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George Clooney rivela: “Non farò più film romantici”

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George Clooney rivela: “Non farò più film romantici”

George Clooney ha parlato con 60 Minutes del prossimo adattamento a Broadway del suo film candidato all’Oscar, Good Night, and Good Luck. Nello spettacolo Clooney, oggi 63enne, interpreta il giornalista Edward R. Murrow, un ruolo che ha dichiarato di non essersi sentito pronto a ricoprire quando ha diretto il film nel 2005. “Murrow aveva una gravitas che a 42 anni non ero in grado di raggiungere”, ha detto a Jon Wertheim di 60 Minutes.

Il rovescio della medaglia, ha detto Clooney, è che ci sono ruoli per i quali non è più adatto. “Sentite, ho 63 anni”, ha detto l’attore a Wertheim. “Non sto cercando di competere con i protagonisti di 25 anni. Non è il mio lavoro. Non farò più film romantici”. Non che ne abbia fatti molti, comunque. Mentre promuoveva Ticket to Paradise nel 2022, Clooney ha fatto notare che non faceva una commedia romantica dal 1996.

Tuttavia, l’età e l’esperienza hanno i loro privilegi. Oltre a possedere la gravitas necessaria per interpretare Murrow, Clooney ha dichiarato a 60 Minutes di sentirsi finalmente in grado di reggere il confronto con il palcoscenico di Broadway. “Non so se sarei riuscito a farlo prima. Non ero… non ho fatto il lavoro necessario per arrivarci”. Ha continuato: “Voglio dire, non c’è un solo attore vivente che non avrebbe voluto, sai, essere a Broadway. È questo il bello”.

Clooney ha poi affermato di avere un modello piuttosto valido per allontanarsi dal ruolo di protagonista romantico. “Paul Newman era il migliore in questo campo”, ha dichiarato al Washington Post nel 2022. “Ha capito, [con] Il verdetto, onestamente, che era un attore caratterista e ha accettato quel ruolo. Non si è opposto, né ha cercato di rifarsi il viso o di sembrare più giovane e di recitare più giovane. Ha semplicemente detto: ‘Ok, questo è ciò che sono ora’, e ha cambiato un po’ le aspettative”.

Avengers: Doomsday, Robert Downey Jr. ha chiesto ai fratelli Russo di dirigere il film

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L’idea che Robert Downey Jr. dovesse interpretare uno dei cattivi per eccellenza della Marvel è precedente al suo ruolo di uno dei buoni per eccellenza. Quando Downey è salito sul palco vestito da Dottor Destino al Comic-Con di San Diego l’anno scorso è stato uno shock per quasi tutti, in gran parte perché aveva già salvato l’Universo Marvel nel ruolo di Tony Stark. Ma sembra che l’idea di Downey nei panni del cattivo Victor Von Doom risalga a molto prima che l’attore venisse scritturato come alter ego di Iron Man, ovvero a I Fantastici 4 del 2005.

Joe Russo – che dirigerà i prossimi due film degli Avengers insieme al fratello Anthony – ha recentemente rivelato chi ha avuto l’idea di riportare Downey – non come Stark ma come cattivo dei Fantastici Quattro: nientemeno che il boss dei Marvel Studios Kevin Feige. “È stato Kevin”, ha dichiarato recentemente il giovane Russo all’outlet online Omelete. “È interessante notare che la conversazione è avvenuta un po’ di tempo fa”. Victor Von Doom è poi stato interpretato nel film del 2005 da Julian McMahon, star di Nip/Tuck, mentre Downey ha poi debuttato come Stark in Iron Man del 2008, ma Feige ha mantenuto l’idea di affidare a Downey il ruolo di Doom.

Questa volta, una volta accettato, l’attore ha cercato di convincere i registi di Avengers: Endgame a rimettere insieme il gruppo per i prossimi Avengers: Secret Wars e Avengers: Doomsday. Secondo Joe, all’inizio il duo ha esitato. “Robert ha cercato di convincerci a farlo e noi abbiamo detto ‘no’. Non avevamo una storia. Non avevamo una via d’accesso. Per un po’ abbiamo fatto resistenza”. Alla fine i fratelli hanno trovato un’idea. “Un giorno Steve McFeely, uno dei nostri principali collaboratori, ha detto: “Ho un’idea”. E noi abbiamo detto: ‘Questa è la storia! Questa storia deve essere raccontata. È una storia davvero potente”.

Di che idea si tratta? Nessuno dei due registi ha voluto divulgare molto, finché Joe ha aggiunto: “L’unica cosa che dirò del film è questa: Amiamo i cattivi che pensano di essere gli eroi delle loro storie. È allora che diventano tridimensionali e più interessanti. E quando hai un attore come Robert Downey, devi creare un personaggio tridimensionale e ben modellato per il pubblico”. Non resta che attendere di poter conoscere maggiori dettagli sul film, la cui uscita è prevista per il maggio 2026.

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

Il ritorno di Downey nel MCU è stato annunciato al Comic-Con dello scorso anno, dove è stato svelato che l’attore interpreterà Victor Von Doom nei prossimi due film dei Vendicatori. A dicembre Deadline ha riportato la notizia che Chris Evans sarebbe tornato nell’universo Marvel in un ruolo ancora da definire. Un altro casting per il prossimo Avengers: Doomsday è quello di Hayley Atwell, che dovrebbe riprendere il suo ruolo di Agente Carter.



Mr. Morfina: la verità sull’insensibilità congenita al dolore del protagonista

Mr. Morfina (qui la recensione), commedia d’azione del 2025, è incentrata su un uomo incapace di provare dolore, il che porta naturalmente a chiedersi se la sua condizione sia una vera malattia genetica o solo un espediente hollywoodiano. Con un cast guidato da Jack Quaid e Amber Midthunder, il film segue un mite assistente direttore di banca che usa la sua incapacità di provare dolore a suo vantaggio mentre insegue un trio di rapinatori che hanno preso in ostaggio la donna che ama. Non mancano ferite raccapriccianti per il protagonista, Nathan Caine, che rinuncia alla sicurezza personale per progredire nella sua ricerca.

Durante l’inseguimento, Nate viene infatti colpito sia da una pistola che da una balestra, si bolle la mano nell’olio da frittura per recuperare un’arma, viene colpito alla schiena da una fiocina fatta in casa, subisce un forte trauma cranico e subisce persino una tortura brutale ma esilarante. Sebbene tutto ciò faccia parte del fattore di intrattenimento del film, sembra irrealistico che qualcuno possa subire così tanti danni al proprio corpo e continuare a combattere e a correre. Il dolore fisico che riesce a ignorare dall’inizio alla fine di Mr. Morfina è ciò che rende la sua condizione cinematografica così affascinante.

L’insensibilità congenita al dolore è un disturbo reale

La condizione di Nate è del tutto legittima, fino al nome medico specifico che le dà quando ne parla per la prima volta con Sherry. Secondo Medline Plus, l’insensibilità congenita al dolore con anidrosi (CIPA) è caratterizzata da due elementi chiave: l’incapacità di percepire il dolore o le variazioni di temperatura e una forte riduzione della sudorazione. Le persone affette da CIPA guariscono però più lentamente del normale da lesioni ossee e cutanee e possono soffrire degli effetti duraturi di lesioni che guariscono in modo non corretto. Alcuni studi stimano la frequenza della condizione a circa 1 su 125 milioni di nascite, ma è difficile ottenere stime precise a causa dell’elevato tasso di mortalità.

Jack Quaid in Mr. Morfina
Jack Quaid in Mr. Morfina

Come descrive Nate, la CIPA porta infatti a frequenti lesioni gravi, soprattutto ustioni e tagli, poiché si manifesta tipicamente alla nascita o nella prima infanzia. Chi soffre di CIPA spesso si morde la lingua o le dita senza saperlo, causando gravi lacerazioni. A causa dell’anidrosi (mancanza di sudorazione), molti soggetti affetti da CIPA soffrono di ipertermia (surriscaldamento) per l’incapacità del corpo di raffreddarsi con il sudore, con conseguenze spesso letali. Si tratta di una condizione estremamente grave e tipicamente letale, anche se ci sono esempi di persone che vivono in età adulta con la CIPA grazie a un’attenta gestione, proprio come fa Nate.

La rappresentazione di Novocaine dell’insensibilità congenita al dolore è accurata?

Sebbene Mr. Morfina faccia un buon lavoro nel rappresentare la completa insensibilità di Nate al dolore e al calore estremo, banalizza alcuni degli effetti più letali e meno cinematografici della condizione. Il fatto che il corpo di Nate sembri completamente normale all’inizio del film non è impossibile per una persona affetta da CIPA, ma sarebbe estremamente improbabile data l’incapacità di guarire a un ritmo normale. Come Nate nota alla mostra d’arte quando appare uno dei suoi tormentatori delle scuole medie, in gioventù è stato picchiato spesso.

Se così fosse, probabilmente avrebbe avuto problemi di sviluppo, con ferite che guariscono lentamente mentre le ossa e le articolazioni stanno ancora crescendo. Inoltre, non mostra alcuno degli effetti mortali del surriscaldamento, data la sua anidrosi, soprattutto se si considera quanto si esercita. Il film sorvola anche sul fatto che, pur non sentendo il dolore, molte delle ferite subite impediscono letteralmente al suo corpo di funzionare normalmente, impedendogli di continuare a correre e combattere. In definitiva, Mr. Morfina riprende alcuni elementi della condizione, ma ne cambia molti altri per il bene del film.

Sons: recensione del film di Gustav Möller

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Sons: recensione del film di Gustav Möller

I centri di detenzione nascondono in tutto il mondo delle realtà parallele, in cui sembrano vigere regole diverse, in cui spesso è la forza ad avere la meglio. Questo è un tema che merita certamente l’attenzione del pubblico e viene presentato con tutta la sua crudezza in Sons (titolo originale Vogter). La pellicola, presentata e candidata per l’orso d’oro al Festival del cinema di Berlino, porta alla luce la quotidianità di una prigione danese, tra conflitti di potere tra detenuti e polizia penitenziaria.

Sons, diretto da Gustav Möller (il colpevole-The guilty, da cui il remake di Netflix The guilty), presenta nel cast alcune figure già note nel panorama cinematografico internazionale. Tutto il film ruota intorno a Eva, guardia interpretata da Sidse Babett Knudsen (Westworld, Inferno), e Mikkel, uno dei detenuti interpretato da Sebastian Bull. Sons, presentato ai Firebirds awards nel Hong Kong film festival, è uscito vincitore nella categoria Cinema Giovani (mondo).

Sons: la vendetta del carceriere

Eva svolge una vita tranquilla e abitudinaria: svolge i suoi turni presso il penitenziario in cui lavora, in un padiglione in cui si trovano detenuti con reati minori, cerca di rendere la vita dei carcerati più normale possibile, favorendone la riabilitazione. Poco sa lo spettatore della sua vita al di fuori del carcere, finché dei nuovi detenuti vengono trasferiti nel penitenziario dove lavora. Uno nello specifico colpisce l’attenzione di Eva: si tratta di Mikkel, il responsabile della morte del figlio, Simon. Mikkel aveva brutalmente assassinato il ragazzo mentre si trovavano entrambi detenuti in un altro carcere.

La rabbia e la sete di vendetta guidano Eva a chiedere il trasferimento nel padiglione in cui si trova Mikkel, quello dedicato ai detenuti di massima sicurezza. Qui inizia un gioco di giustizia perversa da parte di Eva contro il detenuto. Ogni azione però non sembra soddisfare Eva, la quale non trova nella sofferenza di Mikkel nessun vero sollievo dalla sua perdita. Dopo un culmine a questo climax di violenza, Eva sembra credere, sperare in una possibile riabilitazione di Mikkel, finendo però con lo sbagliarsi.

Sons Foto di Nikolaj Moeller

Sons: poliziotto o criminale?

“Quando avevo la tua età, i preti ci dicevano che potevamo diventare poliziotti o criminali. Oggi quello che ti dico io è questo: quando hai davanti una pistola carica, qual è la differenza?”

Questa celebre citazione del film The departed: il bene e il male permette di riflettere sulla contrapposizione, talvolta troppo marcata, tra la polizia, rappresentante nobili valori di giustizia e ordine, e i detenuti, simbolo di criminalità e violenza. Pian piano che si procede con la narrazione, però, in Sons questa differenza tende ad affievolirsi sempre di più.

Mikkel, da pericoloso assassino quale è, diventa quasi una vittima nelle mani di  Eva, la quale pur di vendicare la morte del figlio porta avanti una strategia di veri e propri “dispetti” nei confronti del detenuti, passando dal sputargli nel cibo, a non garantirgli l’uso del bagno, per culminare nella brutale violenza.

Eva si lascia pervadere totalmente dalla rabbia nei confronti di Mikkel, dimostrando una ferocia e un disprezzo non indifferenti. Ma proprio le prime scene mostrano come la donna non sia di per se una persona violenta e spregevole. Proprio per questo motivo, dopo un culmine di violenza, Eva sembra cambiare totalmente il proprio atteggiamento nei confronti di Mikkel, sia per le minacce di sporgere denuncia ma forse anche per un sentimento di vergogna. In fin dei conti, anche Mikkel è un giovane come lo era suo figlio, e può essere meritevole di una nuova possibilità dalla vita.

La prigione: da punizione a riabilitazione

Fin dal Panopticon dell’utilitarista inglese Jeremy Bentham nel XVIII secolo, la prigione è stata ipotizzata dai filosofi e realizzata negli stati democratici come un luogo di riabilitazione, non solo di detenzione. I paesi del nord Europa sono notoriamente conosciuti per l’alto livello di risocializzazione e servizi che vengono garantiti nelle carceri, e ciò viene facilmente dedotto anche in Sons, nella prima parte del film in cui Eva si trova in un settore con detenuti condannati per reati meno gravi. Si vede come tutti vengano trattati quasi alla pari, come gli venga garantito di girare liberamente fuori dalle loro celle durante il giorno, e come questi possano svolgere lavori o corsi vari, come quello di yoga tenuto da Eva. Quest’ultima infatti sembra credere molto nel reindirizzare e rieducare i detenuti, creando un rapporto molto stretto con i ragazzi della sua sezione e cercando anche a seguire di salvare Mikkel.

Diverso è certamente il caso della sezione con i detenuti più gravi: qui la polizia stessa si comporta in maniera più dura e severa, ricorrendo a brutali costrizioni come l’uso cinghie e costrizioni fisiche. Sons si afferma come una pellicola molto efficace nel presentare una realtà non sempre ben nota, e lo fa in maniera talvolta cruda e diretta.

Totenfrau – La signora dei morti – Stagione 2: la spiegazione del finale

La seconda stagione dello show tedesco di Netflix, Totenfrau – La signora dei morti, presenta un ritorno a un mondo oscuro e violento per Brunhilde Blum. Due anni dopo aver vendicato la morte di suo marito – e aver scoperto nel frattempo un disgustoso giro di traffico di esseri umani – l’impresaria di pompe funebri locale e il suo assistente, Reza, continuano a rimanere sotto il radar della legge. Tuttavia, il passato li raggiunge di nuovo quando l’improvvisa scoperta del cadavere di un vecchio nemico riapre un caso di polizia. Di conseguenza, l’agente federale Wallner si insospettisce rapidamente di Blum e del suo passato sepolto. Contemporaneamente, un problema più urgente emerge quando sua figlia Nela viene rapita. Così, con i problemi che arrivano da tutte le parti, Blum si ritrova in una corsa contro il tempo per salvare la sua famiglia e impedire che le ombre del suo passato si impossessino della sua vita.

LEGGI ANCHE: Totenfrau – la signora dei morti, recensione della prima stagione della serie Netflix

Cosa accade nella seconda stagione di Totenfrau – La signora dei morti

Brunhilde Blum e Reza hanno tenuto il loro passato segreto per quasi due anni, quando finalmente un nuovo problema bussa alla loro porta. Si scopre infatti che una delle bare in cui l’impresaria di pompe funebri e la sua assistente avevano nascosto le prove dei loro crimini passati sta per essere riesumata a causa di alcuni problemi legali. Di conseguenza, è destinato a dipanarsi un filone dannoso che rivelerà inevitabilmente il coinvolgimento di Blum nella morte di più uomini. Anche se i due cercano di risolvere la questione con un tombarolo nel cuore della notte, la cosa non fa altro che accelerarsi quando un testimone per poco non li becca. Di conseguenza, finiscono per lasciare sulla scena del crimine alcune parti del corpo fatte a pezzi.

Una di queste parti del corpo appartiene a Edwin Schönborn, erede della lucrosa famiglia Schönborn. Questo porta alla riapertura dell’indagine sul suo omicidio, che porta l’agente federale Wallner nella piccola città. Fin dall’inizio, la detective sospetta di Blum, certa che l’impresaria di pompe funebri abbia i mezzi e i motivi per compiere l’omicidio. Per lo stesso motivo, segue con determinazione la stessa pista, saltando a volte anche la burocrazia per ottenere risultati. Così finisce per arrestare la donna senza un mandato. Tuttavia, all’orizzonte della Blum si profilano complicazioni maggiori. In precedenza, la sua casa è stata violata da un criminale esperto che era a caccia di qualcosa.

Durante la detenzione, un avvocato, Herbert Wagenschaub, fa visita a Blum con il pretesto di essere il suo legale. Attraverso un messaggio registrato, le rivela che sua figlia, Nela, è stata rapita da un misterioso gruppo disposto a chiedere un riscatto per la registrazione del vile filmato porno di Edwin. Tuttavia, la donna non è in possesso del video. Di conseguenza, si ritrova a dover trovare un modo per rintracciare la figlia e salvarla da un destino crudele. Mentre segue diverse piste – e si rivolge persino a Johanna Schönborn per chiedere aiuto – Reza prende una decisione estrema: si prende la colpa per lei e confessa l’omicidio di Edwin.

Nel frattempo, anche Johanna si ritrova in acque pericolose. La riapertura del caso dell’omicidio del figlio ha gettato una luce indesiderata sulla sua azienda, soprattutto dall’interno. Badal Sarkissian, che è anche il mandante del rapimento di Nela, è in lizza per sottrarre le quote di Edwin e conquistare l’intera azienda. Tuttavia, la sua ricerca del video incriminato dell’erede non è finalizzata ai suoi scopi. Al contrario, Lange, attualmente candidato a sindaco, ha chiesto all’uomo d’affari/capo della criminalità di recuperare il filmato. A sua volta, è ricattato da un’altra parte con un video simile che lo ritrae mentre stupra e uccide una donna.

Col tempo, la situazione di Blum si aggrava, soprattutto dopo aver perso un’importante merce di scambio: Amar, la sorella di Sarkissian. Per questo motivo, non ha altra scelta che chiedere aiuto alla polizia e arrendersi. Tuttavia, sceglie di avvalersi dell’aiuto di Wallner, ritenendola affidabile. In quel momento, la poliziotta è però alle prese con i suoi problemi, in particolare con l’omicidio di un collega per legittima difesa e la conseguente sospensione. Tuttavia, la sua indagine l’ha resa sospettosa anche nei confronti di Sarkissian. Pertanto, quando Blum promette di rivelare la verità sul caso di Edwin, Wallner accetta di aiutarla a catturare l’uomo d’affari. I due formano un’ottima squadra e riescono a trovare la posizione di Nela in tempo utile. Di conseguenza, si ritrovano a cercare una tenuta abbandonata mentre respingono Sarkissian e il suo tirapiedi.

Cosa accade a Blum?

Nel corso della stagione 2 di Totenfrau – La signora dei morti, Blum rischia quindi di essere arrestata per i suoi crimini passati. Tuttavia, la sua storia è ampiamente oscurata dal pericolo più spaventoso che circonda la vita di Nela. In precedenza, Nela era solo un ostaggio, il che la rendeva relativamente più sicura rispetto all’alternativa. Tuttavia, ora che la sorella di Sarkissian, Tamar, è morta e lui è in cerca di vendetta, il destino dell’adolescente è praticamente segnato. Per lo stesso motivo, verso la fine, costituirsi diventa un sacrificio che la Blum è disposta a fare. Per questo motivo, si allea con Wallner: una decisione che dà i suoi frutti molto presto, perché porta la madre alla tenuta in cui la figlia è tenuta prigioniera.

Britta Hammelstein in Totenfrau - La signora dei morti
Britta Hammelstein in Totenfrau – La signora dei morti. Courtesy of Netflix 2025

Sarkissian intende vendicarsi di Blum trasformando la figlia in una delle sue vittime attraverso lo stupro, la tortura e infine la morte, che verranno registrate per essere diffuse nella sua cerchia di malati. Mentre la madre cerca Nela, Wallner rinchiude Sarkissian nella sua auto. Tuttavia, i suoi scagnozzi riescono alla fine a farlo uscire dalla sua prigione. Per questo, ben presto, trovare Nela non è più la sfida più grande. Invece, uscire dalla tenuta con le loro vite diventa il vero ostacolo per le donne. Una volta che Blum ha trovato la figlia, Sarkissian e uno dei suoi scagnozzi tentano di incapacitare la madre per farla assistere alla tortura della giovane.

Ciononostante, Blum si rifiuta di arrendersi senza combattere. Per questo motivo, la donna sopraffà lo scagnozzo di Sarkissian prima di usare la sua pistola per ingaggiare un confronto con l’altro uomo. Anche se riesce a sparargli, facendo guadagnare a se stessa e a Nela il tempo necessario per fuggire dalla stanza delle torture, si procura una ferita mortale da taglio. Inoltre, una volta che il duo è quasi al sicuro, Sarkissian li raggiunge e ingaggia con Blum un altro combattimento in cui allevia la pressione della lama sulla ferita da taglio. Alla fine, l’intervento di Nela aiuta la madre ad avere la meglio e a ridurre in poltiglia l’aggressore con un tubo. Tuttavia, la realtà della ferita rimane.

Senza la pressione della lama, è più probabile che Blum muoia dissanguata. Così, anche se le autorità stanno arrivando, sembra che questa possa essere la fine per lei. Per lo stesso motivo, si rassegna al suo destino e cerca di dare un amaro addio alla figlia. Tuttavia, la storia di Blum non finisce qui. Quando la narrazione di Totenfrau – La signora dei morti passa all’epilogo, si vede la donna circondata dalla sua famiglia, apparentemente viva. Alla fine, Blum sopravvive, anche se la sua mobilità sembra essere stata sacrificata nel processo. Tuttavia, la donna deve continuare a convivere con la realtà della sua esistenza e con il fatto che non sembra mai troppo lontana dalla morte, in un modo o nell’altro. Alla fine, comincia a rendersi conto che non potrà mai mettere veramente da parte queste cose orribili. Per questo, il massimo che può fare è assicurarsi che i suoi cari siano al sicuro e lontani da tutto ciò, anche se questo finisce per portarli via da Blum.

Come ha fatto Johanna a ottenere il video di Lange? Perché lo stava ricattando?

Dopo il salvataggio di Nela, si apre il caso criminale di Sarkissian. La polizia scopre i resti di diverse donne nella tenuta, il che promette grossi guai al neoeletto governatore Lange. L’uomo d’affari è stato a lungo un sostenitore del politico, sia pubblicamente che finanziariamente, e il loro legame era così profondo che la tenuta era originariamente intestata a Lange. Per questo motivo, il caso porta molta attenzione indesiderata sui suoi possibili legami con le organizzazioni di trafficanti di sesso. Alla fine, il governatore si rende conto che non c’è modo di uscire da questa situazione senza che venga rivelato il suo coinvolgimento nella circolazione dei video porno di tortura. Pertanto, si suicida prima che la polizia possa raggiungerlo.

Tuttavia, una rivelazione interessante in Totenfrau – La signora dei morti arriva all’indomani della morte di Lange. Si scopre che era Johanna a ricattare il politico fin dall’inizio. L’interesse per il video di Edwin è emerso dopo il ritrovamento dei suoi resti, portando alla riapertura del suo caso irrisolto. Johanna sapeva che il controllo della polizia, soprattutto quello di un agente federale come Wallner, avrebbe potuto creare problemi all’immagine di Edwin, visto il suo passato poco raccomandabile. Per lo stesso motivo, decide di ricattare Lange, il futuro governatore. Pensa che lui possa trovare un modo per localizzare efficacemente il video, permettendole di cancellare la sua ombra oscura sul nome della famiglia Schönborn. Fortunatamente, aveva lo strumento perfetto da usare contro il politico per fargli eseguire i suoi ordini.

Come Edwin, anche Lange aveva partecipato allo stupro di gruppo di una vittima della tratta di esseri umani, che era stato registrato per essere fatto circolare in circoli malati. Tuttavia, in questo caso particolare, la maschera del politico si era momentaneamente tolta, rivelando la sua identità su nastro. Edwin aveva conservato questo video sul suo computer, che Johanna aveva trovato dopo la sua morte. Data la promettente traiettoria politica di Lange, aveva intenzione di tenere il filmato sulla testa dell’uomo per molto tempo, a proprio vantaggio. Per lo stesso motivo, il suo inaspettato suicidio manda all’aria i suoi piani. Tuttavia, la donna ha intenzione di mantenere un controllo sul potere politico della città, anche se ciò significa che potrebbe candidarsi lei stessa a governatore.

Emilia Pieske in Totenfrau - La signora dei morti
Emilia Pieske in Totenfrau – La signora dei morti. Courtesy of Netflix 2025

Cosa succede a Nela? Blum uccide Sarkissian?

Nela rimane dunque in perenne pericolo per tutta la durata della storia, poiché diventa uno degli ostaggi di Sarkissian. Tuttavia, non riesce mai a comprendere veramente il contesto del suo rapimento. Poiché la Blum preferisce tenere nascosto ai figli tutto ciò che riguarda le sue fughe più pericolose, l’adolescente non ha idea del perché il passato della madre l’abbia messa in pericolo. Fortunatamente, la madre riesce a salvare la figlia in tempo. Inoltre, mentre sta morendo, cerca di sostenere la sua innocenza, dicendo alla figlia di non odiarla una volta che la polizia avrà scoperto qualcosa sul suo passato. Nonostante le sue motivazioni e l’immoralità delle sue vittime, la Blum è comunque responsabile di molte morti. Per questo motivo, ci si aspetta da lei un po’ di odio da parte di Nela e Tim.

Tuttavia, come rivela l’epilogo, Nela non si è allontanata dalla sua famiglia. Dato che la Blum è sopravvissuta alla ferita quasi mortale, è probabile che durante la convalescenza abbia condiviso con la figlia alcune delle sue verità più avverse. Tuttavia, a differenza di quanto accadeva in passato, quando i segreti spingevano Nela ad allontanarsi, la realtà – a prescindere dalla sua oscurità – ha costretto l’adolescente a combattere al fianco della sua famiglia. Per questo motivo, ha rinunciato al suo sogno di fuggire dalla piccola città. Tuttavia, c’è un certo distacco tra il duo madre-figlia che mostra la transizione di Nela da adolescente a giovane adulta. Anche la sua relazione con Alex, che è passata da una storia d’amore vorticosa a una possibilità stabile di un futuro insieme, simboleggia la stessa cosa.

La spiegazione del finale di Totenfrau – La signora dei morti: Wallner arresta Blum?

A differenza di Nela e Blum, il detective Wallner non ha una conclusione positiva nella seconda stagione di Totenfrau – La signora dei morti. La poliziotta era intenzionata a risolvere il caso della morte di Edwin e a dimostrare la colpevolezza di Blum. Per riuscirci, aggira molte regole, piega le convenzioni e rischia persino di perdere il lavoro. Tuttavia, non si tira mai indietro di fronte ai suoi obiettivi. Anche quando aiuta Blum a salvare Nela, Wallner fa capire che si aspetta che la madre confessi il suo passato in cambio. Pertanto, era probabile che il futuro di Blum prevedesse la cella di una prigione, se la detective avesse avuto la meglio.

Tuttavia, sfortunatamente per la Wallner, non riesce mai a uscire viva dalla tenuta di Sarkissian. Mentre Blum va alla ricerca di Nela, la detective la copre affrontando l’abilissimo scagnozzo dell’uomo d’affari. Nelle ultime settimane, quest’uomo ha ucciso numerose persone, affermando la sua sorprendente competenza come killer professionista. Di conseguenza, diventa un avversario scoraggiante. Alla fine, la donna è riuscita a metterlo alle strette e a fargli aprire il fuoco. Tuttavia, mentre lui rimane vittima del suo colpo, anche Wallner si becca il suo proiettile. Così, l’operazione porta alla morte della detective, lasciando il suo caso freddo e irrisolto.

Mr. Morfina, guida alla colonna sonora: tutte le canzoni e quando vengono riprodotte

La colonna sonora di Mr. Morfina, in sala dal 27 marzo con Eagle Pictures, è un mix eclettico di pop e rock che si adatta all’energia in continua evoluzione della divertente narrazione action-comedy. Con Jack Quaid e Amber Midthunder, Mr. Morfina segue un giovane con una malattia congenita che gli impedisce di provare dolore mentre cerca di salvare la ragazza che ama dai rapinatori di banche che l’hanno presa in ostaggio.

La colonna sonora di Mr. Morfina funge da sfondo emotivo per gli avvenimenti del film, dagli inseguimenti in auto ai momenti intimi, mescolando diversi generi musicali e artisti per allinearsi alla storia. Non sorprende che la colonna sonora includa alcune canzoni i cui titoli si allineano al contenuto del film. Il classico “Everybody Hurts” dei R.E.M., ad esempio, apre il film, appoggiandosi ai concetti fondamentali sul dolore, sia interno che esterno. È un mix divertente che piace anche agli spettatori di tutte le età, poiché tutti, dalla Gen X alla Gen Z, riconosceranno almeno un paio di artisti popolari nella colonna sonora.

Colonna sonora di Mr. Morfina (2025)
Titolo della canzone Artista
“Everybody Hurts” R.E.M.
“Silver Bells” Andy Williams
“Casual” Chappelle Roan
“So Hot You’re Hurting My Feelings” Caroline Polachek
“This Is Gonna Hurt” Dirty Nice
“Mist of a Dream” Birdlegs and Pauline
“I Believe In A Thing Called Love” The Darkness
“Parsifal – Act II: Grausamer! Fuhlst Du Im Herzen” Richard Wagner
“You’re The Inspiration” Chicago
“Power Lines” Telekinesis

Quando ogni canzone della colonna sonora di Mr. Morfina viene riprodotta nel film

10 canzoni principali riprodotte durante il film

“Everybody Hurts” dei R.E.M.: come detto, il classico rock americano senza tempo dei R.E.M. ha dato il via al film ed è stato riprodotto sui titoli di testa. È continuato mentre il personaggio di Jack Quaid, Nathan Caine, si alzava, si preparava per il lavoro e guidava fino all’ufficio, il tutto mentre forniva scorci delle precauzioni che prendeva per non farsi male, come mettere le palline da tennis sui bordi taglienti del tavolo.

“Silver Bells” originariamente di Jay Livingston e Ray Evans: la versione di Andy Williams di questo classico natalizio viene riprodotta sullo sfondo della conversazione tra Nate e Sherry (Amber Midthunder) durante il pranzo in una tavola calda. È un’esposizione sia per Sherry che per il pubblico, poiché è la spiegazione più approfondita della condizione di Nate, insensibilità congenita al dolore con anidrosi.

“Casual” di Chappell Roan: il singolo del 2022 della cantante pop ultra popolare viene riprodotto nel locale della mostra d’arte di Sherry quando Nate entra per la prima volta e trova Sherry. Continua a riprodursi mentre parlano e lei rivela di avere i suoi dipinti esposti alla mostra, uno dei quali vende. È diventato un successo inaspettato nel 2024 quando la popolarità di Roan è salita alle stelle ed è stata una delle sette canzoni che Roan ha avuto contemporaneamente nella Billboard Top 100.

“So Hot You’re Hurting My Feelings” di Caroline Polachek: un altro successo inaspettato che è esploso su TikTok nel 2022 (ben dopo la sua uscita nel 2019), il singolo indie pop new wave di Caroline Polachek viene riprodotto mentre Nate e Sherry sono al bar del locale della mostra d’arte. Vengono avvicinati da qualcuno con cui Nate è andato a scuola, il che li porta a confrontare le loro spiacevoli storie con il dolore.

“This Is Gonna Hurt” di Dirty Nice: con uno dei titoli più scontati della colonna sonora di Novocaine, “This Is Gonna Hurt” di Dirty Nice suona mentre il personaggio del passato di Nate, il fratello della confraternita, sta chiacchierando con Sherry al bar. Mentre Nate è inizialmente devastato, si scopre che Sherry lo stava ingannando per fargli prendere un doloroso shot infuso di peperoncino fantasma, provocando un’agonia fisica per il suo vecchio bullo invece che dolore emotivo per Nate.

“Mist Of A Dream” di Birdlegs & Pauline: questa classica traccia R&B fluida del duo sposato Sidney “Birdlegs” Banks e sua moglie Pauline è stata pubblicata per la prima volta nel lontano 1964, ma è la canzone perfetta per la scena in cui è usata. La melodia dolce e sensuale fa da sfondo alla discussione di Nate e Sherry sul dolore contro il piacere nel suo appartamento e continua durante il loro primo incontro intimo.

“I Believe In A Thing Called Love” dei The Darkness: il singolo del 2003 della rock band inglese The Darkness è un vero inno e una rappresentazione del rock dei primi anni 2000, e la sua atmosfera ad alta energia si adatta perfettamente alla sua posizione nel film. Funziona come colonna sonora per Nate che si sveglia dopo la sua notte che gli ha cambiato la vita con Sherry, e Novocaine la posiziona come l’inverso di “Everybody Hurts”, suonandola ancora una volta su Nate che si prepara e va al lavoro, ma questa volta con un saltello e un sorriso sul viso.

“Parsifal – Atto II: Grausamer! Fuhlst Du Im Herzen” di Richard Wagner: la canzone d’opera tedesca viene suonata nel salone dei tatuaggi che Nate visita nel tentativo di ottenere informazioni su Ben, il rapinatore a cui ha sparato, basandosi su un tatuaggio sul suo braccio. L’opera tedesca è una gag su come il tatuatore, che inizialmente sembra amichevole, sia in realtà un neonazista, come dimostra il suo tatuaggio con una svastica sul collo.

“You’re The Inspiration” di Chicago: il classico soft rock del 1984 è usato ironicamente in base al suo titolo. Sebbene sia un ovvio riferimento all’affetto di Nate per Sherry, viene utilizzato mentre il rapinatore Andre tortura Nate nella casa del fratello morto. Nate è costretto a fingere di soffrire per guadagnare tempo finché Roscoe non può venire a salvarlo, quindi (in modo poco convincente) si comporta come se Andre si strappasse le unghie in realtà facesse male.

“Power Lines” dei Telekinesis: la canzone allegra del 2013 della band indie rock americana Telekinesis suona alla fine della visita di Nate a Sherry in prigione e nei titoli di coda del film. Corrisponde al finale positivo del film e il testo si adatta persino abbastanza bene alla trama del film con la sua discussione su una coppia in fuga e destinata al fallimento.

Dove ascoltare la colonna sonora di Novocaine

La colonna sonora ufficiale è uscita nel giorno della release USA

La colonna sonora altalenante di Mr. Morfina merita sicuramente di essere riascoltata, soprattutto per gli appassionati di rock e pop di epoche diverse. Ufficialmente intitolato Novocaine (Music from the Motion Picture), come il titolo originale del film, la colonna sonora del film è uscita il 14 marzo, giorno in cui il film è arrivato al cinema negli USA. Puoi trovare l’album sulla tua piattaforma preferita qui e scaricarlo direttamente sul tuo dispositivo non appena sarà disponibile.

Giustizia privata: la spiegazione del finale del film

Giustizia privata: la spiegazione del finale del film

Il genere dei film di vendetta ha avuto un’impennata di popolarità dopo il successo di Death Wish del 1974, e ha continuato ad avere successo anche in questi anni. Giustizia privata (qui la recensione) del 2009, ad esempio, è uno dei casi più interessanti, interpretato da  attori del calibro di Gerard Butler e Jamie Foxx. Il film è incentrato sul Clyde di Butler, che ha assistito all’omicidio della moglie e della figlia davanti ai suoi occhi, ma dopo che il sistema ha lasciato andare il loro assassino a cuor leggero, giura una vendetta epica.

Giustizia privata pone dunque domande interessanti sul sistema giudiziario e gioca con le simpatie del pubblico. Dato tutto quello che ha subito il protagonista, è difficile non fare il tifo per lui, ma gradualmente diventa così mostruoso che gli spettatori si schierano in seguito con il Rice di Foxx. Detto questo, Rice ha deciso di essere clemente con l’assassino della famiglia di Clyde, il che ha portato in parte a tutto il pasticcio. La campagna di Clyde inizia quindi con la tortura e l’omicidio del suddetto assassino, ma nonostante l’arresto, riesce in qualche modo a colpire e uccidere altre vittime, come un giudice o l’assistente di Rice, Sarah.

Cosa succede nel finale di Giustizia privata

Giustizia privata rivela che Clyde ha lavorato per un periodo per la CIA ed è un esperto in grado di progettare e commettere omicidi elaborati. Rice si rende conto che deve essere stato un suo progetto se Clyde è stato mandato in isolamento. Insieme al detective Dunnigan (Colm Meaney, Con Air) scopre che Clyde possiede una proprietà vicino alla prigione in cui è detenuto e trova un tunnel che passa sotto di essa, costruito nel corso degli anni. Clyde usciva dunque di nascosto per commettere personalmente gli omicidi prima di tornare in cella.

Giustizia privata trama
Colm Meaney e Jamie Foxx in Giustizia privata

Rice e Dunnigan apprendono che l’uomo ha intenzione di colpire il municipio e devono dunque trovare una bomba che ha piazzato lì per colpire il sindaco. Il film si conclude con Rice che cambia quindi le carte in tavola e incontra Clyde nella sua cella. Fa un ultimo appello all’uomo affinché smetta di fare quello che sta facendo e si arrenda, insistendo sul fatto che se attiverà la bomba, se ne pentirà per il resto della sua vita. Dichiara inoltre di non voler fare più accordi con gli assassini, cosa che Clyde aspettava da tempo di sentire.

Clyde afferma di aver preso comunque la sua decisione e attiva la bomba. Rice allora gli ripete che conviverà con questa sua scelta per tutto il resto della sua vita e, chiudendo la porta della cella, aggiunge “cioè per i prossimi ultimi 25 secondi“, allontanandosi di corsa. Shelton sentendo un rumore metallico provenire dal tunnel si accorge subito dopo che Rice ha collocato la bomba sotto il letto della cella e che non può nemmeno scappare dal tunnel, dato che il passaggio è stato bloccato da Dunnigan: l’ingegnere si siede sul letto e, guardando il braccialetto di sua figlia (unica cosa rimastagli), viene avvolto dalle fiamme.

Nell’epilogo viene mostrato un Rice provato dalla dura esperienza, che gli ha comunque insegnato a discernere le priorità nella vita ed a mettere il bene davanti a ogni cosa. Il film si conclude con una scena in cui finalmente Rice assiste al concerto di sua figlia, assieme alla moglie Kelly, lasciando così intendere che le sue priorità sono cambiate e cercherà ora di essere non solo un uomo migliore, ma anche un marito e un padre più affettuoso.

Il vero significato del finale di Giustizia privata 

In molti film di vendetta di vigilanti, le persone che hanno subito un torto se la prendono con altri responsabili del loro dolore. Tuttavia, ciò che Clyde ha fatto è andato oltre e ha oltrepassato il limite, diventando a sua volta un mostro. Clyde non era semplicemente disposto a fare del male a coloro che avevano permesso a un assassino di cavarsela con una pena più lieve, ma era disposto a fare del male anche a chiunque lo ostacolasse. I danni collaterali non erano un problema, e lui era cattivo quanto l’assassino originale.

Giustizia privata cast
Gerard Butler in Giustizia privata

Clyde non poteva più essere considerato un eroe, anche se all’inizio era giustificato. Tuttavia, c’è un altro aspetto del finale che colpisce. Rice è in definitiva responsabile della rabbia di Clyde quando fa un accordo con un assassino. Alla fine, Rice dice di non scendere più a patti con gli assassini, compreso Clyde, ma nonostante ciò supera comunque il limite per un’ultima volta. Quando mette la bomba nella cella di Clyde, è di fatto lui ad ucciderlo, oltrepassando a sua volta il limite diventando lo stesso mostro che aveva cercato di fermare. Si può però immaginare che questo evento rimanga un unicum e che Rice passerà la sua vita a rimediare a questa macchia.

Giustizia privata ha quasi avuto un finale diverso

Il finale di Giustizia privata è quasi stato molto diverso da quello che si vede nel film. Sebbene sia l’unica area in cui critica e pubblico concordano nel ritenere che il film non sia stato all’altezza delle aspettative, il finale alternativo avrebbe potuto mettere d’accordo tutti. Il tema principale del film è il fallimento del sistema giudiziario e il modo in cui ha distrutto un uomo buono, portandolo a compiere azioni molto cattive. Anche quando era la vittima originaria, la sua punizione è stata peggiore di quella di coloro che hanno commesso i crimini originali, il che non è stato un buon messaggio da inviare alla fine.

Sembra che Giustizia privata sia passato attraverso diverse versioni prima che il regista F. Gary Gray decidesse per questo finale. Si diceva che Jamie Foxx avesse richiesto questo nuovo finale, in cui il suo personaggio uccideva Clyde per salvare i cittadini del municipio. Questo sembra non essere vero, ma c’era un finale diverso in cui Rice uccideva Clyde in un combattimento corpo a corpo. Questo finale si concludeva poi con l’arresto di Rice per omicidio, ma stringe poi un accordo con il nuovo procuratore distrettuale, il che significa che è diventato lui il nuovo Clyde. Questa conclusione eliminava il lieto fine di Rice e lo rendeva dunque il nuovo assassino.

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Le 5 migliori serie come Adolescence da guardare su Netflix

Le 5 migliori serie come Adolescence da guardare su Netflix

Subito dopo la sua uscita, il 13 marzo 2025, Adolescence ha fatto parlare di sé, diventando la serie TV di tendenza del momento e ottenendo anche un punteggio di critica del 100% su Rotten Tomatoes. La serie racconta la storia di Jamie Miller, un tredicenne accusato dell’omicidio di un compagno di classe. In soli quattro episodi, la serie esplora non solo il viaggio di Jamie, ma anche le conseguenze sulla sua famiglia, sui suoi amici e sui detective che si occupano del caso. Dopo aver visto la nuova miniserie di Netflix, Adolescence, gli spettatori potrebbero desiderare altri strazianti drammi polizieschi da vedere, e le seguenti cinque serie Netflix che elenchiamo qui di seguito sono perfette per questo scopo.

Oggi sono davvero innumerevoli i drammi polizieschi che si possono vedere, ma quando si tratta di Adolescence, i titoli da vedere dopo devono essere un po’ più specifici. Per esempio, alcune delle migliori opere di accompagnamento sono quelle che parlano di criminalità, ma anche di giovani coinvolti nella criminalità. Inoltre, l’ambientazione di Adolescence e la sua attenzione al perché le persone commettono crimini sono altri elementi che dovrebbero comparire in un solido seguito. Le cinque serie di Netflix qui proposte possiedono tutto ciò, offrendo evidenti legami con Adolescence e i suoi temi.

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Una famiglia quasi normale

Una serie Netflix che ha una premessa molto simile ad Adolescence è Una famiglia quasi normale (qui la recensione). Distribuito nel 2023, questo dramma svedese segue i Sandell, una coppia apparentemente normale la cui vita viene sconvolta quando la figlia quindicenne diventa la principale sospettata di un omicidio. Nel corso di sei episodi, il pubblico assiste alla lotta dei Sandell per proteggere la figlia, anche a costo di nascondere la verità.

Una famiglia quasi normale non ha le stesse recensioni positive di Adolescence, ma è un compagno molto sensato per la serie. Entrambe prendono in considerazione l’idea di un giovane che commette un crimine orribile e la ricerca della verità che ne consegue. La grande differenza che distingue Una famiglia quasi normale da Adolescence è il fatto che i Sandell sono più preoccupati di salvare la figlia che di risolvere il crimine vero e proprio, il che è diverso dal senso di realismo e giustizia di Adolescence.

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Criminal: Regno Unito

Criminal Regno Unito

Adolescence presenta diversi momenti intensi nel corso delle sue quattro puntate, ma una scena che spicca particolarmente è l’interrogatorio di Jamie nel primo episodio. Chi è rimasto particolarmente affascinato da questa scena e dai metodi utilizzati dall’ispettore Bascombe di Ashley Walters dovrebbe allora dare un’occhiata a Criminal: Regno Unito. Questa serie di due stagioni si svolge esclusivamente all’interno di una suite di interrogatori della polizia, dove il pubblico vede i sospetti messi in posizioni difficili.

Certo, Criminal: Regno Unito rinuncia a molti degli elementi principali di Adolescence. Non c’è una trama generale e non c’è un focus particolare sui giovani e sul crimine. Tuttavia, la serie cattura molto dell’essenza della nuova serie Netflix. Ci sono casi che devono essere risolti e criminali che i detective sono ansiosi di risolvere. In questo senso, Criminal: Regno Unito è altrettanto avvincente e tesa di Adolescence.

Mindhunter

Mindhunter

Per chi cerca altri drammi polizieschi di alta qualità su Netflix, Mindhunter è un must da guardare. La serie thriller si svolge negli anni ’70 e segue gli agenti dell’FBI Holden Ford e Bill Tench, che fanno parte dell’Unità di Scienze Comportamentali dell’FBI. Insieme, i due uomini portano avanti un progetto in cui intervistano i serial killer, sperando di ottenere maggiori informazioni sulla loro mentalità e sulle loro motivazioni. In definitiva, il loro lavoro porta a quello che oggi è noto come criminal profiling.

Ancora una volta, Mindhunter potrebbe non avere i legami più ovvi con Adolescence, ma il loro rapporto va oltre la semplice trama. In fondo, entrambe le serie si interessano al perché i criminali commettono crimini. Proprio come Ford e Tench imparano a conoscere assassini agghiaccianti, Adolescence si addentra nella personalità di Jamie e negli eventi che hanno portato al suo presunto crimine. Entrambe le serie sono intense e inquietanti, ma trattano i loro personaggi con il massimo rispetto e umanità.

Unbelievable

Unbelievable (2019)

Owen Cooper, che interpreta Jamie in Adolescence, è una delle parti migliori della serie. Un’altra serie che vanta un incredibile giovane attore nel ruolo di protagonista è Unbelievable. La serie è incentrata su Kaitlyn Dever nel ruolo di Marie Adler, un’adolescente che denuncia di aver subito una violenza sessuale, salvo poi ritrattare la sua dichiarazione. Con molti che la accusano di essere una bugiarda, una squadra di detective donne si mette alla ricerca della vera storia.

Unbelievable condivide molto DNA di Adolescence. Proprio come Jamie, Marie si trova nel mezzo di un’indagine criminale che potrebbe non essere così clemente come spera. A causa della sua età, le conseguenze di ogni cosa sembrano gigantesche e terrificanti. Fortunatamente, però, due detective si interessano alla sua storia e scoprono una lunga storia di corruzione e criminalità che tiene le vittime in silenzio e i criminali a piede libero. Inoltre, Unbelievable vanta un altro incredibile punteggio su Rotten Tomatoes, pari al 98%.

Baby Reindeer

Baby Reindeer spiegazione finale
Richard Gadd è Donny e Jessica Gunning è Martha in Baby Reindeer. Credits: Ed Miller/Netflix © 2022 Netflix, Inc.

L’intensità cruda di Adolescence è una delle qualità più sorprendenti dello show, e potrebbe far venire in mente un’altra serie Netflix che ha ottenuto elogi simili l’anno scorso: Baby Reindeer. La serie racconta di Donny, un giovane aspirante comico che inizia a essere perseguitato da una donna ossessiva di nome Martha. Mentre il sostentamento di Donny è in pericolo, gli vengono ricordati i traumi del passato che ha lasciato andare troppo oltre, e deve ora affrontare i suoi problemi per ottenere finalmente giustizia.

Come Adolescence, Baby Reindeer è vulnerabile e scioccante. È un altro show che non fa sconti, lasciando che il pubblico assista a momenti davvero inquietanti. Tuttavia, queste scene cupe sono importanti perché piene di realismo. Ricordano che il crimine non è solo una finzione televisiva, ma ha effetti reali sulle persone e può non essere così chiaro come appare sullo schermo. In questo, Baby Reindeer è molto simile ad Adolescence.

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Jack Quaid: 10 cose che forse non sai sull’attore

Jack Quaid: 10 cose che forse non sai sull’attore

Recita da più di dieci anni Jack Quaid, ma solo negli ultimi cinque ha messo a segno una serie di ruoli in popolari film e serie che gli hanno permesso di ottenere grande notorietà. Spaziando dal dissacrante The Boys al thriller Scream, dal drammatico Oppenheimer al fantascientifico Companion e fino alla commedia d’azione Mr. Morfina, senza dimenticare il tanto doppiaggio svolto, Quaid si è affermato come uno dei più convincenti everyman dello schermo, dando continuamente prova di grandi capacità.

I film e i programmi TV di Jack Quaid

1. Ha recitato in noti film. L’attore debutta sul grande schermo con il film Hunger Games (2012), con protagonista Jennifer Lawrence. In seguito, recita in Just Before I Go (2014), Running Wild (2015) e Ithaca – L’attesa di un ritorno (2015), di Meg Ryan. Torna poi sul grande schermo con Tragedy Girls (2017), La truffa dei Logan (2017), Rampage – Furia animale (2018) e Scream (2022), dove recita accanto a Melissa BarreraJenna Ortega e Mickey Madison. Nel 2023 recita in Oppenheimer di Christopher Nolan, mentre nel 2025 è protagonista di Companion Mr. Morfina.

2. È noto per aver recitato e doppiato alcune serie TV. All’inizio della sua carriera l’attore ha recitato nella serie comedy Sasquatch Sketch Comedy (2014-2015), per poi comparire anche in Criminal Crimes (2015), The Fantastic Adventures of Foolish Gentlemen (2016), Vinyl (2016), Workaholics (2017) e The Tap (2017). Nel 2019 assume il ruolo di Hughie Campbell nella serie The Boys, con Karl Urban Anthony Starr. Ha poi anche lavorato come doppiatore per le serie Harvey Girls per sempre! (2019-2020), Star Trek: Lower Decks (2020-2023), Star Trek Logs (2021-2022) e My Adventures with Superman (2023), dove dà voce proprio al supereroe protagonista.

Jack Quaid ha recitato in Hunger Games

3. Ha subito un infortunio prima delle riprese. Hunger Games è stato il primo progetto di Quaid, dove ha interpretato uno degli antagonisti. In un’intervista a IGN, l’attore ha raccontato la sua esperienza, che ha incluso un brutale infortunio prima delle riprese. Il giorno prima di esse, infatti, l’attore allora diciannovenne si stava allenando con una palla medica quando questa rimbalzò troppo in alto e gli ruppe il naso. L’attore ritiene che il suo naso “non abbia mai più avuto lo stesso aspetto” e ha persino sottolineato che in alcune scene si può notare come gli si gonfiasse per il trauma subito.

The Boys Hughie Campbell
Jack Quaid è Hughie Campbell in The Boys

Jack Quaid in The Boys 

4. Il ruolo di Hughie era stato pensato per un altro attore. Il ruolo per cui oggi Quaid è maggiormente noto è quello di Hughie nella serie The Boys. In realtà, però, nel fumetto il personaggio ha le sembianze di Simon Pegg e doveva essere proprio lui ad interpretarlo in quello che doveva essere un film. Il progetto, tuttavia, tardò a svilupparsi e quando alla fine venne riadattato come una serie Pegg era ormai troppo anziano e quindi venne scelto per interpretare il ruolo del padre di Hughie.

5. Vorrebbe smettere di apparire nudo nella serie. Nel corso delle quattro stagioni ad oggi realizzate di The Boys, c’è sempre un momento in cui lo Hughie di Quaid finisce con il ritrovarsi nudo. In vista della quinta stagione, l’attore ha dunque affermato: “Oh, cavolo, vorrei che la nudità finisse. Il mio sedere ha avuto un sacco di tempo sullo schermo e non è un granché, capite cosa intendo“. Quaid ha inoltre rivelato di aver chiesto ai suoi genitori di non guardare la serie proprio per via della sua nudità.

Jack Quaid ha recitato in Oppenheimer

6. Ha interpretato un noto scienziato. In Oppenheimer, il film di Christopher Nolan premiato agli Oscar, Quaid ha interpretato Richard Feynman, fisico teorico che ha lavorato nella Divisione Teorica di Los Alamos e premio Nobel per la fisica nel 1965. L’attore, nei panni di questo importante scienziato, viene mostrato mentre suona i bonghi più volte durante il film. Oltre alle sue capacità nel campo della fisica, Feynman era infatti noto per essere un prolifico suonatore di bongo, cosa dunque riportata anche nel film.

Jack Quaid protagonista di Mr. Morfina

7. Ha imparato a non reagire al dolore. Per perfezionare il suo ruolo in Mr. Morfina, è stato necessario per Quaid acquisire un set di abilità non convenzionali. “Jack ha dovuto ricablare il suo cervello in modo da poter ricevere un pugno e non indietreggiare”, ha raccontato Robert Olsen, uno dei registi. “Per tutta la vita come attore, ti viene detto di vendere il colpo, e quando ricevi un pugno, trasali, vendi il dolore. Ha dovuto lavorare con il nostro coordinatore degli stunt, Stanimir Stamatov, per disabituarsi a questo”.

Amber Midthunder e Jack Quaid in Mr. Morfina
Amber Midthunder e Jack Quaid in Mr. Morfina

Il padre e la madre di Jack Quaid

8. È figlio di noti attori. Quaid è il figlio degli attori Meg Ryan e Dennis Quaid. La Ryan è nota per essere stata la protagonista di celebri commedie romantiche come Harry, ti presento Sally…, Insonnia d’amore e C’è posta per te. Quaid è invece noto per i film Great Balls of Fire!Dragonheart, The Day After Tomorrow e Qua la zampa!, I due, sposatisi il 14 febbraio del 1991, hanno tuttavia poi divorziato il 16 luglio 2001.

Jack Quaid e la fidanzata Claudia Doumit

9. Ha una relazione con la sua collega di The Boys. Sebbene non sia chiaro quando Quaid e Claudia Doumit abbiano iniziato a frequentarsi, la coppia è decisamente nata sul set di The Boys, in cui Quaid interpreta Hughie Campbell e Doumit è invece Victoria Neuman. Ad ogni modo, i due starebbero insieme dal 2022 e si sono dimostrati da subito una coppia molto affiatata, mantenendo però anche una certa riservatezza sulla loro vita di coppia.

L’età e l’altezza di Jack Quaid

10. Jack Quaid è nato il 24 aprile 1992 a Los Angeles, California, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,85 metri.

Fonti: IMDb, People, IGN

The White Lotus – Stagione 3, episodio 6: la spiegazione della visione di Tim

Attenzione! Questo articolo contiene spoiler per l’episodio 6 di The White Lotus – Stagione 3

Le visioni di Timothy Ratliff che vede se stesso morire nell’episodio 6 di The White Lotus – Stagione 3 sono collegate alla sua trama e potrebbero suggerire cosa accadrà in futuro. Di tutti i membri del cast, Timothy sta vivendo il periodo più stressante. Sebbene l’episodio 6 aumenti un po’ la tensione tra Laurie e Jaclyn dopo che quest’ultima ha dormito con Valentin ed esplori alcune delle ricadute della trama dell’incesto di The White Lotus, la settimana di Timothy continua ad andare di male in peggio.

La vacanza di Timothy nella terza stagione di The White Lotus continua a essere sconvolta, se non per i suoi crimini da ricattatore e truffatore che vengono alla luce, per il peso mentale che questo sta avendo su di lui. Il quasi suicidio di Timothy nell’episodio 5, lo ha dimostrato senza ombra di dubbio, con l’episodio 6 incentrato sul suo stato mentale. Mentre sembra esserci una qualche forma di chiarezza per Tim, l’episodio 6 non fa che spingerlo ulteriormente verso un percorso doloroso con visioni di morte imminente.

Perché Tim ha una visione di suicidio all’inizio dell’episodio 6 di The White Lotus – Stagione 3

The White Lotus stagione 3 – Cortesia di Sky

Innanzitutto, Tim si immagina steso morto dopo essersi sparato alla testa, e poi viene trovato da una Piper e Victoria addolorate. La scena è incredibilmente inquietante e presenta alcune performance brutalmente reali di Parker Posey e Sarah Catherine Hook, ma la domanda sul perché Tim abbia immaginato questo rimane. Il motivo è legato al suo tentativo di suicidio alla fine dell’episodio 5. Se Victoria non avesse interrotto Tim, sarebbe stato a pochi secondi dal rendere la sua visione realtà.

Ovviamente, è ovvio che Tim si trova in un momento di buio mentalmente, abbastanza da tentare di togliersi la vita. Solo perché è stato interrotto non significa che questi sentimenti se ne andranno. Naturalmente, uno spazio mentale così traumatico e la consapevolezza di aver tentato il suicidio rimarranno con Tim, spiegando perché ha immaginato di farlo all’inizio dell’episodio 6. Il coinvolgimento di Piper e Victoria mostra anche come Tim stia pensando a cose che non sono state evidenziate nell’episodio precedente, come il modo in cui le sue azioni avrebbero influenzato la sua famiglia.

Perché Tim in seguito ha una visione di uccidere Victoria

Jason Isaacs in The White Lotus (2025)
Foto di Fabio Lovino/HBO – © HBO

Più avanti, Tim ha un’altra visione che riguarda la morte. Questa volta, immagina di usare la pistola che ha rubato nel finale dell’episodio 4, per sparare a Victoria mentre dorme. Tim si scusa e dice di amare Victoria mentre lo fa, prima di puntare la pistola alla propria testa e premere il grilletto. Saxon arriva alla villa e scuote Tim dalla sua immaginazione, con questa visione che si collega a una conversazione che lui e Victoria hanno avuto in precedenza nell’episodio e legata ai crimini che ha commesso.

Victoria menziona che Piper non vorrà vivere in Thailandia senza le comodità dei soldi della sua famiglia. Victoria poi continua dicendo che se dovesse vivere una “vita scomoda” lei stessa preferirebbe non viverla affatto. Timothy è visibilmente turbato da questo a causa della possibilità molto concreta che la sua famiglia perda la sua fortuna a causa delle sue azioni con Kenny Nguyen. Qui sta il simbolismo della seconda visione di Timothy.

In un certo senso, Timothy che spara a Victoria insieme a sé è una forma di pietà nella sua mente. Tim sta lottando per far fronte alla realtà che le sue azioni avranno delle ramificazioni sulla sua famiglia, e la prima visione del suo suicidio è stata un modo per sfuggire a quelle conseguenze. Dopo aver sentito che Victoria odierebbe vivere senza ricchezza, la mente di Timothy la aggiunge allo scenario oscuro come un modo per “risparmiarla” dalla vita che dovrà vivere se lui viene dichiarato colpevole.

La conversazione di Tim con il monaco si aggiunge ai suoi pensieri sulla morte

Per sviluppare ulteriormente il concetto di Timothy che pensa alla morte nella terza stagione di The White Lotus, l’episodio lo fa parlare con il monaco con cui Piper desidera vivere in Thailandia. Timothy chiede di Piper, prima di chiedere al monaco cosa succede dopo la morte degli umani. Il monaco dice a Tim che ogni nascita è una goccia d’acqua che esce dal vasto oceano sottostante. Con l’avanzare dell’età, la goccia raggiunge il suo apice e inizia a ricadere nell’oceano, con la morte che riunisce una persona alla più ampia coscienza dell’universo.

Il monaco dice a Timothy che questo rende la morte una felice riunione, quasi come se qualcuno venisse accolto di nuovo a casa. Questa conversazione colpisce molto Tim e potrebbe persino indicare che sta cercando di giustificare il suo suicidio o la seconda visione che coinvolge un omicidio-suicidio. Come accennato, Tim sta lottando per accettare che la sua vita vada così com’è e sta potenzialmente iniziando a vedere la morte come una via di fuga o, in effetti, un felice ritorno.

Tim morirà davvero nella terza stagione di The White Lotus?

Tutte queste visioni e parole di morte sollevano la questione se Timothy morirà davvero. La vittima della terza stagione di The White Lotus è stata anticipata all’inizio dell’episodio 1, con il furto della pistola di Gaitok e il tentativo di suicidio che hanno portato molti a credere che Tim sarebbe stata la persona ad affrontare una fine prematura. Tuttavia, lo show è stato molto aperto sulle esperienze di Timothy con la morte, specialmente dopo l’episodio 6, suggerendo potenzialmente che sarà davvero la vittima di questa storia.

Nonostante questo, penso ancora che sarebbe troppo ovvio che Tim fosse la vittima della terza stagione di The White Lotus. Ovviamente, più di un personaggio potrebbe morire e quello di Tim potrebbe arrivare in un momento diverso dall’apertura a freddo della stagione, ma dubito che la sceneggiatura renderebbe così ovvio che Tim si sta esponendo alla morte se dovesse davvero morire.

The White Lotus – Stagione 3: ecco la sostituta di Jennifer Coolidge, ed è il personaggio più divertente

Jennifer Coolidge non è presente in The White Lotus – Stagione 3, ma il nuovo ciclo ha effettivamente una perfetta sostituta per il suo personaggio, ed è di gran lunga l’elemento più divertente del cast. Come le altre stagioni di The White Lotus, la terza stagione introduce un cast completamente nuovo di personaggi unici, ognuno interpretato da un fantastico attore caratterista. Tuttavia, Tanya McQuoid di Jennifer Coolidge è scomparsa dopo la sua morte nella seconda stagione.

Tanya McQuoid è stata uno dei pochi personaggi principali che è tornato nella seconda stagione di The White Lotus dopo aver fatto il suo debutto nella prima stagione, con ciò che molto probabilmente ha a che fare con il fatto che è un personaggio preferito dai fan. Purtroppo, Tanya è morta alla fine della seconda stagione di The White Lotus, il che significa che non è potuta tornare nella terza stagione. Mentre Belinda Lindsey di Natasha Rothwell e Greg Hunt di Jon Gries riappaiono, c’è un vuoto a forma di Tanya nei cuori di molti fan di The White Lotus.

Victoria di Parker Posey è un’ottima sostituta di Tanya in The White Lotus – Stagione 3

Sebbene Jennifer Coolidge non ci sia, Victoria Ratliff di Parker Posey è un’ottima sostituta di Tanya in The White Lotus – Stagione 3. Victoria Ratliff è un nuovo personaggio nella terza stagione, è la madre della ricca e rigida famiglia Ratliff. Nella terza stagione, la maggior parte della storia di Victoria è incentrata sul suo tentativo di localizzare il suo lorazepam scomparso, mentre suo marito cerca di nasconderle il suo scandalo finanziario.

Victoria e Tanya hanno molte somiglianze in The White Lotus. Entrambi i personaggi sono diventati noti per i loro manierismi linguistici unici, con tutti i tipi di umorismo che derivano dalle loro battute. Sono anche entrambi personaggi incredibilmente ignari, spesso non hanno idea di cosa stia succedendo intorno a loro. I due personaggi hanno molto in comune, il che li rende entrambi i personaggi più divertenti da guardare nelle rispettive stagioni di The White Lotus.

Victoria e Tanya sono entrambe persone piuttosto antipatiche, ma fantastici personaggi

Parker Posey in The White Lotus (2021)Come molti personaggi di The White Lotus, Victoria e Tanya sono entrambe persone piuttosto antipatiche. Tuttavia, questo è il motivo per cui sono così divertenti da guardare. Nella stagione 1 di The White Lotus, Tanya approfitta di coloro che vede come inferiori a lei. Tanya promette di aiutare Belinda ad avviare un’attività di massaggi, anche se la abbandona completamente dopo aver trovato Greg. Nella stagione 2, Tanya è maleducata e insulta Portia, rendendola ancora più antipatica.

Nel frattempo, Victoria ha molti difetti simili, è maleducata, snob e crede di essere migliore di molti a causa della sua classe sociale. Victoria è troppo sicura di sé e inconsapevole, creando alcune dinamiche interessanti in cui è sicuramente l’antagonista. Mentre questi tratti rendono Victoria una cattiva persona, la rendono un personaggio divertente, il che significa che è la perfetta sostituta di Tanya in The White Lotus – Stagione 3.

Mr. Morfina: recensione del film con Jack Quaid

Mr. Morfina: recensione del film con Jack Quaid

Di vendicatori privati e agenti speciali il cinema è sempre stato pieno, trovando ad ogni nuova generazione i propri più intrepidi esemplari di uomini o donne in grado di ottenere giustizia con le loro sole mani. In anni recenti è toccato a personaggi come John Wick, il Robert McCall di The Equalizer, il Bryan Mills di Taken o alla Lorraine Broughton di Atomica bionda ricoprire tale ruolo, affermandosi come macchine da guerra pronte a combattimenti di ogni sorta pur di portare a termine la propria missione. È dunque interessante che a loro faccia ora seguito un personaggio tanto improbabile quanto quello protagonista di Mr. Morfina.

Nel film diretto da Dan Berk e Robert Olsen – duo affermatosi per gli horror Malvagi e Non siamo soli – l’eroe di turno ha infatti il solo merito di non provare il benché minimo dolore per via di una particolare patologia. È questo il suo unico “superpotere”, presentandosi per il resto come una persona con un coraggio tanto esile quanto il suo fisico. Eppure, è un personaggio che presenta diversi elementi inaspettati, all’interno di un film che, pur muovendosi su un terreno narrativo quantomai semplice, riesce a regalare più di qualche momento di buon intrattenimento.

Amber Midthunder e Jack Quaid in Mr. Morfina
Amber Midthunder e Jack Quaid in Mr. Morfina

La trama di Mr. Morfina: farsi male per amore

Protagonista del film è dunque Nathan Caine (Jack Quaid), un introverso affetto da insensibilità congenita al dolore, che lavora come vicedirettore in una cooperativa di credito di San Diego. Qui lavora anche Sherry Margrave (Amber Midthunder), dalla quale Nathan è attratto ma si tiene a distanza per via della sua condizione e della sua inesperienza con le donne. Quando però anche Sherry dimostra di essere romanticamente interessata a lui, la vita di Nathan sembra prendere un’inaspettata piega positiva. A spezzare questo idillio arriva però una rapina in banca che culmina con il rapimento di Sherry. A quel punto, Nathan deciderà di sfruttare la sua condizione per andare a salvare la donna di cui si è innamorato.

Vogliamo vedere il sangue!!!

Come si può intuire da questa sinossi, il film è di base il racconto di un uomo che si lancia al salvataggio della donna amata e rapita. Tutto qui. Non ci sono ulteriori elementi narrativi che complicano la cosa (se non un colpo di scena ben organizzato) nella sceneggiatura di Lars Jacobson, qui alla sua prima volta con un grosso film di Hollywood. Su questo modello – a partire dal quale si sono costruiti innumerevoli film – Jacobson applica però la particolarità di un protagonista incapace di sentire dolore. È ovviamente questo che rende il film intrigante e avvincente, tolto il quale resterebbe ben poco.

Nella visione di Mr. Morfina non bisogna dunque aspettarsi acrobazie narrative o un particolare spessore dei personaggi. Gli stessi villain, d’altronde, sono dei semplici criminali – guidati però da un convincente Ray Nicholson (figlio di Jack Nicholson). Siamo piuttosto qui per il sangue, per godere o rabbrividire dinanzi alle situazioni mortali in cui si caccia questo improbabile eroe. Insomma, è chiaro che il solo interesse che si può avere nei confronti di questo film per vedere quanto male può ridursi il povero Nathan.

Jack Quaid in Mr. Morfina
Jack Quaid in Mr. Morfina

Jack Quaid perfetto protagonista di Mr. Morfina

E da questo punto di vista il film certamente non delude. Pur con il preciso intento dei registi di non allontanarsi mai dal reale, ma anzi di far sì che ogni colpo inferto a Nathan sia premeditato e ben rappresentato, Mr. Morfina offre una convincente sequela di situazioni che, tra il divertente e il raccapricciante, tengono alta l’attenzione e l’interesse nei confronti del film. Su tutte, le trappole che Nathan fa scattare all’interno dell’abitazione di uno dei criminali, o ancora sequenza – forse la più dolorosa da vedere – nel laboratorio di tatuaggi che lo vede diventare un improbabile “Wolverine”.

Momenti che confermano, come si diceva, che il primario obiettivo del film è quello di offrirci questo protagonista e il suo corpo martoriato in tutte le sale, facendo volentieri dimenticare tutto il resto. Il merito è anche di Jack Quaid, perfetto everyman scelto dai registi grazie alla serie The Boys, dove interpreta un Hughie continuamente coperto di sangue e maltrattato ma anche dotato di una sua esplosiva carica energica. Quaid, con il suo fisico slanciato ma esile e i suoi modi di fare gentili, si dimostra l’interprete giusto per un ruolo di questo tipo, favorendo quel contrasto che rende ancor più intrigante e riuscito il film.

Indubbiamente, come si diceva, Mr. Morfina non propone molto altro oltre questo (se non un’altra bella prova attoriale di Amber Midthunder dopo Prey) e si notano una serie di lungaggini che rallentano talvolta il ritmo, ma risate e intrattenimento sono assicurati. Si potrebbe infine guardare a Nathan come ennesimo rappresentante di una generazione che si sta finalmente allontanando dallo stereotipo del maschio duro e spietato (qui presente con il personaggio di Nicholson), abbracciando piuttosto quelle fragilità umane troppo spesso nascoste. Un elemento che, questo sì, conferisce al film qualcosa su cui riflettere.

LEGGI ANCHE: Mr. Morfina, la spiegazione del finale: il colpo di scena e quello che accade a Nathan Caine

Mr. Morfina: guida al cast e ai personaggi del film

Mr. Morfina: guida al cast e ai personaggi del film

L’ultimo film diretto dalla coppia di registi Dan Berk e Robert Olsen, Mr. Morfina (qui la spiegazione del finale), uscirà il 27 marzo 2025. Questa commedia d’azione segue la storia di Nathan, che nasce con una condizione insolita che gli impedisce di provare alcuna sensazione dolorosa sul corpo. Tuttavia, quando la sua ragazza viene rapita durante una rapina in banca, lui lotta con le unghie e con i denti per salvarla, usando la sua condizione fisica a suo vantaggio.

Uscito a metà marzo negli Stati Uniti, Mr. Morfina ha ricevuto una valutazione favorevole di 7,1/10 su IMDb e un totale dell’81% su Rotten Tomatoes. Il film ha un cast di attori di talento, tra cui Jack Quaid, Amber Midthunder, Jacob Batalon e molti altri. Scopriamo maggiori dettagli sul cast e sui personaggi di Mr. Morfina.

Guida al cast e ai personaggi di Mr. Morfina: chi interpreta chi nel film d’azione e commedia?

Jacob Batalon nel ruolo di Roscoe

Angourie Rice, Jacob Batalon and Zendaya in Columbia Pictures’ SPIDER-MAN: ™ FAR FROM HOME.

In Mr. Morfina, l’attore Jacob Batalon interpreta il ruolo di Roscoe. È un caro amico di Nathan nel film, inizialmente un amico virtuale. Tuttavia, a causa del rapimento della compagna di Nathan, Sherry, questi due amici si incontrano nel mondo reale, mentre Roscoe lo aiuta a trovare Sherry.

Jacob Batalon è noto per il suo lavoro in film e serie tra cui Spider-Man: Homecoming (2017), Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019), Spider-Man: No Way Home (2021), Reginald the Vampire (2022-2024), Lift (2024), ecc.

Amber Midthunder nel ruolo di Sherry

Amber Midthunder interpreta il ruolo di Sherry in Mr. Morfina. Lavora con Nathan e i due si frequentano. Tuttavia, nel film, durante una rapina sul posto di lavoro, viene tenuta prigioniera dai membri della rapina.

Amber Midthunder ha lavorato in precedenza in film e serie tra cui The Originals (2016), Legion (2017-2019), The Ice Road (2021), Prey (2022), Reserve Dogs (2022), Avatar: The Last Airbender (2024), Opus (2025) e molti altri.

Jack Quaid nel ruolo di Nathan “Mr. Morfina” Caine

Mr. Morfina – Jack Quaid

Per il ruolo di Nathan, non abbiamo altri che Jack Quaid! Nathan, come si vede narrare nel trailer del film, è “solo un ragazzo normale, con un lavoro normale”, lavora in una banca. La sua compagna, Sherry, lavora con lui. Tuttavia, durante una rapina in questa banca, deve salvare la sua ragazza da quei rapinatori. Nathan nasce con una condizione unica, a causa della quale non sente alcun dolore nel suo corpo.

Jack Quaid è riconosciuto per il suo lavoro in film e serie tra cui Hunger Games (2012), Logan Lucky (2017), The Boys (2019-presente), Batman: The Long Halloween: Part One (2021), Scream (2022), Spider-Man: Across the Spider-verse (2023), Oppenheimer (2023), Companion (2025) e molti altri.

Cast di supporto di Novocaine – Il cast di supporto di Mr. Morfina include:

  • Betty Gabriel come Mincy
  • Ray Nicholson come Simon
  • Matt Walsh come Coltraine
  • Conrad Kemp come Andre
  • Craig Jackson come Nigel
  • Evan Hengst come Ben
  • Lou Beatty Jr. come Earl
  • Garth Collins come Zeno
  • Jessica Leigh Stanley come cameriera
  • Chioma Antoinette Umeala come barista
  • Dylan Skews come agente 1
  • Margot Wood come donna anziana
  • Maria Vos come agente di tracciamento delle chiamate
  • Keeno Lee Hector come agente abbattuto

Mr. Morfina, la spiegazione del finale: il colpo di scena e quello che accade a Nathan Caine

Mr. Morfina, in sala dal 27 marzo con Eagle Pictures (qui la nostra recensione), è pieno di colpi di scena senza sosta, indirizzando la storia verso un finale che lascia il pubblico a tifare per l’eroe, Nathan Caine. Jack Quaid ha finalmente la possibilità di avere un ruolo da protagonista e le prime recensioni di Mr. Morfina promettono un viaggio selvaggio per il personaggio di Quaid e per il pubblico.

Il film segue un uomo di nome Nathan Caine (Jack Quaid) che vive con insensibilità congenita al dolore e anidrosi, che, a livello superficiale, significa che non riesce a sentire dolore né è sensibile alle alte o basse temperature. Dopo aver finalmente trovato il coraggio di uscire con la collega che ama, Sherry (Amber Midthunder), si rende conto che potrebbe perderla quando viene rapita durante una rapina in banca. Prende la decisione improvvisa di inseguire i rapinatori in modo da poterle salvare la vita, ma non sarà una lotta facile. Nathan Caine si ritrova a combattere con armi non convenzionali in una cucina di un ristorante, in uno studio di tatuaggi e in una casa piena di trappole esplosive. Ciò porta a un finale tanto sanguinoso quanto divertente.

Come fa Nathan Caine a sopravvivere in Mr. Morfina

La condizione di Nathan lo aiuta a sopravvivere a una lotta mortale

Nonostante abbia subito molte ferite che avrebbero dovuto ucciderlo, Mr. Morfina ha fornito a Nathan Caine un’armatura nella trama, chiarendo subito che non sarebbe morto. Tuttavia, si avvicina all’essere ucciso verso la fine del film. Simon prende il sopravvento su Nathan, promettendo di uccidere Sherry in seguito. Fortunatamente, Sherry si presenta per salvare Nathan all’ultimo minuto.

La lotta passa a Sherry e Simon, con la sorella che cerca di salvare l’uomo che ama. Nathan arriva alla fine della lotta, usando l’osso del braccio per pugnalare il rapinatore, un modo grottesco e memorabile per concludere il climax di Mr. Morfina. Il fatto che Nathan e Sherry si siano salvati a vicenda, invece di essere uno l’eroe e l’altra la damigella, completa il ritratto del personaggio principale, riaffermando il tema che le persone hanno bisogno l’una dell’altra per sopravvivere.

Il film non mostra direttamente come arriva all’ospedale, ma la spiegazione più logica è che Sherry ha chiamato un’ambulanza. In entrambi i casi, il fatto che Nathan Caine sopravviva in qualche modo all’intero film e non abbia conseguenze permanenti dalle ferite è la parte meno realistica di Mr. Morfina, nonostante il thriller d’azione incorpori molti spunti di trama stupidi.

Il grande colpo di scena di Mr. Morfina: il coinvolgimento di Sherry nella rapina e la spiegazione del legame con i rapinatori

Sherry ha accettato il lavoro in banca per ottenere informazioni sulla rapina

Sebbene inizialmente venga presentata come l’interesse amoroso e la damigella in pericolo di Nathan Caine, Mr. Morfina offre un divertente colpo di scena al personaggio: lei è coinvolta nella rapina. Il trailer ha anticipato il grande colpo di scena di Mr. Morfina facendo sì che i rapinatori portassero via Sherry dalla banca senza puntarle una pistola alla testa, e non la si vede legata. Nonostante ciò, il coinvolgimento o meno di Sherry nella rapina sembra ambiguo quando si ritrova da sola con i rapinatori. Sembra arrabbiata e provocatoria nei confronti dei suoi rapitori. Tuttavia, alla fine della scena, rivelano che è la sorella di Simon, uno dei cattivi.

Man mano che il film procede, continuano a rivelare altre informazioni sulla rapina e sul suo legame. Ha ottenuto il lavoro in banca in modo che potessero ottenere il codice per il caveau. Sebbene non sia dichiarato direttamente, il dialogo tra Sherry e Simon implica fortemente che lei sia uscita con Nathan Caine solo per ottenere il codice da lui. Nonostante il suo coinvolgimento nella rapina, Sherry ha una parvenza di morale fin dall’inizio. Ha accettato di fare la rapina solo se non avessero ucciso nessuno.

Perché Sherry tradisce i rapinatori e salva Nathan

L’amore di Sherry per Nathan e i suoi valori contribuiscono al suo tradimento

Sebbene inizialmente si avvicini a Nathan per ottenere il codice della banca, Sherry si innamora del suo collega nel giro di 24 ore. I due si legano perché entrambi hanno aspetti di sé che vogliono nascondere. Nathan condivide con Sherry di vivere con insensibilità congenita al dolore e anidrosi. Sebbene sia leggermente meno cauta sul suo segreto rispetto a Nathan, Sherry in seguito rivela di essersi autolesionata. Il momento in cui mostra il suo stomaco, coperto di cicatrici, a Nathan sembra profondamente intimo. Questa connessione ha indubbiamente contribuito al tradimento del fratello da parte di Sherry.

Inoltre, Sherry non sembra mai del tutto a suo agio con la rapina, arrabbiandosi con Simon per il fatto che ha ucciso il direttore della banca e diversi agenti di polizia. Come Nathan Caine, non ha problemi con il furto. È a suo agio con l’idea che Simon prenda i soldi e se ne vada se lascia che tutti vivano. In definitiva, la differenza tra i valori di Simon e Sherry sulla violenza implica che, in ogni scenario, lei lo tradirebbe a un certo punto. La sua connessione con Nathan Caine serve solo da catalizzatore per accelerare il processo.

Cosa significa la fine di Mr. Morfina per il futuro di Nathan e Sherry

Nathan e Sherry sono ancora una coppia alla fine di Mr. Morfina

La fine di Mr. Morfina include due salti temporali che forniscono dettagli sui futuri individuali di Nathan e Sherry, così come sulla loro storia d’amore. Dopo aver ucciso Simon con l’osso del braccio, Nathan perde conoscenza e si sveglia giorni dopo in ospedale. L’agente di polizia che lo ha aiutato durante Mr. Morfina gli rivela che se l’è cavata facilmente, ottenendo solo arresti domiciliari e libertà vigilata per tutti i suoi crimini. Il film fa un altro salto in avanti di un anno.

Nathan Caine è completamente guarito senza conseguenze durature, che è una delle parti meno realistiche del film di Jack Quaid. Ha ancora una stretta amicizia con Roscoe, ma lo lascia nel bel mezzo di una lotta ai videogiochi per andare a un appuntamento con Sherry. Il film poi passa a Nathan e Sherry che festeggiano il loro anniversario nella sala visite della prigione, confermando che stanno ancora insieme dopo il tradimento di Sherry, l’omicidio di Simon da parte di Nathan e la sua messa in prigione.

Nathan sta contando i giorni che mancano alla sua uscita, dimostrando di essere innamorato di lei tanto quanto lo era lei quando sono usciti per la prima volta. Tuttavia, il fatto che mangi la crostata di ciliegie indica che non sta trascorrendo il tempo in cui Sherry è in prigione per isolarsi dalla società come prima. Sherry gli ha insegnato a correre dei rischi e lui continua a farlo anche senza di lei al suo fianco.

Il vero significato del finale di Mr. Morfina

Mr. Morfina dice agli spettatori che i rischi valgono la gioia

Mr. Morfina rende il suo messaggio chiaro all’inizio del film quando Nathan e Sherry vanno al ristorante. Lui le dice che non può mangiare cibi solidi a causa delle sue condizioni, e lei lo esorta a provarci. Nathan è molto più felice dopo aver mangiato la crostata di ciliegie, confermando il messaggio che non puoi vivere la tua vita nella paura se questo significa non provare gioia.

Il finale di Mr. Morfina ribadisce il tema due volte durante l’appuntamento di Sherry e Nathan nella sala visite della prigione. Lui le mostra il tatuaggio finito, raffigurante il cavaliere e la principessa che combattono per salvarsi a vicenda. Sono in pericolo, ma ne vale la pena per via del loro amore reciproco.

Poi, nell’inquadratura finale del film, Nathan dà un morso alla crostata di ciliegie che ha portato in prigione e sorride, con un chiaro riferimento alla scena iniziale. L’inquadratura di Nathan che mangia la crostata è un momento di ritorno piacevole e idealistico che consente al pubblico di riflettere su quanto lontano sia arrivato il coraggioso protagonista dalla prima volta che ha mangiato quel cibo.

Little Siberia: la spiegazione del finale del film

Little Siberia: la spiegazione del finale del film

È da poco su Netflix il film Little Siberia, una commedia nera finlandese diretta da e incentrata sui temi della punizione e del perdono, sul ciclo della redenzione che sembra particolarmente difficile da ottenere ma sfuggente. I personaggi mentono, truffano e si manipolano a vicenda, tutto per un briciolo di felicità e per prospettive migliori che sembrano impossibili da raggiungere nella loro piccola città. Tutti si conoscono e i segreti non possono essere nascosti nell’oscurità troppo a lungo. Nel film, dunque, Joel – uno dei protagonisti – subisce un cambiamento radicale nella sua mentalità e finalmente affronta la sua crisi esistenziale di fede.

La mancanza di fede di questo pastore lo spinge a prendere misure drastiche nel corso della storia, quasi come un modo per trovare una risposta a tutti i suoi problemi. Tuttavia, più cede alla sua disperazione, più si rende conto che la verità è sempre stata vicina al suo cuore. Invece, la sua ossessione per il meteorite, proprio come il resto della città, gli fa perdere di vista le cose importanti della vita. Verso i momenti finali, il film si addentra dunque nella psiche interiore di Joel e anche nella divina provvidenza che ha cercato come rimedio a tutti i suoi problemi. Tuttavia, questo avviene al prezzo di molte lotte, anche personali, spirituali ed emotive.

La trama di Little Siberia

La storia inizia con un uomo sdraiato sulla neve con un coltello che gli esce dal petto. Vediamo una visione dell’Universo e dei suoi vari stadi evolutivi attraverso miliardi di anni. Alla fine, una roccia si stacca da una cintura di asteroidi e si dirige verso la Terra. Quattordici giorni prima della nostra scena d’apertura, un uomo viene mostrato alla guida di un’auto spericolata per le strade di una remota cittadina chiamata Hurmevaara. Nel frattempo, una coppia sta facendo sesso nella propria camera da letto. Improvvisamente, l’intero cielo notturno inizia a brillare di un colore rosso brillante. L’autista sbanda e si ferma prima di urtare una roccia sul ciglio della strada.

Quando il bagliore si spegne, l’autista si accorge che c’è un buco nel tetto dell’auto e nel sedile del passeggero. Un meteorite è atterrato all’interno del suo veicolo proprio prima che l’uomo finisse dritto contro la roccia. Il mattino seguente, il pastore di nome Joel si reca dal suo cliente, Matias. I due hanno una conversazione esoterica che si conclude con la fuga del primo. Mentre si trova in città, il protagonista viene poi segnalato da un uomo di nome Jukkis, che vuole che si occupi del servizio di guardia al museo. Il meteorite della notte precedente è stato lì esposto e si prevede che porterà grande fortuna al villaggio. Il pastore decide quindi di partecipare a un evento cittadino in cui Jukkis parla dei benefici del meteorite.

Tommi Korpela in Little Siberia
Tommi Korpela in Little Siberia. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Lì, la moglie di Joel, Krista gli comunica una notizia scioccante: è incinta. Il giorno seguente Joel si reca quindi dal suo medico con la scusa di un controllo. La verità è che una ferita militare che si è procurato in passato lo ha reso incapace di avere figli. Si sottopone dunque ad alcuni esami per verificare se è ancora così. Sapendo di essere sterile, Joel sospetta che la moglie possa averlo tradito, soprattutto alla luce di questa gravidanza. A peggiorare la situazione, a lezione di danza la vede scambiare qualche parola con Raystis, un abitante della zona che gestisce una palestra. Ma Joel non può preoccuparsi più di troppo di questo, in quanto quella sera stessa deve fare da guardia al museo.

Quando tutti se ne vanno, passa quindi un po’ di tempo da solo a fissare il meteorite. Veniamo così a sapere che il pastore sta attraversando una grave crisi di fede ed è alla ricerca di segni di Dio, di un miracolo. La sua tranquillità viene interrotta da Tarvainen, l’uomo che ha trovato il meteorite, che si ferma al museo per rivedere la roccia, ma Joel lo manda via. Poco dopo, però, un gruppo di rapinatori irrompe nell’edificio e fugge con qualcosa. Il pastore li segue fino all’esplosione di un’auto. In seguito scopre che sono fuggiti con una bomba a mano e non con il meteorite.

La spiegazione del finale di Little Siberia: qual è il miracolo? Come fa Joel a riaccendere la sua fede?

La crisi di fede di Joel attraversa tutta la narrazione e rimane l’elemento più importante del suo viaggio. Dopo anni in cui non è riuscito a concepire un figlio con Krista, l’uomo ha perso la fiducia in un potere superiore, anche quando predica la sua parola. Tutto ciò che desidera è un grande gesto che dimostri l’esistenza di Dio. Tuttavia, è diventato così cinico che anche l’atterraggio di un meteorite non ha un grande effetto su di lui. Cerca invece qualcosa di monumentale e impressionante, qualcosa che non possa essere confutato in nessun modo. Con il passare del tempo, questo pensiero si rivela errato. Joel si rende infatti conto di aver cercato un miracolo nel posto sbagliato.

Eero Ritala, Martti Suosalo e Nelly Juulia Kärkkäinen in Little Siberia
Eero Ritala, Martti Suosalo e Nelly Juulia Kärkkäinen in Little Siberia. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Il più grande segno della divina provvidenza è sempre stato al suo fianco e gli ha tenuto compagnia durante i suoi peggiori dolori: sua moglie, Krista. Joel non riesce però a vedere la devozione della moglie nei suoi confronti perché si concentra su tutte le cose negative della sua vita, la più grande delle quali è la sua incapacità di dare un figlio a Krista. Di conseguenza, ha sviluppato una profonda insicurezza su se stesso e sulla sua relazione. Pensa che Krista sia disposta a lasciarlo in qualsiasi momento a causa della sua infertilità. Di conseguenza, inizia a credere che lei lo tradisca. Non riesce invece a riconoscere la possibilità di un miracolo nella loro capacità di concepire un figlio.

In un certo senso, quindi, la sua infertilità e la sua crisi di fede si sono intrecciate in un complesso pasticcio, alimentandosi a vicenda. Inizia a credere che, qualunque cosa faccia, Krista non sarà mai felice con lui. Questo gli consente una facile via d’uscita quando il meteorite atterra in città. Si convince che la roccia sia un segno di Dio piuttosto che il dolore che prova pensando alle sue mancanze. Joel impiega dunque molto tempo per superare i suoi demoni. I suoi sentimenti interiorizzati di inadeguatezza sono un misto di convinzioni personali e di una devozione spirituale in declino. Di tanto in tanto lo vediamo piangere davanti a Dio. È un segno che cerca disperatamente delle risposte alla situazione desolante in cui si trova.

In effetti, solo alla fine, quando Krista e Joel iniziano ad affrontare più apertamente i loro problemi, il pastore comincia a rendersi conto della follia del suo pensiero. Rimane ostinatamente convinto che lei lo abbia tradito per rimanere incinta, perché è quello che “vuole” credere. Pensa di essere incapace di amarla perché non può darle ciò che vuole. Nella sua testa, è una conclusione scontata che lei sia andata a letto con Jukkis o Raystis per avere il bambino. A un certo punto, lo accetta persino come qualcosa di naturale. Quando però Jukkis rivela che anche lui è sterile, Joel si rende conto che molte delle ipotesi che aveva in testa sono sbagliate.

Pensava che Krista avesse avuto un figlio da un altro. Non ha mai pensato che a lui sarebbe potuto accadere un miracolo. Nei momenti finali del film, Joel subisce un cambiamento radicale nella sua mente, rendendosi conto di aver sbagliato a credere nelle cose solo perché pensava di non meritare amore e attenzione. La sua fede era forte solo quanto le sue convinzioni gli dicevano. Dice a sua moglie che lei è il suo miracolo. Per tutto questo tempo, è stato uno sciocco a non accorgersi della cosa più importante della sua vita. Lei e il loro bambino non ancora nato sono i miracoli che stava cercando. Invece, ha perso la concentrazione e ha pensato che il meteorite fosse la risposta a tutti i suoi problemi. Queste parole confermano il suo amore per la moglie e la sua fede ritrovata.

Eero Ritala e Mazdak Nassir in Little Siberia
Eero Ritala e Mazdak Nassir in Little Siberia. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

Come fa Joel a salvare Krista?

Dopo che Jukkis passa da casa e racconta a Joel della sua infertilità, il protagonista inizia a rimpiangere gli ultimi scambi con Krista. Gli appare evidente che lei non lo ha mai tradito. Tuttavia, a causa del precedente ultimatum di lei che intendeva lasciarlo a meno che lui non rinunciasse alla sua ossessione, crede che lei abbia mantenuto la parola. Qualche istante dopo, riceve una telefonata da una persona sconosciuta che gli dice di rubare il meteorite quella notte se vuole rivedere sua moglie. Joel va quindi a trovare Karolina al Golden Moon, dove scopre che la donna è l’artefice della recente telefonata. Vuole la roccia per sé perché si è stancata di vivere a Hurmevaara. Gli dà quindi istruzioni dettagliate su cosa fare durante il furto.

Se lui seguirà i suoi ordini, gli prometterà che uscirà da questa situazione come un eroe e che riavrà sua moglie. Quella sera, dunque, Joel inizia il suo turno di notte armato di un fucile con un solo colpo in canna. Come da istruzioni di Karolina, trova un ladro che sta entrando dal retro: Petar. Minacciandolo con il fucile, ordina a Petar di attaccare le mani e la lingua a un palo di metallo congelato, prevedendo che questo lo terrà occupato per un bel po’ di tempo. Una volta all’interno del museo, si presenta Karolina e ordina a Joel di rompere l’involucro di vetro intorno alla roccia. Lo fa perché, in quel modo, non ci saranno impronte digitali per le autorità e sembrerà un’effrazione. A sorpresa, anche Petar entra nell’edificio, dopo essersi in qualche modo strappato la lingua e le braccia dal palo.

Il trio viene però interrotto da Tarvainen, che prende la pietra e fugge via. Joel riesce però a trovare Tarvainen a casa sua, consolandolo riguardo alle sue recenti riflessioni filosofiche ed esistenziali. La situazione si calma momentaneamente, ma poi Tarvainen pugnala improvvisamente Joel al petto. Ferito, il pastore insegue Tarvainen nel fiume ghiacciato, cercando disperatamente di recuperare il meteorite, l’unico modo per salvare Krista. Lì, il ghiaccio crolla sotto i piedi di Tarvainen, che cade così nell’acqua gelida con il meteorite. Joel, sopraffatto dalla disperazione e dalle ferite, si sdraia sul ghiaccio. Ha di nuovo una visione grandiosa dell’universo e della bellezza della vita.

Malla Malmivaara in Little Siberia
Malla Malmivaara in Little Siberia. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

A quel punto si riprende e torna a casa. Riceve il messaggio che Krista sarà restituita a condizione che Joel consegni la roccia alla palestra di Raystis. Per farlo, decide allora di usare una roccia normale al posto del meteorite. Giunto alla palestra, Joel nota che Raystis è stato agganciato a una bomba a mano. Se smette di correre sul tapis roulant, la bomba esploderà. L’uomo rivela di essere stato lui a rapire Krista perché la sua azienda è sul punto di fallire. Ora Petar e Karolina l’hanno però in pugno. Joel si reca quindi nel retro del negozio per impedire che il loro piano vada a buon fine. I due entrano però in una situazione di stallo quando Karolina mostra la sua vera natura sparando a Petar.

Tutto ciò che vuole è una possibilità di libertà. Fa quindi uscire Krista sotto la minaccia di una pistola per recuperare la borsa con la pietra da Joel. Tuttavia, Joel riesce a inviare un messaggio in codice a Krista, dicendole di “piroettare” mentre usa l’unico proiettile del suo fucile per abbattere Karolina, salvando così la vita di sua moglie. Dopo un salto temporale, scopriamo anche che il pastore, nonostante le ferite, è vivo e vegeto e conduce una felice vita familiare con Krista e il suo bambino appena nato, avendo così ritrovato la fede e la gioia di vivere.

Che cosa simboleggia il meteorite?

All’inizio di Little Siberia, tutti gli abitanti della città sono ossessionati dalla piccola roccia e desiderano possederla per i loro scopi personali. Alla fine, tuttavia, il meteorite giace sul fondo del fiume ghiacciato, dimenticato dagli abitanti della città che hanno trovato uno sbocco migliore per il loro entusiasmo. In un certo senso, questo rappresenta la crescita della personalità di tutti, in particolare di Joel. Il pastore era convinto che il meteorite fosse un segno della presenza di Dio e un suo messaggio dal cielo. Anche Tarvainen esprime la stessa idea a Joel. Tutti credono che la roccia contenga una ricetta segreta per la salvezza. Tuttavia, dopo una serie di lotte, il suo valore diminuisce nella mente di tutti coloro che ne sono coinvolti.

Tre rivelazioni: guida al cast e ai personaggi del thriller di Netflix

Una recente aggiunta al catalogo di film di Netflix è Tre rivelazioni, un thriller con un piccolo ma notevole cast di star sudcoreane. In esso, il pubblico segue le vicende di due diversi personaggi. Uno è un pastore che crede che punire i criminali non solo sia necessario, ma sia un atto di intervento divino. Il secondo è un assassino a piede libero, il cui passato è però tormentato e la cui psiche è tutto fuorché a posto. Infine, c’è una giovane detective che è sulle tracce di un caso di persona scomparsa, ma che è impantanata dai ricordi della sorella che non è riuscita a salvare da un caso simile. In qualche modo, queste due persone diverse trovano la strada per entrare l’una nella vita dell’altra.

Tre rivelazioni potrà avere un piccolo cast, ma è compensato da grandi nomi. Ad esempio, il film è diretto da Yeon Sang-ho, la cui fama è dovuta soprattutto alla regia del film horror del 2016 Train to Busan. Da allora, Yeon ha continuato a realizzare film d’azione e di fantascienza dark, oltre a scrivere e dirigere popolari K-drammi di Netflix come Hellbound e Parasyte: The Grey. Yeon è affiancato da un premio Oscar d’eccezione quale Alfonso Cuarón, che ha prodotto il film ed è noto per titoli come Roma, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e Gravity. In questo articolo, scopriamo però di più sui tre protagonisti di Tre rivelazioni.

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Shin Hyun-been in Tre rivelazioni
Shin Hyun-been nel ruolo di Lee Yeon-hui in Tre rivelazioni. Cr. Cho Wonjin/Netflix © 2025

La trama di Tre rivelazioni

Il thriller coreano inizia con Min-chan, un pastore appassionato che accoglie nella sua congregazione un criminale incallito, Yang-rae. Tuttavia, quando Min-chan scopre che suo figlio potrebbe essere scomparso, sospetta immediatamente di Yang-rae e cerca di dargli la caccia, provocando però la sua scomparsa. Il giorno seguente, si scopre che il figlio di Min-chan è stato ritrovato, ma che in realtà è stato rapito un altro bambino. La detective Yeon-hee indaga, turbata dal caso di Yang-rae perché dietro la morte di sua sorella c’è proprio lui. Da qui, Yeon-hee tenterà dunque a scoprire il ruolo di Min-chan e Yang-rae nella scomparsa di A-yeong.

Il cast e i personaggi di Tre rivelazioni

Ryu Jun-yeol nel ruolo del pastore Min-chan

Ryu Jun-yeol è nato a Suwon, nella provincia di Gyeonggi, in Corea del Sud. Ha iniziato a recitare nel 2012, ricoprendo ruoli minori in cortometraggi e in televisione. Nel 2015 si è fatto notare per il suo ruolo nel thriller mistery Socialphobia e subito dopo ha ottenuto il ruolo di Kim Jung-hwan in Reply 1988. Negli ultimi anni, Ryu ha recitato in numerosi film, come A Taxi Driver, The Night Owl e Alienoid. È anche apparso nel dramma K 2024 di Netflix, The 8 Show. In Tre rivelazioni, interpreta il pastore troppo zelante Min-chan.

Ryu Jun-yeol e Shin Min-jae in Tre rivelazioni
Ryu Jun-yeol nel ruolo di Sung Min-chan, Shin Min-jae nel ruolo di Kwon Yang-rae in Tre rivelazioni. Cr. Cho Wonjin/Netflix © 2025

Shin Hyun-been nel ruolo della Detective Yeon-hee

Shin Hyun-been è un’attrice nata in Corea del Sud. Nel 2010, ha dato il via alla sua carriera apparendo nel film commedia nera He’s On Duty, che le è valso il premio come miglior attrice esordiente al 47° Baeksang Arts Awards. Poco dopo, ha fatto il salto di qualità recitando nel K-dramma Warrior Baek Dong-soo. Per i successivi anni Shin è passata un po’ inosservata, finché non ha avuto una seconda impennata di popolarità recitando nella serie crime mystery Confession e nel medical drama Hospital Playlist. Tre rivelazioni vede Shin nel ruolo della detective traumatizzata Yeon-hee.

Shin Min-jae nei panni dell’ex detenuta Yang-rae

L’ultimo membro importante del cast di Tre rivelazioni è Shin Min-jae. L’attore sudcoreano ha esordito nel 2016 con il musical Delta Boys. Da allora, ha assunto diversi ruoli minori in film come Night of the Undead e Smugglers. In particolare, Shin ha collaborato con il regista Yeon Sang-ho in tre diverse occasioni, apparendo in Jung_E, Parasyte: The Grey e ora in Tre rivelazioni. Il ruolo di Shin in quest’ultimo film è quello dell’assassino ed ex detenuto di nome Yang-rae, che potrebbe avere a che fare con il caso della persona scomparsa.

Fidanzata in affitto: la spiegazione del finale del film

Fidanzata in affitto: la spiegazione del finale del film

Jennifer Lawrence ha con Fidanzata in affitto (qui la recensione) fatto il suo debutto in una commedia a tutti gli effett, con un finale che prende una gradita piega quando i personaggi superano i loro ostacoli. Il film, diretto da Gene Stupnitsky da una sceneggiatura scritta insieme a John Phillips, è incentrato sulla Maddie della Lawrence, una ragazza di Montauk che viene assunta per far uscire dal guscio l’introverso diciannovenne Percy (Andrew Barth Feldman) prima che parta per Princeton. Presentato come una commedia sgangherata, Fidanzata in affitto è ricco di battute emotive e di sviluppo del personaggio, mentre Maddie e Percy trovano la loro sintonia e si stabiliscono in un’amicizia genuina.

Il film ha una premessa semplice e il suo conflitto nasce dopo che Percy scopre che Maddie, che sta lottando finanziariamente ed è vicina a perdere la casa, lo ha cercato solo dopo che i suoi genitori hanno pubblicato un annuncio per aiutarlo prima di andare al college. Maddie aveva un disperato bisogno dell’auto che i genitori di Percy le stavano offrendo, ma alla fine del film i due si sono aiutati a crescere in modi inaspettati. Lei è riuscita ad aprirsi emotivamente, pagando le tasse sulla proprietà, vendendo la casa ai suoi amici e usando il denaro per trasferirsi in California. Nel frattempo, Percy ha invece acquisito fiducia e amici, riuscendo a uscire dalla sua stanza senza temere lo stigma sociale.

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Maddie e Percy rimarranno amici?

Quando Percy pensa che lui e Maddie abbiano una relazione, discutono l’opzione della distanza, ma Maddie è contraria. Soprattutto perché Maddie sa che non hanno una vera relazione sentimentale, ma anche perché non riesce a vedersi di rimanere in contatto quando sono così lontani l’uno dall’altra. Alla fine di Fidanzata in affitto, Percy dice quindi che tornerà a Montauk per il Ringraziamento, ma Maddie sarà in California, il che rappresenta un altro ostacolo alla loro amicizia. Anche se i due probabilmente si terranno in contatto per qualche mese, è possibile che Percy diventi troppo impegnato a Princeton per potersi far sentire costantemente.

Anche Maddie avrà il suo bel da fare per ambientarsi in California, soprattutto dopo aver vissuto tutta la vita a Montauk. La loro separazione geografica non significa che non rimarranno amici a lungo termine, ma è il tipo di amicizia che ha permesso loro di uscire dalla propria strada, affrontando le loro paure individuali in modo da poter andare avanti invece di rimanere bloccati nel passato. La loro “relazione” è stata un successo, quindi anche se non rimarranno vicini dopo essersi separati nel finale, ricorderanno sempre i modi in cui si sono aiutati a vicenda. In questo senso, Maddie e Percy saranno per sempre amici.

Fidanzata in affitto recensione
Maddie (Jennifer Lawrence) e Percy (Andrew Barth Feldman) in Fidanzata in affitto

Maddie si trasferisce in California

Per tutta la durata di Fidanzata in affitto, Maddie si rifiuta di vendere la casa di sua madre, scegliendo di ricorrere all’aiuto che i genitori di Percy le hanno promesso, in modo da poter lavorare come Uber e pagare le tasse sulla proprietà della casa. Alla fine del film, però, Maddie decide di vendere la casa e usa i soldi per fare le valigie e trasferirsi in California, dopo aver ricevuto da Percy una lezione di vita. Si rende infatti conto di essere rimasta bloccata nel passato, incolpando ingiustamente tutti gli altri per le decisioni che ha preso sulla sua vita. Maddie era arrabbiata per una buona ragione, ma si era aggrappata al rifiuto del padre, che non voleva avere niente a che fare con lei.

Trasferirsi in California era un sogno irrealizzato per lei, ma solo quando riusce a liberarsi dalla paura del cambiamento poté finalmente cambiare la sua vita. Maddie si rese conto che non ha bisogno di essere contattata da suo padre e che può risolvere le cose da sola con persone che le volevano veramente bene. La vendita della casa di sua madre è il passo finale per lasciarsi alle spalle il passato, permettendole di fare passi verso il futuro. Cosa che richiedeva un grande coraggio, che nel finale la ragazza ha dunque trovato.

Il piano dell’adozione di Milo da parte di Maddie

All’inizio di Fidanzata in affitto, Maddie tenta di adottare per finta il cagnolino Milo nel tentativo di incontrare Percy. Tuttavia, nel finale, Maddie finisce davvero per adottare Milo e portarlo con sé in California, perché il cane ha nel mentre acquisito un valore sentimentale per lei. Milo è una parte importante del suo viaggio con Percy e probabilmente Maddie ha voluto adottare il cane per ricordare l’amicizia che ha stretto con lui e tutto quello che hanno passato insieme.

Anche se inizialmente non è in grado di prendersi cura del cane, Maddie si assume la responsabilità di Milo come non avrebbe saputo fare prima. La ragazza sa cosa significa essere abbandonati, e promettere di adottare Milo ma non farlo avrebbe portato a paragoni con suo padre, che decisamente non è quello che lei vuole essere. Milo ha evidenti problemi, ma ha anche la capacità di amare e di essere amato se gliene viene data la possibilità, facendo eco alla linea emotiva di Maddie nel film. Non solo Milo è un ricordo dell’amicizia che ha stretto con Percy, ma il cane servirà anche a mantenere un legame con Montauk.

Fidanzata in affitto
Maddie (Jennifer Lawrence) e Percy (Andrew Barth Feldman) in Fidanzata in affitto

Fidanzata in affitto segna un cambio di carriera per Jennifer Lawrence?

Come anticipato, Fidanzata in affitto segna la prima commedia importante per Jennifer Lawrence. Il lato positivo ci è andato vicino, ma si trattava più che altro di una commedia drammatica in cui l’attrice era occasionalmente divertente. Questo film ha invece un’atmosfera da commedia vecchia scuola, e la Lawrence riesce a essere sguaiata, dura e decisamente divertente. Dopo aver recitato a lungo in film drammatici, Fidanzata in affitto potrebbe segnare un cambiamento di carriera per l’attrice, i cui ruoli più importanti hanno incluso finora film in franchise come Hunger Games e X-Men e film drammatici come Red Sparrow, Causeway e Madre!.

I prossimi progetti della Lawrence non saranno commedie come questa, ma permetteranno all’attrice di mettere in mostra le sue capacità recitative in una varietà di generi oltre a quello drammatico. La Lawrence sarà infatti protagonista di un dramma poliziesco e di un thriller horror, rispettivamente con Mob Girl e Die, My Love. Detto questo, il pubblico non deve aspettarsi che la Lawrence si discosti troppo dai tipi di film che ha fatto in passato, poiché l’attrice apparirà anche in drammi e biografie nel prossimo futuro. Sembra che una commedia diretta non sia in programma a breve, ma questo non significa che la Lawrence non possa tornare al genere più avanti nella sua carriera.

Tre rivelazioni: la spiegazione del finale del film Netflix

Tre rivelazioni: la spiegazione del finale del film Netflix

Netflix ha recentemente aggiunto al suo catalogo il thriller sudcoreano Tre Rivelazioni, che pone diverse domande scottanti sulla moralità e sul crimine, ma la più importante è cosa sia successo ad A-yeong. Diretto da Yeon Sang-ho, regista dell’acclamato Train to Busan, Tre Rivelazioni segue le vicende di tre personaggi unici: un pastore troppo zelante, un detective traumatizzato e un criminale incompreso. Quando una giovane ragazza scompare, tutti e tre i personaggi vengono coinvolti in una rete contorta di segreti, violenza e, naturalmente, rivelazioni.

Il thriller coreano inizia con Min-chan, un pastore appassionato che accoglie nella sua congregazione un criminale incallito, Yang-rae. Tuttavia, quando Min-chan scopre che suo figlio potrebbe essere scomparso, sospetta immediatamente di Yang-rae e cerca di dargli la caccia, provocando però la sua scomparsa. Il giorno seguente, si scopre che il figlio di Min-chan è stato ritrovato, ma che in realtà è stato rapito un altro bambino. La detective Yeon-hee indaga, turbata dal caso di Yang-rae perché dietro la morte di sua sorella c’è proprio lui. Da qui, Yeon-hee tenterà dunque a scoprire il ruolo di Min-chan e Yang-rae nella scomparsa di A-yeong.

Cosa è successo ad A-yeong?

Il mistero più grande di Tre Rivelazioni è dunque cosa sia successo ad A-yeong. La dodicenne A-yeong appare per la prima volta nel film mentre si reca in chiesa, seguita da Yang-rae. Dopo la funzione, sembra tornare a casa con i suoi amici, ma la volta successiva che si parla di lei, si scopre che è stata rapita. Considerando l’inseguimento di Yang-rae, sembra chiaro che il colpevole sia lui. Solo alla fine del film il pubblico si accorge però che A-yeong è tenuta prigioniera in una casa destinata a essere demolita. Fortunatamente, poco prima che la casa venga distrutta, Yeon-hee salva la ragazza.

Nonostante la scomparsa di A-yeong sia il perno che lega Min-chan, Yeon-hee e Yang-rae, la ragazza è più un personaggio simbolico che una vera protagonista. Il rapimento non riguarda tanto A-yeong in sé, quanto piuttosto l’effetto che ha sugli altri personaggi. L’effetto più importante della situazione di A-yeong è che simboleggia ciò che è accaduto alla sorella di Yeon-hee, la quale si rimprovera di non essere stata in grado di salvare la sorella e, quando salva A-yeong, riesce finalmente a perdonarsi per il passato.

Ryu Jun-yeol e Shin Min-jae in Tre rivelazioni
Ryu Jun-yeol nel ruolo di Sung Min-chan, Shin Min-jae nel ruolo di Kwon Yang-rae in Tre rivelazioni. Cr. Cho Wonjin/Netflix © 2025

Il ruolo di Min-chan con Yang-rae nella vicenda

Uno degli elementi più complicati di Tre Rivelazioni è però il coinvolgimento di Min-chan con Yang-rae. Inizialmente, Min-chan vuole aiutare Yang-rae come membro della chiesa. Tuttavia, la sua buona volontà si trasforma rapidamente quando sospetta che Yang-rae abbia rapito suo figlio. Min-chan segue allora Yang-rae nel bosco e si scontra con lui, facendolo cadere in un burrone e provocandogli una grave ferita. Min-chan è terrorizzato, ma alla fine decide di spingere Yang-rae giù da un dirupo e sembra che lo faccia dopo aver visto un segno di Dio.

In definitiva, questa è la parte più importante della storia di Min-chan. Dopo aver visto un simbolo sul fianco di una montagna, Min-chan crede di dover uccidere Yang-rae perché è la volontà di Dio. Il suo pensiero è che sta liberando il mondo da un peccatore. Pertanto, quando Yang-rae finisce per sopravvivere e tornare, Min-chan è determinato a ucciderlo una volta per tutte. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che Yang-rae è l’unico a sapere dove si trova A-yeong, quindi una volta che Min-chan lo avrà ucciso, la polizia avrà meno possibilità di trovare A-yeong viva.

Perché Yeon-hee ha avuto le visioni di sua sorella

Mentre Min-chan si occupa di Yang-rae, Yeon-hee cerca di capire come questi due uomini siano collegati al rapimento di A-yeong. Nel corso di questa indagine, la detective è perseguitata dai suoi demoni, in particolare dal fantasma di sua sorella. Cinque anni prima, la sorella di Yeon-hee era stata rapita e torturata da Yang-rae. Riuscì a fuggire, ma alla fine si tolse comunque la vita. Yeon-hee ritiene dunque che sia colpa sua non aver salvato la sorella. Per questo motivo, il fantasma di lei le urla continuamente contro, chiedendo di sapere perché non era presente quando aveva più bisogno di lei.

La crescita di Yeon-hee in Tre Rivelazioni è forse una delle parti migliori del film. Yeon-hee è chiaramente angosciata dalla morte della sorella e dalla ricomparsa di Yang-rae. Tuttavia, approfondendo il caso di A-yeong, si rende conto che l’assassino è un essere umano proprio come lo era sua sorella e merita maggiore empatia. Di conseguenza, cerca di saperne di più su Yang-rae, il che la aiuta a capire dove è tenuta prigioniera A-yeong. Inoltre, si trova a fare i conti con il fatto che la morte di sua sorella non è avvenuta per mano sua, ma per qualcosa che è sfuggito al suo controllo.

Shin Hyun-been nel ruolo di Lee Yeon-hui in Tre rivelazioni. Cr. Cho Wonjin/Netflix © 2025

La spiegazione del passato di Yang-rae e del suo tragico destino

Nella prima metà di Tre Rivelazioni, Yang-rae è dunque caratterizzato come un essere umano malvagio. È un noto criminale che ha torturato la sorella di Yeon-hee e rapito A-yeong. Tuttavia, al culmine del film, si scopre che Yang-rae ha sofferto di un’infanzia traumatica, che lo ha portato a questi comportamenti orribili. Lo psicologo di Yang-rae spiega che il padre lo picchiava ogni giorno, lasciandogli innumerevoli bruciature e cicatrici. Mentre queste percosse avevano luogo, la madre stava fuori dalla porta, cantando inni e pregando per lui. Questo ha lasciato Yang-rae in uno stato psicologico profondamente turbato.

Il dilemma morale con cui ci si confronta è dunque se Yang-rae possa essere perdonato o meno. Non c’è dubbio che abbia agito in modo malvagio quando ha commesso i suoi crimini; tuttavia, il film suggerisce che non era necessariamente in uno stato mentale sano. A causa del suo trauma infantile, Yang-rae potrebbe meritare la stessa compassione delle sue vittime. Yeon-hee sembra alla fine perdonarlo, mentre Min-chan rimane convinto che sia un peccatore senza possibilità di redenzione. Alla luce di ciò, gli spettatori sono quindi chiamati a dare il proprio giudizio su Yang-rae.

La verità sul “mostro con un occhio solo”

Al centro della tragica storia di Yang-rae c’è poi il “mostro con un occhio solo”. Quando le autorità visitano per la prima volta il suo appartamento, trovano un disegno terrificante di questo presunto “mostro con un occhio solo”, che sembra contenere diverse persone al suo interno. All’inizio si pensa che Yang-rae sia semplicemente pazzo, ma quando poco prima di morire dice a Yeon-hee che A-yeong è stata inghiottita dal “mostro con un occhio solo”, la detective si mette alla ricerca di cosa significhi. Alla fine, si rende conto che il mostro rappresenta le case con un’unica finestra a forma di occhio di pesce.

Sebbene il “mostro con un occhio solo” sia un luogo fisico e non un vero e proprio mostro come gli zombie di Train to Busan, ha un significato simbolico per Yang-rae. In gioventù, egli è stato maltrattato in una stanza con una sola finestra e il trauma subito ha trasformato un normale elemento abitativo in un vero e proprio mostro. Yang-rae credeva davvero che questo mostro fosse un pericolo per lui e forse sentiva di dovergli offrire più violenza per tenerlo a bada, motivo per cui ha commesso i suoi crimini.

Ryu Jun-yeol in Tre rivelazioni
Ryu Jun-yeol nel ruolo di Sung Min-chan in Tre Rivelazioni. Cr. Cho Wonjin/Netflix © 2025

La spiegazione dell’apofenia di Min-chan

In Tre Rivelazioni, Yeon-hee e la polizia scoprono che Min-chan ha tentato di uccidere Yang-rae. Viene quindi mandato in prigione per il suo crimine, nonostante le sue proteste sul fatto che Dio lo abbia influenzato. Più tardi, lo psichiatra di Yang-rae spiega a Yeon-hee che Min-chan probabilmente soffriva di apofenia, un fenomeno per cui le persone vedono schemi in cose che in realtà non esistono. Quando Min-chan vedeva i suoi segni da parte di Dio, in realtà non c’era nulla. Questa diagnosi viene confermata alla fine del film, quando Min-chan trova un altro “segno” nella sua cella.

Tre Rivelazioni conferma quindi che Min-chan soffre di apofenia, ma il pubblico potrebbe chiedersi se questa sia una copertura per il vero male di Min-chan. Forse Min-chan ha sviluppato l’apofenia solo come modo per permettersi di compiere atti di violenza. Questo avrebbe senso se si considera che la moglie lo tradiva, il che probabilmente gli ha fatto aumentare la rabbia e lo stress. In questo modo, i suoi crimini potrebbero essere stati anche peggiori di quelli di Yang-rae.

Il vero significato di Tre Rivelazioni

In definitiva, Tre Rivelazioni è un film tanto emozionante quanto illuminante. Attraverso le storie di Min-chan, Yang-rae e Yeon-hee, gli spettatori sono costretti a fare i conti con le proprie convinzioni sulla moralità. Devono decidere se chi commette un crimine è una persona veramente malvagia o se sta accadendo qualcosa di più complicato dentro di loro. Inoltre, il pubblico vede come un trauma possa avere un impatto pericoloso sulla vita di una persona. In definitiva, Tre Rivelazioni mette in crisi l’idea di bene e male puro.

Man on fire – Il fuoco della vendetta: la storia vera dietro il film

Considerato uno dei massimi interpreti del cinema mondiale, il due volte premio Oscar Denzel Washington si è nei primi anni Duemila dedicato ad alcuni celebri film di genere thriller. Da Training Day ad Out of Time, si è così dimostrato particolarmente a suo agio in tale genere, sfoggiando una presenza scenica unica. Tra i titoli più apprezzati di quegli anni vi è Man on Fire – Il fuoco della vendetta, diretto nel 2004 da Tony Scott e scritto da Brian Helgeland. Al centro di questo vi è un uomo che non conosce limiti intento a ricercare una bambina misteriosamente rapita.

Il film è basato sull’omonimo romanzo di A. J. Quinnell, da cui era già stato tratto un film nel 1987, Un uomo sotto tiro, con Scott Glenn nei panni del protagonista. Per questa nuova trasposizione, però, Scott decise di apportare sostanziali modifiche, aggiornando di fatto il contesto e i temi trattati. Contrariamente al primo film ambientato, come il romanzo, in Italia, Man on Fire – Il fuoco della vendetta si svolge ora a Città del Messico, località tristemente nota per il suo alto tasso di rapimenti e criminalità.

Così facendo Scott ha dunque potuto dar vita ad una versione inedita della storia, pur mantenendo inalterate le sue tematiche di fondo. Ma cosa c’è di vero nella storia di John Creasy, questo il nome del protagonista, e nel suo rabbioso tentativo di salvare la bambina rapita? Una vicenda del genere richiama inevitabilmente alla memoria casi simili realmente verificatisi e in questo articolo andiamo proprio ad approfondire la storia vera dietro Man on Fire – Il fuoco della vendetta.

Denzel Washington e Christopher Walken in Man on Fire - Il fuoco della vendetta
Denzel Washington e Christopher Walken in Man on Fire – Il fuoco della vendetta © 2004 20th Century Fox & Regency Enterprises. All rights reserved.

La trama di Man on Fire – Il fuoco della vendetta

Protagonista del film è l’ex agente della CIA John Creasy, uomo burbero e tormentato tanto dall’alcol quanto dal suo doloroso passato. Egli accetta l’incarico di occuparsi della piccola Pita, figlia dei facoltosi coniugi Ramos. La situazione precipita quando la piccola viene rapita sotto gli occhi di John. Carico di odio e di desiderio di vendetta, per lui è l’inizio di una lunga ricerca che lo porterà a far uscire nuovamente il suo carattere da inarrestabile macchina assassina. Egli è pronto a tutto pur di ritrovare e salvare la bambina, con la quale ha nel mentre sviluppato un forte legame.

La storia vera dietro Man on Fire – Il fuoco della vendetta

John Creasy, il protagonista di Man on Fire – Il fuoco della vendetta, non è basato su una persona reale. Si tratta invece di un personaggio immaginario ideato dall’autore A. J. Quinnell,  che lo ha poi fatto comparire anche in altri quattro suoi libri: The Perfect Kill (1992), The Blue Ring (1993), Black Horn (1994) e Message From Hell (1996). Il motivo per cui spesso si crede erroneamente che il personaggio sia reale è che la storia è ispirata a due rapimenti reali e di alto profilo, che impressionarono molto Quinnell al punto da spingerlo ad usarli come base per il suo racconto.

Il primo è stato il rapimento del figlio maggiore di un uomo d’affari di Singapore a scopo di riscatto. Temendo che anche gli altri figli sarebbero stati presi di mira se avesse pagato, l’uomo si è rifiutato e il figlio è stato ucciso. La seconda fonte di ispirazione è invece una storia più nota che riguarda una delle famiglie più ricche d’America, i Getty. Il sedicenne John Paul Getty III, nipote del magnate del petrolio Paul Getty, fu rapito a Roma nel 1973. Dopo cinque mesi di prigionia, Getty III perse un orecchio a causa dei suoi rapitori prima che il nonno, leggendariamente avaro, pagasse il riscatto.

Denzel Washington e Dakota Fanning in Man on Fire - Il fuoco della vendetta
Denzel Washington e Dakota Fanning in Man on Fire – Il fuoco della vendetta © 2004 20th Century Fox & Regency Enterprises. All rights reserved.

La storia di Getty ha portato a un film e a una serie televisiva. La serie, Trust, ha debuttato su FX nel 2018, con Donald Sutherland nel ruolo di Paul Getty e Harris Dickinson in quello di Getty III. Proprio il fratello di Tony Scott, Ridley Scott, ha poi diretto l’adattamento cinematografico Tutti i soldi del mondo, con Christopher Plummer nel ruolo del Getty maggiore e Charlie Plummer in quello del minore. Essendo frequenti casi del genere nell’Italia dell’epoca, lo scrittore decise pertanto di ambientare lì il suo romanzo. Tale problematica realtà è però oggi maggiormente diffusa in Messico e a Città del Messico, dove dunque Scott ha preferito ambientare la sua versione.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Man on Fire – Il fuoco della vendetta è disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 22 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Overdose: la spiegazione del finale del film

Overdose: la spiegazione del finale del film

Il regista Olivier Marchal è stato in passato un poliziotto e molti dei suoi film hanno dunque come protagonisti personaggi appartenenti a quel mondo, delle forze dell’ordine o della criminalità, con storie che si muovono dunque all’interno di questi ambienti per raccontarli in modo particolarmente accurato. Dopo aver diretto film come 36 Quai des Orfèvres (2004), La truffa del secolo (2017) e Rogue City (2020), il suo ultimo film ad oggi è Overdose, tratto dal romanzo Mortels Trafics di Pierre Pouchairet, un thriller d’azione che punta tutto sull’azione veloce e sui brividi rapidi oltre che visivamente piacevoli, in cui si seguono due unità della polizia francese che si uniscono e collaborano per sgominare una famigerata banda di spacciatori e trovare gli assassini di due bambini.

Il riassunto della trama di Overdose

Un uomo di nome Igor Reynald viene rilasciato dal carcere per essere riaccolto in una vita criminale da un conoscente, Eduardo Garcia. Quest’ultimo riporta Igor al complesso del suo capo, un famigerato signore della droga che controlla l’intera zona, Alfonso Castroviejo, e sembra che Igor abbia lavorato per lui in passato. Sebbene sia stato in prigione per qualche tempo, l’uomo non ha cambiato le sue abitudini, a quanto pare, visto che si riunisce al resto della banda. Questa squadra criminale, che contrabbanda e distribuisce droga in tutta la Spagna e la Francia, comprende anche un uomo più giovane di nome Said, che al momento è impegnato con la sua nuova ragazza, Leila, e un ex corridore automobilistico professionista, Willy de Berg.

Viene presto messo a punto un piano per consegnare una nuova scorta di droga, di cui fa parte anche Igor, ma poi si scopre che Reynald lavora come agente sotto copertura per la polizia all’interno della banda di Castroviejo. Egli fa infatti riferimento a Sara Bellaiche, a capo della squadra narcotici della polizia di Tolosa. La donna è messa sotto pressione da parte del commissario capo per non essere riuscita in passato a catturare i principali trafficanti di droga della regione. Proprio per rimediare a ciò ha elaborato il piano che prevedeva l’assunzione di Igor e il suo infiltramento nella squadra di Castroviejo. In gran segreto, dunque, Igor continua a informare Sara e la sua squadra su ogni nuovo sviluppo.

Intanto, a Parigi, in un ospedale pediatrico due ragazzi, Jerome e Ali, vengono uccisi senza pietà. Il capo della polizia, Richard Cross, indaga con la sua squadra e cerca di trovare qualche indizio. Nel giro di un paio di giorni, anche la madre di Ali viene trovata morta e gettata nella Senna e i filmati delle telecamere di sicurezza mostrano un uomo e una donna a bordo di un furgone nero comune a entrambe le zone del crimine. Alcune indagini più approfondite rivelano che la donna è una cittadina marocchina di nome Leila. Nell’ambito della sua indagine, Richard arriva ad incontrare Sara della squadra narcotici e insieme si preparano a sgominare la banda di Castroviejo e il suo impero della droga.

Sofia Essaïdi Overdose
Sofia Essaïdi in Overdose. Cortesia di Prime Video

La polizia raggiunge la banda di Castroviejo

Mentre la banda di Castroviejo esce dal suo complesso per attraversare la Spagna e raggiungere la Francia per effettuare le consegne di droga in due luoghi diversi, il boss rimane indietro e affida l’intera responsabilità dell’operazione a Eduardo Garcia. Durante il viaggio, però, le cose si mettono male per Said e la sua ragazza Leila: quest’ultima muore per overdose e il ragazzo esce dall’autostrada per soccorrerla. Le auto erano già inseguite dalla polizia in quel momento, dando luogo a un enorme scontro a fuoco, con Said che è fuggito con il resto dei membri della sua banda, mentre il corpo di Leila è stato lasciato indietro.

Richard riceve la notizia della morte improvvisa del suo principale sospettato e si reca sul posto mentre è presente anche Sara, che con la sua squadra stava tenendo d’occhio il convoglio di droga. Sebbene Reynald continui a informarli di qualsiasi cambiamento di piani tra i membri della banda, Sara rimane molto preoccupata per la sicurezza del suo informatore. La banda cambia improvvisamente rotta e si dirige verso un villaggio sulle colline, dove passa la notte a casa di un abitante del luogo, forse per evitare l’attenzione della polizia. Mentre tutto questo accade, la squadra di Richard si imbatte in una donna in un quartiere pericoloso che fornisce loro importanti dettagli su questo caso importante.

Grazie alle sue informazioni, scoprono il punto di consegna della seconda droga e l’uomo che la compra. Mentre la banda lascia il villaggio il giorno successivo, la squadra antidroga della polizia si prepara sul luogo della prima consegna della droga, di cui Reynald li informa la mattina stessa. Mentre l’acquirente arriva e la consegna sta per avvenire, un autobus pieno di scolari arriva sul posto per una gita, rendendo impossibile per la polizia rivelarsi e arrestare i colpevoli. Tuttavia, Sara e la sua squadra aspettano pazientemente e, quando i membri della banda stanno per allontanarsi, inseguono e arrestano alcuni di loro.

Reynald, Said e un paio di altri riescono a sfuggire alla polizia e Said sospetta che ci sia un informatore all’interno della sua banda. Ma, fortunatamente, sospetta dell’uomo sbagliato e lo uccide. A questo punto contattano il secondo acquirente e partono verso la nuova destinazione. Dall’altra parte, la polizia prende in custodia la maggior parte dei membri della banda, compreso Garcia, e li interroga costantemente non solo per accertare i loro crimini di contrabbando di droga, ma anche per scoprire qualsiasi informazione sugli assassini dei due bambini all’ospedale. Mentre è ormai chiaro che uno dei colpevoli è Leila, che nel frattempo è morta, l’ex pilota, de Berg, menziona un uomo di nome Wahid come possibile altro assassino.

Nassim Lyes in Overdose
Nassim Lyes in Overdose. Cortesia di Prime Video

Nello stesso momento in cui questi uomini vengono interrogati e indagati, la polizia francese conduce un’operazione congiunta con quella spagnola per arrestare Alfonso Castroviejo dalla sua casa di famiglia. Castroviejo cerca di uscire dal complesso uccidendo uno dei poliziotti, ma alla fine viene identificato e ucciso. Più tardi, in Francia, tutti i membri della banda arrestati vengono trasportati nella capitale, probabilmente per essere portati in tribunale e messi in prigione, quando un incidente sull’autostrada crea un improvviso ribaltamento della situazione. Alcuni uomini di Garcia riescono ad attaccare gli agenti di polizia nella loro auto e ne segue una sparatoria sull’autostrada.

Mentre tutti gli altri membri vengono uccisi, Garcia riesce a fuggire dalla scena e si nasconde nella città locale. Attraverso il televisore di una casa in cui si è introdotto, Garcia osserva la moglie e il figlio del contadino che aveva ucciso in precedenza nel villaggio sulle colline, che arrivano alla stazione di polizia per testimoniare. Diventa chiaro che Reynald non aveva ucciso la donna e il bambino quando gli era stato detto di farlo e Garcia capisce che è lui ad agire come talpa nella sua banda. Si mette subito in contatto con il secondo acquirente, che non ha ancora ricevuto la droga, e insieme preparano un piano per affrontare Reynald e punirlo per il suo tradimento.

La spiegazione del finale di Overdose

Nel finale del film, la polizia riceve informazioni su un improvviso cambiamento del luogo di incontro per la seconda consegna della droga e Sara teme più che mai che la vita di Reynald possa essere in pericolo. L’intera squadra di polizia fa del suo meglio per scoprire il nuovo luogo di incontro e alla fine lo rintraccia in un edificio abbandonato nei pressi di Parigi. Quando arrivano, però, Reynald e Said sono già arrivati e hanno iniziato la loro transazione. Ma Garcia si mette in mezzo, affrontando Reynald e facendolo prigioniero nel seminterrato. Pugnala Said a morte e passa poi tortura Reynald per ore. Finalmente arriva la polizia e scoppia una rissa tra le due parti, che culmina con Garcia e l’acquirente di droga che vengono arrestati.

Sara trova Reynald in condizioni estremamente malconce e l’uomo muore infatti poco dopo per le ferite riportate. Sara non riesce più a contenersi e sta per uccidere Garcia, ma un altro agente di polizia la ferma, per poi uccidere lui stesso il criminale. Sembra che la polizia sapesse che né Garcia né Castroviejo avrebbero ricevuto una giustizia adeguata a causa delle loro ricche capacità di corruzione, e quindi non si è preoccupata di uccidere i criminali per porre fine alle loro attività. Nell’edificio abbandonato viene arrestato anche un altro uomo, Wahid – cugino di Said -, che si era nascosto nel seminterrato durante la rissa. Wahid ammette tutto alla polizia e racconta cosa è successo esattamente nel suo villaggio natale in Marocco, che era anche la casa natale di Leila e del giovane Ali, uccisi in ospedale.

Dopo essere state nemiche per generazioni, le famiglie di Leila e Wahid avevano deciso di diventare amiche e di lavorare insieme, e i due avrebbero dovuto anche sposarsi come segno di questa nuova amicizia. Poiché entrambe le famiglie erano trafficanti di droga e contrabbandieri, tenevano d’occhio qualsiasi attività sospetta nel villaggio e un giorno il padre di Wahid vide il padre di Ali visitare l’ambasciata francese in Marocco in modo piuttosto sospetto. L’uomo fu immediatamente catturato e torturato per giorni prima di essere ucciso e Wahid ricevette l’ordine dal padre di trovare Ali e sua madre e porre fine anche alle loro vite per vendicarsi. Per questo Wahid e Leila erano venuti in Francia.

Hanno poi rintracciato Ali all’ospedale di Parigi, dove il ragazzo era molto malato e veniva curato. Ma, quando i due assassini si sono recati sul posto, nella stessa stanza era presente anche un altro ragazzo, Jerome. Di conseguenza, anche lui viene ucciso. Hanno poi rintracciato la madre e ucciso anche lei. Mentre Wahid viene messo in prigione dopo la sua confessione, la polizia indaga se il padre di Ali fosse stato un informatore e scopre una realtà ancora più triste. L’uomo si era recato all’ambasciata francese per informarsi su una procedura medica di cui Ali aveva bisogno per curarsi, e non aveva nulla a che fare con la famiglia di Wahid o con il suo traffico di droga. Tutto ciò che è iniziato e ha portato a questo enorme scontro è stato, dopo tutto, condotto invano per un terribile malinteso.

Speed: le curiosità sulla realizzazione del film con Keanu Reeves

Esiste un thriller da popcorn migliore di Speed del 1994? Grazie alla sua premessa originale e al ritmo incalzante – per non parlare della chimica tra i protagonisti Keanu Reeves e Sandra Bullock – diremmo di no. Il regista Jan de Bont fa un lavoro brillante nel tirare fuori ogni grammo di tensione possibile dal concetto di un autobus che non può rallentare senza far esplodere una bomba. de Bont – lavorando sulla base del progetto fornito dagli sceneggiatori Graham Yost e Joss Whedon – non ha mai perso di vista ciò che rende un film davvero avvincente: l’elemento umano.

Ecco perché Speed non è solo una scarica di adrenalina senza fine, ma riesce anche a trovare il tempo per far conoscere al pubblico il Jack Traven di Reeves, l’Annie Porter della Bullock e il resto dei passeggeri dell’autobus. Questo non solo ci fa preoccupare se l’autobus dovesse saltare in aria o meno, ma porta anche ad alcuni momenti sorprendentemente divertenti, che forniscono un momentaneo sollievo dalla posta in gioco sempre più alta. Questo permette anche di far sbocciare in modo credibile la storia d’amore tra Jack e Annie.

Naturalmente, Speed non funzionerebbe senza un grande cattivo, ed è qui che entra in gioco l’attore veterano Dennis Hopper. Nei panni dell’ex poliziotto scontento Howard Payne, Hopper è il cattivo perfetto, sia che ringhi minacce sia che faccia battute cattive a spese delle sue vittime. Grazie al carisma di Hopper, Payne è un cattivo che non si può fare a meno di guardare, anche se non si smette mai di fare il tifo per Jack e Annie per sventare il suo piano mortale. Per celebrare questo classico degli anni ’90, ecco 10 dettagli pazzeschi dietro la realizzazione di Speed.

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Speed sequel

10 curiosità sul film Speed

L’autobus in origine andava molto più piano

Graham Yost ha ideato la trama di base di Speed dopo una conversazione con suo padre. Il padre di Yost stava parlando del thriller del 1985, Runaway Train, che ricordava erroneamente contenere una minaccia esplosiva. Incuriosito, Yost ha controllato il film e ha deciso che avrebbe funzionato meglio se fosse stata coinvolta una bomba e se l’ambientazione si fosse spostata su un autobus. Così nacque Speed, anche se c’erano ancora alcuni dettagli da definire, come la velocità dell’autobus. Yost aveva originariamente previsto che la velocità massima imposta fosse di sole 20 miglia orarie, prima che un amico lo convincesse che 50 miglia orarie sarebbero state più eccitanti!

La scena del “salto dell’autobus” è stata follemente pericolosa da realizzare

Nell’iconica scena del “salto dell’autobus” di Speed, il veicolo titolare sfida le aspettative del pubblico (e le leggi della fisica) superando un varco di cinquanta metri nella strada. Va da sé che un’impresa del genere comporta dei rischi intrinseci, anche se il varco stesso è stato aggiunto in CGI. Tuttavia, sembra sia stato pericoloso catturare questo momento con la telecamera. La troupe temeva che lo stunt driver che stava eseguendo il salto potesse rompersi la spina dorsale al momento dell’impatto. Come se non bastasse, anche se non si fosse rotto la schiena, c’era la possibilità che l’impianto di ripresa si staccasse e infilzasse il poveretto!

Il “salto dell’autobus” non era nel copione originale

Non è insolito che i registi aggiungano nuove scene appena prima dell’inizio delle riprese principali, ma incredibilmente la scena più iconica di Speed non è stata sceneggiata fino all’ultimo. Parliamo sempre della scena del “salto dell’autobus”, che il regista Jan de Bont ha ideato solo durante il sopralluogo, dopo aver notato un vuoto nel Judge Harry Pregerson Interchange in costruzione. de Bont ha immediatamente chiesto a Yost di ideare una scena in cui l’autobus è costretto a saltare un tratto di autostrada non completato, e lo sceneggiatore ha accettato con entusiasmo.

Speed Sandra Bullock Keanu Reeves

Il cast del film era inizialmente diverso

È praticamente impossibile immaginare qualcuno che non sia Keanu Reeves nel ruolo di Jack Traven, ma i produttori di Speed avevano inizialmente in mente un altro attore, ovvero Stephen Baldwin. Tuttavia, Baldwin rifiutò la parte e il regista Jan de Bont fu libero di ingaggiare Reeves, che era la sua scelta preferita. Se è impossibile immaginare qualcun altro nel ruolo di Jack Traven, è altrettanto inconcepibile immaginare qualcun altro che non sia Sandra Bullock nel ruolo di Annie Porter. In origine, Halle Berry era stata contattata per interpretare la parte, ma ha rifiutato. Il personaggio è dunque stato riscritto, rendendo la Bullock perfetta per il ruolo.

Keanu Reeves ha eseguito molti dei suoi stessi stunt

Speed presenta una buona dose di acrobazie da far rizzare i capelli, molte delle quali sono state eseguite dallo stesso Keanu Reeves. All’inizio l’attore era piuttosto diffidente nell’eseguire lui stesso queste imprese potenzialmente letali, a riprova di quanto fosse inesperto di film d’azione in quel momento della sua carriera. Tuttavia, nel corso delle riprese, si è trovato sempre più a suo agio con gli stunt, anche se il regista Jan de Bont gli ha proibito di cimentarsi con le cose più rischiose. Uno degli stunt proibiti era il momento in cui Jack salta da una Jaguar in corsa sull’autobus. Imperterrito, Reeves provò in segreto e fu in grado di eseguire l’acrobazia da solo quando arrivò il momento di girare la scena.

Sandra Bullock ha imparato a guidare un autobus prima di girare il film

Per Speed, l’attrice premio Oscar Sandra Bullock ha infatti imparato a guidare un autobus (superando anche un esame di guida) per interpretare in modo convincente Annie. Era necessario che la Bullock diventasse un’autista di autobus pienamente qualificata per recitare nel film? Probabilmente no, il personaggui guida poco, se non per niente, sullo schermo (se ne è occupato uno stunt driver non visto). Tuttavia, le conoscenze acquisite influenzano il comportamento della Bullock al volante, conferendo autenticità alle sue scene, il che è sempre positivo.

Speed Keanu Reeves

Il treno usato nel finale era in realtà un modello gigantesco

La maggior parte del tempo Speed si svolge su un autobus, ma nel terzo atto l’azione si sposta su un treno della metropolitana dirottato. A differenza delle scene precedenti – che utilizzavano autobus veri e propri quando possibile – qui i registi si sono affidati a un gigantesco modellino di treno per realizzare le riprese esterne necessarie. Quanto è grande il treno? Quando tutti i suoi vagoni sono stati messi sulla bilancia, questo modello ha raggiunto i 68 chili. Questo meraviglioso giocattolo, però, non è sopravvissuto alle riprese: è stato fatto deragliare (intenzionalmente) in un cantiere in miniatura, come parte del gran finale del film.

Joss Whedon ha scritto quasi tutti i dialoghi

Un giovane Joss Whedon ha avuto un impatto significativo sulla sceneggiatura di Speed. Lo sceneggiatore Graham Yost stima infatti che Whedon abbia scritto “il 98,9%” delle parole pronunciate dai personaggi del film. Yost ha spiegato che questo è dovuto al fatto che Whedon aveva più talento di lui nel reparto dialoghi e ammette apertamente che molte delle battute più memorabili del film appartengono a Whedon. Quando Howard Payne abbaia “Pop quiz, campione” a Jack, la battuta è di Whedon. È un esempio di come abbia preso i dialoghi di Yost e li abbia resi più incisivi, più spiritosi e molto più divertenti.

Uno sceneggiatore aveva “massacrato” il copione

Non è un segreto che lo sceneggiatore candidato all’Oscar Joss Whedon abbia lavorato non accreditato per Speed. Tutte le persone coinvolte, compreso l’unico sceneggiatore del film, Graham Yost, hanno riconosciuto quanto sia stato fondamentale il contributo di Whedon. Ciò che non è così noto è che anche un altro sceneggiatore, non menzionato, era stato chiamato a rifinire la sceneggiatura prima di quella di Whedon e, secondo Yost, non ha fatto un gran lavoro. Yost ha infatti bollato il lavoro dello sceneggiatore anonimo come “terribile” e sostiene di aver avuto bisogno di tre giorni interi per rimediare al danno arrecato alla sua bozza originale.

Keanu Reeves in Speed

Quentin Tarantino ha rifiutato di dirigere il film

Concludiamo con una curiosità legata alla regia del film. L’acclamato autore Quentin Tarantino ha una filmografia relativamente breve: in oltre trent’anni di carriera, ha realizzato solo nove film. Curiosamente, questo numero avrebbe potuto essere più alto se i produttori di Speed avessero deciso di ingaggiarlo per la regia del film. Dopo l’uscita del celebre poliziesco Le iene nel 1992, sua opera prima, Tarantino era uno dei registi più richiesti di Hollywood e Speed era uno dei tanti progetti che arrivarono sulla sua scrivania nella speranza di trovare in lui il regista giusto.

Tarantino, tuttavia, rifiutò l’incarico, scegliendo piuttosto di lavorare al suo successivo film, Pulp Fiction. Come noto, questo consacrò Tarantino come uno dei registi del momento, facendogli vincere la Palma d’Oro al Festival di Cannes e poi l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale. Il suo rinunciare a Speed, invece, ha spianato la strada al direttore della fotografia Jan de Bont per il suo debutto alla regia del film. Film che si è poi a sua volta rivelato come un grande successo.

The Monkey: 10 differenze con il racconto originale di Stephen King

The Monkey” (qui la nostra recensione) presenta significative differenze rispetto al racconto originale di Stephen King da cui trae ispirazione. Pur mantenendo l’idea centrale della scimmia giocattolo maledetta che porta morte e distruzione, il film amplia la narrazione e modifica i personaggi, creando una trama completamente diversa. Questo adattamento assume un tono più cupo e grottesco, enfatizzando maggiormente alcune scene di morte e trasformando personaggi secondari in figure chiave, incluso l’antagonista principale. Di seguito, le dieci differenze più rilevanti tra le due versioni della storia.

Hal ha un figlio ed è sposato nel film The Monkey

Nel racconto, Hal è sposato con Terry e ha due figli, Dennis e Petey. I due fratelli non sono gemelli e la loro dinamica infantile riflette il rapporto tra Hal e Bill da piccoli. Hal ha un buon rapporto con la sua famiglia e porta Petey con sé per sbarazzarsi della scimmia. Nel film, invece, Hal è isolato: si è allontanato dall’equivalente di Terry, che ora è sposata con Ted Hammerman. Petey è l’unico figlio di Hal, nato da una gravidanza accidentale. Il film si concentra sulla riconciliazione tra Hal e Petey, soprattutto dopo la scoperta che Ted vuole adottarlo formalmente.

Il padre di Hal e Bill ha un ruolo più rilevante nel film

The Monkey – Film 2025

Nel racconto The Monkey, il padre di Hal e Bill è un marinaio mercantile scomparso nel nulla. Hal ipotizza che possa essere stato una delle vittime della scimmia. Nel film, invece, il padre si chiama Petey ed è un pilota di linea commerciale che portava souvenir dai suoi viaggi. La scena iniziale mostra il vecchio Petey mentre tenta di disfarsi della scimmia in un banco dei pegni, suggerendo che anch’egli credeva nella maledizione. L’ultima scena del personaggio lo mostra mentre tenta di distruggere la scimmia con un lanciafiamme.

Il film introduce un nuovo personaggio maledetto dalla scimmia

Nel racconto, Hal e Petey trovano la scimmia nella loro casa e cercano di liberarsene. Nel film, invece, la scimmia riappare a casa della zia Ida e, dopo la sua morte, viene acquistata da un adolescente locale, Ricky. Ricky sviluppa un legame ossessivo con la scimmia e tenta di riacquistarla da Bill. Quando Bill rifiuta, Ricky diventa un antagonista secondario, rapendo Hal e Petey per ricattarlo. Tuttavia, finisce vittima della maledizione: un nido di calabroni gli entra in bocca e lo uccide dall’interno.

Bill diventa il principale antagonista del film

theo james the monkey
Theo James in The Monkey

Nel racconto, Bill è un personaggio secondario con una vita serena. Nel film, invece, non ha mai superato la morte della madre e scopre che Hal ha attivato la scimmia in passato. Ossessionato dalla vendetta, Bill riesce a recuperare la scimmia e la utilizza deliberatamente per uccidere. Il conflitto tra i due fratelli diventa il fulcro del finale, culminando nella morte di Bill, causata dal potere della scimmia.

La madre di Hal e Bill ha un ruolo maggiore nel film

tatiana maslany The MonkeyNel racconto, la madre muore quando i figli sono piccoli ed è solo una figura marginale. Nel film, invece, Lois è una madre amorevole che insegna ai figli ad affrontare la morte con dignità. Viene esplicitamente uccisa dalla scimmia, soffrendo di un “aneurisma boomerang”, mentre nel racconto la sua morte per embolia cerebrale è solo implicita.

La morte della babysitter avviene in modo diverso

In entrambe le versioni, la babysitter muore per dimostrare la pericolosità della scimmia. Nel racconto, Hal scopre che la sua babysitter Beulah è stata uccisa in una sparatoria nello stesso momento in cui la scimmia ha suonato i piatti. Nel film, invece, la babysitter Annie Wilkes viene decapitata accidentalmente in un ristorante Benihana, davanti a Hal e Bill, accentuando il tono grottesco della pellicola.

Lo zio di Hal e Bill ha un ruolo più rilevante nel racconto

Nel film, lo zio Chip è un personaggio secondario che non voleva figli ed è coinvolto in scambi di coppia. Muore presto, ucciso dalla scimmia. Nel racconto, invece, lo zio Will è una figura paterna gentile che trascorre molto tempo con i ragazzi e li aiuta a crescere. La sua morte non è attribuita direttamente alla scimmia.

Il racconto uccide i migliori amici di Hal e Bill

The Monkey (2025)Nel film, le vittime più giovani sono cheerleader adolescenti, uccise in una scena grottesca. Nel racconto, invece, due bambini muoiono tragicamente: Johnny McCabe cade da una casa sull’albero e si rompe il collo, mentre Charlie Silverman muore in un incidente stradale. Questi eventi, più drammatici rispetto alle morti ironiche del film, sono stati esclusi per mantenere un tono più grottesco.

The Monkey/film ha un numero di vittime significativamente maggiore

theo james in the monkeyNel racconto, la scimmia uccide diverse persone, ma il film porta questo aspetto all’estremo. Bill, tentando di usare la scimmia contro Hal, scatena una serie di morti grottesche: incidenti aerei, accoltellamenti, un cobra su un campo da golf e una macchina per l’espresso impazzita. L’apice della tragedia avviene quando la scimmia suona più volte i piatti, provocando una carneficina in città.

Il destino della scimmia è diverso

The MonkeyNel racconto, Hal e Petey gettano la scimmia in un lago, ma un articolo di giornale suggerisce che la maledizione persiste. Nel film, Hal accetta che la scimmia non possa essere distrutta e decide di custodirla con Petey, evitando che altri ne subiscano l’influenza. Una figura della morte appare davanti a loro, riconoscendo la loro scelta e passando oltre senza commentare, conferendo alla loro sopravvivenza un significato più profondo.

Jonathan Majors commenta le voci sul ritorno dei Kang e rivela se Kevin Feige ha risposto alla sua lettera

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Ormai siamo certi che tutti sappiano cosa ha portato Jonathan Majors all’uscita dal MCU. L’attore era in lizza per essere il nuovo grande cattivo del franchise come Kang il Conquistatore e le sue numerose Varianti, ma i Marvel Studios hanno staccato la spina a quei piani proprio quando è arrivato il verdetto di “Colpevole”.

Da allora, l’attenzione della Saga del Multiverso si è spostata sul Dottor Destino di Robert Downey Jr., ma persistono voci secondo cui ci sono piani per concludere la storia di Kang in Avengers: Doomsday e/o Avengers: Secret Wars.

Si è persino parlato della ripresa del ruolo da parte di Majors e, durante una recente intervista, all’attore è stato chiesto se la Marvel avesse dato una seconda possibilità a Downey e Jeremy Renner dopo le rispettive controversie (il primo aveva una storia di problemi di abuso di droga prima di essere scelto per il ruolo di Iron Man e il secondo è stato accusato di minacce di morte dall’ex moglie).

Sì, intendo, giochi la mano che ti è stata data. Non è finita finché non è finita”, ha detto prima che gli venisse chiesto delle voci sul ritorno. “Cavolo, ecco il punto della Marvel. Non lo sai finché non lo sai”. “Dirò questo, però: di tutti i personaggi che ho interpretato, Kang porta con sé una certa novità e sfida per un attore che mi piacerebbe interpretare di nuovo”, ha continuato Majors. “Quando sento la gente parlarne… finché le strade parlano, finché i fan parlano, c’è speranza”.

Jonathan Majors ha condiviso di nuovo il suo amore per Kang

Jonathan Majors ha condiviso ancora una volta il suo amore per Kang e ha riconosciuto che spetta alla Disney decidere se potrà interpretare di nuovo il cattivo che viaggia nel tempo. “Quando sono stato invitato nell’Universo Marvel per interpretare, di tutti i personaggi, Kang, mi è piaciuto. Mi manca. Voglio farlo di nuovo“, ha detto Majors. “Il ruolo è incredibile ed è unico rispetto a qualsiasi altro ruolo che abbia mai interpretato per il lessico dei personaggi che riesce a interpretare. Voglio assolutamente farlo di nuovo e, se c’è un modo, mi piacerebbe farlo di nuovo. È nelle mani della Disney Corporation.

In un’altra recente intervista, Majors ha rivelato di aver scritto una lettera al presidente dei Marvel Studios Kevin Feige poco dopo essere stato licenziato. Ora, ha confermato che il dirigente non ha risposto. “Non so come è stata accolta. Ho le sue informazioni, so che è lui e gliel’ho inviata. Sono sicuro che si trovasse in una posizione difficile quando gliel’ho inviata. È successo molto tempo dopo un sacco di queste cose“, ha spiegato. “Amo quell’uomo. Non ho altro che amore per la Marvel. Non ho ricevuto risposta.”

Daredevil: Rinascita, Muse sarà un avversario “multi-stagione”

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Daredevil: Rinascita, Muse sarà un avversario “multi-stagione”

Nell’episodio di mercoledì scorso di Daredevil: Rinascita, abbiamo finalmente conosciuto Muse. Le sue opere d’arte sono state avvistate in giro per New York City in diverse occasioni durante la serie, ma il cattivo è finalmente uscito dall’ombra.

Sebbene questa interpretazione sembri diversa dalla sua controparte nei fumetti (nel senso che non ha più superpoteri o una propensione a mettere in scena scene di crimini cruenti), Muse del MCU continua a uccidere persone e a trovare un uso unico per il loro sangue.

Parlando con TV Line, il regista degli episodi 4 e 5 di Daredevil: Rinascita, David Boyd, ha confermato che il personaggio ha “rapito e ucciso persone, prosciugandone il sangue e realizzando murales in tutta New York City”.

Lo showrunner Dario Scardapane ha anche rivelato che Muse avrà un ruolo nella stagione 1 “e oltre”, spiegando: “Definisco Muse un fattore di stress in questa storia, in quanto nella battaglia tra Fisk e Matt Murdock, Muse provoca un effetto a catena. Causa problemi a Fisk. Causa problemi a Matt Murdock”.

“La corsa di Muse, per mancanza di una parola migliore, in questa storia ha conseguenze piuttosto scioccanti. E quelle conseguenze non finiscono”, ha continuato Scardapane. “Le stiamo portando nella stagione 2, è il modo migliore in cui posso dirlo”.

In termini di cosa possiamo aspettarci da Muse nelle prossime settimane, resta da vedere. Le foto dal set per la seconda stagione di Daredevil: Rinascita hanno apparentemente confermato il ritorno dell’assassino, mentre i titoli di coda di “Sic Semper Systema” indicavano che la star di mercoledì Hunter Doohan era stata scelta per il ruolo. Torniamo a questa stagione e sappiamo che Matt è sul punto di indossare il costume, quindi è probabile che il suo ritorno come Daredevil sarà direttamente legato alla serie di omicidi di Muse.

Daredevil: Rinascita
Charlie Cox in Daredevil: Rinascita

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 4 marzo 2025.

Avengers: Doomsday vedrà finalmente il ritorno di Charlize Theron nei panni di Clea

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Non abbiamo visto Clea (Charlize Theron) da Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ma – forse non troppo sorprendentemente – la potente strega dovrebbe tornare per Avengers: Doomsday.

Theron ha fatto il suo debutto nell’MCU come personaggio nella scena post-credit del sequel diretto da Sam Raimi. Fa solo una breve apparizione e non viene effettivamente nominata, ma dopo aver convinto il Maestro delle Arti Mistiche (Benedict Cumberbatch) ad accompagnarla nella Dimensione Oscura per riparare un’Incursione da lui causata, è sempre sembrato abbastanza chiaro che i Marvel Studios avessero grandi progetti in atto per la nipote del Dread Dormammu.

Ora, Alex Perez di The Cosmic Circus afferma che Clea farà parte del film evento MCU già zeppo di personaggi. Fa anche notare che America Chavez, She-Hulk e, nel caso in cui le ultime dozzine di “conferme” non fossero sufficienti, Scarlet Witch avranno ruoli significativi da svolgere in Doomsday.

“Eravamo davvero entusiasti di presentare Clea”, ha affermato lo scrittore Michael Waldron in un’intervista del 2022. “Far interpretare quel personaggio a Charlize Theron, santo cielo! Nei fumetti, Clea è il grande amore del Dottor Strange, per così dire. La Christine Palmer alternativa, mentre dice addio al nostro Dottor Strange, gli dice di affrontare le sue paure, di essere disposto ad amare qualcun altro e di affrontare quella paura di connettersi con qualcun altro.”

“Sembrava il momento perfetto per introdurre finalmente questo personaggio fondamentale nel canone del Dottor Strange”, ha continuato. “Strange è andato nel Multiverso e lo ha manomesso il più possibile. Non penso che sia una sorpresa, secondo le regole, che Reed [Richards] abbia stabilito che abbia causato un’Incursione. Quindi ora c’è una collisione imminente di universi. Ma cosa significa per l’MCU? Lo scopriremo. Ma abbiamo un Dottor Strange semi-corrotto e Clea sul caso! Quindi sarà molto divertente.”

Le riprese dovrebbero iniziare a girare il mese prossimo nel Regno Unito, per Doomsday, e i set sono attualmente in costruzione. Non abbiamo ancora visto foto (almeno niente di rivelatore), ma diversi attori sono stati avvistati a Londra nelle ultime settimane.

Avengers: Doomsday film 2026Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027.

Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

Il ritorno di Downey nel MCU è stato annunciato al Comic-Con dello scorso anno, dove è stato svelato che l’attore interpreterà Victor Von Doom nei prossimi due film dei Vendicatori. A dicembre Deadline ha riportato la notizia che Chris Evans sarebbe tornato nell’universo Marvel in un ruolo ancora da definire. Un altro casting per il prossimo Avengers: Doomsday è quello di Hayley Atwell, che dovrebbe riprendere il suo ruolo di Agente Carter.

The Monkey: l’origine, i poteri e le differenze con il libro

The Monkey: l’origine, i poteri e le differenze con il libro

Il regista di Longlegs, Osgood Perkins, e la NEON hanno preso uno dei classici racconti brevi di Stephen King e hanno dato vita a un’altra icona dell’horror con The Monkey. Questo film segue i fratelli gemelli Hal e Bill quando trovano in casa una scimmia giocattolo a molla che uccide le persone ogni volta che la usano, creando tormento a loro e ai loro cari. Il potere mortale che il malvagio giocattolo mostra in The Monkey del 2025 dimostra che è una forza terrificante e quasi imbattibile.

Come nella storia di Stephen King, il giocattolo assassino in The Monkey è un personaggio misterioso che è difficile da sconfiggere per i personaggi. È anche difficile da prevedere a causa delle molte morti sorprendenti, raccapriccianti, ma comiche che crea in The Monkey. Mentre il giocattolo è una minaccia terrificante nel film di Perkins come nella storia di King, la scimmia malvagia è rappresentata in modo diverso in entrambe le versioni della storia.

L’origine della scimmietta giocattolo in The Monkey

The Monkey (2025)

La scimmia è una fonte di grande mistero nel film

The Monkey si apre con il padre di Hal e Bill, il capitano Petey Shelburn, che cerca di dare via la scimmietta giocattolo in un negozio di antiquariato nelle vicinanze. Parlando con il negoziante, Petey spiega che non sa esattamente cosa sia la scimmia. Il film non spiega nemmeno con precisione dove Petey abbia trovato la scimmia o chi gliel’abbia data. Viene semplicemente descritta come uno dei tanti ninnoli che Petey ha raccolto durante i suoi viaggi per portarli a casa alla sua famiglia, che abbandona poco dopo aver lasciato loro la scimmia.

Il giocattolo titolare era già abbastanza spaventoso con i suoi occhi arrabbiati, i denti giganti e la capacità di uccidere, ma The Monkey è ancora più spaventosa quando viene ritratta come un qualche orrore cosmico sconosciuto con il solo desiderio di scatenare la morte.

Alla fine del film, dopo tanti anni, Hal e Bill sanno della scimmia quanto chiunque altro, lasciando il giocattolo malvagio come un grande enigma. È saggio che Osgood Perkins abbia lasciato le origini esatte del giocattolo maledetto un mistero in The Monkey. Il giocattolo titolare era già abbastanza spaventoso con i suoi occhi arrabbiati, i denti giganti e la capacità di uccidere, ma la scimmia è ancora più spaventosa quando viene ritratta come un orrore cosmico sconosciuto con il solo desiderio di scatenare la morte.

I poteri e le abilità della scimmia nel film The Monkey

The Monkey Stephen King

The Monkey brandisce l’inarrestabile e caotico potere della morte

Ogni volta che un personaggio in The Monkey gira la chiave del giocattolo, questo mostra i denti e alza il braccio, pronto a colpire il suo tamburo. Tuttavia, la scimmia ha una mente propria, quindi colpisce il tamburo solo quando decide di uccidere qualcuno. Questo può accadere in qualsiasi momento, creando molta suspense in The Monkey. Ma quando il malvagio giocattolo colpisce finalmente il tamburo, il suo potere influisce sulla realtà in modo tale da causare la morte di una persona, in modo simile a Death in the Final Destination. Ad esempio, una morte creata dalla scimmia può essere semplice come provocare un aneurisma cerebrale a qualcuno o elaborata come far cadere un condizionatore dal tetto e fulminare qualcuno in una piscina vicina. Tuttavia, la scimmia non uccide la persona che ha girato la sua chiave.

Non importa quante volte Hal e Bill cerchino di sbarazzarsene, la scimmia si teletrasporta da loro quando meno se lo aspettano, che possono essere ore o anni dopo. Anche dopo che Hal e suo padre Petey l’hanno tagliata o bruciata, torna sempre da loro, completamente intatta. Il film ha anche stabilito che la scimmia “non accetta richieste” quando si tratta di uccidere, il che significa che uccide chi vuole, quando vuole. Di conseguenza, quando Bill cerca di far suonare il tamburo alla scimmia, questa si rifiuta di obbedirgli. Apparentemente infuriata, la scimmia suona il tamburo così tante volte da scatenare un terremoto che causa la morte improvvisa di diverse persone nelle vicinanze.

Come il giocattolo assassino della scimmia si confronta con il libro di Stephen King

The Monkey – Film 2025

The Monkey ha uno strumento e un destino diversi in entrambe le storie

Una delle principali differenze tra la scimmia del film di Osgood Perkins e il racconto di Stephen King è lo strumento che utilizza. Nella versione di King de La Scimmia, il sinistro giocattolo suona un paio di piatti quando decide di uccidere qualcuno. Nel film di Perkins, invece, la scimmia suona un tamburo e una melodia stravagante nel momento in cui uccide una persona. Questa differenza è dovuta al fatto che la Disney possiede i diritti della scimmia che suona i piatti, apparsa in Toy Story 3.

Anche il modo in cui Hal sconfigge la scimmia giocattolo è diverso tra il film e il materiale originale. Nel racconto di King, Hal e suo figlio Petey gettano la scimmia in un lago e la appesantiscono con delle pietre. Anche se la scimmia non si teletrasporta da loro, molti pesci nel lago vengono trovati morti, il che indica che è ancora funzionante. Nel frattempo, il film di Perkins mostra Hal e Petey che portano con sé la scimmia dopo la morte di Bill, accettando che faccia parte della loro vita e che dovrebbero portarla con sé per impedire a chiunque di usarla di nuovo.

Perché la scimmia giocattolo uccide le persone

Le motivazioni della scimmia sono vaghe, ma le piace dare spettacolo

Non è chiaro perché il giocattolo maledetto ami uccidere le persone in The Monkey, ma è più di una semplice forza distruttiva della natura. In uno dei trailer di The Monkey, Bill afferma che la scimmia ha scelto lui e Hal per testimoniare il suo potere sulla vita e sulla morte. Questa affermazione spiega perché continua ad apparire a Bill e Hal e perché non uccide chiunque abbia girato la sua chiave. Che Hal abbia ragione o meno sul fatto che la scimmia sia “fondamentalmente il diavolo”, il giocattolo vivente è chiaramente un sadico.

Sembra che la scimmia voglia vedere come le morti che provoca influenzano le persone intorno a loro, in particolare Bill e Hal. Molte delle persone che la scimmia uccide muoiono proprio davanti a Hal e Bill, permettendole di osservare come tutta questa morte li distorce e li fa soffrire. Il fatto che la scimmia abbia dato la sua chiave a Bill in modo che potesse attivarla lui stesso implica che le piaccia anche guardare come il suo potere corrompa gli esseri umani e li trasformi anche in assassini.

La scimmia è ancora maledetta dopo il finale?

theo james the monkey
Theo James in The Monkey

La scimmia rimane parte della vita di Hal nel finale del film

Dopo che la scimmia uccide Bill e stermina la maggior parte della città, Hal e suo figlio Petey portano via il giocattolo. Sanno che la scimmia rappresenta ancora una minaccia per l’umanità, avendo visto il caos che ha scatenato. Tuttavia, la scena finale di The Monkey mostra Hal che vede una figura spettrale in sella a un cavallo pallido, che si presume essere la Morte, uno dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, prima di allontanarsi con il malvagio giocattolo.

L’incontro di Hal con la Morte potrebbe essere interpretato come lo spirito della scimmia che lascia il suo corpo terreno dopo aver ucciso così tante persone contemporaneamente. Tuttavia, The Monkey implica che il giocattolo stia ancora diffondendo la morte, come dimostrato quando un autobus pieno di cheerleader viene ucciso da un camion di passaggio pochi secondi dopo.

Alla fine, The Monkey dimostra che i personaggi non possono sbarazzarsi del giocattolo assassino. In quanto agente della morte, la scimmia è una forza inconoscibile, imprevedibile e incontrollabile, costante nella vita di Hal quanto la morte lo è in quella di tutti gli altri. Solo dopo aver accettato questo fatto, Hal è stato in grado di andare avanti e non vivere nella paura della scimmia, rendendo il finale del film molto più appropriato di come finisce la storia di Stephen King.

The Residence: guida al cast e ai personaggi della serie Netflix

The Residence: guida al cast e ai personaggi della serie Netflix

The Residence di Netflix presenta numerosi attori e attrici noti in un cast abbastanza ampio da far sì che tutti si adattino comodamente (o scomodamente, dato che la maggior parte dei personaggi sono sospettati) alla Casa Bianca (qui la nostra recensione). La serie TV di gialli, creata da Paul William Davies, ruota attorno a una morte che avviene durante una cena di stato presso la residenza del Presidente degli Stati Uniti. Di conseguenza, una detective di nome Cordelia Cupp arriva sulla scena per risolvere il caso

Nella miniserie, ci sono ben 157 sospettati che la detective Cupp dovrà esaminare nel tentativo di risolvere il suddetto crimine. Di conseguenza, il cast della serie Netflix è piuttosto ampio. Tuttavia, alcuni dei personaggi di The Residence (tra cui la detective Cupp, la vittima dell’omicidio, un agente dell’FBI, ecc.) sono più significativi di altri in quanto sono più essenziali per risolvere il caso.

Uzo Aduba come Cordelia Cupp

Attrice: Uzo Aduba è nata a Boston, Massachusetts, ed è cresciuta in periferia. In seguito è tornata in città per frequentare la Boston University e, solo pochi anni dopo, la carriera di attrice di Aduba è iniziata. Ha preso parte a molte opere teatrali, con il ruolo di Aduba come Toby nell’adattamento del 2007 di Coram Boy di Helen Edmundson che ha rappresentato il suo debutto a Broadway. Tuttavia, la vera svolta di Aduba è arrivata quando è stata scelta per il ruolo di Suzanne “Crazy Eyes” Warren in Orange Is the New Black nel 2013. Uzo Aduba ha vinto due Primetime Emmy Awards per la sua interpretazione di Suzanne “Crazy Eyes” Warren in Orange Is the New Black.

Personaggio: Aduba guida il cast di The Residence nel ruolo di Cordelia Cupp, una detective consulente del Metropolitan Police Department. Tocca a Cordelia risolvere il caso. Secondo Tudum di Netflix, il personaggio di Aduba è un detective molto ricercato, motivo per cui viene chiamata a indagare sull’omicidio alla Casa Bianca. Cordelia è anche descritta come “sarcastica, divertente, implacabile, intensamente concentrata, estremamente sicura di sé, un’attenta osservatrice del comportamento umano”.

Randall Park nel ruolo di Edwin Park

Netflix © 2025

Attore: Randall Park è nato e cresciuto a Los Angeles, California. Ha studiato alla UCLA, dove il suo amore per le arti è cresciuto quando ha co-fondato “Lapu, the Coyote that Cares” (ora conosciuta come LCC Theatre Company), la più grande compagnia teatrale asiatico-americana del campus. Dopo la laurea, Park ha continuato il suo lavoro teatrale ma è presto passato allo schermo. Nel 2015, Park è salito alla ribalta quando ha recitato nel ruolo di Louis Huang nella sitcom della ABC Fresh Off the Boat insieme a Constance Wu.

Personaggio: Park interpreta Edwin Park, un agente speciale dell’FBI, in The Residence. Lavora al fianco della detective Cordelia Cupp di Uzo Aduba come sua spalla, e i due spesso si scontrano perché hanno stili investigativi diversi. Edwin è descritto come il “Watson” della detective Cupp.

Giancarlo Esposito come A.B. Wynter

The Residence. Giancarlo Esposito è A.B. Wynter in The Residence. Cr. Jessica Brooks/Netflix © 2024

Attore: Giancarlo Esposito è nato a Copenaghen, Danimarca, ma si è trasferito a New York City con la sua famiglia quando aveva sei anni. Quattro anni dopo, Esposito ha fatto il suo debutto a Broadway nel musical Maggie Flynn. Solo quando Esposito è stato scelto per il film School Daze di Spike Lee del 1988 ha fatto il suo debutto nella sua carriera di attore. Tuttavia, la maggior parte riconosce Esposito per il suo ruolo di Gus Fring in Breaking Bad e Better Call Saul.

Personaggio: Esposito interpreta la vittima dell’omicidio, A. B. Wynter, in The Residence di Netflix. Wynter è il capo usciere della Casa Bianca, il che significa che è il capo del personale domestico e delle operazioni presso la struttura. Quindi, si può capire perché sia ​​un grosso problema quando il personaggio di Esposito viene assassinato nella serie.

Susan Kelechi Watson nel ruolo di Jasmine Haney

The Residence. Edwina Findley è Sheila Cannon, Uzo Aduba è Cordelia Cupp in The Residence. Cr. Jessica Brooks/Netflix © 2024

Attrice: Susan Kelechi Watson è nata a Brooklyn, New York. Si è laureata alla Howard University con una laurea triennale e in seguito ha ottenuto un Master of Fine Arts presso il Tisch School of the Arts Graduate Acting Program. Sebbene abbia fatto il suo debutto televisivo in un episodio di Hack nel 2004, la svolta di Watson è arrivata quando ha iniziato a interpretare Beth Pearson in This Is Us nel 2016.

Personaggio: Watson interpreta Jasmine Haney nella serie Netflix del 2025. Jasmine è un’assistente usciere alla Casa Bianca e, in base al trailer di The Residence, è molto utile per quanto riguarda l’indagine sull’omicidio del detective Cordelia Cupp e dell’agente speciale dell’FBI Edwin Park.

Ken Marino nel ruolo di Harry Hollinger

Netflix © 2025

Attore: Ken Marino è nato e cresciuto a Long Island a New York. Dopo il liceo, Marino ha studiato alla Tisch School of the Arts alla New York University, dove ha co-fondato una compagnia comica chiamata The State. Marino ha continuato a lavorare con The State dopo la laurea e la compagnia alla fine ha ottenuto il proprio programma televisivo di sketch comici su MTV, opportunamente chiamato The State. Mentre The State ha rappresentato la svolta per Marino, molti conosceranno l’attore per i suoi ruoli in Party Down o Wet Hot American Summer.

Personaggio: Marino interpreta Harry Hollinger, il consigliere capo del Presidente degli Stati Uniti, in The Residence su Netflix. Il suo personaggio è anche il più vecchio amico del Presidente (e, come molti altri, un sospettato).

Cast e personaggi secondari di The Residence

Jason Lee nel ruolo di Tripp Morgan: Jason Lee interpreta Tripp Morgan, il fratello minore del Presidente (e un “guastafeste”), in The Residence. I film e le serie TV di Lee includono Mallrats, Chasing Amy, The Incredibles, My Name Is Earl e Alvin and the Chipmunks.

Edwina Findley nel ruolo di Sheila Cannon: Sheila Cannon di Edwina Findley è una maggiordomo alla Casa Bianca nella serie TV Netflix. Prima di The Residence, Findley ha recitato in The Wire e Free in Deed.

Molly Griggs nel ruolo di Lilly Schumacher: Lilly, interpretata da Molly Griggs, è la segretaria sociale del Presidente nella serie del 2025. Gli spettatori potrebbero riconoscere Griggs per i suoi ruoli di Grace in Succession e Isabelle Carrick in Servant.

Julian McMahon nel ruolo di Stephen Roos: Julian McMahon interpreta Stephen Roos, il Primo Ministro dell’Australia, in The Residence. McMahon è noto soprattutto per i suoi ruoli di Cole Turner in Charmed, Christian Troy in Nip/Tuck e Jess LaCroix in FBI: Most Wanted. Il padre di Julian McMahon, Sir William McMahon, è stato Primo Ministro dell’Australia dal 1971 al 1972.

Al Mitchell nel ruolo di Rollie Bridgewater: Al Mitchell interpreta Rollie Bridgewater, il maggiordomo capo/maître d’ della Casa Bianca, nella serie Netflix. Mitchell è apparso in precedenza in Stranger Things e Swagger.

Barrett Foa nel ruolo di Elliot Morgan: Elliot Morgan di Barrett Foa è il First Gentleman, ovvero il marito del Presidente Perry Morgan, in The Residence. Foa è noto per i suoi ruoli a Broadway, tra cui in spettacoli come Mamma Mia! e Avenue Q. Ha anche interpretato Eric Beale in NCIS: Los Angeles.

Dan Perrault nel ruolo di Colin Trask: Dan Perrault appare come Colin Trask, il capo del servizio segreto presidenziale, in The Residence. Perrault è noto soprattutto per aver co-creato American Vandal insieme a Tony Yacenda per Netflix.

Bronson Pinchot nel ruolo di Didier Gotthard: Didier Gotthard, interpretato da Bronson Pinchot, pasticcere esecutivo della Casa Bianca, nella serie di gialli. I fan potrebbero riconoscere Gotthard per il suo ruolo di George Hawthorne nel cast di Le terrificanti avventure di Sabrina o come Balki Bartokomous in Perfetti sconosciuti.

Al Franken nel ruolo di Aaron Filkins: Aaron Filkins di Al Franken è il senatore anziano di Washington in The Residence. Franken stesso è un ex politico: è stato senatore del Minnesota dal 2009 al 2018. Tuttavia, le sue origini sono nella commedia, poiché è stato uno scrittore e brevemente un membro del cast di Saturday Night Live.

Andrew Friedman nel ruolo di Irv Samuelson: Andrew Friedman interpreta Irv Samuelson, il direttore della National Park Police, nella serie TV del 2025. Friedman in precedenza ha recitato nei panni di Uncle Jack in It’s Always Sunny in Philadelphia e Mr. Neff in Better Call Saul.

Isiah Whitlock Jr. nel ruolo di Larry Dokes: Isiah Whitlock Jr. interpreta il capo della polizia, Larry Dokes, in The Residence. Whitlock Jr. è noto soprattutto per la sua interpretazione di Clay Davis in The Wire.

Catherine Carlen nel ruolo di Kim Abkin: Kim Abkin di Catherine Carlen è l’ex First Lady in The Residence. Carlen è apparsa in Sharp Objects, Doom Patrol e The Thing About Pam.

Mary Wiseman nel ruolo di Marvella: Marvella, interpretata da Mary Wiseman, è la chef esecutiva della Casa Bianca nella serie di gialli. Gli spettatori riconosceranno probabilmente Wiseman per il suo ruolo di Sylvia Tilly nel cast di Star Trek: Discovery della Paramount+.

Spencer Garrett nel ruolo di Wally Gick: Spencer Garrett interpreta Wally Gick, il direttore dell’FBI, in The Residence. Prima di apparire nella serie Netflix, i crediti di Garrett includono Air Force One, 21, Nemico pubblico, Aquarius e For All Mankind.

Netflix © 2025

Kylie Minogue nel ruolo di se stessa: The Residence vede Kylie Minogue interpretare se stessa. Minogue è una cantante e attrice australiana, vincitrice di due Grammy tra i tanti altri premi.

Jane Curtin nel ruolo di Nan Cox: Jane Curtin interpreta Nan Cox, la suocera del Presidente, nello show televisivo del 2025. Curtin è meglio conosciuta come uno dei membri originali del cast di Saturday Night Live, ovvero “Not Ready for Prime Time Players”. Tuttavia, altri ruoli degni di nota dell’attrice includono Allie Lowell in Kate & Allie e la dottoressa Mary Albright in 3rd Rock From the Sun.

James Babson nel ruolo di Daryl Armogeda: Daryl, interpretato da James Babson, è il supervisore operativo in The Residence. Babson in precedenza aveva interpretato l’agente Moss in Hellboy del 2004.

Eliza Coupe nel ruolo della senatrice Margery Bay Bix: Eliza Coupe interpreta la senatrice Margery Bay Bix in The Residence. I fan potrebbero riconoscere Coupe da altri programmi TV come Scrubs, Happy Endings e So Help Me Todd.

Izzy Diaz nel ruolo di Eddie Gomez: Izzy Diaz interpreta Eddie, un falegname, nella serie poliziesca del 2025. Diaz è apparsa in precedenza in Snowfall e Good Trouble.

Paul Fitzgerald nel ruolo del presidente Perry Morgan: Ovviamente, The Residence deve avere come protagonista il presidente degli Stati Uniti, data la sua ambientazione. Paul Fitzgerald interpreta il presidente Perry Morgan nella serie Netflix. I crediti di recitazione di Fitzgerald includono The Secret Life of Walter Mitty, Teenage Mutant Ninja Turtles, Younger e Veep.

Ros Gentle nel ruolo di Rachel Middlekauff: Rachel, interpretata da Ros Gentle, è una magnate dei media nella serie TV di omicidi del 2025. Alcuni potrebbero riconoscere Gentle dal suo ruolo di Laura Gardiner/Brandy Carter nella soap opera australiana Prisoner o come “The Demon” Juror nella serie TV di Ryan Murphy The People v. O. J. Simpson: American Crime Story.

Chris Grace nel ruolo di Duane Ladage: Chris Grace interpreta Duane Ladage, un elettricista, in The Residence. Molti conosceranno Grace dal suo personaggio di Superstore, Jerry.

Juliette Jeffers nel ruolo di Angie Huggins: Juliette Jeffers interpreta Angie Huggins, un’imbianchina della Casa Bianca, nella serie Netflix. Jeffers ha fatto apparizioni come guest star in numerose serie TV, tra cui The Fresh Prince of Bel-Air, Martin, Grey’s Anatomy, Criminal Minds e Chicago Med.

Sumalee Montano nel ruolo di Dana Hammond: Sumalee Montano interpreta Dana Hammond, capo dello staff del Presidente, in The Residence. Il pubblico potrebbe riconoscere Montano dai suoi ruoli in Days of Our Lives, Nashville, Scandal, This Is Us o Veep.

Nathan Lovejoy nel ruolo di Alden Tamridge: Alden, interpretato da Nathan Lovejoy, è l’ambasciatore australiano nel programma di gialli di Netflix. Lovejoy ha precedentemente recitato nel ruolo del preside Swift nella sitcom di Disney Channel Gabby Duran & the Unsittables.

Taran Killam nel ruolo di St. Pierre: Taran Killam appare nel ruolo di St. Pierre, un medium energetico, in The Residence. Killiam è stato membro del cast di SNL dal 2010 al 2016, ma ha recitato in numerosi programmi TV degni di nota, tra cui How I Met Your Mother, Single Parents, Arrested Development e High Potential. Alcuni potrebbero anche riconoscere Killam per la sua interpretazione di Jordan Cahill nel film originale Disney Channel del 2004 Stuck in the Suburbs.

Justin Ellis-Johnson nel ruolo di Hugh Jackman: A differenza di Kylie Minogue, Hugh Jackman non è interpretato da solo in The Residence. Invece, Justin Ellis-Johnson interpreta l’attore, il cui volto intero non viene mai mostrato. I precedenti crediti di Ellis-Johnson includono The 13th Sign e Operation Terror,

Julieth Restrepo nel ruolo di Elsyie Chayle: Julieth Restrepo interpreta Elsyie Chayle, una governante della Casa Bianca, nella serie Netflix. Restrepo è apparsa in un altro show Netflix, Griselda, dove ha interpretato Marta Ochoa.

Mel Rodriguez nel ruolo di Bruce Geller: Bruce Geller, interpretato da Mel Rodriguez, è un ingegnere della Casa Bianca in The Residence. Rodriguez è noto soprattutto per i suoi ruoli di infermiera Patsy de la Serda in Getting On, Todd Rodriguez in The Last Man on Earth e Marco Pasternak in Better Call Saul.

Timothy Hornor nel ruolo di Patrick Doumbe: il personaggio di Timothy Hornor in The Residence è un intruso alla cena di stato. Hornor è stato guest star in molti programmi TV degni di nota, tra cui Parks and Rec, Brooklyn Nine-Nine, Modern Family e Superstore.

Keiko Agena nel ruolo di Liz Hollenbeck: Keiko Agena interpreta Liz Hollenbeck, una reporter, nello show di Netlifx. Molti riconosceranno Agena per il suo ruolo di Lane Kim nel cast di Gilmore Girls.

Brett Tucker nel ruolo di David Rylance: Brett Tucker interpreta David Rylance, un ministro degli esteri australiano, nella serie di gialli del 2025. Tucker ha recitato in precedenza in un altro show di Shondaland, Station 19, nel ruolo del capo dei pompieri Lucas Ripley.

Rebecca Field nel ruolo di Emily Mackil: Rebecca Field interpreta Emily Mackil, una giardiniera della Casa Bianca, in The Residence. Gli spettatori potrebbero riconoscere Field per le sue apparizioni come Lacey Jean-Locklin in The Client List o come Gail in A Star Is Born del 2018.

Mystic River: la spiegazione del finale del film di Clint Eastwood

Considerato uno dei maggiori capolavori di Clint Eastwood, il film del 2003 Mystic River – tratto dal romanzo La morte non dimentica di Denis Lehane – è un cupo thriller incentrato su un difficile caso di omicidio che coinvolge tre personaggi un tempo amici stretti. In un America dove la violenza è all’ordine del giorno, scegliere di chi fidarsi diventa una responsabilità non da poco, e Eastwood porta in scena tutto ciò con il grande gusto che da sempre contraddistingue la sua messa in scena. Ma il film non offre solo una grande storia noir, ma anche uno studio approfondito di personaggi psicologicamente complessi, ognuno con i suoi lati di luci e tenebre.

Ambientato in una piccola città, il film introduce le abitudini e le routine di ogni personaggio, fornendo accuratamente indizi su chi è affidabile e chi no. Il film presenta inoltre alcune delle migliori interpretazioni in un film diretto da Eastwood, con ruoli da premio Oscar per Sean Penn e Tim Robbins, affiancati anche da Kevin Bacon. I loro personaggi, la cui vicenda personale è al centro del film, sono il cuore e il motore del racconto, che progressivamente conduce verso una risoluzione straziante tanto più che risulta inaspettata. In questo articolo, andiamo dunque ad analizzare proprio il finale del film.

Tim Robbins in Mystic River
Tim Robbins in Mystic River © 2003 – Warner Bros. Entertainment

La spiegazione del finale di Mystic River: chi ha ucciso Katie Markum?

Anche se Jimmy rimane convinto che Dave abbia ucciso sua figlia, i veri colpevoli sono “Silent Ray” Harris e John O’Shea, che uccidono Katie dopo uno scherzo finito male. Il primo dei due è il fratello muto di Brendan, che usciva con Katie e aveva intenzione di fuggire con lei a Los Angeles. Nel finale, dopo aver scoperto la scomparsa della pistola del padre, nascosta in casa, Brendan sospetta immediatamente di Silent Ray e del suo inseparabile amico O’Shea. Arriva pertanto a picchiarli brutalmente finché O’Shea non gli punta una pistola alla testa.

La polizia arriva appena in tempo e scopre così che i due adolescenti volevano spaventare Katie e invece le hanno accidentalmente sparato – non in modo letale – con la pistola di Harris. Per evitare che lo dicesse a qualcuno, l’hanno inseguita e uccisa. Il colpo di scena è anticlimatico, ma ha senso nel contesto di Mystic River, che ruota interamente intorno alle azioni dei protagonisti davanti a questo drammatico evento. Jimmy passa tutto il film a cercare di trovare un movente per l’omicidio di sua figlia quando, alla fine, non c’è alcuna motivazione. Gli assassini sono ragazzi e a malapena capiscono la gravità di ciò che hanno fatto.

Nel finale, dunque, queste rivelazioni chiudono il cerchio della narrazione: proprio come Jimmy, Sean e Dave hanno dovuto assistere alla violenza e alla crudeltà in tenera età, Brendan, Silent Ray e O’Shea porteranno sempre con sé il peso dell’omicidio di Katie, direttamente o indirettamente. Questi personaggi nascono nella tragedia e maturano prima del dovuto, portando a conseguenze terrificanti. Considerando questa violenza come un cerchio che si ripete, è più che possibile che, qualche decennio dopo l’omicidio di Katie ci possa essere un altro cadavere e i tre ragazzi potrebbero averci qualcosa a che fare.

Mystic River film
Kevin Bacon e Sean Penn in Mystic River © 2003 – Warner Bros. Entertainment

Dave confessa un crimine che non ha commesso

Andando oltre queste riflessioni sul finale, è da sottolineare come Tim Robbins interpreti il ruolo più misterioso del film, Dave, un personaggio le cui azioni passate e presenti non vengono mai mostrate completamente, costringendo gli spettatori e i personaggi a scoprirle da soli. Non si sa mai cosa gli abbiano fatto esattamente quei due uomini all’inizio del film, ma è chiaro che per giorni è stato vittima di gravi abusi sessuali, che lo hanno coinvolto in traumi dolorosi che non ha mai superato del tutto. Nel presente, l’incostante stato mentale di Dave viene trascurato dalla sua famiglia e dai suoi amici che, invece di aiutarlo e proteggerlo, lo trasformano nel sospettato numero uno dell’omicidio di Katie.

I suoi cari lo hanno manipolato a tal punto che non sa più a cosa credere. Quando Jimmy gli dice che lo lascerà andare se confesserà l’omicidio di Katie, Dave pensa davvero che sia la sua occasione per sistemare le cose, ma naturalmente Jimmy lo uccide brutalmente. Dave non ha ucciso Katie, ma confessa a Jimmy il motivo per cui l’avrebbe uccisa se mai l’avesse fatto: lei gli ricordava il sogno di giovinezza che non ha mai avuto, perché i dolorosi ricordi dell’infanzia hanno consumato interamente la sua mente. Guardandola, si chiede cosa sarebbe successo se Jimmy fosse salito in macchina al posto suo. Tuttavia, è stato Dave a salire in macchina e, negli ultimi istanti della sua vita, rivela il suo odio verso Jimmy per questo.

Mystic River, dunque, è anche un film contro la vendetta: la notte in cui Katie morì, Dave picchiò a morte un pedofilo dopo averlo sorpreso ad abusare di un bambino; tuttavia, Dave non si sentiva l’eroe che pensava di essere per aver salvato il bambino. Il suo stato mentale non ha fatto che peggiorare. Sebbene la confessione di un altro crimine non sia un buon alibi, avrebbe potuto salvare la vita di Dave se Jimmy gli avesse creduto. Tuttavia, poiché nessuno trova il corpo del molestatore fino a quando Jimmy non uccide Dave, non c’è nulla che confermi che sta dicendo la verità.

Mystic River libro
Una scena dal film Mystic River © 2003 – Warner Bros. Entertainment

Come il rapimento di Dave ha influenzato le vite di Jimmy, Sean e Dave

Il rapimento di Dave in Mystic River ha dunque infranto prematuramente l’innocenza che legava l’amicizia tra Jimmy, Sean e Dave, costringendo ognuno di loro a maturare e ad affrontare il mondo violento che li circonda. Considerato lo status di icona western di Clint Eastwood, questo film di ambientazione moderna presenta ancora alcuni elementi western degni di nota, dai personaggi senza legge al mondo di desolazione presentato. Dei tre amici, Dave è quello che è stato colpito più duramente; anche se è riuscito a sfuggire ai suoi rapitori, qualcosa si è rotto per sempre dentro di lui.

Sebbene abbia cercato di mantenere un po’ della sua innocenza, un’ombra spaventosa incombeva sempre su di lui, simboleggiata dai suoni di un “lupo cattivo” che lo inseguiva nel bosco. Jimmy, incapace di superare il senso di colpa per il rapimento di Dave, diventa invece un uomo violento e impulsivo che perde la fiducia nell’umanità. Sean, infine, rappresenta l’opposto di Jimmy: la tragedia a cui ha assistito da bambino gli ha fatto desiderare di eliminare la crudeltà dal mondo. È un uomo di principi e, sebbene riesca a essere un buon poliziotto, i traumi della sua infanzia gli impediscono di essere un buon marito o un buon amico.

Il vero significato del finale di Mystic River

Mystic River mette dunque a nudo un ciclo infinito di dolore e sentimenti repressi che si è protratto per decenni. Il film che dà il titolo al film è poi la chiave per comprendere il suo simbolismo: un fiume rinnova costantemente le sue acque ma rimane intrinsecamente lo stesso, e questi personaggi indossano maschere diverse per coprire i loro dolorosi segreti, ma rimangono intrinsecamente gli stessi. La mancanza di comunicazione tra loro fa sì che si ripetano le stesse tragedie: Jimmy getta il corpo di “Just Ray” Harris nel fiume e, anche se le acque cambiano nel corso degli anni, i figli di Harris vendicano indirettamente il padre uccidendo la figlia di Jimmy. Violenza chiama altra violenza, in un ciclo apparentemente senza fine.

Aftermath – In trappola: la spiegazione del finale del film

Aftermath – In trappola: la spiegazione del finale del film

Dylan Sprouse e Mason Gooding (visto in Scream Scream VI) sono il duo eroe-cattivo che nessuno si aspettava. Il film d’azione Aftermath – In trappola del 2024 – che è stato acquistato da Netflix nel febbraio 2025 ed è diventato il film numero 1 della piattaforma (in Italia è disponibile invece su Infinity+) – segue Eric Daniels (Sprouse), un veterano di guerra con PTSD che cerca di riallacciare i rapporti con la sorella minore, Madeleine Daniels (Megan Stott).

Non volevo che sembrasse un cliché”, ha detto Sprouse interpretando un personaggio con PTSD in un’intervista rilasciata a ComingSoon.net nel 2024. “Volevo assolutamente assicurarmi che fosse rappresentato in modo adeguato… Sul set eravamo circondati da ex militari attivi e da una manciata di veterani a cui ho fatto un sacco di domande, oltre che da un ex medico attivo che stava prestando servizio. È stato davvero utile”.

Il ricongiungimento di Eric e Madeleine viene però interrotto quando rimangono intrappolati sul Tobin Bridge di Boston dopo che un gruppo di ex militari distrugge le strade e prende tutti in ostaggio. Mentre Eric cerca di salvare sua sorella e gli altri, scopre sempre di più sulle persone che li tengono prigionieri e su chi stiano effettivamente cercando. Ma come si conclude Aftermath – In trappola? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle scene finali del film!

Megan Stott e Dylan Sprouse in Aftermath - In trappola
Megan Stott e Dylan Sprouse in Aftermath – In trappola

La spiegazione del finale di Aftermath – In trappola

Il capitano James Roken (Gooding) ha preso di mira il ponte per catturare Samantha “Doc” Brown (Dichen Lachman), ex sergente maggiore dell’esercito americano, perché ha smascherato la sua milizia privata, Retcon 13, per aver commesso crimini di guerra nell’ambito della Shattered Dove Initiative. Roken prende in ostaggio lei e il resto del ponte come merce di scambio con il Pentagono per liberare i suoi compagni ancora prigionieri e chiedere al governo di ammettere pubblicamente di aver ordinato alla Retcon 13 di commettere quei crimini.

Doc aveva infatti attribuito i crimini di guerra alla Retcon 13 in cambio di un patteggiamento, ma alcuni membri dell’unità di Roken, che comprendeva veterani di guerra decorati, sono poi stati ingiustamente incolpati e incarcerati. In seguito, Doc rivela che Roken non è uno di questi innocenti e ha effettivamente abusato del suo potere per diventare un cattivo, un ruolo che Gooding si è detto entusiasta di interpretare.

Avevo un’idea di come sarebbe stato essere un personaggio più cattivo”, ha dichiarato a ComingSoon.net. “Ma è stato solo parlando con [Sprouse] e vedendo come opera sul set in quell’ambiente che mi ha permesso di avere la libertà, la volontà e la comodità di prendere il cattivo da cortile che avevo sempre interpretato con mio fratello alle elementari e di trasfonderlo nel mio fisico e nella mia sensibilità di adulto”.

Mason Gooding in Aftermath - In trappola
Mason Gooding in Aftermath – In trappola

La conclusione del film

La maggior parte di Aftermath mostra Eric (e alla fine anche Doc) impegnato a salvare le vite degli ostaggi e a smantellare le bombe di Roken. Ma quando il film arriva al suo culmine, e proprio quando Eric pensa di aver disarmato tutte le bombe sul ponte, scopre che Roken ha un altro asso nella manica: una pila di esplosivi in un furgone controllata da un interruttore che indossa.

La polizia individua l’interruttore e ordina a tutte le unità di ritirarsi dal ponte, mentre Roken si cala verso una barca di estrazione apparentemente pronta per la sua fuga. Prima che Roken possa raggiungere la nave, però, Eric manovra il furgone imbottito di bombe verso il bordo del ponte e lo mette in moto. Salta fuori appena in tempo prima che il furgone e tutti i suoi esplosivi si tuffino di testa nel fiume sottostante.

A metà della sua discesa in corda doppia, Roken vede quindi il furgone cadere dal ponte. Preme quindi l’interruttore, apparentemente nel tentativo di far esplodere il furgone prima che lo raggiunga, ma è troppo tardi. Il veicolo esplode mentre tocca l’acqua, uccidendo Roken e risparmiando il ponte e gli ostaggi. A quel punto, la voce di un giornalista annuncia che il Pentagono ha rivelato i file di Shattered Dove e ha liberato quattro membri di Retcon 13. C’è anche un’udienza del Congresso per indagare su altri abusi dei contractor militari.

Mason Gooding, Megan Stott e Dichen Lachman in Aftermath - In trappola
Mason Gooding, Megan Stott e Dichen Lachman in Aftermath – In trappola

Cosa ne è di Samantha “Doc” Brown?

Sebbene gli spettatori non sappiano mai esattamente per cosa Doc sia stata in prigione, inizialmente era accusata di reati minori. Mentre era in carcere, la sua pena è diventata più severa dopo aver ucciso un gruppo di membri di una gang per salvare un giovane detenuto. La scena finale di Aftermath mostra Eric e Madeleine che vanno a prendere Doc, rilasciata dal carcere tre settimane dopo l’attacco al Tobin Bridge. Eric nota che è stata liberata per “valore ed eroismo sotto il fuoco”. Mentre salgono in macchina per partire, lui chiede scherzosamente se deve prendere il tunnel o il ponte. All’unisono, Doc e Madeleine scelgono il tunnel.

Il rito: la spiegazione del finale del film con Anthony Hopkins

Il rito: la spiegazione del finale del film con Anthony Hopkins

Il cinema ha più volte tratto ispirazione dalle storie di possessioni ed esorcismi per i film horror. Sono numerosi i celebri titoli a riguardo, da L’esorcista a The Prodigy – Il figlio del male. Un altro titolo tanto affascinante quanto controverso appartenente a questa tipologia di opere è Il rito (qui la recensione), basato sul libro di Matt Baglio, Il rito. Storia vera di un esorcista di oggi. Diretto nel 2011 dallo svedese Mikael Håfström, il film risulta particolarmente spaventoso e suggestivo in quanto è basato su vicende e testimonianze apparentemente reali. La partecipazione di Baglio e di veri esorcisti in qualità di consulenti ha poi permesso di rendere il tutto più realistico e spaventoso.

LEGGI ANCHE: Il rito: la vera storia dietro il film horror con Anthony Hopkins

La stessa Chiesa Cattolica ha poi elogiato il film, ritenendolo fedele alla realtà degli esorcismi e alla forza della fede. A distanza di oltre un decennio rimane dunque uno dei grandi film da vedere sull’argomento, un’opera che non manca di suscitare paure e fascino. Per quanto riguarda la sua trama nel dettaglio, nel corso del film seguiamo dunque Padre Michael (Colin O’Donoghue) lottare con la sua fede, iniziando a non credere più nel potere di Dio o del diavolo. Anche per questo motivo, si reca in Italia per seguire Padre Lucas (Anthony Hopkins), che è determinato a fare di lui un credente.

Mentre si trova in Italia, però, Michael vede un’adolescente incinta di nome Rosaria manifestare un comportamento tipico della possessione demoniaca, e in seguito muore in ospedale insieme al suo bambino. Quando poi Padre Lucas viene a sua volta posseduto, tocca a Michael salvarlo, ma per farlo deve necessariamente affrontare il suo passato, aiutato anche da una giornalista di nome Angelina (Alice Braga). Tuttavia, ci sono alcune parti del finale di Il rito che meritano una spiegazione più approfondita.

Anthony Hopkins e Colin O'Donoghue in Il rito
Anthony Hopkins e Colin O’Donoghue in Il rito. Foto di Egon Endrenyi – © 2011 New Line Productions, Inc. All Rights Reserved.

La spiegazione della lotta di Michael contro la sua fede

Fin dall’inizio di Il rito, Michael ha difficoltà ad avere fede. Durante gli allenamenti, discute con gli altri sacerdoti sulla probabilità di possessione e sull’esistenza del diavolo. La sua mancanza di fede è legata alla sua infanzia, che il film ci mostra attraverso alcuni flashback. Quando Michael era piccolo, infatti, sua madre morì e suo padre si ostinò a insegnargli la religione. Il padre era un impresario di pompe funebri e lo fece entrare nella stanza con il corpo senza vita della madre per recitare una preghiera su di esso. Da allora, Michael ha sempre avuto una visione cinica della religione, pur decidendo di farne il suo percorso di vita.

Anche quando Michael incontra diversi personaggi che affermano di essere posseduti, fatica a credere loro. Pensa che si tratti di una malattia mentale. Quando Rosaria tossisce chiodi, ipotizza addirittura che li abbia mangiati lei stessa per uccidere il suo bambino. Michael inizia a credere solo dopo aver parlato al telefono con suo padre, scoprendo solo in seguito che il padre era morto poche ore prima della loro conversazione. Naturalmente Michael non capisce come sia possibile. Dopo tutto, ha parlato con suo padre solo pochi istanti prima. Tuttavia, durante la telefonata, il padre di Michael dice qualcosa di inquietante che fa pensare che ci sia qualcun altro all’altro capo.

Michael inizia quindi a chiedersi se sia il diavolo quello con cui ha interagito e questo è dunque il primo evento che porta Michael a riconsiderare ciò che ritiene vero e falso. Quando poi deve praticare un esorcismo su padre Lucas, Michael si ricorda di un biglietto che gli ha dato sua madre, che gli dice che sarà sempre protetto dalle forze del bene. Il ricordo di sua madre – e ciò a cui assiste con padre Lucas – è dunque sufficiente a riaccendere la sua fede. Tuttavia, in questa scena si rivela essere molto importante la croce piegata che Michael tiene mentre tenta di praticare l’esorcismo.

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Alice Braga and Colin O’Donoghue in Il rito. Foto di Egon Endrenyi – © 2011 New Line Productions, Inc. All Rights Reserved.

Questo dettaglio trova spiegazione con una scena flashback del funerale della madre, dove Michael si trova accanto al padre con una croce in mano. Il ragazzo tiene la mano dietro la schiena e stringe la croce così forte da piegarla. Tornando alla scena dell’esorcismo su Padre Lucas, Michael tiene quindi una croce in mano e il diavolo usa il suo potere per piegare la croce senza che gli sia necessario toccarla. In entrambe le occasioni, la croce piegata rappresenta l’incapacità di Michael di credere e il diavolo cerca di usare la sua mancanza di fede contro di lui. Solo quando Michael dichiara di credere nel diavolo e in Dio, riesce a sconfiggere il demone BA’AL.

Come la morte di Rosaria porta alla possessione di Padre Lucas

Ma come è stato possibile che un uomo di fede come Padre Lucas sia stato posseduto la diavolo? La spiegazione è data dalla determinazione con cui Padre Lucas cerca di eseguire un esorcismo su Rosaria. Quando però la ragazza muore in ospedale, l’anziano è distrutto dal fatto di non averla potuta aiutare. È pieno di sensi di colpa, anche se ha fatto del suo meglio e per le giuste ragioni. Il senso di colpa di Padre Lucas apre dunque la porta al diavolo per la possessione del suo corpo, oltre al fatto che ce l’ha con lui per aver tentato di esorcizzare Rosaria. Il maligno agisce dunque sulla base di questo risentimento e, poiché Padre Lucas è così deluso da sé stesso, diventa vulnerabile al punto da divenire una vittima.

Il rapporto di Michael e Angelina conclude il film

Michael e Angeline stringono un forte legame nel corso del film. La giornalista accetta la mancanza di fede di Michael, ma è anche in grado di guidarlo. Dopo che Angeline aiuta Michael a praticare un esorcismo su Padre Lucas, Michael torna poi negli Stati Uniti, mentre Angeline resta in Italia. Anche se sembrava che potessero provare qualcosa l’uno per l’altra, la loro amicizia non sfocia dunque in nulla di romantico. L’ultima volta che Il rito mostra Angeline, rivela che lei ha poi scritto un articolo sull’esorcismo che Michael ha praticato su Padre Lucas, che lui legge volentieri. Non c’è però alcun accenno al fatto che i due si rincontrino. Tuttavia, Angeline rappresenta una parte importante del percorso di Michael, avendolo aiutato a superare il suo cinismo.

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