L’adattamento della serie di romanzi
Mouse Guard di David Peterson
assumerà la forma di un lungometraggio in cui vedremo Andy
Serkis di nuovo alle prese con la performance capture.
Arriva da Empire la notizia che l’attore, insieme
a Thomas Brodie-Sangster, farà parte del cast.
Wes Ball, che ha
diretto The Maze Runner – Il Labirinto, siederà
sulla sedia di regia con un adattamento dai romanzi firmato da
Gary Whitta. Mouse Guard è
ambientato in un mondo medievale e racconta di un ordine di topi
che hanno giurato di proteggere il reame. Una specie di
Stuart Little che incontra Game of
Thrones, come suggerisce Empire.
Serkis, che come sappiamo ha una
grande esperienza con la tecnica di recitazione in motion capture,
sarà il villain del film, il maniscalco della guardia che si
rivolta contro i suoi compagni. Brodie-Sangster interpreterà uno
dei giovani membri della guardia.
A produrre il film ci sarà
Matt Reeves, con la 20th Century Fox che fornirà i
fondi e che ha pianificato le riprese per il prossimo maggio.
Vedremo presto Andy Serkis nella commedia Long
Shot, con Charlize Theron e
Seth Rogen.
Andy Muschietti
sarà coinvolto in
The Brave and the Bold? Sembra la conclusione più
ovvia di fronte alle (non) risposte del regista di The
Flash alla stampa. In occasione della promozione del
film sul Velocista Scarlatto, a Muschietti è stato chiesto se
avesse delle idee su una sua personale rappresentazione di Batman,
visto che nel suo film ha raccontato il personaggio di Tim
Burton e quello di Zack Snyder e che nei
programmi della Warner Bros c’è il racconto di una nuova versione
dell’Uomo Pipistrello in
The Brave and the Bold.
Andy Muschietti ha
rifiutato di commentare la domanda, lasciando intendere di non
poterne parlare forse per qualche contratto di NDA firmato con i
piani alti di WB. Il film è prodotto da
James Gunn e Peter Safran dei DC
Studios e dovrebbe essere pronto entro il 2026.
Insieme all’introduzione della versione
DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla
versione interpretata da Robert Pattinson nei film di “The
Batman” – “The
Brave and the Bold” introdurrà “la famiglia
Bat“, ha detto
James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che
sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta
dallo sfortunato film del 1997 “Batman
e Robin”.
Questa versione di Robin sarà
impersonificata da Damian Wayne; Gunn lo ha descritto come
“il nostro Robin preferito”, “un piccolo figlio di puttana”, un
“assassino” e un “assassino”. Damian è il figlio biologico di
Bruce Wayne, di cui non conosceva l’esistenza n. “E’
una strana storia padre-figlio su loro due,” ha detto Gunn. Il
progetto è basato sulla serie dei fumetti di Batman
scritti da Grant Morrison, che secondo
James Gunn è stato “eccezionalmente influente” sul
DCU. L’altro scrittore di fumetti che Gunn ha menzionato per nome
era Tom King, che ha partecipato alla stanza degli
sceneggiatori della DCU e conduce direttamente al
prossimo progetto di lungometraggio.
Il regista Andy Goddard,
dopo aver recentemente diretto il finale di stagione della
fortunata serie Downton Abbey, si trova ora al timone
di un nuovo progetto per un film dal titolo The
Blunderer, mstery-thirller tratto dal famoso romanzo
omonimo del 1954 di Patricia Highsmith, già autrice di libri
di successo come Delitto per delitto, da cui
Hitchcock ha tratto il suo celebre film del 1951, e
Il talento di Mr. Ripley, che a ispirato l’omonimo
lungometraggio del 1999 diretto da Anthony Minghella con
Matt Damon.
La sceneggiatura, adattata da
Susan Boyd e dal marito, si annuncia come un
nuovo moderno film del mistero in stile Hitchcock, con una
sana dose di sessualità moderna e colpi di scena, raccontata con
l’arguzia l’astuzia degni di Agatha Christie. La storia
segue le vicende di Walter Stackhouseche, giovane bello e di
successo che sembra avere tutto, fino al giorno in cui il corpo di
sua moglie viene ritrovato in fondo a una scogliera. La vita di
Walter esce quindi dalla sua routine quotidiana, ed egli diviene
oggetto di accuse e sospetti da parte della polizia. Per il momento
non si conoscono ancora i protagonisti del cast, ma si presume che
Goddard richiederà personaggi di prima grandezza per un nuovo ed
ambizioso progetto tinto di mistero.
Cubano naturalizzato statunitense,
l’attore Andy Garcia si è negli anni costruito una
notevole fama all’interno dell’industria hollywoodiana, prendendo
da prima parte a celebri gangster movie d’autore, per poi spaziare
attraverso i generi, dalla commedia alla fantascienza. Ad oggi è
considerato uno degli interpreti dotato di maggior classe, eleganza
e carisma.
Ecco 10 cose che non sai di
Andy Garcia.
2Parte delle cose che non sai
sull’attore
Andy Garcia in Il Padrino – Parte
III
5. Ha ricevuto una nomination al
premio Oscar. Con il suo ruolo di Vincent Mancini, figlio
illegittimo di Sonny Corleone, Garcia si consacra agli occhi
dell’industria cinematografica. La sua interpretazione viene
infatti riconosciuta con la candidatura al premio Oscar nella
categoria al miglior attore non protagonista. Ad oggi, si tratta
dell’unica nomination ricevuta dall’attore.
4. Ha dovuto convincere i produttori
del film. Per ottenere la parte di Mancini, l’attore ha
dovuto convincere i produttori di essere la scelta giusta. Questi
erano infatti convinti che Garcia avesse dei tratti che rendevano
troppo evidenti le sue origini cubane, le quali andavano in
contrasto con quelle del personaggio. Tuttavia, l’attore riuscì ad
essere convincente e finì con l’ottenere la parte.
3. Ha realmente ferito uno
stuntman. Nel girare la scena di lotta prevista, l’attore
pretese di poter utilizzare una vera pistola, così da poter
risultare più realistico. Lo fu a tal punto che finì con il ferire
davvero lo stuntman con il quale si scontrava, il quale dovette
ricorrere a diversi punti per richiudere la ferita.
Andy Garcia e la sua cicatrice sulla
spalla
2. Era nato come gemello
siamese. Al momento della nascita, l’attore era congiunto
per una spalla al fratello gemello. Questi, tuttavia, venne alla
luce già deceduto e con un intervento chirurgico i due vennero
separati. Da quel momento, l’attore porta inevitabilmente una
vistosa cicatrice sulla spalla.
Andy Garcia: età e altezza
1. Andy Garcia è nato a
L’Avana, a Cuba, il 12 aprile 1956. L’attore è alto
complessivamente 175 centimetri.
Quando The Matrix invase gli
schermi del mondo, vennero allo scoperto due illustri sconosciuti,
i fratelli Wachowski, così infatti vennero ribattezzati Andy e
Larry, effettivamente fratelli
Olga Kurylenko,
reduce dall’esperienza nell’action movie
Momentumsarà la
protagonista di Android, un nuovo
thriller sci-fi diretto da Nial
Johnson. A darne l’annuncio i produttori della
Trademark Film, Infinite
Studios e Magnet Management.
Questa la trama del film: Su di una
solitaria navicella spaziale orbitante attorno Nettuno Mason Anders
insegue il sogno di ricreare la moglie morta, Beth
(Olga Kurylenko), e loro figlio, Spencer, sotto
forma di androidi. Ma quando questi ultimi cominceranno ad avere
vita propria l’esistenza di Mason sarà in pericolo. Sarà in grado
Mason di avere la meglio sull’intelletto e le abilità degli
andoridi, distruggere la propria famiglia e salvare l’umanità?
Ancora non è noto il ruolo
dell’attore che vestirà i panni di Mason Anders ed
affiancherà Olga Kurylenko sul set
di Android, tuttavia è stato
confermato che le riprese avranno il via a Singapore nel febbraio
2016.
Il regista di John
Carter e WALL•E Andrew Stanton dirigerà il sequel di Alla ricerca
di Nemo. Stanton aveva diretto il primo film dedicato alle
peripezie del pesciolino
Andrew Scott è uno
di quegli attori che è facile aver visto recitare in più occasioni
per progetti particolarmente diversi l’uno dall’altro. Attivo tanto
al cinema quanto in televisione, l’attore ha preso parte ad alcuni
dei titoli più noti degli ultimi anni, arrivando ad interpretare
personaggi di rilievo che ne hanno decretato il successo. La sua
carriera ha così conosciuto un notevole incremento, con numerose
lodi anche da parte del pubblico e della critica. Ecco 10
cose che non sai su Andrew Scott.
2Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Andrew Scott in Modern Love
6. Ha recitato nella serie Amazon
Prime. Scott recita nell’episodio Hers Was a World of
One della serie antologica Modern Love, disponibile
sulla piattaforma Amazon Prime. Qui l’attore interpreta un
omosessuale che, insieme al suo compagno, cercano di adottare un
bambino. Le loro sorti cambieranno nel momento in cui incontreranno
una donna in cerca di genitori adottivi per il suo bambino non
ancora nato.
Andrew Scott ha un cameo in Queste oscure
materie
7. Ha un importante cameo.
L’attore appare solo brevemente nella serie Queste oscure
materie, ricoprendo il ruolo di John Parry, colonnello della
marina e padre di Will. Il personaggio, per ora solo accennato,
avrà modo di comparire in modo più approfondito nelle successive
stagioni della serie, con il progredire della storia.
Andrew Scott ha recitato in
Fleabag
8. È stato ringraziato dalla
protagonista della serie. L’attrice
PhoebeWaller-Bridge,
protagonista della serie Fleabag, ha rivelato che il
merito del finale della seconda stagione è dell’attore Andrew
Scott. Questi propose infatti una conclusione ben lontana da quella
pensata dall’attrice, la quale alla fine si convinse ed ebbe modo
di verificare che l’idea avuta dal collega aggiungeva forte
emotività al tutto.
9. Ha interpretato uno dei personaggi
più apprezzati. Nella serie l’attore ha interpretato il
ruolo di un prete molto particolare, che è diventato in breve tempo
uno dei personaggi più apprezzati. Questo ruolo ha infatti permesso
a Scott di dar vita a nuove e inedite sfumature del suo talento, e
di affermarsi inoltre come sex symbol.
Andrew Scott età e altezza
10. Andrew Scott è nato a
Dublino, in Irlanda, il 21 ottobre 1976. L’altezza
complessiva dell’attore è di 173 centimetri.
Dopo l’annuncio che gli
attori Josh
O’Connore Cailee
Spaeny si sono uniti al film Knives
Out 3, Variety riporta ora che anche
Andrew Scott si è unito al cast del terzo film
scritto e diretto da Ryan Johnson e con
protagonista Daniel Craig. L’attore di “Ripley”,
“Fleabag” ed “Estranei“
sarà dunque tra i protagonisti del whodunit, che sappiamo ora
essere intitolato “Wake
Up Dead Man: A Knives Out Mystery“. Ad ora, non è
stato rivelato il ruolo che questi attori – eccezion fatta per
Craig – avranno all’interno del film.
Tutto quello che sappiamo su Knives Out 3
Recentemente è stato riporta che
l’inizio delle riprese del film è previsto per novembre, il che
permetterebbe di rispettare l’ancora generica uscita nel 2025. Non
si sa molto dell’imminente terzo capitolo della serie di film
gialli, ma Daniel Craig dovrebbe riprenderà il suo ruolo
di detective privato Benoit Blanc. I primi due film, come noto,
sono valsi allo sceneggiatore e regista Rian
Johnson una nomination all’Oscar per la migliore
sceneggiatura non originale. C’è dunque da aspettarsi una nuova
storia particolarmente avvincente e convincente.
I dettagli della trama non sono
ancora stati rivelati, ma Johnson e Craig hanno anticipato che si
tratta del “caso più pericoloso di Blanc”. Nel cast, ad
oggi, sono confermati gli attori
Josh O’Connor, Cailee Spaeny e
Andrew Scott. Johnson starebbe attualmente
ultimando la sceneggiatura di questo sequel di ‘Knives
Out’ del 2019 e ‘Glass
Onion’ del 2022. “Sta venendo fuori“, ha detto
Johnson in una precedente intervista dopo la fine dello sciopero
della WGA. “Ovviamente non ho potuto lavorare durante lo
sciopero, e ora che è finito, mi sto tuffando a tutta forza, e
quindi sta venendo fuori. Ho la premessa, ho l’ambientazione, ho in
testa il film. Si tratta solo di scriverlo“.
L’attore candidato agli
Emmy e ai Golden Globe, Andrew Scott, si unisce a Michelle Williams e Daisy Edgar Jones nel prossimo legal thriller
di Chloe Domont, “A Place in Hell”. MRC
finanzia il film e T-Street ne è produttore.
Scritto e diretto da Domont, il film
è incentrato su un’avvocatessa penalista di alto livello che spesso
rappresenta clienti sgradevoli in casi di alto profilo. Dedita e
motivata, non vede l’ora di diventare socia e di vedere il suo nome
esposto. Quando un altro avvocato si unisce allo studio, il suo
lavoro viene messo a dura prova e si chiede fino a che punto è
disposta a spingersi per proteggerlo.
Andrew Scott apparirà prossimamente in
Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery, il terzo
capitolo della serie thriller “Cena con delitto”
ed è apparso recentemente nella serie Netflix acclamata dalla
critica “Ripley“.
MRC ha recentemente prodotto G20 e gli imminenti Cime
Tempestose, The Gallerist e The
Only Living Pickpocket in New York. Altri titoli includono
Saltburn del 2023, American Fiction e Fair Play. MRC è anche nota
per serie TV di successo come Poker Face, Terminal List, Ted, Ozark
e House of Cards.
T-Street è guidata da Rian
Johnson e Ram Bergman e ha prodotto i
film di successo Cena con delitto, Glass Onion, Fair Play, American
Fiction e l’imminente Wake Up Dead Man. T-Street è nota anche per
le serie TV di successo Poker Face e 3 Body Problem.
Dopo essersi affermato
nel mondo della serialità grazie a titoli di culto quali
Sherlock in cui interpreta Moriarty e
Fleabag nei panni di “Hot Priest”, Andrew Scott ha
finalmente trovato il ruolo che potrebbe imporlo anche al cinema.
Insieme a Paul
Mescal è infatti protagonista di Estranei, il nuovo melodramma di
Andrew Haigh che sta riscuotendo enorme successo
di critica, meritatamente.
Ispirato molto liberamente dal romanzo di Taichi
Yamada, il film racconta di Adam (Scott), un uomo oppresso
dai rimpianti di un passato che proprio per questo non riesce a
vivere con pienezza la storia d’amore con Harry (Mescal). A New
York abbiamo intervistato proprio Andrew Scott,
che per questo ruolo ha ottenuto la nomination ai Golden Globe.
Come è arrivato alla
parte? Aveva già letto il romanzo da cui è stato adattato?
Non conoscevo il
libro, deve essere molto bello dal momento che ha ispirato Andrew;
ne ha adattato una sceneggiatura davvero esaustiva nella
delineazione dei personaggi e nella profondità della storia. Il mio
compito è stato semplicemente quello di dare forma alla visione del
regista, cercare di stabilire le priorità nell’assorbire le
informazioni dal testo. Per questo ho deliberatamente evitato di
leggere il libro di partenza prima di girare il film. Il romanzo è
comunque molto diverso dalla nostra sceneggiatura.
Come Andrew Scott e
Andrew Haigh hanno deciso di costruire il personaggio di
Adam?
Fin dalle prime
discussioni con Andrew abbiamo concordato che Adam era un
personaggio che non doveva essere “recitato”, sarebbe andato troppo
sopra le righe. L’approccio scelto è stato quello di comporlo
adoperando le esperienze vissute da me e da Andrew durante la
nostra gioventù, nel rapporto con i nostri genitori e con la nostra
omosessualità. Nei precedenti film che ho ammirato molto Andrew è
riuscito a far recitare i suoi attori con totale autenticità,
proprio adoperando questo metodo.
Secondo lei cosa rende
Estranei un dramma così emozionante?
Penso che il film
riesca a parlare a molte persone perché possiede il tono e la
malinconia che tutti abbiamo quando ci svegliamo da qualche sogno
che magari ci sta cullando. Estranei sposa in qualche modo
l’elemento metafisico con quello psicologico, e lo fa con una
finezza narrativa ed emotiva che ho amato. La nostra mente lavora
spesso su dei livelli che vanno oltre la logica. Qualche volta io
ad esempio mi ritrovo a immaginare conversazioni con amici o
conoscenti che non vedo da anni. Immagino accada a molte persone,
un processo che spesso ti porta dentro uno stato emotivo molto
particolare.
Come ha lavorato nel
rendere omogenea la commistione di generi che Estranei
propone?
Per me il nucleo del
film parla di un uomo che vuole amare ed essere amato. All’inizio
della storia non ci riesce perché in qualche modo il suo sviluppo
emotivo è bloccato, è stato troncato quando era ancora troppo
giovane. È arrivato ad un punto della sua vita in cui si interroga
su quale sarebbe stato il suo rapporto con i genitori, le domande
che si pone continuano in qualche modo a perseguitarlo e se
riuscisse in qualsiasi modo a ottenere delle risposte, ecco che
allora potrebbe aprirsi all’amore verso il prossimo, verso un altro
uomo. All’inizio
avevo percepito quella di Adam come una condanna piû che come un
dono, poi pian piano ho visto l’effetto che il personaggio faceva
sugli spettatori e ho capito che riescono ad immedesimarsi in lui
perché più o meno inconsciamente decide di aprirsi al suo dolore,
affrontarlo e superarlo facendo leva sulle sue capacità. Se
continui a nasconderti, ad evitare di guardare in faccia i tuoi
fantasmi, non riuscirai ad andare avanti nella vita, e questo è un
qualcosa che Adam capisce nel corso della storia. Si tratta di un
arco narrativo molto importante, complesso da sviluppare ma
assolutamente emozionante una volta che ci siamo riusciti.
Cosa vorrebbe il pubblico
facesse proprio guardando il suo film?
Viviamo in una
società in cui sei quasi costretto a darti un’etichetta che ti
contraddistingua: devi scegliere chi essere in base alla tua
sessualità, al colore della pelle, ai tuoi gusti personali ecc.
Estranei riesce a superare queste etichette e parlare a un pubblico
disparato: tutti hanno avuto dei genitori, oppure sono stati figli.
Temi come l’amore, la perdita, il lutto e il modo in cui si
manifesta, sono realmente universali.
C’è stata una sequenza
del film che l’ha impegnata più delle altre a livello fisico o
psicologico?
La scena d’addio tra
Adam e i suoi genitori è stata un vero e proprio tour de force
emotivo. Andrew ha voluto girarla di fretta, sull’onda
dell’atmosfera che si era creata sul set. Vi sono così tanti
sentimenti anche contrastanti tra loro che devono essere espressi
ma anche contenuti, lasciati sfumare. Avere due colleghi di talento
come Claire Foy e Jamie Bell con cui recitare è stato un enorme
vantaggio per me, siamo riusciti a metterci immediatamente sulla
stessa lunghezza d’onda.
Mentre continuano le speculazioni
su chi sarà il prossimo James Bond,
Andrew Scott, che ha interpretato il cattivo C in
“Spectre”
di Sam Mendes, valuta la possibilità che il suo
co-protagonista di
Gli Estranei (All of Us Strangers”)Paul Mescal possa indossare i panni di
007.
Ma poi ha aggiunto con un sorriso
sornione: “Prima voglio vederlo nel ‘Gladiatore‘“.
Paul Mescal, che non ha potuto partecipare
alla proiezione di sabato perché attualmente sta girando il sequel
del “Gladiatore” a Malta, è stato il favorito dei
fan per raccogliere l’eredità del franchise di James Bond dopo la
partenza di Daniel Craig.
Andrew Scott dice che Mescal gli ha inviato delle foto
dal set del “Gladiatore“.
“Sarà incredibile“, ha detto Scott. “È così eccitante.
Ho visto delle immagini che faranno la gioia di tutto il
mondo“.
Paul Mescal, che ha ricevuto una nomination
all’Oscar per il suo lavoro in “Aftersun”
del 2022, è il protagonista del seguito del film di Ridley Ridley nel ruolo di Lucius Verus. Il
cast comprende anche Denzel Washington,
Pedro Pascal e Connie Nielsen.
In
Gli Estranei (All of Us Strangers”), Scott e Mescal
interpretano dei vicini di casa la cui intensa storia d’amore porta
il personaggio di Scott a intraprendere un viaggio emotivo per
affrontare la morte dei suoi genitori (Claire Foy e Jamie
Bell).
L’intesa tra Scott e Mescal è stata
immediata. “Ci conoscevamo già da un po’, il giusto“, ha
detto Scott. “Volevamo avere quel freestyle. Volevamo quella
sensazione sexy che si prova quando le persone che non si conoscono
e che gradualmente, man mano che la storia va avanti, diventano più
a loro agio l’uno con l’altro… Ed entrambi ammiriamo molto il
lavoro dell’altro, quindi è stato davvero molto facile“.
Per la Lionsgate,
Andrew Niccol è lo sceneggiatore giusto per
Monopoly, adattamento del gioco da tavolo
Monopoli che ha da poco compiuto 80 anni.
La Hasbro avrebbe quindi revocato la licenza a
Ridley Scott che ha provato per anni ad avviare il
progetto mai andato in porto.
Andrew Niccol, regista/sceneggiatore di
gioiellini quali Gattaca,
Lord of War e
S1m0ne, nonché sceneggiatore del
capolavoro The Truman Show, sta lavorando
su una storia vera ambientata nelle celebri vie del gioco da
tavolo: un ragazzino di Vicolo Stretto decide di andare
all’avventura, utilizzando le carte imprevisti e probabilità e
facendo attenzione a non finire in prigione. Scoprirà in cosa
consiste veramente la ricchezza?
Al momento non si sa ancora a chi
sarà affidata la regia del film, ma se dovesse andare allo stesso
Niccol, noi di certo non ce ne lamenteremmo.
Celebre sceriffo in un mondo di
zombie, l’attore Andrew Lincoln deve la fama
mondiale alla serie The Walking
Dead, ma già prima di questa si era distinto in altri
noti progetti televisivi o cinematografici. Ad oggi Lincoln sembra
pronto per esplorare nuove strade, che potrebbero portare la sua
carriera a conoscere nuova popolarità. La sfida più grande per lui
è ora quella di mettersi alla prova con generi e contesti sempre
diversi.
Ecco 10 cose che non sai di
Andrew Lincoln.
2Parte delle cose che non sai
sull’attore
Andrew Lincoln in The Walking Dead
5. È stato uno dei primi attori
confermati per la serie. Al momento dei casting per i
personaggi principali della serie, Lincoln era in cerca di un ruolo
da protagonista e decise di candidarsi per la parte di Rick Grimes.
Gli autori della serie rimasero particolarmente colpiti dal suo
provino, decidendo di affidargli subito il personaggio. Lincoln fu
infatti uno dei primi attori ingaggiati per The Walking
Dead, come anche uno dei primi confermati al
pubblico.
4. Ha abbandonato la serie per motivi
famigliari. Ambientata negli Stati Uniti, The Walking
Dead ha dato grande popolarità all’attore, ma lo ha anche
portato a passare diverso tempo lontano dalla sua famiglia,
residente a Londra. Lincoln ha infatti poi deciso di lasciare il
progetto per potersi dedicare in modo più continuo a seguire i
propri cari, affermando però che in futuro riprenderà certamente il
suo personaggio.
Andrew Lincoln: il ritorno di Rick
Grimes
3. Avrà una trilogia di film a lui
dedicati. I rapporti tra l’attore e la serie a tema zombie
sono tutt’altro che finiti. Per lui è infatti in programma una
trilogia cinematografica, che avrà funzione di spin-off, e andrà a
raccontare cosa è accaduto allo sceriffo Rick Grimes dopo l’ultimo
episodio della serie in cui è apparso, dove veniva prelevato da un
misterioso episodio. La trilogia, attualmente in pre-produzione,
sarà pensata per essere strettamente collegata alla
serie.
2. Potrebbe tornare per l’ultimo
episodio. Sono di recente circolate numerose voci che
ipotizzano un ritorno di Lincoln per l’ultimo episodio della serie.
Per quanto ancora non sia stato stabilito quante stagioni mancano a
questo momento, il ritorno del personaggio andrebbe a collocarsi
dopo la trilogia cinematografica a lui dedicata, ricollegando così
i due progetti e dando conclusione all’epica avventura dei
sopravvissuti.
Andrew Lincoln: età e altezza
1. Andrew Lincoln è nato a
Londra, Inghilterra, il 14 settembre 1973. L’attore è alto
complessivamente 178 centimetri.
Andrew Lincoln
tornerà questa sera nei panni di Rick Grimes dopo la lunga pausa di
metà stagione di The Walking Dead, ma in
molti lo ricordiamo prima che diventasse il feroce leader dei
sopravvissuti all’Apocalisse Zombie nella serie tv AMC, quando era
un tenero innamorato che si faceva da parte per il bene di un amico
in Love Actually.
Parlando del film e di quel
personaggio che
The Warp, l’attore ha ammesso che secondo lui era una specie di
stalker.
Ecco cosa ha raccontato
Andrew Lincoln:
“Mi diverte il fatto che sono
nel cast di una delle commedie più romantiche di sempre e sono
l’unico che non si becca la ragazza. È uno stalker. In pratica è
quello che avevo domandato a Richard Curtis ‘Non credo che ci
stiamo spingendo in un territorio un po’ borderline di stalking?’ e
lui ‘No, no, non se sarai tu a interpretarlo, caro’.”
Sarà anche uno stalker, ma il su
Mark resta uno dei personaggi più romantici della storia delle
commedie sentimentali. Ecco di seguito la celebre scena della
dichiarazione d’amore a Juliet (Keira
Knightley):
Mentre bisognerà aspettare ancora
un po’ per vedere i due personaggi di nuovo insieme, Andrew Lincoln e
Danai Gurira si sono riuniti per cominciare la
produzione della serie, così come racconta il nuovo post di Gurira
sul suo account Instagram. Nelle immagini possiamo vedere i due
interpreti sorridenti, insieme a Scott M. Gimple, showrunner della
serie in pre-produzione e che porterà il titolo di Rick & Michonne.
Tra poco vedremo Andrew
Garfield nei panni di uno dei più famosi supereroi dei
fumetti e del cinema in The Amazing
Spider-Man di Mark Webb, reboot della
celebre saga, ma nella sua ancor breve carriera hanno trovato posto
anche la tv e il teatro, sua prima passione cui tuttora si dedica.
Infatti, ha da poco debuttato a Broadway, portando in scena,
assieme ad esimi colleghi come Philip Seymour Hoffman,
Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller
per la regia del grande Mike Nichols.
Lo spettacolo è candidato a ben
sette Tony Awards (e una
nomination ovviamente è anche per lui); domenica sapremo se e quali
premi avrà portato a casa. E a chi gli chiede se sia stato
difficile trovare spazio per il teatro in un periodo di fitti
impegni cinematografici, risponde tranquillo: “E’ stata una
decisione semplice (…). Arthur Miller è il mio autore preferito e
mi sento molto legato a quest’opera”. Questo per dire che il
talentuoso giovane di cui parliamo forse non ha ancora preso
esattamente le misure al successo, ma certo ha capito che il giusto
bilanciamento tra progetti diversi è la strada da seguire.
Andrew Garfield: da
“agnellino” a supereroe, ed è solo l’inizio
Per restare solo al cinema, in
cinque anni ha partecipato a una manciata di film piuttosto
eterogenei, a partire da quel Leoni per agnelli in
cui convinse il regista Robert Redford, tanto da affidargli una
delle sequenze più significative del film, che lo vedeva
confrontarsi aspramente con lo stesso Redford. È riuscito poi a
farsi apprezzare anche dal genio visionario di Terry Gilliam, che
lo ha voluto nel cast del suo Parnassus – L’uomo che voleva
ingannare il diavolo. Mentre lo abbiamo visto assieme a
Jesse Eisenberg e Justin Timberlake nell’acclamato The
Social Network, che ci racconta la nascita e l’esplosione
di Facebook, uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi anni in
fatto di social media.
Andrew Garfield è nato a Los
Angeles il 20 agosto del 1983, cinque anni dopo il fulvo gattone
dei fumetti di Jim Davies con cui condivide il nome. E chissà se da
bambino ha mai pensato che un giorno avrebbe interpretato
addirittura l’Uomo Ragno. Di padre statunitense e madre inglese, a
tre anni si sposta con la famiglia dagli Usa all’Europa,
precisamente in Inghilterra nella contea del Surrey. La doppia
origine gli sarà molto utile cinematograficamente parlando, perché
gli consentirà di padroneggiare sia l’accento americano, che quello
inglese. Dopo il diploma, inizia gli studi di recitazione alla
Central School of Speech and Drama, che conclude con successo nel
2004. Si fa subito notare sul palcoscenico nella commedia
Kes, per la quale ottiene il Men Theatre Award.
L’anno successivo esordisce sul grande schermo nel corto
Mumbo Jumbo. Poi s’impegna in lavori televisivi
che tra il 2005 e il 2007 sono per lui un’importante vetrina e un
trampolino di lancio verso occasioni più ghiotte. Tra le serie cui
partecipa, Sugar Rush (2005), Simon Schama’s Power of Art (2006),
Freezing e Doctor Who (2007).
Il cammino cinematografico si apre
con un’interessante pellicola indipendente britannica: il regista
John Crowley, offre ad Andrew l’opportunità di un ruolo da
protagonista nel drammatico Boy A, adattamento da
un romanzo di Jonathan Trigell. Garfield si immerge nel personaggio
di Jack Burridge, ovvero Boy A: ventiquattrenne inglese la cui vita
è stata precocemente segnata dall’aver commesso un tremendo crimine
e che cerca faticosamente di ricostruirsi, o costruirsi per la
prima volta vista la giovane età, un’esistenza con una nuova
identità, dimenticando il passato. Ma liberarsene sembra
difficilissimo. Da una parte dunque, la voglia di apprezzare la
vita, di imparare a conoscerla e viverla come una persona
“normale”, imparare ad aprirsi agli altri, reinserirsi nella
società. Dall’altra il passato, sempre vivo nella sua mente, ma che
deve nascondere per proteggersi da una società tutt’altro che
pronta ad accoglierlo, nonostante abbia pagato il suo debito con la
giustizia. Personaggio complesso e tematiche non facili, attraverso
cui il giovane attore riesce a traghettare lo spettatore e,
inevitabilmente, a portarlo dalla sua parte. Complice anche lo
sguardo di Crowley che ne fa il suo eroe, intrappolato in un
meccanismo troppo più grande di lui. Così il talentuoso Garfield si
accaparra il BAFTA come miglior attore per il ruolo di Jack
Burridge, sbaragliando brillantemente la concorrenza. La pellicola
ottiene lo stesso riconoscimento per regia, montaggio e fotografia.
Nel cast, nei panni del tutore di Jack troviamo Peter Mullan.
Quello stesso 2007, lo dicevamo in
apertura, porta un’altra grande occasione a Garfield: l’incontro
con Robert Redford. Il regista è subito pronto a sfruttare in
Leoni per agnelli il potenziale che riconosce in
quel giovanotto dallo sguardo sornione e dall’aria sveglia e gli
affida un compito arduo: tenere testa proprio a lui, Redford, in un
serrato colloquio professore-studente. In questo film, articolato
su tre episodi, che riflette criticamente sull’America d’oggi,
quella della lotta al terrorismo e delle guerre mediorientali, il
regista tiene per sé il ruolo di un maturo professore universitario
di scienze politiche, ormai disincantato rispetto alla politica e
alla società americana, e fors’anche disilluso rispetto al proprio
mestiere. Ciò nonostante, quando gli capita davanti uno dei più
promettenti allievi del suo corso che non si sta impegnando negli
studi come dovrebbe, il professor Malley cerca in ogni modo di
scuoterlo, facendogli capire che vale sempre la pena di mettere a
frutto le proprie capacità, di impegnarsi per ciò in cui si crede,
di lottare contro quelle che consideriamo ingiustizie. Dal canto
suo Andrew Garfield nei panni del promettente allievo Todd,
interpreta ottimamente quel senso di impotenza che diventa
indolenza, mista al disprezzo e al rifiuto rispetto ad un sistema
politico e sociale che non riconosce e ritiene impossibile da
riformare, tipico di molti suoi coetanei di ogni latitudine.
Nel 2009 Andrew è Anton in
Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il
diavolo, creatura del genio visionario di Terry Gilliam
che mette in campo i temi della vita e della morte, della realtà e
della fantasia, dell’immaginazione come straordinario potere umano.
Il film è anche un sentito omaggio all’attore Heath Ledger,
scomparso prematuramente durante la lavorazione. Proprio tre dei
suoi migliori amici, infatti, si sono alternati nel ricoprire parte
del suo ruolo: Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell, e nei titoli
di coda il regista Gilliam ha fatto inserire al posto del classico
“un film di Terry Gilliam”, il più sentito e a suo avviso adatto
“un film di Heath Ledger e dei suoi amici”.
L’anno seguente Garfield dà ancora
prova della sua bravura interpretando Eduardo Saverin, il migliore
amico di Mark Zuckerberg/Jesse Eisenberg in The Social
Network di David Fincher, film biografico sul fondatore di
Facebook, ben diretto, interpretato e ottimamente sceneggiato da
Aaron Sorkin. Saverin è il miglior amico del protagonista, ma il
loro rapporto s’incrinerà irrimediabilmente quando le questioni
legali legate a Facebook avranno la meglio e la realtà virtuale
acquisirà sempre maggiore importanza nella vita dello stesso
Zuckerberg. È facile dunque capire come, grazie alle valide forze
messe in campo, si vada oltre la semplice biografia, per
confrontarsi con il terreno da cui nasce l’idea del social network,
che è quello delle difficoltà relazionali, della frustrazione e del
cinismo del giovane protagonista, i cui vuoti trovano consolazione
nel mondo virtuale e/o nella sensazione di potere derivante dalla
consapevolezza di poter influire in qualche modo sulla vita degli
altri. La pellicola ottiene un enorme successo di critica e
pubblico, tre Oscar per la sceneggiatura di Sorkin, la colonna
sonora e il montaggio, numerosi Golden Globe, tra cui regia,
sceneggiatura e film drammatico. E conquista anche la Francia, che
gli assegna il César come miglior film straniero.
Dello stesso anno è il dramma
futuribile Non lasciarmi, diretto da Mark Romanek
e tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro. Al nostro attore tocca il
ruolo di Tommy, giovane che vive confinato nel rigido mondo di un
college inglese assieme a Kathy/Carey Mulligan e Ruth/Keyra
Knightley. Solo pian piano ci si accorge che la realtà di questi
tre ragazzi, e di altri come loro, è molto peggiore di ciò che
sembra: sono cloni, perciò non hanno radici o famiglia, e assolvono
all’unica funzione di fornire organi. Ma chi vuole sacrificarli
sull’altare della scienza e di un fine in apparenza nobile non ha
tenuto conto della loro umanità, quella che fa sì che comunque tra
loro nascano legami, amicizia, amore. Si pongono in questione i
limiti della scienza e la legittimità di perseguirne il progresso a
qualsiasi costo, anche a scapito di vite umane (da una parte,
alcune vengono salvate; dall’altra, altre vengono stroncate), ma ci
si chiede anche quale sia la vera natura dell’uomo, ciò per cui
veramente vive, ciò che dà senso alla sua esistenza. Il tutto è
veicolato da un’atmosfera sospesa e rarefatta e trattato con
estrema delicatezza. Garfield e le due colleghe riescono a rendere
efficacemente il senso delle loro esistenze trattenute, bloccate in
attesa della precoce fine che li attende. L’attore parlando ai
microfoni della BBC, ha sottolineato l’intensità di
quest’esperienza ed ha consigliato la lettura del romanzo di
Ishiguro, molto ricco e pertanto difficile da rendere sul grande
schermo in tutta la sua la sua complessità. Nella stessa sede ha
anche parlato dell’ultima sfida della sua ancor breve carriera:
quella di diventare Spider-Man in The Amazing
Spider-Man di Mark Webb. Se da una parte ha ammesso di
essersi molto divertito a vestire i panni che molti al suo posto
avrebbero voluto indossare, dall’altra ha invitato a non
sottovalutare un film come questo, derubricandolo a semplice
prodotto d’intrattenimento fantascientifico perché, dice, al suo
interno “ci sono temi come quelli che possiamo trovare nelle
grandi tragedie di Shakespeare o di Eschilo”. I grandi temi
dell’esistenza con cui Garfield si è confrontato già più volte.
Dunque vedremo come se la caverà a raccogliere il testimone di
Tobey Maguire, che ha interpretato l’Uomo Ragno negli episodi della
saga diretti da Sam Raimi.
D’altra parte però, si tratta di
una storia autonoma, un nuovo inizio, diretto da un nuovo regista
e, appunto con un nuovo cast (che comprende anche Emma Stone e Rhys
Ifans), che si gioca la possibilità di stupire e catturare ancora
un volta il pubblico. L’uscita nelle sale è prevista per il
prossimo 4 luglio.
Tra i più talentuosi interpreti
della sua generazione, Andrew Garfield ha negli
anni dimostrato di non essere di passaggio nel panorama
cinematografico. A partecipando a noti film d’autore, come anche a
grandi blockbuster, l’attore si è affermato per la sua versatilità,
arrivando ad ottenere alcuni dei maggiori riconoscimenti
dell’industria hollywoodiana.
Ecco 10 cose che non sai di
Andrew Garfield.
Andrew Garfield: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film
Leoni per agnelli (2007), dove ricopre un ruolo di
rilievo, per poi farsi notare in Boy A (2007), L’altra
donna del re (2008), Parnassus – L’uomo che voleva
ingannare il diavolo (2009) e Non
lasciarmi (2010), dove recita accanto a Keira
Knightley. Si mette ulteriormente alla prova con il
film The Social
Network (2010), dove recita accanto a Jesse
Eisenberg, e grazie al quale acquista maggior
notorietà. Veste poi i panni di Spider-Man per i film The Amazing
Spider-Man (2012) e The Amazing
Spider-Man 2 – Il potere di Electro (2014), dove condivide
la scena con Emma
Stone. Dopo aver recitato in 99 Homes
(2015), si consacra definitivamente grazie ai film Silence (2016) e
La battaglia di
Hacksaw Ridge (2016), di Mel Gibson.
Negli ultimi anni ha invece recitato in Ogni tuo respiro
(2017), Under the Silver Lake (2018), Mainstream
(2020), Gli occhi di Tammy Faye
(2021) e Tick… Tick… Boom! (2021).
2. È il protagonista di un
noto cortometraggio. Nel 2010, durante il periodo dei suoi
grandi successi cinematografici, l’attore partecipa nel ruolo del
protagonista al cortometraggio I’m Here, del regista
Spike Jonze. Il corto, che sarà la basa di
partenza per il successivo Her, narra le vicende di
Sheldon e Francesca, due robot che vivono un’insolita e movimentata
storia d’amore in una Los Angeles fantascientifica. Particolarmente
apprezzata, l’opera racconta in modo semplice ma coinvolgente
quanto si può essere disposti a sacrificarsi per amore.
3. Ha ricevuto una
nomination all’Oscar. Nel 2017 l’attore riceve la sua
prima nomination come miglior attore protagonista ai prestigiosi
Premi Oscar. Candidato per il ruolo di Desmond Doss nel film
La battaglia di Hacksaw Ridge, l’attore non riporterà
la vittoria, andata a Casey
Affleck per Manchester by the
sea, ma gli permetterà di consacrarsi definitivamente e di
aprire una nuova e ricca fase della sua carriera.
Andrew Garfield e Emma Stone
4. Ha avuto una relazione
con la nota attrice. Conosciutisi sul set di The
Amazing Spider-Man, Garfield e la premio Oscar
Emma Stone hanno
rivelato nel 2011 di essere una coppia, diventando in breve una
delle più chiacchierate del panorama hollywoodiano. I due non hanno
però mai spettacolarizzato la propria relazione, evitando di
attirare troppa attenzione mediatica. Allo stesso modo, quando nel
2015 decidono di lasciarsi lo fanno senza clamore, mantenendo la
cosa il più riservata possibile.
5. Sono rimasti grandi
amici. Nonostante la rottura, i due attori non hanno mai
negato di provare ancora molto affetto l’uno per l’altra. Garfield
si è infatti dichiarato il più grande fan dell’attrice, e nel
momento in cui lei vinse l’Oscar per La La
Land, egli fu il primo ad alzarsi per applaudirla,
mostrando così concretamente il rispetto e l’affetto che ancora
scorre tra loro.
Andrew Garfield è Spider-Man
6. Ha pianto quando ha
indossato la prima volta il costume. Interpretare un
supereroe al cinema è il sogno di molti attori, interpretare un
supereroe amato come Spider-Man è un privilegio raro. Non sorprende
dunque che al momento della prima prova del celebre costume
l’attore si sia messo a piangere per l’emozione. Questo è un
dettaglio che Garfield ricorda con piacere, e che svela la sua
devozione al personaggio.
7. Ha studiato il movimento
dei ragni. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha guardato
molti documentari dedicati agli aracnidi per studiarne i movimenti
e farli suoi il più possibile. Durante le riprese molti membri
della troupe rimasero impressionati dal suo lavoro a riguardo,
arrivando ad affermare che molto più che il costume a fare di lui
Spider-Man era il modo in cui si muoveva.
Andrew Garfield in Spider-Man:
No Way Home?
8. Ha negato il suo
coinvolgimento nel film. Una delle più grandi domande
relativa al nuovo film dedicato a Spider-Man, con Tom Holland
protagonista, è quella relativa alla presenza o meno degli
Spider-Man di Tobey Maguire e
Garfield. Ad oggi la produzione si è guardata bene dal non
confermare o smentire alcuna voce a riguardo. Se è noto che i
villain dei precedenti film dedicati al personaggio saranno nel
film, non è dunque peò noto se vi saranno o meno anche le altre
versioni del supereroe. Garfield, in particolare, ha affermato che
le domande sul suo coinvolgimento sono per lui all’ordine del
giorno, e ogni volta ha negato la sua presenza nel film. Secondo
molti, però, il suo è solo un modo per preservare quella che
potrebbe essere una grande sorpresa.
Andrew Garfield non è su
Instagram
9. Non possiede un account
sul social. Garfield si è sempre dimostrato molto attento
a tenere la propria vita privata lontano dai riflettori della
celebrità. Ad oggi sono infatti molte poche le notizie su di lui al
di fuori dell’ambito lavorativo e a tale mancanza di informazioni
contribuisce anche la non esistenza di account social ufficiali
dell’attore. Garfield, infatti, ha confermato di non essere
iscritto su nessuna piattaforma di questo tipo, neanche su
Instagram, proprio per evitare l’invadenza altrui. Sono però
presenti alcune fanpage dedicate all’attore, grazie alle quali si
potrà rimanere informati sulle sue attività.
Andrew Garfield: età e altezza
10. Andrew Garfield è nato a
Los Angeles, California, Stati Uniti, il 20 agosto 1983.
L’attore è alto complessivamente 1.79 metri.
Forse ora sappiamo perché
l’attore Andrew Garfield non è dispiaciuto di
non interpretare più Spider-Man. In una recente
intervista infatti l’attore ha dichiarato che non ha mai sentito
suo il personaggio, che non ha mai trasformato se stesso per il
ruolo dell’Uomo Ragno, ma è semplicemente rimasto Andrew Garfield,
l’attore.
Alla domanda che cosa hai imparato
dall’”essere Spider-Man”, l’attore ha risposto:
”Ecco, nulla, perché non sono
mai stato Spider-Man. Spider-Man è un personaggio della finzione.
Non è reale. Sai cosa è divertente, le risposte che mi davo,
capisci? Sto per fare Spider-Man. Il mio ego era
smisurato. Io sono uno f**uto Spider-Man. Ce
l’ho fatta. Lo sto facendo, c**o [ride]. Ma io non l’ho
mai fatto. Io non sono mai stato Spider-Man”.
”Io sono stato l’attore che
sono”, ha continuato l’attore, ”La persona che sono. Ho
lottato per essere all’altezza con qualcosa che avevo nella mia
mente. Ma era più in alto di quello che potevo raggiungere. La cosa
grandiosa è che ero come Peter Parker. Lui ha creato questo simbolo
ma non si è mai sentito all’altezza. Non era mai abbastanza
quello che faceva e non si è mai sentito
abbastanza”.
Garfield ha
continuato raccontando di come si senta in parte responsabile del
fatto che Amazing
Spider-Man non sia stato accolto come si
sperava.
”Non mi sono sentito come se
fossi in grado di fare abbastanza. Non ho potuto salvare il
film, anche se non ho dormito [ride]. Lo volevo, non dico
che ne avevo bisogno, di salvarlo, ma non ho potuto dargli quella
profondità, quel sentimento come avevo sognato. Non sarò mai in
grado di farlo, con qualsiasi film. È stata una situazione molto
difficile per me, perché… beh, solo perché.
Durante un’intervista
Andrew Garfield, l’attore che da due anni a questa
parte incarna lo Spider-Man cinematografico di seconda generazione,
ha fatto una dichiarazione che promette di generare parecchi
commenti e soprattutto che potrebbe addirittura essere un indizio
per il futuro del personaggio protagonista del franchise della
Sony.
A quanto pare Andrew avrebbe
recentemente discusso con Matt Tolmach, produttore del franchise,
riguardo al tipo di relazione che c’è tra Peter Parker e Mary Jane
Watson. “Stavo facendo una spece di gioco, o forse no, riguardo
a MJ. E ho detto ‘cosa accadrebbe se fosse un ragazzo?’ Perchè non
possiamo scoprire che Peter sta esplorando la sua sessualità? E’
difficile essere innovativi, allora perchè non potrebbe essere gay?
perchè non potrebbe prendere una cotta per un ragazzo?“.
Ecco, beh, siamo tutti un po’
sorpresi da questa dichiarazione, vero? Ma chi potrebbe essere il
giusto attore per interpretare questo MJ uomo?
Ci ha pensato Garfield stesso, cha ha continuato: “Io sono
ossessionato da Michael B. Jordan fin da quando ha recitato in The
Wire. E’ così carismatico e talentuoso! Dirò di più, ho una
bisessualità interraziale!“. Apparentemente nemmeno il regista
Mark Webb sa dell’idea bizzarra di Peter, ma voi cosa ne
pensate?
Come sempre ricordiamo che nel film
ritorneranno i protagonisti Andrew
Garfield e Emma Stone ai
quali si aggiungono Jamie Foxx in
Electro, Dane DeHaan come Harry
Osborn, il villain Paul
Giamatti e Felicity Jones.
Tutte le news sul film le trovate nel nostro
speciale: The Amazing Spiderman
2.
Mentre per tutte le info sul film
vi segnaliamo la nostra Scheda Film: The Amazing
Spiderman 2. La pellicola è diretta ancora una
volta da Marc Webb su una sceneggiatura
di Alex Kurtzman, Jeff
Pinkner, Roberto Orci ed uscirà il 2 Maggio
2014.
Ecco anche la trama del film:
In The Amazing Spiderman 2, per
Peter Parker (Andrew Garfield), vive una vita molto la occupata –
tra prendere i cattivi come Spider-Man e passare il tempo con la
persona che ama, Gwen (Emma Stone); diplomato ormai ha lasciato le
scuole superiore e non ha dimenticato la promessa fatta al padre di
Gwen di proteggerla – ma questa è una promessa che
semplicemente non può mantenere sempre. Le cose cambieranno per
Peter quando un nuovo cattivo, Electro (Jamie Foxx), emerge dagli
abissi della città, e un vecchio amico, Harry Osborn (Dane DeHaan),
ritorna, e fa riemergere nuovi indizi sul suo passato.
Sembra che ultimamente, dopo mesi di
silenzion, Andrew Garfield sia diventato
straordinariamente chiacchierone in merito alla sua passata
epserienza nei panni di Spider-Man.
L’attore che ha lasciato il ruolo in maniera brusca e inaspettata
ha avuto molto da dire, non solo sui film (qui), ma anche sulla sua posizione all’interno
di essi e sulle sue sensazioni durante le riprese.
“C’è pressione da tutte le
parti, devi compiacere tutti, ma non accadrà, e finisce che non
assecondi nessuno o tutti in maniera molto poco entusiasta. Ti
dicono, ‘si era carino’. Quei film sono testati per il mercato.
Devono piacere al cinquantesse bianco americano, al teenager gay,
all’omofobo bigotto del centro America, dalla ragazzina di 11
anni”.
Garfield ha poi continuato spiegando
che lui, e altri della troupe, hanno provato a infondere nel film
anima e cuore, ma scontrandosi con la giusta realtà di chi voleva
fare un mucchio di soldi, dato l’esborso. “Non posso vivere in
questo modo, mi sembra di essere in prigione, con tutte queste
aspettative addosso”.Che queste “persone”
fossero Matt Tolmach e Avi
Arad?
Ma la brutta esperienza
con The Amazing Spider-Man non fermerà
Garfield dall’accettare, in futuro, altri ruoli in grossi film.
Dopotutto ha due illustri predecessori che, dopo un clamoroso
fallimento, adesso sono gli eroi preferiti dal pubblico
(Chris Evans e Ben
Affleck).
In una nuova intervista, ospite del
podcast Happy Sad Confused Podcast (via Heroic
Hollywood), Andrew Garfield ha confermato
non solo la sua volontà di essere di nuovo Spider-Man sul grande
schermo, ma anche il fatto che gli piacerebbe recitare in un film
“versus” il Venom di Tom Hardy!
Garfield ha chiarito che se il film
si dovesse davvero fare, dovrà avere “qualcosa di davvero
unico, davvero speciale, e al servizio del pubblico e del
personaggio”. E in merito al suo eventuale scontro con Venom,
l’attore ha confermato che sarebbe “un’idea davvero
forte”.
Abbiamo rivisto Andrew
Garfield nei panni di Peter Parker/Spider-Man in
Spider-Man: No Way Home, al fianco di
Tobey Maguire e Tom Holland. E da
allora i suoi fan sono in fermento perché desiderano davvero vedere
conclusa la trilogia di The Amazing Spider-Man
che lo vedeva protagonista.
Andrew Garfield
torna eccezionalmente a vestire il costume di
Spider-Man per uno sketch del Jimmy Kimmel Live,
di cui sarà ospite stasera per promuovere Hacksaw
Ridge di Mel Gibson, presentato in
anteprima all’ultimo festival di Venezia.
È il profilo twitter dello show
dell’ABC ad anticipare le immagini del promo, che vede il
ritorno dell’attore britannico al ruolo dell’Uomo Ragno che lo
ha reso famoso al grande pubblico.
Andrew Garfield,
che ha già avuto modo di esprimersi
positivamente su Spider-Man Homecoming, non sembra
avere davvero alcun rimpianto per l’interruzione della serie da
parte della Sony dopo il flop di The Amazing Spider
Man 2 e si prestavolentieri al
gioco, offrendo la sua ultima versione dell’arrampicamuri
prima che Tom Holland imprima il suo volto al
supereroe.
Andrew Garfield e Tobey Maguire hanno entrambi ripreso i
rispettivi ruoli dell’Uomo Ragno sul grande schermo in Spider-Man:
No Way Home, unendosi all’attuale Spider-Man del MCUTom Holland per un’avventura multiversale che
alla fine ha incassato quasi 2 miliardi di dollari al botteghino
mondiale (superando quel traguardo se si conta la riedizione).
Sebbene la risposta al ritorno di
entrambi gli attori sia stata per lo più molto positiva, i fan
sembravano particolarmente felici di rivedere Garfield negli
iconici panni blu e rossi, dopo che la sua permanenza nel ruolo
dell’eroe era stata interrotta in seguito alla scarsa performance
di The Amazing Spider-Man 2.
Un nuovo rumor, tuttavia, riporta
voci secondo cui la Sony Pictures e i Marvel Studios abbiano
trovato qualcosa che ha stuzzicato l’interesse dell’attore, dato
che lo scooper MTTSH sostiene che Garfield è ora bloccato per
apparire come Spidey in “almeno altri due progetti”. Si
presume che uno di questi progetti sia Avengers:
Secret Wars, ma non saremmo affatto sorpresi se l’altro
fosse una storia standalone incentrata sul suo Peter Parker o un
altro team-up con i suoi compagni wall-crawler.
Andrew Garfield è
disposto a tornare a essere Spider-Man?
Parlando con Esquire, Garfield ha ammesso di
essere stato “lasciato in sospeso” quando The
Amazing Spider-Man 3 è stato accantonato e ha detto che il
suo debutto nell’MCU“è stato
davvero curativo per me”.
Quanto alla sua disponibilità a
riprendere il ruolo, ha rivelato: “Di sicuro, tornerei al 100%
se fosse la cosa giusta, se si integrasse alla cultura, se ci fosse
un grande concetto o qualcosa che non è mai stato fatto prima, che
fosse unico, strano ed eccitante e in cui puoi affondare i
denti”. Garfield ha aggiunto: “Amo quel personaggio e
porta gioia. Se parte di ciò che porto è gioia, allora sono gioioso
anche io”.
Nel finale di The Amazing Spider-Man 2 del 2014 avevamo
visto Harry Osborn preparare il terreno per l’arrivo dei Sinistri
Sei, la cui storia avrebbe dovuto essere il centro di un film
scritto e diretto da Drew Goddard (Quella
casa nel bosco,
7 sconosciuti a El Royale) che, però, non ha mai visto la
luce.
Su quel progetto, in realtà, non
abbiamo mai saputo molto, a parte alcuni dettagli emersi in seguito
all’attacco hacker ai danni della Sony nel 2014. Ora, però, in una
recente intervista con
Collider, è stato proprio Andrew Garfield a tornare su quel film.
“Non so quanto quel progetto sia stato vicino ad un’effettiva
realizzazione, ma ricordo che ci sono stati sicuramente degli
incontri a cui ho preso parte anch’io”, ha spiegato l’ex
interprete di Spider-Man.
“È stato davvero emozionante.
Amo Drew Goddard, Quella casa nel bosco e tutte le altre cose che
ha fatto. Siamo andati subito d’accordo. Amavo la sua visione. Era
davvero unica, eccentrica, non convenzionale nelle sue scelte
creative. Sono stati un paio di mesi davvero molto divertenti, ma
come si dice… è la vita. Sarebbe stato bello. Forse, chissà, un
giorno riuscirà a realizzare il suo film. Ripeto, sarebbe stato
davvero bello.”
Dopo il flop di
The Amazing Spider-Man 2, il film sui Sinistri Sei è stato
ufficialmente accantonato. In seguito, come ben sappiamo, ci sono
stati l’accordo tra la Sony e la Disney per permettere a Spider-Man
di entrare a far parte del MCU e la costruzione
di un nuovo “Spider-Verse” inaugurato con Venom che
potrebbe effettivamente portare – in futuro, con l’arrivo di nuovi
spin-off come Morbius –
alla concreata realizzazione dell’agognato film sui Sinistri
Sei.
Andrew Garfield ha interpretato per la prima
volta Peter Parker in The Amazing Spider-Man del
2012. L’attore britannico si è dimostrato un degno successore di
Tobey Maguire e, nonostante il film non
sia stato proprio amato dal pubblico, il suo personaggio era
davvero un’ottima iterazione del Peter Parker a fumetti.
L’hacking della Sony ha mostrato
delle comunicazioni private tra Kevin Feige e Amy Pascal trapelate
online, che hanno confermato che c’erano state discussioni per
portare l’arrampicamuri nell’MCU. I fan hanno espresso questa
volontà e alla fine è stata presa la decisione di riavviare l’eroe
in Captain America: Civil War del 2016 (una
decisione aiutata dal fatto che il sequel di The Amazing
Spider-Man non aveva prodotto profitti significativi).
Sfortunatamente per Garfield, ciò ha significato dire addio al
ruolo e ai piani per The Amazing Spider-Man 3 e
Sinister Six.
Tuttavia, dopo aver condiviso lo
schermo con Tobey Maguire e Tom Holland in Spider-Man:
No Way Home del 2021, Garfield non chiude la
porta alla possibilità di riprendere il ruolo… anche se non
promette che accadrà o che dovrebbe accadere. “Penso che le
possibilità siano infinite, riguardo a quello che si può fare con
quel personaggio”, ammette durante un’intervista a Screen Rant. “Non sto
dicendo che dovremmo; né che lo faremo, ma puoi sempre trovare
un’altra storia da raccontare, sì”.
Questo dopo che gli è stato chiesto
delle
voci secondo cui apparirà in Spider-Man 4 dei
Marvel Studios. Alla domanda, ha detto: “Voglio dire, tipo
Internet è un posto grande. Penso che ci siano molte persone che
direbbero qualsiasi cosa per ottenere clic. Quindi potresti essere
stato ingannato, temo”. Ma dopotutto Andrew
Garfield è stato più che bravo a mantenere i segreti
di Spider-Man: No Way Home!
Sebbene l’apparizione di Andrew Garfield in Spider-Man:
No Way Home abbia ravvivato molto interesse per
la sua iterazione del personaggio, sembra che un ritorno
dell’attore nei panni di Spider-Man non sia in programma, almeno da
quanto dice lui.
In una recente intervista ai
SAG Awards 2022, dove Andrew Garfield era nominato per la sua
interpretazione in Tick Tick Boom!, Variety ha chiesto
all’attore se il pubblico potesse aspettarsi di rivedere presto il
suo Peter Parker sullo schermo. Garfield ha rapidamente rivelato
che “non ha piani” per interpretare di nuovo Spider-Man.
“Nessun piano, questa è la
verità. Voglio dire, tutti mi chiameranno bugiardo per il resto
della mia vita. Sono il ragazzo che gridava al lupo, ora.” Ha
dichiarato Garfield che, ovviamente, si riferisce a tutte le volte
che ha negato di essere in No Way Home prima di
comparire poi ufficialmente sullo schermo.
Un terzo The Amazing
Spider-Man non è del tutto da escludersi, ma quello che è
ancora più probabile è un film del MCU in cui Peter 3 comparirà
come comprimario, dal momento che nel franchise Marvel, l’apertura del Multiverso
permetterebbe tutto questo, come lo ha già permesso in
Spider-Man:
No Way Home.
Intanto Andrew Garfield si gode questa stagione dei
premi che lo vede trai protagonisti per la sua straordinaria
performance musicale nel film di Lin Manuel Miranda che trovate su
Netflix, Tick Tick Boom!
Andrew Garfield potrebbe non aver trascorso
molto tempo nell’iconico costume rosso e blu di Spider-Man, ma è chiaro che si tratta di un
ruolo a cui l’attore britannico tiene ancora oggi moltissimo.
Mentre i fan continuano a sperare in
una sua apparizione nell’attesissimo
Spider-Man: No Way Home, durante una recente
intervista con
Sirius XM (via
Cinema Blend), Garfield ha avuto modo di parlare dell’eredità
di un personaggio così iconico come quello dell’Uomo Ragno e di
riflettere sul perché non ci dovrebbe essere alcun tipo di problema
nel vedere tutte queste diverse iterazioni dell’arrampicamuri sul
grande schermo.
“È come Amleto o Macbeth. Non ne
hai mai abbastanza di Amleto o Macbeth. La cosa bella è che
chiunque può identificarsi con il personaggio e immaginarsi dietro
quel costume, proprio perché è l’unico supereroe coperto dalla
testa ai piedi. Non vedi il suo colore della pelle, non vedi se è
un uomo o una donna. Ecco perché, secondo me, è il supereroe più
amato a livello universale, in ogni cultura, da ogni razza”,
ha dichiarato l’attore.
“Inoltre, penso che in Peter
Parker ci sia un senso dell’ordinario in cui davvero tutti possono
identificarsi”, ha aggiunto. “Inoltre, sono anche un fan,
ecco perché quando il mio mandato è terminato e il testimone è
passato a Tom Holland, ero felice e molto eccitato. Spider-Man è
stato il mio primo costume di Halloween. Avrà avuto tre anni, più o
meno. Mia madre lo realizzò usando del feltro. Era
bellissimo.”
E a proposito della sua infanzia, in
un’altra intervista con
Total Film, Andrew Garfield ha avuto modo di spiegare cosa
abbia significato per lui avere l’opportunità di portare sul grande
schermo un ruolo che sognava praticamente da quando era soltanto un
bambino.
“Sapevo che uno degli aspetti
più difficili da gestire sarebbe stata l’esplosione della fama, ma
non avrei mai potuto rifiutare l’opportunità di interpretare il mio
personaggio preferito di sempre”, ha dichiarato. “Sapevo
che dopo quel ruolo sarebbero arrivate tante cose belle, ma ero
anche consapevole che avrebbe potuto rappresentare una sorta di
‘prigione dorata’. Sapevo che avrei dovuto bilanciare quel ruolo
con la mia attività in teatro e con l’attesa per quel prossimo
ruolo che mi avrebbe permesso di essere ancora un attore e non una
star. Non ho assolutamente nulla contro le star del cinema, ma
l’idea di esserlo non fa per me.”
Durante la promozione di
99 Homes (qui la recensione del film), Andrew
Garfield non può evitare, chiaramente, che gli vengano
rivolte domande in merito al suo passato come
Spider-Man, visto che si è trattato di
una rottura brusca e con degli strascichi di polemica piuttosto
fastidiosi.
Così come Steven
Spielberg (leggi qui) e Chris Evans
(leggi qui), anche Garfield ha parlato dello
stato attuale dei cinecomics: “Da un punto di vista del
racconto, le mie prospettive si sono molto spostate. Voglio dire,
sono stato Spider-Man, ero Spider-Man. E mentre invecchio penso
‘Cosa mostrerò ai miei figli?’ Ci potrebbero essere dei
guai derivanti dal fatto che un uomo solo salvi
l’umanità. È come se si abdicasse alla responsabilità comune.
Abbiamo avuto grandi figure nel corso del tempo, pensate a Gandhi,
a John Lennon, a Martin Luther King, chi vi pare. Hanno
promosso grandi movimenti. C’era solo una persona con la sua
faccia che ha portato i suoi doni a una comunità. L’idea che il
mondo sarà salvato da una sola persona, uomo o donna, è
fallace”.
Una prospettiva senza dubbio inedita
quella di Garfield che, continuando, ha commentato il finale di
The Amazing Spider-Man 2: “Quella è
una delle mie parti preferite del film, una mia idea (…) Mi sento
un po’ egoista ad ammetterlo ma ne sono davvero
orgoglioso”.