Il network americano della ABC ha
diffuso le foto promozionali di Chicago PD 3×02, il secondo
episodio che si intitolerà “Natural Born Storyteller”:
[nggallery id=2059]
Chicago
PD è una serie televisiva statunitense creata da Dick
Wolf per la NBC, trasmessa a partire dall’8 gennaio 2014. La serie
è lo spin-off della serie televisiva, sempre di Dick Wolf,
Chicago Fire. La serie racconta le vicende della
polizia di Chicago, sia dell’unità di pattuglia sia dell’unità
d’intelligence, e della loro lotta contro il crimine che affligge
le strade di Chicago.
Guarda il promo
ufficiale di Criminal Minds
11×01, il primo episodio che si intitolerà “The
Job” e che darà il via all’undicesimo ciclo di episodio di Criminal
Minds.
Il network americano della Showtime
ha diffuso le foto promozionali di Homeland
5×03, il terzo episodio che si
intitolerà “Super Powers“:
[nggallery id=1928]
Homeland – Caccia alla
spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense
prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana
Hatufimcreata da Gideon Raff.
La serie ha per protagonisti Carrie
Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine
statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che
Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra,
faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio
significativo per la sicurezza nazionale.
Il network americano della ABC ha
diffuso nuove foto promozionali del cast
di Chicago Fire 4, l’atteso quarto
ciclo di episodi di Chicago
Fire che sta per debuttare.
[nggallery id=2049]
Chicago
Fire è una serie televisiva statunitense in onda sulla
NBC creata da Michael Brandt e Derek Haas e prodotta da Dick Wolf,
trasmessa dal 10 ottobre 2012. In Italia la serie è stata trasmessa
da Premium Action a pagamento dal 7 settembre 2013 e in chiaro da
Italia 1 dal 15 luglio 2014.
La serie segue le vicende di alcuni
pompieri e paramedici del Chicago Fire Department. In ogni puntata
la squadra della caserma 51 sarà messa alla prova da casi sempre
diversi, ma grazie all’esperienza del Capitano Boden e al gioco di
squadra dei suoi due tenenti, Casey e Severide, anche se i due
inizialmente sono in conflitto, tutto si risolverà per il
meglio.
Antonio Monda,
nuovo direttore artistico della Festa di Roma 2015, ha affidato
alla sua pagina Facebook la presentazione del
catalogo di film selezionati per l’evento che si terrà dal 16 al 24
ottobre 2015 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Ecco le sue parole:
Negli ultimi anni, in ogni parte
del mondo, si è assistito ad un aumento incontrollato di festival
cinematografici, che si sono sovrapposti, a volte in maniera
irragionevole e inappropriata, a quelli con una storia consolidata
e gloriosa. Ce ne sono di ogni tipo e qualità, e nel momento in cui
sono stato chiamato ad assumere il ruolo di direttore artistico
dell’evento che si terrà a Roma dal 16 al 24 ottobre, mi sono
immediatamente detto che non avrei contribuito a rafforzare questa
tendenza, che ritengo sterile e nociva. La mia prima decisione è stata
quella di trasformare il Festival in Festa, come peraltro era stata
concepita quando fu fondata, dieci anni fa. Può apparire un gioco
formale e lessicale, ma in realtà si tratta di una differenza
sostanziale: intendo la Festa non solo come un momento di gioia e
aggregazione, ma soprattutto di celebrazione del
cinema.
Credo che questa decisione
rappresenti anche una prima risposta all’osservazione rivolta
ripetutamente ai miei predecessori: quella di aver costruito una
rassegna senza un’identità. Devo ammettere di non aver mai compreso
cosa intendesse esattamente questa annotazione negativa, e mi
auguro che quanto ho avviato stemperi eventuali argomentazioni
pretestuose e giudizi relativi al passato. Ho deciso quindi di cancellare
il concorso, le giurie, le cerimonie di apertura e chiusura: si
tratta di rituali che ritengo ingessati e impropri rispetto a
quello che ho in mente. Per lo stesso motivo ho deciso di annullare
i premi, con l’eccezione di quello del pubblico, tenuto in vita
proprio per sottolineare l’elemento di condivisione popolare: nella
Festa che ho l’onore di dirigere, ogni film ed ogni ospite è un
vincitore nel momento in cui che viene invitato. Un altro elemento che
caratterizza i festival, e rispetto al quale ho voluto dare un
segno forte di discontinuità, è quello delle anteprime. Sono felice
e orgoglioso di poter dire che la Festa avrà una maggioranza
assoluta di anteprime europee e mondiali, ma presenterà anche
alcune anteprime italiane.
Ritengo assurdo e persino ridicolo
che il pubblico che affollerà la Festa di Roma debba essere privato
della possibilità di vedere un film solo perché è stato proiettato
in precedenza a New York o a Parigi. Non credo che la qualità di un
evento si misuri dall’essere riuscito a strappare una pellicola ad
una rassegna rivale, o dall’anticiparne la programmazione di
qualche giorno, ma dal grado di emozione e condivisione che i film
riescono a generare tra il pubblico.
Sono orgoglioso di aver operato una piccola rivoluzione, stabilendo
un’alleanza con un Festival prestigioso come quello di Londra: nel
momento in cui ci siamo resi conto con la direttrice Clare Stewart
che in più di un’occasione avevamo adocchiato gli stessi titoli,
abbiamo deciso di condividere gli inviti, alternando le date delle
anteprime dei film nelle rispettive città. Nel ringraziare Clare
per la collaborazione e la lungimiranza, credo di poter affermare
che siamo riusciti a dare un segno importante, stabilendo un
rapporto curatoriale sano: i beneficiari di questa nostra scelta
saranno gli spettatori di Roma e Londra, che potranno vedere film
altrimenti negati dalla logica miope, arrogante ed egoista
dell’anteprima.
Ho avuto il privilegio di lavorare
con un gruppo di selezionatori di eccellenza, che non potrò mai
ringraziare abbastanza per dedizione e competenza: Alessia Palanti,
appassionata e sferzante; Giovanna Fulvi, saggia e acuta; Francesco
Zippel, energetico ed entusiasta; Alberto Crespi, profondo e
ironico; Mario Sesti, che del gruppo è stato il coordinatore ed ha
portato la sua preziosa esperienza di ex-direttore della sezione
Extra e poi di Taormina, e Richard Pena, che ha accettato questo
lavoro di consulenza dopo aver diretto per venticinque anni il New
York Film Festival: ricordo questi elementi e queste
caratteristiche personali per sottolineare lo spirito collegiale e
di autentica collaborazione che ha animato il nostro lavoro.
Abbiamo ovviamente gusti, formazioni e predilezioni diverse, ma
siamo accomunati dall’amore per il cinema di qualità: voglio
rivelare che sono stati pochissimi i film sui quali non ci sia
stato un parere pressochè unanime. Proprio per segnare la
differenza del nostro sguardo, che si è rivelata una grande fonte
di arricchimento, ho chiesto ad ognuno di scegliere un film
prediletto del passato, che sarà presentato nell’ambito della
Festa: si tratta di un ulteriore segno di condivisione.
Al gruppo dei selezionatori va
affiancata la squadra dell’Ufficio Cinema: Sara Colautti, Marta
Giovannini, Jacopo Mosca, Simona Patrizi e Alessandra Fontemaggi,
che ha diretto la struttura e spesso ha lavorato intere nottate per
rendere possibile la realizzazione del programma. A lei voglio
esprimere pubblicamente un grazie particolare, per l’umiltà con cui
sceglie ripetutamente di non apparire quando meriterebbe invece di
essere al centro di un risultato positivo. All’inizio del nostro lavoro
mi sono limitato a dare ad ognuno dei selezionatori un’indicazione,
sulla quale ci siamo intesi immediatamente, e che si riassume in
tre parole: discontinuità, varietà e qualità.
La ricerca della qualità ci ha
costretto a pronunciare dei “no” dolorosi e a volte inaspettati, ma
credo di poter dire a nome di tutti di essere estremamente
soddisfatto di aver tenuto alta l’asticella. La Festa che abbiamo
organizzato è inclusiva per il pubblico, ma esclusiva per gli
invitati nella lista finale dei 37 film della selezione ufficiale.
Sono molti i titoli di cui siamo sinceramente entusiasti: alcuni
dei registi sono estremamente affermati e di culto, ma ad essi se
ne affiancano altri, più giovani o ancora poco conosciuti,
destinati ad un sicuro avvenire. Ritengo che la mescolanza tra
celebrazione e scoperta rappresenti uno degli scopi principali
della Festa.
Sono felice di aggiungere che nessuno dei selezionatori ha mai
avuto la tentazione di suggerire un film per l’opportunità di
conquistare qualche pagina di giornale grazie da un tema
pruriginoso, o per la presenza di una star: non esiste un brutto
film che trovi redenzione con un bel red carpet o per un articolo
che parli del tema affrontato. È uno dei segni con cui ho voluto
caratterizzare la Festa: troppo spesso, ultimamente, si sono
confusi festival, rassegne e persino premi planetari con sfilate di
moda. Lo dico con il massimo rispetto per chi lavora in quel
settore, ma si tratta di cose estremamente diverse, e il mio
intento è contribuire a riportare il cinema alla sua autentica
essenza: la condivisione, all’interno di uno spazio buio, di
un’emozione generata da una narrazione sul grande schermo. Il
successo della Festa sarà misurato da quell’emozione condivisa, non
altro.
Per quanto riguarda la varietà, il sottoscritto, come tutti coloro
che hanno lavorato alla selezione, crede fermamente nei “generi”, e
ritiene che non ce ne siano di più o meno nobili: esistono
semplicemente film belli e film brutti. Chi parteciperà alla Festa
potrà immediatamente accorgersi dei frutti di questa impostazione:
negli otto giorni di programmazione saranno presentati musical,
documentari, thriller, melodrammi, commedie, animazioni, film
d’azione che a volte sconfinano nel sovrannaturale, serie
televisive e opere di ricerca personale. Chi mi conosce sa quanto
sia refrattario alla schiavitù politicamente corretta delle quote,
ma sono felice di affermare che la varietà dei generi sarà
amplificata ulteriormente dalla differenza di proposte culturali:
le nostre proposte provengono da ogni parte del mondo ed offrono un
affresco ricco e affascinante su come sta evolvendo, in questo
momento, il cinema mondiale.
Riguardo alla discontinuità,
determinante per rendere possibile la rinascita della Festa, credo
che oltre agli esempi già fatti sia esemplare il disegno che ho
voluto dare alla struttura della Festa, divisa in tre fasce: i 37
film della selezione ufficiale; le retrospettive, ed una serie di
incontri, ai quali vanno aggiunti gli omaggi a grandi maestri del
cinema contemporaneo e del passato. Le retrospettive, che saranno
curate da Mario Sesti, offrono un altro segno di varietà: un grande
autore italiano troppo spesso dimenticato come Antonio Pietrangeli,
un cineasta tra i più significativi dell’attuale panorama
internazionale come Pablo Larrain, e la Pixar, che ritengo una
delle realtà più importanti e rivoluzionarie degli ultimi anni.
La retrospettiva
dedicata ad Antonio Pietrangeli e gli omaggi ai maestri si
avvalgono della collaborazione con Luce Cinecittà e la Cineteca
Nazionale: voglio esprimere per questo la mia gratitudine a Roberto
Cicutto ed Emiliano Morreale per aver compreso come l’arte e la
cultura in generale abbiano un fondamentale bisogno di essere
industria e sistema.
Un ennesimo segno di discontinuità
con il passato è offerto dalla diffusione degli eventi nella città:
oltre all’Auditorium, che rimane il centro della Festa, ci saranno
proiezioni organizzati all’interno di alcune tra le più prestigiose
istituzioni della città, a cominciare dal Maxxi e la Casa del
Cinema. È il momento di ringraziare Giovanna Melandri e Giorgio
Gosetti, ricordando parallelamente che alcuni eventi verranno
organizzati in aree finora inedite, come ad esempio il Pigneto: si
tratta di un altro modo di ribadire l’idea di condivisione che è
alla base della filosofia della Festa.
Ritengo che uno dei segni più
importanti di discontinuità sia offerto dagli incontri, che ho
voluto chiamare ravvicinati, in omaggio ad un regista che amo
profondamente e che spero in futuro di poter celebrare. Ogni sera,
nelle sale dell’Auditorium, saliranno sul palcoscenico alcune
grandi personalità dell’arte, dello spettacolo e della cultura che
racconteranno come il cinema ha influenzato la loro vita, e, in
alcuni casi, parleranno del loro amore per il cinema italiano. È il
caso, ad esempio, di due artisti che si esprimono in campi
differenti quali Wes Anderson e Donna Tartt. Credo fermamente nel
dialogo tra le diverse forme espressive, e penso che nel caso di
arte autentica, i linguaggi differenti rappresentino un modo di
intuire l’universale nel particolare, l’assoluto nel dettaglio. E,
per dare un ennesimo segno di discontinuità, ho deciso di affidare
la scelta di una riscoperta anche ad uno dei nostri ospiti:
quest’anno è stata proprio la Tartt che ha scelto un documentario
rarissimo straordinario, intitolato “Holy Ghost People.”
Abbiamo inoltre deciso di
sostituire la classica sigla che precede i film con una serie di
sequenze di scene di festa tratte da pellicole celebri: è un altro
nostro modo di sottolineare la nostra concezione dell’evento e il
nostro amore per il cinema. Infine abbiamo voluto firmare
l’immagine della Festa e il catalogo che state leggendo con una
foto di Virna Lisi, una magnifica attrice che è
riuscita ad essere nello stesso tempo profondamente italiana, anzi
romana, e internazionale: credo che anche questo offra un segno di
cosa voglia essere la Festa.
Sarebbe ipocrita nascondere le
difficoltà nei sette mesi passati dal giorno della mia nomina, a
cominciare dalla contrazione dei giorni di programmazione (nove
anziché dieci), un budget decisamente ristretto rispetto agli anni
precedenti, e la mancata disponibilità della Santa Cecilia, la più
grande delle sale dell’Auditorium, che comporterà un’inevitabile
flessione del numero di spettatori. Ma sarebbe grave non apprezzare
l’opportunità che mi è stata offerta, pur nella difficoltà: da
molto tempo ho fatto mia la definizione di Winston Churchill, il
quale spiegava che la differenza tra un pessimista ed un ottimista
è che il primo vede difficoltà in ogni opportunità e il secondo
opportunità in ogni difficoltà. Voglio essere, anzi sono ottimista
e mi riconosco interamente nel lavoro realizzato: non c’è film o
evento del quale non sia convinto ed orgoglioso. Lotterò perché
l’anno prossimo queste problematiche scompaiano, ma credo che
queste difficoltà ci abbiano spronato a dare il meglio di
noi.
Nel ringraziare gli sponsor, generosi e illuminati, l’intero staff
della Fondazione Cinema per Roma (siete tanti, ma vi abbraccio ad
uno ad uno, a cominciare da Valeria Allegritti), e tutti coloro che
hanno riposto fiducia nel mio lavoro, voglio esprimere il mio
affetto e la mia gratitudine a Piera Detassis, che si è dimostrata
serena e affettuosa nei momenti più difficili, e a Lucio Argano e
Francesca Via, i quali non mi hanno mai fatto mancare il loro
appoggio.
Scrivo queste note a New York, la splendida metropoli nella quale
vivo da ventidue anni. Uno dei tanti privilegi della mia nomina a
direttore artistico è rappresentata dall’opportunità di passare
nuovamente molti mesi a Roma, la città nella quale sono cresciuto:
è di gran lunga la più bella del mondo, e non esiste luogo che
abbia una storia ugualmente ricca e gloriosa. Auspico che in questo
periodo complesso la Festa rappresenti un momento di gioia,
eleganza, condivisione e ulteriore arricchimento.
Come augurio voglio salutarvi scegliere le parole conclusive da
Marcello Mastroianni in “8 ½”. Dopo un momento di crisi, riscopre
la felicità e l’incanto e dice: “è una festa la vita, viviamola
insieme.”
Guarda il nuovo spettacolare promo
di The Walking Dead 6, l’atteso sesto
ciclo di episodio dello show targat AMC. Il nuovo contributo video
si intitola “You Don’t Have a Choice”:
Nel cast di The
Walking Dead6
tornano: Andrew Lincoln, Steven Yeun, Norman Reedus,
Melissa McBride, Chandler Riggs, Lauren Cohan, Danai Gurira,
Sonequa Martin-Green, Alanna Masterson, Michael Cudlitz, Josh
McDermitt, Christian Serratos, Andrew J. West, Seth
Gilliam.
The Walking Dead è
una serie televisiva statunitense prodotta dal 2010. Ideata dal
regista Frank Darabont, la serie è basata sull’omonima serie a
fumetti scritta da Robert Kirkman, anche
produttore esecutivo dello show, illustrata da Tony
Moore e Charlie Adlard e pubblicata dalla
Image Comics. Rispetto al fumetto, di cui comunque vengono seguite
le linee guida a livello di trama, la serie presenta parecchie
novità nella storia, come ad esempio l’introduzione di alcuni
personaggi inediti.
Il network americano della The CW
ha diffuso il nuovo poster promozionale di The
Originals 3, l’atteso terzo ciclo di episodi dello
spin-off di The Vampire Diaries.
The Originals è una
serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie
Plec, che ha debuttato il 3 ottobre 2013 sul network The CW.
Si tratta di uno spin-off della serie televisiva The
Vampire Diaries, il cui backdoor pilot è stato trasmesso
il 25 aprile 2013 come ventesimo episodio della quarta stagione
della serie principale. La serie è ambientata nel quartiere
francese della città di New Orleans e segue le vicende dell’ibrido
Originale Klaus e della sua famiglia.
Mentre cresce l’attesa del debutto di Agents of SHIELD 3, oggi
il network americano della ABC ha diffuso la prima foto ufficiale
del nuovo bus, Zephyr One:
Marvel’s Agents of
S.H.I.E.L.D., nota semplicemente come Agents of
S.H.I.E.L.D., è una serie televisiva statunitense creata
per la ABC da Joss Whedon, Jed Whedon e Maurissa Tancharoen e
basata sull’agenzia di spionaggio S.H.I.E.L.D. (Strategic Homeland
Intervention, Enforcement and Logistics Division) dei fumetti
Marvel Comics, un’organizzazione dedita al
mantenimento della pace in un mondo popolato dasupereroi e altri
creature sovrannaturali. La serie è ambientata all’interno del
Marvel Cinematic Universe (MCU), in continuità con i film e le
altre serie televisive del franchise. La serie rappresenta il primo
prodotto live action della Marvel Television ed è prodotto in
collaborazione con gliABC Studios e Mutant Enemy; Jed Whedon,
Tancharoen e Jeffrey Bell sono gli showrunner.
La serie è incentrata sulle
missioni del personaggio di Phil Coulson, già apparso nei film e
interpretato da Clark Gregg, e della sua squadra di agenti
S.H.I.E.L.D. per far fronte a misteri e nemici inusuali, tra cui
l’HYDRA e gli Inumani. Joss Whedon cominciò a lavorare alla serie
dopo il successo del film The Avengers, e nell’ottobre 2012
venne confermato il ritorno di Gregg. La serie è stata
ufficialmente ordinata dalla ABC nel maggio 2013 ed è interpretata
da Gregg, Ming-Na Wen, Brett Dalton, Chloe Bennet, Iain De
Caestecker ed Elizabeth Henstridge, ai quali si sono aggiunti nelle
stagioni seguenti Nick Blood, Adrianne Palicki, Luke Mitchell e
Henry Simmons. Nel corso della narrazione sono apparsi vari
personaggi appartenenti sia ai film che ai fumetti e gli stessi
protagonisti, concepiti appositamente per il telefilm, sono stati
introdotti nell’universo Marvel.
Il network americano della CBS ha
diffuso il promo ufficiale di The Big Bang Theory
9×03, il terzo episodio che si intitolerà “The
Bachelor Party Corrosion” :
Il network americano della
ABC ha diffuso i dettagli
di Grey’s Anatomy 12×02, il secondo
episodio che si intitolerà “Walking Tall” e che andrà in onda
questa settimana.
In Grey’s Anatomy
12×02 Baily sente la pressione nell’affrontare il suo
primo giorno in amministrazione; nel frattempo il matrimonio di
April è in pericolo e si ritrova incapace di risolvere i suoi
problemi. Meredith invece fatica a destreggiarsi tra tutte le sue
responsabilità e Amelia lavora per definire la sua relazione con
Owen.
Il network americano della
FOX ha diffuso il promo di Gotham
2×03, il terzo episodio della seconda stagione che si
intitolerà “The Last Laugh” e che andrà in onda
prossima settimana.
Ecco delle nuove immagini da
Spectre, pubblicate sul nuovo numero di
Empire Mag. Nelle foto possiamo vedere il regista Sam
Mendes a lavoro con il cast, in particolare con
Daniel Craig, 007 in persona, e Christoph
Waltz, il villain di questo episodio.
[nggallery id=1264]
Il film, diretto da Sam
Mendes (American Beauty,
Skyfall), uscirà nelle sale il prossimo 6 novembre.
Bond sarà impegnato a scoprire la terribile verità dietro
all’organizzazione criminale SPECTRE (aka Special Executive for
Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion), mentre M
combatte le forze politiche per tenere in vita i servizi
segreti.
A fianco di Daniel
Craig, che vedremo vestire i panni di James Bond per la
quarta volta, ci saranno Ben Wishaw (nel
ruolo di Q), Naomie
Harris (Moneypenny), Ralph
Fiennes (M), Christoph
Waltz (Oberhauser), Monica
Bellucci (Lucia Sciarra), David
Bautista (Mr. Hinx), Léa
Seydoux (Madeleine Swann) e Stephanie
Sigman (Estrella).
Guarda il Full Trailer di
The X-Files, l’atteso ritorno dello show
cult che sarà trasmesso sul network americano FOX. Il nuovo
contributo video si intitola “The Truth Is Still Out
There”:
X-Files è una serie televisiva
statunitense ideata da Chris Carter e prodotta dalla FOX a partire
dal 1993. Ha avuto un enorme impatto grazie ai vari temi trattati
come il paranormale, le teorie del complotto, mutazioni genetiche,
UFO ed alieni.
Ciascun episodio, pur essendo
narrativamente auto conclusivo (salvo alcune eccezioni di storie
sviluppate in due o anche tre episodi), talvolta tratta temi
ricorrenti. Argomenti quali il governo ombra, l’interferenza aliena
(in particolare il rapimento alieno) e l’imminente primo contatto
alieno, vengono sviluppati in vari episodi di ogni stagione del
telefilm. Tali sviluppi narrativi sono comunemente noti come la
mitologia di X-Files.
Vincitrice del Golden Globe per la
miglior serie drammatica nel 1995, nel 1997 e nel 1998, tra la
prima e la seconda stagione ha avuto un aumento dell’audience del
42% diventando lo spettacolo televisivo più seguito negli Stati
Uniti. Ha al suo attivo ben 9 stagioni terminate con gli ultimi due
episodi dove vengono risolti in parte gli interrogativi sulla
mitologia di X-Files lasciati in sospeso nelle stagioni
precedenti. Nel 2002, la rivista americana TV Guide la ha
inserita al trentasettesimo posto nella classifica de I migliori 50
spettacoli televisivi di tutti i tempi.
Il network americano della The CW ha diffuso cinque
minuti di clip da Arrow 4,
l’attesissimo quarto ciclo dello show targato DC con protagonista
Stephen Amell.
[nggallery id=1879]
Arrow è una serie
televisiva statunitense sviluppata da Greg Berlanti, Marc
Guggenheim e Andrew Kreisberg. È basata sul personaggio di Freccia
Verde, supereroe protagonista di una serie di fumetti pubblicata da
DC Comics. Viene trasmessa dal 10 ottobre 2012 sul canale The CW.
In Italia la serie è stata trasmessa in prima visione su Italia 1
dall’11 marzo al 27 maggio 2013. Dal 10 gennaio va in onda in
Italia la seconda stagione su Italia 1, anche se precedentemente la
versione sottotitolata in italiano della stessa stagione è stata
trasmessa dal 22 ottobre 2013 suPremium Action.
Fandango ha diffuso online il primo
teaser di The Forest, il thriller
soprannaturale con Natalie Dormer (Game of Thrones) e
Taylor Kinney (Chicago Fire),
diretto da JasonZada e basato
su un’idea originale di David S. Goyer.
The
Forest racconta la storia di una giovane donna
americana che va alla ricerca di sua sorella gemella,
misteriosamente scomparsa. Nonostante tutti gli avvertimenti, Sara
entra nel bosco determinata a scoprire la verità sul destino di sua
sorella, solo per confrontarsi con le anime tormentate e arrabbiate
dei morti che si aggirano nella foresta.
La sceneggiatura è stata scritta da
Sarah Cornwell e Nick Antosca. La
data di uscita nelle sale americane è prevista per l’8
gennaio 2016.
Nuovo progetto all’orizzonte per
Jeremy Saulnier, regista del thriller horror
Green Room con protagonista Patrick
Stewart. Saulnier, infatti, collaborerà nuovamente con la
A24 per Hold the Dark,
adattamento cinematografico del bestseller di William
Giraldi.
Il film, che sarà sceneggiato da
Macon Blair, verrà prodotto da Eva Maria Daniels
della VisionChaos Productions e
a Russell Ackerman e John Schoenfelder
dellaAddictive Pictures.
Hold the Dark, ambientato
in Alaska, racconterà la storia di un bambino che viene strappato
al suo villaggio da un branco di lupi. Un esperto cacciatore viene
reclutato per seguirne le tracce e riportarlo alla sua famiglia. Il
viaggio alla ricerca del bambino scomparso, però, lo condurrà in un
sentiero sempre più oscuro e sconvolgente dove l’uomo si troverà a
fare i conti non solo con la natura, ma anche con se stesso.
Continuano le riprese di
Once Upon a Time 5 e oggi dal set
arrivano le foto dell’episodio 7, la puntata che sarà dedicata a
Nimue, il grande amore di Merlino.
[nggallery id=1836]
C’era una volta (Once Upon a Time)
è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, in onda
sulla ABC dal 23 ottobre 2011. La serie è liberamente ispirata a
leggende e ai racconti classici della letteratura fantasy e
soprattutto delle fiabe, ma impostati al giorno d’oggi, facendo
spesso riferimento ai film d’animazione Disney tratti dagli stessi,
da cui si riprendono nomi, personaggi e luoghi specifici. Nel 2013
ne è stato tratto uno spin-off: Once Upon a Time in Wonderland.
In occasione della promozione di
Sopravvissuto The Martian, lo sceneggiatore Drew
Goddard ha parlato di Daredevil,
la serie tv da lui ideata per Netflix e basata
sull’omonimo personaggio dei fumetti Marvel.
Goddard ha rivelato che, in origine,
l’idea non era quella di realizzare una serie tv, ma bensì un nuovo
film dedicato all’avvocato Matt Murdock che di
notte combatte il crimine nei panni di Daredevil: “Andai dalla
Marvel e parlammo della possibilità di realizzare un film – ha
detto Goddard a IGN – É successo un paio d’anni fa, molto dopo
il film con Ben Affleck. Ma non erano convinti, soprattutto per una
questione economica. C’era poi tutta la questione legata al
personaggio e al fatto che, in fin dei conti, Matt Murdock non è
uno che deve salvare il mondo: è soltanto un personaggio che fa
giustizia per le strade di Hell’s Kitchen…
…La verità è che ci saremmo
sentiti molto più liberi facendo una serie tv. Avremmo potuto dare
al personaggio una dimensione più adulta. Realizzare una serie tv
ci ha permesso di esplorare al meglio il personaggio. E poi, se
fosse arrivato nuovamente al cinema, con le nostre idee sarebbe
stato sicuramente vietato ai minori. Netflix è stata la vera “casa”
di questo nuovo Daredevil.”
In seguito al successo di
The LEGO Movie, ecco arrivare la
“risposta cinematografica” dei diretti concorrenti della
Playmobil. Ben presto, infatti, arriverà al
cinema un film dedicato proprio alla popolare linea di action
figure prodotta dalla società tedesca Geobra
Brandstätter a partire dal 1974.
Il film non sarà una produzione
americana, ma bensì una produzione francese che vedrà coinvolti
Wild Bunch, Pathe e la ON
Animation Studios gestita da Dimitri
Rassan e Aton Soumache.
La pellicola, che si intitolerà
Playmobil: Robbers, Thieves & Rebels,
verrà distribuita in America dalla Cross Creek,
già responsabile delle recenti produzioni di film come
Everest e Black Mass. Il film dovrebbe essere il
primo capitolo di una trilogia e sarà diretto e sceneggiato da
Bob Persichetti (Monsters vs. Aliens,
Shrek 2).
Per diverso tempo si è parlato di un
possibile film dedicato a Spider Gwen,
adattamento della serie a fumetti della Marvel incentrata sul
personaggio di Gwen Stacy. La stessa Emma
Stone (che ha interpretato proprio Gwen in The
Amazing Spider Man 1 e 2)
ha rivelato, in un’intervista con MTV News dello scorso giugno
(qui), di essere interessata nel caso il film
dovesse mai vedere la luce.
Ad oggi non ci sono stati più
aggiornamenti circa il progetto. In attesa di eventuali sviluppi,
vi mostriamo di seguito un bellissimo trailer fan made che ci
mostra come potrebbe essere la Stone nei panni della
supereroina:
La Weinstein Company ha diffuso
online il trailer ufficiale di Burnt, la
nuova commedia di John Well interpretata dal
candidato all’Oscar Bradley Cooper (Il lato
positivo, America Sniper).
Adam Jones è un cuoco che ha
distrutto la sua carriera facendo uso di droghe e comportamenti
eccentrici. Decide di rimettersi in riga e tornare a Londra per
riscattarsi guidando un ristorante di alto livello in grado di
fargli guadagnare tre stelle Michelin.
Sceneggiato da Steven
Knight (Locke), Burnt annovera nel cast
anche Emma Thompson, Daniel Brühl (Il quinto
potere, Rush), Jamie Dornan (50 Sfumature
di Grigio), Alicia Vikander (Ex Machian,
The Danish Girl), Uma Thurman e Lily
James (Cenerentola). Il film uscirà in Italia il
prossimo 29 ottobre.
Il produttore Jon
Landau ha diffuso online, via Twitter, quello che sembra
essere (vista anche la didascalia che lo accompagna) il primo
artwork ufficiale di Avatar
2, primo dei tre attesissimi sequel del
blockbuster di James Cameron, la cui uscita al
cinema è fissata per dicembre del 2017.
L’artwork ci permette di dare un
primo sguardo a quello che dovrebbe essere il personaggio di
Neytiri
(interpretato da Zoe Saldana).
Potete vedere la foto di
seguito:
Ricordiamo che
Avatar 2 vedrà il ritorno di Sam
Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang e Sigourney
Weaver. I sequel sono stati scritti da James
Cameron insieme a Josh Friedman, Rick Jaffa, Amanda Silver
e Shane Salerno. L’uscita dei tre seguiti è prevista per il
dicembre del 2017, 2018 e
2019.
L’affermazione può sembrare un po’
controversa, ma Matt Damon ha sicuramente dato una
spiegazione argomentata e plausibile a ciò che ha dichiarato.
Second l’attore di The
Martian infatti i suoi colleghi dovrebbero essere
discreti e silenzioni in merito alla loro privacy, soprattutto per
quanto riguarda la sessualità “che è una grande parte di come è
una persona”. “Che tu sia gay o etero – ha dichiarato
Damon – le persone non dovrebbero sapere nulla della tua
sessualità perché è uno dei misteri che si dovrebbero mettere in
scena (con il lavoro d’attore, ndr.)”.
Siete d’accordo? Vedremo
Matt Damon al cinema dall’1 ottobre in
Sopravvissuto – The Martian.
[nggallery id=1688]
Ecco la sinossi:
Durante una missione su Marte,
l’astronauta Mark Watney (Matt Damon) viene
considerato morto dopo una forte tempesta e per questo abbandonato
dal suo equipaggio. Ma Watney è sopravvissuto e ora si ritrova solo
sul pianeta ostile. Con scarse provviste, Watney deve attingere al
suo ingegno, alla sua arguzia e al suo spirito di sopravvivenza per
trovare un modo per segnalare alla Terra che è vivo.
A milioni di chilometri di distanza,
la NASA e un team di scienziati internazionali lavorano
instancabilmente per cercare di portare “il marziano” a casa,
mentre i suoi compagni cercano di tracciare un’audace, se non
impossibile, missione di salvataggio.
Sopravvissuto – The
Martian vede protagonisti anche un cast d’eccezione
composto da Kate Mara, Jessica Chastain, Kristen Wiig,
Sebastian Stan, Sean Bean, Michael Peña, Mackenzie Davis, Chiwetel
Ejiofor e Jeff Daniels.
The
Revenant, prodotto da Annapurna Pictures, New Regency
e la Ratpac Entertainment di Brett Ratner,
dovrebbe avere un’uscita limitata il giorno di Natale (in tempo per
concorrere agli Oscar) ed espandere il numero di sale l’8
gennaio 2016. La Fox non nasconde di mirare nuovamente alla
statuetta più ambita dopo aver fatto centro con 12 anni
schiavo e Birdman.
Il film, scritto da Mark L.
Smith e dallo stesso Inarritu, uscirà a settembre 2015 e
sarà distribuito dalla Fox.
Nel 1823 il cacciatore di pelli Hugh
Glass (Leonardo DiCaprio) si unisce alla Rocky
Mountain Fur Co. per avventurarsi in un territorio inesplorato in
cerca di nuove pelli. Dopo essere stato aggredito da un grizzly che
lo ha quasi ucciso, l’uomo viene preso in custodia da due volontari
della compagnia, il rude mercenario John Fitzgerald e il giovane
Jim Bridger, futuro “Re degli Uomini delle Montagne”. Quando gli
indiani assaltano il loro accampamento, Fitzgerald e Bridger
abbandonano Glass al suo destino dopo averlo derubato delle armi e
degli oggetti di sua proprietà. Isolato, privo di difese e furioso,
Glass giura di sopravvivere per vendicarsi.
Il film è la seconda collaborazione
di Inarritu con la New Regency dopo
Birdman.
Dramma familiare e sentimentale,
Padri e figlie è caratterizzato da una struttura
bipartita che alterna al montaggio sequenze del passato e del
presente della storia, con un salto di ben trent’anni, con
l’obiettivo di affondare le radici in due momenti altrettanto
cruciali della vita dei protagonisti. Per quanto riguarda l’aspetto
registico, ogni tanto purtroppo si cade nel vizio di indugiare più
del necessario sul finale di una situazione e/o di una reazione di
personaggio, quando si potrebbe tagliare leggermente prima.
Nonostante queste sottolineature di
troppo e nonostante l’intreccio non sia sempre perfettamente
credibile e scevro da qualche caduta di stile e/o mancanza di
ironia, nel complesso stavolta il regista porta a casa un buon
dramma, nel quale il pubblico femminile – target principale del
film – può tranquillamente identificarsi viste le ottime capacità
empatiche e interpretative di
Amanda Seyfried e l’indiscutibile bravura e
credibilità e di Russell Crowe in qualità di padre tendente
pressoché ad una tenera ma non stucchevole perfezione. I due
personaggi e protagonisti principali, padre e figlia appunto, fanno
decisamente la differenza in Padri e figlie,
mentre alcuni personaggi secondari non risultano perfettamente
sfaccettati, se non a volte didascalici nella loro funzione di
aiutanti o villain dell’amore padre/figlia, il che è un po’ un
peccato visto che suonano come note stonate in un drama non
originalissimo ma che fa il suo compito, soprattutto per quanto
riguarda l’atmosfera generale del film.
Costumi, scenografie, musica e una
fotografia molto calda coadiuvano a creare un look molto ben
definito e un mondo narrativo coerente, molto riuscito soprattutto
nella parte del film Padri e figlie, ambientata
negli anni Ottanta dell’infanzia della piccola Kate. Quest’ultima è
interpretata dalla piccola Kylie Rogers (già vista
nella serie TV The Whispers): la piccola
talentuosa senza dubbio riesce a regalare insieme a Crowe i momenti
più intensi della pellicola.
Mia Wasikowska ha
incontrato per la prima volta il grande pubblico nel 2010,
nonostante avesse alle spalle una carriera già piuttosto impegnata
tra cinema e tv. Il film però non è stato un successo e non è
mancata la sorpresa quando, all’annuncio del sequel,
Alice Through the Looking Glass – Alice Attraverso lo
Specchio, la Wasikowska ha confermato la sua
partecipazione, anche ora che la sua carriera va a gonfie vele e
può vantare collaborazioni con registi e attori molto
importanti.
Ospite a Roma per presentare
Crimson Peak, l’attrice ha così spiegato
il motivo che l’ha spinta ad accettare: “Non avevo scelta”
ridendo e lasciando intendere vincol contrattuali ai quali non si
poteva sottrarre, salvo poi continuare “questa volta il
progetto è un po’ diversoC’è un altro regista e l’approccio sarà
diverso, molta meno CGI e molte più cose concrete, oggetti sul set
con cui interagire”.
Che vi aspettate da questo
sequel?
Il film si basa su una specie di
romanzo sequel,Attraverso lo Specchio, che
Lewis Carroll scrisse proprio come seguito ideale
a Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Nel
cast, oltre a Mia Wasikowska (Alice), anche
Johnny Depp (il Cappellaio Matto), Helena
Bonham Carter (La Regina Rossa), Matt
Lucas (PincoPanco, PancoPinco), Stephen
Fry (Stregatto), Alan Rickman
(Brucaliffo), Michael Sheen (Bianconiglio),
Timothy Spall (Bayard), Paul Whitehouse,
Barbara Windsor, Rhys Ifans (Zanik Hightopp, il padre
del Cappellaio), Sacha Baron Cohen (Time),
Ed Speelers (James Harcourt) e Toby
Jones (la voce di Wilkins).
Minuta e sorridente, con un pixie
cut che le sta d’incanto, l’incarnato chiaro e gli occhi vispi,
Mia Wasikowska, ultima eroina di Guillermo
Del Toro in Crimson Peak, ha
interpretato tanti personaggi femminile forti e avventurosi, tanto
che quando la si scopre così timida appare quasi strano. Una
carriera cominciata con Alice in
Wonderland di Tim Burton e
proseguita poi con una lunghissima serie di registi e personaggi
importanti.
Vitalità e determinazione, ma anche
intelligenza e ingenuità, sono le caratteristiche della sua Edith
Cushing: “In lei c’è una forza interiore notevole, una
determinazione che magari all’inizio sembra assente, ma che
lentamente emerge nella storia”.
Per prepararsi al ruolo
Mia ha letto tanto, non solo le dettagliate biografie del
personaggio scritte per tutto il cast da Guillermo Del
Toro in persona, ma anche romanzi e letteratura gotica,
anche il Frankenstein di Mary Shelley.
“Devo ammettere che non sapevo molto di lei, prima di questo
film. Anzi, non sapevo nemmeno che Frankenstein fosse stato scritto
da lei. Per Crimson Peak ho ricevuto una vera e
propria educazione sul gotico”.
In questo modo l’attrice australiana
colma una lacuna nella sua vasta conoscenza dei classici della
letteratura, che tante volte ha portato sullo schermo, da Jane
Eyre a Madame Bovary: “Nella mia carriera sono
stata molto fortunata, ho avuto la possibilità di interpretare
personaggi meravigliosi. Mi piace molto lavorare sui classici e
sugli adattamenti, mi piace pensare che sia una riproposizione
sempre nuova di storie che continuano a risuonare anche nel
presente”.
Per quanto riguarda invece le sue
origini eil proliferare a Hollywood di talenti asutraliani, Mia
abbozza un sorriso timido e dice: “Non so come mai, un caso, o
forse qualcosa nell’aria”. Ma non è ugualmente indecisa quando
ci dice quello che la spaventa di più: “Le persone, non i
fantasmi. Credo in queste cose come se fossero emozioni o
esperienze, ma le persone sono più spaventose”.
Fast and Furious
8 è ancora alla ricerca di un regista, nonostante sia
già stata decisa la data di uscita, fissata per il 14
aprile 2017. Eppure negli ultimi giorni, sono uscite delle
voci riguardanti la possibilità di dirigere il prossimo capitolo
dallo stesso Vin Diesel, star della saga. L’attore
ha scritto ai suoi fan, sulla pagina Facebook, spiegando la
situazione, e ringraziandoli per l’affetto nei suoi confronti.
”I fan della saga Fast and
Furious sono i migliori fan del mondo. Da quando sono diventato
produttore nel 2008, siete stati con me in ogni passo del mio
cammino, dandomi feedback davvero importanti. Il mio partner di
produzione, Neal [H. Moritz], vorrebbe che fossi io a dirigere il
prossimo film, ma questo è un franchise speciale e queste sono
questioni che vanno affrontate con molta cura. Per essere chiari, a
nessuno è stata offerta la regia di Furious 8, lo stesso vale per
lo script. La Universal è stata troppo buona con me e fiduciosa
della mia visione, sono come una famiglia… Ho promesso allo studio
che farò un’ultima trilogia, per porre fine alla saga. Annuncerò il
regista nel mio prossimo post…”
Non si capisce bene, se questa
ultima trilogia comprenda anche Fast and Furious
7, oppure se si tratti di altri tre film, l’8, il 9 e
il 10. In ogni caso non ci resta che aspettare un nuovo post, che
svelerà il nuovo regista.
Camicia azzurra, in tinta con gli
occhi, fisico snello, sorriso pronto e grande affabilità.
Tom Hiddleston si presenta prima di cominciare la
sua chiacchierata con la stampa in una comoda suite dell’Hotel De
Russie di Roma. “Piacere, Tom“. È veramente un piacere
sentirlo parlare con spirito, acume e gentilezza di
Crimson Peak, l’ultimo film di
Guillermo Del Toro che è venuto a
presentare in Italia insieme a Mia Wasikowska, sua
compagna di set.
Ovviamente la priam cosa che ci
racconta è il motivo che l’ha spinto a scegliere di parteciare alla
storia horror del regista messicano. “Ci sono stati tanti
motivi, tanti livelli di fascinazione in questa storia – ha
spiegato – C’è un amore gotico, un gentiluomo elegante,
carismatico che però nasconde chiaramente un mistero, ha il fascino
del potere, del suo nome di nobile inglese, ma dietro aquesta
facciata c’è la colpa e la vergogna, ma anche una grande
vulnerabilità. Mi piace che ad un certo punto della storia trova
anche un nuovo coraggio. La sua complessità mi ha
convinto”.
Il personaggio in
questione è Thomas Sharpe, nobile inglese con nient’altro che un
buon nome, una vecchia casa e un segreto. Un ruolo complicato che
doveva essere di Benedict Cumberbatch. “Gli
attori sono sempre in trattative per tanti ruoli – ha spiegato
Tom Hiddleston – Non credo che Benedict fosse così coinvolto.
Mia (Wasikowska, ndr.) non doveva essere Edith invece, ma dipende
da tante cose, forse ben era impegnato. Poi ha chiesto a me, ha
fatto delle modifiche per me. È questo il modo in cui funziona.Ho
letto il copione per la prima volta di mercoledì, e giovedì ero già
in volo per un pranzo di lavoro con Guillermo in Canada e al
venerdì stavo già visitando i set in costruzione”.
Per quanto riguarda invece il
processo di costruzione del personaggio,Hiddleston è stato aiutato
dalla costumista del film, Kate Hawley, che gli ha
mostrato quadri simbolo del romanticismo (come il“Viandante davanti a un mare
di nebbia” di Caspar David Friedrich), immagini
diLord
Byrone
immagini delle miniere inglesi del primo Novecento: “Ma a
differenza di altri grandi eroi romantici, dietro la maschera di
orgoglio di Thomas c’è ancora più dolore”. Parte
importantissima, nella finzione del film e nella realizzazione
dello stesso, è la casa, un set imponente che Del Toro ha voluto
venisse costruito.
“Come attore, è tutto più facile
quando hai un set fisico e reale a disposizione. Devo essere
realistico in situazioni immaginarie e qui è stato particolarmente
più bello proprio per il numero di cose con cui potevo
interagire”.
Per quanto riguarda invece il
rapporto con il regista, Guillermo Del Toro,
Hiddleston ha raccontato: “Guillermo ci ha chiesto di sentire
molto profondamente, di essere schiavi delle nostre emozioni di
quelle dei nostri personaggi e come attore è stata una cosa molto
divertente – dice – Le passioni di questo film sono
davvero trascinanti, e Guillermo, se fosse qui, direbbe che le
emozioni non sono più cool e che il nostro tentativo è stato quello
di farle tornare tali” salvo poi correggersi poco dopo “Mi
sono appena reso conto di aver detto che le emozioni non sono coll
in Italia, non si può dire una cosa del genere nella patria di
Puccini”.
E Tom crede ai fantasmi? “Credo
che tutti i bambini sono affascinati dal paranormale, mi piacevano
molto le storie di fantasmi da piccolo. Soprattutto quelle
diM.R.
James, ma perfino i Ghostbusters. Ai
fantasmi non credo, ma penso ancora che i luoghi possano mantenere
traccia delle emozioni e degli eventi forti o traumatici che lì
sono avvenuti. No, non credo ai fantasmi, ma cerco di avere una
mente aperta”.
Su quello che ha apprezzato di più a
lavorare con Del Toro, Tom Hiddleston sorprende: “Tutti
conosciamo Guillermo come un personaggio appassionato, accogliente,
cinefilo e davvero dedito a tutto ciò che fa. La cosa che non tutti
sanno è che è anche molto saggio. Una volta mi ha detto ‘nella vita
agistono due forze, l’amore e la paura’”.
Ma che cosa fa davvero paura a Tom
Hiddleston? Ancora una volta l’attore inglese non delude e dà una
risposta magnifica: “La mancanza di cura verso gli altri”.
L’attrice Rachel
Weisz ha sfilato sul red carpet alla 53esima edizione
del New York Film Festival, per promuovere il suo film
The Lobster. Con lei anche la co-star del
film Ariane Labed e il
regista Yorgos Lanthimos.
La Weisz è apparsa davvero
meravigliosa nel suo abito firmato Marc Jacobs, abbinato
alle scarpe Bally e alla borsa Ferragamo.
The
Lobster è ambientato in un futuro distopico in cui,
per legge, le persone single vengono invitate a trasferirsi in un
hotel e obbligati a trovare un compagno o una compagna entro 45
giorni. In caso contrario, le persone verranno trasformate in un
animale e lasciate nei boschi.
L’attrice la rivedremo presto anche
nel prossimo film Mia cugina Rachele, al
quale si è aggiunto di recente Sam Claflin.