Potrebbe essere Penelope
Cruz la protagonista del nuovo, annunciato lavoro di
Lars von Trier, il “film catastrofico dai
risvolti psicologici” intitolato Melancholia.
Secondo le prime indiscrezioni,
l’attrice spagnola sarebbe stata nel mirino di von Trier fin dalla
fase di ideazione del film – che si dovrebbe girare tra Germania e
Svezia entro la fine dell’anno e che dovrebbe avere già assicurato
un posto a Cannes del 2011 – e avrebbe già ceduto alle lusinghe del
regista.
Il regista danese ha mantenuto
negli ultimi mesi il massimo riserbo sulla trama del film, non
aggiungendo nulla rispetto alle prime dichiarazioni ma limitandosi
a sottolineare, con la consueta provocatoria ironia, che questa
volta nel suo cinema “non ci saranno lieti fine.”
A quanto sembra qualcosa continua a
muoversi attorno a Zoolander 2,
seguito dell’irriverente commedia firmata Ben
Stiller nonché interpretata in collaborazione
con Owen Wilson e Will
Ferrell. Secondo quanto riportato da Deadline, infatti, il
premio Oscar Penelope Cruz avrebbe firmato per
parte del cast del seguito, che sarà diretto da Justin
Theroux.
Di recente, proprio da Will Ferrell
ci erano giunte ulteriori notizie circa il futuro del secondo film
che vede protagonista il buffo modello Derek Zoolander (Ben
Stiller). Secondo l’attore, sembrerebbe che il progetto
proceda a gonfie vele, e che Mugatu,
personaggio da lui interpretato nella prima pellicola, tornerà ad
affacciarsi nel mondo della moda creato
da Stiller.
“Attualmente stiamo facendo una
lettura e ragionando su uno script del sequel e Mugatu ne sarà
parte.”
Ottime notizie, dunque, per i fan
di Zoolander che fanno il paio con
quanto dichiarato recentemente da Justin
Theroux, co-sceneggiatore, insieme a Ben
Stiller, del primo film della serie.
Penelope
Cruz si è aggiunta al cast di
Grimsby, la commedia diretta da
Louis Leterrier e interpretata da Sacha
Baron Cohen che si sta girando adesso in Inghilterra.
The Hollywood Reporter
riferisce che la bella attrice spagnola interpreterà il capo di una
organizzazione filantropica e si unirà, oltre allo stesso Cohen,
anche a Mark Strong, Annabelle Wallis, David Harewood, Ian
McShane, Gabourey Sidibe, Johnny Vegas, Rebel Wilson e
Isla
Fisher.
Nel cast del film, insieme a
Sacha Baron Cohen, anche Rebel Wilson,
Mark Strong, Annabelle Wallis, David Harewood, Ian McShane,
Gabourey Sidibe e Johnny Vegas.
Grimsby è stato scritto da
Sacha Baron Cohen e Phil Johnston
e segue le vicende di un agente britannico (Strong) costretto
a darsi alla fuga con il fratello perduto (Cohen), un tifoso di
calcio dal comportamento violento e indisciplinato.
L’ultima volta che abbiamo visto
Penelope Cruz sul grande schermo, l’attrice era
tra le braccia di Michael Fassbender per
The Counselor – Il Procuratore. Così dopo
un progetto serio e impegnativo, l’attrice premio Oscar torna alla
commedia.
La sua è una bellezza aggressiva e
sensuale, qualche volta addirittura grezza, ma passionale e
mediterranea, con le curve al punto giusto, le labbra carnose gli
occhi scuri e i capelli folti e lucenti.
Una diva moderna che ricorda le
donne d’altri tempi, una bellezza particolare e senza tempo, e
quest’anno, alla sua 40esima primavera, anche la donna vivente più
bella del 2014 per Esquire. Lei è Penelope Cruz e
di seguito potete vedere il servizio fotografico che la sinuosa
attrice scoperta da Pedro Almodovar ha realizzato
con la rivista. Ecco le foto:
Dopo The
Counselor nel 2013, lattrice si èpresa un periodo di
riposo che ha trascorso con la sua bella famiglia (è sposata con il
connazionale Javier Bardem) e adesso è impegnata sul set di
Grimsby, commedia diretta da
Louis Leterrier e
scritta e interpretata da Sacha Baron Cohen.
Distribuito da Medusa in 350 copie
e venduto già in tutto il mondo, compresi Stati Uniti e Canada, il
prossimo 8 novembre uscirà al cinema Venuto al
Mondo, ultimo film di Sergio
Castellitto che lo rivede (contemporaneamente) lavorare su
una storia tratta da un romanzo di Margaret
Mazzantini e da lei sceneggiata, e dirigere
Penélope Cruz. Si tratta di un grande sforzo
produttivo, così come afferma Letta di Medusa, che ha visto una
coproduzione europea, Italia – Spagna, lavorare ad un progetto
importante e costoso. Il film è stato proiettato questa mattina in
lingua originale, uno strutturato susseguirsi di italiano, inglese
e serbo. “Ho voluto che il film fosse proiettato in originale
perché è quella la lingua del film – dice Sergio Castellitto –
La protagonista è una donna italiana che parla italiano a casa
sua e che parla inglese con tutti quelli che non parlano la sua
lingua. Penelope è ovviamente bravissima e questo è il sangue del
film”. Alla domanda sul perché ha scelto quel ruolo, la Cruz
ha risposto con grande trasporto: “Ho amato tantissimo il libro
e mi sono innamorata di Gemma così come successe per Non Ti
Muovere. Sono venuta a Roma subito dopo averlo letto e ne
ho parlato a lungo con Margaret e così le ho detto ‘facciamone un
film’. E così è nato il progetto e il lavoro di Sergio e Margaret
alla sceneggiatura è stato straordinario, hanno colto l’essenza del
libro.”
-Il fatto che sia diventata
madre ha contribuito a farle capire cosa prova la
protagonista?
PC: “Ho letto il libro prima di
diventare madre, ma capivo benissimo la psicologia della donna,
cosa le manca e da cosa derivi il suo desiderio, che poi diventa
ossessione. Certo la maternità mi ha aiutata poi.”
A Margaret Mazzantini,
com’è stato tagliare parti del suo romanzo?
MM: “Si tratta pur sempre di
riduzioni cinematografiche, ma Sergio è il mio primo lettore. Io
scrivo in preda ad un istinto e spesso lui mi dice cosa ho
realizzato. Tagliando le parti del libro si ha sempre l’impressione
di uccidere dei propri amori, ma era una storia che si poteva
scrivere facilmente per il cinema. La cosa difficile è stata la
ricostruzione storica e scenografica.”
“Alcuni film sono delle
esperienze belle o brutte – ha interrotto Castellitto –
questo è stato per me un’avventura umana perché ognuno di noi
ci ha messo qualcosa. E’ una storia d’amore che ho provato a
raccontare”
Presenti alla conferenza anche
Adnan Haskovic e Saadet Aksoy,
interpreti di due dei personaggi principali, bravissimi nel
raccontare il dolore e l’integrità dei loro personaggi. Haskovic ha
raccontato: “Quando prendi un libro di Margaret in mano devi
prepararti un bel caffè, perché lo cominci e non lo lasci fino a
che non l’hai finito. E’ una storia d’amore sullo sfondo della
guerra e ci sono tantissimi personaggi meravigliosi. Quando ho
saputo che mi avevano scelto per Gojko, sono stato felicissimo.
Durante la guerra che viene raccontata io ero un bambino, e forse i
bimbi vivono come un’avventura questi eventi, fatto sta che chi ha
vissuto la guerra in Bosnia e ha visto il film mi ha detto che è
uno dei migliori film fatti su quella guerra, perché mostra persone
che combattono contro l’abbrutimento, e che vogliono vivere
nonostante tutto. E poi lavorare con Penelope è straordinario, non
devi fare altro che reagire al suo straordinario talento”.
Dello stesso parere la Aksoy, che nel film interpreta Aska. “Il
mio personaggio mi ha molto emozionata – dice la Aksoy – e
lavorare con questi grandissimi attori e questa strepitosa crew è
stato bellissimo. Quando ho letto la sceneggiatura i personaggi
erano scritti così bene che si entrava subito in empatia con loro.
Mentre mi preparavo al ruolo per me era difficilissimo staccarmi
dal personaggio, tornavo a casa dal set ed ero ancora Aska, perché
è vero che abbiamo raccontato una storia inventata, ma durante la
guerra terribilmente reale e recente potevano essere successe delle
cose simili.”
Per Penelope Cruz: il suo
personaggio non è buono, come si è rapportata ad esso?
PC: “Gemma non è politicamente
corretta, ma quando leggo un personaggio non penso a cosa farei io
in quella situazione, non lo giudico, cerco solo di capirne la
psicologia e le intenzioni. Il resto non conta. Lei arriva alla sua
necessità per via del suo amore, è una persona buona anche se a
volte autodistruttiva.”
Per Castellitto, il film
poteva essere inghiottito dal tema della guerra o sminuirlo per far
spazio alla storia d’amore, invece è molto equilibrato, come ci è
riuscito?
SC: “Ho fatto quello che
sentivo essere il cinema per questo film. Era necessaria una forte
messa in scena e una forte teatralità. Ho cercato di fare un film
in cui ogni scena fosse depositaria di una emozione, mi sono
appellato all’intelligenza emotiva dello spettatore. Lo spettatore
va al cinema e porta via q
Coppia super sexy nella
vita, Penelope Cruz e Javier Bardem hanno
presentato Fuori Concorso a Venezia 74 Loving
Pablo, una ricostruzione, l’ennesima, della straordinaria
e fuorilegge vita di Pablo Escobar.
Di seguito le immagini dal red
carpet del film:
Il Festival di Venezia 2017 si
svolge al Lido dal 30 agosto al 9 settembre.
Il sanguinoso conflitto nella
Striscia di Gaza sta coinvlgendo anche il mondo dello spettacolo e
dopo le dichiarazioni pubbliche di Gal
Gadot, attrice israeliana che si è apertamente
schierata con il suo Paese, anche altri volti famosi dicono la loro
sul conflitto. Penelope Cruz e Javier
Bardem hanno infatti scritto una lettera aperta in cui
condannano il genocidio su Gaza.
“Gaza sta attraversando orrori
in questi giorni, assediata e attaccata da terra, mare e cielo. Le
case dei palestinesi vengono distrutte, viene loro negata acqua,
elettricità e la libera circolazione verso ospedali, scuole e campi
mentre la comunità internazionale non fa nulla”, questo un
estratto di quanto si legge nella lettera che la coppia di attori
ha diffuso via E! News.
Nella lettera si legge anche che è
necessario “sollevare l’assedio, per il quale la Striscia di
Gaza ha sofferto per più di dieci anni” e “aprire le
frontiere per facilitare l’attraversamento e la mobilità della
popolazione, e l’entrata di assistenza medica, medicine e
cibo.”
La posizione
di Penelope Cruz e Javier
Bardem sembra senza dubbio più ragionevole rispetto a
quella della gioane Gadot. Che ne pensate?
Penelope Cruz e
Javier Bardem saranno i protagonisti del primo
film in lingua spagnola del regista iraniano Asghar
Farhadi, vincitore del premio Oscar nel 2012 per il
Miglior Film Straniero (Una separazione)
e del premio alla Miglior Regia in occasione del Festival di Cannes 2016 per
The Salesman.
La pellicola, una sorta di thriller
psicologico alla Agatha Christie, sarà prodotta
dalla El Deseo dei fratelli
Almodòvar. Al momento Farhadi sta terminando la
stesura dello script, ambientato nella Spagna rurale e incentrato
su una famiglia di viticultori. Le riprese dovrebbero cominciare
entro l’estate o all’inizio dell’autunno.
Ricordiamo che Penelope
Cruz e Javier Bardem hanno già lavorato
insieme tre volte: la coppia (sposata anche nella vita) si è
conosciuta sul set di Prosciutto
prosciutto di Bigas Luna, ed ha
lavorato insieme anche in Vicky Cristina
Barcelona di Woody Allen e in
I lunedì al sole di Fernando León
de Aranoa.
Proprio quest’ultimo dirigerà
nuovamente il duo nell’annunciato biopic
Escobar, tratto dal libro di memorie sul
signore della droga colombiano scritto da Virginia
Vallejo: “Amando a Pablo, odiando a
Escobar”, pubblicato nel 2008.
Il film seguirà l’ascesa del boss
ucciso in una sparatoria nel 1993, dopo aver gettato il paese nel
caos. Virginia Vallejo è una giornalista che lo intervistò e
con cui ebbe una relazione. Nel libro parla non solo della loro
storia d’amore ma che del narcoterrorismo che imperversò tra gli
anni 1988 e 1993, coi suoi legami coi dittatori caraibici e i
presidenti colombiani.
La coppia da
OscarJavier Bardem e
Penelope Cruz, conosciutisi sul set di di
Prosciutto, prosciutto di Bigas
Luna, e sposatisi nel 2010, lavorando assieme
in Vicky Cristina Barcelona di
Woody Allen in I lunedì al
sole di Fernando León de Aranoa,
proprio con quest’ultimo regista lavoreranno di nuovo
nel biopic Escobar, tratto dal libro di
memorie di Virginia
VallejoAmando a Pablo, odiando a
Escobar, pubblicato nel 2008, sul signore della droga
colombiano.
Su Escobar esiste
anche il film Escobar: Paradise Lost
di Andrea Di Stefano con Benicio Del Toro che nonostante
l’accoglienza e le critiche positive non ha ancora avuto una
distribuzione.
Nel film seguiremo l’ascesa del
boss ucciso in una sparatoria nel 1993, dopo aver gettato il paese
nel caos. Virginia Vallejo è una giornalista
che lo intervistò e con cui ebbe una relazione. Nel libro parla non
solo della loro storia d’amore ma che del narcoterrorismo che
imperversò tra gli anni 1988 e 1993, coi suoi legami coi dittatori
caraibici e i presidenti colombiani.
Sembra superfluo dirlo, ma
Bardem interpreterà Escobar
mentre la Cruz si calerà nei panni della
Vallejo. In questo momento, i due attori sono
impegnati in due differenti film in lavorazione: La
Cruz in Zoolander
2 di Ben Stiller mentre
Bardem sta lavorando insieme a Johnny Depp in Pirati dei
Caraibi 5 di Joachim Rønning ed
Espen Sandberg.
Penélope Cruz ed Edgar
Ramírez saranno i protagonisti di Love
Child, il nuovo progetto scritto e diretto
da Todd Solondz (Happiness –
Felicità, Perdona e dimentica, Wiener
Dog).
Love Child si preannuncia come
una commedia nera ed esilarante che rielabora il complesso di
Edipo. Protagonista della storia è l’undicenne Junior, che
aspira a diventare una star di Broadway ed è ossessionato dalla
madre Immaculada.
Dopo aver escogitato un incidente che quasi uccide
il padre, un uomo violento, il ragazzo incoraggia Nacho, il
bell’inquilino della famiglia, a corteggiare la madre affinché
diventi il suo nuovo papà. Quando però Nacho e la
madre si innamorano sul serio, Junior si ingelosisce
perché non più al centro dell’attenzione della donna e decide
di incastrare Nacho.
Penélope Cruz è impegnata sul set del
remake dell’Assassinio sull’Orient
Express, mentre abbiamo visto Edgar
Ramírez ne La Ragazza del treno.
Lo vedremo inoltre in Gold
con Matthew McConaughey e nel sci-fi di
NetflixBright
con Will Smith e Noomi
Rapace.
In apertura nella sezione Orizzonti
di Venezia 76, la regista tedesca Katrin
Gebbe presenta Pelikablut, la sua opera
seconda, un interessante progetto che gioca con la mescolanza dei
generi e si concentra su una visione estrema, esasperata,
totalizzante della maternità.
Wiebke vive con la figlia adottiva
di nove anni, Nicolina, in un maneggio, dove addestra cavalli per
la polizia, da utilizzare durante le manifestazioni. Dopo aver
atteso molto tempo, ora ha la possibilità di adottare Raya, bambina
di cinque anni, traumatizzata, per dare a Nicolina una sorella. Le
prime settimane trascorrono in armonia, con Nicolina che gioca alla
sorella maggiore e Raja che risponde con dolcezza alle
sollecitazioni della nuova sorella. Ma poco dopo, Raya diventa
sempre più aggressiva, tanto che la donna ricorre subito ad uno
specialista e poi, di fronte ad atteggiamenti sempre più
aggressivi, si rivolge addirittura a una sciamana.
Il concept si innesta un quella
tradizione cinematografica che mescola il thriller psicologico al
registro drammatico, tuttavia la durata eccessiva del film ne
sfilaccia l’intensità emotiva, e la trama si arricchisce di
sottotesti e similitudini ingenue che invece di rafforzare l’idea
di partenza la annacquano.
Pure lo stile registico, così
preciso all’inizio, diventa sciatto e lascia andare la tensione
attentamente costruita nella prima parte del film. Quello che però
lascia davvero spiazzati è l’ingenuità con cui la regista sceglie
di concludere la storia, scivolando vertiginosamente nella
giustificazione della superstizione, nella risoluzione del trauma e
nello scioglimento dei noti in maniera semplicistica.
Pelikablut presenta
un’intuizione vincente, che potrebbe portare il film in direzioni
interessanti, anche solo per la scelta di generi tanto differenti
da mettere insieme nella stessa storia, ma che manca clamorosamente
il centro del bersaglio.
Adrenalinico film d’azione,
Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana è
uno degli ultimi film diretti da Tony Scott
(Top Gun, Una vita al
massimo) prima della sua scomparsa, avvenuta nel 2012. Al
centro della trama vi è un pericoloso sequestro di persona, che si
svolge all’interno della metropolitana di New York. Da qui si
sviluppa un film ricco di tensione e colpi di scena, con personaggi
particolarmente accattivanti e ambienti claustrofobici. Merito del
successo del film va anche alla sceneggiatura scritta da
Brian Helgeland, noto per aver vinto l’Oscar con
il film L.A. Confidential.
Uscito al cinema nel 2009, il film è
un nuovo adattamento del romanzo thriller Il colpo della
metropolitana, scritto da Morton Freedgood
sotto lo pseudonimo di John Godey. L’opera era già stata portata al
cinema nel 1974 con un film riportante lo stesso titolo del libro,
e in seguito in televisione nel 1998 con un lungometraggio chiamato
allo stesso modo. Per dare un’attrattiva unica alla sua versione,
Scott si è avvalso della presenza di alcuni celebri attori, vera
fonte di interesse del film. Diverse modifiche e aggiornamenti
dell’opera sono inoltre stati necessari in fase di scrittura, al
fine di rendere più credibile il film.
Al momento della sua uscita in sala,
il film venne accolto da pareri contrastanti da parte della
critica. Riuscì tuttavia ad affermarsi come un discreto successo al
box office, dove arrivò a guadagnare circa 150 milioni di dollari a
fronte però di un budget di 100. A distanza di anni, Pelham 123
– Ostaggi in metropolitana è certamente un film da riscoprire,
capace di fornire grande intrattenimento e suspence. Diverse sono
le curiosità legate al titolo, molte delle quali relative al cast
di attori protagonisti. Continuando nella lettura sarà possibile
scoprire le principali di queste, come anche dove è possibile
vedere in streaming il film.
Pelham 123 – Ostaggi in
metropolitana: la trama del film
La storia ha inizio nella
metropolitana di New York, dove una banda di criminali si
impossessa di un vagone del convoglio Pelham 123, con all’interno
18 ostaggi. A capo della banda vi è Ryder, ex
manager caduto in rovina e finito in carcere per truffa. Egli manda
un messaggio diretto al sindaco di New York, chiedendo una somma di
denaro pari a 10 milioni di dollari entro un’ora. Se il suo
desiderio verrà esaudito, nessuno si farà male e gli ostaggi
verranno rilasciati incolumi. Per ogni minuto di ritardo, però, una
persona verrà uccisa. La situazione è quantomai critica, e il tempo
a disposizione scorre rapidamente. A dialogare con Ryder vi è
Walter Garber. Questi è addetto allo smistamento
dei treni, ma per un’ora si ritrova suo malgrado ad essere il
negoziatore. Dopo un’iniziale smarrimento, questi capirà che la sua
conoscenza del sistema della metropolitana sarà l’unico modo in cui
potrà sconfiggere il criminale prima che sia troppo tardi.
Pelham 123 – Ostaggi in
metropolitana: il cast del film
Per dar vita al film, Scott si è
avvalso della partecipazione di noti attori di cinema e
televisione, affidando loro i principali ruoli da protagonisti. Per
il ruolo del criminale Ryder, il regista ha fortemente richiesto la
presenza di John
Travolta. Affermatosi negli ultimi anni grazie ad
alcuni ruoli da villain, il celebre attore accettò con piacere di
partecipare. Per potersi calare nel personaggio, iniziò da subito a
lavorare sul look del proprio personaggio, cercando sia di rimanere
fedele a come viene descritto nel libro sia di assegnarvi delle
originalità. Al momento della promozione del film, tuttavia,
Travolta decise di non partecipare a questa a causa della recente
scomparsa di suo figlio. L’attore decise infatti di ritirarsi
momentaneamente dalle scene per elaborare il lutto.
Accanto a lui, nel ruolo del
negoziatore Walter Garber vi è invece il due volte premio Oscar
Denzel
Washington. Per il personaggio, egli seguì dei corsi
incentrati sulla sicurezza nelle metropolitane. Per l’attore si
trattava inoltre della quarta collaborazione con il regista dopo
Allarme rosso, Man on Fire e Déja vu. Nel ruolo
del sindaco di New York si ritrova invece l’attore James
Gandolfini, divenuto celebre grazie al personaggio di
Tony Soprano nella serie I Soprano. John
Turturro, recentemente visto in Jesus Rolls –
Quintana è tornato!, recita invece nella parte di Vincent
Camonetti, detective della polizia di New York incaricato di
occuparsi del caso. Il portoricano Luis Guzman,
celebre caratterista di Hollywood, dà invece vita a Phil Ramos, ex
conducente della metropolitana ora entrato a far parte della banda
criminale di Ryder.
Pelham 123 – Ostaggi in
metropolitana: le differenze con il libro
Come accennato in apertura, nel
realizzare una versione contemporanea del film, furono necessarie
diverse modifiche rispetto al libro di Freedgood, pubblicato nel
1973. La prima cosa resasi necessaria, nello spostare
l’ambientazione ai nostri giorni, fu quella di riscrivere alcune
delle principali dinamiche, così da poter introdurre l’utilizzo
della moderna tecnologia come cellulari, laptop, e sistemi di
tracciamento. Nel riscrivere la storia dell’attentato, gli
sceneggiatori dovettero inoltre tenere in considerazione che la New
York in cui si svolgono gli eventi è una città che ha visto
accadere il crollo delle Torri Gemelle l’11 settembre del 2001, con
tutte le implicazioni psicologiche che ne conseguono.
Anche per i personaggi principali si
sono operate alcune modifiche. Nel libro, Ryder è descritto come
una persona dall’aspetto anonimo e dal temperamento pacato e
calcolatore. Nel film, invece, il personaggio sfoggia un classico
look da galeotto, con tatuaggi e capigliatura che spingono verso
tale immaginario. Egli è inoltre particolarmente irascibile e
impulsivo, pronto ad uccidere senza pietà degli innocenti. Una
sostanziale differenza è anche quella relativa alla somma di denaro
da lui richiesta. Nel libro questa è di un milione di dollari. Oggi
tale cifra sarebbe particolarmente innocua, e perciò si è optato
per 10 milioni di dollari. Anche il personaggio di Walter Garber
subisce una sostanziale modifica. Questi passa infatti dall’essere
un detective di polizia a un dipendente del servizio
metropolitano.
Pelham 123 – Ostaggi in
metropolitana: il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Pelham 123 –
Ostaggi in metropolitana è infatti presente su
Rakuten TV, Google Play, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per sabato 2 luglio alle
ore 21:20 sul canale Rai
4.
Ecco il trailer originale, diffuso
da IFC
Films, di Pelé, film diretto da
Jeff e Mike Zimbalist con
Vincent D’Onofrio, Colm Meaney, Diego Boneta e
Rodrigo Santoro.
La storia di un ragazzo che non
aveva niente ma che è riuscito a cambiare tutto. La nascita di uno
dei più grandi campioni di tutti i tempi. Arriva sul grande schermo
il mito di Pelè in un film biografico che
ripercorre i primi anni della vita del goleador, la povertà del suo
Brasile, il rapporto con il padre, i primi successi fino alla
clamorosa vittoria della Coppa del Mondo con la nazionale
brasiliana a solo 17 anni. Ad interpretarlo, due sorprendenti
e giovanissimi talenti al loro esordio, Leonardo Lima Carvalho e
Kevin de Paula. Tra gli interpreti Vincent
D’Onofrio (Full Metal Jacket, Men in
Black), Rodrigo Santoro (Love
Actually, 300), Diego Boneta
(Pretty Little Liars) e Colm Meaney
(Star Trek: The Next Generation, Giustizia
Privata). A produrre la pellicola lo stesso Pelé, insieme a
Brian Grazer, premio Oscar per A Beautiful Mind.
Il film, diretto dai fratelli
Jeff e Mike Zimbalist, sarà
presentato in anteprima mondiale nella sezione Special
Screening del Tribeca Film Festival il prossimo 23 aprile ed
uscirà nelle sale italiane il 26 maggio distribuito da M2
Pictures.
Ecco il trailer italiano, diffuso da
M2 Pictures, di Pelé, film
diretto da Jeff e Mike Zimbalist
con Vincent D’Onofrio, Colm Meaney, Diego Boneta e
Rodrigo Santoro.
La storia di un ragazzo che non
aveva niente ma che è riuscito a cambiare tutto. La nascita di uno
dei più grandi campioni di tutti i tempi. Arriva sul grande schermo
il mito di Pelè in un film biografico che
ripercorre i primi anni della vita del goleador, la povertà del suo
Brasile, il rapporto con il padre, i primi successi fino alla
clamorosa vittoria della Coppa del Mondo con la nazionale
brasiliana a solo 17 anni. Ad interpretarlo, due sorprendenti
e giovanissimi talenti al loro esordio, Leonardo Lima Carvalho e
Kevin de Paula. Tra gli interpreti Vincent
D’Onofrio (Full Metal Jacket, Men in
Black), Rodrigo Santoro (Love
Actually, 300), Diego Boneta
(Pretty Little Liars) e Colm Meaney
(Star Trek: The Next Generation, Giustizia
Privata). A produrre la pellicola lo stesso Pelé, insieme a
Brian Grazer, premio Oscar per A Beautiful Mind.
Il film, diretto dai fratelli
Jeff e Mike Zimbalist, sarà
presentato in anteprima mondiale nella sezione Special
Screening del Tribeca Film Festival il prossimo 23 aprile ed
uscirà nelle sale italiane il 26 maggio distribuito da M2
Pictures.
Il numero dieci verde stampato su
quelle spalle un po’ curve vestite di giallo, il controllo di
petto, i salti in cielo per colpire la palla di testa, le
rovesciate magnifiche e quel modo di esultare esplosivo, gioioso,
vitale. E poi l’ascesa dalla miseria al successo, l’attaccamento
alle proprie origini, la fragilità, le lacrime, la voglia di
riscatto, le corse a piedi nudi per le favela, i palloni
di stracci improvvisati, il sorriso nonostante tutto. Sono i flash
di una storia leggendaria e reale allo stesso tempo, la storia di
un nome che è diventato sinonimo per eccellenza del gioco del
calcio, la storia di una divinità in terra: la storia di Edson
Arantes Do Nascimento, in arte Pelè.
È sempre difficile parlare di una
figura talmente grande, figuriamoci farci un film. Eppure
Pelè, diretto dai fratelli Jeff e
Michael Zimbalist, tocca le corde giuste mostrando
l’incredibile vicenda di un bimbo talmente povero da non potersi
permettere un paio di scarpe che è riuscito a diventare il più
grande calciatore di tutti i tempi. I toni non scadono (quasi) mai
nel celebrativo, quanto piuttosto nel meccanismo
dell’immedesimazione. Ciò che viene celebrato è un calcio che non
c’è più, troppo diverso da quello a cui siamo abituati noi europei:
un calcio fatto di divertimento, scorrerie, giocolieri, acrobazie,
colpi d’istinto e “ginga”. Quest’ultima è una parola importante,
perché indica un concetto importante. La “ginga” è il passo
alla base dell’arte marziale “capoeria”, un movimento che
traccia un triangolo con le gambe e con le braccia che si muovono
sempre a difendere il volto. Ma è anche il movimento dell’anima di
un intero popolo, è arte ed espressione, è ritmo, è il Brasile. La
macchina da presa sembra muoversi seguendo questo ritmo, indugiando
troppo in alcuni punti con effetti slow motion che non rendono
giustizia alla poesia del discorso del film.
Il Pelè interpretato dal
giovanissimo Kevin de Paula si è reso protagonista
di una prova d’attore notevole al suo debutto assoluto sul grande
schermo e, più in generale, nel mondo della recitazione. La scelta
di de Paula, che interpreta il Pelè tra i 15 e i 17 anni e del
piccolo Leonardo Lima Carvalho (il Pelè bambino)
si è rivelata felice e decisamente fortunata. Ma è tutto il cast a
brillare, capace di regalare al pubblico personaggi ben
caratterizzati e con background avvincenti. Un merito che va
ovviamente condiviso con i fratelli Zimbalist, autori anche della
sceneggiatura. Da Diego Boneta, interprete di un
José Altafini, a Vincent D’Onofrio, volto del
celebre allenatore Vicente Feola.
Con il suo modo di giocare a calcio
“non europeo” e il suo carattere, Pelé riesce a far innamorare il
mondo e a raggiungere le vette più alte dello sport. Diventando
prestissimo il più grande di tutti i tempi. Una fiaba,
semplicemente una fiaba. Ed è tutto vero.
Netflix Italia ha diffuso il trailer
ufficiale del film originale Netflix Pelé: il
re del calcio, il docufilm sulla leggenda del
Brasile.
Il nuovo documentario Netflix
“Pelé:
il re del calcio” racconta la vita del calciatore
brasiliano Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelé. Il
documentario ripercorre lo straordinario periodo in cui Pelé,
l’unico giocatore ad aver vinto tre Coppe del mondo, è passato da
giovane superstar nel 1958 a eroe nazionale nel mezzo di un’era
radicale e turbolenta nella storia del Brasile. Il film narra
l’incredibile percorso di Pelé, culminato con il titolo di “Re del
calcio” e con la storica vittoria della sua squadra nazionale ai
Campionati del mondo del 1970.
Attraverso rari ed esclusivi
filmati con Pelé stesso, il film mette in primo piano la star in
maniera toccante mentre riflette sulla sua impressionante carriera.
Il documentario include inoltre rare apparizioni e interviste
d’archivio di ex leggendari compagni di squadra del Santos Futebol
Clube e della nazionale brasiliana, tra cui Zagallo, Amarildo e
Jairzinho, così come straordinarie testimonianze da parte di
familiari, giornalisti e celebrità che hanno vissuto gli anni d’oro
del calcio brasiliano. Disponibile su Netflix in tutto il mondo il
23 febbraio 2021.
Sembra strano a dirsi, eppure è
stato confermato dalla produzione.
Ant-Man diretto da Peyton
Reed vedrà partecipare una special guest ben nota ai fan
dell’Universo Cinematografico Marvel. Si tratta di Peggy Carter
nella persona di Hayley Atwell.
La conferma, come dicevamo, arriva
direttamente dalla produzione, che ha diffuso un casting call in
cui si cerca un attore che possa fare squadra con la Atwell (che
presumibilmente riprenderà il ruolo di Peggy).
Il rumor entrato in circolazione è
che un giovane Hank Pym (Michael Douglas) dovrebbe
incontrare i membri del nascente SHIELD, e tra questi dovrebbero
esserci, oltre a Peggy Carter, anche Howard Stark, Armin Zola e un
giovane Alexander Pierce, che in Captain America the
Winter Soldier era interpretato da Robert
Redford.
L’ultima volta che abbiamo visto
Peggy in azione è stato durante la season premiere di
Agents of SHIELD 2, e intanto aspettiamo
di vederla debuttare nella sua serie tv il prossimo anno.
[nggallery id=1125]
In uscita nelle sale
cinematografiche statunitensi il 17 luglio 2015, il film sarà
diretto da Peyton
Reed (Ragazze nel pallone, Ti odio, ti
lascio, ti…) e vede nel cast Paul
Rudd (I Love You Man, Role
Models) come Scott Lang alias Ant-Man,
e Michael Douglas (Dietro i
candelabri, Wall Street) nel ruolo del suo mentore,
il Dr. Hank Pym e Evangeline
Lilly (Lo Hobbit – La desolazione di
Smaug, Lost) nei panni di Hope Van
Dyne, figlia di Hank Pym.
Il cast del film include
anche Corey Stoll (House of Cards –
Gli intrighi del potere, The Bourne
Legacy), Bobby
Cannavale (Annie, Chef), Michael
Peña (End of Watch – Tolleranza
zero, American Hustle), Abby Ryder
Fortson (Togetherness), Judy
Greer(30 anni in un secondo, Apes
Revolution – Il pianeta delle
scimmie), David
Dastmalchian (Il Cavaliere Oscuro,
Prisoners), Wood
Harris (Il Sapore della vittoria, The
Wire), John
Slattery (Mad Men, Iron Man
2), Gregg
Turkington (The Comedy, On
Cinema)
e T.I. (American Gangster,
Takers).
Riccardo Camilli è
un regista quarantaquattrenne al suo ottavo film indipendente.
Peggio per me è in tutto e per tutto una sua
creatura: ne è anche soggettista, sceneggiatore, montatore,
interprete e produttore – il film infatti è quasi totalmente
autofinanziato. Con questo lavoro il regista vuole guadagnarsi
quell’occasione che finora gli è mancata.
Francesco (Riccardo
Camilli) è un quarantenne in crisi. Nel giro di un anno si
è separato dalla moglie (Tania Angelosanto), è
dovuto tornare a vivere con la madre (Alessandra
Ferro), la figlia dodicenne lo considera un immaturo privo
di coraggio. Eppure da bambino era allegro, pieno di creatività e
fantasia, come dimostrano certe vecchie audiocassette, datate 1986,
in cui si divertiva a fare il dj con il suo migliore amico Carlo
(Claudio Camilli), ora sprofondato nella
depressione. Quando perde anche il lavoro come insegnante di
sostegno, Francesco pensa di farla finita, ma viene bloccato
proprio da una voce a lui familiare che arriva dal lontano ’86.
Il film è una commedia amara, ma non
priva di speranza, tra reale e surreale. Il protagonista ha la
tenerezza impacciata e l’insicurezza cronica di alcuni personaggi
del primo Verdone, mentre nell’estremizzazione di alcune
situazioni, pur senza tagliente sarcasmo, si sentono echi del primo
Moretti di Io sono un autarchico ed Ecce bombo. Soprattutto, il
regista condivide con entrambi gli autori la capacità di
raccontare, anche attraverso le ansie, le insicurezze, le
fragilità, una generazione profondamente diversa da quella dei
padri (e delle madri), che cerca qui come cercava allora, più o
meno faticosamente, la propria strada.
Il lavoro rispecchia
infatti meglio di tante commedie recenti, l’essenza della
generazione dei quarantenni di oggi, oppressa da un passato troppo
presente, ancora legata a doppio filo a genitori incapaci di
fiducia, e con un futuro che sembra non arrivare mai, mentre di
fatto il tempo scorre. Mostra tutto ciò con amara ironia e
tenerezza, ma senza vittimismo, piuttosto mettendo al centro il
riscatto, la possibilità per il protagonista di mettersi finalmente
in prima persona e realizzarsi. Questa possibilità è innescata
dall’elemento surreale e fanciullesco ben inserito nel contesto del
film. Attraverso la voce di Francesco bambino passa l’invito al
Francesco adulto a non lasciarsi sprofondare in una grigia
insoddisfacente routine, ma a provare fino in fondo a realizzare i
propri sogni di un tempo, o almeno ad esserne degno. Non fantasie
infantili da eterno Peter Pan, ma desideri concreti da far
diventare realtà con tenacia e perseveranza, nonostante le
difficoltà. Non bisogna mai smettere di provare a diventare quello
che si vuole essere. È questa, in fondo, l’essenza del film e anche
dell’esperienza di Camilli regista. È così che va inteso il
riferimento agli anni ’80, ben ricostruiti nei flashback e inseriti
in un insieme coeso, non per un revival nostalgico, ma come
propulsori per il presente e verso il futuro.
Quella di Camilli è una poetica del
quotidiano, che si nutre di situazioni comuni e si costruisce
attraverso dialoghi spontanei, ma senza banalità. Completa il tutto
un cast di attori validi ancora poco noti – a parte Angelo Orlando
in un cameo. Ne scaturisce un lavoro di gruppo fatto con autentica
passione, che fonde comico e drammatico, reale, iperreale e
fantastico in un racconto godibile, divertente e ricco di spunti di
riflessione. Peggio per me è da cercare in sala non solo per quei
cinefili che amano il sapore genuino dell’artigianalità, ma anche
per chi apprezza un cinema del senso e dell’urgenza espressiva e
non lo vuole relegato in una nicchia.
Noto inizialmente in televisione per
alcuni ruoli di rilievo, l’attore cileno Pedro
Pascal ha saputo costruire nel tempo una carriera solida e
versatile, diventando uno degli interpreti più apprezzati della sua
generazione. Dopo aver attirato l’attenzione del pubblico con
personaggi iconici in serie di successo come Il Trono di Spade, Narcos e The
Mandalorian, Pascal ha dimostrato una notevole capacità di
adattarsi a ruoli complessi e differenti tra loro. Il suo carisma,
unito a un’intensa presenza scenica e a un’interpretazione sempre
misurata, lo ha portato a distinguersi anche nel panorama
cinematografico, spaziando con disinvoltura tra action, dramma,
fantascienza e cinecomic.
2. È celebre per i suoi
ruoli televisivi. Pascal esordisce in televisione
recitando in alcuni episodi delle serie
Buffy l’ammazzavampiri (1999), Law & Order
(2008), The Good Wife (2009-2011), Fuori dal ring
(2011), Brothers & Sisters – Segreti di famiglia (2011),
Homeland – Caccia alla spia (2012) e Red Widow
(2013). Ottiene ruoli di maggior rilievo nelle serie
Graceland (2013-2014) e The Mentalist (2014).
Sempre nel 2014 raggiunge la notorietà interpretando il ruolo del
principe Oberyn Martell nella serie Il Trono di Spade, mentre dal 2015 al 2017 ha
interpretato l’ispettore Peña nella serie NetflixNarcos. Dal 2019 è poi protagonista
della serie The
Mandalorian. Tra il 2023 e il 2025 interpreta invece Joel
in The Last of
Us.
3. Si è sottoposto ad un
lungo allenamento. Per interpretare Oberyn Martell,
soprannominato la Vipera Rossa di Dorne, esperto guerriero agile e
letale, Pascal ha dovuto apprendere il Wushu, una spettacolare arte
marziale cinese che richiede forza, equilibrio e precisione nei
movimenti. L’attore ha raccontato di essersi esercitato per diverse
ore al giorno sotto la guida di un maestro professionista, per
riuscire a padroneggiare lo stile di combattimento elegante e
coreografico che caratterizza il suo personaggio. Questo impegno ha
contribuito a rendere la sua memorabile battaglia contro la
Montagna una delle scene più iconiche e drammatiche della
serie.
Pedro Pascal in The
Mandalorian
4. Non è sempre lui dentro
l’armatura. L’attore, protagonista della serie basata
sull’universo di Star
Wars, The
Mandalorian, ha affermato di non aver sempre indossato
l’armatura del cacciatore di taglie. Per diverse scene sono state
infatti utilizzate delle controfigure, permettendo così a Pascal di
prendere parte ad altri impegni recitativi. Per la terza stagione,
invece, l’attore ha svolto unicamente un lavoro vocale, in quanto
non ha mai avuto la possibilità di recitare fisicamente sul set
della serie. Riprenderà per il ruolo, a tutti gli effetti,
per The
Mandalorian & Grogu.
Pedro Pascal in Wonder Woman
1984
5. Si è basato su precise
personalità per la sua interpretazione. In Wonder Woman 1984, Pascal interpreta Maxwell
Lord, un ambizioso uomo d’affari disposto a tutto per
ottenere potere. Una curiosità sulla sua interpretazione è che
Pascal si è ispirato a personaggi pubblici degli anni ’80, tra cui
Gordon Gekko e persino Donald
Trump, per costruire l’energia eccessiva e l’ambizione
fuori controllo del personaggio. In diverse interviste, ha
raccontato di aver voluto rendere Maxwell non solo un villain, ma
anche una figura tragica, motivata dall’amore per il figlio e dal
desiderio disperato di riscatto personale.
Pedro Pascal in I Fantastici Quattro Gli Inizi
Pedro Pascal è Reed Richards in
I Fantastici Quattro: Gli Inizi
6. Si è ispirato ad un
particolare animale. Pedro Pascal interpreta
Reed Richards, alias
Mister Fantastic, in I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, portando un approccio
sorprendente al personaggio: enfatizzare la mente brillante più del
potere della sua elasticità. Per prepararsi, Pascal ha raccontato
di essersi ispirato alla “genialità di un polpo” — non in senso
fisico, ma come metafora dell’intelligenza adattiva e problem
solving intuitive — scegliendo di incarnare uno scienziato pensante
piuttosto che un eroe basato solo sulla fisicità.
Pedro Pascal ha una moglie o un
fidanzata?
7. Non si sa nulla della sua
vita privata. Pedro Pascal è estremamente riservato
riguardo alla sua vita privata e, al momento, non risulta sposato
né ufficialmente fidanzato. L’attore è stato in passato accostato a
colleghe come Maria Dizzia e Robin
Tunney, ma nessuna relazione è mai stata confermata
pubblicamente. Non ha figli e ha più volte dichiarato di
considerare la sua carriera e i legami familiari – come quello con
i suoi fratelli – le sue priorità. Pascal preferisce dunque
mantenere un basso profilo e non condivide dettagli intimi della
sua vita sentimentale con i media.
Pedro Pascal ha una sorella di nome Lux
8. È il primo sostenitore di
sua sorella. Pedro Pascal ha un rapporto molto stretto con
sua sorella minore Lux Pascal, attrice e attivista
transgender cilena. Lux ha fatto coming out pubblicamente nel 2021,
e Pedro l’ha subito sostenuta con affetto, definendola “una delle
persone più potenti e coraggiose che conosca”. I due condividono un
forte legame familiare e si sono spesso sostenuti pubblicamente
nelle rispettive carriere. Lux ha raccontato che Pedro è stato il
primo della famiglia a saperlo e che la sua reazione è stata
immediatamente di amore e supporto incondizionato.
Joaquin Phoenix e Pedro Pascal in Eddington
Pedro Pascal soffre di ansia
9. Soffre di attacchi di
ansia. Pascal
ha dichiarato di convivere con l’ansia fin da bambino, affermando
che “fa parte di lui” e influisce sul suo modo di affrontare eventi
pubblici, specialmente i red carpet.
Per gestire lo stress, Pascal utilizza un gesto distintivo:
appoggia la mano sul torace ogni volta che sente crescere l’ansia,
una strategia che ha definito “il mio modo di incanalarla proprio
lì”.
In pubblico, trova conforto anche nel contatto fisico con i
colleghi: nel 2024, ad esempio, Vanessa Kirby gli ha tenuto la mano sul palco
del Comic‑Con per aiutarlo durante un attacco di ansia.
L’età e l’altezza di Pedro
Pascal
10. Pedro Pascal è nato a
Santiago del Cile, in Cile, il 2 aprile 1975. L’attore è
alto complessivamente 180 centimetri.
Il suo personaggio in The
Mandalorian ha fatto impazzire tutti i fan di
Guerre Stellari e non, questo cacciatore di taglie imperturbabile,
algido, silenzioso, che non toglie mai l’elmo che gli copre il
volto in tutti e gli otto episodi della serie, è già un cult.
Pedro
Pascal, conosciuto dal pubblico per i suoi iconici
ruoli ne Il Trono di Spade (Oberyn
Martell) e Narcos (Javer Pena), è il
personaggio del momento.
La serie, creata da Jon
Favreu e Dave Filoni, racconta di un
mercenario rimasto orfano e cresciuto da quello che resta di un
popolo sfuggito alle angherie dell’Impero, i mandaloriani, appunto.
Le ambientazioni ricordano i film di Sergio Leone
e Akira Kurosawa, (come dichiarato dallo stesso
Pascal), e la tecnica usata sul set, la stagecraft,
potrebbe essere l’inizio della rivoluzione cinematografica. Infatti
quella che la Disney sta sperimentando da cinque anni, usandola a
piccole dosi anche in Solo: A Star Wars
Story, in The
Mandalorian ha costituito il 90% della
scenografia.
Si tratta di riprodurre in maniera
virtuale le ambientazioni, in questo modo l’attore non avrà intorno
il famoso telo verde, dove poi vengono ricreate le scene in Cgi, ma
si ritroverà immerso in vero e proprio set, seppur virtuale. Anche
grazie alla serie di Favreau e Filoni, punta di diamante
della piattaforma, Disney+ ha già registrato più di 50
milioni di abbonati in tutto il mondo, un vero e proprio
successo.
Abbiamo chiesto al diretto
interessato, Pedro Pascal, come è stato lavorare a
questa serie, durante una telefonata via Zoom, in pieno stile
lockdown.
Lei è il protagonista di
quello che è stato definito il più bel Guerre Stellari da tempo, ma
non mostra mai il suo volto. Le dispiace un po’?
“No, non mi dispiace, fare
parte di questo progetto e essere entrato in questa grande famiglia
è una sensazione bellissima. Io sono il piccolo pezzo di un puzzle
enorme che costituisce il successo e la riuscita di questa serie,
non avete idea di quanto lavoro ci sia dietro e quante persone di
talento siano parte dell’ingranaggio”.
Ci racconta come è stato
recitare costantemente con il volto coperto?
“È stato diverso, ma per chi
come me viene dal teatro, è stato come un rendezvous con un vecchio
amico. L’esperienza sul palco ti aiuta ad imparare a saper usare
tutto il tuo corpo come veicolo di emozioni, è la disciplina della
recitazione, per il mio Mandaloriano ho usato la voce e la fisicità
per dare spessore al mio personaggio, con una fessura come
visuale”.
L’esperienza con lo
stagecraft invece è stata strana?
“È stata stranissima, ma anche
lì, tutte le persone che sono dietro a questa innovazione
tecnologica, mi hanno aiutato a farne parte. Ho messo insieme
questi scenari che evocavano Sergio Leone, il senso di grande
moralità dei samurai di Kurosawa come suggerito da Jon (Favreau)
con le tecniche teatrali della mia esperienza e ho dato spessore al
mio personaggio”.
Questo Mandaloriano ha un
trascorso simile al suo per alcune cose, si è rivisto in
lui?
“Siamo molto diversi ma
comparandolo a Star
Wars anche i miei genitori sono fuggiti da un “regime
imperiale”- dice ridendo– “La mia storia l’ho capita con
consapevolezza mentre crescevo, chi era la mia famiglia e come è
stata la mia infanzia”
Guerre Stellari è un
franchise enorme con milioni di fan in tutto il mondo, non ha avuto
un po’ paura ad iniziare questa avventura?
“Ho avuto paura di deludere i
fan all’inizio ma poi quando ho capito cosa stavamo realizzando non
ci ho più pensato, si raccontano tante storie sui fan di Guerre
Stellari, io posso solo dire che mi sento come se mi avessero
invitato a far parte di un club, con tantissimi iscritti eppure
dall’aria familiare e, in famiglia, si sa, ci si protegge e ci si
vuole bene. È una sensazione meravigliosa davvero”.
La serie ha già pronta una seconda
stagione che sono riusciti a girare prima dell’emergenza del
Coronavirus e il 4 maggio in occasione dell’annuale Star Wars Day (May The Fourth),
uscirà sulla piattaforma una sorpresa per i fan, Disney
Gallery: The
Mandalorian, un documentario che racconta il
dietro le quinte della serie, la lavorazione e le tecniche usate,
il tutto raccontato dai protagonisti. In attesa di rivederlo nei
panni di questo polveroso mandaloriano, Pascal sarà al cinema (si
spera presto) nel nuovo Wonder Woman
1984, in cui interpreterà il perfido Max Lord,
questa volta a viso scoperto.
Dopo Game of Thrones e Star
Wars, Pedro Pascal approda al franchise della
DC Comics, interpretando Maxwell Lord, il villain di Wonder
Woman 1984. Ecco la nostra intervista al cattivo del film
disponibile in digital dal 12 febbraio.
Warner Bros. Entertainment Italia
annuncia l’arrivo in Italia di Wonder
Woman 1984, l’attesissimo film diretto da
Patty Jenkins con protagonista
Gal Gadot, in esclusiva digitale da venerdì 12
febbraio, disponibile per l’acquisto e il noleggio
premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV e per il noleggio premium su Sky
Primafila e Infinity.
Dalla regista Patty
Jenkins e con protagonista
Gal Gadot nel ruolo che dà il titolo al film, Wonder
Woman 1984 fa un balzo in avanti fino agli anni ’80,
dove l’ultima avventura di Wonder Woman la vede cavalcare fulmini
nel cielo, indossare ali dorate e inseguire un suo sogno mentre è
alla caccia di due nuovi e formidabili nemici: Max Lord e
Cheetah.
In Wonder
Woman 1984, il destino del mondo è nuovamente in
pericolo, e solo l’intervento di Wonder Woman riuscirà a salvarlo.
Questo nuovo capitolo della storia di Wonder Woman, vede Diana
Prince vivere tranquillamente in mezzo ai mortali nei vibranti e
scintillanti anni ‘80—un’epoca di eccessi spinta dal bisogno di
possedere tutto. Nonostante sia ancora in possesso di tutti i suoi
poteri, mantiene un basso profilo, occupandosi di antichi manufatti
e agendo come supereroina solo in incognito. Ma adesso,
Diana dovrà uscire allo scoperto e fare appello alla sua saggezza,
alla sua forza e al suo coraggio per salvare il genere umano da un
mondo in pericolo di vita.
Nel film sono protagonisti anche
Chris Pine nel ruolo di Steve Trevor,
Kristen Wiig in quello di Cheetah,
Pedro Pascal è Max Lord, Robin
Wright è Antiope e Connie Nielsen come
Hippolyta. Charles Roven, Deborah Snyder, Zack Snyder,
Patty Jenkins, Gal
Gadot e Stephen Jones hanno prodotto il film. Rebecca
Steel Roven Oakley, Richard Suckle, Marianne Jenkins, Geoff Johns,
Walter Hamada, Chantal Nong Vo e Wesley Coller sono i produttori
esecutivi.
Jenkins ha diretto da una
sceneggiatura scritta da lei stessa assieme a Geoff Johns & Dave
Callaham, da un soggetto di Jenkins & Johns, basato sui personaggi
della DC. Wonder Woman è stata ideata da William Moulton Marston.
Accanto alla regista, dietro le quinte, troviamo diversi membri
della troupe del primo “Wonder Woman”, tra cui il direttore della
fotografia Matthew Jensen, la scenografa candidata all’Oscar Aline
Bonetto (“Amélie”) e la costumista premio Oscar Lindy Hemming
(“Topsy-Turvy”). Il montatore candidato all’Oscar Richard Pearson
(“United 93”) ha curato il montaggio del film. Le musiche sono del
compositore premio Oscar Hans Zimmer (“Dunkirk”, “The Lion
King”).
Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Atlas Entertainment / Stone Quarry, un film di Patty
Jenkins, “Wonder Woman 1984”, distribuito in tutto il mondo da
Warner Bros. Pictures.
Se c’è un grande progetto televisivo
o cinematografico, è molto probabile che Pedro Pascal ne faccia parte o che sia stato,
a un certo punto, in lizza per un ruolo. Sembra che ogni volta che
c’è un ruolo importante da assegnare, il nome di Pedro Pascal venga inevitabilmente fuori a un
certo punto.
Per esempio, lo vedremo in Avengers:Doomsday, la cui uscita è prevista
per il 1° maggio 2026, e
The Mandalorian & Grogu, che arriverà nelle sale
il 22 maggio 2026 – probabilmente i due film più importanti in
uscita quell’anno.
Come qualcuno che apparentemente può
unirsi a qualsiasi franchise voglia, THR ha chiesto a Pascal perché
ha detto sì al reboot dei Fantastici
Quattro del MCU.
“Principalmente per il cast
di cui farei parte.Matt Shakman, il regista, è un
mio amico da sempre.E per l’influenza del mondo
Marvel, che è stato l’artefice di gran parte dell’intrattenimento
popolare.Essere invitato a partecipare a questa
esperienza è qualcosa a cui non potevo dire di no.Amo i fumetti e amo far parte di una
famiglia”.
The Fantastic
Four: quello che c’è da sapere sul film
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast
anche Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Continua la divertente (e finta)
faida tra Pedro Pascal e
Kieran Culkin nel corso di questa stagione dei
premi che ha visto i due scontrarsi in più di una occasione. Pascal
e Culkin sono stati entrambi candidati nella categoria Migliore
attore in una serie Drammatica ai Golden Globe, agli Emmy e ai Critics Choice Awards, il primo per
The Last of Us e il secondo per
Succession.
Con disappunto dei fan della serie
tratta dall’omonimo videogame, Kieran Culkin ha
vinto in ogni occasione di scontro diretto, e non ha potuto fare a
meno di rinfacciarlo al collega Pascal, già dalla notte dei
Golden Globe, quando durante il suo discorso di
ringraziamento ha rivolto a Pascal un “pensiero”
(“suck it, Pedro”) dicendo che il premio era suo. In risposta,
durante gli Emmy, Pedro Pascal ha pensato
bene di confessare le ragioni per cui portava un tutore al braccio:
“Kieran Culkin mi ha picchiato a morte”. Chiaramente si
tratta di un gioco trai due contendenti che però ha tenuto banco
nel corso delle ultime due settimane in maniera scherzosa. Entrambi
gli attori sono infatti noti per essere particolarmente
gioviali.
Proprio per questo, in occasione
della sua presenza al Sundance Film Festival per
presentare suo nuovo film, Freaky Tales,
Pedro Pascal è comparso
finalmente senza la benda al braccio e quando gli è stato chiesto
se fosse interessato a collaborare in un progetto futuro con Kieran
Culkin, lui ha risposto: “Mi piacerebbe, lo spero. Se mi
vorrà”, ha detto Pascal prima di aggiungere, “e se è gentile con
me”.
The Last
of Usstagione 3 continuerà ad adattare
The Last of Us Part II, ma questo mette
anche in dubbio il ritorno di Joel, interpretato da
Pedro Pascal. The Last of Us – stagione 2 ha visto
Joel ucciso dalla nuova antagonista della serie, Abby,
nell’episodio 2. Anche se così ha vendicato la morte di suo
padre, le sue azioni hanno anche dato il via alla ricerca di
vendetta di Ellie. Mentre la seconda stagione si è concentrata
principalmente sul viaggio di Ellie e Dina verso Seattle,
l’episodio 6 della seconda stagione di The Last of Us è
stato un flashback che ha visto nuovamente protagonista Joel,
interpretato da Pascal.
L’episodio ha fornito ulteriori
dettagli sul motivo della tensione tra Ellie e Joel prima della
morte di quest’ultimo. Tra questi, l’uccisione di Eugene dopo che
questi era stato infettato dal Cordyceps, nonostante avesse
avuto il tempo di dire addio a sua moglie Gail. Ma ha anche
comportato la scoperta da parte di Ellie che Joel aveva ucciso
tutti i Fireflies alla
fine della prima stagione di The Last of Us. La loro
ultima scena insieme è stata molto emozionante, una
conversazione agrodolce sul potenziale di superare ciò che era
successo a Salt Lake City. Ma ha anche significato se Pascal
tornerà nei panni di Joel nella terza stagione.
L’episodio flashback di Joel
nella seconda stagione di The Last of Us viene definito l’ultimo
episodio di Pedro Pascal
L’episodio 6 della seconda stagione
potrebbe aver riportato Pascal nel ruolo di Joel, ma sembra che
questa sarà l’ultima volta che interpreterà l’ex protagonista sullo
schermo. Diversi media hanno definito
l’episodio 6 della seconda stagione come l’ultimo dell’attore
nella serie. Un articolo di Variety conferma che l’ultimo episodio è quello
finale di Pascal, con il creatore della serie Neil Druckmann che
parla di come è stato girare la scena d’addio dell’attore.
A questo si aggiungono diversi video
e post sui social media del cast e della troupe, che rendono
omaggio al contributo di Pascal alla serie. L’inizio del video
dietro le quinte di Max per la
stagione 2, episodio 6, vede Pascal salutare il cast e la troupe,
rivolgendosi a una grande folla di persone che hanno lavorato alla
serie. Questo commovente addio è sottolineato dalla conferma da
parte dell’attore stesso che questa sarà la fine del suo ruolo da
protagonista nella serie. Ciò conferma che, mentre altri personaggi
di The Last of Us continueranno a vivere, il tempo di
Joel è giunto al termine.
La terza stagione di The Last Of
Us non includerà alcun flashback su Joel (a meno che non ci sia una
sorpresa)
L’episodio 6 della seconda
stagione ha adattato la maggior parte dei flashback di Joel da
The Last of Us Part II, il che significa che non ce ne
sono altri che la serie possa utilizzare per riportare Pascal.
Sebbene sia possibile che ci siano delle sorprese che gli
consentano di tornare, la fine dell’ultimo episodio ha coperto il
flashback più importante del videogioco del 2020. Concludere la sua
partecipazione alla serie con un finale così definitivo è
appropriato e ha senso, vista la precedente conferma che questo è
l’ultimo episodio dell’attore.
La terza stagione di The Last
of Us avrà un focus molto diverso, con Abby sotto i
riflettori.
Inoltre, The Last of Us – stagione 3 avrà un focus molto diverso,
con Abby sotto i riflettori. È già stato confermato che la nuova
antagonista sarà al centro della terza stagione, che adatterà la
sua parte del videogioco. Ciò significa che verrà spiegata cosa
ha fatto dopo aver ucciso Joel, oltre a un focus più ampio su
Seattle. Non c’è spazio per flashback o nuove scene con Joel,
soprattutto perché sarà dal punto di vista di un personaggio che lo
ha incontrato solo una volta.
Pedro Pascal potrebbe tornare
nei panni di Joel prima che The Last of Us finisca
definitivamente?
La sua presenza nella serie è
davvero finita?
Considerando quanto la serie ha
attinto finora da The Last of Us Part II, sembra
improbabile che Joel torni prima della fine della serie. Il
finale della seconda stagione di The Last of Us, episodio
6, ha adattato un flashback che avviene alla fine del
videogioco, con altre scene tratte da vari punti del materiale
originale. Questo rende improbabile che Pascal riprenda il suo
ruolo in futuro, dato che la serie ha già trattato tutti i punti
salienti del gioco originale.
Tuttavia, dato che The Last of
Us sta già stravolgendo la struttura del suo adattamento, è
possibile che Joel faccia un ritorno a sorpresa in futuro.
Probabilmente si tratterebbe di un flashback originale, dato
che la serie ha già adattato quelli principali presenti nel
materiale originale. Per quanto riguarda il potenziale ritorno di
Pascal nei panni di Joel nella terza stagione, tuttavia, sembra che
l’attore non tornerà, rendendo l’episodio 6 della seconda stagione
il suo ultimo per ora.
Il finale della seconda
stagione di The Last of Us andrà in onda domenica 25 maggio
alle 21:00 ET su HBO e Max.
In Wonder
Woman 1984 (la cui uscita è attualmente fissata
per il prossimo ottobre nelle sale americane),
Pedro Pascal interpreterà il malvagio Maxwell Lord, un
personaggio che si ritiene cercherà di sfruttare le doti ingegnose
e creative di Diana Prince e Steve Trover per mettere in atto un
piano losco e diventare l’uomo d’affari più potente
dell’universo.
Di più non sappiamo a proposito del
personaggio, ma stando alle prime immagini ufficiali del film,
sembra che Pascal si sia divertito molto ad interpretarlo. Ottobre
si preannuncia un grande mese per l’attore, dal momento che oltre
all’uscita di Wonder
Woman 1984 e previsto anche il debutto su Disney+ della seconda stagione di
The Mandalorian, le cui riprese si sono concluse prima
che l’emergenza Covid-19 bloccasse tutte le produzioni
cinematografiche e televisive su scala mondiale.
La grande domanda,
ovviamente, è con chi
Pedro Pascal preferisce recitare: se con
Gal Gadot o se con il tenerissimo
Baby Yoda. “Sceglierei sempre Gal rispetto a qualsiasi
creatura dell’universo”, ha dichiarato l’attore a Entertainment Weekly (via
CBM). “Ma Baby Yoda non è così male. È un partner di scena
molto accomodante. Mi fa anche sentire molto alto… e poi con lui mi
sento necessario.”
Gal Gadot o Baby Yoda? Una scelta
difficile per Pedro Pascal
Naturalmente, non è
un segreto che Pascal abbia trascorso poco tempo sul set di
The
Mandalorian, dal momento che nelle scene in cui il
personaggio si nasconde sotto il casco figurano gli stunt Brendan
Wayne e Lateef Crowder. Tuttavia, questa non deve essere stata una
scelta facile per l’attore, innegabilmente fortunato ad aver avuto
la possibilità di assumere un ruolo da protagonista in due progetti
così importanti come Wonder
Woman 1984 e The
Mandalorian.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Il film romantico gay apparentemente
intitolato De Noche di Todd
Haynes, interrotto circa un anno fa, sembra stia per
essere tirato fuori dall’oblio, con Pedro Pascal potenzialmente pronto ad entrare
nel cast. Come riportato da Deadline secondo alcune fonti,
il progetto dovrebbe infatti ripartire nel nuovo anno a
Guadalajara, in Messico, e gran parte del lavoro è incentrato sul
fitto calendario dell’attore, candidato a quattro Emmy, da qui al
2026.
Si tratta di un’ottima notizia per
una produzione che era stata a lungo considerata fallita dopo che
il premio Oscar Joaquin Phoenix aveva lasciato la produzione, secondo
quanto riferito, per non essersi presentato sul set per due
settimane prima della sua chiusura. La produttrice
Christine Vachon ha dichiarato pubblicamente che
Phoenix ha portato il progetto alla Killer Films, che vanta una
lunga tradizione nella realizzazione di film LGBTQ. Non si è però
mai saputo esattamente perché Phoenix abbia lasciato De Noche.
Vachon ha smentito le voci durante
il Festival del Cinema di San Sebastian dello scorso anno e ha
definito una “tragedia” il fallimento del film di Haynes. Se
Pedro Pascal venisse confermato, si
unirà a Danny Ramirez, che era originariamente
legato al progetto. Interpreteranno due uomini innamorati che
lasciano Los Angeles per il Messico, in un film ambientato negli
anni ’30. La produzione è affidata alla Killer Films di Christine
Vachon e Pamela Koffler.
Ospite al Sundance Film
Festival per presentare il suo nuovo film, Freaky
Tales, Pedro Pascal è
comparso finalmente senza la benda al braccio che ha sfoggiato nel
corso degli eventi legati ai Golden Globes, Emmy e Critics Choice
delle ultime settimane.
Sul tappeto rosso del festival,
Pascal si è detto pronto a tornare sul set di The Last of Us Part II, senza però rivelare
nulla di quello che sarà di Joel nel secondo ciclo della fortunata
serie tratta dall’omonimo videogioco. Soprattutto il suo look ha
dato un chiaro segnale del fatto che la sua preparazione per
tornare a essere Joel è avanzata.
Chiaramente la domanda che tutti si
pongono è se la serie seguirà il percorso del videogioco, e
Pedro Pascal non si è sbottonato in merito,
parlando ai microfoni di Deadline: “Si discosta
dal gioco? Questa è una buona domanda. Penso che troveranno sempre
il modo di sfruttare l’incredibile materiale originale di cui
dispongono e di sorprenderci con il modo in cui possono utilizzare
quel materiale in un formato diverso, come una serie televisiva. Ma
non vorrei rovinarlo a nessuno e la verità è che non ho ancora
tutte le informazioni.”
The
Last of Us è attualmente interpretato da Pedro Pascal nel ruolo di Joel, Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, Gabriel Luna nel ruolo di Tommy Miller e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. La seconda
stagione dovrebbe essere basata sull’acclamato sequel del
videogioco The Last of Us Part II di Naughty Dog, che
presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie
ormai cresciuta. Recentemente sono stati assegnati diversi nuovi
ruoli per la seconda stagione, tra cui quello dell’antagonista
Abby. I nuovi ingressi già annunciati saranno
Kaitlyn Dever, Young Mazino e
Isabela Merced
La prima stagione ha visto la
partecipazione di Nico Parker,
Anna Torv,
Melanie Lynskey, Murray Bartlett, Nick Offerman e Storm
Reid. La serie The
Last of Us ha visto la partecipazione come guest-star
degli attori del videogioco originale, Jeffrey Pierce,
Merle Dandridge, Troy Baker e Ashley Johnson, che hanno
interpretato nuovi personaggi.
La serie The
Last of Us è prodotta e co-scritta dal creatore
di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del
gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una
coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con
PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn
Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e
Carter Swan di PlayStation Productions.
La serie The
Mandalorian su Disney+ è di gran lunga il progetto
di Star
Wars più popolare da un po’ di tempo a questa parte,
ed è così stata apprezzata che sia i fan che coloro che sono
coinvolti nello spettacolo hanno iniziato a pensare di portare la
storia sul grande schermo. Durante la loro recente
apparizione al D23 Expo, al produttore esecutivo
di The
Mandalorian Rick Famuyiwa e alla star
Pedro Pascal è stato chiesto se avrebbero mai voluto
concludere la serie con un film. Mentre Famuyiwa ha detto che
la decisione non dipendeva da lui e non lo sa,
Pascal ha subito detto che è qualcosa che vorrebbe
davvero fare.
Oggi l’attore è tornato sulla
questione in una recente intervista dichiarando ancora:
“Risponderò per lui, sì, lo vuole”, ha detto Pascal, prima di
prendere in giro che potrebbe essere qualcosa di cui parleranno in
futuro. “Questa è una grande idea. E se non è già una
conversazione, lo sarà dopo oggi”.
Se un film basato su The
Mandalorian arriverà mai al cinema,
dovrà essere dopo la terza e la quarta stagione del famosissimo
spettacolo, poiché il regista Jon Favreau ha
già iniziato a scrivere la quarta stagione dello
spettacolo, che non ha ancora ricevuto l’ordine
ufficiale – prima della premiere della terza stagione dello show il
prossimo anno.The
Mandalorianha recentemente concluso la
produzione della sua terza
stagione, che continuerà le avventure di Din Djarin
(Pedro
Pascal), un guerriero mandaloriano. Il personaggio di
Pascal è apparso di recente anche nella serie Disney+The
Book ofBoba
Fett.
La serie
di Star
Warsè guidata da
Pedro Pascal nei panni di un solitario pistolero
mandaloriano nei confini della galassia. Prima della
nuova stagione, Din Djarin di Pascal era già apparso nello
spin-off
The Book of Boba Fettdell’anno scorso.
The
Mandalorian proviene dai produttori esecutivi Favreau,
Filoni, Kathleen Kennedy, Colin Wilson, Karen Gilchrist e Carrie
Beck. Favreau è anche impostato come showrunner e uno dei suoi
registi.
Pedro Pascal ha raggiunto una
ragguardevole fama lo scorso anno, grazie a Game of Thrones e alla sua
interpretazione di Oberyn – la Vipera Rossa – Martell nella serie
HBO.
L’attore adesso è il protagonista,
insieme alla modella Heidi Klum, del videoclip di
Fire Meet Gasoline, di Sia. Ecco il
filmato:
Nell’ultimo anno, Pedro
Pascal ha partecipato alla serie tv
Narcos, al tv movie
Exposed e al film
Sweet. Adesso è impegnato nelle riprese
di The Great Wall, diretto da
Zhang Yimou.