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Oscar: il presidente dell’Academy accusato di molestie sessuali

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John Bailey, presidente dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’associazione che assegna i premi Oscar,  è sotto inchiesta per cattiva condotta sessuale. Bailey, di 75 anni, ha sostituito lo scorso agosto Cheryl Boone-Isaacs alla guida dell’Academy, la quale aveva dato inizio a un piano di diversificazione dei membri, tra sesso ed etnia.

A dare per primo la notizia è Variety che ha riportato le accuse contro Bailey. Mercoledì scorso, l’Academy ha ricevuto tre lettere di lamentele sul presidente e immediatamente è stata aperta un’inchiesta. Le accuse sono arrivate a seguito del nuovo codice di condotta introdotto a fine 2017 che protegge i membri da ogni tipo di “abuso, molestie o discriminazione in base al sesso, orientamento sessuale, razza, etnia, disabilità, età, religione o nazionalità”. Le accuse contro Bailey sono state ritenute abbastanza serie da giustificare l’apertura delle indagini.

I dettagli in merito alle accuse, al momento, sono riservati, ma di seguito ecco una parte del comunicato ufficiale dell’Academy:

“L’Academy si occupa di questi reclami in modo confidenziale per proteggere tutte le parti. Il Comitato di appartenenza esamina tutti i reclami presentati contro i membri dell’Academy secondo il nostro processo di Standards of Conduct, e dopo aver completato le valutazioni, riferisce al Board of Governors. Non faremo ulteriori commenti su tali questioni fino al completamento della revisione completa.”

In attesa della risoluzione della vicenda, sembra interessante vedere come il movimento Time’s Up stia già portando ad alcuni risultati, sperando che si muova sempre più su un binario della coscienziosa tutela delle parti e del posto di lavoro.

Oscar: il #FanFavorite “corre il rischio” di essere assegnato a Cenerentola

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Con il lancio di una nuova iniziativa #OscarsFanFavorite da parte dell’Academy of Motion Picture Arts & Sciences, Cenerentola di Amazon è al momento in testa come il film preferito dai fan per il 2021. Il film è uscito l’anno scorso direttamente su Prime Video con Camila Cabello nei panni della protagonista. Il film è stato diretto da Kay Cannon, che in precedenza aveva diretto la commedia Blockers. Sfortunatamente per le persone coinvolte, Cenerentola ha ricevuto un’accoglienza negativa dalla critica al momento dell’uscita.

Le nuove disposizioni per la campagna #OscarsFanFavorite sono le seguenti: i fan possono twittare la loro scelta per il miglior film del 2021 almeno 20 volte al giorno. Si può votare un qualsiasi film uscito in qualsiasi momento dal 1 marzo al 31 dicembre 2021, per poter beneficiare dell’Oscar. Tre fan verranno quindi trasportati in aereo a Los Angeles per presentare una categoria alla cerimonia del prossimo anno. Stando ai risultati del box office dello scorso anno e di queste prime settimane del 2022, ci si aspettava che Spider-Man: No Way Home avrebbe conquistato facilmente la corona dell’Oscar dei Fan, ma ciò potrebbe non accadere.

La categoria #OscarsFanFavorite non è stata una mossa bene accolta dagli elettori dell’Academy e dai media. Molti lo hanno definito uno stratagemma non solo per guadagnare popolarità agli occhi di una fascia di pubblico giovane e alla moda, ma anche come un ulteriore modo per essere più inclusivi rispetto a quei film che classicamente non sono considerati “materiale da Oscar”. Mentre i fan continuano a inondare Internet con le loro reazioni negative rispetto all’istituzione della categoria, Deadline riporta che Cenerentola dell’anno scorso detiene attualmente il primo posto per l’Oscar Fan Favorite del 2021.

Potrebbe davvero succedere, quindi, che un film non uscito in sala e detestato dalla critica (come Cenerentola) possa riuscire a raggiungere il premio che, forse, nelle intenzioni di chi lo ha istituito, doveva essere un riconoscimento a quei film, tipo Spider-Man: No Way Home o anche la Snyder Cut di Justice League, che in qualche modo diventano un fenomeno di costume anche al di fuori della dimensione cinema e coinvolgono energie importanti intorno a loro?

Oscar: i vincitori assenti alla premiazione

Oscar: i vincitori assenti alla premiazione

La fatidica notte degli Oscar si avvicina inesorabile e in molti aspettano con curiosità e trepidazione di ascoltare i nomi dei vincitori. Ma nella storia del premio, arrivato alla sua edizione numero 88, non sempre i vincitori si sono presentati a ritirare il loro premio. Ecco 30 vincitori assenti durante la Notte delle Stelle.

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Sophia Loren, prima attrice non americana (o inglese) avincere il premio per la migliore interpretazione femminile, dichiarò di essere troppo emozionata per partecipare alla cerimonia, e decise di rimanere a casa, dove le venne recapitata due settimane dopo la statuetta. Molti altri attori erano impegnati in altri lavori, come Michael Caine che era sul set de Lo Squalo 3 quando vinse per Anna e le sue sorelle. Altri vincitori assenti hanno scelto negli anni di non partecipare alla cerimonia in segno di protesta politica, come Marlon Brando e George C. Scott.

Ma la maggior parte dei vincitori assenti però era impegnata con altri lavori, soprattutto, per gli attori inglese, a teatro.

Chiudiamo questa rassegna con le parole di Paul Newman che, dopo due Oscar alla carriera, vinse finalmente quello “sul campo” nel 1987 con Il colore dei soldi. Newman non partecipò alla cerimonia e dichiarò in seguito: “È come inseguire una bella donna per 80 anni. Alla fine lei rallenta e tu dici ‘Mi dispiace tanto, ma sono stanco’”.oscar vincitori assenti

Oscar: i momenti indimenticabili nel corso di 90 anni

Alla vigilia della 90° cerimonia degli Academy Awards che si terrà domenica 24 Febbraio a Los Angeles, ripercorriamo la storia degli Oscar ricordando i momenti indimenticabili dell’evento cinematografico più glamour della stagione.

Hattie McDaniel è la prima vincitrice di colore degli Oscar

Nel 1940 l’Academy assegnò il primo premio Oscar a un’attrice di colore, Hattie McDaniel, interprete di Via Col Vento, nella categoria migliore non protagonista. Ma nonostante il suo status di vincitrice, la McDaniel non venne risparmiata dall’umiliazione di sedersi separata dagli altri membri del cast.

51 anni dopo la replica, con la vittoria di Whoopi Goldberg che vinse per il suo ruolo di supporto in Ghost.

Greer Garson e il discorso più lungo della storia

A suo modo Greer Garson ha scritto una pagina indimenticabile della storia degli Academy Aawards, ricevendo il premio come migliore attrice con un discorso lunghissimo: “Grazie. Questo è davvero tutto quello che c’è da dire, ma trattandosi dell’opportunità di una vita, spero non vi dispiaccia se cerco di espandere la parola solo un po’.”

Da lì via per cinque interminabili minuti, il tutto mentre scattava l’una di notte sulle tv di ogni americano che guardava la trasmissione…

Sidney Poitier è il primo interprete nero a vincere come Miglior Attore

Quando Sidney Poitier accettò il premio (fu il primo attore di colore a vincere l’oscar), venne baciato sulla guancia dalla compagna Anne Bancroft, un gesto che i conservatori razzisti considerarono offensivo.

Aall’epoca il matrimonio interrazziale non era ancora legale in tutti i 50 stati degli Stati Uniti e il Civil Rights Act non era ancora stato approvato.

Barbra Streisand e Katharine Hepburn condividono lo stesso premio

Potranno anche sembrare scontati, tuttavia i sistemi del voto agli Oscar hanno dato spesso risultati a sorpresa, come quando nel 1969 Katharine Hepburn e Barbra Streisand vinsero entrambe il premio per la migliore attrice protagonista.

La presentatrice Ingrid Bergman rimase infatti scioccata quando aprì la busta, mentre il pareggio venne fortunatamente reso meno imbarazzante dall’assenza della Hepburn lasciando che fosse la Streisand a festeggiare.

Marlon Brando rifiuta la sua statuetta

Premiato come miglior attore per il suo ruolo ne Il Padrino, Marlon Brando rifiutò di ricevere la statuetta mandando l’attrice e attivista dei nativi americani Sacheen Littlefeather sul palco a motivare la scelta.

Stasera rappresento Marlon Brando e mi ha chiesto di dirvi… che purtroppo non può accettare questo premio molto generoso, la ragione della sua scelta è il trattamento che li indiani d’America oggi subiscono nell’industria cinematografica.” Il suo discorso venne accolto da un misto di fischi e applausi.

Robert Opel nudo sul palco

Proprio mentre l’attore David Niven stava per presentare Elizabeth Taylor, Robert Opel ha attraversato il palco completamente nudo.

Fu ancora più scioccante il fatto che Opel non venne arrestato o cacciato dallo spettacolo. Più tardi tenne una conferenza stampa e disse ai giornalisti: “La gente non dovrebbe vergognarsi di essere nuda in pubblico. Inoltre, è un modo infernale per iniziare una carriera”.

L’abito shock di Cher

Due anni dopo aver indossato un abito con un copricapo di piume abbinate agli Oscar, Cher si rese protagonista di un altro “oltraggio” al buon gusto sempre sul palco degli Academy Awards con una creazione di Bob Mackie.

L’abito trasparente ispirato ad una ragnatela riuscì ad oscurare perfino il suo momento di gloria per la vittoria della statuetta. “Bob e io avevamo pensato a questo vestito che ha subito tanti cambiamenti, e le persone sono sempre state perplesse. Eppure pensai che fosse abbastanza appropriato per la serata“.

I piegamenti di Jack Palanc

A 73 anni suonati, il due volte candidato Jack Palance riuscì a vincere l’Oscar come miglior attore non protagonista per il suo lavoro in City Slickers, e mostrò tutto il suo entusiasmo facendo tre flessioni con un braccio sul palco. “Non è niente, davvero“, disse durante lo show.

Seguirono risate e, ovviamente, scroscianti applausi.

L’adorabile discorso della giovanissima Anna Paquin

Alcuni vincitori sono capaci di fingere stupore e commozione, altri, come l’allora undicenne Anna Paquin rimase davvero sorpresa quando Gene Hackman annunciò il suo nome come vincitrice dell’Oscar alla Miglior attrice non protagonista.

Nel 2000, l’attrice disse al Guardian che l’esperienza era stata spaventosa: “Ricordo di essere stata molto preoccupata all’idea di non essere in grado di dire qualcosa“.

Cuba Gooding Jr. e le urla all’orchestra

Quello che iniziò come un prevedibile discorso d’accettazione finì per diventare un momento storico degli Oscar: stiamo parlando della premiazione di Cuba Gooding Jr. come Miglior Attore non protagonista, che appena sentite le prime note dell’orchestra iniziò a gridare.

Per quasi un minuto, l’attore ha infatti urlato i nomi dei suoi colleghi, incluso il co-protagonista Tom Cruise.

La vittoria di Roberto Benigni

Roberto Benigni conquistò ben due statuette con La vita è bella, ovvero Miglior film in lingua straniera e Miglior Attore protagonista.

Talmente eccitato dalla vittoria, l’italiano salì sul palco dopo l’annuncio di Sophia Loren percorrendo la strada tra le poltrone del teatro e agitando le mani gioiosamente.

Halle Berry scrive la storia

La performance di Halle Berry in Monster’s Ball è stata lodata dalla critica, tuttavia la vittoria e il suo discorso di accettazione sul palco degli Oscar rimangono i dati più indimenticabili del film e della storia. Fino ad oggi infatti la Berry è stata l’unica donna insignita di questo riconoscimento.

Questo momento è molto più grande di me. È per ogni donna di colore senza nome e senza volto che ora ha una possibilità, perché questa porta è stata aperta stasera.”

Adrien Brody bacia Halle Berry

Sembra che Adrien Brody fosse davvero entusiasta di ricevere il premio come Miglior Attore per il suo ruolo ne Il pianista: a testimoniarlo c’è il bacio passionale che diede ad Halle Berry sul palco, impulsivo e “hollywoodiano”.

Scommetto che non ti hanno detto che era nella confezione regalo,” scherzò poi Brody.

Crash batte Brokeback Mountain

Persino il presentatore Jack Nicholson sembrò sorpreso aprendo la busta che recitava il vincitore dell’oscar come Miglior Film: Crash di Paul Haggis battè Brokeback Mountain di Ang Lee nello stupore generale, visto che la pellicola era reduce da pessime critiche alla sua mediocrità complessiva e al ritratto dei rapporti razziali.

Lo stesso Haggis spiegò nel 2017 che all’epoca “Eravamo un piccolo team, quindi rimasi sbalordito dal risultato. Mai avrei pensato di essere in lizza per quella categoria“.

L’oscar postumo a Heath Ledger

L’overdose che stroncò Heath Ledger nel 2008 precedette di qualche mese l’uscita nelle sale di The Dark Night, film per cui l’attore vinse un Oscar postumo come Miglior Non Protagonista.

Heath, sapevamo entrambi che quello che avevi creato con Joker era straordinariamente speciale” disse sua sorella, Kate Ledger. “Ti avremmo voluto qui con noi, ma accettiamo con orgoglio questo premio a nome della tua bellissima Matilda.

La “caduta” di Jennifer Lawrence

Appena proclamata Miglior Attrice Protagonista per il suo ruolo in Il Lato Positivo, Jennifer Lawrence è rovinosamente caduta sulle scale salendo a ritirare il premio. Tra le risate generali e un iniziale preoccupazione, l’attrice ha poi scherzato come è solita fare nelle situazioni di disagio pubblico.

Dopo l’evento lo scenografo Derek McLane ha dichiarato: “Ero inorridito. Pensavo che qualcuno avesse versato qualcosa e poi ho capito si trattava del suo vestito“.

Il selfie di Ellen Degeneres con le star

Metti insieme Brad Pitt, Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Jared Leto e Angelina Jolie e falli posare per lo stesso selfie: è l’impresa compiuta da Ellen Degeneres sotto il palco degli Oscar, destinato a diventare uno dei momenti indimenticabili della storia dello show.

Secondo le statistiche, 37 milioni di persone in tutto il mondo hanno dato un’occhiata alla foto causando il crash di Twitter dopo la pubblicazione.

Il monologo di Chris Rock

Nel 2016, 20 tra attori e attrici bianchi sono stati nominati come protagonisti nelle rispettive categorie per il secondo anno consecutivo, scatenando un vero e proprio movimento di protesta seguendo l’hashtag #OscarsSoWhite creato dall’attivista April Reign.

L’allora presentatore Chris Rock affrontò quindi la questione con un monologo d’apertura divertente ma anche duro: “Sono qui agli Academy Awards, altrimenti noti come White People’s Choice Awards.

L’attore non si è fermato alla satira, ma ha anche analizzato la storia del razzismo di Hollywood in 88 anni dello show, dove il più delle volte le persone di colore non sono state incluse nelle principali categorie di recitazione.

La vittoria di Leonardo DiCaprio

Dopo sei nomination, Leonardo DiCaprio ha finalmente abbandonato l’etichetta di eterno perdente vincendo l’ambita statuetta come Miglior Attore Protagonista grazie alla performance in The Revenant.

L’attore ha poi sfruttato l’occasione per parlare del riscaldamento globale sensibilizzando il pubblico sull’argomento: “La nostra produzione si è dovuta spostare al sud di questo pianeta solo per poter trovare la neve. Il cambiamento climatico è reale, sta accadendo proprio ora. e’ un’urgente minaccia alla nostra intera specie, e abbiamo bisogno di lavorare collettivamente insieme e smettere di procrastinare…Non diamo per scontato questo pianeta.”

La La Land? No, Moonlight

L’errore commesso da Brian Cullinan sullo scambio delle buste ha scatenato uno dei momenti più incredibili della storia degli Oscar, con Faye Dunaway e Warren Beatty che annunciano il vincitore sbagliato.

Si perché per due minuti e 23 secondi, La La Land è stato il Miglior Film dell’edizione 2017, e mentre i produttori Jordan Horowitz, Marc Platt e Fred Berger stavano già tenendo i loro discorsi quando venne rivelato l’inganno. Moonlight vince la statuetta tra lo stupore generale e le risate di alcuni.

Leggi anche – Oscar: film, registi, attori più premiati e più nominati di sempre

Fonte: Harpers Bazaar

Oscar: i migliori e i peggiori presentatori degli ultimi 10 anni

A Chris Rock spetta il difficile compito di presentare un’edizione degli Oscar, quella 2016, preceduta da una polemica infinita sul razzismo e la disparità a Hollywood. La sua prima esperienza sul palco degli Academy Awards risale al 2005 e di seguito vi proponiamo la nostra personale classifica dei migliori e peggiori presentatori della Notte degli Oscar in questi dieci ultimi anni.

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Il podio non poteva che appartenere a Hugh Jackman e alla sua scintillante edizione del 2009, quando tra charme, musica e canto condusse una serata praticamente perfetta. Dalla parte opposta della classifica, peggiori presentatori degli ultimi dieci anni e trai peggiori di sempre ci sono Anne Hathaway e James Franco (quell’anno anche nominato come migliore attore per 127 Ore). I due hanno poi sviluppato una carriera molto interessante: lui coinvolto in tantissimi e vari progetti che lo vedono sperimentarsi come regista, attore, produttore, al cinema e in tv, lei con ruoli ben scelti, ultimamente calibrati, che nel 2012 le hanno portato l’Oscar danon protagonista.

Per quello che vi riguarda quali sono i migliori e i peggiori presentatori degli Oscar degli ultimi anni?

Oscar: i film quotati che non sono andati da nessuna parte

TCi sono dei film che alla loro uscita al cinema cominciano ad essere acclamati da pubblico e critica, dei film che mirano dritti all’Oscar. Ma tante volte questi film non vanno da nessuna parte, e le vie dei premi, soprattutto degli Academy Awards, sono del tutto indecifrabili.

E così abbiamo dei film che, pur con una partenza al fulmicotone, si sgonfiano fino a non essere nemmeno considerati dall’Academy. Quest’anno ad esempio Unbroken, l’acclamato biopic diretto da Angelina Jolie, è stato snobbato dai Golden Globes. Cosa accadrà più avanti?

Di seguito vi mostriamo dieci film che, all’uscita, dovevano arrivare agli Oscar e che invece non sono riusciti a portare a casa nessun premio.

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Oscar: i costumi più iconici nella storia degli Academy Awards

Oscar: i costumi più iconici nella storia degli Academy Awards

Dall’abito verde di Via Col Vento al grande cappello di My Fair Lady, fino ai lustrini di Moulin Rouge e de Il Grande Gatsby. La storia dei migliori costumi agli Oscar annovera tantissimi outfit immortali e Stylight li ha messi insieme e catalogato per tutti gli appassionati di cinema e di moda.

Eccoli di seguito!

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Collaborazioni con grandi brand, influenza sul mondo della moda, abiti conservati nei più importanti musei del mondo o venduti all’asta per cifre astronomiche: a questo link potrete trovare tutte le curiosità su questi straordinari e iconici costumi da Oscar.

Oscar: i 15 momenti indimenticabili della storia del premio

In attesa degli Oscar 2018, che si svolgeranno al Dolby Theatre il prossimo 4 Marzo, ecco di seguito alcuni dei momenti, nel corso degli ultimi 89 anni, che hanno segnato la storia dei premi Oscar.

Oscar 2018 nominationecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Nel corso degli anni sono stati abbattuti muri etnici, superati momenti imbarazzanti e segnate anche alcune delle pagine più “misteriose” della storia dei prestigiosi premi.

Ecco i 15 momenti che hanno fatto la storia degli Oscar

1940: Hattie McDaniel è il primo premio Oscar afroamericano

Soltanto nel 1940 l’Academy Awards assegnò un premio Oscar a un’attrice di colore. La prescelta fu Hattie McDaniel per Via Col Vento, nella categoria migliore non protagonista. Tuttavia, nonostante il suo status di vincitrice, non è stata risparmiata dall’umiliazione di sedersi separatamente rispetto agli altri membri del cast e da feroci critiche. Sarebbero passati altri 51 anni per replicare il risultato, Whoopi Goldberg che vinse per il suo ruolo di supporto in Ghost. Nel 1964 Sidney Poitier vinse il premio per il Migliore attore protagonista, primo uomo di colore nella storia, per il film I gigli del campo. Dopo 38 anni, Denzel Washington ha replicato il risultato con Training Day. Per il primo Oscar alla migliore attrice assegnato ad una interprete di colore, abbiamo aspettato invece fino al 2002, quando Halle Berry vinse la statuetta per Monster’s Ball. Non c’è ancora stata un’altra afroamericana a vincere lo stesso premio, anche se lo scorso anno Viola Davis portò a casa un meritatissimo Oscar da non protagonista.

1969: Barbra Streisand e Katharine Hepburn pareggiano

Per quanto possano sembrare scontati, i sistemi del voto agli Oscar hanno dato spesso risultati inaspettati e nel 1969 è capitato che il risultato fosse un pareggio. Katharine Hepburn e Barbra Streisand vinsero entrambe il premio per la migliore attrice protagonista. La presentatrice Ingrid Bergman rimase scioccata quando aprì la busta. Il pareggio è stato reso meno imbarazzante dal fatto che la Hepburn, che vinse per Il Leone d’Inverno, per sua abitudine, non partecipò alla premiazione, lasciando la Streisand a festeggiare nel momento della sua prima vittoria agli Oscar per Funny Girl.

1973: Sacheen Littlefeather rifiuta un Oscar a nome di Marlon Brando

Marlon Brando è stato premiato come miglior attore per il suo ruolo ne Il Padrino. Quindi, quando l’attrice e attivista dei nativi americani Sacheen Littlefeather si è presentata agli Oscar al suo posto è stata una grande sorpresa. Quello che aveva da dire era ancora più sorprendente. “Stasera rappresento Marlon Brando – disse Littlefeather – e mi ha chiesto di dirvi… che purtroppo non può accettare questo premio molto generoso, la ragione della sua scelta è il trattamento che li indiani d’America oggi subiscono nell’industria cinematografica.” Il suo discorso venne accolto da un misto di fischi e applausi; poco tempo dopo Littlefeather dichiarò: “John Wayne era sul retro, pronto a farmi andar via dal palco.”

1974: Robert Opel nudo sul palcoscenico degli Oscar

Proprio mentre l’attore David Niven stava per presentare Elizabeth Taylor, Robert Opel ha attraversato il palco completamente nudo. Niven riuscì a replicare freddamente all’apparizione: “Non è affascinante pensare che probabilmente l’unica risata che l’uomo riuscirà a ricevere mai nella sua vita sarà stata spogliandosi e mostrando i suoi difetti?”. Fu forse più scioccante il fatto che Opel non venne arrestato o addirittura cacciato dallo spettacolo. Infatti, ha tenuto una conferenza stampa, dicendo ai giornalisti: “La gente non dovrebbe vergognarsi di essere nuda in pubblico. Inoltre, è un modo infernale per iniziare una carriera”.

1993: Susan Sarandon, Tim Robbins e Richard Gere sono banditi a vita… più o meno

Susan Sarandon, Tim Robbins e Richard Gere hanno usato la loro presenza sul palcoscenico degli Oscar per parlare delle cause politiche care ai loro cuori. (Sarandon e Robbins hanno parlato del trattamento degli haitiani sieropositivi, mentre Richard Gere ha denunciato l’invasione del Tibet da parte della Cina). Il clamore suscitato dalla politicizzazione degli Academy Awards ha fatto sì che tutti e tre fossero banditi a vita dallo spettacolo. Questo divieto è scomparso, tuttavia, quando Sarandon ha vinto per la migliore attrice nel 1996 per Dead Man Walking, seguita dalla vittoria di Robbins come miglior attore non protagonista nel 2004 per Mystic River. Nessuna notizia sul fatto che il divieto di Richard Gere sia stato misteriosamente rimosso…

1993: Marisa Tomei vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista

Marisa Tomei era una contendente nella corsa agli Oscar del 1993; ha interpretato la sfacciata, rumorosa Mona Lisa Vito nella commedia Mio cugino Vincenzo, che non è esattamente il tipico film da Oscar. Inoltre, si trovava di fronte a potenze teatrali come Judy Davis, Vanessa Redgrave e Miranda Richardson. Sembrava impossibile per lei vincere, eppure fu proprio il suo nome che venne annunciato da Jack Palance. La vittoria di Tomei fu così inaspettata che ci furono voci insistenti sul fatto che Palance avesse sbagliato nome, ma l’Academy e persino gli esigenti contabili che verificano i risultati negarono con veemenza.

1999: Shakespeare in Love batte Salvare il soldato Ryan come miglior film

Uno dei più grandi sconvolgimenti della storia degli Oscar fu la vittoria del premio a Miglior film di Shakespeare in Love, il film storico/romantico interpretato da Gwyneth Paltrow (anche lei vincitrice, contro la Cate Blanchett di Elizabeth)e Joseph Fiennes. Il film riuscì a portare a casa il premio più importante, quando in gara c’erano Elizabeth, Salvate il soldato Ryan, La sottile linea rossa e La vita è bella. Un mistero per tutti ancora oggi.

1999: Roberto Benigni salta sulle sedie e sale sul palco

L’attore-regista italiano Benigni ha portato a casa il premio al miglior film in lingua straniera per il suo lavoro nello straziante La vita è bella, oltre a quello come migliore attore protagonista. Benigni era così eccitato quando Sophia Loren lo annunciò come il vincitore che (con un piccolo aiuto da Steven Spielberg) si alzò in piedi sulla sua sedia e agitò le mani come manifestazione di pura gioia. Saltando a pie’ pari i gradini del palco, è poi corso ad abbracciare la Loren.

2006: Crash batte I segreti di Brokeback Mountain

I Segreti di Brokeback Mountain era il favorito agli Oscar 2006, ma Crash di Paul Haggis vinse a sorpresa il premio al Miglior Film. Certo, Ang Lee vinse per la regia, ma il volto storidito di Jack Nicholson che annuncia la vittoria del film di Haggis non ha prezzo. A oggi Crash è ricordato come il peggior film film ad essere mai arrivato sul tetto di Hollywood.

2009: Heath Ledger vince un Oscar postumo

È stato un momento agrodolce l’annuncio della vittoria di Heath Ledger come migliore non protagonista agli Oscar 2009. L’attore ha conquistato il premio per la sua interpretazione del Joker ne Il Cavaliere Oscuro. Il premio venne ritirato dai genitori e dalla sorella al posto della figlia Matilda, detentrice adesso del premio, che all’epoca aveva solo tre anni.

2010: La prima Migliore regista

Kathryn Bigelow è stata la prima donna nella storia degli Oscar e vincere la statuetta come migliore regista. La prima in 80 anni di premio, su appena quattro nominate: Lina Wertmuller nel 1977 per Pasqualino Settebellezze; Jane Campion nel 1994 per Lezioni di piano; Sofia Coppola nel 2004 per Lost in Translation; e appunto Kathryn Bigelow nel 2010 per The Hurt Locker. Quest’anno si unisce al ristretto club anche Greta Gerwing per Lady Bird. Nel 2010 la Bigelow ha battuto la concorrenza di James Cameron per Avatar, Quentin Tarantino per Bastardi senza gloria, Lee Daniels per Precious e Jason Reitman per Tra le nuvole.

2011: Melissa Leo ha pronunciato la parola con la F

La migliore attrice non protagonista Melissa Leo vinse nel 2011 per il suo ruolo in The Fighter, ma il titolo del film non fu la sola parola con la F che si sentì quella sera, durante il suo discorso. “Quando ho visto Kate [Winslet] due anni fa, sembrava così fottutamente facile!” Chiaramente la parolaccia è stata prontamente beepata su tutti i video, ma live fu un vero momento di imbarazzo, la prima volta nella storia che the F-word venne pronunciata sul palco degli Oscar.

2013: Jennifer Lawrence cade

Jennifer Lawrence
Actress Jennifer Lawrence falls as she walks up the steps to accept the award for best actress for her role in “Silver Linings Playbook” at the 85th Academy Awards in Hollywood, California February 24, 2013. REUTERS/Mario Anzuoni (UNITED STATES TAGS:ENTERTAINMENT) (OSCARS-SHOW)

Jennifer Lawrence probabilmente sarebbe d’accordo sul fatto che questa gaffe l’ha resa celebre quasi quanto i suoi film e i suoi premi. Mentre saliva le scale per andare a prendere la sua statuetta dalle mani di Jean Dujardin, l’attrice è inciampata nel voluminoso abito Dior. La caduta improvvisa le è valsa una standing ovation. “Voi ragazzi siete semplicemente in piedi perché vi sentite male che sono caduta – ha scherzato nel suo discorso di accettazione.

2014: John Travolta presenta Adele Dazeem

https://www.youtube.com/watch?v=rECG1Wlb-lA

John Travolta ha presentato nel 2014 la performance di Indina Menzel che cantava Let it go, canzone vincitrice dell’Oscar di categoria. Tuttavia qualcosa è andato storto e l’attore e Travolta ha annunciato tale Adele Dazeem. L’anno successivo la cantante si è presa la sua rivincita, presentando Glom Gazingo: proprio il nostro John.

2017: Moonlight vince il miglior film dopo che La La Land è stata erroneamente annunciata

L’annuncio del miglior film è sempre il culmine eccitante di una lunga e sfavillante notte di premi. Ma nel 2017 è stato ancora più sorprendente del solito. Il presentatore Warren Beatty ha letto il vincitore sbagliato, La La Land, dopo aver erroneamente ricevuto la busta sbagliata, un duplicato di quella della Migliore Attrice (Emma Stone – La la Land). Solo dopo che il cast e la troupe del film sono arrivati ​​sul palco l’errore è stato corretto, e il produttore di La La Land, Jordan Horowitz, ha preso il microfono per dire “Mi dispiace, c’è un errore. Moonlight, voi ragazzi avete vinto per il film migliore”.

Oscar: i 10 più grandi titoli che hanno vinto per il Miglior Film

Nell’attesa di scoprire i prossimi vincitori dei  91° Academy Awards, gli Oscar 2019, durante la cerimonia che si terrà il 24 Febbraio, ripercorriamo il passato ricordando i 10  più grandi titoli capaci di conquistare l’ambita statuetta del Miglior Film.

Via col Vento (1939)

Vincitore di 10 premi Oscar (tra cui Miglior film, regia, attrice protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura, fotografia, scenografia e montaggio), Via col Vento mi se a segno una serie di record, come il numero di statuette conquistate che per l’epoca era inusuale e il primo riconoscimento di tale portata ad un’interprete di colore (Hattie McDaniel).

Il film diretto da Victor Fleming con Clark Gable e Vivien Leigh riscontrò lo stesso successo nel pubblico, riuscendo a restare in vetta alla classifica dei maggiori incassi della storia del cinema per più di venticinque anni. Furono diverse le riedizioni, che permisero alla pellicola di radicarsi fortemente nella cultura popolare e di rappresentare ancora oggi uno dei migliori titoli di sempre.

Eva contro Eva (1950)

Nominato a ben 14 premi Oscar (questo record viene eguagliato, nel 1998, da Titanic di James Cameron e nel 2017 da La La Land di Damien Chazelle), Eva contro Eva riuscì a conquistarne “soltanto” 6, ovvero Miglior Film, Regia, Attore non protagonista, Sceneggiatura non originale, Costumi e Sonoro.  Piccolo aneddoto, che i cinefili più appassionati conosceranno: la pellicola di Mankiewicz è l’unica, nella storia del cinema, ad aver ricevuto quattro candidature per le interpretazioni femminili: Bett Davis e Anne Baxter come protagoniste, Celeste Holm e Thelma Ritter come non protagoniste.

Viene considerato ancora oggi un capolavoro della settima arte, citato a più riprese da diversi titoli contemporanei, ed è stato uno dei primi 50 film ad essere selezionato per la conservazione dal National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1990. Attualmente si colloca alla ventottesima posizione della classifica dei 100 migliori film americani di tutti i tempi.

The Hurt Locker (2008)

Unico titolo della lista diretto da una donna, The Hurt Locker esce nel 2008 e conquista, qualche mese più tardi, 6 prestigiosi riconoscimenti durante la cerimonia degli Academy Awards:  la pellicola di Kathryn Bigelow, racconto al cardiopalma dell’esperienza in Iraq di un gruppo di artificieri dell’esercito americano, vince come Miglior Film, Regia, Sceneggiatura originale, Montaggio, Sonoro e Montaggio sonoro.

La Bigelow è stata la prima regista donna della storia a vincere l’ambita statuetta, strappandola di mano all’ex marito James Cameron nell’anno in cui Avatar era in gara con 9 nomination.

Titanic (1997)

Il kolossal che lanciò definitivamente le carriere di Leonardo DiCaprio e Kate Winslet conquista nel 1997 ben 11 premi Oscar (oggi il record è detenuto soltanto da un altro titolo, Il signore degli anelli: Il ritorno del Re): Titanic vince nelle categorie Miglior film, Regia, Fotografia, Scenografia, Costumi, Montaggio, Sonoro, Montaggio sonoro, Effetti speciali, Colonna sonora e Canzone originale.

Dopo Avatar, è ad oggi il secondo film con il maggiore incasso nella storia del cinema nonché uno dei cento migliori film americani di tutti i tempi.

Accadde una notte (1934)

Indimenticabile capolavoro di Frank Capra, Accadde una notte segna la storia diventando il primo film a vincere nelle cinque maggiori categorie degli Oscar, ovvero miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e attrice protagonista. Il record venne “abbattuto” nel 1975 da Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman.

Oggi si trova al quarantaseiesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi della storia secondo l’American Film Institute.

Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re (2003)

Non c’è ragione che non ci porti ad affermare che Il signore degli anelli: Il ritorno del Re abbia cambiato radicalmente la storia del cinema e del genere fantasy in particolare: il capitolo conclusivo della trilogia tratta dalla saga di J.R.R.Tolkien e diretta da Peter Jackson: uscito nel 2003, il film conquista undici statuette durante la cerimonia degli Academy Awards (eguagliando il record di Ben-Hur), tra cui Miglior Film, Regia, Sceneggiatura, Costumi, Colonna Sonora ed Effetti Speciali.

Acclamato dalla critica e accolto ancora più positivamente dal pubblico in sala, Il ritorno del Re occupa oggi la posizione nero 21 della classifica dei titoli con il maggiore incasso nella storia, con oltre 1 miliardo di dollari incassati nel mondo.

I migliori anni della nostra vita (1946)

Nel 1946 il film che raccontava lo stress post traumatico dei veterani della seconda guerra mondiale prima ancora che il disturbo venisse in qualche modo “approvato” dalla medicina moderna, riuscì a conquistare – con merito – otto statuette, tra cui i due premi storici e senza precedenti allo stesso interprete, Harold Russell.

Gli altri premi riconosciuti a I migliori anni della nostra vita furono Miglior Film, Regia a William Wyler, Attore protagonista, Sceneggiatura originale, Montaggio e Colonna sonora.

Casablanca (1942)

Photo by Popperfoto/Getty Images

Avrà vinto “soltanto” tre premi Oscar (Film, Regia e Sceneggiatura Non originale), eppure tutti conoscono Casablanca, l’hanno visto e amato, perché rimane ancora oggi un intramontabile classico del cinema hollywoodiano.

Nel 2008, secondo quanto dice la lista aggiornata, la pellicola diretta da Michael Curtiz e interpretata da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, resta saldamente al terzo posto della classifica dei migliori film statunitensi di tutti i tempi per l’American Film Institute.

Lawrence d’Arabia (1962)

Come non inserire in questa lista il kolossal di David Lean che nel 1962 portò a casa sette premi Oscar, tra cui Miglior Film, Regia, Sceneggiatura e Colonna sonora? Lawrence d’Arabia si trova attualmente al terzo posto dell

a classifica dei migliori cento titoli del cinema britannico del ventesimo secolo (selezionati dal British Film Institute), con il ruolo che lanciò definitivamente la carriera di Peter O’Toole.

Il Padrino (1972)

Cosa dire di questo capolavoro assoluto della storia del cinema che non sia già stato scritto? Nel 1972 Il Padrino, primo capitolo della trilogia firmata da Francis Ford Coppola, incassa 135 milioni di dollari, infrangendo così il record detenuto da Via col Vento, e successivamente conquista tre premi oscar (su 10 candidature), ovvero Miglior film, Attore protagonista (Marlon Brando si rifiutò di ritirare la statuetta durante la cerimonia come segno di protesta contro le ingiustizie verso le minoranze e i nativi americani) e Sceneggiatura non originale.

Fonte: Variety

Oscar: gli sci-fi che hanno vinto almeno un Academy Awards

Oscar: gli sci-fi che hanno vinto almeno un Academy Awards

Gli Academy Awards non sono troppo generosi con i film di genere, ma qualche volta capita, specialmente nelle categorie tecniche, che l’Oscar vada proprio a un film che, chiaramente, ha maggiore bisogno di trucchi o effetti (speciali o visivi che siano). Di seguito ecco i 15 film di fantascienza, sci-fi, che hanno conquistato almeno una statuetta.

Star Trek (2009)

Miglior trucco

La Mosca

Miglior trucco

La guerra dei mondi (1953)

Migliori effetti speciali

L’uomo che visse nel futuro

Migliori effetti speciali

Alien

Migliori effetti visivi

Atto di forza (1990)

Special Achievement Award – premio Oscar speciale per gli effetti visivi

La fuga di Logan 

Special Achievement Award – premio Oscar speciale per gli effetti visivi

2001 Odissea nello spazio

Migliori effetti speciali e visivi

Il pianeta delle scimmie (1968)

Oscar onorario per il trucco

The Abyss

Migliori effetti visivi

Men in Black

Miglior trucco

Ritorno al futuro

Miglior montaggio sonoro

Viaggio allucinante

Miglior scenografia e Miglior effetti visivi

Robocop

Special Achievement Award – montaggio sonoro

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Special Achievement Award – montaggio sonoro e Miglior fotografia

Oscar 2017: le nomination della 89ª edizione

Oscar: gli eredi di Joseph Wright vendono la statuetta, l’Academy fa loro causa

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Oscar 2015L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha citato in giudizio la case d’aste Briarbrook Auctions, insieme agli eredi di Joseph Wright, celebre art director di Hollywood e vincitore di due statuette nel 1942 per Sono un disertore e Follie di New York. I soggetti in questione sono stati infatti accusati dall’Academy di aver venduto le prestigiose statuette, stando a quanto riporta The Hollywood Reporter.

Nell’atto, depositato martedì scorso presso la Corte Suprema di Los Angeles, l’Academy ha affermato che la vendita dell’Oscar al compratore anonimo ha violato le regole stesse dell’organizzazione, che vieta ai vincitori di vendere o riciclare in altro modo la statuetta, senza assegnare all’Academy stessa un diritto di prelazione per l’acquisto, che ammonta a 1o dollari.

L’Academy è nota per aver intrapreso altre azioni legali del genere in passato. Da parte sua, la casa d’aste Briarbrook Auctions non ha rilasciato nessun commento per il momento.

Fonte: Time.com

Oscar: dov’erano i candidati di Boyhood nel 2002?

Richard Linklater, Ethan Hawke e Patricia Arquette hanno percorso una lunga strada da quando il film ha iniziato le riprese.

Nominato a sei Academy Awards, Boyhood, risultato dal lavoro di 12 anni, dal 2002 al 2013, è sicuramente uno dei film più apprezzati del 2014.

Alla cerimonia concorrerà per miglior film, miglior regista (Richard Linklater), miglior attore non protagonista (Ethan Hawke), miglior attrice non protagonista (Patricia Arquette), migliore sceneggiatura originale (Linklater) e Miglior Montaggio (Sandra Adair).

Mentre Hawke aveva già avuto un assaggio della gloria da Oscar prima di intraprendere il lungo progetto, al momento di inizio riprese Linklater e Arquette dovevano ancora ricevere l’ambita nomination.

boyhood cast

Quando le riprese iniziarono nel 2002, Ethan Hawke era la stella più riconoscibile della squadra Boyhood, fresco di una nomination come miglior attore non protagonista per Training Day (2001) e con già più di 15 anni di esperienza nel mondo del cinema. Hawke aveva inoltre già lavorato con Linklater in Prima dell’alba – Before Sunrise (1995), Newton Boys (1998), Tape (2001) e Waking Life (2001).

Patricia Arquette era ancora a pochi anni di distanza dalla serie Medium (vinse anche un Emmy nel 2005). Quando si è unita al cast di Boyhood nel 2002, il premio vinto più recente era un Razzie Award come peggior attrice non protagonista per Little Nicky – Un diavolo a Manhattan con Adam Sandler (2000). Il suo momento più vicino agli Oscar fu nel 1996, quando l’allora marito Nicolas Cage la ringraziò durante il suo discorso dopo aver vinto come miglior attore per Via da Las Vegas.

Il regista Richard Linklater era già un’icona indie grazie a Slacker (1991), nominato per il Gran Premio della Giuria – sezione film drammatici al Sundance Film Festival, e La vita è un sogno – Dazed and Confused (1993), quando cominciò a lavorara a Boyhood. Oltre alle già citate collaborazioni con Hawke, Linklater aveva anche diretto SubUrbia (1996).

Fonte: The Hollywood Reporter

Oscar: Christopher Nolan paragona il ruolo di Oppenheimer di Cillian Murphy al Joker di Heath Ledger

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Christopher Nolan ha rivelato che vedere Cillian Murphy trasformarsi in J. Robert Oppenheimer gli ha ricordato quando ha visto Heath Ledger trasformarsi nel Joker del Il Cavaliere Oscuro. Parlando con Variety, Nolan ha reagito alla recente nomination all’Oscar di Cillian Murphy per la sua interpretazione in Oppenheimer nel 2023.

Era già dalle prove di trucco e parrucco, che giriamo in Imax e in bianco e nero“, ha detto Nolan. “Si inizia a vedere l’attore che dà vita a un’icona, mettendosi il cappello, la sigaretta all’angolo della bocca. Si inizia a vedere come si muove. È un momento emozionante. Lo è in ogni film. Vedere Cillian mettere insieme questa iconografia mi ha ricordato le mie prove di trucco e parrucco con Heath Ledger per il Joker“.

Come ha reagito Cillian Murphy alla nomination agli Oscar per Oppenheimer di Christopher Nolan?

Cillian Murphy, nel frattempo, ha detto che si trovava a casa sua in Irlanda quando ha saputo di aver ricevuto una nomination all’Oscar per il suo ruolo, affidatogli da Christopher Nolan, di Oppenheimer.

Le parole non rendono giustizia“, ha detto Murphy a proposito della sua nomination. “Credo che i superlativi non bastino a questo punto. Sono davvero onorato e un po’ sopraffatto. Ma soprattutto orgoglioso del film e del fatto che abbia ottenuto così tanto. Ha superato tutte le nostre aspettative, di tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo film. Mi capita sempre che la gente venga da me per strada e mi dica: “Ho visto il film cinque volte. E poi si tratta di persone anziane, giovani e ragazzi e ragazze. È pazzesco. E poi essere riconosciuti dall’Academy come lo siamo stati noi, è semplicemente sbalorditivo”.

Cillian Murphy ha detto di aver festeggiato la nomination, di cui è venuto a conoscenza mentre si trovava a casa sua in Irlanda, con una tazza di tè e una fetta di torta. “È stato molto bello“, ha aggiunto. “Mia madre ha fatto un pan di Spagna. Era molto gustoso“.

Gli altri candidati all’Oscar 2024 come attore protagonista sono Bradley Cooper per Maestro, Colman Domingo per Rustin, Paul Giamatti per The Holdovers e Jeffrey Wright per American Fiction.

Oppenheimer, invece, è stato nominato anche per Miglior film, Attore non protagonista, Attrice non protagonista, Fotografia, Costumi, Regia, Montaggio, Trucco e acconciature, Musica (colonna sonora originale), Scenografia, Suono e Scrittura (sceneggiatura non originale). I vincitori saranno annunciati domenica 10 marzo 2024.

Oscar: chi sono i registi che hanno ricevuto più nomination?

La notte degli Oscar si avvicina: domenica 27 marzo si svolgerà l’attesa premiazione. Quest’anno, i registi candidati sono nomi importanti: Ryūsuke Hamaguchi (Drive my car), Kenneth Branagh (Belfast), Paul Thomas Anderson (Licorice Pizza), Jane Campion (Il potere del cane) e Steven Spielberg (West Side Story). Per alcuni di loro non è la prima volta.

Ma chi sono i registi che, nel XXI Secolo, hanno ricevuto il numero più alto di candidature agli Oscar? Ci sono tanti autori che hanno fatto tripletta e, solo uno che è riuscito a concorrere per ben otto volte. Vediamoli tutti.

Paul Thomas Anderson – 3 nomination agli Oscar

Paul-Thomas-Anderson-OscarNel 2007, Paul Thomas Anderson è stato nominato agli Oscar come Miglior regista con il film Il petroliere. Dieci anni dopo, la nomination è arrivata per il dramma Il filo nascosto e quest’anno è il turno di Licorice Pizza. Se si sommano le cinque candidature per la Miglior sceneggiatura e le tre per la categoria Miglior film, Anderson arriva ad un totale di 11 nomination da parte dell’Academy. Purtroppo, fino ad ora il regista non ha ottenuto l’ambita statuetta.

Anderson è noto principalmente per i suoi drammi psicologici. Oltre ai film per cui è stato nominato alla regia, ha anche ricevuto l’attenzione degli Oscar per Boogie Nights – L’altra Hollywood, Magnolia e Vizio di forma. Per Reddit Anderson è uno dei migliori registi di tutti i tempi.

David Fincher – 3 nomination come Miglior regista

David-Fincher

Il curioso caso di Benjamin Button (2008), The Social Network (2010) e Mank (2020): David Fincher è stato candidato come Miglior regista per ben tre volte e ha concorso con film diventati presto iconici. A queste nomination, se ne aggiungono altre 7, ricevute dai suoi film per le varie categorie degli Oscar.

Dall’opera prima Alien 3 fino ad oggi, Fincher è diventato un regista noto per film come Se7en, Fight Club e Zodiac. I suoi lungometraggi piacciono alla critica e al grande pubblico: 10 lavori su 11 hanno ottime valutazioni su Rotten Tomatoes.

David O. Russell – 3 volte candidato agli Oscar

Bradley CooperQuattro degli ultimi cinque film di Russell sono stati nominati per gli Oscar. È stato candidato come Miglior regista nel 2011 per The Fighter, nel 2010 per Il lato positivo – Silver Linings Playbook e nel 2013 con American Hustle – L’apparenza inganna. David O. Russell ha anche in elenco due nomination per la sceneggiatura.

Il regista ha inoltre diretto sette persone nominate agli Oscar, tre dei quali vincitori: Christian Bale e Melissa Leo per The Fighter e Jennifer Lawrence ha ottenuto la statuetta per Silver Linings Playbook.

Alexander Payne – 3 nomination come Miglior regista

Alexander Payne ha diretto sette lungometraggi candidati agli Oscar. È stato nominato come Miglior regista per Sideways – In viaggio con Jack del 2004, Paradiso amaro del 2011 e Nebraska del 2013. Ha inoltre concorso una volta nella categoria Miglior film e tre volte per la sceneggiatura, vincendo due statuette.

Con l’opera prima La storia di Ruth, donna americana, Alexander Payne si è spianato la strada per i film successivi Election (1999) e A proposito di Schmidt (2002), riuscendo a mantenere sempre il suo stile e il suo humor nero degli anni Novanta anche nei film più recenti.

Stephen Daldry – 3 volte candidato agli Oscar

stephen-daldry

Tutti conoscono Stephen Daldry per Billy Elliot, film che tra l’altro gli ha portato una candidatura agli Oscar nel 2000. Ma non è l’unica nomination: Daldry ha concorso come Miglior regista anche con The Hours nel 2002 e con The Reader – A voce alta nel 2008. In aggiunta, Daldry ha vinto tre Tony Awards.

Il regista ha diretto in tutto sei lungometraggi nominati agli Oscar: con Nicole Kidman ha vinto per il suo The Hours e con Kate Winslet per The Reader – A voce alta. Daldry ha anche diretto un adattamento teatrale del suo film Billy Elliot.

Steven Spielberg – 8 nomination, 3 nel XXI Secolo

Steven SpielbergÈ uno dei registi più amati e più famosi di tutti i tempi: Steven Spielberg è stato nominato come Miglior Regista per ben otto volte. Nel 1978 ha concorso con Incontri ravvicinati del terzo tipo, nel 1982 con I predatori dell’arca perduta e nel 1983 con E.T. l’extra-terrestre. Negli anni Novanta, Spielberg ha vinto due Oscar come miglior regista: 1994 con Shinder’s list e nel 1999 con Salvate il soldato Ryan. Nel XXI Secolo sono arrivate altre tre candidature: nel 2006 con Munich, nel 2013 con Lincoln e infine quest’anno con West Side Story.

Spielberg ha dei numeri da capogiro: è stato nominato per 19 Academy Awards, 11 volte per il miglior film. Ha girato 14 film nominati agli Oscar. Ha diretto le prestazioni da Oscar come quella di Daniel Day-Lewis in Lincoln o quella di Ariana DeBose, concorrente quest’anno per il premio di Miglior attrice non protagonista.

Clint Eastwood – 3 volte nominato agli Oscar

Clint Eastwood

Clint Eastwood è stato nominato per 11 Oscar. Le tre nomination come Miglior regista risalgono a prima del 2000 e sono state per i film Unforgiven (1992), Mystic River (2003), Million Dollar Baby (2004) e Lettere da Iwo Jima (2006). Ha vinto due volte, per Million Dollar Baby e precedentemente per Unforgiven. Per gli stessi due lungometraggi, Eastwood ha anche vinto il premio Miglior film.

Ha diretto 14 film nominati agli Oscar e cinque vincitori di Oscar (Gene Hackman in Unforgiven, Sean Penn e Tim Robbins in Mystic River, Hilary Swank e Morgan Freeman in Million Dollar Baby.

Alejandro González Iñárritu – 3 nomination per la Miglior regia

Alejandro González IñárrituAlejandro González Iñárritu è stato nominato tre volte: per Babel del 2006, per Birdman del 2014 e per The Revenant – Redivivo del 2015. Ha vinto come Miglior regista per gli ultimi due. Con Birdman, ha anche vinto nella categoria Miglior film e Miglior sceneggiatura originale. Nel 2018 ha anche ricevuto un Oscar Special Achievement Award per Carne y Arena.

Iñárritu ha diretto dieci film nominati agli Oscar e ha vinto con Leonardo DiCaprio per The Revenant. Il suo nuovo lungometraggio, Bardo, se uscirà nel 2022, sarà il primo film di Iñárritu nell’arco di sette anni.

Ang Lee – 3 volte candidato agli Oscar

Ang-Lee-Oscar

Ang Lee è stato nominato agli Oscar nel 2000 con La tigre e il dragone e ha vinto il premio Miglior regia nel 2005 con I segreti di Brokeback Mountain e nel 2012 per Vita di PiLee è stato nominato per un totale di otto Oscar, vincendone tre. Ha inoltre diretto cinque lungometraggi nominati agli come Miglior film.

Martin Scorsese – 6 nomination in vent’anni

Martin-Scorsese

Martin Scorsese è il secondo regista con il maggior numero di nomination agli Oscar: con nove candidature, si piazza dopo Billy Wilder. Sei delle nomination di Scorsese sono avvenute in questo secolo. Le candidature sono state per Gangs of New York del 2002, The Aviator del 2004, The Departed del 2006, Hugo Cabret del 2011, The Wolf of Wall Street del 2013 e The Irishman del 2019. Scorsese ha vinto il premio con The Departed.

È stato nominato per 14 Oscar totali. Scorsese ha diretto 24 spettacoli nominati dall’Academy e cinque attori da statuetta d’oro: Ellen Burstyn in Alice non abita più qui, Robert DeNiro in Toro scatenato, Paul Newman in Il colore dei soldi, Joe Pesci in Goodfellas, e Cate Blanchett in The Aviator.

Oscar: annunciati i nuovi membri dell’Academy, c’è anche Favino

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Oscar: annunciati i nuovi membri dell’Academy, c’è anche Favino

Sono 819 i nuovi nomi che l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha invitato tra attori, registi, produttori e addetti ai lavori ad entrare a far parte del gruppo, diventando a tutti gli effetti nuovi membri dell’Academy, e quindi tra coloro che assegnano i premi Oscar.

Trai nuovi membri ci sono diversi italiani trai quali, superstar sulla cresta dell’onda, spicca Pierfrancesco Favino. Oltre a lui sono stati invitati ad essere membri dell’Academy anche il direttore della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera e il neo direttore del Festival di Berlino Carlo Chatrian, le registe Francesca Archibugi, Cristina Comencini, Maria Sole Tognazzi, i montatori Francesca Calvelli, Roberto Perpignani, i costumisti Nicoletta Ercole, Massimo Cantini Parrini, la truccatrice Esmè Sciaroni, i compositori Andrea Guerra e Lele Marchitelli, le scenografe Livia Borgognoni e Paola Comencini, le animatrici Emanuela Cozzi e Giovanna Ferrari, il tecnico del suono Adriano Di Lorenzo, il tecnico degli effetti digitali Luca Fascione, l’ufficio stampa Claudia Tomassini e la produttrice Elda Ferri.

Di seguito, la lista completa di nuovi invitati pubblicata da Variety:

Actors

Yalitza Aparicio – “Roma”
Awkwafina – “The Farewell,” “Crazy Rich Asians”
Zazie Beetz – “Joker,” “High Flying Bird”
Alia Bhatt – “Gully Boy,” “Raazi”
Bobby Cannavale – “The Irishman,” “The Station Agent”
Choi Woo-Shik – “Parasite,” “The Divine Fury”
Zendaya Coleman – “Spider-Man: Far from Home,” “The Greatest Showman”
Tyne Daly – “The Ballad of Buster Scruggs,” “Spider-Man: Homecoming”
Mackenzie Davis – “Terminator: Dark Fate,” “Tully”
Ana de Armas – “Knives Out,” “Blade Runner 2049”
Kaitlyn Dever – “Booksmart,” “Detroit”
Cynthia Erivo* – “Harriet,” “Widows”
Pierfrancesco Favino – “The Traitor,” “Rush”
Beanie Feldstein – “Booksmart,” “Lady Bird”
Zack Gottsagen – “The Peanut Butter Falcon”
David Gyasi – “Maleficent: Mistress of Evil,” “Interstellar
Adèle Haenel – “Portrait of a Lady on Fire,” “BPM (Beats Per Minute)”
Kelvin Harrison Jr. – “Waves,” “Luce”
Brian Tyree Henry – “If Beale Street Could Talk,” “Widows”
Huang Jue – “Long Day’s Journey into Night,” “The Lady in the Portrait”
Jang Hye-Jin – “Parasite,” “Poetry”
Jo Yeo-Jeong – “Parasite,” “The Target”
Udo Kier – “The Painted Bird,” “Shadow of the Vampire”
Lee Jung-Eun – “Parasite,” “Okja”
Eva Longoria – “Overboard,” “Harsh Times”
Natasha Lyonne – “Honey Boy,” “American Pie”
Tzi Ma – “The Farewell,” “Arrival”
George MacKay – “1917,” “Captain Fantastic”
Tim McGraw – “Country Strong,” “The Blind Side”
Thomasin McKenzie – “Jojo Rabbit,” “Leave No Trace”
Ben Mendelsohn – “Ready Player One,” “Animal Kingdom”
Rob Morgan – “Just Mercy,” “Mudbound”
Niecy Nash – “Downsizing,” “Selma”
Genevieve Nnaji – “Lionheart,” “Road to Yesterday”
Park So-Dam – “Parasite,” “The Priests”
Teyonah Parris – “If Beale Street Could Talk,” “Chi-Raq”
Florence Pugh – “Little Women,” “Lady Macbeth”
Hrithik Roshan – “Super 30,” “Jodhaa Akbar”
James Saito – “Always Be My Maybe,” “Big Eyes”
Alexander Siddig – “Cairo Time,” “Syriana”
Lakeith Stanfield – “Knives Out,” “Sorry to Bother You”
Yul Vazquez – “Gringo,” “Last Flag Flying”
John David Washington – “BlacKkKlansman,” “Monsters and Men”

Olivia Wilde – “Meadowland,” “Rush”
Constance Wu – “Hustlers,” “Crazy Rich Asians”
Wu Jing – “The Wandering Earth,” “Wolf Warrior”
Zhao Tao – “Ash Is Purest White,” “Mountains May Depart”

Casting Directors

Orit Azoulay – “The Kindergarten Teacher,” “The Band’s Visit”
Libia Batista – “Eres Tú Papá?,” “Viva”
Javier Braier – “The Two Popes,” “Wild Tales”
Anja Dihrberg – “A Hidden Life,” “Clouds of Sils Maria”
Leïla Fournier – “BPM (Beats Per Minute),” “Eastern Boys”
Timka Grin – “With Mom,” “In the Land of Blood and Honey”
Des Hamilton – “Jojo Rabbit,” “Melancholia”
Carla Hool – “A Better Life,” “Sin Nombre”
Camilla-Valentine Isola – “The Man Who Killed Don Quixote,” “Goya’s Ghosts”
Tess Joseph – “Aladdin,” “Lion”
Julia Kim – “The Last Black Man in San Francisco,” “Starlet”
Eva Leira – “Pain and Glory,” “Biutiful”
Kirsty McGregor – “Lion,” “Animal Kingdom”
Yesi Ramirez – “The Hate U Give,” “Moonlight”
Yolanda Serrano – “Pain and Glory,” “Biutiful”
Nandini Shrikent – “Gully Boy,” “Life of Pi”
Magdalena Szwarcbart – “Cold War,” “Schindler’s List”
Toshie Tabata – “Shoplifters,” “Tokyo Tribe”
Sarah Teper – “BPM (Beats Per Minute),” “Eastern Boys”
Hila Yuval – “A Tale of Love and Darkness,” “Beaufort”

Cinematographers

Todd Banhazl – “Blow the Man Down,” “Hustlers”
Jarin Blaschke – “The Lighthouse,” “The Witch”
Nicola Daley – “Pin Cushion,” “I Am a Girl”
Óscar Faura – “Jurassic World: Fallen Kingdom,” “The Imitation Game”
Takeshi Hamada – “Sakura Guardian in the North,” “Departures”
Chayse Irvin – “BlacKkKlansman,” “Hannah”
Ron Johanson – “Freedom,” “The Woman Inside”
Polly Morgan – “Lucy in the Sky,” “The Truth about Emanuel”
Trent Opaloch – “Avengers: Endgame,” “District 9”
Larkin Seiple – “Luce,” “Kin”
Ken Seng – “Terminator: Dark Fate,” “Deadpool”
Vladimír Smutný – “The Painted Bird,” “Kolya”
Jörg Widmer – “A Hidden Life,” “Pina”
Jasper Wolf – “Instinct,” “Monos”
Katsumi Yanagijima – “Battle Royale,” “Dear Doctor”

Costume Designers

Massimo Cantini Parrini – “Dogman,” “Tale of Tales”
Choi Seyeon – “Parasite,” “Okja”
Lisy Christl – “White House Down,” “Anonymous”
Caroline De Vivaise – “Shadow of the Vampire,” “Germinal”
Nicoletta Ercole – “Letters to Juliet,” “Under the Tuscan Sun”
Catherine George – “Okja,” “Snowpiercer”
Danielle Hollowell – “Girls Trip,” “Undercover Brother”
Neeta Lulla – “Jodhaa Akbar,” “Devdas”
Eimer Ní Mhaoldomhnaigh – “Love & Friendship,” “Becoming Jane”
Dayna Pink – “Bumblebee,” “Seeking a Friend for the End of the World”
Dorota Roqueplo – “Hiszpanka,” “The Mill and the Cross”
Judy Shrewsbury – “High Life,” “Let the Sunshine In”
Amy Westcott – “Black Swan,” “The Wrestler”
Denise Wingate – “Live Free or Die Hard,” “Wedding Crashers”

Directors

Ali Abbasi – “Border,” “Shelley”
Levan Akin – “And Then We Danced,” “The Circle”
Francesca Archibugi – “A Question of the Heart,” “Tomorrow”
Ari Aster – “Midsommar,” “Hereditary”
Icíar Bolláin – “Even the Rain,” “Take My Eyes”
Kat Candler – “Hellion,” “Jumping off Bridges”
Felipe Cazals – “El Año de la Peste,” “Canoa: A Shameful Memory”
Cristina Comencini – “Latin Lover,” “Don’t Tell”
Sebastián Cordero – “Europa Report,” “Crónicas”
Terence Davies – “The House of Mirth,” “The Long Day Closes”
Sophie Deraspe – “Antigone,” “A Gay Girl in Damascus: The Amina Profile”
Mati Diop* – “Atlantics,” “A Thousand Suns”
Robert Eggers – “The Lighthouse,” “The Witch”
Luis Estrada – “The Perfect Dictatorship,” “Herod’s Law”
Sydney Freeland – “Deidra & Laney Rob a Train,” “Drunktown’s Finest”
Bette Gordon – “Handsome Harry,” “Variety”
Maggie Greenwald – “Sophie and the Rising Sun,” “The Ballad of Little Jo”
Megan Griffiths – “Sadie,” “The Night Stalker”
Alma Har’el – “Honey Boy,” “Bombay Beach”
Sterlin Harjo – “Mekko,” “Barking Water”
Kathleen Hepburn – “The Body Remembers When the World Broke Open,” “Never Steady, Never Still”
Jan Komasa – “Corpus Christi,” “Warsaw ’44”
Tamara Kotevska* – “Honeyland”
Alejandro Landes – “Monos,” “Porfirio”
John H. Lee – “Operation Chromite,” “71: Into the Fire”
Ladj Ly* – “Les Misérables”
Victoria Mahoney – “Yelling to the Sky”
Samira Makhmalbaf – “At Five in the Afternoon,” “The Apple”
Mai Masri – “3000 Nights,” “33 Days”
Akin Omotoso – “Vaya,” “Tell Me Sweet Something”
Matt Reeves – “Dawn of the Planet of the Apes,” “Cloverfield”
Ljubo Stefanov* – “Honeyland”
Elle-Máijá Tailfeathers – “The Body Remembers When the World Broke Open,” “ćəsnaʔəm, the city before the city”
Maria Tognazzi – “Me, Myself & Her,” “A Five Star Life”
Jorge Alí Triana – “Bolívar Soy Yo,” “A Time to Die”
Matthew Vaughn – “Kick-Ass,” “Layer Cake”
Lulu Wang* – “The Farewell,” “Posthumous”
Wash Westmoreland – “Still Alice,” “Quinceañera”
Andrés Wood – “Araña,” “Violeta Went to Heaven”

 Documentary

Shirley Abraham – “The Hour of Lynching,” “The Cinema Travellers”
Joelle Alexis – “The Green Prince,” “A Film Unfinished”
Cristina Amaral – “Um Filme de Verão (A Summer Film),” “Person”
Liran Atzmor – “King Bibi,” “The Law in These Parts”
Violeta Ayala – “Cocaine Prison,” “The Bolivian Case”
Julia Bacha – “Naila and the Uprising,” “Budrus”
Robert Bahar – “The Silence of Others,” “Made in L.A.”
Nels Bangerter – “Cameraperson,” “Let the Fire Burn”
Malek Bensmaïl – “The Battle of Algiers, a Film within History,” “La Chine Est Encore Loin (China Is Still Far)”
Sara Bernstein – “Rebuilding Paradise,” “The Inventor: Out for Blood in Silicon Valley”
Yael Bitton – “Advocate,” “Machines”
Garrett Bradley – “Time,” “Alone”
Salem Brahimi – “Abd El-Kader,” “Africa Is Back”
Vincent Carelli – “Martírio,” “Corumbiara: They Shoot Indians, Don’t They?”
Almudena Carracedo – “The Silence of Others,” “Made in L.A.”
Paola Castillo – “Beyond My Grandfather Allende,” “Genoveva”
Daniel Chalfen – “The Infiltrators,” “Silenced”
Chaowei Chang – “Chong Tian (The Rocking Sky),” “The Road to Fame”
Lisa Kleiner Chanoff – “Life Overtakes Me,” “Watchers of the Sky”
Alison Chernick – “Itzhak,” “Matthew Barney: No Restraint”
Kasper Collin – “I Called Him Morgan,” “My Name Is Albert Ayler”
Inadelso Cossa – “A Memory in Three Acts,” “Xilunguine, the Promised Land”
Laura Coxson – “The Proposal,” “Iris”
Maria Cuomo Cole – “Newtown,” “Living for 32”
Emma Davie – “Becoming Animal,” “I Am Breathing”
Adam Del Deo – “Quincy,” “Every Little Step”
Whitney Dow – “When the Drum Is Beating,” “Two Towns of Jasper”
Kelly Duane de La Vega – “The Return,” “Better This World”
Sandi Dubowski – “A Jihad for Love,” “Trembling before G-d”
Carol Dysinger – “Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl),” “Camp Victory,Afghanistan”
Paz Encina – “Memory Exercises,” “Paraguayan Hammock”
Ali Essafi – “Sheikhates Blues,” “Général, Nous Voilà!”
Ina Fichman – “The Oslo Diaries,” “The Wanted 18”
David France – “The Death and Life of Marsha P. Johnson,” “How to Survive a Plague”
Asako Fujioka – “Shukufuku (Blessed)”
Atanas Georgiev* – “Honeyland,” “Cash & Marry”
Linda Goldstein Knowlton – “We Are the Radical Monarchs,” “Somewhere Between”
Robert Greene – “Bisbee ’17,” “Kate Plays Christine”
Pernille Rose Grønkjær – “Hunting for Hedonia,” “The Monastery”
Tala Hadid – “House in the Fields,” “Windsleepers”
Amelia Hapsari – “Rising in Silence,” “Fight like Ahok”
John Haptas – “Life Overtakes Me,” “Tokyo Waka”
Jessica Hargrave – “Ask Dr. Ruth,” “Good Ol’ Freda”
Monica Weston Hellström – “The Distant Barking of Dogs,” “15 Min – The Massacre”
Sonja Henrici – “Donkeyote,” “I Am Breathing”
Jerry Henry – “City of Gold,” “American Revolutionary: The Evolution of Grace Lee Boggs” Alice Henty – “The Dog Doc,” “The Work”
Robin Hessman – “Simple as Water,” “My Perestroika”
Nishtha Jain – “Gulabi Gang,” “Lakshmi and Me”
Rachel Leah Jones – “Advocate,” “Gypsy Davy”
Gary Byung-Seok Kam – “In the Absence,” “Planet of Snail”
Toni Kamau – “I Am Samuel,” “Softie”
Anne Köhncke – “Pervert Park,” “The Act of Killing”
Tamara Kotevska* – “Honeyland,” “Lake of Apples”
Hajooj Kuka – “Live from Mogadishu,” “Beats of the Antonov”
Richard Ladkani – “Sea of Shadows,” “The Ivory Game”
Véronique Lagoarde-Ségot – “Amal,” “5 Broken Cameras”
Peter Lataster – “Miss Kiet’s Children,” “Awake in a Bad Dream”
Petra Lataster-Czisch – “Miss Kiet’s Children,” “Awake in a Bad Dream”
Erez Laufer – “Rabin in His Own Words,” “One Day after Peace”
Monica Lazurean-Gorgan – “A Mere Breath,” “Chuck Norris vs. Communism”
Bo Li – “Our Time Machine,” “Plastic China”
Allyson Luchak – “This Is Not a Movie,” “One Nation under Dog”
Amit Madheshiya – “The Hour of Lynching,” “The Cinema Travellers”
Vinnie Malhotra – “16 Shots,” “Ivory Tower”
Jeffrey Malmberg – “Spettacolo,” “Marwencol”
Vitaly Mansky – “Putin’s Witnesses,” “Under the Sun”
Andrea Meditch – “Ernie & Joe: Crisis Cops,” “Grizzly Man”
Thomas G. Miller – “Limited Partnership,” “One Bad Cat: The Reverend Albert Wagner Story” Todd Douglas Miller – “Apollo 11,” “Dinosaur 13”
Rima Mismar
Nicole Newnham – “Crip Camp,” “The Rape of Europa”
Bianca Oana – “Colectiv (Collective),” “Turn Off the Lights”
Jacki Ochs – “Out of My Head,” “Letters Not about Love”
Mariana Oliva – “The Edge of Democracy,” “Piripkura”
Göran Hugo Olsson – “That Summer,” “The Black Power Mixtape 1967-1975”
Deborah Oppenheimer – “Foster,” “Into the Arms of Strangers: Stories of the Kindertransport” Iván Osnovikoff – “Los Reyes,” “La Muerte de Pinochet (The Death of Pinochet)”
Tiago Pavan – “The Edge of Democracy,” “Olmo and the Seagull”
Bettina Perut – “Los Reyes,” “La Muerte de Pinochet (The Death of Pinochet)”
Nicolas Philibert – “To Be and to Have,” “In the Land of the Deaf”
Diane Quon – “The Dilemma of Desire,” “Minding the Gap”
Claudia Raschke – “RBG,” “Mad Hot Ballroom”
Marina Razbezhkina – “Optical Axis,” “Winter, Go Away!”
Jeff Reichert – “American Factory,” “Remote Area Medical”
Lisa Remington – “Foster,” “Feminists: What Were They Thinking?”
Yoruba Richen – “The New Black,” “Promised Land”
Jihan Robinson – “Pahokee,” “Traveling While Black”
Marta Rodriguez – “Our Voice of Earth, Memory and Future,” “Campesinos (Peasants)”
Erich Roland – “The Final Year,” “Waiting for “Superman””
Maureen A. Ryan – “1971,” “Wisconsin Death Trip”
Sophie Sartain – “Seeing Allred,” “Blessed Is the Match: The Life and Death of Hannah Senesh” Elhum Shakerifar – “Of Love & Law,” “Even When I Fall”
Karin Slater – “Sisters of the Wilderness,” “The Meaning of the Buffalo”
Jason Spingarn-Koff – “The White Helmets,” “Life 2.0”
Ljubo Stefanov* – “Honeyland,” “Lake of Apples”
Michèle Stephenson – “American Promise,” “Slaying Goliath”
David Tedeschi – “Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story by Martin Scorsese,” “George Harrison: Living in the Material World”
Douglas Tirola – “Bisbee ’17,” “Drunk Stoned Brilliant Dead”
Mila Turajlic – “The Other Side of Everything,” “Cinema Komunisto”
Noland Walker – “Boogie Man: The Lee Atwater Story,” “Citizen King”
Yvonne Welbon – “The New Black,” “Sisters in Cinema”
Chris White – “Midnight Traveler,” “Quest”
Yi Seung-Jun – “In the Absence,” “Planet of Snail”
Donald Young – “Daze of Justice,” “Jake Shimabukuro: Life on Four Strings”
Miranda Yousef – “Misconception,” “Troubadours”
Yolande Zauberman – “M,” “Classified People”
Zhou Hao – “The Chinese Mayor,” “Cotton”
Michel Zongo – “No Gold for Kalsaka,” “The Siren of Faso Fani”

Executives

Jillian Apfelbaum
Ozzie Areu
Tarak Ben Ammar
Mark Boxer
Ian Bricke
Agnes Chu
Ronni Coulter
Tonia Davis
Louisa Dent
Jeff Deutchman
Danielle Diego
Holly Edwards
Ellen Ruth Eliasoph
Elissa Federoff
Stacey Fong
Philip Goore
Elishia Holmes
Robin Jonas
Robert Warren Kessel
Jonathan Kier
Spencer Klein
Jean Labadie
Ashley Levinson Laura Lewis
Teresa Moneo
Dave Neustadter
Barbara Peiro
Chan Phung
Stephen R. Plum
Laurene Powell Jobs
Tom Prassis
Pamela Reynolds
Frank Rodriguez
Paul Martin Roeder
Eric Roth
Jennifer Salke
Ann Sarnoff
Teddy Schwarzman
Lori Silfen
Terry Steiner
Priya Swaminathan
Jeannine Tang
Gregg Taylor
Kevin Ulrich
Mimi Valdes
Krista Wegener
Erin Westerman
Danice Woodley
Tom Yoda

Film Editors

Catherine Apple – “Onward,” “Hotel Transylvania”
Andrew Bird – “In the Fade,” “The Edge of Heaven”
Konstantin Bock – “Capernaum”
Andrew Buckland – “Ford v Ferrari,” “The Girl on the Train”
Francesca Calvelli – “The Traitor,” “No Man’s Land”
Alejandro Carrillo Penovi – “Heroic Losers,” “The Clan” Przemysław Chruścielewski – “Corpus Christi,” “The Last Family”
David Coulson – “The Zookeeper’s Wife,” “Whale Rider”
Patrick Don Vito – “Three Christs,” “Green Book”
Tom Eagles – “Jojo Rabbit,” “What We Do in the Shadows”
Kayla M. Emter – “Hustlers,” “The Immigrant”
Louise Ford – “The Lighthouse,” “The Witch”
Madeleine Gavin – “City of Joy,” “What Maisie Knew”
Atanas Georgiev* – “Honeyland,” “These Are the Rules”
Jeff Groth – “Joker,” “War Dogs”
Nick Houy – “Little Women,” “Lady Bird”
Carole Kravetz Aykanian – “Ghost World,” “Devil in a Blue Dress”
Julien Lacheray – “Portrait of a Lady on Fire,” “Girlhood”
Jennifer Lame – “Marriage Story,” “Manchester by the Sea”
Igor Litoninskiy – “Beanpole,” “Stalingrad”
Alex Marquez – “Snowden,” “Savages”
Benjamin Massoubre – “I Lost My Body,” “The Big Bad Fox & Other Tales”
Kelly Matsumoto – “Fast & Furious 6,” “The Mummy Returns”
Roberto Perpignani – “The Postman (Il Postino),” “The Night of the Shooting Stars”
Fred Raskin – “Once upon a Time…in Hollywood,” “Django Unchained”
David Ian Salter – “Finding Nemo,” “Toy Story 2”
Tambet Tasuja – “Truth and Justice,” “Take It or Leave It”
Michael Taylor – “The Farewell,” “Love Is Strange”
Yang Jinmo – “Parasite,” “Okja”

Makeup Artists and Hairstylists
Ma Kalaadevi Ananda – “A Beautiful Day in the Neighborhood,” “12 Years a Slave”
Anji Bemben – “Overboard,” “Watchmen”
Gregory Funk – “Once upon a Time…in Hollywood,” “The Way Back”
Barrie Gower – “Rocketman,” “Mandela: Long Walk to Freedom”
Colleen LaBaff – “Iron Man 3,” “Hitchcock”
Marese Langan – “Emma,” “Belle”
Alberto Moccia – “Zama,” “The German Doctor”
Greg Nelson – “Tropic Thunder,” “Dad”
Nina Paskowitz – “Jobs,” “Iron Man”
Mari Paz Robles – “I Dream in Another Language,” “Cantinflas”
David Ruiz Gameros – “Tear This Heart Out,” “Amores Perros”
Tapio Salmi – “Rocketman,” “Chéri”
Susana Sánchez – “The Liberator,” “Goya’s Ghosts”
Esmé Sciaroni – “Like Crazy,” “Days and Clouds”
Brian Sipe – “Avengers: Endgame,” “Guardians of the Galaxy Vol. 2”
Mike Smithson – “The Lone Ranger,” “Austin Powers: The Spy Who Shagged Me”
Vera Steimberg – “Dolemite Is My Name,” “Dreamgirls”
Debbie Zoller – “Pitch Perfect,” “I Heart Huckabees”

Marketing and Public Relations

Christopher Albert
Jade Alex
Mia Ammer
Jon Anderson
Shani Ankori
Amy Astley
Karen Barragan
Emily Bear
Maggie Begley
Brooke Blumberg
Meghann Burns
Sheri Callan
Inma Carbajal-Fogel
Mark Carroll
Emmanuelle Castro
Candice Chen
Tom Chen
Staci R. Collins Jackson
Ray Costa
Arnaldo D’Alfonso
Maitena de Amorrortu
Sylvia Desrochers
Clay Dollarhide
Peter Dunne
Laura Dyer
Ekta Farrar
Liza Burnett Fefferman
Michael Fisk
Dana Flowers
Venus Fong
Fernando Garcia
Rona K. Geller
Scott Goldman
Amy Grey
Harlan Gulko
Yuka Hoshino
Stephen Huvane
Lana Iny
Allison Jackson
Claudia Kalindjian
Teni Karapetian
Craig Karpel
Joshua Kornblit
Nancy Lan
Elaine Christine LaZelle
Maxine Leonard
Alan Lobel
Weelin Loh
Liz Mahoney
Miguel Mallet
Carol Marshall
Charles McDonald
Michael McIntyre
Olivier Mouroux
Charlie Olsky
Julia Pacetti
Tom Parker
Spencer Peeples
Rose Zello Phillips
Chris Regan
Rene Ridinger
Mary Goss Robino
Samantha Rosenberg
Dustin M. Sandoval
Heather Ann Secrist
Adam J. Segal
Susie Shen
Amanda Joy Sherwin Jamie Shor
Gina Soliz
Gordon Spragg
Patrick Starr
Ken Sunshine
Rachel Tash
Albert Tello
Keleigh Thomas Morgan
Kyle David Thorpe
Claudia Tomassini
Adriana Trautman
Jayne Trotman
Beatrice Wachsberger
Marcos Waltenberg
Joe Wees
Marla Weinstein
Kimberly Wire
Damon Wolf
Judy Woloshen
Anne Yoo
Ramzy Zeidan
Flora Zhao

Music

Clinton Bennett – “After,” “Godzilla: King of the Monsters”
Tamar-Kali Brown – “The Last Thing He Wanted,” “Mudbound” Joshuah
Brian Campbell – “Harriet”
Chanda Dancy – “After We Leave,” “Everything before Us”
Nainita Desai – “The Reason I Jump,” “For Sama”
Arhynn Descy – “Eye for an Eye,” “50 Kisses”
Bryce Dessner – “Irresistible,” “The Two Popes”
Cynthia Erivo* – “Harriet”
Ilan Eshkeri – “Stardust,” “Layer Cake”
Robert Andre Glasper – “The Photograph,” “Mr. Soul!”
Katie Greathouse – “Spider-Man: Into the Spider-Verse,” “Pirates of the Caribbean: At World’s End”
Andrea Guerra – “The Pursuit of Happyness,” “Hotel Rwanda”
Tom Howe – “A Shaun the Sheep Movie: Farmageddon,” “Charming”
Chad Hugo – “The Black Godfather,” “Hidden Figures”
Devonté “Blood Orange” Hynes – “Queen & Slim,” “Fifty Shades of Grey”
Jung Jae-Il – “Parasite,” “Okja”
Peter Kam – “Dragon,” “The Warlords”
Lele Marchitelli – “Loro 1,” “The Great Beauty”
Cyril Paul Henri Morin – “Zaytoun,” “Samsara”
Khaled Mouzanar – “Capernaum,” “Where Do We Go Now?”
Larry Mullen Jr. – “Mandela: Long Walk to Freedom,” “Man on the Train”
Blake Neely – “Assassins,” “Life as We Know It”
Roger Neill – “20th Century Women,” “Beginners”
Michael Nyman – “Gattaca,” “The Piano”
Sattar Oraki – “The Salesman,” “Give Back”
Michiru Oshima – “Memories of Tomorrow,” “Lost Paradise”
Park Inyoung – “Pieta,” “Poongsan”
Max Richter – “Ad Astra,” “Waltz with Bashir”
Patrice Rushen – “Men in Black,” “Indecent Proposal”
Jeff Russo – “Lucy in the Sky,” “Hondros”
Arturo Sandoval – “Richard Jewell,” “The Mule”
Anton Sanko – “Fractured,” “Ouija”
Jermain Stegall – “Proximity,” “Jamesy Boy”
Bernie Taupin – “Rocketman,” “Brokeback Mountain” 

Producers

Zeynep Özbatur Atakan – “The Wild Pear Tree,” “Winter Sleep”
Toufik Ayadi – “Les Misérables,” “Château”
Christophe Barral – “Les Misérables,” “Château”
Sam Bisbee – “The Hero,” “Other People”
Edher Campos – “Sonora, the Devil’s Highway,” “The Golden Dream”
Nicolas Celis – “Roma,” “Tempestad”
Bénédicte Couvreur – “Portrait of a Lady on Fire,” “Girlhood”
Jessica Elbaum – “Hustlers,” “Booksmart”
Elda Ferri – “The Soul Keeper,” “Life Is Beautiful”
Brad Corwin Fuller – “A Quiet Place,” “The Purge”
Alex Garcia – “Kong: Skull Island,” “Desierto”
Anna Gerb – “A Most Violent Year,” “All Is Lost”
Rana Joy Glickman – “God Said Ha!,” “Full Tilt Boogie”
Jared Ian Goldman – “Ingrid Goes West,” “Wilson” Pippa Harris – “1917,” “Blood”
Brian Kavanaugh-Jones – “Honey Boy,” “Midnight Special”
Kwak Sin-Ae – “Parasite,” “Vanishing Time: A Boy Who Returned”
Enrique López Lavigne – “The Impossible,” “Sex and Lucia”
Álvaro Longoria – “Everybody Knows,” “Finding Altamira”
Mónica Lozano – “I Dream in Another Language,” “Instructions Not Included”
Gabriela Maire – “Las Niñas Bien (The Good Girls),” “La Caridad (Charity)”
Luis Manso – “Champions,” “Binta and the Great Idea”
Shannon McIntosh – “Once upon a Time…in Hollywood,” “The Hateful Eight”
Andrew Miano – “The Farewell,” “A Single Man”
Tim Moore – “Richard Jewell,” “Sully”
Matías Mosteirin – “The Clan,” “Wild Tales”
Ryan Murphy – “A Secret Love,” “Running with Scissors”
Carthew Neal – “Jojo Rabbit,” “Hunt for the Wilderpeople”
Tommy Oliver – “The Perfect Guy,” “Kinyarwanda”
Clark Peterson – “Rampart,” “Monster”
Gabriela Rodríguez – “Roma,” “Gravity”
Rosalie Swedlin – “The Wife,” “Laggies”
Mar Targarona – “Secuestro (Boy Missing),” “The Orphanage”
Luis Urbano – “Letters from War,” “Tabu”
Alicia Van Couvering – “Cop Car,” “Tiny Furniture”
Faye Ward – “Wild Rose,” “Stan & Ollie”
Chelsea Winstanley – “Jojo Rabbit,” “What We Do in the Shadows”
Ryan Zacarias – “The Mountain,” “Mediterranea”

 Production Design

Andrew Baseman – “Crazy Rich Asians,” “Eat Pray Love”
Markus Bensch – “The Hunger Games: Mockingjay – Part 2,” “V for Vendetta”
Livia Borgonogni – “Spider-Man: Far from Home,” “La Stoffa dei Sogni”
Sandra Cabriada – “Instructions Not Included,” “The Mexican”
Andrew Max Cahn – “Up in the Air,” “The Hangover”
S. Todd Christensen – “Sicario,” “Moneyball”
Paola Comencini – “Io Sono Tempesta,” “Don’t Tell”
Alex DiGerlando – “The Dead Don’t Die,” “Beasts of the Southern Wild”
Robert Foulkes – “Ford v Ferrari,” “La La Land”
Elli Griff – “Ghost in the Shell,” “Edge of Tomorrow”
Darryl Henley – “Aquaman,” “Blade Runner 2049”
Molly Hughes – “Harry Potter and the Deathly Hallows Part 2,” “War Horse”
Kevin Kavanaugh – “Only the Brave,” “The Dark Knight Rises
Noah Klocek – “Onward,” “The Good Dinosaur”
Jamie Lapsley – “Tommy’s Honour,” “Kill Command”
Estefanía Larraín – “A Fantastic Woman,” “Neruda”
Harriet Lawrence – “Overlord,” “Suffragette”
Alan Lee – “The Lord of the Rings: The Return of the King,” “The Lord of the Rings: The TwoTowers”
Lee Ha Jun – “Parasite,” “Okja”
Wing Lee – “The First Purge,” “Stoker”
Barbara Ling – “Once upon a Time…in Hollywood,” “Fried Green Tomatoes”
Jim Magdaleno – “First Man,” “Dawn of the Planet of the Apes”
Margaret (Peg) McClellan – “Brokedown Palace,” “Leave It to Beaver”
Akin McKenzie – “Wildlife,” “Aftermath”
Robin Miller – “Gemini Man,” “Spider-Man”
Phil Norwood – “The Lion King,” “Baywatch”
Harry Otto – “Star Trek Beyond,” “American Sniper”
Missy E. Parker – “Hidden Figures,” “Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides”
Hope Parrish – “X-Men: First Class,” “The Net”
Jay Pelissier – “Ant-Man and the Wasp,” “The Fate of the Furious”
Janice Polley – “Blackhat,” “Collateral”
Anna Rackard – “Haywire,” “Ondine”
Michèle St-Arnaud – “Arrival,” “X-Men: Days of Future Past”
Lee Sandales – “1917,” “Rogue One: A Star Wars Story”
Bob Shaw – “The Irishman,” “The Wolf of Wall Street”
Mark Tildesley – “High-Rise,” “Sunshine”
Ra Vincent – “Jojo Rabbit,” “The Hobbit: An Unexpected Journey”
Peter Walpole – “Cloud Atlas,” “V for Vendetta”
Peter Wenham – “Inferno,” “Captain America: The Winter Soldier
Jeremy Woolsey – “Hidden Figures,” “Pitch Perfect”

 Short Films and Feature Animation

Frank E. Abney – “Incredibles 2,” “Coco”
Mounia Akl – “Submarine,” “Eva”
Dekel Berenson – “Anna,” “Ashmina”
Lorelay Bove – “Zootopia,” “Wreck-It Ralph”
Jamaal Bradley – “The Croods,” “Puss in Boots”
Colin Brady – “Everyone’s Hero,” “A Bug’s Life” Gary Bruins – “Inside Out,” “Up”
Matthew A. Cherry – “Hair Love,” “Forward”
Sue-Ellen Chitunya – “Grandpa’s Hands,” “Team Marilyn”
Jérémy Clapin* – “I Lost My Body,” “Palmipédarium”
Bruno Collet – “Memorable,” “Son Indochine”
Josh Cooley – “Toy Story 4,” “Inside Out”
Emanuela Cozzi – “ParaNorman,” “The Prince of Egypt”
BJ Crawford – “The Peanuts Movie,” “Ice Age: Continental Drift”
Philip Dale – “Kubo and the Two Strings,” “Coraline”
Everett Downing – “Hair Love,” “WALL-E”
Marc du Pontavice – “I Lost My Body,” “Oggy and the Cockroaches: The Movie”

Robert Ducey – “Kubo and the Two Strings,” “Coraline”
Sonya Dunn – “End of the World,” “The Bedroom”
Fabian Erlinghauser – “Song of the Sea,” “The Secret of Kells”
Jean-Loup Felicioli – “Phantom Boy,” “A Cat in Paris”
Giovanna Ferrari – “The Breadwinner,” “Song of the Sea”
José David Figueroa García – “Perfidia,” “Ratitas”
Michael Ford – “The Angry Birds Movie 2,” “Hotel Transylvania”
Alain Gagnol – “Phantom Boy,” “A Cat in Paris”
Maryann Garger – “Astro Boy,” “Flushed Away”
Axel Geddes – “Toy Story 4,” “Finding Dory”
Delphine Girard – “A Sister,” “Caverne”
Philippe Gluckman – “Rise of the Guardians,” “Antz”
Ian Gooding – “Moana,” “The Princess and the Frog”
Oscar Grillo – “Monsters, Inc.,” “Monsieur Pett”
Otto Guerra – “City of Pirates,” “Wood & Stock: Sexo, Orégano e Rock’n’Roll”
Patrick Hanenberger – “Smallfoot,” “Rise of the Guardians”
Aaron Hartline – “Up,” “Robots”
Deborah Haywood – “Twinkle, Twinkle,” “Sis”
Sabine Heller – “The Peanuts Movie,” “Rio”
Isabel Herguera – “Winter Love,” “Under the Pillow”
Lizzy Hobbs – “The Flounder,” “I’m OK”
Faren Humes – “Liberty,” “Our Rhineland”
Mino Jarjoura – “Saria,” “Asad”
Marcel Jean – “Sleeping Betty,” “La Pirouette”
Meryam Joobeur – “Brotherhood,” “Born in the Maelstrom”
Daria Kashcheeva – “Daughter,” “To Accept”
Paul Kewley – “Early Man,” “Shaun the Sheep Movie”
Anita Killi – “Angry Man,” “The Hedge of Thorns”
Sayoko Kinoshita – “A Little Journey,” “Pica Don”
Michelle Kranot – “Nothing Happens,” “Hollow Land”
Uri Kranot – “Nothing Happens,” “Hollow Land”
Ka’ramuu Kush – “Sundays at Noon,” “Salvation Road”
Jean-François Le Corre – “Memorable,” “This Magnificent Cake!”
Hyun-min Lee – “Moana,” “Big Hero 6”
Matt Lefebvre – “Saria,” “Asad”
Eric Leighton – “Coraline,” “The Nightmare before Christmas”
Niki Lindroth von Bahr – “Something to Remember,” “The Burden”
Andy London – “I’m in the Mood for Death,” “The Back Brace”
Summer Joy Main-Muñoz – “Don’t Say No,” “La Cerca”
Damien Megherbi – “Nefta Football Club,” “Wicked Girl”
Deanna Morse – “Recipe for Birds,” “Whispers of the Prairie”
Bob Moyer – “Toy Story 4,” “Up”
Mark Nielsen – “Toy Story 4,” “Inside Out”
Wanjiru M. Njendu – “Boxed,” “The Dinner Guest”
Justin Pechberty – “Nefta Football Club,” “Wicked Girl”
Amy Pfaffinger – “Moana,” “Frozen”
Yves Piat – “Nefta Football Club,” “Tempus Fugit”
Julia Pistor – “The SpongeBob SquarePants Movie,” “Rugrats in Paris: The Movie”
Charlotte Regan – “My Boy,” “Standby”
Milo Riccarand – “The Secret Life of Pets,” “Despicable Me”
Stéphan Roelants – “The Breadwinner,” “Song of the Sea”
Kirsikka Saari – “After the Reunion,” “Do I Have to Take Care of Everything?”
Ahmad Saleh – “Ayny,” “Maa Baa”
Dan Scanlon – “Onward,” “Monsters University”
Sheila Sofian – “Survivors,” “Secret Rage”
Jason Stalman – “Isle of Dogs,” “Kubo and the Two Strings”
Colin Stimpson – “The Secret Life of Pets,” “We’re Back! A Dinosaur’s Story”
Chris Sullivan – “Consuming Spirits,” “Ain’t Misbehavin!”
Amos Sussigan – “Swan Cake,” “Broken Wing”
Michael J. Travers – “The Peanuts Movie,” “Ice Age”
Saschka Unseld – “The Blue Umbrella,” “Toy Story 3”
Eric Wachtman – “Kubo and the Two Strings,” “Coraline”
Fusako Yusaki – “The Rose of the Winds,” “Winter Days”
Juan Pablo Zaramella – “Luminaris,” “The Glove”

Sound

Katia Boutin – “The Mustang,” “Elle”
James Boyle – “Edge of Tomorrow,” “World War Z”
Choi Tae Young – “Parasite,” “The Host”
Cary Clark – “Ford v Ferrari,” “Lucy in the Sky”
Midge Costin – “Armageddon,” “Crimson Tide”
Martin Czembor – “First Reformed,” “Solace”
Evan Daum – “The Purge,” “World War Z”
Adriano Di Lorenzo – “The Traitor,” “Nico, 1988”
Pavel Doreuli – “Stalingrad,” “A Good Day to Die Hard”
Rana Eid – “Ismaii,” “Nuts”
Mattias Eklund – “Polar,” “The 100-Year-Old Man Who Climbed out the Window andDisappeared”
David Esparza – “The Magnificent Seven,” “The Equalizer”
Paula Fairfield – “Alita: Battle Angel,” “Mother!”
David Lew Farmer – “Thor: Ragnarok,” “Ant-Man”
Robert Farr – “Peterloo,” “We Need to Talk about Kevin”
Julie Feiner – “The Revenant,” “Marvel’s The Avengers”
Cyril Holtz – “The Sisters Brothers,” “Elle”
Tateum Kohut – “Escape Room,” “Zombieland”
Frank Kruse – “Rush,” “Cloud Atlas”
Anne Le Campion – “Chant d’Hiver,” “The Ghost Writer”
Dessie Markovsky – “Mr. Brooks,” “Bliss”
Bill Meadows – “Star Trek Beyond,” “The Revenant”
Ryan Murphy – “Mad Max: Fury Road,” “Godzilla”
Steven Robert Nelson – “Neighbors,” “American History X”
Colin Nicolson – “Murder on the Orient Express,” “T2 Trainspotting”
Stephen Peter Robinson – “Aquaman,” “The Revenant”
Warren Shaw – “Beauty and the Beast,” “Tower Heist”
Steve Slanec – “Kong: Skull Island,” “Finding Dory”
Martin Steyer – “The Captain,” “Rush”
Donald Sylvester – “Ford v Ferrari,” “The Fault in Our Stars”
James M. Tanenbaum – “Avatar,” “Volcano”
Ian Tapp – “Annihilation,” “Slumdog Millionaire”
Rachael Tate – “1917,” “Jurassic World: Fallen Kingdom”
Gisle Tveito – “Utøya: July 22,” “Force Majeure”
Jean Umansky – “Incendies,” “Amélie”
Tony Volante – “Hold the Dark,” “Limitless”
Mandell Winter – “The Equalizer 2,” “The Magnificent Seven”
Frank Wolf – “Aladdin,” “Charlie’s Angels”

David Alexander – “Cliffs of Freedom,” “The Laundromat”
Jon Franklin Alexander – “Avengers: Age of Ultron,” “Noah”
Vishal Anand – “Bharat,” “War”
Berj Bannayan – “John Wick: Chapter 3 – Parabellum,” “Geostorm”
John Bell – “Rango,” “Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides”
Tami Carter – “Star Wars: The Rise of Skywalker,” “Lucy”
Ahdee Chiu – “The Wandering Earth,” “The Last Stand”
Ryan Michael Church – “Transformers: The Last Knight,” “Avengers: Age of Ultron”
Todd Constantine – “Jumanji: The Next Level,” “Godzilla: King of the Monsters”
Ryan Cook – “The Call of the Wild,” “Rampage”
Karin Margarete Cooper – “Star Wars: The Rise of Skywalker,” “Kong: Skull Island”
Dan Cox – “The A-Team,” “Gulliver’s Travels”
Nick Marc Epstein – “Alita: Battle Angel,” “Valerian and the City of a Thousand Planets” Leandro Estebecorena – “The Irishman,” “Kong: Skull Island”
Luca Fascione – “Alita: Battle Angel,” “Avengers: Endgame”
Greg Fisher – “The Jungle Book,” “Guardians of the Galaxy”
Aaron Gilman – “Alpha,” “Pacific Rim Uprising”
Stephane Grabli – “The Irishman,” “Jurassic World: Fallen Kingdom”
Darin Grant – “The Lego Movie 2: The Second Part,” “Kung Fu Panda 2”
Jeremy Hays – “The Call of the Wild,” “Once upon a Time…in Hollywood”
Sandeep Kamal – “Panipat,” “Jal”
Sidney Olivier Kombo-Kintombo – “Avengers: Endgame,” “War for the Planet of the Apes” Hoiyue Harry Lam – “Midway,” “The Wandering Earth”
Mårten Larsson – “Avengers: Endgame,” “Pixels”
Patrick Ledda – “Dumbo,” “Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales”
Gong Myung Lee – “Triple Frontier,” “Deadpool 2”
Richard Little – “1917,” “The Jungle Book”
Doug Moore – “12 Strong,” “Ant-Man”
Elliot Newman – “The Lion King,” “The Jungle Book”
Artemis Oikonomopoulou – “Annihilation,” “Thor: Ragnarok”
Mihaela Orzea – “Ant-Man and the Wasp,” “The Huntsman: Winter’s War”
Mike Anthony Perry – “Alita: Battle Angel,” “Valerian and the City of a Thousand Planets”
Todd Sheridan Perry – “Black Panther,” “Doctor Strange”
Nick Rasmussen – “Ready Player One,” “Star Wars: The Last Jedi”
Marco Revelant – “Gemini Man,” “The Hobbit: The Battle of the Five Armies”
Jason Schugardt – “Clown,” “In the Blood”
David Seager – “Aladdin,” “Terminator: Dark Fate”
Amy Shepard – “Playing with Fire,” “Doctor Strange”
Bill Spitzak – “Abominable,” “How to Train Your Dragon: The Hidden World”
Olcun Tan – “Doctor Sleep,” “Thor: Ragnarok”
Dmitry Tokoyakov – “Beyond the Edge,” “Furious”
James Tooley – “Star Wars: The Rise of Skywalker,” “Teenage Mutant Ninja Turtles”
Leandro Visconti – “Lion’s Heart,” “The Innocents”
Paige Warner – “Terminator: Dark Fate,” “Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales” Matt Welford – “A Dog’s Way Home,” “Spider-Man: Homecoming”
Victor Wong – “The Founding of an Army,” “Rise of the Legend”
Max Wood – “The Nutcracker and the Four Realms,” “Suicide Squad
Ged Wright – “Sonic the Hedgehog,” “22 July”

Writers

Narges Abyar – “Breath,” “Track 143”
Lucy Alibar – “Troop Zero,” “Beasts of the Southern Wild”
David Berenbaum – “The Spiderwick Chronicles,” “Elf”
Jez Butterworth – “Ford v Ferrari,” “Edge of Tomorrow”
John-Henry Butterworth – “Ford v Ferrari,” “Edge of Tomorrow”
Shane Carruth – “Upstream Color,” “Primer”
Jérémy Clapin* – “I Lost My Body”
Sabrina Dhawan – “Kaminey,” “Monsoon Wedding”
Mati Diop* – “Atlantics,” “A Thousand Suns”
Susanna Fogel – “Booksmart,” “The Spy Who Dumped Me”
Michel Franco – “Chronic,” “After Lucia”
Giordano Gederlini – “Les Misérables,” “The Invader”
Han Jin Won – “Parasite”
Julia Hart – “Fast Color,” “Miss Stevens”
Gregory Allen Howard – “Harriet,” “Ali”
Amy Jump – “A Field in England,” “Sightseers”
Ladj Ly* – “Les Misérables”
Alexis Manenti – “Les Misérables”
Stella Meghie – “The Photograph,” “Jean of the Joneses”
Najwa Najjar – “Between Heaven and Earth,” “Eyes of a Thief”
Tyler Nilson – “The Peanut Butter Falcon”
Mateusz Pacewicz – “Suicide Room: Hater,” “Corpus Christi”
Pamela Pettler – “Monster House,” “Tim Burton’s Corpse Bride”
Michael Schwartz – “The Peanut Butter Falcon”
Lulu Wang* – “The Farewell,” “Posthumous”
Krysty Wilson-Cairns – “1917”
Wally Wolodarsky – “Trolls World Tour,” “Monsters vs Aliens”

Members-at-Large

Alan Selby Albert
Wade Allen
Hank Amos
Colin Russell Anderson
Pete Antico
Trevor Astbury
Alberto Barbera
Christina Bazdekis
Kyetay Beckner
Bonnie Bernstein
Bob Bowen
Joey Box
Troy Brown
Todd A. Bryant
Trey Cannon
Rocky Capella
Carlo Chatrian
Christina Chou
Carter Cohn
Eliza Coleman
John Cooper
John Copeman
Emerson Davis
Willem de Beukelaer
Jack Deutchman
Sandra Evers-Manly
Simon Faber
Roy Farfel
Shayne Fiske Goldner
Dominique Fouassier
Thierry Frémaux
Joe Gawler
Nick Gillard
Michelle Grady
Annemarie Griggs
Markus Gross
Bill Hogan
Ashley Holland
Petra Holtorf-Stratton
Rowley Irlam
Ernest Jackson Julianne Jordan
Peter King
Henry Kingi Jr.
Adam Kirley
James Knight
Blair Kohan
Jessica Kovacevic Benjamin Kramer
V. Senthil Kumar
Paul A. Levin
Alexander LoVerde
Lap Van Luu
Jane Maguire
JJ Makaro
Arnon Manor
Chelsea McKinnies
Tricia Carol Miles
James Mockoski
Daniel Molina
Carlos Morales
Phil Neilson
Yasmine Pearl
Meyash Prabhu
Kate Richter
Sally Riley
Scott Rogers
Michael Scherer
Sarah Self
James Skotchdopole
Bec Smith
Michael Solinger
Ryan Stafford
Jessica Teach
Julien Thuan
Jesse Torres
Tim Trella
Mark Vanselow
Rosalie Varda
William Washington
Talitha Watkins
Patricia Whitcher
Sally Baldwin Willcox
Michael Wise
Michelle Wright
Richard Wright
Daisy Wu
Jo Yao
Mira Yong

Associates

Richard L. Bennett

Oscar: 50 grandi film che non hanno mai ricevuto una nomination

Oscar: 50 grandi film che non hanno mai ricevuto una nomination

Cattivissimo Me 2, Ted, Tron Legacy, Salt, Prometheus sono tutti film che pur non facendo parte della storia del grande cinema, hanno goduto di un attimo di considerazione e gloria grazie ad almeno una nomination agli Oscar. Per tanti film “minori” che sono stati inseriti nelle categorie più varie, molti altri grandi film non hanno mai ricevuto una nomination all’Acadmy Awards.

Ecco 50 titoli che non sono mai stati in lizza per nessuna statuetta:

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Oscar: 15 memorabili film nominati a miglior film che non hanno vinto

Quando si parla di premi Oscar si sa che si sta considerando un riconoscimento cinematografico prestigioso ma che non sempre va al migliore (per motivi economici, promozionali, sociali, circostanziali e via dicendo). Spesso è capitato che film che la storia ha poi incoronato come capolavori immortali si siano lasciati sfuggire il premio del Miglior Film pur essendo stati nominati, e di seguito vi proponiamo 15 grandi film che, pur comparendo nella rosa dei nominati agli Oscar per la categoria più importante, non hanno vinto la satatuetta. In vista della prossima stagione dei premi, si tratta di 15 pellicole che vale la pena recuperare.

15 film nominati all’Oscar per il miglior film

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Non si sta facendo il discorso dell'”Oscar rubato”, dal momento che in molti dei casi presi inconsiderazione il film che poi ha vinto il premio nello stesso anno è una pellicola davvero prestigiosa, tuttavia è interessante notare come capolavori della storia del cinema di vario genere e natura siano riusciti a superare la prova del tempo anche se all’epoca l’Academy non li ha considerati degni di salire sul grandino più alto di Hollywood.

La stagione dei premi di quest’anno si è aperta ieri con l’annuncio delle nomination degli Independent Spirit Awards, mentre per sentir parlare di Oscar dovremo aspettare gennaio per la nominations.

Oscar, Harvey Weinstein: “Chris Rock annienterà Hollywood”

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La notte degli Oscar 2016 si avvicina e a tal proposito si è espresso Harvey Weinstein, co-fondatore della Weinstein Co., una delle più importanti case di distribuzione e produzione cinematografica dopo le grandi majors.

Weinstein prevede una cerimonia indimenticabile grazie a Chris Rock, chiamato a presentare questa ottantottesima edizione:

“Se state pensando di boicottare gli Oscar, non fatelo! Perchè Chris Rock annienterà tutti noi (capi degli studios di Hollywood e case di distribuzione) nei primi 20 minuti dello show e sarà valsa la pena guardarlo. Sarà una cerimonia da ricordare!

Questo è il primo anno dal 2008 che nessun film della Weinstein Company viene nominato per Miglior film (c’è mancato poco per Carol e The Hateful Eight), ma Weinstein andrà comunque alla cerimonia, sperando che Ennio Morricone si porti a casa una statuetta per Miglior colonna sonora e farà il tifo per il suo “amico LeoDiCaprio in Revenant.

Riguardo le polemiche #OscarsSoWhite, Weinstein afferma di capire, per esperienza, la frustrazione delle persone intenzionate al boicottaggio. Ha prodotto diversi film che trattavano la diversità etnica, The Butler, Mandela e Fruitvale Station nello stesso hanno e non hanno avuto alcuna nomination, se si escludono gli U2 come Miglior canzone. E’ stata questione di razzismo? Era lo stesso anno di 12 anni schiavo, fa notare.

Weinstein disapprova il modo in cui l’Academy ha deciso di correggere il problema: “Credo che Cheryl (Boone Issacs, presidentessa dell’Academy) e il resto dell’Academy abbiamo le migliori intenzioni” ma non condivide la decisione di revocare i privilegi ai membri più “inattivi”, persone che hanno lavorato sodo nella vita, si sono guadagnati un posto nell’Academy, raggiunto lo zenith, e sono andati in pensione.

La mancanza di diversità agli Academy Awards, secondo Weinstein, non è colpa dei votanti e non crede sia giusto penalizzare così i membri meno attivi. La colpa, piuttosto, è degli studios e dei distributori (incluso il suo). In fondo i membri dell’Academy possono scegliere un limitato numero di nominati dalle pellicole prodotte quell’anno.

“Sta a noi produttori (produrre più attori nominabili di colore), non penalizzando i membri dell’Academy. C’è un’altra strada per arrivarci.“.

Fonte: Hollywood Reporter

Oscar so white: Jada Pinkett Smith polemizza su Twitter

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Così come è già accaduto in passato, anche quest’anno le nomination agli Oscar hanno avuto lo strascico delle polemiche perché hanno ignorato alcune performance di registi e attori di colore. L’hashtag #OscarSoWhite è riapparso con prepotenza su Twitter e tra le tante voci che hanno protastato, quella di Jada Pinkett Smith è stata parecchio alta.

L’attrice di Magic Mike XXL ha denunciato pesantemente l’Academy e Hollywood tutta per aver lasciato fuori dalle nomination alcuni personaggi notevoli, tra cui anche il marito, Will Smith, che era stato nominato invece ai Golden Globes nella ategoria migliore attore drammatico.

Ecco cosa ha scritto Jada:

Tra gli altri che, secondo i polemizzanti, sono stati snobbati dall’Academy ci sono Samuel L. Jackson per The Hateful Eight, Ryan Coogler e Michael B. Jordan per Creed, mentre Stallone ha portato a casa la sua nomination (e probabilmente anche l’Oscar), Idris Elba per Beasts of No Nation e il successo di F. Gary Gray, Straight Outta Compton, riconosciuto “solo” per la sceneggiatura.

Oscar red carpet: le migliori coppie attori-stilisti degli ultimi anni

Ogni stilista ha il suo divo preferito e ogni attore ama indossare una firma o un’altra. Spesso si tratta di profumati contratti, altre volte semplicemente di affinità elettive. La cosa non fa eccezione agli Oscar, dove oltre ai premi contano tanto anche gli outfit delle star che si sottopongono agli occhi del mondo nella notte più glamour dell’anno.

Di seguito vi mostriamo le migliori coppie attori-stilisti degli ultimi anni sul red carpet degli oscar.

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LEGGI TUTTE LE NOMINATIN AGLI OSCAR 2016

I premi saranno assegnati al Dolby Theatre durante la cerimonia del 28 febbraio che, quest’anno, sarà condotta da Chris Rock. Il comico torna a condurre la serata di gala organizzata dall’Academy dopo 11 anni. Aveva già presentato l’evento nel 2005.

Leggi i nostri approfondimenti sugli Oscar 2016:

Oscar red carpet

Fonte: Variety

Oscar onorari a Spike Lee, Debbie Reynolds e Gena Rowlands

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Oscar onorari a Spike Lee, Debbie Reynolds e Gena Rowlands

oscar academy awards

Spike Lee, Debbie Reynolds e Gena Rowlands riceveranno l’Oscar onorario durante settima edizione dei Governors Awards organizzata dall’Ampas (Academy of Motion Picture Arts & Sciences) e prevista per il 14 novembre all’Hollywood & Highland Center. Nello specifico, al regista di Inside Man, Malcom X e La 25a ora Spike Lee e alla straordinaria attrice Debbie Reynolds saranno attribuiti due veri e propri Oscar onorari, mentre Debbie Reynolds riceverà lo Jean Hersholt Humanitarian Award. Non sarà, invece, assegnato l’Irving Thalberg Award, consegnato l’ultima volta nel 2010 a Francis Ford Coppola.

Diventati ormai un appuntamento imperdibile durante la stagione dei premi per chi aspira a partecipare alla cerimonia degli Oscar di febbraio, i Governors Awards celebrano l’eccezionale contributo di tecnici, filmmaker e artisti al mondo del cinema ed esaltano quei membri dell’Academy che si sono particolarmente distinti per i loro sforzi in cause umanitarie.

Nessuno dei tre premiati di quest’anno ha mai portato a casa l’ambita statuetta. SpiKe Lee ha ricevuto due nomination per il documentario 4 Little Girls e per la sceneggiatura di Fa’ la cosa giusta; due menzioni anche per Gena Rowlands, candidata come migliore attrice protagonista per Una moglie e Una notte d’estate, entrambi diretti dal marito, il grande John Cassavetes. Una sola nomination, invece, per Debbie Reynolds che ha corso come migliore interprete grazie al ruolo ne L’inaffondabile Molly Brown. L’anno scorso, lo ricordiamo erano stati onorati Harry Belafonte, Jean-Claude Carrière, Maureen O’Hara e il maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki.

Fonte: Deadline

Oscar look: i migliori abiti vintage sul red carpet

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Oscar look: i migliori abiti vintage sul red carpet

I look da red carpet sono il meglio della cerimonia degli Oscar, e questa che si sta avvicinando, l’edizione numero ottantasette, non farà eccezione. Nel corso degli anni molte attrici hanno dato sfoggio di abiti impeccabili, straordinari, sfarzosi ed eleganti, ma alcune hanno sfoggiato abiti che nascondevano delle sorprese: erano stati disegnati molti e molti anni prima. Ad esempio il bellissimo Valentino di Julia Roberts nel 2001 era datato 1992, oppure il sontuoso Charles James che Marisa Tomei ha indossato nel 2011 era stato disegnato nel 1950.

Oscar look: 15 indimenticabili bellezze da red carpet [foto]

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Che l’attenzione, sul red carpet degli Oscar, sia tutta sugli abiti delle attrici, è cosa nota, che in piccolo accorgimento possa fare la differenza tra un bell’abito e un bel look, forse è meno scontato. Qualcuno avrebbe ricordato il giallo canarino by Vera Wang di Michelle Williams senza quel rossetto rosso? E il Jean Paul Gautier di Marion Cotillard sarebbe stato così indimenticabile con un’altra pettinatura?

Vogue ha selezionato 15 bellezze da red carpet che, con i dettagli, il trucco e la pettinatura, si sono trasformate in bellezze indimenticabili nella storia della cerimonia degli Academy Awards.

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Oscar Isaac: dagli X-Wing a Apocalisse, ecco cosa si prova

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oscar isaacChi non ha mai desiderato di pilotare il Millennium Falcon, o anche ‘solo’ un X-Wing? Bene, Oscar Isaac, che vedremo in Star Wars il Risveglio della Forza lo ha fatto, e ha raccontato. Ecco cosa ha dichiarato l’attore a Moviefone:

“È stato davvero bello. Nauseante, ma bello. Si muoveva tutto intorno e non ho nemmeno respirato, ma è stata una cosa incredibile”. L’attore ha anche confermato che apparirà anche nell’episodio VIII, affermando di essere molto eccitato all’idea di lavorare con Rian Johnson, che dirigerà il film.

Ma come ben sappiamo, Oscar sarà anche la personificazione cinematografica di Apocalisse, il villain del prossimo film degli X-Men che sta entrando ora in produzione. “Il mio primo fumetto è stato X-Factor, e davvero amo molto Apocalisse, così quando ho sentito che sarebbe stato il prossimo villain di un film sugli X-Men ho deciso che volevo provarci e che volevo incontrare la produzione” ha dichiarato l’attore, proseguendo “Sarò sul set tra poco…anche se non so nulla sui dettagli dell’intera situazione”.

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Con Bryan Singer alla regia e allo script, in X-Men Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.

oscar-isaac-star-warsInoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence), Wolverine (Hugh Jackman) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità. Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta) e Kodi Smit-McPhee (Nightcrwaler)

Alcune indiscrezioni vorrebbero nel film anche Channing Tatum nei panni del nuovo Gambit.

Oscar Isaac: 10 cose che non sai sull’attore

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Oscar Isaac: 10 cose che non sai sull’attore

Oscar Isaac è degli attori più brillanti degli ultimi anni che è riuscito a distinguersi per il suo talento, il suo fascino e le sue abilità che lo rendono un attore apprezzato da più di mezzo mondo. La sua è stata una bella gavetta, ma è riuscito ad affrontare e a regala al pubblico diversi ruoli iconici che lo hanno aiutato ad essere famoso.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Oscar Isaac.

Oscar Isaac: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. Dopo qualche apparizione in film come All About the Benjamins (2002) e Nativity (2006), la carriera dell’attore prende il via grazie a titoli come Davanti agli occhi (2007), Che – L’argentino (2008), Nessuna verità (2008), Agora (2009) e Robin Hood (2010). In seguito, appare in diversi lungometraggi di un certo livello come Sucker Punch (2011), Drive (2011), 10 Years (2011), The Bourne Legacy (2012), A proposito di Davis (2013), I due volti di gennaio (2013) e 1981: Indagine a New York (2014). Tra i suoi ultimi film vi sono Ex Machina (2015), Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), X-Men – Apocalisse (2016), Star Wars: Gli ultimi Jedi (2017), Suburbicon (2017), Annientamento (2018), Triple Frontier (2019), Star Wars: L’ascesa di Skywalker (2019), Il collezionista di carte (2021) e Dune (2021).

2. È anche doppiatore e ha recitato per la TV. La fortuna di un attore come Oscar Isaac è stata quell aid poter esplorare diversi ambiti del cinema, riuscendo a sperimentare e a vestire i panni del doppiatore e del produttore. L’attore, infatti, ha prestato la propria voce per i videogiochi Disney Infinity 3.0 (2015) e LEGO Star Wars: Il risveglio della Forza (2016), per la serie tv Star Wars Resistance (2018) e per i film Spider-Man: Un nuovo universo (2018) e The Addams Family (2019). Per quando riguarda la televisione, Isaac è comparso nelle miniserie Show Me a Hero (2015), Scene da un matrimonio (2021) e sarà protagonista della serie Marvel Moon Knight (2022).

Oscar Isaac e Jessica Chastain

3. Ha recitato con l’attrice in una miniserie. Nel settembre 2021 Isaac è stato protagonista, insieme a Jessica Chastain, della miniserie Scene da un matrimonio, prodotta da HBO e adattamento di quella omonima realizzata nel 1973 da Ingmar Bergman, incentrata sulla difficile situazione di una coppia in crisi. La Chastain e Isaac, in realtà, si conoscevano da ben vent’anni prima di recitare qui insieme, avendo frenquentato la stessa accademia. Grandi amici, i due hanno dunque potuto sfoggiare la forte chimica presente tra di loro e affrontare anche delle scene di nudo senza troppo imbarazzo.

Oscar Isaac Star Wars

Oscar Isaac, la moglie e figli Eugene e Mads Isaac

4. È padre di due figli.Tendezialmente, quando una persona diventa famosa si inizia a scavare nella sua vita privata, andando ben oltre quella lavorativa. Lo stesso è accaduto con Oscar Isaac che, però, ha sempre mantenuto il più stretto riserbo circa la sua vita sentimentale. Delle poche informazioni trapelate, si sa che l’attore è impegnato dal 2012 con la regista Elvira Lind e che i due sono diventati genitori di un maschietto di nome Eugene Isaac nell’aprile del 2017, rivelando la gravidanza solo pochi mesi prima del parto. Nel 2019 è invece nato il secondo figlio, Mads.

Oscar Isaac in Star Wars

 

5. Ha suggerito dettagli sulla biografia del suo personaggio. Nella nuova trilogia di Star Wars Isaac interpreta il pilota e spia Poe Dameron. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha avuto modo di costruire personalmente una biografia del suo personaggio, al fine di poterlo comprendere meglio. Egli ha così stabilito che Poe Dameron è nato sulla luna Yavin IV, la posizione della Base Ribelle in Guerre stellari (1977). L’attore ha suggerito questo dettaglio perché originario del Guatemala, località dove sono state girate le scene relative a Yavin IV.

Oscar Isaac in Dune

6. Ha descritto come “emozionante” la sua scena di nudo. In Dune, Isaac interpreta il Duca Leto Atreides. Tra le tante entusiasmanti scene che lo vedono protagonista, ve ne è anche una dove l’attore appare totalmente nudo. Per l’attore non è stato un problema girare questa scena, trovandola anzi particolarmente emozionante per ciò che rappresenta per il personaggio. “Fino a quel momento abbiamo sempre visto il personaggio così abbottonato e in controllo della situazione, e improvvisamente è una questa figura così vulnerabile, nuda simile a Cristo che sta per essere sacrificato”, ha raccontato l’attore.

Oscar Isaac in Ex Machina

7. Ha dato vita al suo personaggio insieme ad Alex Garland. Per far sì che il personaggio di Nathan, un inventore solitario che vive in isolamento da cinque anni, fosse autentico e realistico, Oscar Isaac e il regista del film, Alex Garland, hanno cercato di capire quali potessero essere le sue caratteristiche grazie ad una sessione di brainstorming. Tra le altre cose, una delle ispirazioni dell’attore è stato l’aspetto di Stanley Kubrick, un visionario, attento ai dettagli e molto solitario.

oscar isaac

Oscar Isaac in Robin Hood

8. Per interpretare il Principe Giovanni si è lasciato andare a parallelismi. Durante la promozione del film Robin Hood, Isaac ha raccontato come ha dato vita al personaggio del Principe Giovanni, uno dei ruoli di maggiore impatto nel film: “Ho letto molto, tutto quello che potevo trovare su di lui, e ne ho parlato con Ridley. Mi sono venute alcune idee che ho passato a lui e lui mi dava altre idee, e abbiamo lavorato insieme per capire come sarebbe potuto essere e come era la sua visione del mondo. Da questo punto in poi, ho pensato anche alle persone che mi ricordavano quel personaggio e ho fatto dei parallelismi”.

Oscar Isaac non è su Instagram

9. Non possiede nessun profilo social. Per pura scelta personale, l’attore guatemalteco non possiede nessun profilo Instagram e social ufficiale, decidendo di vivere la sua vita nella maniera più privata possibile. Un film come Ex Machina ha certamente aiutato a riflettere l’attore sul tema della tecnologia e su quanto essa abbia potere nelle nostre vite, dichiarando che tutti ne dovremmo avere timore, più che altro della forte dipendenza che si può avere verso di essa. Per lui, social media, e-mail e quant’altro sembra essere eretto sulla convenienza e sul fatto che bisogna sacrificare la propria privacy per questo. E l’attore non è proprio d’accordo circa questo aspetto.

Oscar Isaac: età, altezza e peso

10. Oscar Isaac è nato il 9 marzo del 1979 a Città del Guatemala, in Guatemala. L’attore è alto complessivamente 174 centimetri.

Fonti: IMDb, Vanity Fair, shortlist, Vulture, Indiewire

Oscar Isaac, fiero pilota di una nuova generazione di grandi attori

Se non fosse uno dei personaggi più cool di Star Wars Il risveglio della forza, Poe Dameron, il più abile ed esperto pilota della Resistenza, sarebbe semplicemente l’alter ego del suo interprete. Come lui, anche Oscar Isaac, capelli scuri con qualche venatura grigia e una faccia imperfetta, “sa guidare tutto”: negli ultimi anni in cui Hollywood l’ha raccolto dall’anonimato e trasformato in un attore di grandi aspettative e risultati, è passato da un set all’altro con estrema naturalezza, modellando profili e caratteri diametralmente opposti, lontani, sfaccettati.

Sempre distinto, fiero di quel potere invisibile che soltanto i primi della classe sfoggiano con umiltà e che rendono Oscar Isaac un’icona del cinema contemporaneo ancorato alla tradizione ma fortemente proiettato al futuro.

Healthy_Foods_Nutrition_018Passato e futuro sono la chiave di lettura di tutta la saga di Guerre Stellari, l’epica di George Lucas che ha tagliato in modo trasversale quasi mezzo secolo di cinema rimanendo congelata nei cuori di padri e figli. Oggi il passato si rispecchia nella memoria rimasta (e nei volti di Harrison Ford e Carrie Fisher), il futuro guarda alle giovani promesse Daisy Ridley, John Boyega e, ovviamente, Oscar Isaac. L’attore, nato in Guatemala e naturalizzato statunitense, potrebbe diventare sul serio il “pilota” di una generazione che avanza, tra tentativi di emancipazione dall’industria blockbuster ed esempi di ottimo cinema indipendente. Lo ha già dimostrato in varie occasioni.

Che Isaac appaia in un piccolo film o in un capitolo di famosi franchise, poco importa. “Non puoi pianificare una cosa del genere. Credo di avere avuto fortuna, abbastanza da far piovere dal cielo queste occasioni. Amo recitare e mi diverte provare stili diversi, rappresenta una bella sfida professionale. L’importante è cambiare, io cerco di farlo continuamente”.

Oscar Isaac Hernandez Estrada, classe 1979. Sangue latino e temperamento accademico, lascia la terra natia per migrare in Florida; da lì inizia il percorso che lo porterà a diplomarsi alla prestigiosa Julliard School di New York, la stessa dalla quale sono usciti Robin Williams e Viola Davis ma anche i colleghi di set Adam Driver e Jessica Chastain (con lei reciterà in uno dei suoi film più belli e complessi, A most violent year, con lui ha condiviso brevemente il set dei fratelli Coen e, adesso, il franchise di Star Wars). Curioso come la città che gli ha dato una formazione drammatica rappresenti il luogo di eterno ritorno, di numerosi incontri e rivelazioni: è nella Grande Mela che lo scapestrato cantautore Llewyn Davis percorre una strada di miseria e malinconia, nel meraviglioso lavoro di Joel ed Ethan Coen; sempre ai margini di New York, nella contea di Yonkers, è ambientata la miniserie targata HBO Show me a hero, dove Isaac interpreta la passione e il malessere di un giovane sindaco diviso tra responsabilità etica e civile.

Dello show, scritto dal David Simon di The Wire e diretta da Paul Haggis, dice che “è stato come girare un film di sei ore, con un carico di lavoro maggiore e la stessa quantità di tempo che hai nel cinema. C’era una strana energia all’inizio, nel personaggio di Nick, una leggerezza e un ottimismo che permettevano alla storia di respirare per un po’, pur sapendo che le cose sarebbero cambiate. Ed è questo che mi affascinava del progetto”. Una simile purezza la si ritrova nello sguardo di Abel Morales, neanche a dirlo, un immigrato che a New York costruisce un piccolo impero d’affari e intraprende un percorso quasi macbethiano verso la corruzione morale. A most violent year è il terzo film di J.C. Chandor, uno di quei tre registi (insieme a Bennett Miller e Paul Thomas Anderson) che sta riscrivendo la storia del cinema americano con un linguaggio e una forma rinnovati dal grande respiro contemporaneo. Per mostrare la parabola discendente del sogno americano, il regista sceglie forse i due attori migliori in circolazione.

Oscar Isaac e Jessica Chastain si conoscono da tempo. Hanno frequentato le stesse aule della Julliard e condiviso il palcoscenico, “Ci conosciamo così bene da prevedere le nostre mosse. E poi abbiamo un approccio alla recitazione molto simile, fatto anche di fiducia reciproca. Spesso quando lavori con altri attori, e mi capita spesso, hai paura di violare quel processo recitativo, invece con Jessica ero libero di oltrepassare quei confini senza mai offenderci l’uno con l’altra”. Racconto di incredibile tensione e simbologia classica, da alcuni paragonato a Il Padrino, A most violent year distrugge la purezza del protagonista Abel, piegato ma mai distrutto dagli ordini della sibillina moglie. E tali sfumature, a tratti tragiche, non sarebbero state visibili senza attori come Isaac e la Chastain, veri “fenomeni” e camaleonti sulla scena.

A chiudere il legame che Oscar ha stretto con New York, arriva quella pellicola che ha cambiato ogni cosa, il suo miracoloso “turning point”, il punto di svolta di una carriera che annovera collaborazioni con Ridley Scott, Zack Snyder, Steven Soderberg, Alejandro Amenabar: nel 2013 i fratelli Coen presentano sulla croisette di Cannes Inside Llewyn Davis, un capolavoro di poesia che passa fra le mani (e la voce) dell’attore. Negli anni Sessanta, il cantautore Dave Van Ronk, che ha ispirato il film, vive nell’ombra di squallidi locali e del successo di Bob Dylan; è un periodo cruciale per lo sviluppo e la diffusione del folk americano, espressione più pura di un disagio esistenziale, prima che politico e sociale, che la fotografia di Bruno Delbonnel rende opaco e fragile nei fumi della città e negli occhi di Llewyn. Un Oscar Isaac sensibilmente dimesso riempie ogni frame, ogni accordo spezzato, ogni parola cantata di una malinconia consapevole. Il segno che lasciano i grandi attori, ma anche quei ragazzi che all’improvviso devono presentarsi al capezzale dei propri idoli di gioventù. “Quando ho saputo del film mi sono detto che dovevo farne parte. Ho visto tutti i film dei Coen due o tre volte, alcuni di più. Il loro tono è radicato nella mia testa. Recitare la parte di Llewyn è stato difficile, lui è un tipo così chiuso, un’isola lontana dalla realtà. Per questo non si trattava di un semplice musical ma di una finestra su me stesso. Dovevo andare a fondo, capire la sua natura di perdente”.

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Dal cemento delle strade battute al cielo liquido di una galassia lontana lontana ci sono stati di mezzo ruoli come il folle Nathan  di Ex-Machina, esordio di Alex Garland, il Principe Giovanni, partecipazioni a Che – L’Argentino e a I due volti di Gennaio. Ma cosa è cambiato? Nulla, secondo Isaac. “Scegliere un ruolo… è come innamorarsi. Non c’è logica o criterio, è una sensazione innata. Leggi una sceneggiatura e ti innamori del personaggio, non smetti di pensarci, è il tuo pensiero fisso. E poi si aggiunge la voglia di lavorare con artisti che hanno una visione particolare”.

Intanto, grazie al Nick Wasicsko di Show me a hero, vince il primo Golden Globe della carriera, ed è solo l’inizio. Signori, abbiamo trovato il pilota che guiderà questa generazione di nuovi attori. Grandi attori.

Oscar Isaac, Andrew Garfield e Mia Goth nel Frankenstein di Guillermo Del Toro per Netflix

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Dopo la sua grande vittoria agli Oscar 2023 per il miglior film d’animazione per Pinocchio, Guillermo del Toro si sta dedicando alla ricerca del suo prossimo film live-action. Fonti dicono a Deadline che Andrew Garfield, Oscar Isaac e Mia Goth sono in trattative per recitare nel Frankenstein che del Toro scriverà e dirigerà per Netflix.

Gli addetti ai lavori vicini al film dicono che Del Toro sta ancora lavorando alla sceneggiatura e nessuna offerta formale è stata fatta ad alcun attore. Ma si aggiunge che il regista ha incontrato tutti e tre e ognuno ha accettato di far parte del film.

Del Toro ha sviluppato il progetto di Frankenstein per un po’ di tempo e ha sempre voluto realizzare un film incentrato sull’iconica storia di Mary Shelley. Non è noto se la sua versione sarà un adattamento d’epoca o se sarà invece ambientata in tempi moderni. Non si sa nemmeno chi interpreterà il dottor Frankenstein o la sua creazione; si ritiene che Goth interpreterà l’interesse amoroso del dottor Frankenstein.

Andrew Garfield sta uscendo da una stagione dei premi molto ricc, in cui ha guadagnato dalle nomination agli Emmy e ai SAG per il suo lavoro in Under the Banner of Heaven ed è anche destinato a recitare al fianco di Florence Pugh nel film di StudioCanal We Live In Time. Per quanto riguarda Mia Goth, sta diventando la nuova scream queen con non una, non due ma tre acclamate esibizioni nei film horror X, il suo prequel Pearl e Infinity Pool, presentato in anteprima al Sundance.

Oscar Isaac continua ad essere impegnato mentre ha di recente lavorato in Scenes From a Marriage, nominato agli Emmy, e nella serie limitata Marvel Moon Knight. Recentemente è stato anche scelto per interpretare Kurt Vonnegut nella serie limitata Helltown.

Oscar Isaac vuole che Moon Knight si unisca ai Midnight Sons nel MCU

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Con la crescita e l’espansione del MCU, è sempre più frequente che i personaggi vengano messi da parte per un periodo di tempo significativo. Per esempio, la miniserie Moon Knight ha debuttato il 30 marzo 2022 e si è conclusa il 4 maggio dopo sei episodi. Da allora, non si è parlato molto della prossima apparizione del Marc Spector/Steven Grant interpretato da Oscar Isaac.

Parlando con The Geek House Show, Oscar Isaac ha detto che, sebbene i Marvel Studios possano avere i loro piani, lui ha sicuramente i suoi desideri per quanto riguarda la prossima apparizione del personaggio.

Isaac ha detto: “Ho pensato che ci fosse un’opportunità interessante con i Midnight Sons. Ci sono personaggi così interessanti e ora che abbiamo gettato le basi per scoprire chi sono Marc, Steven e Jake, potrebbe essere un’opportunità interessante vederlo come parte di una squadra e quale sarebbe la dinamica. Quindi penso che sarebbe eccitante, per me, spero proprio che ci sia spazio per esplorare questa possibilità“.

Nonostante ciò che il gioco di ruolo tattico del 2022 sviluppato da Firaxis Games vorrebbe far credere, la formazione tipica dei  Midnight Sons, letteralmente Figli della Mezzanotte è composta da Blade, Morbius, Ghost Rider e Hannibal King come membri chiave della squadra. Il Dottor Strange è sempre un membro della squadra e un consulente.

Con un indice di gradimento dell’86% su Rotten Tomatoes e un punteggio aggregato di 7,65/10 da oltre 200 recensioni, Moon Knight è in realtà una delle serie Marvel Disney+ recensite più favorevolmente fino ad oggi.

Iscriviti a Disney+ per guardare Moon Knight e le più belle storie Marvel. Dove vuoi, quando vuoi.

È sorprendente che non sia stata annunciata una seconda stagione. Il dettaglio chiave sul futuro di Moon Knight potrebbe essere il fatto che, per assicurarsi Oscar Isaac, la Marvel si è rifiutata di fargli firmare un contratto che richiedeva più apparizioni.

Nell’ottobre del 2022, al New York Comic Con, Oscar Isaac ha confermato di aver iniziato a parlare con la Marvel di ulteriori apparizioni, ma non è mai stato annunciato un accordo ufficiale.

Naturalmente, con i recenti commenti dell’amministratore delegato della Disney Bob Iger sul suo desiderio di vedere la Marvel ridurre il numero di progetti e concentrarsi sui suoi franchise più forti, è lecito chiedersi cosa verrà abbandonato, in particolare per quanto riguarda la produzione Disney+ della Marvel.

Secondo voi, dove apparirà Moon Knight? Sarà un personaggio di supporto in un altro progetto dell’eroe principale del MCU o riceverà una seconda stagione? C’è anche la possibilità che non compaia di nuovo prima di Avengers 5 o di Avengers: Secret Wars.

Oscar Isaac v Garret Hedlund nel trailer di Mojave

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Oscar Isaac v Garret Hedlund nel trailer di Mojave

Oscar Isaac e Garrett Hedlund sono i protagonisti del trailer di Mojave, film scritto e diretto da William Monahan, già premio Oscar per la sceneggiatura di The Departed.

Ecco il trailer:

Da un’idea originale di Monahan, il film racconta del desolato e violento artista, Tom (Hedlund) che scappa nel deserto, dove, invece di solitudine e silenzio, trova quello che cercava, lo spietato omicida Jack (Isaac).

Oscar Isaac sul futuro di Moon Knight: “Forse lo vedremo in un film”

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Le voci secondo cui una seconda stagione di Moon Knight con Oscar Isaac potrebbe essere in fase di sviluppo circolano da un po’ di tempo, ma non sembra probabile che altri episodi della serie Disney+ arriveranno presto, anche se questo non significa che non rivedremo Marc Spector (e le sue varie personalità) nel MCU.

Poco dopo la messa in onda della prima stagione nel 2022, la star Oscar Isaac è apparsa insieme al produttore esecutivo/regista Mohammed Diab in un TikTok condiviso dalla nipote di quest’ultimo, che ha chiesto se avremmo avuto una seconda stagione di Moon Knight. “Altrimenti perché saremmo al Cairo?”, ha risposto Isaac.

I fan hanno preso questa notizia come una conferma che la serie sarebbe tornata prima o poi, ma non ne è mai venuto fuori nulla, e Brad Winderbaum della Marvel Television ha condiviso un aggiornamento deludente rispetto a Daredevil: Rinascita all’inizio di quest’anno.

“Quindi penso che la Marvel Television sia nata a ondate, e penso che Moon Knight sia nato in un’ondata di serie che avrebbero creato personaggi che si sarebbero legati al futuro. E andando avanti, le nostre priorità sono cambiate. Stiamo realizzando serie che possono esistere come uscite annuali, più simili alla televisione.”

Winderbaum ha aggiunto che “Ci sono piani per Moon Knight in futuro”, tuttavia, e Isaac ha ora lasciato intendere che la prossima volta che vedremo il suo personaggio sarà sul grande schermo. A Oscar Isaac è stato chiesto di una possibile seconda stagione durante una recente apparizione a una convention, e ha risposto con quanto segue: “Vedremo, forse un giorno, in un film lo vedremo [tornare].”

Che possa tornare a breve in uno dei prossimi film collettivi in programma presso i Marvel Studios?