Arriva interessanti dichiarazioni dal
premiato attore Peter Dinklage, noto per il
suo ruolo nella serie HBO Game of Thrones, e che
presto vedremo al cinema nell’atteso X-Men giorni di un futuro
passato.Le dichiarazioni rilasciate a
Entertainment Weekly
riguardano il suo ruolo di Bolivar Trask, e per coloro che
conoscono i fasti della Trask sanno perfettamente che non fa certo
parte dei buoni nella narrazione dei mutanti. Tuttavia l’attore
sembra non sentirsi un “cattivo” o meglio ancora un Villain:
Io non credo di interpretare un
Villain. E’ un uomo di scienza, un inventore. Lui vede tutto ciò
che fa in ottica positiva, la sua ambizione è senza dubbio,
ed è soprattutto molto arrogante, ma ha fatto tutto questo per
ottenere rispetto e attenzione. E’ un anti-Richard Nixon. E questo
lo ostacolerà molto.
Tutte le foto del film nella nostra
gallery:
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La trama di X-Men giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
La giovane e brava Saoirse
Ronan, vista in Espiazione,
Hanna e Amabili Resti, ha
confermato oggi a Sky News di aver sostenuto un provino per
Star
Wars Episodio VII, a cui, ha aggiunto l’attrice,
“hanno partecipato tutti“. Tuttavia pur confermando la
partecipazione al casting, la Ronan ha anche affermato di non poter
assolutamente rivelare nulla in merito: “Mi staccherebbero la
testa con una spada laser se lo facessi“, e conoscendo la
segretezza proverbiale con cui lavora JJ Abrams ci possiamo
scommettere.
Vi ricordiamo
che Star Wars Episodio
VIIuscirà al cinema nel 2015, per la
regia di J.J. Abrams, basato su
una sceneggiatura di Michael
Arndt. Per tutte le notizie sulla nuova trilogia
targata Disney vi segnaliamo il
nostro speciale: Star Wars. La scheda
del film: Star Wars: Episodio VII.
Comico, brillante, demenziale,
emozionante, straordinario, è tutto questo La Fine del
Mondo, il nuovo film di Edgar Wright colpisce al
cuore lo spettatore e lo accompagna con la pancia dolente dal riso
fino alla Fine del Mondo. A 20 anni dal loro ultimo incontro,
cinque amici si riuniscono, e cercano di compiere l’opera che hanno
lasciata incompiuta durante l’adolescenza: completare il miglio
dorato, ovvero il percorso di 12 pub che porta fino al The
World’s End (La Fine del Mondo), storico
locale dove nessuno di loro è mai arrivato prima.
Edgar Wright conclude, con
The World’s End (da noi La Fine del
Mondo), la sua strabiliante trilogia del Cornetto.
Cominciata con L’Alba dei Morti Dementi e proseguita
con Hot Fuzz, questa straordinaria trilogia, come
bene sanno i fan accaniti di Wright, ha come obbiettivo quello di
dissacrare tutto ciò che di serio, spaventoso, disgustoso e
catastrofico va di moda al cinema e così, dopo essere passati per i
fertili territori dello zombie movie e dell’action
adrenalinico tutto al maschile, il buon Edgar cavalca la moda del
momento e si dedica, come da titolo, ad un film catastrofico
concentrato su eventi straordinari che porteranno inevitabilmente
alla fine del mondo.
In questo contesto straordinario,
Edgar Wright cala ancora una volta i suoi personaggi
ordinari, e in questo caso, accanto a Simon Pegg e Nick Frost, fedeli compagni di viaggio del regista, ci
sono altri volti noti del cinema inglese:
Martin Freeman, Eddie Marsan e Paddy Considine.
Questo simpatico quintetto è completato della dolce Rosamund Pike, dall’affascinante Pierce Brosnan e David Bradley, colui che dalla
scorsa stagione televisiva della HBO è divento l’uomo più odiato
del piccolo schermo. I magnifici cinque sono i compagni di
viaggio con cui affrontiamo quest’avventura che fin troppo presto
comincia a sfuggire loro di mano. Come negli altri capitoli, anche
qui nella sceneggiatura c’è lo zampino di Pegg che si fa aiutare da
Frost, realizzando, ancora una volta, uno script vivace, esilarante
non privo di momenti di riflessione, che in questo film piuttosto
che in quelli precedenti a volte prendono il sopravvento,
rischiando di far apparire verbosa la storia.
Fondamentale è la componente fisica
e action del film. I cinque protagonisti si vedono sempre coinvolti
in “incontri” fisici che li mettono alla prova e li vedono,
sorprendentemente, all’altezza delle più complesse acrobazie e
delle più violente scazzottate. Edgar Wright mostra un
talento registico di spessore, riuscendoci a raccontare sia la
bevuta al bar che la zuffa più confusa con un ritmo che si adegua
agli eventi e li narra sempre con grande ordine e coinvolgimento da
parte del pubblico. La Fine del Mondo è il
coronamento perfetto dell’idea di cinema di Wright: esilarante,
dissacrante, demenziale e assolutamente epico.
Noi, Zagor è un
film-documentario in cui il regista Riccardo Jacopino,
racconta la storia di Zagor, fumetto ideato da Sergio
Bonelli nel 1961 con l’alias di Guido Nolitta
che ha contribuito alla crescita di una delle più grandi factory di
comics in Europa e dimostrato come la storia di questo fumetto,
nonostante la crisi globale del settore, riscuote comunque un
costante successo tra i fan.
La sceneggiatura di Riccardo
Jacopino con la collaborazione di Giovanni Iozzi mostra
sin dai titoli di testa, l’impronta simpatica e coinvolgente che ha
il documentario, facendo entrare lo spettatore nel mondo di
Zagor ma soprattutto riscoprendo la realtà italiana
dei fumetti, che sono stati esportati ed amati in tutto il mondo.
Infatti il regista pisano suddivide il racconto in capitoli, in cui
apprendiamo passo passo la nascita, l’affermazione e l’attualità
del personaggio ideato da Sergio Bonelli. I
momenti più interessanti sono quelli che coinvolgono le maestranze
come lo storico disegnatore, Gallieno Ferri, che ha
tratteggiato le fattezze del celebre protagonista. Il lavoro
svolto dai disegnatori, come immaginano e compongono la
sceneggiatura attraverso l’utilizzo della china o della computer
grafica. Oppure quei mestieri mai esplorati come quello del
letterista, che sulla striscia opera le correzioni di sceneggiatura
prima che il tutto venga mandato in stampa. Il documentario
tratteggia anche la componente analitica, attraverso i contributi
di Moreno Burattini, Giulio Giorello e Luca
Boschi vengono espresse analisi simboliche e iconografiche su
Zagor, dalla geografia anacronistica e astratta del mondo
fantasioso in cui egli vive, la Foresta di Darkwood, fino ad
analizzare i rapporti con il comprimario Cico. Inoltre il regista
rafforza la linea narrativa, utilizzando i racconti d’infanzia dei
fan, i cosiddetti zagoriani, che attraverso i loro aneddoti e
raduni riescono a dare quel piacevole senso di continuità temporale
e appartenenza a una comunità mondiale che inevitabilmente pone un
velato paragone con gli odierni supereroi DC e Marvel. Si riflette così sui
diversi scopi e intenti che contraddistingue eroi classici da
quelli contemporanei.
Ma la componente caratterizzante del documentario è il confronto
tra il Tex Willer creato dal padre Gian Luigi
Borrelli e lo Zagor di suo figlio, mostrando così il confronto
tra due generazioni, che non necessariamente si sono dovute
scontrare, ma anzi hanno saputo coesistere e differenziarsi tenendo
sempre al valore popolare del fumetto e all’incisività che aveva
sui giovani ragazzi che li andavano a comprare in edicola.
Noi, Zagor è un
brillante documentario che in maniera concentrica ci avvicina al
mondo dei fumetti, della Bonelli editore e della storia di un
personaggio che da oltre cinquant’anni riesce a raccontare numerose
avventure. Al cinema solo il 22 e 23 Ottobre.
La bella attrice interprete di
Vedova Nera, Scarlett Johansson ha rilasciato
una nuova intervista a niente meno che Darren
Aronofsky per Interview Megazine, e tra i vari
temi indovinate un po’ di cosa hanno parlato il regista de
Il cigno nero e The
Wrestler e la bella fame fatale? ma di
Avengers Age of
Ultronovviamente. Come molti di voi
sapranno l’attesissimo sequel di Joss Whedon(di cui è uscito un teaser
trailer) arriverà solo nel Maggio del 2014 ed è
Scarlett a rivelare che le tappe fondamentali di questa nuova
attesa: Inizieremo a girare a gennaio. Credo che questa
volta scenderemo in strada, andando pure
oltreoceano. Quindi sembra che questa volta il film avrà
più senti sparsi per il mondo, il che implica che probabilmente
Ultron (James Spander) metterà a repentaglio la
viti di tutto il globo in più punti del mondo.
E’ tempo di un nuovo raduno per i
fan di Ritorno al Futuro, dopo lo
straordinario successo dello scorso anno!
La trilogia che ha fatto epoca
grazie all’eccezionale regia di Robert Zemeckis e
l’indimenticabile interpretazione di Michael J.
Fox e Christopher Lloyd, ritorna
nuovamente su grande schermo per la gioia dei fan.
Lo storico appuntamento è fissato
per mercoledì 23 ottobre, giorno del secondo raduno
cinematografico con proiezione del secondo capitolo
dell’intramontabile saga Back to the
Future. L’evento sarà accompagnato da sorprese e
contest che saranno annunciati nei prossimi giorni. E sicuri della
partecipazione attiva dei fan (80 mila quelli della pagina facebook
italiana, oltre 3 milioni quelli della pagina internazionale) sono
in programma per il prossimo anno nuovi raduni al cinema per
godersi insieme anche la terza puntata di Ritorno al Futuro.
Del resto è scattato un count-down vero e proprio: perché, secondo
quanto si racconta nel film, il 21 ottobre 2015 Doc e Marty
arriveranno nel nostro futuro! E noi vogliamo essere pronti ad
accoglierli!
Ecco il bellissimo poster
dell’edizione 2013 del Torino Film Festival. Il manifesto della
31esima edizione del Festival nel capoluogo del Piemonte è
disegnato da Gipi.
Eccolo:
Gipi,
all’anagrafe Gianni Pacinotti,è un fumettista e regista
italiano.
Il suo primo film, L’ultimo
terrestre (2011), ha partecipato in concorso alla
68a Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2012 al Torino
Film Festival è stato presentato il suo secondo lungometraggio
Smettere di fumare fumando.
Dice di lui il direttore
Paolo Virzì: «Abbiamo ricevuto questo
bellissimo regalo, un’immagine che è un racconto emozionante. Gipi
è un grande. Nella graphic novel è il numero uno in
Europa».
Oggi al Cinema
Barberini è stato presentato il documentario
Noi,Zagor di Riccardo Jacopino. Alla
conferenza stampa hanno partecipato il regista, Moreno
Burattini il curatore di Zagor, Walter Velturi il
disegnatore e Tito Ammirati produttore e presidente di
Arcobaleno Produzioni.
C’è un po’ di paura quando si
entra in una storia così strutturata in un’esperienza in cui le
sensibilità sono tante?
R.J.: È difficilissimo raccontare qualcosa di nuovo su Zagor
perché c’è un ampia esegesi sul personaggio, bisognava stare
attenti a non sbagliare, abbiamo scelto la strada di raccontare le
emozioni di chi questo fumetto è appassionato. In qualche modo c’è
una doppia lettura, volevamo sia far conoscere questo personaggio a
chi non lo aveva mai letto e non lo conosceva, da un’altra parte
però c’erano tutto il pubblico degli appassionati zagoriani e con
loro abbiamo fatto una scelta di creare uno specchio delle loro
emozioni, insomma cercare, tramite il racconto di tutti loro di far
immedesimare questa grande passione.
Hai corso anche dei rischi?
Perché hai raccontato questo rapporto con Gianlugi? R.J: Questa cosa è stata sviluppata insieme a Giovanni
Iozzi che mi ha aiuto a costruire il documentario, ce ne siamo
accorti un po’ subito, che in Zagor aleggiava questo conflitto. Lui
scappa da questa figura paterna e in qualche modo Sergio non
essendo in conflitto, anzi avendo una venerazione, come dice lui
stesso per suo padre, grande autore di fumetti, aveva questo
colosso, questa ombra grande alle spalle da cui in qualche modo lui
stesso dichiara di non voler competere. Guido Nolitta ci ha
messo tutta questa umanità nel suo personaggio e negli altri che ha
scritto, e credo che questo lavoro sia anche un ringraziamento per
Sergio Bonelli e a tutti i suoi autori e disegnatori, che mi
hanno fatto passare ora e quando ero più giovane dei momenti
bellissimi. Ed è anche un po’ un ringraziamento a tutti gli autori
di fumetti e in qualche modo una promessa che ho mantenuto, che non
sapevo di essermi fatto quando avevo 10 o 12 anni che era un po’ di
entrare dentro questo fumetto, rompere un po’ il velo e capire cosa
c’era dietro, come nasceva, come si struttura, come arriva in
edicola.
Moreno Burattini come è stato il
vostro rapporto, voi siete un po’ i sacerdoti, i custodi di questo
mondo, avete una certa responsabilità.
M.B.: Io da quando è morto
Sergio sono diventato il punto di riferimento generale della
redazione, ecco perché Riccardo Jacopino si è rivolto a me. La
parola responsabilità cerco sempre di cancellarla dal vocabolario,
perché se ci penso non lavoro più, se io penso alla responsabilità
che ho nel raccogliere l’eredità di Sergio nell’accontentare tutti
questi lettori, sono custode di una tradizione di che dura da oltre
cinquant’anni, quindi io lavoro assecondando l’istinto. Riccardo
Jacopino lo conoscevo già da ragazzo perché abbiamo frequentato lo
stesso Liceo Classico a Prato. Ma ho capito che era la persona
giusta per due motivi, il primo che mi ha raccontato che fin da
bambino lui voleva fare il regista e che era il suo sogno, inoltre
ho visto il suo film, 40 percento con Luciana
Litizzetto, l’ho visto e ho detto, è bravissimo è un regista
straordinario e automaticamente ho detto “va bene”. Lui ha
cominciato a venirci dietro, ha visto tutti questi raduni, ci
spiava in redazione è venuto nelle case case dei collaboratori,
siamo stati a stretto contatto per due anni.
Walter Velturi Che emozione si
prova da disegnatore a vedere un film in cui viene riconosciuto il
valore di un lavoro di questo tipo, inoltre, quanta responsabilità
ha un disegnatore di un personaggio?
W.V.: È colui che consegna l’immaginario, io sono l’ultimo
arrivato quindi ho tutto da imparare nei cinquant’anni e oltre di
pubblicazioni, quindi lavorare su Zagor è una responsabilità
illustrando quel mondo e quindi hai delle regole ferree a cui devi
badare, però lasciando sempre un minimo d’interpretazione nel
personaggio anche se il riferimento grafico a cui guardo io è
sempre Galliano Ferri che è stato anche il copertinista di
Mister No. Ne ho disegnate solo 120 di pagine di
Zagor, del Zagor Color che è uscito un mese fa in Edicola.
Sto iniziando ad entrare in questo mondo, da disegnatore. Un mondo
che non sapevo essere così sanguigno e una cosa che non si ferma
nella fascia adolescenziale, ma interessa una grande fascia. Sapere
che dovrò disegnare qualsiasi cosa, perché abbiamo visto alieni,
vichinghi e samurai, per un disegnatore è stimolante, in quanto non
sei fermo solo al west, come iconografia, non si ci annoia, hai
sempre qualcosa da inventare. Poi con Zagor non abbiamo dei
riferimenti così ferrei, come le armi e vestiti, possiamo inserire
anche cose di che non sono di quel periodo, siamo abbastanza
liberi.
Tito Ammirati hai portato dalla
carta allo schermo questo fumetto, visto anche le tante ispirazioni
cinematografiche, era in qualche modo naturale il suo approdo al
cinema?
T.A.: Arcobaleno è una
cooperativa sociale di inserimento lavorativo e lo fanno persone
che in passato hanno avuto molti problemi di dipendenza, sono stati
in carcere e che oggi rappresentano il capitale sociale della
cooperativa che ha deciso di sostenere questa nuova iniziativa
imprenditoriale, aprendo una sezione cinematografica. Sono 280
lavoratori che credono nella forza e nel linguaggio del cinema per
questo che abbiamo cominciato a fare una commedia diretta sempre da
Riccardo, un talento, lo avrete capito guardando questo
documentario. Abbiamo sposato questa idea perché il nostro
tentativo è quello di diffondere una filosofia imprenditoriale
quindi usare il cinema per raccontare che è possibile contribuire
allo sviluppo di un paese coniugando saper fare, capacità di creare
occupazione e reddito accanto a una relazione tra le persone, ecco
Zagor potrebbe essere un ennesima occasione per diffondere
questa filosofia, ci piaceva l’idea di poter raccontare ciò che non
si vede e quindi questa idea di mostrar cosa c’è, quali sono le
fatiche, quali sono i segreti, quali sono le criticità e le
tensioni dietro ad un opera come Zagor.
Ci sono scene che hai sofferto a non montare nel film?
S.J.: Ci sono venti ore di materiale! Ci sono tutte quelle
parti degli autori in cui ho cercato di scavare di più la persona,
per cercare di capire da dove nasce questa passione per questa
forma di racconto e cosa li ha spinti a cominciare. E poi anche i
lettori particolarmente fedeli che conoscono Bonelli, perché una
delle caratteristiche della Sergio Bonelli Editore è di
avere un continuo rapporto con i lettori, se il lettore gli scrive
loro rispondono; questa una cosa importantissima e credo che sia
una delle ragioni del successo e della fedeltà dei lettori.
Un altro discorso interessante era
lo sviluppo e il futuro del fumetto, com’è e se c’è un futuro e
come sarà, anche se ci vuole molto lavoro per parlare ai ragazzi di
oggi che sono il pubblico di domani. Inoltre nei fumetti Bonelliani
c’è una trasmissione di valori che va a quello che è l’essenzialità
dell’uomo, e anche perché l’attenzione di Bonelli e dei suoi
collaboratori è non cadere nelle trappole del contingente, tipo la
politica, un modo per essere ecumenici e piacere a tutti e quindi
si va a cercare quelle cose che veramente sono condivisibili e
universali, veramente i fumetti quando sono belli sono una favola,
un qualcosa che prende.
Quali potrebbero essere gli
attori per recitare in un eventuale film di Zagor?
R.J.: Non è facile, ma
Joaquin Phoenix ci starebbe, forse anche Antonio Banderas, ma io
una faccia da Zagor italiana la vedo in Vinicio
Marchioni.
Noi, Zagor sarà
distribuito in 200 copie grazie a Microcinema il 22 e il
23 Ottobre, un estratto del documentario verrà mostrato anche
al Romics insieme ad un intervento dello storico
illustratore Galliano Ferri e dove sarà possibile, in alcune
città, saranno presenti in sala i disegnatori che collaborano ai
fumetti.
Wonder Woman è uno dei
personaggi più noti della DC ed è certamente fra i progetti
cinematografici della DC/Warner Bros più tormentati della storia
dello Studios, tanto che ancora non è chiaro se il personaggio sarà
introdotto in qualche modo al cinema o in televisione, ma oggi in
atteso di ciò, alcuni fan hanno realizzato un trailer di un
potenziale film su Wonder Woman:
American Hustle arriverà al cinema dall’1 gennaio
2014 distribuito da Eagle Pictures. Il regista nominato all’Oscar
per Il lato positivo, David O.
Russell, ritorna al cinema e ci riprova questa volta
con un thriller in costume. Prodotto da Annapurna Pictures,
Atlas Entertainment e scritto da Eric Singer.
Trama: Il film, scritto da Eric
Singer, racconta la vera storia di un truffatore (Christian
Bale) e della sua amante e complice (Amy
Adams), che operano nel mondo della finanza, costretti
dall’FBI a mettere su, assieme a un agente fuori controllo
(Bradley
Cooper) una gigantesca operazione, chiamata in codice
Abscam, per smascherare altri truffatori, mafiosi e politici
corrotti.
Jeremy Renner è un personaggio fondamentale della
vicenda, nel ruolo di un leader politico e sindaco di una città del
New Jersey.
Jennifer Lawrence è la donna di
Christian Bale e
Alessandro Nivola. ha il ruolo di Reggio, un pubblico
ministero federale.
Trama: Le avventure di Bilbo Baggins e della compagnia di
dodici nani di Thorin Scudodiquercia, formata da Balin, Dwalin,
Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur. Il
gruppo deve recuperare il tesoro posto nel cuore della
Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago Smaug.
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
Ritorna al cinema il regista di
Saw, James Wan con la sua
nuova creatura, l’atteso sequel Oltre i confini del male –
Insidious 2, dove torna a raccontare della famiglia
Lambert con la stessa verve di un tempo, in attesa di vederlo alle
prese con racconto più sobrio nel franchise di Fast and Furious 7 che è attualmente in
lavorazione.
Oltre i confini del male –
Insidious 2 racconta quindi della famiglia Lambert che ha
cambiato per l’ennesima volta casa, per dimenticare ciò che è
successo due anni prima, che ha segnato il loro momento peggiore.
Sembra tutto dimenticato, ma la signora velata vuole possedere Josh
Lambert ancora una volta e dovrà essere per forza fermata..
Oltre i confini del male –
Insidious 2 (com’è ormai consuetudine nei film di James
Wan) parte subito forte con un ritmo incalzante e un
prologo ricco di suspense e tensione, dove ritroviamo sin da subito
la storica famiglia Labert. Ma Insidious 2 ha forse un pregio
piuttosto raro nel franchise di questo genere: ovvero che l’opera è
completamente fruibile a tutti coloro che non hanno visto il primo
capitolo, grazie soprattutto ad un’autonomia narrativa piuttosto
indipendente.
Di conseguenza, la macchina da
presa si muove su un impianto narrativo che è tipico delle storia
di fantasmi (Ghost story) costruite con stilemi atti ad doc per far
sobbalzare lo spettatore, e Wan ci riesce facilmente a più riprese,
grazie anche ad un abile e sapiente uso dei movimenti di macchina
che sono tipici del cinema del regista malese naturalizzato
australiano. Tuttavia, quello che invece convince meno è il
costrutto narrativo della drammaturgia del film, che se da un lato
ricalca tutta la struttura tipica del genere, dall’altro, man mano
che la storia si evolve, prosegue verso una deriva inevitabile,
fatta di non sense, momenti al limite del ridicolo e
d’incongruenze sfacciate; tutti elementi che però sembrano
importare poco al cantastorie Wan. Purtroppo tutto
questo limitano il potenziale narrativo e visivo della storia che
in ogni caso rimane di buona fattura, comprese le performance del
cast. Bravi sono gli interpreti, a cominciare dal
protagonistaPatrick
Wilson, efficace paranoico papà allo sbando, fino ad
arrivare ai vari Leigh Whannell, Angus Sampson e
Lin Shaye, tutti piuttosto credibili nei loro
panni.
Quindi, anche se fatto di anelli
deboli, Oltre i confini del male – Insidious
2 è pieno di momenti da brividi e di una tensione
tagliente che di certo farà la gioia degli appassionati che non si
annoieranno nel vedere l’ennesimo film di un regista che si
conferma tra i più sicuri e prolifici dell’industria del
terrore.
La Walt Disney sta
lavorando ad un live action sul personaggio di Crudelia De
Mon. Dopo La carica dei 101 – Questa volta la
magia è vera del 1996 e La carica
dei 102 – Un nuovo colpo di coda del 2000,
entrambi interpretati dalla straordinaria Glenn
Close, la grande major ha in cantiere un nuovo progetto,
dal titolo Cruella, per riportare sul
grande schermo, in carne e ossa, uno dei villain femminili più
amati dell’universo cinematografico Disney.
Secondo The Hollywood Reporter,
Aline Brosh McKenna, sceneggiatrice de
Il diavolo veste Prada e del prossimo
Cinderella di Kenneth Branagh, starebbe
attualmente lavorando alla sceneggiatura della pellicola, anche se
al momento nessun dettaglio sulla trama è stato rivelato. Tra i
produttori del film ci sarà Andrew Gunn, mentre la
stessa Glenn Close sarà uno dei produttori
esecutivi. Il regista verrà ufficializzato nei prossimi mesi.
Arrivano da Just Jared le prime
immagini di Brad
Pitt direttamente dal set di
Fury, il dramma d’azione in
uscita nei cinema il 14 novembre 2014 che
annovera nel cast anche Shia LaBeouf, Logan Lerman,
Michael Pena e Jon
Bernthal.
Fury,
diretto da David Ayer, è ambientato alla fine
della Seconda Guerra Mondiale, nell’aprile del 1945. I protagonisti
sono un gruppo di 5 soldati appartenenti all’esercito americano,
capitanati dal sergente Wardaddy (Pitt), che combattono contro i
tedeschi a bordo di un carro armato denominato appunto Fury.
Prossimamente vedremo Brad Pitt al
cinema in The Counselor – Il
procuratore di Ridley Scott e
in 12 Years a
Slavedi Steve
McQueen.
Julie Andrews, 1
ottobre 1935: nasce una bimba dalle prodigiose doti canore,
destinata a divenire una stella a 360° (vincitrice di tutti i premi
più importanti dello spettacolo), oltre a ricevere il titolo di
“Dame” dell’Impero Britannico, e ad avere l’onore di accogliere i
passeggeri della British Airways con la sua melodiosa voce
(registrata).
È infatti merito delle sue corde
vocali se Julie Andrews – al secolo Julia Elizabeth Wells –
sfonda a Broadway, fino a diventare la tata più desiderata da
bambini e genitori di tutto il mondo. Ha solo 27 anni ai tempi di
“Supercalifragilistichespiralidoso” e, vuoi per il sorriso, vuoi
perché sa volare, con Mary Poppins si becca l’Oscar
da protagonista, alla faccia di Audrey Hepburn, che neppure
viene nominata per la sua My Fair Lady. Tiè! Quando
ci vuole, ci vuole. Eh sì, perché nella versione cinematografica
del musical che la Andrews ha interpretato a teatro, i produttori
le preferiscono la Hepburn, più celebre (= remunerativa) di lei, ma
necessariamente doppiata. Il successivo Tutti insieme
appassionatamente – oggi il classico natalizio per
antonomasia – rende Julie famosa a tal punto che Hitchcock è
costretto a scritturarla ne Il sipario strappato (un
successone). Se più tardi la carriera zoppica (con l’eccezione di
Victor Victoria, girato col marito n°2, Blake
Edwards), poco male: la Andrews si reinventa scrittrice per
bambini (ha una certa esperienza, no?).
Julie Andrews
Purtroppo nel ‘97 un’operazione
alle corde vocali comprometterà per sempre la sua voce portentosa,
ma il risarcimento milionario aiuta… ed eccola sfoderare ancora le
sue doti canterine nel revival cinematografico degli ultimi anni.
C’è da vergognarsi al confronto, ma le intoniamo comunque il nostro
HAPPY BIRTHDAY TO YOU, DAME ANDREWS!
La Maxim ha distribuito in rete un
nuovo character poster di Machete
Kills, seconda avventura cinematografica di
Machete/Danny Trejo, diretta
da Robert Rodriguez. Il poster, che potete
ammirare di seguito, ha come protagonista Amber
Heard nei panni Ms. San Antonio.
Ecco la trama: L’ex-agente
Federale Machete Cortez, è stato assunto dal Presidente degli Stati
Uniti per una missione che sarebbe impossibile per qualsiasi uomo
mortale. Deve eliminare un rivoluzionario pazzo e un eccentrico
miliardario trafficante d’armi che ha ordito un piano per
diffondere la guerra in tutto il pianeta.
La Lionsgate ha diffuso online una
nuova immagine ufficiale di I,
Frankenstein, in attesa del primo trailer ufficiale
che arriverà venerdì 4 ottobre. La foto ritrae il protagonista
della pellicola Aaron Eckhart.
I, Frankenstein nuova
immagine
I, Frankenstein, basato
sulla graphic novel di Kevin Grievous, annovera
nel cast anche Bill Nighy,
Miranda Otto, Yvonne
Strahovski e Socratis Otto.
Uscirà nei cinema americani
in 3D il 24 gennaio
2014. Dietro la macchina da presa
troviamo Stuart Beattie.
La storia di I,
Frankenstein segue Adam (Aaron Eckhart), la creatura
del romanzo di Mary
Shelley, che, dopo esser sfuggito alla massa infuriata
dei contadini, arriva fino ai giorni nostri grazie alla genetica.
E’ così che Adam si ritrova in un’oscura metropoli, e viene
coinvolto nella battaglia centenaria tra due clan di creature
immortali.
JJ Abrams è
diventato uno dei registi più famosi di Hollywood, specie dopo il
suo lavoro nei primi due Star Trek e per
quello che avremmo modo di ammirare in Star
Wars Episodio VII. Se esiste però una cosa che i
fan criticano di Abrams è sicuramente il suo abuso del Lens Flare.
In una recente intervista, il regista ha dichiarato di non essersi
mai accorto di aver effettivamente abusato dell’effetto riflesso.
Ecco le sue dichiarazioni:
“So che tutti mi criticano per
questo – ha detto – Spesso capita che, mentre sto girando
una scena, penso: “Oh, questa sarebbe veramente incredibile… con un
lens flare”. Lo so che è veramente troppo, e per questo mi
scuso. Ne sono consapevole adesso. Una volta ho mostrato a mia
moglie una prima scena di Star Trek Into Darkness e mi ha detto:
“Non riesco a capire cosa sta succedendo. Non capisco questo
cos’è”. Ecco, queste sue parole mi hanno fatto letteralmente
impazzire“.
“Si, sono stupido – ha
continuato il regista – Talmente stupido che ho dovuto chiedere
alla Industrial Light & Magic di rimuovere i Lens Flare da alcune
scene. E’ veramente da idioti, ma se ci pensate per un drogato,
ammettere la propria dipendenza, è il primo passo verso la
guarigione“.
Sono iniziate oggi le riprese di
22Jump Street, seguito della
commedia d’azione 21 Jump Street uscita nel 2012. Il
sequel, che vede nuovamente
Channing Tatum e
Jonah Hill come protagonisti, verrà rilasciato il
13 giugno 2014. Nel frattempo, arrivano da Twitter
e da Instagram le prime immagini ufficiali direttamente dal
set.
Chris Miller,
regista del film insieme a Phil Lord, ha postato
attraverso il suo account di Twitter la seguente immagine:
Mentre Channing
Tatum ne ha condivise altre due attraverso il suo account
di Instagram:
La Sony ha anche rilasciato una
prima sinossi ufficiale del film. Eccola per voi: “Nella commedia
d’azione 22 Jump
Street, dopo essersi fatti le ossa al liceo (due volte),
gli agenti Schmidt (Hill) e Jenko (Tatum) affronteranno numerosi
cambiamenti quando andranno sotto copertura in un college della
zona”.
La Warner Bros Pictures ha diffuso
online tre nuovi banner esclusivi de Lo Hobbit La
desolazione di Smaug, in attesa del nuovo trailer
ufficiale che arriverà oggi intorno alle ore 15:00. Eccoli di
seguito.
Trama: Le avventure di Bilbo Baggins e
della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia, formata da
Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur,
Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
Yahoo Uk ha diffuso in anteprima un
nuovo poster ufficiale di Hunger Games La ragazza di
fuoco. Il bellissimo poster, che vi presentiamo di
seguito, ha come protagonista assoluta Katniss, interpretata dal
premio Oscar Jennifer Lawrence.
La ragazza di fuoco
nuovo poster
Inoltre è approdata in rete la
canzone “We Remain”, brano interpretato da
Christina Aguilera per la colonna sonora ufficiale
della pellicola. Potete ascoltarla di seguito.
Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª
edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo”
Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e
abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei
distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo
la strada Katniss percepisce che la ribellione sta
montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di
mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta
preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter
Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della
nazione di Panem.
Gli ultimi anni di carriera di
Nicole Kidman non sono stati esattamente gloriosi,
e solo nell’ultimo periodo l’attrice premio Oscar sta ricominciando
a regalarci un po’ dello splendore che ci aveva fatti innamorare di
lei agli inizi. Tuttavia i suoi film restano, in media, tiepidi
incassi, e ora che la bella australiana arriverà al cinema con
Grace di Monaco, tutti si stanno
chiedendo che tipo di pubblico potrà avere un film biopic sulla
principessa di Monaco, fu musa di Alfred
Hitchcock.
Per Grace di
Monaco il destino sembrava diverso, dal momento che
il film era stato acquistato dalla Weinstein Company, nota per fare
un sacco di soldi con i film che distribuisce, grazie alle
nomination che in genere questi ottengono, per un’uscita intorno
alla fine di novembre, perfettamente in tempo per la stagione dei
premi e per una Nomination alla Kidman.
Lo spostamento alla prossima
primavera della data d’uscita del film ha però tolto allo stesso la
possibilità di un discreto incasso, sulla scia del periodo
natalizio, e alla Kidman di essere considerata per un’altra
Nomination. Così Nicole lascerà campo libero alle colleghe, tra le
quali spiccano le più accreditate ad oggi Sandra
Bullock (Gravity) e
Cate Blanchett (Blue
Jasmine), ma ci aggiungiamo anche la straordinaria
Judi Dench vista a Venezia in
Philomena.
Grace di
Monaco seguirà la seconda parte della vita di Grace
Kelly e il suo ruolo di principessa di Monaco dopo il matrimonio
con il Principe Ranieri, interpretato da Tim
Roth; del cast faranno parte anche Parker
Posey, Frank
Langella, Paz
Vega e Milo Ventimiglia. La
sceneggiatura è opera di Arash
Amel (Erased).
Il film ha già suscitato polemiche e
l’aperto disconoscimento da parte dei figli della principessa, a
partire dal Principe Alberto di Monaco, che ne ha criticato la
versione della madre, giudicata eccessivamente glamour, oltre
che le gravi imprecisioni dal punto di vista storico e
l’inserimento di scene di pura finzione.
Sono anni ormai che i fan de
Il Diario di Bridget Jones aspettano gli
sviluppi per un terzo capitolo cinematografico delle disavventure
della loro beniamina. Più volte messo in cantiere e poi
abbandonato, il progetto potrebbe ora avere nuovi sviluppi con la
recente pubblicazione del terzo romanzo Bridget Jones: Mad
About The Boy.
Se non siete amanti degli spoiler,
allora cercate di stare bene attenti a questo. Infatti la notizia
shock stà nella decisione, da parte dell’autrice Helen Fielding , che la love story tra Bridget
Jones e l’avvocato
Mark Darcy non avrà il lieto fine a lungo sperato dal grande
pubblico. Bridget difatti si ritrova, in questa terza avventura
letteraria, vedova e madre di due figli.
E’ stato il giornale britannico The Times a
rivelare che il terzo romanzo inizia con la straziante rivelazione
che Marc è morto in un incidente stradale avvenuto 5 anni prima dei
fatti narrati nel libro. Bridget, dal canto suo, avrà a che fare
con l’educazione dei figli e con il nuovo amore nei confronti di un
Toy Boy e, oltre al problema del peso, doovrà adesso fronteggiare
anche quello delle rughe e dell’età.
Non si sà quanto la trama del
romanzo influirà sulla sinossi del film. Stà di certo che la
notizia ha portato scompiglio tra i fan del personaggio
interpretato da Renée Zellweger, i quali sperano vivamente che il
film si discosti dalle vicende narrate inBridget Jones: Mad About The Boy. Essendo
il film ancora in fase di sviluppo, ed essendo l’intenzione
originaria dei produttori quella di riunire il terzetto formato
dalla Zellweger assieme a Colin Firth ( Marc Darcy ) e Hugh
Grant ( Daniel Cleaver ), tutto è ancora
possibile.
IlDiario diBridgetJones è unacommediaromantica britannicadel2001
direttadaSharon Maguiree basatasulromanzoomonimodiHelenFielding,seguito nel 2004
dal sequelChe pasticcio, Bridget
Jones! diretto da Beeban
Kidron ed anchesso basato sul romanzo dallo stesso
titolo. Protagonista delle due pellicole è stata Renée
Zellweger nel ruolo di Bridget Jones.
Buone notizie per i fan
del noto franchise horror: Paranormal Activity
5 ha trovato il proprio regista assieme agli
sceneggiatori della pellicola. GregoryPlotkinfarà infatti il
suodebutto alla regia proprio alla
direzione di questo quinto capitolo,mentre il duo formato da
JasonPagane
AndreaDeutschmansi occuperà in
via ufficiale e definitiva dello
script.
Nonostante Plotkin
sia per la prima volta al timone di una produzione cinematografica,
ha in realtà una notevole esperienza con il materiale di
appartenenza della saga. Infatti ha già lavoratocome
editore co-produttoredegli ultimitre capitoli della
serie Paranormal Activity e del prossimo
spin-off Paranormal Activity: The Marked
Ones.
PaganeDeutschman , dal canto
loro e sebbene attualmente semisconosciuti, sono freschidellascritturadi
Almanac,thrillersci-fi prodotto da Michael
Bay.
E’ quindi un team creativo composto
per lo più da esordienti quello messo sù dalla produzione per la
messa in opera dei lavori.
Paranormal Activity
5 è previsto per il debutto nelle sale statutinensi
il 25
ottobre2014, preceduto da The
Marked Ones, lo spin-off diretto daChristopherLandon, il 3 gennaio
2014. Ricordiamo che Landon ha scritto gli ultimi
tre episodi della saga e che lascerà il franchise dell’orrore per
dirigere la commedia horror della Paramount,
Boy Scouts Vs
Zombies.
Avevano destato scalpore le
dichiarazioni di qualche tempo fa rilasciate tramite
Twitter da Sylvester Stallone a
seguito della fuoriuscita di Bruce Willis dal cast
de I Mercenari 3: Avido e
Pigro…. La formula sicura per una carriera
fallita!
A smorzare i toni è proprio lo
stesso Stallone, che in un’intervista rilasciata
ad Empire minimizza la cosa:
Si è trattato
esclusivamente di una questione economica. Bruce è stato l’amico di
una vita e lo considero ancora tale, almeno per quanto mi riguarda.
E’ stato tutto causato dalla frustrazione, ma tutto sembra essere
tornato ok. Forse non avrei dovuto essere così
esplicito.
Una sensibile retromarcia quindi,
dopo le accese affermazioni iniziali con cui lo stallone italiano
avea apostrofato l’amico e collega Willis.
A dirigere questo bel gruppo di
eroi ci sarà Patrick Hughes che avrà a
disposizione un budget di 90 milioni di dollari. La trama del film:
ne I Mercenari
3, Barney (Sylvester Stallone), Christmas (Jason
Statha) e il resto della squadra si trovano faccia a faccia con
Conrad Stonebanks (Gibson), un vecchio amico di Barney e
co-fondatore del gruppo di Mercenari. Stonebanks però si allontanò
dal gruppo, costringendo Barney ad ucciderlo, o almeno così si
pensava. Lui invece è riuscito a eludere la morte, e ora è tornato
per cercare di mettere fine al gruppo che lui stesso ha fondato. Ma
Barney ha piani diversi.
Warner Bros.
continua a condurre le operazioni di casting per il nuovo kolossal
diretto da Davis Yates Tarzan, ennesimo
adattamento cinematografico del romanzo nato dalla fantasia di
Edgar Rice Burroughs. Al momento l’unica conferma
avuta in merito al progetto è quella dell’ingaggio di
Alexander Skarsgard, incaricato di interpretare
proprio la parte dell’uomo cresciuto dalle scimmie. Ma è
Variety ad aggiornare le voci attorno alla
lavorazione del film, annunciando che Emma Stone e
Christoph Waltz sarebbero in lizza per entrare a
far parte del cast della pellicola. Per la Stone,
infatti, si vocifererebbe di un interesse da parte degli studios
per vederla nel ruolo di Jane, parte a cui pochi
mesi fà era stata accostata la rossa Jessica
Chastain, che a questo punto sarebbe fuori dalle mire
della Warner.
La notizia al momento non è ancora
ufficiale. Anche perchè la Stone sarebbe in
ballottaggio con la collega Margot Robbie (Pan
Am) e dovrà fronteggiare un’agenda fittissima di
impegni che la potrebbero portare a declinare
l’invito.
Molto più vicino al progetto,
invece, sembrerebbe essere proprio l’austiaco Christoph
Waltz. L’attore sarebbe infatti in linea con le
caratteristiche richieste per il ruolo del Capitano Rom, un soldato
belga che cercherà di catturare Tarzan in cambio di un riscatto in
diamanti. L’interprete sarebbe vicino all’accordo e
rappresenterebbe un ingresso illustre all’interno del cast.
Nonostante la pre-produzione di
Tarzan abbia subito dei rallentamenti, lo
scouting per l’assemblaggio del cast continua a procedere, ed in
base ai nomi della Stone e di
Waltz appena citati, l’intento sembrerebbe proprio
quello di creare un ensamble composto da grandi nomi da mettere a
disposizione del regista David Yates, in attesa di
ricevere il semaforo verde per cominciare la produzione durante la
prossima estate.
Al momento il progetto non ha ancora
una data d’uscita né una sinossi ufficiale, per cui bisognerà
attendere la stesura definitiva della sceneggiatura.
Se scappi ti sposo
è un film del 1999 diretto da Garry Marshall e con
protagonista Julia Roberts (Maggie Carpenter), Richard Gere
(Ike Graham), Joan Cusack (Peggy), Hector Elizondo (Fisher), Rita
Wilson (Ellie), Christopher Meloni (Bob), Paul Dooley (Walter
Carpenter)
La Trama di Se scappi
ti sposo: Il fascinoso giornalista newyorkese Ike vuole
scrivere un pezzo su Maggie Carpenter, una bella ferramenta del
Maryland con uno strano vizio: scappare a due passi dall’altare,
prima del fatidico sì. Ha già fatto tre “vittime”, con le sue fughe
in abito da sposa.
Ike va a conoscerla personalmente,
si ferma nel Maryland, indaga, cerca di capire. Guadagnerà anche
lui un’avventura all’altare con Maggie, non senza sorprese!
Analisi di Se scappi ti
sposo: A una decina d’anni da Pretty Woman, la coppia Richard Gere –
Julia Roberts torna ad ammaliare il pubblico con
Se scappi ti sposo. Alla regia, in entrambi i
casi, il classe 1934 Garry Marshall, approdato alla regia ormai
cinquantenne dopo meritata gloria come autore televisivo (Happy
Days, Mork e Mindy). Se scappi ti
sposo è una riuscita commedia con solide basi
narrative e interessanti spunti tematici, trainata da due cavalli
di razza belli e bravi. La Roberts nei panni della Belle Ferroniere
provinciale, così rustica e così fragile, è irresistibile, anche
per Ike, smaliziato pennivendolo della Grande Mela. L’incontro e la
conoscenza tra i due è una reciproca e graduale terapia. Ike smette
i panni dello scialacquatore d’inchiostro, e con occhio da vero
cronista (senza più alcun articolo in programma!) indaga il mistero
delle fughe croniche e smaschera la morbosa tranquillità con cui la
comunità, famigliari compresi, pasteggia sul dramma della “mangia
uomini”, della “portaerei”. Maggie, trova in Ike la leva e il
movente della sua guarigione: nient’altro che una decisa pulizia
interiore, per diventare grande, decidere, non farsi travolgere più
da mille uomini e da altrettante ritirate matrimoniali.
Se scappi ti sposo, Julia Roberts e
Richard Gere nuovamente insieme
Se scappi, ti sposo tiene
ben desti fino alla fine, per una domanda semplice e vitale: perché
Maggie… è così? Non è una sempliciotta, una superficiale, una
mantide, un’ingenua ninfomane con nocche e polpastrelli da
meccanico e un sorriso intramontabile. Maggie è un enigma non privo
di purezza, da proteggere e inseguire, da scoprire sequenza dopo
sequenza in compagnia di Ike, a cui tornano a brillare gli
occhietti bastonati da divorziato solitario, che pensava d’averle
viste tutte. Se scappi ti sposo è un film che
scorre, e lo spettatore spera di veder spiccare il volo d’amore a
Richard e Julia, e benedire lo schermo.
Nota di merito per la
ben cesellata schiera dei personaggi secondari. I compaesani e la
famiglia di Maggie, la ex moglie di Ike e Fisher, il suo simpatico
uomo, l’iperproteico Bob (fidanzato di Maggie), i tre “quasi
mariti”. Questi, meno scolpiti in profondità, sono ottime sponde
narrative, utilissimi nella prima parte per far decollare la storia
e gettarne le basi. È proprio l’abbandonato n°3, un entomologo, a
innescare l’azione spifferando ad Ike la storia della sposa che
scappa, tra un singhiozzo d’ubriaco e un altro.
Ebbene, romantici, innamorati,
cercatori e sognatori, Runaway Bride è un
titolo da non perdere. Leggero come una bella piuma, e non come un
fazzoletto gualcito e inutile. Leggero senza stancare, capace di
insegnare ed emozionare.
Il trailer
originale di Se scappi ti sposo di
seguito:
Le migliori frasi di Se scappi ti sposo
Lo sai che è strano! Per essere un bello fanno presto a
scaricarti, l’avevi notato? (Barista) [a
Ike]
Salve sono io, lasciate un messaggio dopo il bip. Se volete
inviare un fax, compratemi il fax! (Segreteria di Ike)
Tu vuoi un uomo… che ti accompagni sulla spiaggia con una mano
sugli occhi, per farti sentire la sensazione della sabbia sotto i
piedi. Vuoi un uomo che… ti svegli all’alba… perché muore dalla
voglia di parlarti e non può aspettare per sentire cosa dirai. Ho
ragione? (Ike) [a Maggie]
Eh, Ike, sono felice per te tesoro. C’è una macchina sul retro
nel caso che lei decida di scappare! (Ellie)
La carriera di Chris Hemsworth sembra proseguire a
gonfie vele, tanto che l’attore sembra inarrestabile e dopo il
capolavoro Rush, l’imminente Thor: The Dark World, lo
rivedremo presto nel prossimo film sempre di Ron
Howard, ma soprattutto in Cyber,
il nuovo atteso film di Michael Mann. L’attore
durante la promozione di Rush in Germani
ha parlato del film che presto lo rivedrà protagonista per
Mann:
“Ho appena finito di
girarlo. Parla del mondo del cyber-terrorismo”, ha detto
Hemsworth. “In pratica, qualcosa di simile al Chicago Board of
Trade è stato hackerato e si innesca una catena di eventi in
tutto il mondo, che colpisce il mercato azionario. Ed il codice che
è stato utilizzato per provocare l’hackeraggio è stato scritto anni
prima dal mio personaggio, quindi viene arrestato per crimini
informatici. Viene tirato fuori grazie alla sua disponibilità a
lavorare con la task force congiunta di FBI e del Governo cinese
nel tentativo di rintracciare il terrorista dietro a tutto ciò. Si
inizia a Chicago e finisce in Kuala Lumpur, a Hong Kong e in
Jakarta. E’ una sora caccia al topo
internazionale.
Poi l’attore
ha rivelato quello che sembra proprio uno SPOILERRRR:
“E ‘stato affascinante. Non sapevo nulla di quel mondo.’ Ora
guardo al quel mondo in modo diverso, come un cyber terrorista può
spegnere le reti elettriche di altri paesi. Nel nostro film, lui
(il cattivo) spegne le pompe idrauliche del sistema di
raffreddamento di una centrale nucleare e provoca un sacco
di caos. Quando conosci questo mondo, ti rendi conto di
quanto siamo vulnerabili.
Vi ricordiamo che l’attore sarà
presto al cinema in Thor: The Dark World. Tutte
le foto in buona qualità le trovate nella nostra foto gallery del
film:
[nggallery id=69]
Per le news sul film vi
segnaliamo il nostro speciale: Thor 2, mentre per tutte le info
sul film nella nostra
Scheda Film: Thor: The Dark
World.
Trama: Continuano le avventure
di Thor, il più forte degli Avengers, che combatte per salvare la
terra e tutti i Nove Regni da un oscuro nemico che vuole dominare
l’universo. Thor lotta per ristabilire l’ordine tra i pianeti… ma
un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far
ripiombare l’universo nell’oscurità. Affrontato da un nemico a cui
nemmeno Odino e Asgard possono opporsi, Thor deve intraprendere
il viaggio più pericoloso ed introspettivo della sua
vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo obbligherà a
sacrificare tutto per salvare l’universo intero.
Insonnia d’amore è
un film del 1993 diretto da Nora Ephoron che vede
protagonisti Tom
Hanks (Sam Baldwin), Meg Ryan (Annie
Reed), Bill Pullman (Walter), Ross
Malinger (Jonah Baldwin), Rosie O’Donnell
(Becky), Carey Lowell (Maggie Abbott Baldwin).
Trama: Sam
Baldwin, giovane architetto rimasto vedovo, si trasferisce da
Chicago a Seattle con il figlio Jonah, 8 anni, sperando che il
cambio d’aria li aiuti a superare il dolore. A un anno e mezzo
dalla perdita, Jonah, di nascosto, chiama una trasmissione
radiofonica per parlare del padre, solo e triste. Spinto dal
figlio, controvoglia, anche Sam parla alla radio della sua
condizione. Tra gli ascoltatori c’è Annie, giovane giornalista di
Baltimora ormai a un passo dal matrimonio con l’ipocondriaco
Walter. La ragazza sente subito un magico feeling con il giovane
vedovo, “l’insonne di Seattle”. Amore? Pietà? Un fragile e
prevedibile desiderio di fuga dal matrimonio e dalle
responsabilità? Senz’altro qualcosa che Annie non può ignorare…
Insonnia d’amore
recensione
Analisi: Bravi
interpreti, musiche sognanti, dialoghi frizzanti, l’amore, il
destino (alleato fedele degli sceneggiatori!), il dolore: tutto
questo è Insonnia d’amore, commedia
sentimentale di Nora Ephron ispirato da
Un amore splendido, titolo del 1957 (con
Cary Grant e Deborah Kerr) che
trova generosamente spazio nei televisori e nelle parole dei
personaggi, con le storie dei due film che si inseguono senza
creare eccessivi e sgradevoli corto circuiti.
La nascita di un amore che
congiunge East e West Coast di un America piovosa e scintillante ha
in Jonah Baldwin (Ross Malinger) il suo
irriverente e precoce cupido di 8 anni. Il piccolo è davvero un
gioiellino e strappa più di un sorriso. Irresistibili i siparietti
con Victoria (Barbara Garrick), la iena che esce
con papà Sam (Tom Hanks). E nei panni del
messaggero d’amore, Jonah, non è niente male. Come biasimarlo:
Annie (una Meg Ryan d’incanto), come nuova mamma,
ce la vede proprio bene.
Anche la più semplice delle
commedie, per essere di qualità, non deve cedere alla
semplificazione estrema dei personaggi e delle situazioni. Una
tentazione che Insonnia d’Amore rifugge
agilmente. Lo dimostra, su tutto, la caratterizzazione di Walter
(Bill Pullman), promesso sposo di Annie.
È carino, affermato (è vice
direttore del giornale in cui lavora la Reed), elegante, ma è anche
e soprattutto ipocondriaco, paranoico, poco avventuroso, ingessato.
Tuttavia, questo sbilanciamento sul versante della noia e
dell’ordinarietà, non lo rende un fantoccio insapore da sposare per
una vita monotona. Non è l’uomo per Annie, probabilmente, e quando
lei glielo fa capire, Walter non azzarda un “non sai che ti perdi”:
la sparata tipica dei bellimbusti, tanto utili in certe pellicole
magari piene di colore, ma paludate in un eterno bianco e nero
sentimentale, morale, narrativo.
Ulteriore merito del film di Ephron
è il non dimenticare mai il dramma all’origine della storia – la
morte di una giovane moglie e madre – senza tuttavia zavorrare di
amaro miele e strazi l’intero lungometraggio. E il messaggio è
chiaro sin dall’inizio: c’è il diritto di cercare un’altra storia
d’amore. Non il dovere di appaiarsi per forza con qualcuno, né di
lasciarsi corrodere dall’insonnia e dal dolore. Né di accettare – è
il caso di Annie – una relazione che non ha più niente da dire;
accettarla magari solo per ragioni anagrafiche, per disincanto, per
pigrizia, per quella ragion di stato che si accoccola sulle spalle
dei trentenni e consiglia navigazioni rigorosamente
sottocosta.