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Il primo re: 10 cose che non sai sul film

Il primo re: 10 cose che non sai sul film

Indicato come uno dei film italiani più ambiziosi e imponenti degli ultimi decenni, Il primo re porta al cinema la leggenda sulla fondazione di Roma da parte dei fratelli Romolo e Remo. Diretto da Matteo Rovere, che ne ha anche curato la sceneggiatura e la produzione, il lungometraggio è un concentrato di eccellenze tecniche, dal sonoro alla fotografia, dai costumi alle scenografie, il tutto concentrato all’interno di un’ambientazione epica. Ecco 10 cose che non sai di Il primo re.

Il primo re lingua

Il primo re: la trama del film

10. Ripercorre la fondazione di Roma. Il film è ambientato nel 753 a.C. e segue le vicende dei fratelli Romolo e Remo, i quali liberatisi dalla schiavitù impostagli dagli abitanti di Alba Longa, intraprendono un viaggio attraverso il territorio laziale insieme ad altri ex prigionieri latini e sabini. Nel corso di questo, una sacerdotessa predice che uno dei due fratelli diventerà un grande re, fondando l’impero più grande della storia. Per farlo però, l’altro fratello dovrà essere sacrificato.

Il primo re: la lingua del film

9. È recitato in protolatino. Il desiderio di Rovere era quello di far calare lo spettatore nella realtà della vicenda raccontata. Per riuscirvi, si è avvalso della collaborazione di celebri semiologi, i quali hanno parzialmente ricostruito una lingua protolatina, ibridata con ceppi indo-europei. Questa è poi stata la lingua imparata e recitata dagli attori per il film.

8. Ha richiesto un notevole studio per gli attori. Per poter risultare credibili nel recitare la lingua richiesta per il film, di uso decisamente non comune e dalla difficile grammatica, gli attori principali del film hanno dovuto sottoporsi a settimane di studio, aiutati da esperti. Per loro si è rivelato fondamentale ai fini della memorizzazione comprendere il senso delle battute, nonché gli accenti da utilizzare.

Il primo re: i premi vinti

7. Ha ottenuto numerose candidature ad un importante premio. Accolto con grande favore di critica, il film viene nominato a ben quindici David di Donatello, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore protagonista. L’8 maggio del 2020, all’assegnazione dei premi, il film ottiene tuttavia soltanto i David per il miglior autore della fotografia, il miglior suono e quello per i migliori produttori.

Il primo re: dove vederlo in streaming

6. È disponibile su alcune celebri piattaforme. Per chi desidera vedere o rivedere il film, è possibile farlo affidandosi ad alcune tra più ricche piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano infatti Chili, Rakuten TV, Tim Vision, Amazon Prime e Infinity. In base a quale di queste si sceglie, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film per poterlo rivedere in tranquillità.

Il primo re cast

Il primo re: il cast del film

5. Alessandro Borghi è Remo. Protagonista assoluto del film è l’attore Alessandro Borghi, che dà vita al leggendario Remo. Nel film, questi è il fratello più possente, nonché il vero condottiero del gruppo. Borghi viene confermato per il film dell’agosto del 2017, ma inizialmente non viene rivelato quale ruolo egli avrebbe ricoperto.

4. Gli attori hanno dovuto sottoporsi a lunghi allenamenti. Per prepararsi ai loro ruoli, Borghi e Alessio Lapice, che dà invece vita a Romolo, hanno dovuto esercitarsi per diversi mesi nel combattimento corpo a corpo a mani nude, con lance, spade, asce e mazze chiodate. Era infatti per loro diventare esperti in tali discipline, al fine di poterle poi riproporre correttamente nel film.

3. Borghi ha temuto di non reggere il ruolo. Parlando dell’esperienza del film, Borghi ha raccontato di come fosse arrivato ad un punto in cui la stanchezza e i dolori erano troppo forti, spingendolo a pensare di non poter reggere quel ritmo e quel ruolo. A motivarlo fu però la consapevolezza che quell’esperienza, così fuori dagli schemi del cinema italiano, non gli sarebbe mai più capitata.

Il primo re: le recensioni al film

2. È stato lodato dalla critica. Al momento della sua uscita, il film di Rovere è stato accolto da ottimi giudizi da parte della critica. In particolare, si elogiava il coraggio riposto nella realizzazione di un set tanto complesso e ricco di dettagli. Il primo re è stato così inserito all’interno di un filone artistico-sperimentale di film che riportano innovazione all’interno del panorama cinematografico italiano.

Il primo re: la serie tratta dal film

1. È in lavorazione una serie spin-off del film. Dal suo film, Rovere ha deciso di trarre una serie TV composta di dieci episodi intitolata Romulus. Prevista tra il 2020 e il 2021, questa amplierà il mondo narrativo di Il primo re, andando a trattare vicende relative alle città di Alba Longa e Roma.

Fonte: IMDb

Robert Pattinson ha scoperto di essere il nuovo Batman sul set di Christopher Nolan

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È un momento davvero intenso nella carriera di Robert Pattinson che, dopo aver lavorato con Robert Eggers in The Lighthouse, arriverà al cinema con Tenet, di Christopher Nolan, ed è il Batman attualmente in carica per il film di Matt Reeves, in lavorazione alla Warner Bros. L’attore è al momento in pausa, data la chiusura dei set a causa dell’emergenza sanitaria mondiale, eppure sembra che la cosa non gli sia troppo dispiaciuta!

Durante un’intervista su Total Film, che ha dedicato la sua copertina a Tenet, Robert Pattinson ha spiegato di essere venuto a conoscenza del ruolo di Batman proprio durante i primi giorni sul set di Nolan, cosa che deve essergli sembrata abbastanza surreale. Sarebbe stato Batman e intanto recitava per il regista che ha dato nuova vita cinematografica all’Uomo Pipistrello!

Robert Pattinson tra Batman e Tenet

Parlando poi del passaggio dal set di Tenet e quello di The Batman, Robert Pattinson ha confermato che la pausa forzata a causa del COVID-19 non gli è sembrata poi tanto nociva, dal suo punto di vista, dal momento che il lavoro con Nolan è stato impegnativo e promette di esserlo anche quello sul set di Reeves, per cui una pausa gli ha consentito di raccogliere le energie e impegnarsi al massimo non appena ripartiranno le riprese.

Entrambi i film sono molto attesi e Pattinson è atteso al varco. Vero è che nel corso della sua carriera è riuscito già da tempo a riscattare le sue “origini” young adult che lo hanno visto protagonista di Twilight. Le scelte operate in carriera, dopo la tetralogia romantica, lo hanno fatto entrare nella rosa dei giovani attori più in vista e ambiti del panorama contemporaneo e sicuramente il fatto che molti registi puntino su di lui certifica questo valore.

Protagonisti di Tenet oltre ai già citati Robert Pattinson e John David Washington ci sono anche Elizabeth Debicki, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Tenet arriverà al cinema il 17 luglio 2020. Christopher Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

MCU: una timeline perfetta mette in successione ogni evento della Infinity Saga

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Un fan della Marvel ha creato un’impressionante sequenza temporale posizionando ogni singola scena del Marvel Cinematic Universe in ordine cronologico. La cronologia MCU è un argomento popolare tra i fan, soprattutto a causa di quanto sia difficile da tracciare, in alcuni segmenti in particolare. Molti film non sono stati distribuiti in ordine cronologico, con Captain America: Il Primo Vendicatore che ne è probabilmente l’esempio più ovvio, dato che si svolge decenni prima della maggior parte dell’attuale MCU. A complicare ulteriormente le cose, quasi nessun film Marvel è ambientato interamente in un determinato periodo di tempo; la maggior parte ha almeno una scena (a volte dopo i titoli di coda) che è precedente o successiva rispetto alle vicende del film stesso.

Lo schiocco di Thanos alla fine di Avengers: Infinity War ha ulteriormente confuso le acque, con il gap di cinque anni per arrivare poi alle vicende di Avengers: Endgame, ma solo per coloro che non sono stati cancellati. Inoltre, il fatto che i Vendicatori tornano indietro nel tempo ad un certo punto della storia non aiuta di certo la linearità della timeline! Tuttavia, solo perché la sequenza temporale del MCU è complicata non significa che i fan non abbiano provato a capirla e a metterla in ordine. Le classifiche cronologiche dei fan Marvel sono diventate particolarmente popolari negli ultimi anni, poiché la cronologia è diventata sempre più complicata.

La cronologia del MCU, in scene

L’ultimo tentativo di decifrare la sequenza temporale del MCU è il più completo della maggior parte delle altre riorganizzazioni viste fino a questo momento, dato che gli autori di tale riorganizzazione sono arrivati a separare i film per scene e talvolta blocchi che si svolgono nella stessa finestra temporale. Alcuni film contengono diversi punti nella sequenza temporale, come Thor, che occupa ben nove voci. Solo uno, Spider-Man: Far From Home, occupa una unità temporale. Il film è anche l’ultima voce dell’elenco, che comprende un totale di 1110 scene. L’autore, tenendo conto della “confusione temporale” di Endgame, ha così suddiviso tutto il MCU in 118 scene.

https://twitter.com/tonygoldmark/status/1265514698717437954?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1265514698717437954%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fmarvel-timeline-mcu-movie-scenes-chronological-order%2F

Ryan Gosling protagonista di Wolfman per Universal

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Ryan Gosling protagonista di Wolfman per Universal

La Universal sta mettendo ufficialmente in cantiere un nuovo progetto per riportare sul grande schermo il suo Monsterverse a partire da Wolfman. Il protagonista sarà nientemeno che Ryan Gosling. Secondo quanto riferisce Variety, l’attore di La la Land sarà infatti il protagonista di una nuova versione cinematografica della storia.

Ryan Gosling nuovo Wolfman

Seguendo l’esempio di Whannell, ci sono una manciata di altri progetti unici basati su storie di mostri classici attualmente in fase di sviluppo. Insieme a Wolfman, c’è The Invisible Woman di Elizabeth Banks, un film incentrato sullo scagnozzo di Dracula, Renfield, che sarà diretto dal Dexter Fletcher di Rocketman e il film Dark Army di Paul Feig. Ogni progetto è una versione originale delle storie conosciute e non c’è l’intenzione di collegare i film tra loro, nonostante l’idea iniziale di un universo condiviso.

Secondo Variety, Universal sta spingendo per far diventare Wolfman il prossimo film basato su un mostro classico. La sceneggiatura del film è scritta da Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo (entrambi showrunner di Orange Is the New Black), basata su un pitch originale di Gosling. Si dice che la storia mantenga gli elementi soprannaturali del materiale originale, ma sia ambientata nel presente, ed abbia un tono simile a Nightcrawler, film con Jake Gyllenhaal.

Per quanto riguarda invece la regia di Wolfman, in un primo momento Ryan Gosling era stato considerato anche per dirigere il film, ma l’idea è stata poi respinta e l’attore si “limiterà” a firmare il soggetto e ad interpretare il protagonista del film. La Universal è ancora alla ricerca di un regista, mentre Gosling si prepara anche a tornare nello spazio, dopo First Man, nel film di Chris Lord e Phil Miller.

Tenet: uno spot tv con scene inedite per il film di Christopher Nolan

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Il canale Youtube di Esquire ha condiviso un nuovo spot di Tenet, il nuovo misterioso e ambizioso film di Christopher Nolan. Il breve video mostra delle immagini inedite rispetto a quanto visto nell’ultimo trailer e in particolare vediamo che il personaggio interpretato da Clémence Poésy sembra molto importante ai fini della trama. Quella che sembra una scienziata, spiega al personaggio protagonista interpretato da John David Washington che siamo di fronte ad un riavvolgimento del tempo. E l’unico indizio che possiede è una parola: TENET.

Tenet, il film

Protagonisti di Tenet oltre ai già citati Robert Pattinson e John David Washington ci sono anche Elizabeth Debicki, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Tenet arriverà al cinema il 17 luglio 2020. Christopher Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

Thor: la scienza dentro ai film con Chris Hemsworth

Thor: la scienza dentro ai film con Chris Hemsworth

Il personaggio di Thor e i film che lo raccontano sono basati sicuramente sulla mitologia nordica, ma, dato il rapporto speciale del dio del tuono con la dottoressa Jane Foster, comprendono anche una percentuale di terminologia scientifica che, molto più di quanto possiamo immaginare, è accurata e realistica. Il film del 2011, in particolare, ha raccontato l’incontro tra Thor e Jane e lo scontro tra ciò che può essere considerato magia e cosa scienza da parte di un dio nordico che vive in un mondo, Asgard, in cui le due cose si fondono.

Di seguito, infatti, troviamo una serie di elementi presenti nel primi due film di Thor che potrebbero essere realistici e avere uno spazio nell’ambito scientifico.

Ponte Einstein-Rosen

Jane Foster convince il suo collega, il dottor Erik Selvig, che lo strano evento accaduto nel New Mexico era un ponte Einstein-Rosen. Nel film, il ponte si chiama Bifrost, un ponte arcobaleno che collega Asgard agli altri regni.

In parole povere, il ponte Einstein-Rosen è un wormhole. I fisici Albert Einstein e Nathan Rosen collaborarono nel 1935 e proposero l’idea usando la teoria della relatività. Credono nell’esistenza dei ponti attraverso lo spazio-tempo. Questi wormhole possono teoricamente trasportare un oggetto da due punti diversi nello spazio, senza tenere conto del tempo e della distanza.

Telescopio Hubble

Nella scena sul tetto, Jane e Thor parlano delle scoperte scientifiche dell’uomo e di come siano già una realtà, nel regno di Asgard. Thor vede un’immagine del telescopio Hubble sul quaderno di Jane, che pronunciava erroneamente come “hoo-ble”.

Il telescopio Hubble è uno dei più grandi telescopi utilizzati dalla NASA. È stato lanciato nella bassa orbita terrestre nel 1990 ed è ancora utilizzato oggi. Il telescopio è considerato uno strumento molto importante nella ricerca, in particolare per il monitoraggio delle occorrenze spaziali.

Particle Data

Jane dice a Thor ogni volta che si preoccupa delle Particle Data. Sebbene non vi sia alcuna spiegazione precisa nel film, sembra che il termine sia un aspetto molto importante della carriera di Jane, proprio perché lei lo sottolinea.

Particle Data Group è sostanzialmente una collaborazione di gruppi internazionali di fisici delle particelle che raccolgono e analizzano i risultati della ricerca. Il loro lavoro viene reso noto in pubblicazioni scientifiche. Col senno di poi, Jane deve essere un membro di questo gruppo poiché studia astrofisica.

Radiazione gamma

Il dott. Selvig ha menzionato di avere un amico esperto di radiazioni gamma. Chiaramente, stava parlando del Dr. Bruce Banner, un collega scienziato che fu esposto allo stesso tipo di radiazioni che lo trasformò in Hulk.

Mentre sappiamo che essere esposti ai raggi gamma non trasforma nessuno in un Hulk (purtroppo o per fortuna), è comunque un elemento dannoso. La radiazione gamma è un’energia elettromagnetica che proviene da un decadimento radioattivo di un nucleo atomico. In breve, essere esposti ad esso per un lungo periodo di tempo può causare danni alla propria salute.

Aurora Meridionale

Prima di scoprire cosa sono quelle strane luci nell’atmosfera, il dottor Selvig menziona qualcosa sull’aurora meridionale. Potrebbe trattarsi delle luci del sud o dell’aurora australe, poiché l’aspetto arcobaleno del Bifrost ricorda quelle luci polari.

La luce del sud è un fascio di luce naturale che può essere visto nel cielo soprattutto nelle regioni ad alta latitudine come l’Antartico e l’Artico. È il risultato di disturbi nell’atmosfera e quando abbastanza forte, può alterare i percorsi delle particelle causando effetti di luce verdastra o rossastra.

Tempesta magnetica

Un’altra teoria menzionata in occasione del turbine che accompagna l’arrivo di Thor è la tempesta magnetica. La tempesta ha causato fenomeni aerei e del vento simili a tornado e movimenti improvvisi della terra, insieme a luci provenienti dal cielo, e si può quindi presumere che si stia verificando un movimento all’interno di un campo magnetico.

Una tempesta magnetica è un disturbo temporaneo della regione terrestre che contiene un campo magnetico ed è causata da un’onda di shock del vento solare. Può anche essere causata da un’interazione di una massa di energia magnetica con il campo magnetico della Terra.

Generatore di campi quantistici

In Thor: The Dark World, Jane viene posizionata in una Soul Forge, un dispositivo asgardiano che genera campi quantici per verificare la fisiologia del paziente. Jane ha insistito sul fatto che il dispositivo si chiama generatore di campo quantistico e ha continuato a mostrare la sua conoscenza della fisica quantistica.

Pertanto, un generatore di campo quantistico in fisica teorica è fondamentalmente un dispositivo utilizzato per studiare la meccanica quantistica. La materia oscura che si fonde con Jane potrebbe essere paragonata a un elemento e la Soul Forge è il dispositivo usato per esaminarlo.

Convergenza

Thor spiega a Jane le somiglianze del sistema solare rispetto al sistema dei nove regni di Asgard. Le dice che una volta in una luna blu, i pianeti si allineano e creano un portale che produce una singolarità, si tratta del motivo principale per cui Thor può viaggiare sulla Terra.

Mentre è un evento raro che tutti i pianeti si allineino, è più frequente che due o tre pianeti, a volte, convergono in quella che viene chiamata congiunzione planetaria. Quando i pianeti si allineano insieme, sono entrambi visti nel cielo e possono essere osservati ad occhio nudo.

Etere

L’etere è la materia oscura rossastra che si fonde con Jane quando viene risucchiata attraverso un passaggio spazio-temporale durante l’avvicinarsi della convergenza. È progettato per agire come un parassita che ha bisogno di un ospite per prosperare e lo uccide lentamente mentre rimane all’interno dell’ospite stesso.

L’etere è un concetto obsoleto in fisica secondo la teoria della relatività di Einstein. Il puzzle della materia oscura presenta una sostanza misteriosa dichiarata per spiegare perché le galassie hanno una massa più invisibile delle materie visibili. Pertanto, hanno ipotizzato che l’etere sia un campo energetico piuttosto che una sostanza. Sappiamo che poi, nel MCU, quella si è rivelata essere la Gemma della Realtà.

Picchi gravimetrici

Quando il Dr. Selvig era in manicomio, ha raccontato agli altri pazienti di aver creato un dispositivo in grado di stabilizzare gli effetti della convergenza. È il dispositivo che Darcy e il suo stagista stavano trasportando proprio prima dell’attacco degli elfi oscuri.

In fisica, l’anomalia gravimetrica è la differenza tra l’accelerazione di gravità sulla superficie del pianeta. Pertanto, il dispositivo che hanno inventato nel film dovrebbe presumibilmente contrastare gli effetti dell’imminente convergenza in modo che la Terra non soffra dei pericoli incombenti

Cate Blanchett protagonista di Borderlands di Eli Roth

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Cate Blanchett protagonista di Borderlands di Eli Roth

Dopo i rumors che la volevano in trattativa per il nuovo film di Eli Roth, Borderlands, arriva la conferma ufficiale che Cate Blanchett sarà trai protagonisti per il prossimo progetto del regista di Cabin Fever.

Lionsgate ha reso ufficiale la notizia tramite comunicato stampa, confermando che Blanchett interpreterà una delle principali protagoniste della storia, Lilith, che “è una delle sole sei donne nella galassia che appartengono alla potente classe delle sirene, che detiene incredibili poteri sovrumani.” Blanchett e Roth avevano già lavorato insieme in Il mistero della casa del tempo.

Borderlands è uno videogioco sparatutto in soggettiva un po’ bizzarro e molto violento e questa versione per il grande schermo è stata sviluppata da Lionsgate e lavorerà su una sceneggiatura firmata da Craig Mazin, già sceneggiatore di Chernobyl. Roth produrrà anche il film insieme ad Avi e Ari Arad attraverso il loro banner Arad Productions.

Henry Cavill di nuovo Superman: i film in cui potrebbe tornare

Henry Cavill di nuovo Superman: i film in cui potrebbe tornare

Nella giornata di ieri è arrivata la notizia che Henry Cavill tornerà a vestire i panni di Superman in un nuovo film del DCEU. Sappiamo già che non si tratterà del sequel de L’Uomo d’Acciaio, dal momento che la Warner Bros. non ha in cantiere la realizzazione del film. Inoltre, è stato confermato anche che l’eroe kryptoniano non apparirà né in Wonder Woman 1984, né in The Suicide Squad e neanche in The Batman. Dove rivedremo allora il Superman di Cavill? Vagliamo di seguito alcune ipotesi, grazie ad un nuovo report di Screen Rant:

Black Adam

Il primo cinecomic DC in cui Henry Cavill potrebbe tornare nei panni di Superman è Black Adam, la cui data di uscita è al momento fissata per il 22 dicembre 2021. Il film vedrà Dwayne Johnson nei panni del personaggio del titolo, a metà tra un villain e un anti-eroe. Anche se, formalmente, Black Adam è l’acerrimo nemico di Shazam!, lui e Superman hanno combattuto diverse volte nei fumetti, quindi esistono tutte le basi per un faccia-a-faccia cinematografico.

Inoltre, già nel lontano 2016 Henry Cavill aveva anticipato una sua possibile apparizione in Black Adam. Inoltre, nella vita reale, Cavill e Johnson condiviso anche una lunga e profonda amicizia, cosa che potrebbe spingere entrambi a volere lavorare presto insieme. Entrambi gli attori, poi, hanno lo stesso agente, tale Dany Garcia, che figurerà anche tra i produttori di Black Adam. Considerando tutti questi fattori, sia interni che esterni al film, un cameo di Superman nel cinecomic Black Adam potrebbe tranquillamente avere senso.

The Flash

Considerato che sono già apparsi insieme in Justice League, è ipotizzabile che tra i titoli in cui potremmo rivedere Henry Cavill nei panni di Superman, ci sia anche lo standalone dedicato a The Flash, il personaggio interpretato nel DCEU da Ezra Miller. Lo sviluppo e la pre-produzione del film sono stati particolarmente travagliati, con cambi di sceneggiatori e registi come se non ci fosse un domani. Al momento, la data di uscita del film è fissato per il 3 giugno 2022, con Andy Muschietti (IT e IT – Capitolo Due) alla regia e Christina Hodson incaricata di firmare lo script.

Lo standalone dedicato a Barry Allen, come confermato dallo stesso Muschietti, sarà un adattamento “riveduto e corretto” della serie a fumetti “Flashpoint” scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert, in cui il protagonista si troverà a viaggiare nel tempo attraverso realtà alternative. Ciò apre ad un infinità di possibilità per quanto riguarda l’inclusione dei più svariati personaggi della DC, incluso naturalmente l’eroe kryptoniano.

Shazam 2

Inizialmente, Henry Cavill sarebbe dovuto apparire in un cameo in Shazam!, uscito nel 2018. Sfortunatamente, l’attore e la Warner Bros. non sono riusciti a trovare un accordo, è così uno stunt è apparso brevemente alla fine del film nei panni dell’iconico supereroe, senza che il suo volto venisse inquadrato.

Adesso, con la notizia che Cavill tornerà nel DCEU, è molto probabile che il film in cui lo rivedremo in azione possa essere proprio l’annunciato Shazam 2, la cui uscita è attualmente fissata al 4 novembre 2022. E anche se dovesse trattarsi di un breve cameo (al pari del primo film), sarebbe comunque divertente vedere l’incarnazione dell’eroe da parte di Cavill immergersi nei toni e nello stile così scanzonati, tipicamente anni ’80, del franchise di David F. Sandberg.

Aquaman 2

L’altro film dedicato ad un altro membro della Justice League che arriverà prossimamente e in cui potremmo rivedere il Superman di Cavill è certamente Aquaman 2, che arriverà nelle sale americane il 16 dicembre 2022. Allo stesso tempo, però, si tratta forse del film più difficile in cui si potrebbe inserire il personaggio di Superman, dal momento che la maggior parte delle vicende sono ambientate sott’acqua.

Tuttavia, una possibile apparizione di Superman potrebbe comunque trovare una sua ragion d’essere, soprattutto se parte della storia – come già accaduto per il primo film – verrà ambientata sulla Terra. Inoltre, con l’arrivo della Snyder Cut di Justice League il prossimo anno su HBO Max, si potrebbero scoprire nuovi collegamenti tra i personaggi di Aquaman e Superman che, magari, verranno poi approfondimenti nel nuovo film dedicato al Re di Atlantide interpretato da Jason Momoa.

Altri ipotetici film del DCEU

Se da un lato Black Adam, The Flash, Shazam! 2 e Aquaman 2 rappresentano i titoli più probabili in cui potremmo ritrovare il Superman di Henry Cavill, dall’altro non è escluso che il ritorno dell’attore nel DCEU possa avvenire anche in altri film in fase di sviluppo. Tra questi c’è sicuramente il chiacchieratissimo lungometraggio dedicato al Corpo delle Lanterne Verdi.

Ancora, potrebbe magari trattarsi di un nuovo sequel dei titoli presi in esame in precedenza, come magari Black Adam 2 o Shazam! 3. E anche se attualmente il sequel de L’Uomo d’Acciaio non è in programma alla Warner, nulla esclude che la major possa tornare sui suoi passi e proseguire con le avventure in solitaria di Kal-El, magari con un regista diverso da Zack Snyder.

Scarpette rosse e i sette nani: dal 4 giugno in streaming, ecco il trailer

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È in arrivo il 4 giugno, direttamente on demand, una nuova, divertentissima versione di una delle favole più amate di tutti i tempi, Scarpette rosse e i sette nani. Scritta e diretta da Sungho Hong e animata dal veterano Disney Jin Kim, Scarpette Rosse e i sette nani è una rivisitazione moderna e brillante di un grande classico delle storie per bambini – il mito di Biancaneve.

Non una mela ma delle scarpette rosse, non una principessa dalla pelle candida ma una ragazza come tante alle prese con le proprie insicurezze, non un solo principe ma ben sette, che però si ritrovano imprigionati in un corpo diverso. La nuova Biancaneve, coraggiosa e vivace principessa dal cuore puro, ha la voce di Baby K, per la prima volta coinvolta in un doppiaggio. Sono invece affidate alla comicità di Pio & Amedeo le voci di due meravigliosi principi alle prese con una maledizione che li ha trasformati in buffissimi nanetti.

Scarpette rosse e i sette nani, la sinossi

Delle magiche scarpette rosse sono il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno cercando disperatamente. Per spezzare l’incantesimo, infatti, devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati dall’aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato della bellezza. Una scorretta e divertentissima rivisitazione della favola più amata di tutti i tempi.

The New Mutants: Xavier e Tempesta dovevano apparire nel film

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The New Mutants: Xavier e Tempesta dovevano apparire nel film

The New Mutants, l’atteso (e travagliato) nuovo film della saga di X-Men, nonché ultimo film dedicato ai mutanti della Marvel sotto l’egida della Fox, avrebbe dovuto includere un cameo di Charles Xavier (James McAvoy) e di Tempesta (Alexandra Shipp), quest’ultima apparsa sia in X-Men: Apocalisse che nel più recente X-Men: Dark Phoenix

Stando infatti a quanto riportato da New Mutants Updates, il regista Josh Boone avrebbe confermato che nelle prime bozze della sceneggiatura di The New Mutants erano previste delle scene ambientate nella X-Mansion: tali scene avrebbero incluso dei cameo del Professor X e di Ororo Munroe. Già nel lontano 2016 si parlò della possibilità che James McAvoy potesse apparire nel film, prima ancora dell’inizio della produzione.

Ciò significa che, almeno inizialmente, The New Mutants doveva essere ambientato nella stessa timeline di X-Men: Apocalisse. Le cose sono state poi cambiate per permettere al film di Boone di esistere in quanto standalone autonomo. Lo scorso anno, Dark Phoenix ha segnato l’ultima apparizione di James McAvoy e Alexandra Shipp sul grande schermo rispettivamente nei panni di Xavier e di Tempesta: con la saga di X-Men che si appresta ad essere rilanciata dai Marvel Studios, è altamente improbabile che i due attori riprenderanno i loro ruoli in futuro.

Charlex Xavier e Tempesta dovevamo apparire in un cameo in The New Mutants

In passato, a proposito dell’assenza della X-Mansion nel film, Josh Boone aveva spiegato le ragioni dietro la scelta di cambiare ambientazione: “Questi ragazzi si trovano in un posto che è come una sorta di psico-rifugio per mutanti che sono troppo pericolosi per vivere nella X-Mansion. Vorrei poter dire di più, ma ci sono un sacco di colpi di scena… ad ogni modo, ci sarà un dottore in questa struttura che li aiuterà mentre saranno impegnati a fare le loro cose. Questo è film è a metà tra un horror, Ragazze Interrotte e Qualcuno volò sul nido del cuculo.”

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

Paul Feig dirigerà per Netflix l’adattamento de L’Accademia del Bene e del Male

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Paul Feig, regista di Ghostbusters, Un Piccolo Favore e Last Christmas, dirigerà per conto di Netflix l’annunciato adattamento live action de L’Accademia del Bene e del Male (The School for Good and Evil in originale), saga fantasy di genere fiabesco dello scrittore Soman Chainani.

La notizia è stata riportata in esclusiva da Variety (via Screen Rant). Soman Chainami ha così commentato il coinvolgimento di Feig nel progetto: “Avere uno dei tuoi registi preferiti che adattata un tuo libro per Netflix è un sogno e al tempo stesso un onore”. Chainami ha inoltre definito Feige un “maestro dei toni narrativi”, che sarà sicuramente in grado di cogliere al meglio lo stile de L’Accademia del Bene e del Male e di portarlo all’interno di un film.

Al momento non sappiamo ancora quando inizieranno le riprese del film, né quando arriverà su Netflix. David Magee, che ha scritto la sceneggiatura di Vita di Pi di Ang Lee, si occuperà dello script insieme a Laura Solon. Feige figurerà anche in qualità di produttore insieme a Joe Roth, Jeffrey Kirschenbaum, Jane Startz e Laura Fischer. Chainani sarà coinvolto in qualità di produttore esecutivo insieme a Zack Roth e Patricia Riggen.

L’Accademia del Bene e del Male diventerà un film distribuito da Netflix e diretto da Paul Feig

L’Accademia del Bene e del Male è ambientato in una fittizia foresta chiamata Selva Infinita; la trilogia originale (conosciuta come Gli anni di Scuola, ovvero The School Years) segue le vicende delle migliori amiche Sophie e Agatha all’Accademia del Bene e del Male, un istituto fantastico dove i giovani allievi sono educati a diventare gli Eroi o i Cattivi delle fiabe. La seconda trilogia (Gli anni di CamelotThe Camelot Years) segue invece Agatha e il suo Vero Amore, il principe Tedros, ascendere al loro legittimo ruolo di sovrani di Camelot, mentre Sophie riforma il Male in una nuova immagine. Il primo libro della serie è stato rilasciato il 12 maggio 2013, mentre l’ultimo uscirà il 2 giugno 2020.

Le cose che non ti ho detto, recensione del film con Annette Bening

Noto principalmente per le sue abilità di scrittura, non solo come sceneggiatore de Il Gladiatore, lo script che lo ha reso celebre e con cui guadagnò una nomination all’Oscar (lo stesso era accaduto con Viaggio in Inghilterra) ma anche, tra gli altri di  Nell, Il primo cavaliere ed Elizabeth –  The Golden Age, William Nicholson torna ora nella doppia veste di regista e sceneggiatore con Le cose che non ti ho detto – titolo originale Hope Gap – disponibile in digitale dal 29 maggio.

Le cose che non ti ho detto riannoda un filo

Grace, Annette Bening, e Edward, Bill Nighy, sono sposati da 29 anni. Edward è un insegnante di storia e Grace sta lavorando a un’antologia di poesie. Il figlio Jamie, Josh O’Connor, è ormai grande e vive per conto proprio. Quando torna a casa per il weekend, il padre gli comunica che vuole lasciare Grace e lo invita a restare vicino alla madre per qualche giorno. Quando Edward parla alla moglie della sua decisione, la donna non la accetta e dopo vani tentativi di trattenere il marito, cade in una profonda crisi. Il film segue le vicende dei tre protagonisti, mostrando come ciascuno affronti questa rottura.

Si tratta, come ha dichiarato lo stesso Nicholson, di approfondire una tematica che lo ha sempre interessato, ovvero la coesistenza degli opposti, amore e dolore, in una relazione. L’aveva già affrontata con Viaggio in Inghilterra, diretto da Richard Attemborough, dove la coppia costituita da Antony Hopkins e Debra Winger si trovava ad affrontare la malattia e la morte di lei. Nicholson sembra proprio voler riannodare quel filo. Gli ingredienti sono, in fondo, gli stessi: amore, morte – qui è quella di un matrimonio – dolore, la poesia che porta un po’ di sollievo e gli sconfinati paesaggi d’Inghilterra a fare da cornice.

L’importanza della scrittura di William Nicholson

Nicholson riesce con una precisione chirurgica di scrittura e una capacità di approfondimento psicologico non comune a far entrare lo spettatore nelle pieghe di questo rapporto, alla prova di un momento così difficile come quello della separazione.

Non è solo il rapporto di coppia ad essere sotto la lente del regista, ma quello fra i tre componenti del nucleo familiare. I punti di vista di Jamie, Grace e Edward si alternano, segnalati dalle loro voci off. Il regista mostra l’evoluzione dell’amore in tutte le sue fasi, compresa quella della sua fine. In questa si concentra sui sentimenti contrastanti che la dominano, esemplificandoli perfettamente.

Il divorzio è visto nelle sue conseguenze più devastanti, come una ferita profonda, paragonabile a quelle che provocano la morte. Il dolore è immenso, ma si fa strada nei personaggi come nello spettatore anche un senso di liberazione, non solo per Edward, che forse aspettava da tanto questo momento, ma anche, paradossalmente, per Grace, che non lo voleva e restava con tutte le sue forze aggrappata all’esistente.

Annette Bening e gli altri interpreti

Grace è una donna forte, di carattere, che si è innamorata di un ideale di uomo, più che del vero marito. Una donna che combatte ostinatamente contro una realtà che non si conforma al suo volere e desidera con tutta sé stessa tenere in piedi un matrimonio che considera sacro, anche se da molti anni non è più felice. Un personaggio complesso, che Annette Bening interpreta magistralmente, tratteggiandone con abilità le molte sfaccettature, mentre attraversa le varie fasi della vicenda: dalla negazione del problema, al vero e proprio lutto per la fine del matrimonio, alla rabbia, alla grinta che le servirà per ripartire. Il suo personaggio è anche portatore dell’elemento poetico che lenisce in qualche modo il dolore. Chi meglio dei poeti, in fondo, ha scandagliato l’amore in tutte le sue fasi? E chi meglio di loro può aiutare a superarne i momenti più bui?

Bill Nighy dà al personaggio di Edward – un uomo mite, che potrebbe perfino infastidire con la sua passività – un’umanità fragile e misurata, aprendo allo spettatore le porte del mondo interiore di questo personaggio chiuso e riservato, che ha sofferto in silenzio e con estrema misura vive anche questa circostanza. Josh O’Connor interpreta con covinzione il figlio Jamie, che suo malgrado è chiamato a fare da ago della bilancia, a parteggiare per l’uno o per l’altro. In realtà, vede le due figure di riferimento della sua vita in crisi e vuole solo aiutarle.

Il paesaggio, l’altro protagonista de Le cose che non ti ho detto

Le cose che non ti ho detto è anche un viaggio alla scoperta della natura del Sussex, una vera e propria protagonista del film. L’ambientazione è Seaford, una cittadina affacciata sull’estuario di un fiume, a ridosso delle Seven Sisters: sette colline di roccia che si gettano nel mare formando scogliere bianche – suggestive quanto le più famose scogliere di Dover.

Il regista si avvicina a questi luoghi con sguardo intenso e poetico. Sono per lui, nato nel Sussex, evidentemente luoghi del cuore. Ma sa inserirli nella narrazione non solo per compiacere l’occhio dello spettatore e incuriosirlo, o a dargli sollievo all’interno di una vicenda così emotivamente densa, bensì dando loro un valore fortemente simbolico. Parte da lì

e costruisce tutto un mondo intorno a quelle scogliere, che portano con sé la storia di questa famiglia e costituiscono di per sé la perfetta espressione della coesistenza degli estremi: accanto a ogni ripida scogliera c’è una valle, l’acqua del fiume che scorre sempre nello stesso letto si mescola proprio lì a quella del mare, aprendosi alla libertà.

Hope Gap (nome di fantasia) è proprio a una di quelle valli. È il luogo in cui sono trascorsi i momenti felici dell’infanzia di Jamie e del matrimonio dei suoi. Lì torna Grace a interrogarsi sulla sua insoddisfacente relazione col marito e poi tornerà in preda al dolore più profondo, dopo essere stata lasciata. Su quelle colline passeggia Jamie per scaricare la tensione. Lì la protagonista comincia a sentire, nonostante il dolore, quella sensazione di libertà, di liberazione, che è il cuore del film. È proprio questa, in effetti, la sensazione che quegli ampi spazi danno allo spettatore.

Con Le cose che non ti ho detto il regista non vuole commuovere con un melò straziante, anzi accompagna i protagonisti e lo spettatore verso un benefico rinnovamento. Verso il piacere di scoprire quanto è liberatorio mollare e verso la possibilità di immaginare quanta vita – forse finalmente felice – ci sarà dopo.

Dungeons & Dragons: il film cambierà a causa del Covid-19?

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Alcune scene dell’annunciato nuovo adattamento di Dungeons & Dragons ad opera della Paramount, potrebbero cambiare a causa dell’attuale situazione mondiale legata alla pandemia di Covid-19. È quanto hanno lasciato intendere i registi Jonathan Goldstein John Francis Daley in una nuova intervista con THR (via Screen Rant).

Come spiegato dal duo artistico, la sceneggiatura del film – che porterà la loro firma – potrebbe subire alcuni cambiamenti proprio a causa del Coronavirus e delle regole legate al distanziamento sociale. Naturalmente si tratta di cambiamenti che verranno apportati proprio in vista del ritorno sui set cinematografici e, di conseguenza, dell’inizio delle riprese del film. Nello specifico, Daley ha spiegato che sia lui che Goldstein stanno da tempo discutendo circa tutti gli aspetti da tenere in considerazione quando si tornerà a girare, dal momento che tutti dovranno fari i conti ed “adattarsi” ad un mondo e ad una realtà post-pandemia.

Nelle dichiarazioni di Daley si fa riferimento soprattutto ai tecnici che operano sul set e contribuiscono alla realizzazione e alla riuscita del film, ma anche alla grande quantità di comparse che dovrebbero essere coinvolte: “Quello che sento è che il mondo sta cambiando radicalmente. Abbiamo queste scene con grandi folle che proprio in questi giorni stiamo rivedendo. Dobbiamo decidere se vale la pena preservarle e girare comunque, o se bisogna trovare un altro modo per determinate scene che abbiamo immaginato.”

Sfortunatamente, il nuovo film basato su Dungeons & Dragons ha già subito gli effetti del Covid 19: inizialmente previsto per il prossimo Novembre, il film è stato posticipato a Maggio 2022. Ciò che è indubbio è che questo tempo darà a Daley e Goldstein la possibilità di valutare al meglio quali cambiamenti sia più opportuno e doveroso apportare alla sceneggiatura.

Dungeons & Dragons potrebbe subire cambiamenti a causa del Covid-19 e del distanziamento sociale

Dungeons & Dragons sarà diretto da Jonathan Goldstein John Francis Daley, che in precedenza hanno diretto Game Night e scritto Spider-Man: Far From Home. I produttori esecutivi includono Allan Zeman e John Middleton, e la sceneggiatura è stata scritta da David Leslie Johnson e Lindsay Beer.

Paramount Pictures e Hasbro dovrebbero cercare un grande attore di serie A come protagonista nel film, con Will Smith, Josh Brolin, Chris Pratt, Vin Diesel, Matthew McConaughey, Jamie Foxx, Joel Edgerton, Dave Bautista, Jeremy Renner, o Johnny Depp nella lista dei loro desideri.

Numerosi altri attori appassionati di Dungeons & Dragons hanno anche espresso interesse ad apparire in un film, tra cui Joe Manganiello Ember Moon, WWE Superstar. Mentre nessun attore è stato ancora annunciato, Dungeons & Dragons arriverà nei cinema a Maggio 2022.

Sonic: la Paramount mette in cantiere il sequel del film

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Sonic: la Paramount mette in cantiere il sequel del film

Arriva da Variety la notizia che la Paramount Pictures ha ufficialmente messo in cantiere il sequel di Sonic – Il Film, avventura live action che ha come protagonista il famosissimo riccio blu dotato di velocità supersonica, diventato celebre grazie alla serie di videogiochi SEGA nata nei primi anni ’90, tra le più famose ed apprezzate.

Il regista Jeff Fowler tornerà alla regia del sequel, così come Pat Casey e Josh Miller, che si occuperanno nuovamente di scrivere la sceneggiatura. Nonostante un sequel fosse già stato anticipato dalla scena post-credits del primo film, il progetto è al momento ancora in sviluppo: oltre a Ben Schwartz (doppiatore di Sonic the Hedgehog nella versione originale) e Colleen Villard (doppiatore di Miles “Tails” Prower), per adesso non sappiamo quali altre membri del cast faranno ritorno.

Data l’attualmente situazione mondiale, è probabile che le riprese del film partiranno direttamente il prossimo anno, e che il sequel arrivi nelle sale già nel 2022. Ricordiamo che Sonic – Il Film è stato il secondo incasso più alto del 2020, con oltre 306.8 milioni di dollari incassati a livello mondiale, su un budget di produzione di “soli” 95 milioni.

La Paramount mette ufficialmente in cantiere il sequel di Sonic – Il Film

Basato sul famosissimo franchise videoludico Sega, Sonic – Il Film racconta la storia del riccio più veloce del mondo e della sua incredibile avventura nella sua ‘nuova casa’, la Terra. Nel film, Sonic e il suo nuovo migliore amico Tom (interpretato da James Marsden) si uniscono per difendere il pianeta dal genio malvagio, il Dr. Robotnik (interpretato da Jim Carrey) e dai suoi diabolici piani per il dominio del mondo.

Justice League Snyder Cut: quando e dove potrebbero tenersi le riprese aggiuntive

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Da quando è stata annunciata la release della Snyder Cut di Justice League su HBO Max, i fan continuano a chiedersi quando potrebbero avere luogo – soprattutto, dove! – le riprese aggiuntive della versione del cinecomic così come pensato inizialmente da Zack Snyder. Quando e dove verrà completato il film? Un interessante report di Screen Rant ci viene in aiuto.

Prima dell’annuncio ufficiale, Zack Snyder aveva più volte dichiarato di voler realizzare scene aggiuntive per il film. Naturalmente, l’attuale situazione mondiale legata alla pandemia di Covid-19 ha rappresentato da subito un ostacolo reale e importante. Inizialmente, Snyder aveva anticipato che nuove scene per la Snyder Cut sarebbero state girate alla fine dello scorso Febbraio: ovviamente, a partire da metà marzo, con l’emergenza Coronavirus sempre più dilagante, il regista ha dovuto rivedere i suoi piani.

Allo stato attuale, l’industria cinematografica è forse uno dei settori maggiormente colpiti dalle conseguenze della pandemia di Covid-19. Ad oggi, infatti, non sappiamo ancora quando i set cinematografici saranno nuovamente agibili, nonostante siano stati varati alcuni protocolli per la ripresa in sicurezza del lavoro sul set. Visto che la Snyder Cut non debutterà su HBO Max fino al 2021, è altamente probabile che il materiale che Snyder intende girare e aggiungere alla sua versione del film verrà completato soltanto quando si potrà tornare sui set e quando la situazione sarà più sicura per tutte le maestranze coinvolte.

Quando e dove potrebbero tenersi le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League?

Insieme a tutti questi fattori, bisogna considerare anche le varie disponibilità dei membri del cast e, soprattutto, quanto tempo verrà richiesto ad ognuno di loro in base al “nuovo materiale” pensato da Snyder: Henry Cavill, ad esempio, sarà impegnato con la produzione della seconda stagione di The Witcher non appena i set saranno nuovamente agibili, così come Ben Affleck, che sarà nuovamente impegnato con la produzione di The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott.

La pandemia in corso, unita ai tempi necessari per la programmazione tutti gli impegni di un cast, rendono la possibilità delle riprese aggiuntive della Snyder Cut un qualcosa da dover programmare ancora più strategicamente. Sebbene i blocchi siano ancora presenti in gran parte del mondo, ci sono alcune zone che hanno iniziato ad “allentare”, nonostante il discorso relativo alle misure di sicurezza sia sempre prioritario, come ad Atlanta, in Georgia. Anche il Regno Unito si sta mettendo in moto per permettere alle produzioni cinematografiche di poter tornare attive.

Entrambe sarebbero due potenziali location da “sfruttare” per completare la Snyder Cut, ma anche le tempistiche – in questo caso – hanno una valenza importante. Naturalmente, trattandosi di riprese aggiuntive, è immaginabile che le stesse non durino a lungo, nonostante Snyder sia un regista noto per essere particolarmente meticoloso e perfezionista.

Vi ricordiamo che la Justice League Snyder Cut uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO MAX che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA, o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon.Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche: Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley CollerGoeff Johns e Ben Affleck stesso.

James Mangold: la “sfida” di Logan e il costume giallo di Wolverine

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Nella serie a fumetti “Vecchio Logan“, Wolverine viene ingannato e spinto ad uccidere gli altri X-Men da Mysterio e da un altro gruppo di villain. Nel film Logan – The Wolverine di James Mangold – liberamente ispirato proprio a quella run – le cose sono andate un po’ diversamente, con il Professor X che un anno prima dei fatti narrati ha inavvertitamente ucciso diversi mutanti in seguito ad attacco psichico causato da una crisi indotta.

La linea narrativa intrapresa da Logan per quanto riguarda Charles Xavier è stato indubbiamente uno degli aspetti più interessanti del film, ma adesso è stato lo stesso Mangold – via Twitter – ad ammettere di essere rimasto sorpreso quando sia la 20th Century Fox che i fan hanno “accolto” con entusiasmo quell’aspetto della trama. La storia di Charles è stata innegabilmente tragica: la decisione di approfondire ciò che sia accaduto al potente telepate ha contribuito a rendere la sceneggiatura del film ancora più oscura e accattivante, segno di quanto sia stato meticoloso e intelligente il lavoro di Mangold.

Su Twitter James Mangold – di recente confermato alla regia di Indiana Jones 5, il quinto capitolo della celebre saga con Harrison Ford – ha scritto: “Non ho mai pensato di riuscire a far accettare la mia idea che Charles avesse accidentalmente ucciso gli X-Men a causa di una attacco di demenza. Eppure sentivo di aver bisogno di raccontare questi mutanti tramite aspetti profondamente tragici. Sono grato alla Fox per il suo coraggio e al pubblico per aver apprezzato le nostre scelte.”

Sempre via Twitter, Mangold ha anche confermato che, nonostante in una scena eliminata da Wolverine – L’immortale del 2013 Logan venga presentato con il tradizionale costume giallo, Hugh Jackman non lo hai mai indossato per davvero. Alla domanda di un fan, il regista ha così risposto: “Mi dispiace, ma Hugh non ha mai indossato quel costume. Non abbiamo mai neanche realizzato una vera versione di quell’outfit. Tutto ciò che riguarda il suo personaggio e che io ho capito dello stesso, gli impedirebbe di indossare un costume ‘autocelebrativo’. Eppure, sono certo che con la prossima incarnazione di Wolverine, accadrà.”

James Mangold parla della “sfida” di Logan e fa chiarezza sul costume giallo di Wolverine

Tornando a parlare di Logan, si tratta sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in generale il miglior film sugli X-Men mai visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata, primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento dall’industria.

Per quello che riguarda invece Hugh Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra cinema e musical.

The Social Network: per Quentin Tarantino il miglior film dell’ultimo decennio

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Quentin Tarantino ha rivelato a gennaio di considerare Dunkirk di Christopher Nolan il secondo miglior film degli anni ’10. L’annuncio ha portato i fan a chiedersi quindi quale fosse il primo, il miglior film dell’ultimo decennio secondo il regista di Django Unchained.

La risposta è presto data: The Social Network. In una nuova intervista con Premiere (tramite The Playlist), Tarantino afferma che il film drammatico sulla fondazione di Facebook del 2010 di David Fincher schiaccia tutti i suoi concorrenti e definisce lo sceneggiatore Aaron Sorkin “il più grande dialogista attivo”. Tarantino ha detto: “È The social network, senza dubbio. È il numero uno perché è il migliore, tutto qui! Schiaccia tutta la concorrenza.”

The Social Network si è classificato al 16 posto nella lista dei migliori film di IndieWire degli anni 2010, pubblicata la scorsa estate. “Ci sono film tempestivi, e poi c’è The Social Network, che è stato abbastanza apprezzato nel 2010 da raggiungere otto nomination agli Oscar e in qualche modo sembra feroce e prescientifico ed essenziale ora, quasi un decennio dopo – ha scritto in merito al film Kate Erbland, vicedirettore di IndieWire – The Social Network è sia un’esplorazione elettrizzante e inquieta di come è stato inventato Facebook sia un’accusa accecante di ciò che sarebbe inevitabilmente diventato.”

The Social Network il miglior film degli anni ’10

“So molto di più sul Facebook del 2005 rispetto al 2018, ma so abbastanza per sapere che dovrebbe esserci un sequel – ha detto Sorkin ad AP Entertainment – Sono successe molte cose molto interessanti e drammatiche da quando sono avvenute le vicende con cui si chiude il film, la causa dei Gemelli Winklevoss e Eduardo Saverin. … Ho ricevuto più di una email da [Rudin] con un articolo allegato che diceva: “Non è tempo di un sequel?”.”

Jesse Eisenberg, che è stato nominato come miglior attore protagonista agli Oscar grazie al suo ritratto di Mark Zuckerberg, ha dichiarato a IndieWire lo scorso luglio che era aperto a fare un sequel del film e stava solo aspettando che arrivasse la telefonata da Fincher.

Jurassic World: Dominion, la produzione potrebbe ripartire a Luglio

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Le riprese di Jurassic World: Dominion potrebbero ripartire a Luglio secondo quanto dichiarato di recente da Sam Neill. Dall’uscita di Jurassic World: Il regno distrutto nel 2018, i fan della celebre saga dedicata ai dinosauri aspettano da tempo il capitolo conclusivo della nuova trilogia, non solo per il ritorno del cast originale, ma anche perché – come dichiarato di recente dal produttore Frank MarshallDominion rappresenterà a tutti gli effetti “l’inizio di una nuova era” per il franchise.

Come tante altre produzioni cinematografiche, anche quella di Jurassic World 3 è stata momentaneamente sospesa a causa della pandemia di Covid-19. Per diverse settimane cast e crew del film hanno brancolato nel buio, senza sapere effettivamente quando le riprese sarebbero potute ripartire. Adesso, come rivelato da Sam Neill in una recente intervista con The Guardian, sembra che la produzione di terzo episodio di Jurassic World sia pronta a tornare all’attivo.

In Jurassic World: Dominion, Neill tornerà a vestire i panni del Dottor Alan Grant, personaggio interpretato nella trilogia originale di Jurassic Park, precisamente nel primo film del 1993 e nel terzo capitolo del 2001. L’attore neozelandese ha rivelato che i set del film allestiti presso i Pinewood Studios a Londra sono “tutti lì, che aspettano”, con buona probabilità che la produzione di Dominion possa essere riesumata entro il mese di Luglio.

Sam Neill anticipa che la produzione di Jurassic World: Dominion potrebbe ripartire a Luglio

“Dovrei essere ai Pinewood Studios alle 6 del mattino”, ha spiegato Sam Neill. “Tutti i set sono lì, che aspettano. Mi manca la compagnia degli amici e la convivialità attorno al tavolo di un ristorante, condividendo del buon vino insieme. Non vedo l’ora di tornare a Londra. Spero che la gente non si sia abituata a stare senza tutto ciò.”

Sempre a proposito delle riprese, di recente Neill aveva dichiarato: “Appena sarà possibile, torneremo a girare. Dovremmo ripartire da Londra, ma al momento lì è il caos totale. Magari potremmo iniziare a girare da qualche altra parte e poi finire ai Pinewood Studios. Useremo i teatri di posa di Bonda per i set londinesi. Se la situazione non cambia, però, non ho idea di quando potremo davvero ricominciare.”

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson Omar SyLaura Dern Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Rupert Evans: 10 cose che non sai sull’attore

Rupert Evans: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre grazie al cinema, per poi emigrare verso la televisione, l’attore Rupert Evans è oggi uno dei volti noti di alcune celebri serie, apprezzate a livello internazionale. Negli ultimi anni Evans ha infatti guadagnato particolare popolarità, maturando interpretazione dopo interpreazione per affermare il proprio status all’interno dell’industria.

Ecco 10 cose che non sai di Rubert Evans.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Ruper Evans Instagram

Rupert Evans: i suoi film e le serie TV

10. Ha esordito al cinema con un noto film. Il primo ruolo per il grande schermo ricoperto dall’attore è stato quello dell’agente John Myers nel film Hellboy (2004), di Guillermo Del Toro. Successivamente compie sporadiche apparizioni con film come Agora (2009), con Rachel Weisz, Incident (2011), l’horror The Boy (2016), e American Pastoral (2016), di Ewan McGregor.

9. È noto per i ruoli televisivi. La popolarità dell’attore in televisione inizia a consolidarsi grazie alla serie Mondo senza fine (2012). Ottiene poi un ruolo di rilievo in Fleming – Essere James Bond (2014), con Dominic Cooper. In seguito, recita nelle serie Rogue (2014), L’uomo nell’alto castello (2015-2018), con Rufus Sewell, e Streghe (2018-in corso), con Melonie Diaz e Madeleine Mantock.

Rupert Evans è su Instagram e Twitter

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 74,2 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere immagini personali scattate durante momenti di svago. Non mancano però anche post promozionali dei suoi progetti da interprete, promossi attraverso trailer, interviste o foto di backstage.

7. È attivo anche su Twitter. Evans possiede un account anche sul social Twitter, dove attualmente vanta un totale di oltre 15 mila follower. Qui l’attore, oltre a condividere novità relative ai suoi progetti cinematografici e televisivi, è solito svelare curiosità o rendere note sue riflessioni su vicende di attualità.

Rupert Evans: chi è sua moglie

6. È estremamente riservato. L’attore è noto per non essere solito condividere dettagli sulla sua vita personale. Negli anni, infatti, ha mantenuto un basso profilo, tenendosi alla larga dall’invasività dei media. Per tale motivo, nulla si sa della sua vita sentimentale, e non è certo se sia single o abbia una compagna.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Rupert Evans Streghe

Rupert Evans in L’uomo nell’alto castello

5. Ha avuto un ruolo ricorrente. L’attore ha guadagnato grande popolarità recitando nel ruolo di Frank Frink in L’uomo nell’alto castello. Presente dalla prima alla terza stagione, questi è il fidanzato della protagonista e lavora in una fabbrica di armi. All’interno della serie, composta di 40 episodi, Evans ha recitato in ben 26 di questi.

Rupert Evans in Streghe

4. Ha diretto un episodio. Dopo essere diventato un membro fisso del cast di Streghe, nel ruolo di Harry Greenwood, l’attore è passato dietro la macchina da presa per dirigere l’episodio Don’t Look Back in Anger, diciottesimo della seconda stagione. Per Evans si è trattato del debutto in qualità di regista, occasione che si è per lui rivelata entusiasmante, e che l’ha costretto a guardare la serie anche da nuove prospettive.

3. Ha un ruolo chiave nella serie. In Streghe, l’attore ricopre uno dei personaggi principali. È infatti Harry Greenwood, angelo custode che protegge e guida le streghe protagoniste. È lui a riunire le tre giovani ragazze e comunicare loro quanto le aspetta. Il personaggio ricorre dunque in qualità di mentore.

2. Non conosceva il personaggio. L’attuale serie Streghe è in realtà il reboot di un classico della televisione. Anche in quel caso vi era la figura dell’angelo custode Harry. Intervistato a riguardo, Evans ha tuttavia dichiarato di non aver mai visto quella versione del personaggio, e di aver pertanto potuto lavorare sulla sua in totale libertà, privo di condizionamenti.

Rupert Evans: età e altezza

1. Rupert Evans è nato a Staffordshire, Inghilterra, il 9 marzo 1976. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

The French Dispatch di Wes Anderson trai i film etichettati “Cannes 2020”

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The French Dispatch di Wes Anderson, Another Round di Thomas Vinterberg e Comes Morning di Naomi Kawase sono alcuni dei film d’autore che dovrebbero ricevere l’etichetta Cannes 2020. Si tratta di circa 50 titoli destinati a ricevere l’etichetta del festival curato dal direttore artistico Thierry Fremaux e dal suo comitato di selezione. I film saranno svelati ufficialmente il 3 giugno.

Sappiamo già che senza l’edizione fisica di Cannes 2020, a causa della pandemia da coronavirus, la selezione che Fremaux e il suo staff hanno già fatto potrebbe “cadere” nelle mani di altri festival, magari autunnali, per questo si è deciso di presentare ugualmente questi film nelle altre occasioni, purché abbiano un’etichetta che ne attesta la presenza nella lista di quello che sarebbe dovuto essere il Festival di Cannes 2020.

L’elenco dei film di Cannes 2020 includerà titoli inizialmente selezionati per le diverse sezioni, in particolare la competizione e Un Certain Regard, nonché alcuni titoli della Settimana della critica, sezione dedicata alle opere prime e seconde. Oltre ad Anderson, Vinterberg e Kawase, altri autori di spicco che si dice abbiano accettato l’etichetta Cannes 2020 sono Francois Ozon con Ete 85 e Apichatpong Weerasethakul con Memoria.

The French Dispatch di Anderson trai film etichettati Cannes 2020

Le ragioni per cui questi prestigiosi film potrebbero prendere l’etichetta di Cannes invece di aspettare Sundance, Berlino o Cannes del prossimo anno variano dai tempi delle uscite cinematografiche locali alle strategie dei distributori e alle schedule dei cineasti. Per questi film, l’etichetta di Cannes sarà un punto di partenza con San Sebastian o Toronto che invece ospiteranno le prime mondiali. Ad esempio, The French Dispatch, il cui cast comprende Benicio del Toro, Tilda Swinton, Frances McDormand e Timothée Chalamet, sarà probabilmente presentato in anteprima mondiale a Toronto. Il film doveva essere l’apertura del Festival di Cannes 2020.

Fonte: Variety

The Amazing Spider-Man 1 e 2: quello che non avete notato nei film con Andrew Garfield

Nonostante non siano esattamente i film più amati dai fan della Marvel, The Amazing Spider-Man 1 e 2 di Marc Webb con Andrew Garfield sono riusciti a inserire, in circa 5 ore di film, moltissimi riferimenti ai fumetti, dimostrando di essere in grado di fare un lavoro filologico e rispettoso del materiale originale, anche se il risultato non è stato poi tanto apprezzato. In particolare, di seguito (via Screenrant) vi elenchiamo dei dettagli dei film, easter eggs, che non avete notato e che aumenteranno la vostra stima nei confronti dei filmmaker di questi due film!

La prefigurazione della morte di Gwen Stacy (ASM 1)

Nel 2012, il supervisore dell’animazione del film, David Schaub, ha suggerito ai fan di andare a rivedere le scene finali del film perché c’era un Easter Egg. All’epoca non approfondì ulteriormente perché l’indizio nascosto in quelle scene sarebbe stato uno spoiler, in un certo senso, di quello che sarebbe accaduto nel film successivo.

Guardando attentamente le scene conclusive del film, ci rendiamo conto che la scena stava prefigurando la morte di Gwen Stacy. Nella sequenza finale, dopo che Spider-Man si è lanciato dalla gru, l’inquadratura rallenta. Qui, gli spettatori possono vedere il George Washington Bridge. Alcuni fan potrebbero non essere consapevoli del suo significato, ma si tratta del luogo dove Gwen Stacy muore, nei fumetti.

Electro V Spiderman, il riferimento al fumetto (ASM 2)

Nel secondo episodio, Webb ha fatto un altro sottile riferimento ai fumetti durante il primo incontro tra Spider-Man e Electro. Ricordate la scena in cui il tessi-ragnatele spruzza Electro con la pompa antincendio? Dopo che Max ha iniziato a distruggere Times Square?

Questo era un riferimento indiretto al primo confronto tra Electro e Spider-Man in The Amazing Spider-Man # 9. In questo fumetto, Spider-Man viene quasi ucciso quando viene a contatto con il cattivo. Tuttavia, come nel film, il supereroe riesce a sconfiggere Electro quando lo “cortocircuita” con la pompa antincendio.

Il simbolo di Spider-Man Symbol sullo Skateboard (ASM 1)

Questo prossimo dettaglio nascosto è sfuggito sicuramente alla maggior parte degli spettatori perché è apparso solo per una frazione di secondo. Per individuarlo, i fan dovranno tornare al primo film. Alla scena in cui Peter dorme sul treno e c’è una banda che fa confusione.

Mentre Peter sente il suo DNA cambiare a causa del morso, il simbolo di Spider-Man lampeggia sullo skateboard. Può sembrare casuale ma per coloro che non hanno familiarità con il tessi-ragnatele, questo simbolo segna l’arrivo dei suoi poteri.

La Torre dell’Orologio (ASM 2)

Anche se potrebbe non è rimasta uccisa sul ponte di Washington, Webb ha lasciato un altro riferimento al fumetto nella morte di Gwen Stacy. Quando Gwen sta per morire, i fan si ricordano bene che la scena si concentra sulla torre di un orologio in cui le lancette non hanno controllo.

In questo caso, l’Easter Egg arriva nel momento in cui le lancette si fermano alle 01:21. Per coloro che non hanno familiarità con i fumetti, questo è un riferimento al numero ASM n. 121, altrimenti noto come “The Night Gwen Stacy Died”. Non appena le mani si fermano su quell’ora, i fan più attenti lo hanno capito: arriva il momento di preparare i fazzoletti.

Riferimenti a Rhino, Vermin e Shathra? (ASM 1)

Nel 2012, Webb ha detto ai fan di riguardare il primo film e cercare un riferimento preciso nel corso del tour della Oscorp di Gwen. Per individuarlo, i fan devono fare attenzione nella scena in cui si vede l’ologramma dell’albero della vita, dove si individuano degli animali precisi. Tra questi ci sono un rinoceronte e una vespa.

Qui, il regista poteva alludere ai nemici di Spidey, Rhino e Shathra. È anche possibile che Webb si riferisse a Vermin, quando uno dei topi diventa cannibale.

Homecoming ha onorato Amazing Spider-Man 2?

La fine di The Amazing Spider-Man 2 ha dato ai fan un sottile suggerimento di quello che era in serbo per i fan e che sarebbe accaduto che il progetto non fosse miseramente franato sotto ai piedi di Webb e della SONY. La scena finale infatti mostra i tentacoli di Doc Ock e i costumi del Avvoltoio e sembrava quindi che Webb stesse prefigurando il conflitto di Spider-Man con i Sinistri Sei.

Dato che il terzo film è stato cancellato, i fan non sapranno mai cosa era stato pianificato. Tuttavia, gli autori del MCU hanno deciso di onorare il franchise includendo Avvoltoio in Spider-Man: Homecoming. Potrebbe essere un caso, ma è comunque un buon modo per togliersi il cappello di fronte a ciò che è venuto prima.

Il poster de La Finestra sul Cortile (ASM 1)

Sebbene non abbia alcuna relazione diretta con i fumetti, qualcun altro ha individuato il poster de La Finestra sul Cortile sulla parete della camera di Peter? Mentre la maggior parte delle persone è giustamente alla ricerca di riferimenti a fumetti, si potrebbe non cogliere il fatto che quel film è una metafora del retroscena di Peter.

Come molti fanatici del cinema sanno, La Finestra sul Cortile parla di un fotografo che passa la maggior parte del suo tempo ad osservare i suoi vicini. Quando sospetta che uno di loro sia stato assassinato, si auto-affibbia il dovere di catturare l’assassino. Suona familiare?

Riferimenti a J.J. Jameson (ASM 2)

Un film di Spider-Man sarebbe lo stesso senza il personaggio di J. Jonah Jameson? Anche se i fan non riescono a vederlo di persona, Webb ha assicurato che introdurre il direttore del Daily Bugle non era troppo lontano dalle loro idee. Il primo accenno a lui si ha infatti quando Peter e zia May si lamentano dello scarso salario da fotografo di Peter.

Webb fece inoltre allusione all’editore quando si vede che Peter gli manda una e-mail, chiedendogli di calmarsi in merito all’argomento Spider-Man. Se i fan guardano più da vicino il suo account e-mail, saranno anche in grado di vedere Jameson offrirgli $ 10 per una serie di foto. Anche se non appare mai, è strano che i fan possano ancora sentire la sua presenza.

Wrestling & The Birth Of Spider-Man (ASM 1)

Per lo spettatore medio, la scena in cui Peter cade attraverso il tetto e finisce su un ring di wrestling potrebbe non significare nulla. Tuttavia, c’è un altro riferimento ai fumetti nascosto qui, che passa in gran parte inosservato.

Nel momento in cui Peter vede lo stendardo di Lucha Libre e inizia a fare il suo costume, siamo consapevoli che in questo punto Webb fa un sottile riferimento alla prima storia di Spider-Man nel 1962. In Amazing Fantasy n. 15, il tessi-ragnatele ha fatto il suo debutto a fumetti, che ha visto Peter partecipare a una competizione di wrestling amatoriale. L’unica cosa che doveva nascondere la sua identità era una maschera, quindi è normale che Webb abbia messo in parallelo la nascita dell’Uomo Ragno di Garfield con la sua prima apparizione nei fumetti.

La gag delle uova di Zia May (ASM 1 e 2)

Nel primo film, i fan potrebbero ricordare che c’era una specie di gag tra May e Peter, con lui che si dimenticava di prendere le uova. Peter dimentica per tutto il film di portare le uova alla zia, fino a che, alla fine, dopo lo scontro con Lyzard, porta il cartone a May. Bene, gli sceneggiatori hanno deciso di continuare a portare avanti questa gag, inserendola anche nel secondo film.

Si tratta di un altro di quei momenti che compaiono per pochi istanti sullo schermo! Tornando alla scena in cui Peter sta inviando le e-mail, vedono chiaramente un messaggio da parte di May in cui gli chiede di non dimenticare le uova!

Horror: i 10 miglior film ambientati al mare

Horror: i 10 miglior film ambientati al mare

Non tutti gli horror devono necessariamente essere ambientati all’interno di case infestate o in luoghi misteriosi presi di mira da entità maligne. Alcuni dei migliori horror mai concepiti sono ambientati al mare, attorno a spiagge assolate all’apparenza tranquille che in realtà nascondono tra le loro onde striscianti, inquietanti ed enormi creature pronto a cibarsi di carne umana. Screen Rant ha raccolto i 10 migliori horror ambientati al mare:

Spiaggia di Sangue (1980)

In Spiaggia di Sangue, commedia horror squisitamente divertente diretta da Jeffrey Bloom, un’entità tanto malefica quanto misteriosa che abita nelle profondità della terra, inizia a risucchiare attraverso la sabbia ignari adolescenti che non faranno mai più ritorno a casa.

All’epoca della sua sua uscita in sala, la tagline ufficiale del film prendeva palesemente in giro quello del più celebre Lo Squalo. Anche se il film è sconosciuto ai più (in Italia è uscito direttamente in home video), rappresenta comunque un’allegra variante degli horror ambientati al mare.

The Mutilator (1984)

Parlando di mostri che invadono le spiagge ma non sono propriamente subacquei, The Mutilator, slasher americano del 1984 scritto, diretto e prodotto da Buddy Cooper e co-diretto da John S. Douglass, offre un degna alternativa al genere.

Il film – intitolato in origine Fall Break – segue un branco di scialbi adolescenti in cerca di emozioni forti in una dimore sulla spiaggia appartenente al padre di uno di loro. Ma Ed (il protagonista interpretato da Trace Cooper), non ha raccontato ai suoi amici della terribile storia orribile che riguarda la casa e il suo passato “rosso-sangue”…

Open Water (2003)

Se provare a fare un film incentrato sugli squali assassini, sulla scia de Lo Squalo, si rivela quasi sempre un’operazione fallimentare, lo sforzo messo in atto con Open Water è assolutamente coraggioso, e il risultato finale certamente degno di nota.

Basato su una storia vera, il film di Chris Kentis ripercorre l’esperienza straziante di Susan Watkins (Blanchard Ryan) e Daniel Kintner (Daniel Travis), due subacquei che sono stati inavvertitamente abbandonati nei Caraibi infestati da squali. Grazie ad un suspense pungente e ad un inevitabile senso di claustrofobia generato, Open Water è senza dubbio tra i più autentici horror ambientati al mare.

Lo Squalo 2 (1978)

La bellezza e il successo dell’originale resteranno ineguagliabili, ma è innegabile che Lo Squalo 2 sia il miglior sequel del franchise mai realizzato. All’epoca della sua uscita in sala il film venne ampiamente criticato, ma con gli anni in molti si sono ricreduti e hanno riconosciuto quanto in realtà il film fosse debitore del suo predecessore.

Ne Lo Squalo 2 la storia ricalca più o meno quella del primo film: il capo Brody (ancora una volta Roy Scheider) viene chiamato a proteggere la sua piccola comunità e la spiaggia di Amity quando un nuovo “mostro bianco” torna a seminare il panico. Il regista francese Jeannot Szwarc raccolse l’eredità di Steven Spielberg, dal cui film cercò di ricrearne la tensione e la suspense.

The Bay (2012)

The Bay, l’horror a basso budget di Barry Levinson, girato attraverso la tecnica del found-footage, offre una visione unica ed elettrizzante del classico horror ambientato sulla spiaggia. In tempi di COVID-19, questo potrebbe essere il titolo più spaventoso da vedere (o da riscoprire).

Durante il weekend del 4 luglio, nella baia di Chesapeake, i cittadini si recano sulle spiagge per la celebrazione tradizionale. Quando le persone iniziano a ammalarsi frequentemente e anche in maniera violenta, diventa presto chiaro che un’epidemia mortale viene trasmessa attraverso l’acqua. Un bellissimo horror dalle venature thriller e sci-fi, forse ancora oggi sottovalutato.

L’Orca Assassina (1977)

Di tutti gli imitatori, più o meno spudorati, de Lo Squalo, usciti alla fine degli anni ’70, L’Orca Assassina è forse il più celebre e il più riuscito: un film che trascende il genere horror per mescolare insieme dramma e avventura. 

Una vendicativa balena assassina è testimone del barbaro omicidio del suo compagno e di suo figlio da parte di un gruppo di pescatori commerciali. Pertanto, durante la visione del film lo spettatore si ritrova a fare il tifo per la balena piuttosto che per il protagonista “umano”, il Capitano Nolan (interpretato dal compianto Richard Harris). 

Monster – Esseri ignoti dai profondi abissi (1980)

Monster – Esseri ignoti dai profondi abissi è un horror fantascientifico americano del 1980, una sorta di versione “riveduta e corretta” del cinema fantahorror tanto caro agli anni ’50.

Quando un piccolo villaggio di pescatori viene improvvisamente invaso da un gruppo di mostruose creature metà uomo e metà pesce, ne consegue il pandemonio. Le viscide bestie marine violentano le donne e uccidono gli uomini della città, lasciando che un gruppo di giovani ragazzi provi a salvare la situazione. Sicuramente un b-movie degno di essere (ri)scoperto!

Piraña (1978)

Con tutto il rispetto per il remake (Piranha 3D) e per il suo discutibile sequel (Piranha 3DD), l’originale Piraña di Joe Dante del 1978 supera di gran lunga entrambi, nonostante il suo budget ridotto.

Costato circa 600.000 dollari, il film racconta di una “operazione lama di rasoio”, cioè di una serie di ricerche scientifiche volute dai vertici militari per rendere impraticabili le acque del Vietnam, tramite produzione di incroci di voraci piraña selezionati per essere adatti a vivere in qualsiasi condizione d’acqua (fredda e salata) ed in grado di riprodursi a ritmo accelerato.

Ragazzi perduti (1987)

Ambientato nella piccola cittadina balneare di Santa Carla, Ragazzi Perduti di Joel Schumacher è classico horror degli anni ’80, interpretato da un giovanissimo Kiefer Sutherland al fianco di Jason Patric e Corey Feldman. 

Quando Sam (Corey Haim) e Michael (Jason Patric) si trasferiscono nella soleggiata Santa Carla con la loro madre single Lucy (Dianne Weist), le loro vite cambiano drasticamente quando Michael si imbatte in una banda di motociclisti succhiasangue e  Sam fa amicizia con i “Frog”, gruppo di fratelli a caccia di vampiri. 

Lo Squalo (1975)

Lo Squalo di Steven Spielberg non è solo il film horror ambientato al mare più bello e terrificante di tutti i tempi, ma l’impatto che il film ha avuto sull’industria cinematografica è probabilmente più forte della stessa bestia da tre tonnellate al centro della storia.

Conosciuto come il primo vero grande blockbuster disuccesso nella storia del cinema, Lo Squalo è stato anche il primo film a incassare 100 milioni di dollari al box office americano. Nonostante una produzione abbastanza travagliata, Spielberg ha realizzato un thriller di altissimo livello che ha affascinato e terrorizzato il mondo intero. Un enorme squalo bianco che terrorizza le coste dell’isola di Amity ha completamente cambiato il modo di percepire e costruire la tensione al cinema.

Secret Wars introdurrà un nuovo Tony Stark?

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Secret Wars introdurrà un nuovo Tony Stark?

Iron Man ha incontrato una fine tanto tragica quanto eroica in Avengers: Endgame, film che ha segnato ufficialmente l’ultima apparizione di Robert Downey Jr. nel MCU. L’attore potrebbe ancora apparire in un cameo in Black Widow o prestare la sua voce nell’annunciata serie Disney+ dedicata ad Ironheart, ma è chiaro che il futuro cinematografico del MCU non include più la presenza dell’amatissimo Downey Jr.

Tuttavia, un altro Tony Star potrebbe apparire in Secret Wars, adattamento cinematografico della miniserie a fumetti creata da Jonathan Hickman e Esad Ribić, che potrebbe arrivare a seguito della scena post-credits di Spider-Man: Far From Home. Nell’ipotetico film, potremmo dunque vedere una versione più giovane del miliardario filantropo. La notizia è stata riportata da alcune fonti vicine a We Got Discovered, che proprio di recente aveva anticipato l’arrivo ufficiale della Snyder Cut di Justice League, poi ufficializzato dallo stesso Zack Snyder e della Warner Bros.

I fan dei fumetti sapranno molto bene che in Secret Wars del 2015, i vari eroi dell’universo Marvel vengono trasportati su Battleworld, un pianeta diviso in molti territori, ciascuno combinazioni di vari universi. Nella versione di Secret Wars ambientata nel MCU, uno di questi eroi potrebbe essere proprio una versione giovane di Tony proveniente da una realtà alternativa: quindi, per essere chiari, si tratterà di un personaggio che ovviamente non sarà interpretato da Robert Downey Jr. I piani potrebbero essere quelli di cercare un attore più giovane che, nella fattezze, ricordi la star hollywoodiana, probabilmente sui trent’anni.

Una versione più giovane di Tony Stark potrebbe apparire nell’ipotetico film basato su Secret Wars

Sempre la fonte riporta che nell’ipotetico film basato su Secret Wars, Tony incontrerà gli altri eroi coinvolti nella storia e interagirà con loro. Non è esclusa la possibilità che alla fine, questa versione di Tony più giovane, possa trovare un modo per entrare a far parte della linea temporale principale del MCU, incontrandosi quindi con i Vendicatori originali. Tutto ciò dipenderà probabilmente dal modo in cui il “nuovo” Tony verrà accolto dal pubblico e se la nuova versione del personaggio avrà successo o meno.

Gli scenari che potrebbero prendere vita con un eventuale adattamento di Secret Wars, sono comunque molteplici: essendo la serie a fumetti un incrocio tra due universi distinti – l’Universo Marvel e l’Universo Ultimate – non è da escludere che i Marvel Studios stiano progetto una sorta di loro personalissimo crossover sulla scia del Crisis on Infinite Earths dell’Arroweverse, con la speranza – magari – di includere anche il Wolverine di Hugh Jackman o il Daredevil di Ben Affleck.

Il giovane ispettore Morse: stagioni, trama, cast e dove vederla

Il giovane ispettore Morse: stagioni, trama, cast e dove vederla

Il giovane ispettore Morse (Endeavour) è la serie tv britannica prequel dell’Ispettore Morse e basata sugli omonimi romanzo scritti da Colin Dexter.  Il pilot della serie ha debuttato nel Regno Unito il 2 gennaio 2012 e successivamente dal 14 aprile 2013. La serie è poi stata rinnovata per una seconda stagione di quattro episodi che ha debuttato nel 2014. La serie è stata poi rinnovata per una terza stagione e una quarta stagione andati in onda nel gennaio del 2016 e nel gennaio del 2017.

La serie è prodotta da Dan McCulloch e prodotta a livello esecutivo Michelle Buck, Damien Timmer, Rebecca Eaton per le società di produzione Mammoth Screen, Master.

Il giovane ispettore Morse: dove vederla in streaming

La prima stagione di Il giovane ispettore Morse ha debuttato in Italia con l’episodio pilota il 2 giugno 2019 su Paramount Network, mentre gli altri episodi vanno in onda dal 14 giugno 2019. La serie non è al momento disponibile in streaming.

Il giovane ispettore Morse: la trama e il cast

La serie tv è ambientata nel 1965, e racconta la carriera giovanile di Endeavour Morse dopo che ha abbandonato Oxford senza laurearsi ed essere entrato nella polizia. I racconti si svolgono presso il Commissariato cittadino di Oxford Cowley, nel quale l’agente Morse verrà preso di mira per il suo attivismo e le indagini scomode. A partire dalla sesta stagione il Sergente Morse verrà prima assegnato al Commissariato di Castle Gate e in seguito trasferito alla nuova centrale operativa di Oxford Thames Valley.

Nella serie tv protagonisti sono Shaun Evans nel ruolo di Endeavour Morse, Roger Allam nel ruolo di Fred Thursday, James Bradshaw nel ruolo di Max DeBryn, Anton Lesser nel ruolo di Reginald Bright, Sean Rigby nel ruolo di Jim Strange, Sara Vickers nel ruolo di Joan Thursday e Abigail Thaw nel ruolo di Dorothea Frazil.

La prima stagione de Il giovane ispettore Morse

La prima stagione de Il giovane ispettore Morse è composta da quattro episodi andati in onda in UK nel 2013. Il primo episodio si intitola Ragazza (l’originale Girl), il secondo Fuga (Fugue), il terzo Rocket e il quarto Casa (Home).

La seconda stagione

La seconda stagione della serie tv è composta da 4 episodi ed è andata in onda dal 30 marzo al 20 aprile 2014 in UK e in Italia nel 2019. Il primo episodio si intitola Tesoro (in originale Trove), il secondo episodio Notturno (Nocturne). Il terzo episodio si intitola Ascendente (Sway) mentre il quarto episodio si intitola Neverland.

La terza stagione

La terza stagione è composta da 4 episodi ed è andata in onda nel 2016. In Italia nel 2020. Il primo episodio si intitola Giostra (in originale Ride), il secondo episodio si intitola Arcadia (Arcadia), il terzo episodio si intitola Preda (Prey), il quarto episodio si intitola Coda (Cosa).

La quarta stagione

La quarta stagione de Il giovane ispettore Morse è composta da 4 episodi ed è andata in onda nel 2017. In Italia nel 2020. Il primo episodio si intitola Partita (in originale Game), il secondo episodio si intitola Cantico (Canticle), il terzo episodio si intitola Lazzaretto (lazaretto), il quarto episodio si intitola Harvest.

La quinta stagione

La quinta stagione della serie composta da 6 episodi è andata in onda nel 2018. In Italia è attualmente inedita. Il primo episodio si intitola Muse, il secondo episodio originale si intitola Cartouche, il terzo episodio Passenger, il quarto episodio si intitola Colours. Il quinto episodio in originale si intitola Quartet, il sesto episodio si intitola Icarus.

X-Men: Apocalypse, ecco quale doveva essere la scena post-credits

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X-Men: Apocalyse è stato il film che ha concluso la seconda trilogia di film sugli X-Men, ha dovuto ereditare il successo di Giorni di un Futuro Passato, film complesso e ambizioso anche solo per la concomitanza di personaggi e generazioni diverse di mutanti, ed è stato seguito dal disastroso Dark Phoenix. Come in tutti i film degli X-Men mai prodotti, c’è stato anche spazio per un piccolo cameo di Wolverine, nella scena alla base di Alkali Lake, quando il mutante viene liberato dalla sua gabbia e aiuta, involontariamente, i giovani Jean e Scott.

Il film si conclude con la scena degli operatori della Essex Corp che arrivano sul luogo in cui Wolverine ha operato una strage, proprio alla base, e prelevano campioni del suo sangue. Sappiamo che la corporazione è a capo degli esperimenti che porteranno a realizzare dei cloni del Mutante con gli artigli di Adamantio, quindi in questa scena c’era l’intenzione di una continuità che avrebbe poi dovuto portare all’esordio di Mr. Sinister nell’universo Marvel/Fox.

Gambit nella scena post credits di X-Men: Apocalypse

Sappiamo che poi questo non è avvenuto, ma sappiamo anche che la scena post credits prevista in origine doveva essere un’altra. Secondo quanto si apprende solo oggi, la scena post credits di X-Men: Apocalyse avrebbe dovuto introdurre il personaggio di Gambit, interpretato da Channing Tatum. Il film solo sul personaggio si è trovato nel bel mezzo dell’inferno di acquisizione di Fox da parte di Disney, ed è stato quindi messo da parte come tutti i progetti che giacciono ora in un limbo di incertezza.

A confermare la notizia è Simon Kinberg che ha dichiarato: “Ne abbiamo parlato per una introduzione in Apocalypse. Alla fine del film si vede la Essex Corp, ma avevamo anche pensato di realizzare una scena che lo riguardasse, ma non ne approfondirò i dettagli, perché non è più proprietà della Fox e ora fa parte del MCU. Non so quali siano ora i piani, ma Mr. Sinister avrebbe sicuramente fatto parte del film su Gambit con Channing Tatum.”

Gambit Channing TatumSembra incredibilmente improbabile che l’incarnazione originale di Gambit venga resuscitata dai Marvel Studios, con i nuovi proprietari degli X-Men desiderosi di prendere le distanze da ciò che è accaduto prima, ma Kinberg crede ancora che quel progetto possa vedere la luce del giorno, prima o poi. “Tutti i film che erano in produzione alla Fox sono in fase di valutazione. Adoro l’idea di Channing che interpreta Gambit. Penso che abbiamo un’ottima sceneggiatura per questo film, e penso che questo mutante sia un ruolo che lui è nato per interpretare. È un personaggio che sono cresciuto amando e so che i fan adorano. Quindi spero che accada.”

Dato che abbiamo già visto dodici film sugli X-Men di Fox, che purtroppo si sono conclusi con il disastroso X-Men: Dark Phoenix, le possibilità che i Marvel Studios mantengano Channing Tatum come interprete di Gambit sembrano molto scarse.

Fonte

James Gunn favorevole alla Ayer Cut di Suicide Squad

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James Gunn favorevole alla Ayer Cut di Suicide Squad

A quanto pare, James Gunn sostiene la release della Director’s Cut di Suicide Squad, il cinecomic di David Ayer del 2016, prima che il suo film, The Suicide Squad, arrivi nelle sale. Con la notizia dell’arrivo, il prossimo anno, della Snyder Cut di Justice League su HBO Max, i fan stanno adesso spingendo per vedere anche il taglio del cinecomic di Ayer, soggetto più o meno alle medesime vicissitudini che avevano caratterizzato la post-produzione di Justice League. E a quanto pare sembra che Gunn, che dirigerà la nuova iterazione della Squadra Suicida sul grande schermo, non ha alcun problema in merito.

Inizialmente, David Ayer avrebbe dovuto dirigere il sequel di Suicide Squad e anche una serie di spin-off (incluso il tanto chiacchierato Gotham City Sirens), visto che il suo film aveva ottenuto un discreto successo al box office, nonostante le pesanti critiche. Nel momento in cui la Warner Bros. ha poi rivisto il suo approccio al DCEU, il franchise si è mosso in una direzione totalmente diversa, e i progetti legati al coinvolgimento di Ayer sono stati accantonati.

Al momento non sappiamo ancora se The Suicide Squad di James Gunn sarà un reboot, un sequel del film di Ayer o un mix di entrambe le cose: la cosa certa è che lo stesso Gunn – che in passato aveva dichiarato che i due cinecomic non saranno collegati – non ha alcun problema qualora la Ayer Cut di Suicide Squad dovesse davvero essere rilasciata prima del suo film.

James Gunn sostiene la release della Ayer Cut di Suicide Squad

Interrogato via Twitter sulla questione, James Gunn ha risposto in maniera chiara che per lui non ci sarebbe alcun problema se la Warner Bros. e David Ayer decidessero di rilasciare la Director’s Cut di Suicide Squad. Taggato nella domanda posta a Gunn, Ayer ha risposto al collega esprimendo tutto l’apprezzamento nei confronti della sua posizione. Ayer ha poi aggiunto che non vede l’ora di vedere The Suicide Squad.

Ora che i fan hanno finalmente ottenuto ciò che volevano, ossia la release della Snyder Cut di Justice League, sembra che l’attenzione adesso sia tutta per il Suicide Squad di David Ayer: non è escluso che un movimento simile a quello messo in piedi dai fan con #ReleaseTheSnyderCut possa portare la medesima “fortuna” anche al taglio inedito del cinecomic dedicato alla Squadra Suicida.

Suicide Squad è un film del 2016 diretto da David Ayer con Will SmithMargot RobbieJared LetoJoel Kinnaman, Jai Courtney, Cara DelevingneViola DavisScott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes e David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da ogni genere di minaccia. 

The New Mutants: il regista spera di poter realizzare una trilogia

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Il regista Josh Boone ha concesso una nuova intervista a SFX Magazine in cui ha parlato di The New Mutants, il travagliatissimo nuovo film della saga di X-Men che, dopo essere stato rimandato per l’ennesima volta a causa della pandemia di Covid-19 (sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane lo scorso 3 aprile), farà finalmente il suo debutto in sala quest’estate, precisamente il prossimo 28 agosto.

A proposito di tutti i problemi che hanno caratterizzato la produzione del film e di tutti i rinvii a cui lo stesso è stato soggetto, Boone ha dichiarato: “Alla fine, dopo tutto questo tempo, sono riuscito a realizzare il mio film. Ne vado fiero. Adesso spero che il film abbia parecchio successo, il modo che lo studio mi permetta di portare avanti la mia idea di una trilogia. Ho già in mente tutto.”

Già in passato, infatti, Josh Boone aveva rivelato che alla fine del film avremmo dovuto vedere una scena post-credits che avrebbe ufficialmente introdotto il personaggio di Emmanuel da Costa, il padre del personaggio di Roberto da Costa/Sunspot, interpretato in The New Mutants da Henry Zaga, nonché spietato uomo d’affari che ha legami con il Club Infernale.

Josh Boone spera nel successo di The New Mutants in modo da poter realizzare una trilogia

Ad interpretare Emmanuel – che sarebbe dovuto essere il villain principale del sequel – era stato chiamato nientemeno che Antonio Banderas. Alla fine quella scena non è mai stata girata: “Il fatto che non l’abbiamo più girata è stato intenzionale”, aveva spiegato Boone. “Adesso la Marvel detiene i diritti sugli X-Men e farà le sue cose. Quindi, non c’era motivo di girare quella scena.”

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

Martin Scorsese: il suo prossimo film verrà prodotto da Apple

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Martin Scorsese: il suo prossimo film verrà prodotto da Apple

Arriva da Deadline la notizia che sarà la Apple a finanziare e produrre il nuovo attesissimo progetto cinematografico di Martin Scorsese, l’annunciato Killers of the Flower Moon che vedrà recitare nuovamente insieme Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, per la prima volta diretti dal regista di Toro Scatenato e Taxi Driver. 

La Appla è riuscita a battere la concorrente Netflix (che aveva distribuito l’ultima fatica di Scorsese, l’acclamato The Irishman) e starebbe ultimando gli accordi con la Paramount Pictures per finanziare e produrre il nuovo film del regista che, nonostante verrà distribuito nei cinema di tutto il mondo dalla Paramount, verrà ufficialmente etichettato come un Apple Original Film. Alla fine della sua corsa in sala, il film sarà poi disponibile su Apple TV+, diventando sicuramente uno dei titoli originali più importanti del catalogo della piattaforma.

In una vecchia intervista concessa a Cahiers du Cinéma, Martin Scorsese aveva così parlato di Killers of the Flower Moon: “Posso dire che sarà un western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra. Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione per avere ammazzato un cane che un indiano.”

Apple produrrà il prossimo film di Martin Scorsese, dal titolo Killers of the Flower Moon

Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la prima volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo DiCaprio e Robert De Niro (in precedenza, i due avevano recitato insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e ne La stanza di Marvin del 1996). A tal proposito, il regista aveva spiegato: “Leonardo DiCaprio avrà il ruolo principale, Robert De Niro sarà invece William Hale, il re delle colline di Osage, il responsabile della maggior parte delle morti. Gli altri saranno tutti attori nativi americani. È davvero interessante riflettere sulla mentalità che ha portato a tutto questo. La storia della civiltà risala alla Mesopotamia. Gli Ittiti vengono invasi da un altro popolo, scompaiono e in seguito si dice che siano stati assimilati, o meglio, assorbiti. È affascinante vedere come questa mentalità viene riprodotta in altre culture, attraverso due guerre mondiali. Penso sia qualcosa destinato a durare nel tempo. Questo è il film che proveremo a fare.”

X-Men: Dark Phoenix non avrà nessuna Director’s Cut, ecco perché

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X-Men: Dark Phoenix non avrà nessuna Director’s Cut, ecco perché

Sappiamo tutti quanto la produzione di X-Men: Dark Phoenix sia stata lunga e parecchio travagliata, con il film che purtroppo è stato accolto in maniera negativa dalla critica e si è rivelato anche un autentico flop al box office. In una recente intervista con IGN, il regista Simon Kinberg (nonché storico produttore del franchise di X-Men) ha parlato della possibilità di vedere una Director’s Cut del suo film, sulla scia del clamore provocato dalla notizia dell’arrivo della Snyder Cut di Justice League il prossimo anno su HBO Max.

A tal proposito, Kinberg ha specificato che è altamente improbabile che arriverà una versione diversa del suo film, dichiarando quanto segue: “Quel film rappresenta comunque la mia visione. È una visione che è cambiata mentre lo giravamo e, naturalmente, ci sono scene che abbiamo dovuto tagliare, così com’era già accaduto per Giorni di un Futuro Passato… scene che non abbiamo più utilizzato. Sono state tagliate delle scene e c’era anche un finale molto diverso rispetto a quello che avete visto al cinema. Ma per una ‘Kinberg’s Cut’ non potremmo limitarsi a reinserire quelle scene e a sostituire il finale, perché sono cose che non vennero mai ultimate, sia in termini di effetti visivi che di suono. E questi aspetti tecnici sono fondamentali per completare un film di tale portata. Sarebbe veramente complesso, ma l’interessamento mi fa comunque piacere.”

All’inizio X-Men: Dark Phoenix doveva essere diviso in due parti, ma alla fine la ex 20th Century Fox optò per la realizzazione di un unico film. Ricordando le sue idee iniziali, Kinberg ha spiegato: “Come per ogni film, c’è sempre qualcosa che speri vada in modo diverso. In ogni film ci sono cose che pensavi fossero perfette e che potessero funzionare, ma poi ti accorgi che non erano così forti come immaginavi. Dark Phoenix è stato un film molto difficile perché, quando pensai al film all’inizio, avevo concepito una creatura in due parti. Poi, all’improvviso, è stato trasformato in un solo film, per ragioni che non dipendevano da me. Adattarsi a questo enorme cambiamento è stata la vera sfida. Tutti questi film presentano delle sfide.”

Simon Kinberg spiega perché X-Men: Dark Phoenix non avrà nessuna Director’s Cut

Sempre nel corso della medesima intervista, poi, Simon Kinberg ha rivelato – ora che la Fox è stata ufficialmente acquistata dalla Disney – che gli piacerebbe dirigere un nuovo film degli X-Men sotto l’egida dei Marvel Studios: “Ho dedicato gran parte della mia vita a Logan, Deadpool e a tutti gli altri X-Men, quindi mi piacerebbe far parte di questa nuova iterazione.”

Di recente Dark Phoenix è stato eletto il più grande flop del 2019: il film, infatti, ha generato per la Fox una perdita di 133 milioni di dollari, risultando al primo posto della classifica dei film che hanno generato più perdite per gli studios nel corso dello scorso anno. Al secondo posto c’era Terminator: Destino oscuro (122.6 milioni di dollari), seguito da Cats (113. 6 milioni) e Gemini Man (111.1 milioni).

X-Men: Dark Phoenix è stato l’ultimo capitolo della saga dedicata ai celebri mutanti che hanno popolato i fumetti Marvel, scritto e diretto da Simon Kinberg e intepretato da Sophie TurnerJames McAvoyMichael FassbenderJennifer LawrenceNicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp Jessica Chastain.

Il film è la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica Fenice Nera. Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di loro.

Avatar 2: nuovi dettagli sulla relazione tra Jake e Neytiri

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Avatar 2: nuovi dettagli sulla relazione tra Jake e Neytiri

Jon Landau, produttore di Avatar 2, ha condiviso nuovi dettagli sulla storia del sequel che riguardano la relazione tra i personaggi di Jake (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana). Gran parte del primo capitolo della saga uscito nel 2009 si focalizzava proprio sulla nascita del rapporto tra l’umano Jake e Neytiri, Na’vi del clan degli Omaticaya: nel finale Jake, durante una cerimonia sacra, lasciava definitivamente il suo corpo umano ed entrava per sempre nel suo avatar.

Nel 2021, a circa dieci anni di distanza dall’uscita del primo film, il pubblico avrà finalmente la possibilità di scoprire cosa è successo e come si è evoluta la relazione tra Neytiri e Jake dopo la trasformazione di quest’ultimo. Al momento, l’unica cosa certa è che i due hanno avuti dei bambini e che la storia della loro famiglia continuerà ad evolversi sul grande schermo, dal momento che James Cameron ha in cantiere altri tre sequel che esploreranno ancora di più l’universo di Avatar e il mondo di Pandora.

Al momento, comunque, la cosa più importante per Cameron è quella di riuscire a portare a termine la produzione di Avatar 2. Lo scorso Marzo, la produzione dei sequel è stata ufficialmente bloccata a causa della pandemia di Covid-19. Al momento non sappiamo se il primo sequel manterrà la data di uscita inizialmente prevista (ossia Dicembre 2021), ma di recente Cameron è apparso decisamente ottimista sul fatto che Avatar 2 riuscirà ad arrivare al cinema il prossimo anno. Proprio la scorsa settimana, invece, il produttore Jon Landau aveva rivelato che le riprese di Avatar 2 sarebbero ripartite a breve in Nuova Zelanda, grazie all’attenuarsi dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

Il produttore Jon Landau svela nuovi dettagli sulla trama di Avatar 2

Con Avatar 2 tornato ufficialmente in produzione, Landau ha parlato con RNZ del film e ha svelato nuovi dettagli a proposito della trama e dei due personaggi principali, ossia Jake e Neytiri. “Questa è la storia della famiglia Sully e di cosa uno di loro è disposto a fare per mantenere unita la famiglia”, ha spiegato Landau, per poi aggiungere:

“Jake e Neytiri hanno una famiglia in questo film. Vengono obbligati a lasciare la loro casa. Vanno all’esterno ed esplorano delle regioni differenti di Pandora. Ciò implica che trascorreranno molto tempo sull’acqua, sia attorno all’acqua che dentro l’acqua. Perché il pubblico ama l’intrattenimento così tanto? Credo perché siano tutti in cerca di una via di fuga, una via di fuga dal mondo che li circonda e dalle pressioni di ogni giorno. Con Avatar abbiamo offerto al pubblico l’opportunità di rifugiarsi in un mondo incredibile popolato da personaggi altrettanto incredibili, al pari di quello che Peter Jackson è riuscito a fare con Il Signore degli Anelli. Questo è ciò che non vediamo l’ora di continuare a fare.”

Avatar 2 debutterà il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 19 dicembre 2025 17 dicembre 2027.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

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