John Francis Daley
e Jonathan Goldstein dirigeranno
Flashpoint, il progetto della Warner Bros,
inserito nell’Universo Condiviso DC che vedrà protagonista
Ezra Miller nei panni di Flash/Barry Allen.
Il film ha avuto già una tormentata
pre-produzione, con ben due registi, Seth
Grahame-Smith (Orgoglio e pregiudizio e
zombie) e Rick Famuyiwa
(Dope), che hanno abbandonato il progetto. Adesso
sembra che la coppia assunta da WB possa finalmente cominciare i
lavori sul film con una certa continuità.
Durante un’intervista
con Collider,
Jonathan Goldstein e John Francis
Daley hanno rivelato che il loro Flash avrà dei problemi a
gestire la sua vita e che per questo è un personaggio con cui si
può entrare in sintonia, proprio come Spider-Man
(di casa Marvel). Questo elemento li ha
portati ad accettare la regia di Flashpoint:
“Già il fatto che il personaggio sia unico rispetto agli altri
supereroi nel fatto che non riesce completamente a tenere insieme
le sue cose come invece fa Superman. È un eroe a livello
concreto. Ed è un modo riconoscibile di approcciarsi a un film di
supereroi in alcuni dei modi che sono proprio di Peter Parker e
della Marvel.”
I due hanno continuato: “Alla
Warner ci hanno dato una lista di proprietà DC e hanno chiesto se
ci fosse qualcosa che ci interessava. Senza prometterci
nulla.”
Ezra Miller, già
apparso due volte nei panni dell’eroe (per un cameo in
Batman v Superman e per uno in Suicide
Squad), si è dichiarato fiducioso
nelle intenzioni della Warner Bros di preparare il progetto al
meglio, nonostante l’abbandono del regista che deve essere ancora
rimpiazzato. Lo aspettiamo a breve al suo vero e proprio esordio in
Justice League.
Flashpoint, il film
stand alone su The
Flash con protagonista Ezra Miller
non ha ancora una data di uscita. Nel cast anche Kiersey
Clemons nei panni di Iris West.
L’ultima volta che si era parlato diFlashpoint,
la Warner aveva dichiarato di tenere ilfilm in stand bye aspettare le reazioni aJustice League, per procedere.Adesso è lo stesso protagonista del
potenziale film,Ezra
Miller, a parlarne,
spiegando che gli piacerebbe moltissimo vedereJeffrey Dean Morgannei panni del Batman della
storia.
“Credo che l’arco emozionale
di Thomas Wayne in Flashpoint sia una delle parti più malate della
storia. E anche vedere queste diverse rappresentazioni di Batman,
nei suoi stili differenti. Adoro la realtà che esiste in questi
universi, invertita rispetto a quello che sappiamo. Batman è lo
stesso, ma sarà comunque un risultato differente della stessa
tragedia, che coinvolge Thomas invece di Bruce.Credo che
JDM sia magnifica. E credo che cada a pennello in quello che
potrebbe essere un insieme di attori davvero importanti. Sono molto
eccitato di lavorare con Kiersey Clamons e con Billy
Crudup.”
Ezra Miller, già
apparso due volte nei panni dell’eroe (per un cameo in
Batman v Superman e per uno in Suicide
Squad), si è dichiarato fiducioso
nelle intenzioni della Warner Bros di preparare il progetto al
meglio, nonostante l’abbandono del regista che deve essere ancora
rimpiazzato. Lo aspettiamo a breve al suo vero e proprio esordio in
Justice League.
Flashpoint, il
film stand alone su The
Flash con protagonista Ezra Miller è
previsto per il 3 marzo 2018. Nel cast anche Kiersey
Clemons nei panni di Iris West.
È opera di Tiago Ribeiro questo
meraviglioso fan poster ispirato a Flashpoint e
pubblicato ieri sul profilo twitter dell’autore: nell’immagine, che
vi lasciamo di seguito, il Barry Allen di
Ezra Miller (in basso a sinistra) si scontra con
Reverse-Flash (il villain dei fumetti con il
costume giallo o Anti-Flash) mentre ai loro piedi giace il volto di
Batman con le sembianze di Jeffrey Dean Morgan (l’attore che in
Batman V Superman era Thomas Wayne
e che vorrebbe riprendere il ruolo di Bruce stesso in Flashpoint,
come dichiarato di
recente).
Reverse-Flash invece ha le fattezze
di Matthew McConaughey, anche se l’attore premio
oscar non è stato nominato dalla produzione né confermato per un
qualsiasi ruolo in Flashpoint. Di certo sappiamo
che McConaughey è da tempo “vittima” di diversi corteggiamenti sia
da parte della DC che della Marvel, ma per ora resta lontana
l’ipotesi di vederlo in uno dei futuri cinecomic.
Vi ricordiamo
che Flashpoint, sarà ambientato in una
dimensione temporale parallela e successiva agli eventi del prologo
di Batman v Superman (dopo la morte di
Thomas e Martha Wayne) creata appunto da Barry
Allen, come annunciato da Geoff
Johns (presidente e direttore creativo responsabile
della DC comics). Momentaneamente privo di un regista, il film sarà
scritto da Joby Harold.
Nuovi dettagli sulla produzione di
Flashpoint sono
stati rivelati da una fonte più che affidabile e riportati dal sito
The Hashtag Show nelle ultime
ore, secondo i quali le riprese del cinecomic potrebbero avere
inizio a Londra nella seconda metà del 2018 (probabilmente a
luglio) e che il budget ammonta a oltre 100 milioni di dollari.
L’uscita nelle sale invece è prevista nel
2020.
Oltre ai
numeri e alle date, sono state diffuse alcune informazioni tecniche
circa l’enorme quantità di post-produzione necessaria per
completare gli effetti speciali dei movimenti di Barry Allen; un
lavoro che richiederà più tempo del dovuto, proprio per evitare gli
stessi errori commessi sulla post-produzione disastrosa di Justice
League.
E le novità non finiscono qui:
Warner Bros e DC stanno cercando di assumere il direttore della fotografia Jess Hall,
che lo scorso anno ha curato l’aspetto visivo di Ghost in
the Shell.
Per quanto riguarda
la narrazione, Flashpoint dovrebbe prevedere la
comparsa di personaggi provenienti da Wonder Woman e
altri membri della Justice League nella timeline
alternativa creata da Barry nel tentativo di cambiare il passato,
molto simile a ciò che accade nel fumetto.
Sempre secondo
The Hashtag Show, il film
includerà anche molti altre figure classiche di The
Flash, tra cui Eobard Thawne, Caitlin
Snow, che potrebbe trasformarsi in Killer
Frost, Dr. Arthur Light, alias. Doctor
Light, che potrà essere il grande villain del film, infine
Leonard Snart/Captain Cold e
Mick Rory/Heatwave.
Possibile l’ingresso in scena
dell’ufficiale della città di Keystone Fred
Chyre e del suo partner Jared Morillo che
aiuteranno Barry ad indagare sulla morte di Jonathan
Chambers (alias Johnny Quick).
Sembrerebbe tutto pronto per
l’inizio dei lavori in casa Warner Bros, tuttavia i registi scelti
per portare sullo schermo le avventure nel tempo di Barry
Allen John Francis
Daley e Jonathan Goldstein
hanno raccontato in una recente intervista di non aver ancora
firmato alcun accordo con la produzione: “Siamo
ancora in fase di negoziazione ma ci stiamo lavorando. Inoltre non
abbiamo ancora iniziato a lavorare sulla sceneggiatura e aspettiamo
di firmare l’accordo…Speriamo funzioni“.
Oramai è ufficiale che il primo
standalone dedicato a Flash seguirà
l’arco narrativo di Flashpoint, una
versione alternativa della timeline in cui, molto probabilmente,
assisteremo allo scontro per la conquista della Terra fra Aquaman e Wonder Woman.
Jason Momoa, interrogato su chi dei due, a suo
parere, potrebbe vincere la guerra, si è così pronunciato:
“Penso che Wonder Woman vincerebbe
sempre, ma io non voglio combatterla. Nonostante ciò mi piace
combattere, Aquaman non demorde e dunque non si può dire con
certezza, ma generalmente lei è così bella, perché mai dovrei
combattere contro Wonder Woman?”
Ezra Miller, già
apparso due volte nei panni dell’eroe (per un cameo
in Batman v Superman e
per uno
in Suicide Squad), si è dichiarato
fiducioso nelle intenzioni della Warner Bros di preparare
il progetto al meglio, nonostante l’abbandono del regista che deve
essere ancora rimpiazzato. Lo aspettiamo a breve al suo vero e
proprio esordio in Justice League.
Flashpoint, il film
stand alone su The
Flash con protagonista Ezra
Miller è previsto per il 3 marzo 2018. Nel cast
anche Kiersey Clemons nei panni di Iris
West.
Dopo le prime voci a riguardo, sembra
confermato che Wonder Woman parteciperà a
Flashpoint, il film che vedrà protagonista
assoluto Ezra Miller nei panni di Barry
Allen.
A dare la notizia è Deadline, che riporta alcune
informazioni in merito al futuro di Gal Gadot nei
panni di Diana Prince. Oltre a comparire in
Justice League e ovviamente in
Wonder Woman 2, l’attrice sarà
presente anche in Flashpoint.
L’informazione non viene
direttamente dalla Warner Bros ma si tratta di un
secondo indizio che conferma la stessa notizia, il che vuol dire
che al terzo indizio, come si suol dire, avremo una prova.
Ezra Miller, già
apparso due volte nei panni dell’eroe (per un cameo in
Batman v Superman e per uno in Suicide
Squad), si è dichiarato fiducioso
nelle intenzioni della Warner Bros di preparare il progetto al
meglio, nonostante l’abbandono del regista che deve essere ancora
rimpiazzato.
Flashpoint, il film
stand alone su The
Flash con protagonista Ezra Miller è
previsto per il 3 marzo 2018. Nel cast anche Kiersey
Clemons nei panni di Iris West.
Sembra che
Flashpoint, il primo film da solista per il Flash
di Ezra Miller, possa trovare spazio anche per la
Wonder Woman di Gal
Gadot.
Secondo Forbes il
film potrebbe veder comparire anche l’attrice nei panni
dell’Amazzone, anche se non è ben chiara l’estensione del ruolo.
Potrebbe trattarsi di un cameo, o anche di una piccola parte, così
come sono plausibili le presenze di altri eroi DC, data la natura
della storia.
Oltre ai protagonisti che vedremo
anche in Justice League,
Flashpoint potrebbe addirittura vedere la comparsa
di Jeffrey Dean Morgan, Thomas Wayne in
Batman v Superman Dawn of Justice,
nei panni del Batman alternativo.
Ezra Miller, già
apparso due volte nei panni dell’eroe (per un cameo in
Batman v Superman e per uno in Suicide
Squad), si è dichiarato fiducioso
nelle intenzioni della Warner Bros di preparare il progetto al
meglio, nonostante l’abbandono del regista che deve essere ancora
rimpiazzato.
Flashpoint, il film
stand alone su The
Flash con protagonista Ezra Miller è
previsto per il 3 marzo 2018. Nel cast anche Kiersey
Clemons nei panni di Iris West.
Dopo aver raccolto riconoscimenti
praticamente ovunque con Amour(dall’Oscar, al Golden Globe fino alla Palma d’oro),
Michael Haneke è pronto a tornare sul set per
girare Flashmob, dramma corale che
seguirà le vicende di un gruppo di personaggi che si conoscono
tramite internet e si uniranno per fare un flashmob.
Il progetto pare essere
un’evoluzione di una bozza che Haneke aveva già pensato nel 2010,
in cui voleva parlare di Internet e del rapporto che esiste tra i
mezzi di comunicazione di massa come il web e la realtà; il regista
aveva già programmato anche diverse location (dal Giappone agli
USA) in cui girare salvo poi dover annullare tutto per mancanza di
fondi.
Ancora non si nulla sul cast tecnico o artistico
Il documentario
Dancing with Maria, sulla ballerina e
danzaterapeuta argentina Maria Fux, oggi 93enne,
realizzato da Ivan Gregolet, uscirà il 26 Febbraio nelle sale
italiane. Presentato alla scorsa edizione del Festival di Venezia, con un buon
riscontro di critica, inizia il suo percorso con il pubblico a
Trieste dove è stato parzialmente girato. Per alimentare
l’interesse, nei giorni precedenti e successivi a quella data,
verranno realizzati alcuni flashmob coreografici nei punti
nevralgici di alcune città italiane.
Danzatori e danzatrici si incontreranno in punti nevralgici di
Trieste, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Messina, Catania, Ragusa,
per eseguire delle colorate e gioiose coreografie partecipative,
ispirate al metodo di Maria Fux.
La celebre coreografa argentina, oggi 93enne, di grande esperienza
artistica e pedagogica, svolge da quarant’anni il lavoro di
formazione alla danzaterapia in vari paesi dell’America e
dell’Europa, nei quali è ampiamente praticato il suo metodo per
il recupero psicofisico attraverso il movimento creativo in
diverse condizioni di disabilità
Si inizia domani, qui di seguito il
dettaglio delle date e delle città interessate dall’iniziativa, si
inizia da Trieste:
Flashmob *25 febbraio* ore 17.30 piazza Unità
PADOVA
Flashmob *25 febbraio* ore 14.30 presso il Centro Civitas Vitae
della Fondazione Opera Immacolata di via Toblino 53
MILANO
Flashmob *25 febbraio* ore 18.30 Galleria Vittorio Emanuele.
Proiezione del film: dal 27 febbraio al 2 marzo ore 21:00, Cinema
Palestrina
TORINO
Flashmob *25 febbraio* ore 19.00 piazza Vittorio Veneto 5
FIRENZE
Flashmob *25 febbraio* ore 15:00 da Uffizi – Piazza della
Signoria.
ROMA
Flashmob *27 febbraio* ore 19:30 Trastevere
Flashmob **1 marzo** ore 17:00 Pigneto
NAPOLI
Flashmob *25 febbraio* ore 19.00 Piazza San Domenico, Napoli, lato
via Benedetto Croce (centro storico).
MESSINA
Flashmob *25 febbraio* ore 10.00 presso l’Istituto delle Piccole
Sorelle dei Poveri, in via Emilia 25.
Ore 12.00 in piazza Duomo, vicino la Fontana di Orione.
CATANIA
Flashmob *25 febbraio* ore 18.30 da I Portali a Le Zagare,
Catania.
RAGUSA
Flashmob *25 febbraio* ore 23.00 Prima classe lounge bar, Via
Ercolano 7.
I film incentrati sulla danza
hanno sempre avuto un grande fascino al cinema, assumendo spesso e
volentieri la connotazione di inni all’emancipazione sociale e alla
libertà. Titoli come Dirty Dancing, Footloose e
Billy Elliot sono solo
alcuni dei film più famosi di questo tipo, dove i protagonisti si
trovano a dover affrontare numerosi ostacoli pur di poter esprimere
sé stessi attraverso questa forma d’arte. Un’altra pellicola che ha
fatto epoca e ha segnato l’immaginario di intere generazioni è
Flashdance, diretto nel 1983 dal regista
britannico Adrian Lyne, oggi noto per aver diretto
anche 9 settimane e ½, Attrazione fatale e L’amore infedele –
Unfaithful.
Stroncato dalla critica al momento
della sua uscita, con particolari invettive per la trama blanda,
Flashdance si affermò però come un grandissimo successo di
pubblico, con un incasso di oltre 200 milioni in tutto il mondo. Ad
aver contribuito al suo successo, vi sono state le avvincenti
coreografie di ballo e una colonna sonora composta da brani che
sono diventati ormai grandi classici della musica pop. Al di là di
ciò, il film è spesso ricordato anche per la felpa con un ampio
buco al collo che la protagonista indossa nel film. Il look di
questa felpa è nato per caso, in quanto il capo si era ristretto
durante un lavaggio e l’attrice decise di ritagliare il collo per
poterla indossare nuovamente.
Le curiosità su Flashdance,
come si può intuire, sono dunque molte. Essendo divenuto un cult,
specialmente per gli amanti di questa tipologia di film, una sua
visione è caldamente consigliata, sia per poter godere delle
fantastiche sequenze sia per le tante emozioni che la storia
sprigiona. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Flashdance: la trama e il cast del film
Protagonista del film è
l’appassionata di danza Alex Owens, che lavora di
giorno come saldatrice in una fabbrica e di sera presso un locale
notturno come ballerina di Flashdance. Il suo sogno nel cassetto è
quello di riuscire ad entrare all’Accademia di Danza di Pittsburgh,
per diventare ballerina di professione. Sostenuta e incoraggiata
dalla sua anziana amica Hanna, ex danzatrice
classica, come anche da Nick, con cui sta
nascendo una storia d’amore, Alex decide di provare ad affrontare
le audizioni della scuola e si allena sino allo sfinimento, nella
speranza di riuscire ad eseguire una buona esibizione ed essere
ammessa al corso. La sua passione e la sua lampante attitudine per
la danza non possono essere soffocate ancora per molto.
Ad interpretare Alex Owens vi è
l’attrice Jennifer Beals, qui al suo primo ruolo
cinematografico come protagonista. Sul set, la Beals aveva ben
quattro controfigure che la sostituivano durante le scene di ballo.
Una di queste controfigure (nella breve scena di breakdance del
balletto d’audizione) era in realtà un uomo. Il fatto che non era
realmente la Beals a ballare fu però tenuto segreto, così da non
spezzare la magia del film. Accanto a lei, nei panni di Nick, vi è
l’attore Michael Nouri. Per questo stesso ruolo si
era proposto anche Kevin Costner,
all’epoca ancora poco conosciuto. Lilia Skala è
l’anziana Hanna, mentre Sunny Johnson interpreta
Jeanie Szabo.
Flashdance: la colonna
sonora, da Maniac a What a Feeling
Celebre del film è in particolare la
sua colonna sonora, dove tra gli autori che contribuirono al
successo delle canzoni si ritrova anche il compositore e DJ
italiano Giorgio Moroder. Il brano portante della
pellicola, Flashdance… What a Feeling, vinse l’Oscar come
miglior canzone del 1983. Composta da Moroder (musiche) e
Keith Forsey (parole) e interpretata da
Irene Cara, diventò una hit rastrellando anche
altri premi in tutto il mondo. Ancora oggi è un brano popolarisso,
riproposto anche in altri film e serie. Nel film il brano si può
ascoltare per due volte. La prima volta è durante la sequenza di
apertura del film, la seconda volta invece è nel finale come
sottofondo dell’audizione di Alex.
Altro brano divenuto estremamente
popolare grazie al film è Maniac, del cantante
statunitense Michael Sembello. Quando il brano
venne scelto dalla Paramount Pictures, per essere inserito nella
colonna sonora del film Flashdance, Sembello modificò il
testo cosicché il “maniaco” del titolo si identificasse con Alex,
la ragazza con la passione per la danza protagonista del film.
Anche questo brano venne nominato all’Oscar come miglior canzone,
dove vinse però What a Feeling. Inoltre, nella scena della
gara di pattinaggio sul ghiaccio dell’amica di Alex, Jeanie, il
brano che accompagna la sequenza è Gloria, successo di
Umberto Tozzi, interpretato qui da Laura
Branigan.
Flashdance: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Flashdance grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google
Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 6 ottobre alle ore 21:10
sul canale TwentySeven.
Non c’è pace per
Flash, lo standalone dedicato a Barry Allen e
annunciato dalla Warner Bros. dopo che il personaggio aveva
debuttato “ufficialmente” in una scena di Batman V
Superman: Dawn of Justice. A quanto pare, come riporta
in esclusiva l’Hollywood Reporter, Ezra
Miller starebbe riscrivendo la sceneggiatura del film
a quattro mani con il fumettista Grant Morrison perché in
disaccordo con la visione portata avanti dai due registi
John Francis Daley e Jonathan
Goldstein, “troppo leggera e scanzonata” per l’attore, che
invece preferirebbe un adattamento più dark e complesso.
La fonte fa notare come questo tipo
di approccio, sicuramente meno serioso del passato (vedi gli
esperimenti di Zack Snyder su Man of Steel,
Batman v Superman e in parte anche
Justice
League) non abbia portato grandi frutti in termini
economici, mentre con Aquaman – e si spera con
Shazam! – il
divertimento e la leggerezza hanno premiato gli sforzi produttivi
degli studios. Dunque è facile immaginare che la Warner stia
decidendo di continuare su questa pista adottando lo stesso
concetto su Flash.
Quindi da un lato ci sono Daley e
Goldstein, dall’altro Miller e Morrison, e nel mezzo una serie di
compromessi mai raggiunti: entrambi gli schieramenti stanno
scrivendo due script da consegnare entro e non oltre la prossima
settimana. Tuttavia il destino del personaggio, ma soprattutto
quello dell’attore, si deciderà a Maggio, data di scadenza del suo
contratto. Sarà ancora Miller l’interprete di Barry Allen sul
grande schermo, oppure la Warner Bros. lo sostituirà proprio come
accaduto a Ben Affleck?
“Ne stiamo parlando e
l’intenzione è scatenare un intero nuovo universo, non solo il
multiverso DC, ma il multiverso dello speedster. E gli speedster
sono quelli che connettono tutti i pezzi disparati di esso. Sarà un
mondo con tutti gli stessi personaggi e storie diverse con realtà
diverse, eroi diversi e versioni differenti di personaggi. E gli
speedster sono quelli che si muovono attraverso tutto
questo.“
Dopo l’esordio degli albetti di
presentazione, il 10 marzo arriverà in libreria e
in fumetteria FLASH/ZAGOR – LA SCURE E IL FULMINE,
il volume completo, tutto a colori, cartonato e in grande formato,
della storia speciale che vede uniti lo Spirito con la Scure e il
velocista dell’universo DC Comics.
Il team-up tra Zagor e Flash, primo
frutto dell’eccezionale progetto in cui gli Eroi
bonellianiincontrano quelli dell’universo
DC, ci condurrà nel cuore della foresta di Darkwood in una
prospettiva del tutto inedita e seducente, grazie alla storia
scritta a quattro mani da Giovanni Masi & Mauro
Uzzeo (Il
Confine), disegnata da Davide Gianfelice
(Orfani, K-11, The
Flash) e coi colori di Adele Matera e Luca
Saponti. A seguire l’edizione italiana, il volume sarà
poi pubblicato negli Stati Uniti da DC Comics e in
numerosi altri paesi.
I due personaggi protagonisti sono
tra i più famosi del fumetto mondiale. Da un lato c’è l’agente
della polizia scientifica Barry Allen, che colpito
da un fulmine e cosparso di sostanze chimiche entra in contatto con
una misteriosa fonte d’energia: la Forza della
Velocità. Usando quel potere per aiutare chiunque ne
abbia bisogno, si trasforma in Flash, l’uomo più veloce
del mondo. Dall’altro lato c’è “Lo Spirito Con La
Scure”, un uomo con poteri straordinari: il suo
caratteristico grido di battaglia “AAAAHHYAAK!”
perseguita chiunque provi ad attentare alla pace della foresta di
Darkwood.
Sono trascorsi un po’ di mesi da
quando il Re di Darkwood e il Velocista Scarlatto hanno iniziato a
incrociare le loro strade per la prima volta tra le pagine di un
adrenalinico numero zero. Il prologo dell’atteso incontro è stato
presentato prima in una doppia edizione esclusiva per le fumetterie
e quindi riproposto nel classico formato bonelliano. In
quest’ultima occasione, l’avventura che apre la strada a questo
storico team-up è stata accompagnata dalle pagine che raccontavano
l’origine del costume di Zagor e il debutto di Pat Wilding in veste
di venerato Spirito con la Scure. Ma non solo: anche Flash ha
goduto di un viaggio nel proprio passato editoriale, protagonista
di un racconto tra i più classici della sua ottantennale saga e di
un moderno incontro con lo storico nemico, Gorilla Grodd.
Ma quale sarà̀ la straordinaria
minaccia che dovranno affrontare nel racconto completo che vede per
la prima volta faccia a faccia i due celebri eroi? Come riusciranno
a convivere e a collaborare due personaggi al contempo tanto
diversi quanto simili tra loro come Zagor e Flash? E quale sarà il
punto di contatto tra l’Universo DC e quello della Sergio Bonelli
Editore, che innesterà il loro incontro?
1 di 5
FLASH/ZAGOR – LA SCURE E IL
FULMINE, arricchito dagli articoli di approfondimento e da
una ricca gallery di disegni preparatori, copertine e immagini
inedite realizzate da Davide Gianfelice, Carmine Di
Giandomenico e Emiliano Mammucari, sarà disponibile anche
con una speciale Variant Cover realizzata dalla
superstar del fumetto Gabriele Dell’Otto, in
vendita in esclusiva nella catena Games Academy e sul sito di
Sergio Bonelli Editore.
Le Storie a fumetti di Flash sono
pubblicate in Italia da Panini Comics.
Jai Courtney, star dell’attesissimo The Suicide
Squad, ha ammesso che sarebbe interessato ad un film
del DCEU dedicato ad un possibile scontro tra Captain Boomerang e
The
Flash. L’attore ha debuttato nei panni di George “Digger”
Harkness in Suicide
Squad del 2016, diretto da David Ayer. Adesso tornerà a
vestire i panni del personaggio nella nuova iterazione della Task
Force X firmata da James Gunn.
Courtney sarà uno dei pochi attori
del primo film a tornare: insieme a lui ci saranno anche Margot
Robbie, Joel
Kinnaman e Viola Davis.
Nel primo Suicide
Squad del 2016 abbiamo visto un piccolo cameo del Flash di
Ezra Miller. Anche se breve, quell’apparizione
ha contribuito a definire il ruolo più ampio che il personaggio
avrebbe poi avuto in Justice
League. Per il 2022 è atteso l’arrivo al cinema di
The Flash, standalone dedicato al Velocista
Scarlatto che vedrà il ritorno di Michael Keaton e Ben Affleck nei panni delle rispettive
incarnazioni cinematografiche di Batman. Naturalmente, proprio
sulla base delle interessanti ed entusiasmanti premesse del film,
alcuni stanno già pensando al futuro di Barry Allen nell’universo
condiviso.
Intervistato da
Screen Rant, Jai Courtney ha rivelato che sarebbe
interessato ad un film del DCEU in cui si esplori cosa accaduto
dopo il breve cameo di Flash nel film di Ayer. Quando è stato
chiesto all’attore se amerebbe partecipare ad un re-team con il
personaggio di Barry Allen, Courtney ha risposto: “Lo spero
davvero. Sono le persone più in alto di me a prendere queste
decisioni, ma penso che i fan lo adorerebbero. Chi lo sa? Nessuno
conosce davvero come andranno le cose. Penso che ci siano un sacco
di proprietà in fase di realizzazione e penso che la DC si stia
preparando all’arrivo di un grande successo. Penso che stiano
optando per delle scelte davvero fantastiche. Quindi, vedremo!
Sarebbe fantastico. Se dipendesse da me, avrei già messo il
progetto in sviluppo. Ma ripeto, vedremo come andranno le
cose.”
Considerando la relazione tra Flash
e Captain Boomerang, un film incentrato su loro due sarebbe davvero
divertente. Inoltre, Suicide
Squad non è riuscito a sfruttare a pieno il
potenziale dei personaggi, anche a causa della natura del
coinvolgimento di Miller. Un intero film dedicato a Flash e Captain
Boomerang offrirebbe certamente molte più opportunità per esplorare
la loro complessa dinamica.
Tratto da una storia
vera, il film propone un ritratto cinico della New York degli anni
’60, del potere delle sue major e degli uomini che ne muovono i
fili. Basato sull’invenzione del tergicristallo automatizzato
mostra come le grandi società di un tempo si sapevano muovere senza
scrupoli assimilando quanto più possibile, distruggendo la
concorrenza e qualunque altra piccola goccia non rientrasse nel
loro oceano.
Robert Kearns, professore
universitario cieco da un occhio, dopo una geniale intuizione come
il funzionamento di un tergicristallo automatizzato, riesce a
proporre il suo brevetto alla grande azienda della Ford. Truffato e
derubato della sua idea la multinazionale lancia sul mercato il suo
prodotto senza che Kearns abbia il benché minimo merito.
Da qui in poi inizia una lotta
legale senza precedenti per inseguire un ideale e ottenere
giustizia, per un qualcosa che va al di là dei soldi e dell’aspetto
economico, per un qualcosa di più grande. Opera prima (e fin’ora
unica) per Marc Abraham molto più noto per la sua proficua attività
di produzione (Air Force One e Spy Game solo per
citarne alcuni) che per questo progetto dirige un cast di attori
non di primissimo piano.
Protagonista Greg
Kinnear che vanta un ampio curriculum ma che ancora non è
riuscito ad ottenere ruoli che lo rendano riconoscibile allo
spettatore medio (“casa nostra” parlando), e che ha offerto le
migliori interpretazioni in Qualcosa è cambiato (che gli valse
una nomination agli Oscar) e in Little miss sunshine. In questo caso
si cimenta di nuovo in un film dal tono documentaristico come già
successo nel meno recente Fast food nation, per un ruolo che oramai
sembra essergli stato cucito addosso. Gli altri ruoli sono stati
affidati a Lauren Graham (Lorelai Gilmore in Una mamma
per amica), Dermont Mulroney (Il
matrimonio del mio migliore amico) e Mitch Pileggi
(il vicedirettore Skinner in
X-Files).
Flash of genius, il film di Marc
Abraham
Nel complesso il film è senz’altro
buono e interessante, anche se si possono incontrare diversi punti
lenti ma inevitabili visto che si tratta di una storia realmente
accaduta che cerca di ripercorrere passo per passo gli eventi
accaduti.
Risultato mediocre ai botteghini
americani e un rapido quanto invisibile passaggio in Italia per un
film che difficilmente riesce a coinvolgere il pubblico e che trova
persino difficoltà a trovare un pubblico a cui rivolgersi. Rimane
comunque un film che offre diversi spunti di riflessione sulla
società di allora e su quella odierna proponendosi come strumento
per poterle paragonare e farsi qualche domanda.
Mark Protosevich,
sceneggiatore di Thor, Io
sono leggenda e del remake americano di
Oldboy a scriverelo script del nuovo film
di Flash Gordon.
Il progetto è in cantiere alla 20th
Century Fox e vede alla regia Matthew Vaughn.
Lo stesso
Protosevich ha confermato la notizia su Facebook.
La prima sceneggiatura era stata scritta da J.D.
Payne e Patrick McKay (Star
Trek 3) basandosi su un trattamento di George
Nolfi.
Creato nel 1934 da Alex Raymond,
Flash Gordon è un avventuriero che,
assieme alla bella Dale Arden e allo scienziato Hans Zasrkov,
finisce sul pianeta Mongo e si trova a combattere contro il tiranno
Ming.
La Disney ha scelto Taika
Waititi per riportare sul grande schermo le avventure di
Flash Gordon, anche se non è chiaro in che modo il
regista di Thor: Ragnarok e What We Do
In The Shadows sarà coinvolto nel progetto. A riportare la
notizia è Deadline.
Da anni si parla di un nuovo
adattamento del personaggio, con diversi nomi associati nel corso
del tempo come Matthew Vaughn (Kingsman) e Julius Avery (Overlord),
ma ora lo studio sembra concentrato sullo sviluppo di un film
d’animazione ispirato alle origini del personaggio nato nel 1934
sui fumetti di Alex Raymond e diventato celebre nel 1980 grazie
alla pellicola cult diretta da Mike Hodges con la colonna sonora
dei Queen.
Dunque la trama di questo Flash
Gordon dovrebbe vedere l’eroe impegnato in una realtà dove la Terra
è minacciata da una collisione con il pianeta Mongo e spedito al
comando di una nave spaziale nel tentativo di fermare il disastro.
Qui si scontrerà con il tiranno di Mongo, Ming the Merciless.
Per quanto riguarda Waititi, il
neozelandese è ora occupato con la post-produzione di Jojo
Rabbit, adattamento cinematografico del romanzo di
Christine Leunens e satira sul Adolf Hitler. Ambientato durante la
seconda guerra mondiale, il film è la storia di un giovane
soldato nell’esercito di Hitler che scopre che sua madre sta
nascondendo un bambino ebreo in casa. Nel cast del film compaiono
Sam Rockwell, Rebel
Wilson e Scarlett
Johansson.
Nel frattempo la Warner Bros. ha
ufficializzato la data di uscita del nuovo adattamento di
Akira, progetto nelle mani del regista, fissata al
21 maggio 2021.
Prossimamente lo ritroveremo anche
nel cast di Free Guy, action comedy che sarà
diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan
Reynolds. La star di Deadpool vestirà
i panni del protagonista Guy, un funzionario della banca che scopre
di vivere all’interno di un videogioco dove – insieme ad un avatar
– cercherà di impedire agli sviluppatori di chiudere il loro mondo.
Insieme a loro Jodie Comer (Killing Eve),
Joe Keery (Stranger Things), Lil Rel
Howery, e Utkarsh Ambudkar.
Sarà Julius Avery a
dirigere il film su Flash Gordon prodotto dalla
20th Century Fox. Di recente l’australiano ha firmato la regia di
Overlord, ultima creatura
di J.J. Abrams ambientata durante la
Seconda Guerra Mondiale che verrà presentata in questi giorni al
Lucca Comics & Games 2018.
Creato nel 1934 da Alex Raymond, il
personaggio fu protagonista di una serie a fumetti di fantascienza
prima di essere adattato per il piccolo e grande schermo
rispettivamente nel 1974 e nel 1980.
Mark Protosevich (Thor) scriverà
la sceneggiatura di questo adattamento che promette di essere
diverso da tutte le precedenti trasposizioni.
Vi ricordiamo che l’ultimo lavoro di
Avery è Overlord, che vede nel cast Jacob
Anderson, Wyatt Russell, Bokeem Woodbine e l’attore di Game of
Thrones, Pilou Asbæk. Le prime voci intorno al film parlavano di un
nuovo episodio della saga di Cloverfield, ma il
produttore ha fermamente respinto le congetture.
La notizia circola già da un paio di
settimane, ma nella notte The Hollywood Reporter ha
annunciato con molta sicurezza che la Fox sarebbe già al lavoro sul
reboot di Flash Gordon, leggendario
fumetto degli anni ’30 che ha avuto già una trasposizione
cinematografica nel 1980 con l’indimenticabile colonna sonora dei
Queen.
Patrick McKay e
JD Payne (che stanno scrivendo, insieme a
Roberto Orci, il prossimo film di
Star Trek) avrebbero elaborato la
sceneggiatura di Flash Gordon sulla base
di un soggetto scritto da George Nolfi,
sceneggiatore di The Bourne Ultimatum e
regista di I guardiani del destino.
Purtoppo però, non ci sono ancora notizie certe nè sul cast, nè
sulla possibilità che sia lo stesso Nolfi a dirigere la pellicola.
L’unica cosa che sembra sicura è che il reboot si farà.
Flash Gordon è
un personaggio dei fumetti, protagonista dell’omonima striscia a
fumetti di fantascienza, ideata da Alex Raymond e pubblicata per la
prima volta il 7 gennaio 1934. Stampato a colori sulle tavole dei
supplementi domenicali dei quotidiani, si distinse subito per i
suoi disegni, che diventarono sempre più elaborati e realistici col
passare del tempo. Dal fumetto sono state tratte numerose opere
cinematografiche e televisive.
Nel 1995 la strip fu una delle venti
incluse nella serie commemorativa di francobolli statunitensi Comic
Strip Classics. Nel 1980 è stato realizzato un film sul
personaggio, diretto da Mike Hodges, che si
ricorda anche per la colonna sonora firmata dai Queen.
Creata nel 1934 dall’illustratore
Alex Raymond e dall’autore Don Moore, in origine la serie a fumetti
Flash Gordon era stata concepita per contrastare
il successo di un altro popolare fumetto di fantascienza, ossia
Buck Rogers. La trama ruotava attorno alle avventure del
personaggio del titolo e dei suoi due compagni Dale Arden e il
Dottor Zarro, che viaggiano sul pianeta Mongo grazie ad
un’astronave per affrontare il suo malvagio imperatore, Ming lo
spietato.
Flash Gordon è stato portato sul
grande schermo per la prima volta nel 1980, grazie alla space opera
diretta da Mike Hodges che vantava nel cast anche
il compianto Max von Sydow nei panni dell’imperatore Ming
(oltre alla colonna sonora composta interamente dai leggendari
Queen). Sono ormai diversi anni che la 20th
Century Fox sta cercando di riportare il personaggio al cinema:
finalmente, dopo l’acquisizione dello studio da parte della Disney,
quest’ultima ha affidato a Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok e Jojo
Rabbit, il compito di sviluppare un nuovo film, che
all’epoca venne annunciato come film d’animazione.
Ora, durante una recente intervista
con Collider in occasione della promozione di Jungle Cruise, il produttore John
Davis ha confermato che il Flash Gordon
di Waititi sarà invece un live-action. Davis ha spiegato Waititi
sta attualmente scrivendo il film, ma che non ha ancora firmato per
occuparsi anche della regia. Tuttavia, il produttore è fiducioso di
poter garantire Waititi in qualità di regista, poiché si tratta di
un progetto che gli sta particolarmente a cuore.
“Taika sta scrivendo il
film”, ha dichiarato John Davis. “L’originale degli anni
’80 ha avuto un’enorme influenza sulla sua crescita e formazione. È
uno dei suoi film preferiti. Inizialmente mi ha detto: ‘Facciamo un
film d’animazione’, e io gli ho detto: ‘Va bene’. Poi abbiamo
iniziato a svilupparlo e lui ha detto: ‘No, facciamo un live
action”. E allora gli ho risposto: ‘Ancora meglio’.”
I prossimi progetti di Taika Waititi oltre Flash Gordon
Taika Waititi ha diversi progetti in cantiere
che lo terranno occupato al servizio della Disney per i prossimi
anni. Il suo prossimo film, Next Goal Wins, è
ormai terminato e verrà distribuito prossimamente da Searchlight
Pictures, sussidiario dei Walt Disney Studios. Per quanto riguarda
i Marvel Studios, invece, le riprese di Thor: Love
and Thunder sono terminate lo scorso maggio e il film
è attualmente in fase di post-produzione. Inoltre, Waititi si
occuperà anche di dirigere un nuovo misterioso episodio di Star Wars che co-sceneggerà insieme a
Krysty Wilson-Cairns.
La fonte di Empire pare non sia ben chiara, ma sembra proprio che
si stia avvicinando un progetto cinematografico che vede
protagonista Flash Gordon, protagonista delle
strisce a fumetti degli anni ’30.
Per scrivere una storia sul
personaggio sarebbero stati ingaggiati JD Payne e
Patrick McKay, gli sceneggiatori del terzo
adattamento cinematografico dello Star Trek moderno.
Flash Gordon è un
personaggio dei fumetti, protagonista dell’omonima striscia a
fumetti di fantascienza, ideata da Alex Raymond e pubblicata per la
prima volta il 7 gennaio 1934. Stampato a colori sulle tavole dei
supplementi domenicali dei quotidiani, si distinse subito per i
suoi disegni, che diventarono sempre più elaborati e realistici col
passare del tempo. Dal fumetto sono state tratte numerose opere
cinematografiche e televisive.
Nel 1995 la strip fu una delle venti incluse nella serie
commemorativa di francobolli statunitensi Comic Strip Classics. Nel
1980 è stato realizzato un film sul personaggio, diretto da
Mike Hodges, che si ricorda anche per la colonna
sonora firmata dai Queen.
Arrivano dall’Hollywood
Report nuovi aggiornamenti che vedono coinvolto uno dei
supereroi più amati della DC Comics, si tratta di The
Flash, eroe che già da svariati anni ha in cantiere
una trasposizione cinematografica che però stenta a decollare. Oggi
per i fan del personaggio arriva la conferma autorevole che il
network The CW, già produttore tra gli altri di
Arrow, produrrà una trasposizione del fumetto
seriale dedicata tutta a Barry Allen. Ma non è tutto, nelle
intenzioni del network c’è l’idea di introdurre il personaggio già
quest’anno nella seconda attesissima stagione di
Arrow.
Per quanto riguarda il film,
invece, è la stessa nota rivista ad aggiornare che a sviluppo del
film ci stia lavorando Greg Berlanti, incaricato dalla Warner Bros
e dalla DC Entertainment. Il film è scritto da Berlanti insieme
a Chris Brancato, Michael Green, Geoff Johns e Marc
Guggenheim. A dirigere la pellicola ci penserà lo stesso Greg
Berlanti per un’uscita prevista per il 2016.
Il network americano della The CW
ha diffuso la producer’s preview di Flash
1×19, il diciannovesimo episodio che si
intitolerà “Who is Harrison Wells?”:
https://www.youtube.com/watch?v=2omJoh-NVO4
The
Flash è una serie televisiva statunitense spin-off di
Arrow, sviluppata dai creatori di quest’ultima Greg
Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg. Basata sul
personaggio di Flash, supereroe protagonista di una serie di
fumetti pubblicata da DC Comics, si svolge nello stesso universo
della serie madre e verrà trasmessa dal 7 ottobre 2014 sul canale
The CW.
Trama show: All’età di 11 anni,
dopo aver assistito al misterioso omicidio della madre Nora e visto
suo padre Henry ingiustamente accusato del crimine, Barry Allen
viene accolto in casa dal detective Joe West e la sua famiglia.
Anni dopo lo ritroviamo che è divenuto un brillante studente di
chimica, noto a tutti per la sua grande competenza in questo campo
oltre che per il suo essere perennemente in ritardo. Diventato uno
scienziato forense per il Dipartimento di Polizia di Central City,
Barry cerca di scoprire la verità sull’omicidio di sua madre e le
sue indagini lo portano all’acceleratore di particelle di Harrison
Wells. Quando i laboratori S.T.A.R. LAB indicono un evento pubblico
per l’accensione di prova di un nuovo acceleratore di particelle
destinato a rivoluzionare il mondo, Barry si trova nel suo
laboratorio e, dopo che l’acceleratore, colpito da un fulmine,
esplode a causa di un sovraccarico, il giovane viene scaraventato a
terra dalla scarica di un altro fulmine mentre numerose sostanze
chimiche gli si rovesciano addosso ed entra in coma. Al suo
risveglio, dopo nove mesi, apprende di avere la capacità di
muoversi ad una velocità sovrumana ed è anche convinto, e ben
presto ne avrà la conferma, di non essere l’unico meta-umano creato
dall’esplosione. Il giovane Allen decide, quindi, di utilizzare
l’eccezionale potere conferitogli dal destino per proteggere
l’umanità, mantenendo però segreta la propria identità. Da questo
momento comincia a far uso dei suoi straordinari poteri per
sconfiggere il crimine e, quando interviene in soccorso delle
vittime, indossa un particolare costume rosso, con un fulmine sul
petto della tuta ed un elmetto con degli auricolari a forma di
fulmini. Barry assume così l’identità di Flash, l’uomo più veloce
del mondo. I soli ad essere a parte del suo segreto sono il dott.
Wells, ricercatore dei laboratori S.T.A.R., i suoi assistenti Cisco
Ramon e Caitlin Snow ed infine il detective Joe West.
Ecco la nostra intervista a
Michela Giraud e Rita Abela, in
occasione della presentazione di Flaminia, il film che vede la stand-up
comedian per la prima volta dietro alla macchina da presa.
Flaminia è al cinema dall’11 aprile distribuito da
Vision Distribution.
Sceneggiato dalla
stessa Giraud con Francesco
Marioni, Greta Scicchitano e
Marco Vicari, la stand up comedian ne è anche
protagonista nei panni della giovane donna piena di ambizioni e
prossima al matrimonio che dà il titolo al film. Per la sua opera
prima Giraud sceglie un tono spensierato e sagace per raccontare
una storia che affronta temi importanti e delicati, rivelando un
altro lato della sua sensibilità di artista.
Prendendo spunto
dalle difficoltà e dalle ipocrisie che si celano dietro le porte
delle case borghesi Michela Giraud ci racconta una
storia divertente e toccante e se qualcuno vi dirà che è una storia
vera, non credetegli.
Il film è una
produzione Eagle Original Content e Pepito
Produzioni in collaborazione con Vision
Distribution e con Prime Video.
FLAMINIA, il primo film di e con Michela Giraud, arriva al cinema
dall’11 aprile distribuito da Vision
Distribution. Nel cast: Michela Giraud, Rita
Abela, Antonello Fassari, Nina
Soldano, Edoardo Purgatori, Catherine Bertoni de Laet, Ludovica
Bizzaglia, Francesca Valtorta, Fabrizio Colica e con
Lucrezia Lante Della Rovere.
Sceneggiato dalla
stessa Giraud con Francesco
Marioni, Greta Scicchitano e
Marco Vicari, la stand up comedian ne è anche
protagonista nei panni della giovane donna piena di ambizioni e
prossima al matrimonio che dà il titolo al film. Per la sua opera
prima Giraud sceglie un tono spensierato e sagace per raccontare
una storia che affronta temi importanti e delicati, rivelando un
altro lato della sua sensibilità di artista.
Prendendo spunto
dalle difficoltà e dalle ipocrisie che si celano dietro le porte
delle case borghesi Michela Giraud ci racconta una
storia divertente e toccante e se qualcuno vi dirà che è una storia
vera, non credetegli.
Il film è una
produzione Eagle Original Content e Pepito
Produzioni in collaborazione con Vision
Distribution e con Prime Video.
Flaminia, la trama
Flaminia De Angelis
è tutto quello che una ragazza di Roma Nord dev’essere: sorridente,
ossessionata dalla forma fisica e soprattutto ricca o meglio
arricchita. Sotto la pressione di sua madre Francesca, sta per
sposare Alberto, il figlio di un importante diplomatico regalando
all’intera famiglia la tanto agognata scalata sociale.
Tutto è pronto per
il grande evento quando nella vita patinata di Flaminia piomba
Ludovica, la sua sorellastra, un uragano di complessità dal cuore
ingestibile. Trentenne nello spettro autistico, Ludovica irrompe
nella vita di Flaminia con la forza di un terremoto, mettendo a
nudo tutte le ipocrisie con cui Flaminia crede di convivere
benissimo. Proprio quando la convivenza delle sorelle fa
riaffiorare il sentimento di un rapporto dimenticato, un evento
inaspettato mette di nuovo a repentaglio tutto.
“Visto da vicino
nessuno è normale” e questo Flaminia,
trentenne “perfettibile” di Roma Nord, con una sorella con la
Sindrome di Asperger, ce lo mostra con grande onestà, mettendo a
confronto la presunta normalità con ciò che è diverso e “fuori
dagli schemi” previsti dall’ambiente sociale. È lei la
protagonista dell’esordio dietro alla macchina da presa di
Michela Giraud (qui
l’intervista), ed è pronta a rubare il cuore degli spettatori…
Ma facciamo un passo indietro.
La maggior parte del
pubblico italiano conosce Michela Giraud per il
suo “Mignottone pazzo”, hit nata durante la prima stagione
di LOL – chi ride è fuori, ma chi la segue anche
nei suoi spettacoli di stand-up comedy, sa molte più cose
di lei, che si evincono da quello che racconta nel corso dei suoi
show. Per questo, i suoi accoliti non rimarranno sorpresi dallo
scoprire che Flaminia, che Giraud scrive
dirige e interpreta, è tratto dalla sua storia
personale.
Flaminia, una storia personale. La
trama
Nel film, Flaminia De
Angelis è tutto quello che una ragazza di Roma Nord deve essere:
sorridente, ossessionata dalla forma fisica, sempre attenta
all’abbigliamento e ricca, o meglio arricchita. Subendo la
pressione del mondo in cui vive e soprattutto di sua madre
Francesca, la giovane donna sta per sposare Alberto, un buono a
nulla belloccio e con più di un vizio, ma figlio di un importante
diplomatico. Il matrimonio regalerà all’intera famiglia di borghesi
arricchiti la tanto agognata scalata sociale.
Tutto è pronto per il
grande evento quando nella vita patinata della protagonista (che
scopriremo molto presto essere tenuta insieme con fatica e
insoddisfazione) piomba Ludovica, la sua sorellastra, un uragano di
complessità. Trentenne nello spettro autistico, Ludovica irrompe
nei ritmi di Flaminia con la forza di un terremoto, mettendo a nudo
tutte le ipocrisie con cui la donna crede di convivere benissimo.
Questo scontro farà deflagrare l’ordine delle cose, spingendola a
rimettersi in discussione.
Smussare gli angoli per adattare il
linguaggio
La stand-up
comedy ha di un codice linguistico e soprattutto
contenutistico ben preciso. Su quei palchi, gli stand-up comedian hanno la licenza di dire tutto e con
grande cattiveria. La battuta scorretta, il doppio senso, il
commento pesante, si accetta tutto in quelle occasioni, è un patto
che lo spettatore sottoscrive tacitamente. Per il suo esordio alla
regia (e alla sceneggiatura) Michela Giraud ha
dovuto però aggiustare il tiro, limare quella cattiveria e
trasformare il suo linguaggio da stan-up in storia, sviluppo dei
personaggi e archi narrativi. A questa esigenza puramente tecnica
si è aggiunta anche la decisione, coraggiosa, di mettere in piazza
una parte di se stessa molto personale, e non con i toni sarcastici
e buffi con cui ne aveva già parlato nei
suoi show, ma drammatizzando gli avvenimenti e trasformandoli
in fiction.
Ludovica, il motore del
cambiamento
La storia di Flaminia prende il via
quando Ludovica entra in scena. La donna è uno “strumento” grazie
al quale la vicenda si mette in moto in una direzione ben precisa;
il suo irrompere nella vita dell’altra “figlia di suo
padre” genera una serie di reazioni che scuotono Flaminia
dal suo torpore e dalla sua routine. Per quanto assolutamente sopra
le righe, Ludovica è una donna che ha già fatto il suo percorso, è
compiuta e centrata, con tutte le sue difficoltà, e questo spaventa
anche più della diversità che manifesta. E Flaminia non può che
arrendersi di fronte alla sua purezza e onestà, mentre cerca di
arginare una personalità così consapevole anche nella sua
difficoltà.
Forse con un pizzico di
sorpresa, l’aspetto drammatico è quello che risulta meglio riuscito
e più autentico in Flaminia, che non è né un film
comico né una commedia vera e propria. Si distanzia dai primi
perché ha una storia articolata e non si risolve in una serie di
situazioni e sketch, ma si scosta anche dalla seconda perché i toni
che assume quando la storia di incupisce sono davvero seri, quasi
oscuri, molto (forse troppo?) distanti dalla comicità parodistica
dell’inizio del film. E allora viene il dubbio che, forse anche
comprensibilmente, il lavoro di Giraud sia stato pavido.
Abbandonando la sua “cattiveria” ed esponendosi così intimamente ha
giocato con cautela lì dove avrebbe potuto avventurarsi, forte di
doti drammatiche davvero notevoli.
I momenti più emozionanti
del film, che la vedono protagonista insieme alla splendida
Rita Abela, superba interprete di Ludovica, sono i
migliori, e anche in una scena in particolare che non sveliamo, in
cui Flaminia mostra la sua fragilità, Giraud è un’interprete
drammatica davvero notevole. Ed è in questi piccoli spazi di grande
espressione e interpretazione che si intuisce che forse il coraggio
di osare avrebbe reso il film un’opera più completa e
significativa.
Nel corso della sua lunga e gloriosa
carriera come regista, Clint Eastwood
ha affrontato numerosi generi cinematografici, passando dal western
al poliziesco, dal dramma fino ai tanti titoli biografici
realizzati negli ultimi anni. Nel 2006, in una parentesi tra due
lungometraggi pluripremiati come Million Dollar Baby e
Changeling, ha anche
avuto modo di cimentarsi con il film bellico, realizzando due
titoli che affrontano la stessa vicenda ma da due punti di vista
differenti. Il primo di questi è Flags of Our
Fathers, che si concentra sui soldati americani,
mentre il secondo è Lettere da Iwo Jima, con protagonisti
i soldati giapponesi.
La vicenda narrata è quella vera
della battaglia di Iwo Jima, che si svolse tra il febbraio e il
marzo del 1945 nell’omonima isola Giapponese. Qui si scontrarono i
due schieramenti per il controllo del territorio, portando alla
cifra di circa 20 mila morti per l’esercito Giapponese e
altrettanti feriti per gli Stati Uniti. Celebre di quella battaglia
è in particolare la fotografia dei sei marines che innalzarono la
bandiera americana sul suolo giapponese, e due film di Eastwood
vanno a raccontare proprio ciò che avvenne intorno a quell’ormai
iconico momento. Flags of Our Fathers, scritto da
William Broyles e Paul Haggis è
basato sull’omonimo libro di James Bradley.
Al momento della sua uscita in sala
il film non raccolse un buon risultato in termini di box office, ma
negli anni è stato sempre più riscoperto, specialmente alla luce
del confronto con il secondo titolo che Eastwood ha dedicato alla
vicenda. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Flags of OurFathers: la trama del film
La vicenda qui narrata ha per
protagonista James Bradley, uno scrittore e figlio
di John “Doc” Bradley, uno degli uomini ritratti
nella celebre fotografia dei marines intenti a issare la bandiera
americana a Iwo Jima. Desideroso di saperne di più su ciò che si
nasconde dietro quel celebre scatto, l’uomo decide di cercare gli
altri componenti di quella spedizione per ricostruire la storia che
sta dietro a quell’immagine. Ha così inizio un vero e proprio tuffo
nel passato, che porterà James a scoprire verità poco o per nulla
note rispetto a quelle da tutti credute. La foto, infatti, è
diventata simbolo della vittoria finale pur essendo stata scattata
all’inizio della sanguinosa battaglia.
Nel tentativo di scoprire il perché
dietro tale risvolto, James cercherà di identificare gli altri
uomini oltre a suo padre che avevano partecipato a quel momento.
Mentre alcuni di loro sono ormai morti, i pochi superstiti
diventeranno dunque testimoni di una vicenda diversa, che esplora
non solo la difficoltà inaudita e le violenze perpetratesi durante
quella specifica battaglia, ma anche le tante azioni
propagandistiche effettuate dal governo degli Stati Uniti per scopi
ben precisi. Più andrà in fondo a questa vicenda, più James
comprenderà di come molto di quella battaglia sia stato
distorto.
Flags of Our Fathers: il
cast del film
Ad interpretare il personaggio di
John “Doc” Bradley, vero e proprio protagonista del film, vi è
l’attore Ryan Phillippe. Per prepararsi al ruolo,
egli ebbe modo di incontrare il figlio del suo personaggio, ovvero
lo scrittore James Bradley. Questi gli parlò di suo padre, aiutando
l’attore a calarsi nel ruolo per risultare il più realistico
possibile. Ad interpretare James Bradley nel film vi è invece
l’attore Thomas McCarthy. Vi sono poi gli attori
Jesse Bradford, Adam Beach e
Jamie Bell nei
panni dei soldati Rene Gagnon, Ira Hayes e Ralph Ignawski. L’attore
John slattery, celebre per la serie Mad
Men, interpreta invece Bud Gerber.
L’attore Paul Walker,
noto per il personaggio di Brian O’Conner nella saga di Fast &
Furious, interpreta il sergente Hank Hansen, uno di coloro che
issarono la prima bandiera americana. Completano poi il cast gli
attori Benjamin Walker nei panni di Harlon Block e
Ned Eisenberg in quelli del fotografo Joe
Rosenthal. Barry Pepper ricopre il ruolo del
sergente Michael Strank. Il film segna inoltre il debutto
cinematografico di Scott Eastwood,
figlio di Clint, qui nel ruolo del soldato Roberto Lundsford. Come
noto, il regista non richiese la partecipazione degli attori a dei
corsi di addestramento. Egli preferì farli parlare con attori che
avevano già avuto precedenti esperienze su set di film di
guerra.
Flags of Our Fathers: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Flags of Our Fathers grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now
e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 4 marzo alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
La sequenza presa in questione è
tratta dal film Flags of Our Father, e l’analisi proposta si
sviluppa tramite un lavoro comparativo tra la sequenza del
film e alcune sequenze tratte dal videogame di guerra Call
of Duty; scopo di tale lavoro è quello di individuare
assonanze tra le immagini di uno e dell’altro prodotto preso in
questione avvalorando la tesi di una reciproca influenze tra i due
mezzi analizzati mediata dallo sviluppo della computer grafica, e
il conseguente cambiamento dell’estetica, del film e del videogame,
proprio in virtù dell’influenza sopracitata.
La lunga sequenza dello sbarco
Prendiamo in esame la lunga
sequenza dello sbarco delle truppe americane sull’isola giapponese
di Iwo Jima, teatro di violenti scenari di
guerra, spesso accostata da molta critica alla sequenza dello
sbarco in Normandia girata da Spielberg (che
figura come produttore del film di Eastwood ) per Salvate il soldato Ryan. Tale affermazione
risulta approssimativa nel momento in cui non tiene conto della
spettacolarizzazione operata da Eastwood, il quale, diversamente dall’autore
di Lo squalo, ricostruisce interi scenari in computer grafica,
svincolando spesso la mdp dal suo referente indicale e puntando
invece su una ricostruzione di intere scene in post-produzione; in
tal senso, l’operazione compiuta accosta il film alle modalità di
creazione operata dai videogame; ovviamente non ci sarebbe
nulla di particolare se tale intervento si limitasse ad una mera
ricostruzione ex-novo operata dalla computer grafica: in realtà il
film di Eastwood merita un approfondimento nel momento
in cui egli sembra ricalcare alcune modalità di riprese
tipiche dei giochi di guerra FPS (first person shooter).
Ad avvalorare ciò, l’uso frequente
di soggettive, o semi-soggettive dei militari intenti a far fuoco,
o le numerose scene -caratteristiche proprio di questo genere di
gioco- in cui il regista posiziona l’arma in diagonale nella parte
bassa dell’inquadratura. Un espediente quest’ultimo tipico dei
giochi FSP, ove lo scopo è ovviamente quello di creare
un’interazione visiva tra lo schermo e il giocatore. Partendo da
tali presupposti, è facile intuire il perché Clint Eastwood abbia usufruito di tali
artifici compositivi: l’intento del regista è, in una prima
analisi, quello di rendere lo spettatore partecipe alla guerra,
liberandolo dalla sua condizione di spettatore passivo e
immettendolo direttamente nello scenario di guerra, in una
posizione che lo interpella e lo chiama in causa rendendolo attivo
al limite delle possibilità offerta dallo schermo. Il passo
successivo di un’operazione del genere è senz’altro il cinema 3d e
le nuove forme ludiche di tipo interattivo(quelle offerte dal
videogame appunto).
A livello puramente formale quindi, il
lavoro del regista si configura come una ripresa dei codici del
linguaggio dei FPS game, rivolgendosi allo spettatore -nei momenti
che rappresentano la guerra- instaurando un rapporto di
interazione: tal interazione è spronata esclusivamente
dall’impianto visivo ed esclude il coinvolgimento fisico, il quale
è invece una prerogativa del videogame (gamepad). Per esemplificare
tutto ciò basti mettere a confronto le immagini qui riportate
per capire quanto le modalità di ripresa del film di Eastwood siano debitrici al videogame FPS: le
riprese in first person del videogame si configurano nel film come
delle soggettive, le quali però, non appartenendo a nessuno(non
vediamo quasi mai chi regge l’arma), elevano il ruolo dello
spettatore a protagonista in prima persona (figure 2A e 2B); si
tratta di “soggettive intercambiabili che rendono lo spazio una
risultante dell’incrocio fra i diversi punti di vista dei
personaggi in gioco” e trovano le proprie origini nel
videogame; anche i numerosi sguardi in macchina (figure 4A e 4B) da
parte di terzi, che nel videogioco si rivolgono al character
guidato dal player, nel film si rivolgono direttamente allo
spettatore; laddove quindi, le modalità di ripresa del videogame
vanno ad interpellare il giocatore, il film mettendo in scena i
medesimi schemi compositivi attiva direttamente lo
spettatore/giocatore rendendolo player del film e della guerra
inscenata. Come precedentemente affermato, il rapporto di
influenza tra cinema e videogame non è unilaterale; laddove
il cinema va alla ricerca di espedienti visivi coinvolgenti propri
dei videogiochi, è anche vero che sempre più spesso i videogame
vanno verso una teatralizzazione propria del film, soffermandosi
sempre di più sulla storia e costruendo sequenze sempre più
realistiche che, svincolate dal gioco, si configurano come delle
vere e proprie sequenze filmiche.
Di conseguenza il videogame esplora
nuove possibilità, caratterizzando maggiormente i personaggi e gli
scenari, proprio forte della fascinazione subita dal cinema. In tal
senso basti confrontare un trailer di un film con i nuovi trailer
dei videogame per capire quanto queste due arti visuali guardino
l’una all’altra. Detto ciò, possiamo dedurre che, se il videogame
tende verso il cinema cercando in esso la possibilità di rendere il
gioco più realistico, il cinema da parte sua sembra che aspiri alle
possibilità ludiche offerte dal videogame, come se volesse
–paradossalmente- svincolarsi dagli intenti realistici per favorire
una forma che miri invece ad un rapporto più interattivo con lo
spettatore(vedi in tal senso il grande successo dei nuovi film in
3d).
Rapporto dialettico il film di
Eastwood instauri con il videogame
Proprio partendo da tale
considerazione cerchiamo di capire che tipo di rapporto dialettico
il film di Eastwood instauri con il videogame. A
prescindere dagli elementi prettamente formali, la scelta di
Eastwood di far riferimento all’estetica del
videogame va inquadrata all’interno del contesto e del tessuto
narrativo del film stesso: il film infatti non è altro che il
racconto di un falso storico, e va a distruggere uno dei simboli
americani (la fotografia dei Marines che piantano la bandiera sulla
collina di Iwo Jima). In tal caso, potremmo azzardare dicendo che
la guerra rappresentata da Clint Eastwood non poteva essere del tutto
realistica (come lo era invece la sequenza d’apertura di Salvate il soldato Ryan), in quanto lo stesso
film si snoda attorno all’immagine falsa della fotografia. Un film
dunque che si presenta come un gioco sull’immagine (quello della
fotografia che in realtà un falso), e come l’immagine di un
gioco(la rappresentazione dei soldati americani che piantano la
seconda bandiera). Ovvero: Clint Eastwood si diverte a smontare la
fotografia e con essa il mezzo fotografico e le sue capacità
documentaristiche e mette in scena la “recita” dei militari che
inscenano la seconda volta la conquista di Iwo Jima piantando una seconda bandiera.
Di conseguenza a tale
considerazione viene messa in gioco la dicotomia finzione-realtà,
sia in rapporto alle immagini sia a livello. La trama stessa si
impernia sul rapporto tra finzione e realtà, e tale rapporto
ovviamente trova riscontro nella nostra sequenza, dal momento in
cui questa, forte della computer grafica che impera in maniera
evidente, invece di adottare un approccio documentaristico(vedi
Redacted), fa affidamento appunto all’iperrealismo
ricreato dal computer, con un virtuosismo tale che va a discostarsi
dalla realtà stessa, stravolgendola e rendendo invece la sequenza
più vicina ad uno dei tanti momenti che si vivono giocando a Call
of Duty e giochi affini. È come se il regista, partendo da una
considerazione che va ad abbattere e contestare la veridicità del
mezzo (sempre riferimento alla fotografia), avesse scelto anche
formalmente un tipo di immagine che, scevra dal suo indice di
riferimento, manifestasse la perdita del luogo reale e palesasse la
sua inadeguatezza ad elevarsi a mezzo testimoniale.
Wicked
è diventato rapidamente uno dei titoli più attesi della stagione
natalizia e un nuovo spot del film introduce uno dei personaggi più
importanti della storia del musical. Fiyero Tigelaar (Jonathan
Bailey) è un giovane carismatico che fa innamorare
facilmente chiunque lo incontri. Ma il suo fascino irresistibile e
le sue misteriose intenzioni potrebbero ostacolare due migliori
amici? Questa è una delle domande a cui cercherà di rispondere il
musical creato da Stephen Schwartz e
Winnie Holzman .
Lo spot si apre con Galinda
(Ariana Grande) che viene a sapere
dell’arrivo del Principe alla Shiz University. La giovane strega è
entusiasta di incontrare il carismatico scapolo, ma questo non
significa che tutti nel campus saranno entusiasti di incrociare il
giovane uomo sicuro di sé. Elphaba (Cynthia
Erivo) lo ritiene superficiale e distraente. Wickedapprofondirà
la relazione tra le due ragazze e il modo in cui essa finirà per
definire il futuro di Oz.
Wicked
è stato diretto da Jon M. Chu. Il regista
ha dato prova di grande abilità nel dirigere musical con
In The Heights, la storia
ispiratrice di un giovane che cerca di trasformare i suoi sogni in
realtà nel cuore di New York. In The Heights non ha avuto
successo nelle sale a causa della pandemia. Ma l’adattamento è
stato sufficiente per dimostrare alla Universal che il regista era
più che capace di affrontare Wicked. Oltre a dare vita a
musical teatrali sullo schermo, Chu ha lavorato anche a titoli come
Crazy Rich Asians e Now You See Mee 2.
Wicked sarà incentrato sull’amicizia tra Elphaba e
Galinda. Ma l’adattamento ha messo insieme un cast di supporto
impressionante. Jeff Goldblum si calerà nei panni del
Mago di Oz, uno dei personaggi più enigmatici di tutta la terra.
Allo stesso tempo, Michelle Yeoh sarà la protagonista
dell’adattamento nel ruolo di Madame Morrible. La direttrice della
Schiz University avrà molto da dire quando le cose andranno fuori
controllo nel suo istituto. Il palcoscenico è stato preparato
perché uno dei musical di maggior successo nella storia di Broadway
sfidi la gravità sul grande schermo, mentre la Universal Pictures
tenta di fare un’affermazione al botteghino durante un’affollata
stagione festiva.
“Chiunque può sopravvivere a
cinque notti. Questa volta, non ci saranno seconde occasioni.”
Dopo il clamoroso successo del primo capitolo,
Five Nights at Freddy’s 2 segna il ritorno
del fenomeno horror targato Blumhouse, aprendo un nuovo, agghiacciante capitolo
nel mondo del terrore animatronico.
Basato sulla celebre saga di
videogiochi di Scott Cawthon, il film è diretto da Emma Tammi (The
Wind, Blood Moon), già alla regia del primo episodio che, con un
incasso record di 80 milioni di dollari nel weekend di apertura e
quasi 300 milioni di dollari a livello globale, si è affermato come
l’horror di maggior successo del 2023.
Il primo film raccontava la storia
di Mike, un giovane tormentato che accetta con poca convizione un
lavoro come guardia notturna alla Freddy Fazbear’s pizzeria, un
ristorante abbandonato, nel disperato tentativo di mantenere la
custodia della sua sorellina. Ma ciò che doveva essere una semplice
mansione si trasforma presto in un incubo soprannaturale senza via
di fuga.
Five Nights at Freddy’s 2 è prodotto nuovamente
da Jason Blum (M3GAN, Black Phone, Halloween) e Scott Cawthon.