Final Destination 5
(qui la recensione) rappresenta
un punto di svolta importante all’interno della longeva saga horror
inaugurata nel 2000. Pur rimanendo fedele alla formula che ha
reso iconico il franchise – la fuga impossibile dal destino e le
morti spettacolari orchestrate da una forza invisibile e
inesorabile – questo quinto capitolo introduce alcune variazioni
significative che aggiornano la struttura narrativa e ne ampliano
l’universo concettuale. Diretto da Steven Quale e uscito
nel 2011, il film si distingue per una regia più raffinata e un uso
sapiente del 3D, che intensifica l’impatto visivo delle sequenze
più cruente senza cadere nel mero effetto gratuito.
Dal punto di vista della saga,
Final Destination 5 ha il compito non solo di
rilanciare la serie dopo il
deludente quarto capitolo, ma anche di ricollegarsi con
maggiore coerenza ai temi e al tono dei primi film, in particolare
al capostipite. L’atmosfera torna a essere più cupa e meno giocata
sull’eccesso grottesco, e viene reintrodotto un sottotesto più
profondo legato al senso di colpa, al sacrificio e alla possibilità
(o meno) di ingannare la morte. In questo contesto, il film assume
un valore quasi metanarrativo, che si rivelerà pienamente solo nel
suo atto conclusivo.
Uno degli aspetti più interessanti
di Final Destination 5 è il modo in cui riesce a
sorprendere anche i fan di lunga data, offrendo un finale che
rilegge retroattivamente tutta la vicenda in modo originale e
inatteso. L’evoluzione narrativa si manifesta proprio nel colpo di
scena finale, che getta una nuova luce sull’intera esperienza e sul
posto che questo film occupa nella cronologia della saga. Nei
prossimi paragrafi esploreremo nel dettaglio il significato di
questo epilogo, spiegando in che modo riesce a chiudere un cerchio
tematico e narrativo inaspettato per il pubblico.
Protagonista del film è il giovane
Sam Lawton, il quale mentre si trova in viaggio
con alcuni colleghi di lavoro per un ritiro aziendale ha una
premonizione che annuncia un imminente disastro: il pullman dove si
trova insieme ai colleghi sta per attraversare il ponte di North
Bay, il quale crollerà facendo morire tutte le persone che vi si
trovano sopra. Convinto che si tratti della verità, il ragazzo
cerca di avvertire gli altri della sciagura che sta per accadere.
Sfortunatamente, il collasso del ponte causa la morte della maggior
parte delle persone che vi transitavano. Pochi sono i superstiti, i
quali scopriranno ben presto che la morte non può essere ingannata
e che non tarderà a reclamare ciò che gli spetta.
La spiegazione del finale del
film
Nel finale di Final
Destination 5, i protagonisti Sam e
Molly sembrano dunque essere tra i pochi
sopravvissuti al tragico crollo del ponte, evento che ha dato
inizio alla serie di morti guidate dal “disegno” della Morte. Dopo
aver creduto di aver ingannato il destino grazie a un sacrificio e
a una presunta “sostituzione” della morte, Sam e Molly si imbarcano
su un volo diretto a Parigi, convinti di aver chiuso
definitivamente i conti con la Morte. Ma qui avviene il colpo di
scena decisivo: l’aereo sul quale stanno volando è il volo
180, lo stesso aereo che esplode all’inizio del
primo Final Destination del 2000.
La scena si conclude dunque proprio
con i due protagonisti che assistono con orrore all’espulsione
violenta di Alex Browning, il personaggio
originale del primo film, mentre viene trascinato via dagli agenti
di sicurezza dopo aver avuto la sua premonizione. Poco dopo,
l’aereo esplode in volo, e Sam e Molly – che non hanno in questo
caso avuto alcuna premonizione – muoiono nel disastro. Nell’intera
timeline della saga, questo quinto capitolo si rivela quindi essere
un prequel, posizionato cronologicamente prima del primo film della
saga.
Questa rivelazione sorprende
completamente lo spettatore e si completa nei minuti finali, quando
viene mostrato il funerale di un personaggio secondario,
Nathan, che credeva di aver scampato la morte: un
frammento del carrello dell’aereo precipita infatti sulla sua
testa, chiudendo in modo beffardo e definitivo il cerchio. Egli
muore così schiacciato un attimo dopo essersi reso conto che al suo
dipendente (a cui egli ha indirettamente provocato la morte,
“guadagnando” quindi il suo tempo di vita restante) non rimanevano
altro che pochi giorni a causa di un aneurisma già
diagnosticatogli.
Questo finale ha una doppia funzione
narrativa: da un lato offre una spiegazione coerente della
cronologia interna della saga, ricollegando Final
Destination 5 direttamente al primo film, e dall’altro
sottolinea in modo ancora più esplicito l’ineluttabilità della
morte. L’idea che non ci sia via di fuga, nemmeno attraverso i
sacrifici o le sostituzioni, rafforza il senso di impotenza che
permea tutta la saga. Anche quando i personaggi credono di avere
trovato un modo per spezzare il ciclo, la Morte si rivela sempre un
passo avanti.
Inoltre, il finale rivisita con
efficacia la mitologia della serie, dimostrando che il destino non
può essere riscritto e che ogni tentativo umano di eludere la morte
è destinato al fallimento. Questo colpo di scena ha avuto un
impatto decisivo anche sulla saga nel suo complesso: pur essendo
stato seguito da Final Destination: Bloodlines, il
finale di questo quinto film chiude simbolicamente un ciclo,
riportando la storia alle sue origini. È un atto di chiusura tanto
elegante quanto crudele, che rilegge l’intera saga in chiave
circolare, lasciando intendere che, nell’universo di Final
Destination, ogni inizio è anche una fine.
Michael Madsen,
l’attore noto per i suoi ruoli nei film “Kill
Bill” e “Le
iene” di Quentin Tarantino, è morto, come confermato da
Variety. Aveva 67 anni. Madsen
ha avuto un arresto cardiaco ed è stato trovato privo di sensi
nella sua casa di Malibu giovedì mattina, secondo quanto riferito
dal suo agente.
“Negli ultimi due anni Michael
Madsen ha realizzato lavori incredibili con il cinema indipendente,
tra cui i film di prossima uscita Resurrection Road, Concessions e
Cookbook for Southern Housewives, ed era davvero entusiasta di
questo nuovo capitolo della sua vita. Michael stava anche
preparando l’uscita di un nuovo libro intitolato Tears For My
Father: Outlaw Thoughts and Poems, attualmente in fase di
editing”, hanno dichiarato in un comunicato congiunto i
manager di Madsen, Susan Ferris e Ron
Smith, e la pubblicista Liz Rodriguez.
“Michael Madsen era uno degli attori più iconici di Hollywood,
che mancherà a molti”.
La scomparsa di Michael
Madsen segna la fine di una carriera intensa e
profondamente iconica, capace di attraversare con forza il cinema
americano indipendente e mainstream per oltre quattro decenni. Con
il suo sguardo penetrante, la voce roca e l’aria da duro
malinconico, Madsen ha incarnato una tipologia di antieroe che è
diventata riconoscibile quanto amata dal pubblico.
A consacrarlo nell’immaginario
collettivo, come anticipato, è stato senza dubbio il ruolo di Mr.
Blonde (Vic Vega) in Le iene di Tarantino: una performance
cruda, brutale e carismatica, culminata in una delle scene più
disturbanti e celebri del cinema degli anni ’90. Da quel momento,
Madsen è diventato uno dei volti di riferimento del cinema
tarantiniano, apparendo anche in Kill Bill: Volume 1 e Volume 2 (nel ruolo di Budd, fratello di Bill) e in
The
Hateful Eight, dimostrando ogni volta una capacità di
fondere cinismo e vulnerabilità che lo ha reso unico.
Nel corso della sua carriera, Madsen
ha alternato ruoli da protagonista e da comprimario in decine di
produzioni, spaziando dal noir all’action, fino al western moderno.
Tra i suoi titoli più significativi si ricordano Donnie Brasco (1997), dove recitava al fianco di
Johnny Depp e
Al Pacino, e Sin City (2005), oltre a una lunga serie di film
indipendenti e serie televisive, che ne hanno consolidato lo status
di attore cult.
In occasione della XIV edizione di
Ciné – Giornate di Cinema a Riccione, Disney
Italia ha presentato le novità in arrivo nelle sale
cinematografiche italiane nei prossimi mesi.
Daniel Frigo,
Amministratore Delegato The Walt Disney Company Italia, ha aperto
la convention commentando i grandi successi cinematografici di The
Walt Disney Company, che dal 1° giugno 2024 al 30 giugno 2025 ha
generato €160M di incassi al botteghino italiano: “Il cinema
rappresenta la locomotiva della company e il successo di Lilo
& Stitch è un esempio anche del grande lavoro che facciamo con
tutti i nostri partner”.
Daniel Frigo ha
poi proseguito il suo discorso presentando al pubblico diverse
immagini con gli highlights relativi alla campagna locale
di Lilo &
Stitch: l’anteprima italiana tenutasi a Milano; l’attività
in supporto a MediCinema dove 626 peluche Disney’s Stitch Live
Action by Simba Toys, ispirati al nuovo film Disney live action e
numerati da 1 a 626 in onore dell’amatissimo Esperimento 626, hanno
invaso la Terrazza del Pincio a Roma; il divertente video
realizzato grazie a una collaborazione tra Disney Italia, il
Ministero della Cultura e la Galleria dell’Accademia di
Firenze.
La convention è continuata
elencando i migliori incassi Italiani dall’ultima edizione dello
scorso anno di Riccione a oggi: The Walt Disney Company Italia è
protagonista con quattro titoli tra cui Mufasa:
Il Re Leone con €22,2M, Lilo & Stitch e Oceania2 e con oltre €21M e Deadpool & Wolverine con €18M.
A seguire sono stati presentati i
titoli distribuiti da The Walt Disney Company in arrivo nei
prossimi mesi nelle sale cinematografiche italiane.
I Fantastici 4: Gli Inizi –
23 LUGLIO 2025
Il film Marvel StudiosI Fantastici
4: Gli Inizi, che arriverà nelle sale italiane il 23
luglio, introduce la Prima Famiglia Marvel composta da Reed
Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile
(Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana
(Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese
con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare
il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i
protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità
spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico
Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di
divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale. l film è interpretato anche da Paul
Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e
Sarah Niles. I Fantastici 4: Gli Inizi è
diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige,
mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli
executive producer.
QUEL PAZZO VENERDÌ, SEMPRE
PIÙ PAZZO – 6 AGOSTO 2025
Nel film, Curtis e Lohan tornano
nel ruolo di Tess e Anna Coleman. La storia riprende anni dopo che
Tess (Curtis) e Anna (Lohan) hanno attraversato una crisi di
identità. Anna ha ora una figlia e una futura figliastra. Mentre
affrontano la moltitudine di sfide che si presentano quando due
famiglie si uniscono, Tess e Anna scoprono che la fortuna potrebbe
davvero colpire due volte. Quel pazzo venerdì, sempre più
pazzo, che arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 6
agosto, è diretto da Nisha Ganatra e basato sul
libro “A ciascuno il suo corpo” di Mary Rodgers. Il film,
interpretato anche da Julia Butters,
Sophia Hammons, Manny
Jacinto, Maitreyi Ramakrishnan, Rosalind Chao, Chad
Michael Murray, Vanessa Bayer e Mark Harmon, è prodotto da
Kristin Burr, p.g.a., Andrew Gunn, p.g.a., e Jamie
Lee Curtis. Nathan Kelly, Ann Marie Sanderlin e
Lindsay Lohan sono i produttori esecutivi.
I Roses – 27 AGOSTO
2025
La vita sembra facile per la coppia
perfetta Ivy (Olivia Colman) e Theo (Benedict Cumberbatch):
carriere di successo, un matrimonio ricco d’amore, figli
fantastici. Ma sotto la facciata della loro presunta vita ideale,
si sta per scatenare una tempesta: mentre la carriera di Theo
precipita e le ambizioni di Ivy decollano, si accende una
polveriera di feroce competizione e risentimento nascosto. I
Roses è una rivisitazione del classico film del 1989 La
guerra dei Roses, tratto dal romanzo di Warren Adler e
arriverà nelle sale italiane il 27
agosto. Searchlight Pictures
presenta I Roses, diretto da Jay Roach
(Bombshell – La voce dello scandalo, Austin Powers).
Il film è interpretato dal premio Oscar Colman (Cattiverie a
domicilio, La Favorita) e dal candidato all’Oscar
Cumberbatch (Doctor Strange, Il potere del
cane). Fanno inoltre parte del
cast Andy Samberg (Palm Springs – Vivi come se
non ci fosse un domani, Vite da popstar), il
premio Oscar Allison Janney (Tonya),
Belinda Bromilow (The
Great), Sunita Mani
(GLOW), NcutiGatwa (Barbie, Doctor
Who),
Jamie Demetriou (Fleabag), Zoë Chao
(Nightbitch) e Kate McKinnon
(Barbie, Ghostbusters). La sceneggiatura è
scritta dal candidato all’Oscar® Tony McNamara
(Povere Creature!, La Favorita).
DISNEY JUNIOR CINEMA CLUB
– 13 E 14 SETTEMBRE 2025
Perfetta per i più piccoli, questa
avventura cinematografica porta sul grande schermo gli amati
personaggi di Disney Junior come Topolino, Ariel, Superkitties e
Bluey per un’esperienza coinvolgente e indimenticabile che arriverà
nelle sale cinematografiche italiane il 13 e 14
settembre. Topolino, il padrone di casa preferito da tutti,
guiderà gli spettatori attraverso l’esperienza, incoraggiando i
bambini a partecipare cantando, ballando, battendo le mani,
rendendo questa uscita al cinema un’opportunità per i più piccoli
di immergersi completamente nella magia Disney insieme ai loro
personaggi preferiti. I bambini potranno godersi gli episodi degli
show più amati, tra cui Io e Topolino, Disney Jr. Ariel, Spidey
e I Suoi Fantastici Amici, Bluey e Gioca con Winnie the
Pooh. È il modo perfetto per i giovani spettatori di vedere i
loro eroi sul grande schermo. Tra un episodio e l’altro ci
sono quiz, indovinelli e canzoni. Un’esperienza pensata per far
ridere, ballare e divertire i bambini!
TOY STORY – IL MONDO DEI
GIOCATTOLI – 20-25 SETTEMBRE 2025
Toy Story
– Il mondo dei Giocattoli, il primo film di uno dei franchise
più amati di sempre, tornerà nei cinema italiani dal 20 al 25
settembre per celebrare il 30° anniversario dalla sua uscita nel
1995. Ambientato in un mondo in cui i giocattoli hanno una vita
propria, Toy Story – Il mondo dei Giocattoli parla di
due giocattoli rivali: Woody, un cowboy parlante, e Buzz Lightyear,
un eroico soldatino spaziale. I due mettono da parte le loro
differenze quando vengono separati dal loro proprietario, Andy, e
si ritrovano coinvolti in una missione piena di avventure dove
l’unico modo che hanno per sopravvivere è allearsi assieme.
AVATAR: LA VIA DELL’ACQUA
– 2 OTTOBRE 2025
Con Avatar: La Via dell’Acqua, che
tornerà nelle sale italiane dal 2 ottobre per una settimana,
l’esperienza cinematografica raggiunge nuove vette: James Cameron trasporta il pubblico nel
magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di
azione. Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo
film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare
la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del
pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per
tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per
rimanere in vita e delle tragedie che affrontano. Diretto da
James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione
Lightstorm Entertainment è interpretata da Sam Worthington, Zoe
Saldaña, Sigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da
James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di
James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane
Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori
esecutivi.
TRON: ARES – 9 OTTOBRE
2025
Tron:
Ares segue un programma altamente sofisticato, Ares,
che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una
pericolosa missione, segnando il primo incontro dell’umanità
con esseri dotati di intelligenza artificiale. Il film è
diretto da Joachim Rønning (Pirati dei Caraibi – La Vendetta di
Salazar, Maleficent 2 – Signora del Male) e interpretato da
Jared Leto, Greta Lee, Evan Peters, Hasan Minhaj, Jodie
Turner-Smith, Arturo Castro, Cameron Monaghan, con Gillian Anderson
e Jeff Bridges. Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Jared
Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger sono i
produttori, mentre Russell Allen è il produttore esecutivo.
Tron: Ares arriverà nelle sale cinematografiche italiane
il 9 ottobre.
SPRINGSTEEN: LIBERAMI DAL
NULLA – 23 OTTOBRE 2025
Il film 20th Century Studios,
Springsteen: Liberami dal Nulla, in arrivo nelle sale
italiane il 23 ottobre, segue la realizzazione dell’album
“Nebraska” di Bruce Springsteen del 1982, anno in cui era un
giovane musicista sul punto di diventare una superstar mondiale,
alle prese con il difficile equilibrio tra la pressione del
successo e i fantasmi del suo passato. Inciso con un registratore a
quattro piste nella sua camera da letto in New Jersey, l’album
segnò un momento di svolta nella sua vita ed è considerato una
delle sue opere più durature: un album acustico puro e tormentato,
popolato da anime perse in cerca di una ragione per credere. Con
Jeremy Allen White nel ruolo di “The
Boss”, il film è scritto per il grande schermo e diretto da Scott
Cooper, ed è basato sul libro di Warren Zanes
intitolato “Liberami dal nulla. Bruce Springsteen e
Nebraska”.
Springsteen: Liberami
dal Nullavede anche Jeremy Strong nel ruolo di
Jon Landau, storico manager e confidente di Springsteen; Paul
Walter Hauser nei panni del tecnico di chitarre Mike Batlan;
Stephen Graham in quelli di Doug, padre di Springsteen; Odessa
Young nel ruolo di Faye, il suo interesse amoroso; Gaby Hoffman in
quello di Adele, madre di Springsteen; Marc Maron nelle vesti di
Chuck Plotkin e David Krumholtz in quelle di Al Teller, Columbia
executive. Il film arriverà nelle sale italiane il 23 ottobre 2025
ed è prodotto da Scott Cooper, Ellen Goldsmith-Vein, Eric Robinson
e Scott Stuber. Tracey Landon, Jon Vein e Warren Zanes sono i
produttori esecutivi.
PREDATOR: BADLANDS – 6
NOVEMBRE 2025
Predator:
Badlands, interpretato da Elle Fanning
e Dimitrius Schuster-Koloamatangi, è ambientato nel
futuro su un pianeta remoto, dove un giovane Predator
(Schuster-Koloamatangi), emarginato dal suo clan, trova un
improbabile alleato in Thia (Fanning) e intraprende un
viaggio insidioso alla ricerca del suo avversario finale. Il film è
diretto da Dan Trachtenberg e prodotto da John Davis, Dan
Trachtenberg, Marc Toberoff, Ben Rosenblatt e Brent
O’Connor e arriverà nelle sale italiane il 6 novembre.
ZOOTROPOLIS 2 – 26
NOVEMBRE 2025
Nel film, che
arriverà nelle sale italiane il 26 novembre, Judy e Nick si trovano
sulle tracce di un grande mistero quando
Gary De’Snake arriva a Zootropolis e mette
sottosopra la città. Per risolvere il caso, i due, sotto
copertura, sono costretti ad avventurarsi in nuove e
inaspettate aree di Zootropolis, dove la loro continua
collaborazione viene messa alla prova come mai prima d’ora. Secondo
il Chief Creative Officer Disney Animation e
regista Jared Bush, che ha anche scritto la sceneggiatura, un mondo
più grande è in serbo per i fan. “Siamo entusiasti di dare il
bentornato a tutti nella stravagante ed entusiasmante
città di Zootropolis e di portare il pubblico in un
viaggio esilarante e selvaggio in zone che non abbiamo
mai avuto l’occasione di visitare prima”, ha
dichiarato Bush. “Che si tratti delle paludi dei mammiferi
semi-acquatici, delle vaste dune
del deserto o di misteri ancora più grandi, i nostri eroi, Judy e
Nick, incontreranno tanti nuovi amici e avranno l’occasione di
scoprire ancora di più sul loro mondo, su loro
stessi e sul nuovo serpente arrivato in città”.
Aggiunge il regista Byron Howard:
“Il trailer include la canzone
originale ‘ZUTU’ del miglior gruppo techno di lemming
di Zootropolis, i LEMEEENS. Freschi di tournée con la
superstar Gazelle come suo opening act, i membri
Hans-Peter, Gūnther, Spielt e il loro DJ, Spaß,
hanno creato la canzone per celebrare l’occasione e dare il
bentornato al mondo nella Città di Zootropolis!”. Dal
team vincitore del premio Oscar composto da Jared Bush e Byron
Howard (registi) e Yvett Merino
(produttore), Zootropolis 2 include tra le
voci della versione originale del film: Ginnifer Goodwin
(Judie Hoops), Jason Bateman (Nick Wilde), Ke Huy
Quan (Gary De’Snake), Fortune Feimster,
Quinta Brunson e Shakira, che torna nel ruolo di
Gazelle.
AVATAR: FUOCO E CENERE –
17 DICEMBRE 2025
Avatar: Fuoco e
Cenere riporta il pubblico a Pandora in una nuova e
coinvolgente avventura con il marine diventato leader Na’vi Jake
Sully (Sam Worthington), la
guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la
famiglia Sully. Il film è interpretato anche da Sigourney
Weaver, Stephen Lang, Kate Winslet, Cliff Curtis, Oona Chaplin,
Jack Champion, Britain Dalton, Trinity Bliss e Bailey
Bass. Avatar: Fuoco e Cenere arriverà nelle sale italiane
il 17 dicembre.
La convention si è conclusa con
alcune anticipazioni relative ai titoli in arrivo nel 2026: il
nuovo film di Sam Raimi Send Help, il nuovo film
Disney Pixar Hoppers, Il
Diavolo Veste Prada 2, l’attesissima uscita
cinematografica Lucasfilm The Mandalorian and
Grogu, Toy Story 5, Oceania (Live
action),Avengers:
Doomsday e Ice Age 6.
Hunter’s Prayer – In
fuga è un action-thriller del 2017 diretto da Jonathan Mostow, che
si colloca nel filone dei film ad alta tensione incentrati su
inseguimenti, sicari e redenzione. La storia ruota attorno a un
assassino professionista incaricato di eliminare una giovane
ragazza, che invece sceglie di proteggerla, innescando così una
fuga disperata tra Europa e Stati Uniti. Il film unisce elementi
classici del genere – adrenalina, azione e moralità ambigua – con
una componente emotiva più intima e riflessiva, legata alla
costruzione del rapporto tra due solitudini. L’ambientazione
europea e il ritmo incalzante offrono uno sfondo efficace per una
narrazione tesa e cupa.
Protagonista del film è Sam Worthington, che qui interpreta
Stephen Lucas, un sicario tormentato e dipendente
da droghe, il cui passato oscuro riaffiora progressivamente man
mano che si avvicina alla giovane Ella
(Odeya Rush), la sua presunta vittima. Dopo aver
raggiunto la fama grazie al successo planetario di Avatar
(2009), Worthington ha alternato ruoli da blockbuster come Scontro tra titania interpretazioni più cupe e
interiorizzate, come in The Shack. In Hunter’s
Prayer – In fuga, si cimenta con un personaggio laconico,
segnato da un trauma latente e da una moralità fragile, trovando
uno spazio che gli consente di coniugare fisicità e
introspezione.
Tematicamente, il film affronta temi
come il riscatto, la colpa, la vendetta e la possibilità di
redenzione anche per chi ha vissuto dalla parte sbagliata della
legge. Nel corso della storia, Lucas è costretto a fare i conti con
il proprio passato e a compiere una scelta definitiva tra
obbedienza cieca e consapevolezza morale. Nei prossimi paragrafi
analizzeremo più nel dettaglio la trama e il finale del film,
spiegando come questo epilogo si ricolleghi ai temi centrali della
pellicola e rappresenti, per il protagonista, un punto di svolta
esistenziale definitivo.
Odeya Rush in Hunter’s Prayer – In fuga
La trama di Hunter’s
Prayer
Il film si apre in Svizzera, dove la
giovane Ella Hatto si sta recando nella sua scuola
per quello che sembra essere un giorno come un altro. Ciò che non
sa, però, è che a tenerla d’occhio vi è Lucas, un
infallibile sicario. Questi è stato ingaggiato dal multimilionario
corrotto Richard Addison, il quale allo stesso
tempo ha già inviato altri killer per uccidere i genitori della
ragazzina, colpevoli di aver parlato con l’FBI circa i suoi
traffici illegali. Al momento di dover eliminare la giovane Ella,
però, Lucas si trova di fronte per la prima volta nella sua vita da
assassino ad un forte senso di compassione. Per questo non riesce a
portare a termine il proprio lavoro, decidendo invece di aiutare la
ragazza a scappare.
Con lei è costretto a scappare però
anche lui, ora ricercato da Addison, il quale lo vuole morto. Nella
loro fuga attraverso l’Europa i due dovranno imparare a fidarsi
l’uno dell’altro e difendersi a vicenda. Se non sarà lui ad
uccidere Ella, infatti, qualcun altro verrà inviato a portare a
termine la missione. Scappare non potrà dunque essere una soluzione
permanente, e i due dovranno iniziare a studiare una strategia per
arrivare dallo stesso Addison e fermare tutto quanto. Lo svantaggio
numerico è però notevole, e per loro farsi strada verso il
criminale sarà più complicato del previsto. Solo la fiducia e la
loro umanità potranno essere decisive per le loro sorti.
La spiegazione del finale
Nel terzo atto di Hunter’s
Prayer – In fuga, la tensione culmina in uno scontro
diretto tra Lucas e l’organizzazione criminale che ha ordinato
l’uccisione di Ella, la giovane erede di una fortuna economica che
fa gola al potente imprenditore Richard Addison. Dopo un lungo
inseguimento attraverso l’Europa, Lucas riesce a infiltrarsi nella
villa dell’uomo per salvare Ella, catturata e tenuta in ostaggio.
La sequenza finale si svolge così in un’atmosfera tesa e cupa:
Lucas affronta i suoi ex colleghi sicari e, gravemente ferito,
elimina i nemici uno dopo l’altro, dimostrando abilità e
determinazione.
Nella sparatoria finale, Lucas
uccide Banks e Addison spara a Metzger, entrambi uomini di Addison.
Quando quest’ultimo sta invece per avere la meglio su Lucas e
sparargli, viene infine ucciso da Ella, ponendo fine alla minaccia.
Nelle scene conclusive, la ragazza riceve una telefonata da Lucas,
al quale racconta che ora vive con sua zia e i suoi cugini e che
tutto sembra procedere per il meglio. Dopo che i due si sono
salutati, forse per sempre, vediamo Lucas visitare una casa, dove
sua moglie e sua figlia lo aspettano per dargli il benvenuto.
Il film si chiude così con un
momento di apparente calma. Ella, finalmente libera, riesce a
riappropriarsi della propria identità e della sua eredità, mentre
Lucas può finalmente godersi del meritato riposo tornando dalla
propria famiglia, con la consapevolezza di aver compiuto un’azione
giusta, anche a rischio della propria distruzione, e di essersi
così facendo allontanato da quel mondo di violenza. Dal punto di
vista simbolico, il finale di Hunter’s Prayer – In
fuga rappresenta la piena trasformazione di Lucas: da
sicario solitario a figura quasi paterna, spinto non da un compenso
ma da un senso etico improvvisamente riemerso.
L’atto di salvare Ella diventa per
lui un’occasione di redenzione, un modo per compensare anni di
violenza e indifferenza. La sua scelta di non abbandonarla,
nonostante i rischi, rivela un’umanità rimasta sepolta e
dimenticata, che solo il legame con Ella riesce a far emergere. È
grazie a questa sua azione che egli sembra infine guadagnarsi il
diritto di poter tornare a casa dai propri cari, sapendo di essere
libero dalle catene che lo tenevano lontano da ciò che realmente
conta.
In occasione della 14edizione di
Ciné – Giornate di Cinema a Riccione, Lucky Red ha
presentato tutti i titoli del listino della prossima stagione
cinematografica. Ecco l’elenco di seguito:
LUCKY RED
–Listino Riccione
2025
PRESENCE (24
luglio) – Un film di
Steven Soderbergh Con
Lucy Liu, Julia Fox, Chris Sullivan;
ENZO (28
agosto) – Un film di
Laurent Cantet,
diretto da
Robin Campillo Con Pierfrancesco Favino, Eloy Pohu, Maksym
Slivinskyi, Elodie Bouchez;
VELLUTO BLU 4K (15-17 settembre) (nell’ambito della
rassegna THE BIG DREAMER – IL CINEMA DI DAVID LYNCH) – Un film di
David Lynch Con
Kyle MacLachlan, Isabella Rossellini, Dennis Hopper, Laura
Dern;
LE
CITTÀ DI PIANURA (settembre) – Un film di
Francesco Sossai Con
Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Roberto Citran,
Andrea Pennacchi
UN
ANNO DI SCUOLA – Un film di
Laura Samani Con
Stella Wendick, Giacomo Covi, Pietro Giustolisi e Samuel
Volturno;
UN FILM FATTO PER BENE – Un film di
Franco Maresco;
DRACULA
(30 ottobre) – Un film di
Luc Besson Con
Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Zoë Bleu, Matilda De
Angelis;
UN
SEMPLICE INCIDENTE – Un film di
Jafar Panahi Con
Vahid Mobasseri, Maryam Afshar, Ebrahim Azizi, Hadis Pakbaten,
Majid Panahi,
Mohamad Ali Elyasmehr, Georges Hashemzadeh;
DUE PROCURATORI – Un Film di
Sergei Loznitsa Con
Aleksandr Kuznetsov, Alexander Filippenko, Anatoli
Beliy;
LA TORTA DEL PRESIDENTE – Un film di
Hasan Hadi Con
Banin Ahmad Nayef, Sajad Mohamad Qasem, Waheed Thabet
Khreibat;
NO OTHER CHOICE – Un film di
Park Chan-wook Con
Lee Byung-hun, Son Ye-jin, Park Hee-soon;
SENTIMENTAL VALUE (distribuito con Teodora Film) – Un film
di
Joachim Trier Con
Renate REINSVE, Elle Fanning, Stellan Skarsgård, Inga Ibsdotter
Lilleaas;
NOUVELLE VAGUE – (con Bim distribuzione) Un film di
Richard Linklater Con
Zoey Deutch, Alix Bénézech, Paolo Luka Noé, Nicolas Dozol,
Guillaume Marbeck;
LA PICCOLA AMELIE Un film di
Mailys Vallade, Liane-Cho Han;
CROSSING ISTANBUL – Un film di
Levan Akin Con
Mzia Arabuli, Lucas Kankava, Deniz Dumanli;
SORDA – Un
film di
Eva Libertad
Con
Miriam Garlo, Álvaro Cervantes, Elena Irureta, Joaquín
Notario;
KOLN 75 – Un
film di
Ido Fluk Con
Mala Emde, John Magaro, Alexander Scheer, Michael
Chernus;
GREENLAND 2 –
Un film
Ric Roman Waugh
Con
Gerard Butler, Morena Baccarin.
L’ultimo capitolo della longeva saga
di fantascienza d’azione di Hollywood, Jurassic
World – La Rinascita, lascia qualche spiraglio per un
potenziale sequel, ma ci sono ancora grandi punti interrogativi su
come questo potrebbe svilupparsi. Quarto film di Jurassic
World e settimo film di Jurassic Park,
Jurassic World – La Rinascita funge da
soft reboot per il franchise.
Scarlett Johansson,
Jonathan Bailey e
Mahershala Ali interpretano tre membri di una
spedizione diretta in uno degli ultimi ambienti rimasti sulla Terra
in cui i dinosauri possono prosperare. Il loro compito è recuperare
campioni di DNA dai tre dinosauri più grandi rimasti sull’isola e,
come prevedibile, le cose vanno male.
Il finale di Jurassic
World – La Rinascita ha il potenziale di cambiare
il franchise, poiché il DNA che i protagonisti raccolgono e
riescono a portare via dall’isola potrebbe salvare la vita di
milioni di persone in tutto il mondo. Inoltre, apre la possibilità
ad altri interessati di mettere le mani sul DNA di dinosauro per
scopi tutt’altro che lusinghieri.
Ma la discussione sull’eventualità
di un sequel per La
Rinascita è appena iniziata. Con recensioni di tutto
rispetto (almeno per il franchise di Jurassic
Park) e un buon ritorno al botteghino previsto, il terreno
è pronto per il proseguimento del franchise, che dura da 32 anni,
ma non ci sono certamente garanzie. Come potrebbe essere un
potenziale sequel è tutta un’altra questione.
Al momento dell’uscita di Jurassic
World – La Rinascita, non c’è stata alcuna conferma
che un sequel abbia ricevuto il via libera. Recenti dichiarazioni
del regista Gareth Edwards indicano che non ha
intenzione di tornare al franchise per un sequel, sebbene sia
ancora del tutto possibile che un nuovo capitolo venga realizzato
senza il suo coinvolgimento.
Il principale fattore determinante
sarà, come sempre, il ritorno al botteghino del primo film. Si
prevede che Jurassic
World – La Rinascita incasserà oltre 260 milioni
di dollari in tutto il mondo entro la fine del weekend di apertura
di cinque giorni, che includerà il 4 luglio negli Stati Uniti.
Con un budget di 180-220 milioni di
dollari, ci sono buone probabilità che il film sia redditizio anche
se non raggiungerà i massimi al botteghino da miliardi di dollari
della trilogia originale di Jurassic World.
Secondo Deadline, Jurassic
World – La Rinascita avrà un ottimo ritorno
all’estero di almeno 130 milioni di dollari, il che dovrebbe
portarlo almeno a 2,5 volte la cifra necessaria per ottenere un
profitto legittimo in breve tempo.
Se la voglia di altri film di
Jurassic World è ancora forte, sembra scontato che
la Universal continuerà con il franchise. Anche se il prossimo film
non sarà un sequel diretto di La
Rinascita con Gareth Edwards fuori
dai giochi, un altro film indipendente basato su questo progetto
potrebbe rivelarsi altrettanto redditizio.
Cast di Jurassic World 5 – Chi
potrebbe tornare?
Alcuni dei sopravvissuti di Rebirth
non hanno senso per un ritorno
Nonostante la litania di dinosauri
mutanti ultra-pericolosi che i personaggi umani di Jurassic
World – La Rinascita hanno affrontato, il numero di
cadaveri per questo film d’avventura fantascientifico è stato
relativamente basso. Zora Bennett, il Dr. Henry Loomis e Duncan
Kincaid sono tutti sopravvissuti agli eventi accaduti sull’Isola di
Saint-Hubert e potrebbero teoricamente tornare mentre Loomis cerca
di condividere il DNA salvavita con il mondo.
La famiglia Delgado di
Manuel Garcia-Rulfo è finita sull’isola per caso
e, sebbene tutti e tre i Delgado e lo specialista della comicità
Xavier Dobbs (David Iacono) siano sopravvissuti,
sembra improbabile che tornino in un sequel. Semplicemente non c’è
alcuna ragione narrativa per cui debbano continuare nel franchise
dopo aver trascorso l’intero film a cercare di sfuggire ai
dinosauri.
La storia di Jurassic World – Cosa
prepara La Rinascita
Tutto si riduce a ciò che accade
con il DNA raccolto
L’unico filo conduttore importante
che porta a un sequel riguarda il DNA con cui Bennett, Loomis e
Kincaid sono riusciti a fuggire dall’isola. Mentre Martin Krebs
(Rupert Friend) voleva usarlo per creare un
farmaco salvavita per le malattie cardiache che la sua azienda
farmaceutica potesse controllare, i sopravvissuti intendono
condividere il DNA con il mondo e salvare vite senza accumulare
profitti astronomici.
L’isola piena di dinosauri
mutanti/gargantueschi è ancora perfettamente intatta, dato che
l’unica morte importante tra i dinosauri è stata quella di un
Mutadon ucciso a colpi d’arma da fuoco. Ci sono molte ragioni
contorte che i nuovi personaggi potrebbero trovare per tornare
sull’isola, rendendo perfettamente possibile un sequel di Jurassic
World – La Rinascita in stile Il Mondo
Perduto: Jurassic Park.
The
End di Joshua Oppenheimer ruota attorno a uno scenario
apocalittico in cui una famiglia benestante vive in un bunker
sotterraneo da due decenni, dopo l’apparente fine del mondo.
Il film (qui
la nostra recensione di The End) di
Oppenheimer sfrutta l’assenza di un mondo esterno per evidenziare
alcuni aspetti della vita interiore di questa famiglia. Invece di
chiamare i personaggi per nome, lo scrittore si riferisce a loro in
base al ruolo che svolgono nel contesto del loro ambiente isolato.
Quindi, in questa storia, sono solo amiche, dottori, madri o
ragazze, a seconda di ciò che rappresentano nel loro mondo
isolato.
La trama di The End
(2024)
The
End segue una famiglia benestante che vive in una
lussuosa casa sotterranea dopo che la Terra sembra essere stata
distrutta. È diretto da Joshua Oppenheimer da una
sceneggiatura scritta in collaborazione con lo sceneggiatore danese
Rasmus Heisterberg. Oppenheimer è noto per i suoi
documentari acclamati dalla critica, come The Act of
Killing e The Look of
Silence.
Qual è la storia di
Tilda Swinton dietro The End?
The
End ruota attorno a una famiglia benestante vent’anni
dopo che la Terra intorno a loro è stata distrutta a causa delle
loro azioni. Vivono in una miniera di sale trasformata in un
lussuoso bunker sotterraneo. La famiglia è composta da una madre
(Tilda Swinton), un padre
(Michael Shannon) e un figlio
(George MacKay). Vivono con un
amico (Bronagh Gallagher), il loro medico
(Lennie James) e il loro maggiordomo (Tim
McInnerny). A differenza di altri, il figlio non ha mai
visto il mondo esterno. Ha imparato tutto sul passato dai suoi
genitori e dai libri che gli vengono offerti da leggere.
Il padre fornisce un’immagine
unilaterale delle sue passate attività e del loro impatto sul mondo
esterno. Né la madre né gli altri si oppongono al punto di vista
del padre. Tutti instillano nel figlio la paura del mondo esterno e
si aspettano che consideri gli altri solo come minacce. Per lo
stesso motivo, spesso tengono elaborate sessioni di addestramento
per insegnargli come proteggere la famiglia. Grazie a questo
indottrinamento, il figlio ha un’innocenza quasi infantile, che
traspare abbastanza spesso dal suo comportamento. Gli viene chiesto
di scrivere un libro sulle passate imprese del padre, di lavorare a
dipinti e di costruire città in miniatura, che non contaminerebbero
l’autopercezione della famiglia. Tutto cambia quando una
sconosciuta arriva improvvisamente nella miniera.
In che modo la sconosciuta
influisce sulle dinamiche familiari?
La famiglia
continua a vivere la sua routine quotidiana, ignara della
carneficina esterna, finché uno sconosciuto non arriva nella loro
miniera. Questa sconosciuta è una giovane donna (Moses
Ingram), che sopravvive alla stagione degli incendi (un
fenomeno in questo mondo apocalittico), ma la sua famiglia no.
Nonostante tutto quello che ha passato, la Madre non vuole che
rimanga con loro. Vuole mantenere la promessa di non permettere a
nessuno di entrare. Così, la famiglia cerca di sbarazzarsi della
Ragazza con ogni mezzo possibile. La legano e decidono di buttarla
fuori. Ciononostante, lei lotta per la vita e sfugge al loro
attacco.
La famiglia finalmente accetta la
presenza della ragazza in famiglia e la ospita in un ripostiglio.
La invitano anche a cena con loro. La famiglia racconta il glorioso
passato della Madre come ballerina, che un tempo si esibiva al Bolshoi. La
Madre si isola, pensando ai tempi in cui viveva l’arte in modo più
viscerale. Ora, le rimangono solo le briciole del suo passato, e
cerca di alimentare la sua creatività insegnando a suo figlio a
dipingere.
A poco a poco, le cose iniziano a
cambiare, mentre la Ragazza fa sì che il Figlio guardi il mondo in
modo diverso da come gli è stato insegnato. Impara a conoscere le
crudeltà che molte persone hanno dovuto affrontare e sviluppa un
senso di umanità. Nel complesso, la Ragazza fa sì che il Figlio
veda un modo diverso di vivere la vita. Questo non promette bene
alla Madre, che è stata abituata alla struttura a cui ha imposto il
figlio per vent’anni. Così, suggerisce al Padre che la Ragazza
abbia un secondo fine. Cerca di far dubitare la sua famiglia delle
intenzioni della Ragazza, ma raramente funziona a suo favore. Nel
frattempo, il Figlio si infatua della Ragazza, che è l’unica
sconosciuta che abbia incontrato nella sua esistenza senza
l’intervento dei suoi genitori.
Spiegazione del
finale del film The End (2024):
La Madre nota la crescente
inclinazione del Figlio verso la Ragazza e il suo comportamento
libero. Così, la Madre inizia improvvisamente a mostrare il suo
lato con i piedi per terra dedicandosi al giardinaggio. Più tardi,
si unisce alla famiglia mentre si travestono e mettono in scena una
piccola pièce teatrale. Dopo essersi divertite insieme, la ragazza
si commuove pensando alla lotta di sua madre per sopravvivere.
Mentre si apre, la madre fa ogni tentativo per fermarla. La ragazza
si aspetta che la madre riconosca un senso di dolore condiviso,
poiché entrambe le loro famiglie hanno sofferto in loro
assenza.
La ragazza ammette il suo senso di
colpa da sopravvissuta, ma la madre si rifiuta di farlo. La madre
frena i tentativi della ragazza di essere onesta e vulnerabile e si
fonde per affrontare il suo senso di colpa. Così, il Figlio la
affronta per il suo comportamento. Riflettendoci, la Madre è
sincera con il Padre sui suoi desideri insoddisfatti. Ha dovuto
lasciare tutti coloro che amava per trasferirsi nel bunker. Invece
di accettare la sua colpa per la sua depressione, lui la costringe
a nascondere le sue vere emozioni per il “bene superiore della
famiglia”. Così, si ritrova a soffrire da sola e a essere complice
della sua farsa.
La famiglia accetta
la Ragazza come parte di loro?
La Ragazza fa capire al Padre
l’altro lato del suo operato. Quindi, è costretto ad affrontare la
vera natura del risultato delle sue azioni, il che lo mette in una
crisi esistenziale. Romanticizza il suo dolore mentre altri si
sforzano di mantenere la sacralità del suo elaborato stratagemma.
Il Figlio inizia a rendersi conto della verità del crudele passato
della sua famiglia e si rivolta contro i suoi genitori. I genitori
non sopportano di essere considerati gli unici colpevoli. Così, la
Madre rivela la verità sull’Amica per farla cadere agli occhi del
Figlio. Contrariamente a quanto era stato detto al Figlio, l’Amica
aveva lasciato il figlio tossicodipendente a morire nel mondo
esterno.
L’Amica era lei stessa una
tossicodipendente e non un genitore ideale. Invece di affrontare la
propria colpa nella caduta del figlio, lo abbandonò e nascose al
Figlio la vera natura del suo passato. Incapace di sopportare il
peso della verità, l’Amica muore poco dopo il confronto. Dopo la
sua morte, il Figlio considera brevemente la colpa della Ragazza,
poiché lei continuava a fargli considerare altre possibilità di
verità. Alla fine, si lasciano queste questioni alle spalle e
diventano una coppia. Il Figlio e la Ragazza hanno un bambino e si
uniscono alla famiglia per cena.
Negli ultimi momenti del
film, la famiglia canta una canzone che celebra la loro unione e
sostiene il loro amore reciproco. Nel farlo, affrontano
anche il fatto di aver mantenuto le distanze dal mondo esterno e di
non essersi fidati di nessuno. Quindi, il finale rivela la crudezza
del loro rapporto con il mondo. Mentre la loro ignoranza li tiene
in una bolla di beata sicurezza e protezione, continuano a vivere
con un fardello di dolore latente per coloro che hanno sofferto
fuori. Il ciclo si ripete, la fine è arrivata, e il mondo è
spacciato.
Dopo il successo travolgente di
Tolo
Tolo – sua prima esperienza come regista –
Checco Zalone (nome d’arte di Luca
Medici) si prepara a tornare al cinema con
Buen Camino, nuovo progetto che segna anche il suo
atteso ricongiungimento artistico con Gennaro
Nunziante, regista dei suoi primi quattro campioni
d’incassi (Cado dalle nubi, Che bella giornata,
Sole a catinelle e Quo vado?) e che ad inizio anno ha portato in sala
Io sono la fine del mondo, rivelatosi un altro grande
successo comico. I due insieme sono anche autori della
sceneggiatura.
Il nuovo film – annunciato come
parte del listino di Medusa Film durante la 14ma
edizione di Ciné – Giornate di Cinema di Riccione
– promette dunque di riportare al centro della scena quella
comicità intelligente e satirica che ha reso Zalone uno dei
protagonisti più amati del nostro cinema. Ambientato tra Italia e
Spagna, Buen Camino si preannuncia come un viaggio
esilarante e simbolico, tra pellegrinaggi spirituali e feste
mondane, in pieno stile Zalone. In questo articolo, andiamo a
scoprire tutto ciò che ad oggi sappiamo del film
La trama e il cast di Buen
Camino
Al momento i dettagli sulla trama restano top secret, ma il titolo
Buen Camino richiama il celebre “buon cammino” dei
pellegrini verso Santiago de Compostela. Dopo il
viaggio compiuto dall’Africa all’Italia per Tolo
Tolo, Zalone sembra dunque pronto ad un diverso tipo di
percorso, che certamente non mancherà di raccontare qualche
particolare aspetto dell’Italia e dell’italianità. Per
quanto riguarda il cast, protagonista
assoluto del film sarà ovviamente Checco Zalone. Al momento, però, non sono stati
annunciati altri nomi nel cast ufficiale.
Le riprese e le location del film
Il film è prodotto da
Indiana Production
insieme a Medusa
Film, che si occuperà anche della distribuzione, in
collaborazione con MZL e Netflix. La collaborazione con Netflix apre
naturalmente alla possibilità di un rilascio programmato sulla
piattaforma dopo la distribuzione cinematografica. Sarà dunque
possibile ritrovarlo lì per una visione in streaming nei mesi
successivi all’uscita in sala.
L’inizio delle riprese è previsto
nel mese di luglio 2025,
con location tra l’Italia (Gallura, Costa
Smeralda) e la Spagna, che sembrano
confermare l’idea di un film incentrato su un viaggio fisico e
spirituale, in perfetto stile Zalone.
È inoltre trapelata un’ambientazione glamour: una festa in villa
con piscina in Costa Smeralda, probabilmente parte delle tipiche
sequenze comico-sociali del comico pugliese.
La data di uscita al cinema di Buen
Camino
Buen
Camino arriverà al cinema nel giorno di Natale,
il 25 dicembre 2025, “scontrandosi” dunque
con l’altro grande film al momento previsto per quel periodo,
ovvero Avatar: Fuoco
e Cenere. Intervenuto con un video alla presentazione
del film, Zalone ha scherzosamente affermato che la scelta di far
uscire il nuovo film in questa data è “una scelta strategica
perché è quando il pubblico che ha visto Avatar il 18 esce dalla
sala”. Con l’approssimarsi di questa uscita sarà possibile
avere maggiori informazioni riguardo la trama e il cast, potendo
contare anche su prime immagini ufficiali e un trailer.
Le saghe action sono pane per i
denti di Netflix.
A ogni saga che finisce, ce n’è sempre una pronta a iniziare. Da
scoprire, da rincorrere. Come The Old
Guard, il cui debutto risale al 2020 – pieno periodo
Covid – e che adesso torna con un secondo capitolo
pensato per un’estate all’insegna di adrenalina, pallottole, bolidi
e un universo narrativo in espansione. Gina
Prince-Bythewood, regista del
primo film, passa il testimone a Victoria
Mahoney per un proseguimento che, purtroppo, non è del
tutto all’altezza delle aspettative.
Nel cast – guidato dall’iconica
Charlize Theron – entra in scena un’altra
colonna del cinema mondiale: Uma Thurman, nei panni di Discordia, una
villain femminile che incarna alla perfezione l’archetipo più
ricorrente dell’action contemporaneo: potente, solitaria,
enigmatica. Con i fumetti di Greg Rucka e le illustrazioni
di Leandro Fernández a fare da traccia, The Old Guard
2 cerca così di consolidare l’universo narrativo della saga,
per imporsi nell’immaginario collettivo e diventare un titolo di
punta sulla piattaforma – ma, alla fine, più che allargarsi, si
sfalda.
La trama di The Old
Guard 2
Dopo aver perso la sua immortalità,
Andy deve fare i conti con una vita in cui il tempo, ora, conta
davvero. Nonostante il suo essere più vulnerabile, non rinuncia a
combattere, e continua a proteggere l’umanità insieme alla sua
squadra. Ed è proprio mentre affronta la sua nuova vita, che una
nuova minaccia insidiosa fa capolino: Quỳnh, un tempo sua alleata e
amica fidata, è tornata. Salvata da Discordia, prima immortale
della storia, la donna è accecata dal risentimento e dal desiderio
di vendetta, convinta che Andromaca l’abbia abbandonata al suo
destino e mai cercata. Mentre il gruppo tenta di fermare Discordia
e riportare Quỳnh dalla loro parte, una scoperta rimescola le carte
in gioco: Nile, la più giovane del team, non è solo l’ultima
arrivata: è l’ultima immortale. E per questo, anche la più
pericolosa. La ragazza, infatti, è considerata “la distruttrice”,
quando ferisce, può togliere l’eternità.
Si decolla bene, si prosegue
male
L’apertura di The Old Guard
2 faceva ben sperare. Panoramiche mozzafiato, Villa Konrad che
si staglia maestosa, e subito un’incursione ad alto tasso
adrenalinico. È innegabile la presenza scenica di Charlize Theron, che riesce a regalare
buoni combattimenti corpo a corpo, coreografati
con precisione chirurgica: la sua Andromaca, con look dark e
movimenti scattanti, pare uscire direttamente da un videogioco
fantasy. Dagli scontri nella villa extralusso agli inseguimenti
urbani, tutto sembrava perciò preannunciare un secondo capitolo
all’altezza del primo. Ma, a conti fatti, è stata solo un’ amara
illusione: per tutta la durata, infatti, il ritmo è rimasto serrato
ma anestetizzante.
Dal momento in cui si scopre che
Quynh è stata salvata e che Discordia è la prima immortale,
la sceneggiatura non riesce a essere incisiva. La
regia – spesso priva di guizzi – accompagna una narrazione che
vacilla e si sfilaccia. I personaggi si fanno sfocati, gli snodi
narrativi si incastrano male, e ogni nuovo tassello viene aggiunto
senza contribuire davvero all’approfondimento della lore di quel
mondo. Nemmeno quando si sfogliano antichi libri o si ascoltano i
racconti di figure più antiche come Tuah, si riesce a dare spessore
a quell’universo.
Charlize Theron, Matthias Schoenaerts e Luca Marinelli in The Old
Guard. Foto di AIMEE SPINKS/NETFLIX.
Uma Thurman: la sua Discordia è
l’unica vera garanzia
Tutto è sacrificato
sull’altare della sola azione, ma i momenti muscolari non
bastano a sorreggere un racconto che aspira a essere saga, non
trovando mai il giusto equilibrio tra intrattenimento puro e
profondità dei personaggi. Le premesse per fare bene c’erano, ma la
costruzione narrativa, purtroppo, è debole. E quando la
tensione sarebbe dovuta salire – quando Discordia incarna una
minaccia sempre più viva – il climax finale si perde in una
combinazione di scene senza tensione palpabile, incapaci di
soddisfare l’attesa.
Lo scontro tra lei e Andromaca, più
che deflagrare, si consuma in modo fiacco, sgonfiando del tutto il
coinvolgimento e spegnendo l’ultima scintilla emotiva. Una
consolazione, però, c’è, e non è il cliffhanger: anche se tutto
sembra un preambolo lungo e affaticato in vista del terzo capitolo
– e il film stesso lo dichiara – almeno una cosa regge: Uma
Thurman in assetto da battaglia. Il suo sguardo
vendicativo e imperscrutabile rievoca un’icona del passato
recente: sembra a tratti di vedere la Beatrix Kiddo di
Kill Bill che torna a far tremare la scena, con quello
stesso aspetto glaciale e determinazione feroce.
I personaggi principali di
Jurassic
World – La Rinascita (qui
la nostra recensione) hanno un legame specifico con i
precedenti eroi del franchise, anche se questi non compaiono
direttamente nel film. Il film, al momento in sala con Universal
Pictures, è ambientato anni dopo gli eventi di Jurassic
World: Il Dominio, su un’isola mai rivelata prima,
dedicata alla sperimentazione genetica sui dinosauri. I personaggi
di Jurassic World – La Rinascita sono tutti volti
nuovi del franchise, un mix di civili e mercenari, entrambi in fuga
dai dinosauri mutanti del film.
Jurassic
World – La Rinascita è un ritorno ricco di azione alle
vecchi vette del franchise, che porta una nuova energia alla serie.
Tuttavia, ciò non significa che tutti i collegamenti con il passato
siano stati cancellati. In effetti, uno dei personaggi principali
del film ha un legame diretto con i precedenti eroi della serie, il
che sottolinea la storia del franchise pur consentendogli di
progredire.
Il Dr. Henry Loomis era uno
studente di Alan Grant
Il Dr. Loomis menziona di aver
imparato da Alan Grant
Il Dr. Henry
Loomis, uno dei personaggi principali di Jurassic
World – La Rinascita, è confermato essere uno studente
del Dr. Alan Grant. Durante la sua scena introduttiva, Loomis
rivela di essere stato uno studente di lunga data del Dr. Grant,
acquisendone la soggezione, il rispetto e la paura per gli enormi
dinosauri.
È proprio questo legame che spinge
Loomis a unirsi alla missione. Sebbene fosse stato assunto come
consulente, Loomis inizialmente era titubante all’idea di lanciarsi
in questa avventura. Tuttavia, dopo che Krebs nota che Loomis non
ha mai visto dinosauri in un ambiente naturale, potrebbe non avere
mai più un’altra occasione come questa di vedere le creature come
Grant.
Nonostante questo esplicito
riferimento al Dr. Grant, Alan in realtà non appare nel
film. Infatti, nessuno dei personaggi già presenti nei film di
Jurassic Park o Jurassic World
gioca un ruolo importante nel nuovo film. Invece, l’attenzione è
rivolta a un gruppo di personaggi completamente nuovo.
Di conseguenza, il legame esplicito
ma marginale tra Loomis e Grant è un tocco intelligente. Assicura
che l’influenza di Grant sul franchise rimanga nell’oggi, anche se
il personaggio non è presente. Suggerisce anche una vita più
tranquilla per il protagonista di Jurassic Park, a
quanto pare votato ora all’insegnamento.
È un modo intelligente per
confermare che il personaggio è ancora vivo, il che potrebbe
consentirgli di tornare in una futura iterazione della serie,
garantendo al contempo che non rischi di sopraffare il fulcro della
storia. Loomis potrebbe essere un successore moderno di Grant, ma
il film riconosce che senza quest’ultimo, non ci sarebbe stato il
primo.
Loomis dimostra che Jurassic World
è pronto per un nuovo capitolo
L’attenzione di Jurassic
World – La Rinascita sui nuovi personaggi evidenzia
come il futuro della serie sia innovativa
Jurassic
World – La Rinascita è pronto a rappresentare un nuovo
inizio per l’intero franchise di Jurassic. Il film si concentra su
un cast di personaggi completamente nuovo, un netto distacco dalla
nutrita schiera di protagonisti di ritorno di Jurassic
World: Il Dominio. Rebirth, invece, abbraccia un tono
diverso, una nuova serie di personaggi e nuovi tipi di
pericoli.
Il legame tra Loomis e Grant fa sì
che il film sembri comunque unito, anche se i due sono distanti
l’uno dall’altro per trama e ambientazione. Pur non essendo
perfetto, il film è una boccata d’aria fresca dopo l’accoglienza
deludente del terzo capitolo di Jurassic
World.
Charlize Theron, Matthias
Schoenaerts e Luca Marinelli in The Old Guard. Foto di AIMEE
SPINKS/NETFLIX.
Il finale con cliffhanger di
The Old Guard 2 prepara il terreno per un terzo film
della serie. Basato sull’omonimo fumetto creato da Greg
Rucka, i film di The Old Guard si
concentrano su un gruppo di guerrieri immortali che proteggono e
influenzano l’umanità da secoli. Il cast di The Old Guard
2 si espande per includere alcuni nuovi immortali, tra cui
alleati come lo studioso Tuah e il misterioso cattivo Discord.
The
Old Guard 2 amplia anche la tradizione della serie,
rivelando la vera importanza della nuova recluta Niles e cosa
potrebbe significare la sua presenza per il resto dei guerrieri
immortali. Tutto ciò porta a una massiccia battaglia finale che si
conclude con la sconfitta degli eroi e una morte memorabile.
Tuttavia, questo non demoralizza i sopravissuti e anzi getta le
basi per un sequel più ricco d’azione. Ecco cosa succede nel finale
cliffhanger di The Old Guard 2 e come prepara un
finale esplosivo per la trilogia.
Spiegazione del piano di Discord
per gli Immortali – I piani di Discord per il futuro sono tutti una
bugia
Il grande finale
cliffhanger di The
Old Guard 2 rivela che Discord intende ripristinare la
sua immortalità perduta e che è disposta a usare con la forza le
abilità di Niles come “Ultimo Immortale” per riuscirci.
Discord viene presentata all’inizio di The Old Guard
2 come una figura antica e potente, ritenuta la prima
immortale.
Inizialmente, le motivazioni di
Discord sembrano essere radicate nel disgusto per le azioni di
Andy. Guidando altri immortali in battaglia, hanno cambiato la
traiettoria della storia umana. Discord sostiene che questo
significhi giocare a fare Dio e che tutto ciò che fa è esporre gli
immortali a un pubblico spaventoso e pericoloso.
Sebbene questa argomentazione sembri
contribuire a convincere Quynh, recentemente liberata, a schierarsi
dalla sua parte, si rivela anche una menzogna. Si scopre che, dopo
innumerevoli millenni, Discord ha naturalmente perso la sua
immortalità. Temendo la morte, ha deciso di catturare Niles, che
possiede il potere di porre fine alle capacità curative di un
Immortale e permetterne il trasferimento a un nuovo ospite.
Questo si ricollega alla scena
finale di The Old Guard 2, che vede Discord
sconfiggere Andy in battaglia e fuggire dal complesso con Niles,
Joe, Nicky e Tuah catturati. Questo apre le porte a un
possibile terzo film di The Old Guard incentrato
su Andy e Quynh che collaborano per trovare gli altri prima che i
piani di Discord si realizzino.
Le spiegazione delle abilità uniche
di Niles come ultimo immortale – Niles è la minaccia più pericolosa
per gli immortali in The Old Guard 2
Niles è stato inizialmente
presentato in The Old Guard semplicemente come un
altro immortale, l’ultimo di una lunga serie di persone che hanno
scoperto di essere immortali. Tuttavia, si scopre che Niles ha
delle abilità speciali, poiché Discord e Tuah arrivano a credere
che sia la profetizzata “Ultima Immortale“.
Entrambi credono che Niles sarà
l’ultima della loro specie, l’ultima persona a nascere con la
capacità di riprendersi naturalmente da qualsiasi ferita. Questo
status conferisce a Niles un grande vantaggio rispetto agli altri
immortali, poiché le sue ferite possono annullare le capacità di
guarigione di un altro immortale.
Questo si rivela essere ciò che è
successo ad Andy in The Old Guard, poiché è stata
una ferita di Niles a rendere Andy di nuovo mortale. Tuttavia, se
l’immortale ferito cede volontariamente la propria immortalità a
un’altra persona, questa può impossessarsi di lui e renderlo
immortale.
Questo è il motivo per cui Discord
desidera Niles, poiché possiede la capacità di trasferire
l’immortalità di un altro in Discord. Sebbene possa essere
difficile trovare un immortale disposto a trasferirle il proprio
potere, la cattura dei compatrioti di Niles da parte di Discord le
conferisce un potere sul giovane immortale.
Come Andy diventa di nuovo
immortale e perché Booker si sacrifica – Booker trova finalmente il
finale che cercava
Andy trascorre gran parte di
The Old Guard 2 di nuovo mortale. Sebbene questo
stato non sembri preoccuparla, le pone alcune sfide in
combattimento. Tuttavia, alla fine recupera i suoi poteri curativi,
anche se a costo della vita di Booker.
Uno degli altri immortali introdotti
in The Old Guard, Booker si era stancato della sua
vita immortale e aveva tradito il resto della squadra per avere la
possibilità di porre fine alla sua vita. Sebbene alla fine si fosse
reso conto del suo errore, fu bandito dal gruppo. Tuttavia, Quynh e
Discord costringono Booker a rompere il suo voto per evitare gli
altri.
Dopo aver appreso da Tuah delle
capacità di Niles, Booker si lascia ferire. Si precipita quindi a
cercare Andy, lasciandole silenziosamente in eredità la sua
immortalità e le sue capacità di guarigione. Sembra che, proprio
come nel film precedente, Booker fosse semplicemente concentrato
sulla ricerca di un modo per sfuggire alla sua esistenza senza
tempo.
In questo modo, Andy sarebbe
riuscita a sopravvivere al suo duello con Discord. Questo
conferisce anche un sottotesto più oscuro alla decisione di Booker
di rimanere indietro e combattere i soldati a costo della sua vita,
poiché sembra che Booker non avesse alcuna intenzione di uscire
vivo da quella battaglia. È un elemento cupo della narrazione che è
silenziosamente straziante.
Perché Quynh perdona Andy e decide
di aiutarla contro Discord – Quynh e Andy passano la maggior parte
del film a litigare, ma si riappacificano nel finale
Il grande filo conduttore emotivo di
The Old Guard 2 è il rapporto di Andy con Quynh,
la sua ex migliore amica, gettata in mare secoli prima. Quando
Quynh viene trovata da Discord e liberata nel mondo, inizialmente è
furiosa perché Andy ha rinunciato a cercarla.
A suo merito, Andy non cerca di
farla uscire dal senso di colpa e si mostra sinceramente affranta
dalla giustificata rabbia di Quyhn. Tuttavia, Quynh non conosce la
piena portata del piano di Discord. Di conseguenza, non è a
conoscenza delle capacità di Niles, il che significa che quando
viene ferita da Niles, le sue capacità di guarigione vengono
annullate e si ritrova sull’orlo della morte.
Andy salva la vita di Quynh e le
cura le ferite, dimostrando alla sua vecchia amica che è ancora
dedita al suo benessere e alla sua sopravvivenza. Questo permette a
Quynh di guarire dalle sue ferite e alla fine decide di collaborare
con Andy per dare la caccia a Discord.
Sebbene Quynh non sembri essere
motivata tanto dal salvare gli altri immortali quanto dal
vendicarsi di Discord per averla lasciata morire, la sua
disponibilità ad abbracciare di nuovo Andy come alleato rappresenta
un grande passo avanti per i personaggi. Li pone come il nucleo di
un potenziale The Old Guard 3.
In che modo il finale annuncia The
Old Guard 3, ci sarà un sequel? – The Old Guard 3 non è attualmente
in fase di sviluppo, ma The Old Guard 2 lo prepara
The Old Guard
2 si conclude con un cliffhanger colossale, con Andy e
Quynh che lavorano insieme mentre si dirigono a dare la caccia a
Discord e salvare i loro alleati. Un sequel seguirebbe
inevitabilmente la coppia mentre dà la caccia ai loro alleati
catturati, impegnati a salvarli dall’esercito di Discord.
Un altro filo conduttore persistente
per The Old Guard 3 è il destino di James Copley,
l’alleato mortale del gruppo. Copley viene visto per l’ultima volta
nel film mentre affronta i soldati di Discord, con il suo destino
rimasto un mistero. Probabilmente si scoprirà che Copley è
sopravvissuto, ma questo lascia il suo ruolo in un sequel in
sospeso.
Sebbene The Old Guard
2 si concluda con un cliffhanger colossale, non c’è un
terzo film attualmente in fase di sviluppo. Considerato il tempo
impiegato dal sequel di The Old Guard del 2020 per vedere
finalmente la luce, potrebbe volerci del tempo prima che il terzo
film entri in produzione, per non parlare della sua uscita. Anche
se il film ricevesse il via libera da Netflix, potrebbe volerci del
tempo prima che la produzione possa iniziare, a causa dei fitti
impegni del cast.
The Sandman - Stagione 2 - foto
di Ed Miller - Cortesia di Netflix
Nel Vol. 1 di The
Sandman – Stagione 2, ora in
streaming su Netflix, Sogno (Tom Sturridge) si
trova di fronte a una scelta difficile che ha un costo elevato.
Trecento anni fa, il fratello di Sogno, Distruzione (Barry
Sloane), abdicò al suo regno e ora l’unica persona che può
rintracciarlo è l’oracolo Orfeo (Ruairi O’Connor),
figlio di Sogno e della musa Calliope (Melissanti
Mahut). Ma Sogno non vede Orfeo dal loro ultimo,
straziante incontro su un’isola inesplorata al largo della costa
greca.
“Penso che la differenza tra
l’ultima volta che Morfeo [vede] suo figlio e l’ultima volta che si
incontrano sia una differenza nella qualità dell’amore”, ha
detto Sturridge a Netflix. “[È] la
comprensione dei suoi fallimenti come padre e il disperato bisogno
di dare a suo figlio l’unica cosa che desidera, a costo
potenzialmente di tutto per lui.” E quindi, come finisce il
loro fatidico incontro?
Perché Orfeo e Sogno si erano
allontanati?
The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di
Netflix
Come rivelato nell’episodio 5, Orfeo
fu ridotto a una testa mozzata dopo che le Sorelle della
Frenesia, una spietata setta del dio greco
Dioniso, lo attaccarono e lo smembrarono. Orfeo si era
ribellato al volere del padre e si era rivolto al pericoloso gruppo
nel disperato tentativo di essere ucciso e riunirsi alla moglie
defunta Euridice (Ella Rumpf) negli Inferi.
In seguito, Orfeo implorò il padre
di porre fine alla sua vita, ma Sogno non riuscì a farlo. Anche
perché agli Eterni è proibito spargere il sangue della famiglia.
Così, Sogno lasciò la cura del figlio a un ordine di sacerdoti
sull’isola e disse a Orfeo che non si sarebbero più incontrati. E
Sogno mantenne la parola data, fino a questo momento.
Ma ora, Sogno deve a suo figlio una
benedizione in cambio del suo aiuto nel localizzare la Distruzione.
Il dono che Orfeo chiede è la sua morte, la pace, finalmente.
“Sogno sa cosa succederà e conosce il prezzo che verrà
pagato“, dice Sturridge. Proprio come nell’ultimo incontro di
Sogno con Orfeo, la loro conversazione è cupa. Questa volta,
tuttavia, Sogno si scusa e ammette persino i suoi fallimenti come
padre.
“È un tipo di tortura
diverso”, spiega Tom Sturridge. “Penso
che la tortura dell’ultima volta che [Sogno] ha visto [Orfeo]
riguardasse più il rimpianto e il veleno che lo perseguita da
quell’incontro, a causa del suo comportamento”. Nel frattempo,
questo incontro riguarda “in definitiva fare qualcosa di bello
e dare a suo figlio la cosa più importante. Ma le conseguenze sono
così enormi che è un grande peso”.
Ruairi O’Connor
osserva che il figlio di Sogno ha un “rapporto piuttosto
complicato con suo padre”. “Questo è davvero merito di Orfeo”,
dice l’attore a Netflix. “Ha preso la decisione di rincorrere
sua moglie, Euridice, e di andare nell’Ade contro il consiglio del
padre. Questo ha significato che sono rimasti separati per 2000
anni, ed è devastante per Orfeo.” Quindi, quando Sogno
ritorna, “mette molto in gioco per consolidare il rapporto e
fare la cosa giusta con suo figlio.”
Dov’è finito Distruzione, e
perché?
The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di
Netflix
Nell’episodio 6, viene rivelato che
Distruzione vive sulla sua isola proprio accanto al tempio di
Orfeo. “Sembra che nostro fratello abbia scelto di vivere
nell’unico posto in cui sapeva che non avrei osato andare”,
dice Sogno nell’episodio.
Sogno e Delirio (Esmé
Creed-Miles) si riuniscono con il fratello, che vive in
una villa soleggiata e appartata con un cane parlante di nome
Barnabas (doppiato da Steve Coogan). Distruzione
non ha alcuna intenzione di tornare nel suo regno, perché non può
più sentirsi responsabile della distruzione di vite, mondi e
universi. A tal fine, ha deciso di andare in un luogo in cui i suoi
fratelli non possono seguirlo.
Prima di andarsene, Distruzione
lascia a Sogno un ultimo potente consiglio: “Ricorda che me ne
sono andato. Ricorda quanto è stato difficile per me andarmene. Ma
l’ho fatto per amore… Per l’umanità. Per questo mondo e per tutti
gli altri… L’amore è l’unica buona ragione per fare qualsiasi
cosa”.
Sogno uccide Orfeo?
The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di
Netflix
Negli ultimi momenti dell’episodio
6, Sogno concede finalmente a suo figlio Orfeo il dono della
morte. “È una cosa enorme”, dice O’Connor. “È
questa cosa che Orfeo insegue da 2000 anni: non esistere. Non è
bello vivere come una testa disincarnata e, a questo punto, penso
che si tratti di sapere il sollievo che otterrà”.
L’attore aggiunge: “Ma deve
anche morire, il che è intrinsecamente molto terrificante e non si
sa cosa accada. È una scena molto oscura e sembra che Dream stia
suggerendo un costo enorme… che cambierà la struttura del
mondo”. L’atto ha un impatto emotivo su Sogno, che torna nel
suo regno e si addolora in privato. È la prima volta nella serie in
cui lo vediamo piangere.
“Ci sono cose per cui non devi
cercare emozioni”, dice Sturridge. “L’uccisione di tuo
figlio è una cosa oscura, inquietante e orrenda e quindi, in un
certo senso, non era qualcosa che richiedeva molta
preparazione”. Ma ora che Sogno ha versato sangue familiare –
nonostante Orfeo glielo abbia chiesto – deve rispondere alle Furie,
le dee greche della vendetta, conosciuti anche come le Eumenidi
(Benevole).
I membri del cast di
Superman, Sara Sampaio e
María Gabriela de Faría, hanno rivelato che una
scena in particolare del film è stata tagliata dopo le reazioni
negative del pubblico dei test screening.
Avevamo sentito che James
Gunn aveva apportato alcune modifiche significative a
Superman
in seguito ai feedback negativi dei test screening (cosa che di
solito accade in qualsiasi film), ora abbiamo alcuni dettagli su
una scena in particolare che coinvolge Ultraman e Krypto.
Parlando con Jakes Takes,
Sara Sampaio (Eve Teschmacher) e María
Gabriela de Faría (l’Ingegnere) hanno rivelato che una
sequenza in cui il potente clone (?) di Superman prende a
pugni il cagnolino dell’Uomo d’Acciaio è stata rimossa dopo quella
che sembra essere stata una reazione piuttosto negativa da parte
del pubblico dei test screening.
Una
clip recente ha confermato che Lex Luthor finisce per rapire
Krypto, ma sembra che sarà l’Ingegnere a domare il segugio…
presumibilmente in modo leggermente meno violento. Qui la
rivelazione della scena tagliata: Ultraman che tira un pungo a
Krypto!
Non sorprende che i fan abbiano
avuto questo tipo di reazione. Krypto sarà anche un super-cane e in
grado di riprendersi dalla maggior parte degli infortuni, ma il
fatto che gli animali vengano feriti in qualsiasi contesto è sempre
motivo di controversie.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Il film sarà al cinema dal 9
luglio distribuito da Warner Bros.
Pictures.
“Superman”, il
primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a
volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da
Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato,
con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.
Produttori esecutivi di
“Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e
Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del
lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della
fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista
Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al
compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy
(“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).
Charlize Theron, Matthias
Schoenaerts e Luca Marinelli in The Old Guard. Foto di AIMEE
SPINKS/NETFLIX.
Il film NetflixThe Old
Guard (qui la recensione) ha subito
diversi cambiamenti significativi nel passaggio dalla pagina allo
schermo. Ideata da Greg Rucka e Leandro
Fernández, la storia è infatti nata come serie a fumetti.
Pubblicata nel 2017, The Old Guard: Opening Fire è stata
edita da Image Comics e ha avuto cinque numeri.
Accolta con favore sia dalla critica che dagli appassionati di
fumetti, Rucka e Fernández hanno poi prodotto un seguito, The
Old Guard: Force Multiplied. Questa serie di cinque numeri si
è poi conclusa a metà luglio 2020 ed è già stata confermata una
terza e ultima serie, The Old Guard: Fade Away.
The Old Guard era
incentrato su un gruppo di immortali. Guidato da Andromache
di Scizia, alias Andy, interpretata da
Charlize Theron, il gruppo ha combattuto per
secoli per l’umanità. Dopo innumerevoli guerre, il film riprende ai
giorni nostri con l’eclettico gruppo che lavora come mercenario.
Nonostante la regola di Andy di non lavorare troppo spesso per lo
stesso cliente, hanno accettato una missione per salvare un gruppo
di bambini rapiti. Sfortunatamente, la missione si rivela una
trappola che espone le loro abilità a Steven
Merrick (Harry Melling), uno spietato
uomo d’affari che cerca di sfruttarli per guadagno economico. La
missione del gruppo di evitare la cattura è ulteriormente
complicata dal tradimento di uno dei loro membri e dall’emergere di
un nuovo immortale: Nile Freeman (KiKi
Layne).
Il film è stato diretto da Gina Prince-Bythewood,
che ha lavorato su una sceneggiatura scritta dallo stesso Rucka. Di
conseguenza, il film è stato un adattamento estremamente fedele al
materiale originale, tanto che gran parte dei dialoghi del fumetto
sono stati riportati alla lettera sullo schermo. Tuttavia,
The Old Guard non è privo di differenze. Molte di
queste sono estremamente minori, come il fatto che Merrick non
fosse affatto il personaggio muscoloso che è sulla carta, le scene
d’azione aggiuntive e il fattore di guarigione che funzionava in
modo diverso. Altre, invece, sono piuttosto sostanziali e
probabilmente avranno un impatto sulla storia futura.
La posta in gioco è aumentata
notevolmente nel terzo atto di The Old Guard,
quando Andy ha improvvisamente perso la sua immortalità. Questo
sviluppo ha avuto diverse funzioni. Innanzitutto, ha aggiunto
ancora più tensione alla battaglia finale del film, con gli altri
immortali che dovevano proteggere attivamente la loro leader dai
colpi di arma da fuoco, eliminando al contempo i soldati nemici. Ha
anche contribuito a ricordare ad Andy quanto la vita sia fragile e
preziosa. Infine, ha portato la protagonista a ricordare che
l’umanità non è poi così male. Ciò è stato rappresentato in modo
particolare nella sua interazione con un gentile sconosciuto, che
l’ha aiutata a medicare una ferita da taglio che Andy aveva subito.
Tuttavia, l’arco narrativo è completamente originale. In entrambi i
volumi della serie a fumetti già pubblicati, l’immortalità di Andy
è rimasta intatta.
La dichiarazione d’amore di Joe a
Nicky
Durante il film, Joe viene preso in
giro da uno degli uomini di Merrick sul fatto che Nicky sia il suo
ragazzo. In risposta, Joe ha risposto che “ragazzo” non è affatto
una descrizione sufficiente di ciò che Nicky è per lui. Questo
momento si è rivelato uno dei più popolari e celebrati di
The Old Guard. È stato anche uno di quelli che lo
stesso Rucka ha insistito per inserire nel film, specificandolo
persino nel suo contratto. Tuttavia, il discorso di Joe era ancora
più ampio sulla pagina e conteneva diversi paragoni poetici, tra
cui il modo in cui “i pensieri stessi di Nicky rendono musicale il
quotidiano”. Pertanto, i fan della scena che successivamente si
avvicineranno al materiale originale rimarranno piacevolmente
sorpresi.
Il passato e le motivazioni di
James Copley
Interpretato da Chiwetel Ejiofor, il personaggio di James
Copley è stato molto più approfondito sullo schermo. Nei fumetti
originali, l’ex agente della CIA è spinto dal reddito senza dubbio
considerevole che gli garantisce il lavoro per Merrick. Nel film,
invece, le sue motivazioni provengono da un luogo molto più
comprensibile. All’inizio del film menziona che sua moglie è morta
di SLA. Sulla scia di quella tragedia, Copley si è impegnato a
risparmiare ad altri un destino simile e il tipo di dolore che ha
provato lui. In entrambe le versioni, alla fine si rende conto dei
propri errori e tradisce Merrick. Il cambiamento nella sua storia
personale, tuttavia, serve anche ad approfondire quella
decisione.
Piuttosto che essere semplicemente
disgustato dai metodi, dall’avidità e dal sadismo palese di
Merrick, nella versione cinematografica Copley è spinto ad aiutare
gli immortali per onorare meglio la memoria di sua moglie. Anche
ciò che accade dopo è diverso dal fumetto. Nelle pagine del
fumetto, Copley riceve clemenza e gli viene concesso di vivere, e
in seguito incrocia nuovamente la strada degli eroi. Nel film,
invece, Andy lo recluta attivamente, in modo da poter usare le sue
conoscenze per coprire le tracce degli immortali in futuro. In
questo modo, probabilmente diventerà una figura più centrale in
futuro. Anche Nile è stata resa più articolata, con l’aggiunta di
un elemento di dolore nella sua storia familiare che alimenta
alcune delle sue decisioni.
Un altro dei cambiamenti più
significativi apportati a The Old Guard riguarda
il personaggio di Quynh (Veronica
Ngo). Nel fumetto, il suo nome è Noriko
ed è di origini giapponesi. Sullo schermo, il personaggio è stato
reso vietnamita e il suo nome è stato modificato di conseguenza.
Questi cambiamenti sono stati apportati proprio grazie alla stessa
Ngo. In un’intervista con Polygon, Rucka ha rivelato che quando Ngo
è stata ufficialmente scelta per il ruolo, ha detto: “Sono
vietnamita, non giapponese”. Prince-Bythewood lo ha quindi
contattato e gli ha chiesto se fosse possibile accogliere questa
richiesta. Rucka è stato felice di onorare e rispettare questo
desiderio. In questo modo, The Old Guard si è
dimostrato ancora più attento alla rappresentazione, evitando la
tendenza tipica di Hollywood di mescolare e abbinare culture
asiatiche.
Anche alcuni elementi del destino
tormentato e acquoso del personaggio sono stati modificati dal
libro allo schermo. Come Noriko, viene semplicemente spazzata via
da un’onda durante una tempesta particolarmente forte. Come Quynh,
il fatto che sia stata sottoposta a secoli di annegamento è più una
scelta consapevole derivante dalla crudeltà e dall’ignoranza
dell’umanità. Dopo che lei e Andy vengono catturati durante i
processi alle streghe in Inghilterra, entrambi vengono giustiziati
in vari modi. Quando inevitabilmente nessuno dei metodi di
esecuzione funziona, viene rinchiusa in una gabbia di ferro e
gettata deliberatamente in mare.
Secondo Rucka nella stessa
intervista, il cambiamento è stato in parte dovuto alla volontà di
evitare la costosa misura di ricreare una tempesta del genere. La
scelta è stata consolidata dall’idea suggerita da Prince-Bythewood
di includere l’immagine della gabbia di ferro. Questo momento si
ricollega ora, sia dal punto di vista narrativo che tonale, al
ritorno di Quynh nella scena prima dei titoli di coda del film, che
è stata anticipata rispetto alla timeline del fumetto. Un altro
sottile cambiamento alla timeline del fumetto è stato apportato da
Andy, che afferma di aver incontrato Quynh prima di Lykon, mentre
nel fumetto era il contrario.
Un altro punto di svolta è arrivato
nel terzo atto di The Old Guard, quando Copley ha
rivelato la profondità della sua ricerca sugli immortali. Sebbene
il gruppo abbia sempre cercato di usare i propri poteri per il
bene, non era mai stato a conoscenza del quadro più ampio che si
stava formando grazie alle loro azioni. Da tutto ciò che Copley
aveva raccolto, tuttavia, hanno appreso che per ogni persona che
avevano salvato c’era stato un effetto a catena che aveva portato
grandi benefici all’umanità nel suo complesso. Questo si
manifestava sotto forma di scoperte mediche, progressi tecnologici
positivi o prevenzione di gravi catastrofi.
La notizia ha spinto Nile a lasciar
andare le sue apprensioni e a unirsi ufficialmente alla squadra
alla fine del film. Inoltre, ha riacceso la fede di Andy e le ha
restituito il senso di scopo. Sebbene la rivelazione sia presente
nella serie a fumetti, essa non arriva fino al secondo volume,
piuttosto che al volume su cui si basa principalmente il film. Di
conseguenza, insieme al ritorno di Quynh, gli spettatori si trovano
ad affrontare una linea temporale molto più accelerata nella
trilogia di film pianificata da Rucka. Questa decisione produrrà
probabilmente un effetto a catena, con ulteriori cambiamenti,
deviazioni ed espansioni della storia che si svilupperanno in modo
esponenziale nei futuri capitoli di The Old
Guard.
I Marvel Studios hanno ufficialmente
pubblicato il primo speciale di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, che include nuove
interviste con il regista Matt Shakman e il
presidente dei Marvel Studios Kevin Feige. Ma non è tutto, perché ci
sono anche molti dietro le quinte (che mostrano i set e le
acrobazie) e frammenti di scene tratte dal film stesso. Tuttavia, è
ciò che non vediamo a causare scalpore.
Vi abbiamo recentemente informato che il nome di John
Malkovich è stato rimosso dalla lista del cast allegata al
materiale stampa di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi. Ora, il nome
dell’attore è scomparso anche dai titoli di coda inclusi alla fine
di questa anteprima, avvalorando le teorie secondo cui non apparirà
più nel reboot. Si vocifera che fosse stato scelto per il ruolo di
Red Ghost; e non è che il suo ruolo sia stato
tenuto segreto, visto che era già apparso nel primo teaser trailer.
Sembra probabile che qualcosa nel suo personaggio non funzionasse,
e il feedback ricevuto durante le proiezioni di prova potrebbe aver
portato alla sua rimozione definitiva.
Red Ghost è un classico cattivo dei
Fantastici Quattro che ha messo le sue Super
Scimmie contro la Prima Famiglia Marvel per dimostrare che il suo
paese, la Russia, era superiore agli Stati Uniti.
Potrebbero esserci altri motivi per
cui non viene accreditato insieme al resto del cast principale, tra
cui Paul Walter Hauser, Natasha
Lyonne e Sarah Niles, tre attori di cui
non abbiamo visto nulla nei trailer (non è stato ancora annunciato
chi interpreteranno, anche se si pensa che Hauser sia l’Uomo
Talpa).
Il film Marvel Studios I
Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima
famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic
(Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile
mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la
forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la
Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus
di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale.
Il film è interpretato anche da
Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne
e Sarah Niles. I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da
Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre
Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive
producer.
La seconda metà di Ironheart porta
gli spettatori a credere che Dormammu stia tirando i fili di
The Hood, cosa che sembra ovvia se si guarda la
storia di Parker Robbins nei fumetti.
Quando Riri Williams
(Dominique
Thorne) chiede al misterioso cattivo di Sacha Baron Cohen se lui sia o meno il villain
di Doctor Strange, lui sorride beffardo e rivela
il suo vero nome: Mefisto. È un momento epocale, e il produttore
esecutivo di Ironheart,
Ryan Coogler, lo ha spiegato in un’intervista a
Variety.
“È buffo, quando ho incontrato
Jon Watts per la prima volta nel 2016, mentre stava lavorando a
‘Spider-Man: Homecoming’, Spider-Man era come se fosse al piano
interrato, come se combattesse sotto i cattivi di strada”, ha
detto a proposito dell’introduzione del diavolo nella storia di
Riri. “Poi, quando arriva ‘No Way Home’, ha a che fare con
Doctor Strange e sta attraversando diverse realtà e cose del
genere.” “Adoro il fatto che non lo incontriamo in ‘WandaVision’ o
‘Agatha [All Along]'”, ha continuato Coogler. “Lo
incontriamo attraverso questo giovane genio nero stressato. Quando
guardi la serie, pensi, ‘Oh, era così che lo avresti sempre
incontrato’. Non sarebbe stato in ‘Loki’. Quello è il truffatore; è
così che lavora. Ecco dove sarà: in una pizzeria a Chicago, tipo,
dove non te lo aspetteresti mai.”
La regista di Ironheart,
Angela Barnes, è accreditata per aver suggerito a
Cohen di interpretare Mefisto, e la produttrice esecutiva
Zoie Nagelhout ha rivelato che i Marvel Studios hanno fatto di tutto
per tenere segreto il casting dell’attore.
“Se era all’aperto, lo
avvolgevamo in teloni e il poveretto doveva camminare due passi
alla volta”, ha ricordato. “Non era permesso a nessuno
tranne la troupe o gli amici della troupe, quindi sceglievamo
comparse che fossero membri della famiglia e imploravamo tutti di
mantenere il segreto. Bisogna fare del proprio meglio.”
Nagelhout ha poi confermato che
“l’idea iniziale” prevedeva che Dormammu fosse il grande
cattivo segreto di Ironheart.
“Se si guarda al cinema, il potere di Parker è riconducibile a
Dormammu, che è anche un personaggio molto epico nell’MCU e con cui
sarebbe stato molto emozionante giocare. Ma mentre lo sviluppavamo,
ci siamo resi conto che Mefisto era più adatto tematicamente al
tema della serie.”
“Immergendosi in queste scene di
ambizione, costi e ciò che si è disposti a rinunciare per ciò che
si desidera, ha offerto un modo interessante e profondo per legare
insieme i percorsi dei personaggi – e in particolare quello di Riri
– quindi è diventato quasi ovvio averlo”, ha aggiunto.
Tornando a Coogler, gli è stato
chiesto se la prossima fase delle storie di Ironheart
e Mefisto potrebbe svolgersi in Black Panther 3 o in una potenziale seconda
stagione. “Non ne so un cazzo“, ha detto ridendo.
“Sono qui per qualsiasi cosa Chinaka ci riserverà; qualsiasi
cosa Kevin ci riserverà, sapete cosa intendo. Credo che il pubblico
apprezzerà quel finale e non vedo l’ora di rivedere quei
personaggi.”
Tutti gli episodi di Ironheart
sono ora disponibili in streaming su Disney+.
Considerata una delle attrici più
talentuose della sua generazione, la sudafricana Charlize
Theron è un concentrato di bellezza e doti attoriali, più
e più volte dimostrate attraverso i numerosi ruoli di rilievo da
lei interpretati. Vincitrice di alcuni tra i premi più ambiti di
Hollywood, la Theron ha costruito una carriera all’insegna della
versatilità, passando con naturalezza di genere in genere, e
affermandosi come una delle celebrità più influenti del mondo del
cinema.
3. Ha vinto il premio
Oscar. Dopo essersi fatta notare tra la fine degli anni
Novanta e i primi del Duemila, l’attrice trova infine il film
capace di cambiare radicalmente la sua carriera. Per il suo
complesso ruolo in Monster, infatti, vince il premio Oscar
come miglior attrice, divenendo la prima sudafricana ad ottenere
tale riconoscimento. La Theron verrà poi nominata altre due volte,
nel 2006 per il film North Country – Storia di Josey, e
nel 2020 per Bombshell – La voce dello scandalo. Ha poi vinto, nel
corso della sua carriera, numerosi altri premi, al Festival di
Berlino, ai Sag Awards, ai Golden Globe, ai Critic’s Choice Awards
e agli MTV Movie Awards.
Charlize Theron in Monster
4. Si è trasformata
radicalmente. Nel film Monster l’attrice
interpreta la serial killer Aileen Wuornos. La sua è stata definita
come una delle interpretazioni migliori di sempre, ma per poter dar
vita al personaggio la Theron si è dovuta sottoporre ad una
difficile trasformazione. Per poter assomigliare alla vera Wuornos,
si è infatti dovuta sottoporre ad estenuanti ore di trucco, il
quale aveva il compito di imbruttirla radicalmente. Si è inoltre
dovuta sottoporre ad una dieta ingrassante, per poter acquisire
circa 15 chili in più, in modo da raggiungere la stazza della
killer.
Charlize Theron in Monster
5. Fu la prima scelta per il
ruolo. Nonostante la difficoltà della parte, numerose
attrici di Hollywood espressero interesse a riguardo. La regista
Patty Jenkins si trovò così a dover considerare
nomi come
Kate Winslet,
Heather Graham e Reese Witherspoon. La sua prima scelta era
però la Theron. La Jenkins raccontò infatti di essere rimasta
particolarmente colpita dalla sua interpretazione in L’avvocato del diavolo, e che sentiva che avrebbe
avuto abbastanza coraggio da accettare una sfida complessa come
quella richiesta dal ruolo. L’attrice ottenne poi la parte, a cui
seguì la gloria.
Charlize Theron è su Instagram
6. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 7,6 milioni di persone.
All’interno di questo la Theron è solita condividere in prevalenza
post relativi al proprio lavoro, tra cui immagini o video
promozionali, come anche numerose curiosità dal set e foto di
backstage. Non mancano però anche immagini relative alla sua
quotidianità, come anche post attinenti a cause sociali da lei
sostenute. Tramite Instagram, infatti, l’attrice promuove anche
l’associazione da lei fondata, la “Charlize Theron Outreach
Proceject”, con cui sostiene la popolazione africana nella lotta
contro l’HIV.
Charlize Theron e la pubblicità per Martini
7. Fu il suo primo
importante lavoro. Nel 1991, all’età di sedici anni,
l’attrice vince il concorso New Model Today, tenutosi a Positano,
in Campania. L’attrice decide a quel punto di trasferirsi a Milano,
per intraprendere una carriera come modella. Il suo primo lavoro
importante sarà quello per il marchio Martini. La nota azienda la
scelse infatti, nel 1993, per partecipare ad un nuovo spot
pubblicitario. Questo viene girato a Santa Margherita Ligure, e
permise all’attrice di ottenere un successo internazionale.
8. Non si è mai
sposata. L’attrice, da sempre piuttosto riservata riguardo
la propria vita privata, ha in più occasioni ammesso di non avere
particolari problemi con il fatto di essere attualmente single. Al
contrario, ha di recente affermato di preferire tale stato rispetto
all’avere una relazione con cui rischia di non poter esprimere sé
stessa. In passato ha però avuto relazioni con il cantante
Stephan Jenkins, con l’attore irlandese
Stuart Townsend, conosciuto sul set del film
Trapped nel 2002, e il premio OscarSean
Penn, con cui ha avuto una relazione dal 2013 al
2015.
I figli di Charlize Theron
9. Ha adottato due
bambini. Non aver trovato un uomo con cui condividere il
proprio amore non le ha però impedito di riversarlo altrove.
L’attrice ha infatti adottato nel 2012 e nel 2015 due bambini
africani, da lei considerati la sua fonte di gioia più grande. La
Theron era da sempre stata interessata all’idea dell’adozione,
desiderando dare una casa e una vita migliore ai bambini rimasti
orfani. Di recente, ha raccontato di come uno dei suoi figli le
abbia chiesto come mai non abbia una relazione stabile, e l’attrice
si è trovata a rispondere di avere una relazione con sé stessa.
L’età e l’altezza di Charlize Theron
1o. Charlize Theron è nata a
Benoni, in Sud Africa, il 7 agosto 1975. L’attrice è alta
complessivamente 177 centimetri.
Il Nibbio trionfa alla 65esima
edizione dei Globi d’oro 2025 conquistando il prestigioso premio
assegnato dalla Associazione della Stampa estera in Italia, per il
Miglior Film e per il Miglior
Attore, con le seguenti motivazioni:
PREMIO GLOBO D’ORO 2025 –
Miglior film:
“Portare sul grande schermo vicende
scritte dalla vita reale non è mai un compito facile e lo è ancora
meno quando appartengono al passato recente e sono rimaste impresse
nella memoria collettiva.
Fu il 4 marzo 2005 quando Nicola
Calipari, militare e agente segreto, perse la sua vita in missione.
Esattamente vent’anni dopo, il lungometraggio realizzato da
Alessandro Tonda racconta la sua ultima missione al Cinema.”
“La generosità di un uomo perbene,
dedito al lavoro fino all’estremo sacrificio, tratteggiata con
delicatezza e rispetto, grazie all’interpretazione di un artista
sensibile come Claudio Santamaria, che ha usato ogni sua
emozione, arrivando dritto al cuore dello spettatore.”
I premi confermano come “Il Nibbio”
sia un’opera che ha saputo catturare l’attenzione della critica e
del pubblico, grazie alla sua narrazione puntuale, alla regia di
Alessandro Tonda e all’interpretazione intensa di Claudio
Santamaria, che ha portato sugli schermi l’umanità e la lucida
capacità d’azione Claudio Calipari, l’Alto Dirigente
del SISMI, che sacrificò la propria vita per salvare quella della
giornalista de “il manifesto”, Giuliana Sgrena.
“Siamo molto orgogliosi del
riconoscimento della stampa internazionale – commenta
Guglielmo Marchetti, Presidente di Notorious Pictures – .
Ottenere due Globi d’oro per Il Nibbio consacra lo straordinario
lavoro fatto da tutta la produzione e valorizza l’attenzione che
c’è stata da parte di tutte le istituzioni nel supportare un film
dedicato alla memoria di un grande uomo che ha servito lo Stato
italiano. Dedichiamo questi riconoscimenti a Rosa Villecco Calipari
e ai figli Silvia e Filippo.”
Uscito in sala lo scorso 5 marzo
distribuito da Notorious Pictures, diretto da Alessandro Tonda ed
interpretato da Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco e Anna
Ferzetti – nei panni di Giuliana Sgrena e di Rosa Calipari – Il
Nibbioè una coproduzione italo belga Notorious Pictures con
Rai Cinema e Tarantula, in collaborazione con Netflix e Alkon Communications ed il supporto del
fondo regionale Wallimages, con la speciale collaborazione della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il supporto dell’Agenzia
Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE), della Polizia di Stato, la
Prefettura di Roma, Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale Ambasciata italiana in Marocco e con
MedOr Leonardo Foundation come partner culturale. Il film è stato
sostenuto anche dal Centre Cinematographique Marocain e dall’
Ambasciata del Regno del Marocco in Italia.
Il Nibbio racconta i
ventotto giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo del 2005,
quando Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, sacrificò la
propria vita per salvare quella della giornalista de “il manifesto”
Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica.
Calipari ha avuto un suo ruolo cruciale nelle operazioni in Iraq
nei primi anni Duemila per salvaguardare la vita umana e mantenere
la pace. Il suo omicidio è ancora irrisolto.
Il co-CEO dei DC Studios,
James Gunn, ha confermato che la Trinità della DC,
Superman, Batman e Wonder
Woman, si uniranno a un certo punto nel DCU, ma non nel prossimo film.
Superman
di James
Gunn segna l’introduzione a un nuovo universo
condiviso della DC Comics, e tutto inizia con la nostra ultima
interpretazione cinematografica dell’Uomo d’Acciaio. Il DCU vedrà
anche il debutto di un nuovo Batman in The
Brave and the Bold, e Gunn ha recentemente rivelato che è
attualmente in fase di scrittura un film su Wonder
Woman.
Probabilmente è superfluo dire che
il piano è quello di unire questi personaggi iconici a un certo
punto, e Gunn ha ora confermato che vedremo la Trinità
della DC condividere lo schermo nel DCU, ma “non nel
prossimo film“.
Per il prossimo film, presumiamo che
Gunn si riferisca al sequel di Superman che ha
menzionato in precedenti interviste. Il regista ha indicato che non
sarà un sequel diretto, il che ha portato a ipotizzare che potrebbe
essere un film Batman/Superman in stile World’s Finest.
Qualunque sia il piano, non sembra
che Diana sarà coinvolta, quindi questo team-up della
Trinità della DC è probabilmente ancora piuttosto
lontano. Resta ovviamente da vedere se accadrà in un altro progetto
prima di arrivare all’inevitabile reboot di Justice League.
In un’intervista separata, Gunn ha
suggerito che potremmo anche assistere al debutto nel DCU di
Helena Wayne, alias Cacciatrice,
ovvero la figlia di Batman e Catwoman, anche se presumiamo che
questo sia molto, molto lontano.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Il film sarà al cinema dal 9
luglio distribuito da Warner Bros.
Pictures.
“Superman”, il
primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a
volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da
Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato,
con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.
Produttori esecutivi di
“Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e
Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del
lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della
fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista
Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al
compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy
(“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).
Sono stati rivelati possibili
dettagli della trama di Spider-Man: Brand New Day,
che a quanto pare gettano un po’ di luce sulla collaborazione tra
l’arrampicasi e The Punisher e su come Hulk vi prenderà parte.
Dopo mesi di una raffica
apparentemente infinita di indiscrezioni su
Spider-Man: Brand New Day, il film sembra finalmente
prendere forma. Il Peter Parker di Tom Holland sarà affiancato dal Punisher di
Jon Bernthal, mentre tutti gli indizi indicano
che Hulk verrà inserito nella storia. Cosa unirà questo esplosivo
mix di personaggi resta da vedere, e ci aspettiamo ancora che i
Marvel Studios ingaggino almeno uno
o due nuovi cattivi con cui Spider-Man dovrà combattere.
Daniel Richtman si
è dimostrato una fonte semi-affidabile di informazioni su
Spider-Man: Brand New Day, e ora afferma di
“aver confermato che almeno una parte del film vedrà Spider-Man
e il Punitore allearsi per combattere l’Hulk Selvaggio”.
Spider-Man e il Punitore contro
Hulk? Questo è il sogno, e uno scontro che i fan avrebbero solo
potuto sognare di vedere sullo schermo dieci anni fa, quando
abbiamo iniziato a sentire voci sull’ingresso del lancia-ragnatele
nell’MCU.
L’Hulk che diventa “Selvaggio”
potrebbe essere di buon auspicio per quello che vedremo dal Gigante
di Giada in Avengers: Doomsday. Tuttavia, non
saremmo nemmeno sorpresi se tornasse in modalità Smart Hulk, dato
che i Russo hanno lavorato così tanto con quella particolare
iterazione dell’alter ego più arrabbiato di Bruce Banner.
Tornando a Spider-Man: Brand
New Day, nulla lascia intendere che Daredevil si unirà a
Spidey e The Punisher. I Marvel Studios devono essere consapevoli
di quanto i fan siano ansiosi di vedere l’Uomo Senza Paura in
azione, quindi speriamo che Kevin Feige abbia intenzione di
sorprenderci.
Ci sono poi anche voci secondo cui
il film presenterà una guerra tra bande e che qualcuno scatenerà il
Selvaggio Hulk per distrarre o eliminare gli eroi… il che ci
ricorda molto Mister Negativo. Staremo a vedere quanto di queste
storie che circolano saranno confermate dal film.
Di certo c’è
che Spider-Man: Brand New Day condivide il
titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo
inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e
rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha
dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da
un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry
Osborn.
Spider-Man: Brand New
Day è stato recentemente posticipato di una settimana dal
24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel
Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda
dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una
sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include
anche Zendaya, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas
e Jon Bernthal. Michael Mando è
stato confermato mentre per ora sono solo rumors il coinvolgimento
di Steven Yeun, Charlie
Cox e di Mark Ruffalo.
Spider-Man: Brand New
Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.
La trilogia sequel di
Star
Wars non ha avuto molti sostenitori al momento della
propria uscita e anche a qualche anni di distanza soprattutto i
capitoli otto e nove sembrano essere i meno graditi dell’intero
franchise. Tuttavia sono film che hanno fatto molto discutere e non
sorprende che
Mark Hamill, insostituibile Luke Skywalker, continui a
essere interrogato in merito alla sorte di Luke in quei film.
Nel corso di un’intervista,
Mark Hamill ha raccontato la backstory che lui stesso
aveva pensato per Luke, per giustificare il suo allontanamento dal
credo Jedi e spiegare la sua posizione nella trilogia sequel. In
Star Wars: Gli Ultimi Jedi, abbiamo visto che Luke,
spaventato dall’oscurità che ha visto in Ben Solo, suo nipote, e
incapace di tenerlo dalla parte Chiara della Forza, perde le
speranze e demolisce la sua scuola per Jedi.
Nell’idea di Mark Hamill questa non
era una giustificazione adeguata, tanto che aveva pensato per il
personaggio degli eventi molto diversi che guardavano anche
all’attualità: Luke incontra una donna, si innamora e ha un
bambino; il bambino però rimane ucciso in un incidente con la spada
laser e questo evento tragico spinge la donna a suicidarsi. Secondo
Mark Hamill sono un dolore simile avrebbe potuto allontanare Luke
dalla fede Jedi, portando al film anche una riflessione sul
contemporaneo, dal momento che sono frequenti purtroppo le notizie
di bambini che rimangono feriti o peggio in incidenti domestici, in
quelle case statunitensi in cui ci sono delle armi.
L’idea è stata poi bocciata da Rian,
forse per mancanza di tempo, ma poteva essere una finestra polemica
sulla contemporaneità da parte di un franchise che grosso modo è
sempre rimasto impermeabile al mondo reale (a parte la grande
rappresentazione della Resistenza, sempre valida in ogni epoca e
cultura).
Con le riprese di Emily in Paris Stagione 5 attualmente in corso
in Francia, Netflix ha aggiunto un paio di nuovi nomi al cast
della sua serie di successo.
Bryan Greenberg,
noto per “How to Make it in LA” e “The Mindy Project” e
recentemente visto in “Suits LA”, si è unito alla festa parigina in
corso e interpreterà Jake, un americano che vive nella capitale
francese. Nel frattempo, Michèle Laroque, nota
attrice e comica francese candidata al César e nota per film come
“Ma vie en Rose”, “Brillantissime” e “The Closet”, interpreterà
Yvette, una vecchia amica di Sylvie Grateau.
Greenberg e Laroque si uniscono alla
new entry di Emily in Paris Stagione 5Minnie
Driver, che è stata scelta a maggio per interpretare la
principessa reale Jane.
Dettagli della trama di Emily In
Paris – Stagione 5
Emily si trasferisce a Roma
nella stagione 5
Aggiungete Marcello al mix e
il triangolo amoroso si trasforma in qualcosa di molto più
complesso nella stagione 5 di Emily in Paris.
Sebbene Emily in Paris non
abbia mai evitato finali scioccanti, la conclusione della
seconda parte della stagione 4 potrebbe avere l’impatto più
profondo sul futuro della serie fino ad ora. Alla ricerca di
nuove opportunità di lavoro e del suo nuovo amore Marcello,
Emily decide di trasferirsi da Parigi a Roma. È già stato
confermato che la quinta stagione farà il salto a Roma, e questo
potrebbe offrire alla storia la possibilità di ricominciare da
capo. Ciò consentirà anche di concentrarsi maggiormente sulla vita
professionale di Emily, poiché l’apertura dell’ufficio di Roma
rappresenta un grande passo avanti per la sua carriera.
Tuttavia, Darren Star ha confermato
che, sebbene Emily trascorrerà parte del suo tempo a Roma, l’intera
serie non lascerà Parigi. In un’intervista con Deadline, Starr ha
dichiarato:
Non ha cambiato il suo nome su
Instagram in Emily in Rome. Lavora a Roma solo occasionalmente.
L’azienda di Sylvie ha un ufficio a Roma. Emily sta mettendo in
piedi il tutto. Non credo necessariamente che questo significhi un
trasferimento permanente a Roma, nella mia mente non lo è
sicuramente. Non lasceremo Parigi”.
Tuttavia, Emily e Gabriel hanno
continuato il loro tira e molla fino alla conclusione della quarta
stagione, e questo significa che probabilmente lui la seguirà
anche oltre i confini internazionali. Nella stessa intervista, Star
rivela che lo chef potrebbe pensare di aver commesso un grave
errore:
Penso che Gabriel abbia capito che
non vuole lasciar andare Emily così facilmente e che potrebbe aver
commesso un grave errore. Hanno sicuramente litigato molto e hanno
avuto un periodo di riflessione. Ma penso che alla fine della
stagione lui abbia capito che c’è qualcosa che non vuole perdere di
Emily. Non so cosa significhi. Non significa necessariamente che
torneranno insieme immediatamente o che lo faranno mai. Non lo so,
ma penso che lui senta che c’è qualcosa in sospeso tra loro.
Per quanto riguarda Gabriel, la sua
ricerca della stella Michelin è stata un successo, ma il suo
desiderio per Emily potrebbe mettere a rischio la sua carriera,
dato che ha scelto l’amore invece del lavoro. Con Alfie promosso a
personaggio fisso nella quinta stagione, potrebbe avere un ruolo
molto più importante nella vita sentimentale di Emily. Aggiungete
Marcello al mix e il triangolo amoroso si trasforma in qualcosa di
molto più complesso nella quinta stagione di Emily in
Paris.
Le riprese della quinta e ultima
stagione di The
Boys sono ufficialmente terminate. L’ideatore della
serie Eric Kripke ne ha dato l’annuncio
condividendo su Instagram un tributo con una
foto di se stesso nella sala conferenze dei Sette alla Vought
Tower, mentre guarda il murale di Homelander (Antony
Starr) sul soffitto, salutando così il set
dell’adattamento televisivo del fumetto per Prime Video.
“Questa è l’ultima volta che
sarò su questo set. Presto verrà smantellato”, ha scritto nel
post. “È un momento agrodolce, ma la mia sensazione principale
è di gratitudine. Abbiamo il miglior cast, la migliore troupe, la
storia più divertente da scrivere e qualcosa di impossibile da
prevedere: il tempismo giusto. Se sei fortunato, aspetti tutta la
tua carriera per avere forse due di queste cose. Noi le abbiamo
avute tutte“.
Kripke ha continuato: “Alla
famiglia di #TheBoys: grazie, vi voglio bene. Ai fan: grazie per
averci seguito, non vedo l’ora che vediate il gran finale. È
tutto”. Nel 2020, Kripke aveva dichiarato che la sua “idea di
massima” per The Boys era di “circa cinque
stagioni”, pur riconoscendo che la sua precedente serie
Supernatural era arrivata a 15. “Ma so anche che è
meglio non dire quante stagioni avrà una serie”, aveva detto
all’epoca. Promessa mantenuta dunque, ora non resta che poter
vedere un primo teaser della nuova e ultima stagione.
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures. E’ disponibile su Prime Video.
Prosegue il programma di
appuntamenti della 14ª edizione di Ciné con convention,
presentazioni con registi e attori, talk, proiezioni e appuntamenti
speciali con i protagonisti del cinema italiano.
Il programma della giornata è
ricchissimo, con numerosi ospiti sul palco delle convention. Con
Medusa Film (ore 9.45) saranno presenti
Diego Abatantuono e Geppi
Cucciari per La vita così, il nuovo film di
Riccardo Milani che saluterà il pubblico della
convention in collegamento insieme a Virginia
Raffaele e Aldo Baglio; la mattinata
proseguirà poi con The Walt Disney Company (ore
11.30), e le presentazioni dei listini Fandango
(ore 12.30) e Officine UBU (ore 13.00).
Il pomeriggio le convention
riprenderanno con Vision Distribution (ore 16.00)
e in un ricchissimo parterre di presenze con Andrea Di
Stefano, Pierfrancesco Favino e Tiziano
Menichelli per Il Maestro, Paolo
Virzì e Valerio Mastandrea per Cinque
secondi, Michele Riondino per il nuovo film
di Paolo StrippoliLa valle dei sorrisi,
Massimiliano Bruno con Edoardo
Leo per 2 cuori e 2 capanne; e in chiusura di
giornata Adler Entertainment (ore 17.30).
PREMIO ANICA 80
Serata di premiazioni a Ciné, che
ospita la cerimonia del Premio Anica 80, nato nel
2024 per celebrare gli 80 anni dalla fondazione dell’Associazione, al fine di
valorizzare il successo commerciale delle opere prime, dando
visibilità a nuove voci del cinema italiano. Sul palco di Ciné in
Città, nella bellissima arena sotto le stelle di Piazzale
Ceccarini, saranno premiati tre giovani talenti acclamati per le
loro opere prime (ore 21.00): Gloria! di
Margherita Vicario, La vita da grandi di
Greta Scarano e L’ultima settimana di
settembre di Gianni De Blasi.
Ricchissimo il parterre di ospiti
attesi sul palco per la serata, nel corso della quale oltre ai
registi saranno premiati anche produttori, distributori,
attori e attrici protagonisti, tra cui Margherita Vicario e Paolo
Rossi per Gloria!, Yuri Tuci per La vita da
grandi e Gianni De Blasi con Diego Abatantuono e Guendalina
Losito per L’ultima settimana di settembre.
Nel corso della serata, ANICA
assegnerà anche il Premio ANICA Mina Larocca, a
una manager o imprenditrice del settore cinematografico,
audiovisivo e digitale, per il suo contributo professionale e umano
all’industria, e il Premio Speciale ANICA 80 “Dalla Pagina
al Grande Schermo” a Roberto Proia per la
sceneggiatura del film Il ragazzo dai pantaloni
rosa. La serata di concluderà con la proiezione di
Gloria!.
CONVEGNI & PANEL
Tra gli appuntamenti della giornata
anche il talk a cura di Unione Editori e Creators Digitali ANICA
dal titolo Content Creators e cinema: un’alleanza
strategica (ore 14.45, sala Polissena) moderato da
Piera Detassis, (Editor at Large Cinema &
Entertainment Hearst Italia e Presidente e Direttore Artistico
dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello), con
interventi di Valentina Barbieri (Content Creator e Attrice),
Alessandro Grespan (Direttore Artistico e Regista The Jackal) e
Antonio Mascoli (Content Creator). Ad aprire i lavori Alessandro
Usai (Presidente ANICA), Luigi Lonigro, (Presidente Unione Editori
e Distributori Cinematografici ANICA), e Carlo Rodomonti
(Presidente Unione Editori e Creators Digitali ANICA).
LE ANTEPRIME
Nel programma di Ciné in Città
aperto al pubblico anche l’anteprima di Quir – A
Palermo Love Story (ore 21.30, Cinepalace),
documentario di Nicola Bellucci a settembre in sala con Wanted
Cinema, su una pelletteria gestita da una coppia queer, divenuta
rifugio e simbolo di lotta per la comunità LGBTQI+ contro la
cultura patriarcale siciliana.
Basato su “One-Punch Man” di
ONE e Yusuke Murata (serializzato
su “Tonarino Young Jump” di SHUEISHA), la serie torna per una terza
stagione attesa da tempo programmata per questo
autunno. In Europa, Medio Oriente ed Africa
“One-Punch Man”Stagione 3 sarà
disponibile in streaming su Crunchyroll. A breve arriveranno nuove
informazioni.
Prodotta da
J.C.STAFF, One-Punch Man Stagione 3 ritrova
Tomohiro Suzukiper la series composition e
Chikashi Kubota, Ryōsuke
Shirakawa e Shinjiro Kuroda come
character designer con. Le musiche sono firmate sempre da
Makoto Miyazaki.
One-Punch Man Stagione
3 Sinossi Ufficiale
Saitama è un eroe che è diventato
tale solo per divertimento. Dopo tre anni di “allenamento
speciale”, è diventato così forte da essere praticamente
invincibile. Anzi, è troppo forte: persino i suoi avversari più
forti vengono eliminati con un solo pugno. Insieme a Genos, il suo
fedele discepolo, Saitama svolge le sue funzioni ufficiali di eroe
come membro dell’Associazione degli Eroi. Un giorno, dei mostri che
affermano di appartenere all’Associazione Esseri Misteriosi
appaiono all’improvviso e prendono in ostaggio un bambino
dell’Associazione degli Eroi. Gli eroi di Classe S si riuniscono e
pianificano un’incursione nel nascondiglio dell’Associazione Esseri
Misteriosi per salvare l’ostaggio. Nel frattempo, Garou, un “mostro
umano” che è stato preso dall’Associazione Esseri Misteriosi
durante una battaglia con gli eroi, si risveglia nel nascondiglio
dell’Associazione Esseri Misteriosi.
Shamier Anderson in “Invasion”,
disponibile dal 22 agosto 2025 su Apple TV+.
Apple TV+
ha svelato il teaser trailer e le prime immagini della terza
stagione di Invasion, la serie di fantascienza ideata dal
produttore Simon Kinberg, candidato all’Oscar® e
due volte nominato agli Emmy (“X-Men“,
“Deadpool”, “Sopravvissuto
– The Martian“) e da David Weil (“Hunters”).
La terza stagione farà il suo debutto il 22 agosto su Apple
TV+ con il primo episodio dei 10 totali, seguito da un nuovo
episodio ogni venerdì fino al 24 ottobre.
Invasion segue
un’invasione aliena attraverso diverse prospettive da più parti del
mondo. Nella terza stagione queste prospettive si scontrano per la
prima volta, quando i personaggi principali vengono riuniti in una
pericolosa missione per infiltrarsi nella nave madre aliena. Gli
alieni più potenti sono finalmente emersi, diffondendo rapidamente
i loro tentacoli letali in tutto il pianeta. Ci vorrà la
collaborazione di tutti i nostri eroi, che dovranno usare tutta la
propria esperienza e competenza per salvare la specie umana. Si
formano nuove relazioni, quelle vecchie vengono messe alla prova e
persino distrutte, mentre i nostri coraggiosi protagonisti dovranno
diventare una squadra unita prima che sia troppo tardi.
La terza stagione di Invasion vede il ritorno dei membri principali
del cast Golshifteh Farahani, Shioli Kutsuna, Shamier Anderson,
India Brown, Shane Zaza, Enver Gjokaj e l’introduzione di una nuova
protagonista fissa, Erika Alexander.
“Invasion” è stata creata da
Kinberg e Weil, che sono anche produttori esecutivi insieme ad
Audrey Chon, David Witz, Alik Sakharov, Dan Dietz, Katie O’Connell
Marsh e Nick Nantell.
Dopo il debutto della seconda
stagione, “Invasion” è stata lodata per aver “alzato la posta in
gioco” in ogni stagione, offrendo un “mélange di intrighi, sviluppo
dei personaggi e un ritmo che brucia a fuoco lento”, oltre a una
fotografia esperta che “cattura la bellezza e l’inquietudine” di
un’invasione aliena. La prima e la seconda stagione di “Invasion”
sono disponibili su Apple TV+.
Disney+ ha diffuso il trailer ufficiale e la key art della
serie originale Washington Black,
basata sull’omonimo romanzo bestseller e interpretata da
Sterling K. Brown, che ne è anche executive
producer. La serie debutterà con tutti gli otto episodi mercoledì 23 luglio su Disney+ a livello internazionale e su
Hulu negli Stati Uniti.
Washington Black segue
l’odissea ottocentesca di George Washington “Wash” Black, un
ragazzino di undici anni nato in una piantagione di canna da
zucchero delle Barbados, che grazie alla sua prodigiosa mente
scientifica si incammina verso un inaspettato destino. Quando uno
straziante incidente lo costringe alla fuga, Wash si ritrova
coinvolto in un’avventura in giro per il mondo che mette in
discussione e trasforma la sua idea di famiglia, libertà e amore.
Affrontando terre inesplorate e ostacoli insormontabili, Wash trova
il coraggio di immaginare un futuro oltre i confini della società
in cui è nato.
La serie è interpretata da Ernest
Kingsley Jr., Rupert Graves, Iola Evans, Edward Bluemel, Sharon
Duncan-Brewster, Eddie Karanja, Tom Ellis e Sterling K. Brown.
Washington Black è prodotta
da 20th Television Production in associazione con Indian Meadows
Productions e The Gotham Group e vede come executive producer
Selwyn Seyfu Hinds, Kimberly Ann Harrison, Sterling K. Brown, Ellen
Goldsmith-Vein, Wanuri Kahiu, Mo Marable, Rob Seidenglanz, Jeremy
Bell, Lindsay Williams, D.J. Goldberg, Jennifer Johnson e Anthony
Hemingway. Hinds e Harrison sono anche showrunner. Esi Edugyan è
co-produttore.
Un efficace sistema di parental
control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla
“Modalità Junior” già presente sulla piattaforma, gli abbonati
possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un
pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per
garantire massima tranquillità ai genitori.
Chad Stahelski
dirigerà il film per Amazon MGM Studios e United Artists (UA), la
cui direzione è affidata all’ex direttore cinematografico di
Netflix Scott Stuber. Il film uscirà nelle
sale. Michael Finch sta scrivendo la
sceneggiatura, basata sull’omonimo classico cult degli anni
’80.
Scott Stuber e Nick Nesbitt di UA
produrranno il film insieme a Neal H. Moritz, 87Eleven
Entertainment, la casa di produzione di Stahelski, Josh Davis di
Davis Panzer Productions e Louise Rosner. UA si è assicurata tutti
i diritti dell’originale del 1986, con la possibilità di sviluppare
anche una nuova serie. Il film è stato sviluppato da Lionsgate.
Marisa Abela ha
recentemente vinto un BAFTA TV Award 2025 per la sua
interpretazione nella terza stagione dell’acclamata serie
drammatica sul mondo bancario “Industry”. Questo film segue la sua
interpretazione al fianco di Michael Fassbender e
Cate Blanchett nel thriller di
spionaggio di Steven Soderbergh, “Black
Bag“. Abela ha precedentemente interpretato Amy Winehouse
nel film biografico “Back to Black“, che le è
valso una nomination al BAFTA EE Rising Star Award.
L’originale “Highlander“,
con Christopher Lambert e Sean
Connery, racconta il culmine di un’antica battaglia tra
guerrieri immortali, che si dipana attraverso intrecci narrativi
tra passato e presente. Dopo aver guadagnato una popolarità sempre
maggiore sin dalla sua uscita, il film ha generato diversi sequel,
una serie TV e una fanbase duratura. Diretto da Russell Mulcahy, il
film è stato prodotto da Peter S. Davis e William N. Panzer.
A dieci anni dal suo
ultimo film, il pluripremiato regista JoshuaOppenheimer torna a farci specchiare negli
abissi dell’umanità, mettendo da parte la forma del documentario a
cui ci aveva abituati (e che lo aveva portato alla candidatura agli
Oscar per The Act of Killing e The Look of Silence) e esordendo nel cinema di finzione
con un potente, disturbante, visivamente straordinario, omaggio
all’epoca d’oro di Hollywood, The End.
Presentato, dopo tre anni
di gestazione, al 51° Telluride Film Festival e distribuito negli
Stati Uniti il 6 dicembre 2024, arriverà finalmente il prossimo 3
luglio anche nelle sale italiane, un musical post-apocalittico,
prodotto dallo stesso Oppenheimer (che lo ha diretto e
co-sceneggiato insieme a Rasmus Heisterberg) Signe
Byrge Sørensen e dalla star Tilda Swinton. Oltre a quella dell’attrice
britannica, la pellicola vede anche la partecipazione di George
MacKay, Moses Ingram, Bronagh Gallagher, Tim McInnerny, Lennie
James e Michael Shannon.
Nella distopia
sotterranea di The End
Il mondo è finito. Ma l’umanità,
forse, no. In un bunker sotterraneo riarredato come una casa di
lusso, vivono e sopravvivono Madre (il premio Oscar Tilda
Swinton), Padre (il candidato all’Oscar
Michael
Shannon) e Figlio (George MacKay) e cercano di
mantenere la speranza e un senso di normalità aggrappandosi a
piccoli rituali quotidiani. Ma l’arrivo di una ragazza dall’esterno
(Moses Ingram) incrinerà il delicato equilibrio di
questo apparente idillio familiare.
Pochi contro tutti
Figli di un cambio di millennio, ci
accodiamo alle ataviche paure di cambiamento, facendo il nostro
gioco nel ciclo di morte e rinascita che trova nell’apocalisse il
suo apice supremo. E ogni giorno spegniamo i notiziari ripetendoci,
come Hubert, “Fin qui tutto bene, fin qui tutto bene.” contenti di
aver rimandato la fine chissà ancora per quanto. Ma cosa faremo
quando arriverà il momento? Fuggiremo? Ci arrenderemo
all’inevitabile? Reagiremo collettivamente o proveremo solo a
metterci in salvo insieme ai nostri cari? L’Apocalisse sarà una
livella? Ci donerà le stesse possibilità delle persone che guidano
il mondo, o oligarchi, presidenti, proprietari di social e magnati
dell’industria aerospaziale, avranno accesso a possibilità
illimitate? Queste sono le domande che suscita The End nello
spettatore.
Con Act of Killing e The
Look of Silence, Oppenheimer ci aveva già mostrato come in
Indonesia, gli
autori di genocidi governavano, impuniti. A questi sarebbe dovuto
seguire un terzo film sui miliardari che sono saliti al potere
grazie alla distruzione di milioni di vite, ma dopo il successo dei
suoi precedenti lavori, il regista non è più riuscito a tornare in
sicurezza in Indonesia.
Ha comunque continuato a immaginare
un progetto su uno specifico gruppo di oligarchi che aveva
incontrato, magnati del petrolio, politicamente potenti e
responsabili di gravi violenze politiche, che gli avevano mostrato
un bunker di lusso che stavano costruendo con l’obiettivo di
rifugiarcisi in
caso di un cataclisma causato dall’uomo. All’interno c’erano un
caveau d’arte e una cantina di vini, una piscina e persino
dei giardini.
L’Apocalisse è un
musical intimo e universale
La visione scosse il regista che per
riprendersi, racconta che una volta tornato a casa dovette
riguardare uno dei suoi film preferiti, il musical Les
Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy.
L’accostamento tra l’ottimismo
sfrenato del musical e il nichilismo spietato degli oligarchi fece
scattare la scintilla di un racconto che, partendo da un’apocalisse
climatica, anzi, vent’anni dopo l’apocalisse climatica, gli avrebbe
permesso di parlare di dubbi, sensi di colpa e menzogne. Di
negazione e illusione, di fantasie e di tutte le false speranze che
ci permettono di alleviare i nostri rimpianti, in un inno accorato
sull’accettazione di sé, sull’amore, sulla capacità di cambiare e
su tutto ciò che ci rende umani.
È il musical che rende questa storia
universale perché quando i personaggi iniziano a cantare,
l’orchestra – condotta mirabilmente dal compositore Joshua
Schmidt per i testi dello stesso Oppenheimer – li accompagna e
in questo modo le loro emozioni private diventano l’espressione di
un sentimento collettivo. E grazie al coro, quello che inizialmente
è magari solo un momento intimo tra due innamorati, si trasforma
magicamente in una occasione di riflessione condivisa.
Il demone dell’autoinganno
Con i suoi 148 minuti, The
End pone lo spettatore di fronte a quella che è forse la
domanda più difficile a cui rispondere: cosa rimane di noi quando
mentiamo a noi stessi riguardo ai nostri sogni e ai nostri desideri
più inconsci? È questo il demone che logora Madre, Padre e i pochi
sopravvissuti. Lo stesso demone da cui vogliono salvare, senza
riuscirci, Figlio. Perché, come dice lo stesso Oppenheimer:
“Quello che volevo era esplorare la logica conclusione di questo
autoinganno: una famiglia rintanata in un bunker anni dopo che
tutti gli altri sono morti, godendo di ogni confort, un ultimo
barlume di coscienza umana circondata dagli artefatti di una specie
scomparsa, ripetendosi disperatamente di essere felici e di star
bene, e che quindi sia tutto a posto. È un ottimismo che nasce
dalla paura. Spaventati dall’affrontare le proprie colpe, i
personaggi temono il cambiamento, perché per cambiare dovrebbero
riconoscere i propri errori e accettare il proprio passato. Finché
non riusciranno a farlo, saranno condannati a mentire a loro
stessi, persino nei loro pensieri più privati.”
Il cielo in una miniera di
sale
Il film si svolge interamente in
un’unica unità di luogo, le spettacolari miniere di sale di
Petralia Soprana, in Sicilia. In quel sito risalente a milioni di
anni fa (in cui è stato allestito il MACSS – Museo di
Arte Contemporanea Sotto Sale, unico museo di arte contemporanea al
mondo ospitato in una miniera di salgemma attiva), Joshua
Oppenheimer e la scenografa Jette Lehmann (Melancholia)
hanno lavorato spinti da un unico obiettivo: supplire alla mancanza
di cielo e della luminosità delle finestre per far dimenticare al
pubblico di trovarsi sempre all’interno di un bunker. Per questo
l’ambiente in cui vivono Padre, Madre, Figlio e i loro pochi amici
è una casa spaziosa in cui un simulacro di luce naturale entra
attraverso i soffitti e si diffonde da una stanza all’altra. Al
posto delle finestre, gli splendidi dipinti impressionisti e
post-espressionisti portati lì da Madre, come la Ballerina di Renoir o il Diluvio di Francis Danby,
per rappresentare una sorta di “finestre”, per
l’appunto, sul mondo di un tempo, su quello che si è perso:
come una bellissima bugia, che ricorda una realtà ormai
inesistente, la cui presenza si trasforma talvolta in un monito per
i sopravvissuti.
L’ammonimento come
atto di speranza
A differenza di film come Don’t
look up!, apparentemente simili nelle intenzioni, quella di
Oppenheimer, non è una satira in cui si punta il dito contro la
famiglia certamente ricca che ha certamente una responsabilità
riguardo la catastrofe climatica avvenuta, bensì un’opera che mette
lo spettatore di fronte a uno specchio perfettamente tirato a
lucido.
Persino l’introduzione di un
estraneo, un sopravvissuto, all’interno di quell’equilibrio
perfetto che è la vita nel bunker, riesce quasi a non avere
conseguenze, tanto che seppur cambiando gli equilibri e scardinando
l’apparente perfezione di quella vita sottoterra, alla fine non
cambia niente e la speranza, in fondo a quel tunnel oscuro, rimane
definitivamente morta.
Quest’ultima famiglia umana
sopravvissuta potrebbe essere ogni famiglia. Potrebbe essere la
nostra famiglia perché The End parla di tutti noi.
“Ho sempre pensato che creare un racconto
di ammonimento fosse un atto di speranza, costruito sulla
convinzione che non sia troppo tardi per cambiare” dice
Oppenheimer. Sta a noi scegliere se essere Madre, Padre, Figlio o
Sconosciuta. Se mentire su quello che vogliamo, scegliere cosa
vogliamo lasciarci alle spalle e cosa potremmo essere. Se vivere o
sopravvivere. Se arrenderci o fare la differenza.
E speriamo di
capirlo prima di ritrovarci in un bunker sotterraneo senza più un
cielo sopra le nostre teste, ma solo l’infinito sale di una miniera
millenaria. Per quanto bellissima, sia chiaro.
C’è un grande cambiamento creativo
in atto nella serie The
Last of Us della HBO, con l’inizio della produzione
della terza stagione. Neil Druckmann, co-creatore
e regista dei videogiochi Naughty Dog per
Sony Playstation e molto coinvolto nelle prime due
stagioni dell’adattamento televisivo, farà un passo indietro dal
punto di vista creativo nella terza stagione, secondo quanto
confermato da fonti a Deadline. Sempre secondo le
fonti, Druckmann non scriverà né dirigerà alcun episodio della
terza stagione. Continuerà però va ricoprire il ruolo di
co-creatore e produttore esecutivo.
“Ho preso la difficile decisione
di allontanarmi dal mio coinvolgimento creativo in The Last of Us su HBO. Con il lavoro sulla
seconda stagione completato e prima che inizi qualsiasi lavoro
significativo sulla terza stagione, ora è il momento giusto per me
per concentrarmi completamente su Naughty Dog e sui suoi progetti
futuri, tra cui la scrittura e la regia del nostro prossimo
entusiasmante gioco, Intergalactic: The Heretic Prophet, insieme
alle mie responsabilità di capo dello studio e responsabile
creativo“, ha dichiarato Druckmann in un comunicato.
”La co-creazione dello show è
stata un momento saliente della mia carriera. È stato un onore
lavorare al fianco di Craig Mazin come produttore esecutivo,
regista e sceneggiatore nelle ultime due stagioni. Sono
profondamente grato per l’approccio attento e la dedizione che il
talentuoso cast e la troupe hanno dimostrato nell’adattare The Last
of Us Part I e nel continuare ad adattare The Last of Us Part
II“. Ha concluso la sua dichiarazione dicendo che non vede
l’ora che “HBO e PlayStation Productions continuino la storia
di Ellie e Abby nella prossima stagione”.
Al momento non è chiaro quale
impatto avrà sulla serie il mancato coinvolgimento di Druckmann
nella terza stagione. Durante le prime due stagioni, egli ha
lavorato al fianco dello showrunner Craig Mazin
per garantire che la serie HBO conservasse il DNA dei videogiochi.
È inoltre accreditato come sceneggiatore o co-sceneggiatore di
cinque episodi e ne ha diretti due, tra cui il penultimo episodio
della seconda stagione.
In una sua dichiarazione, Mazin ha
detto: “È stato un sogno creativo lavorare con Neil e dare vita
a un adattamento del suo brillante lavoro su HBO. Non avrei potuto
chiedere un partner creativo più generoso. Da vero fan di Naughty
Dog e del lavoro di Neil nei videogiochi, sono oltremodo entusiasta
di giocare al suo prossimo gioco. Mentre lui si concentra su
quello, io continuerò a lavorare con il nostro brillante cast e la
nostra troupe per realizzare lo show che il nostro pubblico si
aspetta“.
“Siamo molto grati a Neil e
Halley Gross per averci affidato l’incredibile storia di The Last
of Us Part II, e siamo altrettanto grati ai milioni di persone in
tutto il mondo che ci seguono“, ha poi concluso. La terza
stagione, come noto, dovrebbe continuare la storia dal sequel del
gioco The Last of Us Parte II. La seconda stagione si è
conclusa con un finale sospeso, lasciando intendere che Abby,
interpretata da Kaitlyn Dever,
sarà al centro della prossima puntata. Finora, HBO non ha detto
se la terza stagione sarà l’ultima.
Basato sul pluripremiato videogioco
di Naughty Dog, The Last of Us è ambientato 20
anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, interpretato
da Pedro Pascal, un sopravvissuto incallito,
viene assunto per far uscire clandestinamente Ellie (Bella
Ramsey), una ragazza di 14 anni, da una zona di
quarantena oppressiva. Quello che inizia come un piccolo lavoro si
trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché
entrambi devono attraversare gli Stati Uniti e dipendere l’uno
dall’altra per sopravvivere.
La seconda stagione riprende cinque
anni dopo gli eventi della prima stagione, Joel ed Ellie sono
coinvolti in un conflitto tra loro e in un mondo ancora più
pericoloso e imprevedibile di quello che si sono lasciati alle
spalle. A loro, come protagonista della serie si aggiunge la Abby
di Kaitlyn Dever, la quale ha un conto in sospeso
con Joel. Proprio quest’ultima è stata indicata come personaggio
principale della prossima stagione, sulla quale vige però ancora
molta segretezza.