Secondo quanto riportato da WGNO, le
riprese di Gambit, il travagliato
spin-off di X-Men con protagonista
Channing Tatum, partiranno ufficialmente a New
Orleans (Louisiana) il prossimo marzo.
Dopo l’abbandono di Rupert
Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie), sarà
Doug Liman (The Bourne Identity, Mr. & Mrs.
Smith, Edge of Tomorrow) a dirigere il film.
Al fianco di Channing Tatum ci sarà
anche Lea Seydoux (La Vita di Adele,
Spectre). Il film sarà prodotto dallo stesso Tatum in
collaborazione con Reid
Carolin,Simon
KinbergeLauren
Shuler Donner (storici produttori del franchise
di X-Men) e uscirà al cinema il 7
ottobre 2016.
Alla fine di Star
Wars Il Risveglio della Forza, abbiamo lasciato
Finn su un letto di degenza. Dopo lo scontro con Kylo Ren, l’ex
assaltatore del Primo Ordine è rimasto ferito e mentre Rey va da
Luke, lui pensa a riposare e a rimettersi. Lo troveremo, sempre con
il volto di John Boyega, in Star Wars
Episodio VIII, che a detto dell’attore sarà molto più
dark del film precedente.
L’attore inglese ha dichiarato:
“La sceneggiatura è grandiosa, Molto più oscura, ma siamo tutti
molto eccitati. La mia parte nel prossimo film sarà più fisica
quindi potrei dover andare in palestra un po’ di più”.
Che vi aspettate dal prossimo film
della saga?
Star Wars Episodio VIII uscirà negli
USA il 24 maggio 2019. Alla regia ci sarà Rian
Johnson.
Risale allo scorso ottobre la
notizia che il premio Oscar Jennifer Lawrence
(Il lato positivo, American Hustle) è in trattative per
interpretare la protagonista nel nuovo misterioso progetto indie
del regista Darren Aronofsky (Il Cigno nero,
Noah). Adesso Variety conferma non solo che il film sarà il
prossimo progetto di Aronofsky, ma anche che al fianco della
Lawrence ci sarà un altro premio Oscar, ossia Javier
Bardem (Non è un paese per vecchi, Skyfall).
Darren Aronofsky scriverà, dirigerà
e produrrà il film grazie alla sua Protozoa Pictures, in
collaborazione con Scott Franklin e Ari Handel. Le riprese
inizieranno la prossima primavera, mentre l’uscita è fissata per il
2017. Il film racconterà la storia di una coppia la cui relazione
viene messa a dura prova dall’arrivo di alcuni ospiti inattesi che
metteranno a rischio la tranquillità della loro casa.
Dopo il travolgente successo al
botteghino di Star
Wars il Risveglio della Forza, la Disney e la
LucasFilm sono sempre più invogliate ad andare anvanti con il loro
programma pluriennale e a mettere ufficialmente in produzione lo
spin off su un giovane Han Solo. Ecco di
seguito alcuni dei nomi più famosi che sono presenti nella short
list ufficiale, secondo
Variety.
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La produttrice Kathleen Kennedy e i
registi Phil Lord e Chris Miller cominceranno a breve a fare gli
screen test e la decisione ufficiale sarà presa, immaginiamo, nelle
prossime due settimane.
Con l’eccezione di Scott Eastwood,
che ha 29 anni, gli altri attori hanno tutti trai 20 e i 25 anni.
Tuttavia l’età dei partecipanti al provino si aggira trai 17 e i 34
anni.
Il film sarà ambientato dieci anni
prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza.
Lo spin off su Han
Solo è previsto per il 25 maggio 2018 e sarà diretto
da Phil
Lord e Christopher Miller.
Arriva da Deadline la notizia che
il premio Oscar Jamie Foxx intepreterà
Little John in Robin
Hood Origins, nuovo adattamento della storia
dell’arciere di Sherwood ad opera della
Lionsgate.
Sappiamo da tempo, invece, che il
giovane Taron Egerton, visto al fianco di Colin
Firth in Kingsman Secret Service, interpreterà il
leggendario principe dei ladri nella pellicola. Le riprese del film
partiranno la prossima estate.
Otto
Bathurst, regista televisivo attualmente impegnato con
la pre-produzione del suo debutto sul grande schermo (il thriller
Three Seconds), si occuperà della regia di Robin Hood
Origins, che sarà sceneggiato da Joby Harold
(autore dello script di Knights Of The Round Table di Guy
Ritchie) e che racconterà le origini del popolare arciere
d’Inghilterra, sulla falsariga di quanto fatto da Ridley Scott nel
suo adattamento con Russell Crowe, ultima volta che abbiamo visto
il personaggio di Robin Hood al cinema. La pellicola sarà prodotta
dalla Appian Way di Leonardo DiCaprio.
La Paramount Pictures che
annunciato che Juan Antonio Bayona (The
Impossible) ha abbandonato la regia di World War Z
2, sequel della pellicola sci-fi con protagonista
Brad Pitt. Nel comunicato ufficiale si legge:
“Bayona non dirigerà più World
War Z 2, ma il nostro obiettivo è andare avanti col progetto. É un
regista fantastico, e ci auguriamo di tornare a lavorare con lui
molto presto”.
World War Z 2 arriverà
nelle sale il 9 giugno 2017. Le riprese del film
dovrebbero cominciare la prossima estate. Al momento la produzione
è alla ricerca di un nuovo regista, che dovrebbe essere annunciato
a breve.
World
War Z è la trasposizione cinematografica del
romanzo “World War Z La guerra mondiale degli zombi” di Max Brooks
del 2006. Brad Pitt tornerà nei panni di Gerry
Lanel, e sarà nuovamente produttore. A scrivere la sceneggiatura
del film World
War Z 2 sarà lo scrittore e regista
Steven Knight, che ha scritto e diretto
l’apprezzatissimo Locke, con Tom
Hardy e visto al Festival di Venezia
2013. Inoltre, ha scritto le sceneggiature dei film in
arrivo Seventh Son, Madame Mallorye il piccolo chef indiano con
Helen Mirren e il biopic su Bobby Fischer,
Pawn Sacrifice. É sua anche la
sceneggiatura del film di
Cronenberg, La promessa
dell’assassino.
I fotografi Charles
Star e Leonardo Moon Matadin hanno
realizzato una serie di ritratti black and white per i vincitori e
alcuni dei presentatori dei Golden Globes 2016. Eccoli di
seguito:
The Hateful
Eight è già uscito nelle sale americane, da noi
arriverà il 4 febbraio, ma il regista Quentin
Tarantino ha già in mente dei nuovi piani su un
ritorno a teatro, proprio con la pellicola. Secondo quanto ha di
recente dichiarato, infatti, il regista vorrebbe
adattare The Hateful Eight per una
versione teatrale, ovviamente sempre sotto la sua direzione.
”Ho pensato [alla versione per
il teatro] completamente”. afferma Tarantino. ”Sto solo
aspettanto che questa stagione dei premi finisca, così posso
scrivere, mi metto lì e scrivo”.
La transizione del film,
comporterebbe uno spostamento della storia di The Hateful
Eight in un’unica location, la Minnie’s Haberdashery.
L’unico set principale diverso da questo, sarebbe la carrozza
trainata da cavalli.
Tarantino ha anche spiegato si era
pensato di farne un opera teatrale, prima, non dopo l’uscita del
film:
”Harvey [della The Weinstein
Company] veramente ha cercato di convincermi a farlo prima. Ha
detto ‘Raccontiamolo ad alta voce prima di farci un film’. E io ho
detto ‘Guarda. Potrei. Ma mi piace l’aspetto del mistero, che
funziona davvero solo nel film. E ho i 70mm e la neve. Quindi
lasciamelo fare’.”
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Vi ricordiamo che
i protagonisti della pellicola sono: Samuel L.
Jackson (Django Unchained),
Kurt Russell (Escape From New
York), Jennifer Jason Leigh
(Mrs. Parker And The Vicious Circle),
Walton
Goggins(“Justified”),
Demian Bichir (A Better
Life), Tim Roth
(Reservoir Dogs), Michael
Madsen(Reservoir Dogs),
Bruce Dern(Nebraska) e
Channing
Tatum(Foxcatcher).
Scritto e diretto da
Tarantino, The Hateful
Eight è prodotto da Richard N.
Gladstein, Stacey Sher e Shannon
McIntosh. Harvey Weinstein, Bob
Weinstein e Georgia Kacandes sono i
produttori esecutivi, Coco Francini e
William Paul Clark i produttori associati.
Dopo la notizia della morte, e le
tante parole dette su David Bowie da
colleghi e personaggi famosi, per ricordarlo, arriva un’altra
notizia, secondo la quale l’artista avrebbe potuto fare una
comparsa nel prossimo film I Guardiani della Galassia
2 in uscita il prossimo anno.
A rivelarlo è James
Gunn – sceneggiatore del primo capitolo – che, sul suo
account facebook, scrive: ”Solo poco tempo fa stavo parlando
con Kevin Feige della possibilità di un cameo ne I Guardiani della
Galassia 2, e siamo arrivati al nome di Bowie”, ha rivelato
Gunn. ”Gli ho detto che nulla al mondo mi avrebbe reso più
felice, ma ho saputo da amici comune che non stava bene. Poi
abbiamo saputo che stava di nuovo bene e la cosa diventava
possibile. Che se lo immaginava?”.
Il post di Gunn poi continua,
aprendo a una possibilità di inserire una traccia di Bowie nel
film: ”Bowie era un mio idolo, enorme e onnipresente. Pochi
artisti in qualsiasi campo hanno lasciato un’impressione indelebile
su di me come lui. Secondo me, Ziggy Stardust è forse il più
grande album rock and roll di tutti i tempi. Abbiamo
inserito ”Moonage Daydream” ne I Guardiani [della Galassia],
ma ho sempre pensato che il carattere dell’album fosse al di là di
questo, nell’estetica, nel collegamento apparentemente naturale e
integrale con la pop cultura del rock anni ’70 e nella space opera.
Ho cercato di inserire un altro pezzo di Bowie nel sequel, il
che renderebbe Bowie l’unico artista ad avere una canzone nel primo
e secondo film. Penso che questo sia giusto e appropriato. Anche se
ho tagliato la scena che poi abbiamo usato, noi ne abbiamo i
diritti. Chi lo sa. Forse riuscirò a trovare
un modo”.
Per presentare il film
La Corrispondenza, ultima fatica del
regista Giuseppe Tornatore, si sono ritrovati
all’Hotel St. Regis il regista stesso e i due protagonisti
Jeremy Irons e Olga
Kurylenko.
Il primo ad aprire le danze è il
regista Giuseppe Tornatore, pronto ad affrontare una round table
con la stampa.
Collegati in diretta Skype con la
stampa milanese, la prima domanda arriva però da Roma e riguarda la
storia d’amore – apparentemente impossibile, ma non da
fantascienza- che lega Ed e Amy, i due protagonisti del film: la
tecnologia permette l’impossibile, disseminando inoltre il film di
elementi magici, che sospendono la dimensione dello spettacolo
filmico. Tornatore spiega che la tecnologia – altra protagonista
della pellicola – crea una rete tale da rendere realistico e
realizzabile elementi che, altrimenti, trascenderebbero la realtà e
la vita stessa. La volontà del regista era quella di dare spazio a
delle percezioni che vanno oltre le nostre percezioni legate ai
cinque sensi, sfiorando elementi vicini ad una sfera ineffabile
legata al sesto senso, ovvero tutto ciò che non si può
razionalmente capire ma che possiamo percepire. Il sogno eterno
dell’uomo è sempre stato quello di sperare in forme di estensione
della propria esperienza sensoriale di vita; la tecnologia sembra
aver reso possibile tutto ciò, che fino a poco tempo prima era
stato solo ipotizzato/ pensato/ teorizzato. Il film ruota attorno
ad un sogno, perché il destino e l’esistenza umana si possono
manipolare ma fino ad un certo punto, nonostante la tecnologia
possa aiutarci nel modificare il nostro codice di comportamento con
gli altri, facendo sì che le nostre relazioni interpersonali ne
risultino influenzate: tutto ciò esercita un processo di
fascinazione, e per Tornatore era necessario raccontare tutto
questo attraverso le immagini.
A proposito della tecnologia, essa
cambia anche la “macchina cinema” stessa: la tecnologia permette di
relazionarsi con qualcosa che non ha più la stessa forma; per il
regista è lo stesso con le forme filmiche ormai desuete (ad
esempio, la pellicola)?
Secondo Tornatore un certo tipo di
cinema non è mai morto e mai lo sarà, si è solo trasformato; ha
cambiato i codici espressivi dell’audiovisivo, si sono evoluti con
la stessa velocità dei tempi, ma “la pellicola” in sé non morirà
mai. Quindi la storia d’amore raccontata nel film non è
un’allegoria anomala tra gli astrofisici che si relazionano con le
stelle morte e un’idea di cinema scomparso: si tratta di una
forzatura, perché in fondo anche il cinema è fatto di un codice
particolare, anche perché nell’istante stesso in cui un fotogramma
raggiunge la nostra retina, esso non è, in fondo, già passato?
Un’altra domanda riguarda la scelta
dei due attori protagonisti, Irons e la Kurylenko: perché loro due?
Perché ha scelto di raccontare una storia d’amore complessa- come
in altri suoi film?
Il primo spunto, nato diversi anni
fa, prevedeva la presenza di un uomo e di più figure femminili, ma
il senso della storia veniva travisato in un racconto di pura
fantascienza. Ma con l’evoluzione tecnologica, nel corso degli
anni, quell’intuizione fantascientifica è diventata realistica, e
l’intrusione di un elemento sci-fi non era più necessario, e la
storia poteva essere così adattata. Si è arrivati in tal modo ad
un’unica donna e ad un uomo. Per quanto riguarda gli attori, ne ha
visti diversi, valutando diverse possibilità, parlandone con i
produttori: poi quando, dopo un incontro, ha avuto una sorta di
rivelazione sentendo che lì, in quel momento, c’erano davvero i
personaggi, allora scegliere è stato più facile. Per quanto
riguarda Jeremy Irons, pochissimi attori in verità potevano calarsi
in quel ruolo: la prima – ed unico – è stato Irons, con una lunga
conversazione via Skype (altro elemento dominante del film). Gli
sembrò perfetto, e fu scelto come Ed.
Per quanto riguarda la natura
complessa dell’amore, il regista riflette su tale argomento in ogni
storia raccontata: non esistono amori felici, storie semplici, che
in fin dei conti non destino interesse negli autori. Sono gli amori
che hanno a che fare con le difficoltà ad essere interessanti.
Le prime domande milanesi via Skype
non tardano ad arrivare, e riguardano sempre la tecnologia: nel
film essa sembra quasi un dispositivo che rende impossibile
l’oblio, l’abbandono dei ricordi. Ed in effetti, in alcune parti
del film si assume questo tono, come di una sorta di amore ostinato
e violento che tende a passare a tutti i costi attraverso il mezzo
virtuale; spetta a noi l’abilità di bilanciare e mediare l’uso che
di essa facciamo.
Proprio la distanza virtuale ha
coinvolto i due attori in prima persona: nella pellicola Irons e la
Kurylenko condividono solo due scene, di cui una fisica e una,
invece, via Skype, girata come un vero collegamento “live”: invece
tutti i messaggi che si vedono sono stati girati prima dell’inizio
delle riprese effettive del film, con una troupe ridotta,
rimarcando il carattere “artigianale” di quest’ultime; in tal modo
l’attrice ha sempre avuto modo di relazionarsi, in ogni momento,
con un interlocutore virtuale già presente (in qualche modo). Il
tema della distanza è una pena ed un dolore per i due amanti, ma
essa rende tutto più chiaro come una lente d’ingrandimento: si vede
tutto in modo molto più limpido e lineare, a distanza di sicurezza.
Spesso è anche la paura a tenerci a distanza.
La colonna sonora è stata firmata
da Ennio Morricone, fresco vincitore di un Golden Globe per la
colonna sonora di The Hateful Eight,
cominciando a lavorare sulla partitura già all’inizio, con solo la
prima stesura della sceneggiatura in mano; l’intento era quello di
usare dei tappeti sonori non tradizionali, inoltrandosi in una
ricerca sperimentale sui suoni elettronici che spesso non sono
vicini alla produzione musicale di Moricone, più incline
all’orchestrazione. Piccola curiosità post- Golden Globes: è stato
Tornatore a convincere Morricone a non rifilare a Quentin Tarantino
un terzo rifiuto di fila.
Il film uscirà in oltre 400 copie,
di cui alcune sottotitolate.
Changer la dame, la
prossima è Olga Kurylenko, che confessa di aver desiderato subito
di voler fare questo film e di volere questo ruolo, immediatamente:
era attratta dal ruolo, dal personaggio e dalla stravaganza della
storia. Lei come affronterebbe una vicenda come quella del film del
nella realtà, e com’è stato lavorare con un regista italiano?
Beh, per lei è stata la prima buona
occasione per lavorare con un regista italiano, e ha incontrato un
contesto così diverso: poi si trattava comunque di Tornatore, per
lei uno dei registi italiani più importanti. I suoi personaggi
femminili sono molto interessanti ed oggi è così difficile trovare
dei ruoli scritti così bene, così sfaccettati, forti e ben
delineati. Inoltre si tratta di uno di quei rari casi in cui un
regista sa bene come immortalare, attraverso le inquadrature, una
donna. Nella realtà una situazione come quella del film non la
spaventerebbe, sottolinea la Kurylenko, perché per quanto in amore
siamo tutti egoisti e c’è una forte componente legata al senso di
possesso, in realtà quello che lega i due personaggi è davvero
amore, puro e semplice amore.
Oggi internet, messaggi, mail e
social possono sostenere una relazione e farla crescere,
accorciando anche le distanze: ma l’amore vero è davvero immortale,
e se finisce forse non si tratta, davvero, d’amore; quello vero
resiste, sopravvive anche ad un termine, una separazione, una fine;
ed è bello e poetico che Tornatore abbia creato un parallelismo
così poetico tra le stelle e l’amore vero, stelle che continuiamo a
vedere anche quando sono morte, colte nella loro fulgida
immortalità. Non si può poi smettere di amare qualcuno così,
all’improvviso: il personaggio di Amy non riesce, ad un certo punto
del film, a sostenre il peso di quella relazione, e l’unico modo
per scappare è chiudere; ma è impossibile, razionalmente, imporsi
di non amare qualcuno. Non scegliamo razionalmente chi amare e
quando.
Per quanto riguarda il suo,
personale, rapporto con la tecnologia, la Kurylenko ammette di
usarla per necessità: comoda per restare in contatto con le persone
accorciando distanze e tempi, per il resto non ne fa un abuso,
soprattutto per quanto riguarda i social media il cui uso è stato
ampiamente travisato: chi ha sempre avuto un lato
narcisista/egoista/egocentrico vive su di essi perdendo la
percezione di ciò che lo circonda. Bisogna evitare gli estremi e
trovare un equilibrio, come in tutte le cose. Comunque è
impossibile non far parte di quest’onda anomala, tirandosi
indietro: soprattutto per i giovanissimi, la pressione sociale è
fortissima e si abbatte su di loro pesantemente.
Amore ed astrofisica: questi i due
cardini del film, i due principali. Come si è rapportata ad un
argomento così complesso, che forse non conosceva prima? Studiando,
studiando, studiando! Sorprendendo anche se stessa, oltre a
Tornatore, ha cercato di approfondire di cosa parlava Amy, il suo
personaggio, per provare a capire e ad approfondire l’argomento nel
profondo, suscitando lo stupore di Tornatore sul set, che la vedeva
totalmente concentrata. Immortali le stelle, nonostante la morte,
immortale l’amore; distanti loro, distanti i sentimenti. Come si è
ritrovata ad affrontare un coprotagonista… praticamente un fantasma
per tutto il corso del film, visto che si comunicano solo tramite
video (e mai dal vivo): premettendo che era da sempre una fan di
Irons, fin dalla prima visione di “Lolita”, per lei era un vero
onore condividere con lui il set; i messaggi – pre- registrati
precedentemente- hanno reso più facile il suo lavoro,
aiutandola.
Infine, arriva Jeremy Irons:
charmant e dall’inconfondibile fascino britannico,
ironicamente replica a chi gli ricorda di aver dichiarato, pochi
giorni fa, di aver trovato delle similitudini tra lui e il suo
personaggio. In realtà, il suo personaggio è semplicemente un
astrofisico e… niente più! Ma è importante riflettere
sull’immortalità delle proprie opere, come per Ed dei suoi studi
astrofisici, così come per gli artisti (e qui il pensiero corre a
David Bowie, scomparso proprio oggi: se il lavoro comunica con il
pubblico, instaurando un rapporto, esso allora è destinato a
rimanere, anche quando la persona non c’è più, non è più tra
noi.
Irons trova interessante cercare di
capire qual è il rapporto che si sviluppa tra la coppia
protagonista, un legame che si crea solo virtualmente: le due
persone sono distanti e non vicine, come è già accaduto
storicamente innumerevoli volte; oggi è più facile, ma le persone
si conoscono prima in rete e poi si incontrano. Nel film, accade il
contrario, cioè due persone si conoscono per poi “perdersi”.
Quando è stato girato il film,
Irons conosceva già Olga, cercando comunque- nonostante la mancanza
di scene in comune-di poter creare un background di una storia tra
i due. Certo, la cosa che lo preoccupa della tecnologia è la
velocità, tutto avviene in modo talmente rapido, mentre quando si
scriveva una lettera c’era una procedura, un rituale lento e
malinconico, che rendeva reale la possibilità di instaurare una
comunicazione emotiva, una vicinanza impossibile dietro uno
schermo. Il tempo che si impiegava per scrivere una lettera,
rileggerla, leccarla, chiuderla ed imbucarla permetteva di
riflettere e prendere tempo.
E per quanto riguarda l’amore, esso
è immortale?
Secondo Irons l’amore è immortale,
se letto da un punto di vista di puro spirito: ma l’amore è
mortale, come noi, come gli umani coinvolti; l’amore rimane, il suo
spirito resta ma tutto è destinato a passare inesorabilmente. Tutte
le persone che Irons ha amato rimangono nel suo io più recondito,
sia per quanto riguarda quelle che se ne sono andate, sia quelle
che sono rimaste. Rimangono e non scompaiono mai
definitivamente.
Cos’è l’amore? È una forma di
comunicazione più che di arte. E l’arte è una forma di
comunicazione e di amore tra lo spirito di chi l’ha creata e lo
spettatore. Dipende da cosa si riesce a comunicare. L’amore è
simile alla comunicazione perché ci deve essere qualcuno pronto a
donare e qualcun altro disposto a ricevere: non sempre è così, ma è
la magia della vita, essere sempre disponibili nei confronti delle
possibilità dell’universo.
A proposito di tecnologia: come si
è sentito a dover registrare i videomessaggi prima dell’inizio
delle riprese? Ammette di aver provato un senso di solitudine,
dovendo ricreare con la sua immaginazione quello che era il
rapporto con Amy: ed è ciò che tecnicamente avviene ad ogni film,
immergendosi in una realtà “altra” e simulando che essa sia reale.
Ha desiderato in più di un momento di averla lì con lui, per
instaurare una vera comunicazione fatta di compresenza fisica e
reciproco scambio tra attori.
Torna alla regia
Carlo Verdone,
con il nuovo film L’abbiamo fatta grossa,
nel quale – oltre a dirigerlo – reciterà anche al fianco
dell’attore comico Antonio Albanese. Il film
sarà nelle sale dal 28 gennaio.
Il film racconta la storia di un
attore di teatro, Yuri Pelagatti (Antonio Albanese), che non riesce
più a ricordare le battute. Carlo Verdone è un investigatore
privato imbranato al quale Yuri si rivolgerà per avere le prove del
tradimento della ex moglie. Ma per errore, i due entreranno in
possesso di una valigetta con 1 milione di euro.
Qualche settimana fa è uscita la
notizia che Cate Blanchett sarebbe in
trattative per un ruolo in Thor
Ragnarok, nonostante non sia ancora arrivata alcuna
conferma dall’attrice Premio Oscar, né dalla Marvel. A parlare ora è invece
l’attore Mark Ruffalo, che nel
film riprenderà di nuovo il ruolo di Hulk. Ecco le sue
parole:
”Sono così eccitato. L’ho vista
qualche giorno fa e ho sentito che forse ne avrebbe preso parte,
che era in trattative per la parte, così sono corso da lei e le ho
detto tipo ”Per favore, per favore, accetta!’ Lei è una delle
migliori [attrici], e vederla nel ruolo di un villain è davvero
eccitante”.
Insomma, non ci resta che aspettare
altre conferme, e soprattutto sapere per quale ruolo sia in
trattative l’attrice. Secondo l’attore sarà un cattivo… ma
qual cattivo possa essere rimane un mistero. Per fare un paio di
ipotesi l’attrice potrebbe essere Amora l’Incantatrice, una
potente maga che ha stregato il Dio del Tuono molte volte nel
fumetto. Oppure potrebbe essere Hela, figlia di Loki e sovrano
degli Spiriti dei Morti.
Voi in quale personaggio della
Marvel la vedreste meglio?
Thor
Ragnarok sarà diretto da Taika
Waititi. Nel film torneranno, confermati per adesso,
Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Jaimie
Alexander, Ray Stevenson, Mark Ruffalo e Anthony
Hopkins.
La data d’uscita è prevista per il
3 novembre 2017.
È stato pubblicato il nuovo trailer
internazionale di 13 Hours, il nuovo
film di Michael Bay, con John Krasinski.
La pellicola vedrà protagonisti
John Krasinski, James Badge Dale, Pablo Schreiber,
David Denman, Max Martini, Toby Stephens, Domenico Fumusa e David
Costabilee arriverà al cinema negli States il 15 gennaio
2016.
13 Hours
si basa sul libro omonimo di Mitchell Zuckoff, che racconta gli
attacchi terroristici che l’11 settembre 2012 videro presi
d’assalto a Bengasi sia l’Ufficio diplomatico degli Stati Uniti,
presso il quale si trovava in visita l’Ambasciatore americano in
Libia John Christopher Stevens, che una stazione della CIA
denominata Annex.
Il film segue sei soldati americani
che hanno combattuto contro i terroristi durante l’attacco che
causò la morte dell’ambasciatore americano Christopher J. Stevens,
un operaio dei servizi straniero e due lavoratori a contratto.
Questi sei uomini quel giorno andarono molto al di là del dovere e
ora la vera storia del loro eroismo sarà raccontata sul grande
schermo.
Jennifer Lawrence
ha vinto ieri notte ai Golden Globe 2016 come
Miglior Attrice Protagonista in una commedia per il film
Joy, il nuovo film di David ‘O
Russell. Ecco il video del suo discorso di ringraziamento,
come sempre spontaneo e divertente, come solo lei sa essere.
https://www.youtube.com/watch?v=5FVByjQ5rsE
Vi ricordiamo
che Joy uscirà nelle sale
italiane il 28 gennaio. Il film è la storia turbolenta di una donna
e della sua famiglia attraverso quattro generazioni:
dall’adolescenza alla maturità, fino alla costruzione di un impero
imprenditoriale che sopravvive da decenni.
In Joy
vedremo anche Robert De Niro, Bradley Cooper, Edgar
Ramirez, Isabella Rossellini, Diane Ladd e Virginia
Madsen.
È diventato subito virale. Su
Twitter non si parlava d’altro, e le Gif e meme sono state create e
condivise a centinaia solo poche ore dopo la cerimonia dei
Golden Globe 2016, che hanno ”beccato”
Leonardo DiCaprio mentre ride al passaggio
di Lady Gaga, che cerca di farsi spazio per
salire sul palco dopo l’annuncio di aver vinto il premio come
miglior attrice. A fare il giro del mondo è la buffa espressione
che l’attore fa subito dopo che la star di American
Horror Story Hotel urta – probabilmente senza volere
– il suo braccio.
Il protagonista di The
Revenant, subito informato dell’accaduto, non ha
perso tempo e ha spiegato l’accaduto: ”Oh Dio, è diventato un
trend, eh?”, commenta DiCaprio. E continua:
‘‘Semplicemente non sapevo stesse passando, tutto qui”,
raccontando che la sua reazione è solo di sorpresa.
Quentin Tarantino
oltre ad essere uno degli sceneggiatori più acclamati
nel mondo è anche noto per essere un grande
cinefilo ma l’errore che ha commesso ieri nel
discorso di premiazione per Ennio Morricone ha del
clamoroso.
Infatti, nel ritirare il premio
come miglior colonna sonora, con grande trasporto elogia il
compositore italiano sostenendo che “Morricone non ha mai vinto
un premio per uno dei film che ha fatto. Ha vinto in Italia, ma mai
qui in America e voglio ringraziarlo: a 87 anni ha realizzato una
fantastica colonna sonora e finalmente vinto un premio
prestigioso.” Nulla di più sbagliato, perché
Ennio Morricone ha vinto ben due Golden Globes
nella sua carriera, uno per 1987 per Mission e
nel 2000 per La leggenda del pianista sull’oceano.
Ecco il video di premiazione:
Checco Zalone è un fenomeno
inarrestabile del box office italiano. Quo
Vado? domina incontrastato il botteghino,
raggiungendo cifre allucinanti a tempo di record. La commedia
incassa ben 12,5 milioni di euro al suo secondo weekend e arriva
alla bellezza di 50,1 milioni di euro in appena dieci giorni!
A un soffio dal battere se stesso,
con il totale record di Sole a Catinelle (52 milioni di
euro) che sta per essere superato da Quo Vado?, Checco
Zalone è il re del box office italiano che si appresta a
spodestare persino i 65,6 milioni globali di
Avatar, consacrando Quo Vado? come il maggiore
incasso di tutti i tempi in Italia. Ed è solo questione di
tempo.
Il Piccolo Principe regge benissimo
in seconda posizione con 1,8 milioni incassati al suo secondo fine
settimana, per un’ottima media di 3800 euro per sala e un totale
pari a 6,7 milioni.
La Grande Scommessa apre al terzo
posto con 1,7 milioni di euro e una media eccezionale che ammonta a
5280 euro per sala.
Grazie a uno strepitoso passaparola,
Il ponte delle spie conferma la quarta posizione
raccogliendo 1 milione al suo quarto fine settimana e arrivando a
quota 9,4 milioni.
Macbeth apre al sesto posto con
700.000 euro (1 milione da martedì a domenica), registrando una
media per sala di 3300 euro.
L’acclamato
Carol esordisce in settima posizione con 697.000
euro incassati in 174 sale disponibili, per un’ottima media pari a
quattromila euro.
L’altra new entry a entrare nella
top10 è
Assolo, che debutta con 684.000 euro in 230
copie.
Chiudono la top10 Alvin
superstar: nessuno ci può fermare (620.000 euro) e
Masha e Orso: amici per sempre (487.000 euro),
arrivati rispettivamente a 5,5 milioni totali e 4,1 milioni
complessivi.
Arriva una una nuova immagine dal
merchandise di Captain America Civil War,
l’atteso prossimo film targato Marvel Studios. Ebbene questa volta
vediamo una felpa dedicata a Spider-Man
che potrebbe anticiparci come sarà il nuovo costume. Al momento
ovviamente è solo un ipotesi. La verità la sapremo prossima
settimana quando sarà diffusa la copertina di
Entertainment Weekly dedicata proprio al
nuovo Spider-Man da Tom
Holland.
In Captain
America Civil War lo schieramento di Cap sarà formato
da Bucky, Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di
Iron Man invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e
Vision. Al momento non è ancora chiaro che parte prenderanno
Spider-Man e Scarlet Witch.
In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America: Civil
War sarà diretto da Anthony
e Joe Russo e vedrà nel cast Chris
Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel
Bruhl. Captain America Civil
War arriverà nelle sale italiane il 4 maggio
2016.
Zoolander
2, scritto e diretto da Justin
Theroux, vedrà ancora una volta come protagonisti
Ben Stiller e Owen Wilson nei
panni di Derek Zoolander e
Hansel. Confermata anche la presenza nel cast
di Chrtsine Taylor e di Will
Ferrell nei panni di Mugatu. Le
riprese si terranno anche a Roma e l’uscita è prevista per il 12
febbraio 2016.
Il primo film in stand-alone
dedicato al mercenario chiaccherone promette un’ enorme dose di
politicamente scorretto pronta ad abbattersi sul pubblico
all’uscita in sala, il 4 Febbraio. “Questo film funziona
tranquillamente all’interno dell’universo X-Men” ha dichiarato
Reynolds ad Empire, “ma non per questo include la sensibilità
dei film dedicati ai mutanti. È come prendere un personaggio degli
X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”
A proposito di X-Men: chi ha visto
il trailer avrà notato che la presenza dei mutanti su schermo sarà
decisamente corposa. Andre Tricoteux sostituisce
Daniel Cudmore nei panni di Colossus, ed appare
nella nuova immagine rilasciata da empire pochi minuti fa a fianco
di un Deadpool che pare intento a rompere la quarta parete.
Vi ricordiamo che
in Deadpool ci sono confermati
con Ryan Reynolds anche Morena Baccarin,
T.J. Miller, Ed Skrein, Gina Carano e Daniel
Cudmore che tornerà nei panni di
Colosso. Deadpool è scritto da
Paul Wernick e Rhett Reese,
diretto da Tim Miller e sarà nei cinema USA dal 12
febbraio 2016.
Continua la corsa inarrestabile
di Star
Wars Il Risveglio della Forza, il film prodotto
dalla Lucas Film. Il film diretto da JJ
Abrams ha incasso la bellezza di 1.733.000.000.
La pellicola sorpassa nell’incasso
world wide Jurassic
World 1.669.000.000. Nel nord america invece il
film ha raggiunto 812.000.000, una cifra che lo rende il
maggior incasso della storia americana.
Il film ha debuttato nel mercato
Cina dove ha incassato al debutto 53 milioni di dollari diventando
il film che ha incassato di più nella storia del Paese.
Star Wars Il Risveglio della Forza
è arrivato sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che
include il ritorno di Harrison
Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony
Daniels, Peter Mayhew e Kenny
Baker
con le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
Driver, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
Suicide
Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di
supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per
il governo in modo da scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema il 5
agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà
probabilmente spostata nell’autunno.Nel cast
vedremo Will Smith nei panni di
Deadshot, Margot Robbie in quelli di
Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di
Capitan Boomerang, Cara
Delevingne sarà Enchantress, Joel
Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola
Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared
Leto sarà l’atteso Joker.
Nato l’8 gennaio del 1947 a Londra,
all’anagrafe David Robert Jones, David Bowie si è
spento il 10 gennaio di questo 2016 a 69 anni, anche se la notizia
è stata diffusa dalla famiglia soltanto nella mattina di oggi
11 gennaio. Parliamo di un’autentica icona della scena folk, pop e
rock, di un cantante, un compositore, un produttore ma anche un
attore nel mondo del cinema. Una delle figure più eclettiche e
importanti sia del secolo corrente che – soprattutto – passato,
album come Space Oddity, Heroes, Hunky Dory, The
Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, Pin Ups,
The Man Who Sold The World sono già opere classiche
destinate a rimanere eterne nella storia e nella nostra memoria.
Forte è stato il suo segno anche nel mondo del cinema, al quale
Cinefilos è particolarmente legato: il suo nome figura in ben 29
pellicole dal 1967 al 2008, indimenticabile il suo
Jareth in Labyrinth – Dove tutto
è possibile, ma lo ricordiamo anche in
Zoolander, in The
Prestige, in Tutto in una
notte, Furyo,
Fuoco cammina con me, solo per ricordarne
alcuni. Sul set ha lavorato con registi del calibro di
David Lynch, Ben Stiller, Martin Scorsese, John Landis,
Christopher Nolan, Tony Scott, la sua eredità artistica è
davvero ineguagliabile. Solo due giorni fa l’uscita del suo ultimo
album Blackstar, insieme al suo ultimo
compleanno. Può davvero morire chi è eterno?
Sono stati assegnati nella notte
i Golden Globes 2016 ed ecco tutti i
vincitori nella press room con l’abito premio dedicato al mondo del
cinema e della televisione.
Lo show e i lustrini dei Golden
Globes 2016 sono interessanti, ma si mostrano sotto gli occhi di
tutti e si sa che quello che piace di più è il retroscena, i
fuoricampo non visti.
E questo che vede protagonista
Leonardo DiCaprio e Lady Gaga è
uno di quelli davvero divertenti. La cantante/attrice si stava
facendo spazio trai tavoli per andare a ricevere il suo
premio, ricevuto per American Horror Story
Hotel, ed ecco cosa è accaduto!
Nonostante gli anni, le rughette
sulla fronte spaziosa, i film, i ruoli difficili, i premi vinti e
quelli mancati, le modelle, la maturità, le balene, gli elefanti e
il buco nell’ozono, la sua espressione è sempre quella del ragazzi
meravigliato del mondo, dell’innamorato che guarda la sua musa
attraverso l’acquario, dell’artista squattrinato che regala
un’orizzonte a una viziata ragazzina di prima classe.
Ecco di seguito tutti i vincitori
dei Golden Globes 2016 assegnati domenica 10
gennaio dalla Hollywood Foreign Press Association, la HFPA, al
meglio del cinema e delle serie tv visto negli ultimi 12 mesi.
CINEMA
Miglior film drammatico
Revenant – Redivivo, regia di
Alejandro González Iñárritu
Miglior film commedia o musicale
Sopravvissuto – The Martian, regia di
Ridley Scott
Miglior regista
Alejandro González Iñárritu per
Revenant – Redivivo
Migliore attrice in un film drammatico
Brie Larson per
Room
Miglior attore in un film drammatico
Leonardo DiCaprio per Revenant –
Redivivo
Migliore attrice in un film commedia o
musicale
Jennifer Lawrence per
Joy
Miglior attore in un film commedia o
musicale
Matt Damon per Sopravvissuto – The
Martian
Miglior film d’animazione
Inside Out
Miglior film straniero
Il figlio di Saul (Salu
fia), regia di László Nemes
(Ungheria)
Migliore attrice non protagonista
Kate Winslet per Steve
Jobs
Miglior attore non protagonista
Sylvester Stallone per Creed – Nato
per combattere
Migliore sceneggiatura
Aaron Sorkin per Steve
Jobs
Migliore colonna sonora originale
Ennio Morricone per The Hateful
Eight
Migliore canzone originale
Writing’s on the Wall (Sam Smith, Jimmy
Napes) da Spectre
____________
TELEVISIONE
Miglior serie drammatica
Mr. Robot
Migliore attrice in una serie drammatica
Taraji P. Henson per
Empire
Miglior attore in una serie drammatica
Jon Hamm per Mad
Men
Miglior serie commedia o musicale
Mozart in the Jungle
Migliore attrice in una serie commedia o
musicale
Rachel Bloom per Crazy
Ex-Girlfriend
Miglior attore in una serie commedia o
musicale
Gael Garcia Bernal per Mozart in
the Jungle
Miglior mini-serie o film per la
televisione
Walf Hall
Migliore attrice in una mini-serie o film per la
televisione
Lady Gaga per America Horror Story
Hotel
Miglior attore in una mini-serie o film per la
televisione
Oscar Isaac per Show Me a
Hero
Migliore attrice non protagonista in una serie,
mini-serie o film per la televisione
Maura Tierney per The
Affair
Miglior attore non protagonista in una serie, mini-serie
o film per la televisione
Si sono tenuti questa notte
i Golden Globes 2016, l’ambito
premio dell’industria cinematografica statunitense arrivato alla
loro 73esima edizione. Ecco tutte le star sul red carpet:
E’ iniziata la grande notte
i Golden Globes 2016, l’ambito
premio dell’industria cinematografica statunitense arrivato alla
loro 73esima edizione. Ecco tutte le star sul red carpet nel live
streaming ufficiale: