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Martin Scorsese trollato dalla figlia sulla questione Marvel

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Martin Scorsese trollato dalla figlia sulla questione Marvel

La figlia di Martin Scorsese, Francesca, ha voluto prendersi gioco del padre e lo ha fatto in maniera decisamente sarcastica. In che modo? Incartando i suoi regali di Natale con della carta a tema Marvel!

Siamo tutti a conoscenza della lunga controversia iniziata quando il leggendario regista di Taxi Driver e Toro Scatenato ha condiviso la sua opinione in merito ai film della Casa delle Idee, etichettandoli come “non cinema”. Controversia che ha visto coinvolti anche altri importanti esponenti dell’industria cinematografica hollywoodiana e che si è poi appianata con una lungo editoriale scritto dallo stesso Scorsese e pubblicato sulle pagine del New York Times, in cui il regista di The Irishman ha chiarito la sua posizione in merito una volta per tutte.

Adesso, una delle persone che sicuramente conosce Martin Scorsese meglio di chiunque altro, ha aspettato il momento giusto per offrire a tutti coloro che si sono appassionati alla vicenda la miglior replica possibile, rispondendo alla “diatriba” con l’arma più potente di tutte: l’ironia.

Francesca Scorsese, giovane attrice apparsa in numerosi cortometraggi e anche in alcuni film di suo padre (tra cui The Aviator e The Departed), è attualmente impegnata sul set con Luca Guadagnino per le riprese della miniserie We Are Who We Are. Come portato all’attenzione da un utente di Twitter, Francesca ha condiviso una storia su Instagram nella quale ha mostrato i regali comprati per papà Martin in occasione delle festività natalizie, coperti con carta da regalo a tema Marvel.

Come avrà reagito Martin Scorsese? Si sarà divertito a strappare via le immagini di Iron Man, Captain America e Hulk? Sarebbe stato interessante e sicuramente divertente vedere anche la sua reazione…

Di sicuro, in famiglia sembrano non prendere le cose troppo sul serio e, soprattutto, sanno come mantenere vivo lo spirito del Natale! Di seguito uno screenshot della storia che testimonia l’originalissima idea messa in pratica da Francesca:

Fonte: ScreenRant

Martin Scorsese tra Sinatra, Silence e The Irishman

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Martin Scorsese si prepara per dirigere il dramma finanziario The Wolf of Wall Street, ma un altro dei suoi tanti progetti si sta avvicinando alla fase di produzione, infatti, la Universal Pictures ha voluto Billy Ray (State of Play) per scrivere la sceneggiatura del biopic Sinatra. Ancora poco si sa circa la trama del film o quali aspetti della vita di Sinatra vedremo rappresentati sullo schermo e tanto mento ci sono notizie sull’attore che potrebbe interpretare una tale icona, ma sappiamo tutti che in questi ultimi anni Scorsese ha dimostrato di essere un grande fan di Leonardo DiCaprio e che potrebbe essere uno dei papabili al ruolo.

Dopo Hugo Cabret, Scorsese era finalmente pronto per affrontare il dramma su un sacerdote gesuita del 17° secolo. Silence, progetto in fase di elaborazione da svariati anni e anche uno dei più voluti dal regista statunitense, tuttavia, per ragioni ancora sconosciute, correva voce che il produttore di Hugo Cabret, Graham King, ha progettato la realizzazione e il finanziamento sia del film che del regista ma non si sono più avute informazioni sugli accordi definitivi. Oltre a Silence e Sinatra, Scorsese sta sviluppando il dramma The Irishman che vede protagonisti Robert De Niro e Al Pacino ma ancora nessuno è stato ingaggiato per scrivere lo script.

A questo punto non si sa quale dei tre progetti  sarà il prossimo per Scorsese appena si concluderanno le riprese di The Wolf of Wall Street, ma  si accettano scommesse!

Fonte: Collider

Martin Scorsese sulla bocciatura di Leonardo DiCaprio agli Oscar: “La sua performance resisterà”.

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Martin Scorsese afferma che l’interpretazione di Leonardo DiCaprio in Killers of the Flower Moon “resisterà ancora” nonostante la mancata candidatura all’Oscar per il ruolo. Parlando con Variety, Martin Scorsese ha reagito al recente rifiuto dell’Oscar per l’attore protagonista di Killers of the Flower Moon.

Riguardo all’interpretazione di DiCaprio, Scorsese ha dichiarato: “Si è spinto così a fondo nelle complessità e nelle contraddizioni di un uomo così debole, così malleabile, che ha fatto cose indicibili, ma che ha anche amato veramente sua moglie. Leo ha creato senza paura un vero Uomo Qualunque… un Uomo Qualunque che la gente non vuole riconoscere. E questo resterà nel tempo“.

Lily Gladstone, che interpreta Mollie Kyle in Killers of the Flower Moon, ha anche detto che i suoi genitori erano “arrabbiati” quando hanno scoperto che DiCaprio non era stato nominato. Ha aggiunto: “DiCaprio è stato il primo a mandarmi un messaggio di congratulazioni, con tanto di coriandoli. Gli ho detto quanto fossimo tutti sconvolti. La mia nomination è in parte uguale alla sua. Non avrei potuto fare quello che ho fatto senza la sua generosità come attore e come essere umano“.

Quali nomination agli Oscar ha ricevuto Killers of the Flower Moon?

Anche se non ha ottenuto la nomination all’Oscar per l’attore protagonista, Killers of the Flower Moon ha comunque ottenuto le nomination all’Oscar per il miglior film (Dan Friedkin, Bradley Thomas, Scorsese e Daniel Lupi, produttori), attore non protagonista (Robert De Niro), attrice protagonista (Lily Gladstone), Fotografia (Rodrigo Prieto), Costumi (Jacqueline West), Regia (Martin Scorsese), Montaggio (Thelma Schoonmaker), Musica (colonna sonora originale) (Robbie Robertson), Musica (canzone originale) (Wahzhazhe (A Song For My People), musica e testi di Scott George) e Scenografia (Jack Fisk e Adam Willis).

Tra i nominati per Attore protagonista, invece, figurano Bradley Cooper per Maestro, Colman Domingo per Rustin, Paul Giamatti per The Holdovers, Cillian Murphy per Oppenheimer e Jeffrey Wright per American Fiction. Killers of the Flower Moon è attualmente disponibile in streaming su Apple TV+.

Martin Scorsese sui blockbuster: “Il pericolo è rappresentato dagli effetti sulla nostra cultura”

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Martin Scorsese continua ad avere giudizi negativi sui blockbuster ei successi moderni e l’era dello streaming. In una recente intervista con GQ, il regista di Taxi Driver e The Wolf of Wall Street e l’imminente Killers of the Flower Moon si è espresso ancora una volta contro ciò che i film di successo e i film in franchising di fumetti stanno attualmente facendo all’industria di Hollywood. Il pericolo è quello che sta facendo alla nostra cultura“, ha detto. “Perché ci saranno generazioni ormai che penseranno che i film siano solo quelli: ecco cosa sono i film.”

Quando l’intervistatore ha sottolineato che probabilmente le persone già ci credono, Martin Scorsese ha continuato: “Lo pensano già. Ciò significa che dovremo reagire più forte. E deve provenire dal livello di base. Deve venire dagli stessi registi. E avrai, sai, i fratelli Safdie, e avrai Christopher Nolan , capisci cosa intendo? E colpiscili da tutti i lati. Colpiscili da tutti i lati e non arrenderti. Vediamo cosa hai ottenuto. Vai là fuori e fallo. Vai a reinventare. Non lamentarti di questo. Ma è vero, perché dobbiamo salvare il cinema”.

Parlando ulteriormente con GQ dell’era dello streaming, Martin Scorsese ha affermato di non classificare i “contenuti prodotti” come cinema. Ha continuato: “È quasi come se l’intelligenza artificiale realizzasse un film. E questo non significa che non ci siano registi incredibili e addetti agli effetti speciali che realizzano bellissime opere d’arte. Ma cosa significa? Cosa ti daranno questi film? A parte una sorta di consumazione di qualcosa e poi eliminandolo dalla tua mente, da tutto il tuo corpo, sai? Allora cosa ti dà?”

Martin Scorsese, che ha combattuto attivamente per la conservazione e il restauro dei film durante tutta la sua carriera, ha fatto commenti simili in passato. Nel 2019, Scorsese ha paragonato il Marvel Cinematic Universe ai “parchi a tema”. Ha detto all’Empire Magazine che crede che i film Marvel non siano “il cinema di esseri umani che cercano di trasmettere esperienze emotive e psicologiche a un altro essere umano Quando i suoi commenti sono diventati virali, Martin Scorsese ha scritto un articolo per il New York Times spiegando perché non gli interessano i film Marvel. “Perché non lasciare che i film sui supereroi e altri film in franchising lo siano? Il motivo è semplice”, ha scritto. “In molti posti in questo paese e in tutto il mondo, i film in franchising sono ora la tua scelta principale se vuoi vedere qualcosa sul grande schermo. È un momento pericoloso per il cinema e ci sono meno sale indipendenti che mai. L’equazione si è capovolta e lo streaming è diventato il sistema di distribuzione principale. Eppure, non conosco un solo regista che non voglia progettare film per il grande schermo, da proiettare davanti al pubblico nelle sale”. L’ultimo film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon , uscirà nei cinema e in IMAX negli Stati Uniti il ​​20 ottobre 2023.

Martin Scorsese suggerisce di non guardare The Irishman sullo smartphone

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Poco prima dell’arrivo di The Irishman su Netflix, Martin Scorsese aveva rilasciato un’intervista al noto giornalista americano Peter Travers durante il quale aveva affrontato una questione particolare spinosa: è possibile fruire della visione di un prodotto audiovisivo attraverso lo schermo di uno smartphone?

All’epoca dell’intervista, Scorsese aveva dichiarato: “Non ci ho mai pensato. Negli ultimi 20 anni ho fatto film sia per la televisione che per il cinema, in termini di dimensioni dello schermo, intendo… ma mai per il telefono. Non saprei neanche come fare. Mi piacerebbe, ma non so come si fa. È una cosa che non capisco. Sono consapevole che ci sono film concepiti anche per quel tipo di dispositivo, ma mi sento di suggerire, se qualcuno dovesse avere voglia di guardare un mio film o il film di qualsiasi altro regista, di non guardarlo su un telefonino. Guardatelo su un iPad… un iPad grande, almeno!”. 

Le dichiarazioni di Martin Scorsese sono balzate nuovamente all’attenzione negli ultimi giorni, quando Ryan Reynolds – in occasione della promozione di 6 Underground, il nuovo film di Michael Bay disponibile sempre su Netflix da oggi – ha avuto modo di commentarle alle pagine di Variety. La star di Deadpool avrebbe dichiarato: “Dovresti poter guardare quel che c***o ti pare su qualsiasi c***o di dispositivo che ti pare. È così che vanne le cose”. 

A quanto pare, però, le parole dell’attore sono state totalmente fraintese! È stato infatti lo stesso Reynolds a riprendere l’articolo di Variety sul proprio profilo Twitter e a specificare – sempre con la tradizionale ironia che lo contraddistingue – che le sue dichiarazioni non erano nella maniera più assoluta una risposta a quelle di Scorsese: “Più che altro stavo parlando delle preferenze del pubblico”, ha scritto Ryan Reynolds su Twitter. “Non volevo mancare di rispetto a Martin Scorsese, Variety! Ma sono comunque emozionato per quella che credo sarà l’unica volta che il mio nome e quello di Scorsese appariranno insieme sui titoli dei giornali.”

LEGGI ANCHE – The Irishmanrecensione del film di Martin Scorsese #RomaFF14

Martin Scorsese su The Wolf of Wall Street

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Martin Scorsese su The Wolf of Wall Street

Martin Scorsese ha dichiarato che il collasso economico del 2008 lo ha portato a realizzare The Wolf of Wall Street.Il film è venuto dalla mia frustrazione per le irregolarità del mondo finanziario – ha dichiarato il regista sabato scorso, al panel ‘Meet the Nominees’ al DGA Theatre – Continuavo a dire che volevo fare un film feroce“.

Scorsese ha dato credito a Matthew McConaughey per la sua improvvisazione in una delle prime scene con Leonardo DiCaprio al sesto giorno di riprese, nella quale l’attore ha reso necessario un ampliamento al di là di quello che era scritto in sceneggiatura.

Riguardo alle scene di orge invece Scorsese ha sottolineato che, in linea con le sue intenzioni, quelle non avevano nulla a che fare con il desiderio o con velleità voyeuristiche, ma che “tutto riguarda il potere, loro lo fanno purché possono”.

The Wolf of Wall Street è scritto da Terence Winter e diretto da Martin Scorsese. Nel film accanto a Leonardo DiCaprio ci sono Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler, Rob Reiner, Jon Bernthal, Jon Favreau e Jean Dujardin.

Questa la trama del film: Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall Street, viene condannato a 20 mesi di carcere dopo aver rifiutato di collaborare alle indagini su di un massiccio caso di frode atto a svelare la diffusa corruzione vigente negli anni ’90 a Wall Street e nel mondo bancario americano. Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro autobiografico di Jordan Belfort. La pellicola segna la quinta collaborazione tra Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio.

Fonte: Variety

Martin Scorsese su The Irishman, Netflix, la produzione a Hollywood e i cinecomic #RomaFF14

Dopo la presentazione in anteprima al New York Film Festival, Martin Scorsese ha finalmente cominciato a portare in giro per il mondo The Irishman, il film che lo vede riunito con Robert De Niro, a 23 anni da Casino e in cui dirige per la prima volta Al Pacino. Un vero e proprio evento per gli amanti del grande cinema, un appuntamento imperdibile nelle sale italiane dal 4 al 6 novembre, in attesa di vederlo poi su Netflix a partire dal 27 novembre.

Ma da dove parte il desiderio di fare questo film? Martin Scorsese non ha esitazione: “Credo che abbia a che fare con la volontà mia e di Robert De Niro di fare un altro film. L’ultima volta che abbiamo lavorato insieme è stato con Casino, nel 1995 e negli anni abbiamo sempre cercato il soggetto e il personaggio giusto. Poi gli è stato dato questo libro, intitolato I Heard You Paint Houses e, dopo averlo letto, quando mi ha descritto questo personaggio e l’emozione che ha esibito descrivendolo era sufficientemente articolata per suggerirmi che si trattava di qualcosa di speciale. Dalla sua reazione al personaggio ho sentito che doveva essere qualcosa su cui potevamo lavorare, avevamo la possibilità di lavorare sull’intero arco di una vita, sull’amore, il tradimento, il rimorso e infine il senso di mortalità di tutti noi.”

La chiave di lettura del film ci è data, secondo Scorsese, dal fatto che le storie sono attuali se lo sono i sentimenti che esse raccontano: “I film non devono essere ambientati oggi per essere contemporanei, perché la cosa che è davvero contemporanea è la condizione umana, il conflitto morale. Si mette in atto nel passato, qualunque esso sia, ma riguarda l’esperienza umana e credo che alcuni aspetti di esso si connettano con le persone, soprattutto dei particolari conflitti di questo personaggio, in bilico tra moralità e immoralità, che potrebbero renderlo accessibile alle persone.”

A dispetto dell’ambientazione mafiosa, The Irishman ha come sentimento dominante la malinconia: “È tutta lì, ma è una malinconia confortevole. Il personaggio di Frank allontana la famiglia, viene lasciato solo, tutti i conflitti, tutta la violenza della sua vita sono scivolati via, nessuno li ricorda più. La malinconia è nell’accettare che morire fa parte del vivere.”

Reunion con Bob De Niro, prima volta con Al Pacino

Uno degli aspetti che più interessa ai fan del grande maestro newyorkese è senza dubbio il fatto che sia tornato a lavorare con De Niro e Joe Pesci, e che questa sia la prima volta, nel corso di una lunga carriera, che dirige Al Pacino. “Bob e Al Pacino hanno lavorato insieme con grande sintonia, tra loro si è sviluppata una magia che deve nascere dalla loro conoscenza reciproca. Volevano essere sempre presenti alle riprese, e non accettavano di fermarsi e andare a riposare, anche se erano stanchi.” e il film invero restituisce quella grande complicità.

In molti sono rimasti sorpresi alla notizia che sarebbe stato Netflix a produrre The Irishman, visto che Scorsese ha più volte difeso l’importanza della sala rispetto allo streaming e alla visione domestica, ma sembra che le circostanze e il nuovo sistema produttivo a Hollywood abbiano letteralmente spinto il regista tra le braccia dell’azienda: “Il film non ha richiesto molto tempo per le riprese, ma molto per gli effetti, è un esperimento ed era l’unico modo di fare il film, per noi, perché altrimenti avrei dovuto girare metà film con attori più giovani, e non volevo questo. Se fossi stato 20 anni più giovane, forse lo avrei fatto, ma ora avevo voglia di fare un film con i miei amici. Così, è entrato in gioco Netflix. A Hollywood non avrei mai potuto trovare i soldi per fare un film del genere, ma Netflix mi ha supportato finanziariamente, incluso questo esperimento, le riprese, la post produzione, e tutta la libertà creativa di cui avevo bisogno. Oltre i sei mesi di post produzione per la CGI, sono sei mesi in ritardo per tutto.”

E poi rincara la dose, scagliandosi contro lo stesso sistema produttivo americano che sembra non voler più sostenere il cinema di determinati autori: “Prima di poter vedere un film al cinema, bisogna poter vedere il film, cioè il film deve essere realizzato. Poi, che lo vediate al cinema, in streaming, in tv, i ragazzini lo guardano sull’ipad o sul telefono, non so. Per poterli vedere, devono essere realizzati. Per i film che ho fatto nella mia carriera, c’era sempre una variabile che mi permetteva di farli, poteva essere il potere di una star, De Niro o DiCaprio. Ma i tipi di film che io faccio non si possono fare più, se avessi 30 anni di meno non sarei capace di fare un film a Hollywood.

Gli ultimi 10 anni fare film per me è diventato difficilissimo, anche in questo caso, con Bob è stato complicato realizzare qualcosa che volevamo fare dal 1970. Nessuno ci dava i soldi e poi Netflix si è fatto avanti e ci ha finanziati completamente. Sarà trasmesso in streaming, certo, ma sarà anche nei cinema. A New York, molti dei miei film sono stati proiettati per sole due settimane, questo rimarrà in sala quattro settimane, anche in contemporanea al servizio di streaming. Io faccio i film solo per il grande schermo e per un pubblico che sta seduto in sala, ma molti dei miei film, negli anni, sono stati visti in modi diversissimi. Alla fine non hai controllo su come il pubblico guarda i tuoi film, ma quello che penso ora è che le possibilità del cinema sono infinite, in termini di come un film può essere visto e in termini di cosa può essere considerato un film. È sempre meglio vederlo al cinema, però il film deve essere prima fatto, per essere visto.”

Martin Scorsese sul ruolo della sala e dei cinecomic Marvel

E senza nessun input, ma parlando liberamente di quello che è un vero e proprio problema per il cosiddetto cinema narrativo, Martin Scorsese torna sulla polemica mal compresa dalla stampa contro i cinecomic Marvel: “Al di sopra di tutto io spero che le sale continuino a supportare i film narrativi, come questo, fatti da grandi narratori, come Wes Anderson o Paul Thomas Anderson. Spero che questi film abbiano sale in cui li puoi vedere, dove vengano supportati. Ma adesso, i cinema sembrano supportare principalmente i film da parco a tema, i film tratti dai fumetti, che si stanno impossessando delle sale. E penso che vada bene avere quei film, ma non dovrebbero diventare quello che i giovani pensano sia il cinema.”

Un problema di produzione, di distribuzione del cinema narrativo che rischia di essere spazzato via dalla sala, che è invece il suo luogo deputato.

Quello che però davvero è interessante in The Irishman è la sua natura di esperimento tecnico, con il massiccio uso della tecnica del de-aging, che ha coinvolto il film in una fase di post produzione che è durata sei mesi: “Quando dico che The Irishman è un film sperimentale è perché abbiamo fatto davvero un esperimento e con noi la tecnologia si è evoluta, c’è stato un vero e proprio processo magico. Sul set avevamo la macchina da presa con la sua lente e poi due lenti ulteriori che servivano a registrare tutti i movimenti per utilizzare il de-aging. E la prima volta che parlammo di queste riprese e sapevamo che questo era l’unico modo di fare il film perché non volevo usare attori più giovani, ci è stato detto che dovevamo adottare i caschetti con i sensori e il green screen, e ho pensato che nessuno di loro lo avrebbe mai fatto. E l’ho detto a quelli della Industrial Light and Magic e dopo un po’ sono venuti da me con una soluzione, e abbiamo fatto un test su De Niro che ci ha restituito il 30% del risultato finale, non era perfetto ma abbiamo capito che poteva funzionare.”

Uno sforzo produttivo enorme, dunque, a cui si è sottoposta Netflix, per sue logiche aziendali, e che ha permesso a The Irishman di vedere la luce e a Martin Scorsese di realizzare il suo film con i suoi amici.

Martin Scorsese su David Bowie: “È devastante”

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Sulle pagine di EW il regista premio Oscar Martin Scorsese ricorda con affetto il compianto David Bowie, che con lui recito L’Ultima tentazione di Cristo dove i cantante interpretò Ponzio Pilato: 

È devastante pensare che David Bowie se ne sia andato. Era un artista straordinario, come pochi se ne vedono in giro. C’è una sua canzone, “Seed of Life”, che rappresenta un po’ la velocità con la quale era solito muoversi – anche la sua immagine, la sua musica, sempre in movimento. E con ogni movimento, con ogni cambiamento è riuscito a lasciare un impronta indelebile sulla cultura. Ricordo quando l’ho incontrato la prima volta, sono rimasto spiazzato. Era un uomo concentrato, tranquillo, riflessivo e molto umile. Abbiamo lavorato insieme a L’Ultima tentazione di Cristo dove interpretava Ponzio Pilato e per me è stata un’esperienza fantastica. È stato un grande artista che ha lasciato al mondo opere straordinarie.

Martin Scorsese stila una lista degli 11 film più spaventosi di sempre

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Martin Scorsese, oltre ad essere quell’immenso regista che tutti conosciamo, è anche uno dei più grandi conoscitori di cinema esistente. Il suo sapere deriva dalla passione sfrenata per la settima arte che lo ha portato a fondare nel 1990 l’organizzazione non-profit The Film Foundation, fondazione che si occupa di proteggere e preservare pellicole datate e in via di deperimento(sono già oltre 560 i film salvati in questo modo), e grazie alla quale ha avuto modo di scoprire centinaia di film.

Di recente Scorsese ha messo nuovamente in mostra le sue conoscenze stilando una lista degli undici film più spaventosi di sempre secondo il suo parere. Di seguito trovate la lista con tanto di commento del regista e trailer(o clip) tratto dal film citato:

  • The Haunting – Gli Invasati “Potrai anche non credere ai fantasmi, ma non puoi negare l’orrore!”. Era questa la tagline dello spaventoso film di Robert Wise uscito nel 1963 incentrato sulle indagini paranormali all’interno di una casa colpita da violenti episodi spiritici.
  • Il vampiro dell’Isola C’è un momento in questo film prodotto da Val Lewton che racconta la vicenda di un gruppo di persone intrappolate su un’isola durante la Guerra Civile in Grecia che non fallisce mai quando si tratta di terrorizzare il sottoscritto: diciamo solo che implica un seppellimento prematuro.

  • La Casa sulla Scogliera Un altro film, ambientato in Inghilterra, che propone una casa infestata magari un po’ più benigna, ma di sicuro non meno atmosferica di quella de Gli Invasati. Il tono è molto delicato e la trasmissione della paura è affidata al setting, alla gentilezza dei personaggi
  • Entity Barbara Hershey interpreta una donna che viene violentemente aggredita, stuprata da un’entità invisibile in una pellicola letteralmente terrificante. L’ambientazione banale – una moderna casa californiana – accentua l’inquietudine trasmessa dal lungometraggio.
  • Incubi Notturni Un classico British: quattro racconti narrati da altrettanti sconosciuti che si riuniscono all’interno di una magione di campagna. Tutti molto inquietanti e montati in una maniera che amplifica il crescendo di follia. Come La Casa sulla Scogliera pare molto giocoso… ma poi ti penetra sotto la pelle.

  • Changeling Un’altra casa infestata. Un’altra opera piena di tristezza e senso di minaccia. George C. Scott, che sta cercando di riprendersi dalla morte di sua moglie e suo figlio, scopre che nell’abitazione dove risiede alberga il fantasma di un altro bambino morto.
  • Shining Non ho mai letto il romanzo di Stephen King quindi non ho la più pallida idea di quanto il film possa o non possa essere fedele, ma Stanley Kubrick ha confezionato un lungometraggio realmente agghiacciante dove quello che non si vede o non viene compreso oscura ogni mossa dei personaggi
  • L’Esorcista Un classico, pariodiato in ogni modo, così familiare e terrificante oggi come nel giorno in cui è arrivato nei cinema. Quella stanza… Il freddo, la luce viola, la trasformazione in demone. Ti tormenta davvero
  • La Notte del Demonio Jaques Tourneur ha girato questa pellicola che racconta di antiche maledizioni verso la fine della sua carriera. Ma è così potente… E anche qua, la forza arriva non da quello che si vede, ma da quello che non si vede.
  • Suspense L’adattamento di Giro di Vite fatto da Jack Clayton è una delle rare pellicole che rendono giustizia a Henry James. E’ girato con maestria e interpretato con altrettanta bravura, senza dimenticare la fotografia immacolata di Freddie Francis. E, naturalmente, è spaventoso.

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  • Psycho Ancora una volta. E’ una pellicola così familiare che tendi a pensare che non sia più così spaventosa. Poi lo riguardi. La doccia. La palude. La relazione madre e figlio. Disturba a più livelli. Ed è un’opera d’arte.

Fonte: TheDailyBeast via BadTaste

Martin Scorsese spera di poter realizzare almeno un paio di film ancora

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Il leggendario regista Martin Scorsese, celebrato per aver realizzato e regalato al cinema capolavori come Quei bravi ragazzi, Taxi Driver, Toro scatenato, Il lupo di Wall Street e The Irishman, ha recentemente discusso della prospettiva della pensione. In un’intervista con GQ Magazine, il regista ha ricordato le incertezze che gli si profilavano davanti dopo le sfide affrontate durante le produzioni di Gangs of New York e The Aviator. Gli ostacoli finanziari e gli investimenti personali hanno infatti segnato un periodo difficile, portandolo al punto in cui ha pensato: “Non farò più film“. Per fortuna, Scorsese ha poi vinto quei pensieri, arrivando anche ad aggiudicarsi l’Oscar come miglior regista e come miglior film per il suo The Departed.

Va notato che sin dal suo film d’esordio, Chi sta bussando alla mia porta nel 1967, Scorsese ha mantenuto una routine da vero e proprio maniaco del lavoro, avendo diretto 26 lungometraggi e ricevuto centinaia di riconoscimenti tra cui ben 13 nomination agli Oscar. Avvicinandosi ora al suo 81esimo anno, il regista sembra non intenzionato a cedere e ha infatti espresso il desiderio di continuare a dirigere film fin quando potrò. “Non vedo l’ora di trovare nuove strade”, ha detto Scorsese. “È solo che, sono arrivato fino a qui. E questo è quello che faccio. È tutto qui. E se solo potessi raccogliere le energie, a Dio piacendo, per farne un altro paio, uno in più forse, e basta, ok? Questo è quello che ho capito”.

Vai avanti finché non puoi. – ha continuato a spiegare il regista – Ma quello che voglio dire è che devi strappartelo dal cranio e dalle viscere. Per scoprire cosa diavolo… cosa ritieni veramente che dovrebbe essere detto da te a questo punto della vita? Devi dire qualcosa con un film. Altrimenti che senso ha realizzarlo? Devi dire qualcosa”. Come noto, il nuovo film di Scorsese, Killers of the Flower Moon, arriverà nelle sale dal 19 ottobre. Dopo di esso, l’unico progetto confermato nel futuro di Martin Scorsese è The Wager: A Tale of Shipwreck, Mutiny, and Murder, che dovrebbe riunirlo ancora una volta con il suo ricorrente collaboratore, Leonardo DiCaprio.

Riguardo al potenziale adattamento di Marilynne Robinson’s Home, che ha subito una battuta d’arresto a causa dello sciopero della WGA, Scorsese ha invece dichiarato: “Per quanto tempo potrò essere io a dirigerlo? Ho 81 anni, ma ci proverò finché non mi solleveranno da terra“. Un altro progetto recentemente annunciato dal regista è invece un secondo film su Gesù, dopo che tale figura era da lui stata già affrontata con L’ultima tentazione di Cristo del 1987. Questo nuovo progetto, ad ora non confermato, sembra però essere stato influenzato dagli incontri del regista con Papa Francesco. Scorsese ha dunque davanti a sé ancora diversi progetti da voler realizzare e con un po’ di fortuna li si potrà davvero vedere al cinema.

Martin Scorsese sceglie il digitale

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Martin Scorsese sceglie il digitale

Martin Scorsese non girerà più film su celluloide, The Wolf Of Wall Street, il suo prossimo film con Leonardo Di Caprio, sarà dunque girato in digitale, anche se non in 3D.Ad annunciarlo è la sua montatrice storica Thelma Schoonmaker:”Sembra che Martin abbiamo perso la battaglia; è una cosa dolceamare guardare assieme a lui i film ancora in pellicola. Ne abbiamo gustato ogni momento. Ma il numero di copie che vengono stampate per l’uscita adesso è molto ridotto, e sembra che i cinema si siano convertiti molto rapidamente al digitale”.La montatrice ha anche detto che le riprese del nuovo film di Scorsese inizieranno nella seconda settimana di agosto.

Martin Scorsese sarà ospite della Casa del Cinema

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Martin Scorsese sarà ospite della Casa del Cinema

Martin Scorsese, uno dei più grandi registi della storia della settima arte, sarà ospite della Casa del Cinema. Lo annunciano Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Paola Malanga, Direttrice Artistica, con Francesca Via, Direttrice Generale.

Il maestro statunitense sarà protagonista di un incontro con il pubblico che si terrà a partire dalle ore 21 presso il Teatro Ettore Scola, la grande arena all’aperto immersa nel parco di Villa Borghese. L’evento, che sarà a ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili, avrà luogo in occasione della proiezione di Mean Streets, uno dei capolavori firmati dal cineasta, e si svolgerà grazie alla collaborazione con i Soci Fondatori della Fondazione Cinema per Roma: Roma Capitale, Regione Lazio, Cinecittà (in rappresentanza del Ministero della Cultura), Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma, Fondazione Musica per Roma e con il sostegno della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nel corso della serata, Scorsese presenterà agli spettatori la rassegna “Carta bianca”, che si svolgerà alla Casa del Cinema fino al prossimo 4 giugno in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Il programma, curato proprio dal maestro, ospiterà cinque coppie di film: a un titolo della sua straordinaria filmografia, Scorsese ha abbinato un’opera che ha costituito, per il suo lavoro, una fonte d’ispirazione. Queste le coppie di film proposte dal cineasta: Who’s That Knocking At My Door di Martin ScorseseShadows di John Cassavetes (29 maggio); Mean Streets di Martin ScorsesePrima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci (30 maggio); The Color of Money di Martin ScorseseIl sorpasso di Dino Risi (31 maggio); Goodfellas di Martin ScorseseOcean’s Eleven di Lewis Milestone (1° giugno); Cape Fear di Martin Scorsese e The Night of the Hunter di Charles Laughton (2 giugno). Le giornate del 3 e del 4 giugno ospiteranno sei repliche dei film in programma. La seconda parte di “Carta Bianca” a Martin Scorsese si terrà alla Casa del Cinema nel mese di settembre.

La giornata del 30 maggio sarà completamente dedicata a Martin Scorsese: a partire dalle ore 11, le due sale principali della Casa del Cinema (Cinecittà e Fellini) ospiteranno la proiezione dell’incontro riservato, organizzato in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, che il regista terrà il giorno precedente, lunedì 29 maggio, con gli studenti del CSC – Scuola Nazionale di Cinema. L’accesso alle sale della Casa del Cinema sarà gratuito previo ritiro coupon a partire da trenta minuti prima dell’inizio della proiezione.

Venerdì 2 giugno, Martin Scorsese sarà a Bologna, ospite della Cineteca: il regista statunitense incontrerà il pubblico venerdì 2 giugno al Cinema Arlecchino (via delle Lame, 59/a), in occasione della proiezione del suo Goodfellas – Quei bravi ragazzi, abbinata, per scelta dello stesso Scorsese, a quella di Colpo grosso, il primo Ocean’s Eleven, realizzato nel 1960 da Lewis Milestone. Questo il programma della giornata di venerdì 2 giugno al Cinema Arlecchino: alle ore 17, proiezione di Ocean’s Eleven (Colpo grosso); alle ore 20, proiezione di Goodfellas – Quei bravi ragazzi, presentata da Martin Scorsese. Il biglietto unico per entrambe le proiezioni è di 15 euro (intero) e 12 euro (ridotto).

Martin Scorsese rivela perché ha lasciato Schindler’s List a Steven Spielberg

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Prima che Steven Spielberg dirigesse il classico dramma storico del 1993 Schindler’s List, era originariamente nelle mani di Martin Scorsese. In occasione del festival di Scorsese è tornato a parlare del film e del perché alla fine ha riconsegnato il film a Spielberg. Parlando con Deadline in un profilo esclusivo, al leggendario regista è stato chiesto del film, e perché Steven Spielberg gli ha offerto la possibilità di dirigerlo. Mentre Scorsese ci è quasi riuscito, alla fine ha restituito il progetto a Steven Spielberg e ha citato l’accoglienza del suo film del 1988 L’ultima tentazione di Cristo come uno dei fattori della sua decisione.

Per Schindler’s List, ho assunto Steve Zaillian, e io e Steve abbiamo lavorato alla sceneggiatura”, ha detto Scorsese. “Stavo per dirigerlo. Ma a un certo punto ho avuto delle riserve. Non dimenticare, questo è il 1990, direi. Ho fatto L’ultima tentazione di Cristo nel 1988. Il punto centrale di quel film era iniziare un dialogo su qualcosa che è ancora importante per me, che è la natura – la vera natura – dell’amore, che potrebbe essere dio, potrebbe essere Gesù . Non sono culturalmente ambivalente qui, è quello che c’è in noi. Dio è in noi? Sono davvero così; Non posso farci niente. Mi piace esplorarlo”. Scorsese ha continuato dicendo che sentiva che la storia di Schindler’s List sarebbe stata probabilmente meglio raccontata da un vero ebreo.

“Nel caso di Schindler’s List, il trauma che avevo attraversato era tale che mi sentivo di affrontare quell’argomento… Sapevo che c’erano persone ebree sconvolte dal fatto che lo scrittore de Il diario di Anna Frank fosse gentile“, ha detto Scorsese. “Ho sentito che c’erano persone che si lamentavano di Schindler, che usava i detenuti per fare soldi con loro. Ho detto: ‘Aspetta un attimo.’ Potrei… beh, non difenderlo, ma discutere chi fosse. Penso che fosse un uomo straordinario, ma non sapevo se ero attrezzato per questo in quel momento. Non avevo la conoscenza. Ricordo che Steve Spielberg, nel corso degli anni, me ne parlava sempre. Ha mostrato il libro mentre eravamo su un aereo diretto a Cannes e ha detto: ‘Questo è il mio film oscuro e lo farò‘”.

Ho usato la frase in quel momento, “non sono ebreo“. Quello che intendevo era, è la vecchia storia secondo cui il viaggio doveva essere intrapreso da una persona ebrea attraverso quel mondo, e penso che anche Steven l’abbia imparato. Veniva da… [pausa] dov’è ambientato The Fabelmans, Phoenix? Mi ha detto che c’erano solo 200 ebrei a Phoenix. Non potevo crederci. Perché vengo dal Lower East Side e sono cresciuto con la comunità ebraica. Non ero altruista, ma per me aveva senso che fosse lui la persona che avrebbe dovuto affrontare tutto questo. Ero preoccupato di non essere in grado di rendere giustizia alla situazione“.

Martin Scorsese riceverà il premio alla carriera ai PGA 2024

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Martin Scorsese riceverà il premio alla carriera ai PGA 2024

Martin Scorsese, regista di Killers of the Flower Moon, aggiungerà alla lista infinita di premi cinematografici che ha già ricevuto il David O. Selznick Achievement Award 2024 per i suoi risultati monumentali in oltre sessant’anni di produzione, assegnatogli in occasione della 35° edizione dei Producers Guild Awards.

Il premio riconosce i produttori per il loro eccezionale lavoro nel cinema. I destinatari passati includono Steven Spielberg, Barbara Broccoli, Mary Parent, Tom Cruise, Brian Grazer, Frank Marshall, Kathleen Kennedy e George Lucas.

“Nel marzo del 1965, la PGA mi portò a Los Angeles per ricevere un premio per il mio film studentesco Non sei solo tu, Murray!” Scorsese ha ricordato. “All’epoca avevo 22 anni. Nello stesso evento è stato premiato anche un regista molto più anziano. Il suo nome era Alfred Hitchcock.” Ha continuato: “58 anni dopo, sono orgoglioso di dire che ora sono quel regista molto più anziano. E sono commosso ed estremamente onorato di ricevere un premio intitolato a una vera leggenda tra i produttori, David O. Selznick. Mi fa sentire come se avessi chiuso il cerchio.”

Il lavoro di Scorsese gli è valso tre nomination ai PGA Award e una vittoria per il suo lavoro in Boardwalk Empire, oltre a 14 nomination agli Oscar, inclusa una vittoria come miglior regista per The Departed. Oltre a Killers of the Flower Moon, Scorsese ha prodotto più di 50 film in un’ampia gamma di generi, tra cui The Irishman, Silence, Shutter Island, Hugo e The Wolf of Wall Street.

I presidenti della PGA Donald De Line e Stephanie Allain hanno detto in una dichiarazione: “La carriera pionieristica di Marty come produttore, segnata da decenni di progetti audaci e rivoluzionari, richiede di essere celebrata. La sua maestria e il suo costante impegno nel mestiere sono davvero impareggiabili. Siamo orgogliosi di onorare lui e i suoi numerosi successi cinematografici quest’anno ai PGA Awards”.

Martin Scorsese riceverà il Lumière Award

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Miglior_regia_Martin_ScorseseSarà Martin Scorsese a ricevere il Lumière Award in occasione della settima edizione del Lumière Film Festival, che si terrà a Lione dal 12 al 18 ottobre 2015. La rassegna, dedicata al cinema del passato attraverso la proiezione di film restaurati e omaggi ai cineasti che hanno fatto grande la settima arte, è organizzata dall’Institut Lumière ed è stata creata dal direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux e dal regista Bertrand Tavernier.

La cerimonia di consegna del premio si svolgerà, nello specifico, il prossimo 16 ottobre. Martin Scorsese. come cita la nota che riporta le motivazioni del riconoscimento, verrà celebrato per la sua intera biografia, ma anche per l’amore per il cinema e la battaglia che lo ha visto da sempre in prima linea per la tutela e la conservazione dei capolavori del cinema del passato; per i suoi film ma anche per i suoi documentari, per la sua passione per la musica, la gentilezza dimostrata nei confronti dei giovani registi di tutto il mondo e naturalmente anche per la sua inconfondibile risata.

Il regista di The Departed (suo unico Oscar alla regia) ha fondato nel 1990 la Film Foundation, con cui ha restaurato molti titoli  del patrimonio cinematografico mondiale ed è coinvolto con lo stesso Fremaux e la Cineteca di Bologna nel World Cinema Project, che si prefigge di salvare dall’oblio film di cinematografie considerate ai margini, come quella dell’Europa dell’Est, dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina.

Prima di Martin Scorsese, di cui si attende l’ultimo lavoro Silence, a ricevere il Lumière Award sono stati, tra gli altri, Quentin Tarantino e Clint Eastwood

Ecco il video di presentazione del premio:

Fonte: Variety

Martin Scorsese racconta: DiCaprio ha chiesto una riscrittura di Killers of the Flower Moon, dopo due anni che ci lavorava

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Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio sono stati molto schietti nelle interviste quando hanno parlato della massiccia revisione subita dalla sceneggiatura di Killers of the Flower Moon avvenuta durante lo sviluppo del film. In una nuova intervista con The Irish Times, il regista ha rivelato che lui e il co-sceneggiatore Eric Roth avevano lavorato alla sceneggiatura di “Flower Moon” per due anni interi quando DiCaprio ha contestato l’approccio alla storia.

“Io e [il mio co-sceneggiatore] Eric Roth abbiamo parlato di raccontare la storia dal punto di vista degli agenti dell’FBI che venivano a indagare”, ha detto Scorsese. “Dopo due anni di lavoro sulla sceneggiatura, Leo è venuto da me e mi ha chiesto: ‘Dov’è il cuore di questa storia?’. Avevo avuto incontri e cene con gli Osage e ho pensato: ‘Bene, ecco la storia’. Secondo noi, la storia non veniva necessariamente dall’esterno, dal Bureau, ma piuttosto dall’interno, dall’Oklahoma”.

La sceneggiatura di Killers of the Flower Moon di Scorsese e Roth è basata sull’omonimo libro di David Grann del 2017, che racconta la storia degli albori dell’FBI, quando gli agenti indagavano su una serie di omicidi nella nazione Osage negli anni ’20. Nella sceneggiatura originale, il film era raccontato dal punto di vista dell’agente dell’FBI responsabile del caso, Tom White (Jesse Plemons). In quella versione del film, DiCaprio doveva interpretare White, finché la storia non ha cambiato prospettiva e l’attore si è riservato il ruolo, molto più sgradevole, di Ernest Burkhart, un veterano della prima guerra mondiale che viene coinvolto nell’avido complotto di suo zio per derubare la nazione Osage delle sue ricchezze. La lealtà di Ernest viene messa alla prova dopo aver sposato una donna Osage di nome Mollie (Lily Gladstone). Con DiCaprio nel nuovo ruolo principale, Plemons è stato chiamato per interpretare Tom White.

Quando il team di “Flower Moon” ha deliberato che la sceneggiatura doveva cambiare prospettiva, Scorsese ha deciso di incontrare 300 membri della comunità Grey Horse dell’Oklahoma nella contea di Osage. “Ho sempre detto che se mai fossi stato coinvolto in qualcosa che avesse a che fare con gli indigeni, sarebbe stato meglio sapere chi sono le persone o, almeno, sentirmi a mio agio con loro come esseri umani”, ha detto Scorsese all’Irish Times. “Ed è quello che è successo. Quando ho incontrato per la prima volta Chief Standing Bear ero nervoso. Siamo entrati nel suo ufficio. Abbiamo iniziato a parlare. Penso che ciò di cui aveva bisogno da me era sapere che non mi sarei approfittato di lui, che non avrei sensazionalizzato la storia, in particolare la vittimizzazione degli Osage, e la violenza della storia.”

“So che un certo numero di persone nella comunità hanno sottolineato di aver visto il film ‘Silence'”, ha aggiunto Scorsese. “Hanno sentito che c’era un cuore. Lo dico esitante. Ma sentivano di potersi fidare del bianco. Ho cercato di fare del mio meglio per raggiungere quella fiducia: non è stato facile. Ma è stato molto confortevole lavorare con loro. Dipendevo da loro, ho scritto tutto quello che mi hanno detto e l’ho inserito nella sceneggiatura.”

Scorsese ha dichiarato alla rivista Time il mese scorso che mentre scriveva la sceneggiatura originale di Killers of the Flower Moon si era reso conto che “stava facendo un film su tutti i bianchi… Il che significa che stavo adottando un approccio dall’esterno verso l’interno, e questo mi preoccupava”.

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

Martin Scorsese racconta lo Spirito dell’Estasi

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Martin Scorsese racconta lo Spirito dell’Estasi

Non pago di essere coinvolto in varie regie e produzioni a vari livelli di avanzamento, Martin Scorsese aggiunge un nuovo titolo al suo elenco di impegni: sarà infatti il produttore di Silver Ghost, pellicolà che narrerà la nascita dello Spirito dell’Estasi, la Vittoria Alata simbolo della  Rolls Royce.

Scorsese collaborerà in quest’occasione con Richard Attenborough ed Anthony Haas, per narrare la vicenda di Lord Montagu of Beaulieu il quale, trai primi entusiasti della Rolls Royce, commissionò a Charles Sykes un ornamento da apporre la propria auto; a quanto pare, la modella per lo Spirito dell’Estasi fu Eleanor Thornton, segretaria dello stesso Lord Montagu: i due ebbero una relazione, duramente contrastata dalla famiglia di lui per la differenza di classe sociale. Al momento non è ancora stato scelto un regista, sebbene si possa sperare che a dirigere la pellicola sia lo stesso Scorsese il quale, tuttavia, sarà a breve impegna in The Wold of Wall Street con Di Caprio.

Fonte: Empire

Martin Scorsese racconta la sua passione per il cinema #RomaFF13

Martin Scorsese racconta la sua passione per il cinema #RomaFF13

Uno degli eventi più attesi della Festa del Cinema di Roma ha avuto luogo nella giornata del 22 ottobre. Dopo essere stato ospite durante la prima edizione della Festa, nel 2006, il regista premio Oscar Martin Scorsese è tornato per un incontro ravvicinato con il pubblico e per ricevere il premio alla carriera. Per questo speciale incontro, il regista newyorkese ha selezionato nove film italiani, quelli che più lo hanno ispirato prima di diventare regista. Attraverso la visione di ben precise scene di questi, Scorsese ha come sempre dimostrato un profondo amore per il cinema, ripercorrendo allo stesso tempo la sua lunga carriera.

Al suo ingresso, Scorsese viene accolto da una standing ovation dell’intera Sala Sinopoli, dove si trovavano tra gli altri il regista Giuseppe Tornatore, e i suoi collaboratori Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. A riempire la sala anche numerosissimi ragazzi e studenti universitari, a dimostrazione dell’influenza che questo gigante della storia del cinema riesce ad avere anche sulle nuove generazioni.

Dal momento in cui Scorsese prende il microfono per dare inizio all’incontro, questo si trasforma ben presto in una vera e propria lezione di cinema. I film italiani da lui scelti sono compresi in un periodo di tempo che va dal 1952 al 1962, e sono i titoli che più di altri hanno avuto un impatto e un’influenza nella sua formazione, prima che Scorsese iniziasse a sua volta ad essere un regista. Dalla lista sono rimasti fuori la maggior parte dei film del neorealismo, considerati dal regista newyorkese non dei film ma realtà.

Il primo film che Scorsese presenta è Accattone di Pier Paolo Pasolini. “Vidi questo film per la prima volta durante il New York Film Festival, nel 1963, e fu un’esperienza fortissima per me. – dichiara il regista – Io sono cresciuto in quartiere difficile, e questo è stato il primo film in cui sono riuscito ad identificarmi con i protagonisti. All’epoca non avevo idea di chi fosse Pasolini, però capivo quei personaggi, e più di tutto mi colpi la santità del film. Trovo meraviglioso il finale, dove si accostano personaggi popolari e infimi ad una spiritualità più alta. Accattone è un pappone, ma Pasolini lo fa morire in mezzo a due ladri, con uno dei due che si fa il segno della croce al contrario. Ho appreso moltissimo dalla combinazione che Pasolini fa di questi elementi, e anche dall’uso che fa della musica. Egli usa una composizioni sacre, usa Bach, per descrivere i suoi personaggi, e questa è una cosa che ho riportato in Casinò. Tutto ciò per me implica che le persone di strada, attraverso la propria sofferenza, sono più vicine a Cristo di quanto non lo siano coloro che stanno più in alto.”

Si passa poi a parlare di un altro dei grandi registi della storia del cinema italiano, Roberto Rossellini, con il suo film per la televisione dal titolo La presa del potere da parte di Luigi XIV. “Arrivato ad un certo punto della sua carriera Rossellini ha avuto la percezione che l’arte fosse troppo rivolta verso sé stessa, verso l’interno. Egli voleva farne altro, usando il valore del mezzo per realizzare film didattici, per insegnare. Di questo film in particolare sono stregato dalla composizione. C’è una grande ispirazione pittorica, da Velázquez a Caravaggio. Egli riduceva tutto all’essenziale, come aveva fatto in Paisà, e questo stile mi ha spinto verso nuove riflessioni sulla natura del cinema, decidendo poi di riutilizzarlo in film come Toro Scatenato, ma anche nei miei più recenti.”

È poi la volta di Umberto D. di Vittorio De Sica. “Questo film è l’apice del neorealismo, dopo non sarà più lo stesso. La cosa interessante di questo film è che non è affatto sentimentale. Certo, la musica ha un crescendo emotivo, ma il film parla sempre e solo di un uomo anziano che ha bisogno di mangiare. È così sinceramente umano che è impossibile non riconoscersi in questa umanità.”

Il posto, di Ermanno Olmi, è un film veramente speciale. – continua Scorsese – Questo film, insieme a I fidanzati, ha questo suo stile “sottomesso”, economico, scarno, che è un po’ lo stile documentaristico alla John Cassavetes, ed è per questo che lo sento così vicino a me. Ammiro il modo in cui Olmi ci parla della progressione dell’industrializzazione e della conseguente perdita di umanità.”

“Il primo film di Michelangelo Antonioni che vidi fu L’avventura. – dichiara il regista – Dovetti imparare come leggerlo. L’ho guardato ripetutamente, studiando il suo ritmo e l’utilizzo dello spazio. Questa sua narrazione ottenuta attraverso lo spazio, la composizione, la luce, l’oscurità, sembra per certi aspetti analitica. Ma uno dei finali più belli in assoluto è quello de L’eclisse. In questo film c’è un passaggio dove prima vediamo Monica Vitti camminare per strada, poi si allarga all’intero paesaggio, e lì la composizione è utilizzata come narrazione, facendoci capire l’alienazione, la mancanza di spirito, la mancanza d’animo. Antonioni ha ridefinito il linguaggio cinematografico. Egli prende i canoni della narrazione e dei personaggi e se ne libera, proprio come avviene a Lea Massari in L’avventura. Un po’ come fa Alfred Hitchcock in Psycho con Janet Leigh, ma almeno che fine fa lei lo sappiamo.”

Scorsese passa poi a presentare tre film ambientati in Sicilia, che era la terra dei suoi nonni prima che questi emigrassero a New York in cerca di fortuna. Il primo di questi film è Divorzio all’italiana di Pietro Germi. “Quando preparavo Quei bravi ragazzi, ho studiato questo film per prepararmi. Adoro come i movimenti della macchina da presa riescano a generare un umorismo genuino. Ogni volta che lo guardo mi colpisce poi particolarmente il bianco e il nero, e l’uso che si fa di questo.”

Il secondo dei film ambientati in Sicilia è invece Salvatore Giuliano di Francesco Rosi, di cui viene  mostrata la scena della madre che piange il figlio morto. “La madre che vediamo non è una madre, è la madre. Quando vidi questo film per la prima volta, e questa scena in particolare, mi cambiò la vita. Rosi ti mostra i fatti, eppure i fatti non sono la verità, e le radici della corruzione vanno sempre più in profondità. I miei nonni si trasferirono a New York nel 1910, e mi sono sempre chiesto perché non si fidassero delle istituzioni. Vedendo questo film ho realmente capito tante cose della mia famiglia.”

Per il terzo film sulla Sicilia Scorsese non poteva che aver scelto Il Gattopardo, di Luchino Visconti. “Le opere di Visconti hanno avuto una grande influenza sul mio film L’età dell’innocenza. Quello che mi interessa qui è l’aspetto antropologico, l’antropologia di quella vita. Egli raccontava le cose dal minimo dettaglio al macrocosmo. L’opera di Visconti sembra combinare l’impegno politico con il melodramma più sfrenato. Ma ciò che più mi emoziona dei suoi film è il passaggio del tempo, il modo in cui il principe Salina capisce che i vecchi valori lasceranno il posto a qualcosa di nuovo che però non porterà a nessun cambiamento, e che quindi è arrivato per lui il momento di andarsene, fondamentalmente di morire.”

L’ultimo film italiano presentato da Scorsese è Le notti di Cabiria, di Federico Fellini. “Il finale di questo film è sublime. Una vera e propria rinascita spirituale. Ho sempre ammirato Fellini, con tutte le sue particolarità che lui sapeva far funzionare. Ho avuto il piacere di incontrarlo più volte, e verso gli anni novanta stavamo anche lavorando al progetto di un documentario insieme, purtroppo però lui scomparse poco dopo e la cosa non si fece più. Ad ogni modo, il suo modo di raccontare i personaggi e di catturarne l’essenza è inarrivabile.”

L’incontro si chiude poi con il conferimento a Martin Scorsese del premio alla carriera, consegnatogli come da lui richiesto da Paolo Taviani. Quest’ultimo ringrazia Scorsese per il suo omaggio al cinema italiano, e per l’amore che ha saputo trasmettere agli altri riguardo questi film. Scorsese appare visibilmente commosso, e dopo aver tenuto tra le sue mani il premio, prende un’ultima volta il microfono, per ringraziare l’Italia per i suoi capolavori cinematografici, senza i quali lui oggi non sarebbe quello che è. Dimostrando un’umiltà di cui solo i grandi sono capaci, Martin Scorsese ottiene in cambio il calore di un pubblico che da tempo vede in lui uno dei più grandi maestri della storia del cinema mondiale.

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Martin Scorsese produttore esecutivo di Malavita di Luc Besson

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Martin Scorsese si è unito al team di Malavita di Luc Besson in veste di produttore esecutivo. Il film, che può contare su un cast formato da Robert De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones, racconterà la storia di un boss della mafia entrato in un programma di protezione testimoni che cercherà di rifarsi una vita in Normandia con la moglie e la figlia. Malavita arriverà in Usa in ottobre.

fonte: The Hollywood Reporter

Martin Scorsese potrebbe dirigere un biopic su Frank Sinatra con Leonardo DiCaprio

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Fresco di 10 nomination agli Oscar per Killers Of The Flower Moon, Martin Scorsese non intende allentare i suoi ritmi lavorativi. Ha infatti due progetti in sospeso da tempo che vorrebbe cancellare dalla sua lista di cose da fare, uno dei quali è un biodramma sulla tumultuosa vita privata del leggendario cantante Frank Sinatra. Come riportato da Variety, il film, ammesso che si realizzi, avrebbe come protagonista Leonardo DiCaprio, attuale collaboratore principale del regista, nel ruolo di Sinatra, mentre Jennifer Lawrence sarebbe la prima scelta per interpretare la sua seconda moglie, Ava Gardner.

A rendere incerta la realizzazione del film, di cui si parla ormai da tempo, è la presenza di Tina, la figlia di Sinatra, che controlla il patrimonio del padre e non ha ancora dato la sua approvazione al film. Il che non sorprende più di tanto, dal momento che il film intende coprire il periodo in cui la relazione di Sinatra con la Gardner fece fallire il suo matrimonio con Nancy Barbato, madre di Tina. Tuttavia, la presenza di uno dei registi più affermati e di due delle più grandi star del cinema potrebbe servire a farle prendere in considerazione l’idea di dare il via libera al film.

Il tutto dipenderà anche dalla possibilità di trovare una casa di produzione, con la Sony considerata la favorita nonostante Apple e Paramount abbiano appoggiato il precedente film di Martin Scorsese. Non resto dunque che attendere informazioni su questo progetto su cui Scorsese ha messo gli occhi già da tempo. Stando a quanto dichiarato dal regista, il film dovrebbe configurarsi come un incrocio tra Quei bravi ragazzi e The Aviator.

Martin Scorsese alla regia di un film sulla vita di Gesù

Per quanto riguarda i film di Scorsese, l’altro progetto che intende portare avanti è un dramma sulla vita di Gesù, basata sul libro A Life of Jesus di Shūsaku Endō, che tratta della figura di Gesù e di come si rapporta alla vita delle persone al giorno d’oggi. “Ma non si tratterebbe in alcun modo di una narrazione consueta e lineare della vita di Gesù”, ha detto Martin Scorsese. “Sarebbe qualcosa che ci fa pensare a Gesù nel presente. E anche in modo diverso.

Dello scrittore, Scorsese ha già portato sul grande schermo Silence, con protagonista Andrew Garfield. Quest’ultimo dovrebbe recitare anche in questo nuovo progetto, anche se non è ad ora noto se interpreterà Gesù o un altro personaggio. Ancora alla ricerca di finanziamenti indie per il film, Scorsese vuole che le riprese abbiano inizio entro la fine dell’anno in Israele, Italia ed Egitto. Israele, tuttavia, sembra essere una location complicata da ottenere, per via conflitto in corso del Paese tra Hamas a Gaza, per cui potrebbe verificarsi un cambio di location.

Martin Scorsese pensa che i film Marvel “non siano cinema”

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Martin Scorsese pensa che i film Marvel “non siano cinema”

Martin Scorsese afferma che sebbene abbia provato a guardarli, pensa che i film Marvel non siano cinema. Con oltre mezzo secolo di film al suo attivo, Scorsese occupa innegabilmente il suo posto trai grandi registi della storia del cinema. Un cinefilo nel vero senso della parola, Scorsese è sempre stato un amante dei film e la sua produzione risente di questo folle amore per la settima arte.

Proprio per questa stagione cinematografica è atteso il prossimo film di Martin Scorsese, l’attesissimo The Irishman, che riunisce due leggende della recitazione come Robert De Niro e Al Pacino, per la prima volta in scena insieme, e il collaboratore di lunga data di Scorsese, Joe Pesci.

Il regista newyorkese è famoso per le sue liste di film da vedere assolutamente, quelle pellicole immancabili nella cultura cinematografica di chiunque. Più di recente durante un’intervista con Empire, Scorsese ha rivelato le sue opinioni su uno dei più grandi fenomeni dell’industria dell’ultimo decennio: i film Marvel. L’opinione del regista è severa, ma non per questo non condivisibile:

“Non li vedo. Ci ho provato, sai? Ma questo non è cinema. Onestamente, la cosa più vicina  a questo genere di film che mi viene in mente, con gli attori che fanno la loro parte in quel modo, è un parco a tema. Non è il cinema degli esseri umani che cercano di trasmettere esperienze emotive e psicologiche a un altro essere umano.”

Sicuramente qualcuno non sarà d’accordo e certamente essersi fermati ai primi film Marvel Studios limita la conoscenza e l’esperienza, visto che nel corso degli anni questi prodotti si sono evoluti e stratificati parecchio. L’idea di Martin Scorsese però non è del tutto priva di fondamento, ma come al solito la ragione sta nel mezzo.

Martin Scorsese parla del suo nuovo film: “Userò l’esperienza di The Irishman come lezione”

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Sappiamo ormai da diverso tempo che il prossimo attesissimo progetto di Martin Scorsese sarà Killers of the Flower Moon, film che vedrà recitare nuovamente insieme Leonardo DiCaprio Robert De Niro, per la prima volta diretti dal regista di Toro Scatenato e Taxi Driver. 

Le riprese del film, che verrà finanziato da Apple e distribuito nelle sale americane dalla Paramount Pictures, sarebbero dovute partire a marzo di quest’anno, ma causa della pandemia di Covid-19 sono state posticipate di un anno esatto. Adesso, in una recente intervista con Empire realizzata in occasione del primo anno trascorso dall’uscita di The Irishman, Scorsese ha parlato del suo nuovo film e del fatto che la produzione sia stata posticipata a marzo 2021.

“Sono felice che al pubblico sia piaciuto The Irishman. Questi apprezzamenti mi hanno colpito molto”, ha spiegato il regista. “Il Covid, questa pandemia, ha interrotto un processo creativo. Mi sono dovuto concentrare su me stesso. In particolare i primi due mesi, quando eravamo tutti blindati nelle nostre case, hanno eliminato moltissime distrazioni. Devo trovare un modo per ritrovare quel particolare impulso creativo per il mio nuovo film, allo stesso modo in cui è accaduto con Irishman. Tolte tutte le cerimonie di premiazione, tutte quelle cose… tornare in una stanza da solo, con un progetto, a chiedermi se riuscirò a fare qualcosa di nuovo.”

Poi ha aggiunto: “Con The Irishman abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Che sia un grande film, o un buon film, o non lo sia, io non lo so. Quello che so è che riesco a vederlo. Quello che voglio dire è che devo tornare e trovare quella stessa scintilla. Non so se ci riuscirò. Questa pandemia, però, ha reso quasi obbligatorio provare e cercare di riuscirci. Perché tutto il resto se n’è andato, la vita di una volta non c’è più. Cosa ci resta adesso? Le persone che ami, la famiglia e, si spera, quella scintilla… di ravvivarla per un nuovo film. Ma continuo a ripensare a The Irishman. Userò quell’esperienza come lezione.”

La trama del nuovo film di Martin Scorsese

Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la prima volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo DiCaprio e Robert De Niro (in precedenza, i due avevano recitato insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e ne La stanza di Marvin del 1996). In una vecchia intervista concessa a Cahiers du Cinéma, il regista aveva così parlato del film: “Posso dire che sarà un western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra. Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione per avere ammazzato un cane che un indiano.”

Martin Scorsese non realizzerà il biopic su Frank Sinatra

Martin Scorsese non realizzerà il biopic su Frank Sinatra

Vedremo mai un biopic su Frank Sinatra firmato Martin Scorsese? Le voci circolano già dal 2009, quando uscì la notizia secondo la quale il regista avesse firmato per dirigere il film. Sia Phil Alden Robinson (Field of Dreams) e di Billy Ray (Hunger Games) avevano lavorato allo script per il film in tempi diversi, con Leonardo DiCaprio recentemente accostato al ruolo di protagonista.

Scorsese aveva dichiarato di voler realizzare un ritratto schietto della vita del cantante, approfondendo lati della sua vita poco approfonditi, il lavoro e il carattere politico della sua prolifica carriera. Aveva immaginato un progetto che fosse un incrocio tra due dei suoi film precedenti: Quei bravi ragazzi (1990) e The Aviator (2004). Prima di DiCaprio, poi una serie di altri attori erano stati accostati al il progetto, tra cui Johnny Depp e George Clooney.

La famiglia di Sinatra, tuttavia, non sembrava appassionata agli aspetti più oscuri che Scorsese aveva scelto di includere nello script. Il regista ha così ufficialmente accantonato il progetto, secondo il Toronto Sun.

Non possiamo farlo. Penso che sia finalmente finita. [La famiglia di Sinatra] non sarà d’accordo con il film. Certe cose sono molto difficili per una famiglia, e capisco perfettamente. Ma se si aspettano che io lo realizzi, non possono trattenere certe cose. Il problema è che l’uomo era così complesso. Ognuno è così complesso. Ma Sinatra in particolare.

Sinatra è stato ritratto in una serie di titoli nel corso degli anni, dalla miniserie CBS del 1992, intitolata proprio Sinatra, a Stealing Sinatra del 2003 e The Night we called it Day. La più famosa interpretazione è quella di Ray Liotta in The Rat Pack di Rob Cohen (1998).

Vi ricordiamo che il prossimo film di Martin Scorsese che potremo ammirare nelle sale è Silence. Basato sul romanzo di Shusaku Endo (adattato per lo schermo da Jay Cocks) ed è ambientato nel 17° secolo: segue la storia di due sacerdoti gesuiti mentre affrontano violenze e persecuzioni quando viaggiano in Giappone per individuare il loro mentore e per diffondere il vangelo del cristianesimo. Il cast del film include Andrew Garfield, Ken Watanabe, Liam Neeson, Adam Driver, Ciaran Hinds e Tadanobu Asano.

Fonte: SR

Martin Scorsese non ha “alcuna intenzione di ritirarsi” dopo ‘Sinatra’ e ‘The Life of Jesus’

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A quasi 60 anni dal suo debutto alla regia, Martin Scorsese sente di avere ancora qualche film da realizzare. Il regista premio Oscar ha recentemente messo a tacere le speculazioni secondo cui starebbe pensando di ritirarsi dalla sua storica carriera dietro le quinte, mentre veniva premiato al Museo Nazionale del Cinema di Torino, in Italia. “Non ho alcuna intenzione di ritirarmi”, ha dichiarato Scorsese, secondo quanto riportato da World of Reel. “Il film su Frank Sinatra è solo rimandato, mentre a quello su Gesù sto lavorando. Spero che Dio mi dia la forza e i soldi per finirli”.

Mentre incontrava Papa Francesco in Vaticano lo scorso maggio, Scorsese aveva infatti rivelato di essere stato ispirato a fare “un film su Gesù”, un nuovo progetto a lui dedicato dopo il celebre L’ultima passione di Cristo. A febbraio ha dato un aggiornamento sul progetto al Festival di Berlino. “Ci sto pensando proprio ora”, ha detto Scorsese. “Non so bene che tipo di film sia, ma voglio fare qualcosa di unico e diverso che possa far riflettere e spero anche divertire. Non so ancora bene come procedere”.

E ha aggiunto: “Forse dormirò un po’ e poi mi sveglierò e avrò un’idea nuova di come farlo. Le possibilità di fare un film, il concetto di Gesù, l’idea di Gesù deriva davvero dal mio background cresciuto nel Lower East Side, dal mio interesse per il cattolicesimo, per il sacerdozio, che ha davvero portato, credo, alla fine al film Silence”. Nel frattempo, Scorsese ha pianificato di dirigere Sinatra, un biopic sul cantante-attore, da quando i diritti sulla vita e sulla musica sono stati acquisiti dalla Frank Sinatra Enterprises 15 anni fa.

Chi è coinvolto nel biopic di Martin Scorsese su Frank Sinatra?

L’altro prossimo film di Scorsese, invece, il biopic su Frank Sinatra, sarebbe stato realizzato poco più avanti rispetto a The Life of Jesus. Leonardo DiCaprio era in lizza per interpretare il leggendario cantante, mentre Jennifer Lawrence avrebbe interpretato la seconda moglie di Sinatra, Ava Gardner. Secondo il rapporto, “gli artigiani e gli altri attori chiave che avevano firmato per il progetto Sinatra sono stati informati a metà agosto che la data di inizio di novembre era stata cancellata, senza che fosse prevista una nuova data”.

Non è noto se Scorsese abbia ottenuto l’approvazione della proprietà di Sinatra, gestita dalla figlia Tina. L’approvazione della famiglia, fino ad oggi dichiaratasi contraria al progetto, potrebbe essere il motivo che blocca il film. Nessuno studio importante è al momento legato al biopic di Scorsese su Sinatra. Tuttavia, Apple e Sony sono state collegate al progetto. Si attendono dunque ulteriori novità riguardanti questi due progetti, tanto diversi quanto attesi.

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Martin Scorsese non ha ancora visto Joker, ma soltanto alcune clip

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È cosa ormai nota che Martin Scorsese non sia un grande fan dei cinecomic, e nonostante Emma Tillinger Koskoff (storica partner produttiva del regista in pellicole quali The Wolf of Wall Street, Silence e il più recente The Irishman) sia stata coinvolta nella produzione del più grande cinecomic della passata stagione cinematografia, ossia Joker, sembra che Scorsese non abbia particolare interesse nel vedere il film.

Joker di Todd Phillips contiene numerosi riferimenti alla filmografia di Martin Scorsese (soprattutto a titoli come Taxi Driver e Re per una notte) e si appresta a diventare uno dei grandi protagonisti della stagione dei premi. Eppure il leggendario regista – che un tempo avrebbe dovuto produrre il film – non sembra così ansioso di vederlo. In una recente intervista con il New York Times, infatti, è stato lo stesso Scorsese a dichiarare: “Ho visto soltanto alcune clip del film. Conosco Joker, perciò mi chiedo: ‘Perché dovrei guardarlo?’. Va bene così.”

Già in passato Martin Scorsese aveva avuto modo di parlare di Joker e dei motivi che lo avevano spinto a svincolarsi dal progetto in qualità di produttore. Vi riportiamo di seguito le dichiarazioni dell’epoca, perché aiutano a comprendere meglio il vero significato di quanto espresso di recente dal regista in merito alla sua volontà di guardare il film: “Conosco molto bene il film. Conosco molto bene il regista Todd Phillips. La mia produttrice Emma Tillinger Koskoff, l’ha prodotto. Ci ho pensato molto negli ultimi quattro anni e ho deciso che non avevo tempo per farlo. Non sono stato coinvolto per motivi personali, ma conosco molto bene la sceneggiatura. Ha una vera energia e Joaquin… beh, ha fatto un lavoro straordinario.”

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Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

Martin Scorsese incontra Papa Francesco, annuncia un film su Gesù

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Martin Scorsese è in tournée in Italia dopo il Festival di Cannes dove nel fine settimana il regista, noto per avere una vocazione religiosa, ha incontrato Papa Francesco e ha annunciato che realizzerà un film su Gesù. “Ho risposto all’appello del Papa agli artisti nell’unico modo che conosco: immaginando e scrivendo una sceneggiatura per un film su Gesù“, ha annunciato Scorsese sabato durante una conferenza a Roma in Vaticano, secondo diversi rapporti. “E sto per iniziare a realizzarlo”, ha aggiunto il regista, suggerendo che questo potrebbe essere il suo prossimo film.

Sempre sabato, prima di partecipare alla conferenza – intitolata “The Global Aesthetics of the Catholic Imagination” – Martin Scorsese e sua moglie Helen Morris hanno incontrato Papa Francesco durante una breve udienza privata in Vaticano. Il convegno è stato organizzato dalla rivista gesuita La Civiltà Cattolica e dalla Georgetown University. Antonio Spadaro, direttore del periodico religioso, ha dichiarato sul sito della testata che durante la loro conversazione al confab Scorsese ha alternato riferimenti ai suoi film e aneddoti personali e ha spiegato “Come l’appello del Santo Padre ‘a farci vedere Gesù’ lo ha commosso“. Egli ha detto.

Per quanto riguarda i riferimenti cinematografici, durante la conversazione Martin Scorsese ha citato la sua ammirazione per “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini. Scorsese ha anche parlato del significato del suo poema epico del 1988 “L’ultima tentazione di Cristo” e del “successivo passo nella sua ricerca sulla figura di Gesù” rappresentato dal suo dramma su scala ridotta del 2016 “Silence” sulla persecuzione dei cristiani gesuiti nel Giappone del XVII secolo. Quel film è stato proiettato nel 2016 in Vaticano. Francesco è il primo papa gesuita ed è noto per essersi unito all’ordine dei gesuiti sperando di diventare missionario in Giappone.

Martin Scorsese ha visto Pearl e ha faticato a addormentarsi

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Martin Scorsese ha visto Pearl e ha faticato a addormentarsi

Martin Scorsese dice che era così spaventato dopo aver visto Pearl, che ha avuto difficoltà ad addormentarsi. Uscito nelle sale americane lo scorso fine settimana, Pearl è un prequel di X – A sexy horror story.

Il film segue un gruppo di giovani filmmaker negli anni ’70 che tentavano di girare un film per adulti in una fattoria del Texas di proprietà di una donna anziana, Pearl, e suo marito, Howard. Sottotitolato in modo appropriato (in originale) An X-traordinary Origin Story, il nuovo film Pearl ora funge da storia d’origine, appunto, del personaggio dell’anziana assassina di X. Ambientato nel 1918, il film segue Pearl che si prende cura del padre malato sotto la sorveglianza della madre prepotente mentre sogna di diventare una star del cinema.

Dopo aver interpretato un’anziana Perla in X (così come la final girl Maxine), Mia Goth torna a guidare il cast del prequel nei panni di una versione giovane del personaggio del titolo insieme a David Corenswet, Tandi Wright, Matthew Sunderland ed Emma Jenkins-Purro in ruoli di supporto. Ti West torna anche per dirigere Pearl, che ha scritto insieme a Goth. Girati in segreto contemporaneamente, i due film saranno completati da MaxXxime, di cui abbiamo già visto un teaser trailer.

Pearl ha ricevuto un’ottima recensione dal leggendario regista Martin Scorsese. Nel suo commento al film pubblicato da Slash Film, Scorsese elogia il film horror definendolo “selvaggio, ipnotico, profondamente inquietante“. In effetti, il regista era così turbato che ha avuto difficoltà ad addormentarsi dopo averlo visto.

“Ero affascinato, poi turbato, poi così turbato che avevo difficoltà ad addormentarmi. Ma non ho potuto smettere di guardare.”

Leggi la recensione di Pearl

Martin Scorsese girerà The Wolf of Wall Street

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Martin Scorsese e Leonardo Di Caprio gireranno The Wolf of Wall Street. I dettagli finanziari e le date di ripresa verranno resi noti al festival di Cannes, ma sappiamo già che non sarà questo il prossimo film di Martin.

THR reports e The Playlist confermano questo sarà Silence, cioè l’adattamento di Scorsese del romanzo di Shusaku Endo e il ‘dramma dei gesuiti’ del quale il regista ha parlato per diversi anni. Daniel Day-Lewis, Benicio Del Toro e Gael Garcia Bernal sono stati nominati in passato come possibili attori, ma dovremo aspettare e vedere cosa succede. Daniel Day-Lewis infatti sarà impegnato con il Lincoln di Steven Spielberg, che si girerà in autunno in autunno.

Fonte: slashfilm

Martin Scorsese fa una lista dei film da vedere prima di morire [VIDEO]

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Ecco una lista dei film non prodotti in America che, secondo Martin Scorsese, devono essere visti da un vero intenditore di cinema prima di morire.

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Il video racchiude scene dai 39 film che Scorsese in persona ha indicato come i ‘must-see’ della vita. Strano a dirsi, nella lista sono assenti gli italiani (Fellini e Visconti) che il regista di Taxi Driver ha dichiarato in più occasioni di amare molto.

Di seguito la lista dei film e il documento originale in cui Scorsese ha indicato i titoli:

1. Nosferatu (1922) – F.W. Murnau
2. Metropolis (1927)- Fritz Lang
3. Dr. Mabuse, The Gambler (1922) – Fritz Lang
4. Napoleon (1927) – Abel Gance
5. Grand Illusion (1937)– Jean Renoir
6. Rules Of The Game (1939) – Jean Renoir
7. Children Of Paradise (1945) – Marcel Carné
8. Rome, Open City (1945) – Roberto Rossellini
9. Paisà (Paisan) (1946) – Roberto Rossellini
10. La Terra Trema (1948) – Luchino Visconti
11. The Bicycle Thief (1948) – Vittorio De Sica
12. Umberto D. (1952) – Vittorio De Sica
13. Beauty & The Beast (1946) – Jean Cocteau
14. Tokyo Story (1953) – Yasujirō Ozu
15. Ikiru (1952) – Akira Kurosawa
16. Seven Samurai (1954) – Akira Kurosawa
17. Ugetsu (1953) – Kenji Mizoguchi
18. Sansho The Bailiff (1954) – Kenji Mizoguchi
19. High and Low (1963) – Akira Kurosawa
20. Big Deal On Madonna Street (1958) – Mario Monicelli
21. Rocco and His Brothers (1960) – Luchino Visconti
22. The 400 Blows (1959) – François Truffaut
23. Shoot the Piano Player (1960) – François Truffaut
24. Breathless (1960) – Jean-Luc Godard
25. Band of Outsiders (1964) – Jean-Luc Godard
26. Il Sorpasso (1962) – Dino Risi
27. L’avventura (1960) – Michelangelo Antonioni
28. Blow Up (1966) – Michelangelo Antonioni
29. Before the Revolution (1964) – Bernardo Bertolucci
30. Le boucher (1970) – Claude Chabrol
31. Weekend – (1967) Jean-Luc Godard
32. Death by Hanging (1968) – Nagisa Ôshima
33. The Merchant of Four Seasons (1971) – Rainer Werner Fassbinder
34. Ali: Fear Eats The Soul (1974) – Rainer Werner Fassbinder
35. The Marriage of Maria Braun (1979) – Rainer Werner Fassbinder
36. Kings of the Road (1976) – Wim Wenders
37. The American Friend (1970) – Wim Wenders
38. The Enigma of Kaspar Hauser (1974) –Werner Herzog
39. Aguirre, the Wrath of God (1972) –Werner Herzog

martin scorsese

Fonte

Martin Scorsese esorta i giovani cineasti a reinventare il cinema nell’era dello streaming

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Martin Scorsese ha affermato che l’industria dell’intrattenimento è in un “periodo di reinvenzione” del cinema durante il suo Screen Talk al BFI London Film Festival, esortando i giovani registi a utilizzare le nuove tecnologie per reinventare invece di creare “contenuti”. Quando il regista Edgar Wright gli ha chiesto se potesse diventare in qualche modo un portavoce dello stato attuale del cinema, Martin Scorsese ha riso e ha detto: “Non volevo essere l’ultima linea di difesa“.

Onestamente penso che ormai la cosa sia stata respinta per tutti voi. E lo dico davvero: non so dove andrà il cinema”, ha continuato Martin Scorsese. “Perché deve essere lo stesso degli ultimi 90-100 anni? Non è così. Preferiamo i film degli ultimi 90-100 anni? Lo faccio, ma sono vecchio. I più giovani vedranno il mondo intorno a loro in un modo diverso, lo vedrai frammentato… Cosa significa una ripresa adesso? Non lo so più. Non penso che significhi nulla… Siete tutti in procinto di reinventarlo. È un momento davvero straordinario e molto ha a che fare con la tecnologia”.

Martin Scorsese ha affermato che, sebbene la nuova tecnologia offra maggiore libertà, dovrebbe anche indurre i giovani registi a “ripensare a ciò che vuoi dire e a come vuoi dirlo”. Ha aggiunto: “Idealmente, spero – esito a usare la parola – film ‘seri’ potrebbero ancora essere realizzati con questa nuova tecnologia e questo nuovo mondo da cui facciamo parte.” Ricordando il suo amore per il cinema da bambino, Scorsese vuole che anche questi film più “seri” ritornino nei cinema. “Temo che i film in franchising conquisteranno i cinema“, ha detto. “Chiedo sempre ai proprietari delle sale di creare uno spazio in cui i più giovani possano dire di voler vedere questo nuovo film, che non è un film in franchising, in una sala e condividerlo con tutti coloro che li circondano. Tanto che hanno voglia di andare a teatro, che è qualcosa di invitante che non gli fa dire che potrebbero vederlo a casa. Perché credo che l’esperienza di vedere un film con molte persone sia ancora la chiave. Ma non sono sicuro che ciò possa essere raggiunto facilmente a questo punto.

Quando Edgar Wright gli ha chiesto dell’aumento dei registi visti come “fornitori di contenuti“, Scorsese ha scherzato dicendo che “il contenuto è qualcosa che mangi e butti via“, aggiungendo: “Ma se vuoi vivere un’esperienza che possa arricchire la tua vita, è diverso.Scorsese è stato al London Film Festival per promuovere il suo ultimo film, Killers of the Flower Moon, con Leonardo DiCaprioRobert De Niro, e Lily Gladstone. L’epico dramma western è stato presentato in anteprima mondiale a Cannes all’inizio di quest’anno e da allora è stato proiettato nel circuito dei festival. Basato sull’omonimo libro di David Grann, “Killers of the Flower Moon” segue le indagini del governo sui misteriosi omicidi di membri della tribù Osage in Oklahoma durante gli anni ’20. Killers of the Flower Moon arriverà in Italia al cinema il 19 ottobre 2023. Distribuito da 01 Distribution.