Ecco lo spot tv di Alice
Attraverso lo Specchio che verrà trasmesso durante il
Super Bowl il prossimo 7 febbraio. Nel breve
filmato possiamo distinguere nitidamente la voce inconfondibile di
Alan Rickman, che nel film doppia il Brucaliffo
per la seconda volta (lo era stato anche in Alice in
Wonderland).
Il film si basa su una specie di
romanzo sequel, Attraverso lo Specchio, che Lewis
Carroll scrisse proprio come seguito ideale a Le
Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Nel cast, oltre
a Mia Wasikowska (Alice), anche
Johnny Depp (il Cappellaio Matto),
Helena Bonham Carter (La Regina Rossa),
Matt Lucas (PincoPanco, PancoPinco),
Stephen Fry (Stregatto), Alan
Rickman (Brucaliffo), Michael Sheen
(Bianconiglio), Timothy Spall (Bayard),
Paul Whitehouse, Barbara Windsor, Rhys Ifans
(Zanik Hightopp, il padre del Cappellaio), Sacha Baron
Cohen (Time), Ed Speelers (James
Harcourt) e Toby Jones (la voce di Wilkins).
Ritorno dietro la macchina da presa
per l’attore Alan Rickman, conosciuto per
aver interpretato il professor Piton nella saga di
Harry Potter. L’attore dirigerà l’attrice
Kate Winslet in A Little
Chaos. La notizia è stata diffusa dal
Dailymail che conferma anche la presenza nel cast
anche dell’attore Matthias Schoenaerts, giù
protagonista di Un sapore di ruggine e ossa. Il
film racconto di due progettisti di giardini che vengono incaricati
da Luigi XIV di progettare una fontana a Versailles. Le riprese
della pellicola dovrebbero iniziare in primavera su una
sceneggiatura scritta da Allison Deegan.
Alan Rickman è
stato ospite da Jommy Fallon per promuovere Le
regole del caos, suo ritorno alla regia, ma prima di parlare del
film l’attore noto per aver interpretato Piton nella saga di
Harry Potter si è preso una piccola
rivincita con l’anchorman, la cui imitazione dell’attore è stata
resa celebre da una puntanta in cui ha avuto ospite
Benedict Cumberbatch. Ecco cosa è accaduto:
La trama del film è la seguente:
Nel 1682, Sabine De Barra (Kate Winslet), donna volitiva e
talentuosa, lavora come paesaggista nei giardini e nelle campagne
francesi. Finché un giorno riceve un invito inaspettato: Sabine è
in lizza per l’assegnazione di un incarico alla corte di Luigi XIV
(Alan Rickman). Se, al primo incontro,
l’artista di corte André Le Notre (Matthias
Schoenaerts) appare disturbato e indispettito dall’occhio
attento di Sabine e dalla sua lungimirante natura, alla fine
sceglie proprio lei per realizzare uno dei giardini principali del
nuovo Palazzo di Versailles. Malgrado – e forse proprio grazie – al
poco tempo a disposizione, il valore della ricerca artistica
individuale di Sabine, del suo “piccolo caos” sarà presto
riconosciuto anche da Le Notre e i rapporti personali e
professionali tra André e Sabine regaleranno a entrambi
comprensione, creatività e appagamento.
Nel cast di Le regole del caos ci
sono Kate Winslet, Stanley Tucci
e Danny Webb.
Come affermato dallo stesso regista
Declan Lowney in conferenza stampa promozionale, Alan
Partridge: Alpha Papa è un film che si prende in giro da
solo e che deve essere preso in giro . Infatti in questa nuova
irriverente e scoppiettante commedia sembra esserci permanete di
tutto; armi, ragazze, violenza e la simpatia irrefrenabile di
Steve Coogan. Di seguito proponiamo il primo trailer
internazionale ed il teaser poster.
Alpha Papa seguirà i
tentativi dell’irriverente Partridge per resuscitare la sua
carriera di commentatore di programmi radiofonici, sfruttando una
potenziale violenta rivolta alla Digital Radio di North Norfolk.Nel
cast figurano, oltre a Steve Coogan,anche Colm Meaney,
Sean Pertwee, Felicity Montagu, Anna Maxwell Martin. Il film
dovrebbe uscire negli Stati Uniti entro il 7 agosto del 2013.
In Italia è praticamente
sconosciuto, nel Regno Unito è un’isituzione: Alan Partridge è il
personaggio, interpretato dal comico Steve Coogan, ideato per
il programma On the hour, trasmesso da BBC Radio 4. Partridge è, in
pratica, una parodia dei conduttori di programmi sportivi e talk
show radiofonici.
Il personaggio ha ottenuto talmente
tanto successo da essere prontamente trasferito in televisione,
interpretato sempre da Coogan: la sua versione per il piccolo
shermo è giunta alla terza serie. Il personaggio si prepara ora a
esordire al cinema: lo sbarco è previsto per il 2013, l’inizio
delle riprese per il 7 gennaio dello stesso anno. Il film sarà
coprodotto dalla francese StudioCanal. Il film sarà diretto da
Declan Lowney, conosciuto soprattutto in Gran Bretagna e Irlanda.
Il film narrerà le vicissitudini di Partridge nel tentativo di
risollevare le proprie sorti professionali
Essendo una personalità piuttosto
riservata, gelosa della propria privacy e con un’agguerrita verve
britannica, è possibile che il suo volto dica poco al grandissimo
pubblico, eppure il suo nome si cela dietro alcuni dei più famosi e
importanti titoli della storia del cinema dal 1976 a oggi.
Ricordate i ragazzi della High School of Performing
Arts di New York darsi battaglia per la gloria in
Saranno Famosi (Fame, del 1980)?
Oppure il volto scavato e assente di Matthew
Modine in Birdy – Le Ali della
Libertà, i martelli in marcia e la follia visionaria
di Pink Floyd The Wall, le fiamme e
l’orrore di Mississippi Burning – Le radici
dell’odio, la statuaria Madonna in
Evita? Parliamo di opere che portano in
calce una firma pesantissima, Sir Alan Parker, che
abbiamo incontrato a Parigi in occasione dello Champs-Élysées Film
Festival. Le opere che abbiamo ricordato sono solo una parte di una
filmografia profondamente impressa nella memoria degli spettatori e
nei manuali della settima arte, prima della fama vi sono state però
numerose difficoltà e ostacoli da affrontare; prima di ogni cosa,
vi è stato un piccolo film musicale interamente interpretato da
ragazzi e ambientato a Chicago, in piena epoca Al Capone,
Piccoli Gangsters (Bugsy Malone,
1976).
Una guerra fra bande di criminali
combattuta a suon di torte alla crema e pistole spara-bignè, come
nasce un’idea così strampalata? “Bugsy
Malone è stato un grande esercizio. In Inghilterra
faticavo a trovare i finanziamenti per girare un film così sono
sbarcato in America, dove alla fine ho girato la quasi totalità dei
miei lavori. Avevo voglia di scrivere una sceneggiatura che
raccontasse in qualche modo gli Stati Uniti, così mi è sembrato
divertente rileggere in chiave musicale un periodo oscuro quale fu
l’era del proibizionismo. È stata una scelta pragmatica per dare il
via alla mia carriera, insomma. Ironia della sorte il film ha avuto
un enorme successo anche in Inghilterra e in generale in Europa.
Ricordo che alla prima del film proprio qui a Parigi sbagliarono il
mio nome sui manifesti fuori dal cinema, alla vista di ‘un film di
Alan Piker’ mi è venuto un colpo, ho pensato ‘bene, ho finito di
lavorare’. Poi però lungo la stessa strada ho letto davanti ad un
altro cinema ‘un film di Alfred Hitchicock’ e mi sono
tranquillizzato, evidentemente era prassi sbagliare i nomi e
infatti eccomi qui, è andata bene.” Piccoli
Gangsters è solo il primo di una serie di film
musicali (attenzione, non musical) destinati a diventare
un marchio di fabbrica di Alan Parker, seguiranno
Saranno Famosi,
Evita, The
Commitments, Pink Floyd The
Wall, film possente ispirato all’album The
Wall della famosissima band inglese Pink Floyd.
“Lavorare con i Pink Floyd è stata
una pura coincidenza, avevo un amico che lavorava in uno studio di
registrazione che ci ha messo in contatto, dicendomi che
Roger Waters aveva intenzione di realizzare un
film. Ho detto subito si per produrlo insieme alla band,
solo dopo mi hanno coinvolto anche alla regia. Volete sapere la
verità? È stata l’esperienza più terribile della mia vita, io e
Waters avevamo due caratteri dominanti quindi vi lascio immaginare
quale tensione ci fosse costantemente sul set, non c’è mai stata
una buona chimica. Lavorare con Madonna per
Evita è stato molto, molto più facile.
Esiste però una teoria secondo cui i film migliori nascono da set
difficili, quindi chissà.” E di film difficili ce ne sono stati
diversi nella sua carriera, pensate a girare in Mississippi e in
Alabama un film come Mississippi Burning,
che rischiava di toccare tasti estremamente sensibili per la
popolazione locale: “Abbiamo girato in quei luoghi trent’anni dopo
i fatti raccontati nel film, quindi fortunatamente ci siamo
scontrati con una realtà profondamente cambiata in meglio. Certo
non sono mancati i momenti di tensione, avevamo sempre il set
blindato, abbiamo persino ricevuto minacce di morte, ma come vedete
siamo sopravvissuti. Abbiamo avuto di che preoccuparci anche per le
riprese di Evita, lungo la strada fra
l’aeroporto e l’hotel c’era tantissima gente con cartelloni
minatori che recitavano ‘Andate a casa’. Poi però la stessa gente
ci chiedeva gli autografi, dunque abbiamo pensato che si trattasse
soltanto di cartelloni scritti molto male.”
Mississippi
Burning ha un carattere estremamente educativo, un
aspetto decisamente costante nell’intera produzione parkeriana:
“Sono stato fortunato, ho lavorato in un’epoca in cui il cinema era
un mezzo fantastico per parlare alla gente. Fred
Zinnemann, che è stato un mio grande maestro, mi
diceva sempre ‘Essere un regista è un privilegio, non sprecarlo
mai, gira sempre film che abbiano qualcosa da dire’, è un
insegnamento fondamentale. Oggi ci sono perlopiù film su supereroi,
è difficile che si usi il mezzo cinematografico per impegnarsi
socialmente o per trasmettere qualcosa. Sono film che si
dimenticano appena si esce dalla sala, ed è un peccato immane. Non
ce l’ho con le nuove tecnologie o il 3D, va tutto bene purché si
abbia qualcosa da raccontare. Oggi anche la TV è diventato un mezzo
importante, ci sono alcuni fra i migliori scrittori al lavoro per
il piccolo schermo, ma ricordatevi che il cinema è tutta un’altra
forma di comunicazione, più elevata, dobbiamo solo evitare che la
prima divori la seconda.”
Dai diritti del popolo afroamericano
ai ragazzi di Fame, passando per la Shoa
e le fughe di mezzanotte dello studente universitario Billy Hayes,
qual è il film preferito di Alan Parker? Esiste un regista che lo
ha influenzato più di ogni altro? “Sono affezionato a tutti i miei
lavori, non potrei rispondere con un titolo secco. Sicuramente ho
ricordi meravigliosi di The Commitments,
non vedevo l’ora di arrivare sul set al mattino, allo stesso modo
mi porto nel cuore Birdy,
Spara alla Luna è invece il mio film più
intimo. Diciamo che mi piacerebbe essere ricordato per la totalità
delle mie opere, non per una in particolare. Se c’è un regista che
mi ha ispirato? Ken Loach, senza alcun dubbio.
Anche se ho fatto un cinema molto diverso dal suo, ho sempre
ammirato l’integrità del suo lavoro.” Purtroppo non vediamo nelle
sale un film firmato Alan Parker dal 2003, da The Life
of David Gale con Kevin Spacey e
Kate Winslet, abbiamo la speranza di
ammirare qualcosa di nuovo prossimamente? “Non ho molta voglia di
fare ancora film, mi sto godendo la vita.” Prosit, Sir Parker.
In occasione della presentazione del
trailer di The Show, il primo film da lui sceneggiato,
Alan Moore ha concesso una lunga intervista a
Deadline, in cui ha raccontato il suo progetto, ma ha anche
esternato il suo pensiero decisamente contrario al mondo dei
fumetti e dei cinecomics, oggi.
L’autore, che ha firmato alcune
delle opere più raffinate e importanti del fumetto mondiale, tra
cui Watchmen,V For Vendetta e
From Hell, si è ritirato ufficialmente dal mondo
del fumetto nel 2018 e vive nel rifiuto ostinato di associare il
suo nome alle opere di intrattenimento basate sulle sue storie.
I punti interessanti
dell’intervista, oltre alle dichiarazioni che Alan
Moore ha fatto in merito al suo nuovo progetto per il
cinema, riguardano principalmente lo stato attuale dei fumetti e la
considerazione che questi e i cinecomic hanno nel mondo di oggi,
facendo naturalmente anche un discorso politico molto preciso e
diretto.
Alan Moore: “Non sono più così interessato ai
fumetti”
“Non sono più così interessato
ai fumetti, non voglio avere niente a che fare con loro – ha
dichiarato Alan Moore – Facevo fumetti da circa 40 anni
quando finalmente mi sono ritirato. Quando sono entrato
nell’industria dei fumetti, la grande attrazione era che si
trattava di un mezzo popolare, creato per intrattenere la classe
operaia, in particolare i bambini. Il modo in cui il settore è
cambiato, ora si tratta di “graphic novel”, è interamente destinato
ad un pubblico di persone della classe borghese. Non ho nulla
contro la borghesia, ma il fumetto non era pensato per essere un
mezzo per gli hobbisti di mezza età. Doveva essere un mezzo per le
persone che non hanno molti soldi.”
E poi continua: “La maggior
parte delle persone identifica i fumetti con i film di supereroi
ora. Questo aggiunge un altro livello di difficoltà per me. Non ho
visto un film di supereroi dal primo film di Tim
Burton su Batman. Hanno rovinato il
cinema e in una certa misura anche la cultura. Diversi anni fa ho
detto che pensavo fosse un segno davvero preoccupante, che
centinaia di migliaia di adulti facevano la fila per vedere i
personaggi che erano stati creati 50 anni fa per intrattenere i
ragazzi di 12 anni. Sembrava una sorta di desiderio di sfuggire
alle complessità del mondo moderno e tornare a un’infanzia
nostalgica e ricordata. Sembrava pericoloso, stava infantilizzando
la popolazione.”
I fumetti “hanno rovinato il cinema e in una certa misura
anche la cultura”
Scendendo in territorio politico,
Moore infierisce pesantemente: “Questa potrebbe essere del
tutto una coincidenza, ma nel 2016, quando il popolo americano ha
eletto un satsuma nazionalsocialista e il Regno Unito ha votato per
lasciare l’Unione Europea, sei dei 12 film con il maggior incasso
sono stati film di supereroi. Non dico che i fenomeni siano
collegati, ma penso che siano entrambi sintomi della stessa cosa,
ovvero una negazione della realtà e un bisogno di soluzioni
semplicistiche e sensazionali.”
All’incalzante domanda del
giornalista sul guardare o meno film di supereroi, Alan Moore
replica: “Oh Cristo no, non ne guardo nessuno. Tutti questi
personaggi sono stati rubati ai loro creatori originali, tutti
loro. Hanno una lunga fila di fantasmi dietro di loro. Nel caso dei
film Marvel, Jack Kirby [l’artista e
scrittore Marvel]. Non ho alcun interesse per i supereroi, erano
una cosa che è stata inventata alla fine degli anni ’30 per i
bambini e sono perfetti come intrattenimento per bambini. Ma se
provi a realizzarli per il mondo degli adulti, penso che diventi un
po’ grottesco.”
Poi continua, sul Joker di
Philipps/Phoenix: “Mi è stato detto che il film di Joker non
sarebbe esistito senza la mia storia di Joker (Batman: The Killing
Joke del 1988), ma tre mesi dopo lo stavo rinnegando, è troppo
violento, la mia storia era su un ragazzo vestito da pipistrello,
per amor di Dio. Penso che la versione migliore di Batman sia
sempre stata quella di Adam West, che non l’ha presa affatto sul
serio.”
Il cinema non è sempre stato
una forma di evasione, in una certa misura?
“Lo era, tutte le forme d’arte
lo sono potenzialmente. Ma possono essere usati per qualcosa di
diverso dall’evasione. Pensa a tutti i film che hanno davvero
sfidato le ipotesi, film che è stato difficile accettare,
disturbanti nei loro messaggi. Lo stesso vale per la letteratura.
Ma questi film di supereroi sono troppo spesso evasione.”
The Show sarà
presentato al Sitges, e mentre speriamo che arrivi
anche da noi, vi proponiamo di seguito il trailer:
Arrivano
da The
Guardian alcune pesanti dichiarazioni di una dei
più apprezzati autori del mondo dei comics, Alan
Moore, che commenta con molta criticità il successo dei
cinecomics, soprattutto quello di The Avengers.
Per chi non lo conoscesse Alan Moore
è l’autore tra gli altri di V For Vendetta, Watchmen e From
Hell. Ecco invece le sue dichiarazioni riassunte dal sito
BadTaste.it:
Non ho più letto un fumetto
supereroistico da quando ho finito Watchmen. Odio i supereroi. Per
me sono degli abomini. Non hanno più lo stesso significato che
avevano un tempo. Inizialmente stavano nelle mani di autori che
riuscivano realmente a espandere la fantasia del loro pubblico che
andava dai 9 ai 13 anni. Era tutto quello che dovevano fare e ci
riuscivano in modo eccellente. Oggi non è più così. Il loro target
non è più quello. E’ un pubblico per lo più maschile che spazia dai
30 ai 60 anni. Qualcuno ha inventato l’espressione graphic novel. E
questi lettori l’hanno fatta propria, chiudendola a doppia mandata
semplicemente per legittimare il loro amore per Spider-Man o
Lanterna Verde e non apparire emotivamente subnormali. E c’è stato
questo drastico aumento del pubblico mainstream dipendente dai
supereroi. I supereroi non rappresentano nulla di buono. Trovo sia
allarmante vedere mandrie di adulti che vanno a vedere un film come
The Avengers e apprezzare dei concept e dei personaggi creati per
deliziare i dodicenni degli anni’50.
Che dire, siete della stessa
opinione?
Nel frattempo è stato annunciato un
progetto segreto a cui sta lavorando STAN LEE LEGGI QUI.
La Relativity continua a produzione
del suo Mirror Mirror in segreto e neanche troppo tacito contrasto
con la Universal che invece sta producendo Biancaneve e il
Cacciatore.
Attore noto prevalentemente per i
suoi ruoli televisivi, Alan Cumming ha
conquistato negli anni sempre più prestigio all’interno
dell’industria hollywoodiana, arrivando a ricoprire ruoli di
particolare rilievo. Apprezzato per la sua versatilità, Cumming ha
partecipato con naturalezza tanto a grandi blockbuster quanto a
prodotti di stampo più indipendente.
Ecco 10 cose che non sai di
Alan Cumming.
Alan Cumming: le serie TV e i suoi
film
10. Ha recitato in
celebri prodotti televisivi. Cumming esordisce sul
piccolo schermo partecipando ad alcuni episodi di serie come
Shadow of the Stone (1987), Take the High Road
(1988), The High Life (1994-1995) e The L World
(2006). Diventa poi celebre grazie al ruolo di Eli Gold nella serie
The Good Wife
(2010-2016), dove recita accanto all’attore Matthew
Goode. Tra gli altri suoi celebri ruoli televisivi si
annoverano quelli in Web Therapy (2011-2015), Instinct (2018-2019), Doctor
Who (2018) e Briarpatch (2020), con Rosario
Dawson.
9. Ha preso parte a noti
film per il cinema. Altrettanto ricca è la carriera
cinematografica dell’attore, divenuto inizialmente celebre per il
suo ruolo in GoldenEye (1995). Cumming si fa poi notare
grazie ai suoi ruoli nei film Spice Girls – Il film
(1997), Eyes Wide
Shut (1999), con Nicole
Kidman e Tom
Cruise, Spy Kids (2001) e X-Men 2
(2003), dove ricopre il ruolo di Nightcrawler, recitando
accanto agli attori Hugh Jackman,Patrick
Stewart e Ian
McKellen. In seguito, è Loki in The Mask 2
(2005), mentre negli anni successivi partecipa a film come Il
ritorno di Mr. Ripley (2005), The Tempest (2010), con
FelicityJones, e La battaglia dei
sessi (2017), con gli attori Emma
Stone e Steve Carrel.
8. È un apprezzato
doppiatore. Nel corso degli anni Cumming si è distinto in
più occasioni per le sue doti da doppiatore. Ha in particolare
prestato la voce a Perfettino in Garfield – Il film
(2004), per poi doppiare anche i film I Puffi (2011),
I Puffi 2 (2013), Strange Magic (2015) e Show
Dogs – Entriamo in scena (2018). È inoltre stato il
Diavolo nella serie animata God, the Devil and Bob (2000),
Rumpledkiltskin in Leone il cane fifone (2002), e Bruno
the
Bear in Shoebox Zoo (2004).
Alan Cumming è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 389 mila persone. All’interno
di questo l’attore è solito condividere curiosità personali come
anche numerose foto scattate in momenti di svago, da solo o in
compagnia di amici. Non mancano inoltre immagini degli eventi a cui
prende parte, come anche post a fini promozionali dei suoi progetti
da interprete.
Alan Cumming in Doctor Who
6. È stato una guest star
nella celebre serie. L’attore ha recitato nell’episodio
The
Witchfinders, ottavo dell’undicesima stagione della
celebre serie britannica. Qui ha ricoperto il ruolo di King James,
e la sua interpretazione è stata talmente tanto apprezzata che in
breve Cumming è diventato una delle guest star più lodate della
serie. Secondo molti fan, nell’episodio in cui recita ha saputo
rubare l’attenzione anche al protagonista.
Alan Cumming in X-Men
5. Era la prima scelta per
il ruolo. Il regista Bryan Singer aveva
da subito espresso il desiderio di avere Cumming nel ruolo di
Nightcrawler, facendo di lui la prima scelta per il ruolo. Al
momento dei casting, tuttavia, l’attore non era disponibile poiché
impegnato su un altro set. Per sua fortuna, la pre-produzione del
film X-Men 2 si protrasse abbastanza da permettergli di
liberarsi e assumere il ruolo.
4. Si rifiutò di tornare
per un nuovo film. Dopo X-Men 2, i fan si
aspettavano di veder comparire nuovamente l’attore anche nel terzo
film della trilogia. Così però non è stato. Cumming infatti si
rifiutò di riprendere il ruolo, poiché questo comportava il doversi
sottoporre a circa dieci ore di trucco per una parte relativamente
breve all’interno di film. L’attore affermò pertanto che non ne
valeva la pena.
Alan Cumming in Cabaret
3. Ha recitato in un noto
spettacolo teatrale. Oltre alla televisione e al cinema,
l’attore non ha mai rinunciato anche alla sua altra grande
passione: il teatro. In particolare, è noto per aver partecipato al
musical Cabaret, presentato a Broadway. Qui Cumming ha
potuto sfoggiare capacità canore e come compositore, arrivando
anche a vincere un prestigioso Tony Award.
Alan Cumming in Instinct
2. È stato il protagonista
della serie. Dal 2018 al 2019 l’attore ha recitato nei
panni di Dylan Reinhart, ex agente della CIA e stimato romanziere,
la cui vita cambia totalmente nel momento in cui gli viene chiesto
di rintracciare un serial killer che uccide le sue vittime
ispirandosi ad un suo romanzo. Cumming, di orientamento bisessuale,
ha dichiarato di aver apprezzato la possibilità di portare in
televisione un personaggio omosessuale, nella speranza che questo
possa contribuire ulteriormente ad una maggior inclusività sul
piccolo schermo.
Alan Cumming: età e altezza
1. Alan Cumming è nato a
Aberfeldy, in Scozia, il 27 gennaio 1965. L’attore è alto
complessivamente 177 centimetri.
Tra tutti gli attori annunciati
durante l’imponente live streaming di presentazione del cast di
Avengers:
Doomsday all’inizio di quest’anno, Alan
Cumming è stato forse il più sorprendente.
Cumming ha fatto la sua unica
apparizione nella saga degli X-Men della 20th
Century Fox nei panni di Kurt Wagner, alias Nightcrawler, in
X-Men 2, ma ha rifiutato l’offerta dello studio di
riprendere il ruolo per il terzo film perché non era interessato a
sottoporsi nuovamente al faticoso processo di trucco. Wagner non si
è più presentato fino a quando Kodi Smit-McPhee
non ha assunto il ruolo da giovane in X-Men:
Apocalypse.
Alan Cumming è
stato felice di parlare del suo ritorno nei panni di Nightcrawler,
e potrebbe aver rivelato un po’ troppo sul suo ruolo in Doomsday in
una recente intervista. “In questo momento lo sto facendo di
nuovo. Sto interpretando di nuovo Nightcrawler e ieri stavo
imparando le acrobazie per una scena di combattimento”, ha
detto l’attore. “Sto imparando questi combattimenti e mi
chiedo: ‘Cosa? Con chi sto combattendo?’. [E loro:] ‘Stai colpendo
Pedro Pascal in testa’. Non riesco proprio a
crederci.”
I commenti di Cumming dicono
chiaramente che vedremo il mutante teleporter combattere contro Mr.
Fantastic a un certo punto del film, e l’attore ha ora rivelato di
essersi cacciato in qualche guaio per aver spifferato tutto.
Alan Cumming è
stato ospite del Jimmy Kimmel Live, intervistando Pedro
Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn e
Ebon Moss-Bachrach dopo la première di Los Angeles
de I Fantastici Quattro. Quando Cumming ha chiesto
come si sentissero a dover mantenere i segreti della Marvel, Pascal rispose: “La
fuga di notizie più grande che abbiamo avuto proviene dal nostro
conduttore… vi siete cacciati nei guai?”“Mi ha chiamato
il mio addetto stampa. L’ira di un addetto stampa non è l’ira che
si desidera”, ha risposto Cumming.
Entrambi gli attori hanno poi
minimizzato un po’ la rivelazione, ma dopo tutto quello che abbiamo
sentito su Doomsday da allora, il fatto che due
personaggi si scontreranno a un certo punto non dovrebbe essere
considerato uno spoiler troppo grave! Dopotutto, sembra molto
probabile che vedremo l’intera squadra degli X-Men affrontare gli
Avengers.
Alan Cumming torna
nei panni di Nightcrawler in Avengers:
Doomsday e, in una nuova intervista, l’attore spiega
perché questa possibilità si sta rivelando un momento di guarigione
dopo l’esperienza negativa delle riprese di X-Men
2.
La rivelazione del cast di
Avengers:
Doomsday ha visto Patrick Stewart
(Professor X), Ian McKellen (Magneto),
Alan Cumming (Nightcrawler), Rebecca
Romijn (Mystica), James Marsden
(Ciclope), Kelsey Grammer (Bestia) e
Channing Tatum (Gambit) di Deadpool &
Wolverine entrare a far parte del film.
Personaggi come Jean Grey
(Famke Janssen), Tempesta (Halle
Berry) e Rogue (Anna Paquin) sono tutti
assenti, così come il Wolverine di Hugh Jackman
(anche
se ieri abbiamo ricevuto un aggiornamento potenzialmente positivo
su questo fronte). Ci aspettiamo di vedere una squadra di
X-Men più numerosa di quella annunciata, forse con
l’aggiunta di qualche nuova Variante Multiversale per buona
misura.
Tornando a quelli confermati per
Avengers:
Doomsday, il Nightcrawler di Cumming rimane uno dei
personaggi più amati del franchise degli X-Men,
nonostante sia apparso solo in X-Men 2 del
2003.
L’attacco del teleporter alla Casa
Bianca è giustamente considerato iconico, quindi la ripresa del
ruolo in Avengers:
Doomsday è incredibilmente emozionante (siamo sicuri
che i fratelli Russo tenteranno qualcosa che almeno tenti di
eguagliare la sequenza classica).
Come mai il franchise degli
X-Men non è stato una collaborazione più prolifica per Alan
Cumming? In precedenza aveva parlato di esperienze
“pericolose” e “violente” sul set, insinuando che non gli fosse
piaciuto lavorare con il regista Bryan Singer.
Ricordiamo che in precedenza era stato riportato che uno dei
produttori aveva quasi bloccato il film a causa del presunto
comportamento imprevedibile del regista.
Parlando con The Hollywood Reporter,
Alan Cumming ha riflettuto ulteriormente sul
perché abbia odiato girare X-Men 2 e ha condiviso
il suo entusiasmo all’idea di interpretare di nuovo Nightcrawler,
anche se questa volta per i Marvel Studios.
“No [non mi aspettavo che la
chiamata]. C’era già una versione più giovane del mio personaggio,
interpretata da Kodi Smit-McPhee. Mi è successo diverse volte,
quando c’è un remake di qualcosa che ho fatto con qualcuno più
giovane. È un po’ irritante. Ma quando mi è stato chiesto di
incontrare la Marvel, nessuno sapeva se si trattasse effettivamente
di Nightcrawler o di qualche altro ruolo. È interessante perché
quello è stato uno dei film che non è stata una grande esperienza
da realizzare, ma che alla fine si è rivelato un film davvero
fantastico.”
“Ho passato momenti orribili nel
realizzarlo. Tutti noi. Non è stato bello. [La Marvel] ne era ben
consapevole. Non è ancora finito, ma è rigenerante tornare a
qualcosa che non è stata un’esperienza grandiosa e divertirsi.
Quando ho scritto il mio libro, Baggage, mi sono reso conto che
dopo X-Men avevo smesso di fare quel genere di film più grandi, da
blockbuster. Non facevo niente del genere da anni. Mi sono
allontanato di proposito da quella grande macchina perché non
volevo essere un ingranaggio infelice. Tornare a un’atmosfera
diversa è davvero bello.”
L’attore Alan
Arkin, premio Oscar per il suo ruolo in Little Miss Sunshine, è morto all’età di 89
anni. La notizia è stata annunciata venerdì mattina dai suoi figli
Adam, Matthew e Anthony, che hanno rilasciato una dichiarazione
congiunta a nome della famiglia alla rivista People.
La dichiarazione riporta:
“Nostro padre era una forza della natura di talento unico, sia
come artista che come uomo. Un marito amorevole, padre, nonno e
bisnonno, era adorato e ci mancherà profondamente”.
Alan Arkin è nato
nel 1934 a Brooklyn, New York. La sua famiglia era composta da
immigrati ebrei dalla Russia e dalla Germania. Suo padre era un
artista e scrittore e sua madre era un’insegnante. Ha fatto la sua
prima apparizione sul grande schermo come cantante non accreditato
in Calypso Heat Wave di Fred
Sears. Arkin ha fatto il suo debutto a Broadway nel
musical From the Second City. Successivamente ha interpretato il
ruolo di David Kolowitz nella commedia di Broadway Enter
Laughing, per la quale ha vinto un Tony Award.
Alan Arkin ha ottenuto la sua prima nomination
all’Oscar nella categoria Miglior attore per il suo primo ruolo
importante sullo schermo nella commedia di Norman
Jewison del 1966 Arrivano i russi, arrivano i
russi. Arkin è stato nominato di nuovo nel 1968 per il
ruolo di muto in The Heart Is a Lonely Hunter di
Robert Ellis Miller.
Alla fine ha vinto un Oscar nel 2006
per la sua performance in Little Miss Sunshine,
con Steve Carell, Toni Collette e un giovane
Paul Dano. Alan Arkin ha accumulato oltre 100 crediti
cinematografici nel corso della sua carriera. I film degne di nota
includono Catch-22, Edward mani di
forbice, Freebie and the Bean,
Slums of Beverly Hills e Wait Until
Dark, dove ha recitato al fianco di Audrey
Hepburn.
Arkin ha avuto anche una
significativa carriera a Broadway, sia come attore che come
regista. Oltre al Tony Award del 1963 come miglior attore
protagonista per Enter Laughing, è stato nominato
ai Tony nel 1973 per la regia della produzione originale dell’ormai
classico film di Neil Simon The Sunshine Boys, con
Jack Albertson e Sam Levene.
Altri crediti recitativi a Broadway includono From the
Second City del 1961 e Luv del 1964. Ha
diretto Hail Scrawdyke! nel 1966,
Molly nel ’73 e, più recentemente, Taller
Than a Dwarf nel 2000.
Oltre al suo lavoro cinematografico
e teatrale, Arkin è stato nominato per sei Emmy Awards, più
recentemente per la commedia di NetflixThe Kominsky Method. Ha
lasciato lo spettacolo dopo la sua seconda serie. Arkin ha anche
ricevuto una nomination agli Emmy come attore protagonista in una
serie limitata o in un film per il ruolo di Harry Rowen in
The Pentagon Papers nel 2003. Il suo altro lavoro
televisivo degno di nota include la sua interpretazione di Leon
Felhendler in Fuga da Sobibor, e più recentemente
come voce di J.D. Salinger nella serie animata
Netflix Bojack Horseman.
Attore dalla lunga carriera,
Alan Arkin si è negli anni affermato come
interprete di grande livello, arrivando a partecipare ad alcuni dei
film più noti degli ultimi decenni. A partire dal nuovo millennio
ha poi conosciuto una seconda vita, tornando in auge grazie a
iconici ruoli che gli hanno permesso di ottenere alcuni tra i più
prestigiosi riconoscimenti dell’industria.
Ecco 10 cose che non sai di
Alan Arkin.
2Parte delle cose che non sai
sull’attore
Alan Arkin in Edward mani di
forbice
5. Non riusciva a comprendere il
film. L’attore, che nel film interpreta il padre della
protagonista, dichiarò che mentre leggeva la sceneggiatura ebbe
difficoltà a comprendere il film, il quale sembrava non avere senso
ai suoi occhi. Fu soltanto quando l’attore vide il set che compreso
il genio visionario di Burton, accettando immediatamente la parte
propostagli.
Alan Arkin in Little Miss Sunshine
4. Stava per perdere il
ruolo. Per il ruolo del nonno Edwin Hoover, che portò
tanta fortuna all’attore, stava per essere scelto Donald
Sutherland. Soltanto all’ultimo gli fu preferito Arkin,
che poté dar vita ad uno dei suoi ruoli più iconici.
3. Il suo personaggio è meno presente
di altri. All’interno del film, il personaggio
interpretato dall’attore compare per circa 30 minuti complessivi.
Un minutaggio piuttosto ridotto rispetto agli altri membri del
cast, ma che non ha impedito ad Arkin di farsi notare con la sua
brillante interpretazione, premiata poi con l’Oscar.
2. Ha dato vita ad una scena
iconica. Durante una delle scene più note del film,
l’attore si lancia in un lungo discorso pieno di profanità e
oscenità. Molto divertente, la scena ha tuttavia richiesto
particolari accorgimenti. La giovane AbigailBreslin non doveva infatti poter ascoltare le sue
parole, eccessive per un bambino, e così le fu fatta sentire della
musica tramite auricolari per coprire la voce
dell’attore.
Alan Arkin: età e altezza
1. Alan Arkin è nato a New
York, Stati Uniti, il 26 marzo 1934. L’attore è alto
complessivamente 177 centimetri.
Dopo la candidatura agli Oscar per
Argo, che purtroppo non lo ha visto
trionfare, Alan Arkin ora ha deciso di dedicare le sue
prossime energie al mondo del baseball, entrando nel cast del nuovo
dramma della Disney Million Dollar Arm, affiancando
John Hamm. Il nuovo lungometraggio sportivo, diretto da
Craing Gillespie (reduce dalla tiepida accoglienza del
remake di Fright Night) racconta la vera storia di un
dirigente sportivo che scoprì due grandi giocatori indiani, Rinku
Singh e Dinesh Patel, dopo averli visti partecipare ad un reality
show sul gioco del cricket.
La sceneggiatura, adattamento di
fatti realmente accaduti, è stata scritta dal pluripremiato attore
e regista Tom McCarthy. Mente Hamm dovrà interpretare il
ruolo del dirigente protagonista, Arkin sarebbe stato ingaggiato
per impersonare un talent scout in pensione. E riprese dovrebbero
iniziare a Mumbai entro il prossimo mese, per poi fare tappa ad
Atlanta. Ricordiamo che Arkin ha appena finito di girare la
commedia Grudge Match, ambientata nel mondo della
boxe, mentre lo vedremo molto presto nel thriller
Security.
Alam di
Firas Kohury è tra i film in concorso alla
Festa del Cinema di Roma. Il regista e
sceneggiatore palestinese, classe 1982, con diversi corti
all’attivo, esordisce nel lungometraggio portando l’attenzione
sulle nuove generazioni e su come esse vivano oggi la questione
israelo-palestinese.
La trama di
Alam
Tamer, Mahmood
Bakri, e i suoi amici, Shekel, Mohammad
Karaki e Safwat, Muhammad AbedElrahmann, sono dei ragazzi palestinesi che
studiano in una scuola superiore araba israeliana. Il giorno
dell’indipendenza di Israele per gli israeliani è una festa, mentre
per i palestinesi un giorno di lutto – nakba. Così, i
ragazzi pensano ad un’azione dimostrativa per riaffermare i diritti
del proprio popolo: sostituire nottetempo la bandiera israeliana
che sventola sul tetto della scuola con quella palestinese. Tamer,
che non è un attivista per la causa, si fa coinvolgere, più per
trascorrere del tempo insieme alla bella compagna di classe,
Maysaa, Sereen Khass, che per convinzione. Pian
piano, però, comincia a interrogarsi sulla propria identità e il
proprio ruolo nella società.
Un racconto di formazione
in una terra di conflitto
Alam
– la bandiera – è un film semplice, con un filo narrativo
lineare e un perimetro circoscritto di racconto.
Kohury non pretende di raccontare troppo o di
affollare la scena di personaggi dei quali, poi, sarebbe difficile
tenere le fila. È una scelta giusta per un esordio. La storia di
Tamer sarebbe un racconto di formazione come tanti. A renderla
diversa è il luogo in cui si svolge e la situazione che lì perdura
da più di settant’anni. Sta quindi più nel tema l’interesse del
film, nel mostrare come le giovani generazioni vivono oggi sulla
loro pelle un conflitto, quello tra Israele e Palestina, che si è
trasformato e sta assumendo nuove forme. Sono giovani disillusi,
che cercano vie nuove e non violente per affermare sé stessi e la
propria identità. Ciò nonostante, anche una protesta pacifica o un
atto dimostrativo in un contesto così teso può sfociare in qualcosa
di imprevisto e mettere di fronte alla realtà di una repressione
violenta e sproporzionata.
Un esordio semplice, con
qualche pecca e alcuni spunti interessanti
Il giovane cast di
Alam è credibile, ma non riserva
particolari sorprese. Come il piglio del regista nel dirigere.
Kohury firma anche la sceneggiatura. Qualche
passaggio un po’ lento non aiuta. La cosa interessante è proprio la
simbologia degli oggetti. La bandiera è un simbolo forte in un
contesto come quello descritto. Si è in un ambiente dove intorno
all’appartenenza, al riconoscersi in una bandiera o nell’altra,
ruota tutto. Basti pensare all’ospedale. Dovrebbe essere il luogo
senza bandiere per eccellenza, perché lì si curano tutti, a
prescindere. Invece è pieno di bandiere israeliane che penzolano
dal soffitto. Anche la scuola dovrebbe seguire la stessa logica: è
araba israeliana, dunque, perché esporre solo una delle due
bandiere? In fondo i ragazzi palestinesi vogliono solo essere visti
e riconosciuti nella loro identità, come tutto il popolo
palestinese. Alam, girato prevalentemente
in Tunisia, è un film d’esordio con qualche pecca e alcuni spunti
interessanti. Il percorso del regista, che insegna cinema ai
giovani, è coerente, ma ancora lungo.
Alain Delon,
l’attore francese famoso per aver prestato il suo volto alla
Nouvelle Vague e al grande cinema di Visconti e Antonioni. Aveva 88
anni. “È mancato serenamente nella sua casa di Douchy,
circondato dai suoi tre figli e dalla sua famiglia”, secondo
una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa AFP dalla sua
famiglia.
Alain Delon è
apparso in molti film, tra cui ricordiamo Frank Costello
faccia d’angelo, I senza nome e Notte sulla
città di Jean-Pierre Melville.
Altri suoi film significativi sono
stati “Delitto in pieno sole” di René Clement;
“Rocco e i suoi fratelli” e “Il
gattopardo” di Visconti; “L’Eclisse”
di Antonioni; “Due uomini in città” di José
Giovanni; e “Mr. Klein” di Joseph Losey. E’ stata
lunga e proficua la sua collaborazione con i registi italiani degli
anni ’60 e ’70.
Alain Delon in Frank Costello faccia
d’angelo
Dopo che Jean-Paul
Belmondo definì l’estetica francese all’inizio della
Nouvelle Vague in “Fino all’ultimo respiro” di
Godard, Delon e il regista Melville la
ridefinirono molto più consapevolmente in Frank Costello
faccia d’angelo, in cui interpretava un killer mercenario
che aggiustava sempre il suo cappello di feltro in modo che fosse
perfetto, e l’attore fu di conseguenza paragonato a James
Dean.
Ma il paragone con Dean era
limitato; mentre l’attore americano era incline a sfoghi emotivi
nelle sue interpretazioni, Alain Delon era
tutt’altro che effusivo. Lo straordinario fascino di Delon si è
cristallizzato in Frank Costello faccia d’angelo.
Lo studioso di cinema David Thomson lo ha descritto come
“l’angelo enigmatico del cinema francese, solo 32enne nel 1967,
e quasi femminile. Eppure così serio e immacolato da essere
ritenuto letale o potente. Era anche vicino al vero mondo criminale
francese”. Thomson ha aggiunto: “Delon non è tanto un
bravo attore quanto una presenza sorprendente: non c’è da stupirsi
che fosse così emozionato di realizzare che la cosa di cui Melville
aveva più bisogno era la sua disponibilità a farsi
fotografare”.
Roger Ebert ha
definito Delon il “duro bel ragazzo dei film francesi, un
attore così incredibilmente bello che la sua migliore strategia per
gestire il suo aspetto era quella di usare una faccia da
poker”.
Come accennato,
fondamentali per la carriera dell’attore sono state le
collaborazioni con i registi René Clément, Luchino
Visconti e Jean-Pierre Melville; fra i personaggi più celebri da lui
interpretati ci sono il cupo e timoroso Rocco in Rocco e i
suoi fratelli (1960), il
principe Tancredi ne Il
Gattopardo (1963), il killer Jeff
in Frank Costello faccia d’angelo (1967), il
gangster Rogert Startet ne Il clan dei
siciliani (1969), lo scrittore fallito Jean-Paul Leroy
ne La Piscina (1969); è stato
inoltre Zorro nell’omonimo film di Duccio
Tessari del 1975, il misterioso Robert Klein di Mr.
Klein (1976) e il barone di Charlus in Un amore di
Swann (1984).
Alain Delon, il palmares
Nel 1985 ha vinto il premio
César per il migliore attore per il film Notre
histoire; ha inoltre vinto il David di Donatello, l’Orso
d’oro alla carriera al Festival di Berlino, mentre nel
1963 ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per il
film Il Gattopardo.
Dagli anni settanta ha avuto
esperienze anche come produttore cinematografico, tramite la
sua Adel Productions, e in qualità di regista come
nel thriller Per la pelle di un
poliziotto (1981) e nel
drammatico Braccato (1983). La sua ultima
interpretazione sul grande schermo risale al 2008 nel
film Asterix alle Olimpiadi, mentre nel 2017 ha
annunciato il ritiro dalle scene.
La vita privata di Alain
Delon era di grande interesse per i media francesi. Ebbe
una relazione con l’attrice tedesca Romy Schneider
dal 1959 al 1964, ma mantenne un legame emotivo con lei per molto
tempo. Lei morì per un mix di antidolorifici e alcol nel 1982. Ai
Césars del 2008, Delon salì sul palco per ricevere in sua vece un
premio che avrebbe segnato quello che sarebbe stato il suo 70°
compleanno e chiese al pubblico di onorarla con una standing
ovation.
Tuttavia, durante la sua relazione
con Schneider, ebbe una relazione con Nico (dei
Velvet Underground), con cui ebbe un figlio,
Ari Boulogne. Sposò Nathalie
Barthélemy nel 1964 e ebbe un figlio, Anthony. La coppia
divorziò nel 1969.
Delon ebbe in seguito una relazione
di 15 anni con l’attrice francese Mireille Darc e
poi una con la modella olandese Rosalie van
Breemen, con la quale ebbe due figli, ma si separò nel
2002. Nel
2019 gli fu conferita una Palma d’oro onoraria.
L’annuncio di un live action di
Aladdin in
casa Disney ha fatto da subito scatenare la curiosità. Chi avrebbe
mai osato sostituire Robin Williams nel ruolo del Genio della
lampada? La scelta è caduta quasi subito su Will
Smith, che a giudicare dalle prime immagini, ha realizzato
una versione buffa e vivace del gigante blu che abbiamo già tanto
amato nel film d’animazione.
Ricordiamo che l’interpretazione di
Williams fu così entusiasmante, con canzoni e voce e con una parte
importante nello sviluppo del personaggio e dei dialoghi che lo
coinvolgevano, che l’Academy
Awards considerò l’idea di dargli un premio Oscar come migliore
interpretazione di voce, soltanto.
Adesso, Smith si trova in
condizioni di fronteggiare un paragone ingiusto e inarrivabile. Ma
prima che si affaccino sul film polemiche di questo genere, lui
stesso fa una specie di “paragone” porgendo un omaggio sincero e
dovuto al Genio (e al genio) di Williams.
Su Instagram, l’ex
principe di Bel Air ha condiviso un disegno in cui le due versioni
del genio compaiono fianco a fianco, e ha accompagnato
l’illustrazione scrivendo: “So che i geni non hanno piedi… ma
hai lasciato delle scarpe davvero grandi da riempire. RIP Robin! E
grazie!”.
Secondo l’urban dictionary
dell’americano, “big shoes to fill” è un’espressione che
indica una pesante eredità difficilmente eguagliabile, cosa di cui
Will Smith è perfettamente a conoscenza.
Nonostante questo, siamo sicuri che l’attore avrà dato una bella
interpretazione del Genio di Aladdin,
per Guy Ritchy.
Diretto da Guy
Ritchie (Sherlock
Holmes, Operazione U.N.C.L.E.) e
scritto da John August (Dark
Shadows, Big Fish – Le Storie di Una Vita
Incredibile), Aladdin
è interpretato da Will
Smith (Alì, Men in
Black) nei panni del Genio con il potere di esaudire
tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada
magica.
Mena
Massoud (Jack Ryan) è il
protagonista, lo sfortunato ma adorabile ragazzo di strada
innamorato della bellissima figlia del Sultano, la Principessa
Jasmine, interpretata da Naomi
Scott (Power Rangers), che
vuole scegliere liberamente come vivere la
propria vita. Marwan
Kenzari (Assassinio sull’Orient
Express) è Jafar, un malvagio stregone che escogita
un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su
Agrabah; mentre Navid
Negahban (Homeland: Caccia alla
Spia) interpreta il Sultano, il sovrano di
Agrabah, impaziente di trovare un marito adatto alla
figlia Jasmine.
Aladdin è
prodotto da Dan Lin (The LEGO
Movie), mentre il vincitore del Golden Globe
Marc Platt (La La
Land), Jonathan Eirich
(Deathnote) e Kevin De La
Noy (Il Cavaliere Oscuro – Il
Ritorno) sono i produttori esecutivi. La colonna
sonora è composta dall’otto volte Premio Oscar Alan
Menken (La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta) e comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dagli autori premiati con
l’Oscar Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a
due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori,
vincitori dell’Oscar e del Tony Award, Benj Pasek e Justin
Paul (La La Land, Dear Evan
Hansen).
Primo adattamento in live action
del classico d’animazione Disney, il nuovo Aladdin targato
Guy Ritchie ha scelto Will Smith
per interpretare il Genio, personaggio che nell’originale del 1992
venne doppiato da Robin Williams e che l’attore
sembra aver omaggiato nel modo più originale possibile: attraverso
la musica e il potere della nostalgia.
A raccontarlo è proprio Smith in
un’intervista con Variety, dove si è parlato dei cambiamenti
apportati al personaggio e al modo di cantare i brani della colonna
sonora:
“La musica è stato il mio
strumento per entrare nei panni del Genio. Il primo giorno di
produzione stavo scherzando e provando sulle note di ‘Friend Like
Me’ quando ho notato che rientrava nel ritmo dell’hip-hop vecchia
scuola. Così è iniziato per gioco e abbiamo pensato che quel modo
di cantare aveva un tempo e un gusto che io capivo davvero e che mi
apparteneva. Da qui ho immaginato una maniera per rendere omaggio a
Robin senza cambiare le canzoni, facendo sentire al pubblico il
valore nostalgico dell’operazione e qualcosa di totalmente nuovo e
personale“.
Come saprete, nella sua carriera
Smith non si è limitato alla recitazione ma ha avuto un discreto
successo anche in campo musicale, pubblicando ben sette album in
veste di rapper e DJ. Dunque non stupisce che la nuova versione del
Genio abbia “subito” una trasformazione plasmata a immagine e
somiglianza del suo interprete, carismatico e talentuoso.
Qui sotto potete ascoltare il brano dalla colonna sonora di
Aladdin.
Diretto da Guy
Ritchie (Sherlock
Holmes, Operazione U.N.C.L.E.) e
scritto da John August (Dark
Shadows, Big Fish – Le Storie di Una Vita
Incredibile), Aladdin
è interpretato da Will
Smith (Alì, Men in
Black) nei panni del Genio con il potere di esaudire
tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada
magica.
Mena
Massoud (Jack Ryan) è il
protagonista, lo sfortunato ma adorabile ragazzo di strada
innamorato della bellissima figlia del Sultano, la Principessa
Jasmine, interpretata da Naomi
Scott (Power Rangers), che
vuole scegliere liberamente come vivere la
propria vita. Marwan
Kenzari (Assassinio sull’Orient
Express) è Jafar, un malvagio stregone che escogita
un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su
Agrabah; mentre Navid
Negahban (Homeland: Caccia alla
Spia) interpreta il Sultano, il sovrano di
Agrabah, impaziente di trovare un marito adatto alla
figlia Jasmine.
Aladdin è
prodotto da Dan Lin (The LEGO
Movie), mentre il vincitore del Golden Globe
Marc Platt (La La
Land), Jonathan Eirich
(Deathnote) e Kevin De La
Noy (Il Cavaliere Oscuro – Il
Ritorno) sono i produttori esecutivi. La colonna
sonora è composta dall’otto volte Premio Oscar Alan
Menken (La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta) e comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dagli autori premiati con
l’Oscar Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a
due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori,
vincitori dell’Oscar e del Tony Award, Benj Pasek e Justin
Paul (La La Land, Dear Evan
Hansen).
A pochi giorni dall’uscita nelle
sale Disney, via IGN, ha diffuso una nuova clip tratta da Aladdin,
il live action che rivisiterà il classico d’animazione del 1992 con
attori in carne e ossa e i brani della colonna sonora originale di
Alan Menken. Nel video Will Smith, che sullo
schermo interpreta il Genio della lampada, intona le note di “Il
principe Alì”, fanfara che accompagna l’ingresso ad Agrabah del
protagonista.
Vi ricordiamo che Aladdin è
diretto da Guy Ritchie e
vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante
furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo
della bellissima e indipendente principessa Jasmine
e Will Smith nei panni dell’incredibile
Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in
possesso della sua lampada magica.
Aladdin vanta
una colonna sonora composta dall’otto volte Premio
Oscar Alan Menken(La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori
dell’Oscar, Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a due brani
inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori
dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin
Paul (La
La Land, Dear Evan Hansen).
Il cast del film vede
inoltre la presenza di Marwan
Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar,
mentre Navid Negahban veste i panni del
Sultano, preoccupato per il futuro di sua
figlia; Nasim Pedrad è Dalia,
la migliore amica e confidente della principessa
Jasmine, Billy Magnussen interpreta il
principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine,
e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar
e capitano delle guardie del palazzo.
Nella versione italiana
Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018,
interpreterà le canzoni della Principessa
Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli
indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film
originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio”
(“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono
cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta
Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno
dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e
amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo
incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una
delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico
perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e
tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come
me: Naomi! Forse era destino…”
Il classico della Disney
Aladdin, distribuito nel 1992, è ancora oggi uno dei più
amati lungometraggi d’animazione realizzato dal celebre studios nel
corso della sua storia. Con l’ondata di remake in live action che
ha visto titoli come Alice in Wonderland, Il libro della giungla e
La bella e la bestia
venire riproposti in carne ed ossa, anche Aladdin ha avuto
la sua occasione di tornare sul grande schermo sotto tale forma e
per la regia di Guy Ritchie. Il
suo Aladdin (qui la recensione), arrivato in
sala nel 2019 si è affermato come un successo straordinario, con
oltre un miliardo di dollari di incasso in tutto il mondo.
Ciò a conferma di come la storia
ideata dalla Disney, a partire dal racconto persiano Aladino e
la lampada meravigliosa contenuto nella raccolta di novelle
orientali Le mille e una notte, susciti un forte fascino
anche oggi. Merito degli elementi magici ma anche di una storia
d’amore e rivalsa sociale che supera ogni barriera culturale e
temporale. Caratterizzato come agli altri remake di questo tipo da
un cast di nuovi attori e veterani del cinema, Aladdin si
è dunque riproposto al grande pubblico in chiave aggiornata ma
sempre comprensiva delle canzoni più celebri dell’originale
animato.
Per gli appassionati di questi
remake che la Disney sta realizzando in questi ultimi anni,
Aladdin è certamente uno dei migliori, da non perdere per
svariati motivi, tra cui l’individuare tutte le differenze presenti
tra questa versione e quella animata. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e all’annunciato sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Aladdin: la trama del
film
Protagonista del film è
Aladdin, un giovane ladruncolo ad Agrabah,
importante città orientale. Qui, accompagnato dalla fedele
scimmietta Abu, egli cerca di guadagnarsi da
vivere come può, fino a quando non si imbatte nella principessa
Jasmine, figlia del Sultano
fuggita a Palazzo poiché mal sopporta l’idea di dover andare in
sposa ad un nobile pretendente. Quando Aladdin si intrufola nella
reggia per rincontrarla, viene catturato da Jafar
il malvagio Gran Visir, che trama alle spalle del Sultano per
prendere il suo posto. Riconoscendo in Aladdin un abile ladro,
Jafar decide di graziarlo solo se egli accetterà di rubare per lui
un oggetto particolarmente importante.
Si tratta di una mitica lampada
magica, nascosta nella Caverna delle Meraviglie. Introdottosi in
essa, Aladdin si imbatte però nel mitico Genio che
vive all’interno della lampada. Il magico essere afferma di avere
tre desideri a disposizione per il giovane, che riconosce ora come
proprio padrone. Allettato dalle possibilità che l’imprevista
situazione gli offre, Aladdin deciderà di utilizzare al meglio i
propri desideri per poter conquistare la bella Jasmine e
abbandonare per sempre la vita di strada. Per riuscirci, però,
dovrà scontrarsi proprio con Jafar, il quale non è affatto
intenzionato ad essere messo da parte e punta invece a regnare su
tutto e tutti.
Aladdin: il cast del
film
Per il ruolo di Aladdin la Disney
era inizialmente interessata ad affidare il ruolo agli attori
Dev Patel o
Riz Ahmed, ma
ha in seguito preferito scegliere un attore meno conosciuto.
Mena Massoud, attore egiziano, è in seguito stato
scelto per il ruolo, che gli ha conferito ovviamente grande
popolarità. Per il ruolo di Jasmine, invece, erano state
considerate le attrici Tara Sutaria e Naomi Scott,
quest’ultima già vista in Power Rangers. La Sutaria era
data per certa per il ruolo, ma il regista decise infine di
affidarlo alla Scott in quanto trovò una maggior sintonia tra lei e
Massoud. Anche cantante, la Scott ha personalmente eseguito i brani
che Jasmine canta nel film.
Naturalmente molta dell’attenzione è
rivolta nei confronti del Genio, per il quale alla fine è stato
scelto Will Smith come
interprete. L’attore oggi premio Oscar ha detto di essere stato
inizialmente terrorizzato all’idea di dar vita a tale personaggio,
ma di aver poi trovato il modo di dar vita ad una sua versione di
esso e di rendere allo stesso tempo omaggio a Robin Willams,
doppiatore del Genio nell’originale d’animazione. Anche Smith, noto
per le sue doti canore, ha personalmente cantato i brani previsti
per il suo personaggio. Completano poi il cast l’attore
Marwan Kenzari nei panni di Jafar e Navid
Negahban in quelli del Sultano. Quest’ultimo, in Italia, è
doppiato da GigiProietti.
Aladdin: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Successivamente al successo del
film, la Disney si è detta interessata a dar vita ad un sequel, che
raccontasse di più sulla nuova vita di Aladdin, Jasmine e del
Genio. Confermato poi nel 2020, il progetto non trarrà spunto dai
sequel animati Il ritorno di Jafar o Aladdin e il re
dei ladri, per quanto potrebbe comunque incorporare elementi
tratti da questi. La storia dovrebbe dunque essere originale e di
scriverla si stanno occupando gli sceneggiatori candidati all’Oscar
John Gatins e Andrea Berloff. Ad
oggi non è noto quando questo secondo film dedicato ad Aladdin
arriverà al cinema né quando inizieranno le riprese, ma la sua
realizzazione sembra comunque cosa certa.
È possibile fruire di
Aladdin grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 27 dicembre alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
Dopo sei intensi mesi di
lavorazione, sono ufficialmente terminate le riprese di Aladdin,
nuovo live action Disney diretto da Guy
Ritchie. A dare la notizia sono i due protagonisti
Mena Massoud e Naomi Scott,
rispettivamente interpreti di Aladdin e Jasmine nel film, con i
tweet che potete vedere di seguito.
In risposta ad una domanda di un
fan, l’attrice ha poi confermato che il primo trailer del live
action arriverà nelle prossime ore.
Il film d’animazione
originale del 1992 raccontava di un giovane straccione che trova un
genio intrappolato in una lampada e coglie l’opportunità fortunata
per mettere in mostra le sue straordinarie doti umane e conquistare
il cuore di una bella principessa, non senza affrontare prima un
temibile nemico. Il genio, nella versione originale, venne doppiato
dall’inarrivabile Robin Williams, mentre nel
doppiaggio italiano il compianto attore venne sostituito dal
bravissimo Gigi Proietti.
Le notti d’Oriente non sono mai
state così vive, colorate ed emozionanti: il regista Guy
Ritchie è pronto a debuttare con il classico
DisneyAladdin in versione
live action dal 22 maggio, trasportando tutta la
magia di Agrabah sul grande schermo.
La storia la conosciamo bene,
Aladdin è un ladruncolo di strada, vive alla
giornata insieme alla sua fidata scimmia Abu ma è solo al mondo.
L’incontro casuale con Jasmine, la figlia del sultano di Agrabah,
lo porterà ad accettare di entrare in una caverna per rubare una
lampada ad olio per conto del Gran Visir Jafar (Marwan
Kenzari). Ma Aladdin scoprirà poco dopo che che quella non
è una semplice lampada ma contiene un Genio, pronto ad esaudire 3
suoi desideri. Grazie a lui diventa il Principe Ali, che sotto
mentite spoglie è pronto a conquistare il cuore della principessa.
Mentre cerca di impressionarla con le sue ricchezze dovrà anche
scampare a Jafar che cerca di impossessarsi della lampada per
diventare il nuovo sultano e mettere in atto tutta la sua
malvagità.
Nei ruoli di Aladdin e Jasmine
andavano scelti due attori quasi del tutto sconosciuti al pubblico,
per poterli plasmare al meglio sui personaggi e che ne
rispettassero anche la provenienza (senza fare gravissimi errori di
“whitewashing” che avrebbero potuto far, giustamente,
arrabbiare il pubblico). La scelta è così ricaduta su Mena
Massoud, canadese di origine egiziane, al suo primo grande
debutto se non si conta la comparsata nella serie Amazon Jack
Ryan, e nel ruolo di Jasmine, Naomi Scott, già vista nel fiasco Power Rangers e prossima
Charlie’s Angels nel remake di Elizabeth Banks, inglese da mamma africana e indiana.
Massoud è un volto fresco, simpatico e veste perfettamente i panni
dello straccione preferito del pubblico, mentre la Scott riesce a
dare il suo tocco ad una Jasmine che in questo remake è più
artefice del suo destino. È infatti nota la missione Disney di dare
più potere alle sue principesse e la Jasmine di Guy
Ritchie è forte, coraggiosa e acculturata: un ottimo
esempio per le spettatrici più piccole.
Per quanto riguarda il vero
protagonista morale del cartone, il Genio, reso famoso dalla voce e
personalità di Robin Williams e qui in patria da
noi da Gigi Proietti (che in questa versione 2019
doppia il Sultano), andava scelto qualcuno con una grandissima
personalità, presenza e anche “fama”: chi altro se non Will
Smith? La scelta risulta essere azzeccata anche perché
Smith è un personaggio molto caro a chi è cresciuto con il cartone
del 1992 e successivamente con Willy, Il Principe di Bel
Air, ritrovando quindi qualcosa di molto familiare davanti a
se oltre che un interprete dalla comicità spumeggiante.
Ma come funziona il matrimonio tra
il regista di Snatch e Sherlock Holmes con la Disney? Benissimo!
Ritchie infatti non tradisce se stesso, trasmettendo il suo
classico ritmo serrato di narrazione anche a questa storia, che
nonostante sia stata allungata sino a formare due ore di pellicola,
scorre veloce e liscia senza intoppi, trasportandoci in questa
avventura accanto ad Aladdin. Tutto è coreografo alla perfezione, è
uno spettacolo visivo sin dalle prime scene, che intrattengono lo
spettatore e lo fanno divertire (vengono rispettati i tempi comici
e le battute nonostante il doppiaggio). C’è molto studio a livello
cromatico, proprio come nei cartoni animati, dove si possono
distinguere il bene e il male nelle scene grazie ai colori saturi e
accessi in contrasto con quelli scuri e più neutri. Nulla da dire
ai dipartimenti più tecnici, tra i costumi coloratissimi e che
prendono ispirazione da diverse culture, dal Nord Africa all’India
fino alle scenografie pazzesche ricostruite negli studios del
Surrey inglese e le riprese in location nel deserto
Giordano.
Guy Ritchie è
riuscito nell’intento di creare un meraviglioso mondo per riempirci
gli occhi di colori, emozioni e sensazioni: in alcuni momenti è
impossibile non sorridere guardando lo schermo, sentirsi di nuovo
bambini e provare emozioni che normalmente si proverebbero davanti
ad un musical di Broadway. E a proposito di musical, la
parte musicale in Aladdin è centrale e importantissima, così è
stato un bene che sia stato proprio lo stesso compositore
originale, Alan Menken, a rimetterci mano. Ci sono
nuove canzoni scritte insieme a Pasek & Paul
(autori della colonna sonora di La La Land oltre che di numerosi show di
Broadway) che si amalgamo alla perfezione nella storia e qualche
testo è stato riadattato: ma nessuna paura, non si tratta di un
riadattamento stravolgente come è stato con il live-action de
La Bella e La Bestia, ci ritroveremo sempre a
cantare sognanti “Il mondo è mio”!
Quando si va a mettere mano su
cartoni animati così cari al pubblico, c’è sempre molta attesa e
anche paura e con “Aladdin” ce ne era ancora di
più essendo una di quelle storie che hanno fatto sognare tutti sin
da piccoli. Il paragone è inevitabile quando si tratta di film del
genere, ma bisogna sempre pensare che il target a cui mirano questi
prodotti è si, il bambino che è cresciuto con il classico Disney e
vuole ritrovare i suoi personaggi preferiti sul grande schermo, ma
è anche e soprattutto il bambino che la storia di Aladdin magari la
sta sentendo e vedendo per la prima volta. Sono passati quasi 30
anni dall’uscita al cinema del film d’animazione campione di
incassi, che si guadagnò ben due Academy
Awards e questo remake di Guy Ritchie gli rende decisamente
giustizia dandogli nuova vita.
La recensione del film
d’animazioneAladdin
diretto da Ron Clements & John Musker e
targato Walt Disney Pictures.
Sinossi: La sorte
di un giovane vagabondo, Aladdin, si trasforma quando entra in
possesso di una lampada magica, nella quale è racchiuso un genio
onnipotente che può esaudire tre desideri. L’amore condurrà il
giovane poveraccio a recitare la parte del principe per far
innamorare la principessa Jasmine, ma dovrà fare i conti con il
perfido gran visir Jafar e con la sua brama di impossessarsi della
lampada magica.
Analisi:
Liberamente ispirato alla favola de Le Mille e Una
Notte, Alì Babà e i 40 ladroni,
Aladdin è una storia di amore e
avventura, ma anche amicizia e lealtà, che mostra nella maniera più
banale ma allo stesso tempo nella più efficace quanto sia
importante nella vita essere se stessi e quanto allo fine questo
paghi.
Aladdin: recensione del
film
All’inizio la
struttura si mostra come un racconto di racconto e presenta da
subito le parti: il perfido Jafar, che cerca disperatamente la
lampada, e subito dopo in una assolata Agrabah il giovane
straccione che si arrabatta per un tozzo di pane, e dopo tanta
fatica lo divide con due bambini altrettanto poveri. Il bene e il
male nettamente separati che non impediscono al film di mantenere
il suo fascino, immerso com’è in atmosfere orientali e comicità
spiazzante soprattutto da parte del Genio, splendidamente doppiato
da Gigi Proietti (Robin Williams in originale),
che non rinuncia anche all’aspetto più serio e problematico della
sua condizione di schiavo, sintetizzato nel memorabile “fenomenali
poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale”.
Coloratissima trasposizione di
un’antica leggenda, Aladdin è uno dei
primissimi film d’animazione in cui la Disney usa
la computer grafica, ancora rozza all’epoca specialmente nella
sequenza della caverna. Ma vero punto forte del film è la colonna
sonora, che racchiude i toni e le mille voci del film,
straordinaria, premiata con due premi oscar: Miglior colonna sonora
e Miglior Canzone Originale A Whole New World, in italiano
Il Mondo è Mio, sottofondo della bellissima sequenza del
giro del mondo sul tappeto volante.
Accanto al già menzionato genio,
vanno portati all’attenzione alcuni dei personaggi meglio riusciti
dell’intera filmografia disneyana: la scimmietta Abu e il tappeto
volante (scendiletto per Genio) che, come personaggi non parlanti,
esprimono di più di molti altri attori in carne e ossa, e
soprattutto Jago, perfido pappagallo aiutante di Jafar, davvero
esilarante.
Precursore delle trilogie oggi
tanto di moda, il primo Aladdin è stato seguito da due film, Il
ritorno di Jafar e
Aladdin e il principe dei ladri, entrambi
minori rispetto all’originale.
Marwan Kenzari è
in trattative per entrare a far parte del cast del live action di
Aladdin, che sarà diretto da Guy
Ritchie e in produzione alla Disney.
A riferire la notizia
è THR. Se le
trattative dovessero andare a buon film, Kenzari
si unirà a Will Smith, Mena Massoud e
Naomi Scott.
Nello stesso report si dice
che Nasim Pedrad è stata invece scelta per
interpretare Mara, un personaggio originale nel film di
RItchie.
In occasione del D23 è stato
annunciato il cast del live action di Aladdin che
sarà diretto da Guy Ritchie. Come si era vociferato tempo fa,
la principessa Jasmine sarà interpretata da Naomi
Scott (Power Rangers), mentre il
protagonista sarà Mena Massoud. A
interpretare il Genio è stato chiamato Will Smith,
che dopo aver detto NO al Dumbo di Tim
Burton ha accettato di interpretare il personaggio reso
immortale da Robin Williams.
Aladdin vinse
due premio Oscar, per la colonna sonora e per la canzone
originale “A whole new world”.
Dan Lin che
ha prodotto i due film su Sherlock
Holmes per la Warner Bros,
produrrà anche Aladdin con la sua Lin
Pictures company mentre Jonathan
Eirich sarà il produttore esecutivo. La sceneggiatura
del live-action è stata scritta da John
August.
Il film d’animazione originale del
1992 raccontava di un giovane straccione che trova un genio
intrappolato in una lampada e coglie l’opportunità fortunata per
mettere in mostra le sue straordinarie doti umane e conquistare il
cuore di una bella principessa, non senza affrontare prima un
temibile nemico. Il genio, nella versione originale, venne doppiato
dall’inarrivabile Robin Williams, mentre nel
doppiaggio italiano il compianto attore venne sostituito dal
bravissimo Gigi Proietti.
Mentre tra pochi giorni sarà al
cinema La Bella e la Bestia, arrivano novità su un
nuovo adattamento in live action della Diseny, quello di
Aladdin. Il film, che sarà diretto da Guy
Ritchie, batterà il primo ciak questa estate. Di preciso
le riprese si svolgeranno da luglio 2017 a gennaio 2018 in
UK.
Come avevamo già riferito in
anticipo, il film sarà etnicamente fedele all’originale, e quindi
sono stati aperti i casting per i ruoli dei protagonisti, dal
ragazzo di strada alla principessa Jasmine.
Ecco il casting call di Dani
Fernandez nella la foto di seguito:
Aladdin vinse due
premio Oscar, per la colonna sonora e per la canzone originale
“A whole new world”.
Il prossimo film di Guy
Ritchie sarà una rielaborazione del mito di Re
Artù con protagonista Charlie Hunnam nei
panni del leggendario re bretone.
Dan Lin che ha
prodotto i due film su Sherlock Holmes per la
Warner Bros, produrrà anche
Aladdin con la sua Lin Pictures company mentre
Jonathan Eirich sarà il produttore esecutivo. La
sceneggiatura del live-action è stata scritta da John
August.
Il film d’animazione originale del 1992 raccontava
di un giovane straccione che trova un genio intrappolato in una
lampada e coglie l’opportunità fortunata per mettere in mostra le
sue straordinarie doti umane e conquistare il cuore di una bella
principessa, non senza affrontare prima un temibile nemico. Il
genio, nella versione originale, venne doppiato dall’inarrivabile
Robin Williams, mentre nel doppiaggio italiano il
compianto attore venne sostituito dal bravissimo Gigi
Proietti.
Come Lily James e
Emma Watson prima di lei, anche Naomi
Scott ha un ruolo importante, quello di dare corpo a una
delle classiche principesse Disney. A lei è toccata Jasmine, la
principessa ribelle di Agrabah, nel classico Aladdin,
che arriva in live action in sala dal 22 maggio.
Aladdin
è diretto da Guy Ritchie e
vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante
furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo
della bellissima e indipendente principessa Jasmine
e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio
con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in
possesso della sua lampada magica. L’uscita nelle sale invece è
fissata al 22 maggio 2019.
Aladdin
vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar
Alan Menken(La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori
dell’Oscar, Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a due brani
inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori
dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin
Paul (La
La Land, Dear Evan Hansen).
Il cast del film vede
inoltre la presenza di Marwan
Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar,
mentre Navid Negahban veste i panni del
Sultano, preoccupato per il futuro di sua
figlia; Nasim Pedrad è Dalia,
la migliore amica e confidente della principessa
Jasmine, Billy Magnussen interpreta il
principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine,
e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar
e capitano delle guardie del palazzo.
Nella versione italiana
Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018,
interpreterà le canzoni della Principessa
Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli
indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film
originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio”
(“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono
cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta
Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno
dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e
amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo
incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una
delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico
perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e
tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come
me: Naomi! Forse era destino…”
Arriva da Deadline la
notizia che la Disney vuole Will Smith per
interpretare il Genio della Lampada nel live action di
Aladdin, diretto da Guy
Ritchie.
A quanto pare le trattative sono
ancora all’inizio e si potrebbe trattare di un nuovo “falso
allarme” come nel caso di Dumbo e dell’avvicinamento di Smith
all’altro live action Disney che sarà diretto da Tim
Burton.
Aladdin vinse due
premio Oscar, per la colonna sonora e per la canzone originale
“A whole new world”.
Il prossimo film di Guy
Ritchie sarà una rielaborazione del mito di Re
Artù con protagonista Charlie Hunnam nei
panni del leggendario re bretone.
Dan Lin che ha
prodotto i due film su Sherlock Holmes per la
Warner Bros, produrrà anche
Aladdin con la sua Lin Pictures company mentre
Jonathan Eirich sarà il produttore esecutivo. La
sceneggiatura del live-action è stata scritta da John
August.
Il film d’animazione originale del 1992 raccontava
di un giovane straccione che trova un genio intrappolato in una
lampada e coglie l’opportunità fortunata per mettere in mostra le
sue straordinarie doti umane e conquistare il cuore di una bella
principessa, non senza affrontare prima un temibile nemico. Il
genio, nella versione originale, venne doppiato dall’inarrivabile
Robin Williams, mentre nel doppiaggio italiano il
compianto attore venne sostituito dal bravissimo Gigi
Proietti.
A quanto pare lo straordinario
risultato registrato al box office da Aladdin,
nuova versione in live action del classico d’animazione, avrebbe
convinto i vertici della Walt Disney Pictures a considerare l’idea
di un sequel (proprio come nella serie animata), anche in vista del
potenziale lasciato in sospeso alla fine del film. Il futuro del
franchise è ancora tutto da scrivere e ad accennarne qualcosa è il
produttore Dan Lin intervistato da Comicbook
sull’argomento:
“Ora abbiamo delle idee.
Sicuramente quando abbiamo lavorato al primo film l’obiettivo era
realizzare il miglior live action possibile per il pubblico, che
però lo lasciasse con la voglia di averne ancora. E direi che la
risposta è stata positiva. Le persone hanno visto Aladdin più
volte, abbiamo letto molte lettere di fan che sono tornati a
vederlo portando i loro amici e le loro famiglie. Quindi sentiamo
che c’è più di una storia da raccontare e che ogni cosa sarà
trattata allo stesso modo in cui abbiamo trattato il film
originale. Posso dire che, senza dire troppo, stiamo sicuramente
capendo dove possiamo andare con questo franchise“.
Vi ricordiamo che Aladdin è
stato diretto da Guy Ritchie e ha visto
Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante
Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della
bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will
Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di
esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua
lampada magica.
Aladdin
vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar
Alan Menken(La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori
dell’Oscar, Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a due brani
inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori
dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin
Paul (La
La Land, Dear Evan Hansen).
Il cast di Aladdin vede
inoltre la presenza di Marwan
Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar,
mentre Navid Negahban veste i panni del
Sultano, preoccupato per il futuro di sua
figlia; Nasim Pedrad è Dalia,
la migliore amica e confidente della principessa
Jasmine, Billy Magnussen interpreta il
principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine,
e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar
e capitano delle guardie del palazzo.
Ecco la nostra intervista al
leggendario Alan Menken, il compositore premio
Oscar che ha lavorato a tantissimi capolavori Disney e che torna a
comporre le musiche per la versione in live action di Aladdin,
dal 22 maggio al cinema.
Aladdin
è diretto da Guy Ritchie e
vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante
furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo
della bellissima e indipendente principessa Jasmine
e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio
con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in
possesso della sua lampada magica. L’uscita nelle sale invece è
fissata al 22 maggio 2019.
Aladdin
vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar
Alan Menken(La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori
dell’Oscar, Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a due brani
inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori
dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin
Paul (La
La Land, Dear Evan Hansen).
Il cast del
film vede inoltre la presenza di Marwan
Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar,
mentre Navid Negahban veste i panni del
Sultano, preoccupato per il futuro di sua
figlia; Nasim Pedrad è Dalia,
la migliore amica e confidente della principessa
Jasmine, Billy Magnussen interpreta il
principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine,
e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar
e capitano delle guardie del palazzo.
Nella versione italiana
Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018,
interpreterà le canzoni della Principessa
Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli
indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film
originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio”
(“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono
cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta
Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno
dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e
amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo
incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una
delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico
perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e
tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come
me: Naomi! Forse era destino…”