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Venezia 71: Sivas recensione del film di Kaan Müjdeci

Venezia 71: Sivas recensione del film di Kaan Müjdeci

UAmbientato in un villaggio nell’Anatolia, Sivas racconta la storia di un ragazzino di undici anni, Aslan, e di un cane da combattimento, Sivas, che il bambino cura dopo che questo è stato ferito in una delle battaglie che ha perso. Tra loro si sviluppa un legame d’amicizia molto forte. Parallelamente, Aslan è impegnato a scuola in una rappresentazione di Biancaneve e i Sette Nani in cui però vorrebbe essere il principe azzurro per conquistare il cuore di una bambina, Ayse, che interpreta Biancaneve. Suo rivale in amore è Osman, figlio del capo del villaggio. Aslan cercherà di sfruttare Sivas per impressionare la bambina, e intanto il cane comincerà di nuovo a combattere e a vincere una duello dopo l’altro.

Il film di Kaan Müjdeci, presentato in concorso al Festival dei Venezia edizione 2014, ci racconta una storia di formazione e d’amicizia, un racconto che potrebbe definirsi il fratello ‘bastardo’ del film francese Belle e Sebastien, che ha sbancato i nostri botteghini la scorsa primavera. Fratello ‘bastardo‘ perchè, a differenza dell’altro film, Sivas è un racconto violento e sporco, in cui il bambino protagonista combatte anche con una quotidianità non felicissima e comunque violenta.

Il film fatica a decollare perdendosi per strada la contestualizzazione scolastica che poteva essere un’ottima cornice, concentrandosi sull’aspetto dei combattimenti per cani. Sbilanciando il racconto molto in avanti nel tempo, Sivas sembra cominciare ad incalzare lo spettatore troppo tardi, facendo cadere l’attenzione più volte nella parte iniziale del film e lasciando l’impressione ce si concluda troppo presto, con qualcosa di ancora non detto.

Co-protagonisti mozzafiato sono i paesaggi immensi, sconfinati degli altipiani dell’Anatolia, straordinarie lande che raramente vediamo sul grande schermo e che conservano anche nel XXI secolo un sapore antico e primordiale, dove la natura regna ancora sovrana.

Venezia 71: Shinya Tsukamoto con Nobi (Fires on the Plain)

Shinya Tsukamoto Nobi Fires-on-the-PlainIl 02 Settembre è anche il giorno di Shinya Tsukamoto, che presenta il suo ultimo film Nobi (Fires on the Plain) al 71esima edizione del Festival del Cinema di Venezia.

Siamo al termine della seconda guerra mondiale. Dopo aver invaso un’isola delle Filippine, i militari giapponesi devono affrontare la controffensiva della gente del posto e delle forze alleate. È solo questione di tempo prima che i pochi sopravvissuti siano annientati. Il soldato Tamura, malato di tubercolosi, viene abbandonato dal suo plotone e dall’ospedale da campo. Un gruppo di soldati feriti o malati irrimediabilmente è fuori dell’ospedale in attesa di morire. Tamura si unisce a loro, ma durante la notte il fuoco dell’artiglieria distrugge l’ospedale. Tamura si salva e vaga nella giungla. Si getta letteralmente nella schiacciante forza della natura certo di morire. Incapace di proseguire, prepara una granata per uccidersi quando nota degli yam crescere nella giungla. Ma il problema è che non si possono mangiare yam senza cucinarli. Tamura va in un villaggio in cerca di fiammiferi, ma non trova nulla perché gli abitanti sono fuggiti. Tamura si è appena addormentato in una chiesa, quando arriva una giovane coppia. La donna grida per la paura ed egli le spara. È la prima persona che abbia ucciso. Tamura vaga per la giungla che è diventata un inferno, con corpi ammassati ovunque. La fatica lo ha svuotato di ogni energia e la fame lo ha cambiato. Quando comincia a vedere i suoi compagni come cibo, ha attraversato la soglia di un luogo in cui non ci sono amici, nemici o dio.

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La 71ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica avrà luogo a Venezia dal 27 agosto al 6 settembre 2014. Anche quest’anno sarà diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

La madrina della rassegna sarà l’attrice italiana Luisa Ranieri. Il film di apertura del festival sarà Birdman, del regista Alejandro González Iñárritu.

Venezia 71: Reality recensione del filmdi Quentin Dupieux

Venezia 71: Reality recensione del filmdi Quentin Dupieux

Strane storie si intrecciano. Jason, un cameramen vuole dirigere un film dell’orrore, ma per convincere un produttore deve trovare l’urlo più convincente che si sia mai udito in una sala cinematografica. Un conduttore televisivo vestito da lurido topo di peluche comincia a grattarsi in diretta, convinto di essere affetto da una terribile forma di eritema. Una bambina trova una misteriosa videocassetta nelle interiora di un cinghiale cacciato dal padre. Cosa lega le stranianti vicissitudini di questi personaggi?

RealityQuentin Dupieux costruisce una vicenda surreale, onirica, straniante, che a tratti ricorda il miglior Lynch, se non fosse per una vena ironica e grottesca che conferisce al suo stile un tocco personale e scanzonato. La normalità o meglio la realtà viene dopo poche sequenze divelta violentemente dall’irruzione del sogno, che strada facendo degenera nell’incubo e assume anche le sembianze di allucinazione ad occhi aperti. Tutto si mescola in un viaggio agghiacciante, che, come una inarrestabile massa di fango, prende sempre più velocità invischiando tutto quello che incontra sulla sua strada. Tutto procede inesorabile con una soluzione di continuità che sorprende e stupisce. Le storie e le vita dei vari personaggi si intrecciano l’una con l’altra e tutto diviene parte di un misterioso vortice del destino che non può essere spiegato, se non grazie alla magia e all’incomprensibilità palese dello stesso mezzo cinematografico, sicuramente altro protagonista principale del film.

Gli interpreti Alain Chabat, Jonathan Lambert, Elodie Bouchez e tutto il resto del cast appaiono naturali ed estremamente convincenti nel vestire i panni di personaggi assurdi, alle prese con le proprie ossessioni e con le rispettive visioni. Su tutti, come un beffardo demiurgo, svetta il personaggio del regista che rivendica prepotentemente la politica dell’autore in un film che mescola finzione e verità in un ambiente lontano anni luce dal cinema libero, quello fatto di idee ed espressione pura, dove questo non sarebbe, o non è, neanche minimamente pensabile.

Venezia 71: pronostici sui vincitori del Festival 2014

Venezia 71: pronostici sui vincitori del Festival 2014

Venezia 71

La 71esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ci ha accompagnato negli ultimi dieci giorni, e adesso è il momento di tirare le somme, o meglio di cominciare a fare qualche pronostico più o meno attendibile su coloro che potrebbero portare a casa i celebri Leoni.

Per quanto riguarda il premio più ambito, il Leone d’Oro, sembra favorito uno degli ultimi film presentati qui al Lido, The Postman’s White Nights del maestro Andrej Končaloskij, film seguito a ruota per la conquista del Leone da The Look of Silence, magnifico documentario di Joshua Oppenheimer che è il film con più ‘stellette’ secondo il giudizio della critica. Che possa rifarsi con il Gran Premio della Giuria? E’ una speranza condivisa da molti, soprattutto perché dopo la vittoria di Sacro Gra lo scorso anno, è difficile che si scelga di premiare un altro documentario, per quanto intenso e potente questo possa essere. Un po’ fuori dai giochi per il Leone d’Oro, all’apparenza, è Roy Andersson, che con il suo A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence sembra invece essere il candidato favorita al Leone d’Argento alla migliore regia.

Per quanto riguarda le Coppe Volpi agli attori invece i giochi sembrano quasi fatti, con Elio Germano (Il giovane favoloso) e Lu Zhong (Red Amnesia) in pole position nelle rispettive categorie.  Ma attenzione, dietro l’angolo spuntano fuori anche Willem Dafoe per la sua interpretazione mimetica in Pasolini, e Alba Rohrwacher, protagonista femminile del film di Saverio Costanzo Hungry Hearts. Il sito americano IndieWire parla addirittura di un possibile premio a Emma Stone per Birdman, e pare addirittura che con quella performance la giovane attrice si candidi tra le possibili nominate agli Academy Awards, tuttavia non siamo certi che un premio del genere possa andar bene al Lido (anche se Emma ci piace tanto). Fuori dai pronostici ma notevole di menzione è Adam Driver, coprotagonista del film di Costanzo e giovane e promettente attore del panorama cinematografico mondiale. Si vedono all’orizzonte anche Viggo Mortensen e Al Pacino, che tuttavia non giocano in casa come il bravo Germano.

Da tenere d’occhio i film francesi in concorso (La Rancon de la Gloire, Le Dernier Coup de Marteau, 3 Cœurs e Loin des Hommes), che potrebbero partire favoriti data la nazionalità del presidente di Giuria, Alexandre Desplat.

L’Italia uscirà da questo 71esimo Festival al Lido quasi sicuramente con qualche premio, non sarà forse il Leone d’Oro come lo scorso anno, ma i nostri attori hanno buone probabilità. Certo il concorso italiano selezionato per Venezia quest’anno è senza dubbio uno dei migliori dell’ultimo periodo, con un Martone (e il suo Leopardi) che potrebbe addirittura puntare molto più in alto rispetto ai pronostici appena snocciolati.

Venezia 71: presentato il programma da Alberto Barbera e Paolo Baratta

 venezia 71Otto settimane di lavoro “intenso, complesso ma anche molto doloroso”: così il Direttore della 71esima Mostra Cinematografica di Venezia, Alberto Barbera, definisce il processo di selezione dei titoli presentati quest’anno alla kermesse del Lido. Ma, a quanto pare, ne è valsa la pena: “Siamo davvero soddisfatti del risultato… il programma è vario ed articolato, e include opere di circa 50 Paesi diversi”.

Sono tante le aspettative e le speranze suscitate da Barbera e da Paolo Baratta, alla sua seconda Presidenza della Biennale, nel tentativo di rinnovare e continuare il prestigio internazionale di un Festival che vuole anzitutto porsi come manifestazione “d’avanguardia, rischiando e investendo sui giovani: un Festival che si dimostri al passo con i tempi e con le sfide della contemporaneità”.

E in effetti, il programma del 2014 è ricco e invitante. Si parte dai titoli in gara, con l’atteso e già anticipato The Cut del tedesco Fatih Akin, in cui al dramma del genocidio armeno si sovrappone una storia famigliare. Sembra promettere bene anche il lungometraggio di Ramin Bahrani, 99 Homes (la produzione è statunitense), che affronta la crisi dei mutui bancari americani e la conseguente perdita delle case. Interessante anche il tema scelto dal regista-sceneggiatore Andrew Niccol, che in Good Kill, protagonisti Ethan Hawke e Bruce Greenwood, racconta l’uso dei droni in ambito militare.

Quello della guerra si pone, del resto, come uno dei “fili rossi” che, a detta di Barbera, segnano questa edizione del Festival – basti pensare al documentario di Oppenheimer, The look of silence, fotografia della rivolta anti-comunista in Indonesia, o al giapponese Nobi (Fires on the Plain), di Tsukamoto. David Oelhoffen tratta la Guerra civile algerina con Loin des hommes, produzione francese che può contare su una star del calibro di Viggo Mortensen.

Al Pacino sarà invece al centro del thriller firmato da David Gordon Grenn Manglehorn, nei panni di un anziano fabbro dal passato criminale. Con lui anche Holly Hunter e Harmony Corine.

L’Italia fa la sua parte con Il giovane favoloso di Mario Martone, un film – Barbera ne è convinto – che “non deluderà”: se non altro, aggiungiamo noi, per il cast di tutto rispetto (protagonisti sono Elio Germano, Massimo Popolizio e Isabella Ragonesi). Altra produzione nostrana è Anime nere di Francesco Munzi, tratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Griaco, parabola esistenziale di tre giovani dell’Aspromonte e delle vicende che li conducono sulla strada dell’illegalità.

Grande l’attesa anche per le opere fuori concorso, una tra tutte She’s funny that way, regia di Bogdanovich, che Barbera non esita a definire “un vero e proprio omaggio alle grandi commedie di Lubitsch. (…) Un film, insomma, come non se ne fanno più, di una freschezza e comicità straordinarie”. Tra i protagonisti Owen Wilson, il britannico ed irresistibile Rhys Ifans, Jennifer Aniston e Imogen Poots (la biondina tutto pepe di recente vista nella commedia Non buttiamoci giù).

Venezia 71 2Spazio anche per il genere della serie tv con il progetto voluto, prodotto ed interpretato da Frances McDormand – titolo Olive Gutteridge. Qui, afferma Barbera, assistiamo ad un cinema “puro, classico, con grandi attori” (a fianco della McDormand ci sono nientemeno che Bill Murray e Richard Jenkins): del resto, le tv series sono oggi “la nuova frontiera della narrazione”, ed ormai il cinema americano sembra averne preso atto.

L’Italia predilige invece lo spaccato storico/politico/sociale, con La zuppa del demonio di Davide Ferrario, ritratto del sogno dell’industrializzazione dagli inizi del XX secolo agli anni 70, e con l’attesissimo La trattativa – a detta di Barbera, il film “più bello, anche dal punto di vista formale” di Sabina Guzzanti, incentrato sull’annosa e tuttora irrisolta questione della trattativa Stato-mafia.

Originale l’idea che ha ispirato il documentario di Salvatores, Italy in a day – Un giorno da italiani, racconto di una giornata di fine ottobre 2013 attraverso i 45000 filmati amatoriali realizzati dagli italiani attraverso smartphone, telecamere o fotocamere. Una selezione che, ovviamente, ha richiesto un enorme lavoro di montaggio, sapientemente coordinato da Massimo Fiocchi e Chiara Grizotti.

E poi c’è Orizzonti, una volta mera “sezione laterale” della kermesse veneziana, ora finalmente resa competitiva e in grado di tenere testa alla sezione In concorso – e Barbera non esita a definirla “l’altra faccia del Festival”. Film d’apertura sarà The President, di Moshen Makhmalbaf, sorta di apologo politico sulla caduta dei dittatori che riflette sulla caducità del potere. Segnalato l’esordio alla produzione di Pierfrancesco Favino, protagonista di Senza nessuna pietà di Michele Alhaique, e La vita oscena firmato da Renato De Maria. Per il filone letterario ci sarà Michael Almereyda con il suo Cymbeline, che partendo da Shakespeare dà vita ad un dramma moderno sul commercio della droga nel Bronx (protagonisti la Jovovich e Ed Harris).

Il problema della droga viene inoltre trattato nell’opera prima dei fratelli Josh e Ben Sadfie, che firmano Heaven Knows What. E infine, Barbera strizza l’occhio alla questione dei tempi “biblici” dei nostri processi quando, introducendo il film Court sulla lentezza della giustizia in India, afferma ridendo: “Ecco, forse così non ci sentiremo più tanto soli”.

Insomma, quest’anno ce ne sarà per tutti i gusti: dalla politica alla Guerra, dalla commedia sofisticata alle problematiche sociali. Il film “del cuore” che Barbera non ha potuto inserire nella sua (lunga) lista di titoli? Il Direttore del Festival non sembra avere troppi dubbi: “E’ quello di Olmi. Ermanno ci sta ancora lavorando, non sappiamo in realtà quando sarà finito. Ad ogni modo, ha già annunciato che il film vuole essere una ‘testimonianza del dramma della Guerra, un invito alla riflessione su questa tragedia’, e non vuole che sia inserito e visto in un contesto cinematografico come quello di un Festival”.

Venezia 71: Pierfrancesco Favino “Non sono contro il doppiaggio come Gabriele Muccino”

PierFrancesco Favino
Sollecitato dalle domande della giornalista Claudia Catalli e del pubblico presente, Favino torna sull’annosa questione del doppiaggio in Italia: “Gabriele Muccino è un caro amico, come lui penso che sarebbe bello educare i nostri figli a vedere i film in lingua originale, ma mi chiedo anche: e noi tutti che siamo stati abituati così da anni? Mia madre ottantenne? Io vivo qui in Italia, e la mia esigenza, oggi, è capire come riportare la gente al cinema, non allontanarla”.

L’attore romano ha quindi ricordato il suo primo ruolo importante (“Il Libanese mi ha dato la chance di poter scegliere un ruolo, ma quando ho saputo della serie tv e di Francesco Montanari ero sollevato: finalmente avremmo diviso il peso di un personaggio amato dal pubblico, da cui non è stato facile liberarsi”), ha parlato dei progetti futuri (“Sarò il padre di Marco Polo nella serie tv Netflix, mio figlio è Lorenzo Richelmy ospite lo scorso scorso proprio del CineCocktail. Ecco, adesso si appresta a diventare una star internazionale con questo bel progetto”).

Favino ha quindi chiuso commosso imitando Mastroianni e ricordando i sacrifici fatti in vent’anni di carriera, la voglia di “mangiare la polvere” che aveva da ragazzo e sente ancora, la fatica per produrre Senza nessuna pietà puntando su un’opera prima, non solo “credendo al talento di un regista”, ma sentendo “La voglia di contribuire a creare un nuovo cinema italiano: Mastandrea, Scamarcio, Timi sono altri colleghi che come me stanno decidendo di impegnarsi nella produzione di progetti in cui credono davvero. Stare da una parte a osservare non cambia le cose, lamentarsi della crisi o crogiolarsi nelle polemiche neanche. Aumenta solo la stasi”.

Venezia 71: Peter Bogdanovic e Owen Wilson presentano She’s Funny That Way

Arrivato al lido oggi anche il grande regista Peter Bogdanovic per presentare il suo ultimo film She’s Funny That Way con protagonisti Imogen Poots, Owen Wilson, Jennifer Aniston, Kathryn Hahn. Il regista ha presentato il film alla stampa accompagnato dai due interpreti Owen Wilson e Kathryn Hahn. [nggallery id=1017]

Owen Wilson e Peter Bogdanovich Venezia71Owen Wilson interpreta un regista di Broadway, sposato, che si innamora di una prostituta diventata attrice e cerca di aiutarla ad avanzare nella sua carriera. La Aniston interpreta un terapeuta con la madre in riabilitazione. Le riprese si sono tenute a New York.

Venezia 71: oggi Viggo Mortensen con Loin des hommes

Venezia 71: oggi Viggo Mortensen con Loin des hommes

Loin des hommes viggo mortensenArriva la lido Viggo Mortensen, l’ex re degli uomini sbarca al Festival di Venezia 2014 per presentare il suo ultimo film in concorso Loin des homme di David Oelhoffen con Reda Kateb.

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1954. Nel cuore di un freddo inverno scoppia la guerra civile in un remoto villaggio algerino. Due uomini sono costretti a fuggire sulle creste della catena montuosa Atlas. Daru, insegnante solitario, scorta Mohamed, un dissidente accusato di omicidio inseguito dalle autorità. Durante quest’avventura tra i due si sviluppa un legame molto profondo: insieme decidono di ribellarsi e combattere per la loro libertà.

Venezia 71: oggi Pasolini di Abel Ferrara

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La giornata del 04 settembre inizia con la presentaIone alla stampa del film Pasolini di Abel Ferrara, in concorso alla 71esima mostra d’arte cinematografica di Venezia, e con Willem Dafoe, Riccardo Scamarcio, Ninetto Davoli, Valerio Mastandrea, Maria de Medeiros, Adriana Asti, Salvatore Ruocco.

Commento del regista
“Cercando la morte dell’ultimo poeta
solo per trovare l’assassino dentro me
affilando gli strumenti dell’ignoranza sui
ricordi di atti mai dimenticati di
gentilezza in parole e fatti,
idee impossibili da comprendere.
In una scuola a Casarsa seduto ai piedi del mio maestro
desiderando e poi ascoltando la musica delle onde
che lavano i piedi del
Messia sulla spiaggia dell’Idroscalo,
coloro che fanno avverare la magia sono per sempre legati al corpo agile
di Giotto in costante ricerca della creazione del gol vincente
per sempre in fuorigioco al seguito del fedele di cui io sono uno”

La notte del 2 novembre 1975 a Roma viene ucciso Pier Paolo Pasolini. Ha 53 anni. Pasolini è il simbolo di un’arte che combatte contro il potere. Ciò che scrive scandalizza, e i suoi film sono perseguitati dai censori; in molti lo amano e in molti lo odiano. Il giorno della sua morte, Pasolini ha passato le sue ultime ore con l’adorata madre e più tardi con i suoi amici più cari, fino a quando non esce nella notte in cerca di avventure con la sua Alfa Romeo. All’alba viene trovato morto su una spiaggia di Ostia, nella periferia della città.IMG_2508.JPG

Venezia 71: oggi l’Italia in concorso con Anime Nere

Oggi debutta il primo film italiano in concorso alla 71esima edizione della Mostra d’arte cinematografia di Venezia. Si tratta di Anime Nere diretto da Francesco Munzi, con Marco Leonardi e Barbora Bobulova.

In una terra dove il richiamo delle leggi del sangue e il sentimento della vendetta possono ancora avere la meglio su tutto, prende vita la storia di una famiglia criminale calabrese. Una vicenda che inizia in Olanda, passando per Milano, fino in Calabria, sulle vette dell’Aspromonte, dove tutto ha origine, e fine. Il film narra di tre fratelli figli di un pastore, coinvolti e sconvolti dalla malavita dell’Aspromonte. Il più giovane, Luigi interpretato da Marco Leonardi è un trafficante internazionale di droga; Rocco (Peppino Mazzotta) vive a Milano con la moglie Valeria (Barbora Bobulova) e la loro bambina. Non accetta lo stile di vita del fratello minore ma è imprenditore grazie ai suoi soldi sporchi; il maggiore dei tre, Luciano (Fabrizio Ferracane), si illude di poter evitare lo scontro e di vivere della sua terra. Il figlio Leo, ventenne rancoroso e senza futuro, scatena una guerra tra famiglie che spingerà i personaggi fino agli archetipi della tragedia. La vicenda è liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco.IMG_2336.JPG

Venezia 71: oggi James Franco con L’urlo e il furore

È oggi il giorno di un altro film fuori, L’urlo e il furore di James Franco con James Franco, Joey King, Dave Franco. L’epopea della famiglia Compson. Il film è l’adattamento per il grande schermo un altro romanzo di William Faulkner, “The Sound and the Fury”.

Sinossi
Siamo nel Mississippi, alle soglie della Depressione dei primi del ‘900. La storia, torbida e labirintica racconta la decadenza e la sventura dei Compson, aristocratici del Sud caduti in disgrazia. Le vicende della famiglia vengono raccontate da differenti prospettive. I coniugi Compson hanno quattro figli: Quentin, Candance, Jason (Scott Haze) e Benjamin (Franco). La giovane Caddy (Ahna O’Reilly), unica sorella femmina, viene narrata dai suoi tre diversissimi fratelli e diventa presenza candida e rassicurante, sorella ingenerosa, madre snaturata che abbandona la figlia.

Commento del regista
Un vecchio proverbio dice che un buon libro diventa un brutto film e un libro non molto buono può diventare un grande film. Penso che sia vero solo perché ciò che amiamo nei grandi libri è spesso lo stile della prosa, la struttura e il modo in cui la narrativa lavora sulla pagina e perché una scrittura grande e intricata è difficile da adattare per lo schermo. Lo stile e la struttura di un libro spesso si perdono passando da un mezzo a un altro. The Sound and the Fury è il nostro secondo impegno con Faulkner e uno dei tanti film che abbiamo adattato da grandi opere di letteratura. Nell’affrontare questo difficile modello di letteratura – dove le diverse sezioni del libro sono raccontate attraverso la prospettiva in prima persona di personaggi che non pensano in modo lineare – sapevamo che non era sufficiente adattare la storia (è solo il racconto della caduta di una famiglia del Sud), ma che dovevamo anche catturare lo stile e lo spirito del romanzo. Siamo stati perciò costretti a trovare degli equivalenti cinematografici per la sua prosa densa e difficile. Cercando le soluzioni, ci siamo trovati in zone nuove del fare cinema che altrimenti non avremmo scoperto. È un film che ricerca forme alternative di struttura narrativa.

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Venezia 71: oggi Cymbeline con Milla Jovovich

Venezia 71: oggi Cymbeline con Milla Jovovich

Cymbeline venezia71Arriva oggi al lido l’attrice Milla Jovovich per presentare al Festival di Venezia 2014, nella sezione Orizzonti, Cymbeline di Michael Almereyda che la vede protagonista al fianco di Ed Harris, Dakota Johnson, Penn Badgley, Anton Yelchin, Ethan Hawke, John Leguizamo, Bill Pullman. 

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Nel pomeriggio tutte le foto dei protagonisti che presenteranno il film alla stampa, presenti oltre alla protagonista femminile anche John Leguizamo e Anton Yelchin.

La giovane figlia del leader di una gang decide di disobbedire al padre e sposare l’uomo che ama. Ma il padre non si dà per vinto e costringe la figlia a divorziare: l’uomo amato dalla ragazza partirà per l’esilio mentre lei rimarrà reclusa nelle sue stanze finché non si deciderà a sposare il prescelto del padre. Quattordici anni dopo Hamlet, Hawke e Almereyda tornano a lavorare assieme per adattare per il grande schermo un’altra opera di William Shakespeare.

Venezia 71: oggi Al Pacino con The Humbling

È il gran giorno di Al Pacino al Festival di Venezia 2014, l’attore premio Oscar presenta al lido il film fuori concorso The Humbling di Barry Levinson. Con Al Pacino, Greta Gerwig, Kyra Sedgwick, Nina Arianda, Charles Grodin.

Un famoso attore di teatro (Al Pacino) cade in depressione e tenta il suicidio. Ha ormai la sensazione di aver “perso la sua magia”. Nel tentativo di ritrovare il suo dono per la recitazione, instaura una relazione con una giovane professoressa omosessuale (Greta Gerwig).
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Venezia 71: Manglehorn recensione del film con Al Pacino

Venezia 71: Manglehorn recensione del film con Al Pacino

Manglehorn è un uomo solo, anziano, con un brutto carattere. Le uniche gentilezze di cui sembra capace sono tutte riversate sulla sua bella gatta e sulla sua dolce nipotina, mentre i rapporti con le persone gli risultano ostici. Ha un solo figlio immerso negli affari e nessun amico. Vive nel ricordo della donna che ha amato per tutta la vita, un amore di gioventù che lo accompagna ancora nonostante la vita trascorsa con un’altra donna.

David Gordon Green torna a raccontare, dopo Joe con Nicolas Cage, una nuova solitudine, affastellando parole, immagini, suoni ed emozioni in una indigestione sensoriale che sembra non avere fine, nonostante la sostanziale immobilità della storia. Il protagonista è il solito ottimo Al Pacino, che da vita ad un uomo tormentato, dall’indole delicata ma dalla ‘scorza dura’.

Non c’era certo bisogno di un altro film in cui ci venisse spiegato quanto Pacino sia grande nell’arte della recitazione, né c’era necessità di sentirsi raccontare una storia come questa scelta da Green. Manglehorn è il classico esempio di film senza infamia e senza lode, che è certo un film con una regia molto evidente e delle scelte di stile ben precise, realizzate anche intorno all’attore di serie A che Green ha diretto, ma che non sembra arrivare da nessuna parte, risultando incompleto nel narrare la solitudine e la dolcezza, la rinascita e la consapevolezza, tutti elementi accennati ma che non sbocciano nemmeno nel finale catartico.

Venezia 71: Loin des Hommes recensione del film con Viggo Mortensen

Viggo Mortensen torna al cinema con Loin des Hommes a raccontare una storia che attraverso il linguaggio del western ci porta nei desertici altipiani dell’Algeria durante la guerra tra gli anni ’50 e ’60.

In Loin des Hommes si racconta la storia di Daru, un professore francese (Mortensen) con un passato nell’esercito, che si rifugia nella parte interna della regione africana per insegnare il francese ai bambini del luogo. Nella sua placida routine quotidiana irrompe Mohamed (Reda Kateb), un omicida che gli viene affidato perché lui lo consegni all’esercito francese, che lo processerà e, inevitabilmente, lo condannerà a morte. Daru è restio, non vuole consegnare un uomo ad un destino di morte certa, ma il suo prigioniero sembra volersi assoggettare con docilità al suo destino. Comincia così un viaggio attraverso gli altipiani dell’Algeria, durante il quale i due uomini si conosceranno e cominceranno a fidarsi l’uno dell’altro.

Il regista David Oelhoffen trae ispirazione da L’Ospite di Camus e racconta una storia dai toni dilatati, che non manca di momenti toccanti e addirittura (in casi sparuti) divertenti, che permettono allo spettatore di fare amicizia con la storia, così come succede, gradualmente, ai due protagonisti. In alcuni momenti però Loin des Hommes si affossa su ritmi estremamente dilatati, che pur rendendo giustizia al paesaggio e alla fotografia, non giovano alla narrazione.

Splendente mattatore dell’intera storia è Viggo Mortensen, che recita in perfetto francese (concedendosi anche qualche parola di spagnolo e arabo) e regala al pubblico l’ennesima magica interpretazione.

Venezia 71: Leoncino d’Oro Agiscuola a Birdman di Alejándro Iñárritu

Sono stati assegnati oggi i primi premi collaterali di Venezia 71, che domani vedrà l’assegnazione del Leono d’Oro del 2014. Di seguito il vincitore del premio Leoncino d’Oro che raggiunte quest’anno la sua XXVI edizione. Al 35esimo anno invece è il premio Cinema for UNICEF, mentre a Carlo Mazzacurati è stato dedicato il premio Schermi di Qualità, inaugurato quest’anno.

  • Leoncino d’Oro Agiscuola per il Cinema alla 71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia al film BIRDMAN di Alejándro Iñárritu
  • La 35a Segnalazione Cinema for UNICEF  alla71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia al film HUNGRY HEARTS di Saverio Costanzo
  • Premio “SCHERMI DI QUALITÀ – CARLO MAZZACURATI” 2014 al film ANIME NERE di Francesco Munzi

 

Birdman, il film

Birdman è diretto da Alejandro Gonzalez Innaritu (21 grammi) e vede nel cast Michael Keaton, Edward Norton, Emma Stone, Andrea Riseborough, Naomi Watts e Zach Galifianakis.  Il film racconterà la storiadi un attore (Keaton) reso famoso dalla sua interpretazione cinematografica di un iconico supereroe. L’attore cerca di sfondare in teatro, mettendo in scena una commedia per Broadway, e lo troviamo, nei giorni precedenti alla prima del suo spettacolo, combattere con il proprio ego per cercare di recuperare i rapporti con la sua famiglia, la sua carriera e se stesso.

Venezia 71: Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte

Venezia 71: Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte

Le dernier coup de marteauAncora a Francia in concorso alla 71esima edizione del Festiva di Venezia, oggi è la volta del film Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte con protagonisti Romain Paul, Clotilde Hesme, Grégory Gadebois, Candela Peña, Tristán Ulloa.

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Camargue. Victor, ragazzo di quattordici anni, abita con la madre in una comunità limitrofa a quella dei gitani. Quando entra per la prima volta al teatro dell’Opera di Montpellier non sa nulla di musica classica. Né sa nulla riguardo suo padre, Samuel Rovinski, che si trova lì per dirigere la 6° sinfonia di Mahler. Per cambiare il corso del suo futuro, improvvisamente incerto, per sua madre Nadia, per Luna, la ragazza di cui si è innamorato, Victor decide di uscire dall’ombra e di trarre il meglio dalle opportunità che ha trovato sul suo cammino.

Venezia 71: Larry Clark con The Smell of us

Venezia 71: Larry Clark con The Smell of us

The Smell of usSarà la prima assoluta di The Smell of us il nuovo film scandalo di Larry Clark, acclamato regista di Kids e Marfa Girls, l’evento più attesoal Lido perquinta giornata di festival. Il film, presentato domani sabato 31 (ore 17, Sala Perla) alle Giornate degli Autori, apre con un cameo dello stesso regista – l’unico adulto accettato dai ragazzi – e indaga la vita di un gruppo di giovanissimi skater parigini uniti da complicate situazioni familiari che, per sopperire alla noia del quotidiano e spinti dal richiamo del denaro facile, accompagnano lo spettatore in un vortice di prostituzione, droga e solitudini. Nel cast anche l’attore americano Michael Pitt (The Dreamers).

Venezia 71, Foto: Andrew Garfield, Michael Shannon, Owen Wilson e ..

«Volevo fare un film sulla gioventù francese sin da quando andai a Cannes per Kids nel 1995 – racconta il regista – incontrai alcuni ragazzi e li invitai all´anteprima, li fotografai, entrando anche nelle loro case per incontrare i genitori a cena. Capii allora – prosegue Clark – che potevo fare un film in Francia sui giovani e su ciò che mi interessava».

Ma al tema della solitudine, declinata al femminile, si rifà anche The Lack dei Masbedo (ore 22, Sala Perla 2), i due video artisti Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, che portano sullo schermo quattro variazioni sul tema della “mancanza” attraverso la vita di sei donne che vivono l’abbandono, il distacco e la fatica ripercorrendo il loro viaggio interiore.

«The Lack ci ha permesso di sperimentare oltre l’esperienza video artistica – spiega Nicolò Massazza – non ci sono comparse, solo sei donne, nessuno accompagna la loro solitudine. Volevamo che la voce del film fosse radicale – prosegue Iacopo Bedogni – tra un silenzio malinconico e la presa diretta della natura».

Tra gli eventi collaterali, alle ore 15, la Villa degli Autori (Lungomare Marconi, 56) si terrà l’incontro Il Nuovo Cinema è in TV? La serialità alla conquista dei festival e del cinema moderato dallo sceneggiatore Giacomo Durzi. Al centro del convegnol’interesse per la serialità che, da fenomeno sociale e crossmediale, è diventato oggi fenomeno di culto ed ha sconfitto anche i custodi delle cattedrali del cinema, come i grandi festival. All’incontro, promosso da 100autori in collaborazione con Giornate degli Autori, interverranno: Frédéric Boyer, Renato De Maria, Jeppe Gjervig Gram, Nicola Lagioia, Nicola Lusuardi, Savina Neirotti, Stefano Sardo, Boris Sollazzo

Venezia 71: Laika presenta Boxtrolls – Le scatole magiche

Oggi 31 agosto è il grande giorno della Laika che presenta al Festival di Venezia 2014 l’ultima fatica in stop-motion, il lungometraggio Boxtrolls – Le scatole magiche. Al lido presenti i registi Graham Annable, Anthony Stacchi e l’attore che presta la voce al protagonista, Isaac Hempstead Wright: Eggs (Game of Thrones).

Boxtrolls – Le scatole magiche, il film

Boxtrolls – Le scatole magiche è un film evento per famiglie dei creatori di Coraline e la Porta Magica ParaNorman, entrambi candidati all’Oscar per il Miglior Film d’Animazione. Si tratta della terza produzione cinematografica dello studio d’animazione con sede in Oregon, LAIKA. Girato in loco presso gli studi LAIKA, in 3D e con metodi avanzati manuali e tecnologici, Boxtrolls Le Scatole Magiche utilizza disegni manuali, formato grafico ibrido d’animazione in CG e tecnica dello stop-motion, per rappresentare la storia del best-seller fantasy  d’avventura di Alan Snow “Arrivano I Mostri!”.

Boxtrolls – Le scatole magiche presenta al pubblico ad una nuova specie di famiglia –  I Boxtrolls, una comunità di creature bizzarre e dispettose, che hanno amorevolmente adottato e cresciuto un ragazzino orfano, Uovo (doppiato nella versione originale da Isaac Hempstead Wright di Game of Thrones), fin dall’infanzia nella splendida casa nelle caverne che hanno costruito sotto i viottoli di Pontecacio.

Qui vivono una vita felice ed armoniosa, lontano dalla società; i residenti snob della cittadina di epoca vittoriana sono ossessionati dalla ricchezza, dalla classe sociale, e dal benessere… ma soprattutto dai formaggi puzzolenti. Lord Gorgon-Zole (Jared Harris di Mad Men), il sindaco de facto, detta legge circondato dai suoi uomini snob e d’élite delle Tube Bianche. Come tutti gli altri, crede alle leggende spaventose sui Boxtrolls, divulgate in lungo e in largo per oltre un decennio dal malvagio Archibald Arraffa (l’attore premio Oscar Ben Kingsley). Determinato ad ottenere il consenso delle Tube Bianche, Arraffa ha imprigionato il geniale inventore ed amico dei Boxtrolls Herbert Trubshaw (Simon Pegg di Star Trek), ed ha reclutato una banda nota come ‘Tube Rosse’ per catturare tutti i Boxtrolls. Delle Tube Rosse fanno parte l’implacabile Mr. Nervetto (Tracy Morgan di 30 Rock), il goffo Mr. Pasticcio (Richard Ayoade di The IT Crowd), e l’impassibile Mr. Trota (Nick Frost di The World’s End).

 

 

 

Venezia 71: La rançon de la gloire recensione

Venezia 71: La rançon de la gloire recensione

La rançon de la gloireDopo Uomini di Dio del 2010, Xavier Beauvios torna alla regia con  La rançon de la gloire, film presentato alla 71esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia di Venezia, nella selezione ufficiale del concorso.

Siamo alla fine degli anni ’70. Sulle sponde del lago di Ginevra si affaccia la cittadina Vevey. Quando Eddy, un belga di quarant’anni, esce di prigione, viene accolto dal suo amico Osman. I due hanno fatto un patto: Osman lascia che Eddy viva nel suo capanno e, in cambio, Eddy si prende cura della figlia di sette anni di Osman, Samira. Un giorno, però, succede una cosa: in televisione viene annunciata la morte di Charlie Chaplin, il quale lascia agli eredi un’enorme ricchezza. Eddy si ritrova a sognare a occhi aperti e a meditare una strana idea: se rubasse il corpo del defunto attore per chiedere un riscatto alla famiglia?

Protagonisti del film sono Roschdy Zem e Benoît Poelvoorde, una strana coppia bene assortita che ci trasporta in questo viaggio agrodolce in cui le difficoltà della vita mettono alla prova due amici che non vogliono darsi per vinti e che devono far fronte a circostanze difficili.

Il film è una commedia che ricorda vagamente negli eventi I soliti ignoti e nelle intenzioni il cinema di Chaplin stesso, ma che in sostanza si rivela un ritratto buonista e prevedibile di un’impresa tragicomica che assume tratti quasi surreali.

Elemento importante del film è la colonna sonora, che commenta con fare invasivo e spesso eccessivo ogni singolo momento del film. La soundtrack è composta da Michel Legrand e sembra citare spesso i componimenti dello stesso Chaplin. Il film, nell’ottica festivaliera, è di difficle collocazione, e sembra sia stato selezionato esclusivamente per le motivazioni cinefile che ne muovono i meccanismi.

 La rançon de la gloire è una commedia senza pretese, un film godibile che nel voler rendere omaggio a tanti punti di riferimento perde un po’ la sua sostanza e rimane un prodotto medio.

Venezia 71: L’Iran protagonista con Melbourne

L’Iran protagonista a Venezia domani, giovedì 28 agosto, con il film di apertura della Settimana della Critica: l’Evento Speciale che inaugura la 29. edizione è infatti MELBOURNE, opera prima del giovane Nima Javidi.

Interpretato da Payman Maadi (già protagonista del film premio Oscar Una separazione) e Negar Javaherian, entrambi al Lido anche per Tales (il film di Rakhshan Banietemad che domani sarà presentato in Concorso), Melbourne racconta la storia di Amir e Sara, una giovane coppia che, sul punto di partire per l’Australia, a poche ore dal volo viene involontariamente coinvolta in un tragico evento.

“Abbiamo scelto di aprire con Melbourne – spiega il delegato generale Francesco Di Pace – perché si tratta di un film drammatico e al tempo stesso teso come un thriller, in cui la menzogna e il senso di colpa rischiano di segnare il destino di due esseri umani in procinto di cambiare radicalmente la propria vita: un’opera che ci ha ricordato il cinema di Asghar Farhadi, nel migliore dei suoi significati”.

“La parte più affascinante e terrificante dell’essere umano è la sua imprevedibilità, che si presenta nelle situazioni critiche e spesso ci sorprende”, racconta nelle note di regia Javidi, che con il suo primo film conferma una volta di più la capacità del cinema iraniano contemporaneo di indagare sentimenti e dinamiche di coppia, e di raggiungere un pubblico internazionale con l’universalità delle proprie storie.

Non stupisce, quindi, che Melbourne abbia incontrato subito l’interesse di una distribuzione, Microcinema, che prossimamente porterà il film nelle sale italiane: “Un motivo di soddisfazione in più – continua Di Pace – per tutta la commissione di selezione”.IMG_2332.JPG

Venezia 71: Jude Law e Giancarlo Giannini presentano The Gentleman’s Wager

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Si è tenuta in un evento esclusivo la presentazione del corto The Gentleman’s Wager con protagonisti Jude Law e Giancarlo Giannini, l’opera è stata prodotta  da Johnnie Walker, marchio leader nel produrre Scotch Whisky.

Diretto da Jake Scott e interpretato anche da attore italiano Giancarlo Giannini, il film racconta la storia di una scommessa tra due uomini per personale interesse e alla ricerca di una rara e reale esperienza.

Il corto sarà rilasciato a livello mondiale il 30 Luglio 2014 ed è stato girato nelle Isole Vergini nei Caraibi e a Londra.

L’attore ha commentato la cosa dicendo: “Il film parla di miglioramento e progresso e questo è qualcosa che cerco di fare nel mio lavoro e nella mia vita. Ho dovuto imparare nuove cose per girare questo film, e combinato ai posto che abbiamo visitato per girare e al lavoro con Jake e un attore come Giancarlo a reso il tutto un’esperienza rarissima.”

Venezia 71: Joe Dante con Burying the Ex

Arriva fuori concorso alla 71esima edizione del Festival di Venezia 2014 Joe Dante con il film Burying the Ex con protagonisti Anton Yelchin, Ashley Greene, Alexandra Daddario, Oliver Cooper.

Commento del regista:

Ex. Tutti ne abbiamo. Ma ogni tanto, c’è quella speciale. Quella che continua a tornare. Nonostante abbiamo cercato di andare avanti, di seppellire il passato e imparato ad amare di nuovo, le ex sono a distanza solo di una telefonata, di un messaggio o di una visita a sorpresa… Ho sempre creduto che i migliori film di zombi fossero quelli in cui i non-morti sono una metafora di un tema più grande e universale: come i rapporti interrazziali in Night of the Living Dead, la paura della malattia in 28 Days Later, o il consumo di massa, come gli zombi senza cervello che attaccano un centro commerciale in Dawn of the Dead. Eppure, con tutta la “spettacolarizzazione” del genere che è seguita negli anni, nessuno ha mai usato uno zombi per impersonare una ex che non vuole andarsene, almeno finora. Burying the Ex è uno zom com, una nuova interpretazione dei generi della commedia romantica/zombi che proverà una volta per tutte che certi rapporti non muoiono mai…

Max (Anton Yelchin) è un bravo ragazzo che decide di andare a vivere con Evelyn (Ashley Greene), la sua bellissima ragazza. La loro relazione però diventa complicata quando Evelyn si rivela un incubo, maniaca del controllo e manipolativa. Max vuole troncare al più presto la storia, ma ha paura di dirlo a lei. Il caso gli viene in soccorso quando Evelyn è coinvolta in un incidente e muore. Max incontra dopo non molto tempo Olivia (Alexandra Daddario), una ragazza carina che potrebbe essere la sua anima gemella. Scopre presto che Evelyn è risorta dalla tomba e determinata a riprendersi il suo fidanzato, che potrebbe a sua volta diventare uno zombie.

Venezia 71: James Franco “Volevo recitare la parte di un poeta … “

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James Franco 2Oggi è stato il grande giorno di James Franco alla 71esima edizione del Festival di Venezia 2014. L’attore e regista americano ha presentato il suo ultimo film fuori concorso, L’urlo e il furore, oltre a ritirare il premio   Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2014.

Franco ha rivelato le sue intenzioni dietro un film molto personale: «Volevo recitare la parte di un poeta – ha proseguito Franco – ma nessuno mi dava questo ruolo e mi sono reso conto che allora dovevo farlo io. Quindi mi sono detto: o dò una scossa io o non si realizzerà mai un film su questo romanzo e l’ho fatto su uno dei miei libri preferiti della letteratura americana». «Ho potuto realizzare i miei sogni – ho avuto una vita felice e adesso faccio l’insegnante. Credo che si è creativi con le persone che ama e rispetta non c’è nessun modo migliore di vivere. Preferisco fare film con questi attori piuttosto che andare con loro in vacanza alle Hawai».

L’urlo è il furore è l’adattamento per il grande schermo un altro romanzo di William Faulkner, “The Sound and the Fury”. , ecco il regista a proposito dello scrittore: «Ha avuto una forte influenza artistica su di me, ma anch’io su di lei, le ho fatto studiare recitazione e appare in molti miei film»

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Sinossi
Siamo nel Mississippi, alle soglie della Depressione dei primi del ‘900. La storia, torbida e labirintica racconta la decadenza e la sventura dei Compson, aristocratici del Sud caduti in disgrazia. Le vicende della famiglia vengono raccontate da differenti prospettive. I coniugi Compson hanno quattro figli: Quentin, Candance, Jason (Scott Haze) e Benjamin (Franco). La giovane Caddy (Ahna O’Reilly), unica sorella femmina, viene narrata dai suoi tre diversissimi fratelli e diventa presenza candida e rassicurante, sorella ingenerosa, madre snaturata che abbandona la figlia.

Venezia 71: Italy in a Day recensione del film di Gabriele Salvatores

In principio ci fu Life in a Day, film documentaristico di Ridley Scott che racconta la vita degli esseri umani dall’alba al tramonto di una sola giornata. Poi Gabriele Salvatores ha deciso di realizzare Italy in a Day, un racconto che ha alla base lo stesso principio del progetto originale di Scott e che è stato realizzato con il contributo degli italiani che hanno inviato quasi 45mila video che raccontano tante piccole storie, situazioni quotidiane, scelte di vita, vite semplici e vite importanti, vite di italiani all’estero, di giovani e vecchi, di malati, di carcerati e sofferenti, di coppie (eterosessuali e omosessuali) che provano a mettere insieme una famiglia nonostante le difficoltà, diverse per ognuno.

Salvatores realizza un maxi montaggio in cui il filo conduttore è lo svolgersi della giornata, dalla mezzanotte alla mezzanotte del 26 ottobre 2013, e attraverso pochi maxi blocchi racconta la notte dei solitari, dei lavoratori notturni, le mattine dei bambini, le colazioni, l’inizio della scuola e del lavoro in ufficio, ma anche la solitudine degli anziani e la gioia delle nuove vite che arrivano, la difficoltà di un trentenne di trovare una collocazione nella società produttiva e anche le storie di chi, proprio per diventare un membro produttivo della società, ne sceglie un’altra e si trasferisce all’estero.

Il prodotto finale è commovente e divertente, come le storie che vengono raccontate, una boccata d’aria e un invito a sorridere delle nostre piccole manie, dei gaffi che dormono con noi, dei bimbi che ci tengono svegli la notte, dei nonni che non ricordano i nomi dei loro figli ma sono comunque in grando di grandi pensieri poetici.

Italy in a Day è un’esperienza, una finestra sull’Italia e sulla vita che tutti noi condividiamo in un Paese “che soffre con dignità, ma che ha ancora una finestra aperta verso il futuro.”

Venezia 71: in concorso Roy Andersson

Venezia 71: in concorso Roy Andersson

A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on ExistenceIl 02 settembre arriva in concorso il film di Roy Andersson, En duva satt på en gren och funderade på tillvaron (A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence).

LEGGI ANCHE: Festival di Venezia 2014, foto: Viggo Mortensen, Adam Driver e …

Come un Don Chisciotte e un Sancio Panza dei nostri tempi, Sam e Jonathan, due commessi viaggiatori che vendono oggetti innovativi, ci conducono in un caleidoscopico vagabondaggio attraverso i destini umani. Un viaggio che ci mostra la bellezza di certi momenti, la meschinità di altri, l’umorismo e la tragicità che risiedono in tutti noi, la grandiosità della vita così come la fragilità dell’essere umano.

Tutte le foto:[nggallery id=1017]

La 71ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica avrà luogo a Venezia dal 27 agosto al 6 settembre 2014. Anche quest’anno sarà diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

La madrina della rassegna sarà l’attrice italiana Luisa Ranieri. Il film di apertura del festival sarà Birdman, del regista Alejandro González Iñárritu.

Venezia 71: in concorso La rancon de la gloire di Xavier Beauvois

Secondo giorno per la 71esima edizione del Festival del cinema di Venezia, oggi in concorso è la volta della Francia con il film La rancon de la gloire di Xavier Beauvois.

Siamo alla fine degli anni ’70. Sulle sponde del lago di Ginevra si affaccia la cittadina Vevey. Quando Eddy, un belga di quarant’anni, esce di prigione, viene accolto dal suo amico Osman. I due hanno fatto un patto: Osman lascia che Eddy viva nel suo capanno e, in cambio, Eddy si prende cura della figlia di sette anni di Osman, Samira. Un giorno, però, succede una cosa: in televisione viene annunciata la morte di Charlie Chaplin, il quale lascia agli eredi un’enorme ricchezza. Eddy si ritrova a sognare a occhi aperti e a meditare una strana idea: se rubasse il corpo del defunto attore per chiedere un riscatto alla famiglia?
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Venezia 71: in concorso Hungry Hearts di Costanzo

IMG_2401.JPGOggi arriva il secondo film italiano in concorso Hungry Hearts di Saverio Costanzo con protagonisti Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, Al Roffe, Geisha Otero.

New York, Brooklyn. Mina è italiana, Jude newyorkese. Si incontrano accidentalmente e iniziano una profonda e appassionata storia d’amore che li conduce fino al matrimonio. La loro vita procede molto serenamente fino a quando Mina rimane incinta e incontra una guida spirituale che le dice che porta in grembo un bambino “indaco”. Mina sviluppa nei confronti del bambino un’attenzione morbosa: convinta che l’alimentazione ordinaria sia un ostacolo al corretto vivere e terrorizzata dalle contaminazioni, tiene il neonato lontano dalla luce, dai contatti col mondo esterno e lo nutre esclusivamente di specifici cibi e a specifici orari. Jude si accorge che il bambino cresce male e il pediatra gli conferma che il bambino non sta bene, è denutrito. Inizia così un braccio di ferro tra i due genitori che porterà a sviluppi drammatici.

Venezia 71: il Museo Nazionale del Cinema presenta tre film restaurati

Museo Nazionale del CinemaIl Museo Nazionale del Cinema di Torino è presente alla 71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2014) con tre importanti restauri.

Due pellicole, Todo Modo di Elio Petri e L’udienza di Marco Ferreri, verranno presentate in Venezia Classici, la sezione dedicata alla valorizzazione dei restauri e dei documentari sul cinema, realizzati nell’ultimo anno da cineteche e istituzioni culturali di tutto il mondo. Il restauro de L’udienza è stato possibile grazie alla campagna di crowdfunding sul sito MakingOf.it.

Il museo è inoltre presente martedì 26 agosto(ore 20.15) per la preapertura della 71. Mostra del Cinema al Lido di Venezia nella rinnovata SALA DARSENA, per la serata speciale dedicata alla città, con l’anteprima di MACISTE ALPINO (1916) di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto in una nuova copia restaurata in occasione del Centenario della Grande Guerra. La ricostruzione e il restauro digitale della versione originale sono stati realizzati dalla Biennale di Venezia in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna.

In allegato il comunicato stampa e alcune immagini.

Venezia 71: Francis McDormand presenta Olive Kitteridge dell’HBO

L’1 settembre è il giorno della mini serie dell’HBO Olive Kitteridge con protagonisti Frances McDormand, Richard Jenkins.

La mini serie è l’adattamento del libro premio pulitzer scritto da Elizabeth Strout ed è la storia toccante e tragicomica di un’apparente placida cittadina del New England, caratterizzata da affari illeciti, criminalità e tragedie, raccontata attraverso lo sguardo di Olive, un’insegnante di matematica, il cui comportamento duro nasconde in realtà un caldo e travagliato cuore.

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