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Mary Elizabeth Winstead: 10 cose che non sai sull’attrice

Mary Elizabeth Winstead è una delle attrici appartenenti alla nuova generazione che ha già saputo rimanere nell’immaginario grazie ai vari ruoli da lei interpretati. L’attrice lavora attivamente come attrice da molti anni e ha sempre dimostrato di saper scegliere i progetti migliori per sè, lavorando sempre duramente.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Mary Elizabeth Winstead.

Mary Elizabeth Winstead: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1999 con il film The Long Road Home. In seguito, lavora in The Ring 2 (2005), Final Destination 3 (2006), Black Christmas – Un Natale rosso sangue (2006), Grindhouse – A prova di morte (2007), Die Hard – Vivere o morire (2007), Ballare per un sogno (2008) e Scott Pilgrim vs. the World (2010). Tra i suoi ultimi lavori vi sono La cosa (2011), La leggenda del cacciatore di vampiri (2012), The Spectacular Now (2013), La regola del gioco (2014), The Hollars (2015), Swiss Army Man – Un amico multiuso (2016), 10 Cloverfield Lane (2016), Un’improbabile amicizia (2019), Gemini Man (2019), Birds of Prey (2020) e Kate (2021).

Dal 2022 in poi ha intrapreso nuovi progetti che segnano un’evoluzione della sua carriera: ad esempio ha partecipato alla serie Ahsoka (2023), dove interpreta il personaggio di Hera Syndulla. Inoltre è protagonista nel remake del thriller La Mano sulla Culla (2025) accanto a Maika Monroe.

2. Ha recitato anche per la televisione. L’attrice ha recitato in diverse occasioni anche per il piccolo, recitando nel 1997 nel film Il tocco di un angelo. In seguito, ha lavorato nelle serie Terra promessa (1998), Passions (1999-2000), Wolf Lake (2001-2002), The Beauty Inside (2012), The Returned (2015), BrainDead: Alieni a Washington (2016), Mercy Street (2016-2017) e Fargo (2017). Nel 2019 ha invece interpretato Gail nell’episodio Ice Age della serie Love, Death & Robots. Ha assunto il ruolo da co-protagonista in Ahsoka (2023) che la vede inserita in una produzione di grande fascia.

mary elizabeth winstead

Mary Elizabeth Winstead, il marito e Ewan McGregor

3. Ha un (secondo) marito famoso. L’attrice si è sposata nel 2010 con Riley Stearns. I due si erano conosciuti su una nave da crociera nel 2003, quando lei aveva appena diciotto anni. Dopo diversi anni di frequentazione, si sono sposati nell’ottobre del 2010. Il loro matrimonio, però, è durato fino al 2017, anno della loro separazione. Tra i motivi della separazione sembra che ci sia stata la sua conoscenza con Ewan McGregor, conosciuto sul set della terza stagione di Fargo. Di fatto, i due sono poi usciti allo scoperto e si stanno frequentando dal 2017. La coppia, comunque, ha giurato di aver pensato di lasciare i rispettivi partner già prima della loro frequentazione, considerato che lui era sposato da 22 anni. Il 26 giugno 2021 è diventata madre per la prima volta dando alla luce il piccolo Laurie McGregor. Mary Elizabeth Winstead e Ewan McGregor si sono sposati nel 2022. Vivono in Scozia con il figlio Laurie. Questa fase personale segna un bilanciamento diverso tra vita privata e professionale, come ella stessa ha dichiarato.

4. Lavoro sui social e immagine pubblica. Negli ultimi anni l’attrice ha confermato la volontà di vivere più la vita reale e meno il riflesso dei social, dedicandosi alla famiglia e ai progetti che le permettono una stabilità maggiore. La sua immagine pubblica è dunque orientata al rispetto della privacy e alla scelta mirata dei ruoli.

Mary Elizabeth Winstead in Fargo

5. Ha firmato senza conoscere il personaggio. Sembra che l’attrice, che interpreta Nikki Swango nella terza stagione di Fargo, abbia firmato il contratto senza sapere nulla della parte. Teneva talmente tanto ad entrare della serie che poco le importava se avesse interpretato un poliziotto del Minnesota o una dolce casalinga.

6. Sarebbe dovuta apparire nella prima stagione. L’attrice era stata provinata per interpretare il personaggio di Molly Solverson, che poi è andato a Allison Tolman. Secondo l’attrice, probabilmente quello non era il periodo giusto per entrare nella serie e di certo non si aspettava poi di interpretare Nikki Swango.

Mary Elizabeth Winstead in Birds of Prey

7. Ha interpretato una delle protagoniste. Nel 2020 l’attrice si è resa ulteriormente celebre grazie al ruolo di Cacciatrice nel film Birds of Prey, con protagonista la Harley Quinn di Margot Robbie. Per la Winstead si è trattata di un’ottima occasione per mettersi alla prova con un ruolo particolarmente fisico, che le ha richiesto una grande preparazione fisica. Curiosamente, la Winstead si era originariamente proposta per la parte di Harley Quinn in Suicide Squad, senza però ottenerla.

Mary Elizabeth Winstead Birds of Prey

Mary Elizabeth Winstead, i suoi progetti

8. Ha recitato in nuovi film e serie. Tra i progetti recenti vi è Ahsoka (2023) dove interpreta Hera Syndulla, la serie è in lavorazione con il secondo ciclo previsto per il 2026. È protagonista nel remake del thriller La Mano sulla Culla (2025) accanto a Maika Monroe. Inoltre, è stata coinvolta (annunciata) nel progetto Ursa Major (un thriller/sci‑fi) accanto a Xochitl Gomez.

Mary Elizabeth Winstead non è su Instagram

9. Non ha profili social. Mary Elizabeth Winstead ha dichiarato che diventare madre e sposarsi hanno cambiato molto il suo modo di lavorare: oggi le interessa accettare progetti che permettano di essere creativa ma anche presente nella vita familiare. Questo implica far scelte più selettive e un minor numero di ruoli immediati, ma con maggiore significato.

Mary Elizabeth Winstead: età e altezza

10. Mary Elizabeth Winstead è nata il 28  novembre  1984 a Rocky Mount, North Carolina. L’altezza è di circa 173 centimetri. La sua immagine pubblica sta evolvendo verso una attrice collaudata, che non punta solo al “blockbuster” ma a ruoli selezionati, e che sta integrando vita privata e professionale in modo più maturo.

Fonti: IMDb, Deadline

Il Diavolo Veste Prada 2: il primo trailer. Andy e Miranda sono tornate!

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Allacciate le cinture: è stato pubblicato il primo teaser di Il diavolo veste Prada 2. Nella breve clip di 52 secondi, Miranda Priestly, interpretata da Meryl Streep, percorre i corridoi di Runway con i tacchi a spillo rossi prima di essere raggiunta in ascensore dal suo ex assistente, Andy Sachs, interpretato da Anne Hathaway.

Cosa succede nel primo teaser trailer di Il Diavolo Veste Prada 2

“Meglio tardi che mai”, ringhia Miranda mentre Andy sorride compiaciuto e si infila degli occhiali da sole neri.

Sequel dell’amato film del 2006, Il diavolo veste Prada 2 seguirà la direttrice di Runway Miranda Priestly, mentre cerca di destreggiarsi nella sua carriera in un mondo in cui il giornalismo cartaceo sta morendo. Miranda si ritrova presto ad affrontare Emily Charlton (Emily Blunt), la sua ex assistente junior che ora è una potente dirigente di un gruppo del lusso con fondi pubblicitari di cui Priestly ha disperatamente bisogno.

L’originale Il diavolo veste Prada segue la neolaureata Andrea Sachs, desiderosa di trovare un lavoro nel giornalismo. Andy presto trova lavoro presso Runway Magazine come assistente junior di Priestly, dove è costretta a scegliere tra una vita professionale o la perdita delle sue relazioni personali man mano che si avvicina alla carriera dei suoi sogni. Un successo di critica e pubblico, il film ha incassato 326 milioni di dollari al botteghino mondiale.

Steep, Hathaway, Blunt, Stanley Tucci, Tracie Thoms e Tibor Feldman riprenderanno i loro ruoli in Il diavolo veste Prada 2. Kenneth Branagh interpreterà il marito di Priestly nel sequel, con Simone Ashley in un ruolo non rivelato. Variety ha riferito in esclusiva che Lucy Liu, B.J. Novak, Justin Theroux e Pauline Chalamet si uniranno al cast. Nel frattempo, Patrick Brammall interpreterà il nuovo interesse amoroso di Andy, mentre Rachel Bloom avrà un ruolo non ancora rivelato nel film. Era stato precedentemente confermato che Adrian Grenier, che aveva interpretato Nate nel primo film, non tornerà nel sequel.

The Running Man, recensione: Edgar Wright e Glen Powell tra adrenalina, ironia e mito action

Edgar Wright torna a miscelare azione e ironia in The Running Man, dimostrando ancora una volta la sua straordinaria capacità di orchestrare sequenze action con ritmo perfetto e precisione stilistica. In questo adattamento liberamente tratto dal romanzo di Stephen King, Wright fonde la componente spettacolare della violenza cinematografica con la costruzione dei personaggi, dando vita a un film che diverte, emoziona e coinvolge senza mai prendersi troppo sul serio.

La vicenda si cala in un futuro distopico in cui il protagonista, Ben Richards, interpretato da Glen Powell, si trova a combattere per la sopravvivenza in uno show televisivo mortale. Wright riesce a trasportare la mitologia kinghiana sullo schermo senza snaturarla, mantenendo gli elementi essenziali del romanzo originale e reinterpretandoli per il pubblico contemporaneo. La sua regia crea un ritmo serrato, con inquadrature dinamiche che enfatizzano sia l’azione che l’ironia dei momenti più leggeri, evitando qualsiasi appesantimento della narrazione.

Glen Powell: un eroe muscolare e ironico

Glen Powell emerge nella sua capacità di incarnare l’eroe action con la giusta dose di vulnerabilità. La sua prestanza fisica domina lo schermo: i pettorali e la muscolatura quasi mitologica dell’attore sono esposti in tutta la loro imponenza, spesso fini a se stessi. Powell, però, non è solo un corpo in movimento; la sua interpretazione è permeata di ironia, quella leggerezza che permette al pubblico di sorridere anche nei momenti più tesi.

Questa combinazione di forza fisica e autoironia rende Richards un personaggio più umano rispetto al film originale con Arnold Schwarzenegger, e al tempo stesso mantiene la spettacolarità necessaria a un action movie contemporaneo. Powell sa alternare scene di combattimento e inseguimenti mozzafiato a momenti di introspezione, in cui la sua emotività traspare con naturalezza. Il risultato è un protagonista credibile e carismatico, capace di coinvolgere lo spettatore su più livelli.

Wright, in questa versione, dà ampio spazio all’umanità di Richards. Il personaggio diventa più empatico, più vicino alla sensibilità odierna: non è solo un eroe muscolare che affronta i pericoli, ma un uomo che lotta per motivi profondi e universali: la sua famiglia. Questo approccio rende il film più “gradevole”, pur conservando l’adrenalina e il ritmo che ci si aspetta da un action moderno.

Libertà narrativa e omaggi al passato

Uno degli aspetti più interessanti di The Running Man è la capacità di Wright di prendere libertà rispetto al materiale originale senza tradirlo. I personaggi vengono approfonditi, le loro emozioni enfatizzate e le motivazioni rese più credibili, così da stabilire un legame più forte con il pubblico contemporaneo. L’eroe non è più soltanto un simbolo di forza, ma anche un individuo con cui il pubblico può identificarsi.

Non mancano, però, gli omaggi al passato. La versione di Arnold Schwarzenegger rimane un punto di riferimento chiaro: la cornice distopica, la dinamica dello show televisivo mortale, l’eroe muscoloso che affronta sfide impossibili. Wright riesce a inserirli senza cadere nella nostalgia sterile, reinterpretandoli in chiave moderna e intelligente. La mitologia action anni Ottanta viene così celebrata, ma aggiornata con ironia, emotività e una maggiore profondità dei personaggi.

Questa scelta permette di creare un film che è al contempo rispettoso del passato e audace nella contemporaneità. La fusione di action, ironia e riflessione sui personaggi rende The Running Man un’opera più stratificata rispetto a un semplice remake. Ogni scena di azione ha un peso narrativo, e ogni momento ironico o leggero contribuisce a costruire la personalità dei protagonisti.

The Running Man mette l’azione al servizio della storia

Wright sfrutta la fisicità di Powell come vero e proprio strumento narrativo. Le scene di inseguimento, combattimento e fuga non sono mai fini a se stesse: servono a raccontare la determinazione e la resilienza del protagonista, a mostrare la sua capacità di adattarsi alle difficoltà e, al tempo stesso, a divertire lo spettatore. L’azione diventa così un mezzo per esprimere l’emotività dei personaggi e la tensione della trama. Powell diventa così l’eroe contemporaneo che unisce corpo, carisma e ironia, rendendo The Running Man una celebrazione dell’action in chiave moderna.

Il ritmo del film è sostenuto, con momenti di leggerezza che bilanciano la spettacolarità della violenza e delle acrobazie fisiche. Questo equilibrio tra azione e ironia è uno dei punti di forza della regia di Wright: ogni scena, anche la più spettacolare, contribuisce a delineare il carattere dei protagonisti e il contesto distopico in cui si muovono.

Un action moderno e consapevole

The Running Man sa combinare spettacolarità, ironia e introspezione dei personaggi. L’accoppiata Glen Powell / Edgar Wright promette di non far prigionieri e forse potrebbe replicarsi in futuro per altre avventure.

Il film celebra il passato degli action anni Ottanta e rende omaggio alla versione Schwarzenegger, reinterpretandolo con modernità e leggerezza. Ogni scena di azione, ogni sequenza comica e ogni momento emotivo contribuiscono a costruire un’esperienza cinematografica coerente e coinvolgente. The Running Man non è solo un omaggio a un’icona del genere, ma un’opera autonoma, capace di intrattenere, emozionare, che ripercorre tutti gli step del film di rivolta, in cui l’eroe, partito per la sua missione per difendere la propria famiglia diventa poi simbolo di rivolta e si mette a capo della Rivoluzione. Una visione che per quanto già vista non mancherà di infuocare gli animi in un momento storico in cui la società sembra disperatamente bisognosa di una guida.

Questo reboot offre uno spettacolo visivamente spettacolare e narrativamente appassionante. Glen Powell si afferma come un protagonista moderno, pronto a raccogliere l’eredità degli eroi action del passato, ma con una sensibilità contemporanea che lo rende credibile e umano. Per chi cerca un action movie che sappia unire ritmo, fisicità e ironia, The Running Man è una visione imperdibile.

Super Mario Galaxy – Il Film: il trailer!

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Super Mario Galaxy – Il Film è una pellicola d’animazione basata sul mondo di Super Mario Bros., ed è il sequel di Super Mario Bros. Il Film che nel 2023 ha incassato più di 1,3 miliardi di dollari in tutto il mondo. Sia il film del 2023 che Super Mario Galaxy – Il Film sono prodotti da Chris Meledandri di Illumination e Shigeru Miyamoto di Nintendo.

Il film sarà co-finanziato da Universal Pictures e Nintendo, e distribuito in tutto il mondo da Universal Pictures.

Aaron Horvath e Michael Jelenic tornano a dirigere Super Mario Galaxy – Il Film, dalla sceneggiatura di Matthew Fogel, con la colonna sonora composta da Brian Tyler, come nel primo film.

Il cast confermato vede il ritorno di Chris Pratt nei panni di Mario, Charlie Day come Luigi, Anya Taylor-Joy nel ruolo della Principessa Peach e Jack Black nei panni di Bowser.

  • Mario: è il protagonista del film, un idraulico italo-americano paffuto e baffuto vestito di rosso. È ottimista, positivo e determinato, ma anche impulsivo e testardo. Doppiato da Chris Pratt.
  • Luigi: è il fratello gemello minore di Mario. Simile a suo fratello, ma più magro, alto e fifone, veste di verde. Doppiato da Charlie Day.
  • Principessa Peach: è la sovrana del Regno dei Funghi. Doppiata da Anya Taylor-Joy
  • Bowser: è lo spietato re dei Koopa, tartarughe antropomorfe. Rispetto ai suoi sudditi, è gigantesco, ha il guscio pieno di aculei, le corna e la capacità di sputare fiamme. Doppiato da Jack Black.
  • Toad: è un membro dell’omonima specie di uomini-fungo. Doppiato da Keegan-Michael Key.
  • Kamek il Magikoopa: è un potente stregone Koopa, mentore e braccio destro di Bowser. Doppiato da Kevin Michael Richardson.
  • Principessa Rosalinda: una ragazza che vive nello spazio e si occupa degli Sfavillotti, piccole creature simili a stelle. Doppiata da Brie Larson.
  • Bowser Junior: il figlio di Bowser alla ricerca del padre. Doppiato da Benny Safdie.

Il Film arriverà nelle sale italiane il 1° aprile 2026 distribuito da Universal.

Arnold Schwarzenegger: 10 cose che non sai sull’attore

Attore, culturista e imprenditore, Arnold Schwarzenegger si è negli anni imposto come una vera e propria icona culturale, capace di dar vita a primati che lo hanno reso un apripista per generazioni successive di interpreti e sportivi. Grazie ai suoi ruoli, ha poi dato nuovo prestigio al genere action, e con il suo carisma si è sempre dimostrato capace di affrontare generi e situazioni diverse tra loro. Ad oggi, è ancora uno dei massimi e ineguagliati interpreti del suo genere.

Ecco 10 cose che non sai su Arnold Schwarzenegger.

Arnold Schwarzenegger: i suoi film

  1. Ha recitato in celebri lungometraggi. Dopo alcuni iniziali ruoli cinematografici, Schwarzenegger diventa celebre grazie a Conan il barbaro (1982), Conan il distruttore (1984) e Terminator (1984). Diventa una star internazionale, ottenendo parti da protagonista in Commando (1985), Predator (1987), I gemelli (1988, con Danny DeVito), Atto di forza (1990), Un poliziotto alle elementari (1990), Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991), Last Action Hero (1993), True Lies (1994) e Batman & Robin (1997). Dopo Terminator 3 – Macchine ribelli (2003) si prende una pausa per la carriera politica, tornando in cinema con I mercenari 2 (2012), Escape Plan (2013), Contagious (2015), Aftermath (2017) e Terminator – Destino oscuro (2019). Recentemente ha recitato in FUBAR (2023-2025, serie Netflix), The Man with the Bag (2025) e in un cameo in Predator: Killer of Killers (2025).
  2. È stato anche regista. Agli inizi degli anni ’90, Schwarzenegger ha diretto l’episodio The Switch della serie I racconti della cripta (1990), esperienza che descrisse come «pazzesca» e “in estasi”. Nel 1992 ha replicato dirigendo il TV-movie Eroe per famiglie.
  3. Si è affermato come produttore. Grazie al suo fiuto imprenditoriale, ha prodotto diversi film e documentari, tra cui titoli da lui interpretati come Last Action Hero, Contagious, Aftermath, The Iron Mask, e progetti come Il 6° giorno (2000), Le meraviglie del mare (2017), The Game Changers (2018) e le serie Superhero Kindergarten e Outrider.

Arnold Schwarzenegger filmArnold Schwarzenegger: vita privata

  1. Ha sposato una giornalista. Nel 1986 Arnold ha sposato Maria Shriver, nipote del presidente Kennedy, dopo aver intrapreso una relazione nel 1977. In seguito al matrimonio, hanno avuto quattro figli: nel 1989, 1991, 1993 e 1997.
  2. Hanno divorziato dopo 25 anni. Nel maggio 2011 la coppia annuncia la separazione, dopo la rivelazione di un figlio avuto da Schwarzenegger nel 1997 da un’altra donna. Nonostante la separazione, i rapporti sono rimasti buoni, continuando a crescere i figli insieme.

Arnold Schwarzenegger: patrimonio e social

  1. Possiede un ricco patrimonio. La carriera da attore, unita a quella imprenditoriale e politica, ha permesso a Schwarzenegger di accumulare un patrimonio stimato intorno ai 400 milioni di dollari.
  2. Ha un account personale su Instagram. Schwarzenegger conta oltre 20 milioni di follower. Condivide opinioni politiche, momenti della vita quotidiana e contenuti legati ai suoi progetti cinematografici.

Terminator 2 - Il giorno del giudizio Edward Furlong Arnold SchwarzeneggerArnold Schwarzenegger: curiosità sul set

  1. Non credeva che Terminator avrebbe avuto successo. Quando gli fu presentato il progetto del 1984, pensava sarebbe stata solo una piccola distrazione rispetto a ruoli più importanti. Il successo commerciale lo costrinse a ricredersi e a riprendere il ruolo per i sequel.
  2. Ha dovuto esercitarsi a lungo con le armi. Sul set di Terminator, Schwarzenegger si allenò per usare diversi tipi di armi da fuoco, sviluppando l’automaticità quasi “robotica” richiesta dal personaggio, anche con entrambe le mani.

Arnold Schwarzenegger: età, altezza e situazione attuale

  1. È nato a Thal, in Austria, il 30 luglio 1947. Schwarzenegger è alto 188 cm. Dopo aver ricoperto ruoli politici fino al 2011, oggi è impegnato in nuove produzioni cinematografiche e televisive, come FUBAR, The Man with the Bag e il ritorno nel franchise Predator.

MonteCarlo Film Festival de la Comédie: 12-15 novembre 2025, il programma

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La 22a edizione del MonteCarlo Film Festival de la Comédie, unico festival internazionale interamente dedicato alla commedia, ideato e presieduto da Ezio Greggio, che si svolge dal 12 al 15 novembre 2025 nel Principato di Monaco è lieto di presentare i sette film in concorso di quest’anno, una selezione internazionale che celebra le diverse forme del racconto cinematografico. Anche quest’anno la Kermesse avrà luogo nella prestigiosa sede del Grimaldi Forum di Montecarlo, dove nelle varie sale si alterneranno proiezioni e incontri con i più amati protagonisti del cinema internazionale: argentino, cubano, algerino, tedesco, danese, italiano, spagnolo e francese che culminerà con la consueta serata di “Gala degli Awards” di sabato 15 novembre al Grimaldi Forum.

Il festival apre con Homo Argentum, una commedia nera firmata dal duo Cohn & Duprat (a Monte-Carlo con Official Competition nel 2022), composta da 16 racconti, tutti interpretati dal camaleontico Guillermo Francella, che analizza con ironia impietosa e chirurgica i vizi e le virtù di una società in perenne contraddizione. Nei 7 film in concorso, si affrontano molti temi della società attuale, sempre riletti in chiave ironica o grottesca. Tra questi il racconto di due dittature del passato e i dissidenti che le contrastano cercando di rovesciare i rispettivi regimi e le sorti dei due paesi: uno è la Spagna franchista del 1939 raccontata in La cena, film diretto da Manuel Gómez Pereira che accompagna il Film al Festival; l’altro è Cuba sotto la dittatura castrista raccontata in Comandante Fritz, commedia romantica ambientata nel 1972. Il regista, Pavel Giroud arriverà a Monte-Carlo per presentare il film. E poi il cibo, usato in questi film quasi come un simbolo di emancipazione: Partir un jour, commedia romantica con elementi di musical e La petite cuisine de Mehdi. Storie di vita e di relazioni che si svolgono attorno alla cucina, protagonista anche in La cena e Comandante Fritz. Con il suo stile unico, tra grottesco e esilarante, Anders Thomas Jensen firma Den Sidste Viking (The Last Viking), una commedia nera che racconta di due fratelli in cerca di un bottino nascosto dopo una rapina. Solo uno conosce le coordinate, ma non riesce (o non vuole?) ricordarle. Intraprendono così un’avventura nei luoghi della loro infanzia, nella speranza di ritrovare il tesoro e risalire all’origine dei traumi del passato.

La famiglia (e l’equilibrio emotivo che a volte si fatica ad incontrare in essa) è al centro dell’ultimo film di Gianni Di Gregorio, Come ti muovi sbagli, presentato quest’anno alle Giornate degli Autori a Venezia. Con garbo e ironia racconta la storia di un settantenne la cui tranquilla quotidianità è completamente stravolta dall’improvviso arrivo della figlia e dei nipoti. Iaia Forte, nel ruolo della donna con cui il protagonista ha un flirt quasi adolescenziale, sarà presente al Festival di Monte-Carlo per accompagnare il Film.

I 7 film in CONCORSO:

  • LA CENA (106’, Spagna) – Prima internazionale – Diretto da Manuel Gómez Pereira. Con Alberto San Juan, Mario Casas, Asier Etxeandia.

Spagna, 1939. A soli quindici giorni dalla fine della Guerra Civile Spagnola, il generale Franco ordina una cena celebrativa nel lussuoso Hotel Palace di Madrid. Un giovane tenente (Mario Casas), un meticoloso capo cameriere (Alberto San Juan) e un gruppo di prigionieri repubblicani—uomini della fazione opposta al regime di Franco ma dotati in cucina—sono costretti a preparare un banchetto in tempi record. Tutto sembra procedere senza intoppi, ma i cuochi stanno pianificando non solo la festa, ma anche la loro fuga.

  • COMANDANTE FRITZ (106’, Germania/Cuba) – Prima internazionale – Diretto da Pavel Giroud. Con Yany Prado, Dennis Mojen, Alexis Valdés

Il giovane ufficiale della Stasi della Germania Est, Fritz (Dennis Mojen), viene inviato a L’Avana nel 1972 per sovrintendere alla consegna ufficiale dell’ Isla Ernesto Thälmann, un’isola donata da Fidel Castro alla Repubblica Democratica Tedesca come segno di amicizia socialista durante la Guerra Fredda. La missione di Fritz è di sventare un presunto attentato della CIA contro Fidel Castro durante la cerimonia di passaggio. A L’Avana, Fritz incontra Lola (Yany Prado), una giovane donna cubana il cui passato e le cui scelte minacciano la riuscita della missione e cambieranno drasticamente il corso della sua vita. Il film è una commedia politica che mescola satira e romanticismo, offrendo una visione particolare del periodo storico e dei complessi rapporti tra Cuba e la Germania Est.

  • PARTIR UN JOUR (98’, Francia) – Prima monegasca – Diretto da Amélie Bonnin. Con Juliette Armanet, Bastien Bouillon, François Rollin.

Cécile (Juliette Armanet) si è fatta conoscere come chef partecipando al programma televisivo Top Chef e sta preparando, insieme al suo compagno e assistente in cucina, l’apertura di un ristorante gourmet. Ma dopo l’infarto del padre (François Rollin) è costretta a lasciare Parigi e a tornare temporaneamente nel villaggio della sua infanzia e al ristorante di strada gestito dai suoi genitori. Durante il suo soggiorno nel paese natale incontra Raphaël (Bastien Bouillon), il suo amore d’infanzia, che metterà in crisi le sue certezze.

  • THE LAST VIKING (116’, Danimarca) – Prima francese – Diretto da Anders Thomas Jensen. Con Mads Mikkelsen

The Last Viking è una commedia originale, intrigante e maliziosa sull’identità. Anker è stato liberato dal carcere dopo una condanna di quindici anni per rapina. I soldi del colpo sono stati sepolti da Manfred (Mads Mikkelsen), il fratello di Anker. Solo lui sa dove si trovano. Sfortunatamente, Manfred ha sviluppato un disturbo mentale che gli fa dimenticare tutto. Insieme, i fratelli intraprendono un viaggio inaspettato per ritrovare i soldi e scoprire chi sono veramente.

  • LA PETITE CUISINE DE MEHDI (104’, Francia/Algeria) – Prima francese – Diretto da Amine Adjina. Con Younès Boucif, Clara Bretheau, Hiam Abbass.

Mehdi (Younès Boucif) è sull’orlo del precipizio. Cerca di mantenere la facciata del perfetto figlio algerino davanti alla madre, Fatima (Hiam Abbass), ma nasconde a tutti la sua relazione con Léa e la sua passione per la gastronomia francese. Lavora come chef in un bistrot che sta per rilevare con la sua compagna, ma Léa (Clara Bretheau) è stufa dei suoi segreti e pretende di incontrare la suocera, tradizionalista e testarda, che Mehdi aveva fatto credere fosse ancora in Algeria. Messo alle strette, Mehdi dovrà prendere una decisione drastica e probabilmente la peggiore possibile. Il film racconta ironicamente e con emozione il conflitto tra identità, appartenenza e desiderio di libertà, utilizzando la cucina come metafora culturale e campo di battaglia tra tradizione algerina e modernità francese.

  • HOMO ARGENTUM (98’, Argentina) – Prima francese – Diretto da Mariano Cohn e Gastón Duprat. Con Guillermo Francella, Aurora Quattrocchi.

Homo Argentum presenta una raccolta di 16 storie satiriche, interpretate da Guillermo Francella. Ognuno dei suoi personaggi mette in luce una sorta di tensione: l’opportunismo elegante, la doppia morale della classe media, l’idolatria calcistica, l’aspirazione consumistica, il senso dell’umorismo di fronte al caos, la correttezza politica esagerata, la cultura della marijuana, la mafia dell’amicizia o l’arte di fare il finto tonto. Non c’è redenzione né morale: c’è umorismo e disagio, ma anche tenerezza e un’ironia tanto tagliente quanto inevitabile. Francella si trasforma in ogni scena come un camaleonte sociale argentino: incarna ciò che vediamo ogni giorno e preferiamo non guardare due volte. Con ogni cambio di pelle, appare un personaggio riconoscibile, ambiguo, affettuoso o meschino, ma sempre possibile.

  • COME TI MUOVI, SBAGLI (97’, Italia) – Prima internazionale – Diretto da Gianni Di Gregorio. Con Gianni Di Gregorio, Iaia Forte, Greta Scarano

Riuscire a evitare tutti i fastidi della vita quotidiana, mettersi in salvo da ogni rottura di scatole è sufficiente per essere felici? Il professore (Gianni Di Gregorio) a settant’anni suonati ha trovato finalmente la serenità, ha una bella casa, una discreta pensione, degli amici con cui scherzare, una signora con cui passare qualche giornata (Iaia Forte che sarà ospite del Festival). Si dedica solo a cose piacevoli. Fino a quando la sua vita viene messa sottosopra dall’arrivo della figlia (Greta Scarano), in crisi coniugale, e dei due ingombrantissimi nipotini. Nuove preoccupazioni, nuove angosce, ma anche nuovi affetti. Comincia così un’avventura nelle vite sentimentali degli altri, e nella sua, che gli farà capire che l’amore vale sempre la pena di essere vissuto, anche se porta tribolazioni, sacrifici e patimenti. Un film che riflette sull’amore e sull’’inesorabile istinto degli esseri umani a mischiare il proprio destino con quello degli altri, con tutto quello che ne può derivare: fatiche, ma anche gioie, e l’impressione di aver vissuto veramente.

Oltre ai film in concorso sopra citati, di seguito i titoli selezionati per lo Short Comedy Award di quest’anno, l’iniziativa dedicata ai cortometraggi di genere comico, aperta a registi, attori e produttori pronti a raccontare storie originali e spumeggianti capaci di far riflettere il pubblico attraverso il sorriso sono:

  • TÊTES D’ENTERREMENT (15’29’, Belgio) Diretto da Nicolas Galoux

È la storia di un uomo che non riesce a piangere al funerale della madre. È la goccia che fa traboccare il vaso per questo padre single, la cui modestia e il modo in cui gli altri lo guardano sono opprimenti. Potrebbe trattarsi di un rifiuto delle convenzioni? Una commedia agrodolce sul lasciar andare.

  • AQUELE ABRAÇO ( 18’06’, Portogallo’) Diretto da Michael Joaquim Matias

In una notte tranquilla nella campagna dell’Alentejo, João si prepara a porre fine alla sua vita, ma il suo gesto viene interrotto da Ricardo, uno sconosciuto con la stessa intenzione. Costretti a condividere lo stesso albero, i due uomini iniziano una conversazione assurda ed esistenziale che oscilla tra il tragico e il ridicolo. Una commedia dark sulla solitudine, il senso della vita e ciò che succede quando tutti parlano, ma nessuno ascolta.

  • SATURN IN VENUS ( 5’, Georgia) Diretto da Alla Eliseeva

Una giovane donna si rilassa sulle rive di un lago studiando i misteri dell’astrologia. All’improvviso, nell’acqua appare un uomo bellissimo. Sarà forse l’uomo che le è stato promesso dalle stelle? Saturno sta per entrare in Venere?

  • ANDROMEDA (15’, Russia) Diretto da Anna Melykian

Una giovane donna sale sul tetto di un grattacielo per togliersi la vita, ma viene interrotta da un operaio dei servizi pubblici con un linguaggio volgare, che si lamenta di dover coprire i graffiti di un bambino. Nessuna compassione, solo sarcasmo e provocazione. Eppure, in questa assurdità, comincia a emergere una strana voglia di vivere.

La manifestazione, in collaborazione con EFG Bank ( Monaco), si svolge da sempre sotto l’Alto Patronage di S.A.S. Principe Albert II de Monaco e dell’Ambasciata d’Italia. Come negli anni passati, Radio Monte Carlo è la Radio ufficiale del Festival.

La camera di consiglio: il trailer ufficiale del film con Sergio Rubini

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Dopo essere stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma (qui la nostra recensione), uscirà al cinema il 20 novembre distribuito da Notorious Pictures, La camera di consiglio, il nuovo film di Fiorella Infascelli con protagonisti Sergio Rubini e Massimo Popolizio accanto a un cast corale.

Prodotto da Armosia e Master Five Cinematografica con Rai Cinema, il film racconta la camera di consiglio più lunga della storia giudiziaria italiana: 36 giorni in cui 8 giurati, blindati in un appartamento-bunker nel carcere dell’Ucciardone, dovettero decidere condanne e assoluzioni per 470 imputati del Maxiprocesso di Palermo.

Il Maxiprocesso, celebrato alla fine degli anni ’80, rappresenta una delle pagine più decisive della storia della Repubblica: per la prima volta lo Stato riuscì a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, riconoscendo l’esistenza dell’organizzazione mafiosa come struttura unitaria. Un momento di svolta giudiziaria e civile che ha cambiato per sempre la storia del Paese.

Un racconto corale con al centro il Presidente della giuria (Sergio Rubini) e il Giudice a latere (Massimo Popolizio), affiancati da Betti Pedrazzi, Roberta Rigano, Anna Della Rosa, Stefania Blandeburgo, Rosario Lisma e con Claudio Bigagli.

La sceneggiatura, firmata da Fiorella Infascelli e Mimmo Rafele con la collaborazione di Francesco La Licata, è stata sviluppata con la consulenza di Pietro Grasso, giudice a latere del Maxiprocesso.

Girato interamente in interni, La camera di consiglio adotta un’impostazione scenica teatrale, che restituisce la tensione e l’isolamento di quei giorni. L’opera si distingue inoltre per l’utilizzo dei materiali di repertorio, capaci di collocare le vicende dei giurati dentro un quadro storico e civile più ampio.

Non semplicemente un film “sulla mafia”, ma un’opera che riflette sul concetto di legge e giustizia, sull’esperienza umana e civile di chi fu chiamato a decidere il destino di centinaia di imputati, in una delle prove più alte e drammatiche della democrazia italiana.

Attitudine: nessuna, il trailer del docufilm dedicato a Aldo, Giovanni e Giacomo

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Da oggi disponibile il trailer di Aldo, Giovanni e Giacomo Attitudini: Nessuna, un film documentario di Sophie Chiarello su e con Aldo, Giovanni e Giacomo.

Aldo, Giovanni e Giacomo Attitudini: Nessuna è una produzione Agidi Due in associazione con Medusa Film, Indigo Film e Driadi e uscirà nelle sale il 4 dicembre distribuito da Medusa Film.

Sophie Chiarello accompagna Aldo, Giovanni e Giacomo in un ritorno alle origini che diventa un racconto di amicizia, talento e del destino che li ha resi una leggenda della comicità italiana.

Foto Credits ©Laila Pozzo

Sicilia Express: trailer e immagini ufficiali della serie Netflix di e con Ficarra e Picone

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Sono finalmente disponibili il trailer, il poster e le nuove immagini di Sicilia Express, la nuova miniserie scritta, diretta e interpretata da Ficarra & Picone. Il celebre duo siciliano è pronto a tornare con una comedy natalizia in cinque episodi in arrivo dal 5 dicembre, solo su Netflix.

La trama di Sicilia Express

Sicilia Express è una serie comedy che racconta la storia di Salvo e Valentino, due infermieri siciliani che dividono la loro vita tra il lavoro a Milano e le loro famiglie in Sicilia. Pochi giorni prima di Natale, si imbattono in un portale magico: una scoperta inaspettata destinata a sconvolgere le loro vite… ma non necessariamente in meglio.

Nel cast, oltre a Salvo Ficarra e Valentino Picone, anche Katia Follesa, Barbara Tabita, e con Max Tortora, Sergio Vastano, Enrico Bertolino, Adelaide Massari, Angelo Tosto e con la partecipazione di Giorgio Tirabassi.

Prodotta da Tramp Limited, la serie è scritta – oltre che da Ficarra & Picone – da Fabrizio Cestaro, Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini.

Adele al debutto cinematografico: farà parte del cast del nuovo film di Tom Ford

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Il grande schermo dà il benvenuto a Adele. L’artista vincitrice di un Grammy debutterà come attrice nel nuovo film di Tom Ford Cry to Heaven. Il magnate della moda e regista dirigerà, produrrà e scriverà l’adattamento del romanzo di Anne Rice del 1982. Ambientata nell’Italia del XVIII secolo, la storia segue due uomini, un nobile veneziano e un cantante lirico castrato, le cui vite si intrecciano inaspettatamente.

Adele reciterà nel film insieme a Nicholas Hoult, Aaron Taylor Johnson, Ciarán Hinds, George MacKay, Mark Strong, Colin Firth, Paul Bettany, Owen Cooper, Daniel Quinn-Toye, Hunter Schaffer, Josephine Thiesen, Thandiwe Newton, Theodore Pellerin, Daryl McCormack, Cassian Bilton, Hauk Hannenmann e Lux Pascal.

Cry to Heaven è attualmente in pre-produzione a Londra e Roma, e le riprese principali dovrebbero iniziare a gennaio. L’uscita del film è prevista per l’autunno del 2026.

Ford, che ha lanciato il suo omonimo marchio di moda dopo essere stato direttore creativo di Gucci e Yves Saint Laurent, ha debuttato alla regia con A Single Man del 2009, candidato all’Oscar, con Colin Firth. Il suo secondo film è stato Animali Notturni del 2016, che ha vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia e ha ottenuto una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista per Michael Shannon.

Sergio Rubini: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più apprezzati interpreti del cinema italiano, Sergio Rubini si è nel tempo costruito una carriera di tutto rispetto, collaborando con importanti autori e partecipando a film di grande successo di pubblico e critica. Rubini ha poi compiuto anche il passaggio dietro la macchina da presa, dimostrando le sue capacità tanto come attore quanto come regista.

Ecco 10 cose che (forse) non sai su Sergio Rubini.

Sergio Rubini – carriera

1. Ha una lunga filmografia.

Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1985, quando partecipa a Figlio mio, infinitamente caro…. Successivamente l’attore inizia a farsi notare in film come Il caso Moro (1986), Intervista (1987) e Treno di panna (1988).

La sua esperienza nel cinema subisce una svolta a partire dagli anni Novanta, con film come La stazione (1990), Al lupo al lupo (1992), Una pura formalità (1994), Prestazione straordinaria (1994), Nirvana (1997), Il viaggio della sposa (1997), Del perduto amore (1998) e Il talento di Mr. Ripley (1999).

Tra gli altri più celebri titoli a cui l’attore ha preso parte si annoverano Tutto l’amore che c’è (2000), La passione di Cristo (2004), Manuale d’amore (2005), Colpo d’occhio (2008), Qualunquemente (2011), L’ultima ruota del carro (2013), La stoffa dei sogni (2015), Dobbiamo parlare (2015) e Non è un paese per giovani (2017). Negli anni successivi Rubini ha continuato a distinguersi sia come attore che come regista, prendendo parte a progetti di grande rilievo come Moschettieri del re – La penultima missione (2018) e Il grande spirito (2019), da lui anche diretto. Ha poi firmato la regia del biopic I fratelli De Filippo (2021) e ha recitato in opere di successo come Il principe di Roma (2022), La Divina Cometa (2022), Felicità (2023) e Nina dei lupi (2023). Tra i lavori più recenti figurano infine 40 secondi (2025) e La Camera di Consiglio (2025), confermando la sua versatilità e la costante presenza nel panorama cinematografico italiano contemporaneo.

sergio-rubini-il-grande-spirito2. Ha recitato anche in televisione.

Nel corso degli anni l’attore si è fatto notare anche per le sue partecipazioni televisive. In particolare si annoverano Un altro varietà (1986), Cinema che follia! (1988), Il conte di Montecristo (1998) e La contessa di Castiglione (2006) e La strada di casa (2017-19).

3. Si è distinto come regista.

Sin dai primi anni della sua carriera l’attore si fa notare anche per le sue ambizioni da regista, e realizza film di successo come La stazione, Il viaggio della sposa, La terra e L’uomo nero. Rubini è inoltre solito ricoprire anche il ruolo del protagonista nei suoi film.

Sergio Rubini – vita privata

4. Le origini e l’inizio.

Sergio Rubini è nato a Grumo Appula, in provincia di Bari, il 21 dicembre 1959. Discendente da una famiglia umile (il padre era capostazione) ha iniziato giovanissimo a coltivare la passione per il teatro, trasferendosi a Roma nel 1978 per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.

5. Il rapporto con i social.

Rubini ha sempre mostrato una certa riservatezza rispetto alla vita privata e non è noto per un’attiva presenza sui social network, preferendo che il suo lavoro parli per lui.

6. Collaborazioni e affetti.

Negli anni ha legato la sua carriera anche a rapporti professionali e personali: è stato sposato con l’attrice Margherita Buy nel 1991 (sebbene la separazione fosse già intervenuta prima della formalizzazione) e ha in seguito collaborato con la sceneggiatrice e compagna / socio artistico Carla Cavalluzzi.

Sergio Rubini – curiosità sui film

7. L’incontro con i grandi registi.

Uno degli snodi fondamentali della carriera di Rubini è l’aver lavorato con registi come Federico Fellini (nel film Intervista), Giuseppe Tornatore (in Una pura formalità) e Gabriele Salvatores (in Nirvana, Denti).

8. L’importante doppio ruolo: attore + regista.

In molti suoi film Rubini assume contemporaneamente le vesti di attore, sceneggiatore e regista: un esempio emblematico è La stazione, film d’esordio alla regia che lo vede anche protagonista.

9. I premi e riconoscimenti.

Il suo esordio alla regia con La stazione gli vale numerosi riconoscimenti: David di Donatello come miglior regista esordiente, Nastro d’argento, Glob o d’oro, fra gli altri.

10. Età e caratteristiche fisiche.

Sergio Rubini è nato il 21 dicembre 1959, e la sua altezza è indicata come circa 178 centimetri.

Jumanji 4: Dwayne Johnson conferma l’inizio della produzione

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Sony ha ufficialmente inserito il prossimo capitolo della saga Jumanji  – ad ora noto solo come Jumanji 4 – nel calendario delle uscite cinematografiche del 2026, segnando l’inizio della produzione del film. A confermarlo è stato Dwayne Johnson, che ha condiviso aggiornamenti direttamente sui propri canali social.

Johnson ha pubblicato foto e video (li si può vedere qui) dal table read tenutosi a Los Angeles, dove il cast ha iniziato a leggere la sceneggiatura del nuovo film. Nel post condiviso su Instagram l’attore ha scritto: “Abbiamo dato ufficialmente il via alla produzione di JUMANJI durante la lettura del copione con il cast a Los Angeles, dove gireremo anche il film. Che avventura grandiosa, divertente e sentita! È emotivamente appropriato che la nostra amata serie JUMANJI si concluda con questa bellissima nota di grazia del nostro film finale”.

Johnson ha così confermato che il prossimo film sarà anche l’ultimo, concludendo così la nuova trilogia di questo franchise. Al table read erano presenti anche Kevin Hart, Jack Black e Karen Gillan, protagonisti delle precedenti due pellicole. Johnson ha sottolineato l’atmosfera di ritrovata complicità sul set: “È stato fantastico ritrovare tutto il gruppo; abbiamo riso così tanto che ci faceva male la mascella”.

Nel post, Johnson ha anche spiegato il significato della foto della collana con il dado con il numero tre. L’attore ha detto che è una “piccola sorpresa” che il suo personaggio, il dottor Smolder Bravestone, indossa nel film in uscita. A quanto pare si tratta del dado del film originale del 1995, un modo per rendere “omaggio, amore e rispetto al grande Robin Williams”.

La saga moderna di Jumanji, iniziata nel 2017 con Jumanji – Benvenuti nella giungla e proseguita nel 2019 con Jumanji: The Next Level, è uscito nel 2019, rendendo questo sequel molto atteso. Il suo finale ha visto il mondo di Jumanji scontrarsi ancora una volta con il mondo reale, il che ha portato a teorie su ciò che dovrebbe accadere dopo. Tenendo presente questo, ha sicuramente senso che la serie possa tornare all’inizio prima di arrivare alla fine, ma questo post è una sorta di bomba lanciata a caso da Dwayne Johnson su ciò che sta succedendo con la serie Jumanji.

La regia del film sarà affidata nuovamente a Jake Kasdan, e la produzione segna il ritorno del cast principale insieme per l’ultima volta. Con l’avvio ufficiale delle riprese, il pubblico potrà ritornare nel mondo di Jumanji durante la stagione natalizia del 2026, una settimana prima dell’uscita di Avengers: Doomsday e Dune: Part Tre.

Il film, ancora senza titolo ufficiale, è previsto nelle sale il 11 dicembre 2026

Alice nel Paese delle Meraviglie: nuovo film in fase di sviluppo senza la Disney

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Dopo l’enorme successo di Wicked, la Universal punta su un altro classico, questa volta con Sabrina Carpenter nel ruolo della protagonista. La carriera musicale della cantante è esplosa negli ultimi anni con successi come “Espresso”, ma ha iniziato come attrice, con il ruolo che l’ha resa famosa in Girl Meets World, il sequel della serie Boy Meets World.

La Universal sta ora sviluppando un film musicale con Carpenter ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie. La cantante e attrice avrà anche un ruolo dietro le quinte come produttrice. La regista di Hustlers, Lorene Scafaria, ha firmato come regista e sceneggiatrice.

La Universal non è l’unico legame con Wicked che il prossimo Alice nel Paese delle Meraviglie ha. Marc Platt, che ha prodotto Wicked a Broadway e gli adattamenti cinematografici, Wicked e Wicked: For Good, sarà uno dei produttori del prossimo film di Carpenter insieme a Leslie Morgenstein ed Elysa Koplovitz Dutton. Altri dirigenti coinvolti nel progetto sono Ryan Jones e Jacqueline Garell della Universal e Katie McNicol della Mark Platt Productions.

Anche se il ruolo di Carpenter nel film Alice in Wonderland non è stato ancora rivelato, la possibilità più probabile è che interpreti il personaggio principale di Alice. L’anno scorso ha tenuto una serie di incontri con la Universal per presentare le sue idee per il film, che è considerato un progetto appassionante.

L’iconica storia di Alice e del suo viaggio nella tana del bianconiglio e in un surreale mondo fantastico è iniziata con la pubblicazione del romanzo di Lewis Carroll del 1865 Alice’s Adventures in Wonderland, che è stato adattato in un film d’animazione dalla Disney nel 1951. Il sequel del romanzo di Carroll, Attraverso lo specchio e ciò che Alice vi trovò, fu pubblicato nel 1871.

Quasi 60 anni dopo il successo del film d’animazione, la Disney è tornata nella tana del bianconiglio per creare un remake live-action di Alice nel Paese delle Meraviglie con l’aiuto dell’iconico regista Tim Burton. Mia Wasikowska ha interpretato Alice e Johnny Depp il Cappellaio Matto. Il sequel, Alice attraverso lo specchio, è uscito sei anni dopo.

Anche se gli adattamenti più noti di Alice nel Paese delle Meraviglie sono stati realizzati dalla Disney, la storia è di dominio pubblico, quindi qualsiasi studio può creare la propria versione, come sta facendo la Universal dopo che Wicked ha incassato 756,4 milioni di dollari al botteghino con un budget di 150 milioni di dollari.

Il film ha ottenuto l’88% su Rotten Tomatoes e ha vinto l’Oscar per i migliori costumi e la migliore scenografia, oltre al Golden Globe per il miglior film e il miglior incasso.

L’attesissimo sequel, Wicked: For Good, uscirà nelle sale il 21 novembre per concludere la storia di Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande) che Gregory Maguire ha creato per il romanzo Wicked, trasformato poi in un musical di Broadway.

Il libro è basato sul mondo di Oz che L. Frank Baum ha introdotto nel suo romanzo Il meraviglioso mago di Oz. Ciò è stato possibile perché, come Alice nel Paese delle Meraviglie, anche Il mago di Oz è di dominio pubblico.

Non si sa molto della versione di Alice nel Paese delle Meraviglie di Sabrina Carpenter, ma dopo il successo ottenuto dalla Universal con Wicked, lo studio vuole replicare quel successo con un nuovissimo film musicale che spera raggiunga livelli simili.

Zootropolis 2: annunciato il cast vocale italiano!

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Disney Italia presenta il nuovo trailer e annuncia le nuove voci di Zootropolis 2: oltre a Michela Giraud entrano a far parte del cast vocale Max Angioni e Matteo Martari.

Max Angioni presta la sua voce al serpente Gary De’Snake, un dolce e adorabile – e super velenoso – serpente con una missione: riabilitare il buon nome della sua famiglia risolvendo un mistero che affligge Zootropolis da decenni.

Michela Giraud presta la voce a Nibbles Maplestick, una rustica e stravagante castorina che conduce un podcast, “Squame e Trame del Mistero”, in cui esplora cospirazioni, misteri sui rettili e voci sulle creature delle zone paludose del suo quartiere, Mercato Pantano.

Matteo Martari presta la voce al Sindaco Brian Winddancer, un attore entrato in politica, uno stallone carismatico ma sprovveduto che sogna di essere eroico come i personaggi che un tempo interpretava in televisione.

Nel film Alessandro Del Piero e Claudio Marchisio prestano le loro voci agli ZebrosMax Mariola con il suo cameo, sarà la voce di Capo Chef.

La psicoterapeuta Stefania Andreoli invece presterà la sua voce alla Dottoressa Fuzzby, un’adorabile quokka (un piccolo marsupiale australiano), una terapeuta animale che aiuta Judy e Nick a risolvere alcuni problemi relativi alla loro nuova collaborazione.

In Zootropolis 2, in arrivo nelle sale italiane il 26 novembre, vedremo anche il ritorno di Ilaria Latini e Alessandro Quarta che saranno le voci dei protagonisti Judy e Nick.

Ilaria Latini presta la sua voce a Judy Hopps che ha realizzato il suo sogno di diventare la prima coniglietta poliziotta di Zootropolis ed è determinata a dimostrare che lei e il suo partner, l’ex truffatore Nick Wilde, possono essere il miglior team della polizia.

Alessandro Quarta presta la sua voce a Nick Wilde, un ex truffatore che è recentemente diventato la prima volpe poliziotto di Zootropolis. Ma anche se lui e la sua partner Judy Hopps hanno risolto il caso più importante della città, Nick si accorge di avere ancora molto da imparare sul lavoro di squadra.

Tornano anche Leo Gullotta (voce di Mr. Big), Frank Matano (voce di Duke Donnolesi), Paolo Ruffini (voce di Yax) e Nicola Savino (voce di Flash).

Di seguito l’elenco completo del cast vocale italiano di Zootropolis 2:

    • Ilaria Latini (voce di Judy Hopps)
    • Alessandro Quarta (voce di Nick Wilde)
    • Max Angioni (voce di Gary De’Snake)
    • Michela Giraud (voce di Nibbles Maplestick)
    • Simone Crisari (voce di Pawbert Lynxley)
    • Gianni Giuliano (voce di Milton Lynxley)
    • Roberto Fidecaro (voce del Capitano Bogo)
    • Ilaria Stagni (voce dialoghi di Gazzelle)
    • Matteo Martari (voce del Sindaco Brian Winddancer)
    • Stefania Andreoli (voce della Dottoressa Fuzzby)
    • Gabriele Patriarca (voce di Clawhauser)
    • Roberta Greganti (voce di Bonnie Hopps)
    • Vittorio Guerrieri (voce di Stu Hopps)
    • Davide Perino (voce di Cattrick Lynxley)
    • Elena Perino (voce di Kitty Lynxley)
    • Leo Gullotta (voce di Mr. Big)
    • Stefania Cangemi (voce di Fru Fru)
    • Nicola Savino (voce di Flash)
    • Stefano Annunziato (voce dell’Agente Mchorn)
    • Paolo Ruffini (con la voce di Yax)
    • Alessandro Ballico (voce di Finnck)
    • Alessandro Del Piero e Claudio Marchisio (voci degli Zebros)
    • Max Mariola (voce del Capo Chef)
    • Frank Matano (voce di Duke Donnolesi)
    • Matteo Martinez (voce di Buzz Shedley)

Nel nuovo film d’animazione Zootropolis 2, i poliziotti alle prime armi Judy Hopps e Nick Wilde si trovano sulle tracce di un grande mistero quando Gary De’Snake arriva a Zootropolis e mette sottosopra la città animale. Per risolvere il caso, i due, sotto copertura, sono costretti ad avventurarsi in nuove e inaspettate aree della città, dove la loro continua collaborazione viene messa alla prova come mai prima d’ora. Il film è diretto dal team vincitore dell’Oscar® composto dal Disney Animation chief creative officer Jared Bush e Byron Howard e prodotto da Yvett Merino.

Dune – Parte Tre: concluse le riprese del film!

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Le riprese di Dune – Parte Tre di Denis Villeneuve, iniziate lo scorso luglio, si sono ufficialmente concluse dopo quattro mesi di lavorazione (come riportato da questo account su X). Si tratta del capitolo finale della trilogia avviata nel 2021. In precedenza il progetto era stato indicato come Dune: Messiah, in riferimento diretto al romanzo del 1969 di Frank Herbert da cui trae ispirazione. Tuttavia, Warner Bros. ha confermato che il titolo definitivo seguirà una numerazione progressiva. La scelta lascia intendere che il film potrebbe includere elementi tratti non solo da Messiah, ma anche dal terzo libro della saga, Children of Dune.

Nelle ultime settimane si sono aggiunti al cast Nakoa-Wolf Momoa e Ida Brooke, scelti per interpretare Leto II e Ghanima, i figli di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e Chani (Zendaya). La loro presenza conferma la possibilità di un salto temporale nella narrazione, con i due personaggi in età più avanzata rispetto al finale del romanzo Dune: Messiah e potenzialmente già all’interno della storia di Children of Dune. I dettagli sulla trama restano riservati, ma l’introduzione dei gemelli suggerisce che il film possa andare oltre gli eventi del secondo capitolo della saga letteraria, ampliando la copertura narrativa della trilogia.

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Cosa aspettarsi da Dune – Parte Tre

In precedenza, parlando con la rivista Time, Villeneuve ha confermato che Dune 3 sarà basato sul secondo romanzo della serie di Frank Herbert, “Messia di Dune“. Il regista ha diviso il primo romanzo in due metà per adattarlo in due film. Ma il terzo film coprirà Messia di Dune nella sua interezza.

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

In Dune – Parte Tre, tratto dal romanzo Messia di Dune di Frank Herbert, possiamo aspettarci una narrazione molto più intima e politica rispetto all’epica espansiva di Parte Due. Dopo aver conquistato Arrakis e assunto il ruolo di Imperatore, Paul Atreides dovrà affrontare le conseguenze del jihad scatenato in suo nome e il peso del potere assoluto. Il film esplorerà la disillusione di Paul, i suoi dubbi morali e le macchinazioni di chi vuole distruggerlo dall’interno. La storia si muoverà dunque tra intrighi religiosi, crisi identitarie e visioni profetiche, aprendo un nuovo capitolo più cupo e riflessivo nell’universo di Dune.

Leggi anche tutti gli approfondimenti sul secondo capitolo:

Mango, la spiegazione del finale: Alex e Lærke restano insieme?

Il nuovo film romantico danese di Netflix, Mango, racconta la storia di Lærke, un’affermata architetta che lavora per la società immobiliare Weltzer. La sua vita ruota completamente intorno al lavoro: è ambiziosa, perfezionista e ha sacrificato gran parte della sua vita personale per la carriera. Da tempo sogna di costruire un progetto tutto suo in Málaga, ma quando la sua capo Joan le offre finalmente l’opportunità, Lærke si trova combattuta. Aveva promesso alla figlia adolescente Agnes di trascorrere le vacanze insieme a Bornholm, e non vuole deluderla. Tuttavia, Joan la spinge ad accettare, suggerendole di portare Agnes con sé in Spagna.

Agnes reagisce male alla notizia: si sente trascurata, delusa e non ha alcun interesse a passare l’estate in un luogo sconosciuto, lontano dagli amici. Ma Lærke non può rifiutare: il suo compito è convincere il proprietario di una piantagione di mango a vendere la terra a Weltzer per costruire un resort di lusso. Joan è convinta che Lærke riuscirà nell’impresa, ma le due non immaginano quanto il viaggio cambierà le loro vite.

Mango. Josephine Park as Lærke in Mango. Cr. Ana Belen Fernandez Courtesy of Netflix © 2024

L’incontro con Alex e il conflitto morale

Appena arrivate a Málaga, Lærke scopre che il proprietario della piantagione è Alex, un uomo che aveva già incrociato in aereo, in una situazione poco piacevole: Lærke si era rifiutata di cedere il suo posto finestrino a un bambino, e Alex aveva preso le difese del piccolo. Così, quando i due si ritrovano faccia a faccia, l’imbarazzo è inevitabile.

Alex è un uomo riservato, gentile ma fermo nelle sue convinzioni. È fortemente legato alla sua terra e, nonostante i 4,9 milioni di corone di debiti, si rifiuta di vendere la fattoria. Per lui non è solo una questione economica: quella terra rappresenta la memoria della sua defunta moglie Mari e della sua famiglia, morti tragicamente in un incendio sul posto. Solo la sorella di Mari, Paula, è sopravvissuta, e Alex si sente in dovere di mantenere viva la fattoria per onorare la loro memoria.

Lærke comprende il suo dolore e, invece di insistere sulla vendita, propone una soluzione alternativa: costruire un hotel intorno alla piantagione, integrando la produzione agricola nel progetto turistico. In questo modo, la fattoria verrebbe preservata, i lavoratori manterrebbero il loro impiego, e la comunità locale beneficerebbe di nuovi servizi e opportunità. Alex è colpito dalla proposta e comincia a fidarsi di Lærke. Tuttavia, Joan respinge l’idea e le ordina di chiudere il contratto per la vendita totale del terreno, dimostrando di non avere alcun interesse per il modello sostenibile proposto.

Mango. Dar Salim as Alex in Mango. Cr. Ana Belen Fernandez Courtesy of Netflix © 2024

Lærke e Alex: dal sospetto all’amore

Col passare dei giorni, Lærke e Alex si avvicinano. Entrambi hanno vissuto vite dominate dal lavoro e dalla solitudine, e si riconoscono in questa comune incapacità di lasciarsi andare. Quando Alex riaccompagna a casa Agnes dopo una festa finita male, Lærke lo invita a bere qualcosa. L’attrazione tra i due diventa evidente e trascorrono la notte insieme.

Il mattino dopo, però, Alex legge per errore un messaggio sul telefono di Lærke: Joan le ricorda di assicurarsi la vendita del terreno. Alex, ferito, crede che Lærke si sia avvicinata a lui solo per ottenere la firma e si sente tradito. Senza darle modo di spiegare, si allontana, lasciandola in preda alla vergogna e al rimorso.

Il legame ritrovato tra madre e figlia

Parallelamente, anche il rapporto tra Lærke e Agnes si trasforma. Agnes, appassionata di architettura come la madre, era stata rifiutata dalla scuola di architettura, e la delusione l’aveva resa distante e rabbiosa. Ma a Málaga conosce Paula, la sorella di Mari, e tra le due nasce una forte amicizia. Paula le mostra la bellezza autentica della vita rurale e la libertà della natura, aiutandola a superare la rabbia verso la madre.

Durante il viaggio, Lærke confessa ad Agnes di sentirsi una madre inadeguata: pensa di non avere nulla da offrire, solo un lavoro stressante e una casa vuota, mentre l’ex marito Tom ha una nuova famiglia felice. Ogni volta che va a prendere Agnes da lui, sente di strapparla a una “vera famiglia”. Agnes, invece, le rivela che tutto ciò che ha sempre voluto era la presenza della madre, non la perfezione.

Questo scambio sincero rompe finalmente il muro di silenzio tra loro. Agnes incoraggia Lærke a lottare per Alex, ricordandole che anche lui era felice con lei. Lærke capisce così che ha sempre temuto l’amore perché si è convinta di deludere tutti, ma forse, questa volta, vale la pena tentare.

Mango. Sara Jimenez as Paula in Mango. Cr. Ana Belen Fernandez Courtesy of Netflix © 2024

Il ritorno a Copenaghen e la svolta

Tornata in Danimarca, Lærke scopre con sorpresa che Alex ha firmato i documenti e Weltzer è pronta a prendere possesso della piantagione. Alex ha cambiato idea per il bene di Paula: vuole venderla per finanziare il sogno della ragazza di diventare pilota.

Delusa e incapace di accettare il compromesso morale, Lærke si licenzia. Non può sopportare di vedere Alex perdere il luogo che ama. Decide così di agire in prima persona: vende il suo appartamento, chiede un prestito e torna a Málaga per realizzare da sola il progetto dell’hotel comunitario che aveva proposto.

Quando arriva, Alex non vuole parlarle, ma Lærke riesce a convincerlo ad ascoltarla. Gli spiega che ha investito tutto ciò che possiede per salvare la fattoria e costruire qualcosa insieme a lui. Alex, commosso dal suo gesto e dalla sincerità del suo amore, ritira la vendita e decide di diventare suo socio.

Il sogno condiviso

Un anno dopo, i frutti del loro lavoro sono visibili: il progetto del “Mango Community Hotel” sta prendendo forma. Lærke utilizza come base il progetto architettonico ideato da Agnes, che immaginava un villaggio di piccole abitazioni costruite con biomateriali, alimentate da energia solare e sistemi termici ecologici, con risorse idriche condivise e spazi comuni pensati per la comunità. Un’architettura sostenibile e inclusiva, destinata a unire turismo e rispetto per l’ambiente.

Paula, nel frattempo, ha iniziato la scuola di volo e realizza finalmente il suo sogno. Agnes e lei restano inseparabili amiche, e Agnes vede la sua idea prendere vita concretamente sul terreno di Alex, una grande soddisfazione personale e professionale. È probabile che questa esperienza le apra le porte di scuole di architettura ancora più prestigiose.

Mango. Sara Jimenez as Paula in Mango. Cr. Ana Belen Fernandez Courtesy of Netflix © 2024

Lærke e Alex: un nuovo inizio

Alla fine, Lærke e Alex non sono solo amanti, ma anche partner nella vita e nel lavoro. Dopo il rischio che lei ha corso vendendo tutto per salvare la fattoria, Alex non dubita più delle sue intenzioni. Entrambi hanno trovato un equilibrio tra passione, responsabilità e affetto.

Lærke realizza finalmente il suo sogno di costruire qualcosa dal nulla, ma questa volta non per un’azienda senza volto: per sé, per la sua famiglia, e per un futuro in cui amore e lavoro convivono. Il progetto del Mango Hotel diventa simbolo della rinascita di tutti loro: un luogo che unisce memoria, natura e comunità, e che promette di attirare l’attenzione internazionale per la sua originalità.

Alla fine, Lærke, Alex, Agnes e Paula formano una nuova famiglia scelta, uniti non dal sangue ma dall’amore, dal coraggio e dalla capacità di ricominciare.

Star Wars: Starfighter, Shawn Levy fornisce un aggiornamento sulla produzione

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Star Wars: Starfighter riceve un nuovo aggiornamento dal regista Shawn Levy mentre cresce l’attesa per il ritorno sul grande schermo della famosa saga Disney. Con Ryan Gosling come protagonista e una sceneggiatura di Jonathan Tropper, il prossimo film di Star Wars è stato annunciato nell’aprile 2025, con la conferma alla fine di agosto che la produzione era iniziata nel Regno Unito.

In un’intervista con Ash Crossan di ScreenRant, Levy rivela ora che si sono appena superato la metà delle riprese. Dopo una pausa per festeggiare la fine della serie di successo Netflix Stranger Things, il regista ha confermato che il 10 novembre sono ripresi i lavori sul progetto Star Wars.

La mia esperienza è che mi sento davvero come se il me stesso di 10 anni fosse sul set con me ogni giorno. È sorprendente, complicato ed emozionante ogni giorno. Ryan Gosling, sappiamo tutti quanto sia brillante, ma è anche un partner creativo incredibile. E completare il cast con altri attori straordinari come Mia Goth, Matt Smith e Amy Adams e avere questa rivelazione di un giovane attore come Flynn Gray, è più soddisfacente dal punto di vista creativo di quanto avrei mai potuto immaginare”, sono le parole di Levy.

Le riprese stanno andando bene e, come sapete, siamo poco più che a metà. Tornerò sul set lunedì mattina. È stato un viaggio veloce, ma sapete una cosa? 10 anni di Stranger Things! Non potevo perdermi questo momento di addio. Ha significato molto per me”.

Considerando l’ultimo commento di Levy, la produzione sembra che terminerà alla fine di quest’anno o all’inizio del 2026. L’aggiornamento arriva dopo che Levy ha pubblicato su Instagram una prima immagine del film. Anche se non è stata ancora rilasciata alcuna trama ufficiale, l’immagine mostra Gosling e il co-protagonista Flynn Gray che indossano abiti logori mentre sono a bordo di un’imbarcazione in mare.

Finora non sono state pubblicate immagini che mostrano altri personaggi del prossimo film di Star Wars, ma si prevede che Matt Smith interpreterà il cattivo. Non è invece chiaro chi interpreteranno Mia Goth, Amy Adams, Daniel Ings, Aaron Pierre e Simon Bird, ma la Lucasfilm ha precedentemente confermato che Star Wars: Starfighter è una “storia completamente originale ambientata in un periodo di tempo mai esplorato prima in Star Wars”.

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Cosa sappiamo di Star Wars: Starfighter

Il prossimo film di Star Wars è descritto come un capitolo autonomo dell’iconica saga fantascientifica che si svolgerà cinque anni dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker del 2019.  Oltre a Ryan Gosling nel cast ritroviamo Amy Adams, Aaron Pierre, Flynn Gray, Simon Bird, Jamael Westman e Daniel Ings. Gli attori Matt Smith e Mia Goth interpreteranno invece due antagonisti nel film.

Finora, la trama del prossimo film di Star Wars è rimasta segreta. Tuttavia, l’immagine condivisa nel post dell’annuncio sembra suggerire che il personaggio di Ryan Gosling sarà in qualche modo una figura protettrice o mentore del personaggio interpretato da Flynn Gray. Questo evocherebbe una relazione adulto-bambino che è comune in tutta la saga di Star Wars ed è stata al centro di episodi come The Mandalorian, Obi-Wan Kenobi, Skeleton Crew e La minaccia fantasma.

Il film è ora atteso al cinema 28 maggio 2027.

I prossimi progetti di Star Wars

Prima dell’arrivo di Star Wars: Starfighter nel 2027, il pubblico potrà tornare in una galassia lontana lontana il prossimo anno con l’uscita di The Mandalorian & Grogu, in arrivo il 22 maggio. Questo film, interpretato da Pedro Pascal, Sigourney Weaver e Jeremy Allen White e diretto da Jon Favreau, segnerà il ritorno della saga sul grande schermo dopo Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker del 2019.

Altri progetti Star Wars in fase di sviluppo includono “New Jedi Order” con l’attrice Daisy Ridley nel ruolo di Rey e un film del regista James Mangold. Tuttavia, nessuno di questi due film ha ricevuto aggiornamenti promettenti di recente, quindi non è chiaro quale sia il loro stato.

Mango: il nuovo dolcissimo dramma romantico targato Netflix

L’ultimo film nordico di Netflix, Mango, è ambientato in un hotel di lusso a Malaga. Mentre supervisiona un importante progetto, la determinata direttrice dell’hotel Lærke (Josephine Park) si ritrova in conflitto con Alex (Dar Salim), un ex avvocato che si rifiuta di vendere la sua piantagione di mango. Sua figlia, Agnes (Josephine Højbjerg), che si aspetta una vacanza rilassante con la madre raramente disponibile, viene coinvolta in un’inaspettata tensione. Mentre le emozioni emergono e la lealtà viene messa alla prova, tutti e tre si trovano ad affrontare scelte che potrebbero cambiare le loro vite per sempre.

Il regista di Mango è Mehdi Avaz

Il film è diretto dall’iraniano Mehdi Avaz, i cui precedenti lavori includono A Beautiful Life, Toscana, Kollision e While We Live. Il film è scritto dal fratello di Mehdi, Milad Schwartz Avaz, i cui precedenti lavori includono Grow / Alfa, STHLM Blackout, Better Times e While We Live.

I protagonisti del film

  • Alex – Dar Salim (Sons, The Covenant, Darkland)
  • Lærke – Josephine Park (Baby Fever, Oxen)
  • Agnes – Josephine Højbjerg (The Bridge)
  • Paula – Sara Jiménez (Julieta, Caronte)
  • Joan – Paprika Steen (Families Like Ours)
  • Tom – Anders W. Berthelsen (Held for Ransom)
  • Kristian – Sebastian Jessen (While We Live)
Mango. Sara Jimenez as Paula in Mango. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Il film

Mango è un caldo dramma romantico ambientato nella lussureggiante cornice di Malaga, in Spagna. Il film segue Lærke (Josephine Park), un’ambiziosa direttrice d’albergo incaricata di sviluppare un resort di lusso in una piantagione di mango di proprietà di Alex (Dar Salim), un ex avvocato con un tragico passato. Lærke porta con sé la figlia adolescente Agnes (Josephine Højbjerg), sperando in un raro momento di connessione. Ciò che si dipana è una storia d’amore inaspettato, crescita personale e riscoperta della gioia nei luoghi più improbabili.

Josephine Park e Dar Salim offrono solide interpretazioni nei ruoli principali. Park incarna con precisione la professionista cittadina motivata ed emotivamente riservata, mentre Salim porta un calore silenzioso e sincero ad Alex, un uomo ancora legato al dolore. La loro alchimia è innegabile e la loro relazione in evoluzione – con tanto di incomprensioni, legami riluttanti e infine svolte emotive – segue il cliché consolidato del “da nemici ad amanti”. È affascinante, seppur prevedibile, e ricorda la formula confortante dei romanzi rosa in stile Hallmark.

Il cast di supporto aggiunge spessore alla storia, in particolare Josephine Højbjerg nel ruolo di Agnes, l’archetipo dell’adolescente scontrosa. Il suo rapporto teso con la madre e la delusione per non essere stata ammessa alla facoltà di architettura forniscono profondità emotiva, sebbene il suo arco narrativo appaia un po’ poco sviluppato. Anche Sara Jiménez e Paprika Steen appaiono in ruoli minori ma vivaci che contribuiscono a dare corpo alla comunità locale.

Visivamente, Mango è una vera delizia. Il film sfrutta appieno la bellezza naturale di Malaga, con ampie inquadrature di strade di montagna polverose, tramonti al tramonto e la campagna vibrante. La finca dove alloggiano Lærke e Agnes è un personaggio a sé stante: le sue pareti giallo senape, le porte verdi e le intricate piastrelle blu evocano un senso di fascino rustico e calore mediterraneo. La fotografia immerge ogni ambiente in una luce baciata dal sole, esaltando il fascino accogliente ed evasivo del film.

La colonna sonora è un delizioso mix di Motown anni ’70, funk e soul, che aggiunge un’energia giocosa al tono altrimenti pacato. Completa i ritmi emozionali del film e infonde un senso di nostalgia e ritmo che ne mantiene vivace il ritmo.

Sebbene Mango non apra nuovi orizzonti narrativi, offre sufficiente bellezza paesaggistica, interpretazioni sentite e momenti spensierati da tenere gli spettatori coinvolti per tutti i suoi 96 minuti di durata. È un film che trasmette emozioni positive, che si affida alle convenzioni del genere ma lo fa con sincerità e fascino. Per gli amanti dei drammi romantici con un tocco europeo, Mango è una dolce e soleggiata fuga.

Millie Bobby Brown conferma che Enola Holmes 3 realizzerà una delle trame più importanti

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Con l’arrivo di Enola Holmes 3 su Netflix, la serie con protagonista Millie Bobby Brown porterà finalmente la trama principale a un livello superiore. Con il ritorno della star britannica nel ruolo della brillante detective per la terza volta, la trilogia è pronta a concludere uno degli archi narrativi sviluppati fin dal primo film.

Durante una nuova intervista con Collider, la Brown ha condiviso un entusiasmante aggiornamento su Enola Holmes 3. Pur sottolineando di essere “davvero, davvero entusiasta che la gente lo veda”, ha aggiunto: “Penso che sarà un’Enola Holmes molto diversa da quella che avete visto finora”.

Tuttavia, la Brown ha concluso la sua risposta dicendo: “Avete chiesto romanticismo, quindi vi daremo romanticismo”. Dato che il finale di Enola Holmes 2 li ha portati ad avvicinarsi, è naturale che il terzo capitolo li porti ancora più avanti nella loro storia d’amore.

Enola Holmes 3 è stato annunciato per la prima volta nel novembre 2024, quando Philip Barantini è stato scelto per dirigere il terzo capitolo, sostituendo così Harry Bradbeer, che ha diretto i primi due film. Jack Thorne, che ha scritto i film precedenti, è stato richiamato per l’ultimo seguito.

Le riprese principali di Enola Holmes 3 sono terminate il 27 giugno 2025, con il ritorno di diversi membri del cast dei precedenti capitoli. Nell’aprile 2025, Tudum ha annunciato ufficialmente che Henry Cavill, Louis Partridge, Helena Bonham Carter, Himesh Patel e Sharon Duncan-Brewster sarebbero tornati rispettivamente nei panni di Sherlock Holmes, Tewkesbury, Eudoria Holmes, il dottor John Watson e Moriarty.

Sebbene i dettagli della trama siano ancora segreti, secondo Deadline, in un articolo del 21 novembre 2024, il terzo film punta a essere più cupo e “un po’ più adulto”. Secondo le loro fonti, il regista ha proposto Enola Holmes 3 per fare ciò che Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è riuscito a fare per il franchise della Warner Bros.

Tudum ha anticipato la trama come segue: “L’avventura porta la detective Enola Holmes a Malta, dove i sogni personali e professionali si scontrano in un caso più intricato e insidioso di qualsiasi altro lei abbia mai affrontato prima”. Al momento, Netflix non ha ancora comunicato la data di uscita di Enola Holmes 3.

Predator: Badlands prepara il franchise alla prima Yautja femmina?

Sebbene un sequel di Predator: Badlands non sia ancora stato annunciato, le scene finali del film lasciano sicuramente spazio a un seguito, anticipando l’introduzione di un personaggio che rappresenta una novità assoluta per il franchise di Predator.

Dopo aver eliminato Tessa e il suo equipaggio di sintetici Weyland-Yutani, Dek, Thia e Bud si dirigono verso Yautja Prime, dove il giovane guerriero affronta il padre in un duello. Nonostante Njohrr usi ogni sporco trucco possibile, il suo figlioletto prevale e si guadagna il mantello, mentre Bud, ora molto più grande, sconfigge definitivamente il capo degli Yautja staccandogli la testa a morsi.

A questo punto, lo schermo sfuma in nero per la sigla, ma torniamo immediatamente a Yautja Prime, mentre Dek e il suo nuovo clan osservano una flotta di navi avvicinarsi in lontananza. Thia chiede chi potrebbe guidarli, e Dek risponde: “È mia madre”.

Sebbene abbiamo visto delle Predator donne nei fumetti e forse nel film d’animazione Killer of Killers (non sono state mostrate, ma ci saranno state sicuramente alcune donne in quella folla enorme), non sono ancora apparse in un film live-action. Non vediamo la madre di Dek, ma qualcosa ci dice che non si congratulerà con il figlio per la sua vittoria!

Durante un’intervista con Variety, il regista Dan Trachtenberg ha parlato del finale e di cosa potrebbe significare l’introduzione della madre di Dek per un potenziale sequel: “Ciò che adoro di quel finale è che funziona come un colpo di scena finale nella storia che abbiamo appena visto, ma crea anche un’aspettativa per qualcosa che trovo piuttosto groovy. Se dovessi andare avanti, non credo che sarebbe l’unica ragione, ma sarebbe un elemento molto interessante da includere.

La cosa fantastica è che ora abbiamo tutti questi personaggi interessanti, e chissà quale sarà il prossimo? Non sapevo che il prossimo sarebbe stato “Killer of Killers” o la storia di Dek, e poi abbiamo finito per fare entrambe le cose contemporaneamente. Ci sono molte porte aperte da attraversare in seguito, questo è certo.”

Cortesia Disney

Alcuni materiali dell’universo espanso descrivono le Yautja femmine come più dominanti e aggressive dei maschi, quindi sarà interessante vedere se un potenziale sequel di Badlands adotterà un approccio simile.

Per quanto riguarda la situazione attuale con un altro film, Trachtenberg ha un’idea di dove vorrebbe portare la storia, ma chiarisce che i piani potrebbero sempre cambiare. “Può tutto andare in fumo una volta che iniziamo a mettere nero su bianco le cose, ma ho guardato il più lontano possibile per sentirmi a mio agio con quello che sto facendo. Ogni film è un pensiero completo, non molto diverso dai primi film Marvel prima del primo film sugli Avengers, dove è come se fossero grandi film, e guarda caso, stavamo effettivamente preparando il terreno affinché le cose potessero unirsi in modo delizioso. Ma non era tipo, ‘Guarda come tutto è interconnesso all’improvviso!’ Quindi sto cercando di imparare questa lezione e di assicurarmi che tutti i film che realizziamo siano idee fantastiche per film a sé stanti.”

Predator: Badlands è diretto dal regista Dan Trachtenberg (Prey, 10 Cloverfield Lane) e segna l’attesissimo ritorno del franchise sul grande schermo con una storia che amplia e ridefinisce l’universo di Predator.

Ambientato nel futuro su un pianeta remoto e letale, Badlands segue un giovane Predator emarginato (interpretato dall’esordiente Dimitrius Schuster-Koloamatangi) che trova un’improbabile alleata in Thia (la candidata agli Emmy e ai Golden Globe Elle Fanning) mentre intraprende un viaggio pericoloso alla ricerca dell’avversario definitivo.

Ocean’s 14: l’aggiornamento conferma il ritorno del cattivo principale, con le riprese previste per il 2026

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Un aggiornamento su Ocean’s 14 conferma il ritorno di un cattivo chiave, dato che le riprese sono state fissate per il 2026. Nell’ottobre 2025, dopo anni di sviluppo, George Clooney ha annunciato che la Warner Bros. aveva ufficialmente approvato il budget per Ocean’s 14 e che le riprese sarebbero iniziate a breve. Tuttavia, non è chiaro quanti altri membri del cast originale torneranno.

Ora, durante un’intervista con The Wrap per la seconda stagione di Landman, Andy Garcia ha dichiarato che tornerà in Ocean’s 14, le cui riprese sono previste per il 2026. Garcia ha affermato che le riprese erano originariamente previste per gennaio 2026, ma hanno dovuto essere leggermente posticipate a causa di conflitti di programmazione. Brad Pitt dovrebbe terminare le riprese di The Adventures of Cliff Booth a gennaio 2026, il che potrebbe aver contribuito al ritardo.

Nell’ottobre 2025, George Clooney ha dichiarato che Ocean’s 14 avrebbe probabilmente iniziato le riprese nell’estate del 2026, anche se non è stata fissata una data precisa:

Abbiamo appena ottenuto l’approvazione del budget dalla Warner Brothers. Si tratta solo di programmazione, quindi dobbiamo solo fissare una data di inizio. Probabilmente inizieremo [le riprese] tra nove o dieci mesi… Brad [Pitt], Matt [Damon], Don [Cheadle] e Julia [Roberts]. Ieri sera ho cenato con Julia. Sono tutti ancora amici molto cari, quindi sarà divertente lavorare insieme.

Brad Pitt e George Clooney in Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco (2001)
© 2001 – Warner Bros. All rights reserved.

Andy Garcia ha interpretato l’antagonista Terry Benedict, proprietario dei tre casinò – il Bellagio, il Mirage e l’MGM Grand – derubati da Danny Ocean (George Clooney) e dalla sua banda in Ocean’s Eleven (2001). Il personaggio di Terry Benedict interpretato da Andy Garcia è tornato nei sequel Ocean’s Twelve (2004), in cui chiede alla banda di Danny Ocean di restituire il denaro rubato, e Ocean’s Thirteen (2007), in cui si unisce alla banda per aiutarli a sconfiggere il loro comune rivale, Willy Bank (Al Pacino).

Sebbene Steven Soderbergh abbia diretto la trilogia originale Ocean’s e Gary Ross abbia diretto lo spin-off tutto al femminile Ocean’s 8 (2018), David Leitch (Bullet Train, The Fall Guy) è stato ingaggiato per dirigere Ocean’s 14.

Oltre a Ocean’s 14, è in fase di sviluppo presso la Warner Bros. anche un Ocean’s prequel movie senza titolo, che vedrà come protagonisti Margot Robbie e Bradley Cooper e sarà diretto dal candidato all’Oscar Lee Issac Chung (Minari, Twisters).

Frankenstein di Guillermo Del Toro per Netflix stabilisce il record di pubblico su Rotten Tomatoes dai tempi di Il labirinto del fauno

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Il film Frankenstein di Guillermo del Toro ha stabilito un nuovo record su Rotten Tomatoes per la carriera acclamata del regista. Il suo impressionante curriculum include successi come Blade II, Hellboy, Il labirinto del fauno, Pacific Rim, La forma dell’acqua e Pinocchio. L’adattamento gotico moderno di Del Toro del classico racconto Frankenstein di Mary Shelley ha ricevuto recensioni estremamente positive dalla critica, con un punteggio dell’86% su Rotten Tomatoes.

Per quanto riguarda il punteggio del pubblico, Frankenstein ha aiutato la carriera del regista a raggiungere nuovi traguardi. Il Popcornmeter su Rotten Tomatoes è attualmente al 95%,il punteggio più alto mai ottenuto da un film di del Toro. Prima di questo, il suo film più apprezzato dal pubblico era stato Il labirinto del fauno con il 91%, seguito dal film vincitore dell’Oscar Pinocchio con il 90%.

Gli altri film di Del Toro che hanno ricevuto un’accoglienza prevalentemente positiva da parte degli spettatori sono La spina del diavolo (89%), Pacific Rim (77%), La forma dell’acqua (73%), Hellboy II: The Golden Army (71%), Cronos (69%), Blade II (68%), Nightmare Alley (68%) e Hellboy (66%). Mimic, attualmente al 37%, è l’unico film di del Toro a non aver ricevuto un punteggio del pubblico superiore al 50%.

Tuttavia, se si considerano anche le sue serie TV, Frankenstein non è il progetto di del Toro con il miglior punteggio complessivo del pubblico. Questo onore spetta a Trollhunters: Tales of Arcadia, che ha un punteggio del 96%, seguito da Wizards: Tales of Arcadia con il 92%. Le altre serie da lui create sono 3Below: Tales of Arcadia (83%), The Strain (79%) e Cabinet of Curiosities (72%).

Con grandi elogi da parte della critica e del pubblico, Frankenstein ha avuto un ottimo inizio dopo la sua uscita il 7 novembre su Netflix. A ottobre, il film ha avuto una distribuzione limitata nelle sale, dove ha incassato 422.705 dollari al botteghino.

Non è solo il punteggio del pubblico a decretare il successo di Frankenstein. Il film è in cima alla classifica dei 10 film più visti su Netflix negli Stati Uniti, aggiornata all’11 novembre. Anche KPop Demon Hunters, Tyler Perry’s A Madea Christmas, Wanted Man, The Hangover, The Hangover Part II, Fatman, The Hangover Part III, Bride Wars e Turbo sono nella Top 10.

Frankenstein è disponibile sulla piattaforma di streaming solo da cinque giorni, ma una volta che Netflix pubblicherà le classifiche dei film globali e statunitensi della scorsa settimana, è molto probabile che il nuovo film di del Toro sarà nella Top 10 anche lì.

Oscar Isaac interpreta Victor Frankenstein, con Jacob Elordi nel ruolo della Creatura, mentre del Toro reinterpreta la classica storia dell’orrore. Il cast di Frankenstein include anche Mia Goth, Felix Kammerer, Christoph Waltz, David Bradley, Lars Mikkelsen, Charles Dance, Kyle Gatehouse, Lauren Collins, Sofia Galasso, Ralph Ineson e Burn Gorman.

Frankenstein ha già vinto diversi premi, tra cui quelli dei festival cinematografici per Isaac (Savannah Film Festival), Elordi (Santa Barbara International Film Festival), la costumista Kate Hawley (Middleburg Film Festival) e il film in generale (San Francisco International Film Festival e Venice International Film Festival).

Del Toro esplora regolarmente l’horror e il fantasy dark con i suoi film, quindi Frankenstein si inserisce perfettamente nella sua filmografia. Il regista, sceneggiatore e produttore ha un altro successo tra le mani e il pubblico lo sta ricoprendo delle lodi che merita.

Sabrina Carpenter protagonista di un Alice in Wonderland versione musical

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Dopo l’enorme successo di Wicked, la Universal punta su un altro classico, questa volta con Sabrina Carpenter nel ruolo della protagonista. La carriera musicale della cantante è esplosa negli ultimi anni con successi come “Espresso”, ma ha iniziato come attrice, con il ruolo di Girl Meets World, il sequel della serie Boy Meets World. La Universal sta dunque ora sviluppando un film musicale con Carpenter ispirato ad Alice in Wonderland.

La cantante e attrice avrà anche un ruolo dietro le quinte come produttrice. La regista di Hustlers, Lorene Scafaria, ha invece già firmato come regista e sceneggiatrice. La Universal non è però l’unico legame con Wicked che ha il prossimo Alice in Wonderland. Marc Platt, che ha prodotto Wicked a Broadway e gli adattamenti cinematografici, sarà uno dei produttori del prossimo film insieme a Leslie Morgenstein ed Elysa Koplovitz Dutton.

Altri dirigenti coinvolti nel progetto sono Ryan Jones e Jacqueline Garell della Universal e Katie McNicol della Mark Platt Productions. Sebbene il ruolo della Carpenter nel film Alice in Wonderland non sia ancora stato rivelato, la possibilità più probabile è che interpreti il personaggio principale di Alice. L’anno scorso ha tenuto una serie di incontri con la Universal per presentare le sue idee per il film, considerato un progetto appassionante.

Alice in Wonderland torna al cinema con Sabrina Carpenter

L’iconica storia di Alice e del suo viaggio nella tana del bianconiglio e in un surreale paese delle meraviglie è iniziata con la pubblicazione del romanzo di Lewis Carroll del 1865 Alice in Wonderland, che è stato adattato in un film d’animazione dalla Disney nel 1951. Il sequel del romanzo di Carroll, Attraverso lo specchio e ciò che Alice vi trovò, è stato pubblicato nel 1871.

Quasi 60 anni dopo il successo del film d’animazione, la Disney è tornata nella tana del bianconiglio per creare un remake live-action con l’aiuto dell’iconico regista Tim Burton. Mia Wasikowska ha interpretato Alice e Johnny Depp il Cappellaio Matto. Il sequel, Alice attraverso lo specchio, è uscito sei anni dopo.

Anche se gli adattamenti più noti di Alice in Wonderland sono stati realizzati dalla Disney, la storia è di dominio pubblico, quindi qualsiasi studio può creare la propria versione, come sta facendo la Universal dopo che Wicked ha incassato 756,4 milioni di dollari al botteghino con un budget di 150 milioni. Il film ha ottenuto l’88% su Rotten Tomatoes e ha vinto l’Oscar per i migliori costumi e la migliore scenografia, oltre al Golden Globe per i migliori risultati cinematografici e al botteghino.

L’attesissimo sequel, Wicked – Parte 2, uscirà nelle sale il 21 novembre per concludere la storia di Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande) che Gregory Maguire ha creato per il romanzo Wicked, trasformato in un musical di Broadway. Il libro è basato sul mondo di Oz che L. Frank Baum ha introdotto nel suo romanzo Il meraviglioso mago di Oz. Ciò è stato possibile perché, come Alice in Wonderland, anche Il Mago di Oz è di dominio pubblico.

Mattel: Phil Johnston svela la prossima grande avventura per famiglie in cantiere

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Mattel ha vissuto un vero e proprio fenomeno culturale attraverso il cinema nel 2023 con l’uscita di Barbie di Greta Gerwig, e da allora si è parlato molto di quale sarà la prossima grande avventura cinematografica dell’azienda produttrice di giocattoli. Mattel Studios, Sony Pictures ed Escape Artists hanno ora confermato che è in arrivo un film live-action su View-Master.

Il film della Mattel, ispirato al suo famoso giocattolo stereoscopico, sarà scritto dal regista candidato all’Oscar Phil Johnston (Wreck-It-Ralph, Zootopia). Questa notizia arriva mentre il film Masters of the Universe di Mattel ed Escape Artists è previsto per il 5 giugno 2026, con Nicholas Galitzine nel ruolo di He-Man, Camila Mendes in quello di Teela e Idris Elba in quello di Duncan/Man-At-Arms.

La trama che ruoterà attorno al View-Master è ancora segreta, ma lo studio afferma che “il film sarà un’avventura per tutta la famiglia”. Tom McNulty e Arturo Thur de Koós supervisioneranno View-Master per Mattel Studios, con Barbie‘s Robbie Brenner come produttore per Mattel, insieme a Todd Black, Jason Blumenthal, Steve Tisch e Tony Shaw come produttori per Escape Artists.

Johnston ha dichiarato: “Il View-Master era uno dei miei giocattoli preferiti quando ero bambino (e lo è ancora), perché mi dava la possibilità di esplorare mondi lontani senza mai uscire dalla mia stanza. […] Voglio portare sul grande schermo la meraviglia che provavo da bambino negli anni ’80, e lavorare con Mattel, Sony ed Escape Artists mi sta dando la possibilità di farlo.

Qualunque dubbio possa avere il pubblico su un film dedicato a View-Master, Mattel ha dimostrato di essere una forza da non sottovalutare nel mondo del cinema. Barbie ha incassato 1,45 miliardi di dollari in tutto il mondo ed è stato nominato per otto Oscar. L’unico errore che lo studio potrebbe commettere è quello di non trovare uno sceneggiatore in grado di creare una storia significativa attorno a questo giocattolo, e l’esperienza di Johnston suggerisce che lui sia una scelta azzeccata.

Nel frattempo, Mattel sta anche sviluppando un film live-action Polly Pocket in collaborazione con Hello Sunshine di Reese Witherspoon, e Brenner è di nuovo il produttore. Con Lily Collins nel cast, questo film è più ovviamente il successore di Barbie, ma un quadro più chiaro del film View-Master emergerà una volta confermati il regista e il cast.

Tra i diversi film in uscita che sperano di sostituire Barbie, View-Master è in qualche modo inaspettato. Ma come tutti questi progetti, il film dovrà affrontare una dura battaglia per dimostrare di essere all’altezza degli standard elevati che lo studio si è prefissato. View-Master non ha ancora una data di uscita, ma potremmo vederlo nei prossimi due anni.

Apple conclude un accordo milionario per l’adattamento cinematografico di un romanzo di fantascienza che non è ancora stato pubblicato

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Apple Original Films ha confermato un accordo a sei cifre per l’adattamento cinematografico di un romanzo di fantascienza che non è ancora stato pubblicato. Negli ultimi anni, le produzioni cinematografiche di Apple hanno incluso una serie di film di alto profilo. Tra questi figurano Napoleon di Ridley Scott nel 2023 e la co-distribuzione del film acclamato dalla critica F1 all’inizio di quest’anno.

Ora, Deadline riporta che Apple Original Films ha acquisito il manoscritto di Fallen Astronaut di J S Mayank e David Carlyle, un romanzo di fantascienza che non è ancora stato pubblicato. Apple ha concluso un accordo a sei cifre per il libro, con l’adattamento prodotto da Scott Glassgold della 1201 Films. Gli autori Mayank e Carlyle saranno anche produttori esecutivi.

Sebbene i dettagli esatti del libro non siano ancora stati rivelati, il rapporto lo descrive come “un concetto tecnologicamente avanzato”, con particolare attenzione alla realtà virtuale. Considerando l’ingresso di Apple nel mercato della realtà virtuale con il suo esclusivo Apple Vision Pro, è logico che il marchio voglia produrre un film associato a questo concetto.

Sebbene Apple non abbia rilasciato alcuna dichiarazione in merito all’accordo al momento della stesura di questo articolo, gli autori del libro hanno già dato prova di sé in altri ambiti creativi. Mayank è noto soprattutto per aver venduto pilot televisivi a varie reti, tra cui la serie drammatica Peculiar. Ha anche collaborato con Netflix scrivendo The Fame Game e sta co-scrivendo un adattamento cinematografico di Man’s Search for Meaning di Viktor Frankl.

Carlyle sta attualmente lavorando a The Conundrum, un lungometraggio di cui è sceneggiatore. The Fallen Astronaut non è l’unico lavoro che ha realizzato con Mayank: i due hanno collaborato alla miniserie America 2.0 e hanno scritto insieme il cortometraggio horror thriller del 2024 Surveillance, con Rahul Rai. I precedenti lavori della coppia dimostrano perché collaborare con Apple sia il passo logico successivo.

Apple non è nuova alla fantascienza, essendo questo genere un elemento centrale della programmazione di Apple TV+. Tra questi figurano la pluripremiata Severance e la acclamata dalla critica Pluribus, guidata dal creatore di Breaking Bad, Vince Gilligan. Data la loro profonda conoscenza del genere, è logico che The Fallen Astronaut entri a far parte della loro prossima programmazione.

Poiché il libro non è ancora stato pubblicato e i dettagli della pubblicazione non sono stati ancora resi noti, non è chiaro se The Fallen Astronaut sarà sugli scaffali prima o dopo l’uscita del film. Ma dato che Apple ha appena acquisito il film, tutto può succedere nel lungo periodo. Per ora, la storia di fantascienza è una delle tante che si aggiungono alla lista dei progetti futuri.

Stranger Things: la stagione 3 avrebbe dovuto uccidere un personaggio amatissimo dai fan

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I creatori di Stranger Things, i fratelli Duffer, hanno rivelato i loro piani per uccidere un paio di personaggi amati dai fan nelle prime stagioni. In un’intervista con Entertainment Weekly, Matt e Ross Duffer hanno parlato dell’ultima stagione di Stranger Things, che inizierà a fine novembre, e delle loro trame passate, che alla fine sono state cancellate. Matt ha parlato del piano iniziale di uccidere un personaggio principale e ha dichiarato:

“Hopper alla fine della terza stagione. Credo che la morte lo abbia sfiorato. C’era una versione in cui moriva alla fine della terza stagione. È passato un po’ di tempo da quando ne abbiamo parlato, ma credo che sia stato lui quello che è andato più vicino alla morte.”

Alla fine della terza stagione, Jim Hopper (interpretato da David Harbour) sembra essere stato ucciso in una gigantesca esplosione nello Starcourt Mall, in un laboratorio russo nascosto. Tuttavia, i fan sono rimasti scioccati nel vedere Hopper vivo all’inizio della quarta stagione e tenuto prigioniero in un campo russo.

David Harbour film

Ross ha commentato la decisione di mantenere in vita Hopper e ha affermato che “sarebbe stato molto facile ucciderlo”, commenta Ross, “ma Hopper doveva ancora crescere. Non avevamo ancora finito la sua storia. Per noi è importante riuscire a finire le storie che vogliamo finire e non limitarci a uccidere le persone solo per scioccare.”

Un altro personaggio principale che i fratelli Duffer hanno preso in considerazione di uccidere è stato l’amato dai fan Steve “The Hair” Harrington (interpretato da Joe Keery), e ha detto che è stato “vicino” per il personaggio, dato che è stato quasi ucciso nella prima stagione. A Keery va il merito di aver fatto innamorare praticamente tutti del suo personaggio, compresi i fratelli Duffer che infatti spiegano che “se non ci fosse piaciuto Joe Keery, Steve se ne sarebbe andato.”

Matt e Ross hanno dichiarato che “parlano sempre” di uccidere i personaggi principali con gli sceneggiatori. Ma hanno dichiarato: “Ciò che spesso ci frena è dover parlare delle ripercussioni. Questa è una pura ipotesi: uccidi Mike. Rende la serie piuttosto deprimente e cupa, e finisce per essere tutto incentrato su questo. Anche questi personaggi secondari come Eddie [Joseph Quinn], Bob [Sean Astin] o Barb [Shannon Purser], ovviamente, hanno ripercussioni davvero durature sui nostri personaggi.”

L’ultima stagione di Stranger Things inizierà con l’uscita del Volume 1 su Netflix il 26 novembre, seguita dal Volume 2 il 25 dicembre, e l’episodio finale debutterà il 31 dicembre sulla piattaforma di streaming, ma anche in alcuni cinema selezionati.

Super Mario Galaxy svela il nuovo look di Yoshi e anticipa altri due amati personaggi nel sequel

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Il film Super Mario Galaxy ha rivelato un nuovo look di Yoshi e anticipa l’arrivo di altri due amati personaggi nel sequel in uscita. La trama del film Super Mario Galaxy vedrà Mario tornare per una nuova avventura, questa volta ispirata ai giochi Super Mario Galaxy di Nintendo. Il trailer dovrebbe arrivare domani alle 9:00 ET.

Ora, IGN ha pubblicato le immagini di una confezione trapelata di biscotti Pillsbury Yoshi a forma di uovo, che offrono un primo sguardo a Yoshi nel film The Super Mario Galaxy. La parte anteriore e posteriore della confezione mostrano anche l’Osservatorio Comet, il luogo in cui risiede Rosalina nei giochi Super Mario Galaxy. È un forte indizio che lei apparirà nel sequel.

Inoltre, il retro della confezione include una mappa stellare che collega vari pianeti, molti dei quali sembrano luoghi familiari dei giochi. Mario e Yoshi sono visibili anche nell’angolo in alto a destra nella loro classica posa dalla copertina di Super Mario Galaxy 2. È presente anche un graffito di Bowser Jr., che conferma la sua apparizione nel film.

Per vedere il design di Yoshi e gli indizi su Rosalina e Bowser Jr., date un’occhiata alle immagini della confezione dei biscotti Pillsbury qui sotto:

La scena post-crediti del film Super Mario Bros. ha offerto un primo sguardo a Yoshi che nasce dal suo uovo a Brooklyn, confermando la sua apparizione nel prossimo sequel. Solo nel settembre 2025 è stato rivelato ufficialmente il titolo del sequel. Tuttavia, questa confezione Pillsbury ha offerto maggiori dettagli su cosa aspettarsi dal film quando uscirà.

Non solo Mario lavorerà con Yoshi, come nel secondo gioco della sotto-serie, ma sembra che apparirà anche Rosalina. Nei giochi Super Mario Galaxy, Rosalina è la Guardiana delle Stelle, che protegge i Luma. Nel primo gioco, chiede l’aiuto di Mario dopo che Bowser ha rubato le Power Stars e le Grand Stars del Grand Observatory.

Per quanto riguarda Bowser Jr., è apparso per la prima volta in Super Mario Sunshine, ma compare in entrambi i giochi Super Mario Galaxy. Ha un ruolo più importante in Super Mario Galaxy 2, dove compare frequentemente dopo che Bowser rapisce la Principessa Peach e la porta nello spazio. La comparsa dei suoi graffiti indica che potrebbe avere un ruolo simile nel film.

Con due nuovi personaggi della serie confermati, oltre a un’anteprima dell’accuratezza di Yoshi, The Super Mario Galaxy – Il film si preannuncia come un’altra avventura ricca di easter egg nel mondo di Mario. La confezione Pillsbury promette anche un’avventura attraverso più pianeti, che potrebbe contenere ancora più riferimenti alla duologia di videogiochi.

Una mamma per amica: Jared Padalecki sceglie chi è stato il miglior fidanzato di Rory nel grande dibattito sulla serie TV

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Sono passati 25 anni dall’uscita della commedia drammatica Una mamma per amica (Gilmore Girls), e l’argomento che continua a far discutere tutti è con chi avrebbe dovuto finire Rory Gilmore (interpretata da Alexis Bledel).

In un’intervista con People, Jared Padalecki, noto per aver interpretato il primo fidanzato di Rory, Dean Forester, e Matt Czuchry, che ha interpretato il suo fidanzato del college Logan Huntzburger, hanno finalmente rivelato chi secondo loro era il fidanzato migliore per Rory.

Padalecki: “Io tifo per Jess, è divertente. Conoscendo la serie e avendo un’idea di dove fosse Rory nella sua vita. Erano tutti imperfetti, chiariamoci. Beh, direi che Dean era imperfetto. Avevano tutti i loro problemi, ma oggi tifo per Jess”.

Czuchry: “La mia opinione è cambiata nel corso del tempo. Penso che ora, dato che abbiamo avuto quella parte su Netflix che tornava indietro nel tempo e abbiamo avuto anche quell’altro aspetto, che è stato fantastico, è stato molto divertente, ma penso che se lui cambiasse vita, allora potrei vedere Logan tornare e stare con Rory. Si troverebbe in una situazione completamente diversa nella sua vita”.

Jess (interpretato da Milo Ventimiglia), Dean e Logan hanno tutti desiderato la protagonista mentre lei affrontava gli alti e bassi della vita insieme a sua madre, Lorelai Gilmore (interpretata da Lauren Graham). La serie è durata sette stagioni, compreso lo spin-off di Netflix Gilmore Girls: A Year in the Life.

Il duo madre-figlia Lorelai e Rory è presente in tutta la serie, dove il loro legame viene messo alla prova, ma alla fine rimane indissolubile. Creata da Amy Sherman-Palladino, la serie ha avuto una rinascita da quando è arrivata su servizi di streaming come Netflix, portando una nuova generazione a trovare gioia e umorismo nella stravagante città di Stars Hollow.

Czuchry e Padalecki riflettono sul successo della serie e sul motivo per cui credono che Gilmore Girls sia ancora popolare dopo 25 anni. Czuchry afferma: “È semplicemente incredibile che dopo tutto questo tempo siamo ancora qui e ne parliamo con tutte le generazioni che hanno guardato la serie. È semplicemente bellissimo far parte di quella storia.”

Padalecki riflette sull’incontro con i suoi colleghi del cast, tra cui Czuchry, quando il suo personaggio è arrivato sul set nella quinta stagione. “Mi piacerebbe dire che mi è sembrato un cambio della guardia, ma penso che Rory [interpretata da Alexis Bledel] avesse già rotto con Dean. Sapevo che era in buone mani”, ha affermato.

Gilmore Girls è attualmente disponibile in streaming su Netflix.

Ana de Armas in trattative per unirsi al film con Cameron Diaz

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Ana de Armas sta entrando nella fase finale delle trattative per partecipare al prossimo film con Cameron Diaz. L’ultimo ruolo di successo di De Armas è stato nel film Ballerina, spin-off di John Wick, uscito nelle sale il 6 giugno. Ha anche recitato al fianco di Sydney Sweeney e Vanessa Kirby in Eden, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival 2024 e uscito negli Stati Uniti il 22 agosto 2025.

Secondo Deadline, la De Armas è ora in trattative finali per partecipare al film Reenactment del regista Grant Singer. Non sono ancora stati rivelati dettagli sulla trama del film, ma Diaz e Benicio del Toro sono già stati scritturati. La produzione inizierà presto a Los Angeles e il produttore Patrick Wachsberger della 193 venderà il progetto all’American Film Market di questa settimana.

Reenactment è il secondo lungometraggio diretto da Singer, che in passato si è occupato principalmente di video musicali e spot pubblicitari. In precedenza ha diretto video musicali per Taylor Swift, The Weeknd, Ariana Grande, Lorde, Camila Cabello e Travis Scott. Il primo lungometraggio di Singer, Reptile, era un thriller poliziesco che è diventato un grande successo in streaming su Netflix.

Anche in questo film recitava del Toro, e l’attore e il regista hanno scritto la sceneggiatura insieme a Benjamin Brewer. La Black Label Media, che ha prodotto Reptile, sta producendo anche Reenactment. Come altro film in uscita con Cameron Diaz, Reenactment segna il suo ritorno alla recitazione dopo una pausa di 10 anni dal mondo del cinema.

Il ritorno della Diaz è iniziato con la commedia d’azione di Netflix Back in Action, dove ha ritrovato il suo ex co-protagonista Jamie Foxx. Quello è diventato il settimo film in lingua inglese più visto di sempre sulla piattaforma, con 147,2 milioni di visualizzazioni.

La Diaz ha anche completato le riprese del film commedia dark di Jonah Hill Outcome e recita in un altro film commedia d’azione di Netflix, Bad Day. Il suo prossimo ruolo più importante in uscita è quello in Shrek 5, dove riprenderà il ruolo di Fiona. Il tanto atteso sequel uscirà il 30 giugno 2027.

Per quanto riguarda del Toro, la notizia del suo casting in Reenactment arriva dopo che la sua interpretazione ha ricevuto recensioni stellari in Una battaglia dopo l’altra di Paul Thomas Anderson. Con Ana de Armas in fase di trattative finali per entrare nel cast di Reenactment e il film che entrerà presto in produzione, probabilmente non passerà molto tempo prima che vengano rivelati i dettagli della trama e il genere del progetto.

Vince Gilligan spiega perché i titoli di coda di Pluribus terminano con “Questo show è stato realizzato da esseri umani”

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Il creatore di Breaking Bad, Vince Gilligan, ha spiegato il motivo del messaggio che appare alla fine di Pluribus. La nuova serie drammatica di fantascienza di Apple TV si svolge ad Albuquerque, nel New Mexico, e segue Carol (Rhea Seehorn), la persona più infelice del pianeta, che deve salvare il mondo da un virus globale che ha reso tutti inesorabilmente ottimisti.

Quando scorrono i titoli di coda di ogni episodio, gli spettatori si trovano davanti a una breve ma significativa affermazione: “Questo show è stato realizzato da esseri umani.” Parlando con Variety, Gilligan ha spiegato l’intento dietro questo messaggio e la sua posizione sull’intelligenza artificiale. Il creatore di Better Call Saul non ha usato mezzi termini, definendo l’IA “la macchina di plagio più costosa ed energivora del mondo.”

Conosciuto per le sue storie incentrate sull’uomo, sul conflitto morale e sull’emozione, lo scetticismo di Gilligan non sorprende: riflette infatti la preoccupazione più ampia che molti artisti provano per la crescente presenza dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’arte.
Ecco le parole di Gilligan:

Odio l’intelligenza artificiale. L’IA è la macchina di plagio più costosa ed energivora del mondo. Penso che ci sia un’altissima probabilità che sia tutta una montatura. È fondamentalmente un gruppo di centimiliardari il cui più grande obiettivo nella vita è diventare i primi trilionari del mondo. Credo che stiano vendendo aria fritta.

Il creatore ha poi chiarito che non teme che l’intelligenza artificiale possa sostituire la creatività umana, poiché semplicemente non crede che le macchine possano creare significato:

“Il mio fornetto elettrico non diventa improvvisamente Thomas Keller solo perché mi scalda una pizza deliziosa,” ha detto Gilligan.

Il suo scetticismo non deriva solo dai limiti creativi della tecnologia, ma anche dalle sue potenziali conseguenze morali, poiché ammette che la sua mente “freme” di fronte alla minaccia che l’IA possa svilupparsi fino a diventare “una vera entità senziente, dotata di un’anima e quindi di una propria identità.” Ecco il resto delle sue riflessioni:

[…] Se mai dovessero arrivare a questo punto, allora tutta la discussione sulla schiavitù dovrebbe tornare al centro della conversazione. Questi trilionari vorranno guadagnare da qualcosa che ormai è cosciente. allora sarà uno schiavo? A quel punto sarebbe un essere veramente senziente, e questi stronzi della Silicon Valley lo monetizzeranno contro la sua stessa volontà, giusto? Ecco la storia che scriverei. Ma è già stata raccontata fino alla nausea.

Le sue parole mettono in luce un dibattito sempre più acceso tra i cineasti sull’autenticità nell’era dello streaming, in cui i progressi tecnologici spesso finiscono per oscurare l’intento creativo — come nel caso della decisione di Coca-Cola di usare l’intelligenza artificiale generativa per realizzare le proprie pubblicità natalizie negli ultimi due anni.

Il messaggio di Gilligan, “made by humans”, suona quindi più come una dichiarazione d’intenti che come una protesta, ricordando al pubblico che Pluribus è stata concepita da persone reali, capaci di portare vere emozioni nel proprio lavoro.

Pluribus ha come protagonista Rhea Seehorn, che si riunisce con Gilligan dopo la sua interpretazione nominata agli Emmy in Better Call Saul. La sua rappresentazione di una donna moralmente conflittuale in un futuro corrotto ha già ricevuto ampi consensi, con la critica che l’ha definita “il cuore emotivo della serie.”

La collaborazione tra Seehorn e Gilligan rimane una delle più riuscite della televisione moderna, con la loro intesa che continua a esaltare la drammaticità centrata sui personaggi in un’epoca spesso dominata dalla sovrastimolazione visiva.

Oltre al suo contenuto riflessivo, Pluribus è già diventata un successo per Apple TV. La serie ha debuttato con ottimi ascolti e recensioni entusiaste, elogiata per la scrittura e la profondità tematica. Il suo esordio segna la transizione di Gilligan dal realismo crudo alla fantascienza filosofica, un cambiamento di genere che però resta perfettamente coerente con il suo interesse per la natura umana.

La frase finale di Pluribus è già diventata oggetto di discussione online, alimentando conversazioni sui progetti guidati dall’intelligenza artificiale e sull’autenticità. La semplice decisione di Gilligan di aggiungere quel messaggio funge sia da dichiarazione creativa sia da promemoria: la migliore arte è fatta dagli esseri umani, e anche nei mondi più avanzati emozione ed empatia non possono essere automatizzate.