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A Marco Bellocchio il Globo d’Oro della stampa straniera per Rapito e per la serie Esterno Notte

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Dopo le vittorie ai David di Donatello e ai Nastri d’ArgentoMarco Bellocchio riceve il Globo d’Oro dai giornalisti della stampa estera accreditata in Italia per il film RAPITO e per la serie ESTERNO NOTTE.

Un nuovo riconoscimento per RAPITO, che si aggiunge alle importanti notizie provenienti dall’estero: il film RAPITO sarà distribuito negli Stati Uniti da Cohen Media Group.

Acclamato dalla stampa francese, esaltato dal Guardian che lo ha definito “Un classico in divenire”, consigliato da Variety, RAPITO, dalla sua presentazione in Concorso al Festival di Cannes, e dopo il successo nelle sale italiane, comincerà il suo viaggio per il mondo toccando numerosi Paesi del mondo: Nord America, Inghilterra e Irlanda, Australia e Nuova Zelanda, Giappone, America Latina, Spagna, Belgio, Svizzera, Polonia, Portogallo, Grecia e Cipro, Repubblica Ceca e Slovacchia, ex-Jugoslavia, Ungheria, paesi baltici, Bulgaria, Israele, Ucraina, Taiwan e Indonesia.

Distribuito da 01 Distribution, arrivato in sala il 25 maggio, il film di Marco Bellocchio, RAPITO, è incentrato sulla storia di Edgardo Mortara il bambino ebreo che nel 1858 fu strappato alla sua famiglia per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX, suscitando un caso internazionale.

Il film è una produzione IBC Movie Kavac Film con Rai Cinema in coproduzione con Ad Vitam Production The Match Factory, prodotto da Beppe Caschetto Simone Gattoni, ed è interpretato da Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara RonchiEnea Sala (Edgardo Mortara da bambino), Leonardo Maltese (Edgardo ragazzo) e con Filippo Timi e Fabrizio Gifuni. Completano il cast Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi, Aurora Camatti, Paolo Calabresi, Bruno Cariello, Renato Sarti, Fabrizio Contri, Federica Fracassi.

A Man on the Inside: la storia vera del detective dilettante di 83 anni che ha ispirato la sitcom di spionaggio

Il personaggio di Ted Danson trova un nuovo scopo in A Man on the Inside di Netflix, proprio come l’uomo della vita reale che ha ispirato la sitcom. Creata da Michael Schur, la serie segue Charles, vedovo e pensionato, che viene assunto da un’investigatrice privata di nome Julie (Lilah Richcreek Estrada) e va sotto copertura in una casa di riposo di San Francisco per risolvere un furto.

Se la trama comica vi suona familiare, è perché è stata ampiamente ispirata dal documentario del 2020 The Mole Agent, presentato in anteprima al Sundance e che ha ottenuto una nomination agli Oscar. Il film documentava l’allora ottantatreenne Sergio Chamy mentre si infiltrava in una casa di riposo cilena per cercare segni di abusi sugli anziani.

Direi che lo scopo di questo spettacolo è semplicemente quello di discutere un argomento di cui pochi parlano, ovvero l’invecchiamento. In questo Paese si pensa che sia qualcosa di quasi vergognoso o imbarazzante”, ha detto Schur alla CBS Sunday Morning. “Penso che sia strano. Questo è ciò che accade se siamo fortunati. Se siamo fortunati, invecchiamo”.

Ora la storia di Chamy viene trattata a Hollywood con A Man on the Inside, che debutta il 21 novembre. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla serie di Netflix e sulla spia realmente esistita che l’ha ispirata.

Di cosa parla A Man on the Inside?

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Photo: Colleen E. Hayes/Netflix © 2024

A Man on the Inside racconta la storia del vedovo Charles (Danson), un uomo che ha perso il suo entusiasmo per la vita da quando è andato in pensione. Sua figlia Emily () lo incoraggia a trovare una nuova ed eccitante avventura in cui imbarcarsi, ed è così che Charles si imbatte in un annuncio di ricerca sul giornale.

Nel frattempo, l’investigatore privato Julie (Estrada) cerca un assistente investigativo, ma non ha intenzione di assumere un giovane rampante. Ha invece bisogno dell’aiuto di un uomo di età compresa tra i 75 e gli 85 anni.

Charles coglie al volo l’opportunità di diventare una spia, la cui missione è quella di andare sotto copertura al Pacific View Retirement Residence di San Francisco. Lì dovrà cercare di risolvere il mistero della scomparsa di un cimelio di famiglia di un residente: una collana di inestimabile valore.

Parlando con PEOPLE prima della prima, Danson ha detto che spera che la serie mostri alle persone “come vivere” fino alla fine. “Si può ancora fare tutto, anche alla nostra età”, ha detto. “Non mollate, non chiudete gli occhi, continuate ad andare avanti Il mondo ha bisogno di voi”.

A Man on the Inside è basato su una storia vera?

Sì! A Man on the Inside è basato sulla storia reale del vedovo Sergio Chamy, che a 83 anni è stato ingaggiato dall’investigatore privato Rómulo Aitken per entrare sotto copertura in una casa di riposo in Cile, secondo il Los Angeles Times.

Detto questo, Chamy non stava cercando di risolvere il mistero di una collana scomparsa. Aitken era stato assunto da una cliente che sospettava che sua madre fosse “maltrattata” nella struttura per anziani, e Chamy aveva il compito di cercare segni di maltrattamento dei pazienti da parte del personale.

Il suo viaggio da spia dilettante è stato raccontato nel documentario del 2020 The Mole Agent, attualmente disponibile in streaming su Netflix. Alla fine, Chamy ha scoperto che la madre del cliente veniva trattata bene e si è fatto degli amici lungo la strada. Prima di lasciare la casa di riposo, però, ha condiviso che la sua scoperta più importante è stata la solitudine dei residenti.

Sebbene la regista del documentario Maite Alberdi abbia dichiarato a Deadline nel 2021 che Chamy era oggettivamente la “peggiore spia del mondo” a causa delle sue inadeguatezze tecnologiche (ha dovuto imparare a usare un telefono cellulare), ha compensato con la sua capacità di entrare facilmente in contatto con i residenti.

In un’intervista rilasciata a Tudum nell’ottobre 2024, Schur ha spiegato perché ha voluto adattare la storia per la televisione. “Non sapevo quasi nulla di [The Mole Agent], e me ne sono innamorato così tanto”, ha detto. “L’eroe, Sergio, è così meravigliosamente elaborato, così reale, un essere umano adorabile”.

Dove si trova ora Sergio Chamy?

Sergio Chamy nel documentario del 2020 “The Mole Agent”. Moviestore Collection Ltd/ Alamy Secondo il suo profilo Instagram, Chamy risiede ancora in Cile con la sua famiglia. Dopo il successo di The Mole Agent, ha fatto un cameo in Heart of Stone di Netflix, accanto a Gal Gadot, ha ottenuto un ruolo in Perra Vida di Amazon Prime e ha recitato in diversi spot pubblicitari, tra cui uno per la Coca-Cola.

Nel dicembre 2023, Chemy ha festeggiato un compleanno importante e ha espresso la sua gratitudine sui social media. “Voglio ringraziare ognuno di voi per i vostri messaggi e gesti gentili [in onore dei] miei 90 anni”, ha didascalicamente scritto in spagnolo un video del suo giorno speciale. “Sono stati giorni pieni di emozioni e felicità. Sono molto grato per la vita”.

A Man On The Inside, la spiegazione del finale: Ci sarà una stagione 2?

In A Man On The Inside di Netflix, un uomo anziano di nome Charles è diventato un guscio di se stesso. Sua figlia Emily vuole disperatamente che lui si dedichi a un hobby e parli della morte della moglie piuttosto che rimanere solo. La donna lancia a Charles una sfida e l’uomo è disposto a raccoglierla. Charles non è un vecchio scorbutico che non va d’accordo con nessuno; anzi, è proprio il contrario, eppure ha bisogno di trovare un modo per esprimersi.

Questo è il senso del viaggio di A Man On The Inside. Mentre è alla ricerca di un lavoro, il signor Nieuwendyk si trova a fissare un ritaglio di giornale con un’opportunità di lavoro per una persona di età compresa tra i 75 e gli 85 anni. Non ha idea di cosa comporti il lavoro, ma decide di provarci. Improvvisamente Charles viene assunto come “uomo interno” di Julie. Nella casa di riposo Pacific View, Charles deve andare sotto copertura e scoprire chi ha rubato la collana di Helen. Alla fine della serie, Charles si ritrova non solo a risolvere un caso complicato, ma anche a scoprire un nuovo lato di sé.

Avviso di spoiler

Chi ha rubato la collana di Helen?

Nell’episodio finale di A Man On The Inside, Didi scopre Charles e Julie e viene a conoscenza della missione. Tuttavia, Charles ha ormai capito chi ha rubato la collana di Helen, o meglio chi l’ha presa. È Gladys che ha preso la collana di Helen, come effetto collaterale della sua demenza. Charles se n’è accorto perché sua moglie avrebbe fatto qualcosa di simile proprio quando stava perdendo la memoria. Tuttavia, la situazione costringe Charles a recarsi nel “quartiere”, cioè nella struttura per coloro che hanno problemi di memoria all’interno del Pacific View. È un momento difficile per lui, perché aveva promesso alla moglie che non l’avrebbe mai lasciata andare via da casa, per quanto fosse difficile.

Ma in seguito apprendiamo che nei suoi ultimi giorni di vita, per Charles era diventato davvero difficile. Aveva deciso di mandare Victoria in una struttura di assistenza, infrangendo in sostanza la promessa fatta a lei. Tuttavia, il giorno prima che la portasse via, lei morì. Suppongo che questo sia anche il motivo per cui Charles era così interessato a fare amicizia con Gladys e a cercare di aiutarla. Un po’ di quel senso di colpa che si sta insinuando. Gladys aveva iniziato a confondere alcuni dei residenti con gli artisti che vestiva ai tempi in cui era una costumista, quindi avrebbe pensato che la collana facesse parte di uno dei suoi costumi e l’avrebbe tenuta con sé. Charles le chiede semplicemente se ha una collana di riserva e subito la ragazza le regala quella di Helen.

Cosa succederà a Charles?

A Man On The Inside
Photo: Colleen E. Hayes/Netflix © 2024

Suppongo che la permanenza nella casa di riposo abbia portato una sorta di chiusura per Charles. Avendo vissuto con altri anziani, Charles si è reso conto di molte cose che provava per la morte della moglie e in quei momenti è riuscito a riconciliarsi con il suo senso di colpa e a dire alla figlia come si sentiva veramente. Una parte importante di questa storia è che Emily pensa che lei e Charles non abbiano un rapporto idilliaco, ma direi che in questo momento hanno finalmente trovato un terreno comune e si sono capiti al meglio.

Certo, la madre di lei doveva essere il collante, ma senza di lei Emily e Charles possono ancora dirsi le cose e parlare dei loro sentimenti, perché questa è la famiglia. Charles ed Emily hanno anche finalmente messo via tutte le cose di sua moglie e hanno tenuto solo quelle importanti. Viene anche pagato per il lavoro e, mentre si trova nell’ufficio di Julie, viene a sapere che Didi si sta licenziando. Questo dopo aver tenuto una lezione al figlio di Helen su come gli anziani siano in difficoltà a causa dell’alienazione dalla famiglia e non per le condizioni delle case di riposo in cui vivono.

Come fa Charles a convincere Didi a restare?

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Photo: Colleen E. Hayes/Netflix © 2024

Julie dice a Charles che, poiché ha risolto il caso, prima o poi gli farà un favore. Lui lo incassa in quel momento perché ha bisogno di lei per convincere Didi a restare. Sembra che non ci sia candidato migliore di Didi per questo lavoro, perché è molto attenta e sa esattamente di cosa hanno bisogno tutti alla casa di riposo. Inoltre, non ha bisogno che nessuno le dica cosa stanno passando, ma può semplicemente vederlo e sapere cosa fare. Charles convince Didi dicendole che, anche se si trovava lì per una missione che lo costringeva a mentirle, in realtà si sentiva solo e lei lo aveva capito, per questo aveva mandato Virginia e Florence nella sua stanza per farlo aprire. Poi Julie le dice che non conosce molte persone che lavorano anche quando sono fuori servizio. Cioè, non conosce nessun altro a cui importi quanto a Didi, e quindi dovrebbe rimanere per il bene dei tanti anziani del Pacific View, in modo che la prossima volta che una persona sola entrerà nell’edificio potrà stare tranquilla.

Allo stesso tempo, Calbert parla a Didi del suo ritorno e le dice che è felice che lei rimanga, perché non è responsabile di ciò che è successo. È stato Charles il cattivo. Tuttavia, Didi gli dice che è stato Charles a ricordarle perché dovrebbe restare e, per quanto voglia odiare il ragazzo, non riesce a farlo. Anche in questo caso, il suo sesto senso funziona, perché Calbert sta cercando scuse per parlare di nuovo con il suo amico. Calbert trova Charles a una conferenza che sta tenendo e gli dà del chiacchierone. È vero: Charles ama parlare, soprattutto di meraviglie architettoniche. Calbert lo invita quindi al matrimonio di Virginia ed Elliott a casa sua. In fondo, per quanto tutto fosse una bugia, la loro amicizia era vera.

Nel finale di A Man On The Inside, Charles trascorre un po’ di tempo con Gladys, perché nei momenti di maggiore solitudine qualcuno ha bisogno di compagnia, e la vediamo sorridere. Didi è felice di rivedere Charles e Charles e il suo amico Calbert concludono la serata con una partita come al solito. Un lieto fine per Charles.

Ci sarà una stagione 2?

A Man On The Inside
Photo: Colleen E. Hayes/Netflix © 2024

A Man On The Inside si conclude con una telefonata di Charles a Julie che gli comunica (con rammarico) che ha un altro caso per lui. Indossa il suo fazzoletto da taschino da spia ed è pronto a partire prima che scorrano i titoli di coda. Ora, lo show può essere una serie limitata perché abbiamo tutte le risposte che ci servono e tutto è perfettamente chiuso in una scatola con un fiocco. Tuttavia, Charles è un ottimo detective e non ci dispiacerebbe vederne altri. Quindi, anche se non è stato confermato nulla al momento della stesura di questo articolo, c’è la possibilità che Charles e Julie tornino su un nuovo caso.

A Lucca Comics & Games: l’area movie torna protagonista

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A Lucca Comics & Games: l’area movie torna protagonista

Nell’edizione 2021 di Lucca Comics & Games che ha rappresentato un’importante ripartenza per la manifestazione, l’Area Movie a cura di QMI si è imposta tra i protagonisti di questa edizione.

La più giovane delle aree tematiche di Lucca C&G ha offerto al pubblico un ricco palinsesto con 21 appuntamenti al cinema e 3 eventi speciali seguiti e applauditi da tantissimi spettatori e appassionati.

Tra i momenti indimenticabili di questa edizione, il ritorno di The Witcher che dopo il 2019 ha scelto nuovamente Lucca Comics & Games come location per il lancio della nuova stagione, in arrivo su Netflix dal 17 dicembre, alla presenza degli attori Kim Bodnia e Joey Batey, la creatrice della serie Lauren Schmidt Hissrich, la costume designer Lucinda Wright e il production designer Andrew Laws. In occasione dell’uscita di Strappare lungo i bordi il 17 novembre su Netflix, l’Area Movie ha ospitato uno speciale panel al Teatro del Giglio con Zerocalcare e Giorgio Scorza (produttore della serie) per raccontare la serie tv.

Ma l’Area Movie ha visto protagonisti tanti altri grandi nomi, tra cui: Frank Miller accompagnato da Silenn Thomas, regista del documentario dedicato alla vita e alla carriera del maestro Frank Miller – American GeniusSimon Bouisson, Théo Fernandez e Aloïse Sauvage, regista e protagonisti della serie RaiPlay Stalk, di cui sono stati presentati in anteprima i primi due episodi della seconda stagione; Giovanni Rigano e Massimo Rocca, gli artisti italiani che hanno realizzato la Graphic Novel di Encanto,  nuovo film d’animazione Disney; i registi Gabriele MainettiAlessandro Rak, il creatore di Rainbow Iginio Straffi.

Grande successo anche per le anteprime e le proiezioni speciali tra cui i primi due episodi della serie Dopesick – Dichiarazione di Dipendenza su Disney+ dal 12 novembre, l’appuntamento per i più piccoli con Pinocchio & Friends, l’anteprima dei primi due episodi di Superman & Lois e il tutto sold out per Ghostbusters: Legacy, My Hero Academia ed Eternals che ha chiuso il programma dell’Area Movie.

E tre appuntamenti speciali che hanno portato il grande cinema fuori dalla sala: l’esposizione della Ecto-1, la mitica auto degli acchiappafantasmi, in occasione della proiezione di Ghostbusters: Legacy, la sfilata di moda a tema Swinging London per Ultima notte a Soho a cui hanno partecipato 15 modelle e modelli tra cui Maurizio Merluzzo (doppiatore e attore), Himorta (cosplayer e showgirl) e Cristina Scabbia (Cantante dei Lacuna Coil), e la video-proiezione della digital rain di Matrix che ha animato i palazzi di piazza del Giglio.

Ad arricchire il programma dell’Area Movie per questa edizione ci sono stati anche tanti eventi digitali con 9 panel digital dedicati al mondo Movie sul canale Twitch di Lucca Comics & Games, tra cui: la diretta dell’evento The Witcher, l’intervista esclusiva a Gabriele Mainetti e quella al cast di Stalk. A questi si aggiungono altri 9 incontri dedicati all’Area Movie sul canale Twitch di Badtaste come la monografia di Francesco Alò dedicata a Matrix e approfondimenti critici sulla saga di Scream Ghostbusters: Legacy.

Tra le attività speciali a Lucca Comics & Games dedicate al cinema e alle serie tv, il Loggiato Pretorio ha ospitato lo stand di Infinity+ dedicato a Schitt’s Creek. Sempre al Loggiato Pretorio, QMI ha curato la presenza di NeN Energia a Lucca Comics & Games 2021 con lo stand “La Casa Distratta”.

Il successo di quest’anno dell’Area Movie è stato reso possibile grazie ai tanti partner che hanno portato a Lucca i loro contenuti: The Walt Disney Company Italia, Netflix, Warner Bros. Entertainment, Sony Pictures, 01 distribution, Universal Pictures, RaiPlay, Rai Ragazzi, Rai 4, Rainbow, Eagle Pictures, Minerva Pictures, Nexo Digital, Paramount Pictures.

A Long Way Down trailer internazionale del film con Aaron Paul

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a long way down posterLa Lionsgate ha diffuso un trailer internazionale di A Long Way Down, un film diretto da Pascal Chaumeil e basato sul romanzo di Nick Hornby, in cui i quattro protagonisti della storia sono interpretati da Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul e Imogen Poots, ai quali si aggiungono Rosamund Pike, Sam Neill e Tuppence Middleton.

Il film racconta la particolare, divertente e commovente storia di quattro persone che per caso si ritrovano tutte su un tetto di un palazzo a New York durante la vigilia di Capodanno. Tutti e quattro vogliono suicidarsi, ma l’incontro reciproco sembra salvare loro la vita.

Purtroppo non esiste ancora una data USA per il film, quindi temiamo che avere una data italiana per il momento sia quasi impossibile.

Ecco il trailer:

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Fonte: CS

A Lonely Place to Die: dalle location al finale, tutte le curiosità sul film

La montagna è notoriamente un ambiente tanto affascinante quanto pericoloso, che mette a dura prova la tempra umana e porta, per chi riesce a raggiungere la vetta, a provare un profondo senso di libertà. Film come Cliffhanger – L’ultima sfida, Everest e Corvo rosso non avrai il mio scalpo sono solo alcuni esempi a riguardo. Ad essi si può aggiungere il film del 2011 A Lonely Place to Die, dove ai pericoli della montagna si aggiungo anche quelli rappresentati dalla criminalità umana.

Il film è diretto da Julian Gilbey, noto per il suo lavoro sui film thriller Rollin’ With The Nines e Summit Fever. Con quest’opera egli ha dunque dato vita ad un nuovo esempio di questo genere, coniugando suspence, azione e crime movie. Probabilmente poco noto rispetto ad altri film simili, A Lonely Place to Die offre dunque diversi gradi di intrattenimento, senza mai dimenticare di fare della montagna la sua vera protagonista, ambiente tanto ostile quanto suggestivo.

Per gli appassionati di film ad alta quota e ad alta tensione, si tratta dunque di un titolo da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative ad A Lonely Place to Die. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location e alla descrizione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

A Lonely Place to Die cast

La trama e il cast di A Lonely Place to Die

Protagonisti del film sono un gruppo di cinque alpinisti, gli esperti Alison e Rob, la coppia sposata Alex e Jenny e il più giovane Ed. Impegnati in escursioni e scalate nelle Highlands, i cinque si imbattono in una ragazzina, letteralmente sepolta viva, nel profondo della foresta. Liberata dal suo luogo di prigionia la terrorizzata ragazzina, che non parla inglese e di cui scoprono solo il nome, Anna, la portano in salvo con loro, diventando così inevitabile preda degli spietati rapitori, disposti ad uccidere senza alcuna esitazione per recuperarla e poter ottenere i milioni di euro del riscatto.

Ad interpretare Alison vi è l’attrice Melissa George, nota per la sua partecipazione a serie come Home and Away, Alias e la più recente The Mosquito Coast. Nel ruolo di Rob vi è Alec Newman, mentre i coniugi Alex e Jenny sono interpretati da Garry Sweeney e Kate Magowan. Ed Speelers, noto per il film Eragon e le serie Downton Abbey e Star Trek: Picard, interpreta Ed. Nel ruolo della giovane Anna vi è Holly Boyd, mentre suo padre Mr. Rakovic è interpretato da Matthew Zajac.

Nel ruolo dei due criminali che inseguono i cinque alpinisti vi sono Sean Harris nel ruolo di Mr. Kidd e Stephen McCole in quello di Mr. Mcrae. Karel Roden ricopre il ruolo di Darko, un collaboratore di Rakovic, mentre Eamonn Walker è Andy, un mercenario ingaggiato da Rakovic. Paul Anderson, infine, ricopre il ruolo di Chris, un altro mercenario ingaggiato da Rakovic. Per quanto riguarda le location, il film è stato girato in varie località della Scozia, tra cui Glen Coe, Glen Etive, Strathconon, Dingwall e Corrieshalloch Gorge.

A Lonely Place to Die location

La spiegazione del finale del film

Nel corso del film, dunque, i rapitori di Anna iniziano ad inseguire i cinque alpinisti riuscendo ad uccidere alcuni di loro. Non essendo però ancora riuscito a ricatturare Anna, Mr. Kidd tenta di bluffare durante la trattativa con Darko, ricordando un precedente rapimento in cui aveva ucciso un ragazzino a Parigi quando i suoi genitori avevano cercato di non pagare. Prima che Alison, Ed e Anna possano essere trasportati a Inverness dalla polizia, vengono rintracciati da Mcrae, che uccide gli agenti prima di inseguirli in città, dove si sta svolgendo la festa di Beltane.

Mentre gli alpinisti sopravvissuti fuggono, Chris spara a Ed scambiandolo per uno dei rapitori e viene a sua volta colpito da Mr. Mcrae, ma riesce a informare Darko che i rapitori non hanno più Anna prima di morire. Dopo aver ucciso Ed, Mr. Mcrae insegue Alison e Anna in una casa del posto, che prende fuoco mentre lui e Alison lottano. La lotta si conclude con Alison che lo uccide spingendolo fuori dalla finestra. Riesce poi a salvare Anna dall’edificio in fiamme prima di essere soccorsa dai vigili del fuoco.

Viene quindi trasportata in ospedale in ambulanza, mentre Anna rimane al suo fianco. Mr. Kidd sta invece per fuggire con i soldi del riscatto, ma viene catturato da Andy e portato davanti a Mr. Rakovic, un criminale di guerra serbo che è il capo di Darko e il padre di Anna. Rakovic lo fa torturare e seppellire vivo nel bosco per aver osato rapire la figlia. Andy riceve invece l’intero compenso per i suoi servizi e l’auto, mentre Rakovic afferma di essere in debito con lui.

Il trailer di A Lonely Place to Die e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di lunedì 3 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

A Little Chaos: Trailer del film di Alan Rickman con Kate Winslet

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Guarda il Trailer internazionale di A Little Chaos, il film diretto e interpretato da Alan Rickman (Harry Potter) con protagonista l’attrice premio Oscar Kate Winslet: 

Nel cast di A Little Chaos anche Stanley Tucci e Danny Webb.

A Little Chaos: trailer del film con Kate Winslet

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A Little Chaos: trailer del film con Kate Winslet

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È online il primo trailer di A Little Chaos, secondo film da regista dell’attore inglese Alan Rickman dopo L’Ospite d’Inverno (1997). Nel cast del film in costume figurano Kate Winslet, lo stesso Alan Rickman, Stanley Tucci, Helen McCrory, Matthias Schoenaerts, Steven Waddington e Pauline Moran.

A Little Chaos, segue le vicende di di  Sabine (Winslet), una determinata progettista di giardini che riesce a scavalcare barriere di genere e di classe quando viene scelta per costruire uno dei principali giardini al nuovo palazzo di Luigi XIV a Versailles. La donna si ritrova così a diventare professionalmente e sentimentalmente legata con l’architetto di giardini, André Le Notre (Schoenaerts).

Qui sotto il trailer del film:

Dopo aver debuttato in premiere mondiale al Toronto International Film Festival del 2014, l’uscita di A Little Chaos nelle sale cinematografiche statunitensi è prevista per il 27 marzo 2015 mentre in quelle del Regno uniti è prevista per il 17 aprile 2015.
Per quanto riguarda l’Italia invece non è ancora prevista una data di uscita.

A lezione di futuro con Il Sole 24 Ore: arrivano i Robot

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A lezione di futuro con Il Sole 24 Ore: arrivano i Robot

Imparare oggi come funziona il domani. A “LEZIONI DI FUTURO” CON IL SOLE 24 ORE – Dal 26 novembre, ogni giovedì, la collana di Nòva24 spiega le innovazioni che stanno rivoluzionando la vita di tutti i giorni. Primo appuntamento con “Arrivano i Robot”: come funzionano gli automi e che cosa ci possiamo fare.

Abbiamo conosciuto 20 anni di cambiamenti: nulla in confronto all’innovazione che si sta preparando nei laboratori e nelle imprese più avanzate del pianeta. I robot, i big data, la sharing economy e l’industria 4.0 sono solo alcuni tra i fenomeni che stanno alimentando l’ondata evolutiva della tecnologia e della società.

Ondata in grado di influenzare le scelte sociali ed economiche e che si riflette sempre più sulla vita di ognuno di noi. L’analisi dell’enorme quantità di tracce digitali che ciascuno lascia ogni istante – spostandosi in città, comprando un prodotto on line, utilizzando la tessera punti, prenotando un viaggio – sta cambiando le conoscenze che possiamo sviluppare sul comportamento umano. Conoscenze che da un lato permettono di indirizzare le scelte di imprese e organi istituzionali, dall’altro creano nuovi punti interrogativi, con enormi conseguenze sulla progettazione di infrastrutture, l’utilizzo delle pubblicità, la gestione degli eventi, la pianificazione della pubblica sicurezza. Proprio la cyber security è ad esempio una delle nuove principali esigenze emerse per chi opera nella difesa di un Paese e che si incomincia a scontrare con la difesa dei diritti.

“È fondamentale che queste informazioni – afferma Luca De Biase, Capo redattore di Nòva24 – non restino chiuse nel ghetto dei privilegiati, ma siano condivise e diffuse il più possibile”. Ed è proprio con lo scopo di rendere il più possibile conosciute queste informazioni che Il Sole 24 Ore lancia le “Lezioni di futuro”: quindici quaderni allegati al quotidiano che ogni giovedì, dal 26 novembre, saranno dedicati a una delle frontiere tecnologiche che stanno trasformando l’economia, la società, la cultura.

Si tratta di evoluzioni che, per il potenziale di trasformazione che contengono, impatteranno decisamente sul futuro di imprese, famiglie e organismi pubblici. Le “Lezioni di futuro” sono quindi pensate per offrire alle famiglie strumenti per un’istruzione più consapevole per i propri figli, alle imprese indicazioni per sviluppi innovativi, alle autorità politiche e amministrative spunti verso l’elaborazione di policy maggiormente aderenti alle richieste di cambiamento dell’economia e della società.

Il primo numero delle “Lezioni di futuro” è dedicato alla robotica e a quello che già oggi i robot sono in grado di fare, mentre il secondo numero in programma affronterà il tema dei big data e del loro utilizzo nella società contemporanea.

“LEZIONI DI FUTURO” sarà in edicola con Il Sole 24 ORE ogni giovedì a partire dal 26 novembre a € 0,50 oltre al prezzo del quotidiano.

A letto con Sartre, la recensione del film con Valeria Bruni Tedeschi

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A letto con Sartre è il film del 2022 diretto da Samuel Benchetrit con Joey Starr, Bouli Lanners, François Damiens, Ramzy Bedia, Vanessa Paradis, Gustave Kervern, Valeria Bruni Tedeschi, Raphaelle Doyle, Constance Rousseau, Vincent Macaigne, Bruno Podalydès, Jules Benchetrit, Thierry Gimenez, Jean-Pierre Martinage. Il film è ambientato in una cittadina nei pressi di un porto a nord della Francia.

Lì le persone trascorrono la loro vita isolati e col tempo si sono abituati alla violenza. La loro esistenza viene sconvolta improvvisamente da arte e amore, che inizia a influenzarli fortemente. Tra di loro ci sono Jesus (Joey Starr) e Poussin (Bouli Lanners), impegnati a organizzare un party per la figlia adolescente del loro datore di lavoro. E Jacky (Gustave Kervern), uno scagnozzo che grazie all’amore per una donna scopre l’arte del teatro. È così che la poesia, l’arte e il teatro aiutano questi personaggi a dare un senso alla loro vita.

A letto con Sartre arriva al cinema dal 26 gennaio 2023. Delle traduzioni che il titolo originale del film – Cette musique ne joue pour personne – ha ricevuto quella in inglese è forse la più concreta: Love Songs for Tough Guys, Canzoni d’amore per uomini duri. Ci rendiamo conto dai primi minuti del film dell’enorme peso che hanno i personaggi nel gestire le loro vite nel fare i conti con vari tipi d’amore.

A letto con Sartre, la recensione

Il primo personaggio che notiamo subito per importanza in A letto con Sartre è Jeff, il boss locale, interpretato da François Damiens. Jeff scopre la poesia, una forma d’arte che compone la musica con le parole. Non è molto bravo, è più bravo a farsi rispettare, ad usare la violenza. In Jeff c’è molto del Tony Soprano de I Soprano: hanno entrambi le caratteristiche del boss, amano comandare e odiano non essere presi sul serio. In Jeff come in Tony sopraggiunge quella crisi di mezza età che colpisce la buona parte degli uomini adulti che lo porta a cercare se stesso. Per farlo dovrà perdersi, innamorandosi (come crede) della cassiera del supermercato.

Per lei, per quel breve surrogato di amore, inizia a seguire un corso di scrittura di poesie. Una specie di redenzione per uomini adulti, solo che Jeff non cerca redenzione ma vuole solo convincersi che così facendo sia considerato una persona migliore. Attorno a Jeff si aggirano i suoi scagnozzi: Jesus, Poussin, Jacky e Neptune interpretati rispettivamente da Joey Starr, Bouli Lanners, Gustave Kervern e Ramzy Bedia. Ai primi due è affidata la parte meno avvincente del film: devono assicurarsi la riuscita del compleanno della figlia del boss, Jessica, alla quale tengono particolarmente come se fosse figlia loro. Sono i tipi più duri del gruppo e dato che non hanno affetti riversano il loro amore verso la giovane Jessica che cercano in tutti i modi di non deludere organizzando per lei un compleanno perfetto.

A letto con Sartre filmJacky, invece, per amore è disposto a tutto. Non aveva programmato di trovare l’amore, non lo cercava. Era semplicemente lo scagnozzo più taciturno e solitario. Un giorno Jeff lo manda a riscuotere un debito e alla porta trova Suzanne (interpretata da Vanessa Paradis), se ne innamora all’istante. Lui l’uomo duro, braccio destro del boss locale, trova l’amore che lo spinge a cambiare vita. Non è una decisione che prende è semplicemente il motore che inizia a rombare nella sua vita, nel suo cuore e nella sua testa. Dopo aver fatto di tutto – tra cui uccidere tutti i membri dello spettacolo teatrale dove recita Suzanne – alla fine viene preso nel ruolo di Sartre – da qui il titolo del film A letto con Sartre.

“Chiudi gli occhi, pensami e dimmi cosa vedi”

Quando ami davvero qualcuno, immaginarlo, anche ad occhi chiusi dovrebbe essere semplice come bere un bicchiere d’acqua. Due volte nel corso di A letto con Sartre viene posta questa domanda e tutte le volte assume un significato diverso e nuovo. La prima volta Jeff lo chiede a Neptune. Gli chiede di chiudere gli occhi e pensare alla cassiera del supermercato – Roxene – e di dirgli cosa vede. Neptune stenta a farlo perché farlo significherebbe confermare quello che il suo cuore già gli diceva da tempo: lui ama Roxene, lo sa dal primo momento in cui l’ha vista. Neptune allora recita una brevissima poesia della quale Jeff reclama la proprietà, lui è il boss. Non aveva considerato una cosa però: le parole sono delle armi tanto potenti quanto le pistole e il risultato che hanno su Roxene è immediato.

La donna rimane colpita da questi versi – versi che in precedenza non aveva capito, troppo confusionari e scritti da Jeff. Queste parole le comprende e le arrivano dritte al cuore sa da chi provengono, ma non c’è bisogno di dirlo ad alta voce perché anche Jeff lo capisce. La presa di consapevolezza da parte di entrambi gli uomini arriva davvero come uno sparo di fucile a cielo aperto. L’idea di amore surrogato in cui era rimasto intrappolato Jeff svanisce come in una bolla e rimane dunque apparentemente solo. La seconda volta è sempre Jeff a porre la domanda ma questa volta a sua moglie – interpretata da Valeria Bruni Tedeschi. La donna con gli occhi chiuse vede un caleidoscopio di colori, odori e sensazioni perdute che come da un sonno lungo 25 anni si risvegliano e la scuotono dal torpore in cui ha vissuto per tutto questo tempo.

A letto con Sartre Valeria Bruni TedeschiTutto può cambiare

Katia, il personaggio interpretato dalla Tedeschi, non lo saprà mai concretamente ma le parole che ha trovato dentro la spazzatura non erano indirizzate a lei, o forse lo sa ma è troppo innamorata, troppo cieca di questo amore da non accorgersene. Legge quello che vuole leggere e decide di sorprendere il marito: nuovo taglio, nuovi abiti, ed effettivamente riesce nel suo intento. In A letto con Sartre, Jeff, dunque, vede per la prima volta la moglie, anche lui come risvegliato da un lungo sonno. Per la prima volta è lui a chiudere gli occhi e pensa alla persona che ama. Se la immagina come una poesia dove le parole volano nell’aria leggere.

L’amore ha spinto i protagonisti di A letto con Sartre verso una sorta di elevazione interiore come se attraverso l’arte potessero espiare i propri peccati. Così Jacky trova l’amore grazie allo spettacolo teatrale ed è forse pronto a cambiare la sua vita, Jesus e Poussin hanno organizzato il compleanno perfetto per Jessica aiutandola anche a trovare l’amore, Jeff riabbraccia la moglie in un lungo ballo. Tutto è cambiato, forse il tempo della redenzione è finalmente giunto ed ha l’aspetto di una composizione musicale, una poesia, un caleidoscopio di colori.

A letto con il nemico: la spiegazione del finale del film

A letto con il nemico: la spiegazione del finale del film

Non ci sono state solo commedie romantiche come Pretty Woman, Il matrimonio del mio migliore amico e Notting Hill negli anni Novanta per Julia Roberts, ma anche diversi avvincenti thriller come Il rapporto Pelican, Ipotesi di complotto e A letto con il nemico, quest’ultimo diretto da e basato sull’omonimo romanzo di Nancy Price. Si tratta di un titolo particolarmente popolare nella filmografia dell’attrice, che al momento della sua uscita in sala ha da subito ottenuto un grande successo, concludendo le 11 settimane di permanenza di Mamma, ho perso l’aereo in testa al box office nordamericano.

Un successo che rischiava però di non esserci, in quanto inizialmente il film aveva ricevuto una classificazione NC-17 (vietato ai minori di 17 anni) quando è stato presentato alla MPAA. Una classificazione NC-17 può essere gravemente dannosa per un film, in quanto limita sia la pubblicità negli Stati Uniti che il numero di sale che lo proietteranno. Per evitare questo inconveniente e garantire un profitto, il film è stato ridotto a una classificazione R. Ciò è stato possibile tagliando alcuni secondi della prima scena di sesso tra i due protagonisti.

La versione completa di questa scena si trova però nella versione internazionale, che è quella proiettata nel Regno Unito e in altre parti d’Europa. Ad ogni modo, più che l’inizio, è il finale a lasciare piuttosto a bocca aperta. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a A letto con il nemico. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Julia Roberts e Kevin Anderson in A letto con il nemico
Julia Roberts e Kevin Anderson in A letto con il nemico

La trama di A letto con il nemico

Protagonisti del film sono Laura e Martin Burney, una coppia apparentemente felice che abita in una grande casa al mare sull’East Coast. La realtà, tuttavia, è un’altra: l’uomo è violento e possessivo, soprattutto nei confronti della moglie, e nasconde una personalità ossessivo-compulsiva. La donna è completamente soggiogata da lui e gli permette di picchiarla, anche per motivi superflui. Tuttavia, dopo l’ennesimo litigio, stanca di sopportare i soprusi del marito, cerca di pianificare la fuga. L’occasione arriva una sera, quando la coppia viene invitata da amici a fare un giro in barca a vela.

Con l’arrivo di un improvviso temporale, Laura si getta in mare facendo finta di affogare. Tutti la credono morta, anche se il corpo in realtà non verrà mai ritrovato. La donna assume poi un’altra identità, quella di Sara Waters, innamorandosi poi del suo nuovo vicino, Ben. Ma il suo passato non la abbandonerà tanto facilmente e ben presto il suo ex marito capirà di essere stato ingannato e, grazie ad alcuni sotterfugi, si metterà sulle tracce di Laura. Per lei, dunque, la resa dei conti con quella parte di sé che credeva di essersi lasciata alle spalle si renderà inevitabile.

Il cast del film

Ad interpretare Laura vi è, come anticipato, Julia Roberts, anche se il suo personaggio era originariamente stato scritto per Jane Fonda e poi proposto a Kim Basinger. Dopo il rifiuto delle due, fu allora la ventiduenne Roberts ad ottenere il ruolo, divenendo la più giovane attrice a guadagnare un compenso a sette cifre per un singolo film. Accanto a lei, nel film, vi sono poi Patrick Bergin nel ruolo di Martin Burney e Kevin Anderson in quello di Ben Woodward. Elizabeth Lawrence interpreta Chloe Williams, madre di Laura, mentre Kyle Secor interpreta John Fleishman.

Julia Roberts e Patrick Bergin in A letto con il nemico
Julia Roberts e Patrick Bergin in A letto con il nemico

La spiegazione del finale del film

Nel corso del film, Martin viene dunque a sapere che Laura aveva preso lezioni di nuoto, il che lo porta a credere che non sia annegata e che sia viva. La conferma arriva quando trova la fede nuziale della moglie nel water, che non era stato scaricato correttamente come lei credeva. Martin si reca quindi alla casa di cura di Chloe, la madre di Laura, travestito da detective, e scopre che il “nipote” di Chloe è appena arrivato in visita. Anche Laura, travestita da uomo, si trova infatti alla casa di riposo e per poco non incontra Martin. Martin scopre così dove si trova Laura e viene a sapere anche di Ben.

Segue così la coppia fino alla nuova casa di Laura e fa irruzione mentre lei e Ben sono fuori. Li pedina poi anche durante il loro appuntamento al luna park locale. Quando Laura torna a casa, nota dei piccoli cambiamenti, indizi che Martin ha deliberatamente lasciato all’interno della casa: gli asciugamani perfettamente allineati e il contenuto degli armadietti della cucina ordinato secondo gli standard esigenti di Martin. Non passa poi molto e lo stesso Martin si ripresenta in casa, determinato ad affrontare Laura una volta per tutte. Se la deve però vedere anche con Ben, a cui riesce a far perdere i sensi.

Mentre Martin punta poi la pistola che ha con sé contro Ben, Laura lo distrae assestandogli un colpo. Afferra a quel punto la pistola e lo tiene sotto tiro. Mentre Laura chiama la polizia, Martin si aspetta che lei dica alla polizia di proteggerla da lui, come aveva fatto in passato. Laura, tuttavia, lo sorprende informando la polizia di aver ucciso un intruso. A quel punto, spara a Martin tre volte al petto. Martin, seppur ferito, tenta di avere l’ultima parola e con le energie rimastegli rientra in possesso della pistola che però scatta a vuoto. Martin muore a quel punto per le ferite riportate, mentre Laura e Ben si abbracciano e aspettano la polizia, lieti di aver posto fine a quella vicenda una volta per tutte.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di A letto con il nemico grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Disney+ e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piatta forma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 29 gennaio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

A letto con Gondry: recensione del documentario sulla vita del regista – #RoFF18

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La parabola di un’insonnia, quella che Michel Gondry – come protagonista ma non dietro la macchina da presa – cerca di fare con il documentario A letto con Gondry diretto da Francois Nemeta. Un documentario dal taglio diverso, insolito e anche a tratti disturbante, mentre Gondry si gira e rigira nel letto in preda ad un’insonnia che ha il retrogusto di una crisi di mezza età. Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle, il film racconta una notte, senza sonno, in preda ai sogni più folli, dove il regista parla dell’origine di alcuni dei suoi film più famosi. Da Eternal Sunshine of the Spotless Mind con Jim Carrey e Kate Winslet, Be Kind Rewind con Jack Black e L’arte del sonno con Gael García Bernal e Charlotte Gainsbourg. Pellicole che hanno a monte un processo creativo fuori dal comune e che Gondry ci rivela in questo documentario.

Il regista è poi invece tornato dietro la macchina da presa per presentare il suo nuovo film, Il libro delle soluzioni, che arriverà nella sale italiane dal 1° novembre distribuito da IWonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

A letto con Gondry, la trama

Dove andiamo quando sogniamo? Questa è la domanda di un piccolo Michel Gondry che fin dalla giovane età racconta, utilizzando l’espediente dell’insonnia, uno spaccato della sua vita. Un racconto intimo e personale di un uomo senza sonno, vittima della sua effervescente creatività che lo consuma. In preda ai turbamenti esistenziali, Gondry diretto ancora una volta da Nemeta entra nel vivo del racconto della sua vita in un documentario che rompe il classico racconto del genere. Frammentato e diviso per tematiche A letto con Gondry non segue un ordine classico ma traccia una linea attraverso i sogni raccontati dal regista.

Le digressioni sui sogni sono la parte più introspettiva del regista che si ritrova come bambino, adolescente e adulto. A ogni sogno trova un significato ma anche una ispirazione per farne animazioni in stop motion che mette a punto nelle sue notti senza dormire. Mentre prende vita tutto questo non manca però la parte di racconto sulla sua famiglia e sui suoi affetti in modo anche comodo, con toni leggeri. Un pregio che rende il documentario godibile nel suo insieme. Che mette al centro il suo lavoro e la sua libertà creativa e non si limita a una narrazione dei fatti in linea temporale.

I riferimenti al suo cinema

Diviso non in ordine cronologico, A letto con Gondry ci propone tra sogno e realtà dei riferimenti allo stesso cinema del regista. Dalle mani giganti di L’arte del sonno al concetto stesso di memoria e ricordi di cui parla nella sua opera più celebre, Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Il documentario arriva come dunque una sorta di epilogo che descrive il personaggio di Gondry. La prima parte che descrive il lavoro e la creatività del regista è stata presentata a Venezia durante la Mostra d’arte cinematografica. Un racconto però diverso perché il Gondry che lavora la mattina è diverso e più dinamico.

Nella sua versione notturna, come se in lui ci fossero due personalità, il regista è invece vittima della sua stessa creatività non riesce a spegnere il cervello, ritrovandosi vittima di sé stesso. Il riferimento al doppio è anche contenuto nei titoli di testa, che lui stesso crea in stop-motion, dove osserviamo un personaggio con due teste. Ma non sono però due teste contrapposte ma due facce della stessa medaglia. Raccontando anche questa parte di sé, Gondry pone dunque l’accento maggiore sul suo modo di lavorare e chiude infatti con una frase che descrive perfettamente il senso del documentario: “La creatività viene incentivata quando non c’è equilibrio”.

A Leicester Square la premiere mondiale di Monsters Dark Continent

Luogo: Leicester Square. Oggetto: Premiere mondiale di Monsters Dark Continent. Sembra un estratto da un file militare, ma è la pura verità. Finalmente alcuni fortunati hanno potuto assistere alla premiere del criptico e tenebroso action del regista/sceneggiatore Tom Green, trasmesso su schermo IMAX. Sono bastati pochi minuti perchè il catastrofico caos extra-terrestre invadesse il mondo intero in una proiezione a dir poco adrenalinica!

A differenza del Monsters  di Gareth Edwards, questo è un film di guerra che richiama molto da vicino i vari The Hurt Locker , Generation Kill e Tremors. Johnny Harris e la sua squadra di soldati statunitensi sembrano non poter negoziare con i pericolosi alieni apparentemente ostili, che ormai calpestano tutto il Medio-Oriente in folti e terrificanti raggruppamenti, e inoltre sono costretti a occuparsi degli insorti locali che vogliono uccidere sia gli americani che i micidiali alieni. Si tratta di una situazione complessa nella quale Sam Keeley si troverà ben presto immischiato.

Leggi anche: Monsters Dark Continent nuovo trailer del film prodotto da Gareth Edwards

Fonte: Empireonline.com

A LEGO Brickumentary: trailer del documentario sulla LEGO

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A LEGO Brickumentary: trailer del documentario sulla LEGO

Vi presentiamo di seguito il trailer di A LEGO Brickumentary, il documentario realizzato da Daniel Junge e Kief Davidson e dedicato alla nota casa di giocattoli danese, in uscita nei cinema e in VoD il prossimo 31 luglio. Il documentario racconterà le origini della nota compagnia e della nascita di un vero e proprio impero nel corso degli anni. Il trailer è narrato dall’attore Jason Bateman:

https://youtu.be/vQtO41NN7zc

LEGO è un produttore di giocattoli danese, noto a livello internazionale per la sua linea di mattoncini assemblabili. L’azienda, fondata nel 1916 da Ole Kirk Christiansen, ha iniziato a produrre i famosi mattoncini a partire dal 1949, ma soltanto dal 1958 essi assumono la particolare forma che ne caratterizza ancora oggi gli assemblaggi. Il nome LEGO, coniato nel 1934, deriva dall’unione delle parole danesi “legt godt” che significa “gioca bene”.

A Late Quarter poster e trailer per il film presente al TIFF

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A Late Quarter poster e trailer per il film presente al TIFF

Sono stati rilasciati il primo trailer e poster per il dramma A Late Quartet del regista Yaron Zilberman. Il film è interpretato da Philip Seymour Hoffman, Christopher Walken,

A Lady in Paris – recensione

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A Lady in Paris – recensione

a lady in paris Anne (Laine Mägi) vive in Estonia ed è una donna non più giovanissima, divorziata, con due figli grandi fuori casa e una madre malata da accudire. Dopo la morte della vecchia genitrice, l’offerta di lavoro come assistente personale di un’anziana estone residente a Parigi le sembra una benedizione e, piena di speranze per il futuro, parte per questa nuova esperienza. Nonostante la buona accoglienza parigina di Stéphane (Patrick Pineau), ex amante dell’attempata signora e suo reale datore di lavoro, Anne si accorge subito che Frida (Jeanne Moreau), facoltosa e decadente estone-parigina, non ha alcuna intenzione di sopportare la sua presenza.

a lady in paris posterCon pazienza e senso del dovere la protagonista tenta di far breccia nel cuore della connazionale e, lentamente, impara a comprendere il suo comportamento aggressivo, a conoscere il suo passato e le scelte che l’hanno portata, in definitiva, a tagliare i ponti con i suoi familiari e che le hanno lasciato, come eredità, un armadio pieno di bei vestiti e nessuno con cui parlare.

All’anziana donna è rimasto solo Stéphane, l’amore del passato, l’uomo che vorrebbe ancora accanto ma che, essendo molto più giovane, ha ormai la sua vita e Anne, che, da domestica è destinata a diventare ospite, amica, “figlia”.

A Lady in Paris , film dell’estone Ilmar Raag, indaga in maniera originale il rapporto che si crea tra persone accomunate da sentimenti simili, ma diverse per origini, ceto, età. L’aspetto più interessante, infatti, è l’attenzione prestata all’equilibrio sentimentale e alla dipendenza affettiva che si instaura tra i tre protagonisti. Il gioco di situazioni, sguardi e piccoli gesti tiene piuttosto bene, grazie soprattutto alla bravura degli interpreti.

Purtroppo, in generale, a causa di silenzi troppo lunghi e ritmo non molto incalzante, il risultato appare come uno spaccato psicologico degno di nota all’interno di un lungometraggio un po’ piatto.

Girato con discreta eleganza e vincitore del premio Ecumenico al Festival di Locarno, A Lady in Paris sarà nelle sale dal 16 maggio, distribuito da Officine Ubu.

A La stranezza di Roberto Andò il “Nastro dell’Anno” 2023

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A La stranezza di Roberto Andò il “Nastro dell’Anno” 2023

Va al film di Roberto Andò La stranezza il “Nastro dell’Anno” 2023, riconoscimento che il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici assegna scegliendo tradizionalmente ogni anno un’opera che merita una particolare sottolineatura di eccellenza e di novità oltre il verdetto che annualmente premia i migliori film usciti in sala attraverso il voto di oltre cento giornalisti che selezionano i film, i protagonisti e più grandi talenti artistici e tecnici.

È un Premio di eccellenza che va oltre le candidature e segnala quest’anno il film che ha segnato una vera e propria svolta non solo nel rapporto col pubblico ma anche con la sua inedita creatività, premiando il regista Roberto Andò anche sceneggiatore con Massimo Gaudioso e Ugo Chiti, i produttori Angelo Barbagallo (Bibi Film) e Attilio De Razza (Tramp LTD) con Giampaolo Letta (Medusa) e Paolo Del Brocco (Rai Cinema). Con loro, naturalmente, Nastri d’Argento per i tre eccezionali interpreti molto amati dal pubblico come Salvo Ficarra, Valentino Picone e Toni Servillo, un trio sorprendente che ha davvero conquistato l’affetto e gli applausi delle platee cinematografiche oltre ogni previsione.   

La consegna dei Nastri d’Argento è prevista, come ogni anno, alla fine di Giugno quando sarà premiata con un riconoscimento speciale anche la creatività della squadra di talento che ha lavorato, nel segno della qualità, per un grande risultato collettivo.

Come si legge nella  motivazione  del Direttivo Nazionale dei Nastri d’ArgentoLa stranezza è un film che, giocando con intelligenza sui tasti dell’intrattenimento popolare e della cultura più alta, ha saputo aprire una nuova strada anche alla commedia, da sempre regina del box office, ma finalmente capace di conquistare il pubblico con la rilettura cinematografica di un metateatro squisitamente pirandelliano in cui irrompe con eleganza la spontaneità di una comicità irresistibile”.

E aggiunge a nome del Direttivo la Presidente, Laura Delli Colli  “Un premio che sottolinea anche la brillante capacità del cinema italiano che ha lavorato in sinergia superando ogni concorrenza nella formula produttiva nell’unione di Bibi Film e Tramp LTD con Medusa Film e Rai Cinema, in collaborazione con Prime Video. Un progetto forte che ha finalmente richiamato il grande pubblico in sala segnando una svolta, non solo nella commedia, con un’idea colta e straordinariamente originale”.

À la Recherche: recensione del film di Giulio Base con Anne Parillaud – #RoFF18

È il 1974 in À la Recherche, il nuovo film di Giulio Base. In quell’anno, le Brigate Rosse terrorizzano il Bel Paese, l’Italia al Campionato mondiale di calcio si scontra con la Polonia per qualificarsi alla fase successiva, Francis Ford Coppola e Martin Scorsese vinconco al Festival di Cannes e Luchino Visconti gira il suo penultimo film, Gruppo di famiglia in un interno. Mentre questi e altri eventi scuotono – in positivo o in negativo – il mondo, all’interno di una villa tanto imponente quanto spettrale si aggirano Pietro e Ariane.

Sono rispettivamente uno sceneggiatore e un’attrice francese, accomunati da una carriera in fase di declino. Le vicende che li legano non sono però reali come quel fuori campo del mondo esterno che di tanto in tanto si intromette, ma in loro confluiscono tutte le paure, i vizi, le passioni, gli entusiasmi e le delusioni di quell’epoca che Giulio Base aspira a far rivivere sullo schermo con questa suo lungometraggio, girato in lingua francese e presentato nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma.

La trama di À la Recherche, tra tempi andati e illusioni future

Isolatisi in questa decadente villa, Pietro (Giulio Base) e Ariane (Anne Parillaud) cercano disperatamente di invertire la rotta intrapresa dalle loro carriere artistiche realizzando un adattamento per il cinema di Alla ricerca del tempo perduto, il mastodontico romanzo di Marcel Proust, “cattedrale letteraria dell’Occidente”, nonché emblema del tema della memoria e dello scorrere inesorabile del tempo. Un adattamento che, stando a quanto dichiarato da Ariane, dovrebbe dirigere nientemeno che Luchino Visconti, uno degli uomini di cultura più influenti del Novencento.

Visconti, cantore di temi come la bellezza, la decadenza, la morte e la storia europea, senza dimenticare il declino della nobiltà e della borghesia (trattati in film come Senso, Il gattopardo e Ludwig) sarebbe infatti in cerca di un nuovo progetto cinematografico, con cui idealmente chiudere nel migliore dei modi la propria carriera. I due protagonisti del film si mettono dunque a lavoro, ma ben presto le riflessioni riguardanti l’opera di Proust saranno l’occasione per rimuginare anche sulle loro vite, sul contesto in cui vivono e sul loro futuro.

À la Recherche Anne Parillaud
Anne Parillaud e Giulio Base in À la Recherche

Un’accuratissima ricostruzione d’epoca

È un’opera contenuta ma ambiziosa il nuovo film di Base. Il tutto si svolge infatti in un unico luogo, con soli due personaggi chiamati a dar vita ad un duetto attraverso cui si diffonde in ogni stanza della lussuosa villa lo spirito del tempo. Uno spirito però decadente, che spinge a guardare al passato con una certa malinconia, al presente con diffidenza e al futuro con timore. È così che l’ambiente si fa dunque a sua volta personaggio, offrendo a Pietro e Ariane una cornice ideale entro cui muoversi nella misura in cui propone un’accuratissima ricostruzione d’epoca.

La fotografia di Giuseppe Riccobene, le scenografie di Walter Caprara e i costumi di Sabrina Beretta ricostruiscono infatti in modo sorprendente un’epoca in tutti i suoi colori, invitando lo spettatore ad immergersi in un ambiente dove l’oggettistica, i libri, i materiali degli indumenti e altro ancora, pur se intangibili per chi guarda, restituiscono ugualmente una forte dimensione tattile. Si entra dunque volentieri in questo contesto che, grazie anche alla varietà di stanze che offre, non diventa mai ripetitivo. Al contrario, a ben notare, ogni ambiente sembra pensato per essere il perfetto sfondo a quanto succede nel rapporto dei protagonisti.

Un progressivo avvicinarsi all’interiorità dei personaggi

I due si incontrano per scrivere, certo, ma è inevitabile che tra una pagina e l’altra, inizi ad emergere qualcosa di ambiguo nel loro rapporto, come ambigui sono i tempi che vivono. Il regista ce lo racconta ancor prima che tramite ciò che si dicono attraverso un progressivo avvicinamento nei loro confronti. Se all’inizio i due sono inquadrati con una serie di totali dell’ambiente o comunque sempre con una certa distanza, piano piano le inquadrature tendono a stringersi su di loro, fino ad offrirci dei primi e primissimi piani da cui può emergere tutto il loro mondo interiore.

Pietro e Ariane non sono solo alla ricerca del giusto modo per adattare l’apparentemente inadattabile romanzo di Proust (ed interessanti sono le riflessioni sul processo di adattamento), ma anche di un nuovo posto per sé stessi nel mondo. Sceneggiatore di film di genere lui (che gli permettono però di guadagnare e la precisazione è tanto importante quanto gradita), attrice semi dimenticata lei, entrambi si spogliano via via sempre di più, fino a far emergere tutte le loro ipocrisie, per giungere alla consapevolezza che sì, forse Alla ricerca del tempo perduto parla anche di loro.

À la Recherche Anne Parillaud Giulio Base
Anne Parillaud e Giulio Base in À la Recherche

Alla ricerca del tempo perduto e del tempo che verrà

Perché con À la Recherche non ci si risparmia nel mettere sul tavolo tanto il bene quanto il male di quell’epoca e dei suoi personaggi – così come ad esempio dello stesso Visconti si ricordano le sue contraddizioni – proprio come Proust fa all’interno della sua opera. Nel cercare di riportare su carta la decandenza raccontata dallo scrittore francese, Pietro e Ariane prendono dunque consapevolezza del proprio declino. Grazie poi alle interpretazioni dei due attori, con Base che gestisce in modo convincente la stravaganza del suo Pietro e Parillaud che dà vita ad una Ariane tanto seducente quanto spietata, tutto ciò emerge con ulteriore incisività.

Certo, nel corso di questo processo emergono anche tanti spunti di riflessione, forse troppi, e non tutti vengono approfonditi come avrebbero meritato. Ma nei suoi novanta minuti di durata il film di Base non sembra voler asprirare ad essere risolutivo nei confronti di tutto ciò, quanto piuttosto offrire un nostalgico sguardo ad un preciso periodo storico, sapendo però anche proporre riflessioni valide per il nostro presente, come ad esempio quella legata al ruolo dell’artista e dell’arte in tempi di guerre ed orrori. Forse perché, proprio come gli anni Settanta sono stati un periodo di passaggio, altrettanto lo saranno gli anni che stiamo vivendo.

A Kristen Stewart non importa fare brutti film

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kristen-stewartKristen Stewart è stata ospite al 2014 AFI Fest durante il quale ha presentato al pubblico Still Alice, film con Julianne Moore che abbiamo visto al Festival di Roma.

LEGGI LA RECENSIONE DI STILL ALICE

L’attrice, intervistata da The Hollywood Reporter, ha dichiarato in che modo sceglie un film e che non le importa di partecipare ad un film brutto.

“Sono davvero in balia del vento, seguo sempre le mie viscere, non ho un approccio tattico. Posso far sì che un film vada in porto adesso che ho fatto cinque film di Twilight, ma èer me è importante solo sapere che ho fatto la cosa giusta per il giusto motivo. Non c’è un modo per quantificare il tutto. Anche se qualcosa non equivale per forza al successo, se c’è qualcosa che non va, una sceneggiatura o un regista p un cast o un budget, io sono comunque disposta a salire a bordo se provo interesse per una sola cosa o persona che è coinvolta nel film, o anche solo una battuta del mio personaggio mi piace e non vedo l’ora di dirla. Sento che sarà un brutto film, so che sarà così, ma non l’ho fatto io!”.LEGGI LA RECENSIONE DI SILS MARIAIn questi giorni Kristen Stewart è al cinema con Sils Maria, in cui recita accanto ad un altra grande attrice, Juliette Binoche, ed è diretta dal maestro francese Olivier Assayas.Fonte: JJ

A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight, prima foto ufficiale dal set

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Mentre HBO (Sky in Italia) è reduce dall’esordio della seconda stagione di House of the Dragon, a Belfast è in corso la produzione di A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knightla nuova serie basata sui romanzi e i personaggi di George R.R. Martin.

HBO/Max ha condiviso in rete un primo sguardo ufficiale a Peter Claffey nei panni di Ser Duncan l’Alto, alias “Dunk”. Nessuna traccia di Dexter Sol Ansell nei panni del suo giovane scudiero, il principe dei Targaryen Aegon, che viaggia in incognito sotto l’alias di “Egg” (Uovo).

Sono stati inoltre annunciati diversi nuovi membri del cast, tra cui Finn Bennett (True Detective: Night Country) nel ruolo di Aerion Targaryen, Bertie Carvel (The Crown) nel ruolo di Baelor Targaryen, Tanzyn Crawford (Tiny Beautiful Things) nel ruolo di Tanselle, Daniel Ings (The Gentlemen) nel ruolo di Ser Lyonel Baratheon e Sam Spruell (Fargo) nel ruolo di Maekar Targaryen.

A Knight of the Seven KingdomsBasata sui racconti di George R.R. Martin Tales of Dunk and Egg, la storia è ambientata oltre 90 anni prima degli eventi di Game of Thrones e si concentra sulle avventure di “Dunk”, alias il futuro Lord Comandante della Guardia Reale Ser Duncan l’Alto, e “Egg”, il futuro re Aegon V Targaryen (nonno di Daenerys!).

A Knight of the Seven Kingdoms, la trama

“Ambientato in un’epoca in cui la stirpe dei Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo dell’ultimo drago non è ancora passato dalla memoria vivente, grandi destini, potenti nemici e pericolose imprese attendono questi improbabili e incomparabili amici,” recita così la sinossi ufficiale della serie.

Claffey, attore irlandese ed ex giocatore di rugby del Connacht, ha fatto il suo debutto teatrale all’Abbey Theatre di Dublino in A Whistle in the Dark di Tom Murphy. Ha continuato ad apparire in Bad Sisters and Wreck del 2022, e ha un ruolo al fianco di Cillian Murphy in Piccole cose come queste. Ansell, 9 anni, ha iniziato la sua carriera di attore all’età di 4 anni in Emmerdale di ITV, e i suoi altri crediti includono la serie thriller di Sky The Midwich Cuckoos e la commedia di Netflix Christmas on Mistletoe Farm. Apparirà anche in The Moor, Hullraisers di Channel 4 e Robin and The Hood.

Martin ha precedentemente confermato che la prima stagione di A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight adatterà la prima delle sue tre novelle, The Hedge Knight del 1998, con l’intenzione di concentrarsi su The Sworn Sword del 2003 e The Mystery Knight del 2010 nelle stagioni future, se la serie dovesse essere rinnovata.

Attualmente, il co-sceneggiatore di The Batman Mattson Tomlin sta lavorando a un adattamento di Aegon’s Conquest, che racconta la sanguinosa e brutale conquista di Westeros da parte dei Targaryen prima degli eventi di House of the Dragon. La storia segue l’invasore Aegon Targaryen e le sue mogli sorelle, Rhaenys e Visenya, che conquistarono Westeros con i loro potenti draghi. Il trio unificò con successo sei dei Sette Regni in soli due anni, con solo Dorne che riuscì a resistere.

A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight, il primo teaser dello spin-off di Game of Thrones!

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In occasione del finale di House of the Dragon 2, Max ha presentato il trailer per la prossima stagione di serie tv e tra i titoli più attesi c’è sicuramente A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight del quale vi proponiamo di seguito le immagini mostrate nel trailer:

Di seguito, invece, il trailer completo della stagione 2024/2025 di Max:

https://www.youtube.com/watch?v=7_fSOMJxgVk

Basata sui racconti di George R.R. Martin Tales of Dunk and Egg, la storia è ambientata oltre 90 anni prima degli eventi di Game of Thrones e si concentra sulle avventure di “Dunk”, alias il futuro Lord Comandante della Guardia Reale Ser Duncan l’Alto, e “Egg”, il futuro re Aegon V Targaryen (nonno di Daenerys!).

A Knight of the Seven Kingdoms, la trama

“Ambientato in un’epoca in cui la stirpe dei Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo dell’ultimo drago non è ancora passato dalla memoria vivente, grandi destini, potenti nemici e pericolose imprese attendono questi improbabili e incomparabili amici,” recita così la sinossi ufficiale della serie.

Claffey, attore irlandese ed ex giocatore di rugby del Connacht, ha fatto il suo debutto teatrale all’Abbey Theatre di Dublino in A Whistle in the Dark di Tom Murphy. Ha continuato ad apparire in Bad Sisters and Wreck del 2022, e ha un ruolo al fianco di Cillian Murphy in Piccole cose come queste. Ansell, 9 anni, ha iniziato la sua carriera di attore all’età di 4 anni in Emmerdale di ITV, e i suoi altri crediti includono la serie thriller di Sky The Midwich Cuckoos e la commedia di Netflix Christmas on Mistletoe Farm. Apparirà anche in The Moor, Hullraisers di Channel 4 e Robin and The Hood.

A Knight of the Seven KingdomsMartin ha precedentemente confermato che la prima stagione di A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight adatterà la prima delle sue tre novelle, The Hedge Knight del 1998, con l’intenzione di concentrarsi su The Sworn Sword del 2003 e The Mystery Knight del 2010 nelle stagioni future, se la serie dovesse essere rinnovata.

Attualmente, il co-sceneggiatore di The Batman Mattson Tomlin sta lavorando a un adattamento di Aegon’s Conquest, che racconta la sanguinosa e brutale conquista di Westeros da parte dei Targaryen prima degli eventi di House of the Dragon. La storia segue l’invasore Aegon Targaryen e le sue mogli sorelle, Rhaenys e Visenya, che conquistarono Westeros con i loro potenti draghi. Il trio unificò con successo sei dei Sette Regni in soli due anni, con solo Dorne che riuscì a resistere.

A Knight of the Seven Kingdoms: lo spin-off di Game of Thrones aggiunge 7 membri al cast

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Lo spinoff di “Game of Thrones“, “A Knight of the Seven Kingdoms” ha aggiunto sette nuovi membri al cast. Come riportato da Variety, la serie HBO ha ingaggiato Edward Ashley (“Masters of the Air”) nel ruolo di Ser Steffon Fossoway, Henry Ashton (“A Good Girl’s Guide to Murder” e “My Lady Jane”) nel ruolo di Daeron Targaryen, Youssef Kerkour (“House of Gucci”) nel ruolo di Steely Pate, Daniel Monks (il prossimo film di Netflix “Kaos”) nel ruolo di Ser Manfred Dondarrion, Shaun Thomas (“How to Have Sex”) nel ruolo di Raymun Fossoway, Tom Vaughan-Lawlor (“Avengers: Infinity War”) nel ruolo di Plummer e Danny Webb (HBO “The Regime” e “The Dig”) nel ruolo di Ser Arlan di Pennytree.

Per i fan che hanno recentemente terminato la seconda stagione di House of the Dragon“, il Daeron di “A Knight of the Seven Kingdoms” è diverso da quello della serie prequel, proprio come esistono più Egon nella storia di Westeros. Questi attori si uniscono dunque alle star protagoniste Peter Claffey nel ruolo di Ser Duncan l’Alto e Dexter Sol Ansell in quello del suo scudiero Egg. La serie, che andrà in onda il prossimo anno, è ambientata 100 anni prima della storia principale di “Game of Thrones” e 100 anni dopo il prequel “House of the Dragon“.

 

Di cosa parla A Knight of the Seven Kingdoms?

La trama recita: “Un secolo prima degli eventi di ‘Game of Thrones’, due improbabili eroi vagavano per Westeros… un giovane, ingenuo ma coraggioso cavaliere, Ser Duncan the Tall, e il suo minuscolo scudiero, Egg”. In un’epoca in cui la linea Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo dell’ultimo drago non è ancora scomparso dalla memoria vivente, grandi destini, potenti nemici e pericolose imprese attendono questi improbabili e impareggiabili amici“.

Il cast comprende anche Finn Bennett nel ruolo di Aerion Targaryen, Bertie Carvel nel ruolo di Baelor Targaryen,ra Tanzyn Cwford nel ruolo di Tanselle, Daniel Ings nel ruolo di Ser Lyonel Baratheon e Sam Spruell nel ruolo di Maekar Targaryen. La serie è basata sulle novelle dell’autore George R. R. Martin “The Hedge Knight” (1998), “The Sworn Sword” (2003) e “The Mystery Knight” (2010).

A Knight of the Seven Kingdoms, il prequel di Game of thrones ha una data di uscita

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L’amministratore delegato di Warner Bros Discovery, David Zaslav, ha recentemente fornito un aggiornamento sulle intenzioni dello studio per alcune delle sue IP principali in occasione della chiamata agli investitori per il quarto trimestre del 2023. Zaslav ha dichiarato che il previsto spin-off di Game of Thrones (Il trono di spade), A Knight of the Seven Kingdoms, debutterà alla fine del 2025. Ha inoltre dichiarato che la pre-produzione del programma è attualmente in corso.

Basato sulle novelle epiche di George R.R. Martin, Dunk & Egg, lo spin-off è stato originariamente approvato nell’aprile 2023. Oltre a scrivere alcune delle sceneggiature degli episodi, George R.R. Martin sarà anche co-produttore esecutivo dello show insieme a Ira Parker (House of the Dragon, The Last Ship).

Finora sono state pubblicate tre novelle incentrate su Dunk & Egg: The Hedge Knight (1998), The Sworn Sword (2003) e The Mystery Knight (2010). Una raccolta di tutte e tre le novelle è stata riunita nel 2015 e pubblicata con il titolo propri di A Knight of the Seven Kingdoms.

George R.R. Martin ha dichiarato di avere altre novelle di Dunk & Egg da scrivere, ma non è dato sapere quando completerà un’altra storia.Durante la conferenza stampa, Zaslav ha dichiarato: “Abbiamo questi grandi marchi, Game of Thrones. Abbiamo questi grandi marchi che le persone in tutto il mondo conoscono, amano e lasceranno una cena per venire a vederli“.

La notizia dovrebbe far piacere agli investitori di WBD, poiché l’aggiunta di un altro spin-off di Game of Thrones probabilmente rafforzerà gli abbonamenti Max dell’azienda.

Il logline ufficiale della serie recita: “Un secolo prima degli eventi di Game of Thrones (Il trono di spade), due improbabili eroi vagavano per Westeros… un giovane, ingenuo ma coraggioso cavaliere, Ser Duncan the Tall, e il suo minuscolo scudiero, Egg. In un’epoca in cui la stirpe dei Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo dell’ultimo drago non è ancora scomparso dalla memoria vivente, grandi destini, potenti nemici e pericolose imprese attendono questi improbabili e ineguagliabili amici”. L’inizio delle riprese è previsto per questa primavera.

A Knight of the Seven Kingdoms sarà il secondo spin-off che seguirà la conclusione della serie principale. House of the Dragon ha debuttato nell’agosto del 2022.

Si dice che anche la seconda stagione uscirà ad agosto di quest’anno. Oltre a queste due serie, sono in fase di sviluppo anche una serie animata per adulti, dal titolo provvisorio The Golden Empire, una continuazione incentrata su Jon Snow e un’altra serie prequel che segue la storia dell’ascesa al potere di Aegon Targaryen a Westeros.

Tuttavia, parlando all’inizio di quest’anno con The Wrap, il CEO della HBO Casey Bloys ha ammonito: “Penso che con uno show come [Game of Thrones], quando qualcuno legge che qualcosa è in fase di sviluppo, ci si aspetta che venga girato, ma non è così. Quindi, al momento, le uniche due cose che hanno ottenuto il via libera sono House of the Dragon, ovviamente, e The Hedge Knight. Ci sono molti altri progetti in sviluppo, ma non ho nulla di imminente da riferire“.

A Killer Paradox: recensione del k-thriller Netflix

A Killer Paradox: recensione del k-thriller Netflix

Dopo il successo avuto a dicembre con My Demon e La Creatura di Gyeongseong, Netflix Corea è pronta a far parlare di nuovo di sé con un nuovo intenso thriller psicologico che, ispirandosi allo stile registico dei grandi maestri Bong Joon-ho (Parasite, Snowpiercer) e Park Chan-wook (Decision to Leave, Old Boy), esplora il sottile e controverso confine tra giusto e sbagliato, buono e cattivo, portando sul piccolo schermo una storia intrisa di drammi sociali e dilemmi morali.

Scritta da Kim Da-min e diretta da Lee Chang-hee, A Killer Paradox (titolo originale 살인자ㅇ난감) è composta da 8 episodi (di circa 50 minuti) ed è basata sull’omonimo Naver webtoon di Kkomabi. La serie è disponibile dal 9 febbraio su Netflix.

A Killer Paradox Trama

Lee Tang, interpretato da Choi Woo-shik (Parasite, Our Beloved Summer), è un giovane universitario che – dopo esser stato congedato dalla leva militare – si ritrova immerso in una profonda apatia e insoddisfazione a causa della mancanza di ambizioni e prospettive sul futuro.

Mentre sogna di partire per il Canada o l’Australia con la speranza di riscattarsi socialmente e non gravare più sulla sua famiglia, trascorre le giornate tra il suo squallido e minuscolo appartamento e il lavoro part-time in un (non sempre tranquillo) minimarket locale.

A Killer Paradox | In foto l’attore Choi Woo-shik (Lee Tang).

Il noioso mondo di Tang viene improvvisamente sconvolto una sera, quando si trova invischiato con due uomini ubriachi e molesti. Dopo una violenta lite, Tang, sopraffatto da uno scatto d’ira, uccide accidentalmente uno di loro colpendolo in testa. Spaventato e confuso, si rifugia in casa cercando di costruirsi un solido alibi per ingannare la polizia ed evitare la prigione. Tuttavia, poche ore dopo, accade l’impensabile: Tang scopre che l’uomo ucciso era in realtà un pericoloso serial killer e che, sorprendentemente, la polizia non trova prove che possano collegare lui.

Pur non essendoci sue tracce, però, il determinato detective Jang Nan-gam, interpretato dal magnetico attore Son Suk-ku (Sense8, The Roundup, My Liberation Notes), inizia ad avvicinarsi al giovane sempre più finché, a causa di un pericoloso e minaccioso testimone, Tang si macchia di un nuovo inaspettato omicidio da cui parte così un tragico e inquietante “effetto domino della morte”.

Un mondo senza giustizia né eroi

Bullismo, corruzione, abusi di potere, violenze sessuali, suicidi e tradimenti. A Killer Paradox raccoglie i temi più dolorosi, critici e problematici della società contemporanea – e soprattutto di quella sudcoreana – per mescolarli a una storia in cui la linea sottile che divide bene e male è così labile e confusa da non lasciar spazio né a santi né eroi.

Quando Tang incontra il solitario nerd Roh-Bin (Kim Yo-han), si convince di aver finalmente compreso il suo destino nel mondo: quello di giustiziere, un vigilante in grado di estirpare tutti quegli individui che seminano odio, sofferenza e terrore. Seguendo solamente i suoi impulsi, Tang elimina senza alcuna esitazione e con altrettanta crudeltà assassini e criminali, guadagnandosi agli occhi di Roh-Bin il titolo di un moderno Batman, un eroe con cui, idealmente, forma un’alleanza sotto il nome “Only for Heroes”, col fine di portare giustizia dove la polizia non è riuscita a farlo.

A Killer Paradox | In foto l’attore Son Seok-koo nei panni del detective Jang.

Ma per quanto Roh-bin si sforzi a voler credere negli eroi, nessuno dei protagonisti agisce spinto da un puro e sincero desiderio di giustizia. Tang, il detective Nan-gam, il ricercato Song Chon (altro protagonista chiave, interpretato da Lee Hee-Jun, già visto recentemente in Badland Hunters) e lo stesso Roh-bin non sono alla ricerca di giustizia, ma vendetta. Ognuno di loro, infatti, porta con sé i profondi e tormentati segni di un mondo che li ha calpestati, abbandonati, traditi e rinnegati.

Una orrorifica e grottesca festa visiva

Al di là del cast di talenti e della trama accattivante, che sotto alcuni aspetti ricorda il k-thriller poliziesco Vigilante di Disney Plus con Nam Joohyuk, la bellezza della serie di Lee Chang-hee risiede in particolar modo nella maestria della regia e del montaggio, elementi che giocano un ruolo fondamentale nel creare un’esperienza visiva unica e avvincente per il pubblico.

Attraverso l’uso sapiente delle tecniche cinematografiche, infatti, A Killer Paradox coinvolge lo spettatore in un “viaggio noir” che – tra realtà, intimismo e onirismo – riesce a trasmettere emozioni profonde e contrastanti. Inoltre, la narrazione incalzante e frenetica produce un climax di tensione e suspense che ammalia e rapisce lo spettatore, mantenendo viva l’attenzione e l’interesse fino all’ultima scena.

A Killer Paradox – In foto (da sinistra a destra) Choi Woo-shik e Son Seok-koo.

Nonostante la mancanza di un esaustivo approfondimento psicologico dei protagonisti, A Killer Paradox si rivela un cocktail allucinante di adrenalina e critica sociale che, insieme alla particolare tecnica cinematografica e alla narrazione frenetica, riesce a consacrarsi come la prima grande uscita Netflix sudcoreana del 2024.

A Joss Whedon non piace L’Impero Colpisce Ancora

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A Joss Whedon non piace L’Impero Colpisce Ancora

Il regista di The Avenger, Joss Whedon, ha un problema con Star Wars Episodio V L’Impero Colpisce Ancora. Il regista ammette di non amare il film, anzi, di trovarlo davvero insopportabile sin da quando nel 1980 lo vide per la prima volta. Ecco cosa ha detto il regista durante un’intervista della scorsa settimana con Entertainment Weekly:

L’impero colpisce ancora commette un peccato capitale, non finisce. All’epoca pensai che fosse una pessima idea, e lo penso ancora oggi … Il film non finisce (riferendosi chiaramente al cliffhanger che ci introduce a Il Ritorno dello Jedi) E’ un ‘passa la prossima settimana, o i prossimi tre anni’. E questa cosa mi fa arrabbiare. Vado a vedere un film aspettandomi un’esperienza completa, se voglio vedere un film che non finisce vado a vedere un film francese. E’ un tradimento alla mia fiducia. Un film dovrebbe essere compiuto in se stesso, non può essere costruito su altri film”.

E’ davvero strano sentir parlare così male di quello che quasi all’unanimità è considerato il miglior film non solo della trilogia originale, ma di tutta la saga di Star Wars fino ad ora vista al cinema. Le idee di Whedon sul fatto che uno spettatore si aspetta un film finito non sono del tutto sbagliate, certo, ma voi cosa ne pensate dell’idea che ha Whedon dell’Episodio V?

Fonte: io9

A Johnny Depp il Desert Palm Achievement Award

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A Johnny Depp il Desert Palm Achievement Award

Johnny Depp si unisce a Cate Blanchett e Saoirse Ronan nel gruppo di attori che verranno insigniti quest’anno del Desert Palm Achievement Award al Palm Spring Film Festival che si svolgerà dall’1 all’11 Gennaio 2016.

L’attore riceverà il premio per la sua interpretazione di Whitey Bulger in Black Mass.

“Johnny Depp è uno degli attori più dinamici e versatili del nostro tempo – ha dichiarato Harold Matzner, direttore del Festival – Nel suo ultimo film, Black Mass, Depp, in una straordinaria trasformazione, crea un ritratto sfaccettato del gangster James ‘Whitey’ Bulger. Consegna alcinema una magnifica performance acclamata da pubblico e critica, e sicuramenteha guadagnato anche l’attenzione dei premi”.

I precedenti vincitori del prestigioso premio sono stati: Jeff Bridges, Bradley Cooper, Daniel Day-Lewis, Colin Firth, Matthew McConaughey, Sean Penn, Brad Pitt e Eddie Redmayne.

Fonte: Variety

A John Lee Hancock l’adattamento de Il Partner di Grisham

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La New Regency ha scelto stavolta il regista John Lee Hancock per l’adattamento cinematografico de Il Partner, il thriller di John Grisham del 1997. Non è tra l’altro per la New

A James Mangold il remake de I senza nome di Melville

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Novità in vista per remake in lingua inglese di Le cercle rouge, film firmato nel 1970 da Jean-Pierre Melville, uscito in Itali come I senza nome: il produtore Arthur Sarkissan ha annunciato che a dirigerlo sarà James Mangold (Quando l’amore brucia l’anima, Quel treno per Yuma); il film dovrebbe venire girato nell’estate 2013 tra Macao e Hong Kong. Il produttore ha spiegato di aver scelto Mangold, perché si tratta di un regista da vecchia scuola: prova ne sia che ha già dato prova di essere a suo agio con i remake in occasione di Quel tremo per Yuma.

 In I senza nome, un ex criminale, interpretato da Alain Delon, tornava nel mondo del crimine, collaborando con un galeotto appena evaso (Gian Maria Volontè) e con un cecchino (Yves Montand) per un colpo milionario in una gioielleria. La curiosità a questo punto è tutta per i nomi degli attori che dovranno confrontarsi con l’eccezionale trio originale: la lista dei sogni di Sarkissian include Christian Bale, Russell Crowe, Matt Damon, Brad Pitt, Tom Hardy. Nel frattempo, Mangold sta lavorando su Wolverine, la cui uscita è prevista per l’estate 2013.

Fonte:  ComingSoon

A James Cameron è stato detto che gli alieni sarebbero stati una “carriera senza vittorie”

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Mentre Avatar: La via dell’acqua continua a prosperare al botteghino, il regista James Cameron guarda indietro, alla sua carriere a alla sua filmografia. In un’intervista, a Cameron è stato chiesto se avesse avuto qualche esitazione quando gli è stato proposto di realizzare un sequel di Alien di Ridley Scott. Sebbene lo stesso Cameron non fosse preoccupato, ha rivelato che un famoso produttore gli aveva sconsigliato di accettare il progetto.

“Ho pranzato con un produttore di spicco quando stavo per iniziare Aliens che mi ha detto: ‘Questo è un fallimento per te. Se il tuo film è buono, Ridley avrà il merito. Se è brutto, sarà solo colpa tua. È sarà la fine della carriera’”, ha detto Cameron a Empire . “Ho detto, ‘Sì, maaaa… mi piace.’ Forse ero un fanboy stupido, ma potevo vederlo così chiaramente nella mia testa che dovevo solo andare a farlo.”

Il regista ha poi parlato di come ha realizzato il titolo per il sequel durante un incontro con il capo dello studio e vari produttori esecutivi. “E sì, è vero”, ha ricordato Cameron. “Ero in una riunione con il capo dello studio e i produttori esecutivi, e ho girato la mia sceneggiatura e sul lato bianco dell’ultima pagina ho scritto Alien. Poi ho disegnato una S alla fine. Poi ho tracciato due linee verticali attraverso la S e l’ho sollevata per mostrarle. Forse è stato solo un condizionamento pavloviano quando hanno visto il segno $ collegato strettamente alla parola Alien. O forse era la fiducia che proiettavo. Ma hanno detto di sì”.

Avatar 3  è provvisoriamente programmato per il 20 dicembre 2024. Ulteriori sequel hanno anche date di uscita con  Avatar 4  fissato per il 18 dicembre 2026 e  Avatar 5  il 22 dicembre 2028. Con Avatar: La Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via Dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.

Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da  Sam WorthingtonZoe SaldanaSigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.

À Jamais: recensione del film di Benoît Jacquot

À Jamais: recensione del film di Benoît Jacquot

A due anni da Tre cuori, il regista e sceneggiatore francese Benoît Jacquot torna protagonista della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, questo volta presentando – fuori concorso – À Jamais, pasticciato dramma con incursioni nel thriller psicologico.

La trama di À Jamai

La storia di À Jamai ruota attorno a Laura e Rey, una coppia di amanti che vive in una casa affacciata sul mare. Lui è un regista, lei un’attrice che interpreta delle performance di sua invenzione. Un giorno Rey muore, lasciando Laura da sola nella loro casa. Ben presto la situazione cambia: la donna si rende conto che c’è qualcuno lì con lei e presto scoprirà che si tratta proprio dello spirito di Rey.

Risulta davvero difficile riuscire a trovare anche un solo aspetto positivo a quest’ultimo lavoro di Jacquot. Quella che apparentemente sembra essere una storia drammatica con al centro il superamento di un lutto, si mescola senza alcun tipo di fondamento logico ad elementi presi in prestito dal thriller di stampo psicologico, facendo del risultato finale un agglomerato di elementi inconciliabili e al limite dell’insensatezza.

à jamais

À Jamai appare privo di qualsiasi senso narrativo, la regia non risulta funzionale alla trasparenza di una storia fin troppo confusa e disordinata, e i personaggi – nonostante la presenza di un attore del calibro di Mathieu Amalric – senza un reale sviluppo, gettati tristemente in pasto ad un continuo andirivieni di tematiche, dall’alienazione alle allucinazioni, fino a tirare in ballo l’incorporazione.

A rendere la generale atmosfera del film ancora più straniante e incomprensibile, l’utilizzo di una colonna sonora che – esattamente come era già accaduto per Tre cuori – serve a preannunciare una tensione che in realtà non arriva mai, lasciando lo spettatore in uno stato di disorientamento e incredulità davvero imbarazzante.

À Jamais si addentra con assoluta presunzione in discorsi dai quali non sa come uscirne vittorioso e dai quali fatica ad estrapolare una riflessione articolata e compiuta. Sicuramente uno dei film più brutti presentati nel fuori concorso di questo Venezia 73.

 

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