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Saoirse Ronan, Sam Rockwell e David Oyelowo per un nuovo thriller

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Saoirse Ronan, Sam Rockwell e David Oyelowo hanno firmato per recitare in un nuovo thriller poliziesco ancora senza titolo in produzione alla Searchlight Pictures. A dirigere il film è stato chiamato Tom George che lavorerà su una sceneggiatura di Mark Chappell. Il produttore di Iron Lady, Damian Jones, si occuperà della produzione, dopo aver già collaborato con Searchlight in film come Belle e Absolutely Fabulous: The Movie.

La storia è ambientata nella Londra degli anni ’50, dove un disperato produttore cinematografico di Hollywood si propone di trasformare una popolare commedia del West End in un film. Quando i membri della produzione vengono assassinati, l’ispettore Stoppard (Rockwell) stanco del mondo e la matricola troppo zelante Constable Stalker (Ronan) si trovano nel bel mezzo di un mistero all’interno dell’affascinante Theatreland e della sordida metropolitana di Londra.

Non è ancora stata fissata una data di inizio della produzione. Katie Goodson-Thomas, responsabile dello sviluppo e della produzione per Searchlight Pictures UK, supervisionerà lo studio insieme al direttore della produzione Richard Ruiz e al dirigente dello sviluppo senior Pete Spencer.

Dopo il successo con Piccole Donne nella scorsa stagione, Saoirse Ronan è tornata alla ribalta quest’anno grazie ad Ammonite, che la vedrà di nuovo protagonista della corsa all’Oscar. Intanto la vedremo anche in The French Dispatch di Wes Anderson.

Sam Rockwell, reduce dal successo e dall’Emmy con Fosse / Verdon, in cui ha interpretato il leggendario coreografo e regista Bob Fosse, e dalla partecipazione al film di Clint Eastwood, Richard Jewell, ha anche recentemente prestato la voce al personaggio del titolo in The One and Only Ivan della Disney.

David Oyelowo è apparso di recente nel dramma Come Away con Angelina Jolie. Ha una manciata di film in uscita negli USA nei prossimi mesi, tra cui l’atteso film di Netflix Midnight Sky in cui recita al fianco di George Clooney.

Fonte: Deadline

Saoirse Ronan, Alicia Vikander e Gabriella Wilde in lizza per Cenerentola

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Di recente vi abiamo detto che Cate Blanchett interpreterà Madame Tremaine nella versione live action di Cenerentola che la Disney sta mettendo in cantiere. Non si sa ancora chi sarà la bella attrice che interpreterà la dolce e sfortunata principessa/cameriera, ma cominciano ora a circolare alcuni nomi, in particolare WorstPreviews parla di tre attrici: Saoirse Ronan (Hanna), Alicia Vikander (Anna Karenina) e Gabriella Wilde (I tre moschettieri).

Il nuovo film sarà una reinvenzione del classico Disney in cui il principe viene incastrato in un matrimonio di convenienza, fino a che non incontra Cenerentola e se ne innamora. La sceneggiatura è stata scritta da Chris Weitz (La Bussola d’Oro) e la regia è affidata a Mark Romanek (Non LAsciarmi, One Hour Photo).

Saoirse Ronan svela i dettagli sul provino di Star Wars

Saoirse Ronan svela i dettagli sul provino di Star Wars

Vi avevamo già dato notizia riguardo Saoirse Ronan e Star Wars episodio VII. La giovane attrice aveva già infatti confermato di aver sostenuto un provino per ottenere un ruolo all’interno della più celebre saga cinematografica sci-fi. La Ronan aveva anche affermato di non voler rivelare nulla sul provino, usando una frase adatta alla situazione: “Mi staccherebbero la testa con una spada laser se lo facessi“.

Durante l’Empire podcast di questa settimana, contrariamente a quanto affermanto, l’attrice ha invece svelato ulteriori dettagli sul provino sostenuto: Sì, ho fatto una audizione per Episodio VII. Non so se avrei dovuto parlarne o meno, ma il punto è che praticamente chiunque ha partecipato a queste audizioni. Ci sono così tante persone che conosco che hanno fatto il provino per la stessa parte, e altri ragazzi che sono stati provinati per un’altro ruolo, quindi immagino che JJ stia scandagliando l’intero pianeta in cerca delle persone giuste. Nessuno comunque ha idea di quale sia il personaggio per il quale fa il provino, nessuno ha letto la sceneggiatura. Sono andata, ho letto la mia parte, ma devo dire che è stata l’unica volta nella quale ho pensato “Sai cosa? Anche se non otterrò la parte, è stata una audizione fantastica e divertente, fingere di tirare fuori da una borsa una spada laser, darle un’occhiata senza sapere di cosa si tratta. E’ stato fantastico. Una spada laser! Star Wars!

Ancora non sappiamo se Saoirse Ronan potrà avere una parte nel film di J.J. Abrams, ne l’attrice è riuscita a svelare dettagli davvero importanti. Siamo solo agli inizi del casting che sarà, con tutta probabilità, molto accurato.

Vi ricordiamo che Star Wars Episodio VII uscirà al cinema nel 2015, per la regia di J.J. Abrams, basato su una sceneggiatura di Michael Arndt. Per tutte le notizie sulla nuova trilogia targata Disney vi segnaliamo il nostro speciale: Star Wars. La scheda del film: Star Wars: Episodio VII.

Saoirse Ronan smentisce le voci su The Avengers 2

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Saoirse Ronan smentisce le voci su The Avengers 2

La giovane attrice newyorkese Saoirse Ronan smentisce una vlta per tutte la sua eventuale partecipazione a The Avengers 2. Vi avevamo detto in passato che l’attrice era stata presa in considerazione per interpretare Scarlet Witch nel film che avrebbe concluso la Fase 2 della Marvel. Lei stessa aveva detto che le sarebbe piaciuto interpretare in ruolo così diverso rispetto a quello che ha fatto fin’ora (leggi qui) tuttavia ora è arrivato il momento di dire basta ai rumors.

“Non succederà, no! Penso sia solo un altro rumors messo in giro!” ha detto seccamente l’attrice ad IFTN. Di contro però, Variety ha confermato il mese scorso che l’attrice ha avuto un incontro con Whedon per interpretare il ruolo di Wanda Maximoff/Scarlet Witch. La curiosità è tanta ma potremo probabilmente sapere qualcosa di certo durante il Comic Con di San Diego del prossimo fine settimana.

Cosa ne pensate a riguardo?

Vi Ricordiamo che tutte le info utili del film le trovate nella nostra Scheda: The Avengers 2. Mentre per tutte le notizie e news invece potete consultare il nostro speciale The Avengers. Ritorneranno nel film gli attori già confermati Anthony Mackie, Chris EvansChris Hemsworth, Cobie Smulders, Jeremy Renner, Mark Ruffalo, Robert Downey Jr., Samuel L. Jackson, Scarlett Johansson.

Fonte: CBM

Saoirse Ronan si unisce al cast del nuovo film di Wes Anderson

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Saoirse Ronan si unisce al cast del nuovo film di Wes Anderson

Il già nutrito e illustre cast di The French Dispatchnuovo film firmato da Wes Anderson, si arricchisce della presenza di Saoirse Ronan, che aveva già preso parte ad un altro titolo del regista americano, ovvero The Grand Budapest Hotel.

L’attrice si unirà dunque a Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, Benicio Del Toro, Jeffrey Wright e Timotheé Chalamet (con cui ha già lavorato in Lady Bird). A smentire i primi report sul film, il decimo lungometraggio di Anderson non è un musical, stando a quello che riporta Indiewire, che conferma che il film sarà “una lettera d’amore al giornalismo, ambientata nella sede parigina di un quotidiano americano, e che ruoterà intorno a tre diverse linee narrative”.

Rivedremo presto la Ronan in Maria Regina di Scozia, dramma in costume dove la candidata all’Oscar veste i panni di Maria Stuarda al fianco di Margot Robbie, e nel nuovo adattamento di Piccole Donne scritto e diretto da Greta Gerwig. La Winslet tornerà in sala con Avatar 2 di James Cameron e in Blackbird.

Il prossimo anno invece l’attrice sarà impegnata con Kate Winslet sul set di Ammonite, dramma storico scritto da Francis Lee (God’s Own Country) e prodotto da Iain Canning e Emile Sherman (LionWidows) e Fodhla Cronin O’Reilly (Lady Macbeth). Per le due attrici si tratta della prima collaborazione sul grande schermo. Ambientato nel 1840, il film racconterà dell’improbabile storia d’amore tra la paleontologa Mary Anning e una giovane donna londinese. Le riprese partiranno a Marzo 2019 e si attendono conferme ufficiali per quanto riguarda il regista.

Saoirse Ronan nel trailer di Maria Regina di Scozia

Maria Regina di Scozia arriverà in sala il 17 Gennaio 2018.

La sinossi: Maria, Regina di Scozia esplora la turbolenta vita della carismatica Mary Stuart. Regina di Francia a 16 anni e vedova a 18, Mary sfida le pressioni politiche che vorrebbero si risposasse. Fa ritorno invece nella sua natia Scozia per reclamare il suo trono legittimo. Ma la Scozia e l’Inghilterra finiscono per essere governate da Elisabetta I. Ciascuna delle due giovani regine percepisce la “sorella” come una minaccia ma, allo stesso tempo, ne subisce il fascino. Rivali per il potere e in amore, e reggenti in un mondo maschile, le due dovranno decidere tra il matrimonio e l’indipendenza. Determinata a regnare non solo in senso figurato, Mary reclama il trono inglese, minacciando la sovranità di Elisabetta. Tradimento, ribellione e cospirazioni all’interno di ogni corte metteranno in pericolo entrambi i troni e cambieranno il corso della storia.

Fonte: GoldDerby

Saoirse Ronan sarà Maria Stuarda

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La giovane attrice che ha incantatoil mondo con la sua splendida interpretazione in Espiazione è stata scelta per interpretare la Regina di Scozia, Maria Stuarda.

La giovane attrice, impegnatissima al momento tra le riprese de L’ospite e quelle di Byzanthinum, darà corpo alla regina che spaventò tanto la grande Elisabetta I da costringerla alla decapitazione della cugina, prima volta nella storia dove un sovrano consacrato da Dio viene condannato a morte.

A produrre il progetto sarà la Working Title di Tim Bevan ed Eric Fellner, il film sarà intitolato Mary, Queen of Scots e sarà un ulteriore impegno per la casa di produzione che ha in cantiere già I Miserabili e Anna Karenina. Non si sa ancora chi dirigerà il film.

Maria Regina di Scozia, recensione del film con Saoirse Ronan e Margot Robbie

Saoirse Ronan per Wes Anderson

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Saoirse Ronan( Espiazione, Amabili resti), si unisce al cast del nuovo progetto di Wes Anderson Budapest Hotel.

Il film, che vedrà nel cast anche Bill Murray, Jason Schwartzman e Jude Law, sarà ambientato nel 1927 e cercherà di seguire lo stile di Billy Wilder e Ernest Lubitsch.

Le riprese inizieranno in Germania il prossimo anno.

fonte: variety

Saoirse Ronan nelle prime immagini di Blitz, nuovo film di Steve McQueen

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Blitz di Steve McQueen segue l’epico viaggio di George (Elliott Heffernan), un bambino di 9 anni nella Londra della Seconda Guerra Mondiale, mandato dalla mamma Rita (Saoirse Ronan) al sicuro nella campagna inglese. George, sconsolato e determinato a tornare da Rita e da suo nonno Gerald (Paul Weller) nell’East London, si avventura verso casa, ritrovandosi in grande pericolo, mentre una Rita sconvolta cerca il figlio scomparso.

Scritto e diretto dal premio Oscar® e BAFTA Sir Steve McQueen, il film è interpretato dalla candidata all’Oscar® e al BAFTA Saoirse Ronan e dall’esordiente Elliott Heffernan, mentre Harris Dickinson, Benjamin Clementine, Kathy Burke, Paul Weller, Stephen Graham, Leigh Gill, Mica Ricketts, CJ Beckford, Alex Jennings, Joshua McGuire, Hayley Squires, Erin Kellyman e Sally Messham completano il cast. La Lammas Park di McQueen produce insieme a Tim Bevan ed Eric Fellner della Working Title Films, Arnon Milchan, Yariv Milchan e Michael Schaefer per la New Regency, con i produttori Anita Overland e Adam Somner.

Saoirse Ronan protagonista di Blitz con Elliott Heffernan

Elliott Heffernan in “Blitz,” premiering November 22, 2024 on Apple TV+.

McQueen si riunisce con lo scenografo Adam Stockhausen (“12 anni schiavo”, “Widows – Eredità criminale”), la costumista Jacqueline Durran (“Small Axe”), il compositore Hans Zimmer (“12 anni schiavo”), il direttore della fotografia Yorick Le Saux (“Piccole donne”) e la make up designer Naomi Donne (“No Time To Die”).

  • Regia: Steve McQueen
  • Cast: Saoirse Ronan, Elliott Heffernan, con Harris Dickinson, Benjamin Clementine, Kathy Burke, Paul Weller, Stephen Graham, Leigh Gill, Mica Ricketts, CJ Beckford, Alex Jennings, Joshua McGuire, Hayley Squires, Erin Kellyman e Sally Messham
  • Scritto da: Steve McQueen
  • Produttori: Steve McQueen, Tim Bevan, Eric Fellner, Arnon Milchan, Yariv Milchan, Michael Schaefer, Anita Overland e Adam Somner

Saoirse Ronan nel trailer di The Seagull, con Annette Bening

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Sony Pictures ha appena rilasciato il primo trailer ufficiale di The Seagull, nuovo adattamento cinematografico della pièce di Anton Cechov Il Gabbiano (dopo quelli di Sidney Lumet e Marco Bellocchio) che vede protagoniste la candidata all’oscar per Lady Bird Saoirse Ronan, Annette Bening ed Elizabeth Moss.

Il film è stato diretto da Michael Mayer e sceneggiato da Stephen Karam, mentre l’uscita nelle sale americane è fissata all’11 Maggio.

Il Gabbiano è un dramma in quattro atti scritto nel 1895 da Anton Cechov, tra le opere più importanti e famose dell’autore russo nonché più rappresentate sui palcoscenici di tutto il mondo.

Di seguito trovate il trailer.

https://www.youtube.com/watch?v=FWWThN-1Dq0

the seagull

Saoirse Ronan: viaggio di un’anima dolce dall’Irlanda a Hollywood

Saoirse Ronan nel Fantasy How to Catch a Monster di Ryan Gosling

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Saoirse Ronan nel Fantasy How to Catch a Monster di Ryan Gosling

Dopo l’annuncio dell’inizio a Maggio delle riprese del film Fantasy How to Catch a Monster che segnerà il debutto alla regia di Ryan Gosling, arriva la notizie Saoirse Ronan è entrata nel cast della pellicola che vanta già attori del calibro di Eva Mendes, Christina Hendricks, Ben Mendelsohn, Matt Smith. Le riprese del film si svolgeranno a Detroit, mentre produrrano la Marc Platt Productione e la Phantasma Films e si baserà su una sceneggiatura dello stesso Ryan Gosling. Chissà che proprio durante Berlino 2013 non arrivi qualche notizia sull’acquisizione del film da parte di qualche distribuzione italiana.

Saoirse Ronan nel cast nel film di Steve McQueen sulla seconda guerra mondiale, Blitz

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Secondo un recente rapporto di Variety, Saoirse Ronan reciterà nel prossimo film del regista Steve McQueen sulla seconda guerra mondiale per Apple TV+Blitz. Il film, annunciato per la prima volta alla fine dell’anno scorso, racconterà la storia di un gruppo di londinesi durante i bombardamenti aerei della città durante la guerra. McQueen dirigerà, scriverà e produrrà il film, il primo dal suo ultimo progetto Widows del 2018. Si dice che la produzione del film inizi entro la fine dell’anno, con una data di uscita attualmente non annunciata.

L’ultimo lungometraggio di McQueen è stato Widows del 2018  ma da allora il regista ha lavorato alle riprese della serie antologica della BBC del 2020 Small Axe, che raccontava la storia degli immigrati dell’India occidentale a Londra dagli anni ’60 agli anni ’80. McQueen ha anche diretto la serie di documentari del 2021 Uprising per la BBC, che raccontava le conseguenze di vari eventi nel Regno Unito nel 1981 che hanno definito le relazioni razziali nel paese. Saoirse Ronan sarà la protagonista di See How They Run di Tom George  ed è anche destinato a recitare nei film Foe e The Outrun, entrambi destinati ad uscire nel prossimo futuro futuro.

Saoirse Ronan in The Hobbit?

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I primi rumors relativi ad una sua partecipazione allo Hobbit erano circolati settimane fa, ed ora Saoirse Ronan, l’attrice che Peter Jackson  ha fatto conoscere nel 2009 con Amabili Resti, ma che aveva già ricevuto una nominations agli Oscar per la sua interpretazione in Espiazione di Joe Wright, ha rilasciato questa dichiarazione al Times Irlandese.

Saoirse Ronan in The Hobbit?

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Saoirse Ronan in The Hobbit?

I primi rumors relativi ad una sua partecipazione allo Hobbit erano circolati settimane fa, ed ora Saoirse Ronan, l’attrice che Peter Jackson  ha fatto conoscere nel 2009 con Amabili Resti, ma che aveva già ricevuto una nominations agli Oscar per la sua interpretazione in Espiazione di Joe Wright, ha rilasciato questa dichiarazione al Times Irlandese.

“No, niente è stato effettivamente confermato ancora. Mi piacerebbe avere un ruolo in The Hobbit. Credo che tutti al mondo vorrebbero un ruolo in ‘The Hobbit’. ”

Sappiamo che in effetti ci sono stati colloqui tra la Ronan e produttori del film, ma che i dettagli del contratto non sono stati ancora decisi. Ma se la notizia ha dei fondamenti ci aspettiamo un annuncio ufficiale a breve.

Ma altre cose interessanti succedono riguardo alle riprese del film: a quanto pare Jackson non ha ricevuto i permessi per girare le scene del Monte Fato sul Mount Ngauruhoe,  com’era già avvenuto ne Il Signore degli Anelli, poichè la montagna è stata dichiarata Sacra. Il regista sta quindi cercando altre possibili location.

Fonte: the-hobbitmovie.com

Saoirse Ronan ha rifiutato il ruolo di Yelena Belova in Black Widow

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Florence Pugh ha fatto il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe nel ruolo di Yelena Belova in Black Widow nel 2021, ma è stato il 2019 a far decollare la sua carriera. In quell’anno ha recitato in Una famiglia al tappeto e Midsommar, oltre a Piccole donne, che le è valso una nomination all’Oscar. Nell’adattamento di Greta Gerwig, la Pugh interpretava Amy, la più giovane delle sorelle March, accanto alla Jo March di Saoirse Ronan. Recentemente, un nuovo rumor ha suggerito che proprio la Ronan era stata inizialmente contattata per interpretare la sorella di Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) nel MCU.

Il giornalista di Deadline Justin Kroll, apparso sul podcast The Town with Matthew Belloni, ha infatti riportato di aver appreso da fonti certe che Saoirse Ronan “Ha rifiutato il ruolo poi andato a Florence in Black Widow. La Marvel non è qualcosa con cui Ronan si sente familiare e semplicemente non era interessata“, ha detto Kroll. Il ruolo è dunque passato alla sua collega Pugh, che ha così potuto ottenere una maggiore popolarità. Come noto, l’attrice riprenderà ora il ruolo nell’annunciato film Marvel Thunderbolts, ad oggi però rallentato da diverse difficoltà produttive.

La trama e il cast di Black Widow

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film è disponibile su Disney+.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Saoirse Ronan ha detto di no alla Marvel, ma direbbe sì a Bond!

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Saoirse Ronan ha detto di no alla Marvel, ma direbbe sì a Bond!

Saoirse Ronan e The order of the Seven: Biancaneve e i sette Samurai?

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C’era una volta Biancaneve … e ora c’è Olivia Sinclair, una fanciulla indifesa che vive nella Hong Kong del diciannovesimo secolo circondata e protetta, anziché da simpatici nani,

Santocielo: recensione del film di Ficarra e Picone

Santocielo: recensione del film di Ficarra e Picone

Santocielo! Ma Santocielo per davvero. Quante volte si è usata questa esclamazione? Parecchie, per definire lo stupore, lo sbigottimento, persino la felicità. Un’espressione multiuso, potremmo dire, adatta a qualsiasi circostanza, e che diventa il titolo – quanto più calzante – del nuovo film di Ficarra e Picone. Prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film, Santocielo è una pellicola natalizia – mai stata più in tema – diretta da Francesco Amato e scritta dallo stesso regista insieme al duo comico Valentino Picone e Salvo Ficarra, con Davide Lantieri e Fabrizio Testini. Dopo aver portato sugli schermi nel 2019 una prima commedia ambientata nel periodo della Natività, Il primo Natale, Ficarra e Picone decidono ancora di esplorare il concetto di fede, religione e festività in chiave più moderna e inedita, allargando al contempo gli orizzonti tematici per parlarci di qualcosa che ci tocca molto da vicino. Ricorrendo a quell’umorismo dissacrante su cui si fonda la loro arte. Santocielo arriva nelle sale italiane dal 14 dicembre ed è distribuito da Medusa.

Santocielo, la trama

C’è un gran scompiglio in Paradiso. In un’aula che sembra quella del Senato, Dio discute con tutti gli angeli del destino dell’uomo. Le cose, sulla Terra, non vanno affatto bene. Troppe guerre, fanatismo, avidità. Per non parlare del cambiamento climatico. L’umanità ha davvero toccato il fondo, e sembra non avere più alcuna speranza. L’unica strada percorribile è il diluvio universale. Dio, però, ha dimenticato che oramai nei cieli vige la democrazia, e qualcuno inizia a pensare a un’alternativa: mandare un nuovo Messia. Dopo averli messi ai voti, la decisione pare essere presa: un angelo dovrà scendere fra gli uomini e fare l’annunciazione. Nessuno, però, vuole farsi carico di questo importante compito, tantomeno l’arcangelo Gabriele. E così a farsi avanti è Aristide (Picone), un angelo che crede di sapere il fatto suo ma che in realtà non conosce né l’animo umano né tantomeno se stesso. Ma lui è deciso, anche perché Dio gli ha promesso un avanzamento di carriera e l’angelo, che ama il canto, sogna di far parte del coro dell’Altissimo. Ma una volta arrivato sulla Terra le cose non vanno come previsto e per sbaglio Aristide ingravida un uomo, un certo Nicola Balistreri (Ficarra). Questi, fra l’altro, è un professore bigotto, che lavora in un liceo cattolico e vive stretto nella morsa del giudizio altrui. Per Nicola è importante ciò che le persone pensano, ma soprattutto è fondamentale fare bella figura con la Preside della scuola, che è una suora, arrivando a mentire anche sul suo matrimonio oramai finito perché certe cose, la Chiesa, non le accetta proprio. Trascinato però dagli eventi, farà squadra con Aristide, nella speranza di uscire dai guai senza fare troppi danni.

Santocielo

Distruggere i pregiudizi

C’erano tante idee che bollivano in pentola per Ficarra e Picone. Idee che hanno trovato una strada e preso una forma grazie all’aiuto del regista Amato, da cui è poi nata una commedia dal retrogusto amaro, ma che si mostra con una grande tenerezza. Come gli stessi protagonisti ci fanno capire, Santocielo è un film che vuole confrontarsi con il suo pubblico su più tematiche, attualissime, in maniera chiara e leggibile, senza fare la morale a nessuno. Una fra queste è la religione, come dicevamo, e il mal uso che se ne fa, anche a causa di alcune imposizioni della Chiesa, poiché spesso legata a doppio giro con i pregiudizi, questi ultimi pilastro portante dell’intera storia. Da sempre la religione – in tal caso quella cristiana – è vista come una dottrina dominata da regole imprescindibili, quando in realtà, ci dicono Ficarra e Picone, serve solo per creare un legame astratto con quel qualcosa che va oltre la nostra stessa comprensione, di cui abbiamo bisogno semplicemente per saperci meno soli in un mondo in cui sentirsi persi e incompresi è una condizione quotidiana.

Perché questo è, in sostanza, il concetto di fede (ed è qui che il film si fa puramente natalizio), e di cui Santocielo ci parla usando come canale preferenziale Suor Luisa, secondo la quale pregare è un’azione che serve a far star bene noi soltanto, a prescindere se “lassù” qualcuno ci ascolta o esaudisce le nostre richieste. Come ci dimostra il film, è stato proprio l’uomo, poi, con il suo bigottismo – incarnato in Nicola in primis – ad averla utilizzata come mezzo per stigmatizzare ciò che non è – per lui – convenzionale. Il modo migliore per mostrarci quanto sia sbagliato giudicare gli altri, i quali usano spesso come attenuante la religione e le “leggi della Chiesa”, è quello di far diventare qualcosa di impossibile, possibile. Come un uomo incinto (Nicola per l’appunto), che solo facendo sua l’esperienza più alta, intima, e piena d’amore che possa esserci, la gravidanza, capisce che ci sono cose che vanno al di là di quello che gli altri ci vogliono imporre come principio indiscutibile; e al di là di qualsiasi visione esterna deformata.

Una commedia intelligente

Ficarra e Picone diventano perciò provocatori nelle loro battute, e in tutte quelle situazioni improbabili o equivoche che rappresentano, raccontandoci attraverso di esse il mondo di oggi, le sue contraddizioni e storture, trovando nell’ironia dissacrante un modo sempre intelligente – ma comunque tagliente – per fare critica sociale. Beneficiando di molte analogie con la nascita di Gesù, il duo di comici ci dice con semplicità, evitando di cadere in scene verbose o stucchevoli, quanto spesso ci facciamo influenzare dal pregiudizio altrui, e quanto plasmiamo i nostri comportamenti e il nostro modo di ragionare in base a ciò che pensano gli altri, come appunto avviene con Nicola. Il quale, però, grazie alla dimostrazione del vero amore, che sperimenta con il figlio che ha in grembo, con la vicinanza di un amico quale Aristide e con gli abitanti di un paesello che invece di accusarlo e deriderlo come fanno quelli di città, lo accolgono e proteggono, riuscirà ad avere una visione molto più “sana e pura” della vita.

Capendo che è solo avendo il coraggio di lasciarsi andare, rompendo le barriere mentali, che si possono scoprire – e capire – gli altri, ma soprattutto se stessi. Santocielo, perciò, diventa una commedia significativa per i tempi che corrono oggi, in cui non si accettano ancora le coppie gay (Aristide e Nicola sono mal visti pur non essendo davvero una coppia), i divorzi, la libertà d’espressione e la parità dei sessi. In particolare quest’ultima è quanto più importante, estremizzata sì dalla gravidanza di un uomo, ma che come dice lo stesso Amato “è un argomento molto “sentito” in un’epoca in cui agli uomini finalmente viene chiesto di assumere responsabilità sulla famiglia che non siano solo di sostentamento, ma anche e soprattutto di ordine affettivo.”

Santiago, Italia: il trailer ufficiale del nuovo film di Nanni Moretti

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Academy Two ha diffuso il primo trailer ufficiale di Santiago, Italia, il nuovo film di Nanni Moretti che sarà presentato in anteprima al 36° Torino Film Festival. Di seguito, il video:

Il film-documentario Santiago, Italia racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Prodotto da Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema. Il film uscirà al cinema giovedì 6 dicembre 2018 distribuito da Academy Two.

Santiago, Italia, da oggi al cinema il nuovo film di Nanni Moretti

Arriva oggi al cinema Santiago, Italia il nuovo film di Nanni Moretti che sarà presentato in anteprima al 36° Torino Film Festival.

Il film-documentario racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Prodotto da Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema. Il film è distribuito da Academy Two.

Santiago, Italia – il trailer del film

Dal settembre 1973, dopo il colpo di stato del generale Pinochet, l’Ambasciata italiana a Santiago ha ospitato centinaia e centinaia di richiedenti asilo. Attraverso interviste ai protagonisti si racconta la storia di quel periodo drammatico, durante il quale alcuni diplomatici italiani hanno reso possibile la salvezza di tante vite umane.

Santiago, Italia di Nanni Moretti, film di chiusura del 36° Torino Film Festival

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Il film di chiusura della 36.ma edizione del Torino Film Festival (23 novembre – 1 dicembre 2018) sarà Santiago, Italia di Nanni Moretti.

Il film-documentario racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Prodotto da Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema. Il film uscirà al cinema giovedì 6 dicembre 2018 distribuito da Academy Two.

Santa Clarita Diet recensione della serie tv con Drew Barrymore

Santa Clarita Diet recensione della serie tv con Drew Barrymore

Dopo la misteriosa The OA e la bizzarra Una serie di sfortunati eventi, Netflix torna di gran carriera con la nuova serie tv Santa Clarita Diet, sitcom surreale che riporta sul (piccolo) schermo Drew Barrymore, con un ruolo da protagonista originale e divertente.

Disponibile dal 3 febbraio sulla piattaforma on-demand, Santa Clarita Diet racconta la storia di Sheila (Drew Barrymore) e Joel (Timothy Olyphant), due agenti immobiliari, marito e moglie, che si ritrovano all’improvviso a fare i conti con la nuova inquietante e raccapricciante dieta di Sheila, a base di carne umana. Tra lo sconcerto e il disgusto iniziale, marito e moglie dovranno cercare di trovare un loro equilibrio, mantenendo la famiglia unita, senza destare i sospetti di curiosi e invadenti vicini. Perché Sheila non è più la stessa, ha nuovi irrefrenabili impulsi da seguire, in quanto è diventata a tutti gli effetti uno zombie.

Dietro Santa Clarita Diet c’è l’intuizione di Victor Fresco

La serie di Victor Fresco, già avvezzo alle comedy (My Name Is Earl), riesce a raccontare una storia creepy con leggerezza e ironia, coinvolgendo lo spettatore con le disavventure di questa coppia all’apparenza normale e convenzionale, che si tramuta ben presto in un duo omicida. Perché in realtà nulla è come dovrebbe essere, eppure Santa Clarita Diet ha il pregio di far passare una cannibile, che si ciba di carne umana e addenta con voracità arti sanguinolenti, come fosse una routine di tutti i giorni. Se all’inizio del primo episodio, il venire catapultati in questo bizzarro mondo può apparire frettoloso e destabilizzante, con il procedere degli episodi il surreale diventa abituale, e si riesce a ridere (anche di gusto) delle nuove abitudini alimentari della protagonista e dei piani orchestrasti dal marito per nutrirla.

Intorno a loro, come ogni sitcom che si rispetti, ruotano personaggi curiosi e strani, dal poliziotto sospettoso e invadente, al vicino di casa nerd timido e imbranato, innamorato da sempre di Abby, la figlia di Sheila e Joel. Tra enormi quantità di vomito e sangue, che appaiono spesso in scena, l’elemento splatter è consistente, dando vita a una comedy nera a tinte horror.

Drew Barrymore mattatrice assoluta di Santa Clarita Diet

Drew Barrymore, come si poteva immaginare, è mattatrice assoluta dello show, irriverente, sboccata e comica come da sempre ha saputo essere sul grande schermo. La serie segna il suo ritorno ad un ruolo di primo piano, che davvero le calza a pennello, e che rientra in quel passaggio-fuga dal cinema alle serie tv che molte star di Hollywood hanno iniziato da tempo. Al fianco dell’attrice, troviamo Timothy Olyphant che interpreta il marito perfetto, devoto fino alla fine, suo malgrado, capace anche lui di strappare numerose risate.

Santa Clarita DietNetflix continua dunque con la linea intrapresa ultimamente, composta da show originali (nel senso più ampio del termine), con lo scopo di sorprendere e catturare lo spettatore, ormai sempre più esigente e incapace di meravigliarsi, considerata la mole enorme di serie tv in onda negli ultimi anni.

Santa Clarita Diet potrà anche nascondere una velata critica sociale al conformismo e al narcisismo imperante negli States (l’idea di Fresco nasce da qui), ma lo show va letto soprattutto come un divertente tentativo di impressionare lo spettatore, con un semplice, leggero ma esilarante “divertissement”.

SanPa: la recensione della docuserie Netflix ideata da Gianluca Neri

Quanto in là ci si può spingere per fare del bene? Su questa domanda si apre, e si fonda, la controversa docuserie italiana SanPa: luci e tenebre di San Patrignano, disponibile dal 30 dicembre sulla piattaforma Netflix. Ideata da Gianluca Neri, che l’ha scritta insieme a Carlo Gabardini e Paolo Bernardelli, questa conduce alla scoperta della più grande comunità di recupero per tossicodipendenti d’Europa, presente ancora oggi in provincia di Rimini. Ciò che qui prende vita è il frutto di un lavoro di ricerca durato anni, che attraverso cinque serrati episodi da un’ora, diretti da Cosima Spender, permette di approfondire virtù e criticità di San Patrignano e del suo fondatore, Vincenzo Muccioli. Una vicenda che ha inizio verso la fine degli anni Settanta, e segnerà profondamente il Paese per quasi due decenni.

È infatti il 1978 quando Muccioli fonda San Patrignano su una collina del comune di Coriano. Si tratta di un luogo dove si recano in breve tempo migliaia di ragazzi in cerca di aiuto. In quegli anni ha infatti preso sempre più piede il problema della diffusione della droga, e numerose ne sono le vittime. Muccioli si propone dunque di aiutare quanti desiderano uscire da questo tunnel, dando vita ad un luogo dove una seconda possibilità è concessa a tutti. Con l’aumentare dei membri, e il passare del tempo, però, emergeranno anche aspetti meno piacevoli di quel luogo. Una serie di processi giudiziari inizieranno infatti ad evidenziare la presenza di metodi poco ortodossi, che fanno dubitare delle buone intenzioni di Muccioli.

L’equilibrio tra luci e tenebre

Indicata come la prima docuserie italiana distribuita da Netflix, SanPa porta con sé sulle spalle un compito gravoso. Quella di San Patrignano, come viene ben evidenziato, è una storia particolarmente complessa, ricca di vicende mai del tutto chiarite e che hanno scosso profondamente il popolo italiano in un momento molto difficile del Paese come fu quello degli anni di piombo e del terrorismo. Ma è anche una storia ricca di amore e speranza, che ha donato nuova vita a migliaia di persone. È dunque su questo delicato equilibrio che gli autori hanno deciso di muoversi, come riporta anche il sottotitolo della serie. Non è infatti possibile scindere bene dal male, poiché ognuno dei protagonisti sembra poter far parte di entrambi.

Con una cura al dettaglio che si spera faccia scuola, gli autori raccolgono testimonianze, video di repertorio, servizi televisivi, immagini private, e molto altro per rendere in modo chiaro la complessità della vicenda di San Patrignano. Una chiarezza e una complessità che evidenzia infine una difficoltà a prendere una posizione netta. Da SanPa Muccioli non ne esce né come santo né come mostro. Il giudizio ultimo, come sempre dovrebbe essere, è così rimandato allo spettatore, che con tutti i tasselli del puzzle al loro posto può formulare la propria personalissima idea a riguardo. La bravura qui si ritrova così anche nell’orchestrare i contenuti raccolti affinché i due piatti della bilancia si trovino sempre in equilibrio.

Grazie al montaggio di Valerio Bonelli, ciò è perfettamente possibile, e non si ha mai l’impressione di un eccessivo accanimento o di un grazia immotivata. Gli autori lasciano che ad esprimersi siano quanti San Patrignano l’hanno vissuta davvero in quegli anni. Uomini e donne, ex tossicodipendenti che grazie a Muccioli hanno ritrovato la libertà. Ma, come viene brillantemente enunciato da uno di loro, queste persone sono quello che sono anche nonostante Muccioli. Perché se è vero che molta della docuserie si concentra sui processi, una parte significativa dell’opera si ritrova anche nella tematica del rapporto tra padre e figlio. Per Muccioli, infatti, i migliaia di ragazzi della comunità erano come figli prodighi.

L’amore di un padre padrone

Risulta innegabile che la grande forza di SanPa si trova anche nel suo protagonista, il controverso Vincenzo Muccioli. Personalità dotata di un carisma straordinario, egli ha diviso, e continua a dividere ancora oggi, l’opinione pubblica. Se per molti è un salvatore, come si evince dalle diverse testimonianze qui riportate, per molti è anche un uomo che non si è fatto scrupoli a sfruttare il proprio potere. Da questo punto di vista, la docuserie diventa il racconto tragico di un uomo che ottiene tutto, e di questo tutto diventa in un certo senso succube. Non a caso i titoli della serie rimandano ad un preciso arco narrativo: Nascita, Crescita, Fama, Declino e Caduta. È un padre padrone Muccioli, e gli autori di SanPa riescono a mostrare entrambi questi aspetti, ancora una volta con quella grande sensibilità che caratterizza la serie.

Scavando nel pubblico e nel privato di questa vicenda, emerge così come non esista mai una sola verità. Se da un lato c’è da entusiasmarsi per come tutto ciò emerga, dall’altro non si può non riconoscere la grandezza della ricerca condotta. Gli autori sono infatti riusciti a raccontare un caso di cronaca rendendolo attraente e universalmente fruibile. Si tratta di un documentario pensato, scritto e realizzato con grandi ambizioni, raramente viste altrove. Il risultato è un prodotto dal grande impatto, tanto storico quanto emotivo. Ci si indigna, ci si commuove, e alla fine si resta con nuove domande tra le mani. Domande buone, necessarie, con cui ognuno può proseguire autonomamente il proprio percorso.

Sanjay’s Super Team: prime immagini del nuovo corto Pixar

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Sanjay’s Super Team: prime immagini del nuovo corto Pixar

Ecco le prime immagini ufficiali di Sanjay’s Super Team, il nuovo corto Pixar che accompagnerà l’uscita in sala di The Good Dinosaur (che in Italia uscirà col titolo Il viaggio di Arlo), prevista per il prossimo 24 novembre in Italia.

Il corto è diretto da Sanjay Patel (qui al suo debutto alla regia dopo aver lavorato per vent’anni come animatore) e segue la storia di tre divinità: Human, che assomiglia ad una scimmia, Durga, dea del potere, e Vishnu, che simboleggia invece la protezione. Nel corto, che mescola lo stile dei cinecomic alla cultura induista, non sono presenti dialoghi, ma solo le musiche composte da Mychael Danna (Vita di Pia).

Di seguito le immagini:

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Fonte

Sanjay’s Super Team: clip e immagini del nuovo corto Pixar

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Sanjay’s Super Team: clip e immagini del nuovo corto Pixar

Disney e Pixar hanno appena reso disponibile in rete un video ed una lunga serie di immagini di Sanjay’s Super Team, corto d’animazione della durata di sette minuti che di fatto ha aperto l’Annency International Animation Film Festival tenutosi in Francia.

Il corto ci presenterà una personalissima versione Hindu dei Vendicatori di casa Marvel, così come sono immaginati dal protagonista della pellicola il giovane Sanjay.

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Fonte: Comic Book Movie

Sangue di Pippo Delbono in sala dall’11 gennaio

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sangueArriva in sala dall’11 gennaio l’atteso film di Pippo Delbono Sangue, vincitore del Premio Don Chisciotte alla 66°edizione del Festival del Film di Locarno e della Menzione d’Onore al Doclisboa Festival.

Accompagnato da retrospettive, eventi e incontri, il film sarà distribuito autonomamente dalla Compagnia Pippo Delbono in un circuito di sale indipendenti e attente al cinema di qualità: «Sul mio film Sangue, hanno scritto persone che non lo avevano nemmeno mai visto. Contestandolo a priori. Perché c’è Senzani ex leader delle Brigate Rosse mai “pentito”, per loro un assassino e basta… È uscita fuori la mediocrità del nostro paese, che ha paura di vedere quella storia e preferisce non conoscerla o raccontarsela solo per quello che gli torna comodo. Il paese della menzogna. Ma questo non è un film sulle brigate rosse, è un film dove oltre a mia madre c’è un ex brigatista. E’ un film che guarda la morte per parlare della vita. E credo che parlare della morte, della verità della morte, è come parlare degli anni di piombo, nel nostro paese un grande tabù…»

«Sangue» è la storia di uno strano incontro: quello tra Pippo Delbono e Giovanni Senzani. Un incontro dove si incrociano le storie di due donne: la madre di Pippo, Margherita, fervente cattolica, ed Anna, la moglie di Giovanni, contraria da sempre alla lotta armata, che ha deciso di accudirlo e sostenerlo nei 23 anni di prigionia. Due donne che muoiono a pochi giorni di distanza lasciando i due uomini feriti e indifesi, improvvisamente soli. Ed attraverso la morte si parla delle rivoluzioni, del sangue, ma soprattutto dell’amore, della vita.

A Roma il film sarà programmato dall’11 al 22 gennaio al Nuovo Cinema Aquila, dopo un’anteprima al Teatro Argentina il 9 gennaio, ore 20.30 (dove in questi giorni Delbono porta il suo ultimo spettacolo teatrale ‘Orchidee’). Il Nuovo Cinema Aquila, rende anche omaggio alla filmografia dell’artista con la rassegna « Il cinema di Pippo Delbono », programmando le altre opere cinematografiche, ‘Guerra’ (2003), ‘Grido’ (2006), ‘La Paura’ (2009), ‘Amore Carne’ (2011). Inoltre, Delbono incontrerà il pubblico in un confronto aperto presentato da Massimo Vattani nella giornata di Sabato 11 Gennaio alle 20.30. Seguiranno altri incontri durante i quali Delbono interagirà con Fausto Bertinotti (Domenica 12 alle 20.00), Gianfranco Rosi, Leone d’oro alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2013 (Venerdì 17 alle 22.00) e Padre Virgilio Fantuzzi della Civiltà Cattolica (Domenica 19 alle 20.15).

A Milano il film esce in sala, programmato per un mese, il 13 gennaio al Cinema Beltrade, e per la prima sarà presente Delbono con Luca Mosso e Oliviero Ponte Di Pino.

Poi sarà la volta di Bologna dove la Cineteca lo programmerà a fine mese, e di Napoli dal 22 gennaio al Teatro Nuovo.

Apprezzatissimo all’estero, Delbono è uscito lo scorso anno in Francia con il suo precedente film «Amore Carne», che figura nella lista dei migliori 5 film del 2013 secondo ‘Le Monde’: «Pippo Delbono è al tempo stesso un poeta e un regista che reinventa il cinema contemporaneo. Il suo documentario è la prova tangibile che si può ottenere un capolavoro con un semplice telefono cellulare». Ora esce in Italia Sangue in una circuitazione indipendente per un film che, come i precedenti, è stato girato “con un telefonino e con mezzi piccoli, che mi hanno permesso, credo, di essere libero. Libero nello sguardo, e libero anche dalle gabbie produttive e distributive. E che mi hanno permesso di fare un cinema che sentivo più vicino a una ‘verità’. Sul mio telefonino porto sempre una frase di Gandhi che dice: ‘La vera arte nascerà quando impareremo ad amare la bellezza della verità’.»

Scritto, girato e diretto da Pippo Delbono, “Sangue” è nato da un’idea di Pippo Delbono e Giovanni Senzani. E’ una coproduzione italo-svizzera, prodotto dalla Compagnia Pippo Delbono, Casa Azul Films, con la partecipazione della Cinémathèque Suisse, coprodotto da RSI Radiotelevisione svizzera, Vivo film in collaborazione con Rai Cinema, con il sostegno della Genova Liguria Film Commission e della Mediateca Ligure, e del Teatro San Carlo di Napoli.

Sangue del mio Sangue: recensione del film #Venezia72

Sangue del mio Sangue: recensione del film #Venezia72

Qualche chilometro a nord est di Genova, quasi a metà strada con Piacenza, vi è un borgo fra i più caratteristici d’Italia, nell’alto medioevo centro nevralgico della cultura, della politica e della religione del tempo. Bobbio, città natale di Marco Bellocchio che ancora respira restituendo echi di ciò che fu, per diventare cuore pulsante di Sangue del Mio Sangue.

Un nodo temporale capace di collegare passato e presente, due dimensioni quasi parallele eppure con elementi comuni, che pongono l’uomo contemporaneo sotto la medesima luce oscurantista degli anni precedenti al 1000. Anni in cui Federico, un giovane uomo d’armi interpretato sullo schermo da Pier Giorgio Bellocchio, giunge alla prigione-convento del paesino romagnolo con il fine di riabilitare la memoria del fratello gemello Fabrizio. Ucciso dai sensi di colpa per aver tradito gli obblighi sacerdotali e aver ceduto alla bellezza di una suora, è condannato a una sepoltura in un luogo infame, vergognosa per l’intera famiglia.

Sangue del mio Sangue

Ha inizio per lo spettatore un viaggio infernale fra credenze popolari e religione militante, violenta, pronta a uccidere pur di smascherare il Demonio. Tutto sotto gli occhi attenti di un conte che dieci secoli dopo abita ancora quelle stanze, ormai in disuso, abbandonate, alla mercé di imbonitori e miliardari russi. Un vampiro, una creatura potenzialmente immortale, che conosce i peccati degli uomini e sa come ammaliarli. Bellocchio però non è Bram Stoker, è un artista che ha ormai il potere dell’anarchia e – come sua tradizione – di attaccare pesantemente istituzioni religiose e schemi sociali.

Nelle strade, oggigiorno, non si aggirano esseri succhia sangue in senso letterale, esistono però sanguisughe, vecchi incartapecoriti che pensano di possedere il mondo fra le dita, ordinamenti che nuotano fieramente contro la corrente del progresso tecnologico; senza accorgersi che il loro perseverare porta sul fondo del fiume tutto il Paese, costringendo le nuove generazioni solo a servire e riverire. Una critica feroce che rappresenta solo la punta di un iceberg, di un lavoro difficile che meriterebbe più di una visione per avere tutti i tasselli al posto giusto, ma che sa perfettamente cosa dire e come. Nonostante qualche falla strutturale e una parte contemporanea dal retrogusto televisivo, lo stile generale ha carattere ed energia da vendere, ma soprattutto appare sovversivo, indipendente, esattamente ciò che il pubblico affezionato vuole da uno degli autori italiani più importanti di sempre.

Tra i tanti volti allegorici che tornano costanti nelle sue opere, oltre al suddetto Pier Giorgio Bellocchio, un Roberto Herlitzka che gioca con le inquadrature come un ragazzino, ringiovanito nell’animo proprio come il suo surreale personaggio suggerisce, e un Filippo Timi nei calzoni comodi e larghi del giullare di corte. Commedianti di una rappresentazione fatta di contrasti, slegata e fuori le righe, destinata a dividere.

Sangue del mio sangue trailer del film di Marco Bellocchio

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Sangue del mio sangue trailer del film di Marco Bellocchio

Ecco il trailer di Sangue del mio sangue, utlimo film di Marco Bellocchio che sarà presentato al prossimo Festival di Venezia.

A tre anni da Bella addormentata, Bellocchio presenta il suo nuovo film, Sangue del mio sangue in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Girato tutto nella sua Bobbio, città natale dove ha fondato una scuola di cinema e un festival, il film è ambientato tra due epoche il Seicento e i giorni nostri e ha per protagonista Federico, un giovane uomo d’armi. Nel cast oltre al figlio Pier Giorgio Bellocchio Roberto Herlitzka, Alba Rohrwacher, l’attrice ucraina Lidiya Liberman.

Sandro Bondi rassegna le dimissioni

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Il Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi ha annunciato, tramite una lettere al Giornale, che presto rassegnerà le dimissioni.

Sandra Oh: 10 cose che non sai sull’attrice

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Sandra Oh: 10 cose che non sai sull’attrice

Sandra Oh è una di quelle attrici che solo a vederla ispira immediatamente una certa simpatia. Ha accompagnato il suo fido pubblico per circa nove anni con Grey’s Anatomy, lo ha fatto gioie e lo ha fatto piangere ma, soprattutto, è riuscita a farsi amare per il suo immenso talento.

Talento che ha dimostrato più e più volte, in altre serie, come Killing Eve, e in diversi film. Ma il suo successo lo deve ad una intensa gavetta e tanta grinta e determinazione: doti che le hanno consentito di avere il lavoro e il successo che tanto agognava e che tanto meritava.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Sandra Oh.

Sandra Oh: i film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri serie TV.. L’attrice canadese ha debuttato nel mondo della recitazione appena diciottenne, interpretando ruoli marginali in serie come Denim Blues (1989) ed E.N.G. – Presa diretta (1993) e in un paio di film tv, School’s Out! (1992), The Diary of Evelyn Lau (1994 e Arli$$ (1996-2002). Dopo essersi fatta conoscere , la sua carriera prosegue sempre tra serie e film per la televisione, come If Not for You (1995), Colomba solitaria (1995) e Kung Fu – La leggenda (1996) e Giudice Amy (2001). Il grande successo arriva poi grazie a Grey’s Anatomy, dove recita dal 2005 al 2014 nei panni della dottoressa Cristina Yang. Attualmente è invece protagonista delle serie Killing Eve (2018-in corso) e La direttrice (2021-in corso).

2. È nota anche per alcun film. Il debutto ufficiale nel mondo del cinema avviene nel 1997 con Mr. Bean – L’ultima catastrofe, per poi proseguire con Il violino rosso (1998), Waking the Dead (2000), Pretty Princess (2001), Full Frontal (2002), Sotto il sole della Toscana (2003), Sideways – In viaggio con Jack (2004), 3 Needles (2005), Cake – Ti amo, ti mollo… ti sposo (2005), Hard Candy (2005), Blindness – Cecità (2008), Rabbit Hole (2010), Tammy (2014) e Catfight – Botte da amiche (2016).

3. Ha vinto numerosi premi. Attiva sia in campo cinematografico sia televisivo, la Oh ha ottenuto successo sul piccolo schermo grazie all’interpretazione di Cristina Yang nella serie televisiva Grey’s Anatomy, grazie a cui si è aggiudicata un Golden Globe per la miglior attrice non protagonista in una serie nel 2006, due Screen Actors Guild Awards ed è stata candidata cinque volte ai Premi Emmy. Nel 2018 torna in auge con il ruolo di Eve Polastri nella serie Killing Eve, che le permette di vincere il secondo Golden Globe, il quarto Screen Actors Guild Award e di ricevere altre due candidature agli Emmy.

sandra oh

Sandra Oh: figli e marito

4. Sandra Oh non ha figli. L’attrice canadese ha ammesso di non aver avuto figli per sua legittima scelta. Probabilmente, il fatto di aver vissuto all’interno di una famiglia abbastanza rigida e di essere cresciuta con regole severe ha influenzato la sua scelta. In ogni caso, il fatto che non sia diventata madre lo si deve al destino, ma in lei c’è un certo dispiacere, quello aver perso del tempo continuando a pensarci a causa delle diverse e continue pressioni lavorative.

5. Sandra Oh è stata sposata con Alexander Payne. Anche per quanto riguarda il matrimonio l’attrice canadese ha ammesso di non sposarsi per scelta, ma una volta in realtà lo è stata. Infatti, il primo gennaio del 2003 ha sposato, dopo cinque anni di fidanzamento, il regista Alexander Payne. Il matrimonio, però, è durato circa 3 anni, per poi divorziare il 21 dicembre del 2006. In seguito, la Oh non si è mai più risposata e attualmente non è noto se abbia o meno un nuovo compagno.

Sandra Oh: Grey’s Anatomy

6. Sandra Oh ha lasciato Grey’s Anatomy nel 2014. Dopo circa 9 anni di devozione nei confronti del suo personaggio, Cristina Yang, nel 2014 Sandra Oh ha deciso di abbandonare Grey’s Anatomy. Abbandonare la serie e il suo personaggio è stata una scelta molto difficile che l’ha portata anche in terapia: ma sentiva che era il suo personaggio a chiederle questo e lei ha assecondato Cristina, con tutto l’entusiasmo di aprire nuove porte alla sua carriera e di fare nuove esperienze.

7. Sandra Oh ha rubato qualcosa dal set di Grey’s Anatomy. A vederla non si direbbe, eppure Sandra Oh ha dichiarato di aver rubacchiato qualcosa dal set che l’ha resa famosa in tutto il mondo, Grey’s Anatomy. Nella fattispecie, l’attrice ha detto di aver preso il tappeto dell’appartamento di Owen e Cristina che c’era prima che i due personaggi si lasciassero.

sandra oh

Sandra Oh agli Oscar 2020

8. Ha sfoggiato un look memorabile. Pur non essendo candidata agli Oscar, ma presente nelle vesti di semplice presentatrice, la Oh ha lasciato tutti di stucco con il suo abito oro particolarmente sgargiante. Questo è stato da molti definito uno dei più belli visti nel corso della serata, tanto da avere molto da insegnare ad altre attrici vestite in modo molto meno memorabile.

Sandra Oh è su Instagram

9. Sandra Oh ha un profilo Instagram. Come tutte le star, anche Sandra Oh si è lasciata affascinare da Instagram. Infatti, l’attrice ha un proprio account ufficiale seguito da oltre 2,7 milioni di persone. Tuttavia, a differenza di Twitter, la Oh non è molto attiva sul social e la sua bacheca si limita a post che la vedono protagonista di momenti lavorativi o di importanti eventi, sia mondani che sociali.

Sandra Oh: altezza ed età dell’attrice

10. Sandra Oh ha 50 anni. A guardarla non si direbbe: viso eternamente giovane ed eleganza da vendere. Eppure, Sandra Oh è nata il 20 luglio del 1971 e, quindi, ha 50 anni. Inoltre, l’attrice canadese è alta 165 centimetri: piccoletta ma con tanto talento e tanta grinta da vendere.

Fonti: IMDb, thefamouspeople, vogue, dailymail

Sandra Bullock: 10 cose che non sai sull’attrice

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Sandra Bullock: 10 cose che non sai sull’attrice

Sandra Bullock è una della attrici più versatili e talentuose che la storia del cinema abbia mai visto. Capace di incarnare qualsiasi ruolo, l’attrice americana ha dimostrato di avere talento sia per ruoli comici, sia per quelli drammatici.

Ma la sua vita non è stata proprio rose e fiori. Ha combattuto diversi ostacoli, in ambito lavorativo e privato, facendosi forza e conquistando il pubblico anche con le sue doti da vera guerriera. Ecco dieci cose da sapere su Sandra Bullock.

Sandra Bullock: film

1. Sandra Bullock: i film e la carriera. La carriera di Sandra Bullock nel mondo della recitazione inizia all’età di 23 anni, quando debutta nel film Hangmen (1987) e partecipa in alcune serie televisive, come Starting from Scratch (1988), Donna in carriera (1990) e alcuni film per la tv come Scontro bionico (1989) e Delitto al Central Park (1989). Tuttavia, è il cinema che la fa innamorare e sul quale si concentrerà, lavorando sodo e partecipando a film come Pozione d’amore (1992), The Vanishing – Scomparsa (1993), Quella cosa chiamata amore (1993), Speed (1994) e Un amore tutto suo (1995). Dalla seconda metà degli anni ’90, l’attrice americana comincia a farsi conoscere grazie alle sue interpretazioni in The Net- Intrappolata nella rete (1995), Amori & Incantesimi (1998), Piovuta dal cielo (1999), Miss Detective (2000), Formula per un delitto (2002), Two Weeks Notice – Due settimane per innamorarsi (2002) e La casa sul lago del tempo (2006). La sua carriera è proseguita brillantemente, poi, con film come Ricatto d’amore (2009), The Blind Side (film del 2009 che le farà ottenere l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista), Gravity (2013), All’ultimo voto (2015), Ocean’s 8 (2018) e Bird Vox (2018).

Nel 2021 sarà Ruth Slater nel nuovo film Nora Fingscheidt attualmente senza titolo ed in post produzione. Sarà inoltre nel cast del film Bullet Train diretto da David Leitch al fianco di Brad Pitt, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon e Zazie Beetz

2. Sandra Bullock è anche regista,, sceneggiatrice, doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua trentennale carriera, Sandra Bullock non si è fatta mancare niente, decidendo di sperimentare diversi ambiti. L’attrice americana ha prestato la sua voce per il doppiaggio de Il principe d’Egitto (1998), Aningaaq (2013) e Minions (2015), ed è stata produttrice di diversi film come Miss Detective, Ricatto d’amore, All’ultimo voto e Ocean’s 8. Ma l’attrice ha svolto anche il ruolo di sceneggiatrice e regista: nel 1998, infatti, ha realizzato un cortometraggio intitolato Making Sandwiches.

Sandra Bullock: hot

3. Sandra Bullock non ha mai girato scene hot. L’attrice americana, in passato, è stata protagonista di diverse scatti abbastanza hot che non hanno fatto altro che conclamare quanto sia una delle donne più sexy del mondo. Nonostante ciò, l’attrice non ha alcuna intenzione di girare scene di sesso e pare che questa sia propria una clausola che rimane permanente nei suoi contratti.

4. Sandra Bullock si è fatta licenziare a causa di approcci indesiderati. Non molto tempo fa, la Bullock ha rivelato in un’intervista di essersi fatta licenziare da un film per aver ricevuto degli approcci non desiderati. L’attrice non ha rivelato il nome della persona in questione, ma ha riferito che dopo aver provato a evitare la faccenda anche con dell’umorismo, ha chiesto di farsi licenziare.

Sandra Bullock e Bryan Randall

5. Sandra Bullock è fidanzata con Bryan Randall. Dopo la fine del matrimonio con Jesse G. James nel 2010, l’attrice americana non ha più avuto relazioni amorose importanti. Tuttavia, nel 2015, la Bullock ha conosciuto il fotografo Bryan Randall: ha già una figlia grande, e in passato ha avuto problemi di tossicodipendenza e pare sia stato protagonista di qualche comportamento molesto. Ma ormai il passato è passato e i due, che sono insieme dal 2015, sono molto felici e convivono da tempo.

6. Sandra Bullock ha avuto una vita sentimentale agitata. Prima dell’odierna felicità con il fotografo Bryan Randall, l’attrice è stata sposata per circa cinque anni con il costruttore Jesse G. James: tuttavia, decise di separarsi da lui quando scoprì (poco dopo aver vinto il suo primo Oscar) che lui la tradiva con una pornodiva, tale Michelle McGee. Ma ben prima di lui, la Bullock ha frequentato diverse persone, colleghi come Tate Donovan, Matthew McConaughey e Ryan Gosling, il giocatore di football Troy Aikman e il musicista Bob Schneider.

Sandra Bullock: altezza

7. Sandra Bullock ha una statura media. La Bullock non è una donnona né una piccoletta, ma gode di una statura che rientra nella media. L’attrice, infatti, è alta 171 centimetri, un’altezza che non le ha mai impedito di fare ciò che le piace, sentendosi sempre a proprio agio.

8. Sandra Bullock è sopravvissuta ad un incidente aereo. Di altezze ormai ne sa qualcosa Sandra Bullock che, suo malgrado, per poco non rimaneva vittima di un incidente aereo. Il 20 dicembre del 2000, l’attrice era su un velivolo privato che la stava portando nel Wyoming per le vacanze di Natale. Ha causa delle condizioni meteorologiche poco favorevoli e per dei problemi tecnici, il jet dovette compiere un atterraggio d’emergenza a Jackson Hole, uscendo di pista, finendo in un prato e incidentando, perdendo il carrello di atterraggio e riportando danni un po’ ovunque.

Sandra Bullock: figli

 

9. Sandra Bullock ha due figli. L’attrice aveva già avviato le pratiche per l’adozione quando era ancora sposata con Jesse G. James e, dopo essersi separata, il suo desiderio di adozione non si è di certo arrestato. Così, sempre nel 2010, ha adottato il piccolo Louis e nel dicembre 2015 la piccola Laila. Quello che la Bullock ha sempre sostenuto è una famiglia è composta dall’amore e solo in questo senso può allora definirsi tradizionale, difendendo le donne che crescono uno o più figli da sole: le mamme single non sono mamme a metà.

Sandra Bullock: Oscar

10. Sandra Bullock ha vinto l’Oscar e il Razzie Award lo stesso anno. Se nel 2010 la Bullock ha vinto l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per il film The Blind Side, è anche vero che la sera prima vinse ben due Razzie Award: l’attrice, infatti, li vinse come Peggior Attrice Protagonista e Peggior Coppia (insieme a Bradley Cooper) per il film A proposito di Steve.

Fonti: IMDb, biography, eonline