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The Theory of Everything: trailer e poster del film con Eddie Redmayne

Ecco il trailer e il poster ufficiali di La Teoria di Tutto (The Theory of Everything), film che vedrà riportare sul grande schermo la giovinezza del celebre scienziato Stephen Hawking. Nel trailer possiamo vedere Eddie Redmayne nei panni di un giovane Hawking e Felicity Jones, che interpreta invece la moglie dello scienziato, Jane Wilde.

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The Theory of Eveything si concentra sulla relazione romantica che Hawking ha intrecciato all’epoca di Cambridge con la donna che sarebbe poi diventata sua moglie, Jane Wilde. La relazione con questa brillante donna portò lo scienziato ad abbracciare notevli sfide personali e scientifiche, e aprì il suo mondo, così a sua volta lui fu in grado di aprire il mondo intero ad una nuova visione ed una nuova prospettiva. Il film uscirà il 7 novembre 2014.

The Theory of Everything è diretto dal regista premio Oscar James Marsh (Man on Wire; Doppio Gioco) ed è basato sulle memorie di Jane Wilde “Travelling to Infinity: My Life with Stephen”; la sceneggiatura è di Anthony McCarten che si occupa anche della produzione con Lisa Bruce e i soci della Working Title Tim Bevan e Eric Fellner.

Peter Schlessel, CEO della Focus, ha commentato: “Questa straordinaria storia d’amore tra una delle più grandi menti della storia e sua moglie è profondamente commovente e d’ispirazione, raccontata con cuore e humor. Sotto la dinamica regia di James Marsh, Eddie Redmayne e Felicity Jones ci consegnano due performance di straordinario impatto emotivo.”

Oltre a Eddie Redmayne e Felicity Jones nel cast di Theory of Everything ci sono anche Emily Watson e David Thewlis.

Fonte

 
 

The Testaments: cast, trama e tutto quello che sappiamo sullo spin-off di The Handmaid’s Tale

The Testaments

Dopo l’annuncio che era in lavorazione uno spin-off di The Handmaid’s Tale, ci sono state molte novità sul cast e sulla trama di The Testaments. Ambientato 15 anni dopo The Handmaid’s Tale, The Testaments è il secondo libro della serie e segue le prospettive di tre donne (zia Lydia, Agnes Jemima e Daisy), che raccontano cosa è successo a Gilead dopo che June Osborne è stata portata via dagli “Occhi”. Dopo aver scoperto che zia Lydia era una talpa di Mayday, queste tre donne si uniscono e cercano di rovesciare il regime dall’interno.

Scritto da Margaret Atwood, il secondo romanzo della serie The Handmaid’s Tale è ricco di sottotrame stimolanti e continua ad affrontare temi quali la repressione delle donne, la perdita di autonomia e l’abuso di potere. Tuttavia, dato che l’adattamento di Hulu di The Handmaid’s Tale ha cambiato il destino di diversi personaggi e ha aggiunto alcune libertà artistiche, gli spettatori dovrebbero aspettarsi che The Testaments faccia lo stesso, dato che gli sceneggiatori cercheranno di mantenere la coerenza della storia. Sebbene inizialmente i dettagli fossero scarsi, finalmente stanno arrivando alcune informazioni chiave.

Ultime notizie su The Testaments

Il spin-off ottiene il via libera e viene annunciato il resto del cast

Dopo molti mesi di sviluppo dietro le quinte, le ultime notizie confermano che The Testaments ha ricevuto il via libera da Hulu. Sebbene non ci fossero dubbi che lo spin-off avrebbe visto la luce, l’ordine ufficiale della serie da parte di Hulu permette finalmente di fare il passo successivo. Le riprese dello spin-off di The Handmaid’s Tale inizieranno il 7 aprile 2025, anche se per ora non è ancora stata resa nota la tempistica esatta della produzione.

Il via libera è arrivato anche con l’aggiunta di nove nuovi membri del cast che si uniranno a Chase Infiniti, Lucy Halliday, Ann Dowd, Rowan Blanchard e Mattea Conforti, già annunciati in precedenza.

I nuovi arrivati includono Mabel Li, Amy Seimetz, Brad Alexander, Zarrin Darnell-Martin, Eva Foote, Isolde Ardies, Shechinah Mpumlwana, Birva Pandya e Kira Guloien, ma i loro ruoli rimangono sconosciuti per ora. Hulu ha condiviso un’immagine di X (ex Twitter) che mostra il cast durante una lettura del copione della nuova serie.

The Testaments è confermato

Lo spin-off di The Handmaid’s Tale ha finalmente ottenuto il via libera

Come riportato nel settembre 2019, circolavano voci secondo cui Hulu e MGM TV stavano lavorando per trasformare The Testaments in una serie. Sebbene all’epoca non fossero stati rilasciati molti dettagli al riguardo, l’attenzione è tornata sullo spin-off nel marzo 2023, quando Bruce Miller ha annunciato che avrebbe lasciato il ruolo di showrunner di The Handmaid’s Tale per concentrarsi maggiormente sul progetto.

Con The Handmaid’s Tale che si prepara a chiudere i battenti nei primi mesi del 2025, tutti gli occhi saranno puntati sullo sviluppo dello spin-off. Sebbene i dettagli abbiano iniziato a emergere prima che lo show fosse ufficiale, Hulu ha dato il via libera a The Testaments nell’aprile 2025, consentendo finalmente al progetto di andare avanti. La produzione inizierà nell’aprile 2025, anche se per ora non è ancora nota la data di uscita. Il 2025 sembra un po’ troppo presto per l’arrivo dello spin-off, ma un’uscita all’inizio del 2026 è plausibile.

Dettagli sul cast di The Testaments

Ann Dowd riprenderà il ruolo di zia Lydia

Non sorprende che Ann Dowd sia l’unica membro del cast di The Handmaid’s Tale confermata per apparire in The Testaments, dato che riprenderà il ruolo di zia Lydia. Da allora, Chase Infiniti (Presumed Innocent) è stata scelta per un ruolo da protagonista, ma per ora non si conoscono dettagli sul suo personaggio. Lucy Halliday (Blue Jean) interpreterà Daisy, la figlia di June, figura cruciale nel romanzo. Ad affiancarle ci saranno la star di Girl Meets World Rowan Blachard, che interpreterà Shunammite, un’adolescente viziata di Gilead, e Mattea Conforti (Frozen 2) nel ruolo di Becka.

Il cast è esploso con l’aggiunta di nove nuove star nell’aprile 2024, ma nessuno dei loro ruoli è stato ancora annunciato. Tra i nuovi arrivati figurano Mabel Li (Safe Home), Amy Seimetz (Pet Sematary), Brad Alexander (You), Zarrin Darnell-Martin (Snowbound for Christmas), Eva Foote (Sally), Isolde Ardies (Wayward), Shechinah Mpumlwana (13: The Musical), Birva Pandya (Northern Rescue) e Kira Guloien (Lullaby).

Quali personaggi di The Handmaid’s Tale potrebbero tornare

Con lo spin-off ambientato presumibilmente 15 anni dopo gli eventi del primo romanzo, è altamente probabile che molti personaggi di The Handmaid’s Tale appariranno in The Testaments. Mentre Ann Dowd ha già confermato il suo ritorno nei panni di zia Lydia, i fan dovrebbero aspettarsi anche il ritorno dei figli di June, Nichole e Hannah (Daisy e Agnes nel libro), poiché sono anche loro protagonisti di The Testaments. Tuttavia, è probabile che saranno interpretati da attori diversi e più anziani.

C’è la possibilità che June, interpretata da Elisabeth Moss, faccia una breve apparizione, dato che alla fine del romanzo sequel “Daisy/Nicole” e ‘Agnes’ si ricongiungono con la madre. Anche se gli sceneggiatori decidessero di uccidere June nella sesta stagione, c’è ancora la possibilità che possa tornare in scene flashback o registrare un messaggio per loro (proprio come ha fatto per Luke nella terza stagione, episodio 5 “Unknown Caller”).

Dettagli della trama di The Testaments

Sebbene non sia chiaro se l’adattamento televisivo di The Testaments seguirà la stessa linea temporale, la storia è ambientata 15 anni dopo gli eventi di The Handmaid’s Tale. Invece di seguire June Osborne (altrimenti nota come Offred), la storia è raccontata dal punto di vista di tre donne: la famigerata zia Lydia, che si rivela essere una spia di Mayday, Agnes Jemima e Daisy (il cui vero nome è Nichole). Sebbene le loro storie inizino in luoghi diversi, vengono reclutate da Mayday e incaricate di aiutare il gruppo ribelle a rovesciare Gilead dall’interno.

Considerando che la terza stagione di The Handmaid’s Tale era appena terminata quando il romanzo sequel di Atwood è stato pubblicato nel 2019, gli sceneggiatori hanno dovuto inventare nuovi modi per The Handmaid’s Tale per impostare The Testaments. Ci è voluto più tempo del previsto, ma il finale della quinta stagione ha lasciato intendere che la lealtà di zia Lydia verso Gilead sta vacillando dopo aver assistito al trattamento orribile riservato a Esther Keyes (Mckenna Grace) e Janine da parte dei Comandanti. Con The Handmaid’s Tale ormai prossimo alla sua ultima stagione, gli spettatori vedranno probabilmente zia Lydia diventare la figura ribelle che conoscono in The Testaments.

 
 

The Terror: Devil in Silver, rinnovata per una terza stagione la serie AMC

the terror stagione 3

The Terror, uno dei franchise di successo di AMC, torna sulla rete a più di cinque anni di distanza dalla sua ultima stagione. La rete ha ordinato The Terror: Devil in Silver come terzo capitolo della serie antologica, che segue dunque la seconda stagione, The Terror: Infamy, presentata per la prima volta nel 2019.

La serie in sei parti che debutterà nel 2025 è basata su Il diavolo in argento, un romanzo scritto da Victor LaValle, che sta scrivendo la nuova stagione insieme a Chris Cantwell, a sua volta showrunner della serie drama di AMC Halt and Catch Fire, andata in onda del 2014-2017.

The Terror: Devil in Silver racconta la storia di Pepper, un traslocatore della classe operaia che, a causa di una combinazione di sfortuna e cattivo carattere, si ritrova ingiustamente ricoverato all’ospedale psichiatrico di New Hyde, un istituto pieno di persone che la società preferirebbe dimenticare. Lì dovrà vedersela con pazienti che lavorano contro di lui, medici che nascondono oscuri segreti e forse anche con il diavolo stesso. Mentre Pepper si fa strada in un paesaggio infernale dove niente è come sembra, scopre che l’unica strada verso la libertà è affrontare l’entità che prospera nella sofferenza all’interno delle mura di New Hyde. Ma farlo potrebbe dimostrare che dentro di lui vivono i peggiori demoni di tutti. Il libro è stato pubblicato nel 2013.

Karyn Kusama, che ha diretto Jennifer’s Body e gli episodi di Yellowjackets, dirigerà i primi due episodi e sarà il produttore esecutivo insieme a Cantwell, LaValle, David Zucker di Scott Free, Alexandra Milchan di Emjag, Guymon Casady di Management 360 e Scott Lambert di Anjulia Productions.

La prima stagione della serie, basata sul romanzo di Dan Simmons e trasmessa nel 2018, era ambientata sui ponti gelidi di un veliero di epoca vittoriana che seguiva una rotta maledetta. La seconda stagione, intitolata The Terror: Infamy, è incentrata su una forza malevola e mutaforma rinchiusa insieme ai prigionieri in un campo di internamento giapponese.

La prima stagione, che è un racconto romanzato della spedizione perduta del capitano Sir John Frankin nell’Artico dal 1845 al 1848, è stata sviluppata da David Kaiganich, mentre la seconda stagione è stata creata da Alexander Woo e Max Borenstein.

 
 

The Terminal: recensione del film di Steven Spielberg

The Terminal

The Terminal è un film di 2004 diretto da Steven Spielberg con protagonista nel cast Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Zoe Saldana e Diego Luna.

  • Anno: 2004
  • Regia: Steven Spielberg
  • Cast: Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Zoe Saldana, Diego Luna

The Terminal, la trama

The Terminal recensione Aeroporto J.F. Kennedy, New York: Viktor Navorski (Tom Hanks) atterra da un’immaginaria Krakozhia. Durante il lungo volo, nella sua patria c’è stato un feroce colpo di stato e il suo passaporto ha così perso validità. Viktor è letteralmente “inaccettabile”: costretto dal capo della sicurezza (Stanley Tucci) a rimanere all’interno del terminal, per lui inizierà un soggiorno (altro che viaggio!) di formazione attraverso l’amicizia, l’amore e la forza della solidarietà umana e l’orgoglio di non rinnegare se stesso.

The Terminal

Analisi: E’ il non luogo per eccellenza, l’aeroporto, a essere al centro di questa pellicola che ritrae con severità l’America post-11 settembre, intrappolata nelle sue paranoie e animata da un inedito spirito xenofobo. Il microcosmo del terminal internazionale diventa per Spielberg metafora di questa nuova condizione del suo Paese, che ben poco si adatta al suo naturale spirito da  sempre votato all’integrazione. Un atto di accusa, condotto con ironia e quella bonarietà tipica della commedia da cui traspare l’amore del regista per le contraddizioni made in USA: d’altronde, chi c’è più “americano” di Spielberg?

La leggerezza è il tono prevalente di The Terminal. Una comicità soprattutto fisica e mimica, fatta di sguardi, cadute sul pavimento bagnato e incomprensioni tra lingue lontane; il risultato non sarebbe stato lo stesso senza il contributo decisivo di Tom Hanks, moderno Buster Keaton, capace di utilizzare il linguaggio del corpo come mezzo di espressione efficace. Catherine Zeta-Jones si spoglia per l’occasione dei consueti abiti da femme fatale e si rivela in tutta la sua fragilità, riuscendo a conferire allo sfuggente personaggio di Amelia una grande profondità. È innegabile però che sia proprio la storia d’amore la parte meno incisiva della pellicola. 

the terminal recensioneIl cuore di The Terminal è invece il rapporto di amicizia e rispetto che s’instaura tra Navorski e gli inservienti del J.F.K. Airport: tutti emarginati extracomunitari dai desideri abortiti. Saranno proprio la determinazione e l’abnegazione di Viktor a risvegliare in loro un nobile spirito di rivalsa; la generosità e lo spirito di aiuto reciproco che dimostreranno sono in aperto contrasto con lo spietato burocrate interpretato da un grande Stanley Tucci, contraltare di Hanks.

La sceneggiatura di Sacha Gervasi e Jeff Nathanson, basata sul misunderstading, mostra originalità e coerenza, basandosi sul linguaggio non verbale dei protagonisti. Il non detto si prende così la rivincita sulle parole riuscendo persino a commuovere. C’è un vero e proprio innamoramento per le immagini, accresciuto dalla luminosa fotografia e dall’impatto visivo della splendida scenografia di Alex McDowell, che riesce a catturare lo smarrimento di un solo uomo di fronte alla sconosciuta e sconcertante enormità del mondo.

 
 

The Terminal: la vera storia dietro il film con Tom Hanks

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Reduce dal successo del fantascientifico Minority Report e del film biografico Prova a prendermi, Steven Spielberg affermò di avere voglia di realizzare un film che potesse far commuovere, ridere e far riappacificare lo spettatore con il mondo. Nasce dunque da questa volontà The Terminal (qui la recensione), uscito nel 2004 e accolto in modo molto positivo sia dalla critica che dal pubblico. Il film, infatti, offre una storia leggera ma non priva di tematiche e riflessioni importanti, dove si mette al centro di tutto l’umanità, come avviene in ogni opera del regista premio Oscar.

Il film, però, può anche essere letto come un’allegoria degli Stati Uniti post 11 settembre. Un Paese sempre più guidato dalla paranoia e da uno spirito xenofobo, chiusosi in sé stesso per evitare la possibile minaccia esterna. Da questo punto di vista The Terminal affronta con ironia tale situazione, proponendo soluzioni che pongono il senso di comunità e la fiducia nel prossimo quali elementi imprescindibili. Ancor prima di ciò, però, il film è divenuto celebre per essere ispirato ad una storia vera, quella del rifugiato iraniano Mehran Karimi.

Il film non è direttamente ispirato alla sua vicenda, tanto che il nome di Karimi non viene citato in nessun materiale pubblicitario relativo al film, e molte sono le differenze tra la sua storia e la sceneggiatura di Sacha Gervasi e Jeff Nathanson. Spielberg utilizza dunque questa vicenda vera per parlare di ciò che più gli è caro, offrendo dunque al suo pubblico il film commovente e divertente che aveva intenzione di realizzare sin dall’inizio. Ma qual è dunque la vera storia di Karimi e in cosa differisce rispetto a quanto si vede nel film?

La trama e il cast di The Terminal

La storia si svolge nell’Aeroporto J.F. Kennedy di New York. Qui atterra Viktor Navorski, proveniente da un Paese (immaginario) dell’Europa Orientale chiamato Krakozhia. Durante il lungo volo, però, nella patria di Viktor c’è stato un feroce colpo di stato e il suo passaporto ha così perso validità. Lo sventurato viaggiatore si trova dunque ad essere bloccato e costretto dal capo della sicurezza Frank Dixon a rimanere all’interno del terminal per un periodo di tempo imprecisato. Per lui inizierà quindi un soggiorno forzato, durante il quale sperimenterà l’amicizia, l’amore e la forza della solidarietà umana e l’orgoglio di non rinnegare se stesso.

Ad interpretare Viktor Navorski vi è Tom Hanks, frequente collaboratore di Spielberg, il quale ha basato la propria interpretazione sul proprio padrino, un immigrato bulgaro poliglotta, esercitandosi anche nel parlare bulgaro con un insegnante di tale lingua. Accanto a lui, nel ruolo del severo Frank Dixon vi è invece Stanley Tucci, mentre Barry Shabaka Henley è il poliziotto Ray Thurman. Sono poi presenti gli attori Catherine Zeta-Jones nel ruolo della hostess Amelia Warren, Diego Luna in quelli dell’addetto alla mensa Enrique Cruz e Zoe Saldana nei panni dell’agente Torres. Kumar Pallana è invece l’anziano addetto alle pulizie Gupta Rajan.

The-Terminal-cast

La vera storia dietro The Terminal

Ora che sappiamo di cosa parla il film The Terminal, possiamo andare a scoprire qual è la storia vera a cui questo si ispira. Protagonista di questa è il rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri, nato a Masjed-e Soleyman nel 1945 e sin da giovane in prima linea nelle proteste contro lo scià Mohammad Reza Pahlavi, l’ultimo monarca della sua dinastia. Per sfuggire al carcere, Nasseri inizio a richiedere asilo in vari paesi europei, vedendosi però sempre negato ogni aiuto. La sua esistenza fu ufficialmente riconosciuta nel 1981 dalle autorità belghe da cui ottenne la tessera di rifugiato № 86 399. Con tutti i documenti in regola, decise allora di recarsi nuovamente nel Regno Unito, dove aveva frequentato l’università.

Venne però respinto nuovamente e si ritrovò privo di documenti di rifugato poiché li aveva inviati all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati a Bruxelles. Dopo un tentativo d’ingresso fallito in Francia, nel 1985, egli fece perdere le proprie tracce. Venne poi ritrovato nell’agosto del 1988 al terminal 1 dell’aeroporto Charles de Gaulle, mentre tentava nuovamente di imbarcarsi per l’Inghilterra. A quel punto rimase nell’aeroporto, vivendo in una situazione di “limbo giuridico” derivante da un circolo vizioso delle procedure di ingresso negli Stati. Infatti, la regolarizzazione del titolo di permanenza dipendeva dal fatto che presentasse la sua tessera di rifugiato accordatagli dal governo belga.

Ma quest’ultimo chiedeva fosse Nasseri in persona ad andare a ritirarla e lui non poteva uscire dalla Francia perché i suoi documenti erano all’estero. La situazione si sbloccò sette anni dopo, nel 1999, quando venne accompagnato al tribunale di Bobigny per ritirare i suoi documenti, ma Nasseri sorprese tutti sostenendo che quei documenti erano errati e dichiarò di chiamarsi “sir Alfred Mehran” e di non essere un cittadino iraniano. Nasseri ha continuato quindi a soggiornare al terminale 1 dell’aeroporto Charles De Gaulle fino al luglio 2006 quando, per un’intossicazione alimentare, è stato ospedalizzato. Poche settimane prima del decesso, a causa di un Infarto miocardico acuto, avvenuto nel novembre del 2022, era tornato a risiedere nell’aeroporto

Il trailer di The Terminal e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Terminal grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 1 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 
 

The Terminal List: recensione della serie con Chris Pratt

The Terminal List recensione serie Prime Video

Dopo la serie dedicata al Jack Reacher nato dalla penna di prime video, Amazon Prime alza il tiro proponendo agli abbonati della piattaforma streaming The Terminal List, un prodotto che vede protagonista un personaggio che può attrarre lo stesso tipo di pubblico. Il James Reece protagonista della serie è infatti un Navy Seals il quale, dopo aver visto il proprio plotone di soldati sterminato in un’imboscata in Siria, torna in patria per scoprire che il massacro non è forse opera di un nemico lontano quanto forse la macchinazione di forze che cospirano nello stesso territorio statunitense. la ricerca della verità e la sete di vendetta porteranno Reece a mettere in gioco molto più della sua stessa incolumità…

The Terminal List, cast e crew di livello cinematografico

Ispirato dal romanzo omonimo scritto dall’ex-soldato Jack Carr, The Terminal List propone un cast tecnico e artistico degno di una produzione cinematografica: protagonista assoluto dello show è la star Chris Pratt, che torna a collaborare con Amazon dopo il successo di The Tomorrow War. Accanto a lui tra gli altri Constance Wu e Taylor Kitsch, mentre alla regia del pilot troviamo niente meno che Antoine Fuqua, il quale ha già diretto Pratt nel rifacimento de I magnifici sette.

Nonostante un pedigree di tale livello la serie non riesce a garantire il livello di tensione e spettacolo che tali premesse avevano lasciato sperare. E questo perché fin dall’inizio appare evidente come il tentativo di coniugare il realismo della presentazione degli eventi e la necessità di intrattenimento non riescano a trovare una comunione efficace.

The Terminal List Taylor Kitsch

Lo sforzo verso il realismo non è premiato

Il primo episodio di The Terminal List, in particolar modo nella prima sequenza di battaglia, possiede un’attenzione ai particolari, una rappresentazione delle tattiche di combattimento e della battaglia stessa che si presentano come diverse rispetto al solito spettacolo. La ricerca di  soluzioni di messa in scena e montaggio che avvicinano il prodotto a un’idea di realismo compie stranamente l’effetto opposto, ovvero quello di appiattire la tensione drammatica degli eventi.

Anche il resto della trama che si sviluppa a partire dalla missione fallita di Reece e dei suoi uomini non fornisce spunti veramente originali, il che non sarebbe poi necessariamente un requisito fondamentale se l’episodio fosse riuscito a creare la necessaria tensione narrativa e adesione emotiva nei confronti dei personaggi presentati. Il che purtroppo non accade, facendo della prima  – e seconda – puntata di The Terminal List un accumulo di momenti duri ma mai veramente drammatici.

Chris Pratt non è l’eroe di cui abbiamo bisogno

Leggermente meglio sotto questo punto di vista ottengono le puntate successive, le quali non riescono comunque ad innalzare il livello del prodotto al punto da renderlo stimolante da vedere. E questo molto probabilmente succede anche per gli evidenti errori di casting: Chris Pratt in versione totalmente seria non ha lo stesso effetto di quando lavora anche sul lato ironico dei suoi personaggi. Mancando tale bidimensionalità a James Reece, si palesano anche i limiti dell’attore che lo interpreta, capace di dotare il personaggio di presenza scenica ma non di reale profondità emozionale o psicologica.

La sorpresa però maggiormente negativa dello show è una Constance Wu totalmente fuori dal ruolo della reporter che spalleggia Reece. Il che appare davvero peculiare, in quanto l’attrice affermatasi in ruoli leggeri aveva in precedenza dimostrato spessore drammatico e presenza scenica in Hustlers. C’è da specificare una parte scritta in maniera scontata di certo non l’aiuta ad esprimersi al meglio, tutt’altro. 

Un passo indietro per Prime Video

Rispetto alla serie “gemella” Reacher (che pure è ben lontana dall’essere un capolavoro…) The Terminal List rappresenta per Amazon a livello artistico un passo indietro, poiché tenta evidentemente di alzare il tiro mancando però il bersaglio. La ricerca forse fin troppo ostentata di un realismo di fondo in situazioni e tempi di racconto alla fine ha nuociuto alla necessità di intrattenimento, rendendo il prodotto un ibrido di difficile comprensione. A James Reece sono stati fino a oggi dedicati altri due libri da parte di Jack Carr, vedremo se Amazon continuerà nei loro adattamenti in nuove stagioni di The Terminal List. I margini di miglioramento sono ampi…

 
 

The Tender Bar: il poster del film di George Clooney

The Tender Bar film 2022

Dopo le prime foto  Amazon Studios ha diffuso il poster ufficiale di The Tender Bar, il nuovo film da regista di George Clooney  che vedrà protagonisti Ben Affleck, Lily Rabe, Tye Sheridan e Christopher Lloyd. La pellicola sarà presentata in anteprima alla Royal Festival Hall del Southbank Centre con la partecipazione di Clooney al 65mo BFI London Film Festival. Amazon Studios rilascerà THE TENDER BAR su Prime Video il 7 gennaio 2022

Il film racconta la storia di J.R. Moehringer (Ben Affleck), un uomo che non ha mai conosciuto suo padre, un dj di New York, e che, pur d’instaurare un tacito legame col genitore, durante l’infanzia ascoltava sempre la radio in attesa della voce paterna. Quando quella voce così confortante per J.R. ha smesso definitivamente di parlare, l’uomo ha iniziato a cercare conforto nei frequentatori del bar del quartiere, alla disperata ricerca di una surrogata figura paterna.

 
 

The Tender Bar: Ben Affleck nella prima foto del film di George Clooney

The Tender Bar film 2022

Amazon Studios ha diffuso la prima foto ufficiale di The Tender Bar, il nuovo film da regista di George Clooney  che vedrà protagonisti Ben Affleck, Lily Rabe, Tye Sheridan e Christopher Lloyd. La pellicola sarà presentata in anteprima alla Royal Festival Hall del Southbank Centre con la partecipazione di Clooney al 65mo BFI London Film Festival.

Il film racconta la storia di J.R. Moehringer (Ben Affleck), un uomo che non ha mai conosciuto suo padre, un dj di New York, e che, pur d’instaurare un tacito legame col genitore, durante l’infanzia ascoltava sempre la radio in attesa della voce paterna. Quando quella voce così confortante per J.R. ha smesso definitivamente di parlare, l’uomo ha iniziato a cercare conforto nei frequentatori del bar del quartiere, alla disperata ricerca di una surrogata figura paterna.

 
 

The Tender Bar, la recensione del film con Ben Affleck

the tender bar

Su Amazon Prime Video è disponibile The Tender Bar, Il bar delle grandi speranze, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di J. R. Moehringer. Il film, diretto da George Clooney, si basa su una raccolta di memorie, trasformata in un colorito lungometraggio che ripercorre la crescita dello scrittore in una famiglia per nulla semplice.

La trama di The Tender Bar

J. R. – diminutivo di Junior – è un ragazzino di 11 anni che vive con la madre Dorothy (Lily Rabe) nella casa del nonno. Con loro, abita anche lo zio Charlie (Ben Affleck), figura di riferimento per J. R., a differenza del padre. Il figlio lo conosce a malapena, sa solo che vive a New York, lavora in radio e si fa chiamare The Voice (La Voce). L’uomo ha causato solo danni alla madre.

Junior cresce quindi in una famiglia estremamente umile, ma, ad esclusione del padre, ha delle ottime guide sul suo cammino: non solo Dorothy, che vuole a tutti i costi permettere al figlio di andare all’università, ma anche e soprattutto lo zio Charlie, che cerca di trasmettere al nipote fin da quando è piccolo i valori essenziali per essere un brav’uomo e la passione per la letteratura. Nonostante ciò, non sarà facile per il ragazzo trovare la propria strada…

Grandi Speranze, Dickens e drink

The Tender Bar naviga tra due mondi, apparentemente distanti ma che qui vengono accostati proprio per racchiudere il senso del film: la letteratura e  il bar di provincia. Zio Charlie è bar tender del pub Dickens di Manahasset, a Long Island: qui, sugli scaffali, bottiglie di Gin e Whiskey, caraffe di birra, sigarette si mescolano ai libri, grande passione di Charlie. Al bancone, tra gli ubriaconi e i bevitori occasionali, c’è sempre il piccolo J. R., che passa il tempo a leggere i libri dello zio. Le Great Expectations, le Grandi Speranze, non sono solo quelle del romanzo di Dickens: è proprio nel pub che J. R. realizza di voler fare lo scrittore.

In The Tender Bar, per una volta, la povertà e l’ignoranza della provincia non vengono esasperate fino a rendere lo scenario cupo, torbido, senza possibilità di uscita. Nel film è rappresentata entusiasticamente l’occasione per un ragazzo nato povero di costruirsi un futuro migliore, senza però creare una storia paradossale. Non si passa da una vita orribile a una meravigliosa, non c’è un volo pindarico dalla povertà estrema al lusso sfrenato, ma c’è un miglioramento credibile quanto auspicabile.

La figura paterna in The Tender Bar

The Voice (Max Martini), il padre di J. R., è il personaggio più disprezzabile di The Tender Bar. Burbero, assente, violento e alcolizzato, non ha alcun tipo di rapporto con il figlio. Compare un paio di volte, fa qualche telefonata e, in queste poche occasioni, non fa altro che dimostrare la sua pochezza ed ignoranza. L’interprete di J. R. bambino, Daniel Ranieri, è abilissimo nel mostrare dapprima la speranza e la ricerca dell’affetto paterno e poi la rabbia e la rassegnazione per non riuscire ad ottenerlo. Ascolta alla radio La Voce, attende con ansia una chiamata o una visita, per poi rimanere deluso.

Fortunatamente, J. R. ha attorno a sè una famiglia che lo supporta come può. Oltre alla madre – Lily Rabe è al tempo stesso tenera e stoica nel suo ruolo, c’è lo zio Charlie a fare da punto di riferimento per J. R.. Ben Affleck, perfetto nel personaggio dell’uomo semplice, con i piedi per terra e la testa sulle spalle, parla al nipote trattandolo come un giovane adulto, senza mezzi termini. È un consigliere capace, e il suo bar è un luogo di conforto per J. R. fino all’età adulta.

The Tender Bar film 2022L’America di provincia: villette e auto

Una nota di merito in The Tender Bar va alla rappresentazione degli spazi della storia. Gli anni Settanta e Ottanta sono resi in immagini ricche delle tonalità di quel periodo: arredi scuri, maglioni kitsch, velluti marroni e auto decappottabili dai colori cangianti. Nelle ambientazioni e nei costumi c’è un velo di fantasia e di esagerazione che però trova senso nel racconto della gioventù da parte di J. R. adulto.

L’adolescenza e lo scontro di classe

Non mancano nel film le difficoltà che J. R., andando al college, si trova a dover affrontare. Il primo amore, travolgente ed impossibile, con l’imborghesita Sydney, è solo uno degli elementi di confusione che invadono il ragazzo. A dispetto delle insinuazioni della ragazza, il trauma del padre assente, la vita umile e squallida dell’infanzia, non sono ostacoli insormontabili per J. R.: nulla nel film scade nel tragico o nel catastrofico.

The Tender Bar, in uno stile che a tratti ricorda il film di formazione per eccellenza Boyhood di Richard Linklater, tocca i temi dell’adolescenza, della formazione, delle classi sociali, con profondità e delicatezza. L’ordinarietà e la semplicità della famiglia di J. R. non scadono nella banalità ma anzi rendono la storia vicina a quella di un qualsiasi spettatore. Infine, Tye Sheridan è il volto giusto per la parte di Junior ragazzo: una faccia pulita ed espressiva, con occhi in grado di trasmettere tutte quelle Grandi Speranze che riempiono le menti dei giovani adulti.

 
 

The Tempest trailer

 

 
 

The Tempest chiude Venezia 2010

Sarà The Tempest, il nuovo film di Julie Taymor, a chiudere la 67° edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

 

 
 

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Sarà The Tempest, il nuovo film di Julie Taymor, a chiudere la 67° edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

 
 

The Tax Collector: tutto quello che c’è da sapere sul film con Shia LaBeouf

The Tax Collector - Sangue chiama sangue film

Il regista David Ayer ha costruito la sua intera filmografia raccontando contesti criminali, dove anche coloro che dovrebbero rappresentare la legge possono rivelarsi corrotti da un momento all’altro. Che siano da lui solo sceneggiati (come Fast and Furious, Training Day o S.W.A.T. – Squadra speciale anticrimine) o anche diretti (Harsh Times – I giorni dell’odio, End of Watch – Tolleranza zero, Suicide Squad), i suoi film ruotano spesso intorno a tale violento contesto. Non fa eccezione il suo film più recente, uscito nel 2020, The Tax Collector – Sangue chiama sangue, con il quale il regista è tornato a raccontare della criminalità dal punto di vista di chi la perpetra e vive sulla propria pelle ogni singolo giorno.

Il film è inoltre ambientato nello stesso universo dei film Training Day e Harsh Times – I giorni dell’odio, entrambi scritti dal regista David Ayer, con il secondo dei due che ha rappresentato il suo debutto alla regia. Il legame tra questi tre film è confermato in particolare dal personaggio Blood Bone (interpretato da Cle Sloan), apparso in Training Day. Il film fa inoltre riferimento anche all’esistenza della fittizia banda latina “Hillside Trece”, che era la banda con cui Alonzo Harris aveva a che fare in Training Day e che viene menzionata anche in Harsh Times. Ayer sembra dunque con The Tax Collector concludere una propria personale trilogia ambientata in questo specifico universo condiviso.

Per tutti gli appassionati del genere, The Tax Collector – Sangue chiama sangue è dunque un film da non perdere, passato in sordina per via della sua uscita durante la pandemia di Covid-19, ma che ora grazie al suo arrivo su Netflix sta trovando il suo giusto pubblico. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di The Tax Collector – Sangue chiama sangue

Protagonisti del film sono David e Creeper, i quali lavorano come “esattori delle tasse” per un signore del crimine di nome Wizard. Il loro compito è quello di raccogliere una determinata quota dagli utili delle bande locali. Quando però un vecchio rivale di Wizard torna a Los Angeles dal Messico, tutta la sua attività viene sconvolta e l’incolumità della gang e dei loro cari viene messa in pericolo. David, in particolare, si troverà a dover disperatamente cercare di proteggere ciò che per lui conta di più: la propria famiglia.

The Tax Collector - Sangue chiama sangue Shia LaBeouf Bobby Soto

 

Il cast di The Tax Collector – Sangue chiama sangue e i tatuaggi di Shia LaBeouf

Nel ruolo di David, vero e proprio protagonista del film, vi è l’attore Bobby Soto, visto anche nella serie Narcos: Messico e nel film A Million Miles Away. L’attrice Cinthya Carmona interpreta Alexis Cuevas, moglie di David, mentre l’attore George Lopez recita nel ruolo di Louis, lo zio fraterno di David e diretto superiore nell’organizzazione di Wizard. Quest’ultimo, signore del crimine mafioso messicano, è interpretato da Jimmy Smits, noto al grande pubblico per aver interpretato il senatore Bail Organa, padre adottivo della principessa Leila Organa, nei prequel della famosa saga fantascientifica Guerre stellari. Lana Parrilla recita invece nel ruolo di Favi, la cognata di David.

Ad interpretare Creeper, invece, vi è l’attore Shia LaBeouf, qui alla sua seconda collaborazione con Ayer dopo il film di guerra Fury. Noto per il suo ricorrere a metodi estremi per calarsi nei panni dei personaggi che deve interpretare, LaBeouf ha scelto di recarsi da un vero tatuatore per dar vita ai vistosi tatuaggi che Creeper sfoggia sul proprio corpo. Quelli che dunque si vedono nel film, non sono il frutto di un truccatore, bensì reali tatuaggi che l’attore si è fatto disegnare sul corpo. Ad oggi, sembra che l’attore li possieda ancora sul proprio corpo.

Il trailer di The Tax Collector – Sangue chiama sangue e dove vedere il film in streaming

È possibile fruire di The Tax Collector – Sangue chiama sangue grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma, il film si trova attualmente al 2° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 
 

The Tank: la spiegazione del finale del film horror

Luciane Buchanan e Matt Whelan in The Tank

Con The Tank, film horror del 2023 di Scott Walker, lo spettatore fa un’immersione un po’ più profonda del solito nel longevo sottogenere dei film dell’orrore con creature mostruose. Non si tratta infatti di un banale scontro tra queste e gli sventurati umani che gli capitano a tiro, ma di un film che si propone anche di fare una dichiarazione sul comportamento degli animali e sull’influenza dell’umanità su di essi. Ben e Jules, i due protagonisti, possiedono infatti un negozio di animali, quindi conoscono l’argomento a un livello di comprensione più che superficiale.

La loro conoscenza degli animali entra in gioco un paio di volte durante il climax di The Tank, e il tema del comportamento animale è preannunciato in una scena iniziale che fa un parallelo inequivocabile con il finale del film, portando avanti i temi stabiliti per tutta la durata del film. Per quanto riguarda l’origine di questa storia, Scott Walker ha raccontato di aver avuto l’idea di questo racconto dopo aver trascorso del tempo in una casa sulla spiaggia costruita in cima a un serbatoio d’acqua.

Naturalmente, di grande importanza è la presenza delle creature, che sono state realizzate attraverso  effetti pratici, come il costume del peso di circa 36 chili. Ciò ha permesso di rendere il film ancor più credibile e spaventoso. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Tank. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Tank Matt Whelan

La trama e il cast di The Tank

Ambientato alla fine degli anni 70, il film vede protagonista una famiglia, composta dal padre Ben (Matt Whelan), dalla madre Jules (Luciane Buchanan) e dalla figlia di sette anni Reia (Zara Nausbaum). La coppia gestisce con passione un negozio di animali esotici, ma nonostante il loro impegno gli affari non sembrano andare per il meglio. La notizia della morte della madre di Ben, che gli avrebbe lasciato in eredità una vasta e misteriosa proprietà rimasta abbandonata da oltre 40 anni, potrebbe però risollevare le sorti economiche della famiglia.

Di quel posto affascinante immerso nella natura, che affaccia sulle coste dell’oceano, con la sua baia e le sua spiaggia privata, Ben non sapeva nulla finché sua madre, che non gliene aveva mai parlato, era ancora in vita. La bellezza e la tranquillità del luogo lasciano la famiglia con un interrogativo assillante: perché questa meravigliosa proprietà è stata tenuta segreta per così tanto tempo? Ben presto, tuttavia, scopriranno a loro spese la risposta a questo inquietante interrogativo.

La spiegazione del finale del film

Nel corso del film, Ben scopre il serbatoio d’acqua del titolo e decide di indagare su di esso, solo per risvegliare involontariamente un gruppo di mostri anfibi. Questi, che ricordano qualcosa di simile ai mostruosi Demogorgoni di Stranger Things, iniziano a creare scompiglio, uccidendo chiunque si trovi sulla loro strada. Dopo i primi incontri con le bestie, la famiglia protagonista rimane intrappolata in casa e non riesce a raggiungere l’auto per fuggire a causa di una delle creature ancora in circolazione.

Matt Whelan in The Tank

Da come si svolgono le cose, è chiaro che le creature sono arrabbiate per la presenza di persone nel loro territorio e intendono uccidere gli intrusi. Per questo motivo, Ben elabora un piano per far credere alla creatura che ci siano delle altre persone nel serbatoio, in modo da distrarla e permettere alla sua famiglia di fuggire verso l’auto. Tuttavia, il piano gli si ritorce contro e Ben viene gravemente ferito da uno dei tanti mostri della cisterna, riuscendo a malapena a fuggire da una macabra morte.

Una delle altre creature attacca invece Jules e Reia, che sono barricate in una stanza. La creatura riesce poi ad afferrare e a fuggire con Reia, che sembra intenzionata a divorare in seguito, e la trascina nella sua tana, spingendo Jules a seguirla per salvarla. Prima di entrare, Jules si avvolge un panno imbevuto di alcol intorno al braccio, affermando che “brucerà la creatura come l’acido” se tenterà di attaccarla. È specializzata in medicina veterinaria, quindi sa che l’alcol sarebbe tossico per le creature, dato che sono anfibi.

Entra a quel punto nella vasca e uccide due creature con un forcone prima di trovare Reia. Jules allontana poi le altre creature con un lanciafiamme di fortuna e salva la figlia. Poi fa aspettare Reia in macchina mentre lei torna a prendere il ferito Ben. Una volta tornata all’auto con Ben al seguito, Jules spara a una creatura che cerca di entrare nel veicolo prima di partire. Così facendo riescono ad uscire salvi da quella situazione, ma le creature sono ormai sveglie ed è dunque questione di tempo prima che qualcun altro capiti malauguratamente nel loro territorio.

Matt Whelan e Luciane Buchanan in The Tank

Le creature del film sono paragonabili agli Axolotl

C’è un po’ di prefigurazione all’inizio del film, quando la famiglia si trova nel negozio di animali. Jules parla a Reia del loro axolotl e la informa che “è un anfibio, come alcuni dei dinosauri più vecchi e cattivi”. Questo fa un parallelismo con le creature di The Tank, che probabilmente sono esistite molto prima dell’uomo. Sono emersi dalla faglia rotta dopo il terremoto di Cascadia del 1700 e molto probabilmente risalgono alla preistoria. Jules dice anche a Reia che gli axolotl respirano attraverso la pelle, motivo per cui sono viscidi. Ciò si rivela utile nel terzo atto, quando Jules si avvolge il braccio in un panno e lo imbeve di alcool per tenere lontane le creature quando entra nella vasca per salvare Reia.

Reia informa inoltre Jules che l’axolotl ha mangiato “suo fratello” e si chiede perché lo abbia fatto. Jules cita un paio di possibili ragioni: la fame e il territorialismo. È implicito che le creature della vasca uccidano le persone per le stesse ragioni. Si sottolinea che le letali creature simili a dinosauri sono molto territoriali, suggerendo che la loro natura territorialista è una delle ragioni per cui uccidono tutto ciò che incontrano. Un esempio alla fine suggerisce che le creature sono anche motivate da istinti predatori.

Invece di uccidere Reia, una delle creature la porta nella vasca. Se la creatura fosse stata motivata dal territorialismo, l’avrebbe uccisa e non portata nella sua tana. L’unica ragione per cui l’avrebbe portata viva nella vasca è se avesse pianificato di conservarla in seguito per il cibo. Nel complesso, queste creature sono sia predatrici che territoriali, come molti altri animali in natura. Forse vedono gli adulti come una minaccia per il loro territorio e i bambini piccoli come cibo. Questo potrebbe essere il motivo per cui le creature non hanno mangiato gli adulti che hanno ucciso, mentre hanno portato Reia, una bambina piccola, nella vasca per mangiarla in seguito.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Tank grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TVTim VisionMediaset Infinity e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 24 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

 
 

The Tall Man, primo poster dell’horror con Jessica Biel

E’ stato rilasciato il poster di The Tall Man, esordio USA per il regista francese Pascal Laugier (Martyrs). Scritto dallo stesso Laugier, il film è ambientato a

 
 

The Tall Man – Trailer originale del nuovo Horror del regista Pascal Laugier!

Arriva il primo trailer originale dell’Horror The Tall Man, con protagonista la bellissima Jessica Biel. La pellicola è diretta dal regista di Martyrs, Pascal Laugier e in Francia si intitolerà The Secret.

 
 

The Takeover: recensione del film Netflix

The Takeover recensione

Inseguimenti e spionaggio. Questo è The Takeover, pellicola olandese approdata su Netflix con l’obiettivo di conquistarsi un posto nel cuore degli appassionati dell’action movie, seppur con qualche insuccesso. In cabina di regia una donna, Annemarie van de Mond, che segue la storia di un’altra figura femminile, Mel Bandison, la hacker dallo sguardo di ghiaccio protagonista del film. The Takeover è una pellicola – in teoria – ibrida, che sembra spaziare dal thriller al giallo finendo però per essere al 90% improntata sul genere dell’azione.

The Takeover, la trama

Rotterdam, Olanda. Una giovanissima hacker, Mel (Holly Mae Brood), viene rintracciata da un hacker, Buddy (Frank Lammers) mentre cerca di hackerare i sistemi dell’esercito. Dieci anni e una serie di hackeraggi dopo, Mel è nuovamente sola e si occupa del controllo software delle aziende. Ma quando le viene affidato il lavoro da una compagnia di autobus senza conducente, finisce invischiata in un girone infernale.

Dopo essere stata incastrata per omicidio a causa dello svelamento di alcuni scandali legati alla privacy da parte di un gruppo di hacker cinesi, Mel insieme al suo nuovo partner Thomas (Geza Weisz) fugge per arrivare in Belgio e chiedere aiuto ad una persona che non vede da tempo. Mentre la polizia è nel frattempo sulle sue tracce, la giovane hacker cerca in tutti i modi di non farsi uccidere… e di trovare il modo per venire a capo della situazione.

Un’americanata sorretta da una struttura narrativa fragile

Il problema alla base di The Takeover si riscontra nella sua struttura narrativa, che nel disperato tentativo di assurgere ad action movie americano si perde nella sua ricerca frustrante della spettacolarità. Seppur la trama di base avesse le carte in regola per poterci costruire su un lavoro ben infiocchettato sia a livello di script che di montaggio, la bramosia di mettere troppa carne alla brace è riuscita a svalorizzare il prodotto finale. Il primo nodo fastidioso va ricercato a livello di sceneggiatura.

La pellicola parte con un assaggio del passato di Mel, una scelta ad hoc per un primo approccio fra personaggio e spettatore. Ma non appena si arriva al presente, le dinamiche iniziano a svilupparsi in modo talmente tanto frenetico da far perdere il filo di un discorso molto intricato. Ed è qui che il naso si storce. La regista ha voluto impiattare una storia complessa che si accartoccia su di sé e mai si dispiega, e le sequenze veloci in cui la fa progredire non permettono alla trama di avere un suo spessore narrativo, rendendo la fruizione più noiosa e disfunzionale.

Quello che perciò il film rigurgita è un prodotto plastificato, un calderone di scene d’azione che vogliono assomigliare ai film di James Bond con sfumature di Fast & Furious. Anche la protagonista appare come la versione soft di Nikita, con un background spezzato a metà e il desiderio di essere la Wonder Woman della storia. La scarsità di scene di pathos poi non permettono a Mel di svilupparsi in toto e questa è un’altra incrinatura del film che incentra tutto proprio sulla figura della hacker. Ultimo lavoro fatto alla “bell’e meglio” è quello sul personaggio interpretato da Geza Weisz, Thomas.

L’ “incontro al buio” di Mel con questo ragazzo si rivela un gigantesco fiasco a causa della personalità troppo esaltata di lui. Ma improvvisamente, senza un’insieme di beat coerenti fra di loro, questo si trasforma nel Bob Stone (Una spia e mezzo) della situazione, impelagandosi in spionaggio, criminalità e hackeraggio come una materia che mastica tutti i giorni. Una transizione importante non sostenuta però da alcun dettaglio logico, con la conseguenza che diventa decisamente surreale.

The Takeover si posiziona inspiegabilmente nella Top 10 di Netflix Italia, ma altro non è che un film strutturalmente fragile, privo di sequenze realmente adrenaliniche e di scene più ricche a supporto della forma mentis e attitudine dei personaggi in gioco. Dal tema della violazione della privacy interconnessa all’hackeraggio criminale poteva modellarsi un lungometraggio di tutto rispetto, ma evidentemente la regista puntava a fare le cose talmente tanto in grande da non accorgersi che nel frattempo la trama stava andando alla deriva. Un vero peccato.

 
 

The Sympathizer: Robert Downey Jr. irriconiscibile nel trailer della serie di Park Chan-wook

Robert Downey Jr. è un maestro del travestimento nel trailer di The Sympathizer, la nuova serie di Park Chan-wook, ambientata nel mondo dello spionaggio e in arrivo nel 2024 sul servizio di streaming Max rinominato della HBO.

Basato sul romanzo vincitore del Premio Pulitzer di Viet Thanh Nguyen, The Sympathizer vede protagonista Hoa Xuande (Cowboy Bebop) nei panni di una spia del Vietnam del Nord che viene inserita nella comunità di rifugiati di Los Angeles. Guidato da Park Chan-wook, che funge da co-showrunner, produttore esecutivo, sceneggiatore e regista, il logline ufficiale di The Sympathizer descrive la serie come “un thriller di spionaggio e una satira interculturale sui tormenti di un uomo un mezzo francese, mezzo -Spia comunista vietnamita durante gli ultimi giorni della guerra del Vietnam e il suo conseguente esilio negli Stati Uniti.”

Downey Jr., che è produttore esecutivo della produzione HBO e A24 insieme a sua moglie Susan Downey, interpreta diversi ruoli nella serie. Ciascuno dei personaggi di Robert Downey Jr. ha il proprio aspetto distinto, come illustrato nel trailer, e intende rappresentare diversi aspetti dell’establishment americano, tra cui un promettente membro del Congresso di Orange County, un agente della CIA e un attore di Hollywood.

Il cast comprende anche Fred Nguyen Khan, Toan Le, Vy Le, Alan Trong, Vy Le, Ky Duyen e Sandra Oh.

Don McKellar è co-showrunner e produttore esecutivo insieme a Park Chan-wook. Altri produttori esecutivi includono Nguyen, Amanda Burrell per Team Downey, Kim Ly, Niv Fichman per Rhombus Media, Ron Schmidt e Jisun Back per Moho Film. Dirigono anche Fernando Meirelles e Marc Munden. Gli scrittori includono Mark Richard, Naomi Iizuka, Maegan Houang, Anchuli Felicia King e Tea Ho.

 
 

The Sword David Hayter porterà la graphic novel sul grande schermo

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La Lakeshore Entertainment e la Hopscotch Features hanno ingaggiato David Hayter (X-Men, Watchmen) per scrivere la sceneggiatura dell’adattamento cinematografico di The Sword, basato sull’omonima graphic novel d’azione ideata da Jonathan e Joshua Luna, noti come i The Luna Brothers. Tra i produttori figurano Tom Rosenberg, Gary Lucchesi e Skip Williamson per la Lakeshore, mentre dalla Hopscotch spuntano i nomi di Andrew Mason e Troy Lum (quest’ultimo nelle vesti di produttore esecutivo).

La graphic novel The Sword è divisa in quattro volumi, offrendo alla Lakeshore la proprietà di un altro potenziale franchise dopo il successo di Underworld, con cui la casa di produzione ha incassato oltre 460 milioni di dollari. La produzione della prima parte di The Sword è prevista per l’inizio del 2014.

Il presidente della Lakeshore Tom Rosenberg, a proposito di David Hayter, ha dichiarato: “David ha grande esperienza nel portare i protagonisti di una graphic novel all’attenzione del grande pubblico e siamo davvero entusiasti di averlo con noi per The Sword“.

The Sword racconta la storia di Dara Brighton, una giovane paraplegica la cui vita viene sconvolta dall’uccisione della sua famiglia per mano di tre misteriose entità dotate di poteri soprannaturali. Creduta morta, Dara viene lasciata in vita dai tre assassini; vittima del dolore, scoprirà l’esistenza di un’antica spada appartenuta a suo padre che le permetterà di tornare a camminare. In cerca di vendetta, Dara si metterà sulle tracce dei tre misteriosi serial killer, guidata dal potere della magica spada.

Non è la prima volta che la Lakeshore e la Hopscotch collaborano insieme. Le due major, infatti, avevano già lavorato a braccetto per I, Frankenstein con Aaron Eckhart, il thriller/horror di Stuart Beattie basato sulla graphic novel di Kevin Grevioux e in uscita a gennaio 2014.

Fonte: Comingsoon

The Sword David Hayter

 
 

The Sweet Life Society firmano la colonna sonora di Brutti e Cattivi

The Sweet Life Society

Nuovo e importante progetto cinematografico per i  THE SWEET LIFE SOCIETY la band guidata da Gabriele Concas e Matteo Marini, uno dei pochi esempi di musica italiana da esportazione che ha suonato nei più famosi festival inglesi – Glastonbury, Eurosonic, Bestival, Lovebox, Wilderness, Latitude Boomtown. 

Il 7 settembre saranno alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti con la soundtrack originale di Brutti e Cattivi (musiche di Gabriele Concas e Matteo Marini, edizioni CAM/Gruppo Sugar e BMG Rights Management),  film di debutto di Cosimo Gomez, con un cast di culto, da Claudio Santamaria a Marco D’Amore.  Fa inoltre parte della colonna sonora anche l’opera “Taggato dal Signore”, composta dallo stesso regista del film Cosimo Gomez. 

Da anni Gabriele Concas e Matteo Marini, oltre a girare l’Europa, gli Stati Uniti e il Canada con i loro concerti, sono attivi nel campo della produzione musicale con esperienze che vanno dal cinema, al teatro, alla pubblicità. L’uscita del loro prossimo album è invece prevista per l’inizio del 2018.

Il 7 settembre dalle 22.30 i “The Sweet Life Society” saranno live a Venezia Lido al Pachuka.  L’8 settembre alle ore 22, durante la 74 Mostra del Cinema di venezia Kino Venice Nights organizza nel bellissimo scenario del Lido, Riva di Corinto sulla barca Edipo Re che fu di Pier Paolo Pasolini, Brutti e Cattivi incontro con Cosimo Gomez e concerto live di “The Sweet Life Society”, autori delle musiche del film.

 
 

The Surfer, recensione del film con Nicolas Cage – Cannes 77

The Surfer recensione film Nicolas Cage

Il regista di Vivarium Lorcan Finnegan torna sul grande schermo con un’altra riflessione delle conseguenze inattese e surreali dell’inospitalità, puntando questa volta più che mai su uno humor fagocitante. La vittima designata non poteva essere altro che un mattatore del grande schermo, un Nicolas Cage perfettamente in parte, che non ha paura a modificare la sua immagine a più riprese, perdendosi all’interno di un racconto labirintico che si muove, in realtà, tra solo due location: una spiaggia e un parcheggio.

The Surfer: locals only!

Nel film, l’anonimo surfista del titolo (Cage) vuole godersi un pomeriggio in spiaggia con il figlio adolescente (Finn Little), portandolo qualche giorno prima di Natale sulla costa australiana dove ha trascorso l’infanzia e dove ora intende acquistare una casa per la famiglia. Sulla sua strada incontra un gruppo di surfisti locali, chiassosi e territoriali, guidati da Scally (Julian McMahon), e ben presto la rissa tra i due si trasforma in un’odissea surreale che si trascinerà per giorni e notti a venire. Nel corso della quale il protagonista si trasforma da uomo d’affari di successo a senzatetto schizofrenico con manie di grandezza.

THE SURFER © Press Kit Cannes Film Festival

“Rivoglio la mia tavola da surf!” (e il mio maiale…)

Lorcan Finnegan torna a ragionare sul tema della crisi di identità, dell’appartenenza messa in discussione, dopo aver cercato una risposta nell’inquietante surrealismo di Vivarium e nelle tinte horror di Nocebo. Dopo aver incarnato a pieni polmoni la furia vendicativa di Robert in Pig, a cui era stato rubato il suo maiale, Nicolas Cage è semplicemente perfetto nei panni di un protagonista senza nome e con una storia imprecisa, senza una vera cronologia, ma che vive di un fortissimo legame emotivo con un posto, e tanto basta perchè anche noi spettatori speriamo nel suo ritorno “a casa”.

The Surfer è il film più divertente di Lorcan Finnegan, quello che più si diverte a confondere il suo protagonista e a smantellare ogni sua convinzione. Ciò non significa, tuttavia, che non ci sia spazio per sottotesti angoscianti, enfatizzati dalla stessa trasformazione del protagonista in una sorta di essere bruto, in quel “barbone” per cui la gente lo scambiava inizialmente e la cui immagine non poteva tollerare. C’è qualcosa di assolutamente credibile nel padre divorziato, alla disperata ricerca di approvazione, di qualcosa che convalidi il successo che ha cercato per tutta la vita, anche nei momenti in cui lo spettatore si contorce sulla poltrona, implorando il personaggio di mettere in moto l’auto e andarsene (finché si ha ancora questa possibilità), Cage chiarisce perché non lo fa. Nella mente di Surfer, è più facile affrontare tutto questo che ammettere la sconfitta, che attenuare un conflitto, che rivalutare la legittimità dei suoi obiettivi e ciò che conta davvero per lui.

THE SURFER © Press Kit Cannes Film Festival

Una spiaggia infernale corrompe il desiderio

La banda di Ken australiani che sfida a più riprese il nostro protagonista venera le tavole da surf come talismani e ha come filosofia quella che bisogna sentirsi a pezzi prima di sentirsi potenti: non puoi fare surf senza prima soffrire. Sottoporranno il nostro protagonista, dunque, a un rito di iniziazione simile all’ingresso in fratellanza, un vortice distruttivo che gli farà dubitare di se stesso e dei suoi ricordi, o forse, glieli farà visualizzare correttamente per la prima volta.

Alla fine, quello di The Surfer è il viaggio straordinario nella psiche di un uomo altrimenti normalissimo. Come sempre in Finnegan, il protagonista ha un forte desiderio: trovare la casa dei sogni in cui formare una famiglia (Vivarium); curare la moglie da una misteriosa malattia (Nocebo); acquistare la casa della propria infanzia in un posto paradisiaco (The Surfer). L’infrangersi di questo desiderio scatena un vortice di peripezie che è praticamente impossibile da contrastare e, nel caso succeda, bisogna comunque scendere a patti con una realtà che nasconde risvolti angoscianti.

 
 

The Super Models: il trailer del nuovo documentario evento in arrivo il 20 settembre su Apple TV+

the super models

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer del nuovo documentario evento in quattro parti “The Super Models” che accende i fari sulle straordinarie carriere di Naomi Campbell, Cindy Crawford, Linda Evangelista e Christy Turlington.

Ogni episodio della docuserie, in uscita il 20 settembre su Apple TV+, presenta contributi inediti di alcuni dei più grandi nomi della moda e della cultura, tra cui Fabien Baron, Jeanne Beker, Emily Bierman, Tim Blanks, Martin Brading, Paul Cavaco, Carlyne Cerf De Dudzeele, Grace Coddington, Sante D’orazio, Charles Decaro, Arthur Elgort, Edward Enninful, David Fincher, Tom Freston, John Galliano, Garren, Robin Givhan, Tonne Goodman, Michael Gross, Bethann Hardison, Marc Jacobs, Kim Jones, Donna Karan, Calvin Klein, Michael Kors, Rocco Laspata, Suzy Menkes, Isaac Mizrahi, Michael Musto, François Nars, Todd Oldham, Hal Rubenstein, Anna Sui, Annie Veltri, Donatella Versace e Vivienne Westwood.

“The Super Models” ripercorre gli anni ’80, quando quattro donne provenienti da diversi angoli del mondo si unirono a New York. Già forti di per sé, la gravitas che raggiunsero insieme trascendeva l’industria stessa. Il loro prestigio era così straordinario che permise alle quattro di superare la fama dei marchi che presentavano, rendendo i nomi di Naomi, Cindy, Linda e Christy tanto importanti, quanto gli stilisti che le vestivano. Oggi, le quattro supermodelle restano in prima linea nel contributo alla cultura grazie all’attivismo, alla filantropia e all’abilità negli affari. Mentre l’industria della moda continua a ridefinire se stessa – e i ruoli delle donne al suo interno – questo documentario racconta la storia di come quattro donne si sono riunite per rivendicare il loro potere, aprendo la strada a quelle successive.

“The Super Models” è prodotto per Apple TV+ da Imagine Documentaries e One Story Up, con i produttori esecutivi Brian Grazer, Ron Howard, Sara Bernstein, Justin Wilkes, Barbara Kopple, Roger Ross Williams e Geoff Martz, insieme a Naomi Campbell, Cindy Crawford, Linda Evangelista e Christy Turlington Burns.

 
 

The Super Mario Bros. Movie, il trailer del film

Anche se il casting di Chris Pratt per il ruolo del piccolo idraulico arzillo di Guardiani della Galassia ha provocato un bel po’ di contraccolpo, il film animato di Super Mario Bros. sta arrivando! Nintendo e Illumination hanno pubblicato il primo teaser trailer.

Sebbene lo stesso Mario venga mostrato solo dal retro insieme ad alcuni adorabili Toad, questo poster suggerisce sicuramente che i fan avranno una ricreazione abbastanza fedele del vasto mondo dei videogiochi classici. Nella versione originale Chris Pratt sarà affiancato  dall’ex di Filadelfia Charlie Day nei panni di Luigi, Anya Taylor-Joy nei panni della Principessa Peach, Jack Black nei panni di Bowser, Keegan-Michael Key nei panni di Toad, Seth Rogen nei panni di Donkey Kong, Fred Armisen nei panni di Cranky Kong, Kevin Michael Richardson come Kamek e Sebastian Maniscalco come Spike.

Il compianto Bob Hoskins e John Leguizamo hanno interpretato rispettivamente Mario e Luigi nel film live-action del 1993 criticato dalla critica. Super Mario Bros. sarà prodotto dal fondatore di Illumination Chris Meledandri e da Shigeru Miyamoto di Nintendo. Il film doveva uscire nelle sale il 21 dicembre 2022, ma è stato recentemente posticipato ad aprile 2023.

“Mario e Luigi sono due degli eroi più amati in tutta la cultura popolare e siamo onorati di avere l’opportunità unica di lavorare così a stretto contatto con Shigeru Miyamoto e il team di Nintendo per dare vita a questi personaggi in un film d’animazione. , a differenza di qualsiasi film che Illumination abbia realizzato fino ad oggi”, ha dichiarato Meledandri in una dichiarazione quando il progetto è stato annunciato.

 
 

The Suicide Squad: video dal set con Margot Robbie e Idris Elba

the suicide squad

Arriva dall’account Twitter DC Movie News un nuovo video dal set di The Suicide Squad, attualmente in fase di riprese sotto la direzione di James Gunn. Nel film Margot Robbie tornerà ad interpretare Harley Quinn, e nel video la vediamo, insieme a Idris Elba, impegnata in una scena di guerrilla urbana.

Ecco di seguito il video:

https://twitter.com/DCMovieNews2/status/1228446961969307648?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1228446961969307648&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fsuicide-squad-2-video-harley-quinn-idris-elba%2F

The Suicide Squad: ecco il nuovo look di Harley Quinn

Il cast ufficiale di The Suicide Squadcomprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Secondo le ultime indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano che Sean Gunn potrebbe vestire i panni di Weasel e Flula Borg quelli di Javelin; Pete Davidson potrebbe interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker Savant.

 
 

The Suicide Squad: uno sguardo ravvicinato al cameo che forse non avete notato

the suicide squad - missione suicida recensione

The Suicide Squad di James Gunn attinge abbondantemente ai personaggi dei fumetti, sfruttandone molti e dando visibilità ad alcuni che sulla carta sono davvero bizzarri. Tra King Shark e Polka Dot Man, c’è l’imbarazzo della scelta, e Gunn è riuscito a dare dignità ad ognuno di loro. Inoltre, il regista e sceneggiatore ha anche inserito nel background del film numerose facce note ai lettori, che hanno fatto la loro apparizione sullo schermo per pochissimi minuti.

Tra questi c’è Kaleidoscope. Di recente, l’attrice Natalia Safran ha pubblicato su Instagram alcuni nuovi scatti dal dietro le quinte del suo cameo nel film nei panni del colorato personaggio. Uno dei suoi post offre uno sguardo più ravvicinato e dettagliato al suo trucco e costume, mentre le altre immagini la mostrano in posa con Gunn e i suoi co-protagonisti di The Suicide Squad. L’apparizione di Natalia come Kaleidoscope nel film è stata decisamente breve, ma la rappresentazione è stata straordinariamente fedele alla controparte dei fumetti e ha sicuramente divertito i fan e spettatori a caccia di Easter Eggs:

The Suicide Squad, leggi la recensione del film

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

 
 

The Suicide Squad: una foto dal backstage della sequenza di evasione!

the suicide squad

In The Suicide Squad – missione suicida, Margot Robbie nei panni di Harley Quinn è la protagonista di una spettacolare e super divertente sequenza di evasione. Nella scena, in cui la donna trova da sola la via per la libertà, mentre i suoi compagni cercano di raggiungerla per salvarla, Harley riesce a scappare lasciando dietro di sé una scia di sangue.

Tutto comincia con “la presa delle chiavi”, scena che è stata immortalata e pubblicata da James Gunn su Twitter. Eccola di seguito!

https://twitter.com/JamesGunn/status/1428114466831577088?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1428114466831577088%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fsuicide-squad-movie-harley-quinn-stunt-image%2F

The Suicide Squad, leggi la recensione del film

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

 
 

The Suicide Squad: un’interessante teoria dei fan potrebbe rivelarsi vera

the suicide squad

Una recente intervista di John Cena sul suo ruolo in The Suicide Squad di James Gunn suggerisce che una teoria ipotizzata dai fan potrebbe avverarsi nel film in arrivo nelle sale nel 2021. Nonostante i due film saranno collegati, grazie alla presenza di alcuni personaggi già noti, The Suicide Squad non sarà un sequel diretto del film di David Ayer uscito nel 2016, ma piuttosto una sorta di reboot.

In origine, David Ayer avrebbe dovuto dirigere il sequel di Suicide Squad: il film sarebbe dovuto entrare in produzione nell’autunno del 2018, ma poi è stato cancellato. James Gunn, che in quel momento era stato temporaneamente licenziato dalla Disney e non era più coinvolto in Guardiani della Galassia Vol. 3, venne incaricato di scrivere e dirigere un nuovo film dedicato alla Squadra Suicida. La pellicola in questione vedrà il ritorno di alcuni dei personaggi/attori già apparsi nel film di Ayer, insieme ad un nutrito gruppo di new entry, tra le quali figura anche John Cena, wrestler e attore noto per aver recitato in pellicole quali Un disastro di ragazza, Le sorelle perfette e Bumblebee

In una recente intervista con Collider, è stato proprio John Cena – il cui ruolo nel film non è stato ancora rivelato – a parlare del film di Gunn, elogiandone la sceneggiatura. La parte più interessante e curiosa dell’intervista, però, è stato un piccolo dettaglio che il wrestler e attore si è lasciato sfuggire in merito alla struttura del film. Secondo una recente fan theory, ci saranno ben due team che andranno a comporre la Suicide Squad questa volta: un primo gruppo la cui maggioranza dei membri morirà più o meno all’inizio del film, durante una missione, e un secondo gruppo, con nuovi membri che andranno a rimpiazzare i deceduti, che verrà messo insieme successivamente, per cercare di fronteggiare ulteriori danni. Cena ha alimentato questa teoria mentre ha parlato della sceneggiatura del film, dichiarando: “Sono rimasto davvero sorpreso quando l’ho letta. Le prime 10 pagine costituiscono già il film in sé. È davvero, davvero speciale.”

In realtà, Gunn aveva già negato questa teoria dei fan in passato, ma le parole di Cena suggeriscono che la struttura del film riserverà inevitabilmente più di una sorpresa. Sarà davvero così? Nel film vedremo la Squadra Suicida sciogliersi e riformarsi?

LEGGI ANCHE – The Suicide Squad: quando vedremo le prime immagini del film?

Il cast ufficiale di The Suicide Squadcomprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Secondo le ultime indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano che Sean Gunn potrebbe vestire i panni di Weasel e Flula Borg quelli di Javelin; Pete Davidson potrebbe interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker Savant.

Fonte: ScreenRant

 
 

The Suicide Squad: un attore di Guardiani per James Gunn

the suicide squad

James Gunn è uno a cui piace lavorare in famiglia e anche la composizione del cast di The Suicide Squad, che dirigerà per la Warner Bros, lo conferma.

Al film che vedrà tornare la Task Force X sul grande schermo si è unito Steve Agee, già visto in Guardiani della Galassia Vol. 2, che presterà la voce a King Shark, per il quale però non sappiamo se offrirà anche i movimenti per la mo-cap o se la creatura sarà completamente ricreata in CGI.

Nel cast ci sono: Idris Elba (da confermare), Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Jai Courtney (Captain Boomerang), Joel Kinnaman (Rick Flagg), David Dastmalchian (Polka-Dot Man), Daniela Melchior (Ratcatcher), Storm Reid (da confermare) e Flula Borg (da confermare).

Alcune teorie dei fan hanno ipotizzato che i membri originali della Task Force di Suicide Squad verranno uccisi nei primi minuti del film di Gunn, lasciando così lo spazio al nuovo team di personaggi che il regista intende introdurre. Sarà davvero così?

Sul reboot The Suicide Squad Justin Kroll di Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili, che Dave Bautista non parteciperà al progetto come ipotizzato a causa di un’agenda di lavoro troppo piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher Smith.

 
 

The Suicide Squad: un attore del MCU entra nel cast

Suicide Squad 2

 

Come confermato dall’Hollywood Reporter, David Dastmalchian entrerà a far parte del DC Universe interpretando Polka-Dot Man in The Suicide Squad, film che segna il riavvio del franchise inaugurato nel 2016 dal cinecomic di David Ayer e ora affidato a James Gunn.

L’attore, che sarà presto sul set di Dune di Denis Villeneuve (regista con il quale aveva già lavorato in Prisoners e Blade Runner 2049), è apparso di recente in Ant-Man and The Wasp della “concorrenza” Marvel Studios e nel successo targato Netflix Bird Box al fianco di Sandra Bullock.

Sul personaggio a cui darà vita Dastmalchian, Polka-Dot Man, sappiamo che ha debuttato in Detective Comics No. 300 del 1962, ed è l’alter ego di Abner Krill, un truffatore di basso livello che cerca di farsi un nome con crimini e un costume dagli effetti speciali, come macchie che si trasformano in seghe e dischi volanti. Tra tutti quelli considerati da Gunn. questo sembra avere tutte le caratteristiche perfette per il tono da black comedy che il regista vorrebbe dare al film, e non poteva esserci attore più interessante da vedere nel ruolo.

The Suicide Squad: ecco chi potrebbe interpretare Idris Elba

Per quanto riguarda il reboot, è stato confermato il ritorno nel cast di Viola Davis (che interpreterà di nuovo Amanda Waller) insieme a Joel Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il leader della task force), così come Jai Courtney sarà ancora Captain Boomerang e Margot Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo. Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle ultime settimane, non sostituirà Will Smith per interpretare Deadshot ma che la produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per ora ignoto) all’attore.

Sempre sul reboot Justin Kroll di Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili, che Dave Bautista non parteciperà al progetto come ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher Smith.

Secondo quanto riferito nelle ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali dei fumetti a cui si ispira.

Fonte: THR

 
 

The Suicide Squad: tutte le domande che ci lascia il film

ATTENZIONE L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU THE SUICIDE SQUAD – MISSIONE SUICIDA

Nonostante la storia del film risulti compiuta, The Suicide Squad lascia inevitabilmente alcune sottotrame aperte che potrebbe essere sviluppate in futuro, magari in un eventuale sequel o in altri progetti correlati (ad esempio, prequel o spin-off). Scopriamo grazie a Screen Rant le più grandi domande che ci ha lasciato il film di James Gunn:

1Quali membri del team vedremo nel potenziale sequel?

the suicide squad

Dal momento che i sopravvissuti della Task Force X sono liberi alla fine di The Suicide Squad, sarebbe interessante vedere se riusciranno mai a trovare la loro strada in un eventuale sequel. Per quello che vale, Harley Quinn è tornata dopo essere stata precedentemente rilasciata.

Come ha spiegato, è finita di nuovo in prigione dopo essere stata arrestata per un piccolo crimine, anche se non è entrata nei dettagli su ciò che è realmente accaduto. Ciò stabilisce che questi personaggi potrebbero riunirsi per un’altra missione, nel caso in cui Amanda Waller abbia bisogno ancora una volta della loro particolare serie di competenze.

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