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Ouija: il primo trailer del film

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Ouija: il primo trailer del film

Ecco il primo trailer ufficiale del film horror di prossima uscita Ouija diretto da Stiles White e con protagonisti Olivia Cooke, Ana Coto, Daren Kagasoff. 

https://www.youtube.com/watch?v=nykEg1iv6SQ

Di seguito invece trovate le prima foto:

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ouija-poster- - CopiaOuija è prodotta ancora una volta da Jason Blum e dalla sua ormai famigerata Blumhouse Productions, la casa che ha prodotto i vari successo mondiali Paranormal Activity, Insiduos, Sinister e molti altri. La pellicola è basata s sul celebre gioco da tavolo Hasbro. 

Ouija segue un gruppo di amici che devono affrontare le loro paure più terrificanti quando risvegliano i poteri oscuri di un’antica tavola degli spiriti. Stiles White dirige questo thriller sovrannaturale che viene prodotto dalla Platinum Dunes di Michael Bay, Andrew Form e Brad Fuller (La notte del giudizio e i remake Non aprite quella porta e Venerdì 13) al fianco della Blumhouse Productions di Jason Blum (i franchise Paranormal Activity e Insidious, La notte del giudizio), Bennett Schneir (Battleship) e Hasbro.

Ouija: clip del film horror prodotto da Jason Blum

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Ouija: clip del film horror prodotto da Jason Blum

Guarda la prima clip di Ouija  il film  diretto da Stiles White e prodotto da Micheal Bay e Jason Blum al cinema da giovedì 8 GENNAIO 2015.

Dopo aver risvegliato i poteri oscuri di un’antica tavola degli spiriti, un gruppo di amici sarà costretto ad affrontare le proprie paure più profonde. Stiles White dirige il thriller soprannaturale prodotto da Michael Bay, Andrew Form e Brad Fuller di Platinum Dunes (La notte del giudizio, Non aprite quella porta, Venerdì 13) e da Jason Blum di Blumhouse Productions (Paranormal Activity e la saga di Insidious, La notte del giudizio), Bennet Schneir (Battleship) e Hasbro. La sceneggiatura di Ouija è stata scritta da Juliet Snowden e Stiles White.

Ouija trailer e poster dell’horror con Olivia Cooke

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Ouija trailer e poster dell’horror con Olivia Cooke

Arriva online il primo trailer di Ouija, opera prima di Stiles White che vede protagonista la star di Bates Motel Olivia Cooke. Il film racconterà di un gruppo di ragazzi che per entrare in contatto con una loro amica morta poco tempo prima (in circostanze misteriose) utilizzeranno proprio una tavoletta ouija. All’inizio nessuno crederà realmente che l’indicatore sia mosso da una presenza sovrannaturale,  ma successivamente la situazione si farà sempre più inquietante…

Scritto da Juliet Snowden (Segnali dal Futuo, The Possession), Ouija Dovrebbe arrivare in Usa e Italia attorno al periodo di Halloween, nel cast oltre alla già citata Olivia Cooke troviamo Douglas Smith, Bianca Santos, Daren Kagasoff e Vivis Colombetti

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Fonte: Bloody Disgusting

Ouija Origin of Evil: Trailer ufficiale dell’horror

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Ouija Origin of Evil: Trailer ufficiale dell’horror

Guarda il trailer ufficiale di Ouija Origin of Evil, il nuovo film horror del franchise prodotto da Jason Blum,  Michael Bay insieme a Hasbro.

Protagonisti sono Elizabeth Reaser (The Twilight Saga, The Good Wife), Annalise Basso (Oculus, The Red Road), Henry Thomas (E.T.), Lulu Wilson (Deliver Us From Evil), Lin Shaye (Insidious), e Doug Jones (Hellboy, Pan’s Labyrinth).

Ouija Origin of EvilLos Angeles, 1965. Una madre vedova e le sue due figlie tentano di rivitalizzare la loro attività commerciale con qualche nuova trovata e inavvertitamente invitano una forza malefica nella loro casa. Quando la figlia minore diviene preda dello spirito maligno, la famiglia sarà costretta ad affrontare le proprie paure per salvare la ragazzina e rispedire il maligno da dove è venuto.

Ouija L’origine del male: nuovo spaventoso trailer

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Ouija L’origine del male: nuovo spaventoso trailer

Guarda il nuovo spaventoso trailer di Ouija L’origine del male, il sequel del film horror prodotto da Jason Bloom.

Ouija L’origine del male: trailer italiano del sequel

Scritto e diretto da Mike Flanagan Ouija L’origine del male arriverò al cinema da giovedì 27 OTTOBRE.

Protagonisti sono Elizabeth Reaser (The Twilight Saga, The Good Wife), Annalise Basso (Oculus, The Red Road), Henry Thomas (E.T.), Lulu Wilson (Deliver Us From Evil), Lin Shaye (Insidious), e Doug Jones (Hellboy, Pan’s Labyrinth).

Ouija Origin of EvilLos Angeles, 1965. Una madre vedova e le sue due figlie tentano di rivitalizzare la loro attività commerciale con qualche nuova trovata e inavvertitamente invitano una forza malefica nella loro casa. Quando la figlia minore diviene preda dello spirito maligno, la famiglia sarà costretta ad affrontare le proprie paure per salvare la ragazzina e rispedire il maligno da dove è venuto.

Ouija L’origine del male: trailer italiano del sequel

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Ouija L’origine del male: trailer italiano del sequel

La Universal Italia ha diffuso il trailer italiano di Ouija L’origine del male, l’atteso sequel del film horror prodotto da prodotto da Jason Blum,  Michael Bay insieme a Hasbro.

Scritto e diretto da Mike Flanagan Ouija L’origine del male arriverò al cinema da giovedì 27 OTTOBRE.

Protagonisti sono Elizabeth Reaser (The Twilight Saga, The Good Wife), Annalise Basso (Oculus, The Red Road), Henry Thomas (E.T.), Lulu Wilson (Deliver Us From Evil), Lin Shaye (Insidious), e Doug Jones (Hellboy, Pan’s Labyrinth).

Ouija Origin of EvilLos Angeles, 1965. Una madre vedova e le sue due figlie tentano di rivitalizzare la loro attività commerciale con qualche nuova trovata e inavvertitamente invitano una forza malefica nella loro casa. Quando la figlia minore diviene preda dello spirito maligno, la famiglia sarà costretta ad affrontare le proprie paure per salvare la ragazzina e rispedire il maligno da dove è venuto.

Ouija L’origine del male: poster italiano del sequel

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Ouija L’origine del male: poster italiano del sequel

La Universal Italia ha diffuso il poster italiano di Ouija L’origine del male, l’atteso sequel del film horror prodotto da prodotto da Jason Blum, Michael Bay insieme a Hasbro.

Eccolo di seguito:

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Ouija L’origine del male: trailer italiano del sequel

Scritto e diretto da Mike Flanagan Ouija L’origine del male arriverò al cinema da giovedì 27 OTTOBRE.

Protagonisti sono Elizabeth Reaser (The Twilight Saga, The Good Wife), Annalise Basso (Oculus, The Red Road), Henry Thomas (E.T.), Lulu Wilson (Deliver Us From Evil), Lin Shaye (Insidious), e Doug Jones (Hellboy, Pan’s Labyrinth).

Ouija Origin of EvilLos Angeles, 1965. Una madre vedova e le sue due figlie tentano di rivitalizzare la loro attività commerciale con qualche nuova trovata e inavvertitamente invitano una forza malefica nella loro casa. Quando la figlia minore diviene preda dello spirito maligno, la famiglia sarà costretta ad affrontare le proprie paure per salvare la ragazzina e rispedire il maligno da dove è venuto.

Ouija L’origine del male in dvd e blu-ray

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Ouija L’origine del male in dvd e blu-ray

Non è mai stato solo un gioco …Ouija L’origine del Male ora in dvd e blu-ray con Universa Pictures Home Entertaiment Italia.

L’agghiacciante prequel del grande successo horror vi invita a partecipare alla tradizione della tavola degli spiriti per una nuova storia terrificante, ambientata nella Los Angeles del 1967, a partire dal 22 Febbraio 2017, quando Ouija L’Origine del Male arriverà in DVD e Blu-ray con Universal Pictures Home Entertainment Italia.

Ambientata 50 anni prima degli eventi accaduti in Ouija, il regista e sceneggiatore Mike Flanagan (Oculus – Il riflesso del male, Somnia) racconta una nuova storia spaventosa: una madre spiritista in lutto e le sue giovani figlie scoprono i pericoli sepolti di un antico gioco. Con esclusivi contenuti extra, tra cui scene eliminate, focus sui personaggi, uno sguardo al making of del film e altro, Ouija L’Origine del Male provoca una scarica di brividi negli spettatori.

Ouija le origini del male recensione del film di Mike Flanagan

Nella Los Angeles del 1967, Alice (Elizabeth Reaser, Twilight Saga, Young Adult), una madre vedova e le sue figlie Paulina (Annalise Basso, Captain Fantastic) e Doris (Lulu Wilson, The Millers), aggiungono una trovata al proprio business di finte sedute spiritiche, quando Alice porta a casa una sinistra tavola Ouija. Rompendo la regola cardinale del gioco mentre desiderano comunicare con il loro padre deceduto, la famiglia inavvertitamente evoca una forza malefica, scatenando un terrore da non sottovalutare. Quando la figlia più giovane è vittima di uno spirito senza pietà, questo piccolo nucleo familiare si confronta con paure indicibili per salvarla e rimandare chi la possiede nell’aldilà, con l’aiuto di un prete (Henry Thomas, E.T. L’Extraterrestre).

Hanno collaborato con Flanagan su Ouija L’Origine del Male i partner di Platinum Dunes Michael Bay, Brad Fuller e Andrew Form (Texas Chainsaw Massacre, La Notte del Giudizio trilogia, Teenage Mutant Ninja Turtles), Jason Blum di Blumhouse Productions (La notte del Giudizio trilogia e Insidious saga) accanto a Brian Goldner di Hasbro (Transformers e G.I. Joe saga) e Stephen Davis (Ouija), con la sceneggiatura di Flanagan e il suo partner di scrittura Jeff Howard (Oculus, Somnia).

 

Ouija 2: svelata la data di uscita

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Ouija 2: svelata la data di uscita

La Universal Pictures ha annunciato che Ouija 2, sequel della pellicola horror del 2014 diretta da Stiles White e prodotta da Micheal Bay e Jason Blum, arriverà al cinema il 21 ottobre 2016. Il seguito verrà sceneggiato da Mike Flanagan e Jeff Howard.

Al momento non sappiamo nè chi dirigerà il film nè se gli attori del primo episodio torneranno per il seguito. La trama di Ouija 2 ricarlcherà per certi aspetti quella del primo film, raccontando la storia di un gruppo di amici che, dopo aver risvegliato i poteri oscuri di un’antica tavola degli spiriti, entreranno in contatto con uno spirito maligno e saranno costretti a dover fare i conti con le proprie paure più profonde.

Fonte

Ouija – L’origine del male: recensione del film di Mike Flanagan

Ouija – L’origine del male: recensione del film di Mike Flanagan

Che la società statunitense HASBRO fosse una delle più importanti e remunerative aziende produttrici di giochi da tavolo era cosa nota a tutti. Chi di noi non ha mai giocato a Monopoli, Risiko, Scarabeo e Cluedo? Per non menzionare poi il Sancta Sanctorum di qualsiasi nerd che si rispetti: Dungeon & Dragons! Ebbene. Sappiate che sono tutti giochi sviluppati e prodotti dalla Hasbro.

Tra di essi spicca anche la fantomatica tavoletta Ouija, popolarissima negli USA, ma forse meno nel nostro vecchio e puritano continente.

Nulla di preoccupante però: là dove non arriva il merchandising, ci pensa Hollywood. E così, grazie anche alla BlumHouse che ne ha subodorato le potenzialità redditizie, la Hasbro – in quanto anche Casa di Produzione Cinematografica – ne ha progettato la trasposizione su grande schermo.

Ouija – L’origine del male recensione

La tavoletta Ouija ha origini piuttosto antiche: fu inventata nel 1981 da Elijah J. Bond, uomo d’affari statunitensi che aveva saputo come sfruttare al massimo la moda dello spiritismo facilone e ciarlatano tanto in voga in epoca vittoriana.

In tempi molto più recenti, il brevetto del “gioco” venne comprato da Parker Brother per la casa Hasbro, e da lì la tavoletta si diffuse in tutto il mondo in quanto passatempo ludico al quale attribuire la medesima importanza di una partita a Monopoli.

Tuttavia, senza dilungarci nei casi specifici nei quali anche nella realtà il gioco della Ouija è stato preso pericolosamente sul serio, la mistica tavoletta ha fatto capolino spesso e volentieri all’interno del cinema di genere horror.

ouijaCon Ouija – L’origine del male siamo di fronte ad un prequel. Il film originale, Ouija, fu ampiamente bistrattato dalla critica, e a ragion veduta. La trama insulsa e i protagonisti privi di spessore, non hanno permesso alla pellicola del 2014 di fare breccia nel cuore degli spettatori. Contrariamente alle solite aspettative, che riscontrano nei sequel dei film una qualità generalmente più bassa, in questo caso possiamo dire che il seguito supera di gran lunga in meglio l’originale.

Le vicende di Ouija – L’origine del male sono ambientate nel 1965. La famiglia Zander, formata da madre vedova (Elizabeth Reaser) e dalle due figliolette Lina (Annalise Basso) e Doris (la piccola ma bravissima Lulu Wilson), sopravvive, con molte difficoltà economiche, grazie al lavoro di Medium della genitrice. Un lavoro-truffa, come ampiamente dimostrato all’inizio della storia, ma che – nel momento in cui entrerà in casa il “gioco” da tavolo Ouija della Hasbro (con sprezzante uso del product placement) – diventerà reale.

La regia, passata in mano a Mike Flanagan (Oculus, Somnia), è sapientemente lenta e calibrata. Sa che per far sì che lo spettatore venga coinvolto sul serio nelle vicende soprannaturali, deve cominciare da un preludio fatto di calma e pacatezza, affinché poi il crescendo sia d’impatto. E lo spavento colga nel segno.

I rimandi al cinema di genere sono ottimi senza scadere nell’autocompiacimento: dall’Esorcista (ormai un must) alla serie tv American Horror Story: Asylum (i riferimenti al nazismo e ai manicomi), fino ad arrivare all’immancabile e inquietante canzoncina, foriera – ça va sans dire – di avvenimenti nefasti.

Memento: rimanete in sala fin oltre i titoli di coda. Ci sarà una sorpresa finale, apprezzabile in particolar modo da chi – cultore del genere – ha già visto la saga di Insidious.

Il film uscirà nelle sale italiane il prossimo 27 ottobre.

Ouija – L’origine del male: la spiegazione del finale del film horror

Ideata nella seconda metà del XIX secolo, la tavola Ouija è divenuta particolarmente popolare tra il XX e il XXI secolo, riscontrando in particolare l’interesse non solo di quanti realmente convinti della possibilità che questa offrirebbe, ovvero comunicare con gli spiriti, ma anche da curiosi in cerca di qualche esperienza da brivido. Cavalcando dunque l’onda della fama di tale strumento, nel 2014 è stato un film horror soprannaturale intitolato proprio Ouija (qui la recensione), di cui è poi stato realizzato un prequel nel 2016: Ouija – L’origine del male (qui la recensione).

Questo secondo capitolo è diretto da Mike Flanagan, oggi noto per aver diretto anche Doctor Sleep e la serie The Haunting of Hill House, il quale aveva già contribuito ad alcune idee per il primo film. Per Ouija – L’origine del male, Flanagan ha voluto far sì che il film sembrasse girato negli anni Settanta. Alcune tecniche di ripresa hanno dunque incluso lenti antiche, particolari dissolvenze e zoom al posto della steadicam. Altre tecniche simulate sono polvere sul negativo, sottile deformazione della traccia audio, salti di bobina e split-diopter (dove sia il primo piano che lo sfondo sono a fuoco).

Tutti espedienti che, insieme ad un solido racconto, hanno dato vita ad un film ancor più spaventoso e apprezzato del precedente. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Ouija – L’origine del male. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ouija - L'origine del male trama film
Annalise Basso e Lulu Wilson in Ouija: L’origine del male. © 2016 – Universal Pictures

La trama e il cast di Ouija – L’origine del male

La storia è ambientata a Los Angeles nel 1967. Dopo la morte del marito Robert, Alice cerca di provvedere alla sua famiglia, fingendo di essere una sensitiva in grado di evocare i defunti, organizzando insieme alle figlie Lina e Doris delle finte sedute spiritiche. Tutto fila liscio, fino a quando per incentivare l’affluenza alle sue farse decide di usare una tavoletta Ouija che trova casualmente in un negozio. Da quel momento, però, una serie di inspiegabili e terrificanti eventi si abbatteranno su di lei e le sue figlie.

Ad interpretare Alice e le figlie Lina e Doris vi sono le attrici Elizabeth Reaser, Annalise Basso e Lulu Wilson. Reaser è nota per il ruolo di Esme Cullen nella saga di Twilight, mentre Wilson è stata anche protagonista di Annabelle 2: Creation. Henry Thomas interpreta il preside Tom Hogan, mentre Parker Mack è Mickey Russell, fidanzato di Lina. Infine, Doug Jones, noto per aver interpretato le creature di creature di film come Il labirinto del Fauno e La forma dell’acqua, da qui corpo allo spirito chiamato Marcus.

La spiegazione del finale del film e della scena post-credits

In Ouija – L’origine del male, dunque, la tavola Ouija fa sì che Doris entri letteralmente in comunicazione psichica con uno spirito torturato di nome Marcus (Doug Jones) e piano piano scopriamo di più su di lui: era un immigrato polacco, è stato catturato da un medico malvagio e sottoposto a esperimenti nel seminterrato della casa in cui vivono ora Alice e le due figlie. Da allora, lo spirito di Marcus sorveglia la casa e ha spiato ogni cosa riguardante la famiglia che ora vi risiede.

A rendere più facile il suo insinuarsi tra loro vi è il fatto che la madre e le figlie vivono un momento di crisi a seguito della morte del marito e padre. Doris, in particolare, non ha idea di come affrontare il dolore che prova per la perdita del genitore, così cerca di affrontarlo con mezzi soprannaturali. Cerca anche di convincere Lina e Alice ad affrontare insieme questo stesso dolore, ma la loro incapacità di superarlo insieme finisce per distruggere la famiglia.

Ouija - L'origine del male cast
Elizabeth Reaser e Lulu Wilson in Ouija: L’origine del male. © 2016 – Universal Pictures

Ciò si concretizza nel fatto che Doris, lasciata sola, viene posseduta da Marcus, che si rivela essere uno spirito tutt’altro che benevolo e che porta la bambina a macchiarsi di gravi atti. Nel finale, è lo spirito di Roger a suggerire a Lina come fermare la furia della sorella, ovvero cucendole la bocca. La ragazza riesce nell’intento, ma Doris a quel punto muore, ricongiungendosi con il padre. Durante l’atto, tuttavia, lo spirito maligno si trasferisce dentro Lina, che una volta posseduta uccide Alice. Quest’ultima, prima di morire, la rassicura che non è stata colpa sua.

L’ultima scena di Ouija – L’origine del male ved poi Lina rinchiusa in un istituto psichiatrico, dove il suo trauma viene ignorato al punto che costruisce una nuova tavola Ouija sul pavimento con il suo stesso sangue. Con essa chiama lo spirito maligno dalle sembianze di Doris, che attacca il medico che la cura. Il finale è così un vero e proprio atto d’accusa contro la mancanza di cure sistemiche per chi ha a che fare con un profondo trauma emotivo o con una malattia mentale.

Questo prequel è èpo disseminato di piccoli collegamenti con il precedente film, il più chiaro dei quali è la scena post-credits. Questa scena ambientata in epoca moderna rivela che Lina è Paulina (Lin Shaye) del primo Ouija, che si trova ancora in ospedale e viene informata dal personale che è venuta a trovarla una persona che sostiene di essere sua nipote, che in realtà è il personaggio di Olivia Cooke del film originale, la quale è alla ricerca di informazioni su Doris.

Il trailer di Ouija – L’origine del male e dove vedere il trailer in streaming e in TV

È possibile fruire di Ouija – L’origine del male grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 7 giugno alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Ouarzazate: iniziate le riprese del film di Ficarra e Picone

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Ouarzazate: iniziate le riprese del film di Ficarra e Picone

Sono iniziate nel cuore del Marocco, a Ouarzazate, sabato  8 giugno le riprese del settimo film di Ficarra e Picone, prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited e distribuito nelle sale il 12 dicembre da Medusa Film. Il lungometraggio scritto dagli stessi Salvo Ficarra Valentino Picone con Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini, avrà una lavorazione di 10 settimane. Otto saranno interamente girate a Ouarzazate, mentre le restanti due toccheranno il Lazio. Nel cast insieme a Ficarra e Picone, tra gli altri, ci sarà anche Massimo Popolizio. Il direttore della fotografia è Daniele Cipri, ai costumi Cristina Francioni, la scenografia è affidata a Francesco Frigeri.

Ouarzazate arriva dopo il grande successo de L’Ora Legale, che uscito a gennaio 2017, ha registrato una grande accoglienza da parte del pubblico e della critica, diventando l’incasso più alto dell’anno con oltre 11 milioni di euro.

Ottobre in sala: brividi con L’esorcista – Il credente

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Ottobre in sala: brividi con L’esorcista – Il credente

Ottobre è il primo mese in cui si respira, finalmente, l’aria autunnale ed è ritenuto anche come lo “Spooky Month” e non c’è modo migliore di festeggiare al cinema con uno dei sequel dell’horror più spaventoso di sempre. Dopo l’evento di settimana scorsa dove è stato possibile vedere, di nuovo, sul grande schermo L’Esorcista di William Friedkin in questo Ottobre in sala tra le nuove uscite si può trovare nella numerosa scelta anche la pellicola da brividi L’Esorcista – Il credente.

Vediamo insieme le novità di Ottobre in sala di questa prima settimana del mese

Kafka a Teheran

Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival del Cinema di Cannes del 2023 Kafka a Teheran è stato l’unico film iraniano presente durante l’edizione di quest’anno. Apprezzato dalla critica questo dramma è suddiviso in nove episodi di vita quotidiana a Teheran dove ognuno è definito dal nome del protagonista. Si va da chi cerca un lavoro ma non conosce abbastanza il Corano o chi ha perso il cane ma anche il racconto di una bambina al suo primo giorno di scuola e un regista che si deve veder approvato preventivamente il copione. Nel film i due registi Ali Asgari e Alireza Khatami esplorano le dinamiche del potere nella società iraniana contemporanea. Un’inchiesta cinematografica che vuole far luce sulla minaccia dei regimi totalitari e sull’imperatività di difendere la propria individualità e la libertà come aspetti di valore inestimabile per l’esistenza umana.

La fortuna è in un altro biscotto

Manuel Zicarelli La Fortuna è in un altro Biscotto

La fortuna è in un altro biscotto è l’opera prima del regista Marco Placanica che ha girato l’intero film nella sua Liguria ed è il primo dei due unici titoli italiani di questo Ottobre in sala. Il protagonista è Leo che prova a mantenere in vita l’attività ereditata dal padre, malgrado la persecuzione di uno strozzino: Tonino Paffone, il proprietario di un ristorante asiatico e intermediario per conto della malavita cinese. Il giovane orfano sarà disposto a tutto pur di non perdere l’azienda di famiglia persino rubare i soldi a Manfredo Collini, un facoltosissimo imprenditore e collezionista d’arte della zona. Il cast di questa commedia nera è composto da un gruppo d’attori provenienti dal ricco vivaio di talenti genovesi come Manuel Zicarelli, Enzo Paci, Fabrizio Contri e per finire anche l’attrice Daniela Camera.

La moglie di Tchaikovsky

La moglie di Tchaicovsky, Alyona Mikhailova e Odin Lund Biron.

La moglie di Tchaikovsky si concentra sulla storia del matrimonio che legò il noto compositore Tchaikovsky ad una sua allieva di nome Antonina Ivanovna Miljukova. Questo film del regista Kirill Serebrennikov si concentra, come già svela il titolo, sulla figura della moglie e di come la giovane donna è poi letteralmente impazzita per il reiterato rifiuto da parte dell’uomo amato. Questo film vuole svelare la vita privata del musicista russo di fama mondiale che per decenni è stata oggetto di dicerie o tabù e in qualche modo mostrare chi era veramente Pëtr Il’ič Čajkovskij attraverso gli di Antonina.

L’Esorcista – Il Credente

L'esorcista - Il credente

L’Esorcista – Il credente di David Gordon Green racconta la storia di Victor Fielding, un fotografo che dopo la morte della moglie in dolce attesa avvenuta 12 anni prima nel corso di un terremoto ad Haiti lui cresce da solo la loro figlia Angela. Tutto cambia quando la sua bambina e l’amica Katherine spariscono nel bosco per poi tornare tre giorni dopo senza ricordare cosa sia successo. Il giovane padre sarà così costretto a confrontarsi con il male nella sua forma più oscura e cercare l’unica persona vivente che abbia mai assistito a qualcosa di simile, la signora Chris MacNeil che cinquant’anni prima ha visto da vicino gli effetti della possessione in sua figlia Regan. L’attore protagonista che interpreta il papà di una delle bambine possedute è Leslie Odom Jr invece Jennifer Nettles e Norbert Leo Butz sono i genitori di Katherine, nel cast fanno parte anche, Ann Dowd, Raphael Sbarge, Okwui Okpokwasili, Danny McCarthy, E.J. Bonilla e ovviamente  Ellen Burstyn.

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Hattie Macdonald è un ritratto sincero dell’amore universale sullo sfondo della straordinaria bellezza della campagna inglese e tratto dall’omonimo romanzo di Rachel Joyce, autrice della sceneggiatura. Harold è un uomo qualunque che ha sempre vissuto senza prendere iniziative e restando in disparte. Un giorno scopre che una vecchia amica è molto malata e decide di andarla a trovare attraversando a piedi l’Inghilterra. Certo che il suo eroico gesto la terrà in vita, Harold Fry intraprende un incredibile viaggio che farà scalpore conquistando tutta la nazione. I coniugi Fry sono interpretati da James Broadbent e Penelope Wilton

Nata per te

nata per te recensioneNata per te è la trasposizione cinematografica della vera storia di Luca e Alba Trapanese. Una pellicola che vuole abbattere tutte le barriere della burocrazia e della politica raccontando la storia di un giovane uomo single e omosessuale che ha adottato una bambina con la sindrome di Down che nessuno voleva in ospedale dove è nata. Questo film di Fabio Mollo vede per protagonista l’attore italiano Pierluigi Gigante, nel cast anche Barbora Bobulova e Teresa Saponangelo.

Sick of Myself

Sick of myself

Sick of Myself  è diretto da Kristoffer Borgli e racconta la storia di Signe e Thomas interpretati da Kristine Kujath Thorp ed Eirik Sæther, che vivono una relazione solida, ma sono molto competitivi l’uno nei confronti dell’altra. Il loro legame diventa davvero tossico, quando l’uomo raggiunge il successo come artista contemporaneo, grazie alle sculture create da mobili rubati. La cosa fa sentire Signe messa in ombra e scatena in lei una malsana competizione. La donna mette quindi in scena un piano malvagio per reclamare l’attenzione dell’ambiente dell’élite culturale di Oslo. Quest’ultimo film che consiglio per  Ottobre in sala è stato presentato in anteprima nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2022. 

Ottobre da brividi a Cinecittà World

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Ottobre da brividi a Cinecittà World

Il parco divertimenti Cinecittà World di trasforma in un grande videogame: Assassin’s Creed esce dalla consolle e diventa reale! Scheletri, zombie, vampiri e fantasmi, zucche e covoni di fieno: Halloween si festeggia a Cinecittà World fino al 3 novembre.

I più famosi film dell’orrore prendono vita nel Parco Divertimenti del Cinema e della TV di Roma che si trasforma per un mese con 8 attrazioni a tema.  Per la prima volta in Italia un grande Videogame esce dalla consolle ed entra in un parco divertimenti: è la saga da 100 milioni di copie di Assassin’s Creed.

L’ospite, indossato il visore di realtà virtuale ed impugnato l’arco, diventa Bayek, il protagonista della storia. Ci troviamo nel 49 a.C. in Egitto ai tempi di Cleopatra, catapultati a combattere contro l’ Ordine degli Antichi (i futuri Templari) per salvare il mondo dai tiranni e uscire vivi dalle trappole della Piramide in cui siamo imprigionati. Conquistati dalla nuova attrazione numerosi ospiti invitati al party inaugurale, tra i quali Giampaolo Morelli con la moglie Gloria Bellicchi, Sofia Bruscoli, Karin Proia con il marito Raffaele Buranelli, Metis Di Meo, Angela Melillo, Alex Partexano, Pietro Romano, Daniela Martani con la sua inseparabile cagnolina Ariel, la coppia Jgor Barbazza e Linda Collini, Christian Stelluti e il cosplayer professionista Leon Chiro. Ottobre da brividi: In Cinecittà Street i peggiori incubi cinematografici della storia si materializzano in una Phobia collettiva sullo schermo di In-Cubo, il cinema interattivo in cui la pistola hi-tech sarà l’unica arma per combattere i mostri e sopravvivere ai nemici. Tra le altre attrazioni a tema: CineTour – Horror Edition dove i set originali del cinema si animano di creature viventi, mummie egiziane tra le scene di Cleopatra, Zombie nel Cimitero dei Morti viventi e antichi Romani tornati in vita.

Il roller coaster Inferno si tinge ancora più di dark con personaggi Danteschi che animano il percorso d’ingresso. Il set di Aquila IV, il sommergibile originale del film U-571, diventa Aquila XXX (vietato ai minori!) e si colora di sensualità Horror con un percorso a luci rosse, tra sensuali marinai e cadette da paura!

Arricchita da ulteriori effetti speciali l’amatissima Horror House, percorso al buio tra i set più terribili della storia del cinema horror. Da The Ring a Nightmare, da l’Esorcista a Venerdì 13, all’antro di Lord Voldemort, ispirato dalla saga di Harry Potter, dove gli ospiti camminano a fianco dei loro peggiori incubi cinematografici.

I nostri ragazzi passano ore davanti ai videogiochi – afferma Stefano Cigarini, Amministratore Delegato di Cinecittà World – ma ora, per la prima volta, ci entreranno fisicamente dentro, da protagonisti veri, immersi nella storia e nel set, con Assassin’s Creed. L’esperienza di Halloween raggiunge così nuovi confini grazie alla tecnologia.

Menzione speciale per gli spettacoli a tema: Halloween Show in Cinecittà Street, ogni giorno alle 11 e alle 17.30, Trucchi da Paura al Teatro 4 . Per i bambini sotto ai 6 anni all’interno di Giocarena, il playground più grande d’Europa e set della trasmissione Eurogames in onda tutti i giovedì su Canale 5, c’è l’ “Albero Magico – dolcetto scherzetto”, un albero parlante pronto a raccontare storie con piccoli brividi.

Domenica 27 alle 16 un’altra grande anteprima cinematografica: La Famiglia Addams, in versione cartoon e il tradizionale appuntamento con l’Oscar della Danza.

Giovedì 31 ottobre si festeggia la Notte delle Streghe con apertura dalle 16 fino a notte. Un ospite speciale darà inizio alla festa più paurosa dell’anno: per tutti i bambini arriva BAT PAT, il pipistrello parlante! Tra gli eventi della giornata anche l’attesissima anteprima del film Zombieland (2) Doppio colpo, e il Muccassassina Halloween Party fino alle 05 di mattina, che festeggia a Cinecittà World il suo 30° anno di attività.

Ottobre al cinema: finalmente Killers of the Flower Moon di Scorsese

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Questa settimana di Ottobre al cinema è decisamente una delle più attese di questo mese. Dopo il trionfo di pubblico e di critica all’ultimo Festival di Cannes, esce finalmente questo giovedì in Italia Killers of the Flower Moon, l’ultimo film diretto dal grandissimo regista Martin Scorsese. Tratto dal romanzo Gli assassini della terra rossa dello scrittore e  giornalista statunitense David Grann, uscito nel 2017, è ambientato nell’Oklahoma degli anni Venti, precisamente a Osage Nation dopo che in quella zona furono scoperti grandi giacimenti di petrolio. Ma questi sono anche i primi giorni della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma e da questo venerdì 20 arriva in sala l’omaggio di Roberta Torre con Alba Rohrwacher all’indimenticabile Monica Vitti.

Vediamo insieme i nuovi film in questa terza settimana di Ottobre al cinema

A Passo d’Uomo

A Passo d'uomo (Sur les chemins noirs) film 2023

A Passo d’Uomo racconta di Pierre, famoso esploratore e scrittore, che viaggia spesso intorno al mondo in cerca di avventure. Una sera l’uomo ubriaco si arrampica sulla facciata di un albergo e cade, finisce all’ospedale dove starà per molto tempo in coma profondo. Al suo risveglio, in grado appena di reggersi sulle gambe e contro il parere di tutti, decide di attraversare la Francia da Sud a Nord a piedi, lungo sentieri minori e poco frequentati. Il protagonista interpretato dall’attore francese Jean Dujardin , segue le orme di Sylvain Tesson, l’autore del libro autobiografico Sentieri neri da cui è tratto questo film di Denis Imbert. Questo lungometraggio arriva nei cinema italiani mesi dopo l’anteprima alla 71° edizione del Trento Film Festival come titolo d’apertura della manifestazione la scorsa Primavera.

Foto di famiglia

Foto di Famiglia

Foto di famiglia, tratto da una storia vera, è il lungometraggio del regista giapponese Ryôta Nakano. La sceneggiatura riprende le vicende che hanno visto protagonista il fotografo Masashi Asada nell’elaborare due suoi album. Il primo è quello che ritrae i vari  componenti della sua famiglia, nelle vesti del mestiere dei loro sogni, intitolato “The Asada Family ” con cui ha vinto il Kimura Ihei Photography Award nel 2008. La seconda è la raccolta fotografica ricorda invece il suo impegno al fianco di un volontario, impegnato a recuperare le foto disperse dalle persone colpite in Giappone nello tsunami del 2011.

Il canto del pavone

Il canto del pavone racconta di Amila nato in un piccolo villaggio dello Sri Lanka. Dopo aver perso i suoi genitori, va a vivere a Colombo. Qui lavora in un cantiere cinese e si prende cura dei suoi 4 fratellini. Sua sorella Inoka purtroppo soffre di un difetto congenito al cuore e l’unico modo per salvarle la vita è un’operazione chirurgica, urgente e costosa, da fare in India. Mentre Amila cerca di trovare i soldi necessari incontra la persona sbagliata ma al momento giusto, e si trova coinvolto in un traffico di neonati. Questo film di Sanjeewa Pushpakumara tratta un grave problema che lo Sri Lanka affronta ormai da anni, quello del commercio illegale sui bambini per scopi sessuali e lavori forzati, nonostante i tentativi del governo di prevenirlo.

Killers of the Flower Moon

Killers of the Flower Moon

Killers of the Flower Moon il film più importante di questo Ottobre al cinema riunisce di nuovo Leonardo DiCaprio e Robert De Niro diretti da Scorsese. La storia è basata su una vicenda realmente accaduta quando un gruppo di nativi americani Osage sono diventati, all’improvviso, i cittadini più ricchi degli Stati Uniti. Ovviamente i bianchi, per varie ragioni anche preda di criminali, erano disposti a tutto per impadronirsi delle ricchezze di questo popolo. Nel film a Fairfax, fa ritorno Ernest Burkhart, un reduce dalla Grande Guerra interpretato da DiCaprio, intento a costruirsi un futuro dopo l’esperienza bellica. Arrivato in città si rifugia da suo zio William Hale, cioè De Niro, un ricco signorotto dell’Osage County, crudele, spietato e grande manipolatore, che convince il nipote a sposare Mollie, l’attrice Lily Gladstone, ragazza Osage e futura ereditiera dei possedimenti petroliferi. Intanto le azioni di Hale attireranno l’attenzione dell’FBI, che condurrà delle indagini guidate dal detective Tom White che ha il volto di Jesse Plemons. Nel cast anche il Premio Oscar Brendan Fraser nei panni dell’avvocato WS Hamilton.

Me contro Te – il Film: Vacanze in Transilvania

Me Contro Te Il Film - Vacanze in Transilvania

Una nuova avventura cinematografica per il duo dei Me contro te e ovviamente in perfetto clima da Halloween dove i protagonisti vanno in vacanza in Transilvania. Dopo il viaggio nella giungla, Sofì e Luì dovranno affrontare una nuova missione nella regione della Romania divenuta celebre per il castello di Bran, che avrebbe ispirato la leggenda di Dracula, uno dei protagonisti horror più popolari di sempre. Chissà se la coppia incontrerà, dopo le mummie, anche il vampiro più famoso di sempre.

Mi fanno male i capelli

Questo è il secondo film italiano di questo Ottobre al cinema ed uno dei titoli in Concorso alla Festa del Cinema di Roma 2023. La regista del documentario Le favolose porta sul grande schermo la storia di una donna che sta perdendo la memoria, ma per non dimenticare sé stessa si mette nei panni dei personaggi dei film di Monica Vitti. L’uomo che sta accanto nella vita della protagonista che si chiama Monica, sta al gioco anche in rispetto dell’amore che prova per lei. I due componenti della coppia sono interpretati dall’attrice Rohrwacher e Filippo Timi.

Mur

Questo documentario è l’esordio alla regia di Kasia Smutniak ed stato presentato in anteprima mondiale, in selezione ufficiale, al Toronto International Film Festival 2023. L’attrice in Mur si reca nella proibita “zona rossa” polacca per far luce sulle politiche di confine del suo Paese d’origine e sulla crisi dei rifugiati dell’Unione Europea.

Otto nuovi spot per Harry Potter e i Doni della Morte: Parte I

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Otto nuovi spot per Harry Potter e i Doni della Morte: Parte I

IDoniDellaMorte02

Pubblicati otto nuovi spot di Harry Potter e i Doni della Morte: Parte I. Gli spot contengono numerose seppur brevi sequenze inedite che stuzzicheranno la fantasia degli appassionati che attendono con trepidazione l’uscita del film, il 19 novembre 2010.

Otto Hightower: cosa gli succede alla fine di House of the Dragon 2?

ATTENZIONE SPOILER dal finale di stagione di House of the Dragon 2 – La regina che non fu

Otto Hightower, splendidamente interpretato da Rhys Ifans, è uno dei personaggi con più carisma di House of the Dragon. Come accadeva anche il Game fo Thrones, molti degli interpreti più adulti nella serie hanno una gravitas e una maggiore capacità di essere credibili nei loro ruoli, e questo succede soprattutto per Otto.

Il personaggio però è scomparso dallo show da quando Aegon lo ha licenziato dal suo incarico di Primo Cavaliere del Re, ma torna con un colpo di scena nel finale della seconda stagione: è rinchiuso in una segreta. Allo stato attuale, non si sa esattamente dove si trovi o quando sia successo, poiché tutto ciò che vediamo è la cella e l’evento non è tratto dalle pagine di Fuoco e Sangue. Tuttavia, ci sono alcune possibilità.

Cosa è successo a Otto Hightower?

Forse l’opzione più probabile è che Otto sia rinchiuso in una delle celle della Fortezza Rossa. Di certo, sembra simile a quelle, dal momento che le abbiamo viste sullo schermo in entrambe le serie più di una volta, allora sarebbe il modo più semplice per far capire al pubblico dove si trova Otto Hightower. È anche molto plausibile come sia successo: Larys Strong.

Aemond dice a Larys di mandare a chiamare Otto, poiché vuole che torni come Primo Cavaliere. Larys ne è chiaramente offeso… e vedrebbe Otto come una chiara minaccia alla sua stessa corsa al potere e ai tentativi di manipolare le cose per i propri fini. Avrebbe anche sicuramente i mezzi per far rinchiudere qualcuno, persino Otto, in una segreta.

Sembra che qualcuno vada a trovare Otto alla fine, dal momento che il personaggio viene illuminato da una torcia e lui che guarda in alto. Potrebbe essere semplicemente chiunque sia incaricato di assicurarsi che gli venga dato cibo e bevande per tenerlo in vita, ma se è un personaggio noto, allora forse qualcuno come il Gran Maestro Orwyle, che è leale ad Alicent e, quindi, a Otto.

Se Otto non è nella Fortezza Rossa, allora non ci sono molti altri posti in cui può essere, è quindi probabile che siano le segrete di una delle numerose case leali a Rhaenyra. Una di queste possibilità è Casa Beesbury, che si dice sia in rivolta per la morte di Lord Beesbury per mano di Ser Criston Cole. La loro sede, Honeyholt, è sulla strada per Vecchia Città, quindi è plausibile in termini di posizione e movente, ma sembra comunque un po’ più casuale rispetto alla prima opzione.

Otto e mezzo: sessant’anni fa usciva l’autobiografia più intima di Federico Fellini

Sono tanti i registi che hanno voluto raccontarsi sfruttando un alter ego sullo schermo, attraverso il cinema. Pensiamo, per esempio, a capolavori come È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino o al più recente The Fabelmans di Steven Spielberg. Il cinema diventa diario, sfogliato dagli spettatori, mentre si naviga nei ricordi di cineasti che sanno davvero come plasmare l’arte a loro immagine e somiglianza. Se andiamo a ritroso nel tempo ce n’è uno in particolare che ha scritto una splendida pagina del cinema italiano, raccontandosi con grande passione: Federico Fellini.

Molti associano a Fellini – erroneamente – un solo film che rispecchia la definizione di film biografico (in cui il regista racconta la sua vita), prendendo in considerazione solo Amarcord del 1973. Eppure nella filmografia del Maestro c’è un film che spicca più di tutti e che è considerato trai maggiori capolavori del cinema mondiale: parliamo di Otto e mezzo. La pellicola, uscita nel 1963, è un’autobiografia molto intima di Fellini, esempio massimo della sua poetica. A sessant’anni dal suo debutto, ripercorriamo uno dei capolavori felliniani.

Otto e mezzo, perché il film è un’autobiografia?

Otto e mezzo si inserisce nella “fase matura” della filmografia felliniana, periodo in cui il regista porta totalmente nelle sue opere la sua personale concezione di vita e di arte. Ne fanno parte anche Amarcord e La voce della luna. Tre anni dopo il capolavoro La dolce vita, che scuote profondamente l’Italia e che all’epoca desta scandalo, Fellini si dedica all’episodio del film corale Boccaccio ’70, Le tentazioni del dottor Antonio. Conclusa questa parentesi arriva l’idea di girare un film nuovo di zecca. Non c’è però una storia concreta nella sua mente, bensì un flusso di pensieri che cercano di trovare una strada per esprimersi. Fellini si rivolge allo sceneggiatore e amico Ennio Flaiano, ma questi non sembra convinto. In compenso, però, a questa pellicola inesistente viene affiancato un nome, Otto e mezzo, perché è sia una pellicola a metà sia il suo ottavo film. Già il titolo è autobiografico.

Deciso ad abbandonare un’idea che oramai è quasi svanita, arriva l’illuminazione mentre si trova a Cinecittà: Otto e mezzo parlerà proprio di questo, di un regista che vuole fare un film ma non sa quale. È intrappolato nei suoi stessi pensieri confusi e cerca un modo per risolvere una situazione così scomoda. Fellini affida a Marcello Mastroianni il suo alter ego, Guido Anselmi, che condurrà lo spettatore nella crisi profonda del regista. Il Maestro costruisce Otto e mezzo accavallando fatti reali, sogni e fantasticherie, in cui tutto si mescola, restituendo inizialmente un senso di disorientamento. Per questo, un’opera considerata pregna di tutto il genio felliniano.

Fellini perciò racconta se stesso e la sua difficoltà sul grande schermo e tanti sono i momenti in cui sembra lui a parlare. “Mi sembrava di avere le idee così chiare. Volevo fare un film onesto, senza bugie di nessun genere. Mi pareva di avere qualcosa di così semplice, così semplice da dire. Un film che potesse essere un po’ utile a tutti, che aiutasse a seppellire per sempre tutto quello che di morto ci portiamo dentro”, dice Guido, parlando dei desideri e delle confessioni dello stesso Fellini.

La crisi felliniana nella sequenza iniziale

La scena d’apertura di Otto e mezzo racchiude il significato più profondo della pellicola e dello stato d’animo in cui Fellini si trova prima di iniziare il film. Il protagonista è bloccato nel traffico, dentro un’auto in cui si sente soffocare. La macchina da presa si avvicina a lui, ma non ne vediamo il volto. I visi che invece Fellini ci mostra, nel silenzio assordante, sono quelli degli automobilisti con lo sguardo fisso su Guido Anselmi. Rappresentano al tempo stesso lo sguardo degli spettatori, mentre, identificandosi con essi, aspettano con ansia di riuscire a vedere quell’uomo che inizia a dimenarsi nella propria macchina.

Questa prima sequenza è fondamentale per comprendere il senso di oppressione che Guido, e quindi Fellini stesso, provano. Metaforicamente schiacciati e ingabbiati nella macchina da presa, soffocati da una responsabilità che non vuol dare loro aria. Fin quando non arriva il sogno, quello tanto caro al regista, e su cui si gioca la sua poetica. Guido si libra nel cielo, vola in alto e sempre più su, fino a immergersi nelle nuvole candide. Una sensazione di libertà pura, che si interrompe quando una corda avvolge la sua caviglia tirandolo di nuovo giù, sulla terra, nella realtà. Ed ecco il produttore che lo richiama ai doveri. Devono fare il film. Quel film che tutti aspettano, ma che non riesce a nascere. Qui Fellini descrive in maniera perfetta il suo smarrimento; quello di un regista costretto a dover far qualcosa ma che non sa cosa dire.

La potenza di “Asa Nisi Masa”

Otto e mezzo è, come dicevamo, un’opera molto complessa ma è proprio nella sua lettura che si scova il senso della pellicola autobiografica. La scena più emblematica, che rispetto ad altre è maggiormente circondata da un alone di mistero, è quella del mago, a cui segue la famosa frase “Asa Nisi Masa”. Per tanto tempo si è dibattuto sul suo significato, soprattutto perché Fellini era un regista che amava giocare con il suo pubblico. Tanti hanno pensato che la frase del film non significasse niente. Altri invece hanno ipotizzato che il concetto fosse legato alle teorie dello psicanalista Jung, da cui Fellini era affascinato, e che quindi fosse una traduzione di “Anima” dall’alfabeto serpentino. Per Jung tale parola era volta a rappresentare le caratteristiche femminili nella personalità di un uomo.

Eppure, proprio perché cinema autobiografico, la sequenza sopracitata si comprende solo scavando nell’infanzia del Guido/Fellini che lo stesso Otto e mezzo ci mostra. L’assistente del prestigiatore scrive alla lavagna la frase pensata da Guido, e subito dopo le immagini fotografano un bambino, per l’appunto il protagonista, che scorrazza in una casa di campagna. In questa sequenza il dialogo fra i personaggi è in dialetto, e solo alla fine si sente dire “Asa Nisi Masa”. In una ricerca sul dialetto romagnolo e, nello specifico, su quello riminese, si è scoperto che “masa” è l’imperativo di “masè” che significa “nascondere”. Se ne è dedotto dunque, che fosse proprio una reminiscenza dell’infanzia di Federico e che l’autore mette dentro la testa di Guido, il quale esce fuori da una situazione di imbarazzo aggrappandosi a un caro ricordo del suo burattinaio. Otto e mezzo da qui comincia a prendere una piega diversa: i ricordi si uniscono ai sogni per indirizzare il regista sulla giusta strada, aiutandolo a mettere ordine in quella confusione soffocante.

Il finale di Otto e mezzo

La dimensione dominante di Otto e mezzo è quella onirica, già elemento peculiare della produzione felliniana e che qui prende progressivamente il sopravvento su quella realistica. Il cineasta che aveva cominciato la sua carriera nella scia del neorealismo (I vitelloni) era rimasto deluso dalle trasformazioni che la società stava attraversando. Fellini tenta di evadere dalla corruzione servendosi del sogno e della fantasia, unico mezzo attraverso il quale potersi esprimere in libertà, non rifiutando però un confronto fra passato e presente. Otto e mezzo diventa così massima espressione della sua arte, che sfocia nella conclusione del film in cui il Maestro chiude il viaggio con un messaggio dedicato a tutti.

Guido è riuscito ad avviare il suo film, proprio come Fellini è riuscito a realizzare Otto e mezzo. Lucido e consapevole dell’esperienza portatasi sulle spalle, il protagonista incontra tutti i personaggi che gli sono stati accanto, sogno e realtà si fondono in una bellissima conclusione, con una musica diegetica che fa da accompagnamento. Il finale diventa positivo, un monito da parte di Fellini a non lasciarsi sopraffare dalla tempesta, ma passarci attraverso per combatterla e uscirne più coscienti. Un invito a credere sempre in quello che si fa, aiutati dalle persone che si amano, nonostante gli ostacoli che si incontrano lungo la strada. Ecco Otto e mezzo: una lettera di Federico Fellini al suo pubblico grazie a cui, mettendosi a nudo, diventa grande esempio di vita.

Ottimi incassi americani già il mercoledì

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Solitamente bisogna aspettare il lunedì per conoscere i risultati complessivi del box office del lungo weekend del Thanksgiving americano ma, i primi dati – relativi a mercoledì – sono già noti, e premiano il settimo film della serie di Harry Potter (14 milioni e mezzo di dollari) e il cinquantesimo film targato Disney, Tangled, ovvero Rapunzel, che ha incassato 11 milioni e 800.000 dollari.

Si tratta di un risultato superiore alle previsioni, le quali davano un incasso di 40 milioni di dollari per i primi 5 giorni di uscita per il film, che a questo punto potrebbe superare i 60 milioni.

Nello stesso periodo, Harry Potter e i doni della morte parte I, potrebbe superare gli 80 milioni di dollari. Il musical Burlesque ha incassato 2 milioni e 800.000 dollari, superando per soli 100.000 dollari Megamind della DreamWorks, piazzato al quarto posto.

Fonte: Coming Soon

Oswald il Coniglio Fortunato, nuovo corto animato targato Disney

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Oswald il Coniglio Fortunato, nuovo corto animato targato Disney

Oswald il Coniglio Fortunato torna negli Studios che portano il nome del suo creatore – i Walt Disney Animation Studios – con un nuovo cortometraggio animato, oltre 94 anni dopo l’ultimo cartoon Disney che lo ha visto protagonista. Creato dal team Disney Animation specializzato in disegni a mano libera, in occasione dell’inizio delle celebrazioni del 100° Anniversario di The Walt Disney Company previste per il 2023, il corto, a sua volta intitolato Oswald il Coniglio Fortunato, è diretto dal celebre animatore Eric Goldberg (Pippo – Divertirsi in sicurezza, Pocahontas, Fantasia 2000) e prodotto dal vincitore dell’Emmy Award Dorothy McKim (Larry & Wayne, Tutti in scena!, I Robinson – Una Famiglia Spaziale).

Il nuovo cortometraggio è disponibile da oggi, 1° dicembre, su tutti i profili social Disney. Afferma McKim: “Alla vigilia del 100° Anniversario Disney, è stato un immenso piacere creare il primo nuovo cortometraggio di Oswald del nostro studio dopo il 1928. Con il nostro team di disegnatori specializzati in disegni a mano libera, incluse le leggende Mark Henn, Randy Haycock ed Eric Goldberg, e con lo splendido team di disegnatori 2D, ci siamo divertiti moltissimo a disegnare nello stile dell’era di Oswald.”

“Oswald è un personaggio esilarante. Volevamo riportarlo in scena, e nel corto fa letteralmente ritorno alla sua vera casa, lo schermo cinematografico,” dichiara Eric Goldberg. “Volevamo che Oswald mantenesse i suoi stili d’animazione originali ‘squash-and-stretch’ e ‘rubber hose’, per rendere un vero e proprio tributo alla prima generazione di artisti di Walt Disney.”

Oswald il Coniglio Fortunato è considerato la prima star animata di Walt Disney ed è ampiamente ritenuto il primo personaggio nella storia dell’animazione con una propria personalità. Walt Disney presenta Oswald al pubblico nel 1927 con il corto Trolley Troublese, insieme al suo team, crea in totale 26 cortometraggi di cui ne è il protagonista. Gli ultimi corti targati Disney arrivano nell’estate del 1928, anno in cui Walt perde il controllo creativo sul suo adorato coniglio. Nel 2006, il CEO Disney Bob Iger stipulò un accordo senza precedenti con la NBC/Universal che consentiva al conduttore sportivo Al Michaels di firmare un contratto con NBC in cambio del ritorno a casa di Oswald. Da allora, Oswald è comparso in videogame e merchandise, un corto animato e nei parchi a tema Disney di tutto il mondo.

In occasione dell’uscita del corto, Disney lancia oggi anche uno speciale filtro su Snapchat a tema Oswald per permettere agli utenti di assumerne le sembianze grazie alla realtà aumentata.

Ostia Criminale, la recensione del film di Daniele Autieri e Stefano Pistolini #RFF15

Da Romanzo criminale a Suburra, dopo un particolare fiorire di libri inchiesta e di cronache giudiziarie, sembrava che il tema del sottobosco malavitoso della Capitale fosse stato sufficientemente sviscerato. Purtroppo l’attualità degli ultimi anni ha confermato ancora una volta – e nel modo peggiore – come la fantasia sia in grado di superare la realtà. Che evidentemente molti lati oscuri da svelare. Come tenta di fare il documentario Ostia Criminale – La mafia a Roma di Daniele Autieri e Stefano Pistolini, presentato tra gli Eventi Speciali della Festa di Roma 2020 (dal 26 ottobre su Dplay Plus e successivamente in tv nel ciclo Nove Racconta).

Il Romanzo criminale di Ostia

La tesi di fondo è quella – come si legge nelle note di regia – secondo la quale Mafia e il suo canone hanno risalito la penisola fino a Ostia, il mare di Roma, e qui hanno messo radici, servendosi di potenti famiglie criminali e dei collaudati meccanismi di usura, spaccio e sottomissione della città “normale”. Negli anni grandi operazioni delle forze dell’ordine si sono impegnate per contrastare il fenomeno, ma la guerra ancora non è vinta. Ammesso che questa guerra si possa vincere, tanto più in un momento nel quale le difficoltà economiche promettono di favorire ulteriormente gli affari della criminalità organizzata.

Ma nello sviluppo del film non c’è una vera e propria dialettica, visto che le testimonianze che vediamo alternarsi sullo schermo non rivelano nulla di particolarmente nuovo, puntando semplicemente a raccogliere il materiale utile a confermare l’ipotesi di partenza. Non poco, purtroppo, stando a quel che si sente raccontare dai tanti intervistati, scelti tra forze dell’ordine, professionisti, mondo giuridico, informazione e società civile, oltre ovviamente a cittadini del Lido in questione, nel X Municipio di Roma, definito “la più grande realtà territoriale mai sciolta per Mafia del nostro paese”.

Dalla Banda della Magliana ai clan

Abbiamo ancora tutti negli occhi la testata di Roberto Spada al giornalista che gli chiedeva dell’appoggio dei post fascisti di CasaPound alla famiglia che controlla Ostia, a ogni livello, ma le radici del Male da quelle parti sono ben più profonde. Risalgono agli anni della tristemente nota Banda della Magliana e successivi, agli omicidi dei boss locali del 2011 e all’arrivo degli Spada, ultimi eredi di quelli che avevano deciso di “prendersi Roma”, come romanzato con successo sul grande e piccolo schermo.

ostia criminaleLa narrazione procede per capitoli tematici, portandoci avanti e indietro negli ultimi dieci anni attraverso le parole del Capo della Squadra Mobile di Roma e dei vertici dei Carabinieri di Ostia che ci descrivono i sopralluoghi nella centrale dello spaccio di Piazza Gasparri, nelle Case Popolari di Ostia Ponente dove vivono gli Spada, all’Idroscalo e fino ai Garage di Ostia Nuova. La ‘Nuova Alba’ del 2013, la ‘Apogeo’, con il sequestro di beni per 19 milioni, e la ‘Eclissi’, con gli arresti di personaggi chiave della famiglia, nel 2018 fino alla ‘Ultima spiaggia’ del 2019 sono le operazioni chiave in questa cronologia… speriamo non le ultime.

Il ricordo di quei momenti si affianca alle analisi del giornalista Paolo Mondani e le voci contrapposte del magistrato ed ex Delegato del Sindaco Alfonso Sabella e di Mario Giraldi, legale delle famiglie Fasciani e Spada, sostenitore della loro “autorevolezza” e della differenza tra “Pentitismo” e “Infamità”… Ma soprattutto alle storie vere di proprietari di bar, tabaccai, edicolanti vessati e costretti ad abbandonare le attività, un necessario tuffo nella realtà, faticosamente riconoscibile ai meno informati in tanta (e tanto) fredda cronaca.

Mafia e corruzione, un male antico

L’illegalità come regola, un sistema mafioso a tutti gli effetti che coinvolge ogni livello della comunità rendendo tutti pedine e insieme complici, anche solo per paura. Un potere assoluto al quale non sembra possibile porre rimedio, solo assistere al suo perpetrarsi con nuovi protagonisti. Almeno a sentire le conclusioni del lavoro dei due registi e dei rappresentanti delle istituzioni. L’impotenza di fronte alla ‘Malavita del Mare’ ha molti responsabili, ma – per usare le parole di uno dei cittadini interpellati – “La Mafia di Ostia ci sarà sempre”. Come dimostra la guerra ancora in corso, combattuta a colpi di pistola nelle strade, e che loschi intermediari (come il ‘Diabolik’ Piscitelli ucciso nell’agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti, su una panchina dove ancora qualcuno porta fiori) stanno cercando di risolvere a favore di ‘Ndrangheta e Camorra.

Eppure di questa “Università della Mafia” non si fa che raccontare quanto già letto sui giornali, una operazione utile alla memoria e interessante per chi avesse perso le tappe più importanti, ma che non rende l’operazione né unica né imprescindibile. In compenso – e forse per reazione – quasi ci si sorprende a incantarsi nelle pause più cinematografiche per lo scorrere delle immagini di palazzi e strade vuote alternate a splendide spiagge deserte, panorami ripresi dall’alto che mostrano il biancheggiare di un mare sommerso di luce, ma inesorabilmente e simbolicamente muto.

Ostaggi: iniziate le riprese del film con Gianmarco Tognazzi e Vanessa Incontrada

Sono iniziate a Rende (CS) le riprese di Ostaggi, il film di Eleonora Ivone tratto dall’omonima pièce teatrale di grande successo scritta da Angelo Longoni, qui autore della sceneggiatura insieme alla regista.

Interpretata da Gianmarco TognazziVanessa IncontradaElena Cotta, Francesco Pannofino, Alessandro Haber, Jonis Bascir, Eleonora IvoneOstaggi è una commedia movimentata, caratterizzata da una comica adesione alla realtà sociale dei tempi che viviamo.

In Ostaggi, un uomo è inseguito dalla polizia perché ha rapinato una banca, entra in una panetteria e prende in ostaggio gli avventori. Ne nasce una commedia imprevedibile in cui Marco (Gianmarco Tognazzi), rapinatore improvvisato, è un piccolo imprenditore che all’ennesima cartella esattoriale dà di matto. Ambra (Vanessa Incontrada) è una ex infermiera, ora prostituta “in proprio”. Regina (Elena Cotta) è una pensionata cardiopatica dai guizzi rivoluzionari. Remo (Francesco Pannofino), un panettiere pavido e aggressivo. Nabil (Jonis Bascir) è un venditore siriano saggio. Il commissario (Alessandro Haber) e la negoziatrice Anna (Eleonora Ivone) devono risolvere la situazione. Questo mix umano si ritrova intrappolato in una situazione tragicomica, dove il gioco si fa sempre più imprevedibile.

«Ostaggi è un divertente apologo sulla profonda crisi che in molti cercano di negare. Il concetto che sta alla base del racconto è semplice ma fondamentale: “se nessuno fa nulla, non cambierà mai nulla”. Quelle dei cinque personaggi sono le tensioni e le paure di chi è ostaggio in altri modi e in altre situazioni all’interno della società», dichiara la regista Eleonora Ivone, attrice teatrale riconosciuta, che con Ostaggi esordisce nel lungometraggio. La sua precedente esperienza cinematografica è il cortometraggio da lei scritto e diretto Apri le labbra, sul tema dell’abuso infantile, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e alla Festa di Roma, Premio Migliore Opera Prima al Terra di Siena Film Festival, Premio Migliore Sceneggiatura e Colonna Sonora al Festival dei Popoli e delle Religioni di Terni.

Il direttore della fotografia è Patrizio Patrizi, la scenografia è di Fabio Vitale, i costumi sono di Grazia Materia e Rosanna Sisto.

Ostaggi è prodotto da Fenix Entertainment Spa in associazione con Wake Up, società di Eleonora Ivone, regista e sceneggiatrice del film, e Angelo Longoni, co-sceneggiatore del film e autore della pièce teatrale da cui la pellicola è tratta. Sarà realizzato con un budget di 1,5 milioni di euro, di cui 160000 finanziati dalla Calabria Film Commission, previo impegno della produzione di reinvestire l’apporto sul territorio calabro.

Ossessioni

Nella notissima intervista fatta da Truffaut a Hitchcock, il regista francese sostiene che nei film del maestro britannico sia fortemente presente il tema della colpa dell’uomo, che ha quasi il sapore di un peccato originale. Se l’uomo è innocente, è tale solo in rapporto alle accuse che gli vengono fatte, mentre è colpevole nelle intenzioni: James Stewart è colpevole di essere voyeur ne La finestra sul cortile, ad esempio.

Per essere più specifici, nei film di Hitchcock ricorre spesso il tema dell’individuo ingiustamente accusato o dichiarato colpevole che cerca di provare la sua innocenza. Questo sin dal muto The lodger, del ’26, passando per Downhill (1927), fino ai più noti Io confesso (1953), Delitto perfetto (1954), Caccia al ladro (1955), Il ladro (1956), Intrigo Internazionale (1959), Frenzy (1972)…

Più raramente si ha a che fare con colpevoli che cercano di “diventare” innocenti: Blackmail (1929), Marnie (1964)…

È interessante notare come tale tema della colpevolezza agisca in rapporto alla sessualità, in alcuni film in particolare.
Nei film di Hitchcock raramente si mostra un amore “sereno” e quando ciò accade, esso non è che uno soltanto tra altri, più rilevanti, elementi della storia (La finestra sul cortile, Intrigo Internazionale, Il sipario strappato).
Viceversa, quando l’amore è un tema più rilevante della trama, esso non è affatto “sereno”, ma appunto tormentato, perverso, mortuario. È cosi, ad esempio ne La donna che visse due volte (che in originale ha il più evocativo titolo Vertigo).

Ne riassumo brevemente la trama.

Scottie (James Stewart) è un ex poliziotto che soffre di vertigini che viene incaricato dall’amico Gavin di sorvegliare sua moglie Madeleine (Kim Novak), che soffre di problemi psichici, nel timore che possa commettere il suicidio.

Scottie pedina la donna, la salva da un tentativo di annegamento, se ne innamora, ma a causa delle vertigini non riesce a fermarla quando si butta da un campanile.

L’uomo attraversa un periodo di depressione, finché incontra in strada una donna incredibilmente somigliante a Madeleine.

La ragazza sostiene di chiamarsi Judy e cerca di respingere l’uomo. Apprendiamo da un flashback che Judy è in realtà la Madeleine conosciuta da Scottie. La donna era l’amante di Gavin, e ad essere precipitata dal campanile fu la vera moglie di costui. Questo progetto era stato ordito dagli amanti per liberarsi della moglie di Gavin facendo leva sulle vertigini di Scottie, che gli avrebbero impedito di raggiungere la donna fino al campanile. Gavin aveva però poi abbandonato Judy.

Scottie porta Judy a comprare degli abiti, a tingere i capelli, a modificarne l’aspetto fino a riprodurre Madeleine. I due si baciano: anche Judy è innamorata di Scottie. L’uomo, avendo intuito come andarono le cose, costringe la donna a tornare con lui sul luogo del delitto. Salgono insieme sul campanile, Scottie vince le sue vertigini. I due si abbracciano, si baciano: è l’amore. Dal buio, compare la sagoma di una suora. Judy ne ha paura, perde l’equilibrio e precipita.

A Scottie non importa sapere che la Madeleine da lui conosciuta non è mai esistita. Madeleine è poco più di un’ombra, l’immagine di una donna creata a regola d’arte, donna resa  (fintamente) fragile da problemi psichici, fintamente (auto)distruttiva, fintamente inconsapevole della sua animalesca e indolente carica erotica.

Quel che a Scottie importa è poterla riavere.

Riavere quella inesistente creatura (meglio: creazione), che ha un qualcosa di misterioso, di negativo, e come tutto ciò che è negativo e misterioso, come ogni tabù, attrae. Pur avendo il compito di proteggerla da se stessa, egli se ne lascia incantare.

Scottie si ricrea da sé e per sé la sua Madeleine a partire da Judy. Vorrebbe fare l’amore con una morta (e infatti Hitchcock parla, forse un po’ scherzosamente, di necrofilia a questo proposito), o per essere più precisi con una donna mai vissuta. Con la donna che non visse neppure una volta, se non come immagine mentale di Scottie.

Di questa donna egli si era innamorato. Per amare di nuovo, Scottie ha bisogno, perversamente e forse masochisticamente, che la volgare e comune Judy sia di nuovo la “fatale” e sofisticata Madeleine: in questa intenzione è la sua “colpa”, che fatalmente conduce di nuovo alla morte (vera, questa volta) della donna.

C’è un altro amore, più evidentemente “perverso” di qualche anno successivo, nella filmografia Hitchcockiana e si tratta di Marnie.

Marnie (Tippi Hedren) è una ragazza affascinante che si fa assumere da varie imprese per svaligiarne la cassa cambiando di volta in volta identità e fornendo false referenze. La assume un uomo d’affari di Filadelfia, Mark Rutland (Sean Connery), che si innamora di lei. Marnie svaligia ancora la cassaforte, Mark l’insegue e le propone di essere denunciata o di sposarlo. Marnie non ha scelta. In viaggio di nozze Mark scopre che la ragazza è frigida e quando lui cerca di possederla con la forza lei tenta il suicidio. La cleptomania della donna, che rivela anche altre nevrosi e la paura del colore rosso, è una compensazione della sua frigidità. Mark rintraccia la madre di Marnie, una ex prostituta e vi si reca con la moglie. Si scopre il segreto delle nevrosi della donna: a cinque anni Marnie aveva ucciso con un attizzatoio un marinaio che infieriva sulla madre: di qui i suoi problemi col sesso e il suo terrore per il rosso. Marito e moglie escono, con la speranza che grazie a questa rivelazione la ragazza guarisca.

Anche qui un uomo attratto da una donna misteriosa con un che di negativo.

Mark è interessato a Marnie in quanto è una ladra e al contempo cerca di liberarla dai suoi conflitti, come Scottie è interessato a Madeleine in quanto (auto)distruttiva.

Entrambi i film hanno al proprio centro il tema di un amore feticistico.

Sono il profondo, il recondito, ciò che viene celato e proibito a innescare la seduzione in maniera più potente, e spesso, dunque, distruttiva. Non è così solo per l’esperienza erotica, ma anche per il delitto: ai personaggi hitchcockiani a volte non interessa compiere il delitto per un qualche scopo preciso, ma solo perché esso costituisce l’infrazione di una regola, la rottura di una proibizione, di un tabù. Così è per gli studenti strangolatori di Nodo alla gola. Spesso si prova piacere non per una azione in se stessa, ma nella misura in cui essa costituisce, appunto, la violazione di una proibizione autoritaria. Tutto ciò doveva saperlo bene Hitchcock, che aveva avuta educazione cattolica dai gesuiti, e che confessava di avere il terrore, da bambino, delle punizioni corporali per mezzo del frustino di gomma.

Ecco perché forse nei suoi film si ritrova così tanto spesso l’innocente perseguitato che tenta di discolparsi, ecco perché il concetto di colpa è così presente, al di là del fatto che quasi mai i soggetti dei film del regista siano originali.

Il senso di colpa (e la punizione, anche) doveva apparirgli come strettamente connesso alla fisicità. Del resto, notava lo stesso regista una sorta di feticismo da parte dei giornali nel voler mostrare i delinquenti ammanettati. Le stesse manette sono uno strumento usato dalla giustizia come in certe aberrazioni sessuali.

Egli, uomo timido e pauroso, educato rigidamente, solitario fino a guardare con sdegno e disprezzo i suoi coetanei in gioventù, sposatosi vergine a venticinque anni, doveva voler raccontare, dissimulandole, le sue proprie ossessioni, verso la società pronta ad accusare e colpevolizzare e verso la sessualità torbida, quasi trattando il tutto in chiave di lotta di principi morali o quasi metafisici in cui comunque l’innocente e il colpevole, a dispetto di tutte le complicazioni, vengano riconosciuti come tali anche da chi, come la società e la giustizia, li avevano accusati.

La risoluzione di alcuni film di Hitchcock, costruiti su situazioni assurde, quasi kafkiane di ingiustamente (o incomprensibilmente) accusati avviene quasi in maniera casuale, anche essa quasi per assurdo: come al commissario di Frenzy accade di cogliere casualmente l’assassino in flagrante.

E questo perché, forse, il non-torbido, la serenità, non possono che essere remoti nella società. Forse il non-torbido è un po’ simile ai love birds inseparabili de Gli uccelli (1963):  mansueti, chiusi nella loro gabbietta sono gli unici “lovely” birds del film, e ciò finisce per innescare spesso delle situazioni ironiche, derivanti dal contrasto con gli altri uccelli del film che “lovely” non sono affatto.

Gli “attacchi” degli uccelli cominciano e finiscono (ma nel film non appare la parola “fine”, e ciò è inquietante perché gli uccelli non sono andati via, ma anzi coprono l’intera superficie di terra delle ultime, cupe inquadrature, dovunque e per sempre presenti), non a caso, su Melanie, la donna sensuale amata da Mitch e respinta dalla madre possessiva di lui, che è invece, curiosamente, il personaggio meno “attaccato”. Qualcuno ha visto infatti gli attacchi dei volatili come un riflesso dell’astio della madre di Mitch per la “ipotetica nuora”, la “nuova” donna del figlio che scalzerebbe la madre, prima donna. Qui non c’è la perversione di una coppia o di uno dei suoi membri, ma piuttosto di un singolo personaggio, che è poi quello che agisce come “proibizione” nei confronti della coppia. Un po’ come la “finta” madre di Norman (circondato, curiosamente da uccelli impagliati) in Psyco (1960) “interveniva” a proibire l’interesse del figlio per Marion Crane, uccidendola.

Anche in questi finali, come altrove, la vicenda si risolve (anche se non è detto che ne Gli uccelli vi sia risoluzione definitiva) indipendentemente dagli sforzi della legge e termina con il ritorno dell’assurdo: la vittoria della madre di Norman sulla personalità del figlio, l’invasione degli uccelli.

Di fronte a tutte queste ossessioni, un po’ come certi pensatori medioevali della scolastica che spendevano tante parole contro le creature e le situazioni oscene nelle pagine di autori pagani o raffigurati nelle facciate delle cattedrali, subendone però in realtà la fascinazione, così Hitchcock è interessato al torbido pur demonizzandolo. Si direbbe quasi che egli abbia cercato di esorcizzare le sue proprie ossessioni attraverso quei film che solo a uno sguardo superficiale sembrerebbero prodotto di fabbrica scaturito da soggetti non originali.

Oscure presenze: la spiegazione del finale del film

Oscure presenze: la spiegazione del finale del film

Il regista Kevin Greutert è senza dubbio un esperto di horror, avendo diretto ben quattro capitoli del franchise di Saw, tra cui il recente Saw X, oltre ad essere stato il montatore dei primi cinque film della saga. Insomma, Greutert è una garanzia per questo genere di racconti e ai suoi fan ha fatto piacere quando in alcune occasioni si è anche cimentato nella regia di opere slegate da questo franchise. Il suo titolo più noto a tal proposito è Oscure presenze (il cui titolo originale è però Jessabelle) da lui diretto nel 2014.

È importante sottolineare il titolo inglese del film in quanto quello italiano ha spesso portato il film ad essere confuso con il quasi contemporaneo Dark Skies – Oscure presenze, uscito appena un anno prima. Benché entrambi i film abbiano a che fare con strane manifestazioni soprannaturali e i legami famigliari, l’Oscure presenze di Greutert presente maggiori somiglianze con film come La abuela – Legami di sangue o La maledizione del cuculo, basati su alcuni misteri del passato che tornano ad infestare i protagonisti.  È ciò che avviene anche in questo horror psicologico, che sembra continuamente giocare con l’instabilità emotiva della sua protagonista.

Al momento della sua uscita, il film di Greutert non ha goduto di particolare entusiasmo da parte della critica e dei fan. Negli anni è però stato riscoperto e rivalutato, anche grazie all’accresciuta popolarità della sua attrice protagonista. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Oscure presenze. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Oscure presenze trama
Sarah Snook in Oscure presenze. Foto di Jim Bridges – © 2014 – Lionsgate

La trama di Oscure presenze

Protagonista del film è Jessie, che – dopo un tragico incidente d’auto nel quale è rimasto ucciso il suo fidanzato – è costretta sulla sedia a rotelle. Nel sinistro stradale la donna incinta ha perso anche il suo bambino e ora, bisognosa di assistenza e scioccata dall’accaduto, torna a vivere insieme al padre Leon nella sua casa d’infanzia in Louisiana. In attesa di recuperare l’uso delle gambe, Jessie girovaga per la casa in cerca di un modo per occupare le sue giornate. Frugando fra vecchie cose, si imbatte in una videocassetta su cui è registrata una lettura dei tarocchi che la madre, morta tempo, le ha fatto in passato.

Riguardando quella registrazione, Jessie si ricorda di come la madre le avesse preannunciato che non lascerà mai la Louisiana ma anche che una donna la vuole fuori di casa. Quando suo padre scopre che la figlia ha guardato il filmato, distrugge il nastro. Ma Jessie trova altre videocassette, tutte lasciatele dalla madre e tutte contenenti strani dettagli di una profezia. Da quel momento in poi, la giovane si ritrova ad essere perseguitata da un’oscura presenza, il fantasma di una donna che ha atteso il suo ritorno ed è intenzionata a non lasciarla più scappare.

Il cast del film

Ad interpretare Jessie Laurent vi è l’attrice Sarah Snook, oggi nota per aver interpretato Shiv Roy nelle quattro stagioni della pluripremiata serie Succession. Acanto a lei, nel ruolo di suo padre Leon vi è invece l’attore David Andrews, mentre Joelle Carter, attrice celebre per la serie Justified, è Kate, la madre di Jessie. Mark Webber interpreta Preston Sanders, vecchio amico di Jessie, mentre Ana de la Reguera è Rosaura. Completano il cast Chris Ellis nel ruolo dello sceriffo Pruitt e Vaughn Wilson in quello del vescovo Moses. Amber Stevens West, infine, interpreta l’oscura presenza che si manifesta a Jessie.

Oscure presenze cast
Mark Webber, Sarah Snook in Oscure presenze. Foto di Jim Bridges – © 2014 – Lionsgate

La spiegazione del finale di Oscure presenze

Nel finale di Oscure presenze, Jessie seguendo alcuni indizi, scopre la tomba di una bambina chiamata Jessabelle e che riporta come data il giorno del suo compleanno. Decide di far eseguire un test del DNA, dal quale emerge che la bambina era figlia di Kate, ma non di Leon. Per cercare di risolvere il mistero, Jessie guarda allora l’ultima videocassetta rimasta, dove si vede Kate compiere un incantesimo voodoo su una neonata bianca, per poi suicidarsi con un colpo di pistola. È a quel punto che lo spirito di Kate si manifesta e rivela a Jessie la sua verità.

Le videocassette filmate erano per Jessabelle, la figlia da lei avuta dalla relazione interraziale con il vescovo Moses. Jessabelle è stata uccisa la notte della sua nascita, insieme al padre, da Leon. Jessie capisco dunque di essere lei la presenza indesiderata, essendo la neonata bianca adottata da Leon quella stessa notte per coprire gli omicidi. Giurando vendetta, Kate e Moses progettano dunque di trasferire lo spirito di Jessabelle nel corpo Jessie, permettendo dunque alla loro figlia di tornare in vita. Pertanto, Jessie viene spinta dagli spiriti di Kate e Moses nelle acque della palude.

Qui lo spirito di Jessabelle nuota verso di lei e prende il braccialetto della madre, riemergendo nello stesso corpo fisico di Jessie. Preston si lancia per salvarla e una volta tornati in superficie lei lo bacia e gli chiede di portarla a casa. Quando lo sceriffo Pruitt chiede però a Jessie se sta bene, lei risponde: “Mi chiamo Jessabelle“. Ciò fa capire che il trasferimento è stato completato, che l’anima di Jessabelle ha preso possesso del corpo di Jessie e che quest’ultima potrebbe dunque considerarsi bloccata per sempre nel corpo morto della bambina.

Il trailer di Oscure presenze e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Oscure presenze grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27 aprile alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Oscar: tutti i vincitori del premio per i migliori effetti visivi

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A chi pensa che gli Effetti Visivi siano un premio relativamente recente nella storia degli Oscar, dedichiamo questo video che raccoglie tutti i film vincitori del premio di sempre, dal 1928 fino al 2015.

I nominati di categoria per gli Oscar 2016 sono:

Ex Machina
Star Wars il Risveglio della Forza
Sopravvissuto – The Martian
Mad Max: Fury Road
The Revenant – Redivivo

Quale film la spunterà?

LEGGI TUTTE LE NOMINATION

I premi saranno assegnati al Dolby Theatre durante la cerimonia del 28 febbraio che, quest’anno, sarà condotta da Chris Rock. Il comico torna a condurre la serata di gala organizzata dall’Academy dopo 11 anni. Aveva già presentato l’evento nel 2005.

Fonte: EW

Oscar: tutti i film Marvel nominati e i (pochi) vincitori

Oscar: tutti i film Marvel nominati e i (pochi) vincitori

È di nuovo quel periodo dell’anno: la stagione degli Oscar è alle porte. A pochi giorni dall’annuncio delle nomination, i fan del capolavoro Marvel Spider-man: No Way Home si sono già scatenati: nonostante l’indiscusso successo, il film ha ricevuto solo una menzione da parte dell’Academy per la categoria Migliori effetti speciali.

Ancora una volta, l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences si rifiuta di riconoscere il giusto merito al genere dei supereroi. Sono davvero pochi i film Marvel che hanno ricevuto un riconoscimento da parte della giuria più importante in ambito cinematografico e ancora meno quelli che sono riusciti ad accaparrarsi una statuetta d’oro. Vediamo l’elenco completo dei film Marvel che sono stati nominati agli Oscar nel corso degli anni!

Spider-Man (2002)

spider-man-oscarSpider-Man di Sam Raimi ha aperto una nuova era in termini di effetti visivi. Non si era mai visto nulla del genere. Il film riesce ad ottenere due nomination: Migliori effetti speciali e Miglior sonoro. Purtroppo però, non arriva nessuna statuetta: la prima è ottenuta da Il Signore degli Anelli – Le due torri, mentre il premio per il sonoro va al musical Chicago.

Spider-Man 2 (2004)

spider-man-2-oscarAnche il capitolo due di Spider-Man di Sam Raimi tenta di sfondare: riceve tre nomination dall’Academy, Migliori effetti speciali, Miglior sonoro e Miglior montaggio sonoro. Il film riesce ad accaparrarsi l’Oscar per gli effetti speciali, battendo Doctor Octopus, mentre il premio per il sonoro va ad un altro film di supereroi, Gli Incredibili. Ray è premiato invece per il miglior montaggio sonoro.

Iron Man (2008)

Iron-Man-oscarIl primo capitolo del Marvel Cinematic Universe ottiene due nomination, ma perde presto entrambe. L’Oscar per il Miglior sonoro va a Il Cavaliere Oscuro, mentre quello per gli effetti speciali viene conquistato da Il Curioso caso di Benjamin Button di David Fincher.

Iron Man 2 (2010)

iron-man-2-oscarUn sequel deludente rispetto al primo Iron Man, ma che riesce a guadagnarsi la nomination agli Oscar per i Migliori effetti speciali. Sfortunatamente, la concorrenza è alta: Inception di Christopher Nolan, così sorprendente a livello visivo, batte il film Marvel.

Big Hero 6 (2014)

big-hero-6Big Hero 6 non è prodotto dai Marvel Studios, ma il film d’animazione Disney sfrutta molto bene alcuni personaggi della Marvel Comics. Nominato per la categoria Miglior film d’animazione, Big Hero 6 riesce a battere The Boxtrolls, Dragon Trainer 2, La canzone del mare e La storia della Principessa Splendente: nessuno dei film è abbastanza forte.

Captain America: The Winter Soldier (2014)

Captain America- The Winter SoldierI fratelli Russo puntano in alto nel 2014 con Captain America – The Winter Soldier: il film si dimostra un blockbuster di altissima qualità. Anche l’Academy decide di nominarlo nella categoria Oscar per i Migliori effetti speciali. Sfortunatamente, Interstellar di Christopher Nolan ha la meglio e  soffia via il premio alla Marvel.

Guardiani della Galassia (2014)

guardiani-della-galassiaGuardiani della Galassia ha stupito tutti mostrando un lato totalmente diverso dell’MCU, con un’avventura cosmica e un mix unico ed eclettico di personaggi. Il più grande film di James Gunn riesce a farsi nominare dall’Academy, sia per il Miglior trucco che per i Migliori effetti speciali, ma purtroppo non viene premiato: alla premiazione degli OscarGrand Budapest Hotel e Interstellar hanno la meglio sul film della Marvel.

X-Men: Giorni di un futuro passato (2014)

x-men-oscarCon X-Men: Giorni di un futuro passato il franchise alza seriamente l’asticella. Quattordici anni dopo il film precedente, la 20th Century Fox lancia una bomba potente, ma ha una spietata concorrenza: è il terzo film di supereroi ad essere nominato quell’anno nella categoria Migliori effetti speciali e tutti e tre vengono battuti da Interstellar.

Doctor Strange (2016)

doctor-strange-2016Scott Derrickson è riuscito a passare dall’horror ai supereroi: il suo Doctor Strange è incredibile, nessuno poteva prevedere gli effetti visivi che il regista ha realizzato. Se la storia è simile a Iron Man, sono le sequenze costruite follemente ad aiutare il film a spiccare. Doctor Strange ottiene una nomination per i Migliori effetti speciali, per poi essere battuto da Il libro della giungla.

Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017)

i guardiani della galassia-vol-2Guardiani della Galassia Vol. 2 è stato probabilmente un film ancora migliore del suo predecessore, ma ha dovuto affrontare una forte concorrenza nella categoria Migliori effetti speciali: tra Kong – Skull Island, The War – Il pianeta delle scimmie, Star Wars – L’ultimo Jedi e Blade Runner 2049, è quest’ultimo a battere il film e a guadagnarsi l’Oscar.

Logan (2017)

logan-oscar-2017Il saluto a Hugh Jackman come interprete di Wolverine avviene in Logan: il film di James Managold è una superba conclusione dell’era Jackman nella Marvel. Logan riesce infatti a guadagnare una nomination per la Miglior sceneggiatura non originale, caso più unico che raro per i film dei supereroi. Alla fine però, a vincere l’Oscar è Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino.

Avengers: Infinity War (2018)

Avengers- Infinity War-oscarAvengers: Infinity War è stato un film incredibile che ha scioccato il pubblico portando sulla scena personaggi che mai avremmo immaginato di vedere insieme. Acclamato come uno dei migliori film MCU mai realizzati, è stato nominato solo per la categoria Migliori effetti speciali, per poi essere scavalcato dal biopic con Ryan Gosling Neil Armstrong, Il primo uomo.

Black Panther (2018)

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Finalmente arriva anche per la Marvel la nomination per l’Oscar come Miglior film. A riceverla è Black Panther, il lungometraggio di maggior successo tra quelli della lista. Nominato anche per le categorie Migliore scenografia, Migliori costumi, Migliore colonna sonora, Miglior montaggio sonoro, Miglior sonoro e Migliore canzone, il film riceve ben tre premi Oscar per scenografia, costumi e colonna sonora.

Spider-Man: Un nuovo universo (2018)

Spider-Man-un-nuovo-universo

Il 2018 è stata un’ottima annata per la Marvel in termini di premi Oscar. Anche se Spider-Man: Un nuovo universo appartiene alla Sony Pictures, siamo sempre nell’area semantica Marvel. Spider-Man: Un nuovo universo riesce a guadagnarsi un Oscar come Miglior Film d’animazione, mettendo facilmente in ombra opere come Gli Incredibili 2, Ralph Spacca Internet e L’isola dei cani di Wes Anderson.

Avengers: Endgame (2019)

Avengers- Endgame

Avengers: Endgame è un blockbuster epico che ci regala tre ore piene di momenti indimenticabili. Il film è anche il più proficuo di tutti i tempi, ma comunque non pice troppo all’Academy: ottiene solo una nomination per i Migliori effetti speciali, ma poi perde l’Oscar contro il capolavoro di Sam Mendes 1917.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli (2021)

shang-chi e la leggenda dei dieci anelli

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è un film che ha superato ogni aspettativa, non solo per le immagini mozzafiato, ma anche per la storia decisamente potente rispetto agli standard dell’MCU. Nonostante la pandemia, il film è stato un successo anche al botteghino. Per quanto riguarda gli Oscar 2022, lo vedremo in corsa nella categoria Migliori effetti speciali.

Spider-Man: No Way Home (2021)

Spider-Man- No Way Home-oscar

È grande la delusione da parte dei fan nel vedere che Spider-Man: No Way Home è stato escluso dalla categoria Miglior film. Anche Jimmy Kimmel si è scagliato contro lo snobbamento da parte dell’Academy: il film, successo da record al botteghino e acclamato dalla critica, concorrerà agli Oscar solo per i Migliori effetti speciali. Speriamo, almeno per questa categoria, in una vittoria.

Oscar: otto curiosità sugli Academy Awards

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Oscar: otto curiosità sugli Academy Awards

Da tutti sono conosciuti come gli Oscar, i premi di cinema più prestigiosi al mondo. Ma quanti di voi conoscono la vera storia di queste statuette dorate e delle cerimonie che si sono susseguite nel corso degli anni? Ecco otto curiosità sugli Oscar che forse non conoscete:

Durante la prima cerimonia il biglietto d’ingresso costava solo 5 dollari

Oscar 1Proprio così, durante la prima cerimonia degli Oscar, anche conosciuti come Academy Awards, avvenuta il 16 maggio 1929, i biglietti per accedere in sala costavano soltanto 5 dollari. L’evento si svolgeva all’Hotel Roosevelt di Hollywood e assegnava 15 statuette.

Le famose statuette sono modellate su vero uomo

oscar 2Quando nel 1928 Cedric Gibbons viene incaricato di creare un premio per la cerimonia, che avverrà poco più tardi, cerca di convincere in tutti i modi Emilio “Indo” Fernandez a posare per la statuetta. Ovviamente ci è riuscito e ancora oggi il premio porta i lineamenti dell’uomo.

Nessuno sa da dove viene il nome

Oscar 3Sappiamo esattamente quando ha avuto luogo la prima edizione, chi sono stati i vincitori dalla fondazione a oggi, ma nessuno conosce la provenienza del nome Oscar. La prima supposizione riguarda il primo marito di Bette Davis, che aveva come secondo nome proprio Oscar; la seconda è decisamente più divertente e popolare, si dice che nel 1931 la segretaria esecutiva dell’evento – Margaret Herrick – abbia confessato a uno dei membri che la statuetta fosse fortemente somigliante a suo zio Oscar. In ogni caso, sarà difficile conoscere la verità.

Il vincitore più anziano aveva 82 anni

Christopher PlummerHa festeggiato 86 anni lo scorso dicembre, parliamo di Christopher Plummer, il più anziano vincitore di un premio Oscar. Ne aveva infatti 82 quando ha vinto nel 2013 per un ruolo di supporto.

Nessuna latina ha mai vinto una statuetta per la migliore attrice

salma hayek fridaL’Academy è spesso accusata di razzismo, ultime le polemiche innestate dal regista Spike Lee per le poche presenze di artisti di colore, ma a quanto pare il problema è più profondo. Nessuna attrice latina ha infatti mai vinto come migliore attrice, solo Salma Hayek è stata nominata nel 2003 per Frida.

Mai sbagliare la formula di rito

Oscar 4Se chi consegna un premio è solitamente libero di improvvisare, di inventare introduzioni, vi è una cosa che non può assolutamente fare: non dire “and the Oscar goes to…”, ad esempio sarebbe un sacrilegio dire “il vincitore è…” e così via. Bisogna rispettare la formula classica.

Il vincitore più giovane è una donna

Tatum O’NealÈ Tatum O’Neal la più giovane vincitrice di una statuetta in tutta la storia del premio, miglior ruolo di supporto a soli 10 anni grazie a Paper Moon nel 1973.

Il film dei record è Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re

Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del ReIl lavoro di Peter Jackson ha infatti dominato l’intera edizione numero 76, portando a casa tutte le statuette per cui era stato nominato, ben 11.

Oscar: nuovi requisiti di inclusione per la categoria “Miglior Film”

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L’Academy continua nella sua volontà di rinnovarsi e di restare al passo coi tempi, ma soprattutto di rendere gli Oscar dei premi a sostegno dell’inclusione della diversificazione nel cinema. Come apprendiamo da Deadline, oggi l’associazione ha annunciato una nuova riforma all’interno del meccanismo di selezione dei film.

Tale riforma è stata approvata con l’obiettivo di promuovere un’equa rappresentazione sullo schermo per quanto riguarda i temi legati all’identità di genere, all’orientamento sessuale, all’etnia e alla disabilità. La riforma in questione entrerà in vigore a partire dalla 96esima edizione degli Academy Awards, quindi nel 2024. Come leggiamo nel report della fonte, una riforma simile verrà messa in atto anche dai BAFTA, gli Oscar inglesi.

Le categorie di rappresentazione che verranno prese in considerazione dalla riforma dovranno interessare il cast, la troupe, lo studio cinematografico e altre aree legate allo sviluppo e all’uscita del film. A partire dal 2024, quindi, per essere presi in considerazione per la categoria “Miglior Film“, una produzione dovrà obbligatoriamente soddisfare almeno due dei quattro nuovi standard imposti dalla riforma.

In una nota congiunta David Rubin, presidente dell’Academy, e Dawn Hudson, CEO dell’Academy, hanno commentato: “Lo sguardo deve essere ampliato per riflettere la popolazione globale sia nella creazione di film che nel pubblico che li guarda. Crediamo che questi standard di inclusione saranno catalizzatori di un profondo e duraturo cambiamento nella nostra industria.”

La riforma non avrà alcun impatto sulla prossima edizione degli Oscar, la numero 93, che si svolgerà il prossimo 25 Aprile. La cerimonia di premiazione, che generalmente si tiene a Febbraio, è stato posticipata di diversi mesi a causa dell’emergenza Coronavirus.

Oscar: novità per il Miglior film Straniero, invariato il regolamento per le piattaforme streaming

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L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences non cambierà le regole di ammissibilità per gli Oscar, nonostante la speculazione secondo cui le società di streaming potrebbero subire un giro di vite sulle loro pratiche di distribuzione quando intendono candidare i loro film ai premi di cinema.

Durante la riunione del consiglio di martedì si è votato per mantenere lo status quo, in cui ogni lungometraggio può essere considerato per l’Oscar purché sia stato programmato nei cinema almeno sette giorni, con tre proiezioni pubbliche al giorno, a Los Angeles. I film possono raggiungere piattaforme di distribuzione alternative come Netflix o Amazon Prime a partire dal primo giorno di programmazione ed essere idonei.

“Sosteniamo l’esperienza in sala come parte integrante dell’arte cinematografica, e questo ha pesato molto sulle nostre discussioni”, ha detto il presidente dell’Academy John Bailey in una nota. “Le nostre regole attualmente richiedono una proiezione cinematografica e consentono ad un’ampia selezione di film di presentarsi per la considerazione agli Oscar”.

Bailey ha aggiunto che il consiglio “studierà ulteriormente i profondi cambiamenti che si verificano nel nostro settore”. Non diversamente dal cambiamento che ha ispirato voci sul fatto che la riunione del consiglio dirigente dell’Academy avrebbe avuto l’effetto di un terremoto sull’establishment cinematografico.

Le piattaforme di streaming sono sempre più affollate di cineasti di serie A alla disperata ricerca di libertà creativa, che a loro volta vogliono distributori che abbracciano il lavoro sperimentale. È il caso di Roma di Alfonso Cuaron, un film in lingua spagnola girato interamente in bianco e nero, che quest’anno ha vinto tre Oscar, tra cui quello alla migliore regia. Finanziato e distribuito da Netflix, il film ha ricevuto un’esclusiva distribuzione cinematografica di tre settimane prima che fosse disponibile sul servizio di streaming. Questa mossa non ha placato le catene cinematografiche nazionali (AMC, Regal, CineMark), che in genere richiedono 90 giorni di esclusività prima che i film si trasferiscano all’home entertainment.

Dopo l’assegnazione degli Oscar di quest’anno, IndieWire ha riferito che Steven Spielberg era preoccupato di preservare l’atto di andare al cinema e ha segnalato che avrebbe chiesto al consiglio (nel quale occupa un posto, nella sezione dedicata ai registi) di rivedere il regolamento per i film che non offrono uscite significative nelle sale.

Hollywood è rimasta in preda al panico per le potenziali conseguenze – soprattutto considerando gli sforzi fatti da Netflix e Amazon lo scorso anno per rafforzare i loro team e attirare i migliori talenti degli studios. Tutto per niente, sembrerebbe. La regola rimane invariata.

L’Academy si è occupata anche di altri affari, durante la stessa seduta. Un cambiamento significativo arriva nella categoria per il miglior film in lingua straniera, premio che quest’anno è andata a Roma. La categoria è stata rinominata, e ora sarà conosciuta come miglior lungometraggio internazionale (best International Feature Film).

“Abbiamo notato che il riferimento a film stranieri (Foreign, in originale, ndr) è obsoleto all’interno della comunità cinematografica globale”, hanno dichiarato Larry Karaszewski e Diane Weyermann, co-presidenti del Comitato per il film… straniero. “Riteniamo che l’International Feature Film rappresenti meglio questa categoria e promuova una visione positiva e inclusiva del cinema e dell’arte del cinema come esperienza universale”.

Oscar: nasce la categoria riservata ai direttori dei casting

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Oscar: nasce la categoria riservata ai direttori dei casting

Gli Oscar stanno allargando il loro sguardo. Il Consiglio dei governatori dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha annunciato la creazione di una nuova categoria competitiva per gli Oscar per il miglior risultato nel casting. La nuova categoria entrerà in vigore con la 98esima cerimonia degli Oscar, nel 2026.

Questa è la prima nuova categoria creata dall’Academy dal 2001 quando venne istituita la categoria per il miglior film d’animazione. Il ramo dei direttori del casting è stato costituito nel luglio 2013 e conta quasi 160 membri.

“I direttori del casting svolgono un ruolo essenziale nel cinema e, man mano che l’Academy si evolve, siamo orgogliosi di aggiungere il casting alle discipline che riconosciamo e celebriamo”, hanno affermato il CEO dell’Academy Bill Kramer e il presidente dell’Academy Janet Yang. “Ci congratuliamo con i membri del nostro ramo dei direttori del casting per questo entusiasmante traguardo e per il loro impegno e diligenza durante tutto questo processo.”

I governatori del ramo del direttore del casting dell’Academy Richard Hicks, Kim Taylor-Colman e Debra Zane hanno commentato in una dichiarazione congiunta: “A nome dei membri del ramo dei direttori del casting, vorremmo ringraziare il consiglio dei governatori, il comitato dei premi e l’Accademia per il loro sostegno. Questo premio è un meritato riconoscimento del talento eccezionale dei nostri direttori del casting e una testimonianza degli sforzi dedicati della nostra filiale”.

La cerimonia degli Oscar 2024 si svolgerà l’11 marzo. Ecco tutti i nominati.