Jonathan Majors è stato scelto come interprete
ufficiale di
Kang il Conquistatore nel MCU, e il suo debutto era previsto
nell’atteso Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Tuttavia,
l’attore ha sorpreso il pubblico facendo il suo ingresso trionfale
nel finale della prima stagione di Loki, interpretando Colui Che Rimane, una
variante di Kang.
Da allora, Majors ha iniziato a
lavorare a Ant-Man 3, attualmente in produzione nel Regno Unito.
I fan stanno speculando ormai da tempo sul possibile ruolo che Kang
avrà nella storia, ma finora sul terzo episodio del franchise con
Paul Rudd è stato rivelato davvero poco. Il
film sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane a febbraio 2023,
ma di recente è stato posticipato a luglio dello stesso anno.
Attualmente impegnato con la
promozione del film The Harder They Fall, in una recente intervista con
GamesRadar, Jonathan Majors ha parlato proprio della sua
esperienza nel MCU, parlando nello specifico delle
differenze tra il set di Loki e quello di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. “Mi
sentivo abbastanza sciolto e libero sul set di Loki. Tutti quelli
che lavorano alla Marvel sono veramente
comprensivi”, ha spiegato.
“Ora il personaggio è diverso,
quindi devi agire in modo diverso. La psicologia è cambiata a
causa del personaggio”, ha aggiunto. “È un ragazzo
diverso. Colui che rimane non sarà in Ant-Man. Questa volta si
tratta di Kang. Anche i personaggi intorno a noi – il cast, il
protagonista Paul Rudd – sono diversi. Paul non è Tom Hiddleston. E
questo è un film, non uno serie tv. Sono qui fin dall’inizio, anche
se ho fatto il mio debutto alla fine di Loki.”
Stando alle parole di Majors, pare
che Kang il Conquistatore sarà un personaggio molto diverso da
Colui Che Rimane. In attesa di saperne di più in merito al suo
ruolo all’interno del film, ricordiamo che in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania torneranno
Paul Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Douglase Michelle
Pfeiffer, mentre la new entry Kathryn
Newton interpreterà Cassie Lang.
In un calendario fitto di progetti e
uscite cinematografiche che vedranno Marvel Studios sfruttare ogni spazio
libero dell’anno appena iniziato, ecco giungere grazie
a My Production Weekly (ripresa anche da
Omega Underground) la notizia secondo cui le
riprese dell’atteso Ant-Man 2
(Ant-Man and the Wasp) avranno inizio
ad Atlanta a partire da giungo
2017, concedendo dunque alla squadra capitanata dal
regista Peyton Reed – dopo l’abbandono
di Edgar Wright– poco meno di sei mesi per ultimare la fase di
pre-prduzione e imbarcarsi in un’avventura che durerà circa un
anno, shooting e post-produzione compresa.
Dopo il suo debutto non proprio
eccelso avvenuto nel 2014 in seguito a
diversi anni di stasi pre-produttiva e alcuni incidenti d’inizio
percorso (e anche in corso d’opera), il personaggio
di Ant-Man è pronto ora a un sequel grazie
ad Ant-Man 2, ultimo progetto in ordine
cronologico di Marvel Studios
dopo Guardiani della Galassia Vol.
2, Spider-Man Homecomng
e Thor Ragnarok, senza contare le altre
produzioni della cosiddetta “Fase 3” che
includono Balck
Panther, Avenegers Infinity War
e Avenegers 4 attualmente anch’essi in fase
di pre-produzione.
Se l’informazione pubblicata
da My Production
Weeklycirca l’inizio delle riprese
già nel mese di giungo 2017 dovesse essere confermata, ciò potrebbe
far pensare che Marvel Studios sia
fermamente intenzionata ad avvalersi dei Pinewood
Studios di Atlanta per il progetto
di Ant-Man 2, anche se recedente il
regista Peyton Reedsi
era detto ben disposto a iniziare la lavorazione del film ben prima
della data ora indicata.
Il sequel Ant-Man
2, Ant-Man and The
Wasp, arriverà al cinema
il 6
luglio 2018. Alla regia potrebbe tornare Peyton
Reed, mentre alla sceneggiatura c’è Adam
McKay. Nel cast sono stati confermati i
protagonisti Paul
Rudd e Evangeline
Lilly.
Ant-Man è un film
del 2015 diretto da Peyton Reed. Basato sui due omonimi personaggi
dei fumetti Marvel Comics, Scott Lang e Hank Pym, il film è
prodotto dai Marvel Studios e distribuito da
Walt Disney Studios Motion Pictures, ed è la dodicesima pellicola
del Marvel Cinematic Universe nonché
l’ultimo della cosiddetta Fase Due.
Ant-Man è stato
uno dei nuovi personaggi lanciati nel corso della Fase
2 del Marvel Cinematic
Universe e il suo seque Ant-Man 2 che come
sappiamo si intitolerà Ant-Man and the
Wasp, è molto atteso trai fan più accaniti.
Ebbene, dopo avervi rivelato del
ritorno di Michael Pena nel cast, oggi a parlare del
film è stato il regista Peyton Reed che è
tutt’ora a lavoro sul sequel che i Marvel Studios prevedono di lanciare
nell’estate del 2018. Nello specifico Reed ha parlato a
Moviefonedella sfida che rappresenta
un sequel, evitando il rischio di doversi ripetere magari alzando
l’asticella. Di seguito le sue parole:
Beh, sono emozioni miste. Da
fan dei fumetti, vedere tutti questi personaggi prendere vita sullo
schermo è sempre affascinante. Come regista di un ilm che arriva
con un ritardo di tre, quattro, cinque film, la barra è sempre più
alta, ed è grande. È una sfida.
Perché ci sono sempre nuove
tecniche messe a punto, e anche storie nuove, una delle grandi cose
riguardo alla Marvel è che vuoi fare film
innovativi senza fare lo stesso che si è visto in altri film.
Quindi è sempre eccitante perché è una sfida per fare meglio di
quanto si è fatto prima.
In merito invece al fatto che non
dovrà presentare Giant Man dato che lo
abbiamo già ammirato in Captain America Civil War
e che invece dovrà concentrarsi nell’introduzione di Wasp, il
regista ha commentato:
Di nuovo, sono emozioni contrastanti. Quando ho saputo che
Civil War avrebbe visto l’esordio di Giant Man, ero contrario, ma
ora mi sono ripreso e abbiamo lasciato molto in serbo per Scott
Lang in questo film. Vedremo il debutto di Wasp, sarà tutto
riguardo a loro. Mi piace perché passeremo più tempo con i nostri
diversi registi e sceneggiatori e c’è tanto confronto e
discussione, e questo mi piace.
Sono
personalmente eccitato per il fatto che introdurrò un nuovo
personaggio nell’universo Marvel. Dopo Ant-Man, adesso
vedremo Wasp, quindi disegneremo il suo look, le sue movenze, i
poteri, cercando di capire chi è Hope van Dyne come eroe. Perché la
conosciamo come personaggio in un certo contesto dal primo film, ma
adesso si unirà alla festa. È eccitante!
Il sequel Ant-Man
2, Ant-Man and The
Wasp,arriverà al cinema
il6
luglio 2018. Alla regia potrebbe tornare Peyton
Reed, mentre alla sceneggiatura c’è Adam
McKay. Nel cast sono stati confermati i protagonisti
Paul Rudd e Evangeline
Lilly.
Ant-Man è un film del
2015 diretto da Peyton Reed. Basato sui due omonimi personaggi dei
fumetti Marvel Comics, Scott Lang e Hank Pym, il film è
prodotto dai Marvel Studios e distribuito da
Walt Disney Studios Motion Pictures, ed è la dodicesima pellicola
del Marvel Cinematic Universe nonché
l’ultimo della cosiddetta Fase Due.
Sebbene il film rimanga
relativamente autonomo per quanto riguarda gli altri membri degli
Avengers, molti personaggi di supporto del
MCU vengono
citati durante gli eventi di Quantumania, spesso in modi esilaranti e del
tutto inaspettati.
Agente Jimmy Woo
L’agente dell’FBIJimmy Woo di Randall Park, amante
della magia, fa un cameo a sorpresa nel montaggio iniziale di
Quantumania. L’ex agente di custodia di
Scott Lang, visto per la prima volta in Ant-Man and the Wasp, sembra aver instaurato
una forte amicizia con il Vendicatore dall’ultima volta che sono
stati visti insieme.
Sebbene il loro ultimo incontro
sullo schermo abbia visto Lang rifiutare goffamente l’invito a cena
di Woo, Quantumania mostra i due a cena insieme anni
dopo, lasciando intendere che la loro amicizia è sbocciata fuori
dallo schermo. Ancora meglio, la breve inquadratura si conclude con
un riferimento al famigerato trucco di magia di Scott
Lang, che estrae dal nulla una carta di credito per pagare
il pasto, impressionando ancora una volta l’agente dell’FBI.
Spider-Man
Mentre il pubblico attende
notizie sul prossimo film di Spider-Man nel
MCU,
l’arrampica-muri ha ricevuto un’impertinente citazione nel
montaggio d’apertura di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Mentre si
gode i benefici della fama appena acquisita, Scott
Lang si ferma nel suo caffè preferito.
Credendo di riconoscere il
supereroe, il proprietario del negozio gli offre la colazione, ma
lo confonde in modo esilarante con il più famoso Vendicatore nel
filone degli insetti. Questa gag può far ridere, ma allude anche
allo status dell’Uomo Ragno nel MCU
dopo Spider-Man: No Way Home, confermando che i
cittadini sono ancora consapevoli dell’esistenza del supereroe
nonostante i loro ricordi di Peter Parker siano
stati cancellati.
The Hulk
Sebbene il MCU
abbia recentemente introdotto il figlio di Hulk,
Skaar, in She-Hulk:
Attorney at Law, Ant-Man
evidentemente associa ancora il Vendicatore irradiato dai raggi
gamma a un altro bambino, come chiarisce una scena di Quantumania.
In una scena iniziale del film appare un frammento del libro di
Scott Lang, Look Out for the Little Guy,
in cui egli ricorda i primi esperimenti di Bruce Banner con i
viaggi nel tempo, visti durante gli eventi di Avengers:
Endgame.
Scott racconta i suoi pensieri e la
sua totale confusione dopo che il primo test lo ha trasformato in
un bambino. In modo esilarante, racconta anche di essersi chiesto
per un attimo se fosse tecnicamente il figlio di
Hulk prima di essere riportato alla sua giusta
età.
Captain America
Quantumania
fa riferimento a uno dei più forti supersoldati del MCU,
Captain America, già nel primo atto, continuando
un’esilarante gag iniziata in Ant-Man and the Wasp. Avendo luogo dopo gli
eventi di
Captain America: Civil War, il secondo film di Ant-Man
ha reso evidente quanto Scott Lang fosse
orgoglioso di aver combattuto al fianco di Steve
Rogers e degli altri Vendicatori.
Quantumania riprende questa battuta quando gli
amici e la famiglia di Scott lo prendono in giro insinuando che
abbia combattuto contro Capitan America durante la
guerra civile dei supereroi. Scott si affretta a precisare che ha
combattuto al fianco del Vendicatore, affermando che sarebbe stato
“folle” combattere contro di lui.
Dale
Anche se le numerose
varianti di Kang presenti in Quantumania potrebbero essere il principale
argomento di discussione del film per gli anni a venire, un
sorprendente cameo dal primo film di Ant-Man non
dovrebbe passare inosservato. Greg Turkington
riprende il ruolo di Dale, il direttore generale
di Baskin Robbins che licenziò Scott
Lang dopo essere venuto a conoscenza della sua attività
criminale, nonostante in privato fosse d’accordo con le sue
azioni.
In Quantumania, Dale nomina Scott “Impiegato del
secolo” dopo che lui e i Vendicatori hanno salvato il mondo da
Thanos. In seguito, l’entusiasta manager di Baskin
Robbins esce dalla pensione per preparare la torta di compleanno di
Cassie che, come Scott si rende conto nei momenti
finali del film, è assolutamente disgustosa.
Thor
Il futuro di
Thor nel MCU
si fa oscuro in seguito a una terrificante allusione in Quantumania. Dopo che Scott e
Cassie Lang sono stati catturati dagli scagnozzi
di Kang il Conquistatore nel Regno
Quantico, il cattivo multiversale cerca di riordinare i
suoi ricordi sparsi dei precedenti incontri con i Vendicatori.
Afferma di aver ucciso innumerevoli
Vendicatori in passato e si chiede se Scott sia “quello con il
martello”. Scott corregge Kang, dicendogli che sta pensando a Thor,
ma coglie anche l’occasione per affermare che l’equivoco è
relativamente comune. Il riferimento di Kang, tuttavia, lascia presagire che Thor
potrebbe morire per mano sua durante gli eventi di Avengers: The Kang Dynasty.
Loki
Dopo aver incontrato la
variante Kang di Colui che resta alla
fine dei tempi, Loki appare nella scena dei titoli
di coda di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che scova
un’altra variante del supercriminale che conquista l’universo.
In quella che probabilmente è una
scena della seconda stagione di Loki, il dio
dell’inganno osserva con orrore una variante di Kang, che si fa
chiamare Victor Timely, all’inizio del XX secolo,
e svela i suoi primi progetti per una macchina che viaggia nel
tempo. Riconoscendo Timely come una variante di
Kang, Loki conferma al suo
partner, l’Agente Mobius, che questo è l’uomo che
stanno cercando, delineando la loro missione durante gli eventi
della prossima stagione della serie Disney+.
In piedi accanto a Loki alla
presentazione di Victor Timely, Mobius osserva con
nonchalance che la variante di Kang non sembra così terrificante
come il dio dell’inganno lo aveva fatto credere. Sebbene il breve
cameo di Owen Wilson riveli ben poco sulla trama del
suo personaggio, indica che Mobius continuerà a lavorare al fianco
di Loki nelle sue prossime avventure, pur non
avendo alcun ricordo della loro precedente collaborazione.
Veb
Uno dei migliori camei di
Quantumania è rappresentato dal nuovissimo
personaggio di Veb. Il gelatinoso abitante del
Regno Quantico, memorabile per la sua infatuazione
per i numerosi buchi nell’anatomia umana di Scott
Lang, offre l’opportunità a un membro chiave del cast di
Ant-Man di tornare in un ruolo da doppiatore.
È David Dastmachian, che ha interpretato l’ex
detenuto Kurt in Ant-Man e
Ant-Man and the Wasp, a dare la voce a
Veb. Dastmachian è uno dei numerosi membri del cast
del franchise il cui personaggio non è tornato per il sequel e,
sebbene si sia sicuramente sentita la mancanza del suo personaggio
principale, il suo nuovo ruolo in Ant-Man and the Wasp: Quantumania si rivela un
punto di forza del film.
Scott
Lang è un Vendicatore –
Ant-Man – che è rimasto intrappolato nel Regno
Quantico dopo che Thanos ha spazzato via
Hope van Dyne e la sua famiglia. È tornato in
Avengers: Endgame per aiutare i suoi amici a
fermare Thanos utilizzando l’espediente del
viaggio nel tempo. Scott è poi riuscito a ricongiungersi con la
figlia e ha scritto un libro sulle sue avventure.
Ant-Man è
interpretato da Paul Rudd, noto soprattutto per i suoi ruoli
in Clueless, la popolare serie televisiva
Friends, I Love You, Man, Anchorman: The
Legend of Ron Burgundy e il suo sequel,
Noi siamo infinito, Questi sono i 40, Molto
incinta e i precedenti film di Ant-Man.
Jonathan Majors – Kang the
Conqueror
Kang
il Conquistatore è il cattivo principale della
Fase Cinque del MCU. Kang è un
viaggiatore del tempo che è stato bandito nel Regno Quantico e
crede che solo lui possa salvare il multiverso dalle sue varianti.
Egli è a sua volta una variante di Colui che resta
della
stagione 1 di Loki, il creatore della TVA.
Janet van
Dyne è una scienziata e la matriarca della famiglia Pym
che è rimasta bloccata nel Regno Quantico per 30 anni prima di
essere salvata. È lì che ha incontrato Kang e si sente in colpa per averlo
inizialmente aiutato a fuggire dal Regno Quantico prima di capire i
suoi piani.
Cassie
Lang è la figlia diciottenne di Scott. Ha
un forte senso della giustizia e usa la tuta simile a quella di
Ant-Man che ha creato con Hank
Pym per aiutare le persone in difficoltà. Ha anche
lavorato per ripristinare il segnale del Regno Quantico.
Hank Pym è
il padre di Hope e il marito di Janet van
Dyne. Hank è un ex agente dello
S.H.I.E.L.D. e un fisico che ha creato le
Particelle Pym, utilizzate in Avengers: Endgame.
Hank Pym è interpretato da Michael
Douglas, noto soprattutto per i suoi ruoli in Traffic,
Attrazione fatale,
Wall Street, Il presidente – Una storia d’amore,
Basic Instinct e la commedia romantica La rivolta
delle ex.
Bill Murray – Lord Krylar
Lord
Krylar è un governatore del Regno Quantico che un tempo
lavorava al fianco di Janet van Dyne e che ora si
è alleato con Kang il Conquistatore.
Bill Murray è noto per i suoi ruoli in
Ghostbusters, Ricomincio da capo, Moonrise
Kingom, Lost in Translation – L’amore tradotto,
in cui ha recitato accanto a un’altra star del MCU, Scarlett Johansson, il live-action
Disney Il libro della
giungla, Zombieland, Rushmore,
Charlie’s Angels, Space Jam e What About
Bob?
Personaggi secondari
David Dastmalchian
nel ruolo di Veb – Veb è una creatura che
vive nel Regno Quantico. David Dastmalchian è noto soprattutto per
i suoi ruoli nella serie dell’Arrowverse The
Flash, in Dune, in The Suicide Squad di James
Gunn, in cui ha interpretato Polka-Dot Man,
nel biopic Weird:The Al Yankovic Story e in
Ant-Man e Ant-Man and the Wasp, anche se ha interpretato un
personaggio diverso di nome Kurt.
William Jackson
Harper nel ruolo di Quaz – Quaz
è un telepate che scopre perché Scott e
Cassie si trovano nel Regno Quantico. William
Jackson Harper è noto soprattutto per i suoi ruoli nella serie
comica della NBC The Good Place, nel film horror Midsommar, nella serie HBO Max Love Life e
nella serie The Electric Company.
Katy O’Brian nel
ruolo di Jentorra – Jentorra è una
combattente per la libertà che si oppone fermamente a Kang il Conquistatore e a chiunque si schieri
con lui. Katy O’Brian è nota soprattutto per i suoi ruoli nella
serie Z Nation, nello show dell’Arrowverse Black
Lightning e per essere apparsa in alcuni episodi della serie
Star
WarsThe Mandalorian.
Corey Stoll nel
ruolo di Darren Cross/M.O.D.O.K. – Darren
Cross era un antagonista di Ant-Man e
Hank Pym, ma dopo essere stato inviato nel Regno
Quantico, diventa M.O.D.O.K., un organismo progettato per uccidere
e alleato di Kang il Conquistatore.
Gregg Turkington
nel ruolo di Dale – Dale è il manager di
Baskin-Robbins dove lavorava Scott Lang. Gregg
Turkington è conosciuto soprattutto per i suoi ruoli nelle serie
televisive Decker, Mister America e
Ant-Man.
Tom Hiddleston nel ruolo di Loki –
Loki è il fratello adottivo di
Thor e il Dio dell’inganno. Un tempo antagonista
principale dei Vendicatori, Loki ha voltato pagina ed è ora
intenzionato a fermare Kang il Conquistatore. Loki
appare anche con Mobius nella scena post-credit di
Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Le prime reazioni ad Ant-Man and the Wasp: Quantumania rivelano
diversi dettagli importanti sul nuovo film del Marvel Cinematic
Universe. L’ultimo capitolo del franchise di Ant-Man è
ormai alle porte e, dopo che la Fase 4 si è
rivelata un po’ più divisiva della Saga dell’Infinito, sono sorti interrogativi
sull’appetito del pubblico per altri film del MCU. Ant-Man and the Wasp: Quantumania si trova
dunque in una posizione difficile: dovrà invogliare gli spettatori
a investire il loro tempo nella visione di un altro film del
MCU, e
potrebbe averlo fatto grazie a queste 6 rivelazioni che vi
proponiamo.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è
un buon (non ottimo) inizio per la Fase 5
Le prime reazioni ad
Ant-Man and the Wasp: Quantumania lo
definiscono un buon inizio per la Fase 5, ma non un grande inizio. Una fonte di
controversia tra gli spettatori sembra essere il tono del film. Il
franchise di Ant-Man si è sempre contraddistinto come più ironico
rispetto allo standard della Marvel, e sembra che questa
tendenza continui anche nel terzo capitolo. Alcuni hanno citato il
MODOK di Ant-Man 3 come esempio dello squilibrio tonale
presente nel film. Gli spettatori hanno anche notato che la storia
non è all’altezza delle aspettative e il finale caotico è un altro
degli aspetti negativi del film.
Come primo film del MCU della Fase 5, Ant-Man and the Wasp: Quantumania avrebbe
sperato di raggiungere uno status simile a quello di Iron
Man o Captain America: Civil War in termini di avvio
di una Fase. Invece, sembra che Ant-Man 3 sarà più in linea con Iron Man 3 o Black Widow come primi film del MCU di una Fase che
hanno i loro difensori. Anche se le reazioni non sono
necessariamente entusiastiche e incoronano Ant-Man 3come uno dei migliori film del
MCU, è anche
importante notare che non sono negative o eccessivamente
critiche.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è
come lo Star Wars della Marvel
Un paragone ricorrente
che proviene da chi ha visto Ant-Man and the Wasp: Quantumania in anteprima
è che il film può essere paragonato alla versione Marvel di Star
Wars. Le somiglianze tra il film della Fase 5 del MCU e Star
Wars sembrano derivare dall’esplorazione del Regno Quantico, una svolta di trama che
permette al regista Peyton Reed di analizzare un
mondo che il pubblico non conosce e di introdurre un’ampia varietà
di creature e personaggi. Il film è stato più volte descritto come
un’epica storia di fantascienza simile a quelle del franchise di George
Lucas.
Le somiglianze tra Ant-Man 3 e Star Wars
non dovrebbero sorprendere più di tanto. Il presidente dei
Marvel Studios
Kevin Feige è un fan di Star Wars ancora più di quanto
non lo sia della Marvel, quindi ispirarsi ai temi e
alla costruzione del mondo del franchise nel MCU era inevitabile.
Il film arriva anche dopo che Peyton Reed ha
diretto gli episodi della seconda stagione di The
Mandalorian, compreso l’apprezzato finale. La sua
esperienza sembra aver influenzato il modo in cui ha realizzato un
altro film di Ant-Man, compreso l’utilizzo della tecnologia
Stagecraft di The
Mandalorian per portare in vita il Regno Quantico.
Kang il Conquistatore è un nuovo,
terrificante, villain
Il ritorno di Jonathan Majors dopo avere interpretato
Colui che resta nella prima stagione di
Loki era uno degli elementi più attesi di
Ant-Man and the Wasp: Quantumania. La buona
notizia è che il film non lo ha affatto sprecato. Le prime reazioni
ad Ant-Man 3 hanno accolto in maniera più che
positiva l’interpretazione di Majors e il modo in cui il film introduce
Kang il Conquistatore come prossimo grande
cattivo del MCU. Diversi post
hanno sottolineato come sia lui a prendere il controllo del film al
suo arrivo e come sia una minaccia terrificante per i personaggi
principali del film e per il multiverso in generale.
Il fatto che il pubblico ritenga che
Kang il Conquistatore sia uno dei migliori
cattivi del MCU è un segno
promettente per Ant-Man 3 e il futuro del MCU. È già stato
confermato che sarà il prossimo Thanos del franchise e il cattivo
principale della Saga del Multiverso. Non è una sorpresa che
Jonathan Majors sia così importante, dato che
la prima stagione di Loki ha dato agli spettatori un’incredibile
anticipazione di quanto sarebbe stato fantastico nel ruolo.
Tuttavia, Kang è uno dei maggiori vincitori di Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Ant-Man 3 anticipa la più vasta
narrazione del MCU
Sembra che Ant-Man and the Wasp: Quantumania faccia un
ottimo lavoro nell’anticipare quella che sarà la narrazione più
vasta del MCU d’ora in avanti.
La mancanza di una direzione chiara per il MCU è stata una
delle maggiori critiche rivolte alla Fase 4, e questo è stato uno dei motivi per
cui i Marvel Studios hanno annunciato
Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars così presto. Dopo aver
visto quasi una dozzina di film e show televisivi del MCU che erano solo
vagamente collegati, sembra che Ant-Man and the Wasp: Quantumania è il film
che inizierà a mettere in moto in modo più preciso la storia della
Saga del Multiverso.
Le prime reazioni a Ant-Man and the Wasp: Quantumania non rivelano
però come il film della Fase 5 del MCU riesca a
realizzare tutto questo. Ciò comporterebbe l’ingresso nel
territorio degli spoiler, su come il film finisce e dove lascia gli
archi dei singoli personaggi. Con le varie teorie sul collegamento
di Kang ai Dieci Anelli di Shang-Chi o
ai bracciali di Ms. Marvel e la possibilità che altre varianti
di Kang entrino nell’equazione, ci sono molte opportunità per
Ant-Man 3 di collegarsi al più ampio MCU e di impostare
storie future per la Saga del Multiverso.
Michelle Pfeiffer ruba la
scena
Una rivelazione gradita
dalle prime reazioni di Ant-Man and the Wasp: Quantumania è che
sfrutta pienamente il potenziale Michelle Pfeiffer, permettendo alla sua
Janet van Dyne di rubare la scena. Quando i
Marvel Studios hanno
originariamente annunciato il suo casting per Ant-Man and the Wasp, c’era molta eccitazione
per quello che avrebbe portato al film. Tuttavia, è stata in gran
parte lasciata fuori dal film ed è invece servita come MacGuffin.
Questo è stato piuttosto frustrante e ha fatto sì che Ant-Man 3 avesse la responsabilità di rendere
giustizia alla Janet di Michelle Pfeiffer. Fortunatamente, sembra che
il suo ruolo sia ancora più importante del previsto.
A causa del passato di Janet van Dyne nel Regno Quantico, i trailer di Ant-Man and the Wasp: Quantumania hanno
stabilito che la donna ha una storia con Kang. Questo ha fatto presagire un ruolo
importante per lei nel sequel, e alcune reazioni dicono addirittura
che diventa essenzialmente il personaggio principale per gran parte
del film. I timori che il MCU possa sprecare
nuovamente Michelle Pfeiffer sembrano essere superflui,
poiché sembra che questa volta Janet sia molto più
coinvolta nell’azione.
Ha due scene post-credits
Le prime reazioni
confermano anche che Ant-Man 3 ha due scene post-credits.
Questa è diventata una pratica standard per i Marvel Studios nel corso
degli anni, quindi le nuove scene post-credits del MCU sono
attesissime. Tuttavia, le prime reazioni a Ant-Man and the Wasp: Quantumania hanno notato
che queste, in particolare, sono “fantastiche” e “significative”,
mentre altre suggeriscono che “vi faranno impazzire” e “cambieranno
tutto”.
Fortunatamente, da queste reazioni
non sono emersi spoiler su ciò che si vede nelle scene post-credits
Ant-Man and the Wasp: Quantumania. È molto
probabile che ci siano collegamenti con Kang e il
multiverso, mentre potrebbero arrivare anche delle anticipazioni
sul futuro di Ant-Man, Wasp e altri. Tuttavia,
sarà meglio tenere sotto controllo le aspettative e non farsi
prendere dall’entusiasmo sulla base delle prime rivelazioni di
Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Il trailer finale di Ant-Man & the
Wasp: Quantumania è ricco di nuovi dettagli sulla trama del
film e di Easter eggs. La Fase 4 del MCU si è conclusa,
ma questo significa semplicemente che il Marvel Cinematic Universe
sta per dare il via alla Fase 5. L’azione prenderà il via con Ant-Man & the Wasp: Quantumania, che si
posiziona come un passo cruciale nella Saga del
Multiverso. Il film continua ad ampliare il suo cast: allo
Scott Lang di Paul Rudd, alla Hope Van Dyne
di Evangeline Lilly, all’Hank
Pym di Michael Douglas e alla Janet Van
Dyne di Michelle Pfeiffer si aggiunge ora
Kathryn Netwon nel ruolo della figlia di Ant-Man,
Cassie. Ma il film segnerà anche un drastico
allontanamento dal franchise fino ad oggi, dato che sarà ambientato
per lo più nella misteriosa dimensione nota come Regno
Quantico.
Ant-Man & the Wasp:
Quantumania presenterà inoltre agli spettatori il Kang il Conquistatore di Jonathan Majors, ritenuto il cattivo
principale della Saga del Multiverso. I precedenti trailer
hanno confermato che la famiglia Ant-Man è rimasta
bloccata nel Regno Quantico dopo che uno degli
esperimenti di Cassie è andato male, e sembrava
che Scott avesse stretto un accordo con Kang nel
tentativo di tirarli fuori. Il trailer finale, rilasciato durante
la partita del campionato nazionale di football americano,
suggerisce che la posta in gioco è ancora più alta: vediamo insieme
le principali rivelazioni del trailer.
L’introduzione di Kang il
Conquistatore
Kang
il Conquistatore è al centro del trailer finale di
Ant-Man & the Wasp: Quantumania. Majors ha già interpretato un’altra variante
di Kang nel MCU, Colui Che
Resta, ma i due personaggi sono molto diversi: Kang ha una presenza
minacciosa e cupa e la sua voce trasmette un senso di minaccia e
pericolo.
Il trailer di Ant-Man & the
Wasp: Quantumania sembra suggerire che Kang conosca molto
bene Scott Lang, forse a causa delle sue imprese
di viaggio nel tempo. Scott è diventato una sorta di celebrità nel
moderno MCU,
scrivendo anche un’autobiografia, ed è possibile che Kang abbia
accesso a questi documenti storici.
La Fase 4 ha già stabilito che Scott ha reso
pubblico il suo periodo tra i Vendicatori, conducendo una serie di
podcast, e la fama di Ant-Man è stata particolarmente messa in luce
all’AvengerCon di Ms. Marvel. È stato riferito
che Scott avrà appena pubblicato un’autobiografia all’inizio di
Quantumania, e alcuni di questi fotogrammi
iniziali potrebbero provenire proprio dal suo press tour.
Cassie ha preso il “lato peggiore”
di suo padre
Cassie ha sempre venerato
suo padre, ma il trailer di Ant-Man and the Wasp: Quantumania lascia
intendere che sta prendendo da lui nei peggiori modi possibili.
Un’inquadratura mostra Scott che preleva la figlia
dalla prigione, anche se non è chiaro perché sia stata
arrestata.
È possibile che abbia infranto la
legge come parte di una sorta di causa attivista; lo stesso Scott è
stato inizialmente imprigionato dopo aver commesso un crimine in
stile Robin Hood contro una società corrotta. Senza dubbio ha
rimpianto di aver vissuto una vita diversa, che avesse portato
Cassie a intraprendere un viaggio molto diverso.
Come la famiglia Ant-Man è rimasta
bloccata nel regno quantico
Ant-Man e
la sua famiglia sono rimasti intrappolati nel Regno
Quantico dopo un esperimento andato male. I trailer
precedenti hanno mostrato una versione leggermente diversa di
queste riprese, quindi le circostanze precise potrebbero cambiare.
Tuttavia, in base alle prove raccolte finora, sembra che Cassie
abbia sviluppato una tecnologia che invia un segnale nel Regno
Quantico. Nel trailer precedente, Janet Van Dyne
ha tentato disperatamente di spegnere il dispositivo, ma era troppo
tardi. Janet è stata intrappolata nel Regno Quantico per decenni,
quindi conosce le forze che vi si trovano e probabilmente ha
incrociato molte volte Kang il Conquistatore.
La famiglia Ant-Man
viene attirata nel Regno Quantico da un bagliore di energia blu.
Questo colore sembra essere associato all’armatura e alle armi di
Kang il Conquistatore, anche se è difficile dire se abbia un
significato più profondo. Il Regno Quantico è un adattamento della
dimensione dei fumetti chiamata Microverso, che ha un potere blu
chiamato Forza Enigma: Kang potrebbe attingere
proprio da questa.
La maschera di Kang
Nei fumetti, il volto di
Kang è nascosto da una maschera blu. I
Marvel Studios hanno reinventato
questa maschera, trasformandola in uno scudo energetico che si
forma davanti al suo volto, presumibilmente progettato per aiutarlo
a sopravvivere in atmosfere inospitali.
È una reinvenzione intelligente, un
modo per rendere omaggio ai fumetti aggiornando un design
francamente un po’ datato.
Kang offre a Scott Lang un
accordo
La versione del MCU di Kang il Conquistatore è rappresentata come il
signore del tempo, che possiede il potere di alterare la realtà a
livello fondamentale e di distruggere intere linee temporali a suo
piacimento. I precedenti film Marvel hanno infatti
stabilito che la manomissione delle forze della causalità può
generare il caos a livello multiversale. “Le manipolazioni
temporali possono creare ramificazioni nel tempo”, avverte
Wong al Doctor Strange mentre sperimenta la
Pietra del Tempo. “Aperture dimensionali
instabili. Paradossi spaziali! Anelli temporali!”. Queste sono le
forze con cui Kang gioca, e comprende la natura del tempo
abbastanza bene da controllare questi effetti imprevedibili – e da
usarli come armi.
Ant-Man 3 riprende
i riferimenti a Ms. Marvel che ritraggono
Scott Lang come un supereroe famoso, ma è comunque
pieno di rimpianti, perché vorrebbe aver trascorso più tempo con
sua figlia Cassie. Kang propone a Scott un
accordo: se lo aiuterà in qualche modo sconosciuto, compiendo una
qualche rapina, Kang riscriverà la storia a favore di Scott. Scott
ha una seconda possibilità, un’altra occasione di vita, in cui può
evitare gli errori che lo hanno separato dalla sua famiglia. È
possibile che l’offerta di “tempo” nasconda un’altra sottotrama,
ovvero che Scott abbia grossi problemi di salute e desideri porvi
rimedio.
La città di Kang contiene una serie
di Easter Eggs Marvel
Il trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania mostra altre
immagini della città del Regno Quantico di
Kang. Probabilmente si tratta della città di
Chronopolis, la base di Kang nei fumetti. Chronopolis si trova al di
fuori del tempo, in un regno chiamato Limbo, una
dimensione che ogni viaggiatore del tempo attraversa. Il Limbo è
stato probabilmente assorbito dal Regno Quantico del MCU, rendendo
Chronopolis una parte logica del Regno Quantico. Si spera che la
Marvel esplori alcuni dei segreti
di Chronopolis, che è una delle location più affascinanti della
Marvel. Ogni blocco di Chronopolis
si estende fino ai confini della Terra in un periodo temporale
diverso. I periodi più primitivi si trovano alla periferia, quelli
più avanzati al centro, mentre il cuore è dominato dalla Cittadella
di Kang.
L’architettura di
Chronopolis nel MCU contiene una
serie di interessanti Easter eggs. La struttura piramidale è
probabilmente un sottile riferimento a una variante di Kang
chiamata Pharoah Rama-Tut (sottilmente accennata
nel MCU in
Moon
Knight), mentre i moti circolari ricordano un altro elemento
del MCU: i
dieci anelli di Shang-Chi. Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli si è concluso con la rivelazione che
questi misteriosi anelli hanno inviato un segnale attraverso il
multiverso, quindi potrebbero essere in qualche modo collegati a
Kang e Chronopolis.
L’esplorazione del Regno
Quantico
La Marvel ha visitato il Regno
Quantico in Ant-Man & the Wasp, ma in
realtà è sembrata un’occasione mancata. Il libro ufficiale di
concept art della Marvel, The Art of Ant-Man &
the Wasp, ha confermato che lo studio ha valutato molte idee
diverse per il Regno Quantico: specie e civiltà aliene, persino un
nesso di ricordi attraverso il quale le persone possono sbirciare
nel passato.
Fortunatamente, Ant-Man & the Wasp: Quantumania dimostra che
il MCU sta
finalmente per esplorare il Regno Quantico, con tante immagini di
strani alieni e razze diverse che ci sono state proposte. Alcuni di
questi potrebbero essere tratti dai fumetti; è stato confermato che
Bill Murray interpreterà Lord
Krylar, un personaggio associato a una dimensione chiamata
Microverso nei fumetti. Il Regno Quantico del MCU è
fondamentalmente un mash-up del Microverso e del
Limbo, e non sarebbe una sorpresa vedere altri
personaggi del Microverso in questo film.
I ricordi di Ant-Man potrebbero far
parte del Regno Quantico
C’è una strana
giustapposizione nel trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania, che passa
dall’esplorazione del Regno Quantico ai flashback
della vita di Scott. Potrebbe trattarsi di un misterioso nesso di
ricordi, in parte esplorato durante lo sviluppo di Ant-Man & the
Wasp.
Come ha spiegato il concept artist
Jackson Sze in The Art of Ant-Man & the Wasp:
“All’inizio c’era quasi un Nexus all’interno del Regno Quantico
che volevano esplorare, ovvero un palazzo della memoria
quantistica. Credo che stessero discutendo delle idee su come Hank
potesse essere in grado di entrare nei propri ricordi e cambiare la
storia“.
Gli eserciti di Kang il
Conquistatore
Kang
dispone di un esercito massiccio e altamente tecnologico, che
sembra intenzionato a schierare contro Scott Lang
(e forse contro una sorta di movimento di resistenza del Regno
Quantico).
Ciò è fedele ai fumetti, dove Kang
ha riunito al suo servizio i migliori guerrieri della storia,
comprese le versioni distorte dei Vendicatori. Gli
spettatori più attenti noteranno i colori blu del marchio e i
motivi ad anello ripetuti
MODOK del MCU
Kang non è l’unico
cattivo nel trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania, ma anche la
versione del MCU di
MODOK, l'”Organismo Mentale Progettato Solo per
Uccidere”. Classico villain della Marvel, MODOK è stato persino
protagonista di una serie televisiva animata di breve durata.
È stato poi quasi completamente
ridisegnato per il MCU e questa
iterazione non sembra affatto organica, ma piuttosto un robot. Kang
ha sempre avuto la tendenza a raccogliere le armi più potenti nel
tempo, quindi ha senso che abbia MODOK, ma il nuovo design verrà
percepito come controverso.
L’obiettivo di Ant-Man: “Dobbiamo
perdere entrambi”.
Il trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania mostra diverse
scene d’azione che coinvolgono Kang e Scott Lang, e c’è un
delizioso squilibrio di potere tra i due. Kang è una minaccia di
livello vendicativo, il che significa che Ant-Man
è completamente fuori dalla sua portata.
Il trailer della Marvel sembra suggerire che Ant-Man
morirà combattendo contro Kang, ma potrebbe considerarlo un prezzo
da pagare. Ant-Man sa di non poter vincere contro Kang, ma ha
escogitato un piano che li porterà a perdere entrambi. Per Scott,
ciò significa presumibilmente non passare più del tempo con la sua
famiglia, o a causa di una morte, o perché bloccato nel
multiverso.
Scott Lang viene attaccato da un
esercito di varianti di Ant-Man
Il trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania evita il
tradizionale finale scherzoso in stile Marvel, assicurando agli spettatori
che questo è un tipo di film su Ant-Man molto
diverso. Si conclude con una nota emotiva, con Scott
Lang travolto da un esercito di varianti di Ant-Man, che
si scusa con Cassie mentre lo guarda cadere.
Nei fumetti, la morte di Scott ha
ispirato Cassie a diventare il supereroe Stature; il
MCU sta
preparando la carriera da supereroe di Cassie dal 2015, e questo
completerebbe la sua evoluzione. Tuttavia, gli spettatori farebbero
bene a non dare per scontato che sia così; i trailer Marvel sono noti per i loro
depistaggi, e il trailer di Ant-Man & the Wasp:
Quantumania non fa certo eccezione.
Sempre più spesso i giocattoli
possono mostrare anticipazione sul look dei personaggi e oggetti
dei film. Per questo vi mostriamo le immagini del set Lego The
Final Battle, legato al prossimo film Marvel, Ant
Man.
Cosa possono dirci le immagini del
set Lego? Sappiamo che a volte possono essere fuorvianti, ma la
confezione conferma Hank Pym e Ant Man nel prossimo film, per
la battaglia finale contro Yellowjacket (Calabrone). Le
indiscrezioni precedenti indicavano nel set Final Battle,
solo Ant Man e Hank Pym, e avevano appunto fatto nascere l’idea che
il vero cattivo potesse essere proprio quest’ultimo, con Scott Lang
nel costume di Ant-Man. Le immagini invece sembrano confermare
Yellowjacket nel ruolo di principale antagonista. Ecco le foto:
Vi ricordiamo
che Ant-Manavrò come
protagonisti Paul
Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Peña, Corey Stoll,
con Patrick
Wilson e Michael Douglas. Si
baserà su una sceneggiatura co-scritto con Joe
Cornish e Edgar
Wright.Ant-Man è
prevista per il 17 Luglio 2015.
È stato appena rilasciato il nuovo
art banner ufficiale di Ant Man che
mostra il cattivo Yellowjacket (Calabrone) e
il supereroe Ant Man. Diamogli uno sguardo.
Vi ricordiamo
che Ant-Manavrò come
protagonisti Paul
Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Peña, Corey Stoll,
con Patrick
Wilson e Michael Douglas. Si
baserà su una sceneggiatura co-scritto con Joe
Cornish e Edgar
Wright.Ant-Man è
prevista per il 17 Luglio 2015.
Joss Whedon si è
schierato accanto al collega Edward Wright, che ha
da poco annunciato di aver lasciato la regia di Ant
Man per divergenze creative con la Marvel Studio.
Whedon ha infatti tweettato una foto
emblematica sul suo profilo Twitter, in cui innalza con solennità
un cornetto sopra la propria testa, in segno commemorativo. La posa
fa eco alla protesta alle olimpiadi del 1968 per i diritti civili
ed è probabilmente una reazione del regista alla rinuncia di
Edward Wright (che ha diretto la “Trilogia del
cornetto”) di dirigere Ant Man.
Uno dei registi più importanti sotto
contratto dalla Marvel sembra quindi schierarsi a
favore del collega. Vi mostriamo la foto:
Vi ricordiamo
che Ant-Manavrò come
protagonisti Paul
Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Peña, Corey Stoll,
con Patrick
Wilson e Michael Douglas. Si
baserà su una sceneggiatura co-scritto con Joe
Cornish e Edgar
Wright.Ant-Man è
prevista per il 17 Luglio 2015.
Adam McKay ha
parlato a Collider di Ant Man e
del suo sfiorato coinvolgimento nel progetto. Al film ha lavorato
per molto tempo Edward Wright, che ha collaborato
alla stesura della sceneggiatura con Joe Cornish.
McKay fu davvero vicino a dirigere il film, prima di rifiutare
l’incarico, andato poi a Peyton Reed.
Rudd mi ha chiamato quando Edgar
Wright si allontanò dal progetto e mi ha detto cosa stava
succedendo. Sono andato e ho incontrato con la Marvel, ma ero un pò dubbioso solo
perché sono amico di Edgar e non sapevo come stessero realmente le
cose. Poi, quando ho sentito quello che è successo, che Edgar si
era allontanato, e poi ho visto i loro materiali,ho pensato, ‘Dio
questo è abbastanza buono’. In definitiva non avevo voglia di
saltare dentro come regista, avevo anche molti altri progetti
in corso ed il tempo era troppo ristretto, ma ho pensato, ‘Sai
cosa, posso riscrivere lo script, e posso fare un sacco di buone
cose riscrivendolo.
McKay ha poi parlato più
approfonditamente del suo lavoro con Paul Rudd:
Ho sempre saputo che Paul era un
buonissimo scrittore dalle improvvisazioni con lui sul set, ma non
avevo idea fosse così bravo, è molto capace coi dialoghi. Così
noi due rintanati in camere d’albergo sulla costa orientale e
occidentale, e credo che intorno alle sei o otto
settimane abbiamo tirato fuori fuori tutto e ha fatto una
consideravole riscrittura dello script. Ero davvero
orgoglioso di quello che avevamo fatto, ho davvero pensato che
avevamoinserito alcune cose incredibili e costruito su un già forte
script da Edgar Wright e in qualche modo migliorato un pò alcune
cose.
Nel dettaglio sulle modifiche alla
sceneggiatura:
Abbiamo aggiunto alcune nuove scene
d’azione. Sono cresciuto leggendo fumetti Marvel, quindi ero al settimo cielo
quando ho potuto aggiungere una scena d’azione gigantesca. Ero così
eccitato. C’è molto di quanto era già stato fatto da Edgar, molti
personaggi e dialoghi erano già lì. Abbiamo solo plasmato il tutto,
cercato di semplificare, renderlo più pulito, un pò più grande, più
aggressivo, renderlo più divertente in alcuni punti, praticamente
fatto una riscrittura. Edgar aveva fatto una bella sceneggiatura.
Ma ci siamo trovati molto bene, con Rudd era molto divertente
scrivere. Ho concluso il lavoro dicendogli: “Ehi, io e te
dovremmo collaborare per uno script”.
Vi ricordiamo
che Ant-Manavrò come
protagonisti Paul
Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Peña, Corey Stoll,
con Patrick
Wilson e Michael Douglas. Si
baserà su una sceneggiatura co-scritto con Joe
Cornish e Edgar
Wright.Ant-Man è
prevista per il 17 Luglio 2015.
Dopo anni di
sviluppo, rinvii, abbandoni (Da Edgar Wright a
Patrick Wilson) e vicissitudini varie ormai note a
tutti, oggi iniziano le riprese di Ant
Man con Peyton Reed alla regia e
Paul Rudd nei panni del supereroe Marvel.
Vi ricordiamo
che Ant-Manavrò come
protagonisti Paul
Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Peña, Corey Stoll,
con Patrick
Wilson e Michael Douglas. Si
baserà su una sceneggiatura co-scritto con Joe
Cornish e Edgar
Wright.Ant-Man è
prevista per il 17 Luglio 2015.
Di seguito potete vedere il tweet
del regista Peyton Reed
Alright, gang. Today is the day. LET’S. GET. small. #AntMan
Arriva da Deadline la notizia che
Andrew Barrer e Gabriel Ferrari,
tra gli sceneggiatori attualmente al lavoro sull’universo esteso di
Transformers, hanno firmato per scrivere la sceneggiatura
di Ant Man and the Wasp in collaborazione
col protagonista del film Paul Rudd.
Il trio lavorerà con Adam
McKay (che in origine avrebbe dovuto dirigere il primo
Ant-Man dopo la dipartita di
Edgar Wright e prima del coinvolgimento di
Peyton Reed) ad una prima bozza dello script, per
poi passare alla stesura della sceneggiatura completa.
Il sequel di Ant-Man,
Ant-Man and The
Wasp,arriverà al cinema
il6
luglio 2018. Alla regia potrebbe tornare Peyton
Reed, mantre sono stati confermati i protagonisti
Paul Rudd e Evangeline
Lilly.
Arriva al cinema dal 30 aprile
Anselm, il documentario di Wim Wenders
dedicato ad Anselm Kiefer.
Presentato al Festival
di Cannes tra le proiezioni speciali, questa
esperienza cinematografica unica consente al pubblico di immergersi
nel lavoro e nel percorso di vita dell’artista.
Il documentario rivela la fonte di
ispirazione e il processo creativo di Kiefer esplorando la sua
fascinazione per il mito e la storia. Il passato e il presente si
intrecciano per propagare il confine tra cinema e pittura. Alla
fine di oltre due anni di riprese in uno straordinario 3D, Wim
Wenders realizza un ritratto unico di uno dei più grandi artisti
contemporanei e ci permette di immergerci completamente
nell’universo di Anselm Kiefer.
La trama di Anselm
Dopo il grande successo di Perfect Days, Wim Wenders torna al
cinema con l’omaggio ad Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e
importanti artisti del nostro tempo.
Girato in 3D e risoluzione 6K, il
film racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco,
la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro
di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della
storia.
Wenders realizza un’esperienza
cinematografica unica, che mette in luce il linguaggio di Kiefer,
fortemente influenzato dalla poesia, la letteratura, la filosofia,
la scienza, la mitologia e la religione. Per oltre due anni, il
regista è tornato sulle tracce di Kiefer partendo dalla nativa
Germania fino alla sua attuale casa in Francia, ripercorrendo le
tappe di un viaggio dietro le quinte della sua arte.
Un nuovo incredibile ritratto
d’artista dopo il lavoro fatto su Sebastião Salgado ne Il sale
della Terra, Pina Bausch in Pina e Buena vista
social club.
Il giovane Ansel
Elgort è divenuto in breve tempo uno degli attori più
popolari della sua generazione, arrivando ad ottenere importanti
ruoli e a lavorare con autori affermati come Jason
Reitman e Edgar Wright. L’attore è oggi
sempre più lanciato verso il successo, con numerosi progetti di
alto calibro pronti per mostrare al grande pubblico la sua
versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Ansel Elgort.
Ansel Elgort film
1. Ha recitato in film di
successo. Il debutto cinematografico dell’attore avviene
nel 2013, con il film Lo sguardo di Satana
–Carrie. L’anno seguente viene scelto per il
ruolo di Caleb Prior nei film Divergent
(2014), The Divergent Series:
Insurgent (2015), The Divergent Series:
Allegiant (2016). Recita poi da protagonista nel
film Colpa delle
stelle (2014), Men, Women & Children (2014), e
Baby Driver – Il genio
della fuga (2017), che gli fa ottenere ulteriore
notorietà. Tra gli altri film in cui l’attore ha recitato si
annoverano November Criminals (2017), Billionaire Boys
Club (2018) e Il cardellino (2019). L’attore è stato
inoltre scelto come protagonista del remake di West Side
Story, previsto per il 2020 e diretto da Steven Spielberg.
2. Sarà protagonista di una
serie TV. L’attore è inoltre alle prese con la
pre-produzione della serie Tokyo Vice, di genere crime e
ambientata proprio nella città di Tokyo. Oltre a ricoprire il ruolo
del protagonista Jake Adelstein, l’attore figurerà anche come
produttore esecutivo della serie.
Ansel Elgort Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 10,1 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, ma anche immagini
promozionali dei suoi futuri progetti da interprete.
Ansel Elgort fidanzata
4. È fidanzato.
L’attore è fidanzato con la ballerina Violetta Komyshan. I due si
sono conosciuti nel 2012 quando frequentavano la stessa scuola, la
High School of Music & Art. L’attore ha inoltre dichiarato che è
bello poter avere accanto qualcuno di cui potersi fidare e che lo
conosce da prima che diventasse celebre, così da poterlo tenere con
i piedi per terra.
5. Ha negato la rottura del
rapporto. Nel 2014 la coppia ha attraversato una breve
crisi nel momento in cui sono circolate voci su una possibile
relazione dell’attore con ShaileneWoodley, compagna di set nel film
Divergent. L’attore ha in seguito negato le voci,
affermando di non essere attratto dall’attrice ma di essere legati
soltanto da amicizia.
Ansel Elgort canzoni
6. Ha inciso diversi
singoli. Elgort è noto anche come cantante, e a partire
dal 2014 ha inciso diversi singoli. Tra i più celebri si annoverano
Unite, Totem, To Life, Home
Alone, You Can Count on Me e All I Think
About is You. L’attore ha inoltre recitato nei videoclip
dedicati ai propri brani.
Ansel Elgort Supernova
7. Ha inciso un nuovo
singolo di successo. Nel 2018 l’attore e cantante rilascia
il brano Supernova, recitando poi nel relativo videoclip.
Con la canzone Elgort racconta una storia d’amore dove un ragazzo
si innamora di una ragazza, la quale però prova dei sentimenti per
un altro. L’amore non corrisposto infrange il cuore del ragazzo,
che compara la cosa all’esplosione di una supernova.
Ansel Elgort Baby Driver
8. Ha annunciato il
sequel. Nel 2017 l’attore è protagonista del film Baby
Driver, che ottiene un enorme successo ricevendo anche diverse
nomination tecniche ai premi Oscar. L’attore ha in seguito
annunciato che un sequel era in lavorazione e che la sceneggiatura
era pronta, scritta nuovamente dallo sceneggiatore e
regista Edgar Wright.
Ansel Elgort fisico
9. Pratica molto
sport. L’attore ha più volte sfoggiato un fisico
invidiabile nei film a cui prende parte. Elgort ha infatti
dichiarato che per mantenersi in forma pratica diversi sport, dalla
pallacanestro all’arrampicata.
Ansel Elgort età e altezza
10. Ansel Elgort è nato a
New York, Stati Uniti, il 14 marzo 1994. L’altezza
complessiva dell’attore è di 190 centimetri.
Uno tra Ansel
Elgort, Miles
Teller, Harry Styles e Austin
Butler potrebbe essere il nuovo volto di Elvis
Presley in Elvis,
il film biografico che sarà scritto e diretto da Baz
Luhrman e prodotto dalla Warner Bros. Come riportato
infatti da Deadline, il regista australiano testerà nei
prossimi giorni i quattro attori per il ruolo del leggendario
cantante che sarà protagonista sullo schermo insieme al personaggio
dello storico manager di Presley, il colonnello Tom Parker. A
quanto pare Tom Hanks è già pronto per
interpretare Parker.
La sceneggiatura del film Elvis è
stata curata a quattro mani da Luhrman e Craig Pearce, e la storia
ruoterà intorno al rapporto tra il giovane Elvis, un ragazzo di
estrazione sociale umile con il sogno di diventare una star della
musica americana, e il suo impresario. Secondo la cronaca Parker
avrebbe sperperato la metà dei guadagni di Presley per scopi
personali in cambio della sua ascesa nell’olimpo discografico.
Elgort sarà presto sul grande
schermo con il nuovo adattamento di West Side
Story di Steven Spielberg e nella pellicola
tratta dal romanzo Il Cardellino di Donna Tartt;
Teller è uno dei protagonisti della serie Too Old To Die
Young di Nicolas Winding Refn
(disponibile ora su Amazon Prime Video) e tornerà al cinema nel cast
di Top Gun: Maverick al fianco di Tom
Cruise; Butler invece, che abbiamo visto di recente in
The Dead Don’t Lie di Jim
Jarmush, fa parte della ricca line-up di attori del nuovo
lavoro di Quentin Tarantino, C’era una
volta a Hollywood, in uscita nelle nostre sale in
autunno.
Deadline ci informa che il noto
produttore americano Michael De Luca (The
Social Network, Moneyball, Captain Phillips) sarebbe in
trattative per accaparrarsi Dukes of Oxy,
adattamento cinematografico di un articolo apparso sul Rolling
Stone che raccontava la storia di un duo di giovani wrestler della
Florida che, ai tempo del liceo, misero in piedi un vero e proprio
impero attraverso il contrabbando di Ossicodone e di altri
antidolorifici, diventando multimilionari.
De Luca produrrà la pellicola
insieme ad Ansel Elgort (Colpa delle
Stelle) ed Emily Gerson Saines (Temple
Grandin). Al momento non sappiamo se Elgort, visto di recente
al cinema in The Divergent Series: Insurgent, interpreterà
anche uno dei due giovani spacciatori. Vi terremo aggiornati!
Ansel Elgort
(Colpa delle stelle, The Diverget series) sarà il
protagonista dell’adattamento de Il Cardellino,
romanzo di Donna Tartt. Il regista John
Crowley ha incontrato molti candidati per due mesi prima
di scegliere Elgort per il ruolo di Theo.
La Warner Bros. e RatPac hanno
comprato i diritti del romanzo vincitore del premio Pulitzer nel
2014. RatPac partecipa anche come investitore e produce il film. Il
Cardellino ha guadagnato molte critiche positive per il plot
dickensiano. Racconta la storia di un ragazzo chiamato
Theodore Decker che sopravvive a un attacco
terrostico in un museo d’arte, un attacco che uccide sua madre. Da
quel momento vive una serie di avventure che lo porteranno a vivere
a Las Vegas con suo padre e poi a essere coinvolto nel commercio
d’opere d’arte false.
Amazon Studios ha
investito circa un terzo dell’intero budget del film che si stima
essere circa 40 milioni di dollari. In cambio ha ottenuto i
diritti per la distribuzione in streaming sul suo servizio Prime.
Il film sarà disponibile anche sulla Pay Tv. La Warner
Bros. lo distribuirà nei cinema.
Ansel Elgort è al cinema
con Baby Drive di Edgar
Wright e prossimamente potrebbe accettare una parte nel
film The Finest Kind, che sarà diretto da
Brian Helgeland. Ha preso parte nel film
Mayday 109, nei panni del Presidente Kennedy da
giovane. Prossimamente lo vedremo anche nel film The
Billionaire Boys Club.
Mike Leigh, già regista di
Segreti e bugie e Il segreto di Vera
Drake torna al cinema con Another Year.
Per questo lavoro ha scelto attori che lo hanno accompagnato già in
passato (Imelda Staunton, Jim Broadbent, Ruth Sheen, Lesley
Manville) e loro, anche stavolta, non hanno deluso le
aspettative.Si tratta di un film in pieno stile Leigh, che mette al
centro la normalità: personaggi e temi quotidiani.
Sceglie di parlare dello scorrere
del tempo, di nascita e di morte, e della loro accettazione.
Racconta di vite normali, che scorrono serene, ma anche di
esistenze di cui si è perso il bandolo, segnate dall’infelicità e
dal disagio. Fa un film in cui non ci sono vere e proprie trame e
intrecci da seguire e alla fine non si tirano le fila delle
“storie”, perché l’importante non è ”come va a finire”, ma ciò che
si dice e si fa durante Another Year e ciò su cui
si può riflettere. È una commedia, un film ironico, che strappa
sorrisi e qualche risata, ma è anche un film realista, che guarda i
problemi in faccia e non li nasconde sotto al tappeto come la
proverbiale spazzatura. Leigh si concentra su una coppia di
sessantenni inglesi. Tom e Gerry sono sereni e appagati: lui
geologo ingegnere, lei psicologa (Jim Broadbent e Ruth Sheen).
Another Year, il film
Vivono a Londra, hanno una bella
casa e un orto cui si dedicano con passione. Sono sposati da molti
anni, ma tra loro c’è ancora una buona intesa, nonostante qualche
piccolo screzio, degno dei loro nomi. I loro modi gentili e
accoglienti, come la casa che abitano, fanno sì che questa
sia la meta preferita di amici e parenti. Attorno, si muovono vari
personaggi, alle prese con piccoli e grandi problemi. Il figlio
trentenne, Joe (Oliver Maltman), indeciso se
mettere o no su famiglia, troverà nella simpatica Katie una buona
compagna. Poi c’è Mary (Lesley Manville),
segretaria nella clinica dove lavora Gerri e sua amica da
vent’anni, alla costante ricerca di qualcosa o qualcuno cui
aggrapparsi come a un’ancora di salvezza (un uomo, una macchina
nuova, Gerri); c’è l’altra amica della protagonista, medico nella
stessa clinica, che darà alla luce un bambino; c’è Ken (Peter
Wight), amico di vecchia data che, come Mary, scaccia solitudine e
depressione con alcool, fumo e cibo, e c’è Ronny (David
Bradley), il fratello di Tom, colpito da un grave
lutto.
La sceneggiatura di Another
Year, firmata dallo stesso regista, tiene abilmente
insieme il tutto. Funzionano perfettamente anche i momenti in cui
non sono presenti Gerri e Tom (riuscitissimo, ad esempio, quello in
cui sono protagonisti Ronny e Mary). I dialoghi, poi, sono
efficacemente al servizio della volontà di Leigh di andare in
profondità e al cuore delle questioni e il ricco ventaglio di
gestualità ed espressività messo in campo dal validissimo cast fa
il resto, regalando scene che sono veri gioiellini. L’abilità di
Leigh sta nel restituirci, anche con pochi fotogrammi e poche
battute (si pensi alla sequenza iniziale, protagonista
un’impareggiabile Imelda Staunton), l’universo esistenziale dei
personaggi e farci riflettere su concetti forse scomodi, ma che,
secondo il regista, è necessario fare propri e mettere al centro
della nostra esistenza: accettazione della realtà – non per
rimanere schiacciati sotto il suo peso, bensì come punto di
partenza per cambiare ciò che non ci soddisfa – assunzione di
responsabilità e abbandono di aspettative irrealistiche – come
quella, coltivata da Mary, di trovare qualcuno o qualcosa che
possa salvarla, che possa magicamente cambiare le sorti della sua
vita – in favore di una più sensata ricerca di aiuto, che implica
necessariamente un impegno anche da parte di chi lo riceve. Temi
questi, che vediamo espressi chiaramente con personaggi come Mary,
schiacciata dal suo senso di inadeguatezza, insoddisfatta della
propria vita (una Lesley Manville perfettamente in parte), così
come la paziente di Gerri (appunto Imelda Staunton), o Ken, che
getta via la sua esistenza, preda della solitudine.
Tutti costoro vengono sostenuti e
incoraggiati da Tom e Gerri a cercare di cambiare stile di vita, se
necessario ricorrendo all’aiuto di uno psicologo (non a caso Gerri
lo è, e sa far bene il suo mestiere), ma la loro volontà pare
troppo debole per perseguire l’obiettivo. C’è però anche felicità
in Another Year, certamente non del tipo: euforia
costante, feste e risate a crepapelle, ma una felicità
nell’apprezzare i piaceri quotidiani, la compagnia delle persone
amate, la nascita di un figlio. Insomma, la felicità nella
normalità. Bisogna riconoscere, dunque, che una riflessione come
quella proposta dal regista di Manchester può interessare in varia
misura ciascuno di noi, essendo peraltro condotta con estrema
delicatezza e maestria. Questa, però, è una di quelle pellicole cui
il pubblico italiano non è abituato. L’introspezione non è proprio
il forte dello spettatore medio di casa nostra, che mal sopporta
persino la scelta del regista di far partire la colonna sonora solo
quando i titoli di testa scorrono già da qualche secondo. E siamo
solo all’inizio del film. E che dire dell’accettazione del tempo
che passa, dell’invecchiamento e della morte, nella nostra società?
Basta aver presenti i volti del nostro cinema, della tv e
quelli sulle prime pagine di alcune note riviste (con qualche
rarissima eccezione). Qui da noi l’invecchiamento è ormai un tabù,
mentre nel film di Leigh la maggior parte dei personaggi sono
sessantenni… e i loro volti lo dimostrano! E anche i giovani
non sembrano certo tutti appena scesi da una passerella di
Armani.
E poi c’è un’altra società – quella
inglese evidentemente – culturalmente pronta a riconoscere,
accogliere e lavorare sul disagio esistenziale, cosa che qui siamo
ben lungi dal fare: se si vuole cambiar vita qui ci si rivolge al
chirurgo estetico e non allo psicologo e l’individuo non viene
spesso neppure indirizzato nella maniera corretta dalle istituzioni
preposte. Insomma, forse molti in Italia non sono pronti per
questo film coraggioso e onesto. Per chi invece è stanco di botox e
festini e aspettava di veder rappresentata al cinema anche un po’
della sua normalità, è decisamente una boccata d’ossigeno.
Another
me è stato presentato in concorso al
Festival Internazionale del Film di Roma 2013. In
Another me Fay (Sophie
Turner) è una ragazza adolescente che sta
attraversando un brutto periodo. Il padre (Rhys
Ifans) ha una malattia e sta per morire e la madre già
intrattiene una relazione con un altro uomo. La ragazza comincia a
credere di essere perseguitata da un curioso “doppio”, un’altra lei
come recita il titolo, che la segue ovunque e sembra voler prendere
il suo posto.
Another me di
Isabel Coixet è, o meglio vorrebbe essere,
una sorta di thriller dagli accenti psicologici, ma riesce male
nell’una e nell’altra cosa. Siamo di fronte ad una totale mancanza
di suspense, ad una sceneggiatura che vive di situazioni a se
stanti in attesa di epslodere (se mai esploderà). Non c’è
nulla che conduca lo spettatore “dentro” la vicenda, che lo porti
nell’intreccio. L’introduzione sembra uguale al resto. Si è
catapultati subito nella storia e le verità che vengono a galla
mano a mano risultano insulse, ripetitive, mai simboliche. Il
simbolismo è totalmente assente anche in regia, nessun riferimento
a ciò che accadrà, nessuno sfizio lasciato al piacere
dell’occhio.
Another me, il film
L’aggettivo psicologico poi calza
ancora meno: è difficile trovare anche una minima caratterizzazione
dei personaggi. Se non nei secondari, era doveroso almeno nella
protagonista femminile. Ammettendo pure di voler trattare il tema
del doppio, com’è possibile apprezzare le differenze tra i
potenziali due personaggi se non ce ne viene delineato nessun dei
due?
A volte possiede i tratti del “teen
movie” all’americana, anche se non vorrebbe. L’unica nota
positiva è il personaggio interpretato da Geraldine
Chaplin, l’unica a mettere il dubbio sin da subito, pur
senza interesse, che di Fay ne “esistano” due. Ma essendo una
vecchia signora, non gli si dà peso, l’errore sarà il suo. La
protagonista Sophie Turner è la
Sansa de Il Trono
di Spade. Dura 86 minuti. Poco per
gli standard di genere; troppo per questo film.
Da oggi disponibili con il
trailer le prime immaginidi Another
End,il nuovo film di
Piero Messina, che verrà presentato in anteprima
mondiale in concorso al 74º Festival
Internazionale del Cinema di Berlino, sabato
17 febbraio alle ore 19.00.
Il film è interpretato da
Gael Garcia Bernal, (Golden Globe
come miglior attore per Mozart in the Jungle,
Premio Marcello Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia
per Y Tu Mamá También), Renate
Reinsve (premio per la miglior attrice al Festival
di Cannes 2021 per La Persona Peggiore Del
Mondo),
Bérénice Bejo (premio per la migliore attrice al
Festival di Cannes 2013 per Il Passato) e
Olivia Williams (premio per la migliore attrice ai
British Independent Film Awards per The Heart of Me).
Another
End è prodotto da Indigo Film con
Rai Cinema, in associazione
con TF1, in associazione
con Anton, in collaborazione
con Number 9 Filmse uscirà
nelle sale italiane il 21 marzo
distribuito da 01 Distribution. Le vendite
internazionali del film sono a cura di Newen
Connect.
La trama
Gli occhi svuotati di Sal sembrano
vivere solo di ricordi da quando ha perduto Zoe, l’amore della sua
vita. Ricordi, come frammenti di uno specchio infranto che non è
possibile ricomporre. Sua sorella Ebe, che guarda al fratello con
crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad Another End,
una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del
distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi
se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di
un’altra donna. Un corpo sconosciuto in cui lui misteriosamente
riconosce la moglie. Ciò che si era spezzato sembra
improvvisamente ricomporsi. Ma è una gioia fragile, effimera,
insidiosa. Può l’amore davvero sopravvivere come un segreto
custodito nei corpi?
Another
End è il nuovo lungometraggio
di Piero Messina, che arriva nelle sale italiane
dal 21 marzo. Il regista siciliano torna a dirigere per il grande
schermo dopo una lunga pausa durata nove anni. Il suo esordio
risale infatti al 2015, quando aveva firmato il promettente
L’attesa, con Juliette Binoche, rivelandosi regista accorto
e delicato, con una predilezione per le tematiche legate al lutto e
alla perdita. Ci sono stati poi lavori come la serie tv
Suburra, di cui Messina ha diretto la seconda stagione,
senza tralasciare il suo lavoro di compositore. Con Another
End il regista di Caltagirone torna al tema a lui caro,
scegliendo un cast internazionale fatto di certezze come Gael Garcìa Bernal e Bérénice Bejo e giovani promesse e mescolando
il dramma alla fantascienza in una chiave molto personale.
La trama di Another End
Sal, Gael Garcìa Bernal, ha perso la moglie in un
incidente stradale e non riesce a darsi pace. Quando tenta il
suicidio, sua sorella Ebe, Bérénice Bejo, lo convince a rivolgersi alla
società per cui la donna lavora. Essa ha infatti messo a punto una
tecnica, che ha chiamato proprio Another
End, attraverso cui è possibile trasferire nel corpo
di un ospite vivo pensieri, memorie e personalità di una persona
deceduta. Il tutto, però, può durare solamente per un breve lasso
di tempo.
È quanto è concesso a chi ne fa
richiesta per elaborare il dolore legato alla perdita del proprio
caro e poter accettare la sua dipartita. Sal, dapprima contrario,
si lascia convincere, trovandosi così accanto una donna, Ava,
Renate Reinsve, che seppur fisicamente sia
totalmente diversa dalla defunta moglie Zoe, ne possiede i ricordi,
il modo di pensare, il carattere. Questo aiuterà davvero Sal a
superare il lutto? Come interagiranno Sal e Ava-Zoe? Cosa
succederà, poi, quando il tempo a disposizione della coppia sarà
finito? Quel che è certo è che i due iniziano insieme un viaggio
dalla meta sconosciuta.
Fantascienza e approfondimento
psicologico
Another
End è un film dal carattere non spiccatamente
italiano. Non solo perché è ambientato negli Stati Uniti e si
avvale di un cast internazionale. L’elemento fantascientifico
scelto dal regista – anche sceneggiatore, assieme a Giacomo
Bendotti, Valentina Gaddi e Sebastiano Melloni – per fare da
impalcatura e da detonatore della vicenda è sicuramente più tipico
di una cinematografia come quella americana, che tende a spostare
all’esterno tutto ciò che è interiore, dando corpo e materia anche
agli elementi eminentemente immateriali, come le paure, i dolori e
le angosce umani.
Qui però questa scelta, compiuta
dal regista con estrema libertà stilistica, non è altro che un
pretesto per introdurre e trattare la tematica del lutto e
dell’assenza in modo molto europeo, con un focus
sull’approfondimento psicologico, sull’interiorità dei personaggi,
che non è scalfito dalla scelta del genere. Il rischio era che
l’elemento fantascientifico portasse con sé una banalizzazione,
semplificando eccessivamente ciò che è complesso e allontanando lo
spettatore. Questo fortunatamente non accade, grazie a una
sceneggiatura ben orchestrata, che riesce anche a sorprendere con
un twist finale e grazie all’apporto fondamentale dei
protagonisti.
Il regista, infatti, lascia agli
attori e alle loro interpretazioni tutto lo spazio necessario per
dare profondità alla pellicola. Solo così si può riuscire quando si
toccano le corde più profonde dell’animo umano e si ha a che fare
col dolore, con la sofferenza, con l’angoscia della solitudine e
della perdita, con la nostalgia di quanto è irripetibile, con il
vuoto lasciato dalla morte. Il film mette in campo quella
possibilità che non c’è, ma che molti, se non tutti, vorrebbero:
andare oltre il limite della morte. Another
End riesce a coinvolgere, pur con i suoi ritmi lenti,
i suoi dialoghi parchi e una trama non fitta di eventi, grazie a un
cast ben scelto.
Al suo interno, infatti, non vi
sono solo certezze come Gael García Bernal e Bérénice Bejo, capaci di dare coloriture
diverse ma ugualmente intense sia ai sentimenti che accompagnano il
lutto, sia all’affetto fraterno. Protagonista femminile è la
giovane e talentuosa attrice norvegese Renate
Reinsve, cui tocca il ruolo più difficile, ossia quello
del personaggio doppio. L’attrice risulta assai convincente sia nei
panni di Zoe che in quelli di Ava, due personaggi diametralmente
opposti.
Lo stile di Another End
Another
End non punta sugli effetti speciali, piuttosto su
delle atmosfere create con misura e una certa eleganza stilistica,
che però non sfocia nel manierismo. L’ambientazione è fredda,
dominata dal grigiore della metropoli.
Tuttavia, vi sono momenti in cui
questa lascia spazio a luci calde come il calore dei sentimenti,
delle emozioni. Un ambiente asettico richiama la morte, ma i
personaggi che si muovono all’interno degli spazi li rendono vivi.
Ad accompagnare il film le musiche di Bruno Falanga, evocative,
coinvolgenti e adatte ai vari momenti del film. Si nota anche la
sensibilità musicale del regista e compositore. Senz’altro da
apprezzare, dunque, il ritorno alla regia di lungometraggio di
Piero Messina: un lavoro delicato e con una sua poesia, che
pone lo spettatore di fronte a domande su di sé e sui legami
affettivi cui non è facile rispondere. Prodotto da Indigo
film e RaiCinema, Another
End è in sala dal 21 marzo.
Il film è interpretato
da Gael
García Bernal (Golden Globe come miglior attore
per Mozart in the Jungle, Premio Marcello Mastroianni
alla Mostra del Cinema di Venezia per Y Tu Mamá
También), Renate Reinsve (premio per la
miglior attrice al Festival
di Cannes 2021 per La Persona Peggiore Del
Mondo), Bérénice Bejo (premio per la migliore attrice
al Festival di Cannes 2013 per Il Passato) e
Olivia Williams (premio per la migliore attrice ai
British Independent Film Awards per The Heart of Me).
Another
End è prodotto da Indigo Film con
Rai Cinema, in associazione
con TF1, in associazione
con Anton, in collaborazione
con Number 9 Filmse uscirà
nelle sale italiane il 21 marzo
distribuito da 01 Distribution. Le vendite
internazionali del film sono a cura di Newen
Connect.
La trama di Another End
Gli occhi svuotati di Sal sembrano
vivere solo di ricordi da quando ha perduto Zoe, l’amore della sua
vita. Ricordi, come frammenti di uno specchio infranto che non è
possibile ricomporre. Sua sorella Ebe, che guarda al fratello con
crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad Another End,
una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del
distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi
se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di un’altra
donna. Un corpo sconosciuto in cui lui misteriosamente riconosce la
moglie. Ciò che si era spezzato sembra improvvisamente ricomporsi.
Another End concede, infatti, a Sal del tempo per condividere
ancora un po’ di vita con Zoe, per amarla di nuovo, per esserne
amato, per riuscire a dirle infine addio. Ma è una gioia fragile,
effimera, insidiosa e, arrivato al termine del programma, Sal non
intende assistere docilmente alla dissoluzione del proprio amore,
alla perdita definitiva della moglie. Forse l’amore sopravvive
davvero e attraverso i corpi si promette eternità.
Prendete Melancholia, toglieteci la
patina di pesante autorialità che Von Trier porta sempre con sé,
aggiungeteci un’attrice semisconosciuta dalla bellezza delicata e
dallo sguardo intenso e avrete Another Earth, un’altra Terra, il posto in cui ognuno
ha una seconda possibilità, o meglio, una seconda vita.
Mike Cahill, documentarista, fa il
suo esordio alla regia con Another Earth,
portandosi dietro l’essenzialità del suo retaggio e un tocco
delicato e attento, raccontando un dramma sci-fi dai toni delicati
ed essenziali.
In Another Earth
Rhoda Williams (Brit Marling) è una studentessa
brillante che di ritorno da una festa con amici, sta guidando e
vede in cielo un pianeta molto vicino alla Terra. Mentre è
distratta, si scontra con un’altra macchina e uccide due membri
della famiglia al suo interno. A seguito dell’incidente la giovane
donna viene condannata a quattro anni di carcere, ma quando esce il
senso di colpa la porta a voler incontrare l’unico superstite di
quella disgraziata famiglia, il compositore John Burroughs
(William Mapother). Ma il pianeta misterioso che
ha attirato l’attenzione di Rhoda è ancora visibile e anzi, si sta
avvicinando alla Terra. Si tratta di un pianeta “specchio” , su cui
ognuno degli abitanti della Terra ha un corrispettivo, un gemello
che conduce una vita parallela alla nostra. La cosa non sfugge ai
media, e presto il “caso” genera anche un concorso in cui il
vincitore potrà visitare lo strano pianeta, Terra 2. Rhoda
considera la possibilità di visitarlo per scoprire che tipo di vita
sta vivendo il suo “specchio” nella Terra “alternativa”. Intanto,
il suo avvicinarsi a John crea una relazione sempre più intima tra
la ragazza e il compositore, che ne ignora la vera identità.
Another Earth, il film
Another Earth si
rivela essere estremamente delicato, essenziale e sospeso in
un’atmosfera impalpabile. La bella protagonista, anche
co-sceneggiatrice insieme al regista, cammina in questa desolata
cittadina, cercando di controllare e far zittire il suo senso di
colpa che non le da tregua. Ci prova con il confronto con la sua
vittima, ma anche lui appare inconsolabile. La colpa e la
redenzione dunque, un argomento che non smette mai di risultare
affascinante, specie se trattato con la delicatezza che ha
dimostrato di avere Cahill. Straordinaria
l’interpretazione del caratterista William
Mapother nel dolente ruolo di un uomo distrutto dalla
tragicità della sua vita, e proprio lui, insieme alla Marling, sono
i principali fautori della buona riuscita del film.
Anche la colonna sonora, del gruppo
newyorkese Fall On Your Sword, aiutano a costruire l’atmosfera tesa
di un’anima sempre in attesa di qualcosa o qualcuno che riesca a
sollevarla dalla tremenda morsa della colpa. La scenografia è
scarna, la fotografia sgranata, tutto intorno ai protagonisti
appare rarefatto come per convogliare l’attenzione solo su di loro
e sulla loro vicenda, e in secondo piano su questo pianeta che
condiziona gli animi e che si rivelerà la soluzione alla
sofferenza, alla solitudine e all’alienazione a cui condanna un
mondo ingiusto.
Rhoda Williams, una studentessa
recentemente accettata al MIT, è alla guida di ritorno da una festa
quando vede un pianeta all’orizzonte. Affacciandosi dalla finestra
per vedere meglio, si scontra con un’altra macchina e uccide due
membri della famiglia al suo interno, per cui viene condannata a
quattro anni di prigione. Al suo rilascio cerca il vedovo della
famiglia, il compositore John Burroughs. Il pianeta che ha visto si
rivela un pianeta specchio della Terra, che contiene apparentemente
le stesse persone. Diventato un caso mediatico, viene fatto un
concorso in cui il vincitore può visitare lo strano pianeta. Mentre
il pianeta si avvicina alla Terra, Rhoda considera la possibilità
di visitarlo per scoprire che tipo di vita sta vivendo il suo
“specchio” nella Terra “alternativa”. Nel frattempo, si sta
sviluppando un rapporto sempre più intimo con John, che però è
inconsapevole della vera identità di Rhoda.
Dopo il grande successo a
Cannes 2024, dove ha
vinto la Palma d’Oro, e dopo essersi assicurato una passerella
importante in diversi festival internazionali, tra cui
Roma e
Londra, Anora, di Sean Baker,
è pronto ad arrivare al cinema con Universal Pictures.
In sala dal 7 novembre, il
film è scritto e diretto da Sean Baker, e
interpretato da Mikey Madison, Yuriy Borisov, Ivy
Wolk e Lindsey Normington.
La trama di Anora
Anora, una giovane sex worker di
Brooklyn, ha la possibilità di vivere una storia da Cenerentola
quando incontra e sposa impulsivamente il figlio di un oligarca. La
notizia arriva in Russia e la sua favola rischia di andare in
frantumi quando i genitori di lui partono per New York per far
annullare il matrimonio.
Anora poster film (2024) Cortesia di Universal Pictures
Italia
Arriva alla 19° Festa di Roma con in mano già la
Palma d’oro dell’ultimo Festival di CannesAnora, la commedia di Sean Baker che riscrive le regole del romance
e porta nella contemporaneità la fiaba di quella “gran culo di
Cenerentola” che nel 1990 aveva il sorriso e le gambe
lunghissime di Julia Roberts e che nel 2024 ha invece il
corpo minuto e sensuale di Mikey Madison, stripper
e prostituta newyorkese che cerca la fortuna tra una lap dance e un
privé.
La storia di Anora, Cenerentola moderna
La vita di Ani (come le piace farsi
chiamare) procede in maniera abbastanza regolare, tra vita notturna
nello strip-club di Manhattan, e giornate passate a dormire e a
recuperare energie. Una sera al locale dove lavora, data la sua
capacità di parlare russo per via delle sue origini (la nonna era
un’immigrata uzbeka), le viene affidato un cliente molto ricco: il
suo coetaneo Ivan, detto “Vanja”, viziatissimo rampollo di un
oligarca russo, che, attratto dalla ragazza, le offre 15 000
dollari per essere la sua fidanzata per una settimana. I due
trascorrono dei giorni folli, divertendosi come non mai, guidati
dal brio di Ani e dai soldi di Vanja, dediti solo a soddisfare le
proprie voglie, di ogni tipo.
Fino a che a Las Vegas i due
decidono di sposarsi: in questo modo lui non sarà costretto a
rientrare in Russia dai genitori preoccupati, e lei avrà finalmente
una vita agiata e serena, che le permetterà di lasciare il suo
lavoro. Sembrerebbe proprio la fiaba di Pretty Woman citata sopra, se non fosse che
siamo nel 2024 in un film di Sean Baker, e quindi
qualcosa va storto e per Ani e Vanja arriva il momento di pagare il
conto di quella settimana di baldoria e di quel matrimonio
avventato.
Anora film (2024) – Sean Baker – Cre Film, FilmNation
Entertainment
Dopo lo splendido Red Rocket, Sean Baker torna
a raccontare uno degli aspetti del mondo della prostituzione
attraverso la vita e l’indole di Anora, una
giovane donna consapevole e presente a se stessa, che conosce la
vita ma che si concede un piccolo spazio per sognare, nel momento
in cui la sua storia personale sembra prendere una piega
vantaggiosa. È pratica e diretta, capace di contrattare il prezzo
del suo corpo e del suo tempo, vende se stessa con sfrontatezza e
si batte per quello che ritiene suo. Una furia, una forza della
natura, un involucro indistruttibile che nasconde un corpo morbido
di tenerezza e fragilità e che per tutto il film cercherà di tenere
nascosto.
“Quella gran culo di Cenerentola” non va più di
moda
La commedia di Baker rivede il
classico romantico con Julia Roberts e Richard Gere, sostituendo ai due affascinanti
e intramontabili miti di Hollywood due ragazzini dal fascino
contemporaneo e sbarazzino che non saranno certo fatti l’uno per
l’altra ma che sono altrettanto indimenticabili. E intanto il
regista continua il suo racconto fiabesco di un’umanità ai margini
che cerca il suo posto in Paradiso: una gita a Disneyland, un
ritorno glorioso nel mondo del cinema per adulti, una vita ricca e
agiata che escluda una volta per tutte la precarietà di doversi
vendere per soldi.
Sia chiaro, Anora
non è mai vittima delle sue scelte di vita. Come accennato sopra,
il suo modo di affrontare il suo lavoro è consapevole e divertito,
approccio raccontato con riuscitissime sequenze in cui la giovane
donna si confronta con una sua collega prendendosi gioco dei
clienti, delle loro perversioni, dei loro versi di piacere, del
loro sentirsi forti e virili quando sono costantemente loro stessi
vittime del loro lombi, posizionando Anora (e le
sue colleghe) in una posizione di assoluto potere. È proprio questa
consapevolezza che rende la protagonista tanto irresistibile,
nonostante la sua talvolta irritante sicurezza.
Jurij Borisov in Anora – Cortesia di Universal Pictures
International Italy
Jurji e Anora: travolti da un insolito destino
Sean Baker gioca
con i suoi personaggi e con il genere, realizzando sequenze
mozzafiato e regalando al pubblico personaggi indimenticabili, su
tutti l’Igor di Jurij Borisov, che resta travolto
dall’energia di Anora e crea da subito con lei
un’alchimia isterica e violenta e allo stesso tempo tenera e
accogliente. Igor rappresenta ciò che Anora non ha
mai conosciuto e per questo non capisce mai fino in fondo, mai fino
quell’ultima straziante scena che conclude la notte folle
attraverso la quale è stato trascinato lo spettatore.
Se dal punto di vista formale e
narrativo Anora di Sean Baker è
nient’altro che una commedia convincente (anche se forse troppo
dilatata nella seconda parte), con questo film il regista americano
compie un passo in avanti verso l’immortalità della sua
filmografia, riuscendo a tratteggiare dei personaggi
indimenticabili con una precisione emotiva disarmante e tutta la
bellezza delle scoperte lente e preziose: Ani si dischiude nella
sua essenza di fronte allo spettatore, e pian piano, mentre il film
avanza, si mette a nudo completamente, nell’intimo, facendo sentire
nudo, vulnerabile e esposto anche chi la guarda e, inevitabilmente,
alla fine, si innamora.
Anora – Cortesia di Universal Pictures International
Italy
Scritto e diretto da Sean
Baker (che in precedenza ha ricevuto consensi per Un
sogno chiamato Florida e Red Rocket) Anora
(qui
la nostra recensione) ha debuttato al Festival
di Cannes – dove ha vinto la Palma d’Oro – ed è oggi candidato
a sei premi Oscar. Protagonista di questo è Ani (come le piace
farsi chiamare), la cui vita procede in maniera abbastanza regolare
tra vita notturna nello strip-club e giornate passate a dormire e a
recuperare energie. Una sera al locale dove lavora, data la sua
capacità di parlare russo per via delle sue origini, le viene
affidato un cliente molto ricco: il suo coetaneo
Ivan, detto “Vanja”.
Si tratta di un viziatissimo
rampollo di un oligarca russo, che, attratto dalla ragazza, le
offre 15.000 dollari per essere la sua fidanzata per una settimana.
I due trascorrono dei giorni folli, divertendosi come non mai, fino
a che a Las Vegas i due decidono di sposarsi. L’idillio, però, dura
poco. Per Ani e Vanja arriva infatti il momento di pagare il conto
di quella settimana di baldoria e di quel matrimonio avventato.
Anora si conclude infatti con la protagonista
(interpretata da Mikey Madison) costretta a salire su un aereo
privato con Vanya, i suoi genitori,
Igor, Toros e
Garnick, per andare a ottenere l’annullamento del
suo matrimonio.
Anora, che ha ancora voglia di
combattere, ma è stanca di essere messa alle strette e trattata
come una nullità, va dunque con il gruppo a Las Vegas. Sa che a
questo punto le sue opzioni sono limitate e che la famiglia di
Vanya è troppo ricca e potente per combattere. A Las Vegas, davanti
all’indifferenza di quello che credeva un marito amorevole, firma
dunque i documenti per l’annullamento prima di gettare a Galina il
suo cappotto di visone e andarsene. Torna a New York con Igor, che
porta Anora in banca e le restituisce l’anello di fidanzamento. È
davanti a quel gesto di tenerezza che la giovane getta la maschera
da dura.
Anora passa la maggior parte del
film a maledire tutti coloro che lavorano per i genitori di Vanya e
continua a ripetersi che non ha bisogno di nessuno mentre si
difende con denti e unghia. Supplica Vanya di combattere per lei
per tutto il film, ma alla fine è esausta di combattere da sola
senza un vero sostegno. La realtà è che tutti gli eventi del film
l’hanno colpita duramente: è stata umiliata, costretta a ottenere
un annullamento e ha messo in discussione il suo carattere. Solo
nel momento di tranquillità con Igor è stata in grado di svelare
tutti i suoi sentimenti e di essere vulnerabile.
L’unica persona su cui Anora può
contare era sé stessa, ma Igor è stato gentile con lei quando gli
altri non lo erano, ed è per questo che si sente sicura a piangere
con lui. Probabilmente pensava che piangere davanti a Vanya, ai
suoi genitori e a Toros l’avrebbe fatta sembrare debole. È come se
il momento in cui crolla sia un momento in cui i suoi sentimenti e
il trauma di tutto quello che è successo l’hanno finalmente
raggiunta. Allo stesso modo, quello con Igor si rivela essere
l’unico momento di tenerezza e affetto per lei ed è proprio con lui
che ha per la prima volta un rapporto sessuale basato su questi
valori.
Il futuro di Anora e Igor
Anora ha dunque un rapporto di
ostilità con Igor, ma lui è anche l’unico che la tratta come un
essere umano, simpatizzando con lei quando nessun altro lo farebbe.
Sebbene alla fine Anora sia ancora infastidita da Igor, tra i due
inizia a nascere qualcosa. Probabilmente lei sente di potersi
fidare di Igor più di tutti quelli con cui ha avuto a che fare, e
lui capisce la sua situazione senza giudicarla. La ragazza si
mostra poi vulnerabile con Igor e lui non la respinge. Considerando
che lei tenta momentaneamente di fare sesso con lui, Baker allude a
un loro potenziale coinvolgimento sentimentale.
Anche se la base di una relazione
romantica non avrebbe solide fondamenta, perché si tratta di
un’esperienza traumatica, lei e Igor potrebbero provare a stare
insieme per un po’. Probabilmente, però, non durerebbe a lungo.
Alla fine, Igor ha comunque aiutato la famiglia di Vanya a spingere
Anora verso un annullamento che lei non voleva, e questo è
destinato a farla sentire in qualche modo a lungo termine – che si
mettano insieme o meno. Il finale di Anora può far
pensare a un accoppiamento, ma ci sono anche abbastanza prove che
non avverrà e che potrebbe essere, in effetti, una cattiva
idea.
Jurij Borisov in Anora – Cortesia di Universal Pictures
International Italy
Cosa succederà alla protagonista
dopo il film
Anora riceve il denaro che le era
stato promesso per aver lasciato Vanya, ma la somma non le basterà
per molto tempo. Avendo lasciato il suo lavoro di spogliarellista
ed essendo stata umiliata dopo aver dovuto far uscire Vanya dallo
strip club davanti a tutti i suoi ex colleghi, non tornerà
probabilmente a lavorare lì, considerando tutto quello che è
successo. Se lo farà, dovrà prepararsi ad affrontare molte
critiche, pettegolezzi e imbarazzo. Certo, potrebbe continuare a
lavorare come spogliarellista, ma potrebbe anche rimanere in
disparte per un po’ prima di tornare a lavorare.
Dopo tutto, ne ha passate tante e le
conseguenze emotive, compreso il tradimento e i maltrattamenti da
parte di Vanya e della sua famiglia, le sono costate molto. Ha
bisogno di tempo per riprendersi, quindi potrebbe vivere con i
soldi che le sono stati versati per un po’ di tempo prima di
decidere cosa fare nella sua vita. Anora ha affrontato qualcosa che
la accompagnerà per molto tempo e ha bisogno di tempo per elaborare
tutto ciò che è successo, le sue azioni e quelle di Vanya, e come
queste cose la plasmeranno e la influenzeranno in futuro.
Perché Vanya non lotta per il suo
matrimonio
Per quanto Vanya abbia dichiarato di
amare Anora e di volerla sposare, è scappato dalla sua villa al
primo segno di conflitto esterno. Invece di discutere con lei,
Vanya si è comportato come un bambino. E per molti versi, è ancora
un bambino che non è pronto per un impegno così grande come il
matrimonio. Vanja è molto giovane, ricco e profondamente
privilegiato. Quando sposa Anora, lo fa, in parte, per una sfida
nei confronti del controllo dei suoi genitori. Vanya era infatti
convinto di poter fare ciò che vuole senza il loro parere.
Ma la realtà è che Vanya vive ancora
all’ombra dei suoi genitori. Non è indipendente, non ha soldi
propri né un lavoro. Vanya non ha lottato per il suo matrimonio con
Anora perché in fondo sa che non sarebbe durato. Era solo questione
di tempo prima che i suoi genitori lo scoprissero e lui lo sapeva.
Non sarebbe mai stato così serio come lei voleva che fosse, nella
loro relazione. Aveva ancora troppa paura dei suoi genitori per
staccarsi da loro e difendere ciò che voleva.
Per Vanya, il matrimonio con Anora
era simile a un gioco: aveva investito molto nella loro relazione e
nella felicità che gli procurava per un po’, prima di perdere
interesse e passare ad altro. Vanya, opponendosi alla volontà dei
genitori, avrebbe perso privilegi, status e denaro, che per lui
erano più importanti della relazione con Anora. Per lui, Anora era
insignificante rispetto alla vita che conduceva. Vanya era
semplicemente un visitatore di passaggio e Anora era un elemento
collaterale nel suo tentativo di divertirsi.
Il vero significato di Anora
Anora, dunque,
racconta il maltrattamento di una donna, in particolare di una
spogliarellista, da parte dei ricchi e dei potenti. Vanya fa
promesse che non può mantenere per tutto il film e lei subisce le
conseguenze della sua indifferenza. Viene scartata e trascurata dai
genitori di Vanya a causa del suo status e del suo lavoro, e il
film si sofferma sulle ripercussioni di decisioni avventate e su
quanto la ricchezza e l’influenza possano influire su una persona
come Anora, che non possiede affatto queste cose. La famiglia di
Vanya, dunque, ha giocato con lei e con le sue emozioni prima di
buttarla fuori come se fosse inferiore a loro.
È un film sincero nel trattare la
situazione della protagonista e i temi del film sottolineano lo
squilibrio di potere nel matrimonio di Anora e Vanya.
Anora è quindi un’astuta esplorazione delle varie
forme di controllo – che siano parentali, legate al denaro e al
potere o patriarcali – e di come vengano utilizzate per mantenere
lo status e la reputazione. Ad Anora tocca in ogni caso la parte
più bassa del bastone, e il messaggio che il film trasmette è
quanto questo sia ingiusto e terribile. Allo stesso tempo, però, è
anche il racconto di una donna in cerca di tenerezza ma che sa
comunque reagire alle botte della vita stabilendo le proprie
condizioni.
Anoradi
Sean Baker si aggiudica il
David come Miglior Film Internazionale. Il riconoscimento sarà
assegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di
premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di
Cinecittà e trasmessa in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di
Tivùsat). La conduzione dell’edizione 2025 è affidata a
Elena Sofia Ricci e Mika. La
serata sarà in diretta anche su Rai Radio2 – con la conduzione di
Carolina Di Domenico – e sarà disponibile sulla piattaforma di
RaiPlay.
Anora, presentato in prima
mondiale al Festival
di Cannes, dove si è aggiudicato la Palma d’Oro, racconta le
vicende di una giovane sex worker di Brooklyn che incontra e sposa
impulsivamente il figlio di un oligarca. La possibilità di vivere
una storia da Cenerentola viene minacciata quando la notizia arriva
in Russia e i genitori di lui partono per New York con l’obiettivo
di far annullare il matrimonio.
Anora si è aggiudicato
cinque Premi Oscar® tra cui quello per il Miglior Film. Sean Baker
è stato premiato dall’Academy come Miglior Regista, per la Miglior
Sceneggiatura Originale e per il Miglior Montaggio. Infine, la
protagonista Mikey Madison ha vinto l’Oscar® come Miglior
Attrice.
Gli altri film candidati
con Anora nella cinquina per il Premio David Miglior Film
Internazionale erano Conclave di Edward Berger, Juror
#2 (Giurato Numero 2) di Clint Eastwood, The Zone of Interest (La
zona d’interesse) di Jonathan Glazer e Perfect
Days di Wim Wenders.
Tra i
riconoscimenti già annunciati della 70ª edizione dei Premi David di
Donatello, il David dello Spettatore a Diamanti di Ferzan
Özpetek.