Ieri sarebbe stato il compleanno di
Stan Lee, e per celebrare la nascita dello storico
fumettista i Marvel Studios hanno condiviso un suo
bellissimo ritratto su Twitter.
Potete dargli uno sguardo qui
sotto.
On his birthday, join us in remembering Stan
Lee. Happy Birthday, Stan. Thank you for everything. pic.twitter.com/03XmmWOX6O
Stan Lee, il
leggendario sceneggiatore di Marvel Comicsle cui creazioni
lo hanno reso un eroe nella vita reale, si è spento all’età di 95
anni. Lee, che cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel
1939, ha contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti
dei più famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto riferisce The Hollywood Reporter.
Gli ultimi anni di Stan Lee sono stati
di grande tumulto. Dopo la morte di sua moglie Joan, che ha
condiviso con lui un matrimonio lungo 69 anni, nel luglio del 2017,
ha fatto causa alla POW! Entertainment per una fronde da un
miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
In occasione della premiere a
Londra di Aquaman abbiamo
avuto il piacere di intervistare James Wan, Amber
Heard, Patrick Wilson e Dolph
Lundgren, protagonisti del film.
Ecco cosa ci hanno raccontato in merito al nuovo film del
DC
Universe al cinema:
Da Warner Bros. Pictures e dal
regista James Wan arriva al cinema Aquaman,
la storia delle origini di Arthur Curry, metà umano e metà
atlantideo, e dell’avventura più grande della sua vita che lo
costringerà non solo ad affrontare chi sia veramente, ma anche a
scoprire se sia degno di essere ciò per cui è nato…un re.
L’avventura ad alto tasso di azione è ambientata nel vasto e
mozzafiato mondo sottomarino dei sette mari e vede protagonista
Jason Momoa nel ruolo che dà il titolo al
film.
Nel film è protagonista anche
Amber Heard nel ruolo di Mera, fiera guerriera
e alleata di Aquaman nel corso dell’avventura; il candidato
all’Oscar Willem Dafoe (“The Florida Project”) in quello
di Vulko, consigliere al trono di Atlantide; Patrick
Wilson nel ruolo di Orm, attuale Re di Atlantide;
Dolph Lundgren in quello di Nereus, Re della tribù
Atlantidiana ribelle Xebel; Yahya Abdul-Mateen II nel ruolo di
Black Manta in cerca di vendetta; e la premio Oscar Nicole Kidman (“The Hours”) nel ruolo della
madre di Arthur, Atlanna. Nel film compare anche Ludi Lin nel ruolo
del Capitano Murk, soldato Atlantideo e Temuera Morrison nel ruolo
del padre di Arthur, Tom Curry.
Aquaman, il film
Wan ha diretto da una sceneggiatura
di David Leslie, Johnson-McGoldrick e Will Beall, un soggetto di
Geoff Johns & James Wan e Will Beall, basato sui
personaggi creati da Paul Norris e Mort Weisinger per la DC. Il
film è prodotto da Peter Safran e Rob Cowan, con Deborah
Snyder, Zack Snyder, Jon Berg, Geoff Johns e
Walter Hamada come produttori esecutivi.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe. Il cinecomic è arrivato al cinema il 1
Gennaio 2019.
Il team dietro la macchina da presa
di Wan include suoi collaboratori frequenti, come il direttore
della fotografia candidato all’Oscar Don Burgess (“Forrest Gump”),
il montatore di cinque dei suoi film Kirk Morri, lo scenografo Bill
Brzeski e il supervisore agli effetti visivi Kelvin McIlwain.
A loro si sono uniti la costumista Kym Barrett e il compositore
Rupert Gregson-Williams.
La Warner Bros. Pictures presenta
una produzione di Peter Safran, un film di James Wan,
Aquaman. Il film sarà presentato in 2D, 3D, 4D,
Dolby Cinema e ScreenX nei migliori cinema e IMAX, e sarà
distribuito nel mondo dalla Warner Bros. Pictures. Il film arriverà
nelle sale italiane dal 1° gennaio 2019.
Uno dei
passatemi preferiti dei fan di Star
Wars è formulare teorie su tutto ciò che è
legato alla saga creata da George Lucas,
riflettendo su ogni scena, dettaglio o
battuta dell’universo cinematografico, seriale e
letterario.
Di seguito però trovate le più
assurde e mai realizzate sulla nuova trilogia:
Laura Dern avrebbe interpretato la madre di Rey
Ogni volta che un attore viene
scelto per entrare nel cast di Star
Wars iniziano a piovere supposizioni e rumor sulla
natura del ruolo misterioso: non è sfuggita a questo divertente
gioco nemmeno Laura Dern, scritturata per
Gli Ultimi Jedi, che secondo voci insistenti
avrebbe vestito i panni della madre di Rey.
In realtà l’attrice è apparsa come
volto del Vice Ammiraglio Holdo, una figura
autoritaria ed eroica che si sacrifica sul finale del film per la
Ribellione ed è un fido alleato della Principessa Leia.
La love story tra Poe e Finn
Questa è davvero divertente ma
fondata sui fatti mostrati in Il Risveglio della
Forza: lì la chimica tra Poe Dameron e
Finn era evidente, tanto da lasciar supporre ai
fan che il capitolo successivo, Gli Ultimi Jedi,
avrebbe sviluppato il rapporto tra i due come un vera love
bromance!
Kylo Ren e Rey innamorati in Gli Ultimi Jedi
Un rumor insistente sulla trama di
Gli Ultimi Jedi ipotizzava che il film avrebbe
portato avanti un’improbabile quanto sorprendente love story tra
Rey e Kylo Ren, presentati in
Il Risveglio della Forza come le due facce della
stessa medaglia.
Nel film del 2017 di Rian
Johnson però, Rey si allea brevemente con la sua nemesi
per combattere Snoke, ma i percorsi dei personaggi sembrano ancora
inconciliabili. Inoltre ridurre il viaggio dell’eroina ad una
storia d’amore sarebbe riduttivo oltre che passatista.
BB-8 contro BB-8
Questo rumor nasce dallo studio del
merchandise ufficiale del droide di Snoke, BB-9E,
una sorta di controparte malvagia del tenero BB-8.
Da lì vennero formulate delle teorie sul fatto che il droide
avrebbe combattuto contro BB-9E durante Gli Ultimi
Jedi, mai realizzata sul grande schermo.
Le reali dimensioni di Snoke
Quando abbiamo visto il Leader
Supremo Snoke sotto forma di ologramma in
Il Risveglio della Forza, lo studio delle
dimensioni del personaggio hanno lasciato supporre che fossero
quelle reali e che il villain fosse effettivamente enorme come la
sua controparte digitale.
Alcune voci che seguirono furono
presto smentite grazie alla scena di Gli Ultimi
Jedi in cui Snoke si confronta con Kylo
Ren e Rey .
Domnhall Gleeson avrebbe interpretato il figlio di Luke
Skywalker
Basandosi su un dettaglio
esclusivamente fisico (la sua barba) sfoggiato da Domnhall
Gleeson al Comic-Con, molto simile a quella di
Ewan McGregor nel franchise di Star Wars, i fan
teorizzarono che l’attore avrebbe interpretato il figlio o il
nipote di Obi-Wan Kenobi.
Tuttavia la voce più interessante
diceva che avrebbe vestito i panni del figlio di Luke
Skywalker! Come saprete nulla di tutto ciò si è
realizzato, e Gleeson ha prestato il volto al meno simpatico
generale Hux.
Snoke è il primo Jedi
Sceneggiatori e produttori della
nuova trilogia hanno più volte chiarito che Kylo
Ren e Snoke non hanno alcuna associazione
con i Sith, dunque la voce che insisteva sul fatto
che Snoke fosse in realtà il primo dei Jedi in assoluto risultò
completamente infondata.
Rey è la figlia di Obi-Wan (o la nipote)
Per lungo tempo si è sparsa la voce
che Rey avesse una sorta di relazione con
Obi-Wan Kenobi, sostenuta dal fatto che una
combinazione vocale di Alec Guinness e
EwanMcGregor si sente nella
visione che Rey ha nel seminterrato di Maz
Kanata.
Sappiamo che i suoi genitori non
erano “nessuno di importante” e che l’hanno abbandonata da piccola,
tuttavia alcuni fan continuano a pensare che Kylo Ren abbia mentito
e che la loro identità sarà rivelata in Episodio
IX.
Non tutto ciò che abbiamo visto nel
MCU funziona alla
perfezione, e non tutti gli incastri sono riusciti a questa
macchina ben oliata che da dieci anni consegna al suo pubblico
ottimi prodotti di intrattenimento e cinecomic appassionanti.
Ecco di seguito 10
storyline che hanno sicuramente danneggiato l’universo
condiviso:
Il “falso” Mandarino
Iron
Man 3 verrà ricordato dai fan come il film dei
Marvel Studios con il peggior colpo di scena
possibile: il villain annunciato e atteso per tutta la durata del
cinecomic, il Mandarino, si rivela essere in
realtà un attore pagato per interpretare il terrorista da
un’organizzazione criminale.
Se non fosse stato per la campagna
marketing e la storia originale dei fumetti, in cui il personaggio
viene rappresentato come uno dei migliori e più iconici villain del
corso di Iron Man, forse nessuno avrebbe reagito negativamente alla
sua comparsa.
D’altronde il compito di Mandarino
era fare luce su alcuni interessanti temi del mondo reale e sul
terrorismo politico, dove i leader più temuti sono solo burattini
controllati da un potere più grande, tuttavia non è ciò che il film
ha trasmesso con la sua svolta quasi comica.
War Machine sopravvive in Civil War
La battaglia dell’aeroporto vista
nell’atto finale di Captain America: Civil
War è di certo una delle sequenze più spettacolari
viste nel MCU. Verso la fine però,
War Machine insegue Falcon in volo ma viene
abbattuto e precipita a terra: Tony Stark corre ad
aiutarlo, ma sembra che l’amico sia morto. E invece no…
Questo snodo narrativo che avrebbe
portato Tony a vivere il lutto del collega di tante sventure è
stato presto spento quando l’epilogo del film ha rivelato che
Rhodey è in realtà sopravvissuto alla caduta e non è nemmeno
gravemente ferito. Incidente inutile allora? Che senso ha avuto ai
fini della trama?
Il controllo dello S.H.I.E.L.D. da parte dell’HYDRA
Un colpo di scena ha sconvolto i fan
del MCU: lo
S.H.I.E.L.D. è sempre stato controllato dalle
menti dell’HYDRA, organizzazione terroristica capace di deviare
alcune personalità come quella di Bucky Barnes.
Soltanto più tardi si è compreso
quanto questa storyline servisse – più che altro – per adattarsi
allo stile da thriller politico anni ’70 di Captain America: The Winter
Soldier, e non per un discorso generale di universo
condiviso.
La famiglia di Occhio di Falco
I fan hanno contestato diversi
elementi di Avengers: Age of Ultron, dal
valore del villain alla trama, ma ciò che sembra averli infastiditi
di più è il fatto che Occhio di Falco nascondesse
da sempre una famiglia con moglie e figli.
Ciò non si adattava alla personalità
dell’eroe introdotta nel MCU, né alla storia in sé del film,
dove c’è davvero di tutto e forse anche troppo. I Marvel Studios hanno perso di vista
l’obiettivo creando storyline parallele senza alcun peso emotivo
(vedi l’amore tra Bruce Banner e Natasha Romanoff)?
La relazione di Thor con Jane Foster
Ma un film ha davvero bisogno di una
love story? Senza questa sopravviverebbe? Probabilmente si, ma non
importa quanto superficiale o irrilevante possa essere, perché ogni
spettatore la richiede soprattutto nei grandi blockbuster
d’intrattenimento.
Nel caso del franchise di
Thor, la sotto-trama romantica tra il Dio del
Tuono e Jane Foster risulta davvero
insopportabilmente, senza mordente e poco interessante.
Natalie Portman è
un’attrice formidabile, questo lo sappiamo, ma si è sprecato tutto
il suo talento schiacciandola in un ruolo monodimensionale, più da
damigella in pericolo che in eroina senza poteri qual è.
L’origin story di Doctor Strange
Possiamo dire, dopo averne viste a
decine, che le storie di origini nei cinecomic sono praticamente
tutte uguali. In film come Iron Man,
Thor e Captain America c’era però
il bisogno di introdurre personaggi a cui il pubblico non era
abituato o che non conosceva affatto, dunque l’origin story
sembrava una scelta obbligata, ma superata la Fase 1, che bisogno
c’era di ripetere la stessa formula?
Vedi il caso di Doctor Strange, arrivato nella Fase
Tre, un passo indietro in materia di “originalità” per i Marvel Studios.
Le visioni di Black Panther
Molti spettatori hanno scherzato sul
fatto che la trama di Black Panther fosse molto
simile a quella del Re Leone, dall’ambientazione
africana al viaggio dell’eroe che inizia quando suo padre muore,
finendo con la lotta per il trono contro un membro della famiglia
malvagio.
Tuttavia la cosa che stride i più
nel film, al di là delle similitudini, sono le sequenze in cui
T’Challa ha queste visioni oniriche del padre nella savana,
praticamente identiche alle visioni di Simba nel
classico Disney, arrivando all’iconico albero di Rafiki. Possiamo
ancora chiamarlo cinecomic, o forse è meglio remake?
L’amore tra Visione e Scarlet Witch
Wanda Maximoff e
Visione sarebbero personaggi interessanti, per la
loro storia dei fumetti e i poteri, tuttavia il MCU sembra averli ridotti in eroi
senza personalità destinati a chiudersi all’interno di una storia
d’amore senza picchi e vibrazioni.
Anche Avengers: Infinity War,
nonostante la calca di eroi e storyline, ha dedicato un’intera
sottotrama di circa quindici minuti a questi due amanti in fuga…non
era meglio sorvolare e passare ad altro?
Il rapporto tra Steve Rogers e Sharon Carter
Vedere Steve Rogers
flirtare e baciare Sharon Carter è stato alquanto
strano, conoscendo il passato del personaggio e l’amore per Peggy
Carter. Innamorarsi di una donna che ha lo stesso DNA non rende
questa storyline meno agghiacciante, o meglio, più legittima di
quanto non lo sia.
Inoltre questa sottotrama è stata
inserita in un film, Captain America: Civil War,
la cui storia era già complicata di suo. Non c’era tempo né bisogno
di questa deviazione romantica…
Il Barone Zemo in Civil War
Helmut Zemo è un
grande cattivo nei fumetti, ma è stato completamente sprecato nel
MCU introducendolo in Civil
War con il volto di Daniel Bruhl.
Purtroppo l’epica battaglia tra i Vendicatori e la frattura
intestina del team non gli ha dato abbastanza spazio per
brillare.
Quel che è peggio è che Brühl è un
attore eccezionale e nel breve periodo in cui si è dedicato al suo
personaggio in Civil War è stato un villain più sottile e più
sfumato di quanto potessimo aspettarci.
Sale l’attesa per l’uscita di
Glass,
ultimo lavoro firmato da M. Night
Shyamalan che chiude la trilogia formata
da Unbreakable e Split.
Il film del regista di Philadelphia vedrà
tornare Bruce Willis, Samuel L.
Jackson e James McAvoy nei
panni dei personaggi che hanno già interpretato per Night,
rispettivamente, David Dunn, Elijah Price/L’Uomo di Vetro e
Crumb/La Bestia/L’Orda.
Di seguito potete dare uno sguardo a due nuovi poster
internazionali.
Dunn (Bruce Willis) sta dando
la caccia alla Bestia, controparte sovrumana di Crumb (James
McAvoy), scontrandosi con lui in maniera sempre più aspra. Intanto
Price (Samuel L. Jackson) emerge dall’ombra, nascondendo dei
segreti che si riveleranno pericolosi per entrambi.
Interpretato da
Samuel L. Jackson,
James McAvoy,
Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden
Globe
Sarah Paulson, Glass porta
avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il
Predestinato (2000) eSplit (2016),
entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass
vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin
Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri
sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo
de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti
decisivi per entrambi gli uomini.
Sono comparse online alcune promo
art leak di Avengers: Endgame che rivelano
l’aspetto degli eroi sopravvissuti alla Decimazione di
Infinity War, i loro costumi e le loro armi, oltre
al villain Thanos che sembrerebbe sfoggiare nel film una spada
nuova di zecca.
Presenti anche Ronin, la versione di
Occhio di Falco che tornerà più agguerrita che mai dopo un
misterioso “lutto”, Bruce Banner trasformato in Hulk, Vedova Nera e
Captain Marvel, l’ultima arrivata nel MCU.
Il multimilionario
accordo
tra Disney e Fox,
che se andrà come previsto vedrà la conseguente cessione dei
diritti cinematografici
di X-Men, Deadpool e Fantastici
Quattro, apre al MCU una serie di
scenari interessanti dal punto di vista della direzione creativa
che i Marvel Studiosintraprenderanno
in futuro. Sull’argomento è tornato Kevin Feige,
parlandone in un podcast di Variety, spiegando che nei prossimi
mesi i Marvel Studios saranno già al
lavoro per introdurre i Mutanti nell’universo condiviso:
“Potremmo iniziare i nostri
progetti già nei primi sei mesi del prossimo anno. L’idea di questo
ritorno a casa dei personaggi è grandiosa, ed è bello quando
un’azienda che li ha creati può avere accesso a tutti quei
personaggi. Sarebbe insolito non farlo“.
In un’intervista
con Cinemablend Feige aveva
parlato dei piani futuri dei Marvel Studios e del
modo in cui verranno gestiti i film e il loro sequel, anticipando
che nei prossimi anni vedremo sempre più titoli ogni stagione:
“La
ragione per cui abbiamo deciso di far uscire tre film all’anno è
che così possiamo realizzare i sequel che i fan vogliono, e perché
amiamo raccontare quelle storie sia con personaggi conosciuti, sia
con personaggi di cui nessuno ha mai sentito parlare […] È lo
stesso modo in cui è stata costruita la Fase Uno, poi la Fase Due e
la Fase Tre è stata costruita, e ogni anno ci saranno ancora più
film“.
Feige sembra già proiettato verso il futuro,
come dichiarato durante la promozione di Avengers: Infinity War:
“Guardiamo sempre in avanti. Proprio quando le persone
pensano di poter inchiodarci, andiamo da qualche altra parte e
questo accadrà di nuovo dopo Infinity War nella costruzione del
prossimo film di Avengers. E abbiamo già pianificato i nostri
progetti fino al 2025.“
Queste le date previste per i sei
progetti (più uno, spostato da agosto 2020 a luglio 2020):
È arrivato online il primo trailer
ufficiale di Teen Spirit, film scritto e diretto
da Max Minghella (qui al suo esordio come regista)
e interpretato da Elle Fanning. Nel cast anche
Rebecca Hall e Zlatko Buric.
Il brano originale della colonna
sonora, “Wildflowers”, è stato composto da Jack Antonoff e Carly
Rae Jepsen.
Violet è una timida adolescente
che vive in una piccola città europea e sogna la celebrità
diventando una cantante pop per fuggire da una situazione familiare
complicata. Con l’aiuto di un improbabile mentore, Violet partecipa
ad una competizione canora internazionale che metterà alla prova il
suo carisma, l’unicità, il coraggio e il talento.
Dopo mesi di speculazioni e rumor,
l’identità segreta del personaggio interpretato da Jude
Law in Captain Marvel è stata finalmente
confermata: l’attore non vestirà i panni di Yon-Rogg, come
ipotizzato nelle scorse settimane grazie ai dettagli delle nuove
Funko Pop relative al film, ma
proprio Mar-Vell, il comandante della squadra Kree
e mentore di Carol Danvers.
La conferma arriva dal database di
Disney Film, dunque possiamo supporre che si tratti di una notizia
ufficiale. Tuttavia ciò non esclude che i Marvel Studios abbiano adattato
pedissequamente la figura di Mar-Vell dei fumetti per il grande
schermo e che Law non sia il risultato di qualche cambiamento
rispetto alla controparte originale.
Nel primo canone dei Marvel comics, questo è il primo personaggio ad
assumere l’identità di Captain Marvel, passando poi il testimone a
Carol dopo averle trasmesso i suoi valori e insegnamenti. In che
modo questa relazione verrà esplorata nel film è ancora un mistero,
ma non ci resta che attendere l’uscita in sala.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Sono passati ormai due anni dalla scomparsa di
Carrie Fisher, l’attrice che ha consegnato al
mondo la Principessa Leia di Star
Wars. A 24 mesi dalla terribile notizia, la figlia di
Carrie, Billie Lourd, che rivedremo nei panni di
Connix in Star Wars: Episodio
IX, ha condiviso un toccante tributo alla memoria
della madre.
“Sono passati due anni dalla
morte di mia madre e ancora non so quale sia la “cosa giusta” da
fare in un anniversario di morte (sono sicuro che molti di voi si
sentono allo stesso modo riguardo ai propri cari). Così ho deciso
di fare qualcosa di un po’ difficile per me, qualcosa che entrambe
amavamo fare insieme – cantare. Questo è il piano che suo padre le
ha regalato e questa era una delle sue canzoni preferite. E come
dice la canzone, dobbiamo “continuare ad andare avanti”. Ho
scoperto che ciò che mi spinge a muovermi è fare cose che mi
rendono felice, lavorare duramente sulle cose che mi appassionano e
circondarmi di persone che amo far sorridere. Spero che questo
incoraggi qualcuno che si sente un po’ giù, o si sente perso, a
“continuare a muoversi”. Come disse una volta la mia Momby, “prendi
il tuo cuore spezzato e trasformalo in arte” – qualunque cosa
quell’arte possa essere per te. ❤️”
In qualche modo, che al momento non
conosciamo ancora, Carrie Fisher tornerà in
Star Wars: Episodio IX, diretto da J.J.
Abrams e previsto per la prossima stagione natalizia.
Sono state diffuse 20 nuove immagini
da Captain Marvel, il film diretto da
Anna Boden e Ryan
Fleck, con Brie Larson nei panni di Carol
Danvers. Nelle foto in HD possiamo vedere non solo l’eroina, ma
abbiamo anche la possibilità di dare uno sguardo al suo gatto
Goose, al Ronan l’Accusatore di Lee Pace, e al
personaggio interpretato da Jude Law.
Ecco di seguito le immagini dal prossimo film
Marvel in uscita l’8 marzo
2019:
Vi ricordiamo che alla regia del film con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei
fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
12 pollici (35 cm), fatta di
legno di agrifoglio, contiene una piuma di una fenice, Fanny, per
l’esattezza, che appartiene a Silente. Sono queste le
caratteristiche della bacchetta magica di Harry
Potter, il mago più famoso della storia della
magia.
Ma cosa nascondono le bacchette?
Quali proprietà, quali caratteristiche? Quanto conta la qualità del
legno e la natura del nucleo magico? Ecco di seguito 10 curiosità
sulle bacchette magiche del mondo di Harry
Potter.
La bacchetta sceglie il mago
In Harry Potter e i
Doni della Morte, secondo Garrick Ollivander, il più
grande fabbricante di bacchette del mondo, è la bacchetta che fa la
raccolta.
“La bacchetta sceglie il mago –
spiega Ollivander – Questo è sempre stato chiaro per quelli di noi
che hanno studiato le tradizione delle bacchette… Se sei un mago in
qualche modo sarai in grado di incanalare la tua magia attraverso
quasi tutti gli strumenti. I risultati migliori, tuttavia, devono
sempre arrivare dove c’è la più forte affinità tra mago e
bacchetta: queste connessioni sono complesse, un’attrazione
iniziale, e quindi una ricerca reciproca di esperienza, la
bacchetta impara dal mago, il mago dalla bacchetta”.
La bacchetta incanala le abilità
del mago o della strega
Nell’universo di Harry
Potter, una bacchetta è uno strumento magico quasi senziente,
attraverso il quale una strega o un mago canalizza i suoi poteri
magici. Anche se la magia può essere fatta senza una bacchetta,
questo richiede molta concentrazione e un più alto livello di
abilità e potenza (come ricorderemo dalla difficoltà di lanciare
incantesmi non verbali).
Come un atleta che può avere il
tipo di corpo giusto per uno sport particolare, maghi e streghe
possono avere un particolare “talento” per un certo tipo di magia.
Silente, ad esempio, ammette di non avere talento con la
Divinazione, mentre Harry eccelle in Difesa contro le arti
oscure.
La flessibilità è importante
Molti fan hanno sempre
pensato che tutte le bacchette fossero rigide e diritte, ma a
quanto pare, la flessibilità di una bacchetta fa una grande
differenza! Secondo Ollivander, la flessibilità di una bacchetta
“denota il grado di adattabilità e disponibilità al cambiamento
posseduto dalla coppia bacchetta/proprietario”.
Cosa significa esattamente? Una
bacchetta flessibile si adatta agli incantesimi più rapidamente di
una rigida, ma è anche più rapida a cambiare fedeltà se il
proprietario viene sconfitto. Ad esempio, ricordiamo da Il
Calice di Fuoco, che la bacchetta di Viktor Krum è molto
rigida, mentre quella di Fleur Delacour è flessibile.
La questione delle Bacchette
Gemelle
Anche se non esistono due
bacchette uguali, esistono le “bacchette gemelle” e si definiscono
tali due bacchette condividono un nucleo della stessa fonte. Le
bacchette di Harry e Voldemort, per esempio, avevano ciascuna un
nucleo di piume di fenice preso dalla coda della fenice di
compagnia di Albus Silente, Fanny. Di conseguenza, queste due
bacchette non potevano essere usate con successo in uno
scontro.
Quando Voldemort ha duellato contro
Harry, gli incantesimi di entrambe le bacchette si sono bloccati a
mezz’aria e la bacchetta “perdente” è stata costretta a rigurgitare
gli echi dei precedenti incantesimi che ha eseguito (il fenomeno si
chiama Priori Incantatem). Tuttavia, quando i nuclei di bacchette
gemelle vengono utilizzati in tandem contro un nemico comune, il
loro potere “aumenta di dieci volte”.
La misura conta
Le bacchette sono
disponibili in una diversa gamma di lunghezze, con la bacchetta più
lunga mai fabbricata lunga 18 pollici (circa 45 cm) e appartenente
alla famiglia Malfoy. Sebbene la statura fisica e d’animo sia
spesso associata alla lunghezza della propria bacchetta, Olivander
ci mette in guardia da questa facile associazione.
“Molti creatori di bacchette
semplicemente abbinano la lunghezza della bacchetta alla dimensione
della strega o mago che la userà, ma questa è una misurazione
approssimativa e non tiene conto di molte altre importanti
considerazioni. Nella mia esperienza, le bacchette più lunghe
potrebbero adattarsi a maghi più alti, ma tendono anche ad essere
attratte da personalità più grandi e da uno stile di magia più
ampio e drammatico: le bacchette più ordinarie preferiscono
incantesimi più eleganti e raffinati.”
Le bacchette hanno alleanze
Tradizionalmente, i giovani
maghi e streghe, che si preparano a cominciare la loro istruzione
magica, comprano una bacchetta “vergini”. In Inghilterra, a 11 anni
i maghi e le streghe vanno da Olivander, e vi restano finché non
trovano la bacchetta che darà loro la sua fedeltà.
Sebbene sia possibile procurarsi
una bacchetta “vincendola” dal suo padrone tramite un duello, le
bacchette di solito mantengono una certa fedeltà al proprietario
originale. Alcune bacchette si piegano abbastanza facilmente a un
nuovo mago mentre altre sono ferocemente leali. La Bacchetta di
Sambuco, per esempio, è “completamente non sentimentale” e sarà
fedele solo al mago più forte, che la vincerà forza.
Hanno un nucleo magico
Il nucleo di una bacchetta
è una sostanza magica che viene collocata nella lunghezza del
legno; può essere qualsiasi cosa, dai crini di unicorno, alle fibre
del cuore dil drago o alle piume di Fenice. Le bacchette che
contengono crine di unicorno (come quella di Cedric Diggory e di
Ron Weasley) sono le più difficili da far votare alle Arti Oscure,
le corde del cuore di drago (come quella di Viktor Krum e di
Hermione Granger) sono le più facili.
Le bacchette piuma di Fenice (usate
da Harry
Potter e Lord Voldemort) hanno la più ampia gamma di
magie e sono le più rare. Le sostanze “inferiori” utilizzate per le
bacchette includono baffi di Kneazle, capelli di Kelpie e baffi di
Troll. Sappiamo che la bacchetta di Fleur Delacour ha il nucleo di
capelli di Veela, la nonna della ragazza.
Legni differenti hanno differenti
personalità
Il tipo di legno usato per
una bacchetta spesso riflette il tipo di strega o mago che finirà
per usarlo, poiché si dice che abbiano “personalità”, spesso hanno
strette somiglianze con la persona che scelgono. Le bacchette di
legno di melo, ad esempio, sono adatte a chi ha molto charme e
carisma, le bacchette di prugnolo sono usate per “i guerrieri” e
secondo Ollivander, i proprietari di bacchette ricavate da legno di
cipresso hanno le più alte probabilità di morire di una morte
eroica.
È interessante notare che Lord
Voldemort e Ginny Weasley hanno entrambi delle bacchette di tasso,
che si dice siano a favore sia dei maghi oscuri che dei feroci
protettori degli altri, e le due descrizioni corrispondono bene ai
due soggetti in questione. La bacchetta di Harry è di agrifoglio,
quella di ROn è di salice, mentre quella di Hermione è di vite.
Non tutti i legni sono adatti
Secondo le note di Garrick
Ollivander sui poteri e le proprietà dei vari legni delle
bacchette, non tutti gli alberi sono in grado di produrre bacchette
magiche.
“Solo una minoranza di alberi
può produrre legno di bacchetta (proprio come una minoranza di
esseri umani può produrre magia) – si legge in un passaggio –
Ci vogliono anni di esperienza per dire quale legno ha il dono,
anche se il lavoro è reso più facile se nell’albero in questione si
trovano nidi di Asticelli, perché non abitano mai in alberi
banali”.
Buono a sapersi.
La Bacchetta di Sambuco è
spaciale
Non ci meravigliamo di
certo se la Bacchetta di Sambuco merita un posto tutto suo in
questo elenco di curiosità sulle bacchette magiche del mondo di
Harry Potter. The Elder Wand, la Bacchetta del Destino, o in quale
altro modo la si voglia chiamare, è prima di tutto un manufatto
magico che ha una provenienza unica: è stata fabbricata dalla Morte
in persona da un ramo di sambuco e un crine di Thestral.
Sebbene infatti la fiaba che ne
parla è un racconto per bambini, abbiamo scoperto in Harry
Potter e i Doni della Morte (appunto) che quella fiaba ha
più di un fondo di verità. Prima di tutto la bacchetta è maledetta
da una scia di morte visto che tutti hanno cercato nel tempo di
impadronirsene con la forza, uccidendo e commettendo atti
indicibili. Inoltre, la bacchetta non solo obbedisce a tutte le
regole magiche a cui sono soggette le bacchette, ma ha poteri
impressionanti, e può fare magie che nessun altro può compiere,
come, ad esempio, riparare le altre bacchette rotte, come farà lo
stesso Harry Potter.
Nella storia della Rowling, alla
fine della battaglia di Hogwarts, Harry riporrà la Bacchetta di
Sambuco nella tomba di Silente, dove non porterà più morte, ammesso
che l’ultimo proprietario (Harry) muora di vecchiaia,
imbattuto.
Nonostante i film Marvel abbiano ormai
raggiunto un livello altissimo di segretezza, non è affatto un
segreto che spesso già i trailer forniscono indicazioni
fondamentali sulla trama, spoiler nascosti che diventano
estremamente ovvi dopo aver visto il film.
Ecco di seguito gli SPOILER nascosti
nei trailer dei film Marvel:
Obadiah Stane è Iron Monger (Iron Man)
Non è stato difficile
predire che l’Obadiah Stane di Jeff Bridges
sarebbe stato il cattivo di Iron Man, ma mentre
alcune delle sue sinistre attività erano visibili nei trailer (ne
parleremo più avanti), era facile che questo aspetto sfuggisse.
Era chiaro che Tony Stark avrebbe
combattuto una specie di versione più grande del suo esoscheletro
tecnologicamente avanzato, e se avessimo guardato da vicino una
specifica inquadratura nel trailer, potevamo effettivamente vedere
che dentro l’armatura c’era Stane. Per fortuna, almeno questo
spoiler era difficile da intercettare nel trailer del primo film
Marvel.
M’Baku batte W’Kabi (Black Panther)
Quando è uscito questo
trailer di Black Panther, gli spettatori non
sapevano neanche chi fossero i personaggi di questa immagine. La
scena era drammatica, certo, ma non c’era modo di sapere cosa stava
succedendo. Persino i due attori al centro del fotogramma,
Winston Duke e Daniel Kaluuya,
non erano così famosi come lo sono ora.
Ma come sanno coloro che hanno visto
il film, questa immagine rivela in realtà una storia abbastanza
importante: M’Baku (Duke) sconfigge W’Kabi (Kaluuya) in una
battaglia campale tra le loro tribù. Nel film, la scena si svolge
dopo che la tribù Jabari di M’Baku si allea con l’attacco di
T’Challa al nuovo re di Wakanda, Killmonger. Gli Jabari combattono
la tribù del Confine di W’Kabi, e il risultato dello scontro si
vedeva già nel trailer!
Professor X perde il controllo dei suoi poteri (Logan)
Ci sono molti momenti
memorabili nell’addio di Wolverine diretto da James
Mangold, Logan, ma alcuni dei momenti più
sorprendenti hanno coinvolto Charles Xavier. Il Professor X di
Patrick Stewart è sempre stato un tipo calmo e
pacato, non ha mai perso il controllo dei suoi poteri; ma in Logan
fa proprio questo, bloccando le menti di tutti coloro che sono
vicino a lui nel raggio di un miglio, con immenso dolore.
Sorprendentemente, parte di questa
sequenza sono state inserite nel trailer. È facile non vederlo,
visto che è solo uno shot molto breve in un trailer pieno d’azione,
ma se gli spettatori avessero spulciato il trailer fotogramma per
fotogramma, probabilmente avrebbero potuto rendersi conto che la
scena in questione riguardava proprio Xavier che perdeva il
controllo dei suoi poteri.
T’Challa dà una conferenza alle Nazioni Unite (Black
Panther)
Il trailer di Black
Panther presentava in bella vista alcuni punti importanti
della trama, come le immagini dalla scena in cui T’Challa è di
fronte al congresso delle Nazioni Unite.
È una strana scelta mettere la scena
post-credits o mid-credits nel trailer, ma Black Panther non è il
solo film per cui è stata operata questa scelta. Diversi film
Marvel hanno fatto lo stesso, ma
per fortuna, la maggior parte degli spettatori probabilmente non ha
capito in che contesto potesse essere inserita quella scena, perché
nessuno si aspettava quel finale.
La scena post-credits (Ant-Man and the Wasp)
Il regista di
Ant-Man and The Wasp non ha filmato alcuna scena
appositamente per il post-credits, ma la tradizione fa parte
del Marvel Cinematic Universe, e quindi
è richiesto qualcosa in più dopo i titoli di coda. E così, il
regista ha utilizzato una scena di una formica gigante che suona il
set di batteria di Scott Lang proprio alla fine. Tuttavia, quella
scena non solo è apparsa già durante il film, ma anche nel
trailer!
Questa scena è un po’ deludente, ma
non c’era modo in cui gli spettatori, guardando il trailer,
avrebbero potuto riconoscere il suo significato al momento;
potevano pensare che fosse solo una scena qualsiasi, non la
sorpresa alla fine.
Aldrich Killian è il villain (Iron Man 3)
Proprio come hanno fatto
con Iron Monger nel primo film, il trailer di
Iron
Man 3 ha offerto un accenno alla vera natura cattiva
di Aldrich Killian, proprio sotto al naso degli spettatori. Se si
guarda bene il trailer, infatti si nota cosa dice la voce di
Robert Downey Jr. su un’immagine del volto di
Killian.
Coloro che hanno visto il film sanno
che il leader tecnologico interpretato da Guy Pearce è il vero
cattivo. Il Mandarino di Ben Kingsley viene messo
di fronte a Tony Stark, mentre Aldrich Killian manipola le cose
dall’ombra, è lui il principale antagonista. C’erano indizi di
questa svolta nei trailer, se solo avessimo notato che il Mandarino
non veniva mostrato con nessun superpotere e le apparenze di Pearce
erano tutte minacciose.
Killmonger brucia il giardino dell’erba a forma di cuore (Black
Panther)
Erik Killmonger è il
miglior cattivo che il MCU abbia mai prodotto, in gran
parte perché le sue motivazioni sono comprensibili. Ma la sua
rovina deriva dalla sua natura violenta e dalla sua volontà di
mettere fine e sacrificare tutto. Questa natura violenta delle sue
intenzioni è esemplificata dall’incendio del giardino dell’erba a
forma di cuore, che conferisce alla Pantera Nera il suo potere.
Questo momento è abbastanza
importante per la trama di Black Panther, poiché
l’erba a forma di cuore è centrale per il ruolo del supereroe nella
società dei wakandiani. E quello che può sembrare solo un momento
drammatico nel trailer, in realtà mostra Killmonger che brucia il
giardino. Non potevamo sapere, quardando il trailer, che l’area che
abbiamo visto bruciare tutto intorno al cattivo era così
importante.
I giochi (Deadpool 2)
Il franchise di
Deadpool ha conferito al marketing una grande
importanza, inondando internet con pubblicità convenzionale e
guerrilla. Non ci si aspetta un film su un mercenario violento
quando si ha un trailer red band in cui il personaggio gioca con le
bambole, ma a volte, anche questa cosa così assurda ha un grande
significato.
Il Wade Wilson di Ryan
Reynolds sembra stia perdendo tempo, quando prende due
action figure e le fa combattere, ma dopo aver visto il film, si
noteranno alcune somiglianze con delle scene. Per prima cosa, la
bambola sullo sfondo è uguale a Julian Dennison, il ragazzo che
Deadpool cerca di proteggere nel film. In secondo luogo, un attacco
di Deadpool ai danni di Cable è uguale a quello visto nel film,
quando il Mercenario finisce con il cavallo della tuta sulla faccia
di Cable.
La fedina penale (Guardiani della Galassia)
Il trailer di
Guardiani della Galassia è
uno dei migliori pezzi di marketing dei film Marvel. Da subito coinvolgente e
affascinante, riesce anche a far conoscere al pubblico un cast
indisciplinato di disadattati spaziali che pochissimi fuori dal
nucleo del fandom dei fumetti avevano sentito nominare. E se si
guarda da vicino, c’è una piccola informazione in più da trovare
nelle fedine penali dei condannati.
A parte le informazioni banali come
il peso dei soggetti, impariamo un po’ sulla storia di ogni
personaggio: vengono citati i miglioramenti corporei di Drax e
Gamora, che suggeriscono la loro super forza, la storia di Rocket
Raccoon di esperto evasore dalle carceri spaziali, prefigurando la
grande fuga dalla prigione che vediamo nel film, inoltre, Yondu
Udonta è elencato come il socio di Peter Quill, prima che la
maggior parte delle persone sapesse chi fosse.
Tony combatte con Rhodey (Iron Man 2)
Iron Man 2
era un film disastroso, con un sacco di intrecci che non sono mai
stati davvero un insieme coerente. Quindi, il trailer poteva
offrire una manciata di indizi, diversi spoiler sparsi qui e là,
dalla creazione di un nuovo elemento, alla lotta finale nel
giardino. Ma pensiamo che il più grande spoiler visto nel trailer
sia la scena di Tony e e Rhodes che combattono insieme alla
fine.
Questi momenti sono facili da
perdere in un lungo e rumoroso montaggio action, ma i fan con
l’occhio di falco potrebbero aver notato che Tony stava combattendo
contro il suo stesso costume, nel suo garage. Dato che il film
precedente aveva già nominato Rhodey come titolare di War Machine,
non era impossibile intuire cosa sarebbe successo al suo amico.
Thor distrugge il ponte arcobaleno (Thor)
La battaglia culminante del
primo film di Thor si svolge sul Ponte arcobaleno,
quello che colelga Asgard con il resto dei Nove Regni. Thor
combatte lì contro il suo fratellastro Loki e utilizza il Mjölnir
alla fine per eliminare il ponte e interrompere la connessione e
impedire a Loki di portare a termine il suo piano sinistro.
Questo momento è in realtà nel
secondo trailer di Thor, anche se gli spettatori
non avevano modo di sapere in che punto del film si sarebbe svolta
l’enorme esplosione magica.
Il nuovo film Disney
Il
Ritorno di Mary Poppins conquista il box office
italiano e, con un incasso di 6 milioni di Euro, si conferma il
film di Natale più atteso sul grande schermo.
“Siamo davvero felici di questo
risultato”, ha commentato Daniel Frigo,
amministratore delegato di The Walt Disney Company Italia.
“Il Ritorno di Mary Poppins è un film ricco di magia e
di emozioni: una storia completamente nuova e originale che riporta
sul grande schermo l’iconica tata che tutti amiamo da sempre e che,
ancora una volta, parla al fanciullo che è in noi per aiutarci a
ritrovare il senso di meraviglia e di speranza. Vorrei ringraziare
tutta la famiglia Disney Italia che durante questo 2018 ha lavorato
con grandissimo impegno, e in sinergia con i nostri partner, per
garantire il successo di un’offerta a 360 gradi che ha già messo le
basi per un 2019 ricco di incredibili e già attesissime
novità”.
In un’atmosfera ricca di
magia, musica e colori, il 20 dicembre Milano ha ospitato
l’esclusiva anteprima nazionale. Numerose celebrities hanno sfilato
tra gli allestimenti ispirati ai momenti più iconici del film: dal
leggendario Viale dei Ciliegi, all’arredamento sopra-sotto del
negozio di Topsy, l’eccentrica cugina di Mary Poppins, fino alla
vasca da bagno in cui i piccoli Banks si tuffano nella loro prima
divertente avventura.
Serena Rossi, che
ne Il
Ritorno di Mary Poppins è la voce italiana nelle
canzoni interpretate dalla tata praticamente perfetta, ha regalato
agli ospiti presenti in sala un’emozionante interpretazione con un
medley di brani tratti dalla colonna sonora del film.
Arriverà in sala il prossimo 3
gennaio Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità di
Julian Schnabel, distribuito da Lucky Red in
associazione con 3 Marys Entertainment. Il flm vede protagonista
Willem Dafoe, nei panni del pittore, e la sua
interpretazione gli ha già fatto conquistare la Coppa Volpi a Venezia 75 e una
nomination ai Golden Globes, mentre la sua
strada verso gli Oscar è spianata.
Al centro della vicenda il genio
“maledetto” di Vincent Van Gogh, raccontato attraverso gli occhi
del cineasta e artista contemporaneo Julian
Schnabel: 22 anni dopo “Basquiat”, il regista di
“Prima che sia notte” e “Lo scafandro e la
farfalla” torna a parlarci della grande arte e lo fa portando
al cinema gli ultimi, tormentati anni del pittore olandese.
“Questo è un film sulla pittura e un pittore e la loro
relazione rispetto all’infinito” ha dichiarato Schnabel a
Venezia. “Contiene quelli che sono i momenti che considero
essenziali nella sua vita; non è una biografia, ma la mia versione
della storia. Una versione che spero possa avvicinarvi maggiormente
all’artista”. Un film sulla creatività e sui sacrifici del
genio olandese, sull’intensità febbrile della sua arte, sulla sua
visione del mondo e della realtà.
“La mia Befana è una grande
donna, anzi due.” Esordisce così Paola
Cortellesi, quando la incontriamo per farci raccontare
qualche segreto in più del suo ultimo film, La Befana vien
di Notte, diretto da Michele Soavi e con
Stefano Fresi (qui la nostra
intervista)nel ruolo del
cattivo.
Luminosa e sorridente, disponibile e
professionale, la Cortellesi ha raccontato dell’originale
italianità del film, il suo personaggio, il lavoro con gli stunt,
lo ore di trucco e la collaborazione alla sceneggiatura.
Cosa ti ha spinto a dire sì
a questo ruolo?
Innanzitutto, questo è un film
di genere. In Italia ne facciamo pochi, ne importiamo tanto dagli
Stati Uniti. Io sono cresciuta con i film di genere, per bambini, i
film d’avventura. Questo aveva in sé tantissimi significati; in più
era un film di genere ma non prendeva a esempio nessuno, dal
momento che la protagonista è tutta italiana, è nostra. Abbiamo
fatto un nostro prodotto con un genere che è già negli occhi degli
spettatori, ripensato per il nostro Paese.
Mi piaceva che ci fosse un
target di bambini ma che fosse anche interessante per gli adulti,
perché è ironico, perché la Befana non è un abuona vecchina ma
borbotta e dice le parolacce, è un poì verace, e poi perché i
bambini hanno un film dedicato a loro, ma che piace anche alle
persone che li accmpagnano, perché questo è un film che è fatto per
alimentare i sogni e la fantasia. Anche per gli adulti, che si
ricordano com’era quando credevi a tutto.
Il film ha richiesto un
certo sforzo fisico, immagino.
Certo, le abbiamo fatte
benissimo! Certo, siamo stati aiutati dalla EA Stunt di Emiliano
Novelli, che è uno stunt coordinator che conosciamo da tanti anni,
molto preparato. In alcuni casi ci hanno sostituiti e in altri casi
ci hanno insegnato a fare delle cose che fossero credibili. Io, per
esempio, sono andata a mimare il volo della scopa sul macomoco, una
specie di braccio che ti sbatacchia in giro e tu fingi di volare.
Io ero tutta imbracata con intorno il green, dove poi hanno
aggiunto la foresta, il vento, gli inseguimenti. Ci hanno imbracati
con le corde per le scene in cui “cadevamo”. Per questo ruolo erano
cose fondamentali, ma è stato anche molto divertente.
Come è stato avere a che fare con un trucco così
importante?
Io l’ho fatto per tanto tempo
con le parodie. Ero abituata. Certo è che il lavoro che si fa per
la televisione è un lavoro che dura sempre diverse ore, ma dura
meno di quello che serve per fare un film per il grande schermo.
Lorenzo Tamburini è il truccatore eccezionale del mio make up
speciale, mentre Ermanno Spera è il truccatore del film che ha
curato anche il look di Stefano (Fresi, ndr). Ci volevano cinque
ore di applicazione, prima delle dieci ore di riprese. Dopo le
cinque ore si iniziava il lavoro. Era abbastanza impegnativo come
lavoro però per una cosa bellissima. È stancante, ma quando vedi il
risultato pazzesco, è una grande soddisfazione.
No. Monica è un’icona, una
grande attrice, un riferimento. Non cerco di imitarla, ma è uno dei
riferimenti culturali della nostra storia, anche televisiva e
cinematografica. È una donna che ha in sè tutti i registri
possibili e che ha avuto modo e coraggio di sperimentarli tutti,
non è mai rimasta prigioniera di una etichetta e di un genere. Lei
ha in sé tutte le qualità che ammiro in una grande attrice, io non
mi paragonerei mai a lei, ma naturalmente mi fa piacere che lo
dicano.
Da qualche tempo, tu firmi
anche le sceneggiature.
Da vent’anni facevo l’autrice
tv, è tutto un altro tipo di scrittura, ma già facevo una cosa del
genere. Scrivere una sceneggiatura è più complicato e negli anni ho
seguito e imparato, a volte mi è stato anche chiesto di mettere la
mia mano, come in questo film, nella sceneggiatura. Mi ha fatto
piacere farlo, e così ho cominciato a scriverle io. Per me è una
bella soddisfazione, intanto perché mi piace creare storie, quando
mi danno fiducia. Poi posso parlare dell’argomento femminile, che
mi sta più a cuore.
Attore, musicista, trai caratteristi
più amati del cinema italiano, Stefano Fresi è Mr.
Johnny, il cattivo de La Befana vien di Notte, il
nuovo film di Michele Soavi, con Paola
Cortellesi, al cinema dal 27 dicembre.
Il suo personaggio è un cattivo un
po’ particolare, uno squilibrato con la mania dei giocattoli e con
il cuore spezzato di bambino. Sarà lui a ostacolare il lavoro della
Befana (Cotellesi) e a tentare di eliminarla per prendere il suo
posto. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare qualche dettaglio
in più sul suo strampalato personaggio.
Nel film è l’eroe stesso, la
Befana, che in qualche modo crea la sua nemesi, che tipo di
riferimenti hai utilizzato per il tuo personaggio?
Molteplici, uno che mi piace
moltissimo è lo Stregatto. Il mio personaggio è un po’ felino e
suadente, fa quel balletto a quattro zampe, all’inizio. Ma anche
tutti i cattivi in generale, e proprio come tutti questi
personaggi, presenta una fragilità di fondo, è un grande deluso, ha
ancora una parte infantile bella viva, gioca con i giocattoli,
spara ai suoi scagnozzi con la vernice. È proprio un cattivo mal
riuscito, un bambino mai cresciuto e rimasto capriccioso.
I bambini sono i veri
protagonisti di quest’avventura, come accadeva nei film per ragazzi
degli anni ’80. È una scelta volutamente citazionista?
Dovremmo chiederlo a Guaglianone
(autore di soggetto e sceneggiatura, ndr). Non so per certo se sia
citazionista oppure se tutte le necessità espressive di un’artista
sono le necessità interiori condite con i tuoi ascolti, le tue
letture, le tue visioni. Se decidi di fare il pittore nella vita,
non puoi prescindere da ciò che ti ha fatto innamorare dell’arte.
Quindi probabilmente questo c’è, perché Guaglianone si è formato
anche guardando quei film, non so se abbia voluto citare proprio
quelli però: i bambini hanno le biciclette, le biciclette le trovi
su E.T. Lo stesso Stranger Things strizza l’occhio agli anni
’80.
Quindi sicuramente c’è un
riferimento, ma quello che mi piace molto è che i protagonisti sono
proprio i bambini. Il messaggio più bello del film è che l’unione
fa la forza e l’arco di trasformazione più ampio ce l’hanno proprio
loro. Il bulletto diventa migliore amico del bullizzato, ci sono i
due che si innamorano, e vedere questo discorso secondo cui
l’unione per uno scopo comune porti a crescere penso sia il
messaggio più bello del film.
Com’è lavorare con Paola
Cortellesi?
A Roma si dice “ti piace vincere
facile”. Lavorare con Paola è molto facile, perché è una persona
stracolma di talento, durante il ciak. Al di fuori del ciak è una
persona adorabile, quindi ci si fa amicizia in due minuti. È una
professionista incredibile, di una serietà impressionante, ma poi è
anche divertente quando c’è da divertirsi. Tra l’altro il film è la
nostra terza collaborazione, ma siamo già al lavoro sulla quarta e
quindi ormai c’è anche un rapporto di amicizia
consolidato.
E per quanto riguarda il
divertente numero musicale che esegui nel film?
Il numero è stato possibile
grazie al maestro Andrea Farri che ha scritto un pezzo molto
divertente. Io nasco musicista, sono un compositore, suono
pianoforte e si sta spargendo la voce, così tutti pensano di farmi
suonare o cantare. Così è uscito fuori questo numero strampalato,
perché io cerco di essere suadente e di convincerla della mia
grandiosità, ma in realtà interpreto un imbecille che si matte da
solo dei gradi sulla giacca, perché nessuno lo premia.
Intervistato da Collider,
Jake Gyllenhaal ha avuto modo di parlare più
approfonditamente della trama di Spider-Man: Far From Home
rivelando qualche dettaglio su Mysterio, il
personaggio di cui vestirà i panni nell’atteso sequel di
Homecoming:
“Fondamentalmente vedremo i
ragazzi andare in vacanza in Europa, tra Londra, Praga, insomma un
po’ ovunque. E oltre ad essere divertente ci saranno molte
dinamiche interessanti e nn sacco di nuove relazioni […]
L’obiettivo principale, per Peter, e non rivelarsi come Spider-Man
ma gli eventi lo trascineranno ancora in battaglia, e ad aiutarlo
con riluttanza sarà Mysterio. Un bravo ragazzo, in fondo, ed
entrambi collaboreranno per sconfiggere gli Elementali.“
Sulle
creature che vedremo presto nel MCU, l’attore ha inoltre spiegato
che “si tratta di nuove minacce per il mondo, e Misterio
sa come batterle. È per questo che Nick Fury gli chiederà di
aiutare Peter, perché è l’unico che le capisce davvero“.
Spider-Man: Far From
Homeè stato diretto ancora una volta
da Jon Watts ed uscirà nelle sale
il 5 luglio 2019.
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di Michelle.
Secondo IMDb, nel cast sono presenti
anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L.
Jackson e Cobie Smulders.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron Spider.
vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Il già nutrito e illustre cast
di The French
Dispatch, nuovo film firmato da Wes
Anderson, si arricchisce della presenza di Saoirse
Ronan, che aveva già preso parte ad un altro titolo del
regista americano, ovvero The Grand Budapest Hotel.
L’attrice si unirà dunque
a Bill Murray, Frances
McDormand, Tilda Swinton,
Benicio Del Toro, Jeffrey Wright e
Timotheé Chalamet (con cui ha già lavorato in
Lady Bird). A smentire i primi report sul film, il decimo
lungometraggio di Anderson non è un musical,
stando a quello che riporta Indiewire, che
conferma che il film sarà “una lettera d’amore al
giornalismo, ambientata nella sede parigina di un quotidiano
americano, e che ruoterà intorno a tre diverse linee
narrative”.
Rivedremo presto la Ronan
in Maria Regina di Scozia, dramma in costume
dove la candidata all’Oscar veste i panni di Maria Stuarda al
fianco di Margot Robbie, e nel nuovo
adattamento di Piccole
Donnescritto e diretto da Greta
Gerwig. La Winslet tornerà in sala
con Avatar
2 di James Cameron e
in Blackbird.
Il prossimo anno invece l’attrice
sarà impegnata con Kate Winslet sul set
di Ammonite, dramma storico scritto da
Francis Lee (God’s Own Country) e prodotto da Iain
Canning e Emile Sherman (Lion, Widows)
e Fodhla Cronin O’Reilly (Lady Macbeth). Per le due
attrici si tratta della prima collaborazione sul grande schermo.
Ambientato nel 1840, il film racconterà dell’improbabile storia
d’amore tra la paleontologa Mary Anning e una giovane donna
londinese. Le riprese partiranno a Marzo 2019 e si attendono
conferme ufficiali per quanto riguarda il regista.
Maria Regina di
Scozia arriverà in sala il 17 Gennaio 2018.
La sinossi:Maria,
Regina di Scozia esplora la turbolenta vita della carismatica
Mary Stuart. Regina di Francia a 16 anni e vedova a 18, Mary sfida
le pressioni politiche che vorrebbero si risposasse. Fa ritorno
invece nella sua natia Scozia per reclamare il suo trono legittimo.
Ma la Scozia e l’Inghilterra finiscono per essere governate da
Elisabetta I. Ciascuna delle due giovani regine percepisce la
“sorella” come una minaccia ma, allo stesso tempo, ne subisce il
fascino. Rivali per il potere e in amore, e reggenti in un mondo
maschile, le due dovranno decidere tra il matrimonio e
l’indipendenza. Determinata a regnare non solo in senso figurato,
Mary reclama il trono inglese, minacciando la sovranità di
Elisabetta. Tradimento, ribellione e cospirazioni all’interno di
ogni corte metteranno in pericolo entrambi i troni e cambieranno il
corso della storia.
BossLogic è tornato con una delle
sue fanart più belle e tragiche dedicate agli eroi del Marvel Cinematic Universe, e
stavolta il protagonista assoluto è Captain
America nella scena della sua eventuale morte alla
fine di Avengers: Endgame (per alcuni
certa, per altri soltanto un rumor da scacciare via come i cattivi
presagi).
Nell’immagine che potete vedere qui
sotto, il cadavere di Steve Rogers viene letteralmente calpestato
da Thanos (le impronte sono quelle del Titano Pazzo) e lasciato sul
ghiaccio insieme ad una scia di sangue.
È online il nuovo trailer
internazionale di Shazam! (destinato
al pubblico giapponese), l’atteso cinecomic che vedrà protagonista
Zachary Levi nei panni del supereroe DC. Al suo
fianco anche Jack Dylan Grazer nei panni
di Freddy, che vediamo qui sotto in un’immagine inedita del
film.
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che il film farà
parte dell’Universo Cinematografico DC e
seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due
attesi titoli di casa DC.
Shazam!
è atteso per il 2019 e vede nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
Il regalo di Natale di Jon Favreau ai fan di Star
Wars è un’immagine inedita di The
Mandalorian, la serie spin-off disponibile il prossimo
anno sulla piattaforma streaming Disney +, che vedrà tra i
protagonisti anche un droide apparso nel corso della saga originale
di George Lucas. Ma di chi si tratta?
Stando alla foto che vedete qui
sotto, il droide e cacciatore di taglie IG-88 farà
il suo ritorno in scena dopo essere apparso in L’impero
colpisce ancora al fianco di Boba Fett, Dengar,
Bossk, Zuckuss e 4-LOM.
Sarà davvero così? Favreau ha
anticipato un altro membro del cast ufficiale, o solo stuzzicato
l’attesa degli appassionati?
Vi ricordiamo che The
Mandalorian sarà scritta e prodotta dal
produttore e attore candidato all’Emmy Jon
Favreau, come annunciato in precedenza, con Dave Filoni
( Guerre stellari: Guerre dei
cloni , Star Wars Rebels ) a dirigere
il primo episodio. Gli altri registi
sarannoDeborah
Chow ( Jessica Jones), Rick Famuyiwa
( Dope ), Bryce Dallas
Howard ( Solemates )
e Taika Waititi( Thor:
Ragnarok ). Mandalorian – Star Wars
Series prodotto da Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist sarà il co-produttore
esecutivo.
Riguardo a The
Mandalorian: I Mandaloriani erano un gruppo di
persone che si basava su una società formata da clan, composti da
membri di diverse specie. La loro cultura si era evoluta sui
concetti di battaglia e guerra visti come sorgente di onore e
orgoglio nella comunità. Il capo dei Mandaloriani prendeva il
titolo di Mandalore. I Mandaloriani erano spesso alleati con i Sith
e con l’Impero Galattico. Durante gli ultimi anni della vecchia
Repubblica Galattica diventarono un prototipo per i Clone Trooper
sotto Palpatine.
Originalmente, la razza
Mandaloriana era composta da individui simili a umani, chiamati
Taung, che avevano una pelle di colore grigio e occhi gialli, e
provenivano da Coruscant. Con il tempo più razze si aggregarono ai
Taung, come umani, Twi’Lek e molti altri, e i guerrieri si
chiamarono Mandaloriani in onore della colonia planetaria
Mandalore. In seguito i Mandaloriani originali Taung si estinsero e
l’aggettivo Mandaloriano rimase per indicare la cultura, che si
tramandò nella maggiore componente umana del gruppo.
Attenzione: l’articolo contiene spoiler
su Aquaman
L’approccio della Warner Bros.
sugli standalone dedicati a supereroi del mondo DC sembra aver
evitato espliciti riferimenti all’universo condiviso, tuttavia
sappiamo che ogni film è legato ad un altro grazie a piccoli
dettagli, come nel caso di Aquaman dove
sentiamo Mera ricordare ad Arthur Curry la battaglia finale di
Justice League contro
Steppenwolf.
Tuttavia nel film di James
Wan potrebbe nascondersi un interessante easter egg
individuato da Cinemablend, ghiotto materiale per i fan del DCEU e
in particolare del cinecomic che l’ha avviato: Man of Steel.
Se ricordate bene, nel primo atto
del film con Henry Cavill vedevamo il protagonista
salvare l’equipaggio di una nave da carico che trasportava petrolio
in balia delle onde; in Aquaman invece, è Orm
(interpretato da Patrick Wilson) a spiegare al
fratellastro Arthur che vuole attaccare il mondo in superficie
perché l’umanità ha inquinato gli oceani per secoli, mostrandogli
in seguito alcuni ologrammi di tutti i modi in cui gli uomini hanno
contaminato le acque della Terra.
E tra le riprese viene inclusa
anche quella di una piattaforma petrolifera in fiamme, molto simile
a quella che Clark Kent mette in salvo in Man on
Steel. Se questa teoria fosse vera, allora avremmo
un’ulteriore conferma sul passato di Aquaman: è stato davvero lui a
recuperare Clark dall’oceano? Il personaggio era quindi presente
nel DCEU fin dall’inizio?
L’inizio della corsa di Aquaman non
poteva essere più positiva: grazie ai 93.6 milioni di
dollari incassati nel weekend d’apertura al box office cinese, il
film di James Wan diventa il miglior
debutto della storia per quanto riguarda il mercato asiatico e il
migliore di sempre per quanto riguarda i cinecomic DC.
Superato di gran
lunga Ready Player One (che lo
scorso anno ne aveva
registrati 61.6), Aquaman è anche
il quinto miglior opening per un film di supereroi e il quarto per
un titolo americano quest’anno.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe. Il cinecomic è arrivato al cinema il 1
Gennaio 2019.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Intervistato durante la promozione
della serie Deadly Class che lo vede protagonista
(e che è stata prodotta, tra gli altri, dai fratelli Russo),
Benedict Wong ha rivelato a Collider di essere nel
cast di Avengers: Endgame, il quarto
capitolo sui Vendicatori che arriverà nelle sale il prossimo
aprile.
L’attore era stato avvistato sul set del film, e le recenti
dichiarazioni sembrano confermarne la presenza:
“Sì, durante le riprese di
Deadly Class stavo girando anche Avengers 4. Normalmente sarebbe
stato un incubo logistico a causa del mio look, i capelli e il
resto, ma abbiamo trovato una soluzione ed è stato grandioso. Sono
grato di poter lavorare in due produzioni dei fratelli Russo,
perché tutti i problemi sono stati semplificati“.
L’ultima apparizione del personaggio
risale al primo atto di Avengers: Infinity War, dove
l’avevamo visto al fianco di Doctor Strange, Bruce Banner e Tony Stark per
cercare di proteggere la gemma del tempo custodita a New York.
Ovviamente il fatto che Wong torni in scena non significa che sia
sopravvissuto allo schiocco, ma che potrebbe ripresentarsi in uno
dei probabili viaggi nel tempo.
Arriva da Twitter la prima immagine,
forse ufficiale, del costume che Jake Gyllenhaal
indosserà in Spider-Man: Far From Home
interpretando uno dei villain annunciati del film, Mysterio.
La partecipazione dell’attore al
sequel di Homecoming era stata tenuta nascosta
fino all’ultimo momento, salvo poi rivelarsi al pubblico durante il
panel dei Marvel Studios al recente Comic-Con di San
Paolo, Brasile.
Non abbiamo ulteriori dettagli sul
personaggio, tuttavia era stato lo stesso Gyllenhaal ad anticipare
che “Indossare quel costume è stato incredibile, perché
è straordinario, dotato di tantissimi segreti che non
posso svelare. Per ora vi dico che si illumina con vari
colori…“
Spider-Man: Far From
Homeè stato diretto ancora una volta
da Jon Watts ed uscirà nelle sale
il 5 luglio 2019.
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di Michelle.
Secondo IMDb, nel cast sono presenti
anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L.
Jackson e Cobie Smulders.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron Spider.
vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Miley Cyrus e Liam
Hemsworth hanno confermato le loro nozze segrete,
celebrate durante i giorni precedenti a Natale, sembra il 23
dicembre. I due hanno pubblicato sui rispettivi account social le
immagini dal matrimonio, lei in abito bianco e lui in completo
scuso, mentre si abbracciano e si baciano.
Il coronamente di questo amore
sembra il lieto fine (o lieti inizio, a seconda dei punti di vista)
di una fiaba cominciata quando i due erano ancora molto giovani.
Dopo anni di fidanzamento, Miley sembrava aver lasciato Liam per
dare sfogo alla sua vena creativa. Sono stati anni in cui la
cantante e attrice si è scrollata di dosso con decisione l’immagine
di icona Disney, votandosi a un look e a comportamenti
apparentemente trasgressivi che hanno fatto storpiare più di un
naso.
Miley Cyrus e Liam Hemsworth si sono
sposati
Dopo questa fase, però, l’amore è
esploso di nuovo tra Miley e Liam e sono in molti a sospettare che
la separazione sia stata soltanto di facciata, per permettere alla
Cyrus di compiere un percorso di immagine che poi le è servito da
un punto di vista della carriera. Ma c’è chi sospetta che Liam sia
sempre stato lì per lei, e viceversa, e che queste nozze siano il
naturale completamento di un amore che dura ormai già da dieci
anni.
Secondo il sito Just Jared, i due avevano
pianificato di sposarsi nella loro villa a Malibu, sul mare,
tuttavia dopo che gli incendi che hanno funestato quella zona hanno
distrutto la loro casa (e quelle di molte altre star), i due hanno
optato per la loro casa a Franklin, nel Tennessee.
“Avevano pianificato di sposarsi
a Malibu durante le vacanze, quando le loro famiglie erano tutte
insieme. Dopo che la loro casa è stata distrutta dal fuoco, si sono
trasferiti nella casa di Miley, nel Tennessee”, ha riferito
una fonte.
Marvel Entertainment ha
pubblicato un nuovo spot tv di Captain Marvel in cui rivediamo le
principali immagini viste nei trailer precedenti e abbiamo anche la
possibilità di dare uno sguardo prolungato all’eroina protagonista
nella forma di Binary, o almeno
quella che sembra tale.
Di seguito lo spot con Brie
Larson e Samuel L. Jackson che, a quanto
visto finora, avrà un ruolo molto importante nella storia.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Le storie di Alexandre
Dumas sono parte integrante dell’adolescenza o addirittura
dell’infanzia di molti adulti che oggi, alla notizia dell’arrivo al
cinema dei Moschettieri del Re di
Giovanni Veronesi, avranno un sussulto e saranno
spinti da un moto nostalgico a pagare il biglietto per vedere su
grande schermo la “penultima avventura” di Athos, Porthos, Aramis e
D’Artagnan.
A metà strata tra 20 anni dopo
e Il visconte di Gragelonne, Veronesi racconta dei quattro
moschettieri che, dopo tanti anni di abbandono, vengono richiamati
alle armi dalla Regina Anna, per compiere un’ultima missione:
ostacolare i piani di Mazarino che perseguita gli Ugonotti, in fuga
verso le coste inglesi. Prestissimo però ci accorgiamo che il
pretesto letterario diventa solo un’abito che nasconde l’omaggio al
cinema italiano, e in particolare al Brancaleone di
Monicelli.
I quattro spassosissimi
protagonisti,
Pierfrancesco Favino,
Rocco Papaleo,
Sergio Rubini e Valerio Mastandrea, non fanno nulla per
mascherare la loro inflessione dialettale, tranne il finto accento
francese di Favino, che diventa un potente mezzo comico
per tutto il film. Nonostante la caratterizzazione regionale, la
geografia del posto è completamente assente, e nonostante la
missione ben precisa affidata ai moschettieri, questi si aggirano
quasi distrattamente per campagne e paesi, apparentemente senza uno
scopo.
Nonostante la dichiarata natura
fiabesca del film, con buona pace del pretesto storico,
Moschettieri del Re è completamente privo di
riferimenti, di coordinate. I protagonisti sono vecchi e
acciaccati, caratteristica che diventa portante nella narrazione di
ognuna delle gag comiche trai quattro: D’Artagnan è diventato
allevatore di maiali e porta con sé l’olezzo del mestiere; Athos è
completamente abbandonato ai suoi vizi, roso dalla sifilide e
completamente smemorato; Porthos è un alcolizzato stanco, disilluso
e arrugginito; Aramis, il guardiano dell’etica del gruppo, è
diventato frate per fuggire ai debiti di gioco ma non riesce a
tenersi fuori dalla battaglia.
Nonostante la natura poco coesa
della storia e un finale così pretestuoso da lasciare increduli,
quello che davvero manca nel film è una visione registica
d’insieme. Veronesi non si dimostra all’altezza, delle scene
d’azione soprattutto, e non riesce a dare coesione a quelle di
gruppo, affidandosi troppo spesso a riprese dall’alto che tentano
addirittura di dare una dimensione epica all’avanzata a cavallo dei
protagonisti.
I Moschettieri del
Re non manca di alcune trovate divertenti, come l’utilizzo
di Prisencolinensinainciusol di Adriano
Celentano, e i siparietti comici, spesso improvvisati,
trai quattro istrioni, ma rimane un film confuso, senza struttura
e, soprattutto nel finale, immotivatamente ambizioso nel suo
accennare una riflessione sul fenomeno dell’immigrazione, in
maniera abbozzata e semplicistica.
Dopo tante commedie italiane, più o
meno tutte simili, con ben poco di natalizio se non la data di
uscita in sala, Lucky Red, Rai Cinema e 3
Marys Entertainment offrono al pubblico italiano il frutto
della loro nuova collaborazione, La Befana vien di
Notte, diretto da Michele Soavi, che
torna al cinema dopo dieci anni, e interpretato da
Paola Cortellesi e Stefano Fresi, un film che ha invece molto a
che fare con la tradizione festiva, quella italiana, in
particolare.
La storia di La Befana vien
di Notte, ideata e scritta da Nicola
Guaglianone, sfrutta infatti la tradizione della Befana,
una figura tutta italiana che allunga di qualche giorno il periodo
festivo, che comincia con le celebrazioni natalizie. Lo
sceneggiatore punta sulla fiaba, la contamina con atmosfere cupe e
aggiunge le suggestioni del cinema per ragazzi degli anni ’80. I
protagonisti sono infatti dei ragazzini che si sentono chiamati a
una missione di salvataggio, quando scoprono che la loro maestra,
che di notte si trasforma nella vecchina “con le scarpe tutte
rotte”, è stata rapita.
La Befana vien di Notte, il
film
Purtroppo però Guaglianone scrive
una fiaba senza pathos, senza un antagonista che faccia paura,
senza la cattiveria che rende il trionfo dei buoni più gustoso
(trionfo inevitabile, a quanto pare), non abbraccia in pieno il
fantasy, punto di partenza di questa storia, e il risultato è un
appiattimento degli spunti che poteva offrire un film di genere nel
panorama cinematografico italiano.
A poco serve la perizia del regista
Soavi, che torna in sala dopo Il sangue dei vinti
(2008). La regia non basta a salvare una scrittura “di sicurezza”
che evita ogni complicazione e si tuffa nel citazionismo, passando
dagli ormai immancabili Goonies, fino a
E.T., senza però possedere il coraggio di
abbandonarsi al genere e sfruttarne le potenzialità, raccontando
cioè una fiaba edulcorata che esula dalla gloriosa tradizione del
genere narrativo, che invece gode di complessità, stratificazione e
gradi di lettura di diversa profondità.
Nemmeno per un istante siamo in
pena per i giovani protagonisti o per la Befana/maestra rapita; le
scenografie curate non bastano a mantenere credibile l’atmosfera;
l’incoerenza di molti passaggi di trama rende ancora più manifesta
la fretta con cui il progetto sembra confezionato. A nulla serve
che la
Cortellesi e
Fresi siano due volti noti, amati e capaci, La
Befana vien di Notte non riesce a scrollarsi di dosso la
mediocrità del cinema italiano fatto senza ispirazione e senza il
coraggio di abbracciare davvero il genere e rispettarne i
canoni.
L’intenzione di realizzare un
fantasy che comprende, per sua stessa natura, dei momenti cupi, si
infrange contro la necessità, forse produttiva, di rendere il film
più accessibile possibile a larghissime fette di pubblico. Il
risultato è però approssimativo e non sfrutta certo le intuizioni
di partenza che potevano essere abbracciate con più convinzione, a
partire dalla fase di sceneggiatura.
Il costume, per un supereroe, è
importantissimo e, nel corso di dieci anni di Marvel Cinematic Universe,
i protagonisti hanno indossato diverse uniformi, alcune più belle
di altre. Ecco di seguito quelle che vorremmo rivedere in
Avengers: Endgame.
Vedova Nera (Captain America: The
Winter Soldier)
Il costume del fumetto di
Vedova Nera sembra abbastanza semplice, tuttavia, la creazione di
un vero costume funzionale è una questione completamente diversa. A
volte i progetti semplici non si traducono in costumi semplici.
Fortunatamente, questo non è stato il caso di Vedova Nera.
Mentre la maggior parte dei suoi
costumi sono abbastanza riusciti, quello che indossava in Captain America: The Winter
Soldier vince tutto. È elegante, ricorda il costume del
personaggio dei fumetti ed è magnifico sullo schermo. Si tratta di
una tuta molto semplice nel design, i guanti di Natasha e la fibbia
della cintura spiccano. Qui speriamo di vedere di nuovo questo
costume.
Captain America (Captain America:
Il Primo Vendicatore)
Capitan America ha avuto
alcuni costumi interessanti nella sua lunga storia nel MCU. Il suo ultimo costume in
Avengers: Infinity War
sembrava trarre ispirazione dal suo altro alter-ego dei fumetti,
Nomad. Il costume blu scuro senza il motivo a stelle e strisce è
molto diverso dal costume di Cap che abbiamo visto in
Captain America: Il Primo Vendicatore.
Sì, c’è anche il costume USO, ma
stiamo parlando di quello che Howard Stark ha progettato per Steve.
È un costume iconico, tra i migliori del MCU, e ci piacerebbe vederlo in
Avengers: Endgame.
Captain America (Avengers: Age of
Ultron)
D’altra parte, il costume
di Captain America di Avengers: Age of Ultron è
uno dei migliori look di Steve. In Age of Ultron,
Steve sfoggia un completo nuovo di zecca, per gentile concessione
di Tony Stark. Naturalmente, la tuta presenta alcuni aggiornamenti
tecnologici, come lo scudo elettromagnetico che consente a Steve di
richiamarlo.
Per quanto riguarda l’aspetto, è una
combinazione della Stealth Uniform con una tuta moderna più
pratica. I colori sono della giusta tonalità, l’iconografia della
bandiera è facilmente riconoscibile e tutto si integra bene. È uno
dei migliori look di Steve Rogers nel MCU e sarebbe sicuramente
fantastico vederlo di nuovo.
Vedova Nera (Iron Man 2)
Iron Man 2 ci ha presentato
uno dei membri principali dei Vendicatori, Vedova Nera. Fury manda
Natasha ad infiltrarsi nelle industrie Stark per tenere d’occhio
Tony Stark e valutare il suo essere adatto o meno al progetto
Vendicatori. Quando finalmente si rivale a Tony Stark, Natasha
indossa la sua uniforme dello S.H.I.E.L.D.
Questo è stato il primo costume di
Vedova Nera nel MCU ed è uno dei suoi migliori
look. È un completo semplice, aderente e completamente nero con due
linee grigie che corrono lungo la sua parte anteriore. Il costume è
inoltre dotato di una cintura e di guanti. È accurato secondo i
rferimenti dei fumetti e ha un bell’aspetto sullo schermo.
Star-Lord (Guardiani della
Galassia)
Il costume di Star-Lord non
assomiglia a quello che i fan si aspettavano se lo confrontiamo con
i fumetti originali. Ma, nel caso del leggendario fuorilegge Peter
Quill, questa non è una brutta cosa. Al contrario,
l’interpretazione Marvel Cinematic Universe
del personaggio è di gran lunga superiore alla sua controparte a
fumetti per molti aspetti, incluso il costume.
I due costumi che abbiamo visto
indossare a Star-Lord nel MCU sono abbastanza simili. La
giacca è un po’ diversa nel Vol. 2 e
Avengers: Infinity War e preferiamo semplicemente
quello del primo film dei Guardiani. Ha un’aura da rockstar più
sicura di sé, a differenza di quella nuova che assomiglia di più ad
una divisa.
Scarlet Witch (Avengers: Age of
Ultron)
Alla fine di
Avengers: Age of Ultron abbiamo colto un breve
sguardo sul nuovo costume di Wanda Maximoff. Dopo aver passato
l’intero film in abiti civili, Wanda indossa un abito da super eroe
nel momento in cui scopriamo che è stata reclutata come membro
permanente dei Vendicatori. Tuttavia, la volta successiva che
abbiamo visto Scarlet Witch in Captain America: Civil
War, indossava ancora una volta vestiti che sembravano
normali.
La ragione di questa scelta è che i
fratelli Russo pensavano che fosse troppo presto per Wanda per
scendere in campo ufficialmente, visto che si stava ancora
adattando alla sua nuova situazione. Bene, a questo punto, dopo
tutto quello che ha passato Wanda, adesso può essere pronta a
indossare il suo costume da Scarlet Witch. Quindi, se Wanda tornerà
in Endgame, speriamo di vederla ancora una volta in un vero costume
da supereroe.
Thor (Thor: Ragnarok)
Tutti inneggiano a Taika
Waititi, salvatore di Thor. Il regista non solo ha realizzato il
miglior film di Thor nel franchise, ma ha anche trasformato Thor in
un personaggio molto più interessante, e ha dato al Dio del Tuono
il suo costume più bello, fino ad oggi. Partendo dai “rimasugli”
del costume regale che Thor ha indossato fino a Ragnarok, il
personaggio di Waititi indossa un’armatura da gladiatore.
Il costume che Thor indossava in
Ragnarok aveva un design abbastanza semplice, con il marrone come
colore principale. L’enorme mantella dei costumi precedenti è stata
sostituita da una mezza cappa. Il risultato è uno dei costumi più
belli della MCU.
Iron Man (Iron Man 2)
La prima armatura Iron Man
progettata pensando alla portabilità e alla facilità di accesso,
l’Iron Man MK V, potrebbe essere la più bella armatura del
Vendicatore mai vista nel MCU. Il cosiddetto “Football”
assomiglia a una normale valigetta, ma questa si trasforma in
un’armatura. L’abbiamo vista in Iron Man 2 quando
Whiplash attacca Tony durante il Circuit de Monaco.
Al di là della confezione e del
concetto di portabilità, l’armatura in sé sembra molto bella, con
argento e rosso bilanciati e con un aspetto per niente ingombrante.
Non siamo alla eprfezione della tecnologia vista in Infinity War,
ma sicuramente è un bel momento per l’evoluzione dell’armatura di
Tony Stark.
Iron Man (Captain America: Civil
War)
In oltre un decennio di
film Marvel Studios, abbiamo visto innumerevoli
armature di Iron Man. Con ogni nuovo modello, abbiamo avuto un
nuovo look e alcuni aggiornamenti interessanti. In Captain
America: Civil War, abbiamo visto la prima armatura Iron
Man con un casco pieghevole. L’armatura sembrava elegante ma
conservava ancora l’aspetto tradizionale, a differenza di quella
vista in Infinity War.
Iron Man MK XLVI è per lo più rosso
con le placche dorate complementari e sembra incredibile. A parte
l’elmetto pieghevole, questa armatura ha introdotto più reattori
Arc in miniatura, oltre a una costruzione più snella e aderente.
Questa armatura è un esempio dell’artigianato di Tony al suo
apice.
Spider-Man (Spider-Man:
Homecoming)
In Avengers:
Infinity War, Peter Parker ha indossato un costume
iconico, l’adattamento live-action della tuta di Iron Spider dai
fumetti. La tuta è equipaggiata con spider-arms e l’ultima
tecnologia di Tony Stark. Tuttavia, mentre sono innegabili i
vantaggi che offre, sembra ancora innegabile, o forse nostalgico,
che la tuta che Peter indossa in Homecoming sia molto più
bella.
Equipaggiata con una cintura
pratica, Karen (la sua intelligenza artificiale) e tutti i tipi di
aggeggi, la tuta di Peter di Spider-Man: Homecoming è uno
dei costumi più fedeli ai fumetti e accurati nel MCU. Questa tuta è il classico look
di Spidey ed è impossibile non amarla.