedia, ambientata nel mondo dei bambini prodigio.
Il film, remake di una pellicola
svedese del 2006 intitolata Vitus, vedrà appunto un piccolo genio
ribellarsi ai propri genitori che sembrano averne già deciso
l’intero avvenire. Ed Solomon (Men In Black) si è occupato della
stesura di una prima bozza della versione inglese, in cui il
protagonista avrebbe un incidente, che vedrà la propria
intelligenza tornare a livelli ‘normali’, per la disperazione dei
propri genitori. Gluck sarebbe interessato a curare la versione
definitiva della sceneggiatura e a sedere dietro la macchina da
presa. Il progetto è ancora nelle prime fasi, e solo uno di quelli
da lui messi in cantiere, tra cui vi due commedie, una in cui
tornerà a lavorare con Emma Stone e un’altra intitolata Stealing
the Moon e il remake di About last night… (l’originale, uscito a
metà anni ’80, arrivò in Italia col titolo di A proposito della
notte scorsa…
Dopo il buon successo ottenuto con
l’esordio La scomparsa di Alice Creed un paio di anni fa, J
Blakeson è ora dato in corso di negoziati con la Warner per la
regia di The Imitation Game, opera dedicata alla vita del
matematico britannico Alan Turing, che contribuì tra l’altro alla
codifica del codice cifrato Enigma, utilizzato dai nazisti nel
corso della II Guerra Mondiale: la ‘craccatura” di quel codice
costituì in effetti uno degli snodi focali del conflitto. Dopo la
fine della guerra, Turing continuò le sue ricerche, diventando uno
dei padri dell’informatica, concentrandosi sui sistemi di
immagazzinamento dei dati e sui primi passi delle intelligenze
artificiali.
Nonostante questi successi, la
vicenda di Turing assunse contorni drammatici quando venne
perseguitato a causa della sua omosessualità: accusato di
indecenza, nel 1952 cedette di fronte alla minaccia
dell’incarcerazione accettando di sottoporsi una cura di estrogeni
per sopprimere la propria sessualità. Due anni più tardi morì per
avvelenamento da cianuro, le indagini suffragarono l’ipotesi del
suicidio. Nel 2009, l’allora Premier britannico Gordon Brown ha
espresso scuse pubbliche per il modo in cui Turing venne trattato.
Per il ruolo del protagonista, la Warner punterebbe su Leonardo
DiCaprio, che però nel corso del 2012 sarà già impegnato sul set
con Martin Scorsese in The Wolf Of Wall Street.