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Ride: il poster del nuovo film della coppia di Mine, Guaglione e Resinaro

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Ecco il primo poster ufficiale di Ride, il nuovo film diretto da Jacopo Rondinelli, che è scritto, co-prodotto e supervisionato artisticamente da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, già registi del fortunato Mine, che nel 2016 è stato accolto con favore da pubblico e critica come un caso esemplare di rinnovamento e rinascita del cinema italiano.

Il film è una produzione Lucky Red, Mercurious con Tim Vision e con il contributo di Trentino Film Commission. Un cast italiano e internazionale quello di RIDE, che vede protagonisti Lorenzo Richelmy e Ludovic Hughes al fianco di Simone Labarga e Matt Rippy.

Cannes 2018: Border, di Ali Abbasi, vince Un Certain Regard

Cannes 2018: Border, di Ali Abbasi, vince Un Certain Regard

Alla vigilia dell’assegnazione della Palma d’Oro per l’edizione numero 71 del Festival francese, Cannes 2018 comincia ad annunciare i premi collaterali e tra questi, il più prestigioso è senza dubbio quello di Un Certain Regard, l’altra selezione ufficiale, accanto al concorso e al fuori concorso.

La giuria presieduta da Benicio Del Toro ha premiato Border (Grans) la fiaba nera di Ali Abbassi con il premio principale, un film originale e spiazzante che è piaciuto moltissimo alla redazione di Cinefilos.it.

Qui trovate la recensione di Border

Del Toro è stato affiancato da Annemarie Jacir, Kantemir Balagov, Virginie Ledoyen e Julie Huntsinger. Su 18 film, ecco i 5 premiati: 

  • Un Certain Regard Prize: “Border,” diretto da Ali Abbasi
  • Prize for Best Screenplay: “Sofia,” scritto da Meryem Benm’barek
  • Prize for Best Performance: Victor Polster per “Girl,” diretto da Lukas Dhont
  • Prize for Best Director: Sergei Loznitsa per “Donbass”
  • Jury Special Prize: “The Dead and the Others,” diretto da Joao Salaviza e Renee Nader Messora

“Sentiamo che trai 2000 film considerati dal Festival, i 18 selezionati in Un Certain Regard sono tutti vincitori.” Ha dichiarato la giuria. Nessun premio, purtroppo, per Valeria Golino, che concorreva nella sezione con Euforia.

Avengers: Infinity War, 13 cose che hanno “salvato” il film

Avengers: Infinity War è arrivato nelle sale lo scorso 25 aprile, battendo già qualsiasi record: cinecomic più visto nella storia, vede per la prima volta riuniti sul grande schermo quasi tutti i personaggi finora introdotti nel MCU, riuscendo ad amalgamarli fra loro al servizio di una storia assai complessa, e non per questo mal gestita da sceneggiatori e registi.

Trovare quindi dei difetti nel film che festeggia il decennale della nascita dei Marvel Studios risulta davvero difficile, tuttavia ci sono delle decisioni e dei punti di forza innegabili senza i quali il risultato finale non darebbe stato lo stesso.

Leggi anche – Avengers: Infinity War, le domande senza risposta con cui ci lascia il film

Ecco allora di seguito le 15 cose che, secondo CBR, hanno letteralmente “salvato” Avengers: Infinity War:

Doctor Strange

Avengers: Infinity WarPer il suo ruolo all’interno del film, è difficile non ammettere che Doctor Strange sia stata una benedizione per Infinity War. Dopo averlo visto in azione nel suo standalone, qui offre ai fan una gamma ampliata di poteri e capacità, lottando senza tregua con Ebony Maw e Thanos e sviluppando uno strano ma interessante rapporto di forza con Tony Stark.

Ebony Maw

Avengers: Infinity WarEsattamente come Thanos, anche gli altri villain del film sono stati assolutamente all’altezza delle aspettative, ma quello che ruba la scena è senza dubbio Ebony Maw.

Prima arriva sulla Terra e mette in mostra i suoi poteri durante la battaglia di New York contro Iron Man e Doctor Strange, poi tortura Strange per ottenere la gemma del tempo (una delle sequenze migliori), ma la sua eccessiva sicurezza si rivela essere la sua rovina, soprattutto quando viene colto di sorpresa da Iron Man e Spider-Man.

Mantis

Avengers: Infinity WarIntrodotta in Guardiani della Galassia Vol. 2, Mantis ha subito conquistato l’affetto dei fan, grazie al suo carattere ingenuo e i suoi poteri unici nel MCU.

In Infinity War è tornata più affascinante che mai, protagonista di uno dei momenti più divertenti proprio per alleggerire il tono drammatico del film. inoltre le sue capacità di manipolare la mente riescono a bloccare Thanos quasi completamente.

Okoye

Avengers: Infinity WarCapo carismatico della Dora Milaje, Okoye è apparsa per la prima volta in Black Panther per poi tornare a difendere Wakanda anche in Avengers: Infinity War.

Durante la battaglia del terzo atto combatte come una leonessa e affronta senza timore un membro minaccioso dell’Ordine nero, Proxima Midnight, al fianco di Vedova Nera e Scarlet Witch. Ovviamente speriamo di rivederla in azione in Avengers 4.

Thanos

Avengers: Infinity WarAll’ennesimo tentativo i Marvel Studios ci hanno consegnato forse il miglior villain della loro storia cinematografica: Thanos non è soltanto un antagonista eccellente, ma il protagonista effettivo di Infinity War, per il carisma e le motivazioni che lo spingono ad agire.

Apparso per la prima volta nella scena post credits di Avengers, Thanos era atteso dai fan per l’incredibile minaccia che incarna, e visto l’esito del suo “schiocco delle dita”, le preoccupazioni diventano assai serie. Cosa combinerà in Avengers 4? Riusciranno gli eroi a contrastare il potere del guanto dell’infinito?

Thor

Avengers: Infinity WarSe Thanos sembra aver rubato la scena ai Vendicatori, c’è da ammettere che Thor non è stato da meno in Infinity War. Dopo aver perso il martello, un occhio e la sua casa, vede il Titano Pazzo massacrare metà della sua gente che aveva giurato di proteggere, ma soprattutto vede morire Loki senza poter intervenire.

E nonostante ciò, Thor resiste, si rialza e combatte più forte di prima. Per la sua ostinata determinazione e riluttanza a piegarsi di fronte alla tragedia e alle avversità diventa uno dei personaggi più eroici del film, affrontando un arco narrativo sfaccettato dal quale esce trionfante nel terzo atto (quando arriva nel Wakanda impugnando la sua nuova arma).

Il gesto eroico di Loki

Avengers: Infinity WarLoki è uno dei personaggi del MCU più amati dai fan, tuttavia Infinity War potrebbe aver segnato la sua ultima apparizione (ma non è ancora detto, c’è sempre Avengers 4…).

E sebbene la storia ci abbia raccontato come il Dio dell’Inganno non si sia mai interessato al bene comune ma solo a se stesso, tradendo più volte la sua famiglia, in Infinity War lo vediamo compiere un gesto davvero eroico sacrificandosi per salvare Thor.

Mentre promette fedeltà a Thanos, ma in realtà finge, Loki finisce per essere pugnalato dal Titano Pazzo.

Teschio Rosso

Avengers: Infinity WarErano molte le teorie dei fan sui possibili “ritorni” di vecchi villain in Infinity War, e una si è effettivamente realizzata: Teschio Rosso è infatti apparso come custode della gemma dell’anima, ed è stata una grande sorpresa rivederlo dopo il primo film su Captain America

Il mantello di Doctor Strange

Avengers: Infinity WarSebbene sia uno degli eroi più potenti del MCU, Doctor Strange non sarebbe così efficace senza il suo fidato Mantello della Levitazione.

Anche in Infinity War il mantello continua a servire lealmente il suo padrone, interagendo spesso con Tony Stark e impedendo a Thanos di chiudere il suo guanto sul pianeta Titan. A New York invece, nello scontro con Ebony Maw e Black Dwarf, dà il suo meglio.

La “debolezza” di Star Lord

Avengers: Infinity WarAl culmine della battaglia su Titan, Thanos è stretto nel pugno degli eroi e sta per cedere: il guanto dell’infinito è stato quasi estratto dalla sua mano e l’universo potrebbe essere salvato, se non fosse che la debolezza di Star-Lord compromette l’intero piano dei Vendicatori e lascia scappare il Titano Pazzo.

Quando infatti Thanos confessa di aver ucciso Gamora, Star Lord apre il fuoco su Thanos e respingendo la forza di Mantis, tuttavia questa reazione apparentemente stupida è coerente al percorso del personaggio, e l’umanità espressa in questa scena dona al film il calore di cui aveva bisogno.

I combattimenti

Avengers: Infinity WarLe sequenze d’azione sono uno dei tanti fiori all’occhiello del MCU, dal momento anche i film giudicati meno brillanti come Thor: The Dark World sono riusciti a mettere insieme combattimenti entusiasmanti e splendidamente filmato.

Infinity War però, non soltanto è sembrato all’altezza delle aspettative, ma ha decisamente superato tutti i precedenti capitoli. Fondendo i poteri dei diversi personaggi in ambientazioni inedite, il film offre allo spettatore uno spettacolo mai visto prima culminando nello scontro finale contro Thanos nel Wakanda.

Il rapporto fra Iron Man e Spider-Man

Avengers: Infinity WarLeggermente diverso rispetto ai fumetti, il rapporto fra Tony Stark e Peter Parker che abbiamo visto nel MCU si è sviluppato in maniera interessante, partendo da Civil War e arrivando ad Infinity War.

Peter vede Tony come un mentore e una figura paterna, Stark invece, da parte sua, prende l’ammirazione e il rispetto di Spider-Man come motivazione per diventare un eroe e un uomo migliore. Per questo la loro relazione è una parte fondamentale non soltanto del film, ma del percorso di Peter nel MCU; inoltre, quando alla fine il ragazzo scompare fra le braccia di Tony, assistiamo al momento più drammatico e toccante dell’intera pellicola.

L’equilibrio tra leggerezza e tragedia

Avengers: Infinity WarNiente rende più riconoscibile un film dei Marvel Studios come l’ironia. Tuttavia, come già visto in Captain America: Civil War e lo stesso Infinity War, gli sceneggiatori non hanno avuto paura di mescolare la tragedia con la commedia, riuscendo a creare un perfetto equilibrio di tono.

Burning: recensione del film di Lee Chang-dong

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Burning: recensione del film di Lee Chang-dong

A otto anni da Poetry, migliore sceneggiatura a Cannes 63, Lee Chang-dong torna nel concorso del Festival di Cannes con Burning, adattamento di Murakami, in cui il regista riesce a restituire l’essenzialità dello scrittore, dilatando il racconto in un film dalla durata importante, un minutaggio che sembra però al servizio del racconto.

Il film, a metà tra thriller e storia d’amore, racconta di Jong-soo, un ragazzo che sogna di fare lo scrittore, me è spiantato e senza troppa voglia di fare. Il ritorno forzato nel villaggio dove è cresciuto, dove è costretto a prendersi cura della fattoria del padre, lo ricongiunge a Haemi, amica d’infanzia, poco prima che questa parta per il Kenya. Dal viaggio, la ragazza torna con Ben, un affascinante e ricco rampollo che introduce un elemento nuovo in questo rapporto appena cominciato.

Il film non si trasforma mai davvero in un triangolo amoroso ma si tinge di giallo quando Haemi scompare, senza lasciare traccia. O meglio, quando sembra che sia sparita, perché il film di Chang-dong si fonda proprio sul sospetto, anzi meglio, sul dubbio dell’esistenza. Unica cosa che sembra concreta, invece, è la differenza di classe, la separazione tra Ben e Jong-soo, dal loro stile di vita alla maniera opposta in cui trattano la ragazza che, indirettamente, li unisce.

La svolta thriller, la sparizione della ragazza, è un momento fondamentale del film, che ne modifica il corso ma che non ne monopolizza il senso, costituendo narrativamente un nodo essenziale ma lasciando proseguire il film nel flusso in cui il regista l’ha immerso: un profondo senso di mistero per il mondo, in ogni suo aspetto.

E questo mistero, in Burning, teneramente rappresentato dal gatto di Haemi, che esiste (o forse no?) ma che non vediamo mai, è la rappresentazione, in definitiva, del mistero del mondo, almeno stando a quanto dichiara Lee Chang-dong, secondo il quale la vita e il mondo stesso ne sono intrisi.

The House That Jack Built: recensione del film di Lars Von Trier

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The House That Jack Built: recensione del film di Lars Von Trier

A sette anni da una delle controversie più chiacchierate del Festival di Cannes, Lars Von Trier torna a salire la montée des marches e a presentare sulla croisette un suo film, fuori concorso. Sette anni fa era Melancholia, nella competizione ufficiale, quest’anno è il turno di The House That Jack Built, un thriller in cui Matt Dillon accompagna lo spettatore nella sua discesa all’Inferno, un luogo popolato di cadaveri e di propositi scabrosi, per la gente comune e per lo spettatore stesso, ma considerati artistici e altissimi nella visione di questo oscuro personaggio.

Jack, interpretato da Dillon, è infatti un ingegnere che sarebbe voluto diventare un architetto, e che nella vita ha due scopi: il primo è quello di riuscire a costruire per sé una casa su un suo terreno, l’abitazione perfetta; il secondo è quello di raggiungere il massimo grado di creatività nel corso della sua carriera da serial killer. È lo stesso Jack che ci racconta l’evoluzione del suo “vizio”, cominciato quasi per caso con l’omicidio impulsivo della prima vittima, una fastidiosissima donna interpretata da Uma Thurman. Il film procede per capitoli, che Jack, con voce fuori campo, definisce “incidenti”, cinque vittime che hanno particolarmente stimolato l’istinto omicida/creativo del protagonista.

Il primo elemento degno di riflessione, in The House That Jack Built, è l’aspirazione di Jack. L’uomo ha una preparazione da ingegnere, esecutore, quindi, ma ha anche dentro di sé un forte istinto creativo e artistico che, nel suo ambito professionale, è attribuito maggiormente ad un architetto, una professione per cui non ha la preparazione, ma che prova ad esercitare su se stesso, progettando la sua casa, un esercizio lungo e difficile, che non riesce a portare avanti. Vuole comporre la musica, non eseguirla, per usare una metafora che lui stesso adotta nel film. Questo suo voler creare invece di eseguire sembra un perfetto parallelo con le intenzioni del regista, che riempie di sé e della sua visione il film intero.

Lunghi dal ripetere se stesso, con The House That Jack Built, Lars Von Trier racconta il valore dell’opera e dell’aspirazione umana, che in Jack si tramuta in istinto omicida, mai impulsivo o fuori controllo, se non per il primo episodio. Dal momento che il lavoro con la casa è fermo, Jack sfoga la sua creatività nell’omicidio, escogitando sempre nuovi modi per realizzare i suoi scopi. Lo sforzo creativo di Jack si sovrappone a quello di Lars, e senza paura di risultare sgradevole, il regista si cala nel suo personaggio, tanto che lo fa scendere all’inferno, una catabasi accompagnata da un Virgilio d’eccezione, Bruno Ganz nei panni del misterioso Verge.

La tensione verso la perfezione dell’opera d’arte può essere rintracciata anche nel nome che Jack sceglie per il suo alter ego da serial killer: Mr. Sophistication. La raffinatezza è quella che lui stesso insegue, e dal grezzo colpo di crick che sblocca il suo istinto omicida, lo vedremo percorrere un cammino lungo e sanguinoso per aspirare allo stato d’arte.

Molte polemiche hanno anticipato l’arrivo del film a Cannes 2018, tra queste anche l’accusa di estrema violenza. In realtà Von Trier è crudo e sanguinario, ma senza compiacimento visivo, lascia quasi ogni scena scabrosa fuori dal quadro e permette allo spettatore di intuire il fuori campo. Si tratta di un gioco molto raffinato che consente al regista di suggerire i momenti più efferati, senza risparmiare una buona dose di sangue.

Il risultato di questo sforzo e questa tensione verso l’arte è un compendio dell’opera stessa di Lars Von Trier, un film cardine di una filmografia mai paga di stupire e interrogare il suo fruitore. Oltretutto il regista danese condisce anche la più cruenta delle scene con un tono ironico che rende divertente la visione del pur lungo film, con la sua tipica acuta intelligenza, con la sua voglia di giocare con chi lo guarda, provocandolo e spingendolo oltre le sue stesse barriere della mente.

3 Faces: recensione del film di Jafar Pahani

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Tre facce del cinema, raccontate in un’unica storia; una riflessione nata da un pretesto e soprattutto da un’urgenza: continuare a raccontare storie sul grande schermo. Dopo Taxi Teheran e l’Orso d’Oro a Berlino 2015, Jafar Pahani torna sulla ribalta internazionale a Cannes 2018, dove presenta in concorso 3 Faces, nuovo film che scrive, dirige e interpreta, sempre a bordo di un veicolo che lui stesso guida, sempre mosso dalla necessità di esserci.

A seguito di un video che mostra il suicidio di una ragazza che desidera diventare attrice ma il cui sogno è impedito dalla famiglia, la diva iraniana Behnaz Jafari e il regista Jafar Panahi si recano nel villaggio della ragazza, Marziyeh Rezaei, per capire cosa sia accaduto. Il messaggio era infatti un‘accorata richiesta di soccorso rivolta ala Jafari, la diva che agli occhi della giovane aspirante attrice era riuscita a realizzare il sogno del cinema.

Pahani racconta attraverso questo pretesto tre volti del cinema in Iran: da una parte il futuro, Marziyeh Rezaei, che desidera trovare la sua visibilità e che ci viene mostrata all’inizio attraverso un video di un cellulare, un collegamento alla “novità”. In secondo luogo abbiamo invece il viso intenso di Behnaz Jafari, la diva, colei che riesce a mostrarsi nonostante la politica remi contro alla settima arte, nonostante la difficoltà oggettiva, molto più che nel resto del mondo, che una donna ha nel fare cinema. Infine, il terzo volto del titolo è quello di Shahrzad (Kobra Saeedi) un’attrice del passato, costretta a ritirarsi dalle scene per ragioni politiche, un personaggio misterioso e rancoroso, che allo stesso Pahani non è dato incontrare, ma che costruisce un ponte tra la ragazzina e la diva, un punto di passaggio e di fuga irrinunciabile.

A questo discorso tangente a quello personale, in 3 Faces, Pahani ripropone la sua esigenza di far cinema, il suo bisogno di essere presente, testimoniare e raccontare, soprattutto in una condizione di proibizionismo. Il cinema e l’esserci si confermano un atto politico, un’attestazione di esistenza che il regista porta avanti.

Grey’s Anatomy 14×24: promo e trama

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Grey’s Anatomy 14×24: promo e trama

Il network americano della ABC ha diffuso promo e trama di Grey’s Anatomy 14×24, il ventiquattresimo inedito episodio della quattordicesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 14×24 che si intitolerò “All of Me” i dottori partecipano al matrimonio di Alex e Jo, e le cose non vanno come previsto. Nel frattempo, lo stress dello scorso anno ha pesato su Bailey, e rivaluterà alcune delle sue decisioni, nel finale di stagione di Grey’s Anatomy che andrà in onda venerdì 17 MAGGIO (8: 00-21: 00 EDT ), su ABC Television Network, streaming e su richiesta.

Iscriviti a Disney+ per guardare Grey’s Anatomy e le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Le guest star di Grey’s Anatomy 14×24 sono Debbie Allen come Catherine Avery, Justin Bruening nei panni di Matthew Taylor, Stefania Spampinato nella parte di Carina Deluca, Jake Borelli nei panni di Levi Schmitt, Alex Blue Davis nel ruolo di Casey Parker, Rushi Kota nel ruolo di Vik Roy, Sophia Ali Taylor nel ruolo di Dahlia Qadri e Jaicy Elliot nel ruolo di Taryn Timone.  “All of Me” è stato scritto da Krista Vernoff e diretto da Debbie Allen.

In Grey’s Anatomy 14×24 protagonisti sonoEllen Pompeo nei panni di Meredith Gray, Justin Chambers nei panni di Alex Karev, Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey, James Pickens Jr. nei panni di Richard Webber, Kevin McKidd nei panni di Owen Hunt, Jessica Capshaw nei panni dell’Arizona Robbins, Jesse Williams nei panni di Jackson Avery, Sarah Drew come April Kepner, Caterina Scorsone come Amelia Shepherd, Camilla Luddington come Jo Wilson, Kelly McCreary come Maggie Pierce e Giacomo Gianniotti come Andrew DeLuca.

Grey’s Anatomy 14×24

Grey's Anatomy 14x24Grey’s Anatomy 14  è la quattordicesima stagione della  serie televisiva statunitense Grey’s Anatomy trasmessa dal 2005. È un medical drama incentrato sulla vita della dottoressa Meredith Grey, una tirocinante di chirurgia nell’immaginario Seattle Grace Hospital di Seattle. Il titolo di Grey’s Anatomy gioca sull’omofonia fra il cognome della protagonista, Meredith Grey, e Henry Gray, autore del celebre manuale medico di anatomia Grey’s Anatomy (Anatomia del Gray). Seattle Grace (poi Seattle Grace Mercy West e, ulteriormente, Grey Sloan Memorial Hospital) è invece il nome dell’ospedale nel quale si svolge la serie. I titoli dei singoli episodi sono spesso i titoli di una o più canzoni.

Inizialmente partita come una serie tv in midseason, Grey’s Anatomy ha ben presto attratto pubblico, ricevendo anche numerosi premi e riconoscimenti nel corso degli anni. Insieme a Desperate Housewives e Lost, è considerata una delle serie TV che hanno riportato al successo il network televisivo statunitense ABC. Nel 2007 ha generato uno spin-off.

Nel cast d ritornano Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Arizona Robbins (stagioni 6-in corso, ricorrente 5), interpretata da Jessica Capshaw, April Kepner (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretata da Sarah Drew.  

Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Amelia Shepherd (stagione 11-in corso, guest 7-8, ricorrente 10), interpretata da Caterina Scorsone,  Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCreary, Benjamin Warren (stagione 12-in corso, ricorrente 6-11, guest 7), interpretato da Jason George, Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo GianniottiNathan Riggs (stagioni 12-14), interpretato da Martin Henderson.

Troppa Grazia: recensione del film di Gianni Zanasi

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Troppa Grazia: recensione del film di Gianni Zanasi

Troppa Grazia di Gianni Zanasi è cinema nell’accezione più essenziale del termine, il che ne fa una piacevole sorpresa nel panorama italiano. La bravura del regista, anche sceneggiatore, e punto di forza del film è quello di riuscire a costruire un’ironia intelligente sulla religione e sul metafisico, conferendo a questi elementi una concezione antropologica in grado di renderli meno estranei.

La protagonista si trova infatti a confrontarsi con la Madonna in carne ed ossa, combattendo con lei ad armi pari per ciò che è giusto o meno fare. In questo scontro sarà possibile raggiungere una pacificazione dei conflitti personali e interpersonali della protagonista.

Altro elemento fondamentale è l’ambientazione desertica ma di forte impatto simbolico. Nella sua aridità, l’ambiente segnala qualcosa di sbagliato, che non va come dovrebbe, facendo allo stesso tempo riferimento a numerosi rimandi poetici e concezioni archetipiche del paesaggio. Il senso di profondità dato dai campi lunghi che la macchina da presa si concede sulla grande vallata sono un modo di accompagnare la storia raccontata attraverso le immagini.

Zanasi non giudica i suoi personaggi, ma si concentra con delicatezza sul gioco di far apparire ironico qualcosa di molto sacro. La libertà di giudizio viene lasciata allo spettatore, che ho così modo di trarre le sue personali conclusioni dalla storia. Grazie alla sua leggerezza, il film risulta godibile e sorprendente. La grazia del titolo la si ritrova nell’equilibrio su cui si regge l’opera, nella volontà di non gettare lo spettatore nello sconforto ma concedendo ad esso la possibilità di una riconciliazione con ciò che spesso appare come altro da noi.

di Luigi La Torre

Cannes 2018: Troppa Grazia di Gianni Zanasi premiato alla Quinzaine des Réalisateurs

Troppa Grazia, la commedia diretta da Gianni Zanasi, con protagonista Alba Rohrwacher, ha vinto il Label di Europa Cinémas, il premio assegnato dagli esercenti europei che promuove l’uscita del film all’estero, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs nell’ambito del Festival di Cannes 2018.

“Sono felice di aver portato un gruppo di attori straordinari nella sezione dove è cominciata la mia carriera e dove si vede il cinema di domani” ha dichiarato a Repubblica il regista. Zanasi ha infatti esordito alla Quinzaine con la sua opera prima, Nella Mischia, nel 1995.

Il regista italiano ha poi aggiunto: “Sono felice di aver portato un gruppo di attori straordinari, nella sezione di Cannes dove è cominciata la mia carriera e dove si vede il cinema di domani”. Lo scorso anno, lo stesso premio venne attribuito a Jonas Carpignano per A Ciambra, candidato italiano agli Oscar 2018 e vincitori ai David di Donatello.

Il film verrà distribuito in Italia da Bim.

Leggi la recensione di Troppa Grazia

Il cinema di David Lynch a Roma: il workshop di LongTake

Sabato 26 maggio 2018 a Roma un viaggio nel cinema di un grande maestro: David Lynch. Si terrà al Cine Detour di Roma (via Urbana, 107), a pochi passi dal Colosseo e dalla Stazione Termini, un workshop per conoscere più da vicino il cinema di un autore di culto assoluto. Dopo tanti eventi di successo a Milano e dopo il primo appuntamento capitolino su Xavier Dolan, i workshop del sito di cinema LongTake tornano a Roma per un nuovo e affascinante confronto dedicato a tutti gli appassionati della Settima Arte.

Il workshop

Durante gli incontri verrà analizzata la filmografia di David Lynch, da capolavori quali Eraserhead – La mente che cancellaVelluto blu, Mullholland Drive Inland Empire fino alla recente terza serie di Twin Peaks, individuandone i temi principali e le scelte stilistiche più ricorrenti, provando a decifrare l’alone misterioso che lo circonda e che contribuisce a rendere lui, e il suo cinema, ancor più affascinanti. 

Tenuto dal direttore di LongTake e critico de IlSole24Ore Andrea Chimento e dal critico di LongTake Davide Stanzione, il workshop è pensato per i fan di David Lynch e, più in generale, per gli amanti del grande cinema. Al termine dell’incontro ogni partecipante potrà analizzare un elemento emblematico dell’arte di Lynch (una sequenza, un brano musicale, una scelta, un dialogo, un fotogramma), elaborando un’analisi scritta che verrà pubblicata sul blog di LongTake.

Dove e quando

Al Cine Detour, via Urbana 107, Roma (rione Monti), nei pressi della stazione Cavour della Metro B. 

Il 26 maggio 2018 dalle ore 15:30 alle 18:30.

Informazioni su biglietti, prezzi, riduzioni

Che cos’è LongTake

LongTake è un dizionario di cinema online composto da oltre 22.000 schede, realizzate da un team di redattori specializzati. Ogni recensione è frutto di una riflessione collettiva e per questo nessuna scheda viene firmata. La funzionalità social di LongTake unisce la passione per il grande schermo alla voglia di condividere informazioni, opinioni e preferenze. Gli utenti possono votare i film, tenere un diario delle proprie visioni, scrivere recensioni da proporre alla redazione, decidere chi seguire e commentare con i propri amici i titoli più caldi del momento. Un innovativo algoritmo fornisce inoltre consigli di visione agli utenti registrati in base ai gusti personali e all’umore del momento. 

LongTake Plus permette agli utenti di vivere un’esperienza unica. Gli abbonati potranno: assistere alle proiezioni in sale cinematografiche diffuse sul territorio italiano usufruendo di sconti e agevolazioni; accedere a portali web italiani dedicati allo streaming di film e serie tv attraverso canali preferenziali; partecipare a importanti Festival e rassegne cinematografiche con accrediti personali.

Avengers: Infinity War, l’incontro fra Iron Man e i Guardiani della Galassia nelle nuove immagini

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Sono disponibili altre nuove immagini ufficiali tratte da Avengers: Infinity War, il cinecomic targato Marvel Studios e sbarcato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

Nelle foto possiamo dare uno sguardo ad alcuni momenti chiave del film, come l’entrata in azione di Spider-Man che si lancia dallo school bus, un flashback sul passato di Thanos con la piccola Gamora, l’incontro fra Iron Man e i Guardiani della Galassia e una scena con Ebony Maw.

Avengers: Infinity War è il cinecomic con il più alto incasso della storia

Vi ricordiamo che Avengers: Infinity War, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity War, ecco quali scene non sono finite nel film

Deadpool 2: tutti i maggiori SPOILER del film

Deadpool 2: tutti i maggiori SPOILER del film

ATTENZIONE, l’articolo contiene SPOILER su Deadpool 2

Deadpool 2 è sbarcato nelle nostre sale il 15 maggio, e vede Ryan Reynolds di nuovo nei panni del mercenario chiacchierone Wade Wilson in compagnia di Josh Brolin (Cable), Zazie Beetz (Domino), Morena Baccarin (Vanessa) e T.J.Miller (Weasel).

Non mancano i colpi di scena e i cameo di personaggi noti dell’industria hollywoodiana (veri e fittizi), alcuni davvero inaspettati e altri che sconvolgeranno del tutto la trama del film. ma se non avete ancora andati al cinema e non volete rovinarvi l’esperienza della sala, non proseguite con la lettura di questo articolo.

Leggi anche – Deadpool 2, recensione del film con Ryan Reynolds

Ecco allora tutti i maggiori spoiler di Deadpool 2:

Russell è il vero villain

deadpool 2Si è speculato molto, nei mesi precedenti all’uscita del film, su chi fosse il vero villain di Deadpool 2, e sebbene il materiale promozionale lasciasse intendere che l’indiziato principale fosse Cable, beh, non è andata esattamente così.

È infatti Russell Collins (interpretato da Julian Dennison) l’antagonista di Wade Wilson, o almeno, è il personaggio che si manifesta come principale minaccia: quando Deadpool lo incontra, scopre che i custodi dell’orfanotrofio dove vive l’hanno maltrattato e decide di salvarlo. Successivamente arriva Cable dal futuro per uccidere Russell prima che possa diventare il cattivo che ucciderà la sua famiglia.

Vanessa muore

deadpool 2Nel primo film avevamo vissuto le fasi dell’innamoramento e la storia romantica fra Wade e Vanessa anche attraverso l’incidente dell’eroe, tuttavia risulta abbastanza scioccante che all’inizio di Deadpool 2 (mentre si appresta a festeggiare il suo anniversario) Vanessa muoia per mano di alcuni sicari.

Incapace di salvarla, Wade vive con le sue colpe lungo tutto il film, è depresso e tenta il suicidio (ma non può, ovviamente!) e cerca di riscattarsi salvando un’altra vita (quella di Russell).

Il cameo di Brad Pitt

deadpool 2Lo scorso anno la voce sul presunto coinvolgimento di Brad Pitt era circolata in rete, tuttavia il ruolo di Cable andò alla fine a Josh Brolin. Ma effettivamente Pitt figura fra i crediti del film, e appare in un piccolo ed esilarante cameo.

Nella sequenza in cui vediamo i membri dell’X-Force morire uno dopo l’altro, Vanisher colpisce alcune linee elettriche e rimane fulminato: il personaggio di Pitt è visibile mentre uno dei mutanti del team.

Quasi tutti i membri della X-Force muoiono in modo esilarante

deadpool 2Il materiale promozionale di Deadpool 2 aveva presentato la X-Force come parte integrante del film e fondamentale per la trama, cosa che poi non si verifica dal momento che (tranne Domino), gli altri membri muoiono in maniera esilarante durante la loro prima  e unica missione.

Bedlam si schianta contro il parabrezza di un autobus, Shatterstar cade nelle pale di un elicottero, Zeitgeist rimane bloccato in una macchina che taglia il legno e Peter dopo di lui, mentre cerca di aiutarlo. Infine Vanisher si schianta sui cavi di alimentazione e viene fulminato. 

Deadpool diventa un X-Man (o meglio, un tirocinante X-Men)

deadpool 2Ricorderete che nel primo film Colosso cercava di convincere Wade Wilson a diventare un supereroe diligente, fallendo nell’impresa, ma in Deadpool 2 le cose sembrano cambiare quando il mercenario chiacchierone, sconvolto dalla morte di Vanessa, trova aiuto nella residenza degli X-Men diventando un loro apprendista.

Deadpool muore (?)

deadpool 2Sebbene i suoi poteri da mutante gli impediscano di morire, Deadpool muore diverse volte nel corso del secondo capitolo, come quando prende il proiettile destinato a Russell indossato un collare che debilita la sua capacità di rigenerarsi.

Cable salva Deadpool

deadpool 2Proprio in riferimento al punto precedente, quando Deadpool viene colpito da un proiettile vediamo Cable usare il suo dispositivo per viaggiare nel tempo e salvare quindi Wade.

Tutto torna come nel combattimento finale, con Cable che posiziona nel punto esatto in cui Deadpool viene colpito un dispositivo, risparmiando così la vita al suo nuovo “amico”.

Fenomeno

deadpool 2Parte del film vede protagonisti Wade e Russell imprigionati nell’Icebox. Una volta lì, i due individuano una sezione di massima sicurezza, ma non hanno la possibilità di scoprire quale mutante è bloccato al suo interno.

Più tardi però Russell riesce a stringere un’alleanza con il misterioso mutante per vendicarsi dell’uomo che lo ha torturato mentre viveva nell’Essex House. Ebbene il “mostro” si rivela essere nientemeno che Fenomeno.

Già apparso in X-Men: Conflitto Finale, Fenomeno è un formidabile combattente e darà del filo da torcere ai nostri eroi.

Il cameo degli X-Men

deadpool 2Uno dei momenti più divertenti di Deadpool 2 vede Wade sconsolato dal fatto che nell’accademia dei Mutanti non si siano ancora visti i membri originali degli X-Men.

Tuttavia, mentre Wade si trova nell’ X-Mansion e si lamenta della mancanza di altri X-Men, vediamo brevemente in una stanza dietro la schiena di Deadpool  Charles Xavier/Professor X (James McAvoy), Quicksilver (Evan Peters), Bestia (Nicholas Hoult), Ciclope (Tye Sheridan), Nightcrawler (Kodi Smit-McPhee) e Tempesta (Alexandra Shipp). Sorpresa!

Deadpool torna indietro nel tempo e “cancella” X-Men: Le origini e Lanterna Verde

deadpool 2Le scene post credits di Deadpool 2 sono semplicemente epiche: tornando indietro nel tempo, Wade Wilson tenta di correggere alcuni “errori” del passato, tra cui la sua grossolana apparizione X-Men: Le origini Wolverine (uccide infatti il se stesso del film), e la lettura del copione di Lanterna Verde che nel 2011 ha visto protagonista Ryan Reynolds

Searching: trailer Ufficiale del film con Debra Messing

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Searching: trailer Ufficiale del film con Debra Messing

La Sony Pictures Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Searching, il film diretto da Aneesh Chaganty e con protagonisti con John Cho, Debra Messing, Joseph Lee e Michelle La.

Searching arriverà al cinema a settembre. 

Dopo che la figlia sedicenne di David Kim (John Cho) scompare, viene aperta un’indagine locale e assegnato un detective al caso. Ma 37 ore dopo David decide di guardare in un luogo dove ancora nessuno aveva pensato di cercare, dove tutti i segreti vengono conservati: il laptop della figlia. In un thriller iper-moderno raccontato attraverso i dispositivi tecnologici che usiamo ogni giorno per comunicare, David deve rintracciare tutti i movimenti di sua figlia prima che scompaia per sempre.

Searching

2001: Odissea Nello Spazio, trailer della versione 70 mm

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2001: Odissea Nello Spazio, trailer della versione 70 mm

La Warner Bros Italia ha diffuso il trailer ufficiale di 2001: Odissea Nello Spazio, la versione restaurata in 70 mm che ritornerà in sala il 4 e il 5 giugno. 

2001: Odissea Nello Spazio è un conto alla rovescia per il domani, una carta stradale del destino dell’ uomo, una ricerca dell’infinito. È un abbagliante monumento visivo che ha meritato l’Oscar, un’irresistibile interpretazione della lotta dell’uomo contro la macchina, una stupefacente miscela di musica e movimento, un caposaldo così fondamentale, che Steven Spielberg lo considera il Big Bang dal quale ha tratto origine la sua generazione di cineasti.  
 
Forse è il capolavoro di Kubrick regista, che ne ha anche steso la sceneggiatura in collaborazione con Arthur C. Clarke; probabilmente continuerà ad entusiasmare, ispirare, incantare intere generazioni. Per cominciare il suo viaggio nel futuro, Kubrick visita il nostro passato di pitecantropi ancestrali; poi, con uno degli stacchi più fantasmagorici mai concepiti, balza in avanti di millenni fino alla colonizzazione dello spazio; infine proietta l’astronauta Bowman (Keir Dullea) in zone siderali inesplorate, forse fino al regno dell’immortalità. Apri i portelli, HAL. Lasciate che l’ inquietante mistero di un viaggio diverso da tutti gli altri abbia inizio.
 

LEGGI ANCHE: Cannes 2018: Christopher Nolan sale in cattedra

2001: Odissea Nello Spazio

2001: ODISSEA NELLO SPAZIO sarà nelle sale italiane il 4 e il 5 giugno 2018

Captain Marvel: Clark Gregg è “orgoglioso” di Brie Larson nei panni di Carol Danvers

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Proseguono a Los Angeles le riprese di Captain Marvel, primo cinecomic dei Marvel Studios con protagonista una supereroina. Brie Larson, impegnata sul set nei panni di Carol Danvers, condividerà la scena con Clark Gregg, tornato a interpretare l’agente Coulson dopo le sue apparizioni in Iron Man, Thor e Avengers, e nella serie Agents of S.H.I.E.L.D.

L’attore ha di recente lodato il lavoro della Larson, conosciuta più di dieci anni fa sul set di Hoot, in un’intervista con People TV:

Mi sto divertendo moltissimo e Brie, accidenti, è fantastica. Sono così fiero di lei, è una delle attrici migliori che abbiamo.”

Captain Marvel: Carol Danvers vittima di un incidente aereo? Nuovi video dal set

Vi ricordiamo che alla regia del cinecomic con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: il cinecomic “sarà qualcosa di mai visto prima nel MCU”

Obi-Wan Kenobi: qualche indizio sulla trama dello spin-off di Star Wars

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Sono circolati in rete alcuni dettagli sulla trama dello spin-off di Star Wars dedicato al personaggio di Obi-Wan Kenobi, ovviamente da prendere come un rumor e non ancora confermati dalla Lucasfilm. Di seguito vi riportiamo la traduzione:

Obi-Wan si trova su Tatooine e vive da eremita ma segretamente sorveglia un bambino di nome Luke Skywalker, che anni prima ha affidato a suo zio Owen. Nel frattempo le tensioni tra gli agricoltori locali e una tribù di Tusken – capeggiati da uno spietato capo – costringono Obi-Wan a nascondersi…”

Il film dovrebbe dunque uscire entro il 2020, visto che per il 2019 è atteso invece l’Episodio IX della terza trilogia, diretto da J.J. Abrams.

Dopo Rogue One e Solo: A Star Wars Story, il film su Obi-Wan Kenobi sarebbe il terzo spin off della nuova ondata di film del franchise, che si proietterà in maniera sempre più capillare nel futuro. In cantiere alla Lucasfilm c’è infatti una nuova trilogia tutta ideata da Rian Johnson, regista e sceneggiatore di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, ma anche una nuova serie di film, di cui non sappiamo ancora nulla, che sono stati affidati, per sviluppo e sceneggiatura, a David Benioff D.B. Weiss, showrunner di Game of Thrones.

Ewan McGregor è ancora interessato a interpretare Obi-Wan Kenobi

Obi-Wan Kenobi è l’unico personaggio della saga a comparire in tutti e sei i film “tradizionali” in diverse vesti. In Guerre Stellari è chiaramente il vecchio Ben Kenobi, mentre ne L’Impero e ne Il Ritorno appare in forma di spirito, di Forza, a Luke, nei suoi momenti di difficoltà. In questo caso ha le sembianze di Alec Guinness. Nei tre prequel è interpretato, come detto, da Ewan McGregor, fino al finale della Vendetta dei Sith in cui mette in salvo i gemelli Skywalker.

Infine, non tutti sanno che la voce di Obi-Wan si può ascoltare anche ne Il Risveglio della Forza, nel momento in cui Rey tocca per la prima volta la spada di Luke: tra le immagini confuse e le visione della giovane, si possono ascoltare le voci fuse si Guinness e McGregor in persona.

Obi-Wan Kenobi: riprese nel 2019 in Irlanda del Nord?

Deadpool 2: il costume e gli accessori di Wade nelle action figures di Hot Toys

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Hot Toys ha reso disponibili le anteprime delle action figures dedicate a Deadpool 2, concentrandosi sul personaggio di Wade Wilson con la sua uniforme classica e un assortimento di accessori che vedrete nel film.

Potete dargli uno sguardo qui sotto:

Deadpool 2, recensione del film con Ryan Reynolds

Diretto da David LeitchDeadpool 2 è nelle nostre sale dal 15 maggio. Nel cast Ryan Reynolds nei pani del Mercenario Chiacchierone della MarvelZazie Beetz in quelli di Domino e Josh Brolin in quelli di Cable.

Dopo essere sopravvissuto a un quasi fatale attacco di mucche, uno chef sfigurato che lavora in una cafetteria (Wade Wilson) lotta con il suo sogno di diventare il barista più sexy di Mayberry mentre impara a scendere a patti con il fatto che ha perso il senso del gusto.

Cercando di riconquistare la sua spezia per la vita, così come un condensatore di flusso, Wade deve combattere i ninja, la yakuza e un branco di cani sessualmente aggressivi, mentre viaggia in giro per il mondo per scoprire l’importanza della famiglia, dell’amicizia e del sapore. Un nuovo gusto per l’avventura e per ottenere l’ambito titolo di tazza di caffè del World’s Best Lover.

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Deadpool 2: la Torcia Umana di Chris Evans poteva essere nel film?

Beautiful Boy: Timothée Chalamet a caccia di Oscar nel primo teaser

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Timothée Chalamet torna a caccia di Oscar con Beautiful Boy, pellicola biografica tratta dai romanzi “Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction” scritto da David Sheff e da “Tweak: Growing Up on Methamphetamine” scritto invece da suo figlio Nic Sheff.

Nel film l’attore, già nominato lo scorso anno per la sua performance in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, interpreta Nic, tossicodipendente che attraversa un viaggio di recupero insieme alla sua famiglia, percorso non privo di difficoltà e contraddizioni.

Amazon Studios, che produce insieme alla Plan B Entertainment di Brad Pitt, ha appena rilasciato il primo teaser (che trovate qui sotto:

Timothée Chalamet dona a Time’s Up i soldi del film girato con Woody Allen

Scritto da Luke Davies (Lion) e diretto dal belga Felix Van Groeningen (sua la regia di Alabama Monroe), Beautiful Boy vede nel cast anche Steve CarellAmy RyanMaura TierneyTimothy HuttonAmy ForsythRicky Low, e Kaitlyn Dever.

L’uscita nelle sale è fissata al 12 ottobre 2018, in tempo per entrare nella corsa della Award Season del prossimo anno.

Beautiful Boy, la recensione del film con Steve Carell

Cannes 2018: Gary Oldman, protagonista del quarto e ultimo Rendez-Vous

Sarà Gary Oldman il protagonista del quarto e ultimo Rendez-Vous al Festival di Cannes 2018, dopo Ryan Coogler, Christopher Nolan e John Travolta.

Ecco le immagini dal photocall, dove l’attore premio Oscar ha posato insieme alla moglie Gisele Schmidt.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

BlacKkKlansman: recensione del film di Spike Lee #Cannes71

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BlacKkKlansman: recensione del film di Spike Lee #Cannes71

In concorso al Festival di Canens 2018, Spike Lee torna sul grande schermo con energia e grinta, con un film che coniuga un pensiero, una posizione sul mondo al grande cinema e all’intrattenimento: BlacKkKlansman.

BlacKkKlansman racconta di Ron Stallworth, primo poliziotto nero nella storia di Colorado Springs, infiltratosi nel Ku Klux Klan. Un film biografico, ma non solo. Con BlacKkKlansman, Spike Lee prova che i discorsi razzisti, che già avevano un sapore fuori dal tempo negli anni Settanta, sono validi tutt’ora e suonano ancora più primitivi. Sono tuttavia, spaventosamente attuali, rapportati alla realtà.

BlacKkKlansman: il film

Il regista si avvale di John David Washington (figlio di Denzel) e di Adam Driver per portare sullo schermo la coppia di agenti che misero in pratica il piano di Stallworth stesso (Washington). L’alchimia trai due sembra funzionare, dove il sempre bravo Driver regala solidità alla coppia, mentre l’aspetto brioso e action è affidato al personaggio di Washington, vero protagonista.

BlacKkKlansman vuole essere anche una commedia, o meglio, una satira sociale, come manifestato dalla scena iniziale del film: Alec Baldwin che recita un monologo disturbante, pesantemente razzista. Il riferimento è chiaro: Baldwin nell’ultimo anno è stato sotto gli occhi della Casa Bianca e di Trump per l’imitazione del Presidente a SNL.

BlacKkKlansman

Gli elementi del racconto di Lee sono semplici, tutti presenti all’inizio in quel monologo: schiettezza, razzismo e storia, tutto raccontato con un linguaggio leggero, molto divertente. Una scelta che coinvolge lo spettatore, disposto a ridere della follia storica, dell’odio, delle ottuse credenze.

Proprio questo umorismo, così insolito per Spike Lee, salta all’occhio in maniera palese, una comicità di linguaggio e di tempi che si scontra, con violenza (desiderata, ricercata e raggiunte), contro le scene finali del film: un montaggio delle vicende di Charlottesville, nell’agosto del 2017, ieri, storicamente parlando, e della reazione di Trump.

Essendo un ottimo prodotto cinematografico, BlacKkKlansman può offrirsi anche solo come grande intrattenimento per la sala, dato il tono leggero, da commedia, come dicevamo, ma è chiaro che nasconde, neanche troppo velatamente, le intenzioni di un uomo contrariato da ciò che accade nel proprio Paese, adesso come negli anni Settanta.

Con un approccio lucido, innovativo per il suo solito stile, Spike Lee manifesta la sua rabbia verso una situazione sociopolitica rovinosa, quella della sua America. Ma non basta: il film, in chiusura, confermando il suo rivolgersi a tutto il mondo, e non solo alla comunità nera contro quella bianca, afferma con convinzione: “Power to all the people” (potere a tutte le persone). Un invito all’unione radicale, un appello a tutti gli uomini di ragione.

Festival CinemAmbiente: KLM vettore ufficiale

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Il Festival CinemAmbiente, che si terrà a Torino dal 31 Maggio al 5 Giugno 2018, nasce con l’obiettivo di presentare i migliori film sull’ambiente a livello internazionale e contribuire alla promozione del cinema e della cultura ambientale.

KLM è protagonista dell’evento e ne sostiene le finalità in qualità di Vettore Ufficiale: i membri della giuria e le guest stars della manifestazione avranno, infatti, il privilegio di volare su Torino a bordo dei moderni aeromobili della compagnia di bandiera olandese.

KLM, da sempre sensibile al tema ambientale, persegue da anni il proprio progetto CO2ZERO, il programma che prevede una serie di azioni con l’obiettivo di ridurre le emissioni nocive nell’aria.
Il piano d’azione di KLM prevede attivazioni sia a breve sia a lungo termine.

1. A breve termine: riduzione di emissioni di CO2 attraverso:

  • il costante rinnovo della flotta con l`introduzione dei nuovi Boeing 787 Dreamliner e Airbus 330, velivoli che riducono del 16% il consumo di carburante
  • la costante e meticolosa pulizia dei motori per mantenere bassi i consumi
  • l’utilizzo di biocarburanti
  • l’ottimizzazione dei processi di volo e un più efficiente utilizzo degli aeromobili (più o meno capienti a seconda delle stagioni e della domanda).

    2. A lungo termine:

  • KLM guarda anche al futuro partecipando attivamente alla ricerca condotta dalla DELFT University of Technology per lo sviluppo di aeromobili il 40% più efficienti e più silenziosi che saranno pronti, secondo le stime, a partire dal 2025.
  • EMISSIONI CO2: KLM è attiva affinché venga regolamentato l’aumento di emissioni di CO2 secondo il principio del “chi inquina paga” al fine di renderlo un incentivo per un approccio sempre più etico e responsabile da parte di tutte le compagnie aeree. Inoltre, partendo dall’assunto che il cielo è unico e di tutti, si adopera al fine di far tracciare rotte in maniera più razionale ed efficiente, ovvero senza deviazioni non necessarie che significano maggiori consumi.
  • COMPENSAZIONE DI CO2, il programma dedicato ai passeggeri che permette loro di volare a zero emissioni in modo semplice, efficace e dai costi contenuti che viene attivato al momento della prenotazione o direttamente sul sito KLM prima della partenza. Il ricavato del programma compensazione CO2 viene interamente investito nei progetti Gold Standard per la produzione di energia sostenibile nei paesi in via di sviluppo e altri iniziative dedicate alla tutela dell’ambiente. Grazie al programma di compensazione inoltre si contribuisce al progetto CO2OL Tropical Mix che trasforma gli ex terreni da pascolo di Panama in nuove foreste miste generando condizioni di lavoro ottimali per 150 persone.
  • CHARITY ACTIVITIES. Wings of Support, la ONG fondata nel 1998 dai dipendenti KLM e gestita da 90 volontari, è attiva con lo scopo di aiutare i bambini dei paesi in cui KLM è presente per favorire e agevolare la loro istruzione e fornire assistenza medica e ad oggi sostiene più di 25.000 bambini. WWF,
  • UNICEF e CROCE ROSSA, sono invece solo alcuni nomi di importanti ONG partner KLM che hanno potuto beneficiare delle donazioni di miglia da parte dei soci Flying Blue in modo da poter volare con più di 1600 voli nei paesi in cui necessitano di portare a termine le loro missioni.
  • CARBURANTI E CAFFE’ BIO. Numeri interessanti riguardano anche le attività relative all’utilizzo di biocarburanti: 561 voli solo nel 2017 alimentati con biocarburante sulla tratta Los Angeles – Amsterdam.

Ma non solo, grazie all’esperienza unica e unconventional che la compagnia offre ai propri viaggiatori, sarà possibile gustare dell’ottimo caffè certificato UTZ 100 % bio in tutte le classi di viaggio.

“La tematica ambientale è al centro di questo importante Environmental Film Festival.” – afferma Lucia Impiccini, Direttore Marketing Air France-KLM in Italia – “Siamo orgogliosi di supportare questo evento di rilevanza internazionale del tutto coerente con le nostre politiche e iniziative per il rispetto dell’ambiente e che aiuta a contribuire alla diffusione di una sempre più ampia cultura ambientale”.

KLM accoglie con favore anche la nascita di una nuova sezione competitiva riservata alle scuole, tassello fondamentale dell’ampio progetto CinemAmbiente Junior in cui il Festival riunisce le molteplici iniziative dedicate ai più giovani, target a cui KLM è sensibile in qualità di portavoce di valori di rispetto dell’ambiente, innovazione e caring.

Cannes 2018: presentata la X edizione dell’Italian Movie Award

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Si è svolta ieri, mercoledì 16 maggio 2018, presso il Salon Marta dell’Italian Pavilion, all’interno dell’Hotel Le Majestic, la conferenza stampa della X edizione di Italian Movie Award – Festival Internazionale del Cinema, che si svolgerà a Pompei dal 29 luglio al 6 agosto.

Alla presenza del presidente e direttore artistico del festival Carlo Fumo e del conduttore del festival Luca Abete, sono state annunciate le nomination 2018 delle categorie CORTOMETRAGGIO e DOCUMENTARIO, il miglior FILM D’ANIMAZIONE e la miglior OPERA PRIMA.

Sono state presentate le principali novità dell’edizione 2018 che ha deciso di introdurre un nuovo e originale criterio di premiazione per la categoria LUNGOMETRAGGI: sarà la Jury Roots, composta dalle più importanti comunità di cittadini di origini italiane all’estero, a sancire le migliori opere italiane all’estero preselezionate e nominate dalla Giuria Accademica.

Italian Movie Award 2018 dedica una retrospettiva al premio Oscar ® Denzel Washington e ha come tema il FUTURO: “Uno sguardo alle generazioni, a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni, perché gli insegnamenti di oggi rappresentano le scelte e le azioni del domani”.

Nel bunker di Churchill per l’uscita home video de L’Ora più Buia

Avere la possibilità di poter visitare il bunker costruito sotto il Government Office Building e camminare dentro i luoghi dove è stata scritta la storia, non solo dell’Inghilterra, ma del mondo intero, è un’emozione unica. Ci troviamo a Londra, precisamente dietro Westminster, dove Universal Picture Home Entertainment Italia, per l’uscita italiana de L’ora più buia, ci ha permesso di fare un tour nei luoghi che sono stati testimoni cruciali degli avvenimenti della seconda guerra mondiale, nelle stanze segrete dove il Primo Ministro Winston Churchill ha deciso di non arrendersi e continuare a lottare la tirannia di Hitler anche quando tutto sembrava perduto.

Il film racconta le cruciali ore in cui Churchill, appena eletto Primo Ministro, si ritrova a decidere se negoziare la pace o combattere la Germania nazista contro ogni probabilità di vittoria, fino alla fine per l’orgoglio del suo paese, arriva finalmente in DVD e Blu-Ray e 4K Ultra HD disponibile dal 9 maggio con Universal Picture Home Entertainment Italia.

La pellicola è stata diretta da Joe Wright, regista eccezionale conosciuto per Espiazione, Orgoglio e Pregiudizio, e Anna Karenina, vanta una crew di primo livello con la sceneggiatura di Anthony McCarten ed è interpretato da Gary Oldman, vincitore del Premio Oscar al Miglior Attore Protagonista e del Golden Globe nella stessa categoria (sezione drammatica) per la sua interpretazione. Il film è un meraviglioso racconto delle giornate critiche durante le quali Winston Churchill doveva prendere la decisione più difficile della sua vita, evidenziandone anche le sfumature caratteriali e l’uomo che si celava dietro il politico. Mentre Hitler si avvicina al Regno Unito, il Primo Ministro si trova a combattere per la sua leadership e a trovare la soluzione migliore per il suo paese.

L’ora più buia, la recensione del film con Gary Oldman

Il film è principalmente ambientato in quello che oggi è il Churchill Museum e Cabinet War Rooms (Clive Steps, King Charles St, Westminster, London SW1A 2AQ), interamente ricostruito dagli scenografi, dove si riuniva il gabinetto di guerra, al riparo da eventuali attacchi e al sicuro da fughe di notizie.

Il nostro tour è iniziato varcando la porta della stanza in cui si riunivano i potenti, dove abbiamo potuto ammirare la sedia del potere presieduta dal Primo Ministro, dove la nostra guida privata ci ha raccontato che è ufficialmente il posto dove si è fatta la guerra, facendoci notare le scavature create dall’anello di Churchill al lato del bracciolo della sedia, che di consueto batteva nei momenti di nervosismo. Tutta la stanza è piena di posaceneri (i gentlemen presenti a quanto pare fumavano copiosamente, per non parlare del protagonista che viaggiava ad un’andatura di 8/10 sigari per dì), e ogni singolo pezzo all’interno è originale, compresa la valigia rossa del Primo Ministro con l’adesivo delle Barbados, attaccato dal figlio.

Si procede nel lungo corridoio, che nel film pullula di segretarie indaffarate a lavorare, la guida ci mostra l’armadietto privato di Winston contenente sigari, Scotch e banane (rare da reperire in tempi di guerra), prima di entrare nella Map Room, dove sono state girate alcune fra le più toccanti scene della pellicola, Ci viene raccontato che Churchill aveva una certa ossessione per le mappe, che capeggiano ovunque all’interno del bunker, ma in questa stanza in particolar modo ci sono quelle più importanti. Quella grande sul muro che si vede anche nel film, rappresenta tutte le battaglie dell’atlantico ed è piena zeppa di fori, come potrete immaginare, qui si ricevevano informazione da tutto il mondo distinte dal colore dei telefoni, verde, bianco, rosso e nero, è dove Churchill scopre che a Dunkerque si trovano i suoi ragazzi completamente circondati dai tedeschi e si fa venire in mente un modo per salvarli, anche a costo di sacrificarne altri. Vi hanno lavorato circa cinquanta persone a turno all’interno, tutte autorizzate (era una delle stanze più segrete) e tutte dovevano registrarsi non appena entravano. Vi è una cartina-grafico che rappresenta una notevole diminuzione di perdite dal 1942 al 1945 delle flotte inglesi, questo perché nel 1944 grazie a Turing sono stati decodificati i codici creati mediante la macchina Enigma dei Tedeschi (vi esorto a vedere La Teoria del Tutto sceneggiato dallo stesso McCarten che racconta delle prodezze di Turing), e che ha dato un grosso slancio verso la vittoria nella guerra.

Tutti i calendari e gli orologi presenti segnano il 16 agosto 1945 (giorno della vittoria) alle 16.59, e tutto è stato lasciato esattamente come l’ultimo momento in cui sono stati a lavoro li sotto. È un’emozione indescrivibile da percepire e dopo aver visto il film lo si avverte ancora di più, il senso di responsabilità e la gravità che deve aver pervaso gli animi umani che hanno abitato questi uffici.

Il bunker non è solo ufficio, come vediamo nella pellicola di Wright, oltre alle brandine per le segretarie che perdevano il treno, vi erano anche diversi alloggi per i colonelli, quello di Churchill è arredato con moquette e ha un letto incredibilmente piccolo (misura standard, ma ricordiamo che era alto 1,67), nella sua stanza sono presenti diversi posaceneri, ovviamente, e una enorme cartina difronte al letto raffigurante la situazione di possibili attacchi delle coste inglesi. Era solito passare in questa stanza tre o quattro notti a settimana, da abitudine il Primo Ministro si alzava tardi facendo colazione con Whisky e acqua e restava a leggere e telefonare nel letto fino all’ora di pranzo ma poi lavorava fino a tarda ora. In questa stanza, dalla sua scrivania teneva i discorsi alla nazione, come quello presente nella pellicola in diretta nazionale. L’ultimo posto da visitare è in realtà una porta, vi era un unico bagno con acqua corrente li sotto, riservato ovviamente solamente a Churchill, ma si scoprì dopo la guerra che in realtà al suo interno si nascondeva un telefono transatlantico che lo metteva in linea diretta con l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin Delano Roosevelt, come si vede in una scena del film. Il telefono era collegato ad uno degli impianti più all’avanguardia, considerata l’epoca, situato sotto i magazzini Selfridges di Oxford Street.

Innumerevoli cose ci sarebbero da raccontare su questo straordinario personaggio, così controverso e così stoico che ha guidato una nazione verso la vittoria solo e determinato al non accettare la sconfitta, vizioso, burbero e terribilmente elitario, per usare una delle sue frasi: “Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.”

L’Ora Più Buia racconta le sfumature che hanno caratterizzato il personaggio prima dell’uomo, l’astuto leader di potere e il fragile coniuge e padre di famiglia. Nei contenuti speciali del DVD e Blu-Ray troviamo un’intervista in cui lo straordinario Gary Oldman racconta come diventare Churchill e il commento al film da parte del regista Joe Wright. Vi ricordiamo che è disponile dall’9 maggio distribuito da Universal Picture Home Entertainment Italia.

Si ringrazia il Churchill War Rooms | Imperial War Museums e la guida Jasmine Losasso.

Cannes 2018: Steven Yeun di The Walking Dead presenta Burning

Steven Yeun, il Glenn di The Walking Dead, ha presentato al Festival di Cannes 2018 Burning, film in concorso diretto da Chang-dong Lee. Con lui nel cast del film anche Jong-seo Jeon e Ah-in Yoo.

Ecco le immagini dal red carpet e dal photocall della mattina.

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

Fonte foto

Star Wars: i 20 personaggi più potenti della Galassia

Star Wars: i 20 personaggi più potenti della Galassia

Star Wars è uno dei franchise che sono riusciti a dominare la cultura popolare per decenni. Ha costruito un universo vasto e intricato, del quale ora ci si accinge a riempire i vuoti e a raccontarne le origini. Si era cominciato con Rogue One, ma ora si va più a fondo: con Solo si comincia a raccontare le basi vere e proprie, le origini di uno dei personaggi più amati. Per quello che sappiamo dai trailer, nel film non ci sono Jedi, Sith, non c’è la Forza: costruisce il contesto, le fondamenta vere e proprie dell’universo di Star Wars.

Un universo fatto di personaggi e forze incredibili. Se pensiamo che qualunque Jedi o Sith è già più potente di qualunque altro umano o alieno, è particolarmente difficile capire chi sia più potente di chi. Inoltre, dato che la Forza è già di per sé un concetto non esattamente misurabile e piuttosto indefinito, inoltre, non ci aiuta a valutare. Ma, per rendervi le cose più facili, ecco una classifica del 20 personaggi più potenti di Star Wars.

Nota bene: la Disney ha dichiarato che la maggior parte dell’universo espanso non è canone, indicando come corpo canonico quello composto dai film, cartoni animati e fumetti, e questa lista si rifà proprio a questi.

Bendu

star wars

Bendu è un personaggio dalla forza dell’altro mondo, tanto che per rendere l’idea di questa alterità nel doppiaggio originale si è scelto Tom Baker, l’iconico interprete del Quarto Dottore. Un mastodonte alieno, Bendu è abbastanza imponente da torreggiare sulla maggior parte degli umanoidi, ma reso talmente potente dalla Forza che non ha mai dovuto ricorrere alla forza fisica. È una creatura di per sé pacifica, che si rifiuta di prendere posizione sia per quanto riguarda la guerra che per quanto riguarda la Forza, restandosene un po’ a metà tra i Jedi e i Sith, una posizione che difende con integrità. Ma il fatto che abbia deciso di stare su un territorio neutrale, non significa che non sappia usare la Forza come si deve.

Infatti, può darsi che sia appunto la sua neutralità ad essere la fonte delle sue abilità. Bendu è particolarmente empatico e ha precognizioni dall’accuratezza abbastanza allarmante, e ha controllo diretto sulla natura che gli sta attorno. Ad un certo punto, trasforma addirittura il proprio corpo fisico in una gigante tempesta che cade sia sugli Imperiali che sui Ribelli. È anche una delle figure più sagge del canone di Star Wars, spesso assumendo il ruolo di mentore e confidente di chiunque cerchi il suo consiglio. Attraverso la Forza, fu addirittura capace di distruggere una buona parte di una nave imperiale d’invasione e addirittura di volare. Anche quando Bentu viene ferito, riesce ad evitare di venire ucciso semplicemente svanendo. Il potere della neutralità.

Generale Grievous

star wars

Uno dei cattivi più sottorappresentati del canone di Star Wars, il Generale Grievous ha anche la reputazione di essere uno dei più mortali. Appare per la prima volta durante le Guerre dei Cloni in quanto generale Separatista, ed è ossessionato dalla guerra e dal combattimento, al punto che si fa volontariamente mettere degli impianti cibernetici per potenziarsi, che gli permettono di brandire quattro spade laser insieme (tutte e quattro rubate da Jedi uccisi da lui). Durante le Guerre dei Cloni, fa una lunga serie di vittime, spesso uccidendo per il puro gusto dell’uccidere piuttosto che per contribuire allo sforzo bellico. Oltre alla forza fisica, ha inoltre comandato l’armata di droidi e ha avuto decine di milioni di soldati robotici al suo comando, pronti ad intervenire su sua richiesta. Anche quando non è armato, quindi, ha una legione di macchine mortali al proprio servizio.

Era un combattente formidabile, al quale l’arte del combattimento con la spada laser fu insegnata da Dooku stesso, e fu ucciso per puro caso, per un colpo di fortuna. Era disarmato, ferito e in ritirata, ma riuscì comunque a portare il suo avversario, Obi-Wan Kenobi, sull’orlo della disperazione. Ma questi riuscì ad avere la meglio usando la Forza per attirare verso di sé proprio il blaster di Grievous, uccidendolo. Non ha lasciato molto dietro di sé, non avrà cambiato le carte in tavola, ma si merita una menzione per uno dei killer di Jedi più prolifici della storia.

Grande Ammiraglio Thrawn

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L’abilità di usare la Forza per sconfiggere i propri nemici e manipolare la mente è una delle cose più eccitanti mai viste sul grande schermo. Cosa c’è di meglio? La capacità di farlo senza la forza. Thrawn era originariamente un guerriero Chiss, addestrato per disfarsi degli avversari grazie ad una perfetta strategia e ad ogni costo. Sta di fatto che porta le cose al livello successivo, e diventa talmente abile nella manipolazione e nell’assassinio che diventa capace di avere la meglio su un intero plotone di stormtrooper senza nemmeno essere visto, lasciandosi poi catturare, ma solo per poi convincere l’Imperatore stesso che non solo non meritava di essere condannato per i propri crimini, ma che addirittura si meritava una posizione nella Marina Imperiale.

Con la sua innata abilità di capire di come pensano i suoi avversari, Thrawn scala velocemente i ranghi e diventare Grand’Ammiraglio, in prima linea durante la Guerra Civile Galattica. Ha avuto molti combattimenti corpo a corpo con i Jedi, ma non ha mai considerato nemmeno queste una sfida, a meno che non combattesse con più di un avversario alla volta. Ha vinto quasi ogni battaglia che ha combattuto, grazie al proprio talento per essere sempre qualche mossa avanti rispetto al proprio avversario. E si scopre poi essere un agente sotto copertura per i Chiss, mandato per valutare il valore dell’Impero.

Asajj Ventress

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Sith, Jedi, schiava, cacciatrice di taglie, assassina, spia: Asajj Ventress ha fatto tutto e anche di più, il che l’ha resa uno dei personaggio più dinamici dell’universo di Star Wars. Nata sul pianeta Rattatak, ha un breve apprendistato Jedi, con un Maestro che la prese sotto la propria tutela che era stato mandato in missione per portare pace sul pianeta. Le insegnò i segreti della Forza, sperando che diventasse una Jedi. Ma quando il Maestro viene ucciso dai pirati, Ventress si lascia vincere dal dolore e dalla rabbia, volgendosi al Lato Oscuro. Il che la porta dal Conte Dooku, diventando un’apprendista Sith e inarrestabile assassina.

Capace di impugnare due spade laser, diventa famosa durante le Guerra dei Cloni per il proprio stile di combattimento imprevedibile. Si scontra regolarmente con Anakin Skywalker eObi-Wan Kenobi: il che è sufficiente per farla entrare nella classifica dei più potenti di sempre. Ma quando viene tradita, decide di separarsi dai Sith e di lavorare per conto proprio. Ad un certo punto, salverà (da sola) i Jedi con i quali era stata in lotta.

Darth Plagueis il Saggio

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Non sappiamo molto su Darth Plagueis, a parte il fatto che fu il maestro di Palpatine e che fu infine ucciso da questi, e che fu capace di utilizzare la Forza per indurre i Midi-Chlorian a creare la vita. Aveva una conoscenza tale del Lato Oscuro da riuscire ad impedire a coloro che amava di morire. Il che è abbastanza per farlo entrare nella classifica dei personaggi più potenti di Star Wars. Inoltre, Darth Plagueis fu considerato talmente potete da avere un solo vero nemico: la Forza stessa. Darth Plagueis diventò ossessionato dall’idea di essere diventato troppo potente, al punto da temere che la Forza lo avrebbe un giorno tradito, punendolo per avere abusato del proprio controlo sulla vita e sulla morte. Palpatine, preoccupato dal fatto che il proprio maestro sarebbe diventato troppo potente per essere ucciso, tradì Darth Plagueis e uccide il Sith, prendendo il suo posto nella gerarchia Sith. Non compare mai fisicamente nell’intera serie, ed è solo menzionato, ma è chiaro dal modo in cui se ne parla che i suoi poteri fossero incredibili.

Kanan Jarrus

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Una cosa è essere addestrato per usare la Forza e diventare incredibilmente potente dopo anni di addestramento, un’altra è diventare un esperto con pochissimo allentamento. Prima di diventare Kanan Jarrus, Jedi Ribelle, era Caleb Dume, il prodigioso Padawan del Maestro Depa Billaba. Nonostante aver ricevuto un addestramento ridotto, quando fu il momento delle Guerre dei Cloni Caleb fu mandato in guerra e dovette imparare sul campo. Quado l’Ordine 66 cambiò il corso della guerra, Billaba si sacrificò per dare tempo a Dume di scappare dai Clone trooper. Dopo aver incontrato e imparato qualcosa da un noto contrabbandiere, cambiò il proprio nome in Kanan Jarrus e decise di nascondere il proprio addestramento Jedi per la buona parte di un ventennio. È quando si unisce alla ribellione e incontra Ezra Bridger che decide di ritornare sul sentiero del Jedi. E, nonostante siano passati vent’anni, Kanan si dimostra ancora capace di avere la meglio su interi squadroni. Non solo: addestra Ezra per farlo diventare un Jedi più raffinato e si impegna per diventare ufficialmente un Cavaliere Jedi. Ma la sua impresa più notevole non avviene in combattimento: quando viene accecato da Darth Maul, impara a vedere attraverso la propria connessione con la Forza, nonostante questa sia logorata, e diventa capace di affinare i propri sensi, diventando un combattente migliore di quanto non fosse mai stato.

Dooku

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È stato addestrato sia come Jedi che come Sith. Inizialmente formato da Yoda, che lo istruì secondo le vie della Forza, dopo aver scalato i ranghi Jedi e aver istruito degli allievi propri, Dooku si disilluse riguardo alla corruzione che vedeva attorno a sé e decise di lasciare l’ordine. Reclamò il proprio titolo perduto e la propria fortuna, e diventò il nuovo allievo di Darth Sidious, che gli diede il titolo di Darth Tyrannus. Ma Dooku, già dai tempi Jedi, era conosciuto per essere un brillante stratega e per l’abilità con la spada laser, che venivano considerate tra le migliori in circolazione. Come Sith, sviluppò ulteriormente le proprie capacità, oltre ad assumere nuovi poteri. In particolare, imparò a combinare la telecinesi con l’uso dei fulmini di Forza. Aveva inoltre una notevole capacità di effettuare più operazioni contemporaneamente. Al cinema ha avuto il volto del leggendario Christopher Lee.

Rey

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L’aspetto più interessante del potere di Rey è il fatto che non sia chiaramente ancora giunto al proprio massimo, ma che lei debba ancora realizzare pienamente il proprio potenziale. Ha passato la propria infanzia su Jakku, sopravvivendo da sola fino ad arrivare all’età adulta, il che è già impressionante. Inoltre, sembra che non le serva poco tempo per arrivare ad essere in grado di affrontare Kylo Ren in un corpo a corpo e vincere. Il che è talmente eccezionale da permettere di recuperare Luke dall’esilio e diventare suo apprendista. E dopo qualche giorno di esercitazioni, diventa capace di combatterlo, aiuta ad uccidere il Leader Supremo Snoke, e combatte con Kylo contro alcuni dei soldati migliori e la guardia personale di Snoke. Ma non finisce qui: riesce a salvare da sola la Resistenza utilizzando la propria connessione con la Forza per sollevare le pietre che bloccano l’uscita dalla caverna, facilitando la fuga dei compagni, riesce ad impedire a Kylo Ren di lettere la sua mente, e impara ad usare la Telecinesi e i trucchi mentali Jedi praticamente senza addestramento. Per ora.

Il Grande Inquisitore

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Non conosciamo il suo vero nome. Originariamente un’umile guardia al Tempio Jedi, il Grande Inquisitore era in realtà un agente Sith sotto copertura nell’Ordine Jedi. Era talmente abile nel mascherare la propria aura oscura che nessuno, nemmeno tra i più potenti Jedi, si rese conto del fatto che ci fosse qualcosa che non andava. Dopo l’ascesa dell’Impero, si è rivelato essere un agente Sith ed è diventato Grande Inquisitore, con il compito di cercare i resti dell’Ordine Jedi dopo l’Ordine 66. Armato di uno squadrone di Inquisitori, ha ucciso molti dei Jedi sopravvissuti, inclusa la rispettata Maestra Luminara Unduli. Mostrando la propria propensione per il freddo calcolo strategico, ha usato i resti della Maestra per attirare in una trappola altri Jedi, i quali accorsero per aiutarla. Il Grande Inquisitore, inoltre, era un combattente formidabile, addestrato nel combattimento con la spada laser, che aveva due lame rosse e che utilizzava in diversi modi, tra cui far roteare entrambe le lame, che gli permetteva di intimorire gli avversari e colpirli con il minimo sforzo.

Darth Maul

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L’abbiamo capito subito che Darth Maul era uno da non sottovalutare, sin dalla sua prima apparizione con la prima spada laser non convenzionale della storia di Star Wars, quando mostrò le proprie abilità e la propria sbada a due lame nel combattimento contro Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi. Ha avuto la meglio su Qui-Gon grazie alla propria energia e alla propria strategia superiore, ma è stato fermato da Obi-Wan quando si è fatto troppo arrogante. Era stato ritenuto morto per più di un decennio, prima di ritornare surante le Guerre dei Cloni: con il fratello Savage Opress e un nuovo paio di gambe bioniche, si è dimostrato più forte del Jedi medio, uccidendone molti durante la propria missione volta ad uccidere il proprio maestro traditore. Ma, nonostante le proprie incredibili abilità di combattente, ma non è riuscito a tenere testa a Darth Sidious, che uccide sia la madre che il fratello. Questa volta, Maul sparisce ancora più a lungo, prima di ricomparire in un tempio Sith. Anche dopo anni di esilio, è comunque capace di affrontare gli Inquisitori e, per molto tempo, è sembrato che Maul fosse invincibile, ma la sua fine è arrivata grazie a Obi-Wan.

Leader Supremo Snoke

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Snoke è un personaggio difficile. Il Risveglio della Forza aveva creato grandi aspettative, e doveva essere il nuovo grande cattivo, mentre è stato infine ucciso abbastanza facilmente da Kylo Ren, che lo taglia a metà durante un monologo sulla vittora non ancora confermata. Ma la sua fine, forse, può distrarre da quello che Snoke ha ottenuto fino ad allora. Tanto per cominciare, ha ricostruito l’Impero quasi dal nulla, nel frattempo affermando la propria immagine. Inoltre, non è tecnicamente un Sith, ma ha accesso ad alcuni dei loro incredibili poteri, e si dimostra addirittura più abile nell’uso dei fulmini di Forza più di chiunque altro nella serie, mostrandosi capace addirittura di reindirizzarli secondo la propria volontà e controllandone le esplosioni. Inoltre, fu capace di manipolare gli altri in modo incredibile, usando la Forza stessa per unire Kylo e Rey senza che questi si chiedessero come ciò fosse possibile. Inoltre, anche il suo uso della forza nei modi più diretti sono sorprendenti: è capace di utilizzare la telecinesi anche da grandi distanze e riesce addirittura ad entrare nella mente di Rey, cosa che è impossibile anche a Kylo.

Ahsoka Tano

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Ahsoka Tano è diventata apprendista di Anakin Skywalker a metà delle Guerre dei Cloni, il quale riesce presto ad apprezzare il suo carattere impetuoso, e la addestra sul serio. Nel corso del resto della guerra, Ahsoa si guadagna una reputazione non solo come apprendista di Anakin, ma anche in quanto combattente valorosa che protegge i propri soldatti ed è più che pronta al sacrificio. Ha scampato la morte più di una volta, spesso mettendosi in pericolo per proteggere gli altri, ed è spesso riuscita a sopravvivere grazie alla propria intelligenza, abilità e, qualche volta, fortuna.

È particolarmente abile nell’integrare l’uso della Forza nel combattimento. È abile nel brandire due spade laser, utilizzando allo stesso tempo la propria e quella del maestro. Addirittura, combatte il Generale Grievous e sopravvive nonostante sia ancora una ragazzina. Da adulta, diventa capace di combattere contro più di un inquisitore alla volta con facilità, e diventa abbastanza in sincrono con la Forza da avere premonizioni e visioni.

Qui-Gon Jinn

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Non sappiamo molto di cosa succeda nell’aldilà Jedi, a parte il fatto che ognuno diventa, alla fine, tutt’uno con la Forza Vivente. Ma Qui-Gon Jinn ci ha spiegato cosa ciò veramente significhi. Un Jedi indipendente e dallo spirito libero, Qui-Gon (Liam Neeson) ha scoperto l’abilità di vivere oltre la Forza Vivente sotto forma di Fantasma di Forza, un segreto che condivide con Yoda attraverso delle visione, che poi Yoda stesso insegnerà a Obi-Wan. Anche dopo la morte, comunque, Qui-Gon rimane uno dei Jedi più potenti: più di una volta, infatti, Obi-Wan afferma che se il maestro sarebbe stato un rispettato membro dell’Alto Consiglio Jedi, se solo avesse seguito il codice. Ma Qui-Gon non era fatto per le regole. Era talmente in sincrono con la Forza da trascendere le regole, più o meno arbitrarie, che i Jedi hanno creato per loro stessi. Inoltre, era un combattente niente male.

Mace Windu

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Samuel L. Jackson è uno degli dei della fantascienza, e trovò il personaggio di Mace Windu talmente interessante da insistere con gli scrittori affinché dessero più informazioni su di esso. Windu è conosciuto come uno dei migliori combattenti con la spada laser dell’Ordine Jedi ed esperto di combattimento del Tempio Jedi. Da solo è responsabile di alcune delle vittorie Repubblicane più importanti durante le Guerre dei Cloni, ed era un brillante stratega. Gli antefatti ufficiali della sua vita sono la prova del suo merito. a quanto pare, la lama violetta della sua spada laser (che è stata proposta da Jackson stesso) significa che il personaggio si trova sulla linea sottile che divide il Lato Chiaro e il Lato Oscuro della Forza. Infatti, l’abilità e l’amore per il combattimento di Windu costituiscono per lui un rischio del cadere nella trappola del Lato Oscuro. Per compensare, ha creato un proprio personale stile di combattimento, che compensa per i suoi occasionali scatti d’ira. Inoltre, arriva ad un pelo dall’avere la emglio contro Darth Sidious, fallendo solamente per l’interferenza di Anakin.

Obi-Wan Kenobi

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Obi-Wan (Ewan Mcgregor) ha cominciato il proprio percorso verso la grandezza dopo aver assistito alla morte del proprio maestro Qui-Gon Jinn, ed è diventato il primo Jedi dopo secoli a sconfiggere un Signore del Sith, Darth Maul, e la vittoria gli assicurò una rapida ascesa nei ranghi Jedi. Nel corso di dieci anni, si è guadagnato la reputazione di Jedi affidabile e devoto ed è diventato mentore di Anakin. Durante le Guerre dei Cloni, è diventato Generale dell’esercito della Repubblica, utilizzando la propria lucidità per aggiudicarsi parecchie vittorie decisive. Queste includono il salvataggio di Palpatine e la sconfitta del Generale Grievous. Alla fine della guerra, è addirittura riuscito a sconfiggere il proprio allievo che nel frattempo era diventato il potentissimo Darth Vader (o Darth Fener che dir si voglia). Durante il suo consequente esilio, è riuscito a raggiungere uno stato di illuminazione e uccidere Darth Maul prima di dare un addestramento a Luke Skywalker che l’avrebbe poi portato sulla via della grandezza.

Kylo Ren

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Kylo Ren, o Ben Solo (Adam Driver), è un enigma. È chiaramente molto potente, come ha dimostrato con l’uccisione del proprio maestro senza che Snoke stesso si rendesse conto del tradimento, ma il suo potere è in qualche modo minato dalla sua immaturità. Per esempio, non si è reso conto del fatto che Snoke fosse coinvolto nel legame tra lui e Rey attraverso la Forza. Probabilmente, ne sarebbe stato in grado, ma si è lasciato distrarre dai battibecchi con Rey e non si è accorto di nulla. Ma è comunque chiaro che sia particolarmente abile con la spada laser, più di chiunque altro nella propria generazione, battendo Finn e una stanza piena di soldati d’eccellenza, e perdendo contro Rey semplicemente perché ferito in precedenza. In termini di potere della Forza, è più o meno al livello di Rey, dato che è incapace di penetrare la sua mente, ad esempio. Ma per ora, la sua esplorazione della forza in Star Wars non si è ancora avventurata in territori inesplorati. Ma abbiamo visto delle cose abbastanza interessanti, come la sua prima apparizione e l’interrogatorio con Poe, che ci fanno sospettare che abbia poteri notevoli.

Luke Skywalker

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È innegabile che Luke sia il pilastro del franchise di Star Wars, ed è sicuramente il più potente Jedi di sempre. Dopo solo poche ore di addestramento, e con poche indicazioni sulla natura e sui limiti della Forza, infatti, è stato in grado di utilizzarla per guidare un siluro protonico ad altissima velocità contro un bersaglio molto piccolo, distruggendo la Morte Nera e salvando la galassia. E tutto ciò quando era solamente un ragazzino. Fu qualche anno dopo che si confrontò con Darth Vader in una delle battaglie più intense e difficili e dopo non poco tempo i suoi poteri riuscirono a trascendere i limiti dei poteri della Forza sia Sith che Jedi. Inoltre, è un pilota particolarmente dotato, capace di pilotare navi da combattimento senza alcun addestramento. Ma la caratteristica più notevole di Luke, la sua forza più grande, forse risiede nella sua capacità di essere un’icona, un leader: nel momento in cui la Resistenza ha più bisogno di aiuto, manda una proiezione astrale di se stesso attraverso la galassia, per trattenere e intimidire Kylo Ren.

Yoda

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In termini di uso della Froza, nessuno nell’universo di Star Wars si avvicina nemmeno lontanamente al Maestro Yoda. Ha vissuto abbastanza a lungo per insegnare a generazioni di Jedi, e Yoda era conosciuto come un mentore e come esperto in materia di visioni. Era talmente potente che, nonostante la propria età avanzatissima, come piccolo e fragile eremita, era capace di sollevare un’intera nave spaziale con un piccolo movimento delle dita: uno degli usi della Telecinesi più incredibili visti fino ad allora. Anche dopo la sua morte e resurrezione come Fantasma di Forza, la sua connessione con la Forza Vivente era abbastanza forte da fargli evocare un fulmine su un oggetto preciso. Era parecchio abile anche con la spada laser, avendo un proprio stile di combattimento che utilizzava agili salti e acrobazie per compensare la statura ridotta. Un altro talento da non sottovalutare era inoltre quello della diplomazia: durante le Guerre dei Cloni, infatti, fu fundamentale nello stringere parecchie alleanze importanti.

Darth Sidious/Palpatine

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Nonstante sia uno dei personaggi fisicamente più potenti dell’universo di Star Wars, la vera forza di Palpatine risiede nella sua capacità di pianificare e manipolare. Comincia con il tradimento e l’uccisione del proprio maestro, e prepara un grande piano per gettare la galassia nel caos, ristorare il potere del Sith, ed eventualmente conquistarsi il trono di imperatore. Non finisce troppo bene, ma raggiunge dei traguardi importanti. Dal dare inizio alle Guerre dei Cloni all’infettare Anakin con odio e paura, e se la gioca molto bene. E, quando le cose cominciano a scivolargli di mano, Palpatine è più che pronto a farsi avanti e usare la forza fisica: ha la meglio facilmente su tre maestri Jedi e, anche se perde contro Mace Windu, reiesce ad approfittare di una distrazione per ucciderlo. È capace di usare i Fulmini di Forza, e gode delle consequenze distruttive. Inoltre, è forse uno dei pochi veri cattivi di Star Wars.

Anakin Skywalker/Darth Vader

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Diciamocelo: nessuno regge il confronto con Darth Vader in termini di puro potere. Mettendo da parte il fatto che sia l’oggetto di una profezia, è uno dei personaggi più completi e più riusciti di tutta la saga. Ha ucciso più di chiunque altro, sia Sith che Jedi. Ha avuto dei momenti di difficoltà nel corso degli anni, soccombendo poi definitivamente a Obi-Wan, ma ha anche compiuto atti grazie alla Forza che prima di allora non erano nemmeno considerati possibili. Ha sconfitto più di un Jedi allo stesso tempo, e ha massacrato da solo mezzo pianeta. Prima di diventare Vader, però, è stato un potente e rispettato generale della Repubblica durante le Guerre dei Cloni, diventando uno dei pochi Jedi ad essere rispettati ed amati durante tutto il corso della guerra, e con doti di combattimento eccezionali. Addirittura quando era solo un piccolo schiavo su Tatooine riuscì a cambiare il proprio destino impressionando un maestro Jedi.

Fonte: CBR.com

Dogman: recensione del film di Matteo Garrone

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Dogman: recensione del film di Matteo Garrone

I luoghi de L’Imbalsamatore, (l’assenza d)i colori di Primo Amore; con Dogman, Matteo Garrone torna alle origini del suo cinema e ripropone la sua indagine sull’essere umano nella maniera più brutale possibile. Il film, in concorso dal Festival di Cannes 2018, doveva essere il successivo di Garrone, dopo Primo Amore (2004), ma l’”esplosione” di Gomorra ha cambiato i suoi piani, e così è rimasto nel cassetto, fino a che il regista non ha incontrato Marcello Fonte, il protagonista del film: un volto dolce e dolente, il perno intorno a cui far girare tutto il racconto. Lui e Edoardo Pesce (Simoncino) sono i polmoni del film, il suo respiro, la sua vita.

La storia è liberamente ispirata a quella del Canaro della Magliana; non si tratta però, e questo il film lo mostra chiaramente, di una ricostruzione precisa di quello che è accaduto tra Pietro De Negri e l’ex pugile Giancarlo Ricci. Garrone parte dalla storia vera e sviluppa il suo racconto in direzioni inaspettate, che sfuggono alla crudeltà della cronaca e che approdano all’indagine delle psicologie fragili dei protagonisti, intrappolati in un luogo semidesertico, in una piccola comunità, in balia della paura di Simoncino, l’ex pugile che terrorizza il quartiere e che ha un rapporto malato con Marcello: supremazia e sudditanza.

In questo contesto il protagonista sembra completamente estraneo: Marcello è l’unico portatore di dolcezza in questo luogo di frontiere (il set è quello di Castel Volturno, utilizzato anche per L’Imbalsamatore e per Gomorra). Ama soltanto due cose, la figlia e i cani di cui si prende cura. Ha un solo desiderio, quello di appartenere alla comunità e questo desiderio lo spinge a partecipare, a interagire. Marcello vuole essere incluso nel branco. Ancora una volta il cinema di Garrone si fa racconto di pulsioni viscerali, con risvolti drammatici.

DogmanQuello che il pubblico si aspetta essere il momento culminante della storia, l’omicidio, diventa per Garrone una conseguenza di atti ben più violenti, perpetrati nella quotidianità, nella sottomissione e nell’accettazione della piccola comunità che fa da sfondo alla parabola di Marcello. In Simoncino risiede il tentativo di riscatto del protagonista: nell’esigere il suo rispetto, il “canaro” pensa di legittimare la sua presenza nel gruppo/branco, nell’eliminare la sua minaccia crede di aver conquistato il posto tanto agognato nella comunità. Ma, mentre sorge il sole, Marcello rimane solo, con (come) un cane e un cadavere, senza che nessuno possa testimoniare la sua impresa eroica.

Matteo Garrone racconta Dogman per sottrazione, eliminando tutto ciò che è superfluo, i colori fotografati da Nicolaj Brüel, la musica composta da Michele Braga, la collocazione geografica, raccontando di una terra di frontiera, la periferia di qualsiasi città (nonostante l’accento faccia pensare a Roma), rievocando i territori del western. È tutto brutto in Dogman, dai palazzi, alle persone, ai cani, al posto. Tutto fa pensare a una periferia abbandonata che si sforza di sopravvivere a se stessa e alla minaccia di Simoncino, anche lui però prigioniero di quel non-luogo.

L’attenzione di Matteo Garrone, e con essa quella dello spettatore, si focalizza sullo sguardo di Marcello, attento, dolce, malinconico. Su quello sguardo, su un sorriso appena accennato, si chiude, in nero, una storia di desiderio e di violenza, psicologica più che fisica. Su quello sguardo Matteo Garrone conclude un altro straordinario capitolo della sua avventura cinematografica, in cui fa vibrare le viscere, spaventa e scuote, senza spettacolo o compiacimento nella violenza che pure mette in scena, “soltanto” con gli strumenti del grande cinema.

Cannes 2018: intervista a Matteo Garrone per Dogman

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Cannes 2018: intervista a Matteo Garrone per Dogman

Abbiamo intervistato Matteo Garrone, il regista italiano che ha presentato il suo ultimo film, Dogman, al Festival di Cannes 2018, nella selezione ufficiale in concorso.

Dogman: il trailer due del film di Matteo Garrone

Dopo Gomorra e Reality (entrambi vincitori del Grand Prix) e Il Racconto dei Racconti, Matteo Garrone torna in Concorso al 71° Festival Di Cannes con il suo nuovo film, Dogman, in uscita nelle sale italiane il 17 maggio, distribuito da 01 Distribution.

In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l’unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l’amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l’intero quartiere. Dopo l’ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall’esito inaspettato.

Dogman è un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti.

Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa, l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente“. – Matteo Garrone

Il Festival di Cannes 2018 si svolgerà dall’8 al 19 maggio. Segui il nostro speciale.

Avengers: Infinity War, l’epica battuta di Drax su Gamora nel nuovo spot

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Il successo dell’epica battuta di Drax su Gamora, presente in una scena di Avengers: Infinity War, non è sfuggito all’attenzione dei Marvel Studios che hanno da poco rilasciato su Twitter un nuovo spot in cui possiamo rivedere il personaggio mentre pronuncia la frase “Perché è Gamora?“.

Come rivelato da uno dei due sceneggiatori del film, Christopher Markus, il momento è stato improvvisato da Dave Baustista proprio in corso d’opera.

Lo trovate qui sotto.

Avengers: Infinity War, Dave Bautista ha improvvisato una delle migliori battute di Drax

Vi ricordiamo che il film, diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee, è arrivato nelle nostre sale lo scorso 25 aprile.

La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity Warrecensione del film Marvel Studios

IT: Capitolo Due, ecco chi interpreterà Stanley adulto

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Prosegue il processo di casting per IT: Capitolo Due, seconda parte dell’adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King firmato da Andy Muschietti, ed è Variety a confermare che Andy Bean interpreterà la versione adulta di Stanley, mentre James Ransone vestirà i panni di Eddie.

Vi ricordiamo che nel cast sono stati già selezionati Jessica Chastain, Bill Hader e James McAvoy.

Jessica Chastain ufficialmente in trattative per IT – Capitolo Secondo

L’uscita nelle sale di IT: Capitolo 2 è fissata al 6 settembre 2019.

Le riprese, sempre in mano a Andy Muschietti, cominceranno a Giugno a Toronto presso i Pinewood Studios per quanto riguarda i teatri di posa, mentre si suppone che Port Hope tornerà a essere Derry. La data di inizio è 18 Giugno, mentre le riprese dovrebbero concludersi tra Ottobre e Novembre.

Il Capitolo Secondo ci riporterà a Derry, dopo 27 anni dalle vicende raccontate nel film uscito a Ottobre, e vedrà i Perdenti, ormai adulti, affrontare di nuovo le loro più profonde paure e la creatura sotto le sembianze di Pennywise. A breve, immaginiamo, verrà annunciato il cast che porterà sullo schermo Bill, Ben, Bev, Ritchie, Eddie, Mike Standa adulti.

IT: Capitolo Due, James McAvoy e Bill Hader ufficialmente in trattative

Fonte: Variety

Black Panther: T’Challa in azione nel trailer onesto!

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Black Panther: T’Challa in azione nel trailer onesto!

I geni di Screen Junkies sono tornati, e stavolta il bersaglio dei loro esilaranti honest trailer è il cinecomic più acclamato dell’anno (dopo Avengers: Infinity War): Black Panther.

Di seguito potete dare un’occhiata al trailer che spiega perché, nonostante il plauso della critica, il film di Ryan Coogler non si possa certo definire perfetto.

Black Panther – Recensione

Di seguito la sinossi del film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e tecnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno, oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John Kani.

Black Panther: Kevin Feige conferma che il sequel si farà

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