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Leatherface sarà il titolo del prequel di Non Aprite quella Porta

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LeatherfaceÈ ancora senza data di uscita ma con uno sceneggiatore già a bordo il prequel di Non Aprite Quella Porta intitolato ufficialmente Leatherface.
Seth M. Sherwood è stato ingaggiato per scrivere il film che per ora ha una trama segreta ma sappiamo si aggirerà nei primi anni 70 e probabilmente indagherà sulla nascita del mostro Leatherface.
Alexandra Daddario potrebbe avere una parte nel film data il ruolo di cugina che aveva nell’altro film della serie, uscito lo scorso anno, Non Aprite Quella Porta 3D.
Christa Cammpbell e Lati Grobman saranno i produttori esecutivi, due persone che hanno sempre lottato per questo franchise e che per sicuramente metteranno tutto l’impegno possibile per creare un buon film per i fan della serie.

Nel frattempo se siete dei fan nostalgici del primo capolavoro di Tobe Hooper potete gustarvi il trailer per il restauro del film in 4k cliccando su questo link

Fonte: The Wrap

Leatherface ritorna al cinema il 14 Settembre

Leatherface ritorna al cinema il 14 Settembre

Leatherface è l’horror che racconta le origini di una delle figure più terrificanti del cinema, Leatherface appunto o, come meglio lo conosce il pubblico italiano, Faccia di cuoio, protagonista sadico e crudele della saga cinematografica cult Non aprite quella porta.

Nel 1974 l’uscita di Non aprite quella porta, un horror autoprodotto da un allora sconosciuto Tobe Hooper, provocò un profondo turbamento nel pubblico di tutto il mondo. La storia prendeva spunto dalla figura del serial killer Ed Gein che uccideva le sue vittime e poi riutilizzava la loro pelle per creare svariati oggetti e indumenti tra cui una maschera. Il film ha fatto epoca ridefinendo il concetto di terrore ed è stato così significativo nel suo genere che dopo più di quarant’anni è ancora considerato uno dei film horror più celebri e discussi, ispirando poi un’intera generazione di filmmaker.

Leatherface non è un remake o un rehash di Non aprite quella porta ma è una storia originale, un altro tipo di racconto horror, che indaga sull’origine della saga e scava alle radici della nascita del suo iconografico personaggio con una narrazione quasi lirica.

Il film, molto crudo e violento, vuole raccontare attraverso sfumature viscerali, una componente emotiva appassionante, una dimensione di rapporti complessa e forte, le implicazioni psicologiche che hanno portato un ragazzo particolarmente fragile a compiere atti di efferata brutalità diventando il mostro che tutti noi conosciamo.

Leatherface, che vede il coinvolgimento diretto di Hooper in qualità di produttore esecutivo, è diretto da un duo di registi francesi composto da Alexandre Bustillo e Julien Maury che hanno ottenuto un notevole successo di critica con l’horror Inside. Il cast è formato da un gruppo di giovani talenti tra cui Finn Jones, il Loras Tyrell de Il Trono di Spade, e guidato da due attori di grande esperienza e notorietà come Lili Taylor (Maze Runner: La Fuga) e Stephen Dorff (Somewhere).

Leatherface trama

Quattro adolescenti violenti, scappati da un ospedale psichiatrico, rapiscono una giovane infermiera e la portano con loro in un viaggio all’inferno inseguiti da un poliziotto altrettanto squilibrato in cerca di vendetta. Uno dei ragazzi è destinato a vivere eventi tragici e una serie di orrori che distruggeranno la sua mente per sempre trasformandolo in un mostro noto come Leatherface, o Faccia di cuoio.

Lean On Pete: recensione del film di Andrew Haigh #Venezia74

Lean On Pete: recensione del film di Andrew Haigh #Venezia74

La vicinanza della famiglia e delle persone care è quello che ci permette di andare avanti e sopportare tutte le ingiustizie e le difficoltà della vita. Ma poter contare sull’appoggio degli altri è un lusso che alcuni non possono permettersi, ragazzi come Charlie, il piccolo grande protagonista di Lean On Pete, ultima fatica cinematografica di Andrew Haigh.

Tratto dal romanzo di Willy Vlautin dal titolo La ballata di Charley Thompson, il film racconta la storia di Charlie, un ragazzino di appena quindici anni che, dopo essere stato abbandonato dalla madre, ora vive con il padre, Ray, un don giovanni e fannullone seppur molto affettuoso nei confronti del figlio. Con entrambe le figure genitoriali quasi totalmente assenti, Charlie impara presto a cavarsela da solo e a sopravvivere lavorando per i poche decine di dollari. Ma tutto nella sua vita grazie all’incontro con un allenatore di cavalli da corsa senza scrupoli e il suo primo e unico amico, un puledro zoppo di nome Lean On Pete.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Dopo aver stregato nel 2011 il pubblico del Festival di Roma con il suo delicatissimo Weekend e più di recente quello del Sundance con 45 Years, il regista britannico porta nuovamente sul grande schermo un dramma familiare. Attraverso la straordinaria amicizia tra un cavallo e un ragazzino, il film ci accompagna per mano in un viaggio di crescita e formazione che pochi saranno in grado di dimenticare.

Lean On Pete – la recensione

Trasferitosi nei sobborghi di Portland con il padre, Charlie (Charlie Plummer) inizia a muovere i primi passi nella sua nuova vita. Dopo aver lasciato i suoi vecchi amici, la sua scuola e la squadra di football, il quindicenne è in attesa di riempire quel vuoto che sente correndo per le strade di quella città ancora sconosciuta. Con il padre troppo impegnato a sedurre le donne che a prendersi cura di lui, Charlie trova rifugio in un nuovo e sconosciuto lavoro; l’incontro casuale con Del Montgomery (Steve Buscemi) lo trascina nel mondo sporco e corrotto delle corse equine. E’ così che Charlie incontra il giovane e non troppo promettente Lean On Pete, un cavallo con un difetto ad una zampa che, in breve tempo, diventerà il suo migliore amico.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Ancora una volta Andrew Haigh dà sfoggio della sua incredibile sensibilità servendoci un road trip, quasi un film di formazione, dallo stile molto pulito ed essenziale ma che colpisce lo spettatore come un fiume in piena. Grazie infatti all’interpretazione di Charlie Plummer, un ragazzino dotato di un talento quasi imbarazzante per la recitazione, e alla storia così intima e coinvolgente, non c’è bisogno di nessun inutile abbellimento. Così come nel romanzo anche la versione cinematografica di Charlie, stanco di subire le angherie del destino, si rifiuta di lasciar andare il suo prezioso amico a quattro zampe e si mette in marcia da solo, come un moderno Huckleberry Finn alla volta di quello che spera possa essere un futuro migliore. Durante questo suo viaggio attraverso l’America più selvaggia e inospitale, il dolce Pete diventa il confidente del nostro protagonista che, pur essendo un ragazzino dall’aspetto stoico e incapace di lasciarsi andare a inutili sentimentalismi, riesce a liberarsi di alcuni dei suoi demoni grazie all’affetto silenzioso del suo gigante quadrupede.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Ma se a incantare è la bravura di Haigh nel trattare i sentimenti e le relazioni umane, il suo Lean On Pete presenta non pochi difetti soprattutto al livello narrativo. Dopo una lunga introduzione che termina con la partenza di Charlie, la storia, fino a quel momento molto scorrevole, subisce una repentina trasformazione. Il ritmo sostenuto della prima parte del film rallenta e anche gli intrecci narrativi sembrano gestiti dal regista in maniera assai superficiale; il protagonista durante il suo folle viaggio si trova a dover affrontare molte situazioni differenti e potenzialmente problematiche che si risolvono sempre in modo fortuito e approssimativo con Charlie che scappa e passa alla prossima avventura. Nonostante quindi non si possa definire uno dei migliori lavori del regista inglese, grazie alla sua incredibile delicatezza, Lean On Pete riuscirà a conquistare anche il più duro degli spettatori che finirà per sciogliersi in una valle di lacrime.

leggi anche: Venezia 74: First Reformed recensione del film con Ethan Hawke

League of Legends Trailer cinematografici del gioco!

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League of Legends Trailer cinematografici del gioco!

League of Legends-TrailerArrivano i primi due attesi Trailer del video game multiplayer League of Legends, annunciato come un’esperienza cinematografica, e vedendo i video è evidente

Leading Ladies: la HBO celebra le donne

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Leading Ladies: la HBO celebra le donne

Se vi dicessi di pensare ad una ragazza riccia e spettinata che cammina spaesata per le strade di una città affollata e noncurante di lei, con un tutù e un body rosa pallido, a chi pensereste? Ovviamente a lei, Carrie Bradshaw e questo vale anche per i maschi, perché la sigla di Sex and the City è rimasta indelebile nella nostra memoria, come la sua musichetta e sopratutto il logo finale che apriva la puntata, ovvero quello della HBO.

La storica emittente televisiva americana ha da sempre una particolare attenzione per il mondo femminile, producendo e mandando in onda serie come appunto quella delle quattro “ragazze” di New York, o più recentemente Big Little Lies, Veep o Insecure, tralasciando il Trono di Spade conosciuto in tutto il mondo e che nelle ultime stagioni ha visto il trionfo dei personaggi femminili, sia tra le file dei cattivi che tra quelle dei buoni.

Leading Ladies a Londra con HBO

Per celebrare la giornata internazionale della donna, l’8 marzo, a Londra, HBO ha organizzato la Leading Ladies, una serata tutta al femminile in un lussuosissimo albergo di Knisbridge raggruppando giornaliste e influencer all’insegna del girl power! (Persino la fotografa e la DJ erano donne).

La serata prevedeva la visione delle prime puntate di Insecure (da recuperare assolutamente) e la ormai famosa Big Little Lies. Al termine della visione si è tenuto un panel sul ruolo della donna all’interno dei media, a moderare l’incontro Clara Amfo di BBC Radio 1 che ha invitato sul palco la Award Winning Blogger Chidera, Gena Mour Barrett, scrittrice a Buzzfeed e, Natalie Jamieson, giornalista di Entertainment.

Tutte donne forti, che occupano un ruolo di primo piano nell’industria audiovisiva e della comunicazione e che lottano tutti i giorni per la loro posizione in un mondo in cui, come dichiarato dalla Jamieson, “se fai un figlio ti chiedono se sai a cosa vai incontro o se sei impazzita”, un universo lavorativo ancora molto maschilista e discriminante nel quale il gioco di squadra vince sempre. Un incontro interessante, divertente, fatto di confronto, glamour e tanti incredibili gadget nella splendida HBO bag in regalo.

Un’iniziativa che ha posto l’accento su un tema di attualità delicato e pieno di punti di vista, come quello del ruolo della donna nel mondo lavorativo dei media; con tutti i movimenti a sostegno femminile che sono nati dopo lo scandalo Weinstein, affrontare l’argomento con intelligenza, ironia e, perché no, bellissime serie tv, è uno dei modi migliori e HBO lo sa fare molto bene.

Lea Thompson propone di dirigere un reboot di Howard il papero

Lea Thompson propone di dirigere un reboot di Howard il papero

Lea Thompson è disposta a tornare come regista in un reboot di Howard il papero. L’uscita del trailer della serie animata Marvel: What If… ? ha scioccato il mondo degli appassionati rimescolando la storia e i personaggi, tanto da riportare sotto i riflettori il supereroe piumato.

La Thompson, che è forse meglio conosciuta come la mamma di Marty McFly nella trilogia di Ritorno al futuro, ha dichiarato in un recente tweet di amare follemente il personaggio tanto da proporsi alla Marvel come regista.

 

Nonostante la scarsa accoglienza al botteghino del film, il personaggio è comunque riuscito ad entrare nei cuori degli appassionati negli anni che hanno potuto apparire per i cameo dell’MCU in Guardiani della Galassia e Avengers: Endgame.

Vista la sua presenza ufficiale nel cast MCU, forse un eventuale film solista potrebbe non essere del tutto fuori questione. Il regista James Gunn ha già dimostrato che alcuni dei personaggi più eclettici della Marvel possono trasformarsi in ottimi film d’azione, se pensiamo che esistono già alberi parlanti e procioni antropomorfi come protagonisti chiave.

Non è la prima volta che la Thompson solleva l’idea di un reboot di Howard il Papero, già nel 2018 aveva parlato ai Marvel Studios del suo progetto destando anche l’interesse dei produttori, ma finì poi per essere abbandonato. Oltre a vantare una lunga carriera davanti alla macchina da presa, Thompson si è anche nell’universo concorrente della Marvel, ovvero DC, dirigendo un episodio di Stargirl.

Léa Seydoux: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Léa Seydoux: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Léa Seydoux, divenuta celebre grazie alla sua interpretazione in La vita di Adele, ha conquistato anno dopo anno sempre più riconoscimenti, dando forma ad una filmografia di tutto rispetto. Negli anni, il suo carisma e la sua bellezza le hanno permesso di ottenere sempre più ruoli di rilievo, affermandosi come una star internazionale senza eguali. Oggi l’attrice è infatti capace di destreggiarsi tra generi diversi, affermandosi ogni volta come una vera e propria forza della natura.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Léa Seydoux.

I film di Léa Seydoux

1. Ha recitato in celebri film. Léa Seydoux inizia a lavorare nel mondo della recitazione apparendo nei film Mes Copines, Une vieille maîtresse (2007), De la guerre – Della guerra (2008) e Des poupées et des anges (2008). Nel 2009 appare in un piccolo ruolo in Bastardi senza gloria, per poi recitare in Robin Hood (2010), Midnight in Paris (2011), Mission: Impossible – Protocollo fantasma (2011), Sister (2012). Nel 2013, l’attrice viene apprezzata grazie al suo ruolo in La vita di Adele. In seguito recita in Grand Budapest Hotel (2014), La bella e la bestia (2014), Saint Laurent (2014), The Lobster (2015), Spectre (2015), È solo la fine del mondo (2016), Kursk (2018), Roubaix, una luce nell’ombra (2019), No Time to Die (2021), France (2021) The French Dispatch (2021), Storia di mia moglie (2021), Tromperie – Inganno (2021), No Time to Die (2021), Un bel mattino (2022)
Crimes of the Future (2022) e The Beast (2023).

I film del 2024 di Léa Seydoux

Nel 2024 Léa Seydoux ha preso parte al film Dune – Parte Due, dove interpreta Lady Margot Fenring. Nello stesso anno ha poi preso parte al film Le Deuxième Acte, presentato al Festival di Cannes, dove recita accanto a Louis Garrel, Raphaël Quenard e Vincent Lindon.

Le Deuxième Acte Lèa Seydoux
Lèa Seydoux e Raphaël Quenard in Le Deuxième Acte.

Léa Seydoux ha recitato nella saga di 007

2. Léa Seydoux ha fatto il provino per il ruolo di Bond Girl da brilla. Per poco, Léa Seydoux stava rischiando di non ottenere il ruolo di Bond Girl per Spectre. Dopo la realizzazione del film, l’attrice francese ha dichiarato di aver bevuto un discreto quantitativo d’alcol prima di effettuare il provino, tanto da dimenticare alcune battute e da sbagliare la lettura del copione. La Seydoux chiese di poter tornare un altro giorno e, dopo aver dato vita ad un’ottima audizione, è riuscita ad aggiudicarsi il ruolo della dottoressa Madeleine Swann. Ha poi avuto modo di riprendere il personaggio anche nell’ultimo capitolo della saga, No Time to Die.

Léa Seydoux in Midnight in Paris

3. Ha recitato nel film di Woody Allen. Prima di diventare popolarissima a livello internazionale, la Seydoux è comparsa nel film Midnight in Paris di Woody Allen. In questo interpreta Gabrielle, la giovane che lavora in un negozio di oggetti d’antiquariato. Nel corso del film questa incrocerà in più occasioni il suo percorso con quello del protagonista, finendo col dar vita a del tenero tra di loro. Quello di Gabrielle, anche grazie all’interpretazione dell’attrice, è stato indicato come uno dei personaggi più belli di tutto il film.

 

Léa Seydoux in La vita di Adele

4. Si è preparata approfonditamente per il ruolo. La Seydoux aveva ottenuto la parte di Emma in La vita di Adele già ben dieci mesi prima dell’inizio delle riprese. Il regista si convinse infatti che l’attrice condivideva con il suo personaggio la bellezza, il tono della voce e l’intelligenza. Per potersi calare ulteriormente nei panni di Emma, l’attrice decise di prendere lezioni di pittura e scultura, attività praticate dal personaggio, come anche dedicarsi a numerose letture sulla filosofia. In aggiunta a ciò, lavorò anche da un punto di vista fisico per costruire la mascolinità di Emma. Seguì dunque un allenamento per acquisire massa muscolare, e guardò film di Marlon Brando e James Dean per studiare i loro atteggiamenti e la loro postura.

La vita di Adele Adèle Exarchopoulos Léa Seydoux
Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux in La vita di Adele

Léa Seydoux in The Lobster

5. Ha accettato subito di recitare nel film. Come raccontato durante un’intervista, l’attrice – che in The Lobster interpreta la leader dei solitari – ha accettato di partecipare al film prima ancora di leggere la sceneggiatura, avendo ammirato altre speculazioni assurde di Lanthimos sul linguaggio e sul comportamento umano, in particolare Dogtooth. “Mi piace lavorare con registi che hanno un loro universo. Per me il cinema è come una lingua: ognuno ha la sua forma”, ha dichiarato.

Léa Seydoux in Dune

6. È la prima attrice ad interpretare Lady Margot Fenring. Dune – Parte Due è il primo adattamento live-action di un romanzo della serie Dune a includere il personaggio di Lady Margot Fenring, che era stato escluso da Dune (1984), Dune – Il destino dell’universo (2000), I figli di Dune (2003) e Dune (2021). Elizabeth Debicki, Eva Green, Amy Adams, Natalie Dormer, Olivia Taylor Dudley e Gwyneth Paltrow sono state prese in considerazione per il ruolo prima che venisse scelta Seydoux.

Léa Seydoux ha recitato per il videogioco Death Stranding

7. Ha partecipato al celebre videogioco.  Nel 2019 l’attrice ha doppiato il personaggio chiamato Fragile, a cui ha donato anche le proprie fattezze, nel videogioco Death Stranding. Oltre a lei, si ritrovano in esso le partecipazioni degli attori Norman Reedus, Margaret Qualley e Mads Mikkelsen. Seydoux ha poi confermato che riprenderà il ruolo di Fragile anche nell’annunciato sequel Death Stranding 2: On the Beach, previsto per il 2025.

Léa Seydoux in The Lobster
Léa Seydoux in The Lobster. Foto di Despina Spyrou

Léa Seydoux, André Meyer e il figlio George Meyer

8. Léa Seydoux è una mamma amorevole. Nel gennaio del 2017, Léa Seydoux ha dato alla luce il figlio George, avuto dal compagno, anche lui francese, André Meyer. I due sono fidanzati da diversi anni e pare che la loro storia d’amore sia nata alla Mostra del Cinema di Venezia di qualche anno, precisamente nel 2013. Di loro non si sa molto, tranne che entrambi tengono molto all’educazione di loro figlio e lo accudiscono amorevolmente.

Léa Seydoux non è su Instagram

9. Non è presente sul social network. Benché esista un profilo verificato come leaseydoux_genuine, su questo si ritrova soltanto una fotografia, risalente al 2019, relativa al movimento Times Up. Su tale profilo l’attrice non ha mai postato altro, lasciando intendere il suo disinteresse nei confronti del social. È dunque possibile affermare che l’attrice non sia presente su Instagram, ma i suoi fan possono comunque ritrovare qui alcune pagine a lei dedicate con foto e video, utili per rimanere sempre aggiornati sulle sue attività.

L’età, l’altezza e il fisico di Léa Seydoux

10. Léa Seydoux è nata il 1 luglio 1985 a Passy, Parigi, Francia. L’attrice è alta complessivamente 1,68 metri. Considerata un’icona di bellezza, l’attrice lavorato anche come modella per numerose riviste e marchi, ma si vede “sempre come un’attrice”. Ha poi dimostrato di non avere problemi nel recitare nuda, dimostrando grande padronanza del proprio fisico.

Fonti: IMDb, thefamouspeople

Léa Seydoux sul movimento #MeToo in Francia: “È meraviglioso che le donne parlino apertamente”

Léa Seydoux ha commentato il crescente movimento #MeToo francese in occasione della conferenza stampa del Festival di Cannes per la commedia di Quentin Dupieux The Second Act, che ha aperto il festival martedì sera.

“È una cosa meravigliosa che le donne ora parlino apertamente. Le cose stanno chiaramente cambiando ed era giunto il momento di farlo”, ha detto. “Ho l’impressione che questo cambiamento sia effettivamente avvenuto. Anche il film gioca con questa idea, parla anche di eventi molto attuali e di questo movimento, in cui le donne ora parlano, e questo è stato di fondamentale importanza affinché questo cambiamento avvenisse”.

Seydoux ha continuato: “#MeToo è molto importante. È una questione molto seria. Credo però che sia necessario anche saperne parlare con umorismo. Nel film, questo viene evidenziato in un modo molto divertente. Sui set c’è rispetto, non c’è più questa familiarità, quando giriamo certe scene c’è più rispetto e sento un cambiamento globale”.

Alla conferenza stampa della giuria, la presidente Greta Gerwig ha dichiarato: “Ho visto cambiamenti sostanziali nella comunità cinematografica americana e penso che sia importante continuare ad espandere quella conversazione. Quindi penso che si stia solo muovendo tutto nella direzione corretta per mantenere aperte quelle linee di comunicazione”.

Léa Seydoux, un pilastro del cinema francese, ha guadagnato popolarità tra il pubblico di lingua inglese come Bond Girl in Spectre del 2015, e più recentemente ha interpretato il ruolo di Lady Margot in Dune: Parte Due di Denis Villeneuve.

Lea Seydoux sensuale e divertita per Prada

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La vedremo presto nei panni di una Bond Girl, probabilmente in una veste molto sexy e seriosa, ma Lea Seydoux sa anche prendersi alla leggera, come fa in maniera simpatica e maliziosa nel nuovo spot Prada. Eccola!

Nel 2005 appare nel videoclip Ne partons pas fâchés di Raphaël, diretto da Olivier Dahan. Nel 2006 partecipa, in uno dei ruoli principali, nel film per adolescenti Mes copines di Sylvie Ayme. Fa parte della selezione dei talenti a Cannes nel 2007 per il film La Consolation di Nicolas Klotz. Nel 2008 ottiene la notorietà grazie al personaggio di Junie nel film La Belle Personne di Christophe Honoré, un’interpretazione ampiamente apprezzata dalla critica. Appare anche in una delle pubblicità di Levi’s 501, nel ruolo della ragazza che si toglie i vestiti mentre sotto ne compaiono altri.

Nel 2009 viene scelta da Quentin Tarantino per un piccolo ruolo in Bastardi senza gloria, nel ruolo di Charlotte LaPadite, e l’anno successivo lavora con Ridley Scott in Robin Hood, interpretando Isabella d’Angoulême, consorte del Principe Giovanni. Sempre nel 2010 è protagonista nel film Belle Épine di Rebecca Zlotowski, presentato alla 49ª Settimana della Critica al festival di Cannes. Partecipa anche al cortometraggio Petit tailleur di Louis Garrel e ai film Roses à crédit di Amos Gitai e Mystères de Lisbonne di Raoul Ruiz. Léa Seydoux compare in un piccolo ruolo in Midnight in Paris di Woody Allen, dove interpreta la ragazza che lavora al mercato delle pulci, a Mission: Impossible – Ghost Protocol di Brad Bird, e in Les Adieux à la Reine di Benoît Jacquot.

Nel 2011 è la protagonista negli spot pubblicitari del profumo Prada Candy di Prada. Nel 2012 è protagonista del film Sister di Ursula Meier. Nel 2013 torna a reclamizzare Prada Candy in una serie di tre spot diretti da Wes Anderson e Roman Coppola. Sempre nel 2013 vince la Palma d’oro con il film La vita di Adele al Festival di Cannes. Con la co-star Adele Exarchopoulos ha posato per una campagna della casa di moda Miu Miu. A dicembre 2014 viene scelta come nuova Bond girl in Spectre, ventiquattresimo capitolo della serie cinematografica di 007, diretto da Sam Mendes.

Léa Seydoux ritiene difficile essere una donna a Hollywood: “Perdi la tua libertà”

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Léa Seydoux è una delle attrici di punta del suo paese d’origine, la Francia, ma nel tempo è passata con successo anche a Hollywood in franchise come James Bond (“Spectre” e “No Time To Die“) e “Dune” (dove ricopre il ruolo di Lady Margot Fenring). Ma la Seydoux ha recentemente dichiarato ad Harper’s Bazaar U.K. che trova molto più facile essere un’attrice in Europa che non in America.”L’industria americana, la trovo dura nei confronti delle donne“, ha detto la Seydoux. “Per le donne è difficile invecchiare. Non voglio avere paura di non essere desiderabile o di perdere il mio contratto. In America è una questione economica, e quando diventa una questione di soldi si perde la libertà”.

Non mi sento a mio agio con il fatto che si debbano spuntare tutte le caselle. Essere una donna sullo schermo è più facile in Europa“. “Ho più libertà perché sono un’attrice europea, il che mi si addice“, ha continuato la Seydoux. “Non cerco di essere popolare, cerco solo di divertirmi. In America devi conformarti. Ma non voglio adattarmi al sistema, voglio che il sistema si adatti a me!“. Léa Seydoux ha anche aggiunto che “è difficile per una persona che non è totalmente americana essere protagonista di un film di Hollywood” e che lei “prende quello che trova” in termini di ruoli nei grandi film dello studio.

L’attrice non rigetta però del tutto il suo lavoro negli Stati Uniti e aveva comunque dichiarato a IndieWire nel 2022 che uno dei motivi per cui le è piaciuto venire a Hollywood a fare film è perché “sento che in America le persone hanno più immaginazione“. “Mi sono stati offerti film molto, molto lontani da quello che ho fatto e ho pensato: “Oh. Interessante”. Mi piace sentire che posso adattarmi. Per me, questo è molto esotico“, ha aggiunto all’epoca. “Faccio i film che vorrei vedere. È l’unico modo che scelgo“. Attualmente, Léa Seydoux è al cinema con Dune – Parte Due (qui la nostra recensione).

Léa Seydoux protagonista con Josh O’Connor del film ‘Separate Rooms’ di Luca Guadagnino

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Come riportato da Deadline, Léa Seydoux (Dune – Parte Due) è stata ufficialmente scritturata per recitare al fianco di Josh O’Connor (Challengers) in Separate Rooms, il prossimo film di Luca Guadagnino. Il film sarà l’adattamento del romanzo del 1989 dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, dove si narra in modo non cronologico della storia d’amore tra lo scrittore iconoclasta italiano Leo (O’Connor) e il suo traduttore Thomas. Al momento non sono stati resi noti i dettagli sul ruolo della Seydoux, anche se potrebbe interpretare la ragazza con cui Thomas intraprende una relazione ad un certo punto del racconto.

Léa Seydoux, attrice tra l’Europa e gli Stati Uniti

Conosciuta soprattutto per aver recitato nei film di James Bond Spectre e No Time To Die, oltre che nel film vincitore della Palma d’Oro La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, l’attrice francese Léa Seydoux è attualmente impegnata nel ruolo di Lady Margot Fenring in Dune – Parte Due di Denis Villeneuve, che probabilmente riprenderà anche in Dune – Parte Tre. Tra gli altri film recenti dell’attrice figurano Crimes of the Future di David Cronenberg, presentato in anteprima a Cannes, il dramma La Bete di Bertrand Bonello, uscito a Venezia, e Un bel mattino di Mia Hansen-Løve, che ha partecipato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes.

Richiesta dali autori di tutto il mondo, Léa Seydoux è stata vista in precedenza anche in The French Dispatch e The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, oltre che in The Lobster di Yorgos Lanthimos e Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino.

Cosa c’è da sapere su Separate Rooms

In Separate Rooms, il trentenne Leo viaggia attraverso Milano, Parigi, Londra e Firenze, mentre Thomas è un giovane pianista berlinese che vive temporaneamente a Parigi quando incrocia per la prima volta Leo. Il libro è diviso in tre parti, chiamate “movimenti”, che alternano flashback e riflessioni. Dopo essersi conosciuti a Parigi, gli amanti iniziano una lunga relazione, incontrandosi e viaggiando insieme in diverse città europee per un periodo di tre anni. I due si incontrano quando lo desiderano, ma vivono separati, appartandosi nelle rispettive solitudini, anche se spesso si scrivono. A un certo punto, Thomas inizia una relazione con una ragazza, che rende Leo profondamente geloso. Poi a Thomas viene diagnosticata una malattia che lo porterà alla morte nella sua città natale, Monaco.

Gran parte del libro, che inizia con la chiamata di Leo a Monaco di Baviera per dare l’addio al suo ex amante, descrive il lutto di Leo e la sua graduale guarigione, mentre ricorda i suoi viaggi in Inghilterra e negli Stati Uniti. Separate Rooms, che probabilmente sarà il prossimo film di Guadagnino, è prodotto dall’italiano Lorenzo Mieli nell’ambito del suo accordo con Fremantle. La sceneggiatura è di Francesca Manieri, che ha collaborato con Guadagnino nella serie Sky/HBO We Are Who We Are. Il film con ogni probabilità sarà presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Lea Seydoux non sostituisce Carla Bruni

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In relazione alle voci diffusesi, secondo le quali l’attrice francese Léa Seydoux avrebbe rigirato le scene di Carla Bruni nell’ultimo film di Woody Allen, Midnight in Paris, è giunta la smentita della diretta interessata.

Lea Seydoux e Charlie Hunnam nel film di Drake Doremus

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Lea Seydoux (Spectre) e Charlie Hunnam (Pacific Rim) sono entrati a far parte del cast del nuovo film di Drake Doremus, che racconterà “una storia d’amore unica”.

Doremus, lo ricordiamo, è il regista di Like Crazy e Equals. La sceneggiatura del film è stata affidata a Rich Greenberg.

Ridley Scott, con la sua Scott Free Productions, si occuperà di produrre il film.

Dopo essere stata una bond girl in Spectre, Lea Seydoux sarà trai protagonisti di Juste la fin du monde, l’ultimo lungometraggio scritto e diretto da Xavier Dolan. Charlie Hunnam invece è pronto a impugnare Excalibur in King Arthur: Legend of the Sword, nuova pellicola di Guy Ritchie, in cui interpreterà il leggendario Re Artù.

Fonte: Hollywood Reporter

Léa Seydoux commenta le voci su Gambit

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Continuano gli aggiornamenti relativi al casting del film su Gambit, che vedrà Channing Tatum nei panni dell’Eroe Marvel. Qualche settimana fa si è diffusa la voce di una possibile trattativa con l’attrice Léa Seydoux per il ruolo di protagonista femminile. Ebbene oggi a commentare quella voce è l’attrice in persona:

“Senti, no non ho firmato per Gambit, quindi non posso fare nessun annuncio ufficiale, non ho informazioni.” 

Probabilmente dato che l’intervista è stata realizzata prima dell’annuncio dell’abbandono di Rupert Wyatt, l’attrice non è stata ancora ingaggiata ufficialmente dunque non può forse esporsi ma dato che ora sappiamo che il film ora sarà diretto da Doug Liman, probabile un imminente annuncio.

Ecco l’intervista:

https://youtu.be/CvcRdDvb8A8

Via CBM

Lea Michele nel cast di Sons of Anarchy 7

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Glee 6-lea-micheleNew entry rilevante nel cast di Sons of Anarchy 7, l’atteso settimo ciclo di episodi della serie di successo targata FX. Si tratta della nota attrice Lea Michele, interprete della serie di successo della Fox, Glee. Lea Michele interpreterà il ruolo di Gertie, una cameriera all’interno di un bar frequentato principalmente da camionisti e madre single, che si rivolgerà a Gemma in un momento di estrema difficoltà.

Sons of Anarchy è una serie televisiva di azione statunitense trasmessa da FX a partire dal 2008, ideata e co-prodotta da Kurt Sutter. La serie narra le vicende di un club di motociclisti chiamato Sons of Anarchy ed è ambientata nella città immaginaria di Charming, situata nellaValle di San Joaquin in California. Dopo essere stata rinnovata per una sesta stagione, composta come le precedenti da 13 episodi, il 3 febbraio 2012 FX ha annunciato il rinnovo anche per la settima ed ultima stagione. Sons of Anarchy è un fittizio club di motociclisti a cui sono affiliati diversi gruppi (charters) principalmente sulla costa occidentale degli Stati Uniti, ma anche in Irlanda, nel Regno Unito e in Svezia.

Le weekend: Clip del film con Jim Broadbent

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Le weekendil nuovo film di Roger Michell, regista di Notting Hill, con Jim Broadbent e Linsday Duncan, che arriverà in Italia il 12 giugno con Lucky Red.

Le weekendNick e Meg (Jim Broadbent e Lindsay Duncan)  sono una coppia inglese di ultracinquantenni: lui professore universitario, lei insegnante di liceo.

Decidono di festeggiare il loro trentesimo anniversario di matrimonio tornando per un weekend a Parigi, dove avevano trascorso la loro luna di miele. L’incontro inaspettato con un vecchio amico, Morgan (Jeff Goldblum), riuscirà a far capire a Nick tutto quello a cui tiene davvero nella vita, e nel suo matrimonio con Meg.

Le Week-end: recensione del film con Jim Broadbent

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Roger Michell, regista di Le Week-end, è un esperto di commedie romantiche: è infatti dietro la macchina da presa anche in Notting Hill, la commedia romantica anni ’90 con protagonisti Hugh Grant e Julia Roberts. In quel caso, la storia ruotava attorno alla favola di Cenerentola al maschile; il bel Hugh, libraio dell’elegante quartiere di Londra si innamora, e fa innamorare, una grande star del cinema americano, con l’arma più semplice: essere se stesso.

In Le Week-end Meg e Nick sono una coppia inglese, per il loro trentesimo anniversario di matrimonio decidono di attraversare La Manica e passare un week-end nella città dell’amore: Parigi, per fare un salto nel passato della loro giovinezza, che sia di auspicio per il futuro.

Nella storia di Meg e Nick invece la situazione è ben diversa: la coppia è solida, forse un po’ stanca, ne ha passate molte, tra cui il ’68 di cui, nel corso del film, finisce per rinnovare i fasti di anarchia e libertà, ma è arrivata ad un punto di svolta: i figli (finalmente) se ne sono andati di casa, e ora inizia la seconda fase della loro vita.

Le Week-end

Tutti e due hanno appena vissuto un cambiamento di carriera, e il viaggio, inizialmente una scusa per ricordare i bei tempi andati, si trasformerà in un tentativo di rottura dei canoni di alcuni stereotipi sull’amore, soprattutto quello da una certa età in poi, e quello del comportamento maturo. I due infatti non sembrano voler rinunciare alla vita così come se la ricordano, e ne ripercorrono alcuni episodi e alcune scene iconiche che, si intuisce, ha segnato la loro giovinezza, come il balletto di Band à part, film di Jean-Luc Godard che ispirò anche Quentin Tarantino.

Molto del peso del film è sulle spalle, solide, di Jim Broadbent, il contraltare maschile di Judy Dench, imponente attore inglese multifacce, che riesce ad essere un uomo passionale, fragile, deciso e innamorato e farci immedesimare perfettamente nei sentimenti del suo Nick, nella sua voglia di stabilità degli affetti, che Meg (Lindsay Duncan) sottovaluta un po’.

A completare il terzetto si unisce anche Jeff Goldblum, che quest’anno è ritornato in grande forma sugli schermi con questo film e l’ultima fatica di Wes Anderson, Grand Budapest Hotel. Questo film probabilmente segue il successo del film di Anderson, e sfrutta l’immagine meravigliosa, inequivocabile, di Parigi, a cui sono dedicate molte sequenze panoramiche che ne rivelano l’assoluto fascino, e l’aria di una commedia sofisticata, che a tratti ricorda Woody Allen degli anni ’70, ma senza il suo cinismo.

Le voci di Rio raccontano il film alla stampa

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All’anteprima di Rio, film d’animazione in uscita il 15 aprile, presentato Domenica 3 aprile allo Space Moderno di Roma, ha fatto seguito la conferenza stampa con i doppiatori italiani. Fabio De Luigi (Blu), Victoria Cabello (Gioiel),  Pino Insegno (il tucano Rafael), Mario Biondi (il perfido pappagallo Miguel), Josè Altafini (il bulldog Luiz), Emilio Carelli, direttore di Sky Tg 24 e Francesco Castelnuovo (entrambi le due spalle dell’antagonista principale) hanno animato la divertente presentazione costellata da battute e da un paio di domande poste dai figli dei giornalisti che avevano assistito all’anteprima e scorrazzavano divertiti fra le sedie della conferenza stampa.

Le Voci Del Cinema: il 14 novembre il festival del doppiaggio

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Le Voci Del Cinema: il 14 novembre il festival del doppiaggio

Il 14 novembre alle 21.00 presso il Teatro Cassia in Via Santa Giovanna Elisabetta 69, Roma, si terrà l’edizione 2015 del Festival “Le Voci Del Cinema”.

Sarà possibile votare il migliore doppiatore dell’anno, che si aggiudicherà il Microfono d’Oro, sul sito www.doppiatoriitaliani.com.

La diretta dell’evento sarà trasmessa su www.formatradio.it e la partecipazione è gratuita.

ospiti della serata saranno celebri doppiatori come Francesco Pezzulli (voce ufficiale di Radio DeeJay, Leonardo Di Caprio e Anakin Skywalker in Star Wars) e molti altri.

Info e prenotazioni al 3335313113 (nei feriali dalle 17:00 alle 20:00, il sabato dalle 13:00 alle 19:00).

Le vite degli altri: recensione del film premio Oscar

Le vite degli altri: recensione del film premio Oscar

Le vite degli altri è il film premio Oscar del 2006 di Florian Henckel Von Donnersmarck con protagonisti Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme.

Anno: 2006

Regia: Florian Henckel Von Donnersmarck

Cast: Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme

Le vite degli altriA Berlino Est, nel 1984, gli uomini di cultura che possono lavorare senza scendere a patti con il regime comunista sono ormai pochissimi. Tra essi il drammaturgo e scrittore Georg Dreyman (Sebastian Koch) e la sua compagna, l’attrice Christa-Maria Sieland (Martina Gedeck), spiccano proprio per la fama di cui godono nonostante la situazione politica.

Tale stato di cose, però, è destinato a mutare quando il ministro della Cultura si innamora di Christa-Maria: infatti il politico, per averla tutta per sé, fa mettere sotto sorveglianza Dreyman nel tentativo di “toglierlo di mezzo”. Trovare delle prove che dimostrino l’avversione del drammaturgo al regime diventa quindi il compito principale dell’inflessibile agente Gerd Wiesler, nome in codice HGW XX/7 (Ulrich Mühe).

Quest’ultimo, cresciuto nella Stasi con il solo obiettivo di scovare possibili traditori, addestrato ad agire come una macchina e a pensare seguendo unicamente le regole del regime, una volta ricevuto l’incarico, riempie la casa di Dreyman di microfoni e inizia una sorveglianza serrata per incastrare il drammaturgo. Il suo insinuarsi nelle vite degli altri, però, porta con sé un effetto imprevisto: Wiesler, freddo e rigoroso simbolo di un regime che alla sua gente non concede nulla più che la mera sopravvivenza, grazie al contatto con la poesia, la passione e l’amore che abitano la vita di Dreyman, comincia a conoscere la coppia, a “coprire” gli indizi che potrebbero portarla alla rovina e a rischiare in prima persona per cercare di salvare la loro felicità e la loro vita.

Le vite degli altri, opera prima e meritatamente pluripremiata di Florian Henckel Von Donnersmarck, è un film che lascia senza fiato e in cui ogni elemento viene dosato perfettamente. Il clima di terrore e sospetto, reso con le immagini di una Berlino grigia, fredda e inospitale, trova il suo complementare nel clima di sicurezza della casa di Dreyman, il rifugio degli intellettuali, un luogo accogliente dalla luce invitante, calda. La corruzione, l’ottusità e l’immoralità, impersonificate dagli uomini di potere, hanno come contropartita l’onestà e la coerenza, incarnate dagli uomini di cultura.

Il vero fulcro di Le vite degli altri resta però il processo che vede la vita dell’agente Wiesler, eroe anonimo, povero di beni e sentimenti, dall’anima riarsa, assorbita dal dovere e dal lavoro, intrecciarsi a quella del drammaturgo, piena di idee, progetti, pensieri, amore.

Le vite degli altri

Le vite degli altriIl lento modificarsi dell’agente della Stasi, il suo insinuarsi in una vita non sua e il suo sforzo per proteggere quella vita agognata sono, infatti, il cuore del film.

Il sacrificio silenzioso di HGW XX/7 è un tradimento ai danni del comunismo, un cambio di alleanze e una scelta consapevole e coraggiosa compiuta per salvare un uomo che è riuscito a toccargli l’anima. 

Ed è proprio questo cambio di schieramento che il regista sottolinea in una delle scene finali, quando, con un movimento di macchina veloce, brusco, sposta l’inquadratura da un agente della Stasi che chiede esplicitamente a Wiesler da che parte sta, al volto del protagonista,  impassibile ma allo stesso tempo mutato, poiché conscio delle proprie scelte.

Le vite degli altri è un film assolutamente da vedere. E rivedere. E rivedere ancora.

Le vite degli altri in streaming su infinity

Le vite degli altri: recensione del film di F.H. Von Donnersmarck

Le vite degli altri è il film cult del 2006 diretto da F.H. Von Donnersmarck e con protagonisti un cast tutto tedesco composto da Ulrich Mühe, Martina Gedeck, Sebastian Koch, Ulrich Tukur

Le vite degli altri, la trama: Berlino Est, anno 1984. Il famoso drammaturgo ed intellettuale Georg Dreyman (Sebastian Koch) non è considerato un nemico dal regime tanto da entrare persino nelle grazie della moglie del primo ministro, Margot Honeker. Quando il viscido ministro della cultura Bruno Hempf (Thomas Thieme) posa gli occhi sulla compagna di Dreyman, la bella ed affascinante attrice Christa Maria Sieland (Martina Gedeck), la vita del drammaturgo finisce sotto il controllo della STASI, la polizia politica della DDR, speranzosa di incastrarlo. Ed è così che la casa di Dreyman viene disseminata di microfoni e ricetrasmittenti, controllata 24 ore su 24 sotto la severa e rigida responsabilità dello scrupoloso capitano Gerd Wiesler (Ulriche Muhe). Così mentre il ministro Hempf costringe la bella Crista a concedersi ai suoi capricci in cambio di una luminosa carriera teatrale, Dreyman, sconvolto dal suicidio di un amico regista e dissidente politico, si decide ad iniziare un’anonima campagna di denuncia al regime. La lotta al potere sembra avere un esito scontato ma a volte anche negli uomini più ossequiosi e ligi al loro dovere può germogliare un risveglio della coscienza, e gli eventi possono prendere strade imprevedibili.

Dopo un’incetta di premi e riconoscimenti in giro per tutta l’Europa, Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck ottiene nel 2007 anche il premio più ambito: l’Oscar per il miglior film straniero, il terzo nella storia del cinema tedesco. Intenso e coinvolgente dramma politico-sociale diretto con equilibrio e sorretto da una sceneggiatura di spessore e di grande linearità. Interpreti impeccabili che con grande misura e compostezza riescono ad esprimere con grande efficacia il carattere di personaggi dal tratto ben definito. Oltre agli ottimi Sebastian Koch e Martina Gedeck, amanti appassionati ma mai sopra le righe, evidenziamo l’enigmatica quanto intensa interpretazione di Ulriche Muhe, bravissimo nel disegnare i contorni del leale e fedele servo del regime che però si allontana gradualmente da esso quando per primo intuisce la fine di quel mondo.

Le vite degli altri è un intensissimo dramma che si consuma nel particolarissimo contesto di una Germania dell’Est sull’orlo della sua stessa dissoluzione; il tramonto di un mondo e di un’ideologia a cui gli stessi membri del partito, forse, non credono più. Corruzione, interessi personali, ambizioni puramente materiali hanno sostituito ormai qualsiasi utopia socialista e il disilluso capitano Wiesler interpreta e raffigura proprio questa presa di coscienza. Allora anziché continuare a servire lussuriosi e aridi funzionari di partito senza alcun valore umano e politico, meglio tradire e proteggere coloro che si doveva, ingiustamente, rovinare. Un film che, nel titolo stesso, sottolinea l’invasione selvaggia ed indiscriminata nella privacy delle persone completamente private della loro intimità, caratteristica distintiva del passato regime comunista della Germania orientale. Un tema, quello del diritto alla privacy, che forse anche nella società iper-informatizzata di oggi assume ogni giorno di più un’attualità sempre più stringente.

Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck è un film da vedere perchè è ben fatto, coinvolge pur non ricorrendo ad una volgarità che sia una, e conferma l’ottima salute in cui versa recentemente l’apprezzabilissimo cinema tedesco.

Le vie del cinema da Cannes a Roma: programma dal 10 a 16 Giugno

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Le vie del cinema da Cannes a RomaSi svolgerà dal 10 al 16 Giugno 2014 la XVIII edizione di LE VIE DEL CINEMA DA CANNES A ROMA, la storica rassegna che porta i film della Croisette nella Capitale, pochi giorni dopo la chiusura del principale festival cinematografico del mondo.

La manifestazione è organizzata dall’ANEC Lazio con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, e in collaborazione con i Venice Days – Giornate Degli Autori.

In programma oltre 20 lungometraggi tra i più importanti visti a Cannes: titoli provenienti da Concorso, Fuori Concorso, Un Certain Regard, Cannes Classic e Quinzaine des Réalisateurs, tutti proposti in anteprima assoluta e in versione originale con sottotitoli italiani.

Le proiezioni si terranno in quattro sale di Roma: AlcazarEden Film CenterGreenwich e Quattro Fontane. Eccezionalmente previste per questa 18^ edizione, le repliche dei film anche in alcune sale del Lazio: Cinema Palma di Trevignano (Roma), Cinema Oxer di Latina, Cinema Moderno di Rieti e Cinema Etrusco di Tarquinia (Viterbo).

Anche quest’anno gli spettatori potranno vedere molti dei film premiati: a cominciare dal vincitore della Palma d’oro e del premio FIPRESCI della critica internazionale, WINTER SLEEPdel regista turco Nuri Bilge Ceylan, un intenso ed emozionante viaggio nell’animo umano, tra Bergman e Cechov.

Direttamente dal palmarés anche LEVIATHAN di Andrei Zvyagintsey (già Leone d’oro per Il ritorno), vincitore del Premio per la migliore sceneggiatura, e MOMMY, nuova conferma del grande talento del giovanissimo canadese Xavier Dolan, che ha ottenuto il Premio Della Giuria.

Non meno attesi gli altri titoli del Concorso offerti al pubblico: da DEUX JOURS, UNE NUIT dei fratelli Dardenne, che stavolta dirigono una star internazionale come Marion Cotillard, aJIMMY’S HALL di Ken Loach, sulla storia vera del “comunista” irlandese Jimmy Gralton. E ancora SILS MARIA di Olivier Assayas, col suo confronto tra le dive Juliette Binoche e Kristen Stewart sullo sfondo delle Alpi svizzere, RELATOS SALVAJES (Wild Tales) di Damián Szifrone, scatenata commedia nera argentina prodotta da Almodovar, e TIMBUKTU diAbderrahmane Sissako, che tra rigore e sorprendente ironia racconta la follia quotidiana del fondamentalismo.

Dal Fuori Concorso arriva invece il commovente GUI LAI (Coming Home), il film che riunisce il regista Zhang Yimou e la sua musa per eccellenza, Gong Li.

Da Un Certain Regard non poteva mancare il film vincitore PARTY GIRL di Marie AmachoukeliClaire BurgerSamuel Theis, premiato anche con la Caméra d’Or come migliore opera prima di tutto il festival; mentre arriva da Cannes Classic il cortometraggio VOCE UMANA di Edoardo Ponti, straordinaria prova d’attrice per Sophia Loren, che qui si confronta con uno dei monologhi più celebri del ‘900, scritto da Jean Cocteau e già portato sullo schermo da Anna Magnani.

Piccolo solo per durata, ma salutato con grande favore, un altro corto italiano, LIEVITO MADRE di Fulvio Risulto, terzo classificato alla Cinéfondation.

Confermata l’attenzione per la Quinzaine des Réalisateurs, sezione autonoma che garantisce uno sguardo attento alle novità ma anche ai grandi autori. Tra i titoli in programma segnaliamo LES COMBATTANTS (Love at First Fight) di Thomas Cailley, vincitore dei premi Label Europa Cinemas, Sacd e Art Cinema Award; il nuovo film del grande documentaristaFrederick WisemanNATIONAL GALLERY, dedicato al celebre museo londinese; il ritorno del maestro John Boorman con QUEEN AND COUNTRY, racconto di formazione autobiografico nell’Inghilterra degli anni ’50; il travolgente PRIDE di Matthew Warchus, ispirato ad una storia vera e salutato da una delle standing ovation più lunghe del festival; e per gli amanti del brivido il nuovo, disturbante film del belga Fabrice Du WelzALLÉLUIA, e la versione restaurata di NON APRITE QUELLA PORTA (The Texas Chainsaw Massacre) di Tobe Hooper, che dopo quarant’anni non smette di far paura.

INGRESSI e PROMOZIONI:
Intero: 7 euro.
Ridotto: 6 euro (riservato a: Studenti universitari, over 60, iscritti SNCCI).
In più, con la Fidelity card, ogni 5 ingressi 1 è in omaggio.

Le vie del Cinema da Cannes a Roma: prime info

Appena conclusa la 65ma edizione del Festival di Cannes, Roma propone un’ampia selezione dei film presentati sulla Croisette: in programma circa 30 film in anteprima assoluta,

Le vie del cinema da Cannes a Roma: presentato il programma

Le vie del cinema da Cannes a Roma: presentato il programma

Si è svolta presso l’Auditorium Parco della Musica la presentazione della rassegna Le vie del cinema da Cannes a Roma, XIX edizione, che ogni anno porta nella Capitale in anteprima il meglio del Festival di Cannes. La manifestazione, diretta da Georgette Ranucci, si deve ad ANEC Lazio e il suo Presidente, Giorgio Ferrero, ricorda: “fa parte della nostra iniziativa Il cinema attraverso i grandi festival, che portiamo avanti da diversi anni per rendere accessibili a tutti i grandi festival, in questo caso Cannes per la città di Roma”. Ma anche alla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma Capitale e, per la prima volta, della Fondazione Cinema per Roma. Dal 10 al 15 giugno dunque, alcune delle pellicole più significative di Cannes arriveranno in quattro sale romane – Intrastevere, Alcazar, Eden Film Center e Giulio Cesare.

Le vie del cinema da Cannes a RomaGiovanna Marinelli, Assessore Cultura e Turismo di Roma Capitale: “C’è un legame antico con i grandi festival a Roma, che nasce da un’idea di Gianni Borgna e dalla convinzione che sia importante lavorare per ridare una veste internazionale il più forte ed evidente possibile a Roma. Quest’iniziativa, poi, ha un posto di primo piano all’interno del Mese della Cultura internazionale, che prevede oltre 100 eventi internazionali a Roma”.

Piera Detassis, Presidente di Fondazione Cinema per Roma: “Sono felice di avere iniziato un dialogo con ANEC Lazio, per noi le sale sono fondamentali. Lo è diffondere il lavoro della Fondazione e della Festa del Cinema nella città. Cannes a Roma è un’esperienza straordinaria di pubblico e d’intensità culturale. Inoltre crea un grande passaparola, importante per il cinema”.

Purtroppo, ad oggi in programma non è presente il film Palma d’Oro. Spiega Georgette Ranucci: “Non abbiamo incluso il film Dheepan di Audiard, perché il regista sta trattando con la produzione per rimettere mano ai titoli di coda. Se la produzione glie lo concederà, non potremo avere il film. Speriamo fino all’ultimo che il problema si risolva, in questo caso gli dedicheremo una proiezione speciale martedì 16 al cinema Quattro Fontane”. Mentre afferma che l’assenza di altri titoli attesi, come The assassin, Premio per la miglior regia a Hou Hsiao-Hsien, o La loi du marché, Premio come miglior attore a Vincent Lindon, si deve alla difficoltà di alcuni distributori italiani ad ottenere i film in tempo utile per la rassegna, immediatamente successiva a Cannes.

Dei film in concorso sono presenti invece Mon roi di Maïwenn Le Besco, Premio come miglior attrice, ex aequo con Rooney Mara, a Emmanuelle Bercot – anche regista di La tete haute, nella sezione Fuori Concorso – l’opera prima dell’ungherese László Nemes, il drammatico Son of Saul, Gran Prix e Premio Fipresci, The lobster di Yorgos Lanthimos, Premio della giuria, e l’atteso film cinese Mountains may de part di Jia Zhang-K.

Nell’illustrare il programma, che definisce “vasto e attento a un pubblico di qualità”, il Direttore Artistico sottolinea i film della Quinzaine de Réalisateurs, “il cuore della rassegna, una sezione che ha sempre offerto film originali, che non avrete più la possibilità di vedere, perche molti di essi non sono stati comprati”. Tra questi, il documentario di Marcia Tambutti Allende su suo nonno, dal titolo Allende, mi abuelo Allende, Premio al miglior documentario; ma anche A perfect day dello spagnolo Fernando León de Aranoa, con Benicio del Toro e Tim Robbins; i francesi Trois souvenirs de ma jeunesse di Arnaud Desplechin e Le cowboys, opera prima di Thomas Bidegain, già sceneggiatore di Audiard; passando per il franco-marocchino Much loved, di Nabil Ayouch, sulla prostituzione in Marocco, che ha visto un gruppo di donne denunciare la violenza del regime ed è stato vietato nel paese.

Dalla Semaine de la Critique, ecco il colombiano La tierra y la sombra di Césare Augusto Acevedo, Premio Camera d’Or, mentre da Un Certain Regard arriva il vincitore del premio omonimo, il film islandese Hrutar (Rams).

Le pellicole sono presentate in lingua originale, sottotitolata.

Le vie del cinema 2012: dal 3 all’8 Luglio, ecco il programma!

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Le vie del cinema 2012: dal 3 all’8 Luglio, ecco il programma!

Si svolgerà dal 3 all’8 luglio a Narni (TR) la XVIII edizione di “Le vie del cinema”, la Rassegna di cinema restaurato ad ingresso gratuito, diretta da Alberto Crespi e Giuliano Montaldo

Le verità: recensione del film di Hirokazu Kore-eda #Venezia76

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Le verità: recensione del film di Hirokazu Kore-eda #Venezia76

Ai registi di fama internazionale e di livello artistico riconosciuto può capitare di sentirsi disorientati nel momento in cui decidono di dirigere un film in un’altra lingua e di produrre film in un territorio che non è il loro di origine, e il timore era lo stesso anche per Hirokazu Kore-eda con Le verità, titolo di apertura, in Concorso, di Venezia 76.

Il regista di Un affare di famiglia poteva inciampare nello scalino su cui sono caduti autori del calibro di Asghar Farhadi e Ingmar Bergman, fino al recente caso di Xavier Dolan, e invece riesce ad aggirare l’ostacolo, senza consegnare al suo pubblico il suo film migliore, ma regalando comunque il suo tocco personale alla storia.

Le verità, basato su una piece teatrale, racconta di Fabienne, grande star del cinema francese che volge ai 70 anni, e del rapporto che ha con la figlia, sceneggiatrice che è dovuta scappare negli USA per allontanasi dalla presenza ingombrante della madre. Nel loro rapporto conflittuale si inseriscono molti personaggi, dal passato e dal presente, ad arricchire e scombussolare ancora di più la loro relazione.

Le verità è un film di un umorismo sottile, un racconto fluido in cui Kore-eda riesce a diluire i temi che gli sono cari, in particolare quelli legati all’ambito familiare, con un tono ironico che non sempre gli appartiene ma che si sposa alla perfezione con i tempi degli attori, in particolare della magnifica Catherine Deneuve e dell’altrettanto brava Juliette Binoche.

Il regista giapponese riesce a infondere nella storia, soprattutto nel personaggio della giovanissima Charlotte, una dolcezza che arriva allo spettatore con grande immediatezza ed è direttamente mutuato dal modo che ha Kore-eda di raccontare.

La scelta del titolo, che in italiano è declinato al plurale, sembra stare ad indicare tutti quei segreti, quegli atteggiamenti, quelle scelte che nel corso della vita hanno condizionato e ostacolato le due donne nel loro approccio reciproco. La verità è quello che nessuna delle due conosce sull’altra ed è quella che non si riesce mai a dire, soprattutto per Fabienne, attrice anche nella vita vera.

Il tono controllatissimo del film non lascia trasparire la furia che la sensibilità di un altro regista avrebbe potuto scatenare, dato l’argomento, ma si ha l’impressione che tutto questo controllo penalizzi l’emozione, ed è un peccato, data la grande capacità che il cineasta giapponese ha di controllarle e di lasciarle fluire attraverso le sue storie.

Le verità nascoste: trama, cast, episodi e finale

Le verità nascoste: trama, cast, episodi e finale

Le verità nascoste è la serie tv spagnola del 2018 prodotta da Mediaset España e trasmessa in Italia da Canale 5 e in Spagna da Telecinco. La serie tv, un thriller giallo ambientato in Spagna è stata ideata da Aitor Gabilondo e César Benítez ed è prodotta da César Benítez, Aitor Gabilondo per la società Plano a Plano.

Le verità nascoste: dove vederla in streaming

La serie tv è stata trasmessa per una stagioni a partire dal 2018. Le verità nascoste in streaming è disponibile su Mediaset play, il servizio VOD Free di Mediaset.

Le verità nascoste: la trama e il cast

La serie tv è incentrata sulla storia di Paula, una ragazzina  scomparsa in strane circostanze da bambina, che riappare come una bellissima ed enigmatica adolescente di 17 anni. Marcos, un ambizioso poliziotto, è il responsabile delle indagini, soprattutto perché la storia della ragazza è piena di incognite che le fanno dubitare della sua veridicità. La ragazza viene restituita ai suoi genitori, ma nessuno è abbastanza sicuro che sia davvero chi dice di essere. Soprattutto Lalo, un giornalista veterano, che getta più benzina sul fuoco assicurando che se la famiglia ha ricevuto la ragazza senza fare domande è perché ha qualcosa da nascondere. Un mistero difficile da districare per un poliziotto inesperto come Marcos, soprattutto quando sembra incapace di resistere alla personalità enigmatica, sensuale e pericolosamente attraente di Paula, un animale ferito che persegue solo una cosa: convincerli a volerlo, qualunque sia il costo.

Le verità nascoste serie episodiIn Le verità nascoste protagonisti sono Lidia McMahón, interpretata da Lydia Bosch, Marcos Eguía, interpretato da Jon Kortajarena, Paula García McMahón, interpretata da Elena Rivera, Eduardo “Lalo” Ruiz, interpretato da José Luis García Pérez, Fernando García, interpretato da Ginés García Millán, Alicia Costa, interpretata da Irene Montalà.

Nei ruoli ricorrenti troviamo invece Ana Llanos, interpretata da Ana Álvarez, Enrique McMahón, interpretato da Juan Messeguer, Toni García McMahón, interpretato da Oriol Puig, Laura Santos, interpretata da Esmeralda Moya, Luis Fonseca, interpretato da Pedro Mari Sánchez, Ramiro Lousa, interpretato da Xavier Estévez, Commisario Laguna, interpretata da Susi Sánchez, Rosario, interpretata da Berta Ojea, Andrés Herrera, interpretato da Paco Marín.  Nel cast anche. Ricardo Vega , interpretato da Sergio Peris-Mencheta, Andrea López, interpretata da Leire Zuazua, Bashir, interpretato da Ayoub El Hilali, Izquierdo, interpretato da Juan Carlos Vellido. Adela, interpretata da Mariana Cordero. Garrido, interpretato da Raúl Tejón, Arregui, interpretato da Tomás del Estal. Uomo di Luis Fonseca, interpretato da Javier Tolosa.

Gli Episodi

La serie in Italia ha debuttato con 10 episodi lunghi 100 minuti. La serie originale invece è andata in onda in due parti: 8 + 8 per un totale di 16 episodi lungi 70 minuti l’uno.

Titolo italiano Prima TV Italia
1 La libertà 25 maggio 2018
2 Il dubbio 1º giugno 2018
3 Il passato 8 giugno 2018
4 L’accordo 16 giugno 2018
5 L’amore 22 giugno 2018
6 L’intervista 29 giugno 2018
7 La rivelazione 13 luglio 2018
8 La fuga 20 luglio 2018
9 Il riscatto 27 luglio 2018
10 La verità 3 agosto 2018

Il gran finale

L’ultima puntata della serie si apre con il funerale di Enrique, durante il quale Fernando sorprende tutti annunciando di essere diventato il nuovo presidente della banca. Nel frattempo Lalo è riuscito a smuovere Puri, ottenendo da lui importanti informazioni riguardo al caso di Paula: l’uomo ha infatti visto a casa di Cirilo i vestiti che la piccola indossava quando è scomparsa. Questo indizio mette in moto la macchina della giustizia e la polizia inizia a pedinare Fernando nella speranza che l’uomo compia un passo falso e sveli la sua colpevolezza. Mentre Paula cerca di aiutare Lidia Fernando le fa finalmente capire che i due hanno ottenuto ciò che volevano. Solo a quel punto Paula si rende conto di aver partecipato al piano diabolico di Fernando contro Lidia.

Le verità nascoste 2 si fara

Le verità nascoste 2 si farà?

Purtroppo la serie non è stata rinnovata per una seconda stagione forse dovuto ad alcune diatribe tra la parte italiana e la parte spagnola. Infatti oltre al montaggio rifatto la serie ha avuto alcune problematiche di programmazione. Inizialmente doveva essere trasmessa nel 2016 su Telecinco, ma venne posticipata. In una conferenza stampa di Mediaset España del 2018, la messa in onda era stata annunciata per il 14 febbraio, facendo anche un conto alla rovescia nei social network, ma a causa di vari cambi di programmazione, anche tale data è saltata. Dopo che Canale 5, ha annunciato la messa in onda dal 25 maggio 2018, la televisione spagnola ha iniziato a trasmettere la serie dal 21 maggio 2018.

Generalmente le serie vengono rinnovata poco tempo prima della fine del primo ciclo ma ormai sono passati diversi anni, dunque è probabile che una seconda stagione de Le verità nascoste non ci sarà.

Le verità nascoste: la spiegazione del finale del film

Le verità nascoste: la spiegazione del finale del film

Il regista premio Oscar Robert Zemeckis ha nel corso della sua carriera realizzato film di vario genere, dal fantascientifico Ritorno al futuro al drammatico Forrest Gump, dal biografico The Walk fino al recente fantasy Le streghe. Ogni suo titolo si è affermato come un’opera di valore, capace di emozionare grandi e piccoli. Nella sua filmografia si ritrovano però anche titoli più cupi, che sfociano spesso e volentieri nell’orrore. Uno di questi è Le verità nascoste, uscito in sala nel 2000 e basato su una sceneggiatura di Clark Gregg (meglio noto come attore nel ruolo dell’agente Phil Coulson del Marvel Cinematic Universe).

Il film venne girato da Zemeckis mentre era in corso l’intervallo dalle riprese di Cast Away, dovuto alla necessità del protagonista Tom Hanks di perdere una notevole quantità di peso. In quel lasso di tempo il regista si interessò alla sceneggiatura di Le verità nascoste, propostagli dall’amico Steven Spielberg e basata su un vecchio soggetto della documentarista Sarah Kernochan, nel quale raccontava un’esperienza personale. Affascinato dall’idea di girare un thriller, Zemeckis fece partire in tutta rapidità la produzione del progetto. In particolare, il film si è affermato per l’atmosfera di costante inquietudine, vero e proprio elemento di orrore primario. Non a caso, questo è stato definito un film di forte stampo hitchcockiano.

Con un incasso di circa 290 milioni di dollari, Le verità nascoste si è affermato come il decimo maggiore incasso del suo anno. Pur ricevendo pareri critici contrastanti, è ancora oggi uno dei film più ambigui e affascinanti del regista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le verità nascoste cast
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste. © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La trama e il cast di Le verità nascoste

Protagonisti del film sono i coniugi Norman e Claire Spencer. Lui famoso scienziato e ricercatore universitario, lei ex violoncellista di successo, decidono di trasferirsi a vivere in una lussuosa casa sul lago nel Vermont. Per i due ha così inizio una nuova fase della loro vita, essendo rimasti soli dopo che la figlia Caitlin si è trasferita per frequentare il college. Tutto sembra procedere per il meglio nella nuova abitazione e gli attacchi di ansia di Claire, dovuti ad un recente incidente d’auto, sembrano lì acquietarsi quasi del tutto. Nel momento in cui la donna inizia a sentire delle strane voci a vedere degli strani fenomeni, il panico sembra rimpossessarsi di lei.

Ben presto, Claire sprofonda nella paranoia più totale, convintasi che quella casa sia infestata da fantasmi e luogo di antichi orrori. Sempre più preoccupato per la salute della moglie, Norman chiederà aiuto ad uno psichiatra, ma dovrà a sua volta scontrarsi con inaspettati risvolti. Nel momento in cui anche lui inizia a notare ciò che la moglie da tempo denuncia, i due coniugi capiranno di essere finiti in un luogo tutt’altro che pacifico, dove antichi segreti e scheletri nell’armadio stanno per uscire allo scoperto, portando con sé conseguenze terribili.

Per il ruolo dei coniugi Norman e Claire Spencer, i primi attori scelti da Zemeckis sono stati Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Ad oggi, è l’unico film horror a cui Ford ha preso parte nella sua lunga carriera. Pfeiffer, invece, per prepararsi al ruolo, seguì il metodo della collega Drew Barrymore, proiettando le proprie paure su ciò che la circonda, potendole così percepire come più reali e immedesimarsi di più nel ruolo. Nel ruolo della figlia dei due, Caitlin, vi è invece Katharine Towne. Miranda Otto, nota per il ruolo della principessa Éowyn nella trilogia de Il Signore degli Anelli, è Mary, la nuova vicina di casa dei protagonisti. Il film segna poi il debutto sul grande schermo dell’attrice e supermodella Amber Valletta, qui nel ruolo di Madison Elizabeth Frank.

 

Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La spiegazione del finale

Nel corso di Le verità nascoste, Claire capisce di essere perseguitata da un fantasma femminile e all’inizio crede che si tratti della sua vicina di casa, apparentemente scomparsa dopo una lite con il marito. Tuttavia, alla fine la vicina ritorna e si scopre che questa infestazione è molto più personale. Il fantasma è infatti quello di una giovane donna di nome Madison Elizabeth Frank, che aveva una relazione proprio con Norman. Come spesso accade negli horror, dunque, la brillante esistenza suburbana di Norman e Claire era solo una facciata che copriva una realtà oscura, poiché nemmeno un matrimonio apparentemente ideale era sufficiente a impedire a Norman di tradire la moglie.

Poiché Madison è un fantasma, Claire inizia subito a sospettare che Norman sia coinvolto nella sua morte. Norman nega, ma le sue scuse sembrano tutt’altro che convincenti, soprattutto dopo che Claire torna a casa e lo trova apparentemente intento a suicidarsi per il senso di colpa per la relazione. Alla fine di Le verità nascoste diventa chiaro che il marito di Claire è stato tutt’altro che sincero e che la relazione era, se non altro, la più innocente delle sue bugie. Norman ha effettivamente ucciso Madison, gettando il suo corpo in un lago, spiegando così perché gli episodi infestanti continuavano a ruotare intorno all’acqua.

Madison, studentessa di Norman, aveva minacciato di dire al rettore del college di Norman della loro relazione. Dopo aver scoperto le sue malefatte, Norman tenta quindi di uccidere anche Claire, ma il suo piano fallisce e la coppia finisce nel lago, portando Madison a vendicarsi del suo assassino. Il film si conclude dunque con Claire che depone una rosa sulla tomba di Madison, con entrambe le donne finalmente libere dall’inganno e dalle tendenze omicide di Norman.

Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

Il finale di Le verità nascoste può sembrare in superficie una semplice storia di vendetta soprannaturale, ma ha significati tematici più profondi. I momenti finali del film rafforzano l’idea che i segreti tendono a essere rivelati e i crimini a essere scoperti, e il tentativo di seppellirli (a volte letteralmente) porta solo a problemi peggiori per tutte le persone coinvolte. Il passato di Norman torna a perseguitarlo, o meglio, a perseguitare sua moglie, in senso molto letterale. Tuttavia, il film di Zemeckis capovolge anche diversi tropi delle tradizionali storie di fantasmi.

Madison, lo spirito che perseguita Claire, sembra un’antagonista per gran parte del racconto. Questo è in linea con la maggior parte dei film sulle infestazioni, in quanto i fantasmi e gli spettri sono quasi sempre la fonte di terrore e la principale minaccia per i protagonisti. Tuttavia, Le verità nascoste stravolge questa idea: Norman è la presenza più pericolosa nella vita di Claire. Il fantasma di Madison non è lì per farle del male, ma per aiutarla e, quando Claire capisce la verità, i due diventano alleate contro un mostro molto più sinistro di un semplice spirito con un conto in sospeso.

Nel complesso, il messaggio centrale del film è rispecchiato anche dalla struttura stessa del film. La rivelazione che Madison non è il male principale sovverte le aspettative del genere. Questo è per molti versi un riflesso sottile ed estremamente intelligente della situazione di Claire: Norman, il marito un tempo amorevole che inizialmente cerca di aiutarla quando si rende conto di essere perseguitata, si rivela essere la presenza più maligna nella sua vita. Questa profondità tematica è probabilmente parte di ciò che ha reso Le verità nascoste un tale successo quando è uscito per la prima volta nel 2000, e il motivo per cui rimane un gioiello di culto tra i film sui fantasmi e sulle infestazioni a distanza di decenni.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Le verità nascoste è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:30 sul canale Warner Tv.

Le verità nascoste: il film è tratto da una storia vera?

Le verità nascoste: il film è tratto da una storia vera?

Quelli sui fantasmi sono film sempre particolarmente apprezzati, capaci di attirare l’attenzione per il modo in cui queste presenze intangibili possono manifestarsi e, ancor di più, per i significati che incarnano. Titoli come Storia di un fantasma, L’evocazione –  The Conjuring, La casa dei fantasmi, Crimson Peak o un classico come Casper sono solo alcuni tra i tanti che si possono citare. Tra questi, particolarmente affascinante è Le verità nascoste, diretto nel 2000 dal regista premio Oscar (autore anche di Forrest Gump, Cast Away e Allied – Un’ombra nascosta).

Affascinante lo è in quanto, come altri film di questo genere, si fonda su quella che viene detto essere una storia vera, su un reale incontro con uno spirito all’interno delle proprie mura domestiche. A sostenerlo è la scrittrice e autrice del soggetto del film, Sarah Kernochan. Difficile dire quanto di vero ci sia in quello che sostiene, ma ciò ha comunque permesso di dar vita ad un film dall’atmosfera hitchcockiana, con protagonisti due grandi attori come Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Entrambi hanno raccontato di aver accettato di partecipare al film in quanto affascinati proprio dal senso di mistero messo in gioco.

A lungo si è però dibattuto proprio della genesi del progetto, con la Kernochan che se da un lato continua a sostenere la veridicità di quanto affermato, dall’altro ha anche preso le distanze dal film, il quale è drasticamente diverso da quello da lei originariamente scritto. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Le verità nascoste. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La trama di Le verità nascoste

Protagonisti del film sono i coniugi Norman e Claire Spencer. Lui famoso scienziato e ricercatore universitario, lei ex violoncellista di successo, decidono di trasferirsi a vivere in una lussuosa casa sul lago nel Vermont. Per i due ha così inizio una nuova fase della loro vita, essendo rimasti soli dopo che la figlia Caitlin si è trasferita per frequentare il college. Tutto sembra procedere per il meglio nella nuova abitazione e gli attacchi di ansia di Claire, dovuti ad un recente incidente d’auto, sembrano lì acquietarsi quasi del tutto. Nel momento in cui la donna inizia a sentire delle strane voci a vedere degli strani fenomeni, il panico sembra rimpossessarsi di lei.

Ben presto, Claire sprofonda nella paranoia più totale, convintasi che quella casa sia infestata da fantasmi e luogo di antichi orrori. Sempre più preoccupato per la salute della moglie, Norman chiederà aiuto ad uno psichiatra, ma dovrà a sua volta scontrarsi con inaspettati risvolti. Nel momento in cui anche lui inizia a notare ciò che la moglie da tempo denuncia, i due coniugi capiranno di essere finiti in un luogo tutt’altro che pacifico, dove antichi segreti e scheletri nell’armadio stanno per uscire allo scoperto, portando con sé conseguenze terribili.

La storia vera dietro il film

Per quanto soprannaturale possa sembrare, il film sarebbe ispirato ad una storia vera. Sono in realtà molti i film con fantasmi basati su testimonianze che affermano di essersi imbattuti in presenze di questo tipo. Tra queste si ritrova dunque anche quella di Sarah Kernochan, autrice del soggetto da cui è poi stato tratto Le verità nascoste. Due volte premio Oscar (per il documentario Marjoe e per il cortometraggio Thot) e autrice anche di 9 settimane e ½ e Sommersby, la Kernochan ha infatti raccontato in più occasioni di aver avuto l’idea per questo racconto da alcune vicende personali, che l’avrebbero vista alle prese con un fantasma dentro casa sua.

Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

“Mi ha sempre divertito ascoltare i discorsi della gente sui fantasmi. Io non ho dubbi sulla loro esistenza. Ne conosco uno e ci vivo assieme”, ha raccontato sul suo blog. Proprio su quest’ultimo ha dettagliatamente raccontato la propria esperienza con questo spirito, che avrebbe scoperto essere quello di suo nonno. Il suo rapporto con questo fantasma era però assolutamente pacifico, tanto che anche il soggetto iniziale del suo racconto proponeva come protagonisti una coppia di anziani alle prese con uno spirito femminile del tutto benevolo nei loro confronti.

Nelle sue intenzioni, infatti, la storia avrebbe dovuto ricordare Incontri ravvicinati del terzo tipo, il film di Steven Spielberg in cui la paura per forme di vita distanti dalla nostra diventava un inno alla diversità e al confronto pacifico. Il celebre regista, tuttavia, decise insieme a Zemeckis di modificare lo script, rendendolo decisamente più tenebroso e inquietante e dando così vita a Le verità nascoste. La Kernochan ha poi confermato – durante un’intervista – che circa il 75% del suo soggetto è stato riscritto, motivo per cui si è accontentata del credito come ispiratrice del soggetto, ma non come autrice della sceneggiatura.

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Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Le verità nascoste è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:30 sul canale Warner Tv.

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