Il prossimo anno Dwayne
Johnson farà ufficialmente il suo debutto nel
DCEU grazie all’attesissimo Black
Adam, in cui interpreterà l’antieroe del titolo.
Tuttavia, prima che l’ex wrestler venisse ufficializzato come
protagonista del cinecomic, erano molti i fan che speravano di
vederlo in un ruolo nel MCU.
In realtà, parlando con
Collider, Hirama Garcia, presidente di
produzione della Seven Bucks Productions e socio di “The Rock”, si
è lasciato sfuggire che in realtà l’attore aveva parlato con i
Marvel Studios in passato. Quando gli è stato
chiesto se Johnson e il suo team, incluso Garcia, siano mai stati
contattati dalla Marvel, Garcia ha spiegato che
Johnson e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige si sono incontrati in passato, ma
che alla fine nulla si è mai evoluto in discussioni più serie e
concrete.
“DJ e Kevin Feige hanno un
ottimo rapporto e abbiamo flirtato circa alcune idee in passato, ma
niente di serio”, ha detto Garcia. “C’è un’ammirazione
reciproca per ciò che ognuno di noi ha fatto e ciò che Kevin ha
costruito è davvero incredibile. Alla fine, però, siamo sempre
stati molto impegnati in ciò che volevamo costruire con Black
Adam”
“Black Adam era il personaggio
che volevamo portare in vita e che sentivamo fosse destinato a
interpretare DJ”, ha aggiunto. “Una volta che abbiamo
impostato la nostra attenzione su questo personaggio più di dieci
anni fa, era difficile immaginare DJ che interpretasse qualcun
altro.”
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black Adam
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni
duemila.
Attraverso alcuni nuovi post su
Instagram, Dwayne Johnson ha aggiornato in merito
ad uno dei suoi prossimi progetti, forse il più curioso di tutti,
ossia l’adattamento cinematografico del classico dei
videogiochi Midway, Rampage.
Il film, che sarà distribuito dalla
New Line Cinema e prodotto da Beau
Flynn, rappresenterà una vera e propria reunion del team
dietro San Andreas (il disaster movie con
protagonista Johnson, uscito lo scorso anno nelle nostre sale): la
pellicola, infatti, sarà diretta da Brad Peyton e
sceneggiata da Carlton Cuse (affiancato da
Ryan Condal).
Dwayne Johnson ha inoltre confermato
che le riprese del film inizieranno quest’estate.
Nel videogioco i giocatori hanno il
controllo o di un grosso gorilla o di un lucertolone o di un lupo e
devono gettare il maggior numero possibile di rifiuti in una città
prima che i militari fermino il tutto. Al momento i dettagli sulla
possibile trama del film sono pochissimi ma si presume
che Johnson dovrebbe interpretare l’eroe che sfiderà queste
creature.
Unanimemente riconosciuto come uno
dei più grandi interpreti dagli anni Sessanta in poi,
Dustin Hoffman è una vera e propria leggenda della
recitazione, in grado di passare con disinvoltura dalla commedia al
thriller, dal film politico a quello fantastico. Nel corso dei
decenni ha dato vita a personaggi rimasti iconici per la loro
complessità e il ritratto che da questi emerge della società
americana.
Ecco 10 cose che non sai di
Dustin Hoffman.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dustin Hoffman: la sua
filmografia
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Hoffman ottiene grande popolarità grazie al
film Il laureato (1967), per poi confermarsi grande
interprete con titoli come Un uomo da marciapiede (1969),
Il piccolo grande uomo (1970), Cane di paglia
(1971), Papillon (1973), Lenny (1974), Tutti
gli uomini del presidente (1976), con Robert
Redford, Il maratoneta (1976), Kramer
contro Kramer (1979), con Meryl
Streep, Tootsie (1982), Rain Man – L’uomo
della pioggia (1988), con Tom
Cruise, Hook – Capitan
Uncino (1991), con Robin
Williams, Virus letale (1995), e Sesso &
potere (1997), con Robert De
Niro.
8. È anche
doppiatore. In anni recenti Hoffman ha avuto modo di
affermarsi anche come doppiatore, ricoprendo tali vesti per i film
Kung Fu Panda (2008), Kung Fu Panda 2
(2011) e Kung Fu Panda
3 (2016), dove dà voce al saggio maestro Shifu. Ha poi
partecipato al doppiaggio anche dei film Striscia, una zebra
alla riscossa (2005) e Le avventure del topino
Despereaux (2008).
7. Ha recitato in una nota
serie televisiva. Non sono molte le produzioni televisive
a cui Hoffman ha preso parte, ma nel 2016 recita in alcuni episodi
di I Medici, co-prodotta da Italia e Regno Unito, e
incentrata sull’ascesa della famiglia Medici nella Firenze del
Rinascimento. Qui l’attore interpreta Giovanni di Bicci de’ Medici,
il patriarca della potente famiglia, recitando però nella sola
prima stagione.
Dustin Hoffman in Virus letale
6. È stato il protagonista
del noto film. Nel 1995 l’attore è protagonista del film
Virus letale, dove interpreta il colonnello Sam Daniels,
incaricato di studiare il pericoloso virus che si sta diffondendo
negli Stati Uniti per trovarvi quanto prima una cura. Inizialmente
il ruolo era stato offerto all’attore Harrison
Ford, il quale però rifiutò. La parte venne allora
assegnata ad Hoffman, e venne riscritta per poter essere più in
linea con la sua personalità.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dustin Hoffman in Rain Man
5. Non era convinto del
potenziale del film. Durante le riprese di Rain
Man l’attore era particolarmente preoccupato e insicuro
riguardo il progetto e la sua stessa interpretazione. In più
occasioni minacciò di abbandonare il film, considerandolo il
peggiore della sua carriera. Tuttavia, venne poi smentito dal
successo riscontrato, e la sua performance fu premiata con il
premio Oscar al miglior attore.
4. Ha studiato a lungo per
il ruolo. Per poter risultare credibile nel dar vita ad un
personaggio affetto da autismo, l’attore ha speso circa un anno in
compagnia di persone affette da tale disturbo, così da poter
comprendere le loro particolarità e il rapporto che queste avevano
con i rispettivi famigliari. Per l’attore era importante dar vita
ad un’interpretazione sincera e realistica, non ad una mera
imitazione.
Dustin Hoffman in Papillon
3. Ebbe un difficile
rapporto con il co-protagonista. Durante le riprese del
film Papillon, Hoffman e l’attore Steve
McQueen, che interpretavano due galeotti in fuga dal loro
carcere, ebbero diversi problemi relazionali. I due si sforzarono
di dimostrarsi professionali, ma una sorta di rivalità li spinse a
non essere particolarmente collaborativi l’uno con l’altro.
2. Ha basato il suo
personaggio su un noto sceneggiatore. Per il ruolo del
falsario Louis Dega, Hoffman si ispirò al celebre sceneggiatore
Dalton Trumbo. Ricordando l’incontro con questi,
l’attore ripropose per il suo personaggio una serie di riti e
particolarità riscontrate nello scrittore. Questi, secondo Hoffman,
era dotato di un carattere esuberante e una tenacia che ben si
sposavano con il suo personaggio.
Dustin Hoffman: età e altezza
1. Dustin Hoffman è nato a
Los Angeles, in California, Stati Uniti, l’8 agosto 1937.
L’attore è alto complessivamente 167 centimetri.
L’attore Dustin
Hoffman, che ha fatto senza dubbio la storia del
cinema, ha di recente dichiarato che la settima arte è nel peggior
stato di sempre, a differenza della Tv, che si sta godendo un vero
e proprio boom.
”Io penso che in questo momento
la televisione sia la migliore di sempre, e penso che questo è il
peggior cinema di sempre. In 50 anni [di cinema] che io ho fatto,
questo è il peggiore”, ha detto l’attore.
Dietro i budget strizzati si celano
i grandi problemi che affliggono i film drammatici di alta qualità,
afferma il due volte premio Oscar. Ciò ha portato a spendere meno
tempo per lo sviluppo della sceneggiatura e per girare un film.
”È difficile pensare di fare
bene lavorando per una piccola somma di soldi in questi
giorni”, ha continuato, ”Abbiamo fatto Il Laureato, e quel
film tiene ancora. Aveva un meraviglioso copione che hanno usato
dopo tre anni, e un eccezionale regista, con un eccezionale cast e
troupe, ma era un piccolo film. Quattro mura e attori, questo è
tutto. Eppure è stato girato in cento giorni”, ha concluso
Hoffman.
Hoffman, che ha
fatto il suo debutto alla regia nel 2012 con Quartet, dice
che non gli sono state offerte molte altre opportunità per
dirigere, per ragioni finanziarie. ‘‘Non credo che abbia
qualcosa a che fare con l’essere bravo o no, si tratta solo se i
vostri film fanno soldi o no”, ha detto l’attore.
I recenti lavori televisivi di
Hoffman comprendono Luck per la HBO, che è stata
cancellata durante le riprese della seconda stagione, e
l’adattamento della BBC di Esio Trot. I suoi film più
recenti includono Boyhoir, in cui
l’attore interpreta il direttore musicale di un coro in un collegio
per ragazzi.
I genitori del personaggio di Ben
Stiller nella saga di Ti presento i miei e Mi presenti i tuoi erano
come sappiamo interpretati da Dustin Hoffman e Barbra
Streisand.
è stato lo stesso Jon
Favreau ad annunciare attraverso il suo account twitter
(per l’esattezza ricorrendo a Vine)l’ingresso di Dustin
Hoffman nel cast di Chef, la nuova commedia da lui scritta
che si sta girando a Los Angeles.
Non è ancora noto il ruolo di
Hoffman, che si unirà a un cast composto da Scarlett Johansson, Sofia Vergara, Bobby
Cannavale, John Leguizamo e Robert Downey
Jr.: il ruolo del protagonista resta però a Favreau, che
interpreterà uno chef licenziato da un lavoro prestigioso pronto a
riorganizzare la sua vita e la sua carriera vendendo i suoi piatti
con un furgone.
Chef uscirà nei cinema americani il
9 maggio 2014.
Dustin Hoffman è
entrato a far parte del cast del biopic sul ciclista Lance
Armstrong che sarà diretto da Stephen
Frears, regista che in fatto di biografie sa il fatto suo.
Infatti oltre al bellissimo The Queen, il
regista è anche autore di un recente documentario dal titolo
Muhammad Ali’s Greatest Fight, prodotto da HBO e
presentato fuori concorso alla 66ª edizione del Festival
di Cannes.
Il progetto di Frears, ora in fase
avanzata di produzione, sarà prodotto da Working Title
Films con Tim Bevan e Eric
Fellner in veste di produttori. Nel cast oltre a Hoffman
ci sono, confermati, Ben Foster, Chris O’Dowd, Guillaume
Canet, Jesse Plemons e Lee Pace.
Precedentemente sono stati
annunciati anche altri due biopic sul famoso ciclista, uno diretto
da Jay Roach con una sceneggiatura firmata da
Scott Z. Burns, l’altro invece basato sul libro
Cycle of Lies di Juliet Marcus, prodotto
dalla Paramount Pictures e Bad Robot
Productions. Inoltre un documentario dal titolo
The Armstrong Lie è appena stato
annunciato con la distribuzione di Sony Pictures
Classics.
Intanto Dustin
Hoffman, che nello scorso anno abbiamo visto nell’inedita
versione dietro alla macchina da presa per il suo debutto alla
regia con Quartet (qui la nostra recensione), sarà
presto trai protagonisti del prossimo film a basso budget di
Jon Favreau, Chef.
Da poco si sono concluse le riprese
di Little Fockers, terzo episodio della saga di Ti presento i miei,
del quale vi abbiamo mostrato il trailer qualche tempo fa.
Dustin Hoffman sarà uno dei
protagonisti dell’adattamento del romanzo pubblicato nel 1975 da
Irwin Shaw, intitolato Nightwork (Lavoro di notte), prodotto dagli
Ealing Studios.
Dustin Hoffman,
assieme a Robert De Niro e Al Pacino è uno dei più
amati attori americani e condivide con i due colleghi anche
l’apprendistato all’Actor’s Studio. È
forse tra i tre quello che meno risponde, sulla carta, ai canoni
del successo hollywoodiano: di bassa statura, non bellissimo, ma
con un’espressività e una capacità mimetica invidiabili, che gli
hanno consentito, nella sua lunga carriera, di affrontare ruoli di
ogni tipo.
Da quelli drammatici a quelli da
commedia, personaggi negativi, figure di perdenti, così come ruoli
ironici e comici, dimostrandosi sempre all’altezza del compito. Il
tutto, unito a una grande tenacia e perseveranza, nonostante un
inizio non facile.
Dustin Hoffman
nasce a Los Angeles l’8 agosto del 1937 da una pianista jazz e un
attrezzista della Columbia Pictures. Respira
dunque fin da piccolo aria di cinema e se ne appassiona, nonostante
in un primo momento si iscriva alla facoltà di medicina. Passa poi
al Conservatorio, dove studia pianoforte. Intanto inizia ad
avvicinarsi alla recitazione e si esibisce sul palcoscenico della
Playhouse di Pasadena. Capisce presto che per tentare la strada
dell’attore deve andare a New York. Qui, a partire dal ’60, ottiene
piccoli ruoli in teatro e contemporaneamente frequenta
l’Actor’s Studio. Vive assieme ai colleghi e amici
Gene Hackman e Robert Duvall. I primi ruoli di
peso, sempre in teatro, arrivano nel ’64 con Aspettando Godot e nel
’66 con Il viaggio del quinto cavallo, che gli vale un
riconoscimento come miglior attore. Ed è proprio dal teatro che
arriva anche la grande occasione per passare al cinema: nel ’67
partecipa alla commedia Eh? , che ottiene un buon successo e
soprattutto annovera tra i suoi spettatori il regista Mike
Nhicols.
È la svolta nella carriera di
Dustin Hoffman, che viene subito reclutato per
interpretare Benjamin Braddock ne Il laureato. L’attore
californiano appare perfetto nel ruolo del giovane laureato
coinvolto in una relazione con una donna più grande di lui (Mrs.
Robinson/Anne Bancroft). Relazione senza futuro,
dal momento che Benjamin non ha nulla in comune con Mrs.
Robinson, né con tutta la generazione cui lei appartiene (è
infatti un’amica di famiglia dei genitori di Ben). Proprio la
distanza che separa questi due mondi è al centro del film. Il
protagonista infatti s innamorerà poi di Elaine, figlia di Mrs.
Robinson. Con questa coetanea Benjamin sembra finalmente instaurare
un rapporto autentico, interrotto bruscamente quando Elaine scopre
la relazione di lui con Mrs. Robinson, e ripreso altrettanto
bruscamente nel finale, quando Benjamin sottrae la ragazza
dall’altare, dove lei ha appena pronunciato il fatidico “sì” con un
altro uomo. E proprio nei minuti finali – i migliori del film a
detta dello stesso Mike Nichols – sta la piccola-grande rivoluzione
dei due giovani protagonisti: si ribellano alle convenzioni sociali
vigenti, al futuro preparato per loro dai genitori, negano la
Chiesa e l’istituzione matrimoniale – significativo l’uso del
crocifisso da parte di Benjamin nella sequenza finale – e fuggono
da quel mondo che non capiscono e non accettano.
Questo ovviamente pone il
problema del “dopo”: cosa costruire al posto di quel sistema? Cosa
fare della propria vita, ora che ne sono padroni? La questione
resta aperta, espressa al meglio nella scena finale, nei loro
sguardi e nei volti, dove il sorriso lascia presto il posto a
un’espressione perplessa e incerta. Il film ottiene grande
successo, le cui motivazioni vanno ricercate, oltre che nell’ottima
interpretazione offerta dagli attori, nell’abilità del regista che
sa leggere e anticipare il disagio esistenziale e la voglia di
ribellione d una generazione, apparso poi in tutta la sua chiarezza
nel ’68; nel buon ritmo della pellicola, via via più incalzante;
nell’innovativo uso della musica pop a commento delle immagini –
celeberrima la colonna sonora di Simon &
Garfunkel. La pellicola dà ad Dustin
Hoffman la notorietà, oltre che la sua prima nomination
all’Oscar.
Iniziano così i suoi travagliati rapporti con l’Academy,
che critica aspramente in quell’occasione per non aver sospeso le
celebrazioni dopo l’assassinio di Martin Luther
King. Per molti anni non sarà più invitato alla cerimonia
e otterrà la meritata statuetta solo 11 anni dopo.
Nel ’69, per Dustin arriva
l’occasione di farsi dirigere da John Schlesinger,
come coprotagonista di Un uomo da marciapiede. Qui si evidenziano
tutte le capacità mimetiche di Dustin Hoffman, che
riesce a diventare Rico, ladro zoppo che affianca Jon
Voight/Joe Buck nelle sue peregrinazioni su e giù per New
York, alla ricerca di donne per le quali prostituirsi. Ma non è
così facile. I due uniscono le loro sventure e, se ciò non serve a
procurargli miglior fortuna – Voight non riesce a trovare “prede” e
Dustin Hoffman muore di tisi – cementa però una
commovente amicizia. Alla base della riuscitissima trasformazione
di Dustin Hoffman, una rigorosa applicazione del
Metodo Strasberg e l’attenta osservazione
dell’andatura di persone claudicanti per le strade, per riprodurne
al meglio i movimenti. Per questa interpretazione, l’attore, molto
amato in Italia, guadagna il David di Donatello.
Lo stesso anno, sposa Anne Byrne, dalla quale avrà una figlia. Nel
’70 lo vuole Arthur Penn nel suo western atipico –
il primo dalla parte degli indiani – che svela la vera natura della
“mitica” conquista del West: la sistematica distruzione di un
popolo pressoché impossibilitato a difendersi. Qui l’attore di Los
Angeles veste i panni di Jack Crabb: ultracentenario che racconta
la sua epopea nel west. Adottato da bambino dagli indiani cheyenne
in seguito alla morte dei genitori, impara ad amarli e a
rispettarli. Torna poi tra i bianchi e partecipa alla battaglia di
Little Big Horn, di cui è l’unico superstite. Sarà però sempre in
bilico tra la sua identità di “uomo bianco” e l’affetto per il
nobile popolo indiano che lo ha cresciuto, e che vede sterminato e
vessato da bianchi senza scrupoli. Il tutto però non assume i toni
del dramma, ma piuttosto della commedia, seppur con risvolti
tragici. Non mancano ironia e sarcasmo.
Il ’71 lo vede alle prese
con un personaggio e una pellicola molto criticate all’epoca, per
l’uso della violenza che mostravano apertamente. Si tratta di Cane
di paglia di Sam Peckimpah. Il ruolo è doppio e complesso: il
matematico David Sumner, appena trasferitosi in Cornovaglia con la
moglie, ha buon senso, è razionale come vuole la sua professione, è
docile, remissivo, o almeno così sembra. Ma quando “il nemico” (un
gruppo di ragazzotti del posto) mette in pericolo la sua
tranquillità familiare, prima violentando la moglie e poi cercando
di introdursi in casa sua, prevale in David l’istinto e si scatena
la sua parte violenta. Si tratta dunque di una riflessione sulla
violenza, su come essa si annidi anche dentro l’individuo
apparentemente più tranquillo, facendo riemergere il lato
animalesco e istintuale che è in ciascuno di noi.
L’anno successivo porta
Dustin Hoffman nel nostro paese, dove lo vuole
Pietro Germi per recitare al fianco di
Stefania Sandrelli in Alfredo,
Alfredo. Un’altra grande interpretazione, in cui
l’attore dà prova del suo istrionismo in un ruolo molto diverso dal
precedente, è quella di coprotagonista in Papillon di
Franklin J. Schnaffer (1973), in cui affianca
Steve McQueen. Il film, tratto dal romanzo
autobiografico di Henry Charrière, è incentrato sulla prigionia di
quest’ultimo nella colonia penale della Cayenna, Guyana francese,
recluso perché condannato per un omicidio di cui si dice innocente.
Tra numerosi tentativi di fuga, punizioni esemplari e indicibili
torture, instaura un rapporto d’amicizia con un altro detenuto,
Hoffman/Louis Dega, un falsario. La coppia si regge sui contrasti e
funziona benissimo: McQueen alto, forte e tenace, Hoffman piccolo e
miope, ma tenace anch’egli e astuto. Alla fine riusciranno a
riguadagnare la libertà. McQueen è premiato col Golden
Globe. Hoffman invece attende ancora premi importanti in
patria. Nel ’74 interpreta un altro personaggio non facile: il
cabarettista americano Lenny Bruce, che sconvolse gli Usa negli
anni ’50 e ’60 con i suoi show dissacranti e critici del costume
americano, contro cui si scagliava con forza e senza rinunciare
all’uso di un linguaggio colorito. La sua vita era una continua
lotta contro il perbenismo imperante e per i suoi show, tacciati di
oscenità, fu spesso arrestato. Il regista, Bob Fosse, sceglie poi
di mostrarne anche il lato privato: una personalità piena di ombre,
che Lenny cercava di scacciare ricorrendo alle droghe. Nei panni di
questo personaggio, acclamato, eppure solitario, paladino della
libertà d’espressione, Hoffman è ancora una volta del tutto a suo
agio e ottiene la nomination al Golden Globe e
all’Oscar.
Due anni più tardi, Dustin
Hoffman ha l’occasione di lavorare di nuovo con
John Schlesinger, che lo dirige ne Il maratoneta,
un thriller che scorre sul filo di una tensione sempre viva,
contrapponendogli un altro mostro sacro della cinematografia:
Laurence Olivier. Dustin
Hoffman regge il confronto e non sfigura affatto,
tanto da ottenere il suo secondo David di
Donatello come miglior attore protagonista. Dello stesso
anno è un’altra pellicola che ha fatto epoca, entrando nella storia
del cinema. Forse il miglior film mai girato sul mestiere del
giornalista: Tutti gli uomini del
presidente di Alan J. Pakula,
ricostruzione meticolosa e fedele dell’inchiesta Watergate,
con
Robert Redford e Dustin Hoffman nei panni dei due
giornalisti Woodward e Bernstein, che con la loro abnegazione
ricostruirono la vicenda e portarono alla luce le prove dello
scandalo, costringendo il presidente Usa Nixon alle dimissioni.
Il 1979 è per Dustin
Hoffman l’anno della consacrazione definitiva anche in
patria. Interpreta infatti Ted Kramer nel film di
Robert BentonKramer contro
Kramer. Qui, è un padre di famiglia che si ritrova di
punto in bianco da solo a badare al figlioletto Billy, di pochi
anni, dopo che la moglie (una bravissima Meryl Streep) l’ha lasciato. Fra mille
difficoltà, specie all’inizio, scopre un rapporto più profondo col
bambino, che accudisce amorevolmente, finché la madre, stabilizzata
la propria situazione, chiede la custodia del figlio. Ma Ted non è
più disposto a rinunciarvi. Inizia così un’aspra battaglia tra gli
ex coniugi. È dunque la storia di questo rapporto di incondizionato
affetto che cresce di giorno in giorno tra padre e figlio, quasi a
voler dimostrare come, raggiunta dopo il ’68 la parità tra i sessi,
questa non vada interpretata solo a vantaggio della donna, ma anche
dell’uomo, che può rivendicare il diritto ad occuparsi del figlio,
laddove la madre sia assente o carente. Commovente interpretazione
di Dustin Hoffman, che stavolta fa incetta di
premi, finalmente anche in patria: David di Donatello,
Golden Globe e Oscar come miglior Attore
protagonista. Resta celebre il discorso col quale riceve
quest’ultimo premio, ringraziando, sì, ma non abdicando alle
critiche rivolte all’Academy negli anni precedenti. Commenta
ironico la statuetta, dopo averla osservata per alcuni istanti:
«Non ha i genitali, ma porta una spada» e non esita a ribadire:
«Sono sempre stato critico nei confronti dell’Academy, e a
ragione», riferendosi alla competizione, a sua detta artificiosa e
anzi addirittura dannosa, che questo tipo di premi instaurano tra
attori – le altre nomination erano per Jack Lemmon, Al
Pacino, Peter Sellers, nei confronti dei quali dice: “Mi
rifiuto di credere che li ho battuti”- , sottolineando invece come,
nella sua visione, tutti appartengano alla stessa grande famiglia,
maestranze comprese, anche se a queste ultime non sono mai concesse
le luci della ribalta. Degno discorso di un grande attore, figlio
di un attrezzista di Hollywood. Oscar anche per Meryl Streep come miglior attrice. Nel 1980
Dustin Hoffman, della cui vita privata si sa poco,
si sposa per la seconda volta, con Lisa Gottsegen, dalla quale avrà
quattro figli.
Ormai le capacità di Hoffman e il
suo eclettismo sono noti e apprezzati in tutto il mondo. A
suggellare ulteriormente questo stato di cose è l’enorme successo
di pubblico riscosso nel 1982 dalla commedia Tootsie, in cui
l’attore, diretto qui da Sidney Pollack,
interpreta il disoccupato Michael Dorsey che per trovare lavoro
escogita lo stratagemma del travestimento: fingendosi donna
(Dorothy Michaels detta appunto Tootsie), riesce a diventare una
diva delle soap operas. La pellicola unisce comicità e ironia e
Hoffman dimostra di adattarsi benissimo anche ai panni femminili.
Per l’interpretazione ottiene il Golden Globe. Una
curiosità: in terra nostrana, viene omaggiato anche da
un’esordiente Luca Carboni, che così intitola il
suo album nel 1984: …intanto Dustin Hoffman non
sbaglia un film. E come dargli torto? Nel 1985, infatti, Dustin
ottiene l’ennesimo grande successo, dando corpo al personaggio di
Willy Loman in Morte di un commesso viaggiatore, sia per il cinema
che per il teatro. Al suo fianco recita John
Malkovich, nel ruolo del figlio primogenito.
Dustin Hoffman caratterizza in modo perfetto
l’anziano Willy, che vede frustrate le speranze riposte nel figlio
e al contempo avverte il peso dell’età che avanza. Fonte del film e
dello spettacolo è l’opera omonima di Arthur
Miller.
Tre anni dopo, l’attore di Los
Angeles ci offre un’altra interpretazione memorabile, che
certamente tutti ricordano: quella del fratello autistico di
Tom Cruise in Rain Man
di Barry Levinson.Tom
Cruise/Charlie Babbit scopre a trent’anni di avere un
fratello maggiore autistico, che era stato ricoverato in un
istituto quando Charlie era molto piccolo, per paura che potesse in
qualche modo nuocergli. I due trascorrono un periodo insieme, in
cui tra alti e bassi, imparano a conoscersi. Ray è dotato di uno
spiccato talento matematico, ma anche estremamente sensibile,
meticoloso e ossessivamente abitudinario. Charlie ne è dapprima
infastidito e mal sopporta di doversi occupare di lui, ma imparando
a conoscerlo instaura con lui un rapporto di profondo affetto. Alla
fine la separazione è resa necessaria dalle particolari cure di cui
Ray ha bisogno. Restano celebri molte battute del film che riesce a
trattare il problema della diversità in maniera ironica e spesso
divertente, facendo però riflettere. Impegnativo ruolo per
Dustin Hoffman, che non tradisce le aspettative e
offre una delle sue migliori prove d’attore, immedesimandosi al
meglio nei panni di Ray. Secondo Oscar per lui. Una giovane
Valeria Golino interpreta Susanna, la compagna
di Charlie.
Il decennio ’90 si apre con due
pellicole leggere: Dick Tracy e Hook – Capitan
Uncino di Steven Spielberg. In quest’ultima
recita accanto a Robin Williams.
Il ’92 è l’anno di Eroe per caso, dove Dustin
Hoffman è diretto dal regista inglese Stephen
Frears per interpretare Bernie Laplante, eroe involontario
cui Andy Garcia vuol rubare le luci della ribalta
e i guadagni. Commedia ben orchestrata da David Webb
Peoples, che mette a nudo i meccanismi dell’informazione
sensazionalistica americana e stigmatizza l’abitudine alla
spettacolarizzazione. La seconda metà degli anni ’90 vede l’attore
americano alle prese con produzioni cinematografiche magniloquenti
come Sleepers e Virus Letale e con un’altra pellicola che affronta
il tema dello spregiudicato cinismo dei mezzi di comunicazione,
spesso al servizio di scopi estranei al bene comune:
Mad City – Assalto alla notizia.
Dustin Hoffman è appunto il reporter Max Brackett
che, preso in ostaggio da John Travolta/Sam Baily,
sfrutta la situazione a scopo sensazionalistico senza alcuno
scrupolo. Regia di Costa Gavras. Nel ’97, ancora sul tema
dell’informazione manipolata, stavolta a fini politici – una guerra
contro l’Albania inventata a tavolino e paventata per distogliere
l’opinione pubblica dagli scandali sessuali che coinvolgono il
presidente Usa – un film che riporta Dustin
Hoffman sotto la direzione di Barry
Levinson: Sesso e potere. I frutti sono più che buoni,
grazie alla perizia di Dustin e di un’altra icona del cinema
americano, che lo affianca: Robert De Niro.
Il nuovo millennio vede
Dustin Hoffman diretto da Gary
Fleder in La giuria (2002), nei
panni di Wendell Rohr: un avvocato appassionato del suo mestiere,
alle prese con un dovere etico da compiere, opposto ad un cinico
consulente di giuria impersonato dall’amico Gene
Hackman. Nello stesso anno, Hoffman recita in coppia con
Susan Sarandon nel film drammatico diretto da Brad
Siberling, Moonlight Mile – Voglia di
ricominciare. Partecipa poi a
Neverland di Marc Forster (2004),
dove interpreta il ruolo dell’impresario di James Barrie/Johnny
Depp, l’inventore di Peter Pan. Ritroverà il regista in Vero
come la finzione (2007), divertente commedia corale che riflette in
maniera intelligente sullo scorrere del tempo e sul rapporto fra
realtà e finzione. Nel 2005 Dustin prende parte al sequel di
Ti presento i miei: Mi presenti i tuoi? nei panni
del padre di Ben Stiller/Gary Fotter. Gary
infatti, dopo essersi fatto conoscere dalla famiglia della sua
fidanzata Pam Byrnes/Teri Polo nel primo episodio, ora le presenta
i suoi genitori. I coniugi Focker sono Dustin
Hoffman e Barbra Streisand. Umorismo in
pieno stile Usa, come anche nel terzo episodio della serie, targato
2010, Vi presento i nostri, in cui si aggiungono all’allegra
compagnia due nipotini. L’attore di Los Angeles prende parte anche
a una commedia per ragazzi, nel 2008, diretto da Zach
Helm. Si tratta di Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie.
Veste proprio i panni del mago in questa favola colorata, che parla
con leggerezza ai più piccoli del tema della morte. Accanto a lui
Natalie Portman. Negli ultimi anni Hoffman è stato
la voce del Maestro Shifu nel film d’animazione Kung Fu
Panda (2008), di cui vedremo il sequel quest’anno, e
di Roscuro nell’altro film animato Le avventure del topino
Despereaux (2009). In questi giorni, oltre che con
Vi presento i nostri, è nelle sale in La versione di Barney, commedia di
Richard Lewis con Paul Giamatti.
Il vulcanico Hoffman, che a 73 anni suonati non sembra proprio
intenzionato ad andare in pensione, sta poi lavorando al suo
esordio alla regia, con la commedia Quartet.
Dust, la
graphic novel creata dal nostrano Paolo Parente, e
in seguito gioco da tavolo stile Risiko, avrà
presto il suo adattamento cinematografico ad opera di
Rawson Marshall Thurber, il regista di
Dodgeball e Come ti spaccio
la famiglia, e prodotto da Dan Lin,
già produttore dei due Sherlock Holmes con
protagonisti Robert Downey Jr. e Jude
Law.
L’ambientazione di
Dust è la seguente: in un mondo che non è
mai uscito dalla Seconda Guerra Mondiale, s’ipotizza uno scenario
in cui gli Alleati e le Forze dell’Asse più un blocco cinosovietico
si contendono il pianeta Terra. A questa lotta aggiungete della
ritrovata tecnologia aliena e avrete un cocktail esplosivo.
Lo stesso Rawson
Marshall Thurber afferma di essere un grande fan della
graphic novel e aggiunge che Dust
rappresenta “tutte le fantasie di quando hai nove anni
condensate in una cosa sola”.
Al momento non si sanno ancora i
nomi degli sceneggiatori e degli attori, ma vi terremo aggiornati
per ulteriori sviluppi.
Pare che Sony sia al lavoro su un
nuovo spin-off di Spider-Man dedicato a Dusk.
Il 2021 si preannuncia come un grande anno per l’Uomo Ragno, dal
momento che
il terzo film del MCU lo vedrà affrontare diversi cattivi
proveniente dalle passate iterazioni cinematografiche dedicate al
personaggio. Inoltre, entro la fine dell’arrivo è previsto anche
l’arrivo nelle sale del sequel di Venom e di
Morbius,
entrambi molto attesi.
Sebbene Spider-Man faccia
attualmente parte del MCU, ciò non ha impedito a Sony di
sviluppare una propria serie di film interconnessi. Il Sony
Pictures Universe of Marvel Characters (noto anche come
SPUMC) è iniziato con Venom nel
2018, che si è rivelato un grandissimo successo al botteghino. Lo
studio ha in cantiere molti altri progetti basati su personaggi
come
Kraven il Cacciatore,
Jackpot e
Madame Web. Ora, pare che altro celebre eroe possa unirsi
all’universo condiviso.
Secondo quanto riportato da The
Illuminerdi, Sony starebbe sviluppando un film live-action
basato sul personaggio Dusk. Non sono stati
forniti ulteriori dettagli sul progetto, ma data la volontà di Sony
di espandere ancora di più il franchise di Spider-Man, sembra una
possibilità del tutto ragionevole.
La storia di Dusk nei fumetti
Nei fumetti, Dusk è un identità
usata da vari personaggi. La prima incarnazione era quella del
leader di una banda di eroi appartenenti alla Zona Negativa: in
realtà, il costume venne indossato da molti personaggi diversi, con
l’obiettivo di rendere Dusk un vero e proprio simbolo; lo stesso
Spider-Man ha indossato il costume per un breve periodo nei
fumetti.
La seconda incarnazione di Dusk è
stata una donna di nome Cassie St. Commons, che ha ereditato il
costume direttamente da Spider-Man. Tornata in vita, acquisisce
tutta una serie di abilità quali il teletrasporto, la manipolazione
delle ombre e la chiaroveggenza, trasformandosi così un’efficace
vigilante. Al momento non sappiamo su quale delle numerose identità
di Dusk si focalizzerà il film Sony, ma è altamente probabile che
possa focalizzarsi sul personaggio di Cassie St. Commons.
Grazie alle sue interpretazioni in
numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult,
l’attore Steven Seagal si è dimostrato uno dei più
grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Jean-Claude Van Damme e Bruce Willis. Dei suoi film, uno dei più
appassionanti è senza dubbio Duro da uccidere, da
lui realizzato nel 1990 con il regista Bruce
Malmuth. Il film, come spesso accaduto con Seagal, è stato però
segnato da diverse problematiche.
Innanzitutto, Seagal non andava
d’accordo con Malmuth e lo considerava un pessimo regista,
dichiarando in un’intervista del 1990: “Penso che sia un
miracolo che questo tizio riesca a mettere un piede davanti
all’altro”. Tra le lamentele di Seagal c’erano soprattutto
l’insoddisfazione per le riprese delle scene d’azione e
l’esclusione dal processo di montaggio. Ad ogni modo, il film
seppur con i suoi difetti è entrato nel cuore dei fan dell’attore,
che garantisce qui come sempre grande azione e dinamiche scene di
combattimento.
Per i suoi ammiratori ma anche per
gli appassionati del genere si tratta dunque di un titolo da non
perdere, da poter ora riscoprire grazie al suo passaggio
televisivo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Duro da uccidere.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ad altre curiosità. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
Mason Storm, un
coraggioso e incorruttibile agente della polizia di Los Angeles,
che indaga sullo spregiudicato senatore Vernon
Trent, il quale è deciso a liberarsi di lui mediante una
sua fedele banda di killer, composta da criminali assoldati e
poliziotti corrotti. Entrato in possesso di un filmato
compromettente con protagonista Trent, Mason viene aggredito
insieme alla sua famiglia dai sicari del senatore. Sua moglie
muore, suo figlio sopravvive, ma Mason finisce in coma per sette
anni.
Quando, grazie sopra tutto alla
costanza dell’infermiera Andy Stewart, Mason
riprende inaspettatamente conoscenza, la notizia giunge a Trent e
ai suoi sicari, che subito vengono incaricati di eliminarlo.
Salvato da Andy, in uno spettacolare succedersi d’inseguimenti e
sparatorie fra le corsie, i corridoi e gli ascensori dell’ospedale,
Mason può dedicarsi, al sicuro, a una tenace terapia riabilitativa
che lo metterà in rado di affrontare la banda e assicurare alla
polizia l’abietto senatore ed ottenere giustizia.
Il cast di attori
Steven Seagal
interpreta Mason Storm e questo è il primo film in cui compare la
su iconica coda di cavallo di. Kelly LeBrock
interpreta l’infermiera Andy Stewart. Steven Seagal e Kelly LeBrock
erano sposati all’epoca della realizzazione di questo film e
l’attrice si era praticamente ritirata dalla recitazione all’epoca
in cui fu girato questo film. Lo fece solo per fare un favore al
marito. A posteriori ha definito il film “Difficile da
guardare” o “Difficile da credere”. Nel ruolo del
figlio, Sonny, invece, vi è Zachary
Rosencratz. Completano il cast William
Sadler nel ruolo di Vernon Trent, Frederick
Coffin in quello di Kevin O’Malley.
La Warner Bros. ha preteso che il
film venisse pesantemente tagliato e rimontato a 90 minuti per
essere più veloce e per avere più proiezioni nelle sale. Alcune
scene vennero tagliate, mentre altre, tra cui parti della trama,
vennero eliminate, motivo per cui il film soffre a volte di un
cattivo montaggio. Alcune delle scene eliminate durante il
rimontaggio includono: una scena d’apertura originale tra Storm,
sua moglie e suo figlio, gli uomini di Trent che interrogano e
uccidono l’infermiera nera amica di Andy, una scena in cui Sonny
viene rapito dagli uomini di Trent ma riesce a fuggire e il
funerale di O’Malley.
Il finale originale del film
prevedeva che Storm bruciasse a morte un Trent disarmato nel
camino, ma i produttori decisero che si trattava di una sequenza
troppo truce per un bravo ragazzo. Quando arrivò il momento di
girare questa scena, Seagal, il regista Bruce Malmuth e alcuni
produttori ebbero un battibecco che portò Seagal a lasciare il set
e a rifugiarsi nella sua roulotte. Fu lo stesso William
Sadler a suggerire a Storm di sparargli all’inguine e a
mancarlo, facendo un commento offensivo sui suoi piccoli genitali.
Ai produttori piacque l’idea e anche Seagal apprezzò l’idea. Per
cui tornò sul set e girarono questo finale in poche ore, mettendo
fine alla questione.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
sabato 16 novembre alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset. Di conseguenza, per un
limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma
Infinity+, dove quindi lo si potrà vedere anche
oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla
piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far
partire la visione.
Ecco il trailer italiano di
Duri si Diventa, la nuova commedia di
Etan Cohen con protagonisti Will
Ferrell, Kevin Hart, Craig T.
Nelson, Alison Brie, Tip
Harris.
Sinossi: Quando il manager James King (Will
Ferrell) che gestisce fondi di investimento viene
inchiodato per frode e destinato ad un soggiorno al carcere di San
Quentin, il giudice gli dà 30 giorni per rimettere in ordine i
propri affari. Disperato, si rivolge a Darnell Lewis (Kevin
Hart) per riorganizzare il suo lavoro, convinto che a poco
servirà e che passerà la vita dietro le sbarre. Eppure malgrado per
magre aspettative, Darnell è un piccolo imprenditore ma gran
lavoratore che non ha mai ricevuto neanche una multa per divieto di
sosta – figurarsi finire in prigione. Insieme, i due uomini faranno
qualunque cosa necessaria perché James possa “diventare tosto” e,
nel processo, scopriranno quanto si sbagliavano su tante cose –
compreso il giudizio che avevano l’uno dell’altro.
Will Ferrell and Kevin Hart uniscono
le proprie forze nella commedia “Duri si diventa”, dove tra i
protagonisti spiccano anche il rapper Tip “T.I.” Harris, Alison
Brie, e Craig T. Nelson. Il film è diretto da Etan Cohen, che segna
il proprio debutto alla regia in seguito ad una brillante carriera
da sceneggiatore, con crediti che comprendono anche “Tropic
Thunder.” La sceneggiatura è di Jay Martel & Ian Roberts e Etan
Cohen, la storia di Adam McKay e Jay Martel & Ian Roberts. Adam
McKay, Will Ferrell, e Chris Henchy sono i produttori, mentre Kevin
Messick, Jessica Elbaum e Ravi Mehta i produttori esecutivi. Nella
squadra tecnica il direttore della fotografia Tim Suhrstedt
(“Little Miss Sunshine”); lo scenogafo Maher Ahmad (“The Hangover
Part III”); il montatore Michael Sale (“We’re the Millers”); e la
costumista Shay Cunliffe (“The Bourne Legacy”).
Prime immagini ufficiali per
Duri si diventa, commedia attesa nelle sale
italiane il 1 luglio, che segna il debutto alla regia di
Etan Cohen e con protagonisti Will Ferrell
e Kevin Hart
Ecco le prime immagini ufficiali del
film:
[nggallery id=1410]
James King (Will Ferrell) è un
piccolo imprenditore che gestisce fondi di investimento che è stato
appena inchiodato per frode. Per evitare di finire in prigione
prova a chiedere aiuto per rimettere in ordine i propri affari a
Darnell Lewis (Kevin Hart), un instancabile lavoratore. Completano
il cast del film, sceneggiato da Jay Martel e Ian Roberts insieme
allo stesso Cohen, Craig T. Nelson (“The Proposal – Ricatto
d’amore”), Alison Brie (“Scream 4″), Tip Harris (Una notte da
leoni).
DURI SI DIVENTA sarà al cinema dal 1
luglio 2015
SINOSSI:
Quando il
manager James King (Will Ferrell) che gestisce fondi di
investimento viene inchiodato per frode e destinato ad un soggiorno
al carcere di San Quentin, il giudice gli dà 30 giorni per
rimettere in ordine i propri affari. Disperato, si rivolge a
Darnell Lewis (Kevin Hart) per riorganizzare il suo lavoro,
convinto che a poco servirà e che passerà la vita dietro le sbarre.
Eppure malgrado per magre aspettative, Darnell è un piccolo
imprenditore ma gran lavoratore che non ha mai ricevuto neanche una
multa per divieto di sosta – figurarsi finire in prigione. Insieme,
i due uomini faranno qualunque cosa necessaria perché James possa
“diventare tosto” e, nel processo, scopriranno quanto si
sbagliavano su tante cose – compreso il giudizio che avevano l’uno
dell’altro.
Will Ferrell e Kevin Hart uniscono le proprie forze nella commedia
DURI SI DIVENTA, dove tra i protagonisti spiccano anche il rapper
Tip “T.I.” Harris, Alison Brie, e Craig T. Nelson. Il film è
diretto da Etan Cohen, che segna il proprio debutto alla regia in
seguito ad una brillante carriera da sceneggiatore, con crediti che
comprendono anche “Tropic Thunder.” La sceneggiatura è di Jay
Martel & Ian Roberts e Etan Cohen, la storia di Adam McKay e Jay
Martel & Ian Roberts. Adam McKay, Will Ferrell, e Chris Henchy sono
i produttori, mentre Kevin Messick, Jessica Elbaum e Ravi Mehta i
produttori esecutivi. Nella squadra tecnica il direttore della
fotografia Tim Suhrstedt (“Little Miss Sunshine”); lo scenogafo
Maher Ahmad (“The Hangover Part III”); il montatore Michael Sale
(“We’re the Millers”); e la costumista Shay Cunliffe (“The Bourne
Legacy”).
Una presentazione Warner Bros.
Pictures della Gary Sanchez Production, il film verrà distribuito a
livello internazionale da Warner Bros. Pictures, una società della
Warner Bros. Entertainment Company.
La Warner Bros Italia ha diffuso
il Poster ufficiale italiano di Duri si
diventa, commedia che segna il debutto alla regia
di Etan Cohen e attesa nelle sale italiane
dal prossimo 1 luglio.
Will Farrell interpreta James
King, un piccolo imprenditore che gestisce fondi di investimento,
appena inchiodato per frode. Disperato, tenterà di evitare la
prigione chiedendo a Darnell Lewis (Kevin Hart), un instancabile
lavoratore, di aiutarlo a rimettere in ordine i suoi affari.
Completano il cast del film, sceneggiato da Jay Martel e Ian
Roberts insieme allo stesso Cohen, Craig T. Nelson (“The Proposal –
Ricatto d’amore”), Alison Brie (“Scream 4″) e Tip Harris (Una notte
da leoni).
Duri si
diventa sarà al cinema dal 1 luglio 2015
Trama: Quando il manager James King
(Will Ferrell) che gestisce fondi di investimento viene inchiodato
per frode e destinato ad un soggiorno al carcere di San Quentin, il
giudice gli dà 30 giorni per rimettere in ordine i propri affari.
Disperato, si rivolge a Darnell Lewis (Kevin Hart) per
riorganizzare il suo lavoro, convinto che a poco servirà e che
passerà la vita dietro le sbarre. Eppure malgrado per magre
aspettative, Darnell è un piccolo imprenditore ma gran lavoratore
che non ha mai ricevuto neanche una multa per divieto di sosta –
figurarsi finire in prigione. Insieme, i due uomini faranno
qualunque cosa necessaria perché James possa “diventare tosto” e,
nel processo, scopriranno quanto si sbagliavano su tante cose –
compreso il giudizio che avevano l’uno dell’altro.
Will Ferrell e Kevin Hart uniscono le proprie forze nella commedia
Duri si diventa, dove tra i protagonisti
spiccano anche il rapper Tip “T.I.” Harris, Alison Brie, e Craig T.
Nelson. Il film è diretto da Etan Cohen, che segna il proprio
debutto alla regia in seguito ad una brillante carriera da
sceneggiatore, con crediti che comprendono anche “Tropic Thunder.”
La sceneggiatura è di Jay Martel & Ian Roberts e Etan Cohen, la
storia di Adam McKay e Jay Martel & Ian Roberts. Adam McKay, Will
Ferrell, e Chris Henchy sono i produttori, mentre Kevin Messick,
Jessica Elbaum e Ravi Mehta i produttori esecutivi. Nella squadra
tecnica il direttore della fotografia Tim Suhrstedt (“Little Miss
Sunshine”); lo scenogafo Maher Ahmad (“The Hangover Part III”); il
montatore Michael Sale (“We’re the Millers”); e la costumista Shay
Cunliffe (“The Bourne Legacy”).
Una presentazione Warner Bros.
Pictures della Gary Sanchez Production, il film verrà distribuito a
livello internazionale da Warner Bros. Pictures, una società della
Warner Bros. Entertainment Company.
La Warner Bros Pictures ha appena
pubblicato uno nuovo trailer del film commedia Get
Hard, che vede il ritorno sugli schermi
di Will Ferrell.
Di seguito il trailer del film:
Will Ferrell e
Kevin Hart uniscono le proprie forze nella
commedia Duri si diventa, dove tra i
protagonisti spiccano anche il rapper Tip “T.I.”
Harris, Alison Brie, e Craig T.
Nelson. Il film è diretto da Etan Cohen,
che segna il proprio debutto alla regia in seguito ad una brillante
carriera da sceneggiatore, con crediti che comprendono anche
“Tropic Thunder.”
La sceneggiatura, redatta da
Ian Roberts e Jay Martel, vedrà
un grigio impiegato di banca venire accusato di una gigantesca
frode; non riuscendo a discolparsi, e in vista del
trasferimento in carcere, il protagonista chiederà al ragazzo,
solitamente incaricato di lavargli l’auto, di allenarlo, lungo
il mese che lo separa dalla galera, a sopravvivere
all’esperienza.
Duri si diventa uscirà al cinema
in America il 27 marzo 2015.
Il 23 marzo
2011 durante il tour promozionale per l’album All You
Need, la celebre band inglese dei Duran Duran
chiese al visionario regista David Lynch di
dirigere la diretta streaming del loro spettacolo al Mayan Theater
di Los Angeles. Da questo inusuale connubio ha preso vita
Duran Duran Unstaged, un docu-film fuori
dagli schemi presentato in anteprima mondiale al Festival
di Cannes 2013 e ora pronto ad approdare anche in Italia grazie
alla rassegna Woovie Night curata da
QMI, terzo appuntamento dell’ambizioso progetto
cine-musicale American Express
Unstaged.
Partendo dalla grande eredità di
sperimentazione dei videoclip anni ’80 che hanno reso famoso il
gruppo capitanato da Simon Le Bon e Nick
Rhodes, unendo il suo gusto eccentrico e surreale, Lynch
torna dopo più di sei anni di completa inattività con un prodotto
sicuramente ambizioso ma che non riesce a convincere fino in fondo
e che lascia a tratti molto perplessi riguardo alle scelte non
sempre azzeccate. Da un punto di vista estetico la pellicola si
divide su due livelli: un sottofondo di immagini in bianco e nero
che ritraggono in live le performances della band a cui si aggiunge
un secondo strato in sovrimpressione su cui scorre tutto un
universo psichedelico fatto di disegni animati, colonne di fumo,
luci stroboscopiche e addirittura piccoli sketch e microstorie
realizzate d attori in puro stile non sense.
La prestazione musicale è
poi di altissimo livello, a dimostrare la grandezza di un gruppo
che ha cambiato totalmente il panorama New wave e che
ancora oggi è in grado di emozionare, grazie soprattutto al
terzetto composto da Le Bon, Rhodes e i fratelli Taylor, oltre ai
numerosissimi ospiti che si susseguono durante lo show e che
contribuiscono ad alzare alle stelle il livello di emozione e la
qualità delle performances, in un misto di nostalgia retrò e
sguardo contemporaneo. In tutto ciò però quello che stona è proprio
l’intervento di Lynch, il quale sembra non essere molto a suo agio
con il videoclip musicale (specie se live), tant’è che i
suoi interventi visivi appaiono completamente incoerenti e fuori
luogo, un’accozzaglia di immagini e stimoli senza una loro idea di
fondo. È logico che da un regista visionario come Lynch la coerenza
sia l’ultima delle qualità da ricercare, ma la sensazione generale
è che tali contenuti siano inseriti senza un vero progetto, senza
una qualche forma di aggancio col contenuto dello show. La stessa
scelta della sovrimpressione poi alla lunga, oltre a stancare il
pubblico, appare alquanto retrò e in un certo qual modo ingenua, se
la si prova a paragonare con ben altri risultati ottenuti da alcuni
“colleghi” visionari come Gondry o
Gilliam.
L’idea finale è dunque un prodotto
bipolare, una pellicola che farà tremare dall’entusiasmo i fans
della band britannica ma che lascerà forse un poco delusi ed
attoniti i sostenitori di un regista di culto da troppo tempo
inattivo. Ma se questo deve essere il suo ritorno, forse meglio
attendere ancora un poco.
L’inconfondibile arte
cinematografica di David Lynch e il sound
inconfondibile di una band mito degli anni ’80 come i Duran Duran
si uniscono, per la prima volta, per regalare al pubblico un
docu-film indimenticabile: “DURAN DURAN: UNSTAGED”, solo il 21, 22
e il 23 luglio al cinema. I protagonisti: Simon Le Bon, John
Taylor, Roger Taylor, Nick Rhodes, Gerard Way, Beth Ditto, Kelis,
Mark Ronson e l’introduzione video di MORGAN.
Il docu-film, nasce in occasione
del concerto dei Duran Duran al Mayan Theater di Los
Angeles, il 23 marzo del 2011. In quell’occasione David Lynch
dirige in live streaming la performance della band, riunitasi nella
sua formazione originale con Simon Le Bon, Nick Rhodes,
John e Roger Taylor; monta le riprese di tre differenti
camere su due livelli visivi, utilizzando gli effetti speciali per
creare l’atmosfera onirica e surreale, tipica dei suoi lavori.
«Era la prima volta che
suonavamo live i pezzi di “All you need is now” – racconta
Nick Rhodes – e per farlo abbiamo invitato
anche alcune guest star come Gerard Way dei My Chemical Romance,
Beth Ditto dei Gossip, Kelis e Mark Ronson, che oltretutto era il
nostro produttore. David Lynch aveva completa libertà di stare sul
palco e di organizzare quel che voleva mentre noi suonavamo. E così
ha fatto».
L’inconfondibile arte cinematografica di David
Lynch e il sound di una delle band mito degli anni ’80
come i Duran Duran si uniscono, per la prima volta, per
regalare al pubblico un docu-film indimenticabile:
“DURAN DURAN: UNSTAGED”, solo oggi, 21 luglio, domani, 22
luglio, e mercoledì 23 luglio al cinema con un cast
d’eccezione: Simon Le Bon, John Taylor, Roger Taylor, Nick
Rhodes, Gerard Way, Beth Ditto, Kelis, Mark Ronson e
un’introduzione video di MORGAN.
Il docu-film, nasce in
occasione del concerto dei Duran Duran al Mayan
TheaterdiLos
Angeles, il 23 marzo del
2011,in quell’occasione David Lynch dirige in
live streaming la performance della band (per l’occasione
in formazione originale con Simon Le Bon, Nick Rhodes, John e Roger
Taylor) montando le riprese di tre differenti camere su due livelli
visivi e utilizzando gli effetti speciali per creare l’atmosfera
onirica e surreale, tipica dei suoi lavori.
«Era la prima volta che suonavamo
live i pezzi di “All you need is now” – racconta Nick Rhodes – e
per farlo abbiamo invitato anche alcune guest star come Gerard Way
dei My Chemical Romance, Beth Ditto dei Gossip, Kelis e Mark
Ronson, che oltretutto era il nostro produttore. David Lynch aveva
completa libertà di stare sul palco e di organizzare quel che
voleva mentre noi suonavamo. E così ha fatto».
Il regista e sceneggiatore
Tony Gilroy ha negli anni dato vita ad alcuni dei
thriller più sofisticati e affascinanti in circolazione. Titoli
come Michael Clayton,Rapimento e riscatto o
la saga di Jason Bourne sono tutti
frutto della sua penna. Nel 2009, però, Gilroy ha deciso di
macchiare tale genere anche con punte di commedia, dando vita ad un
apprezzato film quale Duplicity. Per questo, che
lo vede impegnato anche come regista, ha chiamato alcuni tra i più
noti interpreti del cinema statunitense, tra cui una premio Oscar
come protagonista. Prende così vita un film che si muove tra i
generi, pronto a fornire agli spettatori una storia avvincente.
Girato tra New York, le Bahamas e
Roma, il film presenta inoltre la particolarità di non avere una
storia raccontata in ordine cronologico. Questa procede invece per
salti temporali avanti e indietro nel tempo, rendendo gli eventi
più intricati e allo stesso tempo svelando doppi giochi e le reali
intenzioni di alcuni dei personaggi. Come suggerisce il titolo,
infatti, il film si gioca tutto su di un doppio gioco che ha il
fine di confondere e stimolare l’attenzione. Non si tratta però di
un incomprensibile opera cervellotica, ma al contrario tale
struttura è utilizzata anche per sottolineare una certa comicità
negli eventi.
Apprezzato da critica e pubblico,
Duplicity è arrivato a guadagnare circa 18 milioni di
dollari in tutto il mondo, come anche diversi premi
cinematografici. Per gli amanti dei thriller imprevedibili e ricchi
di sorprese, questo è certamente un titolo ancora oggi imperdibile.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Duplicity: la trama del film
Protagonisti del film sono gli
agenti segreti Ray Koval e Claire
Stenwick. Entrambi appartenenti al mondo dello spionaggio,
ma facenti parte di multinazionali rivali, i due hanno un passato
in comune piuttosto imbarazzante, ma a distanza di anni si
ritrovano a dover entrare nuovamente in contatto per carpire l’uno
informazioni dall’altro. L’agenzia Burkett & Randle per cui lavora
Claire, infatti, sembra pronta a lanciare sul mercato un prodotto
rivoluzionario. Ray ha dunque il compito di scoprire quale sia
questo prodotto e portare alla sua agenzia, la Equikrom, la formula
segreta. Tuttavia, ciò che i loro rispettivi datori di lavoro non
sanno, è che i due stanno in realtà dando vita ad un doppio
gioco.
Ray e Claire, infatti, sono in
realtà amanti, pronti a scoprire insieme quale sia questo prodotto
segreto per rivenderlo nel proprio interesse personale. Ha così
inizio un intricato gioco di spionaggio, con i due costretti a
dover sempre mantenere l’ambiguità su ciò che fanno, nel tentativo
di ingannare tutti coloro che devono essere ingannati. L’attrazione
tra i due rischierà però di compromettere ogni cosa, rivelando al
mondo il doppio inganno di cui si stanno macchiando. Con il momento
della verità sempre più vicino, i due si troveranno a dover mettere
in discussione ogni cosa, anche il loro amore.
Duplicity: il cast del film
Protagonista del film, nei panni di
Claire Stenwick, è l’attrice premio Oscar JuliaRoberts. Attratta dalla sceneggiatura, dal suo
intreccio e dalla complessità del personaggio, questa si disse da
subito disponibile ad accettare il ruolo. Si è poi preparata a
questo studiando l’attività delle spie di questo tipo, cercando
però di esaltare anche i lati più involontariamente comici di
Claire. La premio Oscar è poi stata particolarmente apprezzata per
la sua interpretazione. Accanto a lei, nei panni di Ray Koval vi è
invece l’attore Clive Owen.
Questi aveva già lavorato con la Roberts per il film
Closer. Proprio grazie a quella esperienza precedente i
due attori hanno avuto modo di sfoggiare qui un’ottima chimica di
coppia, che ha fatto poi la fortuna del film.
Insieme al loro nel film si
ritrovano poi diversi altri noti nomi del cinema. Nei panni del
capo della Burkett & Randle, Howard Tully, vi è infatti l’attore
Tom Wilkinson, il quale aveva già lavorato con
Gilroy per Michael Clayton. Tra gli altri più famosi film
a cui ha partecipato si annoverano Shakespeare in Love,In
the Bedroom e BatmanBegins.
Ad interpretare Richard Garsik, direttore della Equikrom, vi è
invece Paul Giamatti.
Questi è noto per i suoi ruoli in Cindarella Man, La versione
di Barney e The Truman Show. Altri noti nomi presenti
nel film sono quelli di Denis O’Hare nei
panni di Duke Monahan, Thomas McCarthy in quelli
di Jeff Bauer e Ulrich Thomsen in quelli del
personaggio noto come Lo Svizzero.
Il trailer di Duplicity e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Duplicity è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV,Chili Cinema,
Google Play, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18
marzo alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Duplicity,
cioè doppio gioco, malafede ma anche inganno spionaggio e
tradimento. Questi gli ingredienti del film che, ahimè, vengono
meno alle premesse. Un film scritto e diretto da Tony Girloy (Michael
Clayton) promette assai più di quanto in questo caso
non mantenga. Un uomo e una donna si incontrano e passano una notte
insieme, senza pensare che quella sarà l’inizio di una pseudo-
storia infinita che non si vede l’ora che finisca.
Dubai, 2003. Ray Koval, agente
segreto del MI6, ad un party per la festa del 4 luglio, crede di
aver sedotto la bella Claire Stenwick. Quando però dopo la notte
d’amore con la presunta impiegata del consolato americano si
risveglia drogato e senza alcuni segretissimi documenti, capisce
che lei, in realtà, lavorava per la CIA. New York, 2008. Ray Koval
è da poco assunto allo spionaggio della multinazionale Equikrom e
deve incontrare l’informatore della storica concorrente Burkett &
Randle, quando scorge proprio Claire. Annulla l’appuntamento e si
precipita all’inseguimento della donna, finendo per scoprire che
era proprio lei la spia della concorrenza che avrebbe dovuto
incontrare. Il precedente di Dubai non aiuta il rapporto tra i due,
ma lo scambio previsto viene comunque portato a termine.
Girato in moltissime locations,
Duplicity assume colori e sapori diversi
per ogni posto che le due spie, Clive Owen e Julia
Roberts (già coppia super sexy in Closer),
attraversano nel corso del loro “colpo” per vivere felici e
contenti, combattendo contro la connaturata forma mentis della spia
che li obbliga a non fidarsi nemmeno l’uno dell’altra. I loro
viaggi, nel tempo e nello spazio, sono accompagnati da un
esasperato affastellamento di gap temporali e un uso dello split
screen fastidioso fino all’inutile che frammenta lo sguardo come a
voler economizzare il tempo mostrando più cose insieme, senza una
vera e propria funzione narrativa.
Una storia complicata che in maniera
complicata viene raccontata. E’ vero, lo spettatore smaliziato
riesce ad entrare nei cunicoli stretti e intricati delle narrazioni
più complesse, ma in questo cosa un montaggio approssimativo
confonde davvero lo spettatore calibrando male il ritmo e bruciando
il colpo di scena finale che pure è ad effetto. Nonostante una
regia poco organica il film è scritto benissimo ed interpretato
ancora meglio dagli attori, su tutti i comprimari Tom
Wilkinson e Paul
Giamatti.
Augurandoci che Michael
Clayton sia la regola e
Duplicity l’eccezione, Tony
Gilroy delude come regista ma mantiene alto l’onore dello
scrittore di L’Avvocato del Diavolo, la
trilogia di Bourne
e altri.
È impressionante dire che un film
che abbiamo capito a malapena ci ha intrattenuto e tenuto sul filo
del rasoio per 125 minuti, ma questa è la realtà di
Duplicity (la recensione).
Non capita spesso di uscire da un film dicendo “Non ho idea di
cosa sia appena successo, ma mi è piaciuto!“. Il film, pur
essendo contorto e invischiato nelle sue stesse bugie e inganni, si
rivela uno dei film più divertenti che abbiamo visto.
Cosa succede in Duplicity?
Ex-CIA officer Claire Stenwick (JULIA ROBERTS) and former MI6 agent
Ray Koval (CLIVE OWEN) are spies-turned-corporate operatives in the
midst of a clandestine love affair in the caper Duplicity, from
writer/director Tony Gilroy.
Clive Owen e
Julia Roberts interpretano i ruoli di Ray e Claire,
due spie aziendali che lavorano per società concorrenti. Il loro
primo incontro, che avviene a Dubai, consiste nel fatto che Claire
droga e ruba a Ray come incarico del suo consulente. Questo atto dà
il tono alle personalità fredde e diffidenti di entrambi i
personaggi, che si evolvono nel conflitto principale tra le due
forze per tutto il film.
Qualche anno dopo, Claire e Ray si
rincontrano, si innamorano e progettano di unire le forze per una
truffa che li porterà a guadagnare milioni per il loro obiettivo
finale: vivere per sempre felici e contenti con uno stile di vita
sfarzoso oltre ogni immaginazione. Attraverso bugie, furti e molte
azioni che lasciano il pubblico a chiedersi se stiano ancora
lavorando insieme, Claire e Ray lavorano per avvicinarsi sempre di
più al jackpot, ovvero un brevetto multimilionario per un’idea
rivoluzionaria in arrivo. Il trucco, però, è arrivare al brevetto
prima di tutti gli altri.
Comporre a fatica il puzzle di
Duplicity
La ricerca della ricchezza li porta
in tutte le zone del mondo, tra cui Dubai, Roma, Miami e le
Bahamas. I personaggi di alta classe si sposano perfettamente con
le splendide ambientazioni del film. L’ambientazione da sola
avrebbe potuto intrattenermi per tutto il film (oltre al sorriso
affascinante e al corpo perfettamente abbronzato di
Clive Owen).
Il pubblico, invece di limitarsi a
guardare il film, è costretto a comporre il puzzle, suddiviso in
flashback e spezzoni del presente. Non ho potuto fare a meno di
pensare che il regista Tony Gilroy cercasse di proposito di
confondere il pubblico solo perché il genere di film richiede
solitamente questo tipo di linea narrativa. Se ogni spezzone fosse
stato in ordine cronologico, non solo sarei riuscito a respirare
durante il film, ma non avrei nemmeno lasciato il pubblico a
grattarsi la testa e a chiedersi dove fossero finiti tutti i pezzi
mancanti del puzzle.
Cosa succede nel finale del
film?
Oltre alla confusa cronologia, c’è
un pezzo di puzzle che sembrava spiccare come un pollice dolente.
Il brevetto multimilionario, che Claire e Ray cercano di scoprire
per tutto il film, sembra essere un espediente per prendere in giro
sia il popolo americano che le aziende nel loro complesso. Ray
pensa di avere il biglietto vincente quando scopre che la pizza
surgelata è un’industria da miliardi di dollari, ma Claire scopre
il loro vero biglietto d’oro: una cura per la calvizie. Entrambe
queste industrie non sembrano adattarsi all’arguzia e alla
raffinatezza del film. Si potrebbe pensare che il biglietto d’oro
sia qualcosa di più intelligente o che cambia la vita, come una
cura per il cancro o una fonte di energia alternativa, non un
prodotto alimentare surgelato o uno shampoo da banco.
Nel complesso, l’intelligenza
aziendale abbinata alla scintilla romantica si è rivelata piuttosto
piacevole, creando due distinti parallelismi. Sia che si tratti di
una storia d’amore o di una guerra tra addetti ai lavori e aziende,
“Duplicity” non mancherà di divertire il pubblico.
Nel corso della sua lunga carriera,
l’attore Danny De Vito non si è
distinto solo come irresistibile interprete di celebri film, ma
anche come attento regista di opere di vario genere. Tra i suoi
lungometraggi più celebri si annoverano La guerra dei Roses,
Hoffa – Santo o mafioso? e Matilda 6 mitica. Il suo
ultimo film per il cinema, risalente al 2003, è invece
Duplex – Un appartamento per tre,
brillante commedia scritta da Larry Doyle e
incentrata sul complicato rapporto tra una coppia di sposi e
un’arzilla anziana, residenti in un appartamento comune a
Brooklyn.
Gli appartamenti cosiddetti “duplex”
sono diventati sempre più popolari, permettendo di disporre di un
appartamento nato dall’unione di due immobili di diversa metratura.
Proprio la diffusione di tale tipologia di abitazione ha spinto gli
autori del film a costruire un racconto con questa ambientazione.
Nasce così una commedia particolarmente divertente, sia per le doti
comiche degli attori sia per le rocambolesche vicissitudini che
questi si trovano a dover vivere nel corso del film. Fortunatamente
nella realtà non ci si imbatte in peripezie come quelle qui
riscontrabili, ma proprio questa forzatura ha permesso di dar vita
al film.
Al momento della sua uscita
Duplex – Un appartamento per tre non ottenne ampi
consensi, né di critica né di pubblico. Con il passare degli anni e
la sempre maggiore popolarità degli interpreti protagonisti, questo
è però diventato un piccolo cult, visione spensierata per chi è in
cerca di una risata genuina. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Duplex – Un appartamento per tre:
la trama del film
Protagonisti del film sono
Alex, uno scrittore di medio successo, e sua
moglie Nancy, che di professione è invece una
giornalista. Sposatisi da poco, i due sono ora in cerca di una casa
tutta per loro. Si scontrano però ripetutamente con la seria
difficoltà di trovarne una che soddisfi pienamente le loro
esigenze, specialmente considerando la non grande somma di denaro
di cui dispongono. Le loro continue ricerche li portano infine ad
imbattersi in un duplex nel quartiere di Brooklyn. L’appartamento
si presenta da subito come il luogo ideale per loro, non troppo
piccolo né troppo grande, accogliente e tranquillo.
Nel decide di acquistarlo, si
imbattono però in un imprevisto non da poco. L’appartamento è
coabitato anche da una riservata anziana chiamata signora
Connelly. La sua presenza sembra non poter essere
un gran problema per i due coniugi, che anzi considerando la
veneranda età della donna immaginano non resterà lì a lungo.
Trasferitisi dunque a vivere nell’appartamento, i due si ritrovano
però a confrontarsi con quella che si rivela essere una vera e
propria canaglia. L’anziana, infatti, non perde occasione per
disturbare i due, spingendoli ben presto a dover considerare
soluzioni estreme per poter vivere in pace.
Duplex – Un appartamento per tre: il cast del film
Per il ruolo di Alex, De Vito ha
espressamente richiesto che il ruolo venisse assegnato all’attore
Ben Stiller. Egli era
da poco diventato uno dei grandi nomi della commedia americana, in
particolare grazie a film come Tutti pazzi per Mary, Ti presento i miei e
Zoolander. Una volta subentrato nel cast, molta della
comicità del personaggio è stata rimodellata proprio sulle capacità
di Stiller, particolarmente esperto specialmente nell’umorismo
verbale. Accanto a lui, nei panni di sua moglie Nancy vi è invece
l’attrice Drew Barrymore, in
quegli anni tornata alla ribalta grazie a film come Charlie’s Angels, Donnie Darko e 50 volte
il primo bacio.
Nel ruolo dell’anziana signora
Connelly vi è invece l’attrice Eileen Essell. Dopo
essere stata tutta la vita una ballerina e un insegnante di
recitazione, la Essell ha recitato nel suo primo film, Ali
G Indahouse, all’età di ottant’anni. Dopo Duplex, ha
poi avuto ruoli di rilievo anche in Neverland – Un sogno per la
vita e La fabbrica di cioccolato.
Nel film sono poi presenti gli attori Harvey
Fierstein nei panni dell’agente immobiliare Kenneth e
Justin Theroux in
quelli di Coop, amico di Alex. Maya Rudolph
interpreta Tara, mentre Robert Wisdom è l’agente
di polizia Dan. De Vito compare invece soltanto come voce narrante
degli eventi.
Duplex – Un appartamento per tre:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Duplex –
Un appartamento per tre è infatti disponibile nel
catalogo di Chili, Google Play e Now. Per vederlo,
in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il
singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una
comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo
noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite
temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà
inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 8
luglio alle ore 21:10 sul canale
Paramount Channel.
Ecco una nuova foto del protagonista
di Dunkirk di Christopher
Nolan, Fionn Whitehead, giovane
esordiente che sarà al centro del racconto nella prima esperienza
con il genere bellico per il regista britannico. [nggallery id=2755]
Dunkirk
sarà ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale, e si concentrerà sulla cronaca dell’evacuazione
di Dunkerque nel 1940, nota anche come Operazione
Dynamo.
La Warner Bros.
Pictures distribuirà in tutto il mondo il film il 21
Luglio 2017, il 31 agosto in Italia.
L’evacuazione si svolse dal 27
maggio al 4 giugno: truppe francesi, inglesi e belghe erano rimaste
circondate dalle forze tedesche. Circa un milione di soldati. Alla
fine dell’operazione se ne salvarono 330 mila grazie alla fuga via
mare verso la Gran Bretagna.
Dunkirk sarà
ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale, e si concentrerà sulla cronaca dell’evacuazione
di Dunkerque nel 1940, nota anche come Operazione
Dynamo.
La Warner Bros.
Pictures distribuirà in tutto il mondo il film il 21
Luglio 2017, il 31 agosto in Italia.
L’evacuazione si svolse dal 27
maggio al 4 giugno: truppe francesi, inglesi e belghe erano rimaste
circondate dalle forze tedesche. Circa un milione di soldati. Alla
fine dell’operazione se ne salvarono 330 mila grazie alla fuga via
mare verso la Gran Bretagna.
Mentre continuano le riprese in
Bretagna di Dunkirk, prossimo atteso film di
Christopher Nolan, arriva direttamente dal set un
video decisamente esplosivo in cui vediamo in azione la troupe del
regista di Inception.
Eccolo di seguito:
Di seguito invece le prime immagini dal set:
[nggallery id=2755]
La Warner Bros. Pictures
distribuirà in tutto il mondo il film il 21 Luglio 2017. Nel cast
del film sono confermati Mark Rylance, Kenneth
Branagh, Fionn Whitehead, Harry Styles, Cillian
Murphy e Tom Hardy.
Dunkirk
sarà ambientata durante la Seconda Guerra
Mondiale, e si concentrerà sulla cronaca
dell’evacuazione di Dunkerque nel 1940, nota
anche come Operazione Dynamo.
La Warner Bros. Pictures
distribuirà in tutto il mondo il film il 21 Luglio 2017.
L’evacuazione si svolse dal 27
maggio al 4 giugno: truppe francesi, inglesi e belghe erano rimaste
circondate dalle forze tedesche. Circa un milione di soldati. Alla
fine dell’operazione se ne salvarono 330 mila grazie alla fuga via
mare verso la Gran Bretagna.
Ecco un nuovo poster da
Dunkirk, il prossimo ambizioso film di
Christopher Nolan che vede protagonista
l’esordiente Fionn Whitehead al fianco
di attori molto noti e cari al regista britannico, come Tom
Hardy e Cillian Murphy. [nggallery id=2755]
Dunkirk
sarà ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale, e si concentrerà sulla cronaca dell’evacuazione
di Dunkerque nel 1940, nota anche come Operazione
Dynamo.
La Warner Bros.
Pictures distribuirà in tutto il mondo il film il 21
Luglio 2017, il 31 agosto in Italia.
L’evacuazione si svolse dal 27
maggio al 4 giugno: truppe francesi, inglesi e belghe erano rimaste
circondate dalle forze tedesche. Circa un milione di soldati. Alla
fine dell’operazione se ne salvarono 330 mila grazie alla fuga via
mare verso la Gran Bretagna.
Ecco un nuovo breve spot tv di
Dunkirk di Christopher
Nolan, con protagonista Tom Hardy, che
torna per la terza volta a lavorare con il regista britannico.
Dunkirk sarà
ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale, e si concentrerà sulla cronaca dell’evacuazione
di Dunkerque nel 1940, nota anche come Operazione
Dynamo.
La Warner Bros.
Pictures distribuirà in tutto il mondo il film il 21
Luglio 2017, il 31 agosto in Italia.
L’evacuazione si svolse dal 27
maggio al 4 giugno: truppe francesi, inglesi e belghe erano rimaste
circondate dalle forze tedesche. Circa un milione di soldati. Alla
fine dell’operazione se ne salvarono 330 mila grazie alla fuga via
mare verso la Gran Bretagna.
La Warner Bros ha
diffuso il primo trailer ufficiale di Dunkirk,
l’attesissimo nuovo film di Christopher Nolan e
che vedrà protagonisti Tom Hardy, Mark
Rylance e Kenneth Branagh.
Dunkirk
sarà ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale, e si concentrerà sulla cronaca dell’evacuazione
di Dunkerque nel 1940, nota anche come Operazione
Dynamo.
La Warner Bros.
Pictures distribuirà in tutto il mondo il film il 21
Luglio 2017, il 31 agosto in Italia.
L’evacuazione si svolse dal 27
maggio al 4 giugno: truppe francesi, inglesi e belghe erano rimaste
circondate dalle forze tedesche. Circa un milione di soldati. Alla
fine dell’operazione se ne salvarono 330 mila grazie alla fuga via
mare verso la Gran Bretagna.