È recentemente riemersa on-line la
lista dei film che Marvel Entertainment aveva
pianificato nel 2004, facendo emergere ricordi di diversi progetti
cancellati e un universo cinematografico
Marvel dall’aspetto completamente diverso rispetto a quello che
conosciamo oggi.
L’MCU, supervisionato dal produttore
Kevin Feige, è senza dubbio il risultato
di maggior successo nell’industria del cinema dell’ultimo decennio.
I film in uscita di volta in volta battono costantemente i record
al botteghino e ricevono feedback positivi da critici e fan. A
partire da Iron Man nel 2008, la continuità ha
attraversato 27 film portando il pubblico attraverso l’assemblaggio
degli Avengers e l’epica Infinity Saga, con l’attuale Fase 4 che
punta gli occhi sul multiverso.
Tuttavia, prima che i Marvel Studios
perfezionassero il processo di costruzione del Marvel Cinematic
Universe, quasi un intero decennio di film prodotti da altri studi
in associazione con la Marvel Entertainment hanno dato vita sul
grande schermo ai suoi personaggi a fumetti. In effetti, l’attuale
boom dei cinecomics che ha visto i cinema dominati dai
supereroi è principalmente attribuito al successo di film come
Blade, X-Men e Spider-Man a cavallo
tra la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo. Tutti e tre
questi film hanno avuto successo commerciale ma, cosa più
importante, sono stati elogiati dalla critica in un modo che ha
mostrato che i film a fumetti avevano potenzialità per essere
drammi importanti con qualcosa da dire nel panorama cinematografico
moderno.
L’artista @AjepArts ha recentemente
scoperto diverse foto promozionali di un evento nel 2004 che
descrivevano in dettaglio l’imminente lista di film della Marvel
basati sui loro personaggi. In questo elenco ci sono film che i fan
hanno visto, come The Punisher, Spider-Man 2, Blade
Trinity, Elektra, Fantastic Four, X-Men: Conflitto Finale
(intitolato qui X-Men 3), Ghost
Rider e Spider-Man 3.
Ma la cosa più interessante sono i
sei film non realizzati che non hanno mai visto la luce;
Man-Thing, Namor, Silver Surfer, Fury, Daredevil 2
e Deathlok. Vale anche la pena notare che ci sono
film di Iron Man e Captain
America elencati, entrambi proprietà di successo dei
Marvel Studios. C’è anche un progetto sconosciuto sul tabellone il
cui titolo è però impallato dal cosplayer di Spider-Man.
Martyrs
– Una bambina spaventata e ferita, corre urlando
lungo una strada di periferia. Quella bambina, accolta in un centro
per l’infanzia, continua ad essere sempre spaventata e ad avere
spaventose visioni. Dopo qualche anno, una famiglia apparentemente
tranquilla viene trucidata da due giovani donne.
È questo l’inizio
di Martyrs, che si aggiunge al nutrito
filone horror-splatter che imperversa nelle sale cinematografiche
contemporanee.Un film che basato su una trama ai limiti del
possibile, mette a nudo un maldestro tentativo da dare un fondo di
misticismo ad un film che rimane tuttavia ancorato al genere senza
offrire nulla più che intrattenimento, il quale in verità è molto
relativo, considerando che a metà film, se non prima, la maggior
parte delle persone in sala ha lasciato vuota la propria
poltrona.
Martyrs
Presentato al Festival
Internazionale del film di Roma nella sezione Extra curata da Mario
Sesti, Martyrs presenta in questo la sua
unica nota positiva: un film di genere horror splatter presentato
ad un festival. Tuttavia si tratta del contesto e non del film, il
quale invece a detta degli esperti del genere, non è assolutamente
all’altezza dei primi due Saw o di The
Ring. Deludente.
In Martyrs
una bambina spaventata e ferita, corre urlando lungo una strada di
periferia. Quella bambina, accolta in un centro per l’infanzia,
continua ad essere sempre spaventata e ad avere spaventose visioni.
Dopo qualche anno, una famiglia apparentemente tranquilla viene
trucidata da due giovani donne.
E’ questo l’inizio di
Martyrs, che si aggiunge al nutrito filone
horror-splatter che imperversa nelle sale cinematografiche
contemporanee.Un film che basato su una trama ai limiti del
possibile, mette a nudo un maldestro tentativo da dare un fondo di
misticismo ad un film che rimane tuttavia ancorato al genere senza
offrire nulla più che intrattenimento, il quale in verità è molto
relativo, considerando che a metà film, se non prima, la maggior
parte delle persone in sala ha lasciato vuota la propria
poltrona.
Presentato al Festival
Internazionale del film di Roma nella sezione Extra curata
da Mario Sesti, il film presenta in questo la sua unica nota
positiva: un film di genere horror splatter presentato ad un
festival. Tuttavia si tratta del contesto e non del film, il quale
invece a detta degli esperti del genere, non è assolutamente
all’altezza dei primi due Saw o di The
Ring. Deludente.
Sono iniziate da pochi giorni in
Puglia le riprese di Martino dove sei?, opera
prima di Alessandro Pondi.
Martino è un chitarrista che
collabora con i più grandi divi della musica leggera italiana. È
bravo, bravissimo, ma nessuno si accorge di lui e la popolarità è
un miraggio. Tornato al suo paese natale, complice l’amico di
sempre Peppino, organizza la sua sparizione sperando di ottenere un
po’ di attenzione. Ma la situazione sfugge loro di mano e le
conseguenze saranno inaspettate.
Fanno parte
del cast Piefrancesco Favino, Giuseppe
Fiorello, Mariela Garriga, Dino
Abbrescia con la partecipazione di Sabrina
Impacciatore.
Le riprese si svolgono tra Ginosa,
Bari e Roma. Il film è prodotto da Ibla Film Rodeo Drive con Rai
Cinema e distribuito da 01 Distribution, con il supporto di Apulia
Film Commission.
Martina Stoessel,
la star di Violetta nella serie TV cult di Disney Channel,
interpreta “All’alba sorgerò”, versione italiana di “Let it go”,
brano principale del nuovo film d’animazione
Frozen – Il regno di ghiaccio, nelle sale italiane dal
19 dicembre 2013 in Disney Digital 3D.
Martina Stoessel,
premiata agli Argentinean Martin Fierro Awards 2013 come Migliore
Artista Esordiente, arricchisce, con il suo talento, la colonna
sonora che accompagna la valorosa Anna nel suo epico viaggio per
salvare il regno di Arandelle da un inverno senza fine. Personaggi
indimenticabili come il coraggioso uomo di montagna Kristoff con la
sua fidata renna Sven e un buffo pupazzo di neve di nome Olaf,
accompagnano Anna in questa avventura.
Frozen – Il regno di ghiaccio è diretto da Chris Buck
(Tarzan, Surf’s Up) e Jennifer Lee (sceneggiatore di Ralph
Spaccatutto), che ha scritto anche il copione, e prodotto da Peter
Del Vecho (Winnie the Pooh, La principessa e il ranocchio).
La colonna sonora, in uscita in
Italia il 3 dicembre 2013, include otto nuove canzoni originali di
Kristen Anderson-Lopez (In Transit, Winnie the Pooh) e del
cantautore premiato con il Tony® Award Robert Lopez, oltre alla
musica fenomenale di Christophe Beck, il compositore del
cortometraggio premio Oscar Paperman. Universal Music distribuirà
la colonna sonora di Frozen – Il regno di ghiaccio in contemporanea
con la pubblicazione di “Noi siamo V-lovers”, il nuovo cofanetto
realizzato in tiratura limitata solo per l’Italia contenente tutta
la discografia di Violetta con numerose bonus track, un brano
inedito cantato in italiano dalla stessa Violetta ed alcuni
gadget.
Il film
I Walt Disney Animation Studios,
autori di Rapunzel – L’intreccio della torre e Ralph Spaccatutto,
presentano Frozen – Il regno di ghiaccio, un’avventurosa commedia
da brivido per il grande schermo. Quando una profezia intrappola
l’intero regno di Arendelle in un inverno senza fine, Anna,
valorosa e ottimista, insieme al coraggioso uomo di montagna
Kristoff e alla sua renna Sven, intraprende un viaggio epico alla
ricerca della sorella Elsa per riuscire a porre fine al glaciale
incantesimo. Anna e Kristoff incontreranno sul loro cammino
creature fantastiche come i trolls, un buffo pupazzo di neve di
nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni angolo,
e combatteranno contro tutti gli elementi della natura per salvare
il regno dalla distruzione.
La star internazionale
Martina Stoessel è la protagonista del
lungometraggio Tini – La Nuova Vita di
Violetta, in uscita nelle sale italiane il 12 maggio.
Diretto da Juan Pablo Buscarini, il film riflette
le vicende personali di Tini e racconta una nuova fase della vita
della giovane donna, dall’animo artistico alla ricerca di se
stessa.
Nel
corso di un’estate interminabile, Tini vivrà un’avventura che la
aiuterà a definire la propria personalità e a diventare un’artista
completa e sicura di sé: una vera donna.
Quando una notizia sconvolgente la costringe a
mettere in discussione tutto quello che conosce sulla vita e
sull’amore, Violetta (Martina Stoessel) accetta un invito
misterioso per viaggiare intorno al mondo alla ricerca di risposte,
alla scoperta di se stessa. Questo comporterà un risveglio
artistico, musicale e personale. Mentre il suo passato, il suo
presente e il suo futuro si scontrano, Violetta scoprirà la sua
vera identità in un’emozionante storia di crescita che aprirà la
strada a un nuovo ed entusiasmante futuro.
L’arrivo nelle sale del film sarà preceduto
dall’uscita del doppio album “TINI”, che includerà l’album di
debutto che Martina Stoessel ha registrato con Hollywood Records,
più le canzoni del film TINI – La Nuova Vita di Violetta.
Il doppio cd sarà disponibile in Italia dal 29 aprile, distribuito
da Universal Music Italia.
In
Tini – La Nuova Vita di Violetta Martina sarà
affiancata da alcuni attori già noti al pubblico fra cui Jorge
Blanco, nei panni del suo fidanzato Leon, Mercedes Lambre, in
quelli della migliore amica Ludmilla, e Clara Alonso, che torna a
interpretare Angie, l’amorevole zia della ragazza.
Con
loro, il pubblico conoscerà anche un gruppo di giovani talenti
italiani e internazionali. Nella parte dei nuovi amici di Violetta
ci saranno infatti Beatrice Arnera, Pasquale Di Nuzzo e Leonardo
Cecchi (attuale interprete della serie italiana in onda su Disney
Channel Alex & Co.), insieme agli attori spagnoli Adrian
Salzedo, Georgina Amoros e Francisco Viciana e l’attore olandese
Ridder Van Kooten (che presto apparirà in una nuova serie di Disney
Benelux dal titolo Jonge Garde).
Il
film vede anche la partecipazione della premiata attrice spagnola
Ángela Molina, la cui lunga e brillante carriera internazionale
vanta ruoli molteplici ed eterogenei, con registi del calibro di
Luis Buñuel, Giuseppe Tornatore, Ridley Scott e Pedro Almodovar.
L’attrice, cantante, ballerina e modella argentina Martina Stoessel ha
esordito sul piccolo schermo a soli dieci anni. Dopo aver studiato
canto, pianoforte e danza, ha raggiunto il successo in tutto il
mondo come protagonista di Violetta, in onda dal 2012 al
2015: ha recitato in tutte e tre le stagioni della serie Tv,
partecipando a due tour di concerti e vincendo due Kids’ Choice
Awards come Miglior attrice emergente in Argentina e in
Colombia.
Nel
2013 Martina ha eseguito la versione spagnola e la versione
italiana del brano Let It Go/All’Alba Sorgerò, presente
nei titoli di coda del film Frozen – Il Regno di Ghiaccio
e ha doppiato il personaggio di Carrie nell’edizione italiana di
Monsters University.
“Sono felicissima di essere qui e che
il tour europeo sia cominciato dall’Italia. Il pubblico italiano è
stato straordinario.”
E’ la star teenager più famosa di
tutto il mondo, al momento il suo potere di muovere folle di
piccolissimi fan (con tanto di genitori al seguito) è
incontenibile, e lei, la quasi 17enne Martina
Stoessel sembra vivere tutto con molta tranquillità.
Martina, per tutti Violetta, vero volto di Disney Channel
per gli ultimi due anni, è arrivata a Roma con tutti i suoi
colleghi dello show, per promuovere lo spettacolo live che, inutile
dirlo, sta registrando il tutto esaurito praticamente ovunque. E
sì, perchè Violetta è un fenomeno tentacolare che dalla tv
arriva alla musica, al teatro e anche al cinema, con un film che,
programmato solo per due giornate di proiezione, lo scorso anno, ha
registrato 300 mila spettatori con ben due milioni di euro di
incasso totale. Il fenomeno Violetta è stato lanciato proprio da
Disney Channel Italia, raggiungendo un successo incredibile; ecco
qualche numero: oltre 400 mila ascoltatori, più di 2 milioni di
libri venduti in Italia con 11 titoli, il magazine girl più venduto
in Italia oggi con oltre 40 mila copie, tre compilation tutte e tre
disco d’oro con 160 mila CD venduti, 800 mila fan su Facebook, il
videoclip di Violetta su Youtube ha registrato 25 milioni
di visualizzazioni, 220 mila persone formano la community
ufficiale, 60 mila commenti a settimana, tutti i prodotti Violetta
sono andati a ruba.
“Incredibile che la gente venisse e
cantasse e parlasse anche in spagnolo. Ci sono nonni e genitori che
ci vengono a dire che le ragazzine vogliono imparare lo spagnolo
grazie a Violetta, è stato un evento straordinario di grandissima
emozione. E’ incredibile che i fan si identifichino con questa
ragazza che è una ragazza come tante, ma che ha questo grande
sogno. E’ bello che l’aspetto del sogno di Violetta sia arrivato
così forte. E’ molto bello vedere ragazzine che sognano di cantare
e ballare grazie a Violetta. Noi abbiamo fatto un grande sforzo per
imparare un po’ di italiano e per comunicare con i fan. Ne è valsa
la pena.”
Cosa c’è in comune con
Violetta?
“Tutto ciò che attiene al
rapporto con la musica, entrambe vogliamo cantare e ballare.
Entrambe amiamo la famiglia e gli amici, sono come lei allegra e
romantica, in questo siamo simili.”
Come è cambiata la tua
vita?
“Ho cominciato a 14 anni, ora ne
ho quasi 17 e posso dire che mi sono sembrati i due anni più lunghi
della mia vita. Ho immagazzinato tante cose che non ho ancora avuto
il tempo di capire. La mia vita adesso è diversa: mi manca la casa
e il mio Paese, un po’ costa abituarsi a questi ritmi, ma la
reazione dei fan è così bella che ti da frza di continuare. Sono
cresciuta di colpo, ma cerco di essere normale, di passare tanto
tempo con i miei amici e con la mia famiglia. Poi i miei genitori
mi seguono sempre e così cerco di far rimanere il più possibile
normale la mia vita.”
Senti la responsabilità di
essere un modello per tante bambine?
“Non la prendo come una
responsabilità Sono felicissima di sapere che le bambine dicano ai
loro genitori che grazie a Violetta hanno avuto il desiderio di
perseguire i loro sogni e di realizzarli. Se condividono lo stesso
sogno di Violetta va benissimo, io ho lottato e ci sono riuscita.
Quando sono sul palco gioco, ci metto tanta allegria e cerco di
divertirmi quanto più posso, senza vivere tutto come una
responsabilità.”
Sei stata dal Papa, puoi dirci
qualcosa su questo incontro?
“Ho incontrato papa Francesco ed
è stato molto emozionante, non me lo sarei mai aspettato! Essere a
Roma per questo grande show e incontrare una delle persone più
importanti del Mondo. Se qualcuno me l’avesse detto non ci avrei
mai creduto. Possiede una grande energia, mi sono sentita come le
mie fan quando devono incontrarmi e non sanno cosa fare. ‘Cosa
faccio, cosa gli dico’ e quando poi si è avvicinato ho perso la
voce e non sono neanche riuscita a dirgli ‘ciao’. Ha una grande
energia.”
Cosa vuoi fare da
grande?
“Voglio fare quello che fa
Violetta. Vorrei fare un disco mio, la cosa che più vorrei al Mondo
è creare un rapporto con le mie fan che provenga da me e da un mio
disco, non da Violetta, così da oter trasmettere un mio messaggio
per un mondo migliore. Il mio sogno è questo, fare un disco mio, e
in questo so già che mi aiuteranno i miei fan. Però non c’è fretta,
sono giovane e manca ancora molto, non voglio fare le cose di corsa
ma voglio che ci sia prima o poi un disco e che venga dalla parte
più profonda di me.”
Martina Stoessel,
la star di Violetta nella serie TV cult di Disney
Channel, interpreta “All’alba
sorgerò”, versione italiana di “Let it
go”, brano principale del nuovo film d’animazione
Frozen Il Regno di Ghiaccio, nelle sale
italiane dal 19 dicembre 2013 in Disney Digital 3 e, in anteprima,
in 100 sale italiane il 15 dicembre.
Martina Stoessel,
premiata agli Argentinean Martin Fierro Awards 2013 come Migliore
Artista Esordiente, arricchisce, con il suo talento, la colonna
sonora che accompagna la valorosa Anna nel suo epico viaggio per
salvare il regno di Arandelle da un inverno senza fine. Personaggi
indimenticabili come il coraggioso uomo di montagna Kristoff con la
sua fidata renna Sven e un buffo pupazzo di neve di nome Olaf,
accompagnano Anna in questa avventura.
Frozen – Il regno di ghiaccio è diretto da Chris Buck
(Tarzan, Surf’s Up) e Jennifer Lee (sceneggiatore di Ralph
Spaccatutto), che ha scritto anche il copione, e prodotto da Peter
Del Vecho (Winnie the Pooh, La principessa e il ranocchio).
La colonna sonora di Frozen – Il
regno di ghiaccio è già disponibile nei negozi dove è possibile
acquistare anche “Noi siamo V-lovers”, il nuovo cofanetto
realizzato in tiratura limitata solo per l’Italia contenente tutta
la discografia di Violetta con numerose bonus track, foto, sticker
esclusivi ed un brano inedito cantato in italiano dalla stessa
Violetta ed alcuni gadget.
Come si fa, ad appena 19 anni, a
ricostruirsi una vita lasciandosi alle spalle un personaggio che ha
contraddistinto la pre-adolescenza dei ragazzini e delle ragazzine
di tutto il mondo? Martina Stoessel ci prova con
Tini – la nuova vita di Violetta, film
Disney che arriverà in sala il 12 maggio e che racconta della
beniamina della serie tv che si lascia alle spalle l’identità
fittizia di Vilu e assume quella di Tini, che è poi quella
di Martina stessa nella vita. Il rilancio di una carriera che sente
l’esigenza di abbandonare il personaggio per lasciare spazio alla
persona. Ma qual è l’origine del nome Tini?
“È di fantasia ma non troppo,
me l’ha dato mia madre anche nella vita vera – ha risposto
Martina Stoessel durante la conferenza stampa di
presentazione del film a Roma – Quando ero appena nata a lei
sembrava incredibile che qualcosa di così piccino come me potesse
portare un nome così grande come Martina allora se ne uscì con
Tini. Da quel momento io per la mia famiglia e per gli amici sono
sempre stata Tini.”
“È stato bello lavorare con
tante persone diverse e nuove, ma anche girare per la promozione in
Francia o Olanda. È stato il mio esordio al cinema e mi ha permesso
di imparare tanto a livello personale e professionale.”
Il film parla molto dei
problemi di essere famosa e di come affrontarli. Tu hai cominciato
giovanissima a lavorare, hai mai avuto questi problemi nella vita
vera?
“Essere famosa è una
conseguenza del mio lavoro e mi piace perché mi permette di
ricevere molto amore, dovunque andiamo vediamo ragazzi e ragazze
con regali, lettere, lo trovo incredibile e mi riempie il cuore.
Credo che poter trasmettere un messaggio alla gente e che la gente
lo riceva sia fantastico. Quel che la pellicola dice per me è che
vediamo Violetta che si trova in una situazione di sconforto ma non
se ne sta chiusa in una stanza a piangere tutte le sue lacrime, lei
vuole capire cosa le succede e superare la difficoltà. È un
messaggio di speranza che ti invoglia a lottare.”
Hai mai pensato anche tu di
mollare tutto come il personaggio del film?
“Spesso mi sono chiesta cosa mi
stia succedendo ma il tempo mi ha dato la risposta: è un processo,
uno in cui continuo a trovare risposte e perfezionarmi per capire
quel che voglio. E spero che quel che sto per dire vi sia chiaro,
perché per me lo è: qualcuno mi chiedeva “Come fai a stare un
giorno qui e uno lì? Sempre in giro per il mondo” ed è una cosa che
mi sono chiesta anche io ma ho capito che è come con i bambini che
conoscono 4 lingue dalla nascita, per loro non è una fatica, ci
sono abituati. Anche io canto davanti a tante persone senza
problemi perché mi viene spontaneo e naturale, mi ci diverto e non
ne ho una piena consapevolezza.”
Hai un tuo posto in cui
rifugiarti in queste situazioni?
“Il mio rifugio comunque è casa
mia con la mia famiglia. La mia famiglia viaggia sempre con me e
sta sempre con me, io li esorto magari ad andare in giro da soli ma
vogliono stare con me. A loro posso dire tutto ed essere me stessa
sempre.”
Con la Stoessel, presente
all’incontro stampa, c’era anche il resto del cast del film:
Jorge Blanco, Mercedes Lambre, Adrian Salzedo, Ridder van
Koeten, Clara Alonso, oltre ai due italiani
Pasquale di Nuzzo e Leonardo
Cecchi.
Vi ricordate di Francesca, la bionda
da capogiro che riusciva a strappare un bacio a Stefano Accorsi nel film di Muccino, L’ultimo bacio? Per
quei pochi di voi che non sanno di chi stiamo parlando, è
Martina Stella, icona pop degli anni 2000 e oggi
andremo a scoprire qualcosa in più sulla sua vita, sulla sua
carriera ed alcune curiosità.
Ecco 10 cose che non sai su
Martina Stella.
Martina Stella: tra film e fiction
all’italiana
10. I suoi film dopo
L’Ultimo Bacio. Esordisce nel nostro cinema nel 2001 ed a
dargli la prima parte da protagonista assoluta è Gabriele Muccino: L’ultimo bacio è un successo
al botteghino e il pubblico si innamora di lei. Da lì in poi, la
carriera di Martina impenna vertiginosamente. Nel 2002 recita in
Un amore perfetto, Amnèsia di
Salvatores e Nemmeno in un sogno.
Iniziano anche le collaborazioni con i registi stranieri, vedi
Ripopolare la reggia (2007) di Peter
Greenaway e Nine
di Rob Marshall (2009). Martina Stella viene
notata anche dai fratelli Vanzina, che prima la
scritturano per Un’estate ai Caraibi (2009) e poi
le offrono una parte in Sapore di te (2014). La
commedia diventa ormai casa sua, come lo dimostrano i suoi ultimi
lavori: Prima di lunedì (2016), Attesa e cambiamenti (2016) e il
primo cinepanettone targato NetflixNatale a 5 stelle (2018) di Marco Risi.
9. Diva del piccolo
schermo. Oltre al cinema (ed al teatro), Martina Stella è
un volto apprezzatissimo anche nelle serie tv e
fiction in cui ha recitato: da Le stagioni del
cuore (2004) o L’amore e guerra (2007)
degli studi Mediaset è con le produzioni Rai che Martina dà il
meglio di sé; recita nella terza stagione di Tutti pazzi
per amore (2011), prende parte alla miniserie tv
Caruso, la voce dell’amore (2012), ma soprattutto
è il ruolo di Ambra Negri della Valle ne L’allieva
(2016) ad esaltarla.
8. La Stella al ballo… con
le stelle. Tra le passioni coltivate negli anni Martina
Stella non ha mai nascosto l’amore per la danza,
ereditata dalla madre ballerina. Dopo l’esperienza de
L’allieva torna in tv nel 2017 per partecipare al
talent show Ballando con le stelle dove raggiunge
la puntata finale classificandosi terza.
Martina Stella è su instagram
7. Nuova vita sui
social. Oggi, senza grandi progetti cinematografici
all’orizzonte, Martina punta fortissimo sui social
network ed in particolare su Instagram. È
oltre quota 450 mila followers, posta quasi giornalmente e nelle
sue storie promuove cosmetici e consigli di
fitness.
Martina Stella, la mamma single che trova
l’amore
6. Una donna da far girare
la testa ai vip. Le sue storie amorose hanno sempre fatto
parlare di lei: prima la cotta per Valentino
Rossi, poi la relazione con l’imprenditore Lapo
Elkann per poi nel 2008 mettersi con l’attore pugliese
Primo Reggiani. Ma è dalla storia con
l’acconciatore Gabriele Gregorini che Martina
rimarrà in dolce attesa.
Martina Stella ha una figlia,
5. Ginevra e una mamma
single. Nell’ottobre del 2012 infatti
nasce la prima ed unica figlia dell’attrice romana
di adozione, Ginevra. Nel frattempo però Martina
decide di comune accordo di interrompere la storia con il suo
compagno Gabriele; lei ha sempre dichiarato che crescere
sua figlia da sola è stato davvero difficile, ma quel
momento della sua vita le ha dato un regalo enorme, l’essere mamma.
Oggi, con una foto postata su Instagram, Martina
Stella mostra il grande affiatamento che c’è tra
le due, oltre ad una impressionante somiglianza.
Un post condiviso da Martina Stella
(@therealmartinastella) in data: 6 Dic 2019 alle ore 9:27 PST
4. Il nuovo amore.Nel 2015 però, nonostante le numerose delusioni,
Martina incontra il procuratore calcistico
Andrea Manfredonia, con il quale si sposa
l’annodopo e tutt’ora vive.
Martina Stella e… Steven Soderbergh!
Un cameo
particolare. Gossip e vita privata a parte, pochi di voi
si saranno accorti di questo piccola apparizione
fugace nella filmografia di Martina Stella: l’attrice è nel cast di
Ocean’s Twelve, di Steven Soderbergh. Avete sentito bene! Ad un
certo punto del film, si nota una ragazza bionda di nome
“Francesca” che porta a Roman Nagel (Eddie Izzard) un
telefonino con una serie di numeri. Ecco, quella è
Martina. Se non vi fidate vi toccherà rivedere il
film.
Martina Stella età e altezza
Età e altezza. Martina Stella è nata il
28 novembre del 1984 a Impruneta in provincia di Firenze.
È alta 1 metro e 65 centimetri.
Dopo i ritorni di Andrew
Garfield ed Emma Stone e le new entries
Shailene Woodley (Mary Jane Watson) Jamie
Foxx (Electro) e Dane DeHaan (Harry
Osborn), il sequel di Amazing Spiderman
trova un’ulteriore conferma: quella di Martin
Sheen, nel ruolo dello zio Ben. A confermarlo è stato lo
stesso Sheen, che ha affermato di essere stato contattato dalla
produzione, non avendo però offerto particolari sul come si
articolerà la sua parte. L’attore ha anche confermato che le
riprese prenderanno il via in febbraio.
Il personaggio dello zio Ben moriva
nel primo film, quindi è presumibile che il suo ritorno avverrà
attraverso flashback o sequenze oniriche. L’uscita di
The Amazing Spider-Man 2 è stata fissata
per il 2 maggio 2014.
Nonostante una certa regolarità gli
permetta di portare sugli schermi una media di un film ogni due –
tre anni, come tanti altri colleghi, Martin
Scorsese è stato costretto a rimandare alcui dei suoi
progetti.
Due in particolare sarebbero i film
cui il regista sta pensando da almeno una decina d’anni, e che per
ora non si sono mai concretizzati: il primo, l’adattamento di un
libro di Charles Brandt, I Heard You
Paint Houses è una gangster story ispirata a un
personaggio veramente esistito, Frank “The Irishman Sheeran”, cui
nelle intenzioni di Scorsese dovrebbero partecipare Al
Pacino e Joe Pesci.
Il secondo,
Silence, è invece l’adattamento di un
romanzo breve di Shusaku Endo che vede
protagonisti due sacerdoti gesuiti che cercano di diffondere il
Vangelo in Giappone, in uno scenario di violenze.
Proprio quest’ultimo potrebbe
essere il successore di Wolf of Wall
Street nella filmografia di Scorsese, che avrebbe già
cominciato le audizioni per definire il cast, intenzionato ad
avviare il progetto a metà 2014.
I due prossimi progetti di Martin Scorsese, The Life of
Jesus e il
biopic su Frank Sinatra, sono stati rinviati. Secondo Variety, Scorsese aveva
programmato di iniziare le riprese di questi due progetti in
contemporanea nel corso dell’anno. Ora, invece, nessuno dei due
film sarà girato nei restanti mesi del 2024. Si prevedeva che
The Life of Jesus entrasse in produzione per
primo. Il film è basato su un romanzo del 1973 di Shūsaku
Endō, lo stesso autore del libro che ha ispirato
Silence, di
Martin Scorsese.
The Life of Jesus
racconta la complicata vita ai tempi di Gesù Cristo. Non sono stati
fatti annunci di casting, ma Andrew Garfield – già protagonista di
Silence – era
stato accostato al progetto. Secondo il rapporto, Scorsese rimane
tuttavia “impegnato” nella realizzazione del film, che si
troverebbe dunque ancora in fase di sviluppo. Il premio Oscar stava
finanziando il film in modo indipendente e aveva in programma di
girare in Israele, Italia ed Egitto prima dell’annuncio del
rinvio.
Chi è coinvolto nel biopic di
Martin Scorsese su Frank Sinatra?
L’altro prossimo film di Scorsese,
invece, il biopic su Frank Sinatra, sarebbe stato realizzato poco
più avanti rispetto a The Life of Jesus. Leonardo DiCaprio era in lizza per
interpretare il leggendario cantante, mentre Jennifer Lawrence avrebbe interpretato la
seconda moglie di Sinatra, Ava Gardner. Secondo il rapporto,
“gli artigiani e gli altri attori chiave che avevano firmato
per il progetto Sinatra sono stati informati a metà agosto che la
data di inizio di novembre era stata cancellata, senza che fosse
prevista una nuova data”.
Non è noto se Scorsese abbia
ottenuto l’approvazione della proprietà di Sinatra, gestita dalla
figlia Tina. L’approvazione della famiglia, fino ad oggi
dichiaratasi contraria al progetto, potrebbe essere il motivo che
blocca il film. Nessuno studio importante è al momento legato al
biopic di Scorsese su Sinatra. Tuttavia, Apple e Sony sono state
collegate al progetto. Si attendono dunque ulteriori novità
riguardanti questi due progetti, tanto diversi quanto attesi.
Martin Scorseseha fatto un’apparizione
virtuale a sorpresa ai New York Film Critics Circle Awards del
2023, dove ha conferito al regista di TárTodd Fieldil premio per il miglior
lungometraggio. Scorsese, che ha diretto la protagonista di
TárCate Blanchett in “The Aviator”, ha
elogiato il dramma di Field come “un vero e proprio atto di alto
livello” e ha affermato che il film ha sollevato le nuvole sui
“giorni bui” che il cinema sta affrontando attualmente.
“Da così tanto tempo ormai, così
tanti di noi vedono film che praticamente ci fanno sapere dove
stanno andando“, ha detto Scorsese. “Voglio dire, ci prendono per
mano e, anche se a volte è inquietante, in qualche modo ci
confortano lungo la strada che alla fine andrà tutto
bene. Ora, questo è insidioso, poiché ci si può cullare in
questo e alla fine abituarsi, portando quelli di noi che hanno
sperimentato il cinema in passato – molto di più – a disperare del
futuro della forma d’arte, in particolare per le giovani
generazioni. Ma questo è nei giorni bui.Martin Scorsese ha continuato: “Le nuvole
si sono alzate quando ho visto il film di Todd,
‘Tár’. Quello che hai fatto, Todd – è che il tessuto
stesso del film che hai creato non lo permette. Tutti gli aspetti
del cinema e del film che hai usato lo attestano. Lo
spostamento delle location, per esempio, lo spostamento delle
location da solo fanno ciò che il cinema sa fare meglio, ovvero
ridurre lo spazio e il tempo a ciò che sono, il che è
niente”.
Tár presentato in
concorso all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia
vede la Cate Blanchett nei panni di una maestra di
fama mondiale la cui vita personale e carriera professionale
vengono sconvolte dal suo comportamento tossico. La Blanchett ha
vinto la Colpa Volpi per la migliore attrice al Festiva ed è
ampiamente attesa per una nomination all’Oscar, così come per il
miglior film e Field per la migliore regia. “Quello che hai
fatto, Todd, è un vero atto di alto livello“, ha aggiunto
Martin Scorsese. “Tutto questo è trasmesso
attraverso una magistrale messa in scena, come angoli e bordi
controllati, precisi, pericolosi, precipitosi geometricamente in
qualche modo cesellati in un meraviglioso formato 2:3:5 di
composizioni di fotogrammi. I limiti della cornice stessa e la
provocazione di tempi misurati riflettono l’architettura brutale
della sua anima, l’anima di Tár.”
Field e Blanchett hanno recentemente
unito le forze per la prima storia di
copertina di
Variety del
2023 . Blanchett ha detto durante
l’intervista: “Penso che ‘Tár’ parli di un momento nella vita di
una donna in cui si sta muovendo inesorabilmente, come tutti noi,
verso la morte, e cerchiamo di correre più veloce di quella cosa –
cerchiamo di correre più veloce dei lati sgradevoli di noi
stessi. Cerchiamo di nasconderci”.
Martin Scorsese trova spesso un modo per
sostenere pubblicamente i film che ama di più in un dato anno.
“Tár” si unisce al
film horror di Ti West “Pearl” come uno dei
due titoli del
2022 per i quali il regista premio Oscar ha rilasciato una
dichiarazione di elogio. A settembre, ha detto che “Pearl”
era “così profondamente inquietante”che dopo ha avuto problemi a
dormire. “‘Pearl‘ crea 102
minuti selvaggi, ipnotizzanti, profondamente – e intendo
profondamente – inquietanti”, ha scritto Scorsese in una dichiarazione. “West e la
sua musa e partner creativa
Mia Goth sanno davvero come giocare con il loro pubblico… prima
di affondare il coltello nel nostro petto e iniziare a
girare“.
È diventato virale il video che
Francesca, figlia di
Martin Scorsese, ha condiviso sul suo account di
Tik Tok che ritrae il padre durante l’esibizione
di
Ryan Gosling agli oscar 2024. L’attore di
Drive e La la Land era nominato
per il ruolo di Ken in Barbie
di Greta Gerwig e con lui anche la canzone che canta nel film,
I’m Just Ken, aveva ricevuto una candidatura.
In occasione della notte degli
Oscar, Gosling si è esibito dal vivo sul palco del Dolby Theatre e
tutta la platea è letteralmente impazzita, compreso
Martin Scorsese che, nel video della figlia, appare
divertito e meravigliato da ciò a cui stava testimoniando. Ecco un
estratto dal video:
Martin Scorsese è il regista vivente con più
nomination agli Oscar per la Migliore Regia, con ben 10 nomination.
Ha vinto una sola volta, nel 2007, con The
Departed. L’ultima Notte degli Oscar lo ha visto tornare a
casa a mani vuote, in quanto il suo splendido
Killers of the Flower Moon non ha vinto in nessuna
delle dieci categorie in cui era nominato.
La Appla è riuscita a battere la
concorrente Netflix (che aveva distribuito l’ultima
fatica di Scorsese, l’acclamato The
Irishman) e starebbe ultimando gli accordi con la
Paramount Pictures per finanziare e produrre il
nuovo film del regista che, nonostante verrà distribuito nei cinema
di tutto il mondo dalla Paramount, verrà ufficialmente etichettato
come un Apple Original Film. Alla fine della sua corsa in sala, il
film sarà poi disponibile su Apple
TV+, diventando sicuramente uno dei titoli originali
più importanti del catalogo della piattaforma.
In una
vecchia intervista concessa a Cahiers du Cinéma, Martin Scorsese aveva così parlato di
Killers
of the Flower Moon: “Posso dire che sarà un
western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno
dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film
racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale
viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo
territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai
interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci
anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra.
Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del
Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli
europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e
un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione
per avere ammazzato un cane che un indiano.”
Apple produrrà il prossimo film di
Martin Scorsese, dal titolo Killers of the Flower Moon
Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la prima
volta insieme, in un film di Scorsese,
Leonardo DiCaprio e
Robert De Niro (in precedenza, i due avevano recitato
insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e ne La
stanza di Marvin del 1996). A tal proposito, il regista aveva
spiegato: “Leonardo DiCaprio avrà il ruolo principale,
Robert De Niro sarà invece William Hale, il re delle colline di
Osage, il responsabile della maggior parte delle morti. Gli altri
saranno tutti attori nativi americani. È davvero interessante
riflettere sulla mentalità che ha portato a tutto questo. La storia
della civiltà risala alla Mesopotamia. Gli Ittiti vengono invasi da
un altro popolo, scompaiono e in seguito si dice che siano stati
assimilati, o meglio, assorbiti. È affascinante vedere come questa
mentalità viene riprodotta in altre culture, attraverso due guerre
mondiali. Penso sia qualcosa destinato a durare nel tempo. Questo è
il film che proveremo a fare.”
Martin Scorsese si appresta finalmente a
girare un western. Il regista, infatti, ha svelato i primi dettagli
sul suo prossimo progetto cinematografico,
Killers of the Flower Moon, adattamento
cinematografico del romanzo del giornalista del New
Yorker, David Grann, uscito nel
2017.
In una lunga intervista concessa a
Cahiers du Cinéma (via Premiere), Scorsese –
reduce dal successo di The
Irishman (candidato a 10 premi Oscar) – ha
parlato per la prima volta del suo nuovo film, rivelando:
“Posso dire che sarà un
western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno
dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film
racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale
viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo
territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai
interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci
anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra.
Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del
Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli
europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e
un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione
per avere ammazzato un cane che un indiano.”
“Leonardo DiCaprio avrà il
ruolo principale, Robert De Niro sarà invece William Hale, il re
delle colline di Osage, il responsabile della maggior parte delle
morti. Gli altri saranno tutti attori nativi americani. È davvero
interessante riflettere sulla mentalità che ha portato a tutto
questo. La storia della civiltà risala alla Mesopotamia. Gli Ittiti
vengono invasi da un altro popolo, scompaiono e in seguito si dice
che siano stati assimilati, o meglio, assorbiti. È affascinante
vedere come questa mentalità viene riprodotta in altre culture,
attraverso due guerre mondiali. Penso sia qualcosa destinato a
durare nel tempo. Questo è il film che proveremo a fare.”
Per Martin Scorsese e Leonardo
DiCaprio si tratterà della sesta collaborazione, dopo
Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter
Island e The Wolf of Wall
Street.
Per Scorsese e Robert De
Niro, invece, sarà la decima collaborazione, dopo
Mean Streets, Taxi Driver, New York, New York, Toro
scatenato, Re per una notte, Quei bravi ragazzi, Cape Fear,
Casinò e The Irishman.
Mentre Martin Scorsese celebra il suo ultimo
Killers of the Flower Moon nel circuito dei premi, il
regista sta già anticipando quello che potrebbe essere il suo
prossimo film, basato sul libro di Shūsaku Endō “A Life of
Jesus”. (Endō ha anche scritto Silence,
che Scorsese ha adattato nel dramma storico del 2016 con Andrew
Garfield e Adam
Driver).
Scorsese ha rivelato in una nuova
intervista al Los Angeles Times che il suo prossimo film religioso
sarà ambientato principalmente ai giorni nostri, ma, secondo il
giornale, “Scorsese non vuole essere rinchiuso in un certo
periodo, perché vuole che il film sia senza tempo. Inoltre, prevede
che il film durerà circa 80 minuti, in netto contrasto con i 206
minuti di “Flower Moon”. Secondo il L.A. Times, il film si
concentrerà sugli “insegnamenti fondamentali di Gesù in un modo che
esplora i principi ma non fa proselitismo”.
“Sto cercando di trovare un
nuovo modo per renderlo più accessibile e rimuovere l’onere
negativo di ciò che è stato associato alla religione
organizzata”, ha detto Scorsese alla pubblicazione. “In
questo momento dici ‘religione’, e tutti si arrabbiano perché ha
fallito in tanti modi. Ma ciò non significa necessariamente che
l’impulso iniziale fosse sbagliato. Torniamo indietro. Pensiamoci e
basta, potresti anche rifiutarla, naturalmente. Ma potrebbe fare la
differenza nel modo in cui vivi la tua vita, anche nel rifiutarla.
Non respingerlo di colpo. Questo è tutto ciò di cui sto parlando. E
lo dico da persona che tra un paio di giorni compirà 81
anni”.
Scorsese ha già finito di scrivere
la sceneggiatura del film con il critico e regista Kent
Jones, che ha fatto il suo debutto nel lungometraggio con
il film drammatico indipendente del 2018 Diane.
Secondo il L.A. Times, Scorsese prevede di girare il film entro la
fine dell’anno.
Nel frattempo, lo stato dell’altro
film in uscita di Scorsese, basato sul libro di saggistica di
David Grann“The Wager: A Tale of Shipwreck,
Mutiny, and Murder” e interpretato da Leonardo DiCaprio, è sconosciuto.
Quel progetto, di Apple Original Films, è stato annunciato nel
luglio 2022, ma la produzione deve ancora iniziare.
Martin
Scorsese è nato nel 1942 a New York City ed è
cresciuto nel quartiere di Little Italy che in seguito ispirerà
molti dei suoi film. Scorsese si è laureato in
comunicazione cinematografica nel 1964 e poi ha ottenuto un Master
of Arts nel 1966 alla New York University’s School of Film. In quel
periodo ha girato numerosi corti vincitori di premi, come La grande
rasatura.
Nel 1968 Martin
Scorsese ha diretto il suo primo film Chi
sta bussando alla mia porta? Nel 1970 è stato assistente
alla regia e montatore del documentario Woodstock e nel 1973
ottenne i favori della critica e del pubblico per il suo Mean
Streets-Domenica in chiesa, Lunedì all’inferno. Nel 1974 Scorsese
ha diretto il suo primo documentario, Italianamerican, e il film
Alice non abita più qui.
Martin Scorsese, filmografia
Nel 1976 il suo Taxi
Driver ha vinto la Palma d’Oro a Cannes. È del 1977 New
York, New York, del 1978 L’ultimo valzer e del
1980 Toro scatenato, che ha ottenuto otto
nomination agli Oscar, comprese quella per il miglior film e la
miglior regia. Scorsese ha poi proseguito con la regia di
Fuori orario, Re per una notte,Il colore
dei soldi, L’ultima tentazione di Cristo, Quei
bravi ragazzi, Cape Fear – Il promontorio della
paura, Casinò, Kundun, L’età dell’innocenza e Al di là
della vita.
Nel 1996 Martin
Scorsese ha girato il documentario di 4 ore Un
secolo di cinema – Viaggio nel cinema americano di
Martin Scorsese, co-diretto con Michael Henry
Wilson. Il docimentario era stato commissionato dal British Film
Institute per celebrare il centesimo anniversario della nascita del
cinema.
Nel 2001 Martin
Scorsese ha girato Il mio viaggio in Italia, un
documentario epico che dimostra il suo amore per il cinema
italiano. Un progetto che accarezzava da tempo, Gangs of New York,
vede la luce nel 2002, e ottiene subito il favore della critica e
vince un Golden Globe per la miglior regia. Nel 2003 la PBS
trasmette il documentario in sette parti The Blues.
The Aviator, del
dicembre 2004, ha vinto cinque Oscar, un Golden Globe e un BAFTA
come miglior film. Nel 2005 la PBS trasmette No Direction Home: Bob
Dylan come parte della serie “American Masters”. Nel 2006,
The Departed – Il bene e il male ha ottenuto il
plauso della critica ed è stato premiato con un Director’s Guild
of America, un Golden Globe, un New York Film Critics, un National
Board of Review e un Critic’s Choice per la miglior regia, oltre a
vincere quattro Oscar, fra cui quello per il miglior film e quello
per la miglior regia. Il documentario di Scorsese
sui Rolling Stones in concerto Shine A Light, è dell’aprile 2008.
Nel febbraio 2011 è stato presentato Shutter
Island.
Lo stesso anno Scorsese ha
realizzato due documentari: A Letter to Elia per PBS, che ha vinto
il Peabody Award, e Public Speaking interpretato dallo scrittore
Fran Lebowitz per HBO. Recentemente Martin
Scorsese ha realizzato per HBO il documentario
George Harrison: Living in the Material World, che
ha vinto un Emmy, e il film Hugo Cabret, che è
stato candidato agli Oscar e ha vinto un Golden Globe per la
miglior regia. Il film ha anche vinto 5 Academy Awards e l’AFI’s
Best Movie of the Year. Scorsese è stato anche produttore
esecutivo della serie di HBO Boardwalk Empire, della quale ha
diretto l’episodio pilota. La serie ha vinto un Emmy e un Golden
Globe come miglior serie televisiva drammatica e Scorsese ha vinto
un Emmy e un DGA per la regia.
Il film più recente di
Martin Scorsese è The Wolf of Wall
Street che gli ha portato candidature ai DGA, ai BAFTA e
agli Academy Award per la miglior regia e ai Golden Globe e agli
Academy Award come miglior film. Ha anche co-diretto The 50
Year Argument con David Tedeschi e prodotto l’intera serie
e diretto il pilot di Vinyl per HBO.
Fra i tanti premi e riconoscimenti
ricevuti da Scorsese ricordiamo il Leone d’Oro al Film Festival di
Venezia (1995), l’AFI Life Achievement Award (1997), l’Honoree alla
Film Society of Lincoln Center’s 25th Gala Tribute (1998), il DGA
Lifetime Achievement Award (2003), il Kennedy Center Honors (2007)
e l’HFPA Cecil B. DeMille Award (2010). Nel 2012 Scorsese è stato
premiato dalla Broadcast Film Critics Association con un Critics’
Choice Music + Film Award e dalla British Academy of Film e
Television Arts con l’Academy Fellowship.
Martin Scorsese e la Film
Foundation
Martin
Scorsese ha fondato e presiede la Film Foundation,
organizzazione no-profit che si dedica alla conservazione e alla
protezione della storia del cinema. Nel 2007 a Cannes Scorsese ha
presentato la World Cinema Foundation, che ha fondato e presiede,
un’organizzazione not-for-profit dedicata alla conservazione e al
restauro di film trascurati a livello mondiale, con speciale
attenzione ai paesi in via di sviluppo, troppo carenti di risorse
tecniche e finanziarie per essere autonomi.
Nel corso di una carriera pluri
decennale e con un curriculum di ben 27 lungometraggi,
Martin Scorsese è senza dubbio uno di quei registi il
cui cinema è riconoscibile e le cui cifre stilistiche si notano al
primo sguardo. Il regista di
Killers of the Flower Moon, ora in sala, rientra in
quella cerchia ristretta di “autori” che hanno uno stile ben
definito, ed ecco di seguito i tratti caratteristici che ne
distinguono il linguaggio.
Ecco i 10 marchi più riconoscibili
nei film di Martin Scorsese
Carrellata
È evidente che Scorsese ama
riprendere avanti e indietro con una carrellata
piacevole e ben eseguita, ripresa su binari che usa in molti dei
suoi film. In termini semplici, il primo dei 10 marchi, è la
tecnica della carrellata che prevede lo spostamento della macchina
da presa in modo da seguire un soggetto o esplorare un determinato
spazio.
Sebbene l’uso più famoso di questa
tecnica sia l’iconica scena di Copacabana di
Quei bravi ragazzi, ha usato questa mossa con grande effetto
molte volte nella sua filmografia, a volte in modi che comunicano
con il suo lavoro precedente. In The
Irishman del 2019 , ad esempio, il brivido e l’eccesso
della carrellata di Copacabana si rispecchiano invece in un
tour lento e meditativo attraverso una casa di cura. Un esempio
meno discusso, ma eccezionale, è in Gangs
of New York , durante una ripresa singola che segue un
gruppo di giovani uomini mentre si preparano a partire verso quella
che sarà probabilmente una fine tragica e sanguinosa.
Miglior esempio: Quei bravi
ragazzi
Fermo immagine
Se fatto male, è uno degli
abbellimenti più sdolcinati che si possano aggiungere a un film, ma
se fatto con attenzione, può produrre momenti indimenticabili e
davvero di grande impatto. Fortunatamente, Scorsese ha trasformato
il fermo immagine in una scienza e lo ha
utilizzato nelle scene come si farebbe con la punteggiatura in una
frase.
Nell’apertura di
Re per una notte viene utilizzata la tecnica per frenare un
momento sovrastimolante, invece in
Toro scatenato permette al pubblico di vedere lampi di momenti
riconoscibili nella storia. È un effetto che a volte sembra che i
suoi film si stiano prendendo un momento per espirare o altre volte
sembra che stiano trattenendo il respiro.
Miglior esempio: Toro
scatenato
Robert De Niro
Il rapporto tra regista e attore è
essenziale per qualsiasi film, ma non tutti gli accoppiamenti sono
in grado di raggiungere la stessa chimica pura che è stata forgiata
tra Martin Scorsese e Robert
De Niro. Il loro legame cinquantennale va oltre lo
schermo. Sulla scia delle critiche negative rivolte al suo
dramma musicale del 1977, New York, New York,
Scorsese toccò momentaneamente il fondo nella sua iniziale carriera
e nella sua vita personale. De Niro, in parte, ha sfidato il
regista a tornare alle sue ambizioni e ad andare avanti realizzando
Toro Scatenato, diventato poi una pietra
miliare della cinematografica della coppia.
L’attore Robert De Niro ha regalato
a Scorsese alcune delle migliori interpretazioni della sua
carriera, che a loro volta hanno contribuito a definire alcuni dei
migliori film della carriera di Martin. Da
Taxi Driver negli anni Settanta, a
Toro Scatenato negli anni Ottanta fino al recentissimo
Killers of The Flower Moon, questo duo rimane
quanto più dinamico possibile. Con tutti i film di Scorsese in cui
si trova, tuttavia, fa strano non vedere De Niro apparire in
qualsiasi momento durante The
Departed o Gangs of New York,
infatti il leggendario attore ha rifiutato entrambe le potenziali
collaborazioni.
Miglior esempio: Robert De Niro
apparso in 10 lungometraggi e un cortometraggio
Violenza
Uno degli temi più evidenti nei film
del regista italoamericano è non fuggire dalla
violenza sullo schermo. Spesso riflettente del suo
passato personale, degli incidenti e i casi di violenza a cui ha
assistito crescendo nel quartiere di Little Italy.
Martin Scorsese in genere mette in mostra la brutalità non per
glorificarla, ma per illustrare le dure verità nelle storie che
racconta.
Anche nei suoi primi lavori, come
nel suo cortometraggio The Big Shave, le scene
scioccanti di sangue servivano a commentare il lato oscuro del
comportamento umano. In
The Departed – il bene e il male, ad esempio, usa la violenza
per ritrarre le conseguenze cicliche dei peccati dei suoi
personaggi, mentre in
Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno fa luce
sulla realtà della mafia di basso livello. È interessante notare
che la creazione di quest’ultimo citato è stata aiutato dal
leggendario
Francis Ford Coppola, che ha contribuito a finanziare il
film.
Miglior esempio: Mean
Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno
Temi religiosi
Il regista provenendo da un
ambiente cristiano cattolico dedica una gran parte
della sua rappresentazione del soggetto sotto forma d’immagini e
temi incentrati su Cristo. Il regista ha confermato quest’anno,
durante una conferenza stampa, che continuerà in questa
esplorazione, affermando ” ho risposto all’appello agli artisti del
Papa nell’unico modo che conosco: immaginando e scrivendo la
sceneggiatura di un film su Gesù”.
In Silence
del 2016, questi temi vengono portati alla luce attraverso la
storia di due missionari cristiani la cui fede scelta minaccia le
loro vite. Nel controverso L’ultima
tentazione di Cristo, il tema della religione è il veicolo
attraverso il quale Scorsese contempla l’idea stessa dell’umanità.
Sebbene il film sia stato accolto positivamente dalla critica, il
suo contenuto (che si prende molte libertà con il testo su cui è
basato) ha fatto frusciare le piume tra il pubblico cristiano per
non dire altro, facendolo condannare da molte figure influenti,
inclusa la stessa Madre Teresa.
Miglior esempio:
Silence
Protagonisti moralmente
corrotti
Anche se molti spettatori sembrano
dimenticarlo, il protagonista di una storia non deve assolutamente
essere rappresentato come un eroe o addirittura come una brava
persona, cosa che Martin Scorsese sa fin troppo bene. Osservando i
personaggi principali della sua filmografia, sarebbe difficile
trovare molti tipici eroi di Hollywood nella sua lista di
protagonisti.
Da uno stalker egocentrico e
assassino
Travis Bickle, allo spregiudicato broker
newyorkese Jordan Belfort, i protagonisti di
Scorsese non sono proprio persone con cui vorresti essere amico in
realtà. Per non parlare dei protagonisti dei suoi film sulla mafia,
che sono nobili proprio come ci si aspetterebbe. Ciò che
spesso distingue questi personaggi, tuttavia, è la loro
complessità. Che si tratti del loro ingegno, del loro fascino,
di uno stile di vita apparentemente invidiabile o semplicemente di
un fattore “interessante”, spesso c’è qualcosa in queste figure che
almeno le rende interessanti da guardare mentre fanno cose,
ovviamente, terribili.
Miglior esempio: The
Departed
Turpiloquio
Scorsese ha utilizzato efficacemente
un linguaggio volgare e
turpiloquio per intensificare alcuni dei momenti
più intensi dei suoi film, così come alcuni dei più divertenti. Il
migliore esempio della sua lunga filmografia è
The Wolf of Wall Street, ad un certo punto deteneva il record
mondiale per il maggior numero di “fanculo” in un singolo film, con
l’incredibile cifra di 569 nel corso dei suoi 180 minuti di durata.
Un articolo di Vulture divide addirittura ulteriormente la
volgarità diThe Wolf of Wolf
Street, dal numero totale di parolacce presenti nel film
che sono ben 687 al personaggio più profano cioè Jordan con 332
bestemmie.
Miglior esempio: The Wolf of
Wall Street
Storie vere
Sebbene abbia crediti di scrittura
su alcuni dei suoi lavori migliori, anche lo stesso Scorsese ha
parlato di come non si considera uno
scrittore. Piuttosto, discute apertamente di come tende ad
essere attratto dalle storie degli altri, come evidenziato dal
fatto che molti dei suoi film sono basati su fatti reali.
Molti dei suoi film
polizieschi sono ispirati da persone e luoghi in cui è
cresciuto, il che aiuta le sue storie a raggiungere un livello di
autenticità che non è facile da falsificare. Al di fuori delle sue
esperienze personali, attinge anche da storie vere trovate nei
libri, come ha fatto con Killers
of the Flower Moon,
L’età dell’innocenza,
Shutter Island e Silence.
Miglior esempio: Killers of
the Flower Moon
Narrazione e voce fuori campo
Un altro espediente cinematografico
che può funzionare per rendere un film più ricco dal punto di vista
narrativo o sorprendentemente banale è l’uso della
narrazione. Nelle mani di un regista come
Scorsese, però, è praticamente sempre la prima cosa. L’uso di
gran lunga più famoso della narrazione nei suoi film è
in Quei
bravi ragazzi , che si rivela una scelta efficace fin
dalla scena iniziale.
Come altri aspetti del film, lo
rispecchia anche in The
Irishman con la voce fuori campo di Frank
Sheeran. In Taxi
Driver, la tecnica aiuta a mettere gli spettatori
nella mente di un uomo che si è illuso fino alla follia.
In The
Wolf of Wall Street , la voce fuori campo è usata per mostrare
il narratore del tutto inaffidabile della storia, facendo sì che il
pubblico si chieda se loro stessi non si siano lasciati ingannare
dall’uomo d’affari.
Miglior esempio: Taxi
Driver
Umorismo nero
Il primo posto di questa classifica
dei 10 marchi nel cinema di Martin Scorsese è
quello per l’umorismo nero. Sebbene abbia
realizzato film su alcuni degli aspetti più oscuri e riprovevoli
delle persone e della società in cui vivono, in qualche modo Martin
riesce a incorporare alcuni momenti stranamente divertenti in molti
di essi. Questo è probabilmente il momento migliore per far luce su
Fuori orario, la divertente commedia dark di Scorsese della
metà degli anni Ottanta. Anche se quasi nulla di ciò che accade al
protagonista, di questa folle avventura in una notte, sarebbe
divertente se accadesse a qualcuno nella vita reale, è così
divertente guardarlo come finzione.
Questo è il caso di altri titoli di
Scorsese come l’assurdamente satirico The Wolf of Wall
Street e anche The Departed. Se mai ci
fosse qualche dubbio sul fatto che Martin a volte non tenga a mente
l’umorismo mentre realizza anche le scene più violente, la
rivisitazione di
Spike Lee di una risata che hanno condiviso, durante la
realizzazione di un momento particolarmente raccapricciante, è la
prova che sa esattamente cosa sta facendo.
“Con Robert siamo cresciuti
insieme, ci conosciamo fin da quando eravamo adolescenti”.
dice Martin Scorsese a Cinefilos.it – “È
l’unico attore che sa veramente da dove vengo, che tipo di persone
frequentavo. Gli anni ‘70 per il nostro rapporto sono stati un
grande banco di prova, abbiamo sperimentato tutto il possibile e
abbiamo scoperto di poterci fidare l’uno dell’altro. In quel
periodo Robert come star possedeva un potere
enorme e avrebbe potuto facilmente prendere il controllo dei nostri
film. Non ho mai avuto paura di questo. Lavoravamo in libertà,
desiderosi di sperimentare, senza alcuna paura. Anni dopo mi disse
che in un film intitolato Voglia di ricominciare
aveva recitato con un ragazzo, un certo
Leonardo DiCaprio, e mi consigliò di lavorarci un
giorno. Lo disse in maniera quasi casuale, ma non lo era
affatto”.
“Non era da Bob, uno che non dà
mai questo tipo di suggerimenti”. A continuato
Scorsese– “Così anni dopo Leo rese
possibile la realizzazione di Gangs of New York,
visto che dopo Titanic era una star mondiale. Il nostro
rapporto si è consolidato con The Aviator, ho
capito grazie a quel film che eravamo sulla stessa lunghezza
d’onda. La svolta è arrivata con The Departed, un thriller che Bill
Monahan riscriveva continuamente per stare dietro
all’interpretazione febbrile di Leo. Quello è stato il progetto che
mi ha fatto capire quanto, anche se abbiamo età diverse, possediamo
moltissime cose in comune, un’affinità umana e intellettuale. Per
The Wolf of Wall Street mi sono fidato completamente
di lui, e durante le riprese mi ha regalato momenti
incredibili”.
Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura
con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A
Star is Born. Leonardo
DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un
potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily
Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e
Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI
incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche
Brendan Fraser e John Lithgow.
Killers
of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga
data Leonardo DiCaprioe
Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio
Oscar
Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone,
Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi,
William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy,
Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è
diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione
di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way
Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.
Sebbene non si sappia molto del
nuovo film di Martin Scorsese su Gesù, il regista si è
aperto su quando intende iniziare le riprese di una parte del
progetto.
Parlando con America Magazine di
recente, a Martin Scorsese è stato chiesto del suo nuovo
film e del motivo per cui sta cercando di fare un altro film su
Gesù dopo il film del 1988 L’ultima tentazione di
Cristo. Scorsese ha detto che una
conversazione avuta con Papa Francesco gli ha
fatto pensare a come presentare Gesù in un contesto moderno e che
spera di iniziare presto a girare parte del film.
“Sto pensando in risposta a ciò
che ha scritto Papa Francesco e all’idea di rendere Gesù
accessibile, non mettendo Gesù su un muro o in un dipinto o in una
vetrata“, ha detto Scorsese. “Gesù è immediato, con noi
ora, proprio nella stanza mentre parliamo. E si tratta
dell’accessibilità di ciò che Gesù è e continua ad essere nella
nostra vita. Per questo sto pensando a un film che potrebbe essere
in parte moderno, in parte antico, non ne sono del tutto sicuro.
Abbiamo elaborato una sceneggiatura, io e [il collaboratore di
lunga data] Kent Jones. Spero di poterne girare una parte in aprile
per poterlo realizzare“.
Il film non sarà la “solita
narrazione lineare” della vita di Gesù
Martin Scorsese ha poi aggiunto che il suo
film non sarà una versione “solita e lineare” della vita
di Gesù, dicendo che una parte del film sarà basata sul libro
A Life of Jesus di Shūsaku Endō,
che tratta della figura di Gesù e di come si rapporta alla vita
delle persone al giorno d’oggi.
“Ma non si tratterebbe in alcun
modo di una narrazione consueta e lineare della vita di Gesù”,
ha detto Martin Scorsese. “Sarebbe qualcosa che ci
fa pensare a Gesù nel presente. E anche in modo diverso. In parte
si baserebbe su ciò che Shūsaku Endō ha scritto nel suo libro Una
vita di Gesù. Mi è sembrato molto interessante il modo in cui
affronta la questione da un punto di vista asiatico per farci
vedere Gesù in un altro modo, e come si riferisce alla nostra vita
attuale. E come sarà sempre qualcosa al centro della nostra
vita“.
Martin Scorsese, che ha già realizzato
L’ultima tentazione di Cristo nel 1988, ha annunciato di voler
realizzare un nuovo film su Gesù Cristo nel maggio 2023, dopo che
lui e la moglie Helen Morris hanno incontrato
privatamente Papa Francesco in Vaticano. Nell’ottobre 2023,
Scorsese ha anche confermato a Sight and Sound che il film
non avrebbe avuto una narrazione lineare. Martin Scorsese è attualmente candidato
all’oscar come miglior regista per Killers
of the Flower Moon
Il regista Martin
Scorsese è tra i più celebri e rispettati autori della
storia del cinema, nonché personalità poliedrica e tra i maggiori
esperti della settima arte in tutte le sue forme. Dai primi film
realizzati negli anni Sessanta, quando contribuì alla rivoluzione
della New Hollywood, fino a quelli più recenti, Scorsese continua a
dimostrare un talento irraggiungibile, in costante evoluzione, che
lo colloca insindacabilmente tra quei grandi maestri che hanno
contribuito al prestigio dell’arte da loro adoperata.
2. È un affermato
produttore. Da sempre all’attività di regista Scorsese
lega quella di produttore esecutivo, ricoprendo tale ruolo spesso
per piccoli film indipendenti. Oltre ad aver prodotto molti dei
suoi film, egli ha infatti sostenuto titoli come Cose nostre –
Malavita (2013), Bleed (2016),
Free Fire
(2016), Before the Flood (2016), A Ciambra
(2017), Edison – L’uomo che
illuminò il mondo (2017), con Benedict
Cumberbatch,Lazzaro
felice (2018), The Souvenir (2019), Diamanti
grezzi (2019), con Adam
Sandler, Shirley (2020), Pieces of a
Woman(2020), Il collezionista di
carte(2021), Maestro (2023)
e Pet Shop Days (2023). È stato inoltre
produttore esecutivo delle serie Boardwalk Empire: L’impero del
crimine (2010-2014) e Vinyl (2016).
3. È stato anche
attore. Scorsese è uno dei quei registi a cui piace
fare dei cameo nei propri
film. Tra i più celebri vi sono quelli in Taxi Driver,
Fuori orario, L’età dell’innocenza, Gangs of New York e
Hugo Cabret. Ma nel corso degli anni non ha mancato di
interpretare veri e propri ruoli in film come Il
pap’occhio (1980), Round Midnight (1986),
Sogni (1990), dove ricopre dà corpo a Vincent Van Gogh,
Quiz Show (1994), di Robert
Redford, Cerca e distruggi (1995) e La
dea del successo (1999).
Martin Scorsese dirige Taxi
Driver
4. Ha avuto un duro scontro
con i produttori.Taxi Driver è il film che ha
reso celebre Scorsese a livello mondiale. Eppure non tutti erano
pronti a credere in tale progetto, e tra questi vi erano i
dirigenti della Columbia Pictures. Al regista furono infatti
imposti una serie di tagli, per eliminare alcune scene giudicate
troppo violente. Secondo alcune leggende, Scorsese minacciò di
uccidersi se lo avessero costretto a rimontare il film, mentre un
altra versione prevede che si presentò dai produttori con una
pistola, intimandoli di non ritoccare il film. Quale che sia la
verità, alla fine le due parti raggiunsero un accordo comune.
5. Non era previsto il suo
ruolo nel film. All’interno del film Scorsese compie un
iconico cameo, dando vita ad un controverso passeggero del taxi
guidato dal protagonista. Questi, in particolare, racconta i propri
desideri di vendetta sulla moglie, la quale lo tradiva.
Originariamente però, il ruolo avrebbe dovuto essere ricoperto da
un attore professionista, ma poiché questi si infortunò dovette
rinunciare. Scorsese ricevette allora da De Niro consigli di
recitazione su come affrontare la parte.
Martin Scorse dirige Casinò
6. Ha inserito un preciso
“easter egg” nel film.Casinò si presenta come
un adattamento di una storia vera, dove non si menziona mai il vero
casinò coinvolto nelle vicende, ovvero lo Stardust. Martin
Scorsese, tuttavia, vi fa comunque riferimento attraverso la
colonna sonora, in cui la canzone “Stardust” si può
ascoltare per ben tre volte diverse. Una versione strumentale viene
suonata durante il matrimonio di Ace e Ginger, e una versione
vocale si sente durante la scena in cui Remo chiede a Marino se
Nicky e Ginger stanno facendo sesso. Infine, il brano si può
ascoltare durante la fine dei titoli di coda.
Martin Scorsese e il suo nuovo
film: Killers of the Flower Moon
7. Ha desiderato a lungo
realizzare questo film. Il nuovo film di Scorsese,
Killers of the Flower Moon, racconta dell’indagine svolta
un’ondata di omicidi di ricchi nativi all’inizio degli anni ’20
nella contea di Osage, in Oklahoma. Gli omicidi sono avvenuti dopo
che grandi giacimenti petroliferi furono scoperti sotto la terra
del popolo Osage e per i quali furono concessi in tribunale i
diritti sui profitti. Tutto ciò viene raccontato nell’omonimo libro
di David Grann, dopo aver letto il quale Scorsese
ha subito deisderato trarne un film. Per farlo, il regista ha
trascorso diverso tempo a contatto con la comunità Osage affinché
gli concedessero la loro benedizione e lo aiutassero a realizzare
il film.
Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio
8. Ha stretto un sodalizio
artistico con il noto attore. In occasione del casting per
Gangs of New York, Scorsese conosce Leonardo DiCaprio, con il quale
intraprende da quel momento un fortunato sodalizio artistico. I due
si sono poi riuniti per lavorare insieme a The Aviator,The
Departed, Shutter Island e The Wolf of Wall Street e
per il cortometraggio The Audition. Nel 2023 tornano
infine a lavorare insieme per Killers of the Flower Moon.
Per i film di Scorsese, DiCaprio è stato candidato all’Oscar in due
occasioni e l’attore ha sempre dichiarato di aver raggiunto una
sintonia tale con Scorsese per cui si capiscono al minimo
accenno.
Martin Scorsese e le sue origini italiane
9. Ha dedicato un
documentario alle proprie origini. Il cognome originario
della famiglia del regista era “Scozzese”, poi modificato in
“Scorsese” per un errore di trascrizione in alcuni documenti.
Figlio di Luciano Charles Scorsese e di Catherine Cappa, il regista
ha, come si intuisce, delle origini italiane. I suoi nonni, sia
paterni che materni, erano immigrati italiani originari
rispettivamente di Polizzi Generosa e di
Ciminna (entrambi comuni della provincia di
Palermo), giunti negli Stati Uniti agli inizi del XX secolo. A
queste sue origini e alla vita come italoamericani, Scorsese ha
dedicato un documentario nel 1974 dal titolo,
appunto, Italoamericani.
Martin Scorsese: chi è la sua coniuge
10. È sposato con una
produttrice. Nel corso della sua vita, Scorsese si è
sposato cinque volte e tra le sue mogli vi è anche l’attrice
italiana IsabellaRossellini, a
cui il regista è stato legato dal 1979 al 1982. Dal 1999, invece, è
sposato con la produttrice Helen Morris da cui ha
avuto, nello stesso anno, la figlia Francesca. Ad
ogni modo, Scorsese mantiene un certo riserbo sulla propria vita
privata, anche se grazie all’account Instagram della figlia si
possono ogni tanto vedere alcuni momenti della loro vita quotidiana
tra le mura domestiche.
Durante una conferenza stampa al
Marrakech Film Festival Martin Scorsese, dopo aver
introdotto il suo ultimo lavoro Wolf of Wall
Street, ha lasciato una dichiarazione che non farà
certo piacere ai tanti estimatori del maestro newyorchese.
Scorsese, con la solita autoironia,
ha spiegato infatti che la voglia di fare altri film è sempre
uguale, ma è probabile che finirà presto: “Sì, ho il desiderio di
fare molti film , ma ho 71 anni e c’è solo un altro paio di film
che mi rimangono, se riesco a farli.”
“Mi mancano i tempi in cui avevo la
voglia e la passione di sperimentare e provare diversi tipi di
film, ma di fatto quello che mi manca è proprio il tempo. C’è
l’obbligo, quando si invecchia di stare con la propria famiglia .
Sono stato molto fortunato negli ultimi 10 anni o giù di lì, ad
aver trovato dei progetti che mi hanno permesso di unire il mio
desiderio di fare film e il mio impegno nel realizzarli, con la
necessità di adempiere agli obblighi familiari e finanziari”.
In effetti, se non fosse stato per
Leonardo DiCaprio , Scorsese
avrebbe lasciato il cinema in precedenza: “Ha rigenerato il
mio entusiasmo nel fare i film. Soprattutto perché, quando si
invecchia, diventa fisicamente difficile reggere le pressioni
economiche degli studios. Tu sei responsabile di un sacco di soldi
e quindi la colpa se sbagli è solo tua. Ma è possibile? E’ stato il
suo entusiasmo a farmi continuare nel mio lavoro, a farmi
realizzare i cinque film che ho fatto con lui.”
Riuscirà la stella di The Amazing Spider-Man,
Andrew Garfield, nel probabile prossimo film di
Scorsese, Silence (le riprese dovrebbero
iniziare a luglio 2014) a prendere l’eredità di Di Caprio e fargli
tornare la voglia di fare cinema?
Martin Scorseseha ancora il fuoco dentro
per fare più film, ma il prolifico regista sente di aver imparato
le cose troppo tardi.Parlando
con Deadline in
un profilo esclusivo, a Scorsese è stato chiesto se avesse ancora
il fuoco per fare film a 80 anni. Il regista ha detto che “deve
farlo“, ma sente che il mondo gli si è aperto troppo
tardi.
“Devo. Devo. Sì“, ha detto
Martin Scorsese. “Vorrei potermi prendere una
pausa per otto settimane e fare un film allo stesso tempo
[ride]. Il mondo intero si è aperto a me, ma è troppo
tardi. È troppo tardi.”Quando gli è stato
chiesto esattamente cosa intendesse, la leggenda ottantenne ha
riconosciuto la alla sua età sente come se non ci fosse “più
tempo“. Ha poi fatto riferimento a una storia del collega
regista e leggenda Akira Kurosawa. Quando ha
ricevuto un Oscar onorario nel 1990, Kurosawa ha
notoriamente notato che stava appena iniziando a capire la
“possibilità del cinema“, ma che era troppo tardi per
lui.
Secondo Scorsese, all’epoca
non capiva cosa intendesse il leggendario regista, ma ora
sì.“Io sono vecchio. Ho letto
cose. Vedo cose. Voglio raccontare storie e non c’è più
tempo”, ha detto Scorsese. “Kurosawa, quando ha vinto
il suo Oscar, quando George [Lucas] e Steven [Spielberg] glielo
hanno dato, ha detto: “Sto solo ora iniziando a vedere la
possibilità di cosa potrebbe essere il cinema, ed è troppo
tardi“. Aveva 83 anni. A quel tempo, ho detto: “Mi
sono chiesto cosa intendesse” Ora so cosa
intendeva”.
Il commento di Martin
Scorsese “contro” i cinecomic Marvel ha fatto il giro del mondo e
causato parecchie reazioni piccate soprattutto da parte di chi quei
cinecomic li fa. Mentre Kevin Feige sembra allegramente estraneo
a questa polemica, forse troppo impegnato a quantificare la fortuna
che questi “parchi a tema” gli hanno fruttato, persone del calibro
di Samuel L. Jackson non riescono a tacere.
L’attore, che nel franchise
interpreta Nick Fury, ha risposto a Scorsese dicendo che “un film è
un film” e non c’è affatto bisogno di paragonarlo ad altri modi o
strumenti di intrattenimento, proprio perché il regista newyorkese
ha paragonato i film dei Marvel Studios ad un parco a tema.
La replica dell’attore è stata
seguita a ruota dalle reazioni di Joss Whedon e
di James
Gunn. Il regista di The Avengers ha
portato a esempio il lavoro che proprio Gunn ha svolto con i
personaggi di Guardiani della Galassia per
controbattere al fatto che Scorsese ha parlato di mancanza di
emozioni umane con cui entrare in sintonia nei film Marvel.
“Per questo non chiedetemi
perché sono sempre arrabbiato” ha chiuso poi il regista,
citando la battuta di Mark Ruffalo/Bruce Banner/Hulk nel suo
The Avengers.
Le dichiarazioni di
Scorsese sono state in più occasioni travisate, nelle ultime
ore, ma il regista si è solo limitato a dire che i film Marvel non
sono cinema perché somigliano di più a un parco a tema, che è più o
meno quello che si dice in maniera diffusa in merito alla qualità
dei singoli film del MCU. Per quanto riguarda il progetto
produttivo, invece, è chiamo che lo Studio è un grande esempio di
industria vincente.
La figlia di Martin Scorsese, Francesca, ha voluto
prendersi gioco del padre e lo ha fatto in maniera decisamente
sarcastica. In che modo? Incartando i suoi regali di Natale con
della carta a tema Marvel!
Siamo tutti a conoscenza della
lunga controversia iniziata quando il leggendario regista di
Taxi Driver e Toro Scatenato ha condiviso la sua
opinione in merito ai film della Casa delle Idee, etichettandoli
come “non cinema”. Controversia che ha visto coinvolti
anche altri importanti esponenti dell’industria cinematografica
hollywoodiana e che si è poi appianata con una lungo editoriale
scritto dallo stesso Scorsese e pubblicato sulle pagine del
New York Times, in
cui il regista di The
Irishman ha chiarito la sua posizione in merito
una volta per tutte.
Adesso, una delle persone che
sicuramente conosce Martin Scorsese meglio di chiunque altro, ha
aspettato il momento giusto per offrire a tutti coloro che si sono
appassionati alla vicenda la miglior replica possibile, rispondendo
alla “diatriba” con l’arma più potente di tutte: l’ironia.
Francesca
Scorsese, giovane attrice apparsa in numerosi
cortometraggi e anche in alcuni film di suo padre (tra cui The
Aviator e The Departed), è attualmente impegnata sul
set con Luca Guadagnino per le riprese della miniserie We Are Who We
Are. Come portato all’attenzione da un utente di Twitter, Francesca ha
condiviso una storia su Instagram nella quale ha mostrato i regali
comprati per papà Martin in occasione delle festività natalizie,
coperti con carta da regalo a tema Marvel.
Come avrà reagito Martin Scorsese? Si sarà divertito a strappare
via le immagini di Iron Man, Captain America e Hulk? Sarebbe stato
interessante e sicuramente divertente vedere anche la sua
reazione…
Di sicuro, in famiglia sembrano non
prendere le cose troppo sul serio e, soprattutto, sanno come
mantenere vivo lo spirito del Natale! Di seguito uno screenshot
della storia che testimonia l’originalissima idea messa in pratica
da Francesca:
Martin Scorsese si prepara per
dirigere il dramma finanziario The Wolf of Wall
Street, ma un altro dei suoi tanti progetti si sta
avvicinando alla fase di produzione, infatti, la Universal Pictures
ha voluto Billy Ray (State of Play) per scrivere la
sceneggiatura del biopic Sinatra. Ancora poco si sa circa
la trama del film o quali aspetti della vita di Sinatra vedremo
rappresentati sullo schermo e tanto mento ci sono notizie
sull’attore che potrebbe interpretare una tale icona, ma sappiamo
tutti che in questi ultimi anni Scorsese ha dimostrato di essere un
grande fan di Leonardo DiCaprio e che potrebbe essere uno
dei papabili al ruolo.
Dopo Hugo Cabret,
Scorsese era finalmente pronto per affrontare il dramma su un
sacerdote gesuita del 17° secolo. Silence, progetto in
fase di elaborazione da svariati anni e anche uno dei più voluti
dal regista statunitense, tuttavia, per ragioni ancora sconosciute,
correva voce che il produttore di Hugo
Cabret, Graham King, ha progettato la realizzazione e
il finanziamento sia del film che del regista ma non si sono più
avute informazioni sugli accordi definitivi. Oltre a
Silence e Sinatra, Scorsese sta
sviluppando il dramma The
Irishman che vede protagonisti Robert De Niro e
Al Pacino ma ancora nessuno è stato ingaggiato per scrivere lo
script.
A questo punto non si sa quale dei
tre progetti sarà il prossimo per Scorsese appena si
concluderanno le riprese di The Wolf of Wall Street,
ma si accettano scommesse!
Riguardo all’interpretazione di
DiCaprio,
Scorsese ha dichiarato: “Si è spinto così a fondo nelle
complessità e nelle contraddizioni di un uomo così debole, così
malleabile, che ha fatto cose indicibili, ma che ha anche amato
veramente sua moglie. Leo ha creato senza paura un vero Uomo
Qualunque… un Uomo Qualunque che la gente non vuole riconoscere. E
questo resterà nel tempo“.
Lily Gladstone, che interpreta Mollie
Kyle in Killers of the Flower Moon, ha anche
detto che i suoi genitori erano “arrabbiati” quando hanno
scoperto che
DiCaprio non era stato nominato. Ha aggiunto:
“DiCaprio è
stato il primo a mandarmi un messaggio di congratulazioni, con
tanto di coriandoli. Gli ho detto quanto fossimo tutti sconvolti.
La mia nomination è in parte uguale alla sua. Non avrei potuto fare
quello che ho fatto senza la sua generosità come attore e come
essere umano“.
Anche se non ha ottenuto la
nomination all’Oscar
per l’attore protagonista,
Killers of the Flower Moon ha comunque ottenuto le
nomination all’Oscar
per il miglior film (Dan Friedkin, Bradley Thomas, Scorsese
e Daniel Lupi, produttori), attore non protagonista
(Robert
De Niro), attrice protagonista (Lily
Gladstone), Fotografia (Rodrigo Prieto), Costumi
(Jacqueline West), Regia (Martin
Scorsese), Montaggio (Thelma Schoonmaker), Musica
(colonna sonora originale) (Robbie Robertson), Musica (canzone
originale) (Wahzhazhe (A Song For My People), musica e testi di
Scott George) e Scenografia (Jack Fisk e Adam Willis).
Martin Scorsese continua ad avere giudizi
negativi sui blockbuster ei successi moderni e l’era dello
streaming. In una recente intervista con GQ,
il regista di Taxi
Driver e The
Wolf of Wall Streete l’imminente Killers of the Flower Moon si è espresso
ancora una volta contro ciò che i film di successo e i film in
franchising di fumetti stanno attualmente facendo all’industria di
Hollywood.“Il pericolo è quello che sta
facendo alla nostra cultura“, ha
detto. “Perché ci saranno generazioni ormai che
penseranno che i film siano solo quelli: ecco cosa sono i
film.”
Quando l’intervistatore ha
sottolineato che probabilmente le persone già ci credono, Martin Scorsese ha continuato: “Lo
pensano già. Ciò significa che dovremo reagire più forte. E
deve provenire dal livello di base. Deve venire dagli stessi
registi. E avrai, sai,
i fratelli Safdie, e
avrai Christopher
Nolan , capisci cosa
intendo? E colpiscili da tutti i lati. Colpiscili da
tutti i lati e non arrenderti. Vediamo cosa hai
ottenuto. Vai là fuori e fallo. Vai a
reinventare. Non lamentarti di questo. Ma è vero, perché
dobbiamo salvare il cinema”.
Parlando ulteriormente con GQ
dell’era dello streaming, Martin Scorsese ha affermato di non
classificare i “contenuti prodotti” come cinema. Ha continuato:
“È quasi come se l’intelligenza artificiale realizzasse un
film. E questo non significa che non ci siano registi
incredibili e addetti agli effetti speciali che realizzano
bellissime opere d’arte. Ma cosa significa? Cosa ti
daranno questi film? A parte una sorta di consumazione di
qualcosa e poi eliminandolo dalla tua mente, da tutto il tuo corpo,
sai? Allora cosa ti dà?”
Martin Scorsese, che ha combattuto attivamente
per la conservazione e il restauro dei film durante tutta la sua
carriera, ha fatto commenti simili in passato. Nel 2019, Scorsese
ha paragonato il Marvel Cinematic
Universe ai “parchi a tema”. Ha
detto all’Empire
Magazine che crede che i film Marvel non
siano “il cinema di esseri umani che cercano di trasmettere
esperienze emotive e psicologiche a un altro essere
umano”Quando i suoi commenti sono diventati
virali, Martin Scorsese ha scritto un articolo
peril New York Times spiegando perché non
gli interessano i film Marvel. “Perché non lasciare che i
film sui supereroi e altri film in franchising lo siano? Il
motivo è semplice”, ha scritto. “In molti posti in
questo paese e in tutto il mondo, i film in franchising sono ora la
tua scelta principale se vuoi vedere qualcosa sul grande
schermo. È un momento pericoloso per il cinema e ci sono meno
sale indipendenti che mai. L’equazione si è capovolta e lo
streaming è diventato il sistema di distribuzione
principale. Eppure, non conosco un solo regista che non voglia
progettare film per il grande schermo, da proiettare davanti al
pubblico nelle sale”.L’ultimo film di Martin Scorsese,Killers of the Flower Moon , uscirà
nei cinema e in IMAX negli Stati Uniti il 20 ottobre
2023.