Sono ufficialmente partite le
riprese di
Hobbs and Shaw, primo spin-off del franchise di
Fast & Furious che vedrà protagonisti i due
personaggi interpretati da Dwayne “The Rock”
Johnson e Jason Statham.
Proprio Johnson, nelle ultime ore,
ha pubblicato la prima foto dal set dove vediamo Statham e il
regista David Leitch al fianco di una scintillante
auto da corsa.
Vi ricordiamo che Fast
& Furious – Hobbs & Shaw era in cantiere da diversi
mesi in casa Universal, con la sceneggiatura che verrà curata
da Chris Morgan e gli attori protagonisti già
confermati nel cast. Nello spin-off vedremo l’agente dei servizi
segreti diplomatici Hobbs formare un’improbabile alleanza con uno
dei suoi nemici storici, ovvero Shaw.
In una recente
intervista, Dwayne Johnson aveva
consolidato il suo affetto per la saga, mostrandosi però piuttosto
incerto su un suo eventuale ritorno in Fast & Furious
9: “Non c’è altro franchise che mi
stia più a cuore di questo. Per l’incredibile team ci lavora, per
la Universal che è stata un ottimo partner, e per le mie
fantastiche colleghe che amo alla follia. Il discorso cambia per i
miei colleghi uomini […] Alcuni si comportano da uomini e da veri
professionisti, mentre altri no.“ Vi ricordiamo
che Fast and Furious 9 arriverà
al cinema il 19 aprile 2019, mentre Fast and Furious
10uscirà il 2 aprile 2020.
Come i suoi colleghi, anche
Jeremy Renner è tornato sul set per le riprese
aggiuntive di Avengers 4, e a testimoniarlo
arriva la foto pubblicata dall’attore su Instagram dove sono
comparsi alcuni hashtag “misteriosi” e indecifrabili.
Cosa avrà voluto dire Renner con
“purple bad guy“, “avengers 6” o “chi è ancora
vivo“? Sappiamo che Occhio di Falco sarà uno dei personaggi di
spicco del film, non essendo apparso in Avengers: Infinity War, e che
molto probabilmente il destino dei Vendicatori dipenderà dal suo
contributo; tuttavia non è chiaro come interverrà e se lo vedremo
in vesti del tutto inedite (magari proprio cattive, come suggerisce
l’hashtag?).
“Il culmine di 22 film
interconnessi, il quarto film della saga degli Avengers porterà gli
spettatori a essere testimoni di un punto di svolta di un viaggio
epico. I nostri amati eroi capiranno davvero quanto è fragile
questa realtà e i sacrifici che devono essere fatti per
sostenerla.
Uscirà il 27 settembre 2018,
distribuito da Vision Distribution, Tutti
in Piedi, la nuova commedia diretta e interpretata da
Franck Dubosc con Alexandra Lamy,
Elsa Zylberstein, Gérard Darmon.
Cinefilos.it offre la possibilità a pochi
fortunati di vedere il film gratis, in anteprima, in
diverse città d’Italia, il 18 settembre
2018! Ci sono a disposizione tanti inviti gratuiti
validi per l’ingresso di 2 persone, per ognuna delle città.
Jocelyn (Franck
Dubosc) è un uomo d’affari di successo, un inguaribile
seduttore e un bugiardo incallito. Un giorno, a causa di un
malinteso, viene scambiato per disabile dalla vicina di casa della
defunta madre, la giovane e sexy Julie. Per conquistarla, Jocelyn
decide di approfittare del fraintendimento. L’equivoco, che
inizialmente sembra essere solo un gioco divertente, diventa
complicato quando Julie gli presenta sua sorella Florence
(Alexandra Lamy) che, costretta su una sedia
a rotelle a seguito di un incidente stradale, non ha perso la
voglia di vivere a pieno e sembra abbattere qualsiasi barriera col
suo irresistibile sorriso. È allora che, in bilico sull’esile filo
di una insostenibile bugia, Jocelyn inventa una doppia vita: una in
piedi e una sulla sedia a rotelle.
Dopo un’alternanza in
testa alla classifica, a conquistare la vetta al box office di
questa settimana è Mamma Mia! Ci risiamo, che apre con
1.072.000 euro incassati in 569 sale a disposizione. Con le
anteprime estive di agosto, il sequel del celebre musical totalizza
1,3 milioni di euro.
Così Hotel
Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa scende in
seconda posizione con 1.035.000 euro di incasso alla sua terza
settimana di programmazione, con cui arriva a quota 10,5
milioni.
Mission: Impossible – Fallout perde
una posizione rispetto al debutto con altri 924.000 euro, per un
globale di 3,8 milioni.
Calo anche per Resta
con me che giunge a 2,4 milioni complessivi
con altri 587.000 euro.
Slender Man esordisce al quinto posto con
582.000 euro incassati in 259 sale disponibili, mentre
Teen Titans GO! Il film debutta con
322.000 euro.
Francesco
Montanari al Lido di Venezia per il corto
La Notte Prima. L’attore romano ha presentato
durante la 75esima edizione del Festival di Venezia il corto
della regista Annamaria Liguori con protagonisti
Antonia Liskova, Giorgio Colangeli, Imma Piro, Alessandro
Bardani ed Emanuela Grimalda.
Il corto è liberamente ispirato a
una delle storie di donne con tumore al seno metastatico raccolte
nell’ambito della campagna Voltati. Guarda.
Ascolta., promossa da Pfizer in
collaborazione con Fondazione AIOM, Europa Donna
Italia e Susan G. Komen Italia con
l’obiettivo di rompere il silenzio attorno a questa malattia.
Alessandra è una giovane donna determinata e ambiziosa che si
divide tra gli impegni professionali e i preparativi del
matrimonio, ormai alle porte. Una diagnosi inaspettata, però,
sconvolge all’improvviso la sua vita e la costringe a rivedere
scelte fondamentali.
Parte da qua La notte
prima di Annamaria Liguori: un cortometraggio d’autore
dedicato alle donne con tumore al seno metastatico, per la
sceneggiatura di Davide Orsini, che verrà presentato in anteprima
internazionale lunedì 3 settembre, alle ore 18.00 al Cinema Astra,
nell’ambito della 75a Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia – sezione Venice Production
Bridge. Parte della colonna sonora del cortometraggio, è
interpretato dal cantante Diodato e dal musicista Roy Paci ed è
stato in gara al Festival di Sanremo 2018. Durante
l’intervista abbiamo chiesto all’attore se ci sono velleità
registiche nel suo futuro, ci ha risposto sicuro di sé: “non sarò
un regista, non è nei miei piani futuri”.
È stata diffusa una nuova clip da
La profezia dell’Armadillo, il nuovo film diretto da
Emanuele Scaringi e basato sull’omonimo fumetto di
Zerocalcare. Il film è stato presentato al
Festival di Venezia nella sezione
Orizzonti e di seguito potete vedere la clip con protagonista
l’esuberante Diana del Bufalo.
Il film arriverà nelle sale
italiane il 13 settembre, è diretto da Emanuele Scaringi e vede
protagonisti Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto,
Laura Morante, Claudia Pandolfi, Kasia Smutiniak, Diana del Bufalo,
Adriano Panatta e Vincet Candela.
Zero ha ventisette anni, vive nel
quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente nella Tiburtina
Valley. Terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori
grandi. Dove manca tutto ma non serve niente. Zero è un disegnatore
ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta dando ripetizioni di
francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e
creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti.
La profezia dell’armadillo interviste: Simone
Liberati, Pietro Castellitto e Valerio Aprea
La sua vita scorre sempre uguale,
tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza
Roma per raggiungere i vari posti di lavoro e le visite alla Madre.
Ma una volta tornato a casa, lo aspetta la sua coscienza critica:
un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche e tessuti molli,
che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna
costantemente su cosa succede nel mondo.
La profezia dell’armadillo – intervista:
intervista a Emanuele Scaringi
A tenergli compagnia nelle sue
peripezie quotidiane, nella costante lotta per mantenersi a galla,
è l’amico d’infanzia Secco. La notizia della morte di Camille, una
compagna di scuola e suo amore adolescenziale mai dichiarato, lo
costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo
spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di
certezze della sua generazione di “tagliati fuori”.
Venezia 75: La profezia dell’Armadillo, recensione
Dopo mesi di segretezza riguardo
a Captain Marvel, nuovo cinecomic con
protagonista Brie Larson che segna il
primo film con protagonista femminile dell’universo Marvel, la rivista EW ci
ha permesso in questi giorni di dare un’occhiata più da vicino ai
protagonisti. Dalla pilota d’aerei Carol Danvers prima che
scoprisse il suo grande potenziale, al misterioso mentore
interpretato da Jude Law, a Ronan, già
conosciuto nella saga Guardiani della Galassia,
potrete tutti trovarli negli scatti contenuti nella nostra
gallery.
Ecco di seguito tutti i segreti
svelati dalle immagini ufficiali raccolti da CBM:
Captain Atlas e Ultimus
Due membri dello Starforce
non sono stati ancora identificati, ma guardando alla storia dei
fumetti tutto lascia intendere che si tratti di Captain
Atlas e Ultimus. Entrambi i personaggi
hanno la pelle blu e secondo le ipotesi dei fan, l’individuo alla
sinistra di Carol sarebbe Atlas mentre l’altro con la barba
Ultimus.
Il costume di Ronan l’Accusatore
Proprio come la sua
controparte a fumetti, Ronan l’Accusatore viene
mostrato nelle foto ufficiali del cilm con addosso un costume
verde. Questo lascia dedurre che il personaggio sarà responsabile
della missione dello Starforce al fianco del personaggio senza nome
di Jude Law.
Gli Skrull
La trasposizione attuata
dai Marvel Studios per quanto riguarda gli
Skrull farà felice i fan del fumetto, tanto sono
fedeli alla controparte originale. Dai costumi accurati ai tratti
del viso, il team degli effetti speciali ha trovato il modo di
inserire dei dettagli viola ovunque.
Starforce
Lo
Starforce è stata introdotto nei fumetti come un
team che ha sfidato anche gli Avengers quando gli
eroi tentarono di fermare l’avanzata dei Kree. Finora sappiamo che
nel film il personaggio di Jude Law sarà il responsabile della
squadra, e che potrebbe far riferimento al leader Ronan per tutte
le decisioni.
Le infiltrazioni nello SHIELD
Ben
Mendelsohn interpreta nel film Talos, un
villain che aveva un ruolo chiave nella guerra tra Kree e Skrull
nei fumetti. Si tratta di un reietto del suo popolo cresciuto per
diventare un leader temuto, e sappiamo che in Captain Marvel assumerà le sembianze di un
umano. Che sia un infiltrato nello SHIELD è assai probabile viste
le immagini…
Minn-Erva
Le prime immagini
ufficiali ci hanno permesso di dare uno sguardo a
Minn-Erva, alleata (per ora) di Carol Danvers e
interesse romantico di Captain Atlas nei fumetti. La sua storia
originale conta una battaglia contro Mar-Vell e la stessa Captain
Marvel.
Il leader dello Starforce
Il nome del personaggio
interpretato da Jude Law non è ancora stato
rivelato, anche se tutti ipotizzano si tratti di Mar-Vell. I suoi
occhi “luminosi” danno un’indicazione sull’origine mezza umana e
mezza aliena, ed è probabile che ci sarà nel film un suo sacrificio
per permettere a Carol Danvers di raccogliere l’ eredità di
supereroina.
Korath
Come saprete
Korath tornerà in Capitan Marvel al fianco di Ronan
l’Accusatore e presumibilmente vedremo cosa lo ha portato ad
abbandonare l’Impero Kree insieme al suo futuro capo per cercare di
rintracciare la gemma del Potere.
Carol Danvers nello SHIELD
Captain Marvel non sarà la
classica origin story dal momento che il film inizierà con Carol
Danvers che possiede già i suoi poteri. Il suo passato sarà
probabilmente esplorato tramite flashback e c’è chi ipotizza che
l’eroina ritorni sulla Terra proprio per conoscere tutta la verità.
In una delle foto poi, Carol indossa un cappello con il logo dello
SHIELD: ne ha fatto parte insieme a Nick Fury?
Il “volo” di Carol Danvers
Parlando del passato di
Carol Danvers, sembra che la vedremo in azione durante il suo
operato come pilota dell’Air Force (come annunciato dalle foto).
Sarà davvero un incidente aereo l’evento scatenante che la porterà
a ottenere i suoi poteri?
Il costume di Captain Marvel
Il classico costume rosso
e blu non ha deluso le aspettative dei fan e sembra strappato
direttamente dalle pagine dei fumetti. Sarà davvero interessante
vedere se l’eroina indosserà anche gli altri accessori, come
l’iconico casco, e come si adatterà questo look alle sfide del
film.
Nick Fury
Nel film conosceremo un
giovane Nick Fury alle prese con la direzione
dello S.H.I.E.L.D. e scopriremo ovviamente come ha perso un occhio.
Sarà per colpa di uno Skrull?
Maria Rambeau
In una delle foto
ufficiali vediamo la migliore amica di Carol, Maria
Rambeau, collega della Air Force e madre single.
Soprannominata “Photon”, è chiaro che la rivedremo in alcune scene
con Carol che cercherà di rimettersi in contatto con lei sulla
Terra.
Hala, la casa dei Kree
Grazie alle prime immagini
ufficiali abbiamo dato uno sguardo al pianeta natale dei Kree,
Hala, anche se il materiale non sembra abbastanza
specifico da offrire un’idea sulla location. Qualcosa trapela forse
dall’architettura e dagli abiti indossati da Carol Danvers.
Ecco un nuovo backstage da Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald,
che arriverà al cinema il prossimo 15 novembre. Nel film, oltre a
Eddie Redmayne nel ruolo di Newt Scamander, ci
saranno Johnny Depp nella parte di Gellert
Grindelwald e Jude Law in quella del giovane
Silente.
In uscita il 15 novembre 2018, il
film presenta un cast capitanato da Eddie Redmayne,
Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra
Miller, con Jude
Law eJohnny Depp.
Alla fine del primo film, il
potente mago oscuro Gellert Grindelwald era stato catturato dal
MACUSA (il Magico Congresso degli Stati Uniti d’America), con
l’aiuto di Newt Scamander. Ma, come aveva minacciato di fare,
Grindelwald riesce a fuggire e inizia ad adunare i suoi
sostenitori, la maggior parte dei quali ignorano il suo vero
obiettivo: far salire i maghi purosangue a capo di tutti gli esseri
non magici.
Per sventare i piani di
Grindelwald, Albus Silente recluta il
suo ex studente Newt Scamander, che
acconsente ad aiutarlo, ignaro dei pericoli che lo aspettano. Si
creano divisioni, mentre l’amore e la lealtà vengono messi alla
prova, anche tra gli amici più sinceri e in famiglia, in un magico
mondo sempre più frammentato.
È in sala dal 6 settembre Ride,
il nuovo film di Jacopo Rondinelli, ideato e
scritto da Fabio Guaglione e Fabio
Resinaro, la stessa coppia creativa dietro a
Mine, con Armie Hammer.
Di seguito, ecco due clip dal film:
Ride, recensione del film
ideato da Fabio & Fabio e diretto da Jacopo
Rondinelli
Il film è una produzione Lucky Red,
Mercurious con Tim Vision e con il contributo di Trentino Film
Commission. Un cast italiano e internazionale quello di RIDE,
che vede protagonisti
Lorenzo Richelmy e Ludovic Hughes al fianco di Simone
Labarga e Matt Rippy.
Ride è la
storia di Max (Lorenzo Richelmy)
e Kyle (Ludovic Hughes), due
riders acrobatici. Quando ricevono l’invito a partecipare
a una misteriosa gara di downhill con in
palio 250.000$, accettano senza esitazione per poi scoprire –
ormai troppo tardi – di doversi spingere oltre i limiti delle
loro possibilità fisiche e psicologiche. Quella che
affronteranno sarà così una corsa estrema per la sopravvivenza.
Grazie alla potenzialità delle telecamere GO PRO,
Ride sarà capace di trasmettere l’adrenalina dello
sport estremo come nessun altro modo sarebbe in grado di
fare.
Grazie al nuovo numero di EW – che ha dedicato la sua
copertina a Captain Marvel – possiamo finalmente
dare uno sguardo ai personaggi dell’atteso cinecomic scoprendo
dettagli inediti sul loro ruolo all’interno della storia.
Di seguito potete leggere le informazioni salienti.
Vi ricordiamo che alla regia del
cinecomic con protagonista Brie Larson,
ci saranno Anna
Boden e Ryan Fleck. Il film
invecearriverà al cinema l’8 marzo
2019.
Il cast
ufficiale: Brie Larson, Samuel
L. Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi:
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli
anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un
periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.
Ronan l’Accusatore / Talos
Ronan
l’Accusatore, alleato di Thanos introdotto come nemico dei
Guardiani della Galassia nel
Vol.1 tornerà in azione in Captain Marvel interpretato nuovamente da
Lee Pace. Trattandosi di un film antecedente agli
eventi del cinecomic di James
Gunn, lo vedremo quando ancora non era un affermato
leader dei Kree.
Per quanto riguarda il personaggio
di Ben Mendelsohn, Talos,
sappiamo che si tratterà di un “doppio”, ovvero di un alieno Skrull
che assume le sembianze di un umano.
Agente Coulson / Maria “Photon” Rambeau
Ci sarà anche un giovane
Phil Coulson in Captain Marvel, novellino agente
dello SHIELD che inizia a muovere i passi all’interno
dell’organizzazione. Forse scopriremo qual è il famoso “rodeo” a
cui aveva partecipato e di cui aveva parlato a Tony Stark nel primo
Iron Man…
Lashhana Lynch
interpreterà invece Maria Rambeau, una delle
migliori amiche di Carol Danvers, pilota e madre single.
Nick Fury
Samuel L. Jackson
tornerà nei panni di Nick Fury, giovane agente
dello SHIELD che – secondo l’attore – non ha ancora incontrato
alcun supereroe ma mostra già tutte le qualità che l’hanno reso nel
tempo un uomo “cazzuto”.
Korath
Atteso anche il ritorno sulle scene
di un altro personaggio di Guardiani della Galassia, ovvero
Korath (a cui presterà il volto Djimon
Hounsou). Prima di diventare una figura fondamentale
dell’esercito dei Kree ha fatto parte della missione dello
Starforce guidata da Carol Danvers.
Comandante dello Starforce / Minn-Erva
Non è ancora chiara l’identità del
personaggio di Jude Law nel film, ma sappiamo che
l’attore vestirà i panni di un comandante dello Starforce
dall’animo diviso, mezzo Kree e mezzo umano. “Riconoscerà in
Carol una persona speciale e una valorosa aggiunta al suo
esercito“, ha dichiarato Law.
Gemma Chan sarà
invece Minn-Erva, capo dello Starforce prima
dell’arrivo di Carol Danvers.
Ospite del nuovo episodio del
podcast di The Marvelists, Mark
Ruffalo ha affrontato alcune questioni legate al
personaggio interpretato nel MCU, ovvero Hulk, e parlato delle
riprese aggiuntive di Avengers 4 iniziate da poco ad
Atlanta.
Sulle paure di Bruce Banner
l’attore ha spiegato che “esiste un conflitto tra Banner e Hulk
che va avanti sin dall’inizio del suo percorso. Tutto è nato da una
discussione avuta con Joss Whedon dopo avermi chiesto cosa gli è
successo quando Scarlet Witch manipola la sua mente in Avengers: Age of Ultron e quale fosse
la sua più grande paura. Rispondere a questa domanda è stato
davvero difficile: cosa può spaventare un essere tanto forte e
spietato come Hulk? Poi ho capito: è Bruce Banner. L’abbiamo
nascosta in Age of ultron, ci abbiamo giocato in Thor: Ragnarok e in Avengers: Infinity War e chissà cosa
vedremo in Avengers 4…“
Sui reshoot di Avengers
4 invece Ruffalo ha raccontato di essere ancora confuso ma
che si tratterà di materiale
“sorprendente“. “Gireremo qualche scena e dopo
qualche giorno torneremo sul set per rigirarla perché vogliamo
portarla in un’altra direzione.
“Il culmine di 22 film
interconnessi, il quarto film della saga degli Avengers porterà gli
spettatori a essere testimoni di un punto di svolta di un viaggio
epico. I nostri amati eroi capiranno davvero quanto è fragile
questa realtà e i sacrifici che devono essere fatti per
sostenerla.
“Il sequel di Chiamami
col tuo nome?Si farà,
perché c’è gente che ci sta già lavorando e farà in modo che
accada“. Sono queste le parole di Armie
Hammer svelate in un’intervista con Variety dove l’attore
ha discusso della possibilità di dare un seguito all’acclamato film
di Luca Guadagnino.
“Più di ogni altra cosa mi fido
della direzione artistica di Luca, dello scrittore André Aciman e
di tutto il team” ha dichiarato Hammer, “Voglio tornare di
nuovo sul set e vederlo succedere. Mi manca lavorare con quella
troupe perché conservo dei ricordi davvero speciali della
produzione. È stata un’esperienza così collaborativa, unica e
totalmente immersiva mai avuta nella mia carriera“.
Tra i film più acclamati dell’anno,
nominato a quattro Premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior
Attore e tra i film a distribuzione limitata più visti al mondo su
Rotten Tomatoes del 2017, con un punteggio di circa 105,9%,
Chiamami col tuo nome è arrivato in DVD e
Blu-ray il 6 giugno distribuito da Universal Pictures Home
Entertainment Italia.
Diretto da Luca
Guadagnino (A Bigger Splash) questo dramma
romantico vede protagonisti Armie
Hammer (The Social Network) e Timothée
Chalamet (Lady Bird) in una storia
sensuale e sublime sul primo amore, basata sul best seller
di André Aciman. Chiamami col tuo
nome ha tra gli interpreti Michael
Stuhlbarg (La forma
dell’acqua) Amira Casar (Saint
Laurent) e Esther
Garrel (Camille redouble).
Di seguito la sinossi del film:
Figlio di un eminente
professore universitario specializzato nella cultura greco-romana
che ogni anno ospita uno studente straniero impegnato nella stesura
della tesi di post dottorato, Elio attende nella villa XVII secolo
di famiglia l’arrivo di un nuovo allievo di suo padre. A risalire
il vialetto per trascorrere le vacanze estive nella tenuta Perlman
è il giovane Oliver, un ventiquattrenne statunitense
bello e affascinante. I suoi modi disinvolti colpiscono
immediatamente l’adolescente impacciato, che comincia ad
affacciarsi all’amore. Gli incontri tra i due giovani sono permeati
da un’intensità unica e palpabile: tra lunghe passeggiate, nuotate
e discussioni, nel corso di un’estate che cambierà per sempre le
loro vite, nasce tra loro un desiderio travolgente e
irrefrenabile.
A seguito della presentazione
ufficiale di Halloween al Toronto Film Festival,
si diffondono sul web le prime reazioni al film che segna il
ritorno di Michael Myers. Stando alla stampa
straniera, il film è un vero e proprio omaggio all’originale film
di John Carpenter, un’ode a uno dei più famosi
serial killer dell’universo cinematografico pop.
#Halloween è feroce! Mi è piaciuta
la continuazione della storia di Laurie, ma la forza del film è la
corsa selvaggia di Michael verso l’omicidio e la sua casualità.
Splendidamente girato, colpisce il centro e regala sangue e risate.
È il pacchetto completo.
Halloween è Il Risveglio della Forza
della saga di Halloween: tutto quello che ti aspetti, più alcune
cose nuove, altre stupide, alcune cose deliziosamente remixate.
Sicuramente la migliore esperienza fino a questo momento durante
una proiezione # TIFF18
C’è un’intera sottotrama in questo
film che è TERRIBILE e dovrebbe essere stata tagliata. Per fortuna,
tutto il resto è un’esplosione assoluta. Brutale, spaventoso e sì,
divertente.
Sono sempre stato facilmente
coinvolto nei film di Halloween ma questa volta hanno fatto centro.
Qualcuno avrà da obbiettare qualcosa – forse il film è troppo
divertente, e una piccola svolta finale potrebbe essere eccessiva –
ma è spaventosissimo e ha i livelli di fan service de Il Risveglio
della Forza.
Il nuovo Halloween ha una sequenza
così uguale all’originale da bastare a vendere l’intero film.
Fortunatamente, non è necessario. È un’esplosione assoluta.
Jamie Lee
Curtis torna all’iconico ruolo di Laurie
Strode, che giunge allo scontro finale
con Michael Myers, l’uomo mascherato che le
ha dato la caccia da quando era sfuggita per un soffio alla
carneficina della notte di Halloween avvenuta quattro decenni
prima.
Il Maestro
dell’horror John Carpenter è produttore
esecutivo e consulente creativo di questo capitolo, e unisce le
forze con il produttore leader della cinematografia horror
contemporanea, Jason Blum (Get Out,
Split, The Purge, Paranormal Activity). Ispirato da un classico di
Carpenter, i registi David Gordon
Green e Danny
McBride hanno creato una storia che apre una nuova
strada rispetto agli eventi del film-pietra miliare del 1978, e
Green ne firma anche la regia.
Halloween, la recensione del film di David
Gordon Green
Come svelato dal servizio esclusivo
di EW dedicato a Captain Marvel, la supereroina
interpretata da Brie Larson guiderà la missione dello Starforce
insieme agli alieni Kree. E a quanto pare la scena verrà mostrata
all’inizio del film.
La descrizione fa riferimento a una
delle immagini pubblicate dalla rivista dove vediamo Carol Danvers
con l’uniforme verde al fianco di quattro militanti Kree (tra
cui Korath the Pursuer, già apparso in Guardiani della Galassia
Vol.1), mentre il “set” dell’azione è il pianeta
Torfa.
Le cose però, come descrive EW che
era presente durante le riprese, non andranno secondo le previsioni
per Danvers e la sua squadra, offuscati dalla nebbia e incapaci di
comunicare fra di loro. La Starforce è in cerca di una spia
scomparsa e sarà Carol la prima a entrare in scena appena ottenuto
il via libera dal personaggio misterioso di Jude
Law.
Vi ricordiamo che alla regia del
cinecomic con protagonista Brie Larson,
ci saranno Anna
Boden e Ryan Fleck. Il film
invecearriverà al cinema l’8 marzo
2019.
Il cast
ufficiale: Brie Larson, Samuel
L. Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi:
Basato sul
personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli
anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un
periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.
Dopo settimane di silenzio
Matt Reeves è tornato a parlare, se così si può
dire, di The
Batman twittando una misteriosa foto sul suo profilo
ufficiale. Come dichiarato dal regista, la produzione del film è
ancora bloccata in fase di scrittura e tutte le forze sono dedicate
alla progettazione della storia che potrebbe riavviare le sorti del
crociato di Gotham.
Le immagini che vedete qui sotto non
dicono molto, tuttavia sembra che la Warner Bros. possa fare
qualche annuncio ufficiale nel corso dei prossimi giorni. Nella
prima c’è un costume vintage di Batman, nella seconda un cartello
che indica la distanza per raggiungere Gotham City. Sono indizi sul
film? Che ne pensate?
Per quanto riguarda l’ipotesi di un
collegamento con l’universo cinematografico DC, Reeves ha spiegato
che “la pellicola si legherà in
vari modi anche al DCEU, perché è un tassello di un grande puzzle.
Ma non posso dire altro per ora“. Insomma, le voci circa la
sua indipendenza dal mondo di Wonder Woman, Aquaman o The
Flash potrebbero non essere state
vere.
Sul tono della pellicola e le fonti
di ispirazione, il regista ha parlato di “un tentativo di
rendere al pubblico un punto di vista definitivo sulla storia di
Batman, con l’eroe che intraprende un’indagine e un viaggio nel
crimine di Gotham. Per fare ciò ho dovuto tuffarmi nei fumetti e
rivisitare tutte le mie storie preferite […] Per ora posso dire che
il film non continuerà ciò che Christopher Nolan aveva fatto con la
trilogia del cavaliere oscuro, ma che proverà a realizzare qualcosa
di nuovo e interessante“.
E alle voci secondo
cui The Batman si sarebbe basato sui
fumetti di Anno
Uno (la serie di Fran
Miller pubblicata nel 1990), Reeves risponde che
“Non ci stiamo ispirando a nessun testo
particolare, anche se amo Anno Uno ed è uno dei miei preferiti.
Vogliamo concentrarci in modo specifico su un racconto che
definisce il personaggio e che è molto personale per lui.
Ovviamente non sarà una origin story, ma una storia
emozionante…“
Come riportato nelle ultime
settimane, The Batman potrebbe riavviare
il franchise sul crociato di Gotham senza Ben
Affleck, dunque è ormai certa la ricerca di un altro
interprete che possa raccogliere l’eredità dei suoi colleghi e dare
nuova linfa al personaggio.
Come questo
film si inserirà, o meglio, si legherà al DC
Extended Universe (che comprende
anche Aquaman, Wonder Woman
2 e The Flash) non è ancora
chiaro.
La produzione
di The Batman è slittata al
2019, dunque la speranza di vederlo presto sul grande schermo
è sfumata e toccherà attendere almeno il 2020.
Arriverà nelle sale americane il
prossimo 22 marzo The Beach Bum, sesto
lungometraggio firmato da Harmony Korine a circa
sei anni dall’ultimo lavoro Spring Breakers.
Il film vede protagonista
Matthew McConaughey nei panni
di Moondog, un uomo che ha deciso di vivere la vita senza
regole, scatenando così alcune vicende al limite dell’esilarante.
Insieme all’attore Zac Efron, Isla
Fisher e il rapper Snoop Dog.
Sono iniziate da pochi giorni le
riprese aggiuntive di Avengers 4 e sul web stanno già
circolando le prime foto “rubate” dal set, come quelle che vedete
qui sotto.
Just Jared ha infatti colto tra un
ciak e l’altro Paul Rudd (Ant-Man), Chris
Evans (Captain America) e Scarlett Johansson (Vedova Nera)
insieme al regista Anthony Russo. L’attrice
sfoggia di nuovo il vecchio look di Natasha Romanoff,
contrariamente ai capelli biondi scelti per Infinity
War: saranno questi momenti relativi al passato e dunque
ai tanto chiacchierati viaggi nel tempo?
“Il culmine di 22 film
interconnessi, il quarto film della saga degli Avengers porterà gli
spettatori a essere testimoni di un punto di svolta di un viaggio
epico. I nostri amati eroi capiranno davvero quanto è fragile
questa realtà e i sacrifici che devono essere fatti per
sostenerla.
Secondo quanto dichiarato
da Said Taghmaoui in una recente intervista,
l’attore apparso lo scorso anno in Wonder Woman potrebbe interpretare il
ruolo del villain in Bond
25, prossimo capitolo del franchise. Taghmaoui ha
inoltre specificato che l’accordo sarebbe stato preso insieme a
Danny Boyle, successivamente allontanatosi dal
film per divergenze creative.
“Sono stato scelto da Boyle, ma
ora che non fa più parte del team il mio futuro è incerto
[…] Non sappiamo chi sarà il regista, e i produttori non sanno
se si orienteranno verso un attore russo o del Medio Oriente per il
villain. Ho solo ricevuto un messaggio che diceva: “Se vanno dalle
parti delMedio Oriente, sarai tu. Altrimenti sarà qualcun
altro.“
Dopo l’addio di Danny
Boyle la produzione di Bond
25 cerca un nuovo regista per il film che vedrà
ancora protagonista Daniel Craig.
Alcuni nomi sono spuntati nel corso
degli ultimi giorni, da Edgar
Wright (che in passato aveva manifestato il desiderio
di dirigere un capitolo della saga di James
Bond), Jean-Marc Vallee (Dallas
Buyers Club, Big Little Lies), David
Mackenzie (Hell or High Water) e Yann
Demange (White Boy Rick).
Vi ricordiamo che il franchise
sull’agente segreto
del MI6, James Bond,
proseguirà con il capitolo numero 25 che avrà come protagonista di
nuovo Daniel Craig, per la quinta volta nei
panni del personaggio.
Annapurna si
è assicurata i diritti di distribuzione domestica con
la MGM, mentre la Universal Pictures
distribuirà il film a livello internazionale.
Come da
tradizione, Bond 25 verrà distribuito
nel Regno Unito una settimana prima rispetto al resto del mondo, il
25 ottobre 2019, mentre l’8 novembre 2019 arriverà in tutto il
mondo. Le riprese cominceranno il 3 dicembre prossimo.
Dopo meno di 24 ore dall’assegnazione dei Leoni a
Venezia 75, arriva repentina la reazione delle
associazioni degli esercenti in Italia, che si scaglia contro la
decisione di premiare dei film acquistati da Netflix, che quindi saranno distribuiti
sulla piattaforma streaming, dopo un rapido passaggio in sala.
Ecco quanto si legge nel comunicato
stampa ufficiale:
“L’ANAC – Associazione Nazionale
Autori Cinematografici, unitamente alla FICE – Federazione Italiana
Cinema d’Essai e all’ACEC – Associazione Cattolica Esercenti
Cinema, in coerenza con quanto dichiarato in occasione della
conferenza stampa della Mostra nel mese di luglio a Roma,
ribadiscono la loro contrarietà circa la scelta di aver inserito
nel concorso di Venezia alcuni film non destinati alla visione in sala, diversamente da quanto
aveva deciso il festival
di Cannes.
Nel pieno rispetto delle scelte
della giuria presieduta da Guillermo del Toro e senza nulla
togliere all’alta qualità del film “ROMA” di Alfonso Cuaròn,
vincitore del Leone d’Oro, ANAC, FICE e ACEC ritengono iniquo che
il marchio della Biennale sia veicolo di marketing della
piattaforma NETFLIX che con risorse ingenti sta mettendo in
difficoltà il sistema delle sale cinema italiane ed europee. Il
Leone d’Oro, simbolo della Mostra internazionale d’arte
cinematografica da sempre finanziata con risorse pubbliche, è
patrimonio degli spettatori italiani: il film che se ne fregia
dovrebbe essere alla portata di tutti, nelle sale di prossimità, e
non esclusività dei soli abbonati della piattaforma
americana.
ANAC, FICE e ACEC reiterano la
richiesta al direttore Barbera di rivedere per il prossimo anno la
sua posizione, mentre chiedono al Ministro della Cultura di varare
con la massima sollecitudine norme che regolino anche da noi come
avviene in Francia un’equa cronologia delle uscite sui diversi
media.”
Venezia 75: le donne, le storie e il tempo della parola
– un commento
Durante la conferenza stampa di
presentazione del programma, Alberto Barbera aveva
dichiarato, in merito alla presenza dei film Netflix (e Amazon
Studios) in Concorso: “Non vedo ragioni per cui escludere dalla
competizione del festival un film di Cuaron o dei Coen solamente
perché prodotto da Netflix. In Francia la legge è diversa per
quello che riguarda le window, per fortuna qui non abbiamo questi
problemi.” Con riferimento, ovviamente, alla decisione del
Festival di Cannes di lasciare fuori le opere opzionate dalle
piattaforme streaming. Le ultime parole famose, a quanto pare,
visto che alla luce dell’assegnazione dei premi, il Leone d’Oro a
Roma di Alfonso Cuaron,
acquistato per la distribuzione da Netflix,
ha scatenato le ire delle associazioni.
Ricordiamo che i titoli
Netflix in selezione ufficiale a Venezia 75 erano
4: Roma e The Ballad of Bugger
Scruggs in Concorso; Sulla mia pelle
in Concorso Orizzonti; The Other Side of the
Wind Fuori Concorso. Sia il film di Alfonso
Cuaron che quello dei fratelli Coen sono
stati premiati, portando a casa rispettivamente il Leone d’Oro e il
premio Osella alla migliore sceneggiatura.
Tutto lo speciale dedicato alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 75 di
Cinefilos.it
Il network americano della
ABC ha diffuso la trama di Grey’s Anatomy 15×01, il primo atteso
episodio della quindicesima stagione di Grey’s
Anatomy.
In Grey’s Anatomy
15×01 che si intitolerà ” With a Wonder
and a Wild Desire ” I medici gareggiano per una nuova
posizione mentre Meredith lotta per rimanere concentrata; nel
frattempo Amelia e Owen cercano di capire la loro relazione mentre
La luna di miele di Jo e Alex non va come previsto; Bud e Jo infine
costituisce un’alleanza inaspettata.
Nella quindicesima stagionedi Grey’s
Anatomy ritorneranno i personaggi Meredith Grey
(stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev
(stagioni 1-in corso), interpretato da Justin
Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra
Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso),
interpretato da James
Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin
McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso,
ricorrente 14), interpretata da Kim
Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso,
ricorrente 6), interpretato da Jesse
Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in
corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla
Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in
corso, guest 10), interpretata da Kelly
McCreary
Leone d’oro – Romadi
Alfonso Cuaron
Leone d’Argento – Jacques Audiard per The Sisters
Brothers
Gran premio della giuria – La
Favorita di Yorgos Lanthimos
Premio speciale della giuria – The
Nightingale di Jennifer Kent
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile –
Willem Dafoe per At Eternity’s
Gate
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile –
Olivia Colman per La
Favorita
Premio Osella per la migliore sceneggiatura – The Ballad of
Buster Scruggs di Joel e Ethan
Coen
Premio Marcello Mastroianni – Baykali Gabambarr
per The
Nightingale
Premi della sezione Orizzonti
Premio Orizzonti per il miglior
film – Kraben Rahu di Phuttiphong
Aroonpheng
Premio Orizzonti per la miglior regia – Emir
Baigazin per Ozen
Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura – Pema
Tseden di Jinpa
Premio speciale della giuria di Orizzonti – Anons
di Mahmut Fazil Coşkun
Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio –
Kado di Aditya Ahmad
Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile –
Kais Nashif per Tel Aviv On
Fire
Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile –
Natalya Kudryashova per The Man Who
Surprised Everyone
Premio Venezia Opera prima “Luigi De Laurentiis”
– The Day I Lost My Shadow di Soudade
Kaadam
Conclusa la Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, edizione
settantacinque, e in attesa dell’annuncio dei
Leoni, è importante riportare alcune considerazioni a seguito delle
polemiche che hanno seguito l’annuncio del programma, lo scorso
luglio, e di alcune decisioni prese dall’organizzazione in merito
ai tempi di lavoro della stampa accreditata.
Quando è stato annunciato il
programma della Selezione Ufficiale, lo scorso luglio, molte
riviste straniere, in particolare The Hollywood
Reporter, si sono scagliate contro Alberto
Barbera e il suo Festival a causa della mancanza di donne
tra le file dei registi scelti per rappresentare il cinema Mondiale
in Mostra. Tale accusa, in “tempo di #MeToo”, è sembrata
pretestuosa nonché portatrice di una subdola forma di
“razzismo al contrario”, in cui per promuovere la
parità di genere sarebbe stata obbligatoria la presenza di registe
donne nella Selezione Ufficiale, mentre l’unica donna regista del
Concorso è stata Jennifer Kent con la sua opera
seconda, The Nightingale.
Il film è diventato il caso degli
ultimi giorni di Festival, a causa dell’intervento di uno
scriteriato (accreditato stampa) che, a fine proiezione, ha urlato
offese personali alla regista per manifestare di non aver gradito
affatto il film in questione. La Biennale ha provveduto
immediatamente a ritirare l’accredito al soggetto, e l’evento,
lungi dal rimanere un episodio da raccontare nei tanti discorsi dei
“ti ricordi quella volta che al Festival di Venezia…” dovrebbe
rappresentare un punto di partenza per una duplice riflessione. Da
una parte è bene riconsiderare i criteri di assegnazione dei badge
di accredito, valutando attentamente la professionalità dei
richiedenti. Distinzioni e cernite andrebbero fatte a costo di
risultare elitari, oltre a dover essere dovuto a tutti i film (ma a
tutte le opere d’arte in generale) quel rispetto che si deve
all’opera, seppure mediocre, dell’ingegno altrui, ma che ha
“molta più anima del nostro giudizio che la definisce
tale” (cit.).
La seconda riflessione che dovrebbe
stimolare il commento scellerato è quella culturale: tentare di
offendere una donna con l’appellativo che le attribuisce il
mestiere più antico del mondo appartiene a una cultura retrograda e
medievale che resta attaccata addosso a molte persone, persino
inconsapevolmente, e che smaschera la più profonda ignoranza nella
persona in questione, che pronuncia quella parola come offesa. Un
problema culturale che diventa ancora più grave nel momento in cui,
e qui torniamo al primo spunto di riflessione, quest’offesa è
urlata da una persona che, stando al badge che ha appeso al collo e
che la Biennale gli ha concesso, dovrebbe essere un critico o un
giornalista, una persona dunque incaricata di diffondere cultura e
informazione.
Allo spiacevole incidente si
aggiunge il fatto che il film della Kent è stato uno dei più brutti
(peggio accolto nel complesso dei commenti della stampa) presentati
al Lido nella Selezione Ufficiale. L’idea che potrebbe prendere
forma è che pur di prendere almeno una donna in concorso, i
selezionatori abbiano preso un film non all’altezza del resto della
rosa di film scelti, lasciando fuori l’opera magari più completa o
interessante di un regista uomo, solo per evitare una polemica che
comunque è arrivata. E se sulla carta The Hollywood
Reporter poteva avere ragione, basandosi soltanto su
numeri e nomi, alla luce della proiezione di tutti i film di
Venezia 75, è apparso cristallino che tutta la
selezione fosse straordinariamente attenta al mondo femminile, con
storie, attrici e interpretazioni che raccontano la donna e le sue
storie in diversissimi modi, linguaggi e situazioni, con grande
dignità e consapevolezza. Inoltre entrambi i film storici scelti
della commissione (One Nation One King e
Peterloo) avevano importanti riferimenti al
suffragio universale e alla parità di diritti, non un occhio di
riguardo ma una visione completa dell’umanità formata da sessi
differenti, dunque. Una polemica sterile, dunque, quella che arriva
da Oltreoceano e da una società dove il politicamente corretto dopo
lo scandalo Weinstein ha sì portato allo scoperto
il marcio di Hollywood, ma ha anche generato orrori come
l’ostracismo di Woody Allen, solo per fare un
nome. La Mostra e la Biennale (organizzazione in cui lavorano per
la maggioranza donne) sono l’emblema di come, nel mondo del cinema
e del lavoro in generale, siano importanti le competenze, non il
sesso. E non dovrebbe esserci bisogno di aggiungere altro.
La particolarità del Concorso di
quest’anno è stata la presenza di tanti film molto lunghi,
pellicole di oltre due ore, in alcuni casi anche tre ore, che hanno
incollato gli accreditati alle poltrone. I film hanno avuto in
comune anche una qualità medio alta, che sembra il filo rosso che
congiunge almeno le ultime tre edizioni della Mostra. Grandi autori
hanno scelto il Lido per presentare i loro nuovi film, di
conseguenza, i selezionatori hanno giocato sul sicuro, affidandosi
a registi del calibro di Tsukamoto, di
Leigh, di Nemes, di
Guadagnino, addirittura a Orson
Welles nel Fuori Concorso. La mancanza di coraggio
nell’andare a scovare autori sconosciuti e nel prediligere
filmografie nazionali più fruibili o già amate e conosciute è stata
compensata dalla chiara scelta di portare avanti le grandi storie
raccontate sullo schermo. E quindi i “film lunghi” tanto nemici del
pubblico da Festival, sempre alle prese con incastri di proiezioni
e orari tiranni, diventano un modo per spingere alla riflessione,
alla parola ponderata, un invito alla riscoperta del piacere di
discutere di cinema come fosse davvero arte, senza affannarsi alla
corsa al tweet (o al commento rapido su Facebook),
abitudine osteggiata anche dall’embargo sui film annunciato a
inizio festival, fino alla proiezione ufficiale con pubblico
invitato e cast.
Venezia 75 ha
quindi rivendicato il tempo della riflessione, e questa necessità
di darsi il giusto spazio per meditare e contemplare e poi parlare
sembra sempre più urgente nel momento in cui nel corso di
manifestazioni importanti come una Mostra Internazionale di Cinema,
si verificano episodi come quello, discusso prima, di scellerati
che urlano le loro offese “a caldo”, come fossero nella privacy
delle loro camere a esprimere un parere non richiesto ad amici
distratti (per cui diventa necessario alzare la voce). Il tempo
dunque come unità di misura del pensiero, della parola scritta, che
dovrebbe, nel caso della critica, non giudicare ma guidare lo
spettatore interessato. Le storie si sono prese il loro tempo con i
tanti minuti di durata dei film, le parole, grazie anche
all’embargo, sono diventate più importanti e hanno manifestato un
loro peso.
Il divieto, per la stampa, di
commentare il film prima della presentazione ufficiale è stato
mutuato dal Festival
di Cannes, che a maggio ha stravolto i ritmi di programmazione
delle proiezioni per impedire del tutto ai giornalisti di vedere i
film prima di cast e invitati. La scelta di Venezia è stata più
democratica e si è affidata al buonsenso della stampa stessa. Un
festival più democratico quindi, ma apparentemente anche più in
salute, stando alla qualità dei titoli presentati e al coraggio di
abbracciare le novità tecnologiche e le nuove piattaforme di
produzione cinematografica, quelle stesse Netflix e Amazon
allontanate dalla kermesse francese e che “rischiano” di finire
addirittura nel palmares della settantacinquesima edizione
del Festival di cinema più antico del mondo.
Non sappiamo cosa ci riserverà
Venezia 76, ma l’augurio è quello di portarci
dietro, da questa edizione, la giusta prospettiva sul concetto di
parità, il tempo adeguato che rivendica ogni opera d’arte e ogni
pensiero scritto, la bellezza di altre storie raccontate sul grande
schermo.
Da Toni Servillo a David
Cronenberg, da Rithy Panh a Jonas Carpignano, da Adriano Panatta a
Donpasta, da Marina Abramovic a Anne De Carbuccia, da Jasmine
Trinca a Luca Marinelli, da Mario Martone (Premio SIAE
alla creatività) ad Alexander Kluge, da Michele Riondino a
Carolina Crescentini, da Ramin Bahrani a Luigi Lo Cascio
fino ai vincitori dell’anno – Claire Burger, Valerio Mieli,
Sudabeh Mortezai – sono moltissimi i personaggi che hanno
accompagnato e festeggiato le Giornate degli Autori nel suo 15
compleanno, il primo che segna il confine dall’infanzia
all’adolescenza. Proprio per questo nel palmarès dei film delle
Giornate ci manca oggi un nome che insieme a noi e alla Mostra è
cresciuto nel corso degli anni: quello di Teresa
Mangiacapre, infaticabile organizzatrice di iniziative in
ricordo di Lina e che quest’anno avrebbero trovato la giusta
conferma nella splendida affermazione delle donne registe a
Venezia.
I numeri delle Giornate sono la
conferma di un successo che va dall’affezione del pubblico (oltre
7500 spettatori con molte proiezioni sold-out e una crescita di 6%,
sulla scia di un’affermazione di tutte le sezioni della Mostra)
alla vitalità e ospitalità della Villa degli Autori. Sono stati 18
gli incontri e gli omaggi organizzati in 11 giorni e notti
fittissimi di momenti conviviali e di dialogo. Gli eventi ospitati
e realizzati sono 25 per 30 film tra lunghi e corti, comprese le 5
opere prime della selezione e i moltissimi titoli firmati da
registe donne. E’ un racconto che è stato illustrato nella nostra
gallery ufficiale (più di 200 foto pubblicate a partire da 4500
scatti, tra cui l’allegra sequenza dei 60 “pugilatori” che sul
nostro backdrop hanno sfilato con combattivi guantoni rossi), dai
commenti su facebook e instagram (una crescita esponenziale, fino
al 97% rispetto a un anno fa). E che, grazie all’impegno di I Club
e Tino Eventi, si è tradotto in trecentosessanta bottiglie di
prosecco stappate, duecentoquaranta bottiglie di vino,
settecentoventi bottiglie di birra. Oltre tremila sono stati i
caffè serviti agli ospiti e al pubblico della Villa e
tremiladuecentocinquanta le bottiglie d’acqua tra aperitivi,
cocktail, cene e feste. “Una lista di numeri ovviamente non
racconta tutto il senso della nostra proposta – dice il Delegato
delle Giornate, Giorgio Gosetti – Ma racconta uno spirito diverso
che caratterizza il nostro programma e che è stato reso possibile
grazie all’impegno di tanti, le associazioni degli autori italiani
(Anac e 100autori in primis). Portiamo alla Mostra lo spettacolo
dell’intelligenza, registi che da vere promesse stanno diventando
protagonisti, voci di culture lontane e diverse, coraggio di
percorrere vie nuove e talvolta – grazie a maestri riconosciuti –
voglia di rimettersi in gioco con proposte diverse. Ma inseriamo,
nel mosaico vitale e bellissimo della Mostra, il sale della
diversità, a partire dalle occasioni di incontro che la Villa degli
Autori ha offerto a tutti i creativi del cinema mondiale. Nel
rispetto e nella difesa di quel diritto d’autore oggi minacciato
fin nel cuore del Parlamento Europeo che dovrebbe essere custode
della tutela dei diritti e che invece il 12 settembre rischia di
ignorare le voci degli artisti. Anche per loro abbiamo realizzato
questa edizione delle Giornate e per loro continueremo a combattere
con le armi dello spettacolo, dell’indipendenza, della
passione”.
Di seguito tutti i vincitori delle
Giornate degli Autori a Venezia 75
Premio del Pubblico BNL a
Ricordi? di Valerio Mieli
(Italia, Francia)
GdA Director’s Award a
C’est ça l’amour di Claire Burger
(Francia)
La giuria, presieduta da Jonas
Carpignano, era composta da ventotto giovani europei, uno per ogni
paese della comunità, partecipanti al progetto 28 Times Cinema.
Motivazione: Il film di Claire
Burger è un racconto estremamente coinvolgente sulle situazioni
difficili in cui ci pone la vita, sia che ci confrontiamo con
la fine di un matrimonio, sia che ci venga spezzato il cuore per la
prima volta. Abbiamo scelto questo film per la sua tenerezza e per
la straordinaria padronanza tecnica che la regista dimostra
nel tenere sotto controllo tutti gli elementi del film.
Premio Label Europa Cinemas a
Joy di Sudabeh Mortezai
(Austria)
Motivazione: Joy è un film
commovente e realizzato con grande cura, che affronta il traffico
sessuale, una piaga che colpisce tutta l’Europa. Il film
possiede uno stile documentario che ne fa
risplendere autenticità e credibilità. In questo modo
riusciamo a comprendere la vita quotidiana della protagonista,
Joy, le sue lotte e la ricerca di dignità nelle complesse dinamiche
di potere presenti in un mondo parallelo al nostro. Il film
provocherà un dibattito ovunque sarà visto, e siamo lieti
che questo premio possa favorirne la diffusione in Europa.
Hearst Film Award – Best Female
Director a Sudabeh Mortezai per
Joy (Austria)
Motivazione: Ci sono immigrati che
anche i razzisti tollerano senza problemi. Sono le donne
come Joy, prostitute bambine ridotte a schiave. Accade oggi
nell’Austria governata dalla destra. Ma non è diverso da ciò
che accade in Italia, qui e ora. Joy ci chiede di non chiudere gli
occhi sulla realtà.
NUOVOIMAIE Talent Award a Linda Caridi per Ricordi? di
Valerio Mieli (Italia, Francia)
Queer Lion Award a
José di Li Cheng (Guatemala)
Motivazione: Scritto in maniera
sensibile, splendidamente interpretato, questo ritratto
appassionato del viaggio di un giovane alla ricerca
dell’appagamento emotivo, mostra la complessità di
una relazione omosessuale sullo sfondo della dura vita nel
Guatemala contemporaneo.
Menzione Speciale Premio FEDIC a
Ricordi? di Valerio Mieli
(Italia, Francia)
Motivazione: Quando il cinema
diventa poesia. Ricerca dell’amore fra felicità e sofferenze,
ricordi, emozioni, colori che simboleggiano gioia ma anche mal
di vivere, nostalgia di momenti vissuti e speranze, in un
incontro fra giovani che si innamorano, si lasciano e … .
Menzione FEDIC – Il Giornale del
Cibo a I Villani di Daniele De
Michele (Italia)
Motivazione: Senza l’uomo la terra
non c’è più “dice la canzone di chiusura di questo
documentario che, dalla Sicilia al Trentino, con la voce di
alcuni agricoltori, pastori e pescatori, descrive il loro
duro lavoro, rivolto anche a conservare la tradizione della
cucina italiana, che è un patrimonio ma anche un atto d’amore,
come testimonia il pranzo fra i protagonisti, fra sudore, gioia e
senso di
gratificazione.
A
Venezia 75 viene presentato il film di chiusura,
Driven di Nick Hamm, in
conclusione di una maratona cinematografica assai ricca e piena di
titoli interessanti. Driven arriva però alla fine
di una giornata di proiezioni povera rispetto al palinsesto dei
giorni precedenti, forse per una scelta mirata, visto
l’accavallarsi con il festival di Toronto. Alla fine della
proiezione è stato presentato anche il backstage, che racconta
alcuni difficili momenti della realizzazione.
Driven è la storia
intrecciata di due persone, molto distanti tra loro, ma che uno
strano gioco del destino porterà a fondere le loro vite. Siamo
nella metà degli anni Settanta, Jim Hoffman è un
pilota, implicato in un colossale traffico di droga, nel quale non
esita a coinvolgere la sua famiglia, mentre John
DeLorean, suo vicino di casa, è un geniale e ricco
progettista di automobili, con un passato glorioso e il sogno di
produrre l’auto che rivoluzionerà per sempre il mercato. Jim è
strettamente sorvegliato dall’FBI, che
in cambio della libertà lo sfrutta come informatore. DeLorean
invece è alla ricerca di capitali per finanziare il suo ambizioso
progetto. Inutile dire che sarà l’inizio di un gioco complesso, che
sfuggirà di mano, infrangendo le leggi, l’etica e l’amicizia.
Il regista Nick
Hamm dice di aver voluto raccontare la storia di due
uomini così bisognosi dell’essere vincitori, da arrivare a
distruggere famiglia e amicizia. L’interrogativo al centro
del suo film è se DeLorean sia un truffatore o un genio della
creatività e viceversa, se Jim sia un criminale o una persona
sincera e di cuore.
Il film gioca bene con questi
interrogativi, ruotando attorno a quell’automobile avveniristica
dalle ali di gabbiano, diventata famosa solamente perché scelta
come macchina del tempo in Ritorno al futuro di Robert
Zemeckis. Peccato che in realtà quel costosissimo veicolo
sia stato un autentico fallimento, pieno di problemi strutturali e
malfunzionante fin dall’uscita dalla fabbrica. Nel film ci sono
molti momenti con battute, neanche troppo velate, sulla DeLorean
come macchina del tempo, futuro e viaggi lontani.
Driven è un film
ben congeniato, diretto con mano sicura e ben interpretato, in
maniera sorniona, beffarda, a volte esagerata, ma credibile.
Nonostante la confezione appetitosa, la musica rock coinvolgente e
perfettamente correlata al montaggio, la divertente ricostruzione
caricaturale degli anni Settanta e l’imbastimento di un riuscito
connubio tra commedia e poliziesco, stenta però a coinvolgere anche
chi non è troppo appassionato all’industria delle automobili.
In occasione dell’ultima giornata
della 75.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, nello Spazio FEdS della Fondazione Ente dello
Spettacolo (Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior al Lido
di Venezia) si è svolta la consegna dei premi Collaterali
Venezia 75. Ha presentato Federico Pontiggia, giornalista
della Rivista del Cinematografo.
Oltre alle menzioni speciali,
durante la cerimonia sono stati assegnati i seguenti
riconoscimenti:
Premio SIGNIS, Organizzazione internazionale cattolica per le
comunicazioni
Premio INTERFILM, Associazione Internazionale Protestante
Cinema
Premio FEDIC, Federazione Italiana dei Cineclub
Premio LANTERNA MAGICA, C.G.S. – Circoli Giovanili
Socioculturali
Ecco nel dettaglio i premiati.
Il Premio SIGNIS è
assegnato a Roma di
Alfonso Cuarón. Di seguito le motivazioni:
“Con uno stile allo stesso tempo classico e innovativo e un uso
sapiente del bianco e nero, il regista Cuarón costruisce un
suggestivo e poetico racconto sul Messico degli anni Settanta. Se a
livello generale, l’opera coglie le fratture di una società che va
incontro a profondi cambiamenti, dal punto di vista familiare
delinea la forza del ruolo della donna, capace reagire con coraggio
e solidarietà alle continue difficoltà. Roma è una
bellissima conferma sulle doti artistiche di Cuarón, regista dalla
forte carica autoriale e dalla grande capacità divulgativa”.
Menzione Speciale
a 22 July di
Paul Greengrass. La motivazione: “Raccontando
il massacro di tanti giovani in Norvegia nel 2011, Greengrass non
si limita solo a un’efficace ricostruzione dei fatti, ma affida al
racconto un potente e intenso messaggio di speranza. È un monito
per le giovani generazioni e per la comunità tutta a non lasciarsi
influenzare dalla paura dell’altro, da idee estreme e violente, ma
a saper trovare la via del dialogo e dell’inclusione”.
La Giuria del Premio
INTERFILM per la Promozione del Dialogo Interreligioso ha
conferito il riconoscimento a Tel Aviv on Fire, di
Sameh Zoabi poiché: “Questa commedia brillante,
provocatoria e dissacrante, offre uno sguardo originale su uno dei
più dolorosi conflitti del nostro tempo. Uno sceneggiatore
palestinese instaura un’inattesa collaborazione con un ufficiale
israeliano che lo aiuta a sviluppare la trama della serie
televisiva sentimentale Tel Aviv on Fire. Il film ribalta
il confine tra cruda realtà e visioni romantiche, lavorando sulle
identità dei personaggi e aprendo uno spazio creativo per il
dialogo”.
Il film Sulla mia
pelle di Alessio Cremonini
(Sezione Venezia-Orizzonti) si aggiudica il Premio
FEDIC, destinato “all’opera che meglio riflette
l’autonomia creativa e la libertà espressiva dell’autore”. Per la
Giuria ha riconosciuto “La toccante e oggettiva ricostruzione,
senza strumentalizzazioni o concessioni a facili effetti, degli
ultimi spaventosi sette giorni di vita di Stefano Cucchi. Un film
che si può definire di servizio verso il pubblico”.
Il Premio CGS “Lanterna
Magica” 2018 va al film Amanda di Mikhael
Hers con la seguente motivazione: “Per aver delineato il
percorso di accettazione del lutto e di crescita di una bambina e
di un giovane adulto senza cadute nella retorica, ponendo
soprattutto in luce i momenti nei quali alla progressiva guarigione
dell’uno è necessario l’apporto dell’altra. La sceneggiatura
accompagna abilmente la dinamica di interazione e scontro tra i due
personaggi fino alla costituzione di un nuovo nucleo familiare,
visto come nodo di relazioni basilari e preziosa conquista per la
contemporaneità del nostro Occidente frammentato. Il linguaggio
cinematografico rifugge da facili manipolazioni emotive,
privilegiando un raffinato ed efficace lavoro di montaggio, che
riesce a comunicare allo spettatore la gravità dei drammi
affrontati. Ottima la prova attoriale della giovanissima
co-protagonista Isaure Multrier, molto credibile nella sua
espressività, che coinvolge ed interroga”.
La Giuria FEDIC ha
inoltre assegnato due Menzioni Speciali.
La prima al film
Ricordi? di Valerio
Mieli (Le Giornate degli Autori), La motivazione recita:
“Quando il cinema diventa poesia. Ricerca dell’amore fra felicità e
sofferenze, ricordi, emozioni, colori che simboleggiano gioia ma
anche mal di vivere, nostalgia di momenti vissuti e speranze, in un
incontro fra giovani che si innamorano, si lasciano e …….”.
La Menzione FEDIC – Il
Giornale del Cibo destinata “all’opera che propone la
scena più significativa legata al cibo e alla alimentazione” va al
film I Villani di Daniele De Michele (Le
Giornate degli Autori), in quanto: ” Senza l’uomo la terra non c’è
più “dice la canzone di chiusura di questo documentario che, dalla
Sicilia al Trentino, con la voce di alcuni agricoltori, pastori e
pescatori, descrive il loro duro lavoro, rivolto anche a conservare
la tradizione della cucina italiana, che è un patrimonio ma anche
un atto d’amore, come testimonia il pranzo fra i protagonisti, fra
sudore, gioia e senso di gratificazione.
Aveva fatto il giro del web la
notizia che il film cult Zombieland avrebbe avuto
un sequel. Oggi è possibile sapere anche quando prenderanno avvio
le riprese: il 28 gennaio. La produzione del film
inizierà con il titolo provvisorio di Zombieland
Too e vedrà riunito l’intero cast originale. Il regista
sarà quindi di nuovo Ruben Fleischer, che il
prossimo mese farà il suo debutto nel mondo Marvel con Venom, e alla
sceneggiatura si ritroverà il duo originale Paul Wernick e
Rhett Reese.
La trama di Zombieland 2 si
svolgerà dieci anni dopo la conclusione della prima vicenda e vedrà
lo strano quartetto affrontare una nuova specie di zombie molto più
potente di quella precedente. Stando alle prime indiscrezioni il
duo composto dalle due sorelle interpretate da Emma Stone e
Abigail Breslin si romperà e quest’ultima scapperà con
nuovo personaggio ancora ignoto. Non è ancora chiaro invece quale
sarà il destino degli altri due: Jesse Eisenberg e Woody
Harrelson. Sicuramente l’inizio delle riprese chiarirà
qualche dubbio e potrà darci qualche indicazioni su una possibile
data d’uscita.
In questi giorni si stanno
svolgendo le riprese aggiuntive di Avengers 4, iniziato a girare già
lo scorso anno. Non è inusuale che le grandi produzioni
hollywoodiane decidano di concedersi altro tempo sul set per limare
quello che nel montaggio ancora non funziona. Ma recenti
dichiarazioni di Mark Ruffalo, che nell’universo
Marvel interpreta il personaggio di
Hulk, hanno chiarito il fatto che non si tratta di vere e proprie
riprese aggiuntive, ma scene necessarie a concludere il film che
non è stato mai finito nella sessione precedente. Ecco le parole
dell’attore:
“Faremo delle riprese
aggiuntive del film da settembre. E poi inizieremo il tour
promozionale internazionale. E poi uscirà il film, che noi ancora
non sappiamo bene come sarà. Non faremo soltanto delle
riprese aggiuntive, finiremo il film, perché non lo abbiamo mai
concluso totalmente lo scorso anno“.
Nei vari account social dei
protagonisti e nelle immagini che circolano in rete possiamo vedere
convocati sul set Chris Evans, Scarlett Johansson e Paul Rudd.
Terminata questa sessione probabilmente si saprà qualcosa di più
sulla trama e verrà comunicato il titolo del film attualmente senza
nome. Si attende ovviamente anche il trailer, per cui bisognerà
attendere un po’ vista l’uscita del film fissata per maggio
2019.
Con il ritorno del franchise di
Star
Wars c’è stato molto da parlare: nuovi personaggi,
nuove storie (ma non solo), e grandi ritorni. Cosa non sapete su
Star Wars? Ecco dieci curiosità sui nuovi capitoli della
saga, e dove vederli in streaming.
Star Wars: il risveglio della
forza
1. Sia David Fincher che Matthew
Vaughn hanno preso in considerazione l’idea di dirigere Star Wars: Il risveglio della
Forza. L’annuncio dell’arrivo di una nuova trilogia
aveva agitato sia Hollywood che internet. Chi avrebbe diretto i
nuovi film? Sembra che Kathleen Kennedy, la direttrice della
LucasFilm, abbia incontrato ogni regista sulla faccia del pianeta.
Non sappiamo tutti i nomi, ma sappiamo almeno di due. Il primo è
David Fincher, il quale ha detto di aver sempre pensato a Star
Wars come una storia di schiavi che osservano la follia dei
loro padroni. Impegnato, costoso, e con una reputazione difficile,
sembra che Fincher non andrò oltre il primo
incontro. Sembra che Matthew Vaughn, invece, sia arrivato molto
vicino a dirigere Il risveglio della Forza. Addirittura, il
regista rinunciò a X-Men: Giorni di un futuro passato per
dirigere il film. Ma le cose non andarono per il verso
giusto, per questioni di divergenze creative, sia in fatto di
casting che in fatto di violenza nel film.
2. In origine, Jakku era un
pianeta di ghiaccio. Michael Arndt ha sperimentato con diverse
trame e diverse ambientazioni e Jakku, che nel film ha un ruolo
fondamentale, è stato modificato più e più volte. In uno dei
concept più interessanti per Jakku, il pianeta era un mondo
vulcanico di ghiaccio, simile ad alcune zone dell’Islanda. Ci
sarebbero stati laghi ribollenti e fontane di lava che scorrevano
accanto a ghiacciai.
3. JJ Abrams ha voluto che
Star Wars:Il risveglio della
Forzafosse quasi un remake. Una delle critiche
principali fatte al film, è quella che riguarda la somiglianza con
il film originale di Star Wars, sia per quanto riguarda
l’estetica, che per quanto riguarda la trama. Ma Arndt, quando
aveva cominciato a lavorare al film, aveva sperimentato con trame
diverse: in una, Rey trovava i resti della Morte Nera II sepolta in
mare. In un’altra, i personaggi erano coinvolti in una corsa per
recuperare il corpo di Darth Vader. Dopo che J.J. Abrahams divenne
ufficialmente il regista, però, il film cominciò a diventare più un
ritorno a Una nuova speranza.
Lego Star Wars
4. LEGO Star Wars
è stato il primo marchio autorizzato di LEGO. Prima di Star
Wars, LEGO aveva creato unicamente set basati su idee e serie
proprie e originali. Ma nel 1999 decise di collaborare con la
Lucasfilm, e annunciò l’arrivo dei set ispirati ai film. Il primo
set che lanciarono, fu quello di X-wing, e fu seguito dal TIE
Advanced e da Y-wing. Nessuno di questi, però, appariva ne La
minaccia fantasma, in uscita quello stesso anno.
5. Esiste un C3PO LEGO
Star Wars fatto interamente d’oro. Nel 2007, LEGO ha
realizzato una piccola serie di C3PO realizzati in oro. Il valore
di ognuno di questi, secondo quanto stimato, è di alcune migliaia
di sterline. Ne furono realizzati solo cinque: non solo preziosi,
quindi, ma anche rarissimi.
Star Wars Battlefront
6. La storia della
Campagna di Star Wars: Battlefront fa parte del canone.
Quando la Disney comprò la Lucasfilm nell’ottobre del 2012, molte
cose cambiarono. Uno dei cambiamenti maggiori, fu la decisione che
l’universo espanso di Star Wars non avrebbe più fatto parte
del canone: trent’anni di pubblicazioni, giochi, e cartoni animati,
all’improvviso, furono esclusi dall’universo ufficiale del
franchise. Solamente i film e le produzioni future di vario tipo ne
avrebbero fatto parte. Il primo Battlefront non aveva una
campagna, e quindi non è importante a questo proposito. La Campagna
di Star Wars: Battlefront 2, però, fa parte dell’universo
ufficiale di Star Wars.
Solo: A Star Wars
Story
7. Ron Howard ha voluto Darth
Maul come leader supremo dell’Alba Cremisi. È stata una delle
sorprese migliori di Solo: A Star Wars Story è
stato il ritorno di Darth Maul come leader di Alba Cremisi: il
personaggio non compariva sul grande schermo dal lontano 1999!
Quando Ron Howard cominciò a lavorare al progetto in qualità di
regista, il boss di Alba Cremisi non era ancora stato deciso: fu
proprio lui a spingere per Maul (non più ‘Darth’). “Avevano una
lista di alcuni candidati, e avevano parlato anche di inventare un
nuovo gangster (…)” ha raccontato il regista, “Io ho detto:
‘Maul, che fine ha fatto?’ Non avevo visto la serie animata ma
sapevo che qualcosa gli era successo. Mi raccontarono la storia e
dissi: non sarebbe bello? (…) Non è stata interamente una mia
decisione, ma pensai che sarebbe stato piuttosto spaventoso, oltre
che dare una bella svolta al terzo atto”.
8. L3-37 potrebbe non essersene
andata per sempre. Lando e il droide L3-37 hanno un rapporto
speciale, e alla sua morte il suo esperto sistema di navigazione
viene caricato sul Falcon. Quando poi Lando perde la partita a
carte contro Solo, perde anche il Falcon, e di conseguenza anche
quello che rimane di L3. Ma non è detto che sia per sempre.
“Magari il Falcon riesce a trattenere qualcosa di quella super
intelligenza, ma Lando potrebbe magari, in qualche modo, un giorno,
trovare un modo per ricostruire L3” ha detto Ron Howard a
riguardo.
Personaggi di Star
Wars
9. Inizialmente, Rey
doveva avere un altro nome. Quando la Disney ha assunto Michael
Arndt per lavorare non solo a Star Wars: Il risveglio della
Forza, ma all’intera trilogia, uno dei suoi primi contributi fu
quello di introdurre, finalmente, una protagonista femminile vera e
propria nel franchise. A quanto pare, nelle prime stesure della
storia, questo personaggio veniva chiamato “Sally”, o “Rachel”. Ma
Ray non è stata l’unica ad avere dei nomi provvisori: Kylo Ren era
“Jedi Killer” e Finn era “Sam”. Nelle stesure successive, poi, la
protagonista femminile prese il nome di “Kira”, che fu mantenuto
praticamente fino alle riprese. Quando poi ci fu una fuga di
notizie e il nome divenne noto al pubblico, il nome venne cambiato.
Fu scelto “Rey”, e il resto è storia.
10. Luke doveva essere
uno dei personaggi principali di Star Wars: Il risveglio della
forza. Luke è uno dei personaggi di Star Wars più
iconici in assoluto, e nel primo capitolo del reboot si è
aggiudicato solamente pochi secondi sullo schermo. Ovviamente, non
tutti i fan sono stati troppo felici a riguardo. Ardnt ha parlato
molto della difficoltà di integrare Luke nella storia, e di come
originariamente questi avesse un ruolo prominente. Ma la leggenda
di Luke creava molti problemi: ogni volta che questi appariva,
tutta l’attenzione di concentrava su di lui. Quando Mark Hamill
firmò il contratto per tornare, pensava che Luke sarebbe comparso
almeno nel terzo atto del film. Insomma, le cose si sono risolte
con Gli ultimi Jedi, ma deve essere stata una bella
delusione, sul momento.
Star Wars: streaming
Al momento, Star Wars:
Il risveglio della Forza non è disponibile in
streaming in abbonamento su nessuna piattaforma. È
però disponibile su Google Play, e si può acquistare su Rakuten tv,
Timvision, e Chili Cinema. Star Wars: Gli ultimi
Jedi è invece disponibile a noleggio su Rakuten
tv, Infinity e Chili Cinema, e per l’acquisto su Rakuten tv,
Timvision, e Chili.
E’ arrivato in rete il trailer del
film The Beach Bum, nuova opera del regista di
Spring Breakers, Harmony Korine, con protagonista
Matthew McConaughey. A fare compagnia all’attore
sul set anche Zac Efron, Isla Fisher e Snoop
Dogg.
McConaughey
interpreterà il personaggio di Moondog, un uomo che ha deciso di
vivere la vita senza regole, scatenando così alcune vicende al
limite dell’esilarante. Lo si può vedere in queste prime immagini
nudo e strafatto, immerso in mondo fatto di serpenti, piscine,
strani strumenti e le spiagge.
Il mood sembra richiamare il film
precedente di Korine, ormai datato a sei anni fa, in cui il pazzo
protagonista era interpretato da James Franco. Per
McConaughey invece potrebbe segnare il ritorno
all’interpretazione di personaggi sopra le righe come quello che
gli valse l’Oscar in Dallas Buyers Club.
The Beach Bum uscirà nelle
sale USA il prossimo 22 marzo, mentre non è stata ancora
ufficializzata la release italiana.
Torna su Netflix a partire dal 31 agosto
Ozark 2, la seconda stagione di Ozark,
serie tv ideata da Bill Dubuque e Mark
Williams. Nei nuovi dieci episodi ritroviamo Jason Bateman e Laura Linney nei panni di Marty e Wendy Byrde,
intenti a perpetrare nella loro attività di riciclaggio di denaro
per i cartelli della droga messicani, e allo stesso tempo costretti
a fare i conti con i criminali locali, i quali desiderano ottenere
la propria parte nella storia.
Le nuove puntate di Ozark
2 tolgono sin da subito ogni dubbio: la coerenza tra le
due stagioni è stata mantenuta intatta. A conservare questa
coesione è prevalentemente il carattere estetico, dalla ricorrenza
di determinati elementi al tono cupo con cui ogni episodio è
affrontato. Nel corso della stagione vediamo tornare in scena tutti
i personaggi già incontrati precedentemente, con la narrazione che
si concentra esclusivamente su di loro, senza introdurne di nuovi.
Cosa, questa, che se da un lato avrebbe potuto portare freschezza
alla serie, avrebbe allo stesso tempo rischiato di rendere ancor
più complesso il già intricato puzzle della storia.
Tra gli episodi della stagione
spiccano quelli diretti da Jason Bateman stesso, che appare sempre
più pervaso dalla natura della serie, riuscendo così a realizzare
una regia elegante e attraente, che spesso sopperisce lì dove la
scrittura si fa cedevole.
Tuttavia, nonostante questa
coerenza di fondo e il grande interesse per i propri protagonisti,
Ozark 2, la seconda stagione si rivela essere, con
il procedere degli episodi, decisamente sottotono. Complice una
ridotta presenza di eventi significativi e un’eccessiva dilatazione
del tempo, diventa sempre più difficile venire coinvolti
attivamente nella narrazione, che già di per sé intricata non
facilita la visione. La conseguenza è una quasi totale mancanza di
ritmo che pervade la stagione, fatta eccezione per alcuni specifici
momenti che rivelano un maggior fascino.
Allo stesso modo i personaggi non
sembrano vivere una particolare evoluzione, risultando così
difficile poterli apprezzare più di quanto si era ottenuto con la
prima stagione. Risultano comunque convincenti le prove
attoriali di
Jason Bateman e Julia Garner,
mentre a rubare la scena a tutti è Laura Linney, sempre più donna
di potere e vero e proprio personaggio centrale della stagione.
Occasione mancata, dunque, per Ozark 2, che non
riesce a riprodurre l’attrattiva della precedente né ad
approfondirne la vicenda, risultando così essere poco più che una
divagazione sulla storia e sui temi presentatici inizialmente.