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EFA 2013 ecco i nominati

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EFA 2013 ecco i nominati

European Film Academy 2013 logoAl Seville European Film Festival,  European Film Academy ed  EFA Productions hanno annunciato le nomination per la  26ma  edizione degli European Film Awards. Gli oltre 2900 membri dell’EFA voteranno ora i vincitori che saranno annunciati nel corso della cerimonia di premiazione il  7 Dicembre a Berlino.

I nominati  sono:

FILM EUROPEO 2013

LA MIGLIOR OFFERTA                                              

Italia, 130 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Giuseppe Tornatore
PRODOTTO DA: Isabella Cocuzza & Arturo Paglia

BLANCANIEVES

Spagna/Francia, 104 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Pablo Berger
PRODOTTO DA: Ibon Cormenzana, Jérôme Vidal & Pablo Berger
THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Belgio, 100 min
DIRETTO DA: Felix van Groeningen
SCRITTO DA: Carl Joos & Felix van Groeningen
PRODOTTO DA: Dirk Impens
LA GRANDE BELLEZZA
Italia/Francia, 140 min
DIRETTO DA: Paolo Sorrentino
SCRITTO DA:: Paolo Sorrentino & Umberto Contarello
PRODOTTO DA: Nicola Giuliano & Francesca Cima
OH BOY!
Germania, 83 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Jan Ole Gerster
PRODOTTO DA: Marcos Kantis & Alexander Wadouh
LA VIE D’ADELE: CHAPITRES 1 & 2 
Francia, 179 min
DIRETTO DA: Adellatif Kechiche
SCRITTO DA:: Abdellatif Kechiche & Ghalya Lacroix
PRODOTTO DA: Brahim Chioua, Vincent Maraval & Abdellatif Kechiche
 COMMEDIA EUROPEA 2013
LOS AMANTES PASAJEROS
Spagna, 90 min
SCRITTO & DIRETTO DA: Pedro Almodóvar
PRODOTTO DA: Agustín Almodóvar & Esther García
BENVENUTO PRESIDENTE!
Italia, 100 min
DIRETTO DA : Riccardo Milani
SCRITTO DA: Fabio Bonifacci
PRODOTTO DA: Nicola Giuliano & Francesca Cima
DEN SKALDEDE FRISØR (LOVE IS ALL YOU NEED)
Danimarca, 111 m
DIRETTO DA: Susanne Bier
SCRITTO DA: Anders Thomas Jensen & Susanne Bier
PRODOTTO DA: Sisse Graum Jørgensen, Vibeke Windeløv
SVECENIKOVA DJECA (THE PRIEST’S CHILDREN?
Croazia/Serbia, 93 min
DIRETTO DA: Vinko Brešan
SCRITTO DA: Mate Matišić & Vinko Brešan
PRODOTTO DA: Ivan Maloča
REGISTA EUROPEO 2013
Pablo Berger per BLANCANIEVES
Felix van Groeningen per THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Abdellatif Kechiche per LA VIE D’ADELE (Adele)
François Ozon per DANS LA MAISON (In the House)
Paolo Sorrentino per LA GRANDE BELLEZZA 
Giuseppe Tornatore per LA MIGLIOR OFFERTA

ATTRICE EUROPEA 2013

Keira Knightley in ANNA KARENINA
Veerle Baetens in THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Barbara Sukowa in HANNAH ARENDT
Naomi Watts in LO IMPOSIBLE (The Impossible)
Luminita Gheorghiu in POZITIA COPILULUI (Child’s Pose)

ATTORE EUROPEO 2013

Jude Law in ANNA KARENINA
Johan Heldenbergh in THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
Fabrice Luchini in DANS LA MAISON (In the House)
Toni Servillo in LA GRANDE BELLEZZA
Tom Schilling in OH BOY

SCENEGGIATORE EUROPEO 2013

Tom Stoppard per ANNA KARENINA
Giuseppe Tornatore per LA MIGLIOR OFFERTA
Carl Joos & Felix van Groeningen per THE BROKEN CIRCLE BREAKDOWN
François Ozon per DANS LA MAISON (In the House)
Paolo Sorrentino & Umberto Contarello per LA GRANDE BELLEZZA 

EFA – European Film Awards: nomination come miglior attore a Pierfrancesco Favino

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La European Film Academy ha candidato come finalista Pierfrancesco Favino nella categoria MIGLIOR ATTORE alla 35ª edizione degli EFA – European Film Awards per la sua interpretazione nel film Nostalgia di Mario Martone,  film che rappresenterà l’Italia agli Oscar 2023 nella selezione per la categoria “Miglior Film Internazionale”. La serata di premiazione degli EFA, i più importanti premi cinematografici europei, sarà sabato 10 dicembre in Islanda a Reykjavík.

  • “Da membro dell’EFA da tanti anni sono ancora più orglioso di ricevere questa candidatura per Nostalgia di Mario Martone. Ringrazio lui di avermi portato con sé in questo viaggio e tutti i votanti per questo privilegio. Viva il cinema.” Pierfrancesco Favino
  • Pierfrancesco Favino di Nostalgia non è solo il protagonista, è un’anima. Sono felice per la sua candidatura, che rappresenta con forza il film e tutti noi.”  Mario Martone

Nostalgia, il film

Nostalgia ha partecipato In Concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes, riscuotendo molto successo tra il pubblico e la critica. Successivamente ha ottenuto cinque Nastri d’Argento per la Miglior Regia a Mario Martone, il Migliore Attore Protagonista a Pierfrancesco Favino, la Migliore SceneggiaturaMario Martone e a Ippolita Di Majo e per il  Migliore Attore Non ProtagonistaFrancesco Di Leva e a Tommaso Ragno.

Il film, che vede nel cast insieme a Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano e Virginia Apicella, è una produzione PICOMEDIA MAD ENTERTAINMENT in associazione con MEDUSA FILM e in coproduzione con ROSEBUD ENTERTAINMENT PICTURES.

Edward Zwick a lavoro sull’assassino americano

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Edward Zwick, da poco passato al cinema con successo con Amore e Altri Rimedi, sta ufficialmente lavorando alla sceneggiatura del prossimo film American Assassin.

Edward Norton: 10 cose che forse non sai sull’attore

Edward Norton: 10 cose che forse non sai sull’attore

Edward Norton è uno di quegli attori di Hollywood che non ama molto far parlare di sè, se non quando si tratta di dare rilevanza a delle campagne umanitarie. L’attore, infatti, è coinvolto, sia come fondatore, che come membro, di diverse azioni e associazioni umanitarie e ambientali. Talento pazzesco, viso particolare e capelli biondissimi sono caratteristiche che hanno sempre contraddistinto l’attore americano, protagonista sia si film storici e di magia, ma anche di cinecomic.

Ecco dieci curiosità su Edward Norton.

I film da attore e da regista di Edward Norton

I film da giovane di Edward Norton

1. Edward Norton: i film e la carriera. L’attore americano ha debuttato nel 1996 nel film Schegge di paura, che lo rende subito molto celebre. Nello stesso anno partecipa a Larry Flynt – Oltre lo scandalo e in Tutti dicono I Love You. Negli anni successivi lavora in American History X (1998), Fight Club (1999), The Score (2001), Frida (2002), Red Dragon (2002), La 25ª ora (2002) e The Italian Job (2003). Negli anni a venire ha recitato in molti film di successo, come Il velo dipinto (2006), The Illusionist – L’illusionista (2006), L’incredibile Hulk (2008), Fratelli in erba (2009), Stone (2010), Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (2012), The Bourne Legacy (2012), Grand Budapest Hotel (2014), Birdman (2014).

I film di oggi di Edward Norton

Negli ultimi dieci anni Norton ha recitato in pochi film, ovvero Collateral Beauty (2016), L’isola dei cani (2018) Motherless Brooklyn – I segreti di una città (2019) The French Dispatch (2021), Glass Onion (2022) e Asteroid City (2023).

Il film 2024 di Edward Norton

Nel 2024 Norton torna al cinema con il ruolo di Pete Seeger nel film A Complete Unknown, biopic dedicato a Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet. Per il ruolo, Norton ha suonato l’autentica chitarra acustica Martin a 12 corde di Seeger, con la sua caratteristica buca triangolare.

A Complete Unknown Pete Seeger
Edward Norton è Pete Seeger in A Complete Unknown

2. Edward Norton non è solo attore, ma anche regista, sceneggiatore e produttore. La sua carriera, nel mondo del cinema, non si è basata solo a livello attoriale: Norton, infatti, ha diretto, nel 2000, il film Tentazioni d’amore. Inoltre, oltre a produrre il suo film di debutto alla regia, ha prodotto anche La 25ª ora (2002), Down in the Valley (2005), Il velo dipinto (2006), Fratelli in erba (2009) e Tentazioni (ir)resistibili (2012). Nel 2019 ha diretto il suo nuovo film, Motherless Brooklyn – I segreti di una città, nel quale figura anche come attore protagonista.

Edward Norton e le nomination all’Oscar

3. È stato candidato all’Oscar. Ad oggi Norton vanta ben quattronomination al premio Oscar, pur non avendolo mai vinto. La prima di queste risale al 1997 nella categoria al miglior attore non protagonista per Schegge di paura. Due anni dopo viene invece nominaton come miglior attore per American History X. A lui verrà preferito per la vittoria Roberto Benigni, in una scelta che ancora oggi fa molto discutere. Infine, nel 2015 è stato candidato come attore non protagonista per Birdman, perdendo però in favore di J. K. Simmons, nominato per Whiplash. Nel 2025 viene nuovamente candidato come Miglior attore non protagonista per A Complete Unknown.

Edward Norton in Fight Club

4. Edward Norton è stato realmente ubriaco per una scena di Fight Club. Nel 1999 Edward Norton ha preso parte al film Fight Club, diretto da David Fincher e basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palaniuk. In questo film, che parla del consumismo e dell’uomo moderno che non ha alcun tipo di interesse personale verso il prossimo, Norton e Brad Pitt compaiono in una scena in cui, ubriachi, giocano a golf: i due, nello svolgerla, erano veramente ubriachi, dando una nota più realistica ai loro personaggi.

edward norton
Brad Pitt ed Edward Norton in Fight Club

Edward Norton e Richard Gere in Schegge di paura

5. Ha battuto numerosi concorrenti. Tra i tanti che vennero considerati per il ruolo di Aaron Stampler vi sono stati Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Pedro Pascal, Wil Wheaton, James Marsden e James Van Der Beek. Alla fine, però, ad ottenere la parte fu l’esordiente Edward Norton, il quale venne scelto tra più di duemila candidati. Questi, infatti, aveva dimostrato di poter interpretare entrambe le differenti personalità del personaggio, tenendo così testa al co-protagonista Richard Gere. Grazie a questa interpretazione, Norton ottenne numerose prestigiose nomination a svariati premi, tra cui l’Oscar.

Edward Norton in L’incredibile Hulk

6. Ha collaborato alla sceneggiatura. Pur non venendo accreditato, Norton ha collaborato alla scrittura del film L’incredibile Hulk. Sembra inoltre che egli apportasse modifiche ogni giorno alle scene da girare, parlando con anche con gli altri membri del cast per approfondire la psicologia dei rispettivi personaggi. Per l’attore, inoltre, non era importante partire esattamente dalle origini del personaggio, poiché cosa ormai nota. Molto più interessante per lui era invece esplorare le conseguenze psicologiche derivate dalla sua trasformazione.

Edward Norton in American History X

7. Si è trasformato fisicamente per il ruolo. Norton ha creduto molto nella realizzazione di American History X, facendo il possibile per entrare nei panni del personaggio di Derek Vinuard e darne una versione realistica, come rasarsi i capelli e guadagnare circa 13 chili di muscoli. Tale trasformazione lo ha portato a risultare molto più minaccioso, anche per via dei tatuaggi applicati sul suo corpo con il trucco. Inoltre, per aggiudicarsi il ruolo di Derek Vinyard, ha rinunciato a partecipare a Salvate il soldato Ryan.

Edward Norton in Schegge di paura
Edward Norton in Schegge di paura. Cortesia di Paramount Pictures

Edward Norton ha una moglie e un figlio

8. È sposato ed è diventato padre. Norton è da sempre molto riservato riguardo la sua vita privata. Sappiamo però che nell’aprile del 2013 ha sposato la produttrice Shauna Robertson, con cui era fidanzato dal 2007 e dalla quale ha poi avuto un figlio, Atlas, nel marzo 2013. Della loro vita famigliare non si sa però molto altro, proprio come voluto dall’attore, che specialmente negli ultimi anni ha dimostrato di preferire una vita lontana dai riflettore.

Edward Norton ha un carattere difficile

 

9. Sembra non sia facile lavorare con lui. In molteplici occasioni è stato riportato di accese discussioni tra l’attore e i registi o gli sceneggiatori dei film a cui ha preso parte. In particolare, è noto il suo duro scontro con il regista di American History X, Tony Kaye, il quale si disse scontento delle modifiche fatte dall’attore alla sceneggiatura. Si dice che il carattere difficile ed estremamente esigente di Norton lo abbia portato ad avere meno opportunità di quelle che avrebbe meritato dato il suo talento.

L’età e l’altezza di Edward Norton

10. Edward Norton è nato il 18 agosto del 1969 a Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.83 metri.

Fonti: IMDb, biography, thefamouspeople

Edward Norton, Jeremy Renner e Tony Gilroy a Roma parlano di The Bourne Legacy

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Cominciato il tour europeo del cast di The Bourne Legacy, così come promesso Edward Norton e il protagonista Jeremy Renner sono intervenuti, insieme al regista e sceneggiatore del film Tony Gilroy, alla conferenza stampa di questa mattina.

Edward Norton sul suo (non) Hulk

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Dopo la dichiarazione unilaterale di Kevin Feige dei Marvel Studios di due giorni fa, nella quale si confermava che Edward Norton non sarebbe stato nel cast dei Vendicatori per il ruolo di Hulk, ieri l’agente dell’attore ha seccamente replicato a Feige mettendo in chiaro che Norton non aveva avuto alcun ruolo nella decisione.

Edward Norton su Motherless Brooklyn: “Non abbiamo bisogno di cinismo” #RomaFF14

Attore, regista, sceneggiatore e produttore di grande fama e successo, Edward Norton ha portato in apertura alla Festa del Cinema di Roma 2019, quattordicesima edizione, il suo Motherless Brooklyn (che esce in Italia con il sottotitolo “I segreti di una città”). Presenta alla conferenza stampa, insieme a Gugu Mbatha-Raw, Norton ha spiegato che ha letto la prima volta il romanzo da cui è tratto il film, Brooklyn senza madre (Motherless Brooklyn) di Jonathan Lethem, 20 anni fa, quando debuttò alla regia con il delizioso Tentazioni d’amore.

“Sono un attore avido – ha dichiarato Norton per spiegare la sua caparbietà a voler portare al cinema quella storia – ho visto un buon ruolo per me. Non sono così comuni e ho voluto continuare a lavorarci. Il personaggio è memorabile, e una volta deciso di aprire il testo anche alla città, inglobando la New York degli anni ’50, è stato tutto molto complesso. È una città che amo, ci vivo da 30 anni, ma ci sono anche tante cose che non funzionano. Ho fuso il romanzo, il personaggio e questo aspetto della storia, il risultato è stato complicato da gestire.”

Accanto a Norton, che interpreta un investigatore con la sindrome di Tourette, Mbatha-Raw interpreta una donna completamente fuori dagli schemi del cinema di quegli anni, una donna di colore, laureata in legge che si oppone alle forze politiche che usurpano la città.
“Mi sono innamorata subito della sceneggiatura, non avevo mai letto prima un noir, e questa storia era così profonda e articolata. Il mio personaggio sfida i cliché, in particolare in riferimento alle donne nei film degli anni ’50. Non è una casalinga, ma nemmeno una femme fatale o una cantante di jazz, è un’attivista ed è istruita, è un’avvocato. È contro ogni stereotipo, e poi lavorare con Edward e sviluppare questi personaggi è stata una danza, delicata e tenera. Man mano che i due personaggi cominciavano a conoscersi, il loro rapporto si trasforma, non è subito qualcosa di sentimentale, ma all’inizio capiscono che entrambi possono essere d’aiuto all’altro.”

Un altro aspetto molto interessante del personaggio, è che, come sottolinea lo stesso Norton, nel genere noir “di solito le donne sono parte della corruzione, e in queste storie le persone sono ciniche, in questo caso invece i personaggi sono tutti anticonvenzionali”, come lo è il suo investigatore.

Edward Norton ha interpretato spesso personaggi con delle malattie o dei disagi, ma più precisamente questa è la prima volta che mette in scena un vero e proprio malato: “È la prima volta che mi approccio a un personaggio con un disagio reale. E quando lo fai, devi essere rispettoso, studiare, può servire incontrare persone che la malattia ce l’hanno davvero. La particolarità della sindrome di Tourette è che ha delle caratteristiche molto diverse da una persona all’altra. Io ho mescolato diverse caratteristiche riscontrate, per cercare di rendere il personaggio vicino quello che mi piaceva.”

Motherless Brooklyn sembra fotografare anche la contemporaneità statunitense, e il regista e protagonista non va troppo per il sottile, in questo caso: “Non voglio girarci troppo intorno, conoscete già la risposta. Se vedete una metafora politica nel film, probabilmente c’è. Tutti coloro che credono nella democrazia hanno investito sul concetto che il popolo debba avere il potere, ma ci sono sempre delle forze, non solo negli USA, che si oppongono.”

E sugli eventuali ‘superpoteri’ o vantaggi che la patologia può dare al personaggio che interpreta, Norton rimane molto lucido: “Penso che nel film si possa vedere che il personaggio ha, non dei vantaggi, ma delle caratteristiche che gli facilitano il lavoro. A volte penso che quello che è più interessante dei personaggi che soffrono di un particolare disturbo non è tanto nel raccontare il disturbo o la sindrome ma è far emergere la qualità del personaggio stesso. La sua lotta quotidiana è legata al suo disturbo, però è passivo, si autodefinisce come un malato. Ma quando incontra un’altra persona che lotta come lui la sua lotta personale, si rende conto che le difficoltà non sono una scusa per essere passivo. Questo mi piace perché molte storie noir sono ciniche e oscure, ma il nostro tempo non ha bisogno di cinismo.”

Edward Norton su Martin Scorsese e i cinecomic

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Edward Norton su Martin Scorsese e i cinecomic

Ospite alla Festa del cinema di Roma 2019, Edward Norton ha commentato le dichiarazioni di Martin Scorsese in merito ai cinecomic. Norton ha fatto parte del genere cinematografico prima che fosse di moda ed ha portato sul grande schermo l’Incredibile Hulk, ma rispetto a ciò che ha detto Scorsese sembra avere le idee molto chiare.

“Lui è immerso nel cinema più di chiunque altro. Credo che Martin Scorsese sia uno degli essere più addentro alla propria materia che esista sul Pianeta. Ha guadagnato sul campo il diritto di avere tutte le opinioni che vuole sul cinema. Ma penso anche che le sue parole non vadano prese fuori contesto. Lui faceva riferimento a un concetto più complesso e il rischio di estrapolare una sola frase è quello di offendere qualcuno. Lui invece parlava di ciò che in lui crea emozione, tutti noi abbiamo un modo di rapportarci alle storie e alla mitologia e alcuni vedono certe cose che altri non vedono. Non può esserci una formula o una quantificazione per questa magia.”

Ricordiamo che Martin Scorsese, che sarà a Roma allo stesso evento lunedì prossimo, ha dichiarato che i cinecomic non sono cinema ma adottano un linguaggio più simile a quello dei parchi a tema. Ha poi detto che quel genere di film non lo emoziona, scatenando le ire non solo dei colleghi che invece lavorano in quel business ma anche di moltissimi fan che difendono a spada tratta i propri eroi.

Edward Norton sostituisce Benedict Cumberbatch nel biopic su Bob Dylan

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Come riportato da Deadline, il candidato all’Oscar Edward Norton sostituirà Benedict Cumberbatch nel ruolo del musicista Pete Seeger nel prossimo biopic su Bob Dylan diretto da James Mangold. Il film, intitolato A Complete Unknown, avrà come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del folk e vedrà anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Cumberbatch era stato inizialmente scelto per il progetto nel maggio dello scorso anno, prima di ritirarsi a causa di conflitti di programmazione.

A Complete Unknown si concentrerà sui giorni di maggiore trasformazione della carriera di Dylan. Seguendo il giovane cantante folk e la sua chitarra per le strade e i palcoscenici di New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua acustica con un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore. Anche la storia d’amore tra Dylan e Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano l’un l’altro come muse. Possiamo aspettarci che una buona parte del film si concentri sulla creazione e sull’uscita del quinto album di Dylan, Bringing It All Back Home, perché è stato allora è salito davvero alla ribalta con il brano classico “Like a Rolling Stone“.

Per quanto riguarda il ruolo di Norton, Seeger è stato un vero pioniere del folk. Anche se molti non se ne rendono conto, canzoni come “Where Have All The Flowers Gone?”, “If I Had A Hammer” e “Turn! Turn! Turn!” erano state scritte da Seeger prima che gruppi come Peter, Paul e Mary e i Byrds ne facessero dei successi. Per quanto riguarda il suo rapporto con Dylan, le strade dei due si sarebbero incrociate al Newport Folk Festival del 1965, quando Dylan aveva da poco affrontato le critiche per il suo passaggio dall’acustica all’elettrica. Dylan idolatrava Seeger, ma la reazione negativa che Seeger ebbe nei confronti dell’esibizione di Dylan quel giorno avrebbe lasciato per sempre un segno nel cuore del cantante.

Edward Norton sogna Christopher Nolan

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edword norton

Considerando i magri risultati di L’incredibile Hulk, Edward Norton ha dichiarato di non provare alcun risentimento nei riguardi della Marvel, che l’ha estromesso come interprete di Hulk in The Avengers.

Edward Norton rivela i suoi piani per un “Hulk nolaniano”

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In occasione della promozione del suo ultimo film da regista e attore Edward Norton è tornato a parlare sulla sua esperienza con i Marvel Studios e nell’interpretare Hulk. In particolare l’attore ha rivelato quali fossero i suoi piani sul personaggio:

“The Hulk era … … mi sentivo molto triste per quello che è accaduto, Louis [il regista Leterrier] e io ci eravamo prefissati di fare qualcosa di diverso, in termini di approccio era qualcosa più simile a quello che aveva avuto Chris Nolan con Batman, puntavamo alla realizzazione di qualcosa di un po’ più oscuro e serio, ma poi le cose finirono per essere sterilizzate”. Poi l’attore rivela anche con onestà che non è del tutto insoddisfatto del film: “Volevo fare un grande film in CGI e imparare e vedere cose. Sono cresciuto su Hulk, l’ho adorato. E in realtà il film mi è piaciuto molto. Sai, i bambini adorano il film. È un’altra di quelle cose che non capisco è la quantità di rumore che la gente genera intorno ad esso. È così sciocco. Non potrei essere più felice di aver fatto parte di tutta questa tradizione.”

Durante l’intervista Norton ha continuato a parlare del lavoro “incredibile” di Mark Ruffalo con la Marvel, prima di discutere ulteriormente della sua visione rivelando anche di aver lavorato ad una sceneggiatura tutta sua: “La sceneggiatura che ho scritto per loro aveva una visione in due parti quasi alla Batman [Begins] / Dark Knight.” – “Quando però mi è stato detto “OK, non è quello che state facendo? Per me, è diventa solo un modo per perdere tempo e vita “, continua. “Non puoi fare tutto, e non avrei fatto Birdman e Grand Budapest, e sicuramente non avrei fatto [Motherless Brooklyn] se quel [franchising] mi avesse riempito il tempo. È sciocco produrre negatività quando non c’è. Sai, ho adorato farne parte e penso che [Marvel] abbia ottenuto tutto ciò che voleva ottenere. Quindi Dio vi benedica “.

Vi ricordiamo che Edward Norton torna al cinema da protagonista e regista di Motherless Brooklyn, il film che ha aperto la 14esima edizione della Festa del cinema di Roma, proprio ieri. Oggi l’attore incontrerà il pubblico dell’auditorium Parco della Musica di Roma.

Edward Norton premiato al Locarno Film Festival 2015 [Foto]

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Edward Norton premiato al Locarno Film Festival 2015 [Foto]

E’ stato Edward Norton la stella del Festival di Locarno 2015, il noto attore americano è stato premiato con l’Excellence Award Locarno nel corso del primo giorno di festival.

Edward Norton interessato ad interpretare un villain marvel

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Edward Norton interessato ad interpretare un villain marvel

Dopo essere stato l’eroe, Edward Norton si candida ad essere il cattivo. L’attore, che aprirà la Festa del Cinema di Roma 2019 con il suo film da regista, Motherless Brooklyn, è stato infatti Bruce Banner agli albori del MCU.

Dopo numerosi scontri con lo studio, che portarono a preferirgli Mark Ruffalo nel doppio ruolo di Hulk / Banner, Edward Norton sembra essere tornato disponibile verso questo genere di film, tanto che parlando con Games Radar ha espresso piacere all’idea di considerare qualsiasi ruolo per il futuro.  Infatti, alla domanda se tornerebbe a lavorare alla Marvel adesso? risponde “Forse come un cattivo? Forse scriverò il mio cattivo”, dice. “Non lo so, sono aperto a tutto. Voglio dire, ho chiesto agli StoryBot su Netflix.”

Vi ricordiamo che Edward Norton torna al cinema da protagonista e regista di Motherless Brooklyn, il film che aprirà la 14esima edizione della Festa del cinema di Roma, proprio in questi giorni.

Edward Norton ha ancora rimpianti per The Incredible Hulk

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Durante la sua presenza al Comedy Central’s Roast of Bruce Willis, Edward Norton ha di nuovo parlato di The Incredible Hulk, il film Marvel a cui ha partecipato, con esiti non proprio lusinghieri. L’attore, che ha interpretato Bruce Banner, è stato poi sostituito in tempo per The Avengers, quando è stato Mark Ruffalo a prendere il suo posto trai Vendicatori.

Norton sembra non aver preso affatto bene la faccenda, e continua a parlarne in pubblico, puntando il dito contro lo script del film. “Ho provato a essere come te, Bruce. Ho fatto un grande film action dal titolo The Incredible Hulk. Sai cosa è andato storto? Volevo una sceneggiatura migliore… Ho pensato che avremmo dovuto fare un film buono almeno quanto il peggior cinecomic di Christopher Nolan, ma che diavolo stavo pensando!”.

La carriera di Norton si è poi sviluppata in un senso opposto, con la collaborazione con Wes Anderson (Moonrise Kingdom, The Grand Budapest Hotel e L’Isola dei Cani) tuttavia, se nel 2008, anno di uscita del film, The Incredible Hulk poteva essere solo una brutta esperienza, in prospettiva di carriera, con il senno di poi si è trattato di una vera e propria occasione persa, considerato lo sviluppo del MCU e il successo raggiunto da tutti i protagonisti del franchise.

Fonte: Indiewire

Edward Norton dirigerà Motherless Brooklyn

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Edward Norton dirigerà Motherless Brooklyn

Dopo oltre dieci anni Edward Norton (l’esordio nel 2000 con Tentazioni D’Amore) è pronto a tornare dietro la macchina da presa per un progetto, a cui pare molto legato, intitolato Motherless Brooklyn. Norton oltre a dirigere il film, ne sarà anche protagonista nei panni di Lionel Essrog, un detective privato affetto dalla sindrome di Tourette (caratterizzata dalla presenza di tic motori e fonatori, a volte cronici, la cui gravità può variare da estremamente lievi a invalidanti), che cerca di risolvere l’omicidio del suo mentore e unico amico.

Questa la trama del libro presa da Amazon: “Per Testadipazzo, al secolo Lionel Essrog, perfino un poco di buono come Frank Minna può essere considerato un benefattore. Lionel vive in un orfanotrofio e per giunta è afflitto dalla sindrome di Tourette, rara malattia che combina una serie di vistosi tic fisici e comportamenti compulsivi con un linguaggio sconnesso e convulso. Lui e altri tre ragazzi diventano gli Uomini di Minna e agiscono sotto la copertura di un’agenzia investigativa con servizio di noleggio Limousine annesso. Un giorno Minna viene trovato in un cassonetto, pugnalato da un misterioso aggressore, di cui, morente, non vuole svelare il nome. Così Lionel, pur dovendo fare i conti con la sua Tourette e con un amore impossibile, si trasforma in investigatore, vero stavolta.”

 

Fonte: Collider

Edward Norton commenta l’Hulk di Mark Ruffalo

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Edward Norton commenta l’Hulk di Mark Ruffalo

Tutti ci aspettavamo, all’alba del progetto sui Vendicatori, che Edward Norton sarebbe tornato nel ruolo dell’incredibile Hulk. Così non è stato, dal momento che le trattative della Marvel con l’attore non sono andate a buon fine. Il ruolo è passato quindi a Mark Ruffalo, che come ormai tutti sanno e hanno visto, ha fatto un ottimo lavoro nel doppio ruolo di Bruce Banner/Hulk.

Al Festival di Cannes, dove Norton è arrivato per presentare il film d’apertura Moonrise Kingdom di Wes Anderson, è stato chiesto all’attore cosa pensasse della performance de collega nel film, e Edward molto diplomaticamente ha risposto: Mark è come un fratello per me. Ha due figli e sono contento che stia avendo questo bel momento con loro.

Sul suo ultimo film invece l’attore ha dettodi non aver ancora visto, semplicemente perchè “non è molto importante per me”. Non c’è che dire, Norton conserva sempre la sua nomea (fondata?) di personaggio non propriamente simpatico.

Fonte: worstpreviews.com

Edward mani di forbice: le curiosità sul film con Johnny Depp

Edward mani di forbice: le curiosità sul film con Johnny Depp

Il regista Tim Burton ha da sempre abituato i suoi spettatori a confrontarsi con delle fiabe, racconti fantastici dove anche l’impossibile diventa realtà. Grazie ad Edward mani di forbice, uno dei suoi titoli più apprezzati e celebrati di tutta la sua carriera, egli ci svela così l’origine della neve, dando vita ad una storia ricca di poesia, emozioni e riferimenti all’immaginario culturale di cui da sempre Burton fa sfoggio. Racconto senza tempo sul diverso e sulle tante sfumature dell’amore, il titolo del 1990 è tutt’oggi l’opera che più di ogni altra incarna la poetica del regista originario della grigia Burbank.

L’idea per tale film è infatti da ritrovarsi nell’infanzia del regista. Questi era infatti solito dar vita ad una serie di cupi disegni per esternare i propri sentimenti di isolamento e di incapacità di comunicare con quanti intorno a lui. Nel film si può infatti ritrovare la figura dell’emarginato, ricorrente nel cinema di Burton, contrapposta alla colorata ma bigotta popolazione del sobborgo dove si svolgono le vicende. Attraverso l’uso di colori, cliché e uno stile volutamente retrò, il regista dà così vita alle sue creature, riuscendo ad infondere in esse sentimenti estremamente personali e a renderli universali.

Acclamato dalla critica e dal pubblico, Edward mani di forbice arrivò ad un incasso complessivo di circa 86 milioni di dollari a fronte di un budget di 20 milioni. Nell’opera si possono poi ritrovare innumerevoli riferimenti, i più evidenti dei quali rimandano ad opere come Frankenstein e La bella e la bestia. Prima di gettarsi in una nuova visione del film, può senz’altro essere utile approfondire alcuni dei principali aspetti del film. Dalla trama al cast di attori, passando infine per la colonna sonora e alcune delle frasi più belle del film. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare tutto ciò, come anche le principali piattaforme streaming dove poter ritrovare il film.

Edward mani di forbice: la trama del film

La storia si svolge in un ridente e colorato quartiere di periferia, a cui si contrappone un tetro e tenebroso castello. Qui, da orma troppo tempo, vive in completa solitudine il giovane Edward, creatura quasi umana, la cui imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto del mondo, timoroso di affacciarsi ad una società poco incline ad accettarlo. Edward, ha infatti delle forbici per mani, a causa della prematura morte del suo creatore. Scoperto però dalla gentile Peggy, rappresentante Avon alla disperata ricerca di clienti, Edward si troverà ora per la prima volta a lasciare quel tetro ambiente, trovando ospitalità nella cittadina fino a quel momento temuta.

Qui egli sviluppa una straordinaria capacità creativa che gli varrà un’iniziale amicizia dell’intero vicinato. La grande voglia di Edward di conoscere una realtà diversa da quella sino ad allora vissuta non basterà però perché il quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi tanto temuti dal giovane. Ben presto, infatti, egli sarà costretto a rapportarsi e scontrarsi con il bigottismo e l’ipocrisia, a causa dei quali si sentirà sempre più smarrito. Per sua fortuna a rassicurarlo ci sarà la bella figlia di Peggy, Kim, grazie alla quale Edward scoprirà l’esistenza di un sentimento mai conosciuto prima: l’amore.

Edward mani di forbice: il cast del film

Per dar vita al personaggio di Edward così come Burton l’aveva immaginato, era necessario trovare l’attore che meglio di chiunque altro avrebbe potuto vestire quei panni. Inizialmente la Fox propose Tom Cruise per la parte, ma il regista non era convinto. Egli preferì invece assegnare il ruolo a Johnny Depp, all’epoca noto come sex-symbol. L’attore era infatti in cerca di un personaggio con cui potersi togliere quest’etichetta, e lo trovò in Edward. Affascinato dal ruolo, Depp iniziò a guardare numerosi film di Charlie Chaplin, studiando i modi per poter comunicare emozioni senza l’uso di dialoghi. Il film in questione ha rappresentato la prima di tante collaborazioni tra l’attore e Burton.

Accanto a lui nel film si ritrova poi Winona Ryder nei panni di Kim. L’attrice raccontò in seguito di aver fatto molta fatica a calarsi nei panni di questa, essendo un personalità completamente diversa dalla sua. Secondo l’attrice, le ragazze come Kim erano quelle con cui aveva a lungo avuto problemi durante l’adolescenza. L’attrice Dianne West dà invece vita a Peggy, madre di Kim e colei che aiuta Edward ad uscire dal suo tetro castello. Questa fu da subito una grande sostenitrice del progetto, e secondo Burton fu proprio grazie a lei che questo riuscì a prendere vita. Una volta che la West accettò la propria parte, diversi altri attori mostrarono interesse nei confronti del film.

L’oggi premio Oscar Alan Arkin è invece presente nei panni di Bill Boggs, marito di Peggy e padre di Kim. Questo ammise in seguito di aver faticato a comprendere il progetto, ma di essere rimasto entusiasta dalla fantasia di Burton. L’attrice Kathy Baker recita qui in uno dei suoi primi ruoli comici grazie a Joyce, la vicina di Peggy che tenta di sedurre Edward. Anthony Michael Hall ha invece ricoperto il personaggio di Jim, violento fidanzato di Kim. Infine, Vincent Price, da sempre idolo di Burton, compare nei panni dello scienziato che dà vita ad Edward. Questo è stato per lui l’ultimo ruolo della sua carriera, in quanto venuto poi a mancare nel 1993.

Edward mani di forbice cast

Edward mani di forbice: i costumi e la colonna sonora

Le iconiche mani di Edward furono disegnate da Stan Winston, il re del trucco e degli effetti speciali famoso per aver lavorato a Terminator, Jurassic Park e Alien. Fu Winston a decidere di usare delle vere forbici per le dita di Edward. Quando Winston mostrò i primi schizzi a Burton, a quanto pare lui disse: ”Non pensavo che avrebbe davvero avuto dita di forbice. Pensavo sarebbero stati solamente lunghi e affilati pezzi di metallo che non erano stati finiti, ma così è molto meglio!” In seguito, Winston collaborò ancora con il regista, per Batman – Il ritorno e Big Fish. Il look del personaggio è invece ispirato a Robert Smith, frontman del gruppo post-punk The Cure, e venne realizzato da Ve Neill. Winston e Neill ottennero poi una nomination all’Oscar.

Edward mani di forbice rappresenta inoltre uno dei punti più alti della collaborazione di Burton con il celebre compositore Danny Elfman. Quest’ultimo ha più volte citato il lavoro svolto per tale film come il suo più personale e favorito, nonché uno dei più difficili a cui si sia mai dedicato. Per questo egli sviluppo tre temi principali, indicati come il “Tema Principale”, il “Tema Emozionale”, e il “Ballo di Ghiaccio”. Quest’ultima è la composizione più riconoscibile, nonché quella che ha in seguito caratterizzato maggiormente il film e la memoria che se ne ha. Elfman raccontò infine di essere rimasto particolarmente intristito dalla fine della lavorazione, desiderando poter ulteriormente esplorare quel mondo narrativo e le sue musiche.

Edward mani di forbice: le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Edward mani di forbice grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 24 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Edward mani di forbice è un film memorabile non solo per i personaggi, per l’atmosfera, per l’estetica inconfondibile, ma anche per alcune frasi memorabili.

  • Non mi ha finito. (Edward)
  • “Come fai a sapere che lui è ancora vivo?”
    “Non lo so, non ne sono sicura ma io credo che lo sia. Vedi, prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta, ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi”. (Kim)
  • “Stringimi.”
    “Non posso…” (Kim e Edward)
  • Morì, prima di finire l’uomo da lui creato. (Kim)
  • “Allora perché lo hai fatto?”
    “Perché me lo hai chiesto tu.” (Kim e Edward)

Fonte: IMDb

Edward mani di forbice: 10 curiosità e le frasi più belle del film

Il capolavoro di Tim Burton ha ormai quasi trent’anni, ma gli amanti del regista di tutto il mondo lo amano ancora con tutto il cuore. Un film di grande tenerezza, grande umorismo, e anche grande oscurità, Edward mani di forbice è diventato un classico del cinema recente.

Cosa non sapete sul film? Ecco dieci curiosità su Edward mani di forbice.

Edward mani di forbice: trailer

Edward mani di forbice, film e curiosità

1. Gli studios volevano Tom Cruise per il ruolo di Edward. Dopo il successo di Batman del 1989, la 20th Century Fox decise di rischiare con la piccola favola suburbana di Edward mani di forbice, ma volevano che fosse una star di rilievo ad interpretare il protagonista. In particolare, volevano Tom Cruise, che allora stava godendo di un particolare periodo di gloria dopo il successo di Rain Man – L’uomo della pioggia. Tim Burton ebbe una conversazione con Tom Cruise, sul quale disse poi che “era interessante, ma credo che le cose siano andate per il meglio” dopo aver scelto Johnny Depp. “Alla fine dell’incontro mi sentivo così, e credo di averlo detto anche a lui: ‘è bello avere tante domande sul personaggio, ma o lo fai o non lo fai’”.

2. Gli studios erano preoccupati per l’aspetto di Edward mani di forbice. Prima dell’uscita del film, gli studios erano preoccupati del fatto che il potenziale pubblico avrebbe risposto male all’apparizione di Edward, il cui aspetto e look erano così diversi da quelli per cui Johnny Depp era conosciuto. Per questo motivo, cercarono di impedite l’uscita di alcune foto dell’intero cast prima dell’uscita del film.

3. Il quartiere di Edward mani di forbice esiste davvero. Mentre è ispirato a Burbank, California, ovvero la città natale di Tim Burton, il film fu girato in un luogo reale vicino a Tampa, in Florida. Il designer di produzione, Bo Welch, preparò le case della cittadina dipingendo ogni casa di un colore pastello. Durante i lavori, alcuni dei residenti erano ancora nella loro casa. “Inizialmente la cosa non gli piacque, ma credo che poi si abituarono. Lo rese un posto più divertente”.

Edward mani di forbice e Johnny Depp

edward mani di forbice

4. Per Johnny Depp, Edward mani di forbice fu la prima collaborazione con Tim Burton. Tim Burton avrebbe preferito un attore sconosciuto per la parte di Edward, ma decise di fare un compromesso e scegliere Johnny Depp, il quale al tempo era l’idolo dei teenager soprattutto grazie ai suoi ruoli televisivi. “Non lo conoscevo davvero” ha raccontato, “non avevo visto lo show nel quale aveva recitato (21 Jump Street), ma credo di aver visto una sua foto da qualche parte”. Il film è stata la prima delle loro tantissime collaborazioni.

5. Johnny Depp ha ripreso il ruolo di Edward mani di forbice in un’occasione. Fu per Seth MacFarlane ne I Griffin, in un episodio del 2012 dal titolo Crisi di mezza età.

6. C’è un fossile che porta il nome di Johnny Depp, grazie a Edward mani di forbice. Nel 2013, un fossile vecchio 505 milioni di anni fu chiamato Kooteninchela Deppi, proprio in onore di Johnny Depp. Come mai? “Quando vidi per la prima volta le paia di artigli isolati nei fossili di questa specie, non fui capace di fare a meno di pensare a Edward mani di forbice” ha raccontato il paleontologo Dr. David Legg, “In realtà, sono anche un fan di Johnny Depp, e quindi, quale occasione migliore per onorarlo che immortalarlo come un’antica creatura che una volta solcava i mari?”.

Gli attori di Edward mani di forbice

7. Winona Ryder non si immedesimava con il proprio personaggio in Edward mani di forbice. Tra gli attori di Edward mani di forbice c’è una giovanissima Winona Ryder, che interpreta la bionda cheerleader Kim. Il personaggio, però, era molto diverso da lei, e dal personaggio che Winona Ryder aveva interpretato nel precedente film di Tim Burton, Beetlejuice. E a Tim Burton, questa cosa piaceva: “Pensai che l’idea di lei nei panni di una cheerleader, con una parrucca bionda, fosse molto divertente” ha raccontato, “Non si identificava con il personaggio. (…)  A scuola, lei stessa veniva torturata da persone come quella. Fu così divertente. Ridevo ogni giorno, quando la vedevo arrivare sul set con questo piccolo costume da cheerleader e una parrucca bionda da Hayley Mills. Sembrava Bambi”.

8. Il film esiste in parte grazie a Dianne West. Se siete tra gli amanti il film, dovete ringraziare uno degli attori di Edward mani di forbice, ovvero Dianne West. Infatti, non contribuì al film solamente con la propria performance meravigliosa, ma fu anche la prima persona a leggere la sceneggiatura, e una sostenitrice instancabile del film. Burton ha raccontato: “Lei era così rispettata, che una volta che lei approvò il film, altri mostrarono interesse immediatamente. In molti modi, lei è stata il mio angelo custode”.

9. Il film permise a Tim Burton di lavorare con uno dei suoi eroi. Tra gli attori di Edward mani di forbice, c’è anche uno degli eroi di sempre di Tim Burton, ovvero Vincent Price. Il re dell’horror, nel film ha interpretato il creatore/padre di Edward. Dopo la fine delle riprese del film, Tim Burtoncominciò ad intervistare Price per un documentario dal titolo Conversations with Vincent, che però fu interrotto nel 1993 a causa della morte dell’attore.

Il costume di Edward mani di forbice

10. Stan Winston ha realizzato le mani del costume di Edward mani di forbice. Le iconiche mani di Edward furono disegnate da Stan Winston, il re del trucco e degli effetti speciali famoso per aver lavorato a Terminator, Jurassic Park e Alien. Fu Winston a decidere di usare delle vere forbici per le dita di Edward. Quando Winston mostrò i primi schizzi a Tim Burton, a quanto pare lui disse: ”Non pensavo che avrebbe davvero avuto dita di forbice. Pensavo sarebbero stati solamente lunghi e affilati pezzi di metallo che non erano stati finiti, ma così è molto meglio!” In seguito, Winston collaborò ancora con il regista, per Batman – Il ritorno e Big Fish.

Edward mani di forbice: frasi

Edward mani di forbice frasiEdward mani di forbice è un film memorabile non solo per i personaggi, per l’atmosfera, per l’estetica inconfondibile, ma anche per alcune frasi memorabili.

Ecco le migliori frasi di Edward mani di forbice:

  • Non mi ha finito. (Edward)
  • “Come fai a sapere che lui è ancora vivo?”
    “Non lo so , non ne sono sicura ma io credo che lo sia. Vedi, prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta, ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi”. (Kim)
  • “Stringimi.”
    “Non posso…” (Kim e Edward)
  • Non lasciare mai che qualcuno ti dica che sei un handicappato.
  • Morì, prima di finire l’ uomo da lui creato. (Kim)
  • “Allora perché lo hai fatto?”
    “Perché me lo hai chiesto tu.” (Kim e Edward)

Edward mani di forbice: streaming

Dove trovare Edward mani di forbice in streaming in italiano? Edward mani di forbice è ora in streaming su Disney+, nonché disponibile per il noleggio e l’acquisto su diverse piattaforme, tra cui Rakuten TV, Chili Cinema, Prime video e iTunes.

Fonti: Mental Floss

Edward mani di forbice, il film di Tim Burton

Edward mani di forbice, il film di Tim Burton

Edward mani di forbice è il film del 1990 di Tim Burton con protagonisti nel cast Johnny Depp, Winona Ryder, Dianne Wiest, Alar Arking e Vincent Prince

  • Anno: 1990
  • Regia: Tim Burton
  • Cast: Johnny Depp (Edward); Winona Ryder (Kim Boggs); Dianne Wiest (Peggy Boggs); Alan Arkin (Bill Boggs); Robert Oliveri (Kevin Boggs); Anthony Michael Hall (Jim); Vincent Prince (l’inventore).

Edward mani di forbiceTrama: Ad un ridente e colorato quartiere si contrappone un tetro e  tenebroso castello dove da troppo tempo ormai vive in completa solitudine il giovane Edward, creatura quasi umana, la cui imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto del mondo, timoroso di affacciarsi ad una società poco incline ad accettarlo.

Edward, che per mani ha delle forbici a causa della prematura morte del suo creatore, sviluppa così una straordinaria capacità creativa che grazie alla premura e alla generosità di Peg, rappresentante Avon alla disperata ricerca di clienti, varrà l’amicizia dell’intero vicinato. Il coraggio di questa donna e la voglia di Edward di conoscere una realtà diversa da quella sino ad allora vissuta non basteranno pero perché il quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi di cui tanto paventava il giovane, costretto a rapportarsi con un bigottismo ed una ipocrisia a causa dei quali preferirà tornare alla sua cara e fedele solitudine.

Edward mani di forbice, il film la cui favola romantica ha emozionato milioni di persone

Edward mani di forbiceAnalisi: Per molti il lavoro in assoluto più autobiografico di questo eccentrico ed eccelso regista, per altri un film il cui genere fantasy la dice lunga sulla possibilità di auspicare ad un buon riscontro al box office, per il cui confronto con altre pellicole cinematografiche ci si aspetti lo sviluppo di un tema lontano dal fiabesco, per altri ancora il delicato tentativo di Tim Burton di trasferire quanto di più essenziale nonché prezioso nella vita di ciascuno di noi in cento minuti raccontati con una leggerezza straordinaria. Perché ai tanti cimentatesi in Edward mani di forbice non passa certamente in sordina il messaggio che il regista ha voluto far trapelare, sebbene in maniera curiosa e tipica di chi delle proprie pellicole ne ha fatto sempre motivo di grande riflessione morale: la diversità sociale e la forsennata ricerca di una perfezione stereotipata e omologante.

Con Edward mani di forbice Tim Burton sperimenta il suo primo lungometraggio da “solista”, fondando la Tim Burton Productions in collaborazione con la Fox; il tema, reduce da bozzetti che l’hanno ispirato tra i banchi di scuola, testimonia la grande sensibilità di un uomo intento a render protagonisti nei suoi lavori coloro che nella vita protagonisti non sono affatto. Il diverso viene percepito e rappresentato come unica variante alla piattezza e alla paranoica vita dell’ammasso sociale, intrappolato nella propria abitudinarietà  fatta di banali e insignificanti certezze, in uno sfondo di drammatica ipocrisia.

In Edward, magnificamente interpretato da un favoloso Johnny Depp la cui partecipazione varrà un sodalizio con il regista che ad oggi conta ben sei film da protagonista, è facile cogliere quello spirito pop e reazionario che fanno di Tim Burton un regista assolutamente esclusivo, lontano dai tradizionali schemi hollywoodiani. La sua penna è assolutamente inconfondibile sia come sceneggiatore che come regista e in ciascuno dei suoi capolavori firma quell’universo che gli è tanto caro, fatto di nobili sentimenti, sebbene coltivati nella propria interiorità e difficilmente condivisi con il resto del mondo. Il cinema di Tim Burton racconta proprio questo, il mondo introverso che è proprio di ciascuno di noi e lo fa con una semplicità ingannevolmente subdola ed infantile, scegliendo quell’atmosfera favolistica troppo semplice da criticare, ma effettivamente la sola in grado di far volare chiunque entri nei suoi personaggi, purché mossi da un animo sensibile e sognante.

Edward mani di forbiceI contrasti cromatrici che si ravvisano costituiscono il filtro di cui si avvale Burton per rappresentare la favola della diversità sociale, la cui essenzialità, che si colora di sgargianti tinte pastello, e la spigliatezza del quartiere, estremizzato da strade deserte e aridi giardini privi di qualsiasi connotato naturale, si oppongono ad un castello tetro e opprimente il cui aspetto poco rassicurante ne costituisce però solo un ingannevole facciata, dietro la quale si nasconde un meraviglioso giardino, lontano dagli schemi convenzionali tipici del qualunquismo di massa.

Dunque il genio incompreso per antonomasia, percepito dal resto della società come un fenomeno da baraccone, la cui artisticità sembra sconvolgere positivamente i fanatici buonisti, allegoria della società dei consumi dai tipici tratti statunitensi. La metafora delle forbici, causa dell’isolamento di Edward, si plasma in dono meraviglioso percepito come tale dal momento in cui la società alla quale il giovane si affaccia si spoglia della diffidenza verso il diverso, cogliendone quei tratti per i quali si è in grado di nutrire affetto.

Ma la curiosità tollerante per il nuovo ha breve durata e il nichilismo e la scaltrezza del popolino alla fine prevalgono. L’animo gentile e l’ingenuità pura di Edward non riescono infatti a scalfire il resto della collettività, incapace di andare oltre quella corazza fatta di tratti e connotati troppo distanti dagli stereotipi in voga in quegli anni, simbolo di una spaventosa involuzione umana. Non è un caso che il solo a mostrare comprensione e affatto nei confronti di Edward sia l’agente di colore, unico tra l’altro tra gli inconfondibili “bianchi” , icona della diversità per eccellenza, come a dire tra diversi ci si capisce e ci sostiene.

Edward mani di forbiceLa musica, a cura dell’amico Danny Elfman, precede in simbiosi con l’aspetto favolistico del film, attraverso la riproduzione di modulazioni che riecheggiano suoni gradevoli e sognanti, in grado di proiettare chiunque l’ascolti nella propria lontana o vicina infanzia. Sebbene l’aspetto musicale non pervada totalmente la pellicola, questa ne costituisce certamente un elemento fondamentale che accompagna quelle scene la cui portata morale si intensifica.

Edward mani di forbice è un capolavoro che conferma la grandiosità di un regista profondamente attento alle tematiche sociali, alternativamente rappresentate attraverso un forte e predominante aspetto anticonformista, un film che lascia il segno della sua rilevante portata riflessiva: questo Edward mani di forbici di Tim Burton.

Edward Mani di Forbice da oggi su Disney+: quello che non sai sul film

Edward Mani di Forbice, il capolavoro di Tim Burton del 1990, è da oggi disponibile su Disney+, la piattaforma di streaming della Casa di Topolino che ha debuttato in Italia lo scorso 24 marzo. Prima collaborazione tra il visionario regista e la star Johnny Depp (ce ne sarebbero state altre 8!), il film è una stupenda favola nera che esagera e al tempo stesso sdogana, attraverso quell’inconfondibile stile burtoniano, gli stereotipi dell’amore, della diversità e del sobborgo americano.

Spesso citato come il miglior film di Tim Burton, ecco una serie di interessanti curiosità che forse non sapevi su Edward Mani di Forbice:

Edward Mani di Forbice: quello che non sai sul film

L’idea per il film è stata ispirata da un disegno che Tim Burton aveva fatto quando era adolescente. Il disegno raffigurava un uomo magro e solenne con lunghe lame affilate al posto delle dita. Burton ha dichiarato più volte di essere spesso solo e di avere difficoltà a stringere amicizie: “Ho la sensazione che la gente abbia voglia di lasciarmi in pace per qualche assurdo motivo… ma non so esattamente perché.”

Johnny Depp era determinato ad ottenere la parte e ad immergersi totalmente nel personaggio. L’attore voleva sentire ciò che Edward provava realmente. Arriverò a perdere 25 kg per meglio entrare nel ruolo e rifiutò l’utilizzo di refrigeratori durante le riprese, nonostante il costume attillato emanasse un forte calore. L’attore rivelò di aver pianto come un bambino dopo aver letto la sceneggiatura per la prima volta.

Winona Ryder decise di non partecipare a Il padrino – Parte III di Francis Ford Coppola pur di prendere parte al film di Burton. Secondo le voci, sarebbe stato lo stesso Johnny Depp a convincerla a scegliere Edward al posto del capitolo finale della saga sulla famiglia Corleone.

Edward Mani di Forbice: quello che non sai sul film

Il personaggio dell’Inventore è stato creato appositamente per Vincent Price. In origine il personaggio avrebbe dovuto avere un ruolo molto più ampio, ma all’epoca delle riprese il leggendario attore era gravemente malato, così le sue scene vennero drasticamente ridotte. Tim Burton intitolò il suo primo cortometraggio del 1982, “Vincent”, in suo onore, nel quale l’attore è voce narrante.

Tom Cruise, Jim Carrey e Robert Downey Jr. vennero tutti considerati per il ruolo di Edward. Si mormora che all’epoca anche Michael Jackson fosse interessato alla parte. Cionostante, Depp è sempre stato la prima scelta di Burton: all’epoca l’attore era noto soprattutto per la serie tv 21 Jump Street. Per meglio prepararsi alla parte, Deep ha guardato numerosi film di Charlie Chaplin, nella speranza di carpire al meglio come veicolare emozioni senza alcun dialogo.

Edward Mani di Forbice: quello che non sai sul film

Tim Burton ha detto che Edward mani di forbice non è il suo più grande film, ma è il suo film preferito tra tutti quelli che ha realizzato, e che la colonna sonora, opera di Danny Elfman, è la sua preferita di tutte.

Il personaggio di Peggy Boggs interpretato da Dianne Wiest è basato sulla mamma di Caroline Thompson, sceneggiatrice del film, la quale era solita ospitare estranei in casa propria. I personaggi dei vicini sono tutti basati su persone reali con le quali la Thompson è cresciuta durante la sua infanzia.

All’inizio del film, quando Edward arriva in città, è possibile vedere un ragazzino biondo correre nel vicinato. Quel ragazzino è Nick Carter, membro dei Backstreet Boys. Nonostante non venga accreditato nel film, lo stesso Carter ha confermato la cosa in diverse interviste.

Edward Mani di Forbice: quello che non sai sul film

I capelli del personaggio di Edward si ispirato al look di Robert Smith, il leader dei The Cure (addirittura, Burton chiese al rocker di curare le musiche del film, ma lo stesso rifiutò). Le mani del personaggio, invece, sono state ideate da Stan Winston, mago degli effetti speciali, celebre per film come Aliens, Terminator e Jurassic Park: per realizzarle, sono state usate vere forbici e vere cesoie. Winston e Buron tornarono a lavorare insieme per Batman – Il ritorno e Big Fish.

Nel 1989, sul set del film, Johnny Depp e Winona Ryder si innamorano: ufficializzarono la loro relazione nel 1990, anno di uscita della pellicola. La loro storia durò film al 1993. L’attore le aveva anche dedicato un tatuaggio con scritto “Winona Forever” (“Winona per sempre”), poi modificato in “Wino Forever” (“Alcolizzato per sempre) dopo la loro rottura.

Edward Mani di Forbice: quello che non sai sul film

La produzione era molto preoccupata per il costume di Edward, che secondo alcuni ricordava troppo Pinhead, il protagonista della saga horror Hellraiser,e avrebbe potuto spaventare il pubblico. Per questo motivo, fu tenuta all’oscuro per ciò che riguardava l’aspetto di Edward, divenuto oggi assolutamente iconico, continuando a garantire introiti grazie al merchandising ispirato al personaggio.

La sceneggiatrice del film, Caroline Thompson, ha dichiarato di essersi ispirata in parte anche al suo cane per costruire il personaggio di Edward: “Edward era basato su Tim. È una sorta di lettera d’amore verso lo stesso Tim, ma molte delle sue caratteristiche erano basate anche sul mio cane, un meraviglioso Border Collie femmina che avevo quando andavo al college.”

Anche se Edward Mani di Forbice è ambientato in Florida, il film presenta una forte connessione con la città di New York: le bellissime sculture ricavate dalle aiuole dei giardini e concepite da Edward sono state realizzate con delle strutture di filo in metallo. Dopo la fine delle riprese, il “Tavern On The Green” di Central Park le acquistò per decorare il ristorante.

Fonte: IMDb, Screen Rant

Edward James Olmos signore della droga in 2 Guns

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Edward James Olmos (The Green Hornet) sale a bordo del progetto 2 Guns, crime drama affidato al regista islandese Baltasar Kormakur (Contraband) e alla penna di

Edward Furlong, star di Terminator 2, riflette sull’aver perso il ruolo di John Connor in T3

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Terminator 2 – Il giorno del giudizio ha segnato il debutto di Edward Furlong come attore nel 1991, rendendolo immediatamente una celebrità. Anche se nessuno dei suoi film successivi ha mai raggiunto lo stesso livello di acclamazione della cultura pop, Edward Furlong è rimasto nel cuore dei fan per la sua interpretazione del giovane John Connor, che si è rivelata una performance quasi senza tempo e iconica per un attore bambino. Furlong ha anche parlato dei suoi problemi di sobrietà in passato e ora, in una nuova intervista, ha rivelato come i suoi problemi con le droghe gli siano costati il ritorno al ruolo che lo ha reso famoso.

Intervenendo al podcast Inside of You with Michael Rosenbaum, Furlong ha infatti parlato del fatto che era previsto il suo ritorno nel ruolo di John Connor in Terminator 3: Macchine ribelli del 2003. L’attore ha rivelato che non solo aveva la parte ed era destinato a tornare, ma che era sulla buona strada per ricevere un’importante retribuzione. Il tutto, però, è poi sfumato. “La più grande delusione è stata quando ho perso Terminator 3. Oh mio Dio, amico. Quanta droga c’è stata nella mia vita. Ed era nel contratto, dicevano: “Vogliamo che tu non faccia uso di droghe”. Come vuoi, firmai una clausola nel contratto: niente droghe… Ed è stato un ottimo accordo“.

Era il miglior accordo che avessi mai ottenuto in vita mia. Per T3 erano un sacco di soldi, milioni. Non avevo mai fatto tutti quei soldi, così ho chiamato i miei amici e ho detto: “Ragazzi, ho appena firmato questo contratto fottutamente fantastico, andremo in discoteca, ci faremo un bel po’ di coca e… basta. Questa è la fine, amico, lo faremo, cazzo“. Tuttavia, racconta Furlong, proprio quel festeggiamento ha preso una brutta piega quando andò in overdose e con il diffondersi di questa notizia la produzione decise di rescindere il contratto.

La notizia è arrivata al telegiornale e, ovviamente, i produttori hanno detto: ‘Sì, sai, hai perso il film. Non lo faremo con te”. E così è stato. E io ho pensato: “Mi dispiace tanto, oh mio Dio”, ma non importava. Avevo appena firmato un contratto che diceva questo. Non so cosa fosse. È stata la peggior fortuna o forse la migliore… Ero già su una traiettoria discendente per molti aspetti, quindi forse se avessi avuto quella fortuna sarebbe stato peggio“. Edward Furlong tuttavia, è poi tornato a vestire brevemente i panni di John Connor in Terminator: Destino Oscuro, anche le sue sembianze e la sua voce sono state ricreate per apparire come negli eventi di Terminator 2 – Il giorno del giudizio.

Educazione Siberiana: recensione del film

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Educazione Siberiana: recensione del film

Gabriele Salvatores torna al cinema con Educazione Siberiana,  una storia di formazione, cambiamento e transizione. Un conflitto tra vecchio e nuovo, volontà di restare contro volontà di andare, una storia che nasconde tutta la sua potenza nell’universalità che racconta e che restituisce con grande efficacia sullo schermo.

Educazione Siberiana è un’educazione criminale, insegna ai giovani a diventare veri e propri criminali secondo un rigido schema di regole che paradossalmente sono anche condivisibili, in parte, con il comune senso di rispetto, fede e vivere civile in piccole comunità legate da stretti rapporti di appartenenza. In questo ambiente così rigido ma anche rassicurante, nonostante siamo nella Russia comunista di fine anni ’80, crescono Gagarin e Kolima, due giovani “criminali” che verranno separati da piccoli per poi ritrovarsi cresciuti, cambiati e liberi in una Russia libera dal regime. Conflitti e orientamenti diversi separeranno i due giovani, fino alla resa finale dei conti, dettata proprio dalle leggi di quelle “educazione” che hanno ricevuto da ragazzi.

Educazione Siberiana, tratto dall’omonimo romanzo parzialmente autobiografico di Nicolai Lilin, è un film molto interessante, che si basa su una solida ricostruzione storica e scenografica, mettendo al centro della vicenda i sentimenti universali che i protagonisti vivono in un particolare momento storico che va dal 1985 al 1995. Dieci anni che hanno cambiato il profilo socio politico del Mondo, e che per la Russia in particolare hanno significato l’apertura ad un mondo che per oltre 30 anni è rimasto fuori.

La costruzione del racconto, il montaggio, utilizzo della musica e la presenza di un cast internazionale fanno del film di Salvatores un prodotto europeo, esportabile e soprattutto godibile, segno che nelle giuste mani anche il cinema italiano può essere ancora considerato di alto livello. Trai nomi di spicco nel film troviamo una coppia di grandi attori: il primo è John Malkovich che interpreta il maestro, colui che è depositario del sapere e delle regole da rispettare, e come al solito l’attore offre una grande interpretazione, aiutato anche dal suo grande carisma sullo schermo. Il secondo nome importante è quello di Peter Stormare, che nonostante abbia una grande carriera alle spalle fatta principalmente di piccoli ruoli da caratterista, riesce sempre a dare un tocco di grande personalità ai suoi personaggi, in questo caso molto aiutato dal trucco. Accanto a loro ci sono tre giovani attori Eleanor Tomlinson, Vilius Tumalavicius e Arnas Fedaravicius che interpretano i protagonisti: scelti ad hoc per i ruoli loro assegnati questi ragazzi sono in grado di tenere testa ai mostri sacri con i quali hanno condiviso il set.

Nel finale il ritmo del film perde un po’ del suo mordente, accompagnandoci alla scena clou con una dilatazione temporale che forse non ci saremmo aspettati, ma Educazione Siberiana rimane un bellissimo esempio di cinema italiano, che fa del montaggio di Massimo Fiocchi un fondamentale veicolo di narrazione.

Educazione Siberiana: Gabriele Salvatores, John Malkovich e il cast presentano il film

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Poche ore fa il regista italiano premio Oscar, Gabriele Salvatores, ha presentato alla stampa romana il suo ultimo film, Educazione Siberiana, tratto dall’omonimo romanzo di Nicolai Lilin, presente in sala. Ad accompagnare il regista erano presenti i giovani protagonisti del film Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius e Eleanor Tomlinson, inoltre guest star della mattinata è stato John Malkovich, carismatico attore che nel film interpreta Nonno Kuzja.

Grazie a tutti quelli che hanno lavorato al film – ha esordito Salvatores – C’è dell’amore nella realizzazione di questo film, e per me è il miogliore dei miei film, come ad un ultimo figlio a cui si vuole sempre più bene. Credo molto nel fatto che il cinema italiano possa diventare europeo e con questo film ne abbiamo dato prova, spero che abbia un buon riscontro anche con il pubblico”.

Si è unito poi al discorso di Salvatores anche Nicolai Lilin, scrittore del romanzo, sottolineando che nulla di quanto ha scritto lui cerca conferma nella storia e nei fatti realmente accaduti in quel periodo in Russia, “la cosa importante nel mio approccio è stata quella di raccontare una storia, partendo da alcuni elementi che ho vissuto io. Ho raccontato una storia umana che può capitare a chiunque, in qualunque posto. Il film è una rivisitazione di una rivisitazione storica.”

Per John Malkovich, il suo personaggio è una guida peri giovani protagonisti, ha avuto dei maestri nella sua vita? Come ha costruito il suo personaggio?

JM: “Mi sono attenuto al lavoro che c’era nella sceneggiatura, non sapevo molto a riguardo della comunità rappresentata nel film e a volte non capisco molto della preparazione per un ruolo, preferisco agire e con la pratica imparo e capisco meglio. In genere mi aiutano molto i costumi: in questo film cè una scena in una sauna in cui si vedono i tatuaggi che il mio personaggio ha addosso e sono importanti perché raccontano una storia, dicono qualcosa del personaggio. Per quanto riguarda i miei maestri, ho avuto molti insegnanti che mi hanno insegnato molte cose, ma anche colleghi da cui ho imparato, sia più esperti di me che più giovani. Ho diretto una compagni teatrale francese di giovani attori, e loro mi hanno insegnato tantissime cose”.

educazione siberiana john-malkovich-Per gli sceneggiatori, che tipo di lavoro ha richiesto l’adattamento dal romanzo?

Stefano Rulli: “E’ stato un piacere perché abbiamo lavorato su un libro carico di emozioni e di personaggi, abbiamo scelto di fare del personaggio di Gagarin un coprotagonista perché ci aiutava a scegliere una sola linea narrativa, importante per il film, e sviluppare meglio il personaggio di Kolima, il protagonista. Questo è conservatore, legato agli insegnamenti e alla tradizione, l’altro invece vuole rompere le regole e farsi trascinare dalla nuova teoria del guadagno ad ogni costo. I due non trovano un punto di incontro, ma alla fine abbiamo lasciato la possibilità di un ricongiungimento.”

-Per Salvatores, il film sembra incentrarsi sul cambiamento epocale che gli Stati Sovietici hanno vissuto tra gli anni ’80 e ’90.

GS:Trovo affascinante il cambiamento, i personaggi crescono e con loro cambia la situazione sociale e politica. Sono due cambiamenti che si intrecciano. In Italia la più alta mortalità ce l’hanno donne e giovani, io concepirei la pena di morte solo per chi fa del male ai bambini, è come spazzare via il nostro futuro. Eppure la mia generazione ne ha viste tante, pensate che il film esce il 28 febbraio, quando il Papa si dimette”.

Ai giovani attori chiediamo com’è stato lavorare con un regista italiano per la prima volta. Nessuno dei tre conosceva il grande lavoro di Salvatores, ma tutti sono stati concordi nello scoprire quanto fosse interessante lavorare con una tale personalità. Eleanor Tomlinson ha detto di essersi sentita brillare in mezzo al film, mentre parole più delicate sono state dette da Arnas Fedaravicius:Ho fatto delle ricerche e sono rimasto sconvolto quando ho visto cosa ha fatto (Salvatores ndr). Sono una persona emotiva, quindi direi che è stata un’esperienza mitica e magica. Lui non ha bisogno di parlare, ma basta sentire per capirsi sul set. Gli sono molto riconoscente per questa opportunità.”

Educazione Siberiana

Anche  Vilius Tumalavicius ha spiegato com’è stato lavorare con Salvatores: “Da quando ho cominciato a lavorare sul suo set sono stato felice. Quando sbagli lui non ti sgrida, viene da te e ti dice ‘fallo in modo diverso’, sa come dire le cose e lo fa in privato, in modo che solo tu possa sentirlo e saperlo. Lo ringrazio di cuore.

-Per Salvatores, il film ricorda le dinamiche di C’era una volta in America.

GS: “Il mio maestro è stato il montatore di Pasolini e Leone, Nino Baragli, qualcosa di lui mi è rimasto (ride).

-Per Salvatores, ha attraversato tanti generi, a 60 anni ancora ha sogni da realizzare?

GS:Se non avessi più cambierei mestiere. I temi dei miei film sono sempre riconoscibili, ma ho sempre preferito raccontarli in generi diversi.

Il film uscirà il prossimo 28 febbraio in più di 350 copie, è già stato comprato in molti Paesi e si stanno contrattando ora le vendite in USA e Canada. Salvatores ci ha congedati con una frase dal film, il precetto che secondo lui potrebbe cambiare il mondo: “Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare”.

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Educazione Siberiana – Intervista a Gabriele Salvatores

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Educazione Siberiana – Intervista a Gabriele Salvatores

Guarda l’intervista a Gabriele Salvatores, il regista italiano racconta il suo nuovo film Educazione Siberiana con protagonista Arnas Fedaravicius, Eleanor Tomlinson, Vilius Tumalavicius e Peter Stormare.

Educazione fisica: il trailer del film di Stefano Cipani

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Educazione fisica: il trailer del film di Stefano Cipani

01 Distribution ha diffuso il trailer di Educazione Fisica, il nuovo film diretto da Stefano Cipani con protagonisti Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Claudio Santamaria.

Educazione Fisica è tratto dal testo teatrale La Palestra di Giorgio Scianna, la sceneggiatura è firmata da Damiano e Fabio D’Innocenzo, a Fabio Cianchetti è affidata la direzione della fotografia, la scenografia è di Ivana Gargiulo mentre i costumi sono a cura di Catia Dottori ed il montaggio di Jacopo Quadri.

Educazione Fisica è una coproduzione italo-polacca. Una produzione Paco Cinematografica con Rai Cinema in coproduzione con Agresywna Banda, in collaborazione con Cinecittà SpA. Il film sarà interamente girato presso il Teatro 8 di Cinecittà.

Educazione Fisica, la trama

I genitori di tre alunni vengono convocati dalla preside di una scuola media di provincia: è successo un fattaccio, di cui i loro figli sono i responsabili. Ma è difficile da credere e da accettare. La palestra si trasforma in un’aula di tribunale improvvisata, dove ha inizio un processo feroce nel tentativo ostinato di smentire e nascondere la verità.

Educazione fisica: al via le riprese del film con Angela Finocchiaro

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Dopo il successo di critica e di pubblico del suo primo film, Mio Fratello Rincorre i Dinosauri, il regista Stefano Cipani torna dietro la macchina da presa con Educazione Fisica, opera interpretata da Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Claudio Santamaria.

Educazione Fisica è tratto dal testo teatrale La Palestra di Giorgio Scianna, la sceneggiatura è firmata da Damiano e Fabio D’Innocenzo, a Fabio Cianchetti è affidata la direzione della fotografia, la scenografia è di Ivana Gargiulo mentre i costumi sono a cura di Catia Dottori ed il montaggio di Jacopo Quadri.

Educazione Fisica è una coproduzione italo-polacca. Una produzione Paco Cinematografica con Rai Cinema in coproduzione con Agresywna Banda, in collaborazione con Cinecittà SpA. Il film sarà interamente girato presso il Teatro 8 di Cinecittà.

I produttori Isabella Cocuzza e Arturo Paglia di Paco Cinematografica hanno dichiarato: “Stefano Cipani è un autore talentuoso e originale. Siamo fieri di sostenerlo ed accompagnarlo, ancora una volta, nell’espressione della sua creatività in questo nuovo ed ambizioso progetto”.

Nicola Maccanico, Amministratore Delegato di Cinecittà SpA, ha aggiunto: “Siamo in una stagione di ritorni al cinema, ma anche nei mesi precedenti Cinecittà non ha mai smesso di produrre e accogliere nuove storie di grandi autori, progetti internazionali, film indipendenti, serie e show per la tv. Il nostro obiettivo, nei prossimi mesi, sarà quello di continuare a farlo in modo e misura più ampi. Ci fa particolarmente piacere ospitare un giovane talento come Stefano Cipani e che la macchina produttiva sia guidata da soggetti di esperienza come Arturo Paglia e Isabella Cocuzza per Paco, accompagnata da un cast di interpreti molto amati dal pubblico. È bello accogliere un progetto che unisce storie ed energie diverse, che coniuga talenti, ricerca drammaturgica, esperienza, arte. Vogliamo diventare la casa creativa di questi progetti con l’ambizione di svolgere un ruolo centrale per l’industria cinematografica italiana in modo da portare agli spettatori una stagione di visioni, storie e spettacolo ancora più ricca”.

Educazione Fisica, la recensione del film di Stefano Cipani

Educazione Fisica, la recensione del film di Stefano Cipani

Al suo secondo lungometraggio, in seguito alla parentesi seriale Fedeltà, Stefano Cipani decide di cimentarsi in una pellicola, Educazione Fisica, che è adattamento cinematografico della pièce teatrale di Giorgio Scianna, La palestra. È un cinema da camera quello a cui si affida il regista, il quale dispone le sue pedine all’interno di una palestra scolastica cadente e nauseabonda, un po’ metafora del terribile episodio avvenuto. Nel processo che segue dei genitori scontrarsi con una difficile realtà riguardante i loro figli, è stato scelto un parterre di attori di tutto rispetto, in cui spicca Claudio Santamaria, che porta in scena il personaggio più fastidioso – e sopra le righe – dell’interno film.

L’intento di Cipani era quello di far vivere sullo schermo un’esperienza quanto più vicina possibile al suo pubblico, in cui scuola e responsabilità, strettamente legate fra loro, sono fulcro ed espediente dell’interno discorso narrativo. Scritto dai fratelli d’Innocenzo, Educazione fisica è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022, e arriva nelle nostre sale dal 16 marzo.

Educazione Fisica, la trama

Franco (Claudio Santamaria), Carmen (Raffaella Rea), Rossella (Angela Finocchiaro) e Aldo (Sergio Rubini), sono quattro genitori che un giorno vengono convocati dalla preside, nella palestra della scuola media dei loro figli, per discutere di una vicenda accaduta proprio nel plesso. Una volta arrivati lì, la verità che si presenta loro davanti diventa troppo difficile da digerire: i ragazzi sono stati protagonisti di uno stupro di gruppo. Inizialmente scettici, dopo aver avuto la prova schiacciante grazie a un video sul telefono, cercheranno in ogni modo di insabbiarlo, accusando non solo la dirigente di dire inesattezze, ma anche la vittima di essere stata in realtà consenziente. Quello che andrà scatenandosi in seguito sarà un tentativo, finito male, di fare finta che niente sia realmente accaduto. Neppure la loro presenza lì.

Una storia dominata dall’eccesso

Cosa faresti se tuo figlio venisse stuprato? Solo la domanda basta a provocare un brivido. Questo tipo di cronaca è spesso protagonista delle prime pagine dei notiziari, i quali portano il più delle volte ad un pensiero comune: che orrore. Un atto del genere sarebbe condannato da chiunque, con la ricerca della giustizia da parte della vittima e dei suoi genitori. Ora capovolgiamo la prospettiva. Cosa penserebbero i genitori degli stupratori? Se fossero posti di fronte a una verità così estrema quanto ripugnante? I fratelli d’Innocenzo per Educazione fisica lavorano su una sceneggiatura che punta a una doppia operazione: indagare prima e catturare poi le reazioni di persone costrette a fronteggiare una scoperta di tale portata. Per caricare l’atmosfera di tensione, a cui contribuisce l’illuminazione fioca della messa in scena, le ingabbiano in una fatiscente palestra scolastica, luogo in cui la violenza è andata consumandosi. Ma alla fine, invece di avere una piena drammaticità filmica, rigurgitano un’opera ambigua.

L’argomento proposto al pubblico viene sciorinato attraverso dinamiche grottesche, dialoghi eccessivi, comportamenti al limite dell’assurdo, i quali nella cornice della storia stonano. La pellicola cerca di fotografare l’imbarbarimento umano, declinato nelle sue forme più aberranti, ma proprio per le caratteristiche di cui si ammanta, scivola così tanto nella black comedy da essere indigesto. Punta tutto sull’emotività dei suoi personaggi, ma non li plasma con spessore. Ne deriva una fragilità strutturale lampante, la quale li porta ad eccedere nei modi, rendendoli incapaci di maneggiare il peso del film. L’opera ne risente e, per il contenuto di cui si fa carico, deraglia già nel primo atto. Le cause potrebbero riscontrarsi nella sua matrice teatrale. L’esibizione da palcoscenico consente una performance estrema (pensiamo ai toni smodati di Chi ha paura di Virginia Woolf?), a differenza di quella cinematografica governata da codici diversi, di cui bisogna tener conto per allestire un racconto realistico.

In Educazione Fisica sembra essere venuto meno tale passaggio, con la conseguenza di aver portato sul grande schermo un prodotto ancora retto da dettami teatrali. Ne fanno parte non solo le battute irruente, ma anche l’impostazione scenica e la musica extradiegetica piena di enfasi, la quale fatica ad aderire alle sequenze di maggior pathos. Da qualsiasi angolazione si guardi, la pellicola ci ricorda non solo la sua provenienza, ma quanto sia arduo adattare cinematograficamente un abito cucito a regola d’arte per il teatro.

I figli sono il riflesso dei genitori

Seppur la nave di Educazione Fisica non abbia attraccato al porto, una riflessione sull’argomento esposto è comunque doverosa. Quello che descrive il film di Cipani non è solo l’episodio di violenza o le bruttezze dell’animo umano, ma il cattivo esempio che alcuni genitori si trovano a dare ai propri figli senza accorgersene. Perché una buona educazione impartita deve essere direttamente proporzionale al comportamento di una madre o di un padre. Nell’opera è emblematico il cambiamento dei genitori. Posti in una condizione critica, senza alcuna via di fuga, mostrano la loro vera natura di squali. Proprio come i loro figli, definiti innocenti e bambini, ma in verità mostri. Ci si ritrova di fronte a persone che, per non sporcare la loro immagine, prima negano e poi accusano la vittima.

Lo fanno anche dopo aver visto il video incriminante con le lacrime agli occhi. Lacrime di chi sa di aver sbagliato qualcosa, ma non vuole ammetterlo. Con questa consapevolezza, continuano a seguire l’onda del “se l’è cercata”, “è la sua parola contro la loro”, incapaci di prendersi le proprie responsabilità. Rifiutano la verità per non doversi fare un’esame di coscienza, confermandoci quanto i figli siano riflesso e trasposizione reale dei genitori. Si incornicia un quadro degli orrori che, purtroppo, sappiamo bene non essere fuori dal comune. È una fetta di società egoista, quella di cui se ne fa ritratto, la quale pur di non affrontare le proprie colpe sceglie di condannare il prossimo. Una società dominata dal menefreghismo e dal Dio denaro, impiegato per appropriarsi di qualsiasi cosa. Anche del silenzio della vittima.

Quello che spaventa, quanto di Educazione Fisica che di La palestra, è l’essere dinanzi alla rappresentazione del mondo d’oggi, là dove i personaggi coinvolti sono solo specchio di un’umanità pregna di storture, la quale scivola nell’oscurità. Che per quanto sia mal sciorinata nella pellicola, esiste. Possiamo giudicarne la resa, l’impostazione narrativa, il suo essere istrionica in recitazione e dialoghi. Ma usciti dalla sala il cuore si è appesantito. Siamo stati spettatori di una grossa piaga sociale: l’individualismo.

Educa Immagine: la terza edizione dal 6 all’8 maggio a Rovereto

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Educa Immagine: la terza edizione dal 6 all’8 maggio a Rovereto

Al via dal 6 maggio a Rovereto la terza edizione di Educa Immagine, il festival dell’educazione ai media, nato nell’alveo di Educa e del Piano cinema per la scuola di MiC e MI con la direzione artistica di Trentino Film Commission e l’organizzazione di Consolida.

Come sempre anche questa edizione sarà animata da proiezioni, laboratori e incontri con esperti nazionali. Dal cinema a Tik Tok, dai reportage fotografici di National Geographic a Instagram, dalla TV alle piattaforme: tante saranno le tematiche su cui confrontarsi tutte organizzate con l’obiettivo di sviluppare il pensiero critico e di diventare cittadini consapevoli e attivi.

Tra i tanti eventi segnaliamo: il laboratorio per docenti ed educatori “Educazione all’immagine: dal cinema a Tik Tok”, i due focus “L’ho visto su Facebook: l’informazione durante la prima guerra social” e “Professione reporter: la fotografia ai tempi del web”  con la giornalista e photo-consultant Irene Alison e Marco Cattaneo direttore di National Geographic Italia e Le Scienze, la serata dal titolo “Scrittori di immagini: da Romanzo Criminale a oggi: l’evoluzione delle serie tv in Italia” con il magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo autore di Romanzo criminale, Suburra e di molti altri libri divenuti best-seller, e con la sceneggiatrice Barbara Petronio, una delle prime e più note showrunner italiane e infine il focus per docenti, educatori e genitori “TV: istruzioni per l’uso”.

Oltre alla collaborazione dei partner di EDUCA e al sostegno della Cassa Rurale di AltoGarda e Rovereto, Educa Immagine conta in questa edizione su nuovi e importanti media partner: Rai Cultura, Mymovies.it e Dire Giovani.

Programma

Si inizia la mattina di venerdì 6 maggio con gli appuntamenti dedicati alle scuole: per gli alunni della primaria la proiezione di Minuscule – La valle delle formiche perdute per la regia di Thomas Szabo, Hélène Giraud, cui seguirà il laboratorio di alfabetizzazione e analisi del
linguaggio cinematografico condotto dagli esperti di  Fondazione Sistema Toscana – Lanterne Magiche. Esperti che condurranno anche il laboratorio dedicato agli studenti delle secondarie di secondo grado che seguirà la proiezione del film premio Oscar alla migliore sceneggiatura Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Faris.

Agli studenti della secondaria di primo grado Educa Immagine, in collaborazione con Trento Film Festival, propone la proiezione on line di Mila, film di animazione sul tema della guerra, cui seguirà l’incontro con la regista Cinzia Angelini, gli animatori Lorenzo Pedergnana e Luca De Crescenzo di Lanterne Magiche, che racconteranno come si produce un film di animazione, quali sono le diverse fasi e le figure professionali coinvolte.

Da venerdì pomeriggio il festival si apre a tutti. Si inizia con due appuntamenti sull’educazione all’immagine: il panel “Educare all’immagine: quali prospettive per l’Italia?” dedicato alle opportunità offerte, a scuole e non solo, dalle politiche nazionali per sostenere lo sviluppo ed il laboratorio per docenti ed educatori “Educazione all’immagine: dal cinema a TikTok” per comprendere quali sono gli elementi formativi e didattici fondamentali di questa disciplina attraverso una rassegna ragionata dei diversi format.

Sempre venerdì alle 17 il focus “L’ho visto su Facebook: l’informazione durante la prima guerra social” con un pool di giornalisti: Alice Scaglioni del Corriere della Sera e Viola Stefanello che collabora con testate nazionali e internazionali; Giovanni Zagni direttore dei progetti di fact checking Pagella Politica e Facta. News, moderati da Valerio Cataldi giornalista Rai e presidente della Carta di Roma. Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina i social network sono stati inondati di video e foto da entrambe le parti e sono diventati il campo di battaglia internazionale riproponendo così in modo violento il tema dei rischi e delle opportunità dell’informazione veicolata tramite social network.

Si ricomincia sabato 7 maggio con il laboratorio condotto da Chiara Valmachino, specializzata nella comunicazione sociale dedicato alla “Cittadinanza digitale” previsto nel curricolo di educazione civica che offre a docenti ed educatori spunti metodologici, strumenti e risorse con un focus sulla media literacy. Nel pomeriggio il focus “Professione reporter: la fotografia ai tempi del web” con la giornalista e photo-consultant Irene Alison, e Marco Cattaneo direttore di National Geographic Italia e Le Scienze che, moderati dal critico cinematografico Enrico Magrelli, rifletteranno su come la diffusione di smartphone e social network abbia cambiato il mondo della fotografia, influenzato il modo di fare reportage e il lavoro dei giornalisti professionisti. Serata a Teatro Zandonai per parlare di serie tv con il magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo, autore di Romanzo criminale, Suburra e di molti altri libri divenuti best-seller, e la sceneggiatrice Barbara Petronio una delle prime e più note showrunner italiane.

Si continua a parlare di TV anche domenica 8 maggio a Palazzo Fedrigotti con “TV: istruzioni per l’uso” con Luca Milano direttore di Rai Ragazzi; Paolo Ferri, professore dell’Università Bicocca di Milano e direttore dell’Osservatorio Nuovi Media NuMediaBios; Sergio Manfio autore e sceneggiatore, fondatore e presidente di Gli Alcuni e l’esperta di media education Chiara Valmachino. Assieme alle piattaforme la Tv propone infinite forme di intrattenimento e non solo e i bambini ne sono attratti fin da piccolissimi. Per genitori e insegnanti, soprattutto nella fascia under 10 è importante allora capire quali sono le regole (tempi e modi) per un buon uso della TV ma anche dei tablet, imparare ad orientarsi nella ricca offerta di prodotti audiovisivi e scoprire come possono essere anche un valido supporto alla didattica. In contemporanea nella sala a fianco bambini e ragazzi possono partecipare al laboratorio condotto dall’artista e regista Martina Melilli, dove apprendere alcuni elementi di base del linguaggio audiovisivo.

Gli incontri sono gratuiti, ma occorre iscriversi sul sito www.educaimmagine.it.

Educa Immagine: la quarta edizione dal 14 al 16 aprile a Rovereto

Al via dal 14 aprile a Rovereto la quarta edizione di Educa Immagine, il festival dell’educazione ai media, nato nell’alveo del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la scuola del MiC e del MIM. Il festival è promosso da Trentino Film Commission in collaborazione con i partner di EDUCA e organizzato da Consolida.

Nello stesso periodo si terrà, sempre a Rovereto, la 13ª edizione del Festival EDUCA dedicato ai bambini, alla scuola, alle famiglie e ai professionisti in ambito dell’educazione e della formazione allo scopo di ispirare e emozionare le persone, connettere le idee, offrire strumenti e occasioni di confronto per innovare l’educazione a 360 gradi, incoraggiando la “comunità educante” nel riconoscersi come tale e vivere il proprio ruolo in maniera consapevole, dialogante e creativa. Qui il programma completo del Festival EDUCA.

Come sempre anche questa edizione sarà animata da proiezioni, laboratori e incontri con esperti nazionali. Dal cinema ai social network, dai videogiochi alla serata dedicata all’enorme successo della serie Mare Fuori: tante saranno le tematiche su cui confrontarsi, tutte organizzate con l’obiettivo di sviluppare il pensiero critico e di diventare cittadini consapevoli e attivi per imparare a orientarsi nell’epoca del pensiero visuale.
Tra i molti eventi segnaliamo: il panel dal titolo L’insostenibile leggerezza dei social (venerdì 14 aprile ore 21.00, Sala Conferenze Mart) con Nicola Conversa,   Tommy Cassi(@tommycassi), Alberto Pellai e moderato dal giornalista e direttore di Hot Corn Andrea Morandi, dedicato all’uso che i nativi digitali fanno dei social media; il panel Schermo, schermo delle mie brame (sabato 15 aprile ore 18.00, Aula Magna Palazzo Piomarta) con Sofia Viscardi, Chiara Maiuri moderato da Vincenzo Marino, un dialogo con una delle più note web creator italiane sulla nuova tendenza dei social a promuovere l’accettazione di sé e la celebrazione dei corpi di qualsiasi forma, dimensione o aspetto.

Altro appuntamento imperdibile il panel L’educazione sessuale ai tempi dei social (sabato 15 aprile ore 11.30, Aula Magna Palazzo Piomarta): un dialogo per contestualizzare le principali nuove sfide del ruolo del genitore sui temi della sessualità sul web e sui social; infine la serata dedicata a Mare Fuori (sabato 15 aprile, ore 20.45, Teatro Zandonai) serie di enorme successo che sarà l’occasione per riflettere insieme ai suoi protagonisti su come un prodotto televisivo si possa trasformare in un fenomeno mediatico e generazionale.

ECCO IL PROGRAMMA COMPLETO

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