Gli sceneggiatori di Un tuffo nel
passato Sean Anders e John Morris sono in trattative con la Warner
Bros per salire a bordo del progetto 3 Missisipi, conosciuto anche
come Turkey Bowl; se, come
SEAL Team finirà con la settima stagione che debutterà nel 2024
Paramount+ ha confermato che il dramma militare procedurale SEAL Team terminerà con la settima stagione. La produzione degli episodi finali dovrebbe iniziare a dicembre, con una data di anteprima fissata per il 2024.
“SEAL Team segue la vita professionale e personale dell’unità più elitaria dei Navy SEAL mentre addestrano, pianificano ed eseguono le missioni più pericolose e ad alto rischio che il nostro Paese possa chiedere loro“, si legge in un comunicato stampa ufficiale.
La serie SEAL Team vede protagonisti David Boreanaz nel ruolo di Jason Hayes, il rispettato e intenso leader della squadra, insieme a Neil Brown Jr., AJ Buckley, Toni Trucks e Raffi Barsoumian. Sebbene abbia debuttato su CBS a settembre 2017, è passato a Paramount+ a partire dalla quinta stagione.
“Dalle sue quattro stagioni sulla rete CBS alle tre stagioni qui a Paramount+, SEAL TEAM ha costruito un’incredibile eredità che celebra e onora gli uomini e le donne coraggiosi che prestano servizio nelle forze armate“, ha condiviso Jeff Grossman, Vicepresidente esecutivo , Operazioni aziendali e di contenuti, Paramount Streaming. “I nostri ringraziamenti vanno a David Boreanaz e all’intero cast e alla troupe per aver dato vita a questa serie fenomenale e stimolante. Non vediamo l’ora di celebrare il loro lavoro e di regalare ai fan del Team Bravo un fantastico finale di stagione”.
“Quando abbiamo sentito per la prima volta la proposta di SEAL TEAM quasi sette anni fa, sono rimasto colpito dalla genuina passione dei produttori nel raccontare storie autentiche che onoravano e celebravano il sacrificio dei veterani e di tutti coloro che servono il nostro paese“, ha osservato David Stapf, Presidente , Studi CBS. “Da quel primo incontro, non hanno vacillato in quella missione. I personaggi, le trame e le performance del cast hanno continuato ad essere sfumati e potenti. Grazie a David, Spencer, Chris, Mark e all’intero cast e troupe per la loro collaborazione, visione creativa e dedizione. Non vediamo l’ora che arrivi una settima e ultima stagione emozionante e soddisfacente”.
“Per sei stagioni ho avuto la fortuna e la fortuna di far parte di un cast e di una troupe eccezionali”, ha aggiunto il protagonista e produttore esecutivo David Boreanaz. “Ogni giorno trascorso è stato un ringraziamento ai nostri uomini e donne nell’esercito e nelle forze speciali. Ringrazio i nostri fan e sono orgoglioso di essere riusciti a realizzare questo spettacolo per far luce nell’oscurità verso così tante sofferenze oggi. Non vedo l’ora che arrivi la settima stagione e che abbia l’opportunità di concludere questa serie con amore e gratitudine”.
SEAL Team è prodotto da CBS Studios e i produttori esecutivi sono Spencer Hudnut, Christopher Chulack, Boreanaz, Sarah Timberman, Carl Beverly e Mark Owen. La serie è distribuita da Paramount Global Content Distribution.
SEAL Team 7: David Boreanaz è tornato nell’epico trailer del finale di serie
Paramount+ ha appena rilasciato il trailer ufficiale e la data della première dell’attesissima settima e ultima stagione della serie drammatica militare SEAL Team. I fan possono segnare il calendario per domenica 11 agosto, quando la nuova stagione debutterà in esclusiva su Paramount+.
I primi due episodi saranno disponibili in streaming al momento del lancio, mentre i nuovi episodi seguiranno ogni domenica. La stagione debutterà l’11 agosto anche in Canada e il giorno successivo in Australia. SEAL Team è interpretato da David Boreanaz nel ruolo di Jason Hayes, il rispettato e intenso leader della squadra Bravo. Il resto del cast comprende Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Toni Trucks, Raffi Barsoumian e Beau Knapp.
Nell’ultima stagione, Hayes (David Boreanaz) è alle prese con le duplici esigenze della sua vita da guerriero e delle sue responsabilità di padre single. Ray Perry (Brown Jr.), il suo fedele comandante in seconda, si trova ad affrontare l’incombente domanda se può lasciare il campo di battaglia con l’avvicinarsi della pensione. Sonny Quinn (Buckley), noto per la sua feroce dedizione, deve trovare un modo per adattarsi mentre le mutevoli priorità di Jason e Ray spostano le responsabilità su altri membri della squadra. I nuovi membri della squadra, Omar Hamza (Barsoumian) e Drew Franklin (Knapp), trovano conforto nel loro lavoro, usandolo per allontanarsi dai traumi del passato, mentre il tenente Lisa Davis (Trucks) svolge un ruolo cruciale nel guidare la squadra attraverso una nuova era di guerra contro alcune minacce globali immensamente qualificate.
Perché “SEAL Team” è così popolare?
SEAL Team non si tira indietro nel mostrare quanto sia dura la squadra Bravo. Questi ragazzi vengono strappati alle loro famiglie in un batter d’occhio per affrontare alcuni dei luoghi più pericolosi del pianeta. Anche quando le probabilità sono altissime contro di loro, la loro implacabile dedizione alla missione mette in evidenza gli epici sacrifici che compiono per mantenere i loro cari al sicuro a casa, il che rappresenta una parte importante della popolarità dello show.
La serie SEAL Team è prodotta da CBS Studios e si avvale della collaborazione di Spencer Hudnut, Christopher Chulack, Sarah Timberman, Carl Beverly e Mark Owen. Boreanaz è anche produttore esecutivo e ha diretto alcuni episodi della serie. La stagione finale è stata girata a Los Angeles e in Colombia, con il supporto della Colombia Film Commission di Proimágenes Colombia.
Mentre SEAL Team si prepara a chiudere il suo capitolo finale, tutte le sei stagioni precedenti sono disponibili in streaming esclusivamente su Paramount+. La prima stagione finale è prevista per l’11 agosto. Guardate il trailer qui sopra.
SEAL Team 7, la spiegazione del finale del terzo epiodio
La stagione 7 di SEAL Team è tornata per il terzo episodio e, sebbene l’ora sia per lo più un riempitivo, sono emerse alcune cose importanti, tra cui ulteriori sospetti sul nuovo membro del Bravo, Drew Franklin. Il dramma militare di Paramount+, creato da Benjamin Cavell, segue Jason Hayes, interpretato da David Boreanaz, e il suo Bravo Team, una sottounità di un’unità d’élite dei Navy SEAL, lo United States Naval Special Warfare Development Group. La stagione 7 di SEAL Team sarà composta da 10 episodi e rappresenterà l’ultima uscita dello show Paramount+, mentre i fan si preparano a dire addio a Jason, Ray, Sonny, Lisa e agli altri personaggi.
Come alcuni ricorderanno, la stagione 7, episodio 2, del SEAL Team si è conclusa con Jason che continua a lottare con la sua lesione cerebrale traumatica (TBI) dopo aver ucciso un uomo per autodifesa durante l’attacco terroristico in Svezia. Tuttavia, durante la terza ora vengono fatti pochi progressi nel trattamento della condizione. Altrove, le indagini sull’aggressione al Generale Decker (precedentemente noto come Colonnello Decker) iniziano a coinvolgere Sonny Quinn dopo il secondo episodio. Inoltre, come già accennato, nell’episodio 3 della stagione 7 di SEAL Team vengono rivelati ulteriori dettagli su Drew. Anche se è ancora un mistero in attesa di essere risolto.
La missione della Squadra Bravo a Bangkok, spiegata
Bravo riceve una buona notizia all’inizio della stagione 7, episodio 3, del SEAL Team: il comando li rimanda in azione. Tuttavia, la loro prima missione è rischiosa. Jason, Ray, Sonny, Omar, Drew e il resto della squadra collaborano con la DEA per una task force congiunta riguardante i Sai Lou, un’organizzazione criminale cinese che si occupa di traffico di droga (e ha il sostegno del loro governo). La squadra viene inviata al consolato americano di Bangkok, in Thailandia, dove svolge operazioni in tutto il Triangolo d’Oro.
Prima di partire, però, Lisa Davis esprime il timore che Bravo sia stato messo in condizione di fallire, cosa che potrebbe essere vera o meno. Ciononostante, i due si spingono fino a Bangkok, dove la DEA li informa della loro missione: raccogliere informazioni su Sai Lou infiltrandosi in una delle navi del gruppo attraccate vicino a Heron Reef, nel Mar Cinese Meridionale. Tuttavia, poiché si troveranno in territorio cinese, Bravo dovrà fare molta attenzione a non farsi scoprire (e a non scatenare accidentalmente una guerra con la Cina).
La missione ha relativamente successo, ma i SEAL hanno un piccolo intoppo quando una motovedetta quasi cattura Jason, Omar e Sonny. Per fortuna, Drew è veloce e fa cadere in acqua uno dei veicoli della nave, distraendo la motovedetta e permettendo a tutti di fuggire interi (e non ci sono morti gravi nella stagione 7 del SEAL Team, finora). Bravo porta a termine la sua missione, dimostrando al Comando che ha ancora le carte in regola per essere il migliore nella stagione 7 del SEAL Team, episodio 3, “Navi nella notte”.
Perché Bravo viene rimandato in azione
Dopo essere stati castigati per le loro azioni in Svezia (nonostante abbiano salvato centinaia di vite), il Comando decide di dare ai Bravo un’altra possibilità nella stagione 7, episodio 3, delSEAL Team, inviandoli in Asia. Naturalmente, sono scettici sulla loro nuova missione. Tuttavia, sono ansiosi di tornare sul campo e accettano (come se avessero scelta).
Inoltre, il Capitano Walch, interpretato da Dylan Walsh nel cast della stagione 7 di SEAL Team, ammette di voler vedere cosa sa fare Bravo in prima persona. Poiché il Capitano Walch è nuovo, vuole che la squadra di Jason gli dimostri il proprio valore, e questo è uno dei motivi per cui assegna loro la missione. Aiuta anche il fatto che Bravo è l’unica squadra disponibile, dato che tutte le altre sono già state schierate.
Drew viene assegnato a tempo pieno a Bravo
Con grande sorpresa, il comandante Eric Blackburn informa Drew che il comando lo ha assegnato a tempo pieno alla squadra Bravo, il che significa che i massicci cambiamenti per la squadra Bravo nella stagione 7 del SEAL Team continuano ad arrivare. Drew ribatte che si è “impegnato” in un percorso intensivo di Pro Dev, ma Blackburn lo rimprovera per aver cercato di evitare di far parte di una squadra. Drew non ha molta scelta, quindi si unisce subito a Bravo, con suo grande disappunto. Mentre Sonny e Omar cercano di farlo aprire durante l’ora, Drew rimane un libro chiuso, che potrebbe cambiare molto presto.
Rivelate altre informazioni sulla famiglia e sul passato di Drew
Verso l’inizio della storia nella stagione 7, episodio 3, del SEAL Team, la giornalista da cui la sorella di Drew lo aveva messo in guardia, Chelsea Wallen, lo avvicina in una caffetteria e cerca di chiedergli della sua famiglia. Secondo la giornalista, i Franklin sono stati un “punto fermo dell’economia e della politica americana” fin dal 1800. Chelsea sta preparando un pezzo che esplora la storia della famiglia, apparentemente piena di scandali, tra cui consanguineità, abuso di sostanze, illeciti aziendali e satanismo, e vuole che Drew sia il suo informatore.
Secondo la giornalista, molti interrogativi circondano la madre di Drew, che ha tagliato i ponti con la sua famiglia quando aveva 19 anni. Purtroppo non viene rivelato molto altro sulla sua famiglia. Più tardi, però, Drew tenta di minacciare il comandante Blackburn sapendo che suo padre è un senatore dopo aver saputo che si sarebbe unito a Bravo a tempo pieno. Inoltre, alla fine della stagione 7, episodio 3, di SEAL Team, Jason informa Drew di “sapere cosa gli è successo” nel suo passato, aumentando ulteriormente il mistero sul personaggio di Drew. A Drew è successo qualcosa di traumatico e gli spettatori ne sapranno sicuramente di più con il proseguire della stagione.
L’aggressione di Sonny a Decker lo sta raggiungendo
Come alcuni ricorderanno, Sonny ha preso a pugni il colonnello Decker dopo aver appreso che era lui il responsabile del fallimento della missione in Mali. Sfortunatamente per Sonny, nella stagione 7 del SEAL Team è in corso un’indagine sull’aggressione e pensa di essere stato scoperto quando il personale lo convoca per una riunione nell’episodio 3. Tuttavia, quando Sonny arriva lì, il colonnello Decker non è più in grado di rispondere. Tuttavia, quando Sonny arriva lì, gli dicono che vogliono che aiuti a sviluppare un nuovo kit medico per la Marina dopo che ne aveva progettato uno durante una missione precedente. Sebbene Sonny sia riuscito a fuggire dall’episodio 3, è probabile che venga catturato prima della fine della stagione 7 del SEAL Team.
SEAL Team 7, episodio 4: la spiegazione del finale
Jason Hayes e la sua squadra rimangono in Asia durante l’episodio 4 della stagione 7 di SEAL Team e, anche se non succede molto durante l’ora, il personaggio di David Boreanaz continua ad avere una spirale e il resto di Bravo inizia a prenderne atto. La serie televisiva drammatica militare di Paramount+, creata da Benjamin Cavell, è quasi a metà della sua ultima stagione e il Bravo Team è ancora in bilico. Quasi tutti i membri stanno affrontando problemi personali, alcuni dei quali sono più evidenti di altri. Ma con il procedere della stagione 7 di SEAL Team, le decisioni sul futuro inizieranno a diventare più chiare.
Paramount+ rilascia i nuovi episodi della stagione 7 di SEAL Team la domenica alle 12:00 PT. Il finale di serie del dramma militare, “L’ultima parola”, è previsto per il 6 ottobre 2024.
Come alcuni ricorderanno, nella stagione 7, episodio 3, il Comando ha inviato Bravo all’estero per aiutare la DEA in una task force congiunta contro i Sai Lou, un’organizzazione criminale cinese che si occupa di traffico di droga. Sebbene siano stati quasi compromessi durante la loro ultima missione di raccolta di informazioni sui Sai Lou, Bravo ne è uscito vivo (in gran parte grazie a Drew Franklin). Nonostante l’operazione sfiorata nell’episodio 3, la squadra di Jason riceverà una missione ancora più pericolosa e ad alto rischio nella stagione 7 delSEAL Team, episodio 4, “Eroi e criminali”.
Spiegazione dell’operazione della squadra Bravo in Myanmar
La DEA affida al Bravo Team un’altra missione che ha come obiettivo i Sai Lou nella stagione 7, episodio 4, di Paramount+ SEAL Team. Jason, Sonny Quinn, Omar Hamza, Brock Reynolds, Drew Franklin e Trent Sawyer hanno il compito di raccogliere informazioni da una fabbrica di precursori del fentanyl Sai Lou in Myanmar (per collegare Pechino alla Sai Lou). Poi, devono farla esplodere per ostacolare le operazioni del sindacato. Tuttavia, Bravo vuole garantire di ridurre al minimo il numero di vittime assicurandosi che gli operai della fabbrica non si trovino nell’edificio.
I SEAL riescono a fuggire e a far saltare in aria la fabbrica, proteggendo cittadini innocenti e portando a termine la loro missione nella stagione 7, episodio 4, del SEAL Team.
Sebbene la squadra pensi di aver escogitato un piano decente per proteggere la maggior parte dei cittadini e allo stesso tempo danneggiare Sai Lou, Jason dice loro che non va bene (perché ci sarebbero comunque delle vittime) e che devono affrontare l’operazione da un’altra prospettiva. Così, i personaggi del SEAL Team prendono di mira il veicolo che consegna gli assegni agli operai della fabbrica. L’idea è che se gli operai non vengono pagati, non si presenteranno al loro turno in fabbrica e non verranno fatti saltare in aria durante la missione di Bravo. Purtroppo, Sai Lou costringe gli operai sotto la minaccia delle armi a recarsi al lavoro, interrompendo l’operazione.
Tuttavia, Bravo, sempre all’erta, impedisce agli operai di entrare nella fabbrica facendo piovere denaro su di loro. Mentre sono distratti, il resto della squadra prepara gli esplosivi. In seguito, i SEAL riescono a fuggire e a far esplodere la fabbrica, proteggendo cittadini innocenti e portando a termine la loro missione nella stagione 7, episodio 4, del SEAL Team.
Perché Jason ha preso delle decisioni discutibili durante la missione in Myanmar
Dopo il traumatico attacco terroristico avvenuto in Svezia nella stagione 7, episodio 2, del SEAL Team, Jason continua la sua spirale negativa nell’episodio 4. La sua lesione cerebrale traumatica (TBI) fa i capricci e ovviamente non sta bene (e potrebbe non essere in grado di guidare Bravo). Sfortunatamente, Jason non si sta aprendo con nessuno riguardo alle sue difficoltà, il che sta danneggiando non solo se stesso, ma anche la sua squadra, come si vede nell’episodio 4.
Bravo è sorpreso quando Jason blocca il loro primo piano per l’operazione in Myanmar nella stagione 7, episodio 4, del SEAL Team. Commentano che non è da lui e Drew sostiene addirittura che Jason sia spaventato. La squadra trova un milione di ragioni per spiegare perché Jason si stia comportando in questo modo (come se fosse iperprotettivo nei loro confronti). Tuttavia, la risposta più semplice arriva da Drew: Jason ha paura di se stesso e di ciò che potrebbe accadere quando si trova in situazioni di alta pressione.
Perché Ray sospetta delle intenzioni di Jason con Bravo
Ray conosce Jason più di chiunque altro, ed è per questo che è lui ad affrontare il personaggio di David Boreanaz nella stagione 7, episodio 4, di SEAL Team. La missione di Bravo in Myanmar alla fine ha successo, ma questo non impedisce a Ray di andare da Jason con le sue preoccupazioni alla fine dell’ora nella bettola. Jason prende alcune decisioni discutibili e fuori dal personaggio durante l’operazione e Ray vuole sapere perché.
Jason si giustifica dicendo che sta solo proteggendo i suoi uomini. Ray, invece, crede che Jason stia proteggendo se stesso (e non ha torto). Solo il tempo ci dirà se questa conversazione porterà Jason ad aprirsi finalmente con Ray nei prossimi episodi della stagione 7 del SEAL Team.
Sonny o Omar fanno progressi nel tentativo di convincere Drew ad aprirsi?
Una delle più grandi domande della stagione 7 di SEAL Team riguarda Drew e il suo misterioso passato, ma l’episodio 4 purtroppo non fornisce agli spettatori molte altre informazioni sul nuovo personaggio. Sonny e Omar continuano a fare pressione su Drew affinché si apra, ma lui continua a rifiutare. Cercano anche di costringerlo a sottoporsi all’iniziazione di Bravo per i nuovi membri, ma Jason lo respinge rapidamente. Come alcuni ricorderanno, Jason è perfettamente a conoscenza di quanto accaduto a Drew. Sembra quindi che Bravo-1 stia proteggendo il suo nuovo membro della squadra, con il risultato che Sonny e Omar non riescono ad avvicinarsi a Drew.
Spiegata l’esitazione di Ray sul pensionamento
Sonny e Omar non sono gli unici a tentare di sfondare i muri di Drew nella storia della stagione 7, episodio 4, di SEAL Team: anche Ray prova a parlare con il nuovo arrivato alla fine dell’ora. Nel tentativo di farlo aprire (un piano che alla fine fallisce), Ray diventa vulnerabile con Drew. Spiega che più si avvicina alla pensione, più è difficile allontanarsi dai SEAL a causa della famiglia che ha formato.
I compagni di squadra di Ray sono suoi fratelli. Di conseguenza, il legame con loro lo fa esitare nei suoi piani di pensionamento. Tuttavia, Ray continuerà senza dubbio a ritirarsi nella stagione 7 del SEAL Team, ma sembra che sia più difficile di quanto pensasse.
SEAL Team 5×01: promo e trama dall’episodio
Il network americano della CBS dopo il trailer ha diffuso promo e trama di SEAL Team 5×01, il primo episodio l’annunciata quinta stagione di SEAL Team.
In SEAL Team 5×01 che si intitolerà “Trust, But Verify: Part 1” Tutti su Bravo sono scioccati quando apprendono che un esercizio di addestramento è davvero la copertura per una missione segreta per portare un esperto di armi fuori da uno dei paesi più pericolosi del mondo, nella premiere della quinta stagione di SEAL TEAM, che debutterà domenica 10 ottobre sulla CBS.
In SEAL Team 5×01 protagonisti sono David Boreanaz (Jason Hayes) Max Thieriot (Clay Spenser) Neil Brown Jr. (Ray Perry) AJ Buckley (Sonny Quinn) Toni Trucks (Lisa Davis)
Guest star di SEAL Team 5×01 sono Justin Melnick (Brock Reynolds) Tyler Gray (Trent Sawyer) Parisa Fakhri (Naima Perry) Rachel Boston (Hannah Oliver) Alona Tal (Stella Baxter) Kerri Medders (Emma Hayes) Mike Wade (Lt. Soto) Jennifer Shelton (Sottosegretario) Keong Sim (Jin) Matthew Hancock ( Uomo vestito ) Gavin White (Mikey Hayes) Carolyn Ordonez (Eva) Jim Hanna (Generale Parham) MJ Kang (Kwan Jon-Wi)
SEAL Team 5×01
SEAL Team 5 è la quinta stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS. Nel cast di SEAL Team 5 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese. SEAL Team debutterà in America a Settembre 2017.
SEAL Team 5×01: clip dall’episodio
Il network americano della CBS dopo promo e trama ha diffuso le clip di SEAL Team 5×01, il primo episodio l’annunciata quinta stagione di SEAL Team.
In SEAL Team 5×01 protagonisti sono David Boreanaz (Jason Hayes) Max Thieriot (Clay Spenser) Neil Brown Jr. (Ray Perry) AJ Buckley (Sonny Quinn) Toni Trucks (Lisa Davis)
Guest star di SEAL Team 5×01 sono Justin Melnick (Brock Reynolds) Tyler Gray (Trent Sawyer) Parisa Fakhri (Naima Perry) Rachel Boston (Hannah Oliver) Alona Tal (Stella Baxter) Kerri Medders (Emma Hayes) Mike Wade (Lt. Soto) Jennifer Shelton (Sottosegretario) Keong Sim (Jin) Matthew Hancock ( Uomo vestito ) Gavin White (Mikey Hayes) Carolyn Ordonez (Eva) Jim Hanna (Generale Parham) MJ Kang (Kwan Jon-Wi)
https://www.youtube.com/watch?v=-aEa_uNU-Gk
https://www.youtube.com/watch?v=JJ2LPtokSWI
https://www.youtube.com/watch?v=z3xPHdPzMlU
SEAL Team 5×01
SEAL Team 5 è la quinta stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS. Nel cast di SEAL Team 5 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese. SEAL Team debutterà in America a Settembre 2017.
SEAL Team 5: trailer dai nuovi episodi
Il network americano della CBS ha diffuso il trailer di SEAL Team 5, l’annunciata quinta stagione di SEAL Team.
SEAL Team 5
SEAL Team 5 è la quinta stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS. Nel cast di SEAL Team 5 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese. SEAL Team debutterà in America a Settembre 2017.
SEAL Team 4×02: foto e trama dall’episodio
Il network americano della CBS ha diffuso foto e anticipazioni di SEAL Team 4×02, il secondo episodio dell’annunciata quarta stagione di SEAL Team.
In SEAL Team 4×02 che si intitolerà Bravo Team si riunisce con Jason e Cerberus, quindi scendi sottoterra per cercare trappole esplosive per trovare il leader terrorista Al-Hazred, nella seconda parte della premiere di due ore della quarta stagione di SEAL TEAM, in un momento speciale il Mercoledì 2 dicembre sulla CBS.
In SEAL Team 4×02 protagonisti sono David Boreanaz (Jason Hayes) Max Thieriot (Clay Spenser) Neil Brown Jr. (Ray Perry) AJ Buckley (Sonny Quinn) Toni Trucks (Lisa Davis) Jessica Paré (Mandy Ellis) Justin Melnick (Brock Reynolds) Tyler Grey (Trent Sawyer) Scott Foxx (Full Metal) Judd Lormand ( Lt. Cdr. Eric Blackburn). Le guest star sono Parisa Fakhri (Naima Perry) Callard Harris (Curtis “Cujo” Johnson) Bailey Chase (Eddie Guzman) Tim Chiou (Michael “Thirty Mike” Chen) Joe Pistone (Romeo OIC) Jay Abdo ( Asim Al-Hazred) Ali Eldein (Young Azfaar Al-Hazred).
Le guest star di SEAL Team 4×02 sono Jessica Paré (Mandy Ellis) Adelaide Kane (Rebecca Bowen) Parisa Fakhri (Naima Perry) Emily Swallow (Natalie Pierce) Jamie McShane (Captain Lindell) Tim Chiou (Michael “Thirty Mike” Chen) James Ransone (Reiss Julian) Sameer Ali Khan (Azfaar Al-Hazred) Kenny Sheard (Romeo 1) Michael Beach (Chaplain Walker) Kaliayh Rhambo (Jameelah Perry).
SEAL Team 4×02
SEAL Team 4 è la quarta stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS. Nel cast di SEAL Team 4 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese. SEAL Team debutterà in America a Settembre 2017.
SEAL Team 4×01: foto e anticipazioni
Il network americano della CBS ha diffuso foto e anticipazioni di SEAL Team 4×01, il primo episodio dell’annunciata quarta stagione di SEAL Team.
In SEAL Team 4×01 che si intitolerà dall’episodio “God of War” Bravo Team entra in territorio nemico nella catena montuosa di Spin Ghar innevata per catturare Al-Hazred, il leader di un gruppo terroristico e figlio del leader terrorista che Jason ha abbattuto all’inizio della sua carriera e lo ha reso Bravo One . Quando vengono attaccati, Jason e Cerberus, il membro canino di Bravo, vengono separati dalla squadra, nella prima parte della premiere in due parti della quarta stagione di SEAL TEAM, che debutterà mercoledì 25 novembre sulla CBS.
In SEAL Team 4×01 protagonisti David Boreanaz (Jason Hayes) Max Thieriot (Clay Spenser) Neil Brown Jr. (Ray Perry) AJ Buckley (Sonny Quinn) Toni Trucks (Lisa Davis) Jessica Paré (Mandy Ellis) Justin Melnick (Brock Reynolds) Tyler Grey (Trent Sawyer) Scott Foxx (Full Metal) Judd Lormand ( Lt. Cdr. Eric Blackburn). Le guest star sono Parisa Fakhri (Naima Perry) Callard Harris (Curtis “Cujo” Johnson) Bailey Chase (Eddie Guzman) Tim Chiou (Michael “Thirty Mike” Chen) Joe Pistone (Romeo OIC) Jay Abdo ( Asim Al-Hazred) Ali Eldein (Young Azfaar Al-Hazred).
SEAL Team 4×01
SEAL Team 4 è la quarta stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS. Nel cast di SEAL Team 4 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese. SEAL Team debutterà in America a Settembre 2017.
SEAL Team 3×01: promo e trama dall’episodio
Il network americano della CBS ha diffuso promo e trama di SEAL Team 3×01, il primo episodio della terza attesa stagione di SEAL Team.
In SEAL Team 3×01 che si intitolerà “Welcome to the Refuge: Part 1” Jason Hayes guida la squadra in missione in Serbia per rintracciare un’organizzazione legata al bombardamento di più avamposti militari americani, alla premiere della terza stagione di SEAL TEAM, che andrà in onda mercoledì 2 ottobre sulla CBS.
In SEAL Team 3×01 protagonisti sono David Boreanaz (Jason Hayes) Max Thieriot (Clay Spenser) Neil Brown Jr. (Ray Perry) AJ Buckley (Sonny Quinn) Toni Trucks (Lisa Davis) Jessica Paré (Mandy Ellis) Judd Lormand (Ten. Cdr. Eric Blackburn).
Le guest star di SEAL Team 3×01 Brock Reynolds (Justin Melnick) Trent Sawyer (Tyler Grey) Naima Perry (Parisa Fakhri) CAST OSPITE: Scott Foxx (Full Metal) Rudy Dobrev (Flip) Nikola Kojo (Viktor Korda ) Milos Cvetkovc (Bojinka) Tamara Aleksic (Ana) Zinaida Dedakin (Manager)
https://youtu.be/XZpbQm-2OlI
SEAL Team 3×01
SEAL Team 3 è la terza stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS.
Nel cast di SEAL Team 3 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese.
SEAL Teamdebutterà in America a Settembre 2017.
SEAL Team 3×01: clip dall’episodio
Il network americano della CBS dopo promo e trama ha diffuso le clip di SEAL Team 3×01, il primo episodio della terza attesa stagione di SEAL Team.
In SEAL Team 3×01 protagonisti sono David Boreanaz (Jason Hayes) Max Thieriot (Clay Spenser) Neil Brown Jr. (Ray Perry) AJ Buckley (Sonny Quinn) Toni Trucks (Lisa Davis) Jessica Paré (Mandy Ellis) Judd Lormand (Ten. Cdr. Eric Blackburn).
Le guest star di SEAL Team 3×01 Brock Reynolds (Justin Melnick) Trent Sawyer (Tyler Grey) Naima Perry (Parisa Fakhri) CAST OSPITE: Scott Foxx (Full Metal) Rudy Dobrev (Flip) Nikola Kojo (Viktor Korda ) Milos Cvetkovc (Bojinka) Tamara Aleksic (Ana) Zinaida Dedakin (Manager).
https://youtu.be/vEm7ak6w6EU
SEAL Team 3×01
SEAL Team 3 è la terza stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS.
Nel cast di SEAL Team 3 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese.
SEAL Teamdebutterà in America a Settembre 2017.
SEAL Team 3: promo ufficiale
Il network americano della CBS ha diffuso il teaser promo di SEAL Team 3, la terza attesa stagione di SEAL Team.
In SEAL Team 3 il fallimento non è un’opzione per i Navy SEALs, le forze speciali speciali più elite al mondo. In questo nuovo dramma pieno di azione, questi guerrieri furtivi e senza paura conducono missioni clandestine ad alto rischio contro probabilità impossibili.
SEAL Team 3
SEAL Team 3 è la terza stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS.
Nel cast di SEAL Team 3 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese.
SEAL Team debutterà in America a Settembre 2017.
Seafood – Trailer italiano
Dal 4 maggio 2012 al
Cinema – Quando dei bracconieri rubano decine di sacchi di uova dal
suo reef, il mini-squalo Pup inizia la sua personale missione:
salvare i suoi potenziali fratelli e sorelle. Questa missione di
salvataggio lo porta fuori dall’acqua nel mondo degli umani, un
luogo pieno di grande bellezza e pericoli. Terrorizzato per la
sicurezza di Pup, lo squalo pinna bianca Julius decide di andare
con lui per proteggere il suo migliore amico …con un abito
stravagante che gli permette di respirare anche fuori dall’acqua!
Nel frattempo, forze del male escogitano un piano diabolico per
invadere la barriera corallina in assenza degli squali! Pup e
Julius faranno in tempo a salvare tutti?
Se Up fosse stato diretto da Michael Bay [VIDEO]
Up è considerato uno dei capolavori della Pixar, forse uno dei film d’animazione più belli di tutti i tempi. Ma come sarebbe stato se il film fosse stato diretto da Michael Bay?
Ecco, in un mondo parallelo e (per fortuna) impossibile, il trailer di Up diretto da Michael Bay. Atenti alle esplosioni!
Up è un
film d’animazione del 2009 scritto e diretto da Pete
Docter e Bob Peterson.
È il decimo lungometraggio realizzato dai Pixar Animation Studios in co-produzione con la Walt Disney Pictures, ed ha aperto il 62º Festival di Cannes il 13 maggio 2009. È stato il secondo film di animazione della storia ad essere stato candidato agli Oscar come miglior film dopo La bella e la bestia nel 1991, ottenendo 5 candidature in totale.
È il primo film della Pixar ad essere realizzato anche per la proiezione in formato digitale tridimensionale Disney Digital 3-D, e la colonna sonora è stata composta da Michael Giacchino, già compositore dei film Pixar Gli Incredibili e Ratatouille.
Il film ha vinto 2 Premi Oscar nel 2010: miglior film d’animazione e migliore colonna sonora.
Se un albero cade in una foresta: recensione della serie Netflix
Un antico detto coreano recita: “Una pietra lanciata con noncuranza può uccidere una rana”. E, riflettendoci, almeno una volta nella nostra vita, tutti siamo stati quella rana, tanto ingenua e malcapitata. A tutti è successo, per esempio, di sentirsi schiacciati e tormentati dal senso di colpa per qualcosa che crediamo dipendesse da noi, che avremmo potuto e dovuto evitare con tutte le nostre forze. Che si tratti del dolore inflitto a una persona cara, di un fallimento a scuola o sul lavoro, o semplicemente dell’aver permesso alla persona sbagliata di incrociare il nostro cammino.
Tutti ci siamo trovati a fare i conti con il peso estenuante dei “se” e dei “ma”, chiedendoci ossessivamente: “Perché, fra tutti, è successo proprio a me?”. Perché quella pietra ha colpito proprio me? Ed è su questa profonda riflessione che si basa la trama del nuovo mystery thriller di Netflix Se un albero cade in una foresta (titolo internazionale The Frog, appunto), un’intensa e angosciante miniserie sudcoreana creata da Mo Wan-il e Son Ho-young. La serie – composta da 8 episodi di circa un’ora ciascuno – è disponibile dal 23 agosto 2024 su Netflix.
Due assassini, una cacciatrice e… innumerevoli rane
Se un albero cade in una foresta si sviluppa attraverso una intricata rete di narrazioni interconnesse, in cui due storie in particolare, apparentemente distanti nel tempo e nello spazio, sono tragicamente legate da un inesorabile sistema di causa-effetto.

La prima storia è ambientata all’inizio degli anni 2000 e segue il drammatico destino di Koo Sang-joon (Yoon Kye-sang). Insieme alla sua amata famiglia, Sang-joon gestiva una piccola locanda in campagna, il Lakeview Motel, nel quale aveva investito tutti i suoi risparmi e le speranze di un futuro più stabile e sereno. Gli affari andavano bene e la vita scorreva serena, finché l’arrivo di un omicida non sconvolse radicalmente le loro esistenze. Questo incontro fatale iniziò a logorare profondamente la loro quotidianità: Sang-joon cadde in un vorticoso senso di colpa per aver inconsapevolmente ospitato un assassino; sua moglie Seo Eun-gyeong (Ryu Hyun-kyung) finì in depressione dopo aver assistito all’orrore di un cadavere smembrato nella loro pensione, e il loro figlio adolescente iniziò a subire bullismo e minacce da parte dei suoi compagni. Come se non bastasse, il motel scivolò lentamente verso il fallimento, trascinando la famiglia in una spirale di disperazione e autodistruzione.
La seconda storia, invece, si svolge vent’anni dopo la prima. Jeon Yeong-ha (Kim Yun-seok) è un tranquillo uomo di mezza età che gestisce un’accogliente casa vacanze immersa nel bosco. In un giorno d’estate, Yeong-ha si ritrova a dover ospitare per una notte una enigmatica visitatrice, Yoo Seong-a (interpretata dall’attrice Go Min-si, celebre per il suo ruolo in Sweet Home), e il suo bambino, Ha Si-hyeon. Quando la giovane donna va via l’indomani senza dire una parola, Yeong-ha è assalito dalla paura e da terribili dubbi: la telecamera di sicurezza ha ripreso la donna mentre partiva senza il bambino, il bagno puzza di candeggina e ci sono tracce di sangue nella stanza. Che fine ha fatto il bambino? Cosa è successo quella notte? Dopo ciò che è accaduto anni prima al Lakeview Motel, Yeong-ha riuscirà ad andare dalla polizia… per denunciare un omicidio?
The Frog: tra disperazione, follia e filosofia
“Se un albero cade in una foresta e non c’è nessuno nei paraggi che possa sentirlo, fa rumore?”. È con questa domanda, recitata a turno da diversi personaggi, che si apre ciascuno degli otto episodi della serie. Una domanda all’apparenza semplice e innocente, ma che in realtà nasconde un profondo e complesso interrogativo, formulato originariamente dal filosofo e teologo irlandese George Berkeley per mettere in discussione i fondamenti della percezione, della scienza e dell’esistenza stessa. Secondo Berkeley, la risposta a quella domanda era inequivocabile: l’albero farebbe rumore solo se qualcuno fosse lì a percepirlo. Per lui, “esse est percipi”, cioè ogni cosa esiste solo se percepita.

Tuttavia, il thriller diretto da Mo Wan-il e Son Ho-young sembra suggerire al pubblico una visione ben diversa. Per quanto silenzioso e isolato, ogni minimo o grande avvenimento raccontato all’interno della storia partecipa inevitabilmente alla realizzazione (e alla distruzione) degli eventi. Anche ciò che sembra passare inosservato contribuisce dunque a plasmare il destino dei personaggi e a costruire un complesso tessuto di cause ed effetti, in cui il confine tra bene e male, giusto e sbagliato, diventa sempre più labile e confuso, fino a sfidare la nostra morale e comprensione della realtà.
A questa riflessione filosofica si aggiunge quella menzionata in precedenza, che dà il titolo internazionale alla serie, The Frog. Il proverbio coreano della rana, a cui si fa riferimento, viene esplicitato e spiegato nel penultimo episodio dal nuovo capo della polizia di Hosumaeul, Yoon Bo-min, interpretata dalla talentuosa e celebre attrice Lee Jung-eun (nota per i suoi ruoli in Parasite, A Taxi Driver, Madre). Soprannominata “la Cacciatrice”, Yoon Bo-min è un personaggio fondamentale che funge da ponte tra il passato e il presente, riuscendo a risolvere i due casi centrali della trama sia come giovane poliziotta alle prime armi sia come comandante esperta e disincantata.
La sua capacità di vedere oltre l’apparenza e di collegare i fili invisibili che legano gli eventi la rende lo strumento risolutivo della storia, in grado di chiudere il cerchio della giustizia in modo impeccabile. Sviluppando una terza linea narrativa che si intreccia perfettamente con le due storie principali, il personaggio di Yoon Bo-min contribuisce quindi a creare un’unica narrazione coerente. Inoltre, attraverso la sua indagine, il passato e il presente si fondono, rivelando come le azioni, i traumi e le decisioni del passato continuino ad avere inesorabilmente conseguenze sul presente.

Un thriller che merita una possibilità
Al di là di una prima parte un po’ troppo lenta e confusa, che conferisce alla serie un ritmo irregolare e talvolta difficile da seguire, Se un albero cade in una foresta si rivela un interessante mix di crime poliziesco, thriller psicologico e dramma familiare. La regia è meticolosa e ben calibrata, creando un’atmosfera intensa e immersiva che cattura lo spettatore fin dal primo episodio. L’ambientazione è suggestiva, con gli spazi che assumono quasi un ruolo da protagonisti, riflettendo l’apparente quiete o la crescente tensione del momento.
La fotografia e l’uso dei colori sono studiati con attenzione: toni forti e bilanciati amplificano l’impatto visivo e creano contrasti significativi, come il caldo-rosso del sangue e delle luci in opposizione al freddo-blu degli abiti e dell’atmosfera, generando una caotica dinamica visiva che riflette le emozioni e anticipa le intenzioni dei protagonisti. Inoltre, anche la colonna sonora svolge un ruolo cruciale nella gestione dello stress emotivo e dell’angoscia, accentuando abilmente i momenti di suspense e dramma con una musica che accompagna lo spettatore in modo efficace.
In altre parole, Se un albero cade in una foresta è una serie accattivante e ben strutturata che, pur attingendo ai cliché del genere, riesce a emergere nel vasto e variegato catalogo di Netflix come un thriller avvincente e incisivo, arricchito da toni moraleggianti. La serie, inoltre, si distingue per la sua capacità di esplorare temi complessi e universali, come la responsabilità, il pentimento e le ripercussioni delle proprie scelte, oltre a trattare il trauma familiare e la vendetta. Attraverso una trama che intreccia ingiustizia e follia omicida, si sfida dunque il pubblico a confrontarsi con le proprie paure e concezioni morali, offrendo così un’esperienza coinvolgente che va oltre il semplice intrattenimento.
Se ti abbraccio non aver paura: al via le riprese del nuovo film di Gabriele Salvatores
Sono iniziate a Trieste le riprese di Se ti abbraccio non aver paura, il nuovo film diretto dal Premio Oscar Gabriele Salvatores. Nel cast Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono e il giovane Giulio Pranno.
Il film, scritto da Umberto Contarello e Sara Mosetti, è prodotto da Indiana Production ed EDI -effetti digitali italiani- con Rai Cinema, in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission.
Gabriele Salvatores torna a girare un road movie, dall’Italia dell’est fino alle strade deserte dei Balcani.
Se ti abbraccio non aver paura è il nuovo film di Gabriele Salvatores
Il film, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Fulvio Ervas, racconta la straordinaria avventura di un padre e un figlio e il loro rapporto tenero, divertente, problematico e fuori dagli schemi.
“Il viaggio, la musica, le strade senza nome dove emozioni e sentimenti trovano lo spazio per volare. Insomma rock and roll! Di nuovo in strada, dove a volte ho bisogno di tornare” Gabriele Salvatores.
Le riprese si svolgeranno tra Italia, Slovenia e Croazia e dureranno 9 settimane. Il film uscirà nel 2019 e sarà distribuito da 01 Distribution.
Se sposti un posto a tavola recensione
Immaginate un banchetto
di nozze. Di quelli che ogni posto a sedere è contrassegnato da un
segnaposto con tanto di cartoncino per il nome. E immaginate che
questi segnaposto vengano fatti cadere per sbaglio e siano
poi riordinati frettolosamente un po’ a casaccio, perdendo le ore e
ore di studio impiegate per sistemarli con cura e logica.
Quando gli invitati arriveranno si siederanno così al loro posto, ignari che, se ne prendessero un altro e quindi avessero vicino una persona diversa, la loro vita potrebbe cambiare.
Tra questa baraonda confusionaria si snodano le storie, alcune del visto e rivisto, di un giovane che vuole riconquistare la sposa in questione (che funge da storia principale, per eccellenza); della sorella più giovane della sposa che è ancora nubile e cerca l’uomo della sua vita; di una coppia in crisi; di una coppia dove lui ha almeno una dozzina d’amanti; di un fotografo un po’ sfortunato, che non riesce a fare successo.
Se sposti un posto a
tavola, diretto dalla regista francese Christelle
Raynal, è una godibile commedia romantica che parte
dall’assunto “destino e caso sono gli artefici di tutto”, ma poi lo
stravolge e risponde alla legge “Si può sempre scegliere”. A
seconda del vicino di tavolo nel banchetto del matrimonio, si
instaureranno una serie di situazioni e conversazioni diverse che
porteranno ad altrettante diverse conseguenze. Ecco, il film si
diverte a mostrarcene alcune.
La pellicola ha un ritmo incalzante, facilitato anche dal susseguirsi di più storielle che convergono e s’intrecciano senza sosta, concedendosi un rallentamento soltanto nella parte finale, quando prende corpo la disposizione del tavolo forse più congeniale alla regista, anche per giustificare e delineare meglio le caratteristiche dei personaggi e dunque portare acqua al suo mulino. A seconda del posto a tavola, può andar bene per qualcuno e male per qualcun altro o ancora può iniziare bene e finire male, o viceversa.
Si respira l’eco di Sliding Doors, ma qui le ramificazioni proposte e le possibili conseguenze sono più numerose di quelle del film con Gwyneth Paltrow, più bizzarre anche perché corali e “da commedia”. Insomma, bisogna pur giocarci.
Qualche gag è un po’ scopiazzata qua e là, ma il film fa ridere, contando anche su una discreta dose di volgarità, bonaria s’intende, che strappa spesso un sorriso meglio di altre situazioni. Tra le risate, si fanno largo anche i sentimenti, quelli più veri, esplicitati senza nascondigli dalla regista, che, come fosse una favola, li incastra negli ingranaggi giusti.
Il nutrito cast, evidentemente studiato a puntino, è ben assortito, anche se in Italia c’è poca familiarità con questi attori francesi, che caratterizzano al meglio i personaggi a loro assegnati. Qualcuno è troppo stereotipato, ma la vivacità e la leggerezza del film ci permettono di chiudere un occhio.
Forse la sceneggiatura è dominata da situazioni un po’ banali, ma il ritmo rapidissimo e il divertimento fanno di Se sposti un posto a tavola un prodotto interessante, quasi un gioco di incastri spazio-temporali, con un epilogo senza troppe sorprese. Per soli 84 minuti vale la pena di accettare il compromesso. Esce il 25 Luglio.
Se son Rose: anteprima gratuita con Cinefilos.it, cerca la tua città!
Uscirà il 29 novembre 2018, distribuito da Medusa Film, Se son rose, la nuova commedia diretta da Leonardo Pieraccioni con Leonardo Pieraccioni, Michela Andreozzi, Elena Cucci, Caterina Murino, Claudia Pandolfi, Gabriella Pession, Mariasole Pollio e Antonia Truppo con Nunzia Schiano, Sergio Pierattini e con Gianluca Guidi.
Cinefilos.it offre la possibilità a pochi fortunati di vedere il film gratis, in anteprima il 27 novembre ore 20.30 in 8 cinema! Ci sono a disposizione tanti inviti gratuiti validi per l’ingresso di 2 persone, per ognuna delle città.
CERCA LA TUA CITTA’ E PRENOTA IL TUO BIGLIETTO
Il trailer di Se Son Rose
Cosa succederebbe se qualcuno mandasse di nascosto alle tue ex dal tuo cellulare: “Sono cambiato. Riproviamoci!”?
È quello che accade a Leonardo Giustini (Pieraccioni) giornalista che si occupa di tecnologia e innovazione per il web. Sua figlia, stanca di vedere il padre campione di un’inarrestabile rincorsa al disimpegno, decide di mandare il fatale messaggino. E come zombie usciti dalle tombe dell’amore, alcune delle ex incredibilmente rispondono all’accorato appello e quella che era nata come l’innocua provocazione di un’adolescente si trasforma in una macchina del tempo. Per Leonardo, barricato nel fortino delle sue pigre certezze tra divano, involtini primavera e computer, sarà un emozionante e divertente viaggio nel passato e nel presente.
Se son rose, la recensione del film
Se Son Rose, recensione del film di e con Leonardo Pieraccioni
Arriva nelle sale italiane il 29 novembre l’ultimo film di Leonardo Pieraccioni, Se Son Rose, proprio in tempo per l’apertura della stagione cinematografica natalizia.
Quello con le commedie romantiche del regista toscano è ormai un appuntamento che ritorna a cadenza triennale più o meno costante. Lo avevamo lasciato nel 2015 con Il Professore Cenerentolo, lo ritroviamo nel 2018 con questo nuovo film con un cast tutto al femminile.
Se Son Rose, la trama
Ennesima commedia degli equivoci, il film segue le vicende di Leonardo Giustini (Pieraccioni) un uomo in piena crisi di mezza età che non crede più nell’amore e ha alle spalle una lunga schiera di storie fallite.
Con l’unica certezza che il vero amore della sua vita rimarrà sempre la figlia Yolanda (Mariasole Pollio), Leonardo verrà coinvolto proprio dalla ragazzina in un equivoco alquanto bizzarro. E si ritroverà a fare i conti con quattro ex storiche, ognuna delle quali ha ancora qualche conto in sospeso con lui.
Per una volta Pieraccioni evade dal rigido schema su cui aveva fondato le sue opere precedenti, quello del singolo rapporto uomo-donna, e cerca di spostarsi sulla rappresentazione corale, provando a gestire una consistente schiera di donne. Tutte molto volitive e determinate.
Pur rimanendo nell’universo “maschiocentrico” che ha da sempre connotato le sue opere, questa volta il regista Toscano osa un po’ di più, provando a mettersi in qualche modo in discussione. Cosa che però non riesce del tutto, perché la rappresentazione delle figure femminili rimane stereotipata, e pur con una consapevole autocritica di certi atteggiamenti sessisti o limitati, non riesce ad essere davvero originale.
Le protagoniste di Se Son
Rose
Sembra che la storia sia semi autobiografica, e in effetti il sapore dolce-amaro che si intuisce lungo tutto il film ha un che di “mea culpa”. Nell’acquisita consapevolezza che quello verso i figli è l’unico amore vero e senza fine, Pieraccioni mette in scena le varie sfumature di una relazione, non tramite vicende ma piuttosto personificandole nelle figure delle sue ex. In questo senso le varie performance di attrici del calibro di Micaela Andreozzi o Gabriella Pession sono più che riuscite.
Peccato invece per la caduta di stile toccata proprio ad Antonia Truppo, ormai nota ai più per il suo ruolo in Lo Chiamavano Jeeg Robot ma in realtà attrice a trecentosessanta gradi, che sicuramente poteva essere sfruttata meglio.
Se son Rose è una commedia che sicuramente strappa più di una risata e che non ambisce alle implicazioni di un film d’autore. A farla da padrone è il cabarettismo, quello da cui viene Pieraccioni, un susseguirsi continuo di piccoli sketch che giocano con i luoghi comuni dell’italiano medio, e che cercano anche di strizzare l’occhio alle nuove generazioni.
Leonardo Pieraccioni presenta Se Son Rose, la sua nuova commedia
Se solo fossi un orso: recensione del film di Zoljargal Purevdash
Arriverà nelle sale italiane con Trent Film dal 14 marzo Se solo fossi un orso, l’opera prima della regista mongola Zoljargal Purevdash presentato al Festival di Cannes 2023 e primo film proveniente dalla Mongolia ammesso in Selezione Ufficiale della Croisette, in Un Certain Regard.
Se solo fossi un orso, la storia di Ulzii
Il film è raccontato dal punto di vista di Ulzii, un ragazzo con un Q.I. superiore alla media che si impegna nel vincere un concorso di fisica per guadagnare una borsa di studio, nonostante le avversità in cui vive e l’estrema condizione di povertà della sua famiglia. Durante il rigido inverno mongolo, Ulzii si trova a dover prendersi cura dei suoi fratelli più piccoli, affrontando il gelo e le difficoltà della vita quotidiana, quando la madre decide di trasferirsi per poter lavorare e mantenere la famiglia.
Il film nasce da una riflessione sul proprio vissuto personale: la regista Zoljargal Purevdash riesce, attraverso l’esperienza di situazioni molto simili a quelle del protagonista, a offrire uno sguardo autentico, toccante e mai condiscendente su una realtà sconosciuta ai più. Il suo occhio indaga, dalla giusta distanza eppure con consapevolezza e affetto, i quartieri delle Iurte, dove la povertà e la mancanza di infrastrutture sono caratteristiche fondate della quotidianità. La lotta di Ulzii diventa quindi la lotta di molti giovani che da quella regione del mondo sgomitano per realizzare i propri sogni, affrontando difficoltà concrete all’ordine del giorno.
Oltre all’occhio sulla a quest’aspetto quasi documentaristico in cui Purevdash immerge la vita del suo protagonista, Se solo fossi un orso racconta anche dell’atavico e radicato equilibrio che c’è in quel territorio tra tradizione e modernità. La vita di Ulzii, eccellente studente di materie scientifiche, è costellata di credenze superstiziose, pratiche tradizionali, che in un certo senso si scontrano con la tendenza del ragazzo a farsi strada in un mondo fatto di numeri, calcoli, certezze dimostrabili e fatti. Il contrasto tra modernità e tradizione, per non dire superstizione, è un altro elemento caratteristico della società che la regista descrive, e anche quest’elemento contribuisce a offrire all’occhio occidentale uno spaccato di una realtà che seppure è profondamente diversa da quella Europee, e governata dallo stesso impulso al miglioramento di sé e alla libertà che accomuna molte culture.
Palazzi e case mobili, il nuovo e il vecchio, insieme
Modernità e tradizione collidono violentemente quando lo sguardo della regista si allarga dalla quotidianità di Ulzii al paesaggio circostante. L’associazione tra l’ambiente urbano di Ulan Bator, con i suoi palazzoni grigi disordinati e le iurte (abitazioni mobili dei popoli dell’Asia centrale) sparse nelle alture circostanti, è una fotografia spietata sulla disparità sociale e economica che affligge la regione.
Se solo fossi un orso mira proprio a raccontare questa realtà, sospesa tra una spinta verso il futuro, a inseguire una modernità che risulta sempre troppo veloce per essere afferrata e l’essere invece radicati nel proprio passato, nelle tradizioni, nelle credenze, in una vita semplice e povera che inconsciamente dà sicurezza. E in questa comunità di opposti, Ulzii, che vive sulla sua pelle ognuna di queste contraddizioni, è la nostra guida.
Se sei così ti dico si: recensione del film
In Se sei così ti dico si Un agente televisivo è in cerca di un certo Piero Cicala (Emilio Solfrizzi), vecchio gloria della musica che negli anni ’80 ha spopolato con una sola canzone Io, te e il mare, per portarlo a I Migliori Anni, la nota trasmissione Tv condotta da Carlo Conti. Dopo l’iniziale titubanza, Piero accetta la sfida e va a Roma dove il suo cammino si incrocia per sbaglio con quello di Talita Cortès (Belén Rodríguez), famosissima modella e ‘azienda’ vivente che lo travolgerà.
Se sei così ti dico si, il film
Una storia, quella di Se sei così ti dico si, apparentemente molto ordinaria, con un plot (la storia d’amore) che sembra condurre il racconto ma che diventa appena accennato per dare spazio al protagonista, struggente figura malinconica dell’insuccesso che affossa i sogni e si prende la speranza, trasformando le persone in essere viventi che semplicemente esistono, senza vivere. Questo è Piero Cicala, un sorprendente Emilio Solfrizzi truccato da 50enne, che viene trascinato di nuovo nel suo passato da una volontà che non è tanto sua quanto della gente che gli sta intorno, che gli chiede qualcosa, volendo continuamente e di nuovo splendere della piccola luce che un tempo ha emanato. Alla profonda tristezza di questa figura malinconica si affianca quella del personaggio della Rodrìguez, che invece è il presente, il successo sfolgorante e la notorietà.
La showgirl che tutti gli italiani amano è straordinariamente convincente in questo ruolo, è vero che è una parte cucitale addosso, che spesso non indossa nulla per cui il suo bel corpo parla per lei, ma Belén alla sua priva prova come attrice sorprende non poco, regalandoci belle espressioni. I due protagonisti, pur se a livelli diversi, sono dunque molto ben assortiti e calzano a pennello i loro personaggi, tuttavia il film non si regge su di loro, o meglio non sono abbastanza per portare un film ‘addosso’. Se sei così ti dico si diretta da Eugenio Cappuccio infatti presenta la sua crepa più grande nella cattiva narrazione degli eventi, mal distribuiti lungo l’arco di Se sei così ti dico si. Ai dilatati tempi iniziali corrispondono poi inevitabili contrazioni della storia che lasciano il racconto appeso a mezz’aria, abbozzando caratteri e situazioni senza poi svilupparli tutti e dando l’impressione di un nulla di detto che lascia sul film un’impronta di imperfezione, nel mancato compiersi delle storie dei personaggi che vengono solo mostrati.
Se scappi ti sposo: tutte le curiosità sul film
Nel corso degli anni Novanta l’attrice Julia Roberts si è affermata come un’icona delle commedie romantiche grazie a titoli come Pretty Woman, Notting Hill e Il matrimonio del mio migliore amico. Un altro fortunato titolo di questo genere, arrivato al concludersi del decennio, è Se scappi ti sposo (qui la recensione), diretto nel 1999 da Gary Marshall, già regista di Pretty Woman. Il film rappresenta infatti una specie di reunion di quel titolo del 1990, in quanto oltre a Roberts e Marshall, nel film si ritrova anche Richard Gere nel ruolo del protagonista maschile. Scritto da Josann McGibbon e Sara Parriot, Se scappi ti sposo non era però stato inizialmente pensato per questi due celebri attori.
Il film è infatti stato in fase di sviluppo per oltre un decennio e nel corso dei vari tentativi per realizzarlo si sono susseguiti per i ruoli dei due protagonisti attori del calibro di Christopher Walken, Harrison Ford, Mel Gibson, Michael Douglas (per il ruolo poi andato a Gere), e attrici quali Anjelica Huston, Geena Davis, Demi Moore, Sandra Bullock, Ellen DeGeneres, Téa Leoni (per il ruolo poi andato a Roberts). Che Gere e Roberts fossero in realtà predestinati a recitare nel film lo provano anche i diversi riferimenti a Pretty Woman, tra cui rifacimento della scena del negozio in cui a Roberts viene impedito di acquistare dei vestiti.
Naturalmente, Se scappi ti sposo ottenne poi un grande successo ed è oggi ricordato come una delle principali commedie romantiche di quel periodo. Il successo fu tale che, in Italia, molti film successivi lo citarono nel titolo. A farne le spese furono, ad esempio, Se cucini, ti sposo (Time Share) e Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind). In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Se scappi ti sposo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location e ad altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Se scappi ti sposo
Protagonista del film è Ike, è un giornalista newyorkese divorziato che decide di scrivere un articolo su Maggie Carpenter, una giovane donna di Hale, nel Maryland, che per tre volte è corsa via dall’altare. L’articolo, scritto in base al racconto del terzo quasi-marito, contiene però molte inesattezze scatenando così le ire di Maggie e il licenziamento di Ike. Il giornalista si vede costretto a recarsi nel Maryland per documentare le sue fonti e indagare in prima persona sulla donna per riavere il posto. Il rapporto con Maggie è naturalmente reso difficile dalla diffidenza e dall’antipatia, ma quella vicinanza forzata sarà l’occasione per entrambi per conoscere meglio sé stessi e i propri desideri.
Il cast e le location del film
Protagonisti del film, nei ruoli di Ike e Maggie, sono gli attori Richard Gere e Julia Roberts, i quali tornano così a recitare insieme una commedia romantica a distanza di quasi un decennio da Pretty Woman. Accanto a loro, nel ruolo di Peggy Flemming, migliore amica e collega di Maggie, vi è l’attrice Joan Cusack, mentre Christopher Meloni è Bob Kelly, il quarto pretendente al ruolo di marito di Maggie. Paul Dooley interpreta il vedovo padre della protagonista, Walter, mentre l’attore Héctor Elizondo interpreta Fisher, il capo di Ike, che si è sposato con Ellie, ex moglie di Ike interpretata da Rita Wilson. Nel film è presente anche un cameo del regista, che interpreta il ruolo di prima base in una partita di baseball.
Gran parte della produzione del film si è svolta nella storica Berlin, nel Maryland, che è stata trasformata nella città fittizia di Hale, nel Maryland. La Main Street di Berlin e alcuni punti di riferimento, come l’Atlantic Hotel, sono stati lasciati pressoché invariati durante la produzione e sono ancora oggi tra i luoghi più visitati di questa città, mentre i nomi di alcune attività commerciali della Main Street sono stati modificati per dar vita a quella certa distanza dalla realtà. La città, che nel 2014 contava poco meno di cinque mila abitanti, rappresentava perfettamente quell’ambiente piccolo e modesto che mette a dura prova il newyorkese Ike ma nel quale invece Maggie si trova a suo agio.
La colonna sonora di Se scappi ti sposo
Come ogni commedia romantica che si rispetti, anche Se scappi ti sposo vanta una colonna sonora ricca di celebri brani, che accompagnano le alterne fortune sentimentali dei due protagonisti. Mentre le musiche originali sono state composte dal grande James Newton Howard, candidato nove volte all’Oscar nel corso della sua carriera, tra i brani preesistenti al film si annoverano brani come I Still Haven’t Found What I’m Looking For (U2), Ready To Run (Dixie Chicks), I Love You (Martina McBride), Blue Eyes Blue (Eric Clapton), It Never Entered My Mind (Miles Davis), Ripple (Grateful Dead) e Where Were You (On Our Wedding Day)? (Billy Joel). Coco Lee, invece, ha eseguito il brano portante del film, Before I Fall in Love.
Le frasi più belle del film
Si riportano qui di seguito alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi di Se scappi ti sposo. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:
- Salve sono io, lasciate un messaggio dopo il bip. Se volete inviare un fax, compratemi il fax! (Segreteria di Ike)
- Lo sai che è strano! Per essere
un bello fanno presto a scaricarti, l’avevi notato?
(Barista rivolto a Ike)
- E… Ike? Sono felice per te, tesoro. C’è una macchina sul retro nel caso che lei decida di scappare! (Ellie)
- Mi piacciono le uova all’ostrica! Odio tutti gli altri tipi di uova. Io odio i matrimoni in grande con tutta quella gente che ti fissa. Vorrei sposarmi un giorno feriale mentre tutti sono al lavoro. E se devo scappare a cavallo, voglio il mio cavallo! (Maggie)
- Tu vuoi un uomo… che ti accompagni sulla spiaggia con una mano sugli occhi, per farti sentire la sensazione della sabbia sotto i piedi. Vuoi un uomo che… ti svegli all’alba… perché muore dalla voglia di parlarti e non può aspettare per sentire cosa dirai. Ho ragione? (Ike a Maggie)
- Garantisco che ci saranno tempi duri. Garantisco a un certo punto uno di noi due o tutt’e due vorremmo farla finita ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mia… lo rimpiangerò per tutta la mia vita perché sento nel mio cuore… che sei l’unica per me. (Maggie)
Il trailer di Se scappi ti sposo e dove vederlo in TV e in streaming
È possibile fruire di Se scappi ti sposo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 marzo alle ore 21:25 sul canale Rai 1.
Se scappi ti sposo: recensione del film con Julia Roberts
Se scappi ti sposo è un film del 1999 diretto da Garry Marshall e con protagonista Julia Roberts (Maggie Carpenter), Richard Gere (Ike Graham), Joan Cusack (Peggy), Hector Elizondo (Fisher), Rita Wilson (Ellie), Christopher Meloni (Bob), Paul Dooley (Walter Carpenter)
La Trama di Se scappi
ti sposo: Il fascinoso giornalista newyorkese Ike vuole
scrivere un pezzo su Maggie Carpenter, una bella ferramenta del
Maryland con uno strano vizio: scappare a due passi dall’altare,
prima del fatidico sì. Ha già fatto tre “vittime”, con le sue fughe
in abito da sposa.
Ike va a conoscerla personalmente, si ferma nel Maryland, indaga, cerca di capire. Guadagnerà anche lui un’avventura all’altare con Maggie, non senza sorprese!
Analisi di Se scappi ti sposo: A una decina d’anni da Pretty Woman, la coppia Richard Gere – Julia Roberts torna ad ammaliare il pubblico con Se scappi ti sposo. Alla regia, in entrambi i casi, il classe 1934 Garry Marshall, approdato alla regia ormai cinquantenne dopo meritata gloria come autore televisivo (Happy Days, Mork e Mindy). Se scappi ti sposo è una riuscita commedia con solide basi narrative e interessanti spunti tematici, trainata da due cavalli di razza belli e bravi. La Roberts nei panni della Belle Ferroniere provinciale, così rustica e così fragile, è irresistibile, anche per Ike, smaliziato pennivendolo della Grande Mela. L’incontro e la conoscenza tra i due è una reciproca e graduale terapia. Ike smette i panni dello scialacquatore d’inchiostro, e con occhio da vero cronista (senza più alcun articolo in programma!) indaga il mistero delle fughe croniche e smaschera la morbosa tranquillità con cui la comunità, famigliari compresi, pasteggia sul dramma della “mangia uomini”, della “portaerei”. Maggie, trova in Ike la leva e il movente della sua guarigione: nient’altro che una decisa pulizia interiore, per diventare grande, decidere, non farsi travolgere più da mille uomini e da altrettante ritirate matrimoniali.
Se scappi ti sposo, Julia Roberts e Richard Gere nuovamente insieme
Se scappi, ti sposo tiene
ben desti fino alla fine, per una domanda semplice e vitale: perché
Maggie… è così? Non è una sempliciotta, una superficiale, una
mantide, un’ingenua ninfomane con nocche e polpastrelli da
meccanico e un sorriso intramontabile. Maggie è un enigma non privo
di purezza, da proteggere e inseguire, da scoprire sequenza dopo
sequenza in compagnia di Ike, a cui tornano a brillare gli
occhietti bastonati da divorziato solitario, che pensava d’averle
viste tutte. Se scappi ti sposo è un film che
scorre, e lo spettatore spera di veder spiccare il volo d’amore a
Richard e Julia, e benedire lo schermo.
Nota di merito per la
ben cesellata schiera dei personaggi secondari. I compaesani e la
famiglia di Maggie, la ex moglie di Ike e Fisher, il suo simpatico
uomo, l’iperproteico Bob (fidanzato di Maggie), i tre “quasi
mariti”. Questi, meno scolpiti in profondità, sono ottime sponde
narrative, utilissimi nella prima parte per far decollare la storia
e gettarne le basi. È proprio l’abbandonato n°3, un entomologo, a
innescare l’azione spifferando ad Ike la storia della sposa che
scappa, tra un singhiozzo d’ubriaco e un altro.
Ebbene, romantici, innamorati,
cercatori e sognatori, Runaway Bride è un
titolo da non perdere. Leggero come una bella piuma, e non come un
fazzoletto gualcito e inutile. Leggero senza stancare, capace di
insegnare ed emozionare.
Il trailer originale di Se scappi ti sposo di seguito:
Le migliori frasi di Se scappi ti sposo
- Lo sai che è strano! Per essere un bello fanno presto a scaricarti, l’avevi notato? (Barista) [a Ike]
- Salve sono io, lasciate un messaggio dopo il bip. Se volete inviare un fax, compratemi il fax! (Segreteria di Ike)
- Tu vuoi un uomo… che ti accompagni sulla spiaggia con una mano sugli occhi, per farti sentire la sensazione della sabbia sotto i piedi. Vuoi un uomo che… ti svegli all’alba… perché muore dalla voglia di parlarti e non può aspettare per sentire cosa dirai. Ho ragione? (Ike) [a Maggie]
- Eh, Ike, sono felice per te tesoro. C’è una macchina sul retro nel caso che lei decida di scappare! (Ellie)
Se permetti non parlarmi di bambini, la risposta argentina al Fertility Day
Figli: sì o no? Mentre in Italia il dibattito è molto acceso, c’è chi è andato oltre. I bambini? Basta che stiano alla larga, soprattutto nei ristoranti o nei luoghi dove ci si rilassa. Stiamo parlando del movimento ‘No kids’, una nuova corrente di pensiero sempre più diffusa anche in Italia che vede tra i suoi sostenitori “quelli a cui non piacciono i bambini e non vogliono passare per persone cattive”, come rivela Vicky, protagonista del film Se permetti non parlarmi di bambini! che dall’Argentina arriva nelle sale cinematografiche italiane dal 29 settembre, distribuito da Microcinema, presentato in collaborazione con Minerva Pictures.
Se permetti non parlarmi di bambini recensione del film di Ariel Winograd
“No Kids” convinta, brillante, indipendente e con il volto di Maribel Verdú (attrice conosciuta anche in Italia grazie a pellicole di culto come Belle Époque, Y tu mamátambién – Anche tua madre e Il labirinto del fauno) Vicky sarebbe perfetta per Gabriel se non fosse per la figlia di lui, Sofia, un segreto tenutole nascosto per non rovinare il rapporto di coppia, ma con risvolti esilaranti.
La risposta del pubblico argentino non si è fatta attendere. Il film, che è stato uno dei maggiori successi degli ultimi tempi in Argentina, ha provocato un forte dibattito nel paese, presentando un punto di vista diverso e coraggioso. Per una volta, una donna afferma chiaramente che non solo la maternità non le interessa, ma che di bambini non ne vuole proprio sapere. Riuscirà allora la piccola Sofia a farle cambiare idea, grazie alla sua simpatia contagiosa e sincera? E Gabriel, dirà la verità alle donne della sua vita, dopo aver fatto i salti mortali per salvare questi rapporti meravigliosi? Diego Peretti, che incarna il protagonista, spiega perfettamente il senso della pellicola. “Credo che il film dimostri come non ci sia un solo tipo di famiglia e che in realtà ci sono relazioni molto diverse tra loro, tutte degne di grande rispetto.
La dote maggiore del film è il modo in cui affronta delle tematiche molto attuali. Parla del rapporto di un padre con la figlia, ma pone anche delle domande sulla scelta di avere dei bambini. La cosa interessante è che non esistono delle verità assolute, visto che ciascun personaggio espone il proprio punto di vista, basato sulle proprie convinzioni. Alla fine, la cosa buffa è che per tutto il film vediamo dei bambini che si comportano come degli adulti e degli adulti che si comportano come dei bambini”.
Il film racconta, infatti, la storia di Gabriel separato da quattro anni, la sua vita è tutta dedicata a sua figlia di 8 anni, preferisce riservare tutte le sue energie alla piccola Sofia, tanto che si rifiuta persino di avere una relazione sentimentale. Questo rapporto viene scosso dall’arrivo di Vicky, che un tempo è stata amore platonico di Gabriel e che ora è diventata una donna libera e intraprendente. Sembra essere una storia d’amore perfetta, ma lei ha un’unica esigenza: non vuole assolutamente dei bambini nella sua vita. Così, quando Vicky chiede a Gabriel se ha dei figli, lui non ha il coraggio di dirle la verità. Da quel momento, la sua vita diventa molto complicata, piena di bugie e sotterfugi … Cosa succederà tra i due? Riusciranno a trovare la loro felicità di coppia all’interno di una famiglia allargata?La commedia tratta con il sorriso e l’ironia temi attuali che molte famiglie si trovano ad affrontare quotidianamente. Chissà se un maggiore rispetto per la libertà di scelta delle persone e un ascolto più attento delle esigenze delle famiglie e soprattutto dei bambini sarebbe, in Italia, più utile di una campagna pubblicitaria.
Se permetti non parlarmi di bambini! dal 29 settembre al cinema.
Se permetti non parlarmi di bambini recensione del film di Ariel Winograd
Arriva nelle sale italiane il 29 settembre il film campione d’incassi in Argentina, Sin Hijos, che arriva da noi con il titolo Se permetti non parlarmi di bambini.
Si tratta di una leggera commedia
sudamericana che narra la storia d’amore tra
Gabriel e Vicky, una coppia che
si rincontra dopo tanti anni e decide di passare la vita insieme.
L’intesa pare idilliaca, non fosse per un piccolo particolare:
Vicky ha una profonda antipatia, quasi una fobia,
verso i bambini. Gabriel, dal suo canto, adora sua
figlia Sofia – avuta dal precedente matrimonio –
ma tenterà di fare ogni cosa per nascondere all’amata la propria
bambina.
In un crescendo di equivoci, siamo certi di non fare alcun torto allo spettatore nel confermare l’happy ending finale.
Se permetti non parlarmi di bambini è infatti una pellicola estremamente scontata. La sceneggiatura è semplice e lineare, mentre la caratterizzazione dei personaggi a dir poco stereotipata. Il papà dolce e remissivo; la figlioletta di nove anni più sveglia e intelligente del genitore; l’ex moglie virago e superficiale; la nuova fiamma sexy e sbarazzina.
Non c’è originalità neppure nei rari momenti di imbarazzo, pudichi e perbenisti, che dovrebbero scuotere una storia dal piattume imperante.
Se permetti non parlarmi di bambini – il trailer italiano ufficiale
Complice il pessimo doppiaggio italiano, che rende – se possibile – ancora più antipatici i protagonisti, più che ad un film si ha l’impressione di stare dinnanzi ad una serie tv per famiglie. Saltano subito all’occhio le similitudini con sceneggiati come Un medico in famiglia (non a caso derivante da un format spagnolo), il cui buonismo piuttosto stucchevole emerge anche in questa pellicola destinata tuttavia al grande schermo. Si veda in particolare la scena del saggio di scuola, dove padre e figlia si esibiscono in un duetto lezioso e non necessario.
Se l’intento era anche
quello di rimandare la memoria dello spettatore al film
Little Miss Sunshine – splendida commedia
made in USA – Se permetti non parlarmi di
bambini fallisce miseramente, risultando privo di
idee e di verve comica. Nonostante l’argomento introdotto avesse
delle buone potenzialità (la libertà delle donne di poter scegliere
se avere o no una prole), il tema bambini viene trattato con
superficialità e senza empatia, tralasciando completamente quei
dettami sociologici (e psicologici) che invece si presterebbero ad
ampie trattazioni.
Nonostante ciò, il film – distribuito in Argentina dalla Disney – ha visto nelle sale oltre mezzo milione di spettatori, risultando il terzo miglior incasso del 2015 nel suo paese d’origine.
Se non vieni a vedere questo film ammazziamo il cane per Unipol Biografilm il 28 ottobre
Per il secondo anno di seguito, Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures presentano ogni settimana in 16 multisala UCI i più coinvolgenti biopic, narrati da autori premiati nei più prestigiosi festival del mondo, proponendo un programma ricco non solo di grandi riscoperte, come era stato già l’anno scorso, ma anche di imperdibili anteprime, presentate in UCI Cinemas prima dell’uscita in sala. L’appuntamento firmato Unipol Biografilm Collection è ogni mercoledì alle 18 e alle 21.
Mercoledì 28 ottobre ad accompagnare in sala il pubblico degli UCI Cinemas sarà John Belushi, protagonista di Se non vieni a vedere questo film ammazziamo il cane: La storia del National Lampoon, il film di Douglas Tirola che ripercorre la storia del National Lampoon, la più dissacrante rivista di satira degli Stati Uniti, sulle cui pagine, negli anni Settanta, ha esordito una squadra di giovani di talento che avrebbero fatto la Storia della comicità americana.
L’America degli anni Settanta, la cultura pop, la libertà creativa alimentata anche da cannabis e alcol… È in questo contesto che Doug Kenney ed Henry Beard fondano un magazine destinato a diventare un punto di riferimento per la satira e la comicità mondiali: era la nascita del National Lampoon. Il regista Douglas Tirola traccia il ritratto di una generazione di talenti, i comici che dalle pagine di National Lampoon sono poi approdati nelle fila di quel Saturday Night Live che avrebbe consacrato al grande pubblico star del calibro di John Belushi e Bill Murray. Dalla carta, alla tv, al cinema, tra interviste e materiale inedito, il film mette in scena una ricca messe di pagine e disegni, parole e immagini di una stagione indimenticabile.
Grazie alla scommessa di Unipol Biografilm Collection e del circuito UCI Cinemas, per il secondo anno consecutivo, contenuti di qualità dalla forte valenza culturale come i film documentari si allargano al pubblico popolare dei multisala. Una scommessa che pone però le sue radici nel dato concreto del crescente successo commerciale del genere documentario nel mondo, e in particolar modo negli Stati Uniti e in Francia.
Se non vi piace il costume da Superman di David Corenswet, abbiamo trovato la cosa giusta per farvi cambiare idea
Mentre il film di Superman di James Gunn si prepara a uscire nelle sale quest’estate, molti fan della DC continuano a discutere se il costume dell’eroe titolare sia davvero all’altezza dell’originale dei fumetti. Fortunatamente, un artista ha presentato un argomento convincente a favore del nuovo abito sovversivo di David Corenswet, illustrandolo in modo splendido e conquistando gli eventuali oppositori che potrebbero rimanere.
L’artista della DC Comics Fico Ossio, che attualmente sta lavorando a Black Lightning insieme allo scrittore Brandon Thomas, ha condiviso una splendida opera d’arte in un post su Instagram che ritrae Superman che prende il volo, con Clark Kent che si agita sullo sfondo. Ciò che colpisce dell’opera d’arte è che Superman non è la versione dei fumetti, ma piuttosto il Superman di David Corenswet.
Visualizza questo post su Instagram
La versione originale di Fico Ossio, utilizzata come copertina alternativa per Action Comics n. 1079, mostra una versione più standard dell’abito di Superman, con cui i lettori di fumetti hanno familiarità. Ora, ha rivelato la vera ispirazione dietro l’opera e ha aggiornato il costume per farlo corrispondere a quello di Superman della DCU.
Il costume di Superman di David Corenswet è più bello che mai in un’opera d’arte sbalorditiva
Il Superman della DC Comics riceve il restyling a fumetti che merita
Nell’opera di Ossio, Superman è mostrato mentre si lancia in azione, ma il costume del prossimo film di Superman di quest’anno ottiene i riflettori da questo abile artista invece del costume che si vede tipicamente nei fumetti. Con un colletto che ricorda quello di New 52’s Superman e un emblema sul petto che si ispira alla continuity di Mark Waid e Alex Ross in Kingdom Come, il look di David Corenswet si discosta dal design iniziale, pur mantenendo l’essenza di come dovrebbe apparire Superman. Ossio modifica anche il viso e l’acconciatura per assomigliare ulteriormente a Corenswet, dando a questa brillante ricreazione il tocco finale perfetto.
Fico Ossio non è l’unico artista della DC Comics ad aver catturato le sembianze di David Corenswet in forma di fumetto in previsione del film della DCU. Il celebre artista Dan Mora ha recentemente disegnato la sua variante di copertina di Superman di Corenswet per una ristampa di Action Comics #1 di Jerry Siegel e Joe Shuster, rendendo omaggio alla prima apparizione in assoluto dell’Uomo d’Acciaio in attesa del suo futuro sul grande schermo. I creativi del mondo dei fumetti sono ansiosi di cimentarsi con il nuovo costume di Superman e le loro interpretazioni dimostrano quanto sia ben riuscito, sia sullo schermo che sulla pagina.
Il costume di Superman della DCU è diverso dal suo look classico, ma è proprio questo che lo rende fantastico

Il Superman di David Corenswet si distingue dall’originale nei fumetti
Molti si lamentano del fatto che il costume di David Corenswet per la DCU non assomigli al classico costume che tutti conoscono e amano, ma è proprio questo che lo rende così eccezionale. In opere d’arte come quella di Fico Ossio, è immediatamente riconoscibile come Superman della DCU piuttosto che come una versione ordinaria dell’Uomo d’Acciaio, a dimostrazione di quanto possa diventare iconico nel tempo. Superman non dovrebbe limitarsi al suo solito abbigliamento, e la versione di Corenswet dimostra che c’è più di un modo per rendere il suo amato costume perfetto su diversi supporti.
Se Non Ora, Quando? Emir Kusturica porta al cinema Primo Levi
Il cineasta serbo Emir Kusturica è pronto a tornare dietro la macchina da presa a distanza di sei anni da quel documentario presentato fuori concorso al 61mo Festival di Cannes che lo portò a ripercorrere le orme di Diego Armando Maradona.
Il ritorno al cinema porterà Kusturica a confrontarsi con un pilastro della letteratura del nostro paese, il Primo Levi di Se Non Ora, Quando? romanzo pubblicato nel lontano 1982 e che, ambientato nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, narra l’esodo di partigiani ebrei russi e polacchi in fuga dalle loro terre d’origine.
La pellicola sarà una co-produzione Franco-Bielorussa ad opera di Cinema Solei e Belarusfilm e, secondo quanto dichiarato da Mikhail Katyushenko della Belarusfilm, sarà girato tra la Bielorussa e l’Italia per un totale di 80 giorni di riprese.
La sceneggiatura della pellicola è co-firmata dallo stesso Kusturica e dallo storico collaboratore Gordan Mihic.
Fonte: Hollywoodreporter
Se mi vuoi bene: trailer del nuovo film di Fausto Brizzi
Ecco il trailer di Se mi vuoi bene, il nuovo film di Fausto Brizzi in sala a partire dal prossimo 17 ottobre. Protagonista del film è Claudio Bisio, con lui nel cast Dino Abbrescia, Lorena Cacciatore, Valeria Fabrizi, Flavio Insinna, Susy Laude, Maria Amelia Monti, Lucia Ocone, Cochi Ponzoni, Memo Remighi, Elena Santarelli e Gian Marco Tognazzi.
Se mi vuoi bene: la trama
Diego (Claudio Bisio) è un avvocato di successo, un depresso cronico. Un giorno incontra Massimiliano (Sergio Rubini), proprietario di un eccentrico negozio di Chiacchiere che non vende nulla se non appunto conversazioni. Ed è proprio chiacchierando con lui che Diego capisce qual è la soluzione per uscire dalla sua palude emotiva: fare del bene a tutti i suoi cari. Diego individua chirurgicamente i problemi che secondo lui affliggono sua madre, suo padre, suo fratello, sua figlia, i suoi amici, perfino la sua ex moglie e, con la precisione di un cecchino bendato, finisce per rovinare l’esistenza ad ognuno di loro. Ma non tutto è perduto…