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Gemini Man: il trailer del film di Ang Lee con Will Smith

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Gemini Man: il trailer del film di Ang Lee con Will Smith

Paramount Pictures ha diffuso il primo trailer ufficiale di Gemini Man, il nuovo film firmato da Ang Lee che vede protagonista Will Smith nei panni di Henry Brogan, un serial killer a cui improvvisamente darà la caccia un misterioso agente. E come illustrato dal footage, si tratta di un’esatta replica di se stesso, ma più giovane.

Questa storia non poteva essere raccontata dal cinema per come lo conosciamo. Ma grazie agli incredibili progressi in campo di tecnologia digitale, non solo possiamo finalmente vedere Will Smith ringiovanito sullo schermo, ma riusciamo anche a sperimentare con il racconto in un modo profondamente coinvolgente.” ha spiegato il regista nelle note di regia.

[…] Poterlo fare superando i limiti di ciò che il nuovo cinema digitale ha da offrirci è incredibile, come lo è lavorare con due Will Smith: uno splendidamente sofisticato, l’altro onesto ed esuberante. Per me questo è Will al suo meglio, e quando le due versioni si uniscono, accade qualcosa di veramente magico. Insieme all’immenso sforzo e all’abilità tecnica di chi ha creato questa nuova estetica, tra la fotografia, il reparto artistico, gli effetti visivi e il team tecnico, ogni parte del progetto è stata stimolante e commovente. Spero davvero che questo film offra un’esperienza cinematografica completamente nuova al pubblico di tutto il mondo.

gemini man

Fonte: Paramount Pictures

Gemini Man, recensione del film con Will Smith

Gemini Man, recensione del film con Will Smith

Arriva in sala il 10 ottobre Gemini Man, il nuovo film diretto da Ang Lee, con protagonista Will Smith, al fianco di Clive Owen e Mary Elizabeth Winstead. La peculiarità del film pensato e diretto dal regista taiwanese Premio Oscar è che il protagonista ha a che fare con una versione ringiovanita di sé stesso, interamente costruita in computer grafica.

La storia racconta la fine della carriera di un sicario al soldo del governo statunitense, Henry Brogan (Will Smith), che decide di appendere il fucile al chiodo accorgendosi di non avere più i fenomenali riflessi di un tempo. Tutto parrebbe procedere serenamente, anche se con reticenza da parte del suo superiore – visto che Brogan è il miglior tiratore che il governo abbia mai avuto nella sua scuderia –, se non fosse che il protagonista viene contattato da un vecchio amico e collega che gli svela che il suo ultimo assassinio, compiuto con la consueta precisione certosina, non era stato destinato esattamente ad un terrorista.

Nel giro di poco Brogan si rende conto di essere braccato da un cecchino dalla mira incredibilmente simile alla sua, fino ad accorgersi che quel cecchino è un suo clone più giovane di trent’anni. Ang Lee torna alla regia sperimentando effetti visivi più che all’avanguardia. Oltre alla performance di Will Smith che interpreta sé stesso più giovane in motion capture, Gemini Man è stato girato (e proiettato) in High Frame Rate 3D, che conferisce al risultato finale un notevole realismo. Infatti il progetto risale al 1997 da un soggetto di Darren Lemke, che però non aveva mai visto la luce proprio per la necessità di evoluzioni tecnologiche di un certo livello.

Il regista premio Oscar per Vita di Pi (e I Segreti di Brokeback Mountain), visionario e appassionato di sperimentazioni visuali, viene scelto nel 2017 per dare corpo all’idea, e in effetti raggiunge egregiamente il risultato. Certo, il punto di forza di Gemini Man può concludersi con l’aspetto tecnologico, perché il lavoro risente di una accentuata debolezza narrativa che non aiuta l’attenzione dello spettatore, rinvigorita solo dalle roboanti esplosioni. Ma, se ad apprezzare dev’essere più che altro lo sguardo, quello senz’altro non resterà deluso.

Guarda il trailer di Gemini Man

Gemelli cucina e amore: dal cast alle location, tutte le curiosità sul film

La commedia romantica Gemelli cucina e amore – da non confondere con Amore, cucina e curry , diretta da Jonathan Wright (già regista di Natale a Londra) arriva su Rai 2 per offrire un racconto che tra pietanze prelibate e buoni sentimenti non deluderà gli appassionati di questo genere. Come noto, i film e le serie dedicate al mondo della cucina sono aumentati notevolmente, ma in questo film prodotto dalla Hallmark il principale degli ingredienti è, come suggerisce il titolo, l’amore.

La Hallmark, per chi non lo sapesse, è una produzione televisiva specializzata in particolare in pellicole di genere sentimentale, dove si raccontano dunque storie di personaggi che il più delle volte si trovano a compiere percorsi articolati e imprevedibili prima di cascare definitivamente l’uno nelle braccia dell’altro. Altri titoli della Hallmark particolarmente noti sono Sognando Parigi, Un amore in fondo al mare, Tra le onde delle HawaiiUn Natale spettacolare (molti dei film natalizi della Hallmark si possono ritrovare su Prime Video).

Con questo lungometraggio in programma sulla Rai, però, si entra nel mondo dell’alta cucina, dove tra ricette, fornelli ed equivoci non mancherà di fare capolino anche l’amore. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Gemelli cucina e amore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Gemelli cucina e amore trama film

La trama di Gemelli cucina e amore

Protagonista del film è Josh, un cuoco che lavora nella cucina di un piccolo ristorante. Quando però il fratello gemello Julian, acclamato chef di Malta, si infortuna, Josh decide di “sostituirlo” pur di prendere parte ad una delle competizioni culinarie più importanti. Qui conosce Meg, l’organizzatrice dell’evento che, convinta di conoscere il fratello Julian, in realtà si sta innamorando di Josh. Naturalmente, gli imprevisti non tarderanno ad arrivare.

Il cast e le location dove è stato girato il film

Ad interpretare i gemelli Josh e Julian vi è l’attore Jeremy Jordan, noto per il ruolo di Winn Schott nelle serie Supergirl e The Flash. Jordan si è qui trovato a confrontarsi non solo con la sfida di interpretare due personaggi, ma anche quella di uno dei due che finge di essere l’altro, dovendo pertanto dar vita ad un’interpretazione nell’interpretazione. Nel ruolo di Meg, l’organizzatrice dell’evento, vi è invece l’attrice Jessica Lowndes. Completano il cast Callum Blue nel ruolo di Henri Vermeiren e Edward De Gaetano in quelli di Etienne Leduc.

Gemelli cucina e amore location

Colin Azzopardi, tra i produttori del film ha organizzato e curato tutta la parte delle riprese a Malta, spiegando a Newsbook che: “Abbiamo utilizzato diverse location a Malta, ma la location principale era all’interno e nei dintorni del Phoenicia Hotel, che è stato estremamente accomodante durante la realizzazione del film”, ha raccontato Azzopardi. Altre location sono state Merchant’s Street e Upper Barakka Gardens a La Valletta, e Palazzo Parisio a Naxxar.

Il trailer di Gemelli cucina e amore e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di martedì 4 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Gellert Grindelwald: tutti gli attori che lo hanno interpretato nel Wizarding World

Ci sono stati diversi attori che nel corso degli anni hanno interpretato Gellert Grindelwald nel Wizarding World, soprattutto grazie all’avvento di Animali fantastici che lo ha portato sotto i riflettori. Il personaggio viene nominato già ne La Pietra Filosofale, ma solo ne I Doni della Morte lo conosciamo come amico intimo del giovane Albus Silente.

Tuttavia, Silente capisce presto, anche in seguito a un tragico incidente che causò la morte della sorellina, che Gellert non è quello che sembra, e prende le distanze da lui. Abbiamo avuto un assaggio di questo racconto nel franchise, rimasto a oggi monco, di Animali Fantastici e, a oggi, sono ben 5 gli attori che hanno interpretato Gellert Grindelwald. Eccoli di seguito:

Jamie Campbell Bower

Jamie Campbell Bower è stato il primo attore a interpretare Gellert Grindelwald e l’attore che è rimasto lo stesso sia nel franchise di Harry Potter che in quello di Animali fantastici. Ha interpretato per la prima volta il ruolo in Harry Potter e i Doni della Morte Parte 1 nei panni di un giovane Gellert Grindelwald in fotografie e flashback. Il retroscena di Grindelwald con Silente viene esplorato brevemente, ma il film si concentra maggiormente sulla connessione di Grindelwald con la Bacchetta di Sambuco. Il suo aspetto è come quello che viene descritto nei libri, un giovane bello e affascinante, capace di attirare le persone a lui.

Sebbene Jamie Campbell Bower sia un personaggio muto nei Doni della Morte, riesce comunque a impostare il personaggio, in modo che il pubblico possa capire che tipo di persona fosse anche solo mentre viene mostrano nelle fotografie con un giovane Silente, o mentre in maniera agile lo vediamo rubare la bacchetta a Gregorovic in una delle visioni di Gellert. Bower riprende il ruolo di Gellert Grindelwald in Animali fantastici: I crimini di Grindelwald. Ancora una volta, il suo ruolo è relegato ai flashback, mentre il Silente di Jude Law ripensa a quando lui e Grindelwald crearono un patto di sangue, in modo che non potessero mai farsi del male a vicenda.

La scena è una delle poche che mostra il tipo di relazione tra Silente e Grindelwald, una relazione romantica, come ha confermato la stessa autrice JK Rowling. In questa apparizione, il Gellert di Bower è affetto da eterocromia, la mutazione genetica che caratterizza le iridi di una persona di due colori diversi.

Michael Byrne

Insieme a Jamie Campbell Bower, Michael Byrne interpreta anche Gellert Grindelwald in Harry Potter e i Doni della Morte Parte 1. Byrne interpreta il personaggio nella sequenza temporale contemporanea della serie di Harry Potter, mentre è ormai un vecchio che sconta la sua pena in prigione. Il vecchio Grindelwald appare solo in una scena, simile a quella del libro dei Doni della Morte, in cui viene interrogato da Voldemort riguardo alla Bacchetta di Sambuco. Il ritratto che Byrne fa di Grindelwald è molto diverso dal personaggio del libro.

La versione del libro di Grindelwald è un uomo che ha ammesso i propri errori e si rifiuta di confessare, cosa che lo porta alla morte. La versione cinematografica del personaggio di Byrne, tuttavia, si diverte nel dire a Voldemort che la Bacchetta di Sambuco giace con Silente nella sua tomba, ridendo anche mentre Voldemort se ne va per recuperarla. Sebbene non sia presente nella serie sequel, la versione di Grindelwald di Byrne rimane completamente diversa dalle performance mostrate nei film Animali fantastici.

Sebbene Grindelwald abbia fatto cose terribili in tutti e tre i film, non mostra mai piacere all’idea di ferire Silente, ma mostra solo rabbia, tristezza o indifferenza a qualsiasi menzione del suo nome. La differenza di Byrne rispetto alle altre interpretazioni di Gellert Grindelwald, tuttavia, potrebbe essere spiegata dalla mancanza di conoscenza di quanto fossero profondi i sentimenti di Grindelwald per Silente al momento della realizzazione dei Doni della Morte. Indipendentemente da ciò, la performance di Byrne rimane la rappresentazione più diversa di Grindelwald fino ad oggi.

Colin Farrell

animali fantastici 3Colin Farrell è stato il primo attore a interpretare Gellert Grindelwald nella serie Animali fantastici, anche se indirettamente. Grindelwald viene raccontato come una minaccia incombente per tutto il primo film del franchise, Animali fantastici e dove trovarli, e poi prepara il terreno affinché il villain della storia sia l’Auror americano, Percival Graves, interpretato da Colin Farrell. In un finale sorprendente, tuttavia, Newt Scamander rivela che Graves è Grindelwald sotto mentite spoglie. Quindi, anche se Colin Farrell esteriormente sembra un personaggio diverso, tutte le sue parole e azioni erano quelle di Grindelwald.

L’interpretazione di Farrell di Grindelwald si concentra sul suo lato malizioso, dal momento che passa tutto il suo arco narrativo del film a dare la caccia al ragazzino Oscuriale che vuole utilizzare per i suoi piani. Farrell riesce anche a seminare in qualche modo alla svolta del personaggio di Grindelwald mostrando falsa gentilezza verso coloro a cui sta facendo del male (un tratto visto più tardi nelle performance di Grindelwald) e trovando sempre un pretesto per coinvolgere Silente nelle sue conversazioni. Forse il più grande indizio che Graves è in realtà Grindelwald sono le riprese introduttive del film in cui vediamo il mago oscuro che ricorda palesemente Percival Graves. Entrambi vengono introdotti con un’inquadratura della nuca con lo stesso taglio di capelli.

Johnny Depp

Gellert Grindelwald Johnny DeppOriginariamente, Johnny Depp doveva essere Gellert Grindelwald per tutta la serie Animali fantastici. Ha recitato un cameo per la prima volta alla fine di Animali fantastici e dove trovarli, mentre compariva lentamente dalle fattezze di Colin Farrell, mentre Graves lasciava il posto a Grindelwald. In Animali fantastici: I crimini di Grindelwald, gli è stato finalmente dato il centro della scena e il pubblico ha potuto vedere chi è il personaggio per un intero film. A Depp è stato successivamente chiesto di dimettersi dalla serie Animali fantastici e dal ruolo di Grindelwald dalla Warner Bros. dopo la denuncia per violenza domestica da parte della ex moglie.

Oltre alle recensioni negative del film, la performance di Grindelwald che ha offerto Depp non è piaciuta molto, con critici e pubblico che hanno ritenuto che fosse simile alle performance di Depp in altri film e non hanno gradito il nuovo design del personaggio con i capelli biondi decolorati e gli occhi di colore nettamente diverso. Tuttavia, a uno sguardo più attento, la sua performance è molto simile a come Grindelwald è stato ritratto nei libri di Harry Potter. La manipolazione e l’intelligenza di Grindelwald sono citate come le sue più grandi risorse e la versione del personaggio di Johnny Depp è quella che mette meglio in scena questi tratti.

Il suo Grindelwald si comporta più come un burattinaio, portando le persone a fare cose orribili invece di costringerle a farlo. Depp è anche l’attore che interpreta Gellert Grindelwald che assomiglia di più a Jamie Campbell Bower, rendendo più credibile il fatto che siano la stessa persona in momenti diversi della sua vita. Tuttavia, Depp non è tornato a interpretare Grindelwald in Animali fantastici: I segreti di Silente.

Mads Mikkelsen

Gellert Grindelwald casataMads Mikkelsen è stato scelto per sostituire Johnny Depp nel ruolo di Grindelwald. L’attore ha avuto l’opportunità di interpretare Grindelwald per un intero film, anziché per un cameo o un flashback. Mikkelsen ha ricevuto i maggiori elogi per aver interpretato il personaggio, nonostante la tiepida reazione a I segreti di Silente. Insieme a un nuovo look con una differenza di colore più sottile tra gli occhi e un colore dei capelli più sobrio, Mads Mikkelsen ha portato sullo schermo un personaggio pericoloso e silenzioso, che trasuda sicurezza e intimidisce chi gli sta accanto.

Il grande problema di Animali fantastici: I segreti di Silente è che molte delle motivazioni o azioni di Grindelwald, così come sono state impostate ne I crimini di Grindelwald, non hanno molto senso all’interno della continuità con il Mondo Magico. Tuttavia, il Grindelwald di Mads Mikkelsen si distingue dagli altri per l’attenzione alla sua relazione romantica con Silente. Il pubblico, in particolare gli spettatori LGBTQ+, si stava stancando delle piccole anticipazioni sulla relazione omosessuale tra i due maghi e voleva che la relazione non fosse più lasciata al buio e fosse esplorata a fondo.

Sebbene Animali fantastici: I segreti di Silente non abbia abbracciato completamente la trama, si è concentrato maggiormente su questa relazione rispetto ai film precedenti facendo in modo che Mikkelsen e Jude Law condividessero diverse scene. Il personaggio ha avuto quindi non solo tanti interpreti ma anche apparentemente tante personalità diverse, forse a indicare proprio la mutevolezza di Gellert stesso e la difficoltà di inquadrarlo in un solo tipo.

Gellert Grindelwald: quello che sappiamo sul personaggio di Animali Fantasitici

Come è stato già annunciato Johnny Depp sarà l’attore che interpreterà Gellert Grindelwald nei film del franchise di Animali Fantastici e Dove Trovarli. L’attore, noto per i suoi ruoli dark, darà corpo a uno dei più potenti maghi oscuri, insieme a Voldemort, della storia della magia. Ma chi è Gellert? Cosa si evince della sua storia dai romanzi di Harry Potter?

Ecco quello che sappiamo su Gellert Grindelwald

La sua prima apparizione è sulle Cioccorane

L’influenza di Grindelwald sulla storia di Harry Potter non comincia a diventare evidente fino alla della serie, ma il noto mago in realtà ottiene la sua prima menzione nella Pietra Filosofale. Dopo aver incontrato i Weasley e essere stato spinto attraverso la barriera apparentemente solida tra le piattaforme nove e dieci a King’s Cross, Harry si imbarca sull’espresso di Hogwarts e viene introdotto alle Cioccorane da Ron.

Ogni Cioccorana ha una carta di un Mago o una strega famosi, ognuna con un ritratto in movimento e una breve biografia. Queste carte collezionabili raffigurano alcuni dei primi praticanti della magia, dal medievale russo Hag Babayaga, che mangiava regolarmente i bambini a colazione, all’antica strega greca Circe, famosa per aver trasformato i marinai naufraghi in maiali. Tuttavia, c’è anche posto per maghi viventi, come Silente.

Dal retro della carta del preside di Hogwarts apprendiamo che Silente è famoso per la sua scoperta dei cinque usi del Sangue di Drago, del suo lavoro di alchimista con il creatore della Pietra Filosofale, Nicholas Flammel, e del suo leggendario duello con Gellert Grindelwald. La carta menziona semplicemente che Grindelwald era considerato un Mago Oscuro che fu sconfitto nel 1945. Dovemmo aspettare i Doni della Morte per ulteriori informazioni sul Mago che si rivelerà essere un personaggio di vitale importanza.

Ha aizzato Silente contro i Babbani

Dopo la sua espulsione da scuola per aver praticato magia oscura, Grindelwald si recò a Godric’s Hollow, in Inghilterra, dove trascorreva l’estate con la sua prozia, la celebre autrice di Storia della Magia, Bathilda Bath. Il libro è famoso nella serie esclusivamente perché Hermione sembra l’unica ad averlo letto. È qui che l’adolescente Grindelwald incontrò per la prima volta i Silente, che erano diventati recentemente residenti a Godric’s Hollow. Lui e Albus Silente stringono un legame essendo due maghi coetanei e condividendo un intelletto simile, entrambi molto abili con la bacchetta ed entrambi con grandi ambizioni di mettere il loro talento a disposizione.

La relazione della coppia iniziò su una base di convenienza, con Silente che vedeva Grindelwald come una finestra per i luoghi magici lontani che non avrebbe mai visto mentre era bloccato in Inghilterra per prendersi cura della sua giovane sorella. D’altra parte, Grindelwald trovava stimoli mentali in un intellettuale che era desideroso di ascoltare. Quando la loro amicizia sbocciò, ordirono un complotto per rovesciare lo Statuto della Segretezza e portare i maghi fuori dal nascondiglio e per stabilire il dominio sui Babbani. Usando il motto “Per il bene più grande”, progettarono di lasciare Godric’s Hollow e diffondere il loro messaggio di dominio in tutto il mondo magico.

Silente si è innamorato di lui

Mentre la loro relazione si sviluppava da un reciproco interesse per degli obiettivi comuni, anche il modo in cui Silente si sentiva nei confronti di Grindelwald si sviluppò. Silente si innamorò del fuggitivo mago straniero, descritto nei libri non solo come una mente brillante ma come un bel giovane, con i capelli biondi e una faccia “allegra e selvaggia”. Rowling ha paragonato il modo in cui Silente si è innamorato di Grindelwald al modo in cui Bellatrix Lestrange si è innamorata di Voldemort quando ha rivelato l’orientamento sessuale del preside di Hogwarts durante una lettura di libri alla Carnegie Hall di New York nel 2007:

“Silente si innamorò di Grindelwald, e questo aumentò il suo orrore quando Grindelwald si dimostrò quello che era. In una certa misura, questo può scusare in parte Silente, perché innamorarsi può renderci ciechi? Ha incontrato qualcuno brillante come lui, un po’ come Bellatrix che era molto attratto da questa persona brillante, e poi è stato orribilmente, terribilmente deluso da lui.”

La Rowling ha aggiunto che ha dovuto intervenire durante il processo di trascrizione del film Il Principe Mezzo Sangue dopo aver letto una bozza in cui Silente parlava di una raazza che aveva conosciuto un tempo, lasciando una semplice nota sul margine che diceva “Silente è gay!” Sfortunatamente per Silente, Rowling ha anche insistito sul fatto che i suoi sentimenti per Grindelwald non fossero mai stati ricambiati.

Ha dato inizio al duello che ha ucciso la sorella di Silente

Con un ego che era grande quanto il suo intelletto, Grindelwald non si trattenne dall’usare la bacchetta contro chiunque. L’ex studente di Durmstrang usò la Maledizione Cruciatus, una delle tre maledizioni senza perdono, su Aberforth. Nonostante la sua ammirazione professionale e personale di Grindelwald, Silente non poteva sopportare di vedere queste maledizioni usate, meno che mai sulla sua famiglia. Così avanzò per difendere il fratello. La lotta infuriò tra tre poli, ma Ariana, sorella minore di Albus, ragazza curiosa, non poté sopportare di rimanere nascosta ed entrò nella stanza, camminando proprio nella mischia e fu colpita da una maledizione che la uccise all’istante.

Sebbene Aberforth abbia incolpato Albus per quello che è successo quel giorno (rompendogli il naso al funerale della sorella) rivelò poi a Harry, Ron e Hermione, in Harry Potter e i Doni della Morte, che non poteva essere sicuro di chi avesse lanciato l’incantesimo che aveva messo fine alla vita di Ariana.

Fuggì dal Regno Unito alla ricerca dei Doni della Morte

Temendo la conseguenze della morte della sorella del suo amico, Grindelwald fuggì dalla Gran Bretagna e iniziò la sua ricerca dei tesori magici che aveva desiderato da quando era uno scolaro ed era pronto a dedicare la sua vita alla ricerca dei Doni della Morte. Gli oggetti magici avevano sempre fatto parte del suo piano, anche prima di incontrare Silente a Godric’s Hollow. In effetti, il Mago Oscuro in erba andò a far visita alla zia Bathilda nel piccolo villaggio magico inglese perché sapeva che lì era sepolto Ignotus Peverell, il primo proprietario del Mantello dell’Invisibilità della Morte.

Mentre Silente era interessato solo ad impossessarsi solo della Pietra della Resurrezione in modo che potesse vedere di nuovo i suoi cari tornare in vita, Grindelwald intendeva trovare tutti i Doni per rendersi invincibile. Sapeva che il mago che possedeva tutti e tre i Doni della Morte sarebbe stato il Padrone della Morte. Con la sua presenza a Godric’s Hollow non è più possibile, Gellert si concentrò nella ricerca del Dono più potente, la Bacchetta di Sambuco.

Il suo duello con Silente divenne leggendario

Grindelwald e Dumbledore non si vedevano da 45 anni quando finalmente si trovarono faccia a faccia per un duello che avrebbe determinato l’esito della della Guerra Mondiale Magica, un conflitto che aveva attanagliato il mondo magico per decenni. Grindelwald aveva allevato un esercito allo scopo di rovesciare i vari Ministeri della Magia in tutta Europa e istituire un nuovo Impero dei maghi basato sulla schiavitù dei Babbani in tutto il mondo. Nonostante la sua paura nell’affrontare Grindelwald, a Silente non rimase altra scelta che rintracciarlo e sfidarlo, cosa che aveva rifiutato di fare per molto tempo.

Il famoso scontro fu in seguito descritto dal vecchio amico e testimone oculare di Silente, Elphias Doge, come il più grande duello magico di tutti i tempi, che durò all’incirca tre ore e terminò con la sconfitta e l’arresto del Mago Oscuro. Ciò di cui Doge non si rese conto al momento, era che aveva appena assistito al fatto che la Bacchetta di Sambuco satava cambiava la sua fedeltà: da Grindelwald a Silente, il quale sarebbe rimasto suo proprietario fino a quando non sarebbe stato disarmato da un Draco Malfoy ignaro, poco prima del suo omicidio per mano di Severus Piton.

Venne ucciso da Voldemort

Parlando della storia di Grindelwald nelle Arti Oscure e della sua reputazione sul palcoscenico internazionale, Vita e Bugie di Albus Silente di Rita Skeeter ha affermato che in una lista che classifica i maghi oscuri più pericolosi di tutti i tempi, Grindelwald si sarebbe “perso solo sul primo posto” solo perché ci fu l’avvento di Colui che non deve essere nominato, una generazione dopo. La sua reputazione di esponente di spicco del mondo delle arti oscure non era l’unica cosa che Voldemort gli rubò.

Quando Voldemort raggiunse Grindelwald, il mago era imprigionato da anni ed era in una brutta situazione. Mentre nel film I Doni della Morte Parte I non sembra che se la passi così male, nel libro, Rowling descrive le condizioni di Grindelwald: emaciato con i grandi occhi infossati, una faccia da teschio e pochi denti rimasti. Rivolge quel ghigno sdentato a Voldemort, quando il mago appare nella sua cella chiedendogli dove sia la Bacchetta di Sambuco. Per quello che ne sapeva Grindelwald, richiuso nella sua cella, la bacchetta era con Silente, nella sua tomba.

Mentre nel film di Grindelwald è mansueto e dice a Voldemort ciò che deve sapere, nel romanzo di Rowling il fragile vecchio mago mostra il guanto di fronte di fronte al suo usurpatore, sorridendo mentre guarda Voldemort pronunciare la Maledizione Mortale.

Gellert Grindelwald: 10 cose da sapere sul cattivo di Animali Fantastici

Con l’arrivo al cinema di Animali Fantastici – I segreti di Silente, si riaccende l’attenzione nei confronti della saga prequel di Harry Potter. Tra i personaggi su cui questi nuovi film si concentrano, uno dei più affascinanti è senza dubbio il villain Gellert Grindelwald. Un cattivo al pari di Lord Voldemort, dotato di poteri unici che lo rendono uno dei più pericolosi maghi mai esistiti. Sono tanti i misteri che ancora avvolgono il personaggio e molte sono le cose da sapere su di lui, deducibili tanto dai libri quanto dai film in cui compare.

Ecco 10 cose che forse non sai di Gellert Grindelwald.

Gellert Grindelwald: i film

1. È presente in diversi film.  Gellert Grindelwald è il principale antagonista della saga di Animali Fantastici, prequel dei film di Harry Potter. Comparso sotto altre vesti già in Animali Fantastici e dove trovarli, salvo svelare la propria identità nel finale, egli si è poi mostrato in tutto il suo valore in Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald. Ormai all’apice del potere, compare naturalmente anche nel nuovo Animali Fantastici – I segreti di Silente. Il personaggio è inoltre previsto anche per i prossimi due capitoli della saga, che porteranno così a compimento il racconto delle sue gesta.

Gellert Grindelwald in Harry Potter

2. Compare nel settimo capitolo della saga. I film di Animali Fantastici non sono i primi a portare sul grande schermo il personaggio di Gellert Grindelwald. Egli era infatti già apparso brevemente nel film Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, settimo capitolo della saga principali. Qui egli viene mostrato da prima in un flashback che le mostra molto giovane e in seguito, nel presente, da anziano, quando viene raggiunto da un Voldemort in cerca di notizie.

Gellert Grindelwald Silente

Gellert Grindelwald e Albus Silente

3. Erano grandi amici. Come già anticipato da Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald, questa saga prequel sarà fortemente incentrata sul rapporto tra Grindelwald e Silente. Cresciuti insieme, i due sono stati grandi amici e forse anche qualcosa di più. Condividendo sogni e magie, entrambi aspiravano a portare ad un livello superiore il mondo dei maghi e delle streghe. Ben presto, però, tra di loro si insinuarono una serie di divergenze, con Grindelwald che manifestava sempre più intenti malvagi. La rottura tra di loro è ancora tutta da esplorare e molti sono i segreti che verranno alla luce con i prossimi film.

4. Si sono sfidati in un celebre duello. Pur provando ancora amicizia e amore per Grindelwald, Silente era consapevole di essere l’unico in grado di sconfiggerlo in duello e fu pertanto costretto a dar vita a tale battaglia. Esortato dalla comunità di maghi, egli si trovò dunque infine faccia a faccia con il suo amico nemico. Il duello fu così epico che le cronache ne parlarono per settimane e anni dopo fu inserito nei libri di testo di Storia della Magia. Silente sconfisse abilmente Gellert, divenendo ufficialmente il possessore della Bacchetta di Sambuco, anche se in un primo momento non ne era al corrente.

Gellert Grindelwald: da Johnny Depp a Mads Mikkelsen, gli attori che lo interpretano

5. Johnny Depp era stato scelto per interpretarlo. Al momento di dover scegliere un interprete per il ruolo di Grindelwald, la Warner Bros. decise di proporre la parte a Johnny Depp. Egli accettò il ruolo senza neanche voler leggere la sceneggiatura, essendo un grande fan della saga e desiderando da tempo di potervi fare parte. Depp fu coinvolto profondamente nella costruzione visiva di Grindelwald e contribuì attivamente alla scelta del look del personaggio, tanto per quanto riguarda suoi tratti estetici quanto per dettagli come gli abiti e simili.

6. Due diversi attori lo hanno interpretato in un film. Come già accennato, il personaggio fa la sua comparsa già nel settimo film di Harry Potter. Poiché Grindelwald ci viene qui mostrato in due età differenti, due sono anche gli attori che lo interpretano. La sua versione giovane ha infatti il volto di Jamie Campbell Bower (il quale ha poi ripreso il personaggio anche per un flashback in Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald), mentre da anziano è interpretato da Micheal Byrne.

Gellert Grindelwald casata

7. Mads Mikkelsen è il nuovo interprete del personaggio. Per via delle cause giudiziarie in cui Depp è attualmente coinvolto, la Warner Bros. ha deciso di togliere all’attore il ruolo di Grindelwald e affidarlo ad un nuovo interprete. La scelta è ricaduta su Mads Mikkelsen, il quale si è detto molto entusiasta della possibilità. Come noto, Mikkelsen si è concentrato sul dar vita ad una versione di Grindelwald coerente con quanto già visto eppure diversa, ricercando dunque una propria interpretazione originale del personaggio.

Gellert Grindelwald vs. Voldemort

8. Era più potente di Lord Voldemort. Benché oggi la popolarità di Voldemort come cattivo del mondo di Harry Potter sia difficilmente eguagliabile, è bene sapere che, stando a quanto riportato dalle descrizioni, è Gellert Grindelwald il più potente mago oscuro che sia mai esistito. Egli è infatti dotato non solo di una mente più potente e impenetrabile, ma è anche un abile illusionista nonché capace di praticare la magia anche senza bacchetta. Date le capacità che gli vengono attribuite, dunque, è lecito pensare che in un duello con Voldemort, Grindelwald potrebbe facilmente sovrastare il Signore Oscuro.

Gellert Grindelwald: a che casata appartiene?

9. Non ha frequentato Hogwarts. Come noto, Hogwarts non è la sola scuola di magia e stregoneria esistente nell’universo narrativo di Harry Potter e Animali fantastici. Il quarto film della saga principale, Il calice di fuoco, mostra infatti l’esistenza di altre due scuole e una di queste, l’istituto Durmstrang, è quella che frequentò Grindelwald nella sua giovinezza. In essa non vi sono le quattro celebri casate presenti invece a Hogwarts e dunque non è possibile ricondurre Grindelwald ad una specifica di esse. Tuttavia, l’istituto Durmstrang è noto per la propensione all’insegnamento delle Arti Oscure e ciò porta i suoi studenti ad avere legami con i Serpeverde.

Gellert Grindelwald: la sua morte

10. È stato ucciso da Voldemort. Chi ricorda la comparsa dell’anziano Grindelwald in Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, ricorderà anche che egli viene interpellato proprio da Voldemort, desideroso di saperne di più sulla potente bacchetta di Sambuco. Grindelwald, che da tempo si trovava nella prigione Nurmengard, viene torturato fino a quando non rivelò ciò che il Signore Oscuro desiderava sapere. Fu a quel punto che Voldemort uccise in modo particolarmente freddo Grindelwald, ponendo fine alla sua storia.

Fonte: HarryPotterFandom

 

Geena Davis parla del comportamento inappropriato di Bill Murray sul set di Scappiamo col malloppo

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Geena Davis parla del comportamento di Bill Murray sul set di Scappiamo col malloppo, film in cui hanno lavorato insieme nel 1990. L’attore comico, molto amato e conosciuto per il suo periodo in Saturday Night Live e per film come Ghostbusters, ha recentemente subito un calo di reputazione a causa delle lamentele contro il suo comportamento sul set di Being Mortal, che ha causato l’interruzione della produzione. Da allora, nel corso dei mesi successivi, c’è stata una maggiore attenzione sul comportamento di Murray sul set, cosa che ha portato alla luce diversi episodi in cui l’attore non sembra essersi comportato con professionalità. 

Geena Davis è tra coloro che ha raccontato la sua esperienza negativa sul set con Bill Murray. Nel suo libro di memorie Dying of Politeness, l’attrice ha rivelato che Murray l’ha terrorizzata sul set del film Scappiamo col malloppo del 1990, e durante una recente intervista sul podcast, On with Kara Swisher, Davis ha raccontato nel dettagli due episodi da quel set:

“Sono andata a incontrare Bill Murray e il suo co-regista e produttore in una suite d’albergo. Sono entrata e sono andata a sedermi con tutti i presenti. Ma Bill Murray è saltato fuori e ha detto: “Ehi, hai mai provato il thumper (un dispositivo per massaggi, ndr)?” E io ho risposto: “Cosa? No. Che cos’è?” “Bene, vieni a provarlo.” “No, no, no.” “Sdraiati qui. Voglio provarlo su di te.” E io: “No, no, no grazie”. E lui continuava a insistere. E io continuavo a dire “No” al punto in cui avrei dovuto urlargli contro: “Smettila di chiedermelo, cazzo! Non lo farò. Capisci?” Cosa che ero troppo timida per fare. Quindi mi sono appollaiato sull’angolo del letto e l’ho lasciato fare, e lui l’ha fatto per circa un secondo, e poi non ha chiesto se mi piacesse o altro. Quindi ho capito che era solo per vedere se poteva costringermi a fare qualcosa di inappropriato…

Stavamo girando una scena enorme in un incrocio a Manhattan con centinaia di comparse e una troupe gigantesca e tutta quella roba. E mi hanno detto: “Siamo pronti per farti venire sul set”. E ho detto: “Bene, i costumisti mi hanno chiesto di aspettare qui un secondo. Posso farlo o devo venire con te?” Pochi secondi dopo, Bill Murray – in un completo costume da clown, tra l’altro – sbatte contro la roulotte con gli occhi fuori dalle orbite e inizia a urlarmi contro e imprecare contro di me: “Vattene là fuori! Che cazzo stai facendo? Muoviti! Muoviti!” E si è messo dietro di me e mi ha urlato all’orecchio: “Muoviti! Muoviti più veloce! Muoviti!” E siamo arrivati a quell’incrocio dove c’erano centinaia di persone che lo guardavano, e lui continuava così finché non ha detto “Stai lì”, indicando un segno sul marciapiede e iniziando la ripresa. Parlarne in realtà, è ancora molto commovente per me perché mi vergognavo così tanto, sai, pensavo di essere qualcuno che voleva fare le cose per bene. Sai?”

Davis è solo una dei tanti attori che hanno parlato del cattivo comportamento di Murray sul set. In un podcast nel 2021, Lucy Liu ha rivelato che Murray le ha rivolto insulti “imperdonabili e inaccettabili” sul set di Charlie’s Angels, che secondo quanto riferito ha portato a un lungo scontro tra i due sul set del film del 2000. Bill Murray insiste sul fatto che lui e Liu da allora hanno fatto pace, mentre la star di Kill Bill ha detto che non ha rancore nei suoi confronti.

Geek girl: recensione della nuova serie Netflix

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Geek girl: recensione della nuova serie Netflix

Netflix ha da sempre incentivato la produzione di contenuti quali serie tv e film a sfondo teen: alcuni dei prodotti più visti seguono proprio questo specifico modello, come ad esempio Elite. Geek Girl è quindi un’altra delle tante serie adolescenziali distribuite dalla piattaforma. Formata al momento da una sola stagione di 10 episodi, ognuno da circa 30 minuti, la serie è tratta dall’omonimo romanzo per ragazzi della scrittrice inglese Holly Smale. Nel cast ritroviamo figure già parzialmente note nel panorama cinematografico e specialmente  nel mondo delle serie tv: Emily Carey (Wonder Woman, House of the dragon) interpreta la protagonista Harriet Manners, mentre Daisy Jelley (How to have sex) è nel ruolo della modella Poppy Hepple-Cartwright.

Geek girl: da secchiona a modella

Harriet Manners, la geek o secchiona della scuola, è una normale adolescente inglese: ha una migliore amica, Nat, con cui va a scuola e sopporta le prese in giro del gruppo di bulli popolari, è molto studiosa e curiosa, ma anche poco sicura di se.

Una gita alla London Fashion Week cambierà tutta la sua  vita; nonostante le sue insicurezze e il poco interesse per la moda, Harriet viene subito notata da Willbur, una sorta di fata madrina per tutte le modelle. Dopo anni  di  bullismo, la ragazza decide di cogliere l’occasione per dare un cambiamento alla sua vita. Harriet riuscirà il primo casting anche grazie al supporto del modello Nick Park, con il quale si creerà un rapporto che andrà oltre l’amicizia.

Ma non tutto sembra essere sempre perfetto anche per una modella: le difficoltà di mantenere il rapporto di amicizia con Nat, il cui sogno era proprio di lavorare nella moda, e l’invidia e gelosia di Poppy, modella e finta fidanzata di Nick, renderanno la vita di Harriet tutt’altro che semplice.

Geek Girl Emily Carey
Geek Girl. Cr. COURTESY OF NETFLIX © 2024

Il luccicante mondo della moda

Il tema principale di Geek girl è certamente il mondo della moda: questo viene talvolta visto come un campo molto superficiale e dai tratti tossici, per via della necessità di mantenere un fisico perfetto. Molti di questi elementi però vengono poco trattati all’interno della serie, lasciando totalmente offuscate le problematiche legate al peso delle modelle ed ai possibili disturbi alimentari che ne seguono. In Geek girl essere una modella è rappresentato un po’ come essere una principessa: bellissimi vestiti vistosi, tutte le attenzioni di sopra ed un affascinante principe azzurro. La serie sarebbe potuta essere invece una buona occasione per dare un quadro più veritiero sul mondo del fashion, pur mantenendo un tono leggero e da serie teen.

La paura di essere diversi

Sii felice di essere un orso polare.

L’elemento più caratteristico del personaggio di Harriet è proprio la sua insicurezza, la quale la porta prima a credere di essere odiata da tutti e poi a voler cambiare sé stessa nel diventare una modella. Harriet inizialmente cerca di uniformarsi al resto dei suoi compagni, e solamente dopo un importante confronto con Toby, il suo strambo  vicino di casa, comprenderà il valore della diversità.

La metafora utilizzata dai due è quella di un orso polare in una foresta: per quanto sia forte e maestoso, non riesce ad uniformarsi al meglio con il resto della fauna. Ed infatti lo scopo non dovrebbe essere quello: bisogna rispettare e celebrare la diversità e le piccole cose che rendono ogni persona unica.

Geek Girl Netflix
Geek Girl. Cr. COURTESY OF NETFLIX © 2024

Geek girl: piccoli difetti di stile

Trattandosi di una semplice serie teen, Geek girl non si distingue esattamente nel comparto tecnico- stilistico. Alcune riprese sembrano essere abbastanza… cringe, simulando uno stato di suspense in alcune scene parzialmente fuori luogo.

Il primo esempio si ritrova nel quarto episodio: Harriet è al suo primo casting e viene aiutata da Wilbur a imparare a camminare sui tacchi alti. In quel momento tutto sembra fermarsi e le riprese si focalizzano solo sulla protagonista e sul muro verso cui cammina, che sembra quasi allargarsi, in un effetto simile a una lente d’ingrandimento. Il secondo momento in cui alcune scelte tecniche sembrano essere poco adatte si ritrova nell’ultimo episodio, nel momento in cui Harriet viene invitata nuovamente a sfilare ma la paura la pervade. Per rappresentare al meglio lo stato d’animo della protagonista si ha un cambio  momentaneo di colori, rendendoli più cupi e idealmente più uniformi all’ansia di Harriet. E’ un cambiamento così breve da risultare solo come strano all’occhio dello spettatore e certamente superfluo.

Geek girl si dimostra essere esattamente ciò che ci si aspettava: una serie leggera e molto scorrevole, ma con alcuni difetti.

Geek Culture: le icone pop a lezione di anatomia

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Geek Culture: le icone pop a lezione di anatomia

Nella Geek Culture le icone pop sono sempre al centro dell’attenzione, come accade a questa serie di opere d’arte molto affascinanti create da NYCHOS,  dove Spider-Man, Darth Vader e gli altri incontrano l’anatomia.

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Gebo e l’ombra di Manoel de Oliveira al Taormina Film Festival

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GEBO E L’OMBRAVerrà presentato al prossimo Taormina Film Festival Gebo e l’ombra, l’ultimo film dell’instancabile maestro Manoel de Oliveira, che torna a regalarci una pellicola di spiccata sensibilità, incentrata sull’attuale tematica della crisi e che mette in scena e denuncia la povertà nella sua declinazione più universale.

Sinossi: Nella casa del vecchio Gebo si ritrovano diversi amici per discutere del mondo, un banchetto di quiete che potrebbe durare all’infinito. Il ritorno inatteso di João, figlio di Gebo che ha smarrito la retta via, sconvolge gli equilibri interni alla famiglia e provocherà serie conseguenze.

Nel cast le splendide dive Claudia Cardinale e Jeanne Moreau, il brillante e severo Michael Lonsdale, la musa deoliveriana Leonor Silveira e il giovane nipote del regista Ricardo Trepa.

Il film aprirà al Taormina Film Fest la rassegna dedicata a Claudia Cardinale e sarà presentato in versione originale sottotitolata sabato 14 giugno alle ore 20.00 presso il Palazzo dei Congressi.

IL FILM USCIRÀ NELLE SALE ITALIANE IL 19 GIUGNO

DISTRIBUITO DA MEDIAPLEX

Gears of War: Netflix annuncia lo sviluppo di un film e una serie animata!

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Nel 16° anniversario dell’uscita dell’originale Gears of War, Netflix ha annunciato una partnership con The Coalition per adattare il franchise di videogiochi di successo in un film d’azione in live action. Il film sarà quindi seguito da una serie animata per adulti con il servizio di streaming che suggerisce che potrebbe presto diventare un “potenziale inizio per più storie”.

La trilogia di videogiochi Gears of War si concentra sul conflitto tra l’umanità e gli ominidi rettili sotterranei conosciuti come l’Orda delle Locuste nel mondo di Sera. Il primo gioco di Gears of War è stato rilasciato il 7 novembre 2006 per Xbox 360. Seguiva il protagonista Marcus Fenix, un soldato della Coalition of Ordered Governments, mentre guidava un ultimo disperato sforzo per distruggere l’Orda di Locuste e salvare l’umanità. I due sequel successivi hanno aggiunto una terza entità al conflitto: i Lambent, mutanti semi-senzienti costituiti da qualsiasi organismo vivente infettato da Imulsion.

L’annuncio non è stato accompagnato da dettagli specifici come chi dirigerà o reciterà nel progetto. La star di Guardiani della Galassia, Dave Bautista, una volta ha descritto Marcus Fenix ​​come un “ruolo da sogno”, quindi sarà interessante vedere se Netflix esplorerà questa possibilità per un potenziale casting. Non è inoltre chiaro se l’adattamento di Netflix si atterrà strettamente ai videogiochi o se esplorerà altri aspetti del conflitto tra l’umanità e l’Orda di locuste e, forse, introdurrà nuovi personaggi nel mix. Il creatore della serie Cliff Bleszinksi, che non è più coinvolto nel franchise di videogiochi Gears of War, ha avuto una risposta succinta all’annuncio.

Gears of War è stato uno dei franchise di maggior successo di Xbox. Attraverso le sue cinque voci principali e diversi spin-off, il franchise di Gears of War ha venduto più di 40 milioni di copie. Negli ultimi tempi Netflix si è maggiormente orientato agli adattamenti di famosi franchise di videogiochi. Il servizio di streaming ha pubblicato adattamenti di Resident Evil , CastlevaniaCupheadLeague of LegendsCyberpunk e The Witcher, solo per citarne alcuni. Sebbene ci siano stati più tentativi di portare Gears of War sul grande schermo, Netflix potrebbe finalmente portare a compimento questa volontà.

Gears of War: il creatore del gioco commenta il potenziale casting di Dave Bautista come Marcus Fenix

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Il creatore di Gears of War, Cliff Bleszinski, ha rivelato se sarà coinvolto nell’adattamento cinematografico del videogioco e cosa pensa di Dave Bautista che potrebbe recitare nel film per interpretare il protagonista della vicenda videoludica, Marcus Fenix. In un’intervista con ComingSoon, a Bleszinski è stato chiesto se gli è stato chiesto di prendere parte alla produzione del film. Ha rivelato che nessuno lo ha contattato, ma che gli piacerebbe consultarlo e approva il popolare fancasting di Dave Bautista nei panni di Marcus Fenix.

Assolutamente no. Nessuno mi ha contattato ed è strano… Marcus è come Bruce Willis in Die Hard: tutto ciò che tocca sembra trasformarsi in schifezza. Dicevo in passato che non volevo che un wrestler professionista interpretasse Marcus. Ma Bautista è emerso dal circuito del wrestling professionistico, ma ha mostrato la sua capacità di recitare in Blade Runner 2049 e Knock At the Cabin e Guardians of the Galaxy. Ha letteralmente fatto quel cosplay: indossa l’armatura che ha pubblicato sui social media e ha il mio pieno sostegno poiché… la gente mi considera “il padre di Gears”. Non mi piacerebbe altro che prendere in considerazione la consulenza per il film”.

Cosa sappiamo sul film di Gears of War?

Netflix attualmente prevede di adattare Gears of War in un film live-action che sarà seguito da una serie animata per adulti e potenzialmente da ulteriori progetti successivi. La star dei Guardiani della Galassia Dave Bautista è stato  piuttosto esplicito  nel voler essere nel film Gears of War, affermando che la parte del personaggio principale Marcus Fenix ​​è un “ruolo da sogno”, anche se il mese scorso l’attore ha smentito categoricamente qualsiasi coinvolgimento nel film e nel cast. Che dire, non resta che aspettare ulteriori sviluppi! 

Gears of War: gli sviluppatori annunciano un film

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Gears of War: gli sviluppatori annunciano un film

Mentre si aspettano Tomb Raider e The Division, oltre all’adattamento di Assassin’s Creed, anche il franchise di Gears of War arriverà presto al cinema.

The Coalition Studio è attualmente al lavoro sul lancio del quarto gioco del franchise, ma ci sono grandi novità all’orizzonte. Il film è stato annunciato dal boss dello studio, Rod Fergusson, che ha dichiarato la presenza di un progetto in sviluppo alla Universal. I produttori saranno Scott Stuber e Dylan Clark e la Bluegrass Films affiancherà la Universal nello sviluppo del film.

Gears of War è uno sparatutto in terza persona sviluppato da Epic Games per la console Xbox 360. Il gioco utilizza la tecnologia dell’Unreal Engine 3.0 ed è stato pubblicato da Microsoft Game Studios: è uno dei giochi che supportano le librerie DirectX 10. In Italia è stato distribuito per il 17 novembre 2006 (come nel resto d’Europa eccetto che in Germania, dove la Microsoft Game Studios non ha pubblicato il gioco dopo che gli è stato negato il rating). Negli USA è stato distribuito il 7 novembre 2006 in negozi selezionati, mentre è stato messo in vendita nei principali rivenditori americani il 12 novembre 2006. È stata inoltre pubblicata una “Limited Collector’s Edition”, che include un disco con contenuti bonus ed un art book intitolato Bellezza distrutta che spiega in dettaglio gran parte del retroscena della storia del gioco.

Gears of War si incentra sui soldati della Squadra Delta che combattono per salvare gli umani che abitano sul pianeta immaginario Sera da un nemico implacabile sotterraneo conosciuto come L’Orda di Locuste. Il giocatore assume il ruolo di Marcus Fenix, un ex detenuto e un soldato dedito alla guerra. Nella modalità cooperativa, il secondo giocatore gioca nel ruolo dell’amico di Fenix, anch’egli soldato, Dominic Santiago (Dom). I due soldati si uniscono alla Squadra Delta e si battono contro L’Orda Delle Locuste attraverso il corso di una campagna di gioco basata sull’azione.

Il gioco ha guadagnato il successo subito dopo la sua pubblicazione. Il 7 novembre 2006 Gears of War è diventato il gioco più apprezzato sul servizio Xbox Live, scavalcando Halo 2, che era rimasto incontrastato sin dal suo lancio nel novembre 2004. È stato nominato “Gioco dell’Anno” da GameSpot. Al 19 gennaio 2007, dopo sole dieci settimane dopo il suo debutto, sono state vendute oltre tre milioni di copie del gioco.

Fonte: SR

Gears of War, Zack Snyder è interessato a dirigere il film per Netflix

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Il regista Zack Snyder ha rivelato il suo interesse nel realizzare un film su Gears of War, ma il creatore originale ha posto una condizione. I piani per un adattamento live-action del popolarissimo franchise di videogiochi Gears of War, il quale ha avuto inizio con il gioco originale del 2006, erano iniziati già nel 2007, quando New Line Cinema fu la prima ad acquistare i diritti del gioco. Dopo essere passato per più mani, Netflix è stato l’ultimo a puntare a trasformare i videogiochi in un film, annunciando che lo sceneggiatore di Dune Jon Spaihts avrebbe scritto la sceneggiatura all’inizio di quest’anno.

Durante una recente intervista con IGN, Snyder ha ora rivelato il suo potenziale interesse a dirigere un film su Gears of War o Halo, sebbene quest’ultimo abbia già avuto un adattamento in una serie televisiva Paramount+. Dopo aver appreso questa notizia, il creatore del gioco originale di Gears of War, Cliff Bleszinski, si è rivolto a Twitter per esprimere la sua approvazione, ma solo a condizione che Dave Bautista interpreti il personaggio centrale Marcus. Per fortuna, sembra non sia impossibile convincere Bautista ad accettare il ruolo, avendo egli già espresso il suo interesse a far parte del progetto.

Ecco invece quanto affermato da Snyder: “Beh, ce ne sono molti [di videogiochi]. Voglio dire, abbiamo parlato di un sacco di… Sai, Gears è sempre venuto fuori, più o meno nel nostro tipo di cerchia. Quindi, ero un fan del gioco, quindi, a pensarci bene, quello. Sono stato anche sempre interessato al franchise di Halo… Ovviamente lo hanno già realizzato, ma è stato qualcosa che ho sempre pensato potesse essere incredibile“. Dato che Netflix sta ora lavorando al progetto e che Snyder ha proprio con lo streamer un buon rapporto, per il quale ha già realizzato Army of the Dead e l’imminente Rebel Moon, è dunque molto probabile che venga scelto proprio lui a dirigere Gears of War.

GdA Director’s Award 2020 a KITOBOY (The Whaler Boy) di Philipp Yuryev

Tra i dieci film in concorso l’opera prima KITOBOY (The Whaler Boy) di Philip Yuryev è il vincitore del GdA Director’s Award 2020 nella diciassettesima edizione delle Giornate degli Autori.

L’opera è stata premiata dalla giuria presieduta dal regista israeliano Nadav Lapid e composta dai giovani europei del progetto 27 Times Cinema, ventisette spettatori provenienti ognuno da un diverso Paese dell’Unione Europea.

Tutte le riunioni di giuria sono state moderate da Karel Och, direttore del festival di Karlovy Vary, che ha condotto le discussioni accompagnando Lapid e i suoi giovani colleghi a decretare il vincitore.

Questa la motivazione con la quale hanno sostenuto la scelta: “Il vincitore del GdA Director’s Award è The Whaler Boy di Philipp Yuryev. Era uno dei tre film selezionati, assieme a Residue di Merawi Gerima, ritratto intimo e sperimentale della comunità black a Washington DC, e Conference di Ivan I. Tverdovskiy, analisi non convenzionale della paura e del dolore, ambientata in Russia durante una cerimonia in commemorazione di un attacco terroristico. La giuria ha ritenuto che The Whaler Boy di Yuryev fosse la prova cinematografica migliore, combinando il genere drammatico e quello comico, pur mantenendo una forte visione estetica. Questa opera prima del regista è una storia di “coming-of-age” che ritrae un mondo mai esplorato prima con tanta precisione e sapienza filmica. La decisione di avvalersi di attori non professionisti ha conferito maggiore autenticità e la giuria ha ritenuto che questo film meritasse di essere premiato.”

Il GdA Director’s Award ha un valore di 20.000 euro: metà destinata al regista, metà al venditore internazionale del film, per aiutarne la circolazione.

Leshka vive in un villaggio sperduto sullo Stretto di Bering che divide la Russia dagli Stati Uniti, tra il circondario autonomo della Čukotka e l’Alaska. È un adolescente ed è anche un cacciatore di balene, come la maggior parte delle persone nel paese. Da poco, è possibile accedere a Internet. L’unico momento di conforto per i ragazzi è diventata una video chat erotica che si interrompe continuamente. Il buffering, comunque, non impedisce di osservare giovani donne che vivono a migliaia di chilometri di distanza. Per tutti sembra essere poco più che un passatempo divertente, per Leshka invece si trasforma in una cosa seria quando si imbatte in una ragazza che gli cambia la vita. Al mattino presto, Leshka ruba un motoscafo, un binocolo e un arpione, e parte. Si prospetta un viaggio folle. Arriverà in Alaska?

Senza alcuna esperienza cinematografica, Philipp Yuryev (Mosca, 1990) è stato ammesso all’Università Statale Russa di Cinematografia. Con il suo primo cortometraggio realizzato durante gli studi, Utro drugimi glazami, si è aggiudicato numerosi premi internazionali. Eguale successo ha ottenuto con Vidoizmenennyy landshaft. Il suo film di diploma, Pesnya mekhanicheskoy ryby, è stato selezionato al Sundance e al Festival di Clermont-Ferrand. Kitoboy è la sua opera prima.

L’idea di questo film mi è venuta durante un viaggio nell’estremo nord della Russia, ricorda il regista, “Arrivati in un piccolo villaggio di pescatori, notammo che le donne più giovani erano partite per frequentare le scuole estive in città. Quell’esodo fu una vera tragedia per i ragazzi locali che dovettero trascorrere tre lunghi mesi da soli. Di fatto, circondati da una tundra senza fine, quei giovani furono totalmente abbandonati dalle donne, anche perché le ragazze del villaggio più vicino non potevano spostarsi per una semplice visita. La connessione alla Rete era scadente. L’unico modo per osservare delle ragazze era una video chat erotica che peraltro si interrompeva spesso. È stato proprio in quel momento che ho scritto la prima versione di questa storia. Ho deciso di trasferire la storia a Čukotka, in un piccolo villaggio popolato da cacciatori di balene. Il protagonista, Leshka, sperimenta i tipici problemi adolescenziali legati alla solitudine, il desiderio di trovare l’amore e il sentirsi incompreso dai suoi amici. Sono proprio esperienze del genere a rendere universale questa storia.”

GdA Director’s Award 2014: vince Manas di Marianna Brennand

GdA Director’s Award 2014: vince Manas di Marianna Brennand

La giuria, presieduta dalla regista Joanna Hogg, coordinata da Karel Och, direttore del festival di Karlovy Vary, sostenuta da Europa Cinemas e Cineuropa e composta da David Bakum (Germania), Victor Courgeon (Francia), Maarja Hindoalla (Estonia), Dimosthenis Kontes (Grecia), Amalia Mititelu (Romania), Saulė Savanevičiūtė (Lituania), Esmée van Loon (Paesi Bassi), Gregor Valentovic (Slovacchia), Isabella Weber (Italia) e Chris Zahariev (Bulgaria) – tutti ex partecipanti al progetto “27 Times Cinema”, inaugurato nel 2010 con il Parlamento Europeo – ha decretato il vincitore del GdA Director’s Award. L’annuncio si è svolto nel corso della tradizionale riunione plenaria trasmessa in streaming sulla pagina Facebook e il canale YouTube delle Giornate degli Autori. Il GdA Director’s Award ha un valore di 20.000 euro: metà destinata al regista, metà al venditore internazionale del film, per aiutarne la circolazione.

Tra i dieci film in concorso della 21ª edizione delle Giornate è Manas di Marianna Brennand ad aggiudicarsi il GdA Director’s Award 2024. 

Manas di Marianna Brennand vince il GdA Director’s Award 2014

La motivazione: “È un grande onore annunciare il film vincitore del GdA Award 2024. In questi giorni abbiamo discusso con grande passione di 10 film che esplorano universi cinematografici molto diversi tra loro, emozionandoci e sorprendendoci, e vorremmo ringraziare le Giornate degli Autori per la selezione proposta. Un film in particolare ci ha regalato un’incredibile esperienza condivisa. Manas è una finestra sul mondo capace, grazie a un’infinita cura per il dettaglio, di immergere lo spettatore in un viaggio immersivo e trasformativo.  Manas ci ha conquistato con la cura e l’attenzione con cui mette in scena un tema delicato e difficile come quello dell’abuso, sia in ambito domestico che in contesti più sistematici. Con questo racconto preciso e culturalmente specifico in cui abbiamo esplorato l’isola di Marajó, la regista ha ritratto qualcosa di profondamente universale. Questo film si è distinto dal programma per la sua maestria, le brillanti interpretazioni e il forte messaggio che crediamo risuonerà con gli spettatori di tutto il mondo, sensibilizzando e chiedendo un cambiamento. Grazie a Marianna Brennand per aver reso visibili queste storie e grazie alle Giornate degli Autori per averle portate alla nostra attenzione”.

Isola di Marajó, foresta amazzonica. Marcielle (Tielle) vive con i genitori e tre fratelli. Condizionata dalle parole della madre, venera la sorella maggiore pensando sia fuggita da quella vita squallida trovandosi un «brav’uomo» su una delle chiatte che solcano la zona. Man mano, però, Tielle si scontra con la realtà e comprende di essere intrappolata tra due ambienti violenti. Preoccupata per la sorellina e per il futuro desolante che le attende, decide di affrontare il sistema che opprime la sua famiglia e le donne della comunità.

“Durante una ricerca per un documentario da girare nei villaggi della foresta amazzonica, ho incontrato donne vittime di traumi indicibili fin dalla più tenera età. Avevano subito abusi sessuali all’interno delle loro case, oltre a essere sfruttate sessualmente su chiatte commerciali, praticamente, senza alcuna possibilità di fuga. Purtroppo, la maggior parte di noi donne ha una storia di abuso sessuale, morale o psicologico, che ha lasciato cicatrici profonde. Il Me Too e altri movimenti per i diritti delle donne ci hanno incoraggiato e permesso di rompere il silenzio e di denunciare gli abusatori in tutto il mondo. Ma che dire di queste donne invisibili di cui non conosciamo nemmeno l’esistenza? Con Manas voglio dare voce a loro che altrimenti non sarebbero mai state ascoltate, onorando le storie che hanno condiviso con me. Vedo il cinema come un veicolo efficace per la trasformazione sociale e politica e spero che Manas sia in grado di mobilitare gli spettatori rompendo l’enorme tabù che circonda questa difficile realtà che riguarda noi tutte”. (Marianna Brennand)

Marianna Brennand, dopo essersi laureata in cinema alla UCSB, è tornata in Brasile per realizzare un documentario sul suo prozio Francisco, un artista  riconosciuto a livello mondiale per i suoi lavori in ceramica. Puntando su un approccio narrativo poetico basato sui diari del suo personaggio, Francisco Brennand è stato presentato in anteprima nel 2012 e ha vinto i premi per il miglior documentario brasiliano e per il miglior film brasiliano al Festival di São Paulo. Nel 2007 aveva diretto un altro documentario, O Coco, a Roda, o Pnêu e o Farol, sulla ricca tradizione musicale del «coco de roda» a Olinda, città nello Stato del Pernambuco. Manas segna il suo debutto alla regia di un lungometraggio ed è il risultato di una ricerca decennale sul tema complesso e delicato dell’abuso e dello sfruttamento sessuale di bambine e adolescenti sull’isola di Marajó, nella foresta amazzonica.

GdA 20° edizione: vince Vampire humaniste cherche suicidaire consentant

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È vampiresco, romantico e ironico il film vincitore del GdA Director’s Award della ventesima edizione, la horror comedy Vampire humaniste cherche suicidaire consentant (Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person) di Ariane Louis-Seize.

Erano ben quattro i film sui vampiri alla 80ª Mostra del Cinema”, dicono Giorgio Gosetti e Gaia Furrer, rispettivamente delegato generale e direttrice artistica delle Giornate, “La vittoria del nostro film canadese è il segno dei nostri tempi. Ariane Louis-Seize usa il mondo dei vampiri con intelligenza e ironia come pretesto per raccontare l’empowerment femminile, per parlare di empatia e di quei sentimenti che riporteranno l’umanità nel mondo, tema che ricorre in tanti film del nostro ventesimo anno”.

Il dramma belga sulla violenza di genere Quitter la nuit (Through the night) di Delphine Girard vince il Premio del Pubblico mentre a guadagnarsi il Label Europa Cinemas è Photophobia (Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina) di Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík, che raccontano la quotidianità durante la guerra in Ucraina attraverso gli occhi di due bambini.

Si conclude così l’avventura di questi primi vent’anni delle Giornate degli Autori, iniziata con l’immagine firmata da Anna Franceschini, in cui il marmo di una statua si contrappone alla leggerezza giocosa di una figura femminile vestita in rosso.

La sezione autonoma e indipendente della Mostra del Cinema di Venezia promossa dalle associazioni ANAC e 100autori ha accolto il pubblico nella splendida Sala Perla, appena rinnovata. Dieci i film presentati in concorso, cinque dei quali diretti da donne. Per la prima volta, tre di queste sono arrivate in finale per il GdA Director’s Award: oltre a Vampire humaniste cherche suicidaire consentant diretto da Ariane Louis-Seize, nella riunione finale dei cinefili europei del progetto 27 Times Cinema si sono contesi il premio Melk di Stefanie Kolk e Quitter la nuit di Delphine Girard. I film eventi speciali erano sette. Peter Sargaard nei panni di un giornalista borghese all’epoca della pandemia dell’influenza Spagnola (1918), è protagonista e co-produttore del film di chiusura delle Giornate, l’americano Coup! di Austin Stark e Joseph Schuman.

La Casa degli Autori, a pochi passi dal Palazzo del Cinema e dalla laguna che guarda Venezia, ha ospitato per il terzo anno consecutivo una programmazione ricca di film e appuntamenti. A cominciare dalle Notti Veneziane, presentate in Sala Laguna: realizzate in accordo con Isola Edipo e co-dirette da Gaia Furrer e Silvia Jop, hanno visto l’alternarsi di otto film, tra finzione e cinema del reale. La stessa sala ha ospitato cinque Proiezioni Speciali a cominciare da Nina dei Lupi di Antonio Pisu.

Ben ventisei sono stati gli eventi trasversali alla programmazione dei trentatré film delle Giornate, dalle presentazioni di progetti futuri come il Venice Kids (Enzo D’Alò testimonial speciale) alle anticipazioni come quella della serie YOLO – You Only Love Once prodotta da QMI. Si sono alternate attività votate all’approfondimento e alla formazione. Fra gli altri: il Premio Bookciak, Azione! in pre-apertura delle Giornate, le Masterclass in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, l’incontro Me too 2023: le donne alla conquista di un cinema libero in collaborazione con 100autori e Isola Edipo.

Lo Spazio della Regione del Veneto ha ospitato gli incontri Miu Miu Women’s Tales con le registe Antoneta Alamat Kusijanović e Ava DuVernay, le attrici Maggie Gyllenhaal e Danica Curcic e la costumista Catherine Martin, intervistate da Penny Martin.

Tantissimi gli ospiti che si sono alternati nelle due settimane della Mostra alle Giornate per accompagnare i loro film o partecipare ad incontri con il pubblico del Lido. Tra questi, attori, registi, sceneggiatori e artisti come Isabelle Huppert, Luca Guadagnino, Shirin Neshat, Peter Sarsgaard, Billy Magnussen, Lola Dueñas, Kasia Smutniak, Salvatore Esposito, Teona Strugar Mitevska, Hiam Abbass, Céline Sciamma, Monia Chokri, Donatella Finocchiaro, Chiara Civello, Tommaso Ragno, Maya Sansa, Sergio Rubini, Sandra Ceccarelli, Ana Torrent, Sara Ciocca, Ludovica Martino,  Giovanni Caccamo.

La Villa, il luogo fondativo delle Giornate, è stato anche quest’anno uno spazio animato ed esclusivo grazie al cultural promoter Francesco Marchetti e alla collaborazione con The Hollywood Reporter Roma, Main Media partner delle Giornate. Nel corso di dieci intensi giorni sono stati con noi, tra gli altri, Michael Mann, Sofia Coppola, Adam Driver, Patrick Dempsey, Priscilla Presley, Pier Francesco Favino, Matt Dillon, Anna Ferzetti, Caterina Murino, Raul Bova, Rocío Morales, Stefano Sollima.

GDA 2024: il Premio SIAE Andrea Purgatori alla Carriera va ad Alice Rohrwacher

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SIAE – Società Italiana degli Autori e Editori, main partner della 21a edizione delle Giornate degli Autori, torna a sostenere e a promuovere la creatività del cinema made in Italy conferendo ad Alice Rohrwacher, regista dalla visione inconfondibile, il Premio alla Carriera intitolato dal 2023 ad Andrea Purgatori.

Alice Rohrwacher raccoglie il testimone di Luca Guadagnino, premiato lo scorso anno, e di autori come Gianni Amelio e Paolo Sorrentino, ai quali il premio è stato conferito nel corso delle precedenti edizioni delle Giornate degli Autori.

Alice Rohrwacher è autrice di grandi successi internazionali come Corpo Celeste (2011) e Lazzaro felice (2018) e del più recente La Chimera (2023). Amata dalla critica e dal pubblico dei grandi festival internazionali – da Cannes a Karlovy Vary, dal BFI a Tallin – è una cineasta capace di raccontare sul grande schermo sogni allo stesso tempo personali e universali.

Il Premio SIAE Andrea Purgatori alla Carriera va ad Alice Rohrwacher

Salvatore Nastasi, Presidente della SIAE, ha annunciato il riconoscimento con la seguente motivazione: “Alice Rohrwacher è senza dubbio l’artista del realismo magico italiano di questo secolo, un’autrice capace di dar voce a un’intera generazione che desidera trovare nelle chimere uno strumento per trasmettere messaggi positivi, universali e incredibilmente concreti. Con questo riconoscimento vogliamo premiare un’autrice la cui poesia visiva è linfa rara e preziosa per nutrire il pubblico di oggi e il cinema del domani”.

Alice Rohrwacher, che sarà al Lido per presentare fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il cortometraggio Allégorie citadine, co-diretto insieme all’artista francese JR, ha commentato così la notizia: “Il mio primo lungometraggio registrato alla SIAE, Corpo celeste, ha segnato l’inizio di un viaggio incredibile e avventuroso, e ringrazio la SIAE e il suo Presidente per questo importante riconoscimento, che è una spinta a viaggiare ancora. Vorrei anche ringraziare Carlo Cresto-Dina e Tempesta che mi hanno da sempre accompagnato nelle mie esplorazioni. Stiamo vivendo un momento difficile per il cinema libero e indipendente. Il cinema indipendente è il sistema immunitario dell’immaginario collettivo, e va protetto. Anche per questo accetto con orgoglio il premio SIAE nel nome di uno spirito libero com’era Andrea Purgatori”.

Il premio verrà consegnato domenica 1 settembre, alle ore 11:30, presso la Sala Perla del Palazzo del Casinò, dal Presidente della SIAE Salvatore Nastasi.

GDA 2021: tornano gli incontri Miu Miu Women’s Tales

GDA 2021: tornano gli incontri Miu Miu Women’s Tales

Tornano alle Giornate degli Autori gli incontri di Miu Miu Women’s Tales con un programma che, accanto alla proiezione nel Casinò di Venezia di due cortometraggi firmati da registe, organizza tre conversazioni con alcune delle più interessanti attrici, performer e filmmaker di oggi, chiamate a celebrare la femminilità nel XXI secolo. Le attività del progetto, giunto al suo decimo anno di attività, raccolgono le voci di professioniste dai background diversi, unite dalla curiosità e dall’entusiasmo di portare al Lido testimonianze sul lavoro, la creatività e il talento al femminile.

Le due registe che quest’anno presenteranno i corti #22 e #23 sono Isabel Sandoval e Kaouther Ben Hania. I corti verranno proiettati in apertura del film in concorso ufficiale delle Giornate degli Autori Madeleine Collins di Antoine Barraud, in Sala Perla sabato 4 settembre alle 16.45. Per assistere all’incontro tra le due registe, l’appuntamento è domenica 5 settembre alle 10.00 presso lo Spazio della Regione del Veneto all’Hotel Excelsior. 

Isabel Sandoval, che nel 2019 aveva presentato in concorso ufficiale alle Giornate il suo intimo esordio alla regia, Lingua Franca, candidato al John Cassavetes Award, porta sullo schermo della Sala Perla #21 SHANGRI-LA,  un racconto ambientato durante la Grande Depressione che ci accompagna in un viaggio sensuale e malinconico nelle fantasie di una bracciante filippina di seconda generazione. Dopo il successo di The man who sold his skin, presentato a Orizzonti durante Venezia 77 e primo film Tunisino candidato all’Oscar, Kaouther Ben Hania torna al Lido con #22 I AND THE STUPID BOY, cortometraggio che gioca con gli equilibri di potere tra uomo e donna, la sessualità e la vergogna, una storia  graffiante e profondamente femminista.

Il pomeriggio del 5 settembre, all’Italian Pavillion (Hotel Excelsior), sarà la volta di Ciara Bravo e Patricia Allison. La statunitense Ciara Bravo, apparsa in serie televisive come Big Time Rush e Red Band Society, versione americana di Braccialetti rossi, dialogherà con Patricia Allison, attrice britannica che ricorderete per il ruolo di Ola Nyman nella hit-series Netflix Sex Education. Appuntamento alle 15.00 all’Hotel Excelsior presso l’Italian Pavilion.

La terza e ultima conversazione, sarà lunedì 6 settembre alle ore 11.00, nuovamente presso lo Spazio della Regione del Veneto, vedrà protagoniste KiKi Layne e Sarah Gadon. Classe 1991, KiKi Layne ha già all’attivo ruoli in film del calibro di The Old Guard e If Beale Street Could Talk, per il quale ha ricevuto il Black Reel Award come miglior attrice. Acclamata per i suoi ruoli nei film di David Cronenberg A Dangerous Method, Cosmopolis e Maps to the Stars, Sarah Gadon porterà al Lido la sua esperienza sui set di altre grandi produzioni come Enemy di Denis Villeneuve e Dracula Untold.

Tutti gli incontri saranno moderati dalla giornalista britannica Penny Martin, caporedattore della rivista femminile “The Gentlewoman”.

GDA 2021: Premio SIAE al talento creativo a Elisa Fuksas e Francesco Lettieri

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In occasione della diciottesima edizione delle Giornate degli Autori, SIAE raddoppia gli omaggi al cinema del presente che, come da tradizione, conferisce ad autori capaci di superare i confini della creatività. Sono due i premi a giovani talenti che, attraverso il cinema, dialogano con le altre arti, questa volta soprattutto la musica.

Per il 2021, SIAE ha individuato ben due giovani autori presenti nel programma delle Giornate degli Autori da sostenere con il Premio al Talento Creativo. “In un anno complesso come quello che stiamo vivendo”, dicono Giorgio Gosetti e Gaia Furrer, Delegato Generale e Direttrice Artistica delle Giornate, “la scelta della SIAE è certamente indice di una promessa di ripartenza per l’autorialità italiana. Questo premio va a due personalità molto diverse tra loro, ma che sono unite nel segno della musica.”

Elisa Fuksas – di formazione architetto, per vocazione scrittrice e regista – torna per il secondo anno alle Giornate: dopo il personalissimo flusso di coscienza autobiografico di iSola del 2020, arriva con Senza fine, un ritratto intimo ma universale di una icona della canzone italiana come Ornella Vanoni.

Quella di Francesco Lettieri è decisamente un’altra musica più simile alle nuove sonorità indipendenti degli ultimi anni che hanno le voci di Calcutta, Liberato, Motta e Carl Brave. Dopo numerosissimi video clip  musicali, veri e propri film scritti e diretti per tanti musicisti italiani, il regista napoletano presenta alle Giornate Lovely Boy, suo secondo lungometraggio che racconta la rapida caduta di una promessa musicale e che SIAE ha scelto di mettere in evidenza con questo speciale riconoscimento.

Elisa Fuksas e Francesco Lettieri raccolgono il testimone di autori originali e trasversali che, tra teatro, fotografia, spettacolo e antropologia, hanno portato al cinema visioni contemporanee del cinema italiano aperto al mondo, tra cui: Elisabetta Sgarbi per Extraliscio – Punk da balera(2020), Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna per Scherza con i fanti (2019), Francesco Zizola per As If We Were Tuna, (2018), Claudio Santamaria per The Millionairs (2017) e Pippo Delbono per Vangelo (2016). Una “walk of talent” che dimostra l’impegno di SIAE, in collaborazione con le Giornate degli Autori, per la promozione del cinema che dialoga con le altre espressioni, si evolve e riesce a essere vincente nelle sale di Venezia ed oltre.

La consegna del riconoscimento a Elisa Fuksas e Francesco Lettieri avverrà il 10 settembre alle ore 19.00 nel corso della Cerimonia di premiazione delle Giornate presso la Casa degli Autori (via Pietro Buratti 1, Lido).

Le Giornate degli Autori, promosse da ANAC 100autori, sono una sezione indipendente della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

GDA 2021: Free Hugs – L’arte dell’abbraccio, la mostra

GDA 2021: Free Hugs – L’arte dell’abbraccio, la mostra

Abbiamo tutti scolpiti nella memoria certi abbracci, sia privati che cinematografici. Le Giornate degli Autori dopo molti mesi di privazioni, di distanza forzata e volti filtrati, vogliono idealmente restituire il gesto più semplice del mondo al pubblico del Lido, dentro e fuori il cinema.

La sera del 2 settembre (alle 21.00 in Sala Laguna, nuovo spazio co-gestito dalle Giornate degli Autori e Isola Edipo) sarà presentata un’anteprima di “FREE HUGS”, mostra sugli abbracci raccontati attraverso i fumetti, un modo per scoprire le tante forme dell’abbraccio e una panoramica sulla varietà stilistica e sulla grande energia creativa del disegno contemporaneo, italiano ed internazionale: da Gipi a Manuele Fior, da Davide Reviati alle personalità emergenti del graphic novel (tra cui ZuzuAntonio Pronostico e Alice Socal), dall’umorismo corrosivo di Maicol e Mirco alla riscrittura dell’immaginario fantascientifico operata da LRNZ; dal ricordo di maestri come Will Eisner e Jacovitti fino al raffinato intimismo di Bianca Bagnarelli, matita del “New York Times”.

GdA 19: presentato il programma di Giornate degli Autori 2022

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GdA 19: presentato il programma di Giornate degli Autori 2022

É stato presentato oggi nel corso della conferenza stampa il programma della diciannovesima edizione delle GIORNATE DEGLI AUTORI che si svolgerà nell’ambito della 79 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre.

Tra i film della Selezione Ufficiale 2022:

PADRE PIO di Abel Ferrara con Shia LaBeouf; BENTU di Salvatore Mereu; DIRTY, DIFFICULT, DANGEROUS di Wissam Charaf; THE LISTENER  di Steve Buscemi con Tessa Thompson; MARCIA SU ROMA di Mark Cousins con Alba Rohrwacher;  ACQUA E  ANICE di Corrado Ceron con Stefania SandrelliSilvia D’AmicoCASA SUSANNA di Sebastien Lifshitz  e i cortometraggi del progetto MIU MIU WOMEN’S TALESHOUSE COMES WITH A BIRD di Janicza BravoCARTA DE MI MADRE PARA MI HIJO di Carla Simón.

Tra i film delle Notti Veneziane, realizzate in accordo con Isola Edipo:

LAS LEONAS di Isabel Achával e Chiara BondìLE FAVOLOSE di Roberta TorreSPACCAOSSA di Vincenzo Pirrotta con Selene Caramazza, Ninni Bruschetta, Luigi Lo CascioSE FATE I BRAVI di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone.

La presidente di giuria dell’edizione 2022 è Céline Sciamma, che insieme ai 27 giovani giurati provenienti dai 27 paesi dell’Unione Europea, sceglierà il vincitore del GdA Director’s Award. Tra gli ospiti delle Giornate degli Autori anche: Daniele Ciprì, Filippo Timi, Artavazd Pelešjan, Bob Odenkirk, Edgar Reitz e molti altri.

Con un salto dorato, realizzato per noi dall’artista italiana Rä di Martino che firma l’immagine di quest’anno, tratta dalla sua serie “Allunati”, la diciannovesima edizione delle Giornate degli Autori mira ad atterrare sulla Luna, il satellite dove sono custoditi i sogni e il senno degli uomini. E lo fa con un balzo poetico che è espressione dell’urgenza di andare avanti, di esplorare terreni ignoti, di sondare nuove possibilità. È un salto che vuole essere gesto attivo e politico, così come sono politici e pieni di desiderio i film che abbiamo scelto.

Nel corso del processo di selezione abbiamo infatti scoperto e dato risalto a opere che raccontano i distanziamenti, i dolori e i disagi del mondo, ma che in modo ancor più deciso narrano di sodalizi e complicità. Storie sociali, personali, fantastiche, ispirate alla realtà o a una sua forma immaginaria capace, però, di restituirci una visione imprevista del contemporaneo.

Questione politica, rielaborazione del passato, osservazione dello status quo e tentativo di proiettarsi in un futuro diverso, solitudine umana e conseguente bisogno di alleanze, sono i temi portanti del nostro programma.

Temi che non sono solo contenutistici ma che attraversano anche la pratica del fare cinema e del fare festival. Le sezioni delle Giornate – Concorso, Eventi speciali, Notti Veneziane, alle quali si aggiungono come da tradizione i Miu Miu Women’s Tales – dialogano tra loro portando avanti un discorso comune. Abbiamo numerosi film co- diretti (a rafforzare l’idea del cinema come pratica che si svolge al plurale), c’è una parità di genere che rispecchia la crescita di autrici finalmente libere di esprimersi e, soprattutto, di accedere a quella complessa macchina economica che è il cinema. E, infine, avremo l’onore di accogliere al nostro fianco una Presidente di giuria come Céline Sciamma che con il suo fare cinema ha rovesciato le strutture fondamentali della nostra società tracciando una nuova rotta.

Film in cui il passato è materia viva per fare i conti con il presente è Marcia su Roma, il nuovo lavoro del regista irlandese Mark Cousins, evento di apertura dei film fuori concorso.

Tra i film in gara, in Blue Jean la regista britannica Georgia Oakley ci immerge nell’Inghilterra thatcheriana della fine degli anni ’80 per parlaci di omofobia; in El Akira. La dernière reine Adila Bendimerad e Damien Ounouri ci fanno fare un balzo indietro nel XVI secolo narrando le gesta epiche, tra testimonianze e leggende, dell’ultima regina di Algeri.

E sempre al passato con la lente dell’oggi, guardano i due film italiani in concorso. Di produzione, storia e ambientazione italiana, è il nuovo film di Abel Ferrara che con il suo mistico e febbrile Padre Pio, interpretato da uno straordinario Shia LaBeouf, rivisita un episodio tragico della storia italiana del secolo scorso, l’eccidio di San Giovanni Rotondo dell’ottobre del 1920. Mentre Salvatore Mereu torna alla Mostra del Cinema a distanza di due anni e ci offre con Bentu una dolente e allo stesso tempo luminosa storia di grano e vento ambientata nella Sardegna degli anni Cinquanta, una storia che è metafora, quanto mai attuale, della sfida che l’uomo ingaggia con la natura.

Vicende tutte al presente, dove il presente è oppressivo e contraddittorio e allo stesso tempo contiene tracce di speranza, sono quelle raccontate in Dirty, Difficult, Dangerous di Wissam Charaf e in Les damnés ne pleurent pas di Fyzal Boulifa. Nel primo, due giovani amanti, un profugo siriano e una badante eritrea, rincorrono la leggerezza della passione sullo sfondo di un Libano al collasso; nel secondo una madre e un figlio attraversano, uniti e distanti allo stesso tempo, un Marocco lacerato dalle disparità economiche e sociali.

Ritratto di una Cina più che mai contemporanea è quello che ci offre Stonewalling, ultimo capitolo di una trilogia femminista che la regista cinese Ji Huang (qui in co-regia con il marito, il direttore della fotografia giapponese Ryuji Otsuka) sviluppa dal 2014 quando vinse il primo premio al Festival di Rotterdam con il suo film d’esordio.

Dal passato al presente arriviamo al futuro e a quella promessa di futuro che è l’adolescenza. Sono adolescenti infatti i protagonisti di The Maiden, esordio del canadese Graham Foy che ci offre un racconto lirico, sospeso tra realtà e immaginazione, sul fragile e traumatico passaggio all’età adulta. Al suo primo film di finzione, Lobo e Cão, la documentarista portoghese Cláudia Varejão si è immersa nella giovane comunità queer dell’isola di Sao Miguel, nel remoto arcipelago delle Azzorre, per dipingere un ritratto poetico di giovani solitudini che cercano di rompere l’ordine morale per incontrarsi e imparare a vivere meglio in un mondo ostile nei loro confronti.

È da una autrice a metà tra il cinema e l’arte, la ceca Cristina Groșan che, con proviene un monito su un mondo che sta misteriosamente crollando e al contempo la spinta per non cedere alla vertigine dell’apocalisse e per reagire stringendo patti col prossimo: lo racconta in Ordinary Failures, film in cui tre donne si ribellano ai “fallimenti ordinari”.

I dieci film in concorso trovano in The Listener di Steve Buscemi una chiusura ideale. L’attrice statunitense Tessa Thompson, volontaria notturna per una linea telefonica di supporto psicologico, sembra quasi ascoltare tutti i personaggi dei nostri film dando loro, con la sua voce, una promessa di guarigione.

Tra gli Eventi speciali riscopriamo certe affinità dei titoli in concorso. A partire dal documentario iraniano Alone di Jafar Najafi, in cui il ragazzino protagonista che non vuole che le sorelle-bambine si sposino, cerca di sovvertire una regola e così il mondo. In Siamo qui per provareGreta De Lazzaris e Jacopo Quadri inseguono un’altra coppia, i registi teatrali Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, a loro volta sulle tracce di uno spettacolo che tarda a prendere forma o che, forse, proprio in quel suo non esplicitarsi trova una forma, un modo peculiare di essere, come se fosse la vita in divenire con le sue imprevedibili traiettorie.

In Casa Susanna, terzo capitolo di una trilogia sulla transessualità, il regista francese Sébastien Lifshitz, rielabora il passato attraverso materiale di repertorio, rendendolo materia viva, incandescente.

Un’alleanza al femminile, dolce, vitale e malinconica è, infine, il viaggio on the road di Stefania Sandrelli e Silvia D’Amico nell’opera prima del regista veneto Corrado CeronAcqua e anice.

Alla vigilia del loro ventennale e in un mondo sempre più in crisi e in mutazione, le Giornate degli Autori propongono un programma che è sì eco dei tempi bui e angosciosi che stiamo vivendo, ma è anche un atto di resistenza e vuole offrire una finestra, un barlume di speranza contro tutte le solitudini, le tensioni identitarie e i diktat politici che imprigionano e opprimono il pensiero in tutto il mondo.

SELEZIONE UFFICIALE

  • IN CONCORSO

DIRTY, DIFFICULT, DANGEROUS di Wissam Charaf – film di apertura
Francia, Italia, Libano, 2022, 101’, prima mondiale
Con: Clara Couturet, Ziad Jallad, Rifaat Tarabey, Darina Al Joundi
Produzione: Aurora Films
Co-produttori: Intramovies, Né à Beyrouth
Vendite internazionali: Intramovies

Storia dell’amore contrastato nella Beirut di oggi tra Ahmed, un rifugiato siriano, e Mehdia, una badante immigrata etiope. Mentre Mehdia cerca di affrancarsi dall’agenzia dell’impiego che la tiene sotto ricatto, Ahmed cerca di sopravvivere commerciando in componenti metalliche di seconda mano ed è affetto da una malattia misteriosa. I due amanti sembrano non aver futuro, ma non hanno neanche niente da perdere e così un giorno decidono di tentare la sorte e di lasciare insieme Beirut.

BENTU di Salvatore Mereu
Italia, 2022, 70’, prima mondiale
Con: Giuseppe Cuccu, Giovanni Porcu
Produzione: Viacolvento
Co-produttore: ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico
Produttore associato: Università di Cagliari – Corso di Laurea Magistrale in produzione multimediale
Con il sostegno: Fondazione Sardegna Film Commission, Regione Autonoma della Sardegna, MIC, Regione Lazio, Comune di Guasila, Comune di Sanluri, Comune di Turri
Vendite internazionali: Pascale Ramonda

Raffaele ha appena raccolto il suo piccolo mucchio di grano che sarà la provvista di un anno intero. Per non farsi trovare impreparato, da giorni dorme in campagna, lontano da tutti, in attesa che il vento arrivi e lo aiuti a separare finalmente i chicchi dalla paglia. Ma il vento non ne vuole sapere di farsi vedere. Solo Angelino viene a trovarlo ogni giorno per non farlo sentire meno solo. Un giorno, forse, quando sarà grande, Raffaele potrà prestargli la sua indomita cavalla e lui potrà finalmente cavalcarla. Ma Angelino non vuole aspettare…

BĔŽNÁ SELHÁNY (ORDINARY FAILURES) di Cristina Groşan
Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Slovacchia, 2022, 84’, prima mondiale
Con: Tatjana Medvecká, Beáta Kaňoková, Nora Klimešová, Vica Kerekes, Adam Berka
Produzione: Xova Film
Co-produzioni: Laokoon Filmgroup, Rosamont, Czech Television, Super film
In associazione con: ARTE G.E.I.E.
Con il sostegno di: Czech Film Fund, Eurimages, National Film Institute Hungary, MiBACT, Slovak Audiovisual Fund, Prague Film Fund, Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Pilsen Region, Regione Lazio, Filmovà NADACE
Vendite internazionali: Totem Films

La giornata di un’adolescente inquieta, una madre ansiosa e una donna rimasta da poco vedova viene sconvolta da un misterioso fenomeno naturale. Mentre tentano di affrontare le loro difficoltà quotidiane, la loro vita si trasforma in un caos e le tre donne si ritrovano a dover cercare disperatamente il loro posto nel mondo.

BLUE JEAN di Georgia Oakley – opera prima
United Kingdom, 2022, 93’, prima mondiale
Con: Rosy McEwen, Lucy Halliday, Kerrie Hayes
Produzione: Kleio Films
Con il sostegno di: Creative England, BFI, BBC Films, Creative Skillset
Vendite internazionali : Films Constellation

È il 1988. Il governo Thatcher ha appena approvato una legge che mette sullo stesso piano lesbiche, gay e pedofili, tutti assurdamente omologati a uno stile di vita “deviato”. Le insegnanti di educazione fisica diventano il bersaglio principale di queste accuse omofobiche e così Jean si trova a dover condurre una doppia vita. Durante la settimana è una persona rispettata del corpo docente; nei weekend frequenta furtivamente la scena gay di Newcastle con la sua ragazza Viv. Ma quando incontra una delle sue studentesse
in un bar per lesbiche, Jean è costretta a salvaguardare il lavoro e il suo stato mentale.

EL AKHIRA. LA DERNIÈRE REINE (THE LAST QUEEN) di Adila Bendimerad e Damien Ounouri – opera prima
Algeria, Francia, Arabia Saudita, Qatar, Taiwan, 2022, 110’, prima mondiale
Con: Adila Bendimerad, Dali Benssaleh, Tahar Zaoui, Nadia Tereszkiewicz, Imen Noel
Produzione: Taj Intaj, Agat Films
Co-produzione:, Centre Algérien de Développement du Cinéma – CADC, Birth, Sofinergie 5, Long Hu Bao International Entertainment Co., Taiwan Creative Content Agency (TAICCA) – Taiwan’s International Co-funding Program, The Red Sea Film Festival Foundation
In collaborazione con: FDATIC du Ministère de la Culture et des Arts d’Algérie, Aide aux Cinémas du Monde – CNC, ART
Con il sostegno di: Doha Film Institute – DFI, Institut Français d’Algérie, The Arab Fund for Arts and Culture – AFAC
Vendite internazionali: The Party Film Sales per conto di Orange Studio

Algeria, 1516. Il pirata Aroudj Barbarossa libera Algeri dalla tirannia degli spagnoli e assume il potere nel regno. Voci dicono che abbia ucciso il Re Salim Toumi nonostante fosse suo alleato. Contro ogni probabilità sarà solo una donna a tenergli testa: la Regina Zaphira. A cavallo tra storia e leggenda le gesta di questa donna sono il simbolo di una lotta, di un travaglio personale e politico affrontato con coraggio per il bene di Algeri.

LES DAMNÉS NE PLEURENT PAS (THE DAMNED DON’T CRY) di Fyzal Boulifa
Francia, Belgio, Marocco, 2022, 110’, prima mondiale
Con: Abdellah El Hajjouji , Aicha Tebbae, Antoine Reinartz,
Produzione: Vixens Films
Co-produzioni: Frakas Productions, Kasbah Films
In associazione con: Proximus, New Story, BELGA Productions, Tax Shelter du Gouvernement Fédéral Belge via Belga Film Fund
Con in sostegno di: BBC Film, Eurimages, Aide aux cinémas du monde, Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Centre Cinématographique Marocain, Fonds Image de la Francophonie
Vendite internazionali: Charades

Con fiducia infantile, Selim segue sua madre Fatima-Zahra da un luogo all’altro, cercando ogni volta di mettere a tacere gli scandali in cui lei si fa coinvolgere. Arrivati a Tangeri, ai due si presentano occasioni che sembrano finalmente offrire loro quel po’ di normalità di cui entrambi hanno bisogno; ma il prezzo da pagare sarà l’incrinarsi di quel fragile legame di affetto che li lega uno all’altra.

LOBO E CÃO (WOLF AND DOG) di Cláudia Varejão – opera prima
Portogallo, Francia 2022, 111’, prima mondiale
Con: Ana Cabral, Ruben Pimenta, Cristiana Branquinho, Marlene Cordeiro, João Tavares, Nuno Ferreira
Produzione: Sterratemi Filmes
Co-produzione: La Belle Affaire
Vendite internazionali: MPM Premium

Ana è nata in un’isola, seconda di tre fratelli che vivono con la madre e la nonna. Crescendo, Ana si rende conto che alle donne vengono affidati compiti diversi da quelli degli uomini, mentre Luis, l’amico che Ana ammira di più, se ne infischia e veste indifferentemente abiti femminili e maschili. Un giorno arriva dal Canada Chloé, un’amica che porta con sé una ventata di novità e l’entusiasmo della gioventù. Con lei Ana scoprirà
cose che la porteranno verso nuovi orizzonti.

PADRE PIO di Abel Ferrara
Italia, Germania, UK, 2022, 104’, prima mondiale
Con: Shia Labeouf, Cristina Chiriac, Marco Leonardi, Asia Argento, Vincenzo Crea, Luca Lionello, Salvatore Ruocco,
Brando Pacitto, Stella Mastrantonio, Martina Gatti, Roberta Mattei
Produzione: Maze Pictures
Co-produzioni:Interlinea Film, Rimsky Productions
Con il sostegno di: MiC, Apulia Film Commission

È la fine della Prima Guerra Mondiale e i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, terra di povertà, storicamente violenta, sulla quale la Chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitano un dominio ferreo. Le famiglie sono disperate, gli uomini sono distrutti ma vittoriosi. Arriva anche Padre Pio, in uno sperduto convento di cappuccini, per iniziare il suo ministero, evocando un’aura carismatica, la santità e visioni epiche di Gesù, Maria e del Diavolo. La vigilia delle prime elezioni libere in Italia fa da sfondo a un massacro storico e metaforico, un evento apocalittico che cambierà il corso del mondo.

SHIMEN (STONEWALLING) di Huang Ji e Ryuji Otsuka
Giappone, 2022, 148’, prima mondiale
Con: Honggui Yao, Xiaoxiong Huang, Zilong Xiao
Produzioni: YGP-FILM LLC
Co-produzioni: HKIFF – HAF Program
Vendite internazionali: Good Move Media

La ventenne Lynn, che si mantiene facendo i lavori più disparati mentre studia per diventare assistente di volo, scopre improvvisamente di essere incinta. Con poco tempo a disposizione, indecisa se tenere il bambino o se interrompere la gravidanza, torna a casa dai genitori, sempre alle prese con i loro litigi e con la loro clinica di medicina tradizionale che versa in condizioni precarie. Attraverso lo sguardo di una giovane donna, la coppia – sul set e nella vita – Huang Ji and Ryuji Otsuka rivela in questo film le nuove regole della gig-
economy, del mercato grigio e parallelo, del Multi Level Marketing e delle sue truffe nella Cina delle metropoli moderne.

THE MAIDEN di Graham Foy – opera prima
Canada, Stati Uniti, 2022, 117’, prima mondiale
Con: Jackson Sluiter, Marcel T. Jimenèz, Hayley Ness
Produzione: FF Films Inc., MDFF
Vendite internazionali: Celluloid Dreams

Una perfetta giornata estiva finisce in tragedia, creando un legame cosmico nella vita di tre adolescenti. I due amici per la pelle Colton e Kyle scendono al fiume, si raccontano sogni e desideri e disegnano con una bomboletta spray sul dirupo sotto la ferrovia. La loro vita sembra scorrere perfetta tra meraviglia e bellezza, ma un’ombra scura si addensa sul loro futuro. Proprio come i ragazzi, Whitney si aggira vicino al dirupo cercando conforto nel suo diario, che riempie di testi e disegni. Quando però la sua migliore amica la abbandona, Whitney sparisce. La scoperta del diario di Whitney ci trasporterà in un mondo riflesso come in uno specchio dove sarà possibile fare incontri ultraterreni.

  • FUORI CONCORSO

THE LISTENER di Steve Buscemi – film di chiusura
Stati Uniti, 2022, 96’, prima mondiale
Con: Tessa Thompson
Produzione: Hantz Motion Pictures
Co-produzione: Olive Productions, Sight Unseen
US Sales: Verve

Beth lavora come volontaria per una “helpline”, in quel piccolo esercito di persone che stanno al telefono ogni notte in tutta l’America, raccogliendo chiamate da chi si sente solo, finito, senza speranza. Nel corso dell’ultimo anno l’ondata di telefonate è diventata uno tsunami. Mentre affronta il suo turno Beth sa che la posta in gioco è sempre più alta: sarà questa la notte in cui perderà qualcuno? Oppure riuscirà a salvare qualcuno? Alla fine sarà la storia personale di Beth ad emergere, rivelando perché si è messa al servizio degli
altri. Nel film siamo sempre accanto a lei: ascoltando, confortando, comprendendo, rincollando il mondo, un pezzo alla volta.

  • EVENTI SPECIALI

MARCIA SU ROMA (THE MARCH ON ROME) di Mark Cousins
Italia, 2022, 97’, prima mondiale
Con: Alba Rohrwacher
Produzioni: Palomar e Luce Cinecittà
In collaborazione con: Il Saggiatore
Vendite internazionali: The Match Factory
Distribuzione italiana: I Wonder Pictures

Con raro materiale d’archivio e con il suo caratteristico stile narrativo, Mark Cousins racconta l’ascesa del fascismo in Italia e il suo espandersi in Europa negli anni ’30. In Marcia su Roma, che è al tempo stesso “essay film” e documento storico, Cousins contestualizza la storia osservando il mondo contemporaneo, mostrando un paesaggio politico oggi caratterizzato da un’inquietante estrema destra e un uso manipolatorio dei media.

CASA SUSANNA di Sebastien Lifshitz
Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna 2022, 97’, prima mondiale
Produzione: Agat Films
Co-produzione: Arte France, American Experience Films
In associazione con: BBC Storyville
Con il sostegno di: La PROCIREP- ANGOA, CNC
Vendite internazionali: PBS WGHB

Negli anni ’50 e ’60, nell’America rurale ai piedi delle Catskills, una piccola casa in legno con un fienile sul retro era il rifugio del primo gruppo clandestino di cross-dresser. Diane e Kate sono oggi delle ottantenni che all’epoca erano uomini che appartenevano a quel gruppo segreto e ci raccontano di quell’essenziale ma dimenticata esperienza agli albori della scoperta della trans-identità.

ALONE di Jafar Najafi
Iran, 2022, 61’, prima mondiale
Con: Amir Mohammad, Razieh, Marzieh
Produttore: Jafar Najafi

Amir è un ragazzo quattordicenne che, alla morte di suo padre, è diventato capofamiglia ed è responsabile della madre e delle sorelle, le gemelle dodicenni Marzieh e Razieh. Amir cerca di fare il possibile per tenere le sorelle al riparo dagli obblighi imposti dalla tradizione. Il film racconta il dramma di Amir e il suo essere “solo”.

SIAMO QUI PER PROVARE di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri
Italia, 2022, 88’, prima mondiale
Con: Daria Deflorian, Antonio Tagliarini, Monica Demuru, Emanuele Valenti, Francesco Alberici, Martina Badiluzzi,
Andrea Pizzalis
Produzione: Ubulibri con Rai Cinema
Distribuzione italiana: Lo Scrittoio

Daria si sposa, Antonio è testimone. Sono una coppia artistica. Da anni abitano nella stessa palazzina, ora lei trasloca in un altro quartiere. Cominciano a lavorare a un nuovo progetto ispirato al “Ginger e Fred” di Fellini. Con loro Emanuele, Monica, Francesco, Martina, Andrea. Si comincia dalle lezioni di tip tap, la drammaturgia viene scritta giorno per giorno, provando nei teatri svuotati dalla pandemia, a Roma, a Rimini e in Francia. Tra i dubbi, nell’euforia creativa, i nostri attori finiscono per assomigliare sempre di più ad un gruppo di
naufraghi, in uno spaesamento dove si mescola continuamente la vita reale con lo spettacolo che sta forse prendendo forma.

ACQUA E ANICE (OLIMPIA’S WAY) di Corrado Ceron – opera prima
Italia, 2022, 115’, prima mondiale
Con: Stefania Sandrelli, Silvia D’Amico, Paolo Rossi, Luisa De Santis
Produzione: K+ srl
In collaborazione con: Rai Cinema
Con il sostegno di: Film Commission Regione Emilia Romagna
Vendite internazionali: Fandango

Olimpia è una leggenda del liscio e delle balere. All’età di 70 anni rimette in strada il furgone della sua orchestra e parte per un viaggio in cerca delle persone che l’hanno amata e dei luoghi che l’hanno resa una star. Da qualche tempo però la donna dimentica le cose, così ingaggia come autista Maria. Olimpia è eccessiva, scorretta, passionale; Maria è l’opposto, è silenziosa e lunatica. Le due donne impareranno un po’ alla volta a comprendersi e a volersi bene e Maria capirà un po’ alla volta cosa davvero quel viaggio significhi per Olimpia.

  • MIU MIU WOMEN’S TALES

#23 HOUSE COMES WITH A BIRD di Janicza Bravo
Los Angeles, USA, gennaio 2022, 15’
Con: Natasha Lyonne, Kelsey Lu, Katherine Waterston, Poorna Jagannathan, Pedro Pascal
Produzione: Hi Production, PRETTYBIRD

Mentre indossa le scarpe con perle e infila gli occhiali da sole decorati di cristalli, con tono arrogante Penn da istruzioni a Jean sulla casa. Trova un posto giusto per i fiori. Mangia all’aperto (l’odore del cibo persiste). Cosa – ci viene detto – è una domanda e cosa un’affermazione? Jean rinfresca i costosi cuscini, suona malinconicamente il violoncello e accoglie i potenziali acquirenti di questa straordinaria villa modernista, mentre uno splendido pappagallo ara se ne sta appollaiato nella sua gabbia e una goffa tartaruga gironzola nel giardino sul retro.

#24 CARTA DE MI MADRE PARA MI HIJO di Carla Simón
Bacellona, Spagna, maggio 2022
Con: Angela Molina, Cecilia Gómez, Ainet Jounou
Produzione: Hi Production, KINO produzioni

Carla è incinta e nuda, imitando le pose che sua madre assumeva quando era incinta di Carla. La luce del sole filtra dalle finestre. Si vedono immagini in Super-8 di madri e padri, nonne e nonni, che sorridono, cuciono, recitano poesie. Poi, una giovane ragazza viaggia dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, fino a oggi, attraversando le soglie della femminilità e della storia, fino all’incontro con Carla in riva al mare azzurro della Catalogna e con Manel, il figlio di Carla appena nato.

GIORNATE DEGLI AUTORI – il poster

Gavin O’Connor sul ring di Warrior, dal 4 novembre al cinema

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Gavin O’Connor sul ring di Warrior, dal 4 novembre al cinema

Paddy Conlon è un ex pugile, veterano della guerra in Vietnam, il cui alcolismo ha distrutto la sua famiglia. Dopo diversi anni il figlio minore, Tom, torna a casa e Paddy, padre che ha perso molte chance con il figlio, decide di allenarlo per competere ad una gara di arti marziali miste e cercando di recuperare il suo rapporto con lui. Nel suo percorso Tom però si dovrà scontrare con lo spirito di competizione tutt’altro che sportivo del fratello maggiore Brendan.

Gavin O’Connor dirigerà Massacre in the Himalayas

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Gavin O'ConnorIl regista di Warrior, Gavin O’Connor, in accordo con Variety, è il front runner per la regia di Massacre in the Himalayas, un adattamento cinematografico del racconto del reporter Freddie Wilkinson che ha documentato l’attacco di un gruppo di terroristi pachistani ai danni di una spedizione di scalatori.

Il regista ha di recente assunto la regia del tormentato Jane Got a Gun, dopo che Lynne Ramsay, il regista precedentemente incaricato di dirigere il film, ha lasciato il progetto. Nel film O’Connor ritrova Joel Edgerton, già diretto in Warrior accanto a Tom Hardy, e dirige anche Natalie Portman, Rodrigo Santoro, Noah Emmerich e Ewan McGregor. Il film è un western che dovrebbe uscire negli USA il 20 febbraio 2015.Fonte: CS

Gavin O’Connor dirigerà il thriller Tell No One

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Il remake del bellissimo thriller francese Ne le dis a Personne di Guillaume Canet ha il suo regista, che risponde al nome di Gavin O’Connor,autore di ottimi film quali Pride and Glory e Warrior, e alla prese con Jane Got a Gun(ormai ultimato) con Natalie Portman e Ewan McGregor.

Inizialmente il film doveva essere affidato a Ben Affleck,sia come regista che come attore, ma i numerosi impegni del novello Batman hanno fatto saltare il tutto. Il remake,sceneggiato da Chris Terrio(Argo) sarà basato principalmente sul romanzo Tell no One di Harlon Coben e cercherà di proporre un’estetica diversa dalla pellicola francese per non incorrere in ulteriori ed inevitabili paragoni. Di seguito trovate la sinossi del libro di Coben e il trailer del(consigliatissimo) film francese: “Un lago nei pressi di New York: Elizabeth, una giovane donna, viene uccisa e sfigurata. Otto anni dopo, sulla sponda di quello stesso lago, vengono trovati altri due cadaveri. Intanto David, il marito della donna assassinata, riceve inquietanti messaggi che solo la moglie potrebbe inviargli. Un macabro scherzo? L’FBI riapre l’indagine, e principale sospettato diventa proprio David. Ma se Elizabeth fosse ancora viva? David deve trovarla, e deve farlo prima che gli inquirenti trovino lui.”

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Fonte: Collider

Gatto: Pixar annuncia il suo prossimo progetto originale di Enrico Casarosa

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Oggi, Disney e Pixar hanno ribadito ancora una volta il loro impegno per l’Annecy Animation Festival, un evento di livello mondiale che gli studi ora utilizzano ogni anno per offrire notizie esclusive e proiezioni in anteprima a un pubblico globale di appassionati di animazione. In quella che si è aperta come consueta anteprima del prossimo Elio, il Direttore Creativo di DisneyPixar, Pete Docter, ha presentato un ricco programma Pixar con un film inedito, annunciando la novità a un pubblico entusiasta.

Gatto, previsto per l’estate 2027, è il frutto del team di Luca, il regista Enrico Casarosa e il produttore Andrea Warren. Il film d’esordio alla regia di Casarosa, ora diventato un successo tra i fan grazie ai suoi personaggi adorabili e alle splendide ambientazioni italiane, Luca è stato il primo film Pixar ad essere distribuito in esclusiva su Disney+, mentre i dirigenti di Hollywood faticavano ad adattarsi ai cambiamenti dovuti alla pandemia.

Da allora, la DisneyPixar ha ripreso — con grande piacere di tutti gli appassionati di animazione — una strategia di distribuzione cinematografica globale, abbinata a première esclusive. Sembra probabile che il film verrà presentato proprio a Annecy nel 2027.

Questo nuovo film Pixar torna in Italia, questa volta a Venezia, dove, dopo anni trascorsi a esplorare la straordinaria città marinara, un gatto nero di nome Nero inizia a chiedersi se abbia vissuto la vita giusta. Indebitato con un boss mafioso felino locale, Nero si ritrova in un dilemma ed è costretto a stringere un’amicizia davvero inaspettata che potrebbe finalmente condurlo al suo scopo… a meno che il lato misterioso e oscuro di Venezia non abbia la meglio prima.

Gattaca: una serie in sviluppo per Showtime

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Gattaca: una serie in sviluppo per Showtime

Secondo Variety, Showtime sta attualmente sviluppando un adattamento in serie del thriller fantascientifico Gattaca della Sony Pictures del 1997. Il progetto proviene dai creatori di Homeland, Alex Gansa e Howard Gordon.

La serie Gattaca sarà creata e prodotta esecutivamente da Gansa, Gordon e Craig Borten, con Gansa che sarà anche showrunner. Il progetto è prodotto anche da Sony Pictures Television per Showtime. Ulteriori dettagli sulla trama e sui personaggi sono ancora tenuti nascosti.

Ethan Hawke, Uma Thurman, Alan Arkin e Jude Law sono i protagonisti di questo avvincente thriller fantascientifico su un uomo fin troppo umano che osa sfidare un sistema ossessionato dalla perfezione genetica. Hawke interpreta Vincent, un ‘In-Valid’ che assume l’identità di un membro dell’élite genetica per perseguire il suo obiettivo di viaggiare nello spazio con la Gattaca Aerospace Corporation”, si legge nella sinossi dell’originale. “Tuttavia, una settimana prima della sua missione, Vincent finisce trai sospettati per un’omicidio commesso. Con un implacabile investigatore sulle sue tracce e il collega di cui si è innamorato che inizia a sospettare il suo inganno, i sogni di Vincent si disfano costantemente. Nessuno del DNA “preordinato” che gli garantirà il successo. Nel disperato tentativo di realizzare il suo sogno di esplorare lo spazio, Vincent assume l’identità di un atleta geneticamente superiore (Jude Law). Evitando di essere individuato utilizzando i marcatori genetici dell’atleta, Vincent diventa una stella nascente al Gattaca Aer”

Nonostante sia stato una delusione al botteghino con un incasso interno di oltre $ 12 milioni contro il suo budget dichiarato di $ 36 milioni, Gattaca è stato ben accolto dalla critica grazie alla sua stimolante storia di fantascienza. L’imminente adattamento di Showtime non è il primo tentativo di Sony Pictures Television di adattare il film in una serie. Nel 2009, lo studio ha provato a sviluppare un dramma procedurale poliziesco basato sul classico cult del 1997

Gattaca: recensione del film di Andrew Niccol

Gattaca: recensione del film di Andrew Niccol

In Gattaca Vincent vuole diventare un astronauta, ma nella società in cui vive è un non valido. Essendo stato concepito naturalmente, già dalla nascita si conoscono i suoi difetti genetici. Invece, i validi creati in provetta, sono geneticamente perfetti e possono aspirare a ruoli importanti nella società. Per realizzare il suo sogno, Vincent assume l’identità di Jerome, un valido paraplegico a causa di un incidente.

Gattaca tra fantascienza e eugenetica

Nell’universo di Andrew Niccol l’eugenetica ha vinto. Ciò che rimane nella testa dello spettatore è l’idea che la selezione degli individui attraverso la modifica del DNA, non appartiene al passato, ma diventa una possibilità vicina nel tempo. Osserva l’opera d’Iddio, chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto storto? (Ecclesiaste 7:13) è una delle citazioni che apre il film e la risposta ci viene data poco dopo. La scienza, nella sua corsa per misurarsi con la religione, ha preteso di raggiungere persino Dio, ecco perché esistono i nati per fede, anche detti non validi, come Vincent, e i validi, gli uomini fabbricati, come Jerome. Me se la perenne opposizione tra scienza e religione è soltanto una delle possibili interpretazioni, il tema principale è il confronto dell’uomo con la scienza. Quanto, quest’ultima, può determinare il destino umano? E fino a dove può spingersi?

Risponderemmo che è impossibile confrontarsi con  il rigore scientifico, ma poi vediamo Vincent che, con tanta dedizione, elimina pelle, unghie e capelli, fa scorta di urine, sangue, per non lasciare tracce nel mondo dei validi.

Perfezione genetica contro imperfezione umana. Parole destinate a invertirsi, grazie all’abilità di Ethan Hawke nel recitare due persone insieme, alternando la freddezza e la sicurezza degli uomini perfetti, ai sentimenti che lo avvicinano alla natura umana. Uno dei personaggi più riusciti è quello di Jude Law. Anche “non più valido” vivrà la discriminazione e solo di fronte alla determinazione dell’amico si renderà conto che “non esiste un gene per lo spirito umano”, come recita uno degli slogan che presentano il film. Una riflessione a cui giunge anche Uma Thurman, a proprio agio nei panni di Irene Cassini, la donna che si innamora del protagonista. Non sarebbe corretto relegare questo film nel genere della fantascienza. Lo stesso regista e sceneggiatore Andrew Niccol circonda i personaggi di tecnologia avanzata, ma richiama atmosfere steampunk, inserendo alcuni oggetti tipici degli anni sessanta. Il film è povero di effetti speciali, ma l’intento di Niccol è indurre riflessioni partendo dalla semplicità. Non ci sono misteri insondabili, gli elementi della storia sono tutti lì, sta allo spettatore ricavare a ogni visione una diversa interpretazione. E noi speriamo che ci regali altre visioni come ha fatto con S1m0ne (2002), e come in In Time,  il grande successo del 2011.

Gattaca – La porta dell’universo: trama, cast e curiosità sul film

Il genere della fantascienza al cinema ha negli anni acquisito sempre nuove forme e temi, evolvendo di pari passo all’evolvere del mondo e delle sue caratteristiche. Uno dei filoni più interessanti formatisi negli ultimi due decenni è senza ombra di dubbio quello del biopunk, dove si descrive e affronta la nascente società biotecnologica, incentrata sul potenziamento di individui non attraverso mezzi meccanici bensì grazie alla manipolazione genetica. Uno dei massimi esponenti di tale genere è il film Gattaca – La porta dell’universo, diretto nel 1997 da Andrew Niccol, autore di noti film di fantascienza come In Time e Anon.

Con questa sua opera prima, da lui anche scritta, Niccol ha così affrontato tematiche che di lì a breve sarebbero diventate sempre più centrali nel mondo del cinema e della cultura in generale. La sua non è però tanto una riflessione su di un contesto fantascientifico quanto sulle capacità umane raggiungibili attraverso il potenziamento biologico. Nel trattare ciò, il regista si è avvalso di approfondi studi ed esperti del settore, arrivando ad ottenere importanti primati. Il film è infatti stato definito da molti scienziati come il film di fantascienza più accurato mai realizzato. Un risultato che ha a suo modo contribuito a rendere ulteriormente popolare la pellicola e il suo fascino.

Non rivelatosi da subito come un grande successo economico, Gattaca – La porta dell’universo è solo con il passare degli anni divenuto un vero e proprio cult. Ancora oggi, infatti, non manca di affascinare spettatori di ogni tipo, sfoggiando un’attualità che sembra farsi ogni giorno più concreta. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e le frasi più belle. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Gattaca – La porta dell’universo: la trama del film

La vicenda qui narrata si svolge in futuro prossimo, dove è possibile far nascere esseri umani con un preciso corredo genetico. Tramite tale processo è possibile prevedere in anticipo le caratteristiche del nascituro, permettendogli dunque di venire al mondo privo di imperfezioni. In questo contesto, la società si divide in Validi, ovvero gli esseri dal corredo genetico perfetto, e i Non Validi, ovvero i nati con genomi naturali, condannati a restare ai margini. Il protagonista, Vincent Freeman vuole diventare un astronauta, ma essendo nato come Non Valido, questa possibilità gli è preclusa. Per realizzare il suo sogno, Vincent decide dunque di assumere l’identità di Jerome, un valido paraplegico a causa di un incidente. Tenere nascosta la propria identità sarà però tutt’altro che semplice.

Gattaca - La porta dell'universo cast

Gattaca – La porta dell’universo: il cast del film

Protagonista del film, nei panni di Vincent Freeman, è l’attore Ethan Hawke, celebre per titoli come Boyhood e Prima di mezzanotte. Per interpretare il ruolo, l’attore ha affermato di essersi basato in buona parte sulle suggestioni dategli dal nome di questi. Il personaggio presenta infatti un nome particolarmente esplicativo. “Vincent” indica una personalità vincente, mentre “Freeman”, significa “uomo libero”. Da ciò Hawke è partito per costruire la psicologia e la personalità del personaggio. Ad interpretare il ruolo di Jerome Eugene Morrow è invece l’attore Jude Law. Questi, in particolare, si è concentrato sulla costruzione del personaggio attraverso il sentimento della frustrazione. Egli si trova infatti ad essere un Valido reso invalido da un incidente, una condizione piuttosto insolita nella società del film.

L’attrice Uma Thurman è invece la protagonista femminile, Irene Cassini. Questa è una collega di Vincent, la quale lo aiuterà a realizzare il suo sogno. Fu proprio sul set di questo film che la Thurman e Hawke intrapresero una relazione, sposandosi nel 1998 e divorziando poi nel 2005, dopo aver dato vita a due figli, tra cui Maya Hawke. Nel film sono poi presenti diversi altri noti attori, tra cui Loren Dean, nei panni di Anthony Freeman, padre di Vincent, e Gore Vidal, in quelli del direttore Josef. Il premio Oscar Ernest Borgnine, noto per Marty, vita di un timido, interpreta qui il personaggio di Caesar, mentre Tony Shalhoub è German. Il premio Oscar Alan Arkin, infine, è presente nei panni del detective Hugo, che indaga sul caso di Vincent.

Gattaca – La porta dell’universo: le caratteristiche, le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per dar vita al mondo futuro in cui si svolgono le vicende del film, il regista decise di avvalersi di elementi provenienti da diverse epoche. Lo stile degli abiti, delle acconciature e l’architettura degli edifici e delle automobili rispecchia infatti quelle dei primi anni Sessanta. Tutto ciò, infatti presentava già di suo elementi futuristici, qui accentuati attraverso alcuni precisi dettagli. Inoltre, durante il film è possibile udire alcuni annunci vocali all’interno di Gattaca. Questi sono recitati in esperanto, una lingua che contribuisce a sottolineare l’atmosfera universale e avanzata della società rappresentata. Per ampliare l’effetto della perfezione fisica umana, dovuta alla selezione dei geni, il regista ha infine scelto di utilizzare nel film prevalentemente modelli e modelle.

È possibile fruire di Gattaca – La porta dell’universo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 3 febbraio alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Per uno che non doveva far parte di questo mondo, devo confessare che all’improvviso mi costa lasciarlo. Però dicono che ogni atomo del nostro corpo una volta apparteneva a una stella… forse non sto partendo, forse sto tornando a casa. (Vincent Freeman)
  • Jerome era stato progettato con tutto quello che serviva per entrare a Gattaca salvo il desiderio di entrarci. (Vincent Freeman)
  • Non esiste un gene per il destino. (Vincent Freeman)
  • Si diceva che un figlio concepito nell’amore avesse maggiori probabilità di essere felice… oggi non lo dicono più. (Vincent Freeman)

Fonte: IMDb

Gatta Cenerentola: recensione del film

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Gatta Cenerentola: recensione del film

La Disney ha regalato all’immaginario collettivo una precisa versione di Cenerentola, ma quello che in molti non sanno è che l’originale storia, macabra e oscura, viene dal ventre di Napoli, da quel Seicento letterario, ferbido di arte, che ha visto nascere La Gatta Cenerentola di Giambattista Basile, compresa in Lo Cunto de Li Cunti (stessa ispirazione letteraria de Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone).

Grazie a Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone la storia riceve una nuova rilettura animata, lontana da ogni altra versione mia arrivata al grande pubblico e lontana anche dall’originale letterario, nonostante la chiara ispirazione.

Mia è rimasta orfana dopo che Salvatore ‘o Rre, capoclan del riciclaggio, ha ammazzato suo padre, don Vittorio Basile, uomo di grande ingegno che aveva il progetto di trasformare Napoli in una virtuosa città della scienza. Costretta a vivere in una nave da crociera dismessa nel porto con la matrigna e le sorellastre, viene chiamata Gatta Cenerentola dalle stesse, per cui è costretta a lavorare. Il ritorno di Salvatore rivoluzionerà la sua posizione, mentre verrà a conoscenza di un segreto a lungo ignorato.

Ambientato in una Napoli di cenere, Gatta Cenerentola coniuga toni e temi, tuffandosi nel torbido di una città distopica, in cui il Vesuvio ha ricoperto tutto di un grigio strato che soffoca colori e speranze. In questo tragico e triste scenario si muove il Principe, Primo Gemito, la speranza, o forse, meglio, l’ostinazione nel trovare una via d’uscita dall’impero della malavita rappresentato da Salvatore ‘o Rre.

Sangue, droga e cenere sono gli elementi intorno a cui ruota il racconto che si pregia di momenti musicali dal grande potere evocativo e che rappresentano le battute d’arresto di una storia altrimenti fluida e solida. I colori freddi della città cozzano con l’immaginario napoletano nel mondo e contrastano con i toni invece caldi che vengono utilizzati per i personaggi e le scenografie all’interno della nave da crociera, principale scenario delle vicende legate a Gatta Cenerentola.

Una lettura non convenzionale quella di Rak e compagnia che anche da un punto di vista della narrazione vera e propria sceglie di tagliare il racconto, privando lo spettatore di un finale esaustivo, regalando una piccola speranza di lieto fine senza la certezza che questo ci sia effettivamente per Mia e Primo.

Una fiaba dark, moderna, violenta e sanguigna, come i personaggi che racconta, come la città in cui è ambientata. Gatta Cenerentola è stato presentato in Concorso nella sezione Orizzonti della 74° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.