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Ipotesi di complotto: trama e cast del film con Mel Gibson

Ipotesi di complotto: trama e cast del film con Mel Gibson

Celebre per le saghe di Mad Max e Arma Letale, il premio Oscar Mel Gibson si è nel corso della sua carriera cimentato in film di ogni genere possibile, dando vita a grandi classici ancora oggi apprezzati e ricercati. Tra i più avvincenti degli anni Novanta, vi è Ipotesi di complotto, thriller d’azione diretto nel 1997 da Richard Donner, il quale oltre ad aver diretto il primo film su Superman, aveva già diretto Gibson in tutti e quattro i film di Arma Letale. Il film in questione, inoltre, è scritto da Brain Helgeland, vincitore dell’Oscar alla miglior sceneggiatura per L.A. Confidential.

Al centro della vicenda vi è un uomo problematico coinvolto in teorie di complotto. Tema sempre più diffusosi negli anni, quello dei complotti mondiali è la base perfetta per dar vita ad un racconto teso ricco di colpi di scena. A dar vita a tale vicenda, oltre a Gibson, si ritrovano anche altri celebri attori di Hollywood, tra cui anche una premio Oscar. Costato 80 milioni di dollari, Ipotesi di complotto si rivelò un grande successo arrivando a guadagnarne circa 137 in tutto il mondo. Ciò nonostante non avesse ricevuto un’accoglienza critica particolarmente entusiasmante.

Negli anni però sempre più appassionati lo hanno individuato come un brillante thriller sorretto da buone interpretazioni. Nonostante il passaggio del tempo, ancora oggi si dimostra essere un prodotto di intrattenimento di qualità, capace di offrire risvolti inaspettati e forti emozioni. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ipotesi di complotto: la trama del film

Protagonista del film è il tassista Jerry Fletcher, da sempre fervente complottista nei confronti del governo e delle leggi che governano il mondo. Nel proprio appartamento questi ha attrezzato una serie di sistemi anti intrusione e di difesa, convinto di essere continuamente in pericolo per le teorie che diffonde. In particolare, egli è solito affrontare queste proprio con i suoi clienti, ed in particolare con Alice Sutton, collaboratrice del procuratore distrettuale. Questa, in particolare, asseconda Jerry fingendo di indagare sui suoi assurdi sospetti, così da calmare i fragili nervi dell’uomo. Per il tassista tutto cambia nel momento in cui si ritrova improvvisamente rapito.

Ad averlo preso sotto custodia sono alcuni agenti della CIA che, sotto il comando del dottor Jonas, lo interrogano sottoponendolo a torture varie. Gli agenti sono infatti convinti, da alcune intercettazioni udite, che Jerry sia a conoscenza di un vero complotto di particolare rilievo per la sicurezza nazionale. Riuscito a sfuggire ai suoi rapitori, Jerry non può che nascondersi da Alice, la quale inizia a convincersi di quanto l’uomo sembra farneticare. Così, mentre Alice indaga sul dottor Jonas, Jerry si trova a dover fuggire dagli uomini della CIA che vogliono catturarlo a tutti i costi. Soltanto riuscendo a smascherare quanto sta accadendo, l’uomo potrà avere salva la pelle.

Ipotesi di complotto cast

Ipotesi di complotto: il cast del film

Da subito Donner decise di proporre il ruolo di Jerry Fletcher all’attore Mel Gibson, con cui aveva lavorato in più occasioni. Per il regista, infatti, egli era l’unico in grado di poter essere convincente in un ruolo d’azione che richiedeva però anche una forte componente comica. Per lasciar fuoriuscire questa, Donner permise a Gibson di improvvisare. In particolare, l’attore inventò di sana pianta la scena iniziale del film, dove il suo personaggio racconta una serie di teorie complottiste ai proprio passeggeri. Per tale ruolo, Gibson decise inoltre di approfondire l’argomento, rimanendo sbalordito dalla quantità di supposti complotti esistenti.

Accanto a lui, nei panni di Alice Sutton, vi è l’attrice premio Oscar Julia Roberts. Inizialmente, però, il ruolo era stato offerto alle attrici Jodie Foster e Winona Ryder. Subentrata la Roberts nella parte, questa iniziò a documentarsi sulla professione svolta dal personaggio, così da poter risultare più realistica. Al fine di farla entrare nel mood del film, Gibson decise anche di fare alla collega un inaspettato regalo, facendole recapitare un topo morto congelato. Ad interpretare il dottor Jonas, invece, vi è Patrick Stewart, attore celebre per il ruolo di Pickard nelle serie di Star Trek e di Charles Xavier nella saga degli X-Men. Accanto a loro compaiono con dei cameo anche il regista e il fratello di Gibson. Il primo è uno dei passeggeri del taxi, mentre il secondo è uno dei dottori che apre la porta dell’ospedale.

Ipotesi di complotto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Ipotesi di complotto è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene considerare che in caso di noleggio si avrà solo un dato limite temporale entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 23 aprile alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Ip Man: trama, cast e sequel del film con Donnie Yen

Ip Man: trama, cast e sequel del film con Donnie Yen

Personalità realmente esistita, Yip Man è stato una vera e propria leggenda delle arti marziali cinesi, con una vita costellata di avventure, fallimenti e incontri di grande rilievo. La sua figura ha ancora oggi un grande peso nella cultura popolare, tanto che anche il cinema non ha potuto esimersi dal dedicarvi una quadrilogia di film. Il primo di questi, Ip Man, è uscito in sala nel 2008 per la regia di Wilson Yip. Ad interpretare il leggendario maestro è l’attore Donnie Yen, celebre tanto in Cina quanto negli Stati Uniti, oggi apprezzato in tutto il mondo proprio per questo ruolo, che lo ha reso particolarmente celebre.

Con questo primo film, la storia si concentra sugli eventi della vita di Ip che hanno luogo nella città di Foshan, durante la Seconda guerra sino-giapponese. Svoltasi dal 1937 al 1945, questa fu particolarmente cruenta e ridusse in povertà intere aree dei rispettivi Paesi. Attraverso tale racconto si presenta dunque la filosofia di Ip, il suo stile di vita e la pacatezza attraverso cui egli riusciva ad avere il perfetto controllo del proprio corpo, vera e propria arma letale. Nel corso degli anni diversi sono stati i film, al di fuori di questa saga, dedicati a Yip Man, tra cui si cita anche The Grandmaster, di Wong Kar-wai.

Nessuno ebbe però il successo ottenuto da tale serie, il quale arrivò a guadagnare circa 21 milioni di dollari a livello mondiale, vincendo anche importanti premi al Hong Kong Film Awards, tra cui quello per il miglior film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ip Man: la trama del film

Ambientato verso la fine degli anni Trenta a Foshan, florido centro di arti marziali cinesi, dove le varie scuole sono da sempre in forte competizione tra loro. In questo contesto si inserisce Ip Man, personalità benestante e dalla vita modesta, che non avverte la necessità di avere discepoli. Il suo maggior interesse è infatti quello di trascorrere le sue giornate accanto all’amata moglie e al figlio. Egli è però solito di tanto in tanto dar vita ad incontri a porte chiuse con amici, dimostrando capacità straordinarie nelle arti marziali. La sua tranquillità viene però spezzata dallo scoppiare della guerra con il Giappone nel 1937, con la città di Foshan invasa e ridotta in schiavitù.

Ritrovatosi ad aver perso tutti i suoi agi, Ip è ora costretto a lavorare in miniera per sostenere la propria famiglia. Qui viene però a sapere di alcuni suoi amici scomparsi dopo essersi recati in un’arena, dove il generale nipponico Miura è solito sfidare e uccidere gli artisti marziali cinesi per provare di essere il più forte. Insofferente nei confronti di tale abuso, Ip deciderà di presentarsi a sua volta nell’arena, deciso a porre fine a quella barbarie. Così facendo, però, il maestro si troverà a mettere in pericolo non solo sé stesso, ma anche la sua famiglia e la sua stessa gente.

Ip Man cast

Ip Man: il cast del film

Ad interpretare il ruolo di Ip Man, vi è l’attore Donnie Yen, celebre anche per film statunitensi come Rogue One: A Star Wars Story e Mulan. Yen è inoltre particolarmente abile nelle arti marziali e nel Wing Chun, appreso proprio da Ip Chun, il figlio maggiore di Ip Man. Yen ha infatti eseguito personalmente tutte le scene di combattimento, allenandosi ulteriormente per poter risultare più in forma che mai. Egli ha inoltre ricercato descrizioni dello stile di lotta del maestro, come anche degli atteggiamenti più quotidiani. Tutto ciò gli ha permesso di calarsi ulteriormente nella parte, e risultare realistico nella sua rappresentazione. L’attrice Lynn Hung è invece Cheung Wing-sing, la moglie di Ip.

Ad interpretare il generale Miura, invece, vi è l’attore Hiroyuki Ikeuchi, noto sia come interprete che come modello. Durante le riprese, questi subì anche un brutto infortunio, ma riuscì a rimettersi in sesto in tempo così da non ritardare le riprese. Simon Yam è Chow Ching-Chuen, amico di Ip e proprietario di un cotonificio a Foshan. Nei panni di Jin Shanzhao, l’artista marziale aggressivo, vi è l’attore Louis Fan, noto anche per il suo ruolo da protagonista in Riki-Oh: The Story of Ricky. Tenma Shibuya è Sato, il sadico colonnello giapponese e vice di Miura, mentre Lam Ka-tung è Li Zhao, ispettore di polizia e poi traduttore per l’esercito giapponese. L’attore Chen Zhihui, infine, è il maestro Liao, che nel film si batte in modo amichevole con Ip Man.

Ip Man: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Con questo primo film si è esplorata solo una prima parte della vita del maestro. Nel 2010 è dunque uscito Ip Man 2, che porta il protagonista a scontrarsi con un pugile britannico. Nel 2015 è stato realizzato invece il sequel Ip Man 3, che da una parte si avvale di una maggior presenza del personaggio di Bruce Lee, e dall’altra porta avanti le vicende di Ip Man nel suo tentativo di diffondere la propria arte. Anche in questo caso il film ottenne ampi consensi da parte di critica e pubblico, permettendo così di realizzare l’ultimo capitolo della saga. Ip Man 4, distribuito nel 2019, si concentra finalmente in modo più approfondito sul rapporto tra Ip e Bruce Lee.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Ip Man è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 dicembre alle ore 21:25 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

Ip Man 4: trama, cast e curiosità sul film con Donnie Yen

Ip Man 4: trama, cast e curiosità sul film con Donnie Yen

Personalità realmente esistita, Yip Man è stato una vera e propria leggenda delle arti marziali cinesi, con una vita costellata di avventure, fallimenti e incontri di grande rilievo. La sua figura ha ancora oggi un grande peso nella cultura popolare, tanto che anche il cinema non ha potuto esimersi dal dedicarvi una quadrilogia di film. Il primo di questi, Ip Man, è uscito in sala nel 2008 per la regia di Wilson Yip. Dopo i sequel del 2010 e del 2015, nel 2019 è stato realizzato Ip Man 4, quarto capitolo della saga nuovamente diretto di Yip che porta avanti e conclude la storia del leggendario maestro.

Dopo aver raccontato di alcuni degli scontri più famosi tra Ip e vari rivali, questo quarto capitolo si concentra ora sul rapporto tra il maestro e il suo allievo più famoso, Bruce Lee. La realizzazione di un quarto capitolo non era però inizialmente certa. Già con il terzo si dovettero attendere anni prima che questo venisse effettivamente realizzato. Il successo della saga ha infatti dato vita a numerosissimi lungometraggi dedicati a Ip, rischiando di farlo diventare una figura inflazionata al cinema. Fan da tutto il mondo richiesero però a gran voce almeno un nuovo film, che portasse a conclusione il racconto.

Dopo quattro anni dal precedente, dunque, Ip Man 4 è divenuto realtà. Questo è stato accolto a sua volta con pareri critici estremamente entusiasti, affermandosi come la degna conclusione della saga. È inoltre arrivato a diventare uno dei film cinesi dal maggior incasso di sempre, guadagnando oltre 239 milioni di dollari a livello mondiale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ip Man 4: la trama del film

Nel quarto capitolo della saga, la storia ha luogo nel 1964 a San Francisco, con Bruce Lee che divulga la sua filosofia del kung fu e partecipa ai principali tornei. Lee, ex allievo di Ip Man, invita il suo vecchio maestro ad andare a trovarlo e partecipare a una gara. Un invito che Ip inizialmente rifiuta, per poi capire che comunque farebbe meglio ad andare in America. A Hong Kong, infatti, il figlio è ingestibile e Ip prende in considerazione gli Stati Uniti per educare l’adolescente in un ambiente nuovo. Nella città di San Francisco, però, c’è chi non approva il fatto che Bruce Lee insegni il kung fu agli stranieri. A pensarla così è il mago del tai chi Wan Zonghua.

Quando Ip si dimostra invece entusiasta per l’iniziativa di Lee, non si fa certo degli amici. Vede infatti subito naufragare le sue speranze di ottenere la lettera di raccomandazione per far accedere suo figlio ad una buona scuola. Le cose inizieranno a peggiorare quando Ip e Lee vedranno ripetutamente interrotti i loro combattimenti. Il maestro cinese non sa ancora che si ritroverà in mezzo a battaglie di portata ben maggiore di quelle vissute fino a quel momento. Queste coinvolgeranno militari scalmanati e un furioso funzionario dell’immigrazione. Per affermare la propria presenza lì e avere un po’ di pace, Ip sarà dunque nuovamente chiamato a sfoggiare la sua arte.

Ip Man 4 cast

Ip Man 4: il cast del film

Ad interpretare nuovamente il ruolo di Ip Man, vi è l’attore Donnie Yen. Dopo le iniziali resistenze avute a girare un terzo film, egli si è invece detto pronto a recitare nuovamente e per l’ultima volta nei panni del maestro. I suoi fan, infatti, lo considerano l’unico in grado di interpretare Ip. Yen è inoltre particolarmente abile nelle arti marziali e nel Wing Chun, appreso proprio da Ip Chun, il figlio maggiore di Ip Man. Yen ha infatti eseguito personalmente tutte le scene di combattimento, allenandosi ulteriormente per poter risultare più in forma che mai. Egli ha inoltre ricercato descrizioni dello stile di lotta del maestro, come anche degli atteggiamenti più quotidiani. Il giovane attore Jim Liu interpreta invece Ip Ching, il secondo figlio di Ip.

Dopo le brevi introduzioni viste in Ip Man 2 e Ip Man 3, il personaggio di Bruce Lee viene infine qui inserito come uno dei principali del film. Questo è interpretato da Danny Chan, che aveva già ricoperto tale ruolo sia per il cameo nel precedente film di questa saga, sia nella serie The Legend of Bruce Lee. Nel film sono poi presenti Wu Yue nei panni del maestro di tai chi Wan Zonghua e Vanness Wu in quelli di Hartman Wu, allievo di Bruce Lee. Scott Adkins, attore inglese e artista marziale, interpreta invece Barton Geddes, esperto di karate che si scontrerà con Ip. Vi sono infine diversi cameo di attori comparsi nei precedenti film della saga. Tra questi si annovera Lynn Hung, la moglie di Ip, e Sammo Hung nei panni del maestro Hung Chun-nam.

Ip Man 4: il trailer e dove vedere il film in streaming e in Tv

Presentato in diversi festival in tutto il mondo, tra cui il Far East Film Festival di Udine, Ip Man 4 era inizialmente previsto per un’uscita in sala in Italia. A lungo il film è però rimasto inedito, anche a causa della pandemia di Covid-19. Dopo una lunga attesa, gli appassionati della saga potranno ora ritrovarlo presente nel palinsesto televisivo di lunedì 9 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Il film è inoltre disponibile anche in streaming sulle piattaforme Rakuten Tv, Chili CinemaAmazon Prime VideoApple iTunes e Google Play.

Fonte: IMDb

Ip Man 3: trama, cast e curiosità sul film con Donnie Yen

Ip Man 3: trama, cast e curiosità sul film con Donnie Yen

Personalità realmente esistita, Yip Man è stato una vera e propria leggenda delle arti marziali cinesi, con una vita costellata di avventure, fallimenti e incontri di grande rilievo. La sua figura ha ancora oggi un grande peso nella cultura popolare, tanto che anche il cinema non ha potuto esimersi dal dedicarvi una quadrilogia di film. Il primo di questi, Ip Man, è uscito in sala nel 2008 per la regia di Wilson Yip. Dopo, Ip Man 2, arrivato nel 2010, nel 2015 arriva in sala Ip Man 3, terzo capitolo della saga nuovamente diretto di Yip che porta avanti la storia del leggendario maestro.

Dopo aver raccontato le gesta di Ip Man nel suo scontro prima con gli invasori giapponesi e poi con un arrogante pugile inglese, il terzo film si concentra in parte sul rapporto tra il maestro e il suo allievo più famoso, Bruce Lee. Inizialmente però, un terzo capitolo non era così scontato. Dopo il successo del primo film, infatti, sono state numerosissimi i lungometraggi dedicati a Ip. I produttori e il regista hanno dunque atteso che questa moda passasse, prima di realizzare un nuovo capitolo ufficiale della serie.

Accolto anche questo con grande entusiasmo, Ip Man 3 si è così affermato come un nuovo valido capitolo dedicato al maestro. Il film ha in seguito ottenuto ben otto candidature agli Hong Kong Film Award, tra cui miglior film e miglior regista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ip Man 3: la trama del film

Nel terzo film della serie, il maestro di arti marziali Ip Man è tornato a vivere serenamente nella città di Hong Kong, dove impartisce ora lezioni di Wing Chun. Suo figlio maggiore si è ora trasferito a Foshan per studi, mentre il piccolo Yip Ching inizia a mettere in pratica i primi insegnamenti di arti marziali. Ciò non gli impedirà però di essere coinvolto in una pericolosa rissa, che porta poi suo padre ad imbattersi nella gang di Cheung Tin-chi. Quest’ultimo opera però per conto del boss mafioso locale Frank. Nel momento in cui questi decide di comprare un lembo di terra occupata da una scuola di arti marziali, Ip deciderà di difendere a tutti i costi l’istituto dalle grinfie della gang.

Ip Man 3 cast

Ip Man 3: il cast del film

Ad interpretare nuovamente il ruolo di Ip Man, vi è l’attore Donnie Yen. Inizialmente però, questi non voleva dar vita ad un terzo film, considerando il secondo insuperabile. Questi si è però convinto a ritornare nel ruolo data la grande insistenza dei fan, che lo considerano l’unico in grado di interpretare il maestro. Yen è inoltre particolarmente abile nelle arti marziali e nel Wing Chun, appreso proprio da Ip Chun, il figlio maggiore di Ip Man. Yen ha infatti eseguito personalmente tutte le scene di combattimento, allenandosi ulteriormente per poter risultare più in forma che mai. Egli ha inoltre ricercato descrizioni dello stile di lotta del maestro, come anche degli atteggiamenti più quotidiani.

Nel film è poi presente il celebre pugile statunitense Mike Tyson, tra i più temuti della disciplina. Questi interpreta il ruolo di un lottatore di strada di nome Frank, villain del film. Per lui si tratta della prima volta in cui recita in un film nei panni di un vero e proprio personaggio invece di interpretare sé stesso. L’attrice Lynn Hung riprende invece il ruolo della moglie di Ip. Inizialmente, si pensava di introdurre il personaggio di Bruce Lee con l’uso di CGI, ma infine si è scelto di farlo apparire brevemente in una sua versione giovanile, interpretato da Danny Chan, che aveva già interpretato il noto artista marziale nella serie TV La leggenda di Bruce Lee. L’attore Zhang Jin, infine, è Cheung Tin-chi, tra i principali rivali di Ip in questo film.

I sequel di Ip Man 3, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Il successo di questo film ha dimostrato il grande interesse che ancora circonda il personaggio e la sua vita. Per questo motivo gli autori hanno deciso di realizzare un quarto capitolo della serie. Si sono però presi alcuni anni, così da poterlo sviluppare al meglio. Ip Man 4, distribuito nel 2019, si concentra finalmente in modo più approfondito sul rapporto tra Ip e Bruce Lee, interpretato da Danny Chan Kwok-Kwan. Il maestro arriva infatti nella città di San Francisco, dove si confronta con Lee, il quale ha sconvolto la comunità locale di arti marziali aprendo una propria scuola di Wing Chun. Nel 2023, Donnie Yen ha poi annunciato di essere al lavoro su un Ip Man 5, di cui però al momento non sono noti né la trama né un’ipotetico periodo di uscita al cinema.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Ip Man 3 è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV+, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di marteìd 25 luglio alle ore 21:25 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

Ip Man 3: Mike Tyson e Bruce Lee nel teaser ufficiale

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Ip Man 3: Mike Tyson e Bruce Lee nel teaser ufficiale

Ecco il teaser trailer di Ip Man 3, che uscirà nel periodo di Natale a Hong Kong e che vede questa volta accanto a Donnie Yen, nei panni del celebre maestro di arti marziali (realmente esistito) Ip Man, anche Mike Tyson che invece interpreta un agente immobiliare e combattente di strada.

Nel film ci sarà anche una breve apparizione di Bruce Lee ricostruito in CGI.

Ip Man 2: trama e cast del film con Donnie Yen

Ip Man 2: trama e cast del film con Donnie Yen

In seguito al successo del film Ip Man, distribuito nei cinema di tutto il mondo nel 2008, i produttori decisero di proseguire la narrazione cinematografica del leggendario maestro d’arti marziali con Ip Man 2. Diretto da Wilson Yip, il film riprende gli eventi del precedente capitolo esplorando ulteriori fasi della vita del personaggio. Ad interpretarlo, vi è nuovamente l’attore Donnie Yen. Questi si è affermato negli anni come uno dei maggiori esponenti del cinema marziale. Oltre alla serie di film dedicati a Ip Man, è noto anche per aver recitato nei recenti Rogue One: A Star Wars Story e Mulan.

Dopo aver presentato il personaggio nel primo film, in questo sequel si esplorano i tentativi di Ip Man di diffondere l’arte del Wing Chun, incontrando però diversi rivali lungo il suo cammino. Originariamente, i produttori desideravano incentrare il film sul rapporto tra il maestro e il suo più famoso allievo: Bruce Lee. A causa del mancato accordo con la famiglia di quest’ultimo, però, la trama dovette essere modificata, e Lee appare soltanto nel finale come bambino, lasciando presagire ad un ruolo più centrale nel futuro della serie cinematografica.

Apprezzato tanto quanto il precedente, Ip Man 2 ottenne ottimi consensi da parte della critica. Questa lodò in particolare la regia e le grandi coreografie ideate per le scene di combattimento. Costato appena 12 milioni di dollari, il film ne incassò 49 in tutto il mondo, affermandosi così con un guadagno maggiore rispetto al primo film. Dato tale successo, i produttori decisero di produrre ulteriori film, con l’intenzione di raccontare anche periodi successivi della vita del celebre maestro. Nel 2015 uscì così Ip Man 3, mentre nel 2019 è stato rilasciato l’ultimo capitolo della serie, intitolato semplicemente Ip Man 4.

Ip Man 2: la trama del film

 La vicenda si svolge ora nei primi anni Cinquanta. Ip Man e la sua famiglia, dopo la fuga dalla città di Foshan, si trasferiscono ad Hong Kong. Qui Ip desidera aprire una scuola d’arti marziali, per diffondere la propria arte e poter vivere una vita tranquilla. A causa della mancanza di una reputazione nella nuova località, fatica però ad attirare degli allievi, andando così incontro a problemi finanziari. La situazione cambia nel momento in cui si imbatte in un giovane di nome Wong Leung. I due ingaggiano una lotta, che vede però prevalere in modo netto Ip. Affascinato dalla maestria di questi, Wong si dichiara pronto ad essere il suo primo allievo. Questi, inoltre, si offre di diffondere presso i locali il nome della scuola di Ip, permettendogli così di iniziare ad ottenere i primi iscritti.

Le cose prendono però una brutta piega nel momento in cui Wong si imbatte in un gruppo di studenti. In breve, forte degli insegnamenti di Ip, questi riesce a sconfiggere il capo gruppo Hung Gar. Non sopportando però la vergogna, questi insieme ai suoi compagni rapiscono Wong, inviando poi una richiesta di riscatto a Ip. Questi si reca allora dove pattuito, desideroso di liberare l’allievo. Non sa però che sta andando incontro ad una pericolosa trappola. Per lui, infatti, si avvicina il momento di dover dimostrare di essere il migliore in circolazione. Soltanto sconfiggendo tutti i maestri della città potrà guadagnarsi il rispetto che gli occorre per essere lasciato in pace a professare i suoi insegnamenti. La sfida più grande sarà però quella contro un insolito nemico: il pugile Twister.

Ip Man 2 cast

Ip Man 2: il cast del film

Nuovamente nei panni del protagonista, Donnie Yen si è confermato essere la scelta migliore per il ruolo. L’attore, infatti, ha condotto numerose ricerche per poter interpretare in modo fedele il vero Ip Man. Egli ha infatti ricercato descrizioni del suo stile di lotta, come anche degli atteggiamenti più quotidiani. Tutto ciò gli ha permesso di calarsi ulteriormente nella parte, e risultare realistico nella sua rappresentazione. Ovviamente, l’attore è noto anche per le sue capacità nelle arti marziali. Yen ha infatti eseguito personalmente tutte le scene di combattimento, allenandosi ulteriormente per poter risultare più in forma che mai.

Accanto a lui vi sono poi alcuni celebri attori cinesi a ricoprire i ruoli principali. Huang Xiaoming dà vita al personaggio di Wong Leung. Questi è meglio noto in Italia come modello della linea sportiva di Gucci del 2008. Vi è poi Sammo Hung celebre a livello internazionale per i suoi numerosi film d’arti marziali, come anche per aver lavorato con Bruce Lee. Dotato di grande forza, l’attore, che qui interpretava il maestro Hung Quan, ha raccontato di aver subito diversi duri colpi durante le riprese, tra cui uno in pieno volto. Ma nonostante ciò non ha mai chiesto di interrompere le riprese, portando avanti così la leggenda circa il suo grande controllo del dolore. Nel film si ritrovano poi Louis Fan nei panni di Jin Shan Zhao e Simon Yam in quelli di Zhou Qing Quan. Il giovane Bruce Lee è invece interpretato dall’attore bambino Jiang Day-Yan.

I sequel di Ip Man 2, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, nel 2015 è stato realizzato il sequel Ip Man 3, che da una parte si avvale di una maggior presenza del personaggio di Bruce Lee, e dall’altra porta avanti le vicende di Ip Man nel suo tentativo di diffondere la propria arte. Anche in questo caso il film ottenne ampi consensi da parte di critica e pubblico, permettendo così di realizzare l’ultimo capitolo della saga. Ip Man 4, distribuito nel 2019, si concentra finalmente in modo più approfondito sul rapporto tra Ip e Bruce Lee. Nel 2023, Donnie Yen ha annunciato di essere al lavoro su un Ip Man 5, di cui però al momento non sono noti né la trama né un’ipotetico periodo di uscita al cinema.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Ip Man 2 è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione martedì 18 luglio alle ore 21:25 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

Ioan Gruffudd dei Fantastici 4 vuole un ruolo da villain nel MCU

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Protagonista nei panni di Mr. Fantastic in I Fantastici 4 e I Fantastici 4 e Silver Surfer, Ioan Gruffudd ha di recente dichiarato che tornerebbe volentieri nell’universo dei cinefumetti, magari interpretando un villain nel Marvel Cinematic Universe.

“Mi piacerebbe, ma non so se in quell’universo mi lascerebbero interpretare un altro personaggio dopo Mr. Fantastic…Sono sicuro che per la Marvel sia stato difficile scegliere Chris Evans per per Capitan America perché aveva già vestito i panni di un supereroe, ma che decisione brillante è stata? Chris è incredibile. E Michael B. Jordan, che ha interpretato Johnny Storm nel reboot de I Fantstici 4, è formidabile in Black Panther, quindi ci sono dei precedenti. Vedremo, forse potrei fare un cattivo questa volta?”

Che ne pensate? Vorreste rivedere l’attore nel MCU?

Fantastici 4: Kevin Feige ha solo idee e sogni per il loro arrivo nel MCU

Il multimilionario accordo tra Disney e Fox, che se andrà come previsto vedrà la conseguente cessione dei diritti cinematografici di X-MenDeadpool e Fantastici Quattro, apre al MCU una serie di scenari interessanti dal punto di vista della direzione creativa che i Marvel Studios intraprenderanno in futuro.

Tuttavia Kevin Feige resta ancora cauto sull’argomento, dichiarando che per ora non ci sono progetti concreti:

Per ora ci siamo concentrati sull’uscita di Ant-Man and The Wasp, poi finiremo la produzione di Captain Marvel, il montaggio di Avengers 4 e le riprese di Spider-Man: Far From Home, quindi sarà un anno piuttosto impegnativo. […] Non potremo parlare di Fantastici 4 nel MCU finché non ne avremo la certezza: ecco perché per adesso ho solo idee e vaghi sogni sul loro arrivo“.

Io, robot: tutte le curiosità sul film con Will Smith

Io, robot: tutte le curiosità sul film con Will Smith

Per gli amanti della fantascienza al cinema, il film Io, robot è un vero e proprio cult degli anni duemila. Ispirato all’antologia di racconti dello scrittore e biochimico russo Isaac Asimov, il film che trasporta in un futuro non troppo lontano, dove le macchine hanno preso il sopravvento sull’uomo. Diretto da Alex Proyas nel 2004, il film è ambientato nella città di Chicago nel 2035. Il mondo non è più come lo conosciamo e i robot positronici sono ormai al comando.

Queste creature robotiche, che fanno parte dell’immaginario dei racconti di Asimov, sono delle macchine dotate di un particolare cervello positronico, ovvero un’unità chiamata a comportarsi secondo le Leggi della Robotica. Queste tre leggi – create da Asimov e utilizzate nel mondo della fantascienza – dovrebbero impedire ai robot di sviluppare comportamenti autonomi e aggressivi nei confronti della razza umana. Ecco le tre leggi di Asimov:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al rapporto con i racconti di Asimov, da cui il film trae ispirazione. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Io, robot: la trama del film

Nella Chicago del 2035 i robot positronici sono quindi diventati un accessorio domestico di stile; ogni famiglia ne ha almeno uno in casa e tutti aspettano con ansia l’arrivo dei robot NS-5 di nuova generazione, prodotti dalla U.S. Robots. Nonostante tutti sembrino impazzire per queste creature dall’anima d’acciaio, il detective Del Spooner al contrario non sembra molto convinto dell’utilità di queste macchine e della loro capacità di autocontrollarsi. I suoi dubbi trovano terreno fertile dopo l’apparente suicido del dottor Alfred Lanning, scienziato e fondatore della U.S. Robots. Com’è possibile che dall’intelligenza così rivoluzionaria, capace di dar vita a creature futuristiche come i robot positronici, abbia messo fine alla sua vita?

 

Durante le indagini Spooner recupera un dispositivo olografico contenente alcune scioccanti riflessioni di Lanning a proposito delle sue creature robotiche. Queste rivelazioni spingono il detective a guardare al caso come a un possibile omicidio. Aiutato, quindi, dalla dottoressa Susan Calvin, psicologa esperta in intelligenza artificiale, e da un intraprendente ragazzino di nome Farber, Spooner inizia a scavare tra i panni sporchi della U.S Robots per riuscire a capire se questi robot sono davvero un pericolo per la razza umana. A complicare il lavoro di Spooner è l’incontro con Sonny, uno dei robot NS-5, che sembra capace, a differenza delle altre macchine, di provare emozioni umane.

Io, robot: il cast del film

Ad interpretare l’agente Spooner, come noto, vi è Will Smith. Eppure forse pochi sanno che il ruolo del protagonista inizialmente doveva essere assegnato a un altro attore. Sembra, infatti, che in principio il detective Spooner dovesse essere interpretato da Denzel Washington che però rifiutò la parte a causa di altri impegni di lavoro. Una volta ottenuta la parte, Smith chiese che di eliminare le battute divertenti previste per il suo personaggio, in quanto voleva dar vita ad una personalità seriosa. Lo studios però si oppose alla richiesta e dopo alcuni test con un pubblico selezionato, che gradì le battute fatte da Spooner, si decise di tenerle definitivamente nel film. Accanto a Smith, nei panni del giovane Farber si ritrova un Shia LaBeouf, in uno dei suoi primi ruoli di rilievo.

L’attrice Bridget Moynahan interpreta invece la dottoressa Susan Calvin, mentre James Cromwell dà vita ad Alfred J. Lanning, il brillante scienziato nonché fondatore della U.S. Robots. Bruce Greenwood dà vita a Lawrence Robertson, mentre Chi McBride è il luogotenente John Bergin. Completano il cast Adrian Ricard nei panni della nonna di Spooner e Fiona Hogan, la quale presta la propria voce all’intelligenzia artificiale VIKI. Infine, Alan Tudyk interpreta il robot Sonny. Per dar vita a tale personaggio, si decise di ricorrere alla stessa tecnologia usata per realizzare il Gollum di Il Signore degli Anelli. Tudyk fornì dunque le movenze del personaggio, che venne poi ricostruito in post-produzione. Il lavoro dell’attore è poi stato particolarmente elogiato.

Io Robot libro differenze

Io, robot: le differenze tra il film e i libri di Asimov

La sceneggiatura finale del film utilizzava pochi dei personaggi e delle idee di Asimov, e quelli presenti sono stati pesantemente riadattati. La trama del film non è infatti derivata dal lavoro di Asimov, in alcuni casi opponendosi esplicitamente alle idee centrali, mentre molti concetti del film derivano invece da vari racconti dello scrittore. Il tentativo di Sonny di nascondersi da Spooner in un mare di robot identici, ad esempio, è vagamente basato su una scena simile in Il robot scomparso. I cervelli positronici di Sonny e dei suoi compagni robot sono invece apparsi per la prima volta nella storia Iniziativa personale. La lotta e il desiderio di Sonny di comprendere l’umanità assomigliano infine a quelli del robot protagonista in L’uomo bicentenario.

Il suo sogno su un uomo che viene a liberare gli NS-5 allude invece a Robot Dreams e al suo personaggio principale Elvex. La premessa di un robot come VIKI, che mette i bisogni dell’umanità nel suo insieme su quelli dei singoli esseri umani può essere trovata in Conflitto evitabile, dove i supercomputer che gestiscono l’economia globale generalizzano la prima legge che si riferisce all’umanità nel suo insieme. Asimov svilupperà ulteriormente questa idea nella sua serie Robot come Zeroth Law of Robotics: “Un robot non può danneggiare l’umanità o, per inazione, consentire all’umanità di subire danni”. Quella di Io, robot è dunque pressocché una storia originale, solo vagamente ispirata ai racconti della raccolta intitolata appunto Io, robot, pubblicata nel 1950.

Io, robot: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming

Dopo il successo ottenuto con Io, robot, il regista ha subito iniziato a pensare a un ipotetico sequel sempre ispirato ai racconti di Asimov. Il film, la cui trama non è mai stata resa nota, è diventato purtroppo un progetto poi caduto nel dimenticatoio. Io, robot 2 non ha mai visto la luce, nonostante in più occasioni si sia tentato di darvi vita. Proyas ha in alcune interviste affermato che se tale sequel si fosse mai realizzato, probabilmente avrebbe avuto come ambientazione lo spazio, andando dunque a raccontare dell’ulteriore evoluzione a cui i robot sono andati incontro. Ad oggi, tuttavia, sembra confermato il fatto che non c’è intenzione di dar vita ad un sequel.

È possibile fruire di Io, robot grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 2 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: Wiki, IMDB

Io, Robot: il regista accusa Elon Musk di aver copiato il suo film di fantascienza

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Lo scorso giovedì, l’amministratore delegato di Tesla Elon Musk ha svelato – nel corso dell’evento We, Robot (vi ricorda per caso un film chiamato Io, Robot?) – i nuovi prototipi di robot, chiamati Optimus, che in un primo momento sembravano essere senza pilota, ma che poi si sono rivelati essere tele-operati da esseri umani in tempo reale. Il momento clou della serata è però stata la presentazione del Cybercab, con le sue porte simili ad ali e l’assenza di volante e pedali, ma anche del Robovan, un autobus glorioso che si guida da solo e può trasportare merci e/o fino a 20 persone.

Ma mentre i design eleganti e privi di spigoli possono richiamare alla mente il look caratteristico della sua azienda, gli utenti più attenti sui social media hanno notato un’altra sorprendente somiglianza: la meccanica futuristica che ha caratterizzato il lavoro del regista Alex Proyas in Io, Robot, il film del 2004 interpretato da Will Smith, a cui si accennava anche in apertura.

L’inquietante somiglianza non è passata inosservata – né è stata apprezzata – da Proyas, che ha colto l’occasione sulla piattaforma X di Musk per rimproverare al dirigente di aver copiato le sue creazioni. “Ehi Elon, posso riavere i miei progetti per favore?”, ha scritto il regista australiano, autore anche di film come Il corvo del 1994. Di seguito, ecco il tweet condiviso dal regista, con i paragoni tra il film e quanto presentato da Musk.

Di cosa parla Io, Robot?

Ambientato a Chicago nel 2035, il kolossal candidato all’Oscar Io, Robot si addentra in un mondo in cui androidi simili a esseri umani occupano posizioni di servizio pubblico, tutti operanti secondo le tre leggi della robotica di Isaac Asimov, coniate per la prima volta nella sua raccolta di racconti che funge da base per il film di fantascienza. Interpretato anche da Bridget Moynahan e Alan Tudyk, la trama si svolge quando il personaggio di Smith, detective tecnologicamente avverso, viene chiamato a indagare sul suicidio sospetto di un fondatore della U.S. Robotics. Ciò che scoprirà è un pericoloso complotto che rischia di portare all’estinzione della specie umana.

Io, Me & Irene recensione del film con Jim Carrey

Io, Me & Irene recensione del film con Jim Carrey

Io, Me & Irene è un film del 2000 diretto dai Fratelli Farrelly e con protagonisti Jim Carrey, Renée Zellweger, Anthony Anderson, Mongo Brownlee, Jerod Mixon, Chris Cooper, Robert Forster, Tony Cox, Michael Bowman. Richard Jenkins, Taylor Howard.

La trama del film

Charlie Baileygates (Jim Carrey), giovane impiegato della polizia del Rhode Island, conduce una vita tranquilla. Sta per sposarsi con la ragazza dei propri sogni, quando, proprio  nel giorno delle nozze, la novella sposa comincia una relazione clandestina con un nano afroamericano e superdotato, lasciando Charlie per inseguire il suo nuovo sogno amoroso. Rimasto padre di tre ragazzoni “pieni di colore”, il giovane poliziotto seppellisce nel subconscio le amarezze ed il risentimento generati dal triste evento e dai continui scherni della comunità, finché il mix esplosivo di rabbia ed angoscia si conclama in una schizofrenia che da la vita all’ alter-ego di Charlie, lo scorrettissimo e volgarissimo Frankie (Carrey stesso). Proprio mentre tutto sembra precipitare, sarà l’incontro con una misteriosa ragazza, l’Irene del titolo (Renée Zellweger), a dare a Charlie la soluzione per i propri problemi nel corso di rocambolesche disavventure. 

L’analisi

Nel 2000, dopo i rispettivi successi di Tutti Pazzi Per Mary e dell’apprezzatissimo The Truman Show, i fratelli Peter e Bobby Farrelly tornano sul set insieme all’istrionico Jim Carrey, riproponendo l’accoppiata precedentemente sperimentata in Scemo & Più Scemo. Il risultato è Io, Me & Irene divertente commedia con tutti i cardini della comicità a grana grossa dei due fratelli registi e sceneggiatori.

Nella divertentissima pellicola, i Fratelli Farrelly trovano nuovamente il modo per mettere in scena tutti gli elementi del loro cinema dissacrante e politicamente scorretto, farcito da sequenze  slapstick eccessive e provocatorie. Nella nuova sceneggiatura dei due ragazzacci di Hollywood tornano la volgarità, le situazioni inverosimili ed il modo totalmente scorretto di porsi nei confronti di minoranze e deformità verso cui la società ci ha insegnato ad avere atteggiamenti benevolenti (come vengono affrontate le tematiche del nanismo, dell’albinismo e della malattia mentale del protagonista). Nonostante l’amoralità e la crudeltà con cui vengono narrate determinate situazioni, è proprio questo il mix che rende vincente l’operazione, dove è lo sdegno stesso a chiamare la risata per esorcizzare il momento.

Il film gode della presenza di un frizzantissimo Jim Carrey, qui in una forma smagliante. Divertente e divertito, il comico canadese tratteggia un protagonista con cui è impossibile non entrare in empatia e, nonostante le riserve di certa critica di quegli anni che volevano l’attore tutto smorfie e poca sostanza, qui Carrey dosa la propria mimica facciale rendendo le sue famose boccacce funzionali alla caratterizzazione del personaggi, mai gratuite come ai tempi di Ace Ventura. Vero mattatore all’interno del film, è proprio la sua performance ad impreziosire il tutto: quanto più ci si avvicina alle problematiche di Charlie, tanto più ci si discosta dai comportamenti volgari e strafottenti di Frankie, che ciononostante intervengono puntualmente ad introdurre l’elemento comico all’interno della narrazione. Dal canto suo Renée Zellweger, ai tempi ancora lontana dai vertici della propria carriera, diventa una comprimaria d’eccezione, rivelandosi una dotatissima assist-woman per le battute dell’abile collega. La coppia funziona, così come i rodati meccanismi della commedia “farrellyana”.

Nonostante il film non ascenda al ruolo di piccolo cult così come fu per Tutti Pazzi Per Mary, lo spettacolo, sboccato, ridanciano, volutamente provocatorio e privo di false morali, intrattiene e diverte alla perfezione proprio per il suo non prendersi sul serio. Dopotutto i Farrelly raramente prendono sul serio qualcosa.

Io, Leonardo, da oggi al cinema

Io, Leonardo, da oggi al cinema

Debutta al cinema oggi, mercoledì 2 ottobre, in oltre 300 sale in tutta Italia IO, LEONARDO, il nuovo film d’arte prodotto da Sky con Progetto Immagine e distribuito da Lucky Red.

Realizzato a 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, descrive il genio toscano con un punto di vista inedito e non convenzionale, accompagnando lo spettatore alla scoperta della mente più complessa e affascinante che l’umanità abbia mai conosciuto

Ad interpretare Leonardo è Luca Argentero, impegnato per la prima volta in un film d’arte biografico, con la voce narrante di Francesco Pannofino. Nel cast sono presenti anche Angela Fontana nei panni Cecilia Gallerani e Massimo De Lorenzo che interpreta Ludovico il Moro. La regia è affidata a Jesus Garces Lambert, già regista di “Caravaggio – l’anima e il sangue”.

Io, Leonardo in anteprima al Giffoni Film Festival

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Io, Leonardo in anteprima al Giffoni Film Festival

Prima dell’uscita nelle sale italiane il prossimo 26 settembre, IO, LEONARDO – il nuovo film d’arte prodotto da Sky con Progetto Immagine e distribuito da Lucky Red – sbarca al Giffoni Film Festival.

In occasione della 49ª edizione del festival in programma dal 19 al 27 luglio, saranno proiettati a Giffoni alcuni minuti in anteprima tratti dal backstage del film, a cui seguirà una Masterclass dal titolo “Io, Leonardo, alla scoperta degli effetti speciali del film”. Appuntamento il giorno d’apertura – venerdì 19 luglio – con la speciale lezione dove interverranno il regista di “Io, Leonardo” Jesus Garces Lambert (già regista anche di “Caravaggio – l’anima e il sangue”), il produttore esecutivo per Sky Dimitri Cioffi, il supervisor della post produzione Valentina Corti e gli art director, per Sky Vincenzo Cilurzo e per Galactus Giuseppe Squillaci (candidato ai David di Donatello per il film “Michelangelo – Infinito”).

Nel film “Io, Leonardo” molte invenzioni e disegni di Leonardo vengono messi in scena grazie agli effetti speciali: tra queste, le macchine da guerra, gli studi anatomici e il monumentale cavallo progettato per Ludovico il Moro. Grazie alle avanzate tecniche di modellazione, sculpting digitale e animazione 2d e 3d sono stati riprodotti i vari elementi. A Giffoni il team di Sky e di Galactus, accompagnati dal regista Jesus Garces Lambert, racconteranno ai ragazzi come sono stati creati i vari linguaggi visivi e di come la tecnologia e l’arte abbiano potuto prendere vita e accompagnare lo spettatore in un’esperienza visiva unica ed inedita.

Il film

“IO, LEONARDO” è un affascinante racconto alla scoperta dell’uomo, dell’artista, dello scienziato e dell’inventore che accompagnerà lo spettatore in un’esperienza inedita e coinvolgente nella mente di Leonardo da Vinci, con un sguardo nuovo e molto lontano dagli stereotipi.

Nel cast, oltre ad un sorprendente Luca Argentero, impegnato per la prima volta in un film d’arte biografico, ci saranno Angela Fontana nei panni Cecilia Gallerani e Massimo De Lorenzo che interpreta Ludovico il Moro. La voce narrante è di Francesco Pannofino.

La consulenza scientifica del film è affidata a Pietro C. Marani, professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna e Museologia al Politecnico di Milano. La direzione artistica è di Cosetta Lagani, la sceneggiatura è di Sara Mosetti e Marcello Olivieri. La regia è affidata a Jesus Garces Lambert, già regista di “Caravaggio – l’anima e il sangue” (il documentario d’arte più visto al cinema in Italia nel 2018 e vincitore del Globo d’Oro).

Il film “Io, Leonardo” ha ricevuto il Patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e del Comitato Scientifico del Palinsesto Milano Leonardo 500, nonché il Riconoscimento dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. Ha ottenuto anche i Patrocini del Comune di Firenze, del Comune di Milano e del Comune di Vinci ed è prodotto con la partecipazione di Bosch e la collaborazione con Artech Digital Cinema, Bottega Tifernate e il Museo Leonardo da Vinci Experience. Media partner RTL 102.5.

Io vivo altrove! recensione del film di e con Giuseppe Battiston

Io vivo altrove! recensione del film di e con Giuseppe Battiston

Io vivo altrove! è l’esordio alla regia di  Giuseppe Battiston, uno degli attori italiani più talentuosi e capaci. Negli anni ha lavorato sia in teatro che al cinema, dove è stato diretto da Soldini, Segre, Genovese, Zanasi. Ha avuto anche un fortunato sodalizio con Carlo Mazzacurati. L’attore, regista e sceneggiatore, assieme a Marco Pettenello, trae qui liberamente ispirazione da un romanzo di Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet, adattandolo al contesto nostrano. Ambientato nella campagna friulana, Io vivo altrove! è stato presentato alla stampa l’11 gennaio scorso, in anteprima in sala ad Udine il 16 gennaio, mentre arriva nei cinema di tutta Italia dal 19 gennaio.

Da Flaubert a Io vivo altrove!

Giuseppe Battiston e Marco Pettenello, assieme autori del soggetto e della sceneggiatura di Io vivo altrove!, rielaborano l’ultimo romanzo scritto da Flaubert, rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1881. L’autore di Madame Bovary, mettendo alla berlina i protagonisti Bouvard e Pécuchet, portava avanti una dura critica al sapere enciclopedico. Qui invece, la loro storia assume tutt’altro sapore. Nascono così Biasutti e Perbellini: due solitudini che si incontrano e tra le quali nasce una solida amicizia.

La trama di Io vivo altrove!

Biasutti, Giuseppe Battiston, e Perbellini, Rolando Ravello, si conoscono per caso ad un incontro per appassionati di fotografia. Sono due uomini di mezza età con lo stesso nome, Fausto. Perbellini è ancora succube della madre, Ida Marinelli, mentre Biasutti è un bibliotecario che vive di ricordi. I due scoprono presto di essere stufi delle proprie vite in città e iniziano a coltivare il sogno di trasferirsi in campagna. Sogno che sembra concretizzarsi quando Biasutti riceve in eredità la vecchia casa della nonna, in un piccolo paesino nelle campagne friulane. Lui e Perbellini lasciano il lavoro, la città, e si trasferiscono, convinti che vivranno del frutto delle proprie fatiche. All’arrivo, però, non tardano ad accorgersi che la situazione è più complessa di quel che credevano e l’accoglienza da parte dei locali non è delle migliori.

Una fiaba sulle orme di Mazzacurati

Io vivo altrove! può essere considerata come una fiaba con elementi tragicomici e grotteschi. Ha un incedere che ricorda lavori di Carlo Mazzacurati, come La sedia della felicità e La passione. Battiston stesso afferma che era suo intento omaggiare questo maestro del nostro cinema, con cui ha lavorato nei due film succitati e ne La giusta distanza. L’inguaribile ottimismo che anima i protagonisti può apparire da “deficienti”, come dice la signora Gina, interpretata da Ariella Reggio, ha del surreale. L’insistere di Biasutti e Perbellini, convinti, nonostante i fallimenti, che le cose si sistemeranno e saranno, per una volta, a loro favore, delinea una vera e propria poetica dell’ottimismo, che vede le relazioni umane come salvezza dal dolore perpetuo e da un’esistenza squallida.

Bene o male che vada, alla fine, sicuramente resta la salda amicizia dei protagonisti. Restano i legami che, nonostante tutto, sono riusciti ad instaurare con la gente del paese, come la farmacista Seraphine, interpretata da Diane Fleri e il parroco, padre Walter, che ha il volto di Teco Celio. Il vivo altrove! mette anche in guardia dai falsi miti. Primo tra tutti, il mito della campagna, che si rivela fallace. La realtà della campagna, però, seppure dura, è comunque migliore per i due protagonisti, rispetto a quella che vivevano nelle loro esistenze cittadine.

Io vivo altroveBuone caratterizzazioni con un filo narrativo esile

Non è una commedia da risate a crepapelle questo esordio da regista di Giuseppe Battiston. Si sorride piuttosto, più inteneriti che esilarati. Il film è pervaso da un velo di malinconia, da un senso di solitudine e dalla consapevolezza della vita che scorre veloce. Biasutti e Perbellini, però, cercano e riescono ad esorcizzare tutto ciò con la forza vitale che li contraddistingue, come due moderni Don Chisciotte, animati dal leitmotiv: non accontentiamoci.

Io vivo altrove! si sviluppa su una traccia narrativa piuttosto esile, e chiede al pubblico di entrare nel gioco di una fiaba per adulti, cosa che non tutti sono inclini a fare. Si avvale comunque delle efficaci interpretazioni dei protagonisti, Battiston e Ravello, e di buone caratterizzazioni, che danno vita a una godibile galleria di paesani: da Teco Celio, Padre Walter, a Diane Fleri, Seraphine, ad Ariella Reggio, la signora Gina, fino al cameo di Roberto Citran. Da citare anche le scenografie di Maja Moravec, che rendono bene gli ambienti, soprattutto quello della vecchia casa di campagna di Biasutti.

Un esordio alla regia senza urgenza espressiva 

Forse Io vivo altrove! non è tanto un esordio alla regia frutto di un’urgenza espressiva e creativa, quanto della volontà di riunire un gruppo di lavoro. Battiston ritrova qui Marco Pettenello, con cui aveva già lavorato. Forse l’attore e regista ha bisogno di altro tempo per trovare il progetto giusto, che faccia emergere un racconto davvero appassionato, nato da una necessità di raccontare. Il film resta tutto sommato godibile. I protagonisti fanno tenerezza e alla fine il pubblico si affeziona, come spesso accade coi sognatori. Io vivo altrove! è una favola leggera, che ricorda e omaggia Carlo Mazzacurati, con due buone prove di attori e un guizzo sarcastico nel tratteggiare quell’umanità friulana che il regista di Udine conosce bene, divertendosi a metterla in burla in una versione un po’ sopra le righe.

Quando e dove vederlo

Io vivo altrove! è prodotto da Rosamont con Rai Cinema e Staragara, in collaborazione con Minimum Fax Media e Tucker Film e distribuito da Adler Entertainment. Arriva al cinema il 19 gennaio 2023.

Io Vivo Altrove! intervista al regista e protagonista Giuseppe Battiston

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Ecco la nostra intervista a Giuseppe Battiston che esordisce alla regia con Io Vivo Altrove! Nel film, che vedremo in sala dal 19 gennaio, insieme allo stesso Battiston, c’è Rolando Ravello. Il film è distribuito da Adler Entertainment.

Biasutti, Giuseppe Battiston, e Perbellini, Rolando Ravello, si conoscono per caso ad un incontro per appassionati di fotografia. Sono due uomini di mezza età con lo stesso nome, Fausto. Perbellini è ancora succube della madre, Ida Marinelli, mentre Biasutti è un bibliotecario che vive di ricordi. I due scoprono presto di essere stufi delle proprie vite in città e iniziano a coltivare il sogno di trasferirsi in campagna. Sogno che sembra concretizzarsi quando Biasutti riceve in eredità la vecchia casa della nonna, in un piccolo paesino nelle campagne friulane. Lui e Perbellini lasciano il lavoro, la città, e si trasferiscono, convinti che vivranno del frutto delle proprie fatiche. All’arrivo, però, non tardano ad accorgersi che la situazione è più complessa di quel che credevano e l’accoglienza da parte dei locali non è delle migliori.

Io vi troverò: trama, cast e sequel del film con Liam Neeson

Io vi troverò: trama, cast e sequel del film con Liam Neeson

Quello del revenge movie è da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati, dove l’eroe intraprende una spedizione punitiva nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Negli anni sono diversi i titoli che hanno riconfermato la fortuna di questo genere, da Vendetta finale a Io sono vendetta. Uno dei più importanti e riconosciuti a livello internazionale è però Io vi troverò, titolo italiano di Taken, film scritto dal regista francese Luc Besson e diretto da Pierre Morel. Oggi considerato un vero e proprio cult, questo fu anche il primo di una fortuna trilogia.

L’idea alla base del film è delle più semplici, con un padre disposto a tutto pur di ritrovare e proteggere sua figlia. Nelle mani di Besson e Morel, però, tale progetto si trasforma in qualcosa di più grande, con tanta adrenalinica azione e molta emotività. Il merito dei due autori sta proprio nel dosare al meglio questi ingredienti, dando vita ad un’opera intelligente, capace di intrattenere ed emozionare. A conferma di ciò vi è il grandissimo successo ottenuto dal film, che a fronte di un budget di 25 milioni di dollari è arrivato a guadagnarne 226 in tutto il mondo.

Divenuto oggi parte della cultura di massa per alcune sue celebri sequenze o frasi, Io vi troverò è uno splendido esempio di thriller d’azione, che ha non a caso dato vita ad una lunga serie di imitatori. Sono però molteplici i fattori che rendono questo film un titolo unico, assolutamente da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Io vi troverò film

La trama di Io vi troverò

Protagonista del film è Bryan Mills, un ex agente della CIA residente a Los Angeles, grande esperto di arti marziali e uso delle armi, dotato di una impressionante capacità di uccidere e torturare persone a sangue freddo senza il minimo rimorso. Ormai in pensione, svolge piccoli lavori saltuari come addetto alla sicurezza negli eventi e guardia del corpo delle star. Bryan è inoltre un uomo divorziato, che fatica a vedere con maggior frequenza la figlia diciassettenne Kim. Il giorno in cui questa gli esprime il desiderio di poter andare a Parigi, egli è da prima dubbioso, salvo poi concederle il suo permesso.

Bryan non poteva immaginare che, giunta in Francia, sua figlia sarebbe stata presa di mira da una banda di criminali albanesi, che finirà con il sequestrare la giovane. Saputo del rapimento, l’uomo userà tutta la sua esperienza, i suoi contatti e il suo letale addestramento per ritrovare la figlia, lasciando dietro di sé una lunga scia di cadaveri. Una volta che la sua ricerca ha avuto inizio, i rapitori capiranno in breve tempo di essersi messi contro una forza che non sono in grado di controllare. È solo questione di tempo prima che Bryan trovi e uccida quanti gli hanno fatto torto.

Io vi troverò: il cast del film

Come noto, ad interpretare Bryan Mills vi è l’attore Liam Neeson. Questi ha dichiarato di aver accettato il ruolo perché gli permetteva di misurarsi con una prova particolarmente fisica. Egli però credeva che il film avrebbe avuto una distribuzione direttamente in home-video, e rimase particolarmente sorpreso del successo che questo ottenne invece. Per prepararsi al ruolo, Neeson è stato addestrato soldato Mick Gould, ex Special Air Service (SAS), nel combattimento corpo a corpo e nell’uso delle armi. Egli ha inoltre praticato il Nagasu Do. Si tratta uno stile di arte marziale ibrido che prende in prestito mosse dal Judo, Aikido e Ju Jitsu.

Accanto a lui, nei panni di sua figlia Kim vi è l’attrice Maggie Grace, nota per essere stata Shannon Rutherford nella serie televisiva Lost. Nei panni della sua amica Amanda, con cui si reca in Francia, vi è invece Katie Cassidy. Ad interpretare l’ex moglie di Bryan, Lenore, vi è invece l’attrice Famke Janssen, nota per essere stata Jean Grey nella prima trilogia di X-Men. Girare questo film ha spinto l’attrice ad agire nella vita reale contro la corruzione. Oggi la Janssen e è Ambasciatrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine.

Io vi troverò sequel

 

Io vi troverò: i sequel del film… ci sarà un Taken 4?

Dato il grandissimo successo del film, Besson decise di produrre anche un secondo ed un terzo capitolo. Il primo di questi sequel, Taken – La vendetta, è uscito nel 2012 e vede nuovamente Neeson nei panni di Bryan Mills impegnato a difendere la moglie e la figlia da alcuni criminali albanesi in cerca di vendetta. Nel 2015 è invece uscito l’ultimo capitolo della trilogia, intitolato Taken 3 – L’ora della verità. In questo il protagonista, nuovamente interpretato da Neeson, si trova a doversi difendere dalle accuse di omicidio, nel disperato tentativo di ricercare il vero colpevole. Con questo terzo capitolo si è dunque apparentemente conclusa la trilogia e a quasi dieci anni di distanza sembra proprio che i film siano destinati a rimanere solo tre.

Lo stesso Neeson ha infatti in più occasioni dichiarato che non ci sarà un Taken 4 o che in ogni caso lui non è interessato a riprendere il ruolo di Bryan Mills. Senza l’attore, risulta allora improbabile la realizzazione di un nuovo film, considerando che la serie realizzata nel 2017, Taken, strutturata come una origin story per Mills, è stata cancellata dopo solo una stagione per lo scarso interesse dimostrato dai fan nei confronti di un interprete diverso da Neeson per il ruolo. Nulla è mai certo ad Hollywood e un quarto film potrebbe sempre essere realizzato prima o poi, ma per ora non sembra esserci alcun tipo di piano a riguardo.

Il trailer di Io vi troverò e dove vedere il film in streaming e in TV

In attesa di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Io vi troverò è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video Disney+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione soltanto un dato periodo temporale entro cui vedere il titolo. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Io vi troverò: quanta storia vera c’è nel rapimento del film con Liam Neeson

Nel film Io vi troverò (Taken), Bryan Mills, interpretato da Liam Neeson, permette alla figlia di fare un viaggio a Parigi con la sua amica. Appena scese dall’aereo, le due ragazze fanno amicizia con un giovane affascinante che propone loro di condividere un taxi per il centro di Parigi. È un viaggio fatale, poiché le ragazze non solo rivelano di essere in viaggio da sole, ma anche dove alloggeranno.

Il giovane, Peter, non perde tempo e passa queste informazioni a una banda di trafficanti di sesso albanesi, che si presentano all’appartamento delle ragazze e le rapiscono con violenza. Poco prima di essere rapita, la figlia di Mills (Maggie Grace) riesce a telefonare al padre, ex agente della CIA. In una breve conversazione con uno dei rapitori, Mills giura di rintracciare la banda e di ucciderla.

Il resto del film Io vi troverò (Taken) è un’avventura d’azione dal ritmo serrato, in cui Mills rintraccia la banda, uccide la maggior parte delle persone coinvolte e alla fine scopre che l’amico della figlia è morto e che la sua stessa figlia è stata venduta a un’esclusiva asta sessuale a un ricco sceicco. Tutto finisce bene: padre e figlia si ricongiungono e sia i trafficanti che i clienti ottengono ciò che spetta loro.

La storia del film Io vi troverò (Taken)

Per molti anni si è creduto che la storia fosse basata su eventi reali che coinvolgevano William G. Hillar, che sosteneva di essere un agente delle Forze Speciali in pensione la cui figlia era stata rapita, tenuta come schiava sessuale e poi uccisa. Hillar è stato in seguito smascherato come un impostore, che ha guadagnato enormi somme di denaro raccontando la sua storia nel circuito delle conferenze, dopo che è stato rivelato che non era stato nell’esercito né aveva perso la figlia a causa dei trafficanti di esseri umani. Questo ci porta a chiederci: quanto della storia di Io vi troverò (Taken) si basa su fatti e non sulla finzione?

Io vi troverò (Taken) film storia vera

La realtà in Io vi troverò (Taken)

Sebbene gran parte della trama del film sia stata inventata per creare una grande avventura d’azione, ci sono alcuni aspetti della storia che purtroppo riflettono la vita reale.

Il Traffico di esseri umani

La tratta di esseri umani è in aumento. Secondo il Dipartimento di Stato americano, ogni anno vengono trafficate attraverso i confini internazionali dalle 600.000 alle 800.000 persone, di cui l’80% sono donne e la metà bambini. I bambini vengono trafficati per una serie di motivi diversi: lavoro forzato, lavoro domestico, come bambini soldato, cammellieri, per l’accattonaggio, per l’edilizia e l’industria mineraria e per il lavoro agricolo.

Tuttavia, la stragrande maggioranza delle donne e delle ragazze viene trafficata a scopo di sfruttamento sessuale. Molte ragazze, inizialmente trafficate per il lavoro forzato o domestico, finiscono per essere sfruttate sessualmente a causa della loro vulnerabilità. Le ragazze giovani sono una facile preda per i trafficanti, poiché possono essere facilmente manipolate e hanno un alto potenziale di guadagno.

Come molti crimini organizzati, l’ascesa della tratta di esseri umani è stata guidata da semplici ragioni economiche. La tratta di esseri umani è la terza più grande industria criminale internazionale (dopo il traffico illegale di droga e di armi). Si tratta di un’industria da 32 miliardi di dollari l’anno, di cui 15,5 miliardi di profitti sono realizzati nei Paesi industrializzati.

Adescamento

Come la maggior parte dei predatori sessuali, i trafficanti sono esperti nella manipolazione. La situazione delle ragazze nel film inizia quando incontrano un giovane uomo affascinante. I trafficanti sanno che le ragazze sono meno diffidenti nei confronti di giovani uomini belli e affascinanti. Nel film, il personaggio di Peter usa sapientemente lo stratagemma di essere un giovane turista per conquistare la fiducia delle ragazze. Questo è coerente con la vita reale della tratta: la maggior parte delle vittime è stata adescata o si è impegnata volontariamente con gli autori del reato all’inizio.

Liam Neeson in Io vi troverò (taken)

Un territorio sconosciuto

I trafficanti di esseri umani prendono di mira le persone vulnerabili. In realtà, questo significa che la maggior parte delle vittime sono bambini svantaggiati provenienti da Paesi poveri, fuggiaschi o senzatetto. Tuttavia, il fatto che i giovani turisti si trovino in un territorio sconosciuto, senza la loro abituale rete di supporto o persone che si prendono cura di loro, li rende facili prede. Non esistono statistiche sul numero di ragazze che cadono vittime dei trafficanti in questo modo, ma qualsiasi forma di vulnerabilità rende le ragazze un bersaglio.

Legame con l’Albania e coinvolgimento di alti funzionari

Il film descrive i rapitori come una banda di trafficanti albanesi. È probabile che questa non sia stata una scelta casuale dei registi. Le Nazioni Unite hanno rilevato che il traffico di bambini dall’Europa dell’Est è un problema significativo, poiché la povertà e l’inazione delle autorità hanno permesso a questo traffico di prosperare.

Anche la rappresentazione di un funzionario corrotto nel film non è un caso isolato. Nei Paesi poveri, dove la maggior parte delle vittime viene presa di mira, i funzionari possono spesso essere corrotti o intimiditi per chiudere un occhio su ciò che accade.

I miti

Vittima occidentale benestante

Sebbene qualsiasi giovane possa essere vittima della tratta e dello sfruttamento sessuale, l’agiata adolescente americana protagonista del film rappresenta sicuramente una piccola minoranza. È molto più probabile che i trafficanti prendano di mira le persone più vulnerabili: cercano ragazze in affidamento, scappate di casa o senza fissa dimora, immigrate clandestine o tossicodipendenti.

Chiunque non abbia una famiglia o una rete sociale forte che si prenda cura di lui è una facile preda. I trafficanti sfruttano le vulnerabilità per adescare le loro vittime; spesso offrono loro qualcosa che non hanno, come denaro, rifugio o affetto. Inoltre, la maggior parte delle persone trafficate proviene da Paesi poveri, dove la promessa di un lavoro o di una vita migliore li attira nelle braccia dei trafficanti.

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Rapimento violento

La rappresentazione del rapimento violento nel film  Io vi troverò (Taken) non è il metodo abituale utilizzato dai trafficanti di esseri umani. Il rapimento aggiunge un altro crimine a quello già grave della tratta di esseri umani e rappresenta un rischio aggiuntivo per le bande criminali. Adescare e adescare è un modo molto più semplice e sicuro per prendere di mira le vittime a scopo di sfruttamento sessuale. Se una persona è stata rapita, dovrà anche essere tenuta prigioniera e questo richiede sforzi e denaro da parte dei rapitori. È molto più facile tenere una persona che è stata manipolata emotivamente per farla restare con sé, piuttosto che tenerla sotto chiave.

Aste di schiavi

Non è così comune che i trafficanti di esseri umani “vendano” le loro vittime. Il semplice fatto è che è più redditizio costringere le vittime a prostituirsi, dove possono essere “vendute” più e più volte.

Il lieto fine di Io vi troverò (Taken)

Il film Io vi troverò (Taken) si conclude con Bryan Mills che salva sua figlia prima che le venga fatto del male. Purtroppo, la maggior parte delle vittime della tratta di esseri umani nel mondo reale non può aspettarsi un tale lieto fine.

Anche se gli orrori mostrati nel film Io vi troverò (Taken) non sono per molti versi realistici, dato che il tasso di traffico di esseri umani è in aumento a livello globale, vale la pena di essere vigili e di far conoscere ai nostri figli, soprattutto alle nostre ragazze, come operano i trafficanti di esseri umani.

Io vi troverò: la spiegazione del finale del film con Liam Neeson

Il film del 2008 Io vi troverò (Taken) – diretto da – segue Bryan Mills (Liam Neeson), agente della CIA in pensione e padre ferocemente protettivo della figlia diciassettenne Kim. Quando la ragazza insiste per andare a Parigi con la sua amica Amanda, Bryan esita, tormentato dalle preoccupazioni per la sua sicurezza. Le sue peggiori paure si avverano quando un gruppo di trafficanti di esseri umani albanesi rapisce Kim. Armato delle sue particolari abilità, Bryan si imbarca in una missione implacabile per rintracciarla, scoprendo un’intricata rete di crimini e corruzione che coinvolge un ufficiale dei servizi segreti francesi e lo spietato signore del crimine Saint-Clair. Ma riuscirà a salvare Kim entro 96 ore prima che scompaia per sempre?

LEGGI ANCHE: Io vi troverò: quanta storia vera c’è nel rapimento del film con Liam Neeson

La trama di Io vi troverò (Taken)

Bryan Mills è un ex agente della CIA che tiene molto a sua figlia Kim e desidera partecipare attivamente alla sua vita. La sua capacità di farlo, però, è ostacolata dalla rottura con Lenore e dal suo matrimonio con il benestante Stuart St. John. Kim vive con la madre e il patrigno e Bryan si sente un estraneo. Tuttavia, cerca di rimanere coinvolto e di aiutare Kim al meglio delle sue possibilità. Bryan desidera compiacere Kim ed esprimere il suo amore attraverso atti di cura. Come regalo di compleanno, le compra un apparecchio per il karaoke, dimostrando di conoscere la sua aspirazione a diventare una cantante. Ma Stuart le ruba la scena regalandole un cavallo, e il regalo di Bryan appare inutile al confronto.

Questa scena identifica il dilemma di Bryan: non può eguagliare le risorse finanziarie di Stuart e i suoi sforzi per impressionare Kim si rivelano infruttuosi. Tuttavia, l’impegno definitivo di Bryan si trova nel suo comportamento coraggioso e non attraverso regali tangibili. Come consulente di sicurezza privata, salva la cantante pop Sheerah da un’aggressione. Come ringraziamento, Sheerah promette di assistere Kim assumendo una valutazione canora professionale e mettendola in contatto con un agente. Bryan ne approfitta, dimostrando che non si limita a favorire gli obiettivi di Kim con dei regali, ma le apre vere e proprie porte professionali.

Perché Bryan è riluttante a lasciare che Kim vada a Parigi?

Bryan Mills esita a lasciare che sua figlia Kim si rechi a Parigi perché è molto preoccupato per la sua sicurezza. Essendo un agente della CIA in pensione, conosce i pericoli del mondo più di chiunque altro. L’idea che due ragazze di 17 anni viaggino da sole lo mette a disagio, perché sa che potrebbero essere vulnerabili a minacce che non sono preparate a gestire. Il suo scetticismo ha radici nell’esperienza piuttosto che nella semplice iperprotettività. Quando Kim chiede il permesso, Bryan inizialmente rifiuta, ritenendo che non sia sicuro. Tuttavia, alla fine cede dopo aver visto quanto lei sia turbata. La sua decisione non è dettata dalla fiducia, ma piuttosto dalla volontà di evitare ulteriori conflitti e di mantenere il rapporto con lei.

Nonostante la firma del modulo di consenso, rimane cauto, cosa che si giustifica in seguito quando scopre che Kim ha mentito sullo scopo del viaggio. All’aeroporto, Bryan scopre che Kim e Amanda non stanno facendo un tour artistico, ma intendono seguire gli U2 in Europa. Questo tradimento rafforza i suoi timori. Si rende anche conto che Lenore era a conoscenza della menzogna ma non è intervenuta. Lenore sostiene che Kim ha dovuto ingannare Bryan a causa del suo carattere severo. Questa rivelazione frustra Bryan, perché conferma la sua convinzione che Kim sia ingenua sui pericoli del mondo e che l’indulgenza di Lenore metta a rischio la figlia.

Cosa succede a Kim a Parigi?

L’entusiasmo di Kim per il viaggio si trasforma in un incubo. All’aeroporto di Parigi, Kim e Amanda si imbattono in Peter, un giovane di bell’aspetto che si offre di dividere il taxi con loro, visto che i taxi a Parigi costano molto. Kim esita ma accetta. Peter sembra amichevole e scatta persino una foto alle ragazze usando il telefono di Kim. Tuttavia, le sue intenzioni si rivelano diverse quando fa una telefonata, annunciando la loro posizione ad alcuni gruppi non identificati. Non appena raggiungono l’appartamento, Kim diventa apprensiva. Sa che Amanda ha mentito sulla presenza dei cugini a Parigi e che quindi sono completamente soli.

Questo non va giù a Kim, ma Amanda non pensa che abbiano già mentito sul viaggio a Bryan. La spensierata e spericolata Amanda è desiderosa di fare festa e di vivere la vita, trascinando Kim con sé, completamente ignara del pericolo in agguato. Mentre Kim parla al telefono con Bryan, dei ladri si introducono nell’appartamento e rapiscono Amanda. Bryan, prevedendo la minaccia, non reagisce nervosamente ma ordina a Kim di nascondersi sotto il letto. Registra anche la loro conversazione, consapevole che il tempo è fondamentale.

Pur tremando per la paura, Kim obbedisce alle sue istruzioni e fornisce importanti informazioni sui rapitori, tra cui un uomo barbuto, alto un metro e ottanta, con un tatuaggio a forma di luna e stella sulla mano destra. Uno dei rapitori afferra il telefono di Kim. Bryan, senza mezzi termini, lo minaccia di lasciare andare Kim o di affrontare conseguenze mortali. Il rapitore lo deride: “Buona fortuna”, non rendendosi conto delle capacità e della determinazione di Bryan. Questo è l’inizio della missione di Bryan, che ha una sola mente, per salvare sua figlia.

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Cosa scopre Bryan sul rapimento di Kim?

Bryan scopre presto la macabra realtà del rapimento di Kim. Con l’aiuto del suo amico della CIA Sam, esamina la telefonata registrata durante il rapimento di Kim. Riconosce i rapitori come una banda albanese guidata da Marko, che gestisce un traffico di esseri umani. Sam avverte Bryan che, in base ai casi precedenti, se Kim non verrà salvata entro 96 ore, sarà perduta per sempre. Questo spinge Bryan a proseguire senza sosta. Quando Bryan arriva a Parigi, rintraccia l’ultimo luogo conosciuto di Kim. Guardando una foto sul suo telefono, vede il riflesso di Peter. Seguendo Peter all’aeroporto, Bryan lo sorprende mentre cerca di adescare un’altra vittima.

Cerca di ottenere informazioni con la forza, ma viene interrotto e si scatena un inseguimento ad alta velocità. Prima che Bryan riesca ad arrestarlo, Peter viene investito da un camion e ucciso, interrompendo una pista fondamentale. Bryan si rivolge al suo contatto, Jean-Claude, un ex agente dei servizi segreti diventato ufficiale di polizia. Jean-Claude lo avverte di non farsi coinvolgere, ma gli fornisce un indirizzo collegato ai trafficanti albanesi. Fingendosi un cliente, Bryan piazza un dispositivo di ascolto su un protettore, che lo conduce a un bordello improvvisato in un cantiere. Lì trova una ragazza drogata che indossa la giacca di jeans di Kim.

Dopo un violento scontro e un inseguimento ad alta velocità, salva la ragazza e la aiuta a riprendersi dalla droga. In seguito, la ragazza rivela il luogo in cui Kim è stata tenuta prigioniera per l’ultima volta. Travestito da Jean-Claude, Bryan si infiltra in un rifugio albanese con la scusa di rinegoziare la tangente della polizia. Con l’inganno, Marko si rivela facendogli ripetere le parole “buona fortuna”, una frase che aveva sentito durante il rapimento di Kim. Ne segue una lotta brutale che provoca la morte di diversi trafficanti.

Perquisendo la casa, Bryan scopre il corpo senza vita di Amanda, morta per overdose, una tragica conseguenza delle operazioni della banda. Deciso a ottenere risposte, Bryan tortura Marko con l’elettricità. Marko confessa che Kim, essendo vergine, è stata subito venduta al mercato nero. Identifica l’acquirente come Patrice Saint-Clair, un potente leader del crimine. Lasciando Marko a morire fulminato, Bryan ha ora il suo prossimo obiettivo.

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La spiegazione del finale di Io vi troverò (Taken): Come è coinvolto Jean-Claude nel racket?

Jean-Claude, un ex agente dei servizi segreti francesi diventato ufficiale della polizia nazionale, è segretamente coinvolto nel traffico di esseri umani. Invece di fermare la banda di albanesi, fornisce loro protezione in cambio di tangenti. La sua corruzione permette a criminali come Marko e Saint-Clair di operare liberamente, rendendo Parigi un centro di traffico. Dopo aver appreso del coinvolgimento di Saint-Clair, Bryan si rende conto che Jean-Claude sa più di quanto abbia ammesso. Bryan lo affronta nel suo appartamento, chiedendo informazioni.

Quando Jean-Claude si rifiuta di collaborare, Bryan adotta un’azione drastica, sparando a sua moglie nel braccio. Questa mossa violenta ma calcolata costringe Jean-Claude a rivelare la posizione di Saint-Clair. Una volta ottenute le informazioni necessarie, Bryan fa perdere i sensi a Jean-Claude, assicurandosi che non sia più una minaccia. Bryan si infiltra poi in un’asta clandestina di traffico sessuale nella villa di Saint-Clair, dove Kim è l’ultima ragazza in vendita. Sapendo di dover agire in fretta, costringe un offerente, Ali, ad acquistare Kim. Tuttavia, prima di poter fuggire con lei, Bryan viene sopraffatto e catturato.

Saint-Clair, resosi conto dell’identità di Bryan, ordina ai suoi uomini di giustiziarlo. Ma Bryan, abile e implacabile, riesce a liberarsi, uccidendo tutti gli scagnozzi che gli si parano davanti. Un Saint-Clair in fin di vita, desideroso di salvarsi, rivela che Kim è stato portato su uno yacht di proprietà dello sceicco Raman. Senza esitare, Bryan giustizia Saint-Clair e punta allo yacht. Bryan rintraccia lo yacht e si lancia in un assalto solitario, abbattendo sistematicamente tutte le guardie del corpo di Raman, compreso Ali.

Alla fine raggiunge la cabina principale, dove Raman tiene Kim sotto la minaccia di un coltello. Lo sceicco cerca di contrattare per la sua vita, ma Bryan non negozia. Uccide rapidamente Raman, garantendo la sicurezza di Kim. Dopo aver salvato Kim, Bryan torna negli Stati Uniti e la sorprende portandola a conoscere la pop star Sheerah, mantenendo la promessa fatta in precedenza di sostenere i suoi sogni di cantante. Nonostante il trauma, l’incessante ricerca di Bryan dimostra quindi che farà di tutto per proteggere sua figlia.

Io vi troverò con Liam Neeson in Tv

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Io vi troverò con Liam Neeson in Tv

Io vi troveròAndrà in onda in prima serata Io vi troverò (Taken), il film campione d’incassi USA del 2008 scritto e prodotto da Luc Besson, diretto da Pierre Morel e con protagonista assoluto Liam Neeson. La pellicola inizierà a partire dalle 21:00. Nel cast anche due note attrici americane: Maggie GraceFamke Janssen.

Trama: Bryan (Liam Neeson) è un ex agente della CIA, divorziato e ormai in pensione che si ritrova con una figlia diciassettenne (Maggie Grace) che vuol andare a Parigi e un’ex moglie (Famke Janssen) che spinge affinché l’uomo dia il suo consenso. La figlia alla fine partirà, ma giunta in Francia verrà presa di mira da una banda di criminali albanesi che la sequestrerà. Bryan saputo del rapimento userà tutta la sua esperienza, i suoi contatti e il suo letale addestramento per ritrovare la figlia, lasciando dietro di se una lunga scia di cadaveri.

Le curiosità:

– Girare questo film ha spinto Famke Janssen ad agire nella vita reale contro la corruzione. L’attrice è Ambasciatrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine.

– Il soldato Mick Gould, ex Special Air Service (SAS), ha addestrato Liam Neeson nel combattimento corpo a corpo e nell’uso delle armi.

– Lo stile di arte marziale usata da Liam Neeson nel film è il Nagasu Do. E’ uno stile di arte marziale ibrido che prende in prestito mosse dal Judo, Aikido e Ju Jitsu.

– Nel film il personaggio di Katie Cassidy (Amanda) ha 19 anni e il personaggio di Maggie Grace (Kim) ne ha 17. Nella vita reale Maggie è di 3 anni più grande di Katie.

– Il coltello ricurvo utilizzato nella lotta finale è un Karambit. E’ un’arma indonesiano / malese e i fori per le dita nell’impugnatura la rende molto difficile da disarmare, cosa evidente nella scena di lotta.

– Liam Neeson ha dichiarato di aver accettato questo ruolo perché credeva che il film avrebbe avuto una distribuzione direttamente in home-video.

– Il film è stato parodiato nel ventesimo episodio della decima stagione della serie televisiva d’animazione I Griffin.

– Il film ha fruito di un sequel dal titolo Taken – La vendetta ancora scritto e prodotto da Luc Besson, ma stavolta diretto da Olivier Megaton (Transporter 3).

– Nel corso del film Bryan per riavere sua figlia uccide 35 persone.

– Il film costato 25 milioni di dollari ne ha incassati worldwide oltre 226.

Io vengo ogni giorno: al cinema dal 7 agosto l’irriverente commedia teen

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io vengo ogni giornoIl 7 agosto arriva nelle sale, distribuita da Eagle Pictures, la goliardica commedia Io vengo ogni giorno. Rob Crabbe sta per vivere una giornata grandiosa: ha in programma un colloquio per l’ammissione all’università e un appuntamento con la bellona della scuola, che spera possa concludersi nel migliore dei modi. Peccato che tutto vada a rotoli: al colloquio fa una figuraccia, ed è talmente eccitato di essere accanto alla bella Angela da concludere ‘l’appuntamento’ in men che non si dica. La performance da centometrista di Rob gli regala però la possibilità di ricominciare tutto da capo e, come per magia, rivivere di continuo la sua giornata, tornando indietro ogni volta che arriverà troppo presto al “traguardo”.

Si prospettano tempi molto duri per Rob e chissà se riuscirà a risolvere il suo appiccicoso problema e ad andare avanti con la sua vita. Inaspettatamente sarà Arthur, il secchione dodicenne della classe, a provare ad aiutarlo a trovare una soluzione. Commedia teen che strizza l’occhio a Ricomincio da capo, Io vengo ogni giorno racconta con dissacrante ironia un problema che tutti gli adolescenti prima o poi si troveranno ad affrontare. Diretto da Dan Beers, Io vengo ogni giorno vede nel cast, tra gli altri, John Karna, Katie Findlay, Alan Tudyk, Craig Roberts e Adam Riegler.

Io Vengo Ogni Giorno trailer italiano della commedia con Katie Findlay e Alan Tudyk

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io vengo ogni giornoIl 7 agosto arriva nelle sale, distribuita da Eagle Pictures, la goliardica commedia Io vengo ogni giornoRob Crabbe sta per vivere una giornata grandiosa: ha in programma un colloquio per l’ammissione all’università e un appuntamento con la bellona della scuola, che spera possa concludersi nel migliore dei modi. Peccato che tutto vada a rotoli: al colloquio fa una figuraccia, ed è talmente eccitato di essere accanto alla bella Angela da concludere ‘l’appuntamento’ in men che non si dica. La performance da centometrista di Rob gli regala però la possibilità di ricominciare tutto da capo e, come per magia, rivivere di continuo la sua giornata, tornando indietro ogni volta che arriverà troppo presto al “traguardo”.

Si prospettano tempi molto duri per Rob e chissà se riuscirà a risolvere il suo appiccicoso problema e ad andare avanti con la sua vita. Inaspettatamente sarà Arthur, il secchione dodicenne della classe, a provare ad aiutarlo a trovare una soluzione. Commedia teen che strizza l’occhio a Ricomincio da capo, Io vengo ogni giorno racconta con dissacrante ironia un problema che tutti gli adolescenti prima o poi si troveranno ad affrontare. Diretto daDan Beers, Io vengo ogni giorno vede nel cast, tra gli altri, John Karna, Katie Findlay, Alan Tudyk, Craig Roberts e Adam Riegler.

Di seguito potete vedere il trailer

Io speriamo che me la cavo: recensione del film di Lina Wertmuller

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Io speriamo che me la cavo è il film del 1992 di Lina Wertmuller con Paolo Villaggio, Isa Danieli, Sergio Solli, Adriano Pantaleo e Ciro Esposito.

Io speriamo che me la cavo – trama: Per un errore del computer del Ministero della Pubblica Istruzione, il maestro Marco Tullio Sperelli (Paolo Villaggio), viene mandato invece cha a Corsano in Liguria, a Corzano, un paesino in provincia di Napoli. Si trova subito in una condizione piuttosto tragica: la classe assegnatagli sarebbe costituita da una ventina di bambini, ma lui al suo arrivo ne trova solo tre. Deve andare a cercare il quarto a casa, mentre gli altri li trova per le strade della città, tra storie di povertà e di microcriminalità.

Il maestro ha notevoli problemi ad adattarsi alla vita tipica del sobborgo meridionale. Ad esempio, la preside è la moglie di un politico e non fa nulla nel suo istituto; il bidello è il vero capo della scuola e vende agli alunni gesso e carta igienica intascando grosse somme; il sindaco favorisce il lavoro minorile clandestino; i bambini sono totalmente ignoranti e lasciati a se stessi. Dopo un primo naturale astio tra il maestro e i suoi alunni-scugnizzi, le cose tra loro cominciano a funzionare.

Io speriamo che me la cavo (1992) è ispirato a un libro omonimo pubblicato due anni prima, che riporta sessanta temi di bambini di una scuola elementare della città di Arzano, in provincia di Napoli, raccolti dal maestro Marcello D’Orta nella forma di una raccolta di temi. Temi che raccontano con innocenza, umorismo, dialettismi (e infiniti errori grammaticali, appositamente non corretti) storie di vita quotidiana di bambini che vedono in prima persona fenomeni come la camorra, il contrabbando, la prostituzione, tutte situazione che dovrebbero essere tenute lontane dagli occhi dei ragazzini.

Questo libro, anomalo nel suo genere, ha venduto più di un milione di copie diventando un bestseller. Il titolo del libro, e del film, è dato dalla frase con cui un alunno, il più scalmanato di tutti, conclude il tema sulla sua storia evangelica preferita, ossia l’Apocalisse, ribattezzata in quel caso “la fine del mondo”.

Di film sui pregi e i difetti di Napoli ne sono stati girati tanti, specie negli anni ’80, grazie alla splendida messa in scena di personaggi come Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo. Questi lavori hanno raffigurato una Napoli dalle tante contraddizioni e difficoltà, ma anche creativa, orgogliosa e ingenua, e anche Io speriamo che me la cavo rientra in questo filone.

Io speriamo che me la cavo  rispecchia in pieno lo stile di Lina Wertmüller, apprezzatissima regista fattasi conoscere grazie ai numerosi film grotteschi degli anni ’70 aventi come attore-protagonista Giancarlo Giannini. Senza dubbio questo lungometraggio estremizza e calca la mano sui problemi di Napoli, portandoli più che al grottesco, alla loro drammatizzazione. Ciò su cui punta la Wertmüller è soprattutto l’ironia, la capacità di sdrammatizzare che caratterizza il popolo napoletano.

Io speriamo che me la cavo

Ad addolcire un’amarissima pillola ci pensano i piccoli protagonisti, gli alunni disastrati del maestro Sperelli. In fondo vittime di un sistema che gli nega quei diritti di cui dovrebbero beneficiare in modo innato.

Tra quei piccoli scugnizzi, così graziosi quanto compassionevoli, spiccano: Vincenzino, interpretato da Adriano Pantaleo, il famoso Spillo della serie Amico Mio, Raffaele, interpretato da Ciro Esposito (altro attore che ha proseguito la carriera con la fiction televisiva), il più turbolento della, piccole bambine ormai già cresciute, come Rosinella e Tommasina, interpretate rispettivamente da Maria Esposito e Carmela Pecoraro, Salvatore, che non sa il suo cognome, interpretato da Salvatore Terracciano. Intorno a loro ruotano altri personaggi che incarnano ottimamente varie sfumature partenopee: la Preside lassiva, interpretata dalla magistrale Isa Danieli; il Custode accattone interpretato da Gigio Morra; il cartonaio, genitore di uno degli alunni, interpretato dal caratterista Sergio Solli.

E poi c’è lui, Paolo Villaggio, il maestro Marco Tullio Sperelli. L’attore genovese, dopo un ventennio passato a interpretare soprattutto il buffo Ragionier Ugo Fantozzi, viene restituito ad un ruolo molto più vicino alle proprie caratteristiche naturali. Villaggio interpreta bene il ruolo dello spaesato maestro del Nord “calato dall’alto” in una realtà così distante dalla propria. Toccante, infine, il finale, nel quale si contrappone la lettera del più discolo di tutti, Raffaele, con le note della famosa canzone What a wonderful world, cantata dall’inconfondibile Louis Armstrong.

Io sono: Celine Dion, l’atteso documentario dal 25 giugno su Prime Video

Diretto dalla regista nominata all’Oscar Irene Taylor, Io sono: Celine Dion offre uno sguardo crudo e onesto nel dietro le quinte della lotta che l’iconica superstar ha intrapreso contro una malattia che le ha cambiato la vita. Come una lettera d’amore ai suoi fan, questo documentario mette in luce la musica che ha guidato la sua vita, mostrando anche la resilienza dello spirito umano.

Io sono: Celine Dion è presentato da Amazon MGM Studios ed è una produzione Vermilion Films in collaborazione con Sony Music Vision e Sony Music Entertainment Canada.

  • Diretto da Irene Taylor
  • Prodotto da Stacy Lorts, Tom Mackay, Julie Begey Seureau e Irene Taylor
  • Executive producer Dave Platel, Denis Savage, Shane Carter, Krista Wegener
  • Durata: 102 minuti

Io Sono Vera, regista e cast parlano dello sci-fi in uscita il 17 febbraio

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Arriva il 17 febbraio in sala Io Sono Vera, il film diretto da Beniamino Catena, una produzione Macaia Film, Atomica, 17 Films, prodotto da Simone Gandolfo, Manuel Stefanolo, Karina Jury e distribuito da No.Mad Entertainment. Il progetto originale nel suo genere, mescola i toni del thriller e della fantascienza, un ibrido a cui Catena teneva molto, principalmente per la libertà produttiva che ha caratterizzato tutto il progetto.

“Sono amante della fantasy cinema, e volevo fare un film che rispecchiasse le mie passioni e i miei interessi – ha detto Beniamino CatenaL’ho girato in totale libertà. Mi interessava gestire la fantascienza in maniera imperialistica. Mi interessava più le reazioni al fenomeno quantico che il fenomeno stesso. Il modo migliore era girarlo come un documentario con una piccola troupe, con una libertà assoluta, soprattutto da un punto di vista produttivo. Infatti ci siamo presi la libertà di porci più domande che darci risposte.”

Protagonista del film è Marta Gastini, che interpreta una Vera tornata nel mondo, dopo un’assenza di due anni e profondamente cambiata, nel corpo e nello spirito. “È stata una sfida importante, ma molto bella – ha detto Gastini – Da un punto di vista professionale ho avuto modo di confrontarmi con materiale che non avevo ancora indagato. La costruzione del personaggio era sia più livelli, il primo era quello del corpo. Abbiamo pensato da subito che fosse importante che avesse un’immagine forte e non fosse immediatamente identificabile. Da qui il taglio dei capelli e la decisione di lavorare sul fisico cercando di renderlo più ibrido possibile. Poi c’è il livello interpretativo che racchiude diversi personaggi. Lei è una bambina, una donna, porta con sé l’identità di Elias, e ha una componente magica. Per cercare di rendere tutto ciò, un personaggio che solleva risposte ma non dà risposte, l’idea è stata quella di riportare tutto al concreto e alla realtà dei sentimenti e delle relazioni.”

Io Sono VeraQuando Vera torna nel mondo, ad accoglierla trova un padre diffidente, interpretato da Paolo Pierobon, ed una madre (Anita Caprioli) che, al contrario, si dimostra aperta più che a credere al suo ritorno, ad accogliere quella sensazione di familiarità, di fronte a questa sconosciuta. “In scrittura veniva raccontata una donna che nonostante la realtà che si trova davanti, riesce ad accettare e riesce ad andare oltre questo primo limite esteriore – spiega Caprioli – Istintivamente si affida al pensiero che quella persona che si trova di fronte, anche se diversa, era dentro di lei. È qualcosa che non è sicuramente razionale, ha a che fare con la maternità, una cosa ancestrale che non si può spiegare. E amo questo del personaggio, perché ha un pensiero diverso, estremamente lontano da ciò che può essere il pensiero razionale corrente. Nella visione del film questo è il personaggio che ne avalla il senso ultimo.”

Un altro adulto che ha un ruolo fondamentale nella storia di Vera è Claudio, colui a cui la bambina era stata affidata il giorno in cui scomparve. Davide Iacopini, che lo interpreta, ha ragionato sul concetto di senso di colpa, verso se stessi e in rapporto alla società che lo accusa di un crimine che pensa di non aver commesso ma del quale, tuttavia, si sente responsabile: “Mi sono confrontato sul senso di colpa, che è un sentimento molto complesso e interessante – ha dichiarato Iacopini – In un mondo “normale” il mio personaggio sarebbe il colpevole. In questo caso abbiamo una persona che si confronta con un grande dramma che sceglie di isolarsi per trovare poi una soluzione che potesse rendere la situazione sostenibile.”

Distribuito da No.Mad Entertainment, Io Sono Vera esce al cinema dal 17 febbraio.

Io Sono Vera, recensione del film con Marta Gastini

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Io Sono Vera, recensione del film con Marta Gastini

Presentato al Festival di Torino 2020, arriva il 17 febbraio in sala Io Sono Vera, il film diretto da Beniamino Catena, una produzione Macaia Film, Atomica, 17 Films, prodotto da Simone Gandolfo, Manuel Stefanolo, Karina Jury e distribuito da No.Mad Entertainment. Il progetto originale nel suo genere, mescola i toni del thriller e della fantascienza, per un risultato decisamente affascinante che però sembra non avere il coraggio di rischiare fino in fondo.

Io Sono Vera, la trama

Vera, una bambina di undici anni, scompare senza lasciare traccia. Due anni dopo ritorna ma invece di essere adolescente è una giovane donna. Non ricorda niente. I genitori sono sconvolti ma l’esame del DNA conferma che è davvero lei. Quando i ricordi riaffiorano alla memoria, Vera capisce di aver vissuto la vita di un uomo cileno, clinicamente morto, che dall’altra parte del mondo si era risvegliato nello stesso istante in cui lei era svanita nel nulla.

Nel panorama cinematografico italiano, che (anche se in maniera incostante) continua a fare passi in avanti, esplorando generi, stili e dando voce a molti registi che riescono ad esprimersi con le loro opere prime, arriva in sala Io Sono Vera, un film che a tutti gli effetti si colloca tra gli esempi più interessanti di racconto cinematografico contemporaneo. Mescolando il thriller con la fantascienza e il dramma familiare, Beniamino Catena cerca di portare sullo schermo una visione particolare e insolita del genere, aggirando tutto ciò che può essere effetto visivo artificiale, ambientazioni spaziali o futuristiche e rifuggendo nella messa in scena iperrealista.

Io Sono VeraIn equilibrio tra ciò che si mostra e ciò che si sente

Per questo il cast ha svolto un lavoro eccellente, lavorando sul confine tra contemporaneità e quell’iperrealismo di cui sopra, cercando sempre un equilibrio tra ciò che si poteva mostrare e ciò che invece si doveva sentire. A questo ha contribuito anche la colonna sonora particolarmente immersa, firmata dai Marlene Kuntz, e la regia, quasi rarefatta, di Catena.

Su tutti però spicca il lavoro di Marta Gastini, che interpreta Vera da adulta. L’attrice si è letteralmente spogliata di ogni velleità, cercando di trasformarsi il più possibile in una creatura ermafrodita, a metà tra i generi, così come Vera è a metà tra le esistenze. Accanto a lei, Davide Iacopini interpreta Claudio, colui che in qualche modo viene accusato, prima di tutto da se stesso, della sparizione di Vera, un uomo che vive la colpa come una costante e che in qualche modo viene cambiato dall’evento e dal ritorno, sotto altre forme, della ragazza.

Anita Caprioli e Paolo Pierobon interpretano i genitori di Vera, entrami spezzati dalla scomparsa della figlia. Reagiscono diversamente alla riapparizione di questa misteriosa ragazza, e mentre il padre rimane scettico e non riconosce in questa giovane donna la sua bambina, la madre, forse perché sente di più il legame generatore con la figlia, la riconosce immediatamente e l’accoglie nel suo cuore e in casa. Due reazioni contrarie a quello che può essere definito il mistero della storia, che possono rappresentare benissimo le reazioni più comuni dell’essere umano di fronte al mistero.

Una deriva da dramma domestico

Tuttavia, questa dimensione emotiva e familiare annacqua il potenziale narrativo di Io Sono Vera, trasformandolo nel finale in un dramma domestico e depotenziando l’intuizione iniziale che lascia più domande che risposte. Certo, potrebbe essere senza dubbio un risultato ricercato e voluto, tuttavia confondere così tanto le acque e non dare ai detriti il tempo di depositarsi per tornare a vedere attraverso l’acqua limpida sembra più una mossa infantile che un gesto studiato e consapevole.

Io Sono Vera, il trailer del film al cinema dal 17 febbraio

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Io Sono Vera, il trailer del film al cinema dal 17 febbraio

Ecco il trailer di Io Sono Vera, il film diretto da Beniamino Catena, con Marta Gastini, Davide Iacopini, Anita Caprioli, Paolo Pierobon, Manuela Martelli, Caterina Bussa con la partecipazione straordinaria di Marcelo Alonso. Il film arriva al cinema il 17 febbraio, una produzione Macaia Film, Atomica, 17 Films prodotto da Simone Gandolfo, Manuel Stefanolo, Karina Jury.

Io sono vera, la trama

Vera, una bambina di undici anni, scompare senza lasciare traccia. Due anni dopo ritorna ma invece di essere adolescente è una giovane donna. Non ricorda niente. I genitori sono sconvolti ma l’esame del DNA conferma che è davvero lei. Quando i ricordi riaffiorano alla memoria, Vera capisce di aver vissuto la vita di un uomo cileno, clinicamente morto, che dall’altra parte del mondo si era risvegliato nello stesso istante in cui lei era svanita nel nulla.

Io sono vendetta: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con John Travolta

Sono molti i film che affrontano il tema della giustizia e della vendetta personale. Titoli come Vendetta finale, Il giustiziere della notte o Giustizia privata sono solo alcuni dei titoli più recenti a riguardo, che esplorano ciò che può accadere nel momento in cui lo Stato e la legge fallisce nel proprio dovere di garantire l’ordine e la sicurezza. Un altro film di questo filone è Io sono vendetta, diretto nel 2016 da Chuck Russell, regista noto per diversi film horror. Anche in questo, come nei succitati, vi è un uomo solo costretto ad ottenere da sé la propria vendetta dinanzi alle ingiustizie subite.

Il titolo del film fa riferimento ad un verso del Libro di Geremia, facente parte del Vecchio Testamento della Bibbia. Nel sesto capitolo viene infatti riportata la frase “Sono pieno dell’ira del Signore e non posso trattenerla“, la quale diventa particolarmente simbolica nel descrivere il personaggio protagonista. Ha così luogo una vicenda certamente già vista sul grande schermo, ma qui carica di elementi e risvolti tali da renderla a suo modo originale. Oltre al revenge movie, si possono infatti ritrovare anche elementi relativi alla crisi spirituale e al cosiddetto buddy movie, incarnato dall’unione tra il protagonista e un suo complice.

Io sono vendetta non ricevette una buona accoglienza di critica al momento della sua uscita, ma non mancò di trovare un proprio pubblico di riferimento. Gli appassionati di tale genere possono infatti qui ritrovare una storia perfettamente aderente al suo genere principale. In questo articolo approfondiremo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Io sono vendetta cast
John Travolta e Christopher Meloni in Io sono vendetta

La trama di Io sono vendetta

Protagonista del film è l’ex membro delle forze speciali Stanley Hill, il quale vede la sua vita distruggersi davanti ai suoi occhi nel momento in cui l’amata moglie viene uccisa durante un tentativo di rapina in un parcheggio. Riponendo speranza nella giustizia, Stanley vede infrangere anche quell’ultima speranza in seguito al rilascio del colpevole, poiché giudicato in tribunale da un testimone inaffidabile. Pieno di rabbia e di rancore, Stanley decide allora che l’unica cosa rimastagli da fare è farsi giustizia da sé. Nel pieno di una crisi esistenziale, la vendetta sembra infatti l’unica cosa che può aiutarlo in quel momento.

Contattato il suo ex socio Dennis, Stanley inizia così ad indagare sull’omicidio e sui colpevoli, arrivando a scoprire verità spaventose. Si trova così a dover guardare da una prospettiva diversa e più ampia quanto accaduto, comprendendo di essere finito al centro di un complotto più grande di quanto immaginava. Trovandosi dunque a lottare contro nemici più potenti del previsto, Stanley dovrà necessariamente agire nell’ombra e nell’illegalità. Vendicare sua moglie non gli permetterà di riaverla tra le sue braccia, ma gli permetterà senza dubbio di estirpare dal mondo personalità che non meritano di farvi parte. La sua vendetta, dunque, sarà inarrestabile.

Il cast del film

Ad interpretare Stanley Hill, il vendicativo protagonista del film, vi è l’attore John Travolta. Celebre negli anni Settanta e Ottanta per tutt’altro genere di film, questi si è negli ultimi tempi dedicatosi più volte al thriller, recitando in titoli come Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana, Le belve e Killing Season. Originariamente, però, ad interpretare il protagonista avrebbe dovuto esserci l’attore Nicolas Cage, il quale però si tirò fuori dal progetto in seguito al dilungarsi dei tempi di produzione di questo. Per assumere i panni del problematico Stanley, Travolta ha raccontato di aver guardato molti film su temi simili, come anche l’aver cercato di esaltare i sentimenti più profondi e complessi del personaggio.

Accanto a lui, nei panni del collega Dennis, vi è l’attore Christopher Meloni. Questi è particolarmente noto per aver interpretato il sociopatico Chris Keller nella serie televisiva Oz. L’attrice Amanda Schull è invece presente nei panni di Abbie Hill, la figlia del protagonista. L’interprete è stata scelta dopo essersi fatta notare grazie a serie come Pretty Little Liars e Suits. Rebecca De Mornay è invece la moglie di Stanley, Vivian. Patrick St. Esprit interpreta il Governatore dello Stato, mentre Sam Trammell è il detective Gibson. Nel film è inoltre presente uno dei due sceneggiatori, Paul Sloan, che ricopre il ruolo di Lamuel “Lemi K”, boss criminale. Luis Da Silva, infine, è Charley “Fly” Lawes.

John Travolta in Io sono vendetta
John Travolta in Io sono vendetta

Il finale del film

Nel finale del film, Lemi prende in ostaggio Abbie, la figlia di Stanley, e anche suo figlio. Alla luce di ciò, Stanley e Dennis intervengono, eliminano gli uomini di Lemi e interrogano il criminale, che rivela di lavorare per Meserve. In quel momento, Gibson e Walker arrivano e uccidono Lemi, con il primo dei due che spiega che Meserve era ricattato con un video compromettente del figlio e in cambio proteggeva Lemi e i suoi uomini dalla prigione. Stanley costringe allora Gibson a portarlo alla villa di Meserve, dove poi lo uccide facendo esplodere la sua auto. Si infiltra poi nella villa, affronta Meserve e, dopo una lotta, Stanley riesce ad ucciderlo.

La polizia, arrivata sul posto, ordina però a Stanley di deporre l’arma, ma lui alza il fucile di Meserve e viene colpito dai cecchini. Protetto da un giubbotto antiproiettile, Stanley sopravvive ma viene trasferito subito in tribunale segreto. Abbie, convinta che non lo rivedrà più, lo saluta in ospedale e gli passa di nascosto una pistola. Quando Walker, ora degradato, tenta di ucciderlo, Stanley lo elimina con l’arma e Dennis lo aiuta poi a fuggire. Più tardi, Abbie riceve una cartolina da Stanley, ora nascosto a San Paolo, che la rassicura sul suo stato, concedendo così al racconto un lieto fine.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Io sono vendetta è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision, Infinity+, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 28 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Io sono Valentina Nappi, il trailer del documentario

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Ecco il trailer di Io sono Valentina Nappi, il documentario che ha come protagonista la pornostar italiana, diretto da Monica Stambrini e in sala già dal 29 maggio.

ISVN segue Valentina Nappi nel corso di una notte apparentemente come tante: rimasta sola in una città che non è la sua, ospite per una notte nello studio di un artista, Valentina manda un messaggio a Lorenzo e, nell’attesa che la raggiunga, si spoglia, mette su un disco, curiosa in giro, aspetta. Quando Lorenzo arriva, deve ancora cenare. Chiacchierano mentre lui mangia il suo hamburger. Hanno opinioni diverse sulla complicità tra sesso e cibo. Poi finalmente si spogliano, si baciano, ridono. Si sono mancati. Sono amanti, hanno vent’anni, fanno l’amore a lungo fino ad addormentarsi.

Io sono un po’ matto… e tu?: la clip in esclusiva dal film di Dario D’ambrosi

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Ecco “Un affetto da insonnia”, una clip esclusiva da Io sono un po’ matto… e tu?, scritto e diretto da Dario D’ambrosi, fondatore del Teatro Patologico, e realizzato anche grazie alla collaborazione dell’Accademia di Cinema Griffith di Roma. Distribuito da Notorious Pictures, il film arriverà nei cinema italiani 7, 8 e 9 ottobre.

Parte dell’incasso andrà in beneficenza a Teatro Patologico Onlus per supportare la ricerca scientificae dare speranza a molti ragazzi disabili psichici e fisici attraverso la teatro-terapiadimostrandone i benefici non solo a livello emotivo ma anche cerebrale.

https://www.youtube.com/watch?v=YsbV0AHw9z0

Il film vede la partecipazione di un cast d’eccezione: Claudio Santamaria, Raul Bova, Stefano Fresi, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Stefania Rocca, Riccardo Ballerini, Domenico Iannacone e lo stesso Dario D’Ambrosi lavorano insieme ai ragazzi della Compagnia Stabile del Teatro Patologico per creare un’opera unica nel cinema italiano.

Nel film i ragazzi disabili, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi noti che si rivolgono a loro, cercandoli nei più diversi luoghi della città, dalle scuole alle palestre. Può capitare così ad esempio di vedere Claudio Santamaria in preda all’ossessione, oppure Raoul Bova insonne, o Claudia Gerini vestire i panni di una ludopatica… Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli, affrontando così problemi e disturbi che riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi.

Il regista e autore Dario D’ambrosi ha fondato nel 1992 il Teatro Patologico per aiutare le persone con disabilità mentale a trovare il modo di comunicare e di uscire dall’isolamento proprio attraverso la teatro-terapia, per cercare di integrarsi e vivere una vita simile a qualsiasi normodotato. Il film ha come obiettivo primario quello di sensibilizzare il pubblico su questo tema, spesso trascurato o stigmatizzato.

La trama di Io sono un po’ matto… e tu?

Il Teatro Patologico a Roma è un luogo dove, grazie alla teatro-terapia, ragazzi e ragazze con disabilità mentale e le loro famiglie tentano di uscire dall’isolamento della loro condizione per vivere una quotidianità normale. Nel film gli attori e le attrici della compagnia, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi famosi che si rivolgono a loro cercandoli in vari luoghi della città. Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli.

Io sono un po’ matto… e tu?, trailer del film in arrivo al cinema il 7, 8 e 9 ottobre

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Notorious Pictures annuncia che Io sono un po’ matto… e tu? in arrivo nei cinema italiani il 7, 8 e 9 ottobre e per l’occasione ne svela poster e trailer ufficiali. Scritto e diretto da Dario D’ambrosi, fondatore del Teatro Patologico, e realizzato anche grazie alla collaborazione dell’Accademia di Cinema Griffith di Roma, il film vede la partecipazione di un cast d’eccezione: Claudio Santamaria, Raoul Bova, Stefano Fresi, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Stefania Rocca, Riccardo Ballerini, Domenico Iannacone e lo stesso Dario D’Ambrosi lavorano insieme ai ragazzi della Compagnia Stabile del Teatro Patologico per creare un’opera unica nel cinema italiano.

Nel film i ragazzi disabili, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi noti che si rivolgono a loro, cercandoli nei più diversi luoghi della città, dalle scuole alle palestre. Può capitare così ad esempio di vedere Claudio Santamaria in preda all’ossessione, oppure Raoul Bova insonne, o Claudia Gerini vestire i panni di una ludopatica… Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli, affrontando così problemi e disturbi che riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi.

Il regista e autore Dario D’ambrosi ha fondato nel 1992 il Teatro Patologico per aiutare le persone con disabilità mentale a trovare il modo di comunicare e di uscire dall’isolamento proprio attraverso la teatro-terapia, per cercare di integrarsi e vivere una vita simile a qualsiasi normodotato. “L’unicità del film non risiede solo nei suoi nomi di spicco – afferma il regista Dario D’ambrosi – ma anche nella partecipazione di 30 attori disabili membri della Compagnia Stabile del Teatro Patologico. Questa combinazione di talento e inclusione rende il progetto un esempio straordinario di come l’arte possa servire a scopi sociali e terapeutici. Io sono un po’ matto… e tu? non è solo un film; è un’opera che solleva questioni fondamentali sul modo in cui percepiamo e trattiamo la disabilità psichica. Il film ha come obiettivo primario quello di sensibilizzare il pubblico su questo tema, spesso trascurato o stigmatizzato”.

Sinossi: Il Teatro Patologico a Roma è un luogo dove, grazie alla teatro-terapia, ragazzi e ragazze con disabilità mentale e le loro famiglie tentano di uscire dall’isolamento della loro condizione per vivere una quotidianità normale. Nel film gli attori e le attrici della compagnia, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi famosi che si rivolgono a loro cercandoli in vari luoghi della città. Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli.

Io sono un po’ matto… e tu? arriverà nei cinema italiani con Notorious Pictures il 7, 8 e 9 ottobre. Parte dell’incasso andrà in beneficenza a Teatro Patologico Onlus per supportare la ricerca scientifica e dare speranza a molti ragazzi disabili psichici e fisici attraverso la teatro-terapia dimostrandone i benefici non solo a livello emotivo ma anche cerebrale.

 

Io sono un po’ matto… e tu? a cinema da oggi fino al 9 ottobre!

Io sono un po’ matto… e tu? a cinema da oggi fino al 9 ottobre!

Distribuito da Notorious Pictures, scritto e diretto da Dario D’ambrosi, fondatore del Teatro Patologico, e realizzato anche grazie alla collaborazione dell’Accademia di Cinema Griffith di Roma, Io sono un po’ matto… e tu? è in arrivo nei cinema italiani il 7, 8 e 9 ottobre in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale.

Il film vede la partecipazione di un cast d’eccezione composto da Claudio Santamaria, Raul Bova, Stefano Fresi, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Stefania Rocca, Riccardo Ballerini, Domenico Iannacone e lo stesso Dario D’Ambrosi.

Grandi artisti che hanno lavorato insieme ai ragazzi della Compagnia Stabile del Teatro Patologico per creare un’opera unica nel cinema italiano e che invitano il pubblico ad andare al cinema a vedere questo Io sono un po’ matto… e tu? in una divertente clip corale appena diffusa.

Nel film i ragazzi disabili, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi noti che si rivolgono a loro, cercandoli nei più diversi luoghi della città, dalle scuole alle palestre. Può capitare così ad esempio di vedere Claudio Santamaria in preda all’ossessione, oppure Raoul Bova insonne, o Claudia Gerini vestire i panni di una ludopatica… Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli, affrontando così problemi e disturbi che riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi.

Io sono un po’ matto… e tu? è nei cinema italiani con Notorious Pictures il 7, 8 e 9 ottobre. Parte dell’incasso andrà in beneficenza a Teatro Patologico Onlus per supportare la ricerca scientifica e dare speranza a molti ragazzi disabili psichici e fisici attraverso la teatro-terapia dimostrandone i benefici non solo a livello emotivo ma anche cerebrale.

Il regista e autore Dario D’ambrosi ha fondato nel 1992 il Teatro Patologico per aiutare le persone con disabilità mentale a trovare il modo di comunicare e di uscire dall’isolamento proprio attraverso la teatro-terapia, per cercare di integrarsi e vivere una vita simile a qualsiasi normodotato. “L’unicità del film non risiede solo nei suoi nomi di spicco – afferma il regista Dario D’ambrosi – ma anche nella partecipazione di 30 attori disabili membri della Compagnia Stabile del Teatro Patologico. Questa combinazione di talento e inclusione rende il progetto un esempio straordinario di come l’arte possa servire a scopi sociali e terapeutici. Io sono un po’ matto… e tu? non è solo un film; è un’opera che solleva questioni fondamentali sul modo in cui percepiamo e trattiamo la disabilità psichica. Il film ha come obiettivo primario quello di sensibilizzare il pubblico su questo tema, spesso trascurato o stigmatizzato”.

Sinossi: Il Teatro Patologico a Roma è un luogo dove, grazie alla teatro-terapia, ragazzi e ragazze con disabilità mentale e le loro famiglie tentano di uscire dall’isolamento della loro condizione per vivere una quotidianità normale. Nel film gli attori e le attrici della compagnia, immedesimandosi con il proprio direttore, cercano di risolvere ansie e paure di personaggi famosi che si rivolgono a loro cercandoli in vari luoghi della città. Gli attori professionisti confessano con ironia e sincerità i propri tic e le proprie manie sperando che questi “tutor psichiatrici” riescano a risolverli.

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