È lo sguardo sperso,
assente, di Laure Calamy ad accoglierci negli spogliatoi
di una fabbrica come tante nel prologo di Un vizio di
famiglia (L’origine du mal), dramma familiare dalle tinte
thriller che Sébastien Marnier aveva presentato a
Venezia 79. Il suo terzo film – dopo
Irréprochable (2016) e L’ultima
ora (2018) – è nei cinema dal 4 gennaio, distribuito
da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, chiamato
a scontrarsi con i carri armati in testa al Box Office e con un
paio di titoli interessanti per vari motivi come
Godland e Close. Ma attenzione a sottovalutarlo, o a
escluderlo dalle vostre scelte, sarebbe un peccato.
Nato come “fiaba”, almeno
nelle intenzioni del regista, che voleva parlare “della fine del
patriarcato” e ha affidato a un cast di quasi sole donne la
storia, il racconto è ben lungi dall’essere una commedia dark, come
spesso si ama sintetizzare un film che racconti di intrighi con una
certa dose di thriller, ma senza affidarsi al cruento.
Un vizio di famiglia: Chi è Stéphane? Chi è suo
padre?
Nel presentarlo, sono in
molti a sottolineare i colpi di scena, o ‘de théâtre’, che portano
avanti la vicenda di Stéphane, la protagonista interpretata
dall’attrice di Call my Agent, già premiata alla Mostra
del Cinema di Venezia 2022 come Miglior attrice per Full
Time – Al cento per cento. Forse troppi, in alcuni
casi non del tutto necessari a portare avanti la narrazione molto
strutturata che si sviluppa nella lussuosa villa della famiglia
Dumontet nel “posto più bello del mondo”, l’isola di Porquerolles,
al largo della costa mediterranea della Francia, tra Tolone e Saint
Tropez.
Qui vive suo padre Serge,
con la moglie sillogomane Louise, la figlia George, impegnata a
risollevare l’impero economico di famiglia, la nipote ribelle
Jeanne e la ambigua e scostante cameriera Agnès (nell’ordine,
Jacques Weber, Dominique Blanc, Dora Tillier
di La Belle Époque, Céleste Brunnquell e Véronique
Ruggia Saura). Un gineceo, in apparenza, dietro la cui facciata
crescono odio e vendetta, un contesto di bugie nel quale Stéphane
sembra volersi inserire, o dal quale farsi accettare. A ogni
costo.
Non c’è famiglia senza
vizi. Chi è senza peccato…
L’origine del male del
titolo originale, stando a quanto dichiarato dal regista, dovrebbe
essere il burbero, maschilista, prevaricatore e male in arnese
padre ritrovato, unica figura maschile ed eterosessuale del novero,
eppure a ordire i piani migliori – o peggiori – è la cosiddetta
altra metà del cielo, anche in barba al supposto e tanto decantato
spirito di solidarietà femminile. Le donne sono le protagoniste
assolute della pièce, tanto più considerando la musa di Xavier
Dolan, Suzanne Clément, che come compagna di Stéphane
vediamo attendere gli eventi dal carcere in cui è rinchiusa.
Il bello del cinema è che
ciascuno può avere una sua idea di quel che vede, anche sbagliata
(in genere, sbagliata), anche in disaccordo con quel che sostiene
l’autore. Che in questo caso ci presenta un altro personaggio –
dopo i film precedenti – dai processi mentali poco chiari, dalla
socialità contorta e che mette in pratica decisioni discutibili.
Come quelle che scopriamo via via o che creano l’intreccio di un
film che potrebbe piacere ai fan di Agatha Christie come di
Claude Chabrol.
E che ha poco a che fare
con l’amore, nonostante siano citati tanti e diversi tipi di
relazioni e rapporti, ma a molto a che fare con il bisogno e
l’affermazione di sé. Non solo femminile, ovviamente. E’ un
continuo gioco di ruolo, e di sguardi, da quello iniziale della
Calamy a quello sarcastico e disincantato del padre, a quello
sospettoso o superiore o quasi fanciullesco delle altre figure di
una famiglia che definire disfunzionale sarebbe riduttivo. E che in
parte viene dalla stessa esperienza personale di Marnier, che non a
caso fa dire al suo alter-ego (la giovane aliena) che
“Non c’è niente di peggio della famiglia“.
Una matassa intricata
Nonostante le tante
svolte e rivelazioni, il percorso di Un vizio di
famiglia scorre lineare, anche per una caratterizzazione
piuttosto netta dei personaggi coinvolti, meno complessi del
previsto, eppure perfettamente adeguati e funzionali nel loro
affrontare l’invasione di Stéphane, un raggio di sole che minaccia
di bruciare quanto seminato da ciascuno, secondo le proprie
priorità. Alla fine – stante la prova magnifica della Calamy (e la
Blanc “della Comédie-Française”) – è la ragnatela stessa la
protagonista principale di un film che continua a offrire finali e
conclusioni fino al limite dell’accettabile, e oltre, per quanto
giustificabili.
Una ragnatela nella quale
ci accorgiamo di invischiarci sempre più, senza che la generale
leggerezza del tono usato ce ne faccia percepire i pericoli (altro
merito da ascrivere al film e al regista, che si diverte a
utilizzare degli split screen multipli in maniera
interessante e persino simbolica, per una volta). Anche quando il
labirinto di passioni, tradimenti e convenienze in cui siamo
invitati a vivere per le due ore necessarie ci mostri i suoi lati
più brutali, folli, violenti.
Nel contesto della New
Hollywood, durante la quale ha avuto luogo un rinnovamento
stilistico, tematico e produttivo dell’industria cinematografica,
molto frequenti sono diventati i film che proponevano punti di
vista inediti su aspetti come il colonialismo e le guerre condotte
dagli Stati Uniti in nome della libertà. La guerra in Vietnam, in
particolare, iniziò in modo più o meno velato ad essere raccontata
in tutta la sua brutalità. Gli effetti che tale conflitto stava
provocando, allo stesso modo, divennero oggetto di riflessione e
analisi. Uno dei più importanti film a proporre tale questione è
Il cacciatore, diretto da Michael
Cimino.
Arrivato al cinema nel 1978, questo
non è propriamente un film di guerra quanto piuttosto il racconto
di come tale conflitto influisca sulla psiche di chi vi ha
partecipato. Numerose sono le metafore a riguardo e il contrasto
tra le inquietanti immagini del conflitto e l’anonima vita
quotidiana dei protagonisti genera ancora oggi un impatto
fortissimo sugli spettatori. Il cacciatore è a ragione
entrato nella storia del cinema, espressione di un cinema che non
si risparmia nel mostrare anche ciò che si preferirebbe ignorare.
Cimino, che nel 1980 realizzerà poi I cancelli del cielo, è
infatti sempre stato critico nei confronti della politica
statunitense.
Candidato a 9 premi Oscar e
vincitore poi in 5 categorie, tra cui quella del miglior film,
Il cacciatore è dunque un titolo imperdibile,
un’esperienza cinematografica che ancora oggi affascina e spaventa
in modi imprevedibili. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il cacciatore: la trama
del film
Protagonisti del film sono
Mike, Nick e
Stosh, amici di lunga data che conducono una
tranquilla esistenza divisi tra il loro lavoro in un’accaieria e la
caccia al cervo, loro grande passione. Insieme anche a
Steven, John e
Axel, sono ora tutti chiamati a partire per il
Vietnam, dove prenderanno parte alla sanguinolenta guerra che lì si
sta svolgendo. I sei uomini sono però ignari di quanto quel
conflitto li cambierà per sempre. L’amicizia tra di loro sarà messa
a dura prova, specialmente nel momento in cui Mike dovrà cercare di
recuperare Nick, impazzito in seguito agli orrori visti. Per tutti
loro, la salvezza si rivelerà essere a distanza di un solo colpo di
proiettile.
Il cacciatore: il cast e le location del film
Ad interpretare Mike, il principale
protagonista del film, vi è l’attore Robert De Niro.
Come sempre intenzionato a interpretare i suoi personaggi nel modo
più realistico possibile, l’attore chiese di poter incontrare veri
lavoratori di un’acciaieria. Si preparò poi a livello fisico per
poter interpretare le numerose scene di guerra come anche gli stunt
previsti per il suo personaggio. In seguito, l’attore affermerà che
di tutti i film girati, questo è stato quello che più di tutti lo
ha messo alla prova da un punto di vista fisico e mentale. Accanto
a lui, nel ruolo di Nick, vi è invece Christopher
Walken, che per la sua interpretazione ha vinto l’Oscar
per il miglior attore non protagonista. Per ottennere lo stralunato
e inquietante aspetto di Nick, egli seguì a una dieta costituita
esclusivamente da riso e banane.
Nel ruolo di Steven vi è invece
l’attore John Savage, mentre Chuck
Aspegren e George Dzundza interpretano
rispettivamente Axel e John. L’attore John Cazale
ricopre invece il ruolo di Stosh. Poiché gravemente malato di
cancro ai polmoni, all’attore fu inizialmente impedito di prendere
parte al film. Cimino, De Niro e Meryl Streep,
che nel film interpreta Linda, si opposero però ai produttori e
pagarono loro stessi la copertura assicurativa per Cazale, così che
questi potesse prendere parte al film. Come noto, l’attore è poi
deceduto prima di poter vedere il film completo. La Streep,
all’epoca compagna di Cazale, decise di recitare nel film così da
poter stare più tempo accanto a lui.
Per quanto riguarda invece le
location, il film è stato girato prevalentemente in
Ohio, in Virginia Occidentale e
in Pennsylvania. Per quanto riguarda le scene
ambientate in Vietnam, questi sono in realtà state girate a
Bangkok, in Thailandia. Il
periodo trascorso lì fu notoriamente molto complesso, in quanto la
troupe andò incontro a piogge torrenziali e alla presenza di
animali pericolosi come ratti giganti. Ad aver reso particolarmente
difficili le riprese, però, vi fu il colpo di stato che in quel
periodo stava rovesciando il governo democratico. Il Comitato
Rivoluzionariò garantì però protezione alla troupe, fornendo loro
guardie armate. Fu così possibile portare a termine il film, le cui
scene di guerra si svolsero dunque in un contesto altrettanto
conflittuale.
Il cacciatore: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
cacciatore grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 4 gennaio alle ore
21:00 sul canale Iris.
La magia ha goduto di buon successo
negli ultimi anni al cinema. Dopo film come The Illusionist,
The Prestige e Scoop, è arrivato
Now You See Me – I maghi del crimine
(qui la recensione) ad incantare
il pubblico cinematografico. Uscito in sala nel 2013 per la regia
di Louis Leterrier, al centro di questo vi è un
gruppo di esperti maghi che utilizzano i loro incredibili trucchi
per commettere dei crimini altrettanto inspiegabili. Ricca di colpi
di scena, è questa una pellicola che per peculiarità e struttura si
presenta come un’opera pensata per divertire il pubblico, con
l’unico imperativo di intrattenere lo spettatore a suon di magie e
giochi di prestigio.
Scritto da Ed Solomon, Boaz
Yakin ed Edward Ricourt, Now You See
Me si è affermato come un autentico successo, arrivando ad
incassare complessivamente circa 351 milioni di dollari a fronte di
un budget di soli 75. Un risultato tale da garantire al film un
sequel, rivelatosi poi a sua volta un buon successo. La stessa
critica ha apprezzato il film del 2013, paragonandolo al film
Ocean’s Eleven, a cui si aggiunge ovviamente l’elemento
della magia. Arricchito da un cast di grandi attori di Hollywood,
come anche da notevoli effetti speciali, Now You See Me è
in breve diventato uno dei punti di riferimento per gli amanti del
genere.
Prima di procedere ad una prima, o
nuova, visione di questo, sarà però certamente utile approfondire
alcune curiosità ad esso legate. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile scoprire ulteriori dettagli relativi alla
trama come anche al cast di
attori. Si potranno poi ritrovare anche informazioni sul
suo sequel e sulle piattaforme
streaming contenenti il film nel loro catalogo. Grazie a
queste sarà possibile godere di una comoda visione in streaming,
lasciandosi incantare dai numerosi trucchi di magia, dall’intricata
trama del film e dai suoi personaggi ricchi di carisma e
fascino.
Now You See Me: la trama
del film
Protagonisti del film sono un gruppo
di maghi che si fa chiamare “I Quattro Cavalieri”. A comporlo vi
sono Jack Wilder, prestigiatore e truffatore di
strada, Merrit McKinney, mentalista dalle
incredibili doti, Hanley Reeves, esperta
escapologa, e Daniel Atlas, mago delle carte e
incallito seduttore. Questi si ritrovano spiati per mesi da un
misterioso personaggio incappucciato, il quale farà poi in modo che
i quattro si incontrino e ricevano indicazioni per poter compiere
una serie di incredibili trucchi di magia, capaci di sfidare ogni
più ferrea regola della logica e della razionalità. Grazie ad uno
di questi, infatti, I Quattro Cavalieri riusciranno a rapinare una
banca pur trovandosi in un paese diverso da questa.
Tali trucchi, che diventano veri e
propri crimini, pongono i quattro sotto l’attenta osservazione
degli agenti Dylan Rhodes e Alma
Dray. Incaricati dall’FBI e
dall’Interpol di investigare sull’assurdo caso dei maghi, questi
non si daranno per vinti finché non avranno scoperto il loro
trucco. Sfidare I Quattro Cavalieri si rivelerà però un compito
tutt’altro che facile, poiché questi sembrano essere sempre un
passo avanti alla legge. Nel momento in cui il confine tra reale e
irreale diventa sempre più labile, sarà difficile anche stabile a
cosa credere davvero.
Now You See Me: il cast
del film
Protagonisti del film sono alcuni
tra i più noti interpreti di Hollywood. Il primo di questi è
Jesse
Eisenberg, che interpreta qui J. Daniel Atlas, il più
famoso dei Quattro Cavalieri. Un personaggio superbo, maniaco del
controllo e con una grande arroganza. L’attore ha raccontato di
aver lavorato molto sul carattere di questo, cercando di farlo
risultare tanto intrigante quanto insopportabile. Accanto a lui,
Woody Harrelson
è Merrit McKinney, il più anziano dei Quattro Cavalieri, nonché il
più astuto e simpatico. Isla Fisher è
invece Henley Reeves, l’esperta escapologa. Un ruolo che le è quasi
costato la vita, nel momento in cui rischiò realmente di annegare
in una vasca piena d’acqua. Tutti pensavano stesse solamente
recitando, ma il rischio era reale. L’attrice riuscì fortunatamente
a liberarsi e uscire.
Il quarto membro del gruppo è invece
Dave Franco, che dà vita al truffaldino Jack
Wilder. Questi è il più giovane del gruppo, e a causa della sua
poca esperienza risulta essere anche il più insicuro dei quattro.
Contro di loro si pone l’agente FBI Mark Ruffalo,
il quale rimase realmente ferito durante le riprese dello scontro
che il suo personaggio ha con quello di Franco. L’attrice
Mélanie Laurent è
invece l’agente dell’Interpol Alma Dray, a sua volta impegnata
nello sgominare la banda di maghi criminali. Nel film è inoltre
presente l’attore Morgan Freeman
nei panni di Thaddeus Bradley, un ex mago che si dedica ora a
smascherare i trucchi dei suoi colleghi per trarne guadagno. Il
premio Oscar Michael Caine è
invece Arthur Tressler, lo sponsor dei Quattro Cavalieri.
Now You See Me: il sequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dato il grande successo del film,
nel 2014 è iniziata la produzione del suo sequel, intitolato
Now You See Me 2 e
uscito nel 2016. Per questo, incentrato su una nuova avventura dei
Quattro Cavalieri, gli attori del primo film hanno ripreso i
rispettivi ruoli. A loro si sono poi aggiunti Lizzy
Caplan, Jay Chou e Daniel
Radcliffe, noto per essere stato il mago Harry Potter.
Come il primo, anche questo secondo film si rivela un grande
successo, con un incasso di oltre 300 milioni. Nello stesso anno
viene annunciato che verrà realizzato un terzo film, che chiuderà
così la trilogia. Ancora senza una data d’uscita, questo dovrebbe
ad ogni modo veder tornare nei panni dei protagonisti gli stessi
attori dei precedenti film.
È possibile fruire di
Now You See Me – I maghi del crimine
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti
disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple
iTunes e Now Tv. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale, e si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione soltanto un determinato limite
temporale entro cui guardare il film. Questo sarà inoltre trasmesso
in televisione il giorno mercoledì 4 gennaio alle
ore 21:20 sul canale Italia
1.
Considerata una delle saghe
fantascientifiche più rivoluzionarie e celebri di sempre, Terminator
ha negli anni acquisito sempre più fascino e storie da raccontare.
Ad oggi vanta infatti un totale di ben sei film per il cinema,
attraverso i quali è possibile esplorare il mondo post apocalittico
segnato dalla guerra tra l’umanità e le macchine. Il quinto in
ordine di uscita è Terminator
Genisys(qui
la recensione), arrivato al cinema nel 2015 per la regia di
AlanTaylor. Questo nuovo
capitolo si configura però come un reboot della serie, alterando in
modo considerevole gli eventi del primo film.
La timeline originale subisce
infatti con
Terminator Genisys diverse revisioni. La
storia in esso narrata è ambientata in un universo alternativo,
generatosi in seguito ad un altro viaggio nel passato che ha
sconvolto nuovamente quanto avvenuto nel 1984. Ci volle un po’ di
tempo perché gli sceneggiatori Laeta Kalogridis e
Patrick Lussier riuscissero a costruire una nuova
storia in un universo narrativo tanto complesso e intricato. Il
risultato, sfortunatamente, non fu particolarmente apprezzato né
dalla critica né dal pubblico. Il racconto, in particolare, è stato
giudicato estremamente contorto e confusionario, andando contro
anche ad alcuni elementi basilari della saga.
Al box office il film è tuttavia
riuscito ad incassare circa 440 milioni di dollari, una cifra però
molto al di sotto delle aspettative, considerando anche il budget
di 150 milioni. Nonostante i suoi difetti,
Terminator Genisys rimane un film che gli
amanti della saga non possono perdersi, anche solo per il poter
vedere qualcosa di nuovo. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Terminator Genisys: la
trama del film
La pellicola racconta di un mondo
che è andato incontro all’apocalisse nucleare causata dal network
Skynet il 29 agosto 1997. Grazie alle abilità e le conoscenze di
John Connor, capo della resistenza umana, nel 2029
i sopravvissuti riescono a capovolgere le sorti del conflitto
contro le macchine. Ormai prossimo alla sconfitta, Skynet invia un
Terminator T-800 indietro nel tempo per uccidere Sarah
Connor, madre di John, ed impedire che dia alla luce il
futuro leader della resistenza. Per proteggere Sarah, il soldato
Kyle Reese viene inviato da John nel passato, ma
una volta arrivato nel 1984 si trova davanti ad una donna
tutt’altro che indifesa, pronta a sua volta a combattere per il
futuro dell’umanità.
Terminator Genisys: il cast del film
Per riportare sullo schermo la
celebre Sarah Connor, si presero in considerazione diverse giovani
e celebri attrici di Hollywood. Tra i nomi proposti figuravano
Margot Robbie, Brie Larson ed
Emilia Clarke.
Alla fine ad ottenere la parte fu quest’ultima, che si disse una
grande fan della saga sin da quando era bambina. Per poter assumere
il ruolo, però, l’attrice dovette sottoporti ad un allenamento
particolarmente intensivo, prendendo anche lezioni su come
maneggiare e utilizzare armi da fuoco. Allo stesso tempo, si
preparò a costruire il carattere del personaggio guardando film e
serie TV con protagoniste delle figure femminili dalla forte
personalità.
Per il ruolo di John Connor il
regista voleva invece Tom Hardy, ma alla fine si
optò per Jason Clarke.
Curiosamente, egli si preparò al ruolo non tanto sotto un punto di
vista fisico quanto verbale. Clarke voleva che Connor risultasse un
ottimo oratore e per questo studiò alcuni celebri monologhi dalle
opere di Shakespeare. Per interpretare il soldato Kyle Reese vi è
invece Jai Courtney,
mentre J. K. Simmons è
il detective O’Brien. Il film vede anche il ritorno di
Arnold Schwarzenegger
nei panni del celebre T-800, ruolo per il quale si è allenato al
fine di riacquisire la stessa corporatura vista nei precedenti
film. Il noto attore sudcoreano Lee Byung-hun,
visto nei film Il buono, il matto, il
cattivo e Ashfall – The Final
Countdown, interpreta invece il letale T-1000.
Terminator Genisys: i
sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Parallelamente alla realizzazione di
Terminator Genisys venne annunciato che tale film avrebbe
a tutti gli effetti riavviato la saga e che sarebbe poi stato
seguito da altri due capitoli. Obiettivo della nuova trilogia era
dunque quello di presentare un nuovo contesto narrativo, ma anche
di svelare chi ha mandato indietro al 1973 un T-800 per proteggere
Sarah Connor. Dettaglio, questo, particolarmente importante in
Genisys ma volutamente non spiegato in vista dei sequel.
Tuttavia, gli scarsi risultati ottenuti al box office spinsero la
Paramount a non proseguire con la realizzazione dei due ulteriori
film. I diritti della saga tornarono poi in mano a James
Cameron, che nel 2019 ha prodotto Terminator: Destino
Oscuro, sequel diretto di Terminator 2 – Il giorno del
giudizio.
È possibile fruire del film del 2015
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Terminator
Genisys è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4
gennaio alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Che a James
Wan piacessero le bambole lo sapevamo già, ma la Annabelle
figliata dall’ennesimo suo franchise (quello di The Conjuring) è stata una tale delusione che
deve aver pensato di guardare al futuro dopo tanto rimestare nel
passato. E dal futuro – molto prossimo, in realtà – arriva la
M3gan
che
Universal distribuisce nei cinema dal 4 gennaio, per invitarci
a riflettere sui regali ricevuti e su quello che vogliamo dalla
vita, per noi e per i nostri figli.
M3gan, che
bambola!
M3gan infatti è una
bambola robot a grandezza naturale, programmata per essere la più
migliore amica dei bambini e la più grande alleata dei genitori. Un
gioiello di intelligenza artificiale all’avanguardia, sulla quale
sta lavorando da tempo Gemma (la Allison Williams di Get Out) per conto di una importante
azienda di giocattoli in cerca del prodotto con cui conquistare il
mercato.
Quando Gemma si trova
improvvisamente – senza alcuna preparazione o predisposizione – a
dover fare da tutrice alla nipote orfana di 8 anni, Cady
(Violet McGraw, The Haunting of Hill
House), trova naturale e forse comodo approfittare
dell’occasione per testare il prototipo in via di sviluppo. Ma i
test, si sa…
Giochi – e giocattoli
– pericolosi
Non tutto quello con cui
si gioca è un giocattolo, concetto subito in evidenza sin
dall’incipit del film, che ci mostra il contesto di riferimento,
sia professionale sia privato. Sostanzialmente quello in cui
viviamo, o poco più, nel quale collezioniamo Funki o Funko con i
quali non si gioca, nel quale affidiamo case e memoria a Elsie o
Alexa e dove i giocattoli sono sempre più tecnologizzati e ricchi
di funzioni. Anche per sollevare genitori impegnatissimi dal dover
ascoltare, guardare e imparare, essere “amici e insegnanti,
compagni di giochi e protettori dei bambini”, per parafrasare la
descrizione di M3gan.
Gli ingredienti dello
sviluppo affidato al regista neozelandese Gerard
Johnstone(Housebound) sono
piuttosto classici – vicina rompiscatole e cane impiccione,
compresi – ma per quanto il team produttivo sia tra i più prolifici
non è tra i più originali, ormai. E anche la storia di Wan e
Akela Cooper(Malignant,The Nun 2), sulla quale quest’ultimo ha
realizzato la sceneggiatura, non fa eccezione. Eppure il risultato
funziona.
Non per l’ennesima
versione delle conseguenze del ‘Playing
God‘ (altra variazione sul concetto di gioco), non per
la critica sociale e generazionale accennata, o per aver mescolato
i riferimenti alla violenza domestica alla deriva horror della
paura della responsabilità. Nemmeno per l’aspetto della
protagonista, più innocente della piccola e letale
Orphan di Jaume Collet-Serra e meno servile
dell’Uomo bicentenario di Robin Williams, ma un po’ per tutto questo. E
per aver saputo mescolare elementi del genere, senza edulcorarlo, a
quelli della realtà che viviamo (balletti di TikTok compresi) e
alle tante inevitabili citazioni (da
Shining e Chucky) in maniera intelligente,
e divertente, visto lo humor che spesso fa capolino,
accompagnandolo a un uso della musica e degli effetti – e dei
personaggi di contorno – ben calibrati. Speriamo solo che non
diventi una nuova saga.
Prime
Video ha svelato oggi le prime immagini dell’attesa
serie The Consultant, con protagonista Christoph Waltz, ed ha annunciato che tutti
gli otto episodi della serie debutteranno il 24 febbraio in
esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo.
I personaggi e la storia di questa
nuova emozionante serie, basata sull’omonimo romanzo di Bentley
Little del 2015, si sviluppano in modi nuovi e inaspettati. The
Consultant combina il genere thriller e la commedia ed esplora
l’inquietante rapporto tra un capo e i suoi dipendenti. La
serie è interpretata da Christoph Waltz (Regus Patoff), Nat Wolff
(Craig), Brittany O’Grady (Elaine) e Aimee Carrero (Patti).
La tram della serie
Quando un nuovo consulente, Regus
Patoff (Christoph Waltz), viene assunto con il compito di
migliorare le attività della CompWare, compagnia di gaming basata
su app, i dipendenti si trovano a far fronte a nuove esigenze e
sfide che mettono tutto in discussione… comprese le loro vite.
Il creatore, showrunner e
produttore esecutivo Tony Basgallop è affiancato dall’executive
producer e regista del pilot Matt Shakman, e dagli executive
producer Christoph Waltz, Steve Stark e Andrew Mittman,
insieme al produttore Kai Dolbashian. The
Consultant è prodotta da MGM Television e Amazon
Studios.
Prime
Video ha svelato oggi il trailer integrale della
seconda
e ultima stagione di Hunters,
disponibile dal 13 gennaio in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo. Dopo che un incidente ha causato il deragliamento
delle loro imprese in Europa, gli Huntersdevono
riunirsi per dare la caccia al più famigerato nazista della storia,
Adolf Hitler, che si nasconde in Sud America. Nel frattempo, uno
sguardo al passato rivela che Meyer Offerman (Al
Pacino) incontra una pericolosa minaccia che potrebbe
svelare il suo segreto e rivelare la sua vera identità, con
riverberi esplosivi per i nostri Hunters.
Al Pacino torna per la conclusione
epica della serie Hunters.Al
suo fianco la new entry Jennifer Jason Leigh e i
componenti del cast già presenti nella prima stagione
Logan Lerman, Jerrika Hinton, Lena Olin, Josh Radnor, Tiffany
Boone, Carol Kane, Louis Ozawa, Kate Mulvany e Greg
Austin.
Per celebrare questa stagione finale, Hunters ha
realizzato anche un podcast ufficiale in sei episodi che accompagna
la serie, disponibile già dal 13 dicembre scorso con i primi tre
episodi, intitolato Chutzpah: Hunters Presents True
Stories of Resistance. La seconda tranche di tre episodi è
disponibile da oggi. Il nuovo podcast narra straordinarie storie
vere di eroismo, resistenza e sacrificio durante l’Olocausto. Da
Prime
Video, Monkeypaw Productions e Story Mill Media, il podcast ha
come executive producer Jordan Peele ed è presentato dal creatore
della serie David Weil.
Hunters
è prodotto da Amazon Studios, Monkeypaw Productions e Halcyon
Studios. Creatore ed executive producer della serie è David Weil,
che ricopre anche il ruolo di showrunner. Al suo fianco ricoprono
il ruolo di executive producer Jordan Peele e Win Rosenfeld di
Monkeypaw Productions, Phil Abraham, David J. Rosen, Jerry Kupfer e
Alfonso Gomez-Rejon, David Ellender e Matt Loze di Halcyon
Studios.
Profeti,
il nuovo film di Alessio Cremonini, vincitore
del David di Donatello come Miglior regista esordiente
per Sulla
mia pelle, arriverà solo al cinema dal 26
gennaio, dopo aver vinto il Black Panther
Award 2022 – Menzione speciale della giuria al Noir
InFestival, dove è stato presentato in anteprima. Il
lungometraggio con protagonista Jasmine
Trinca –due volte David di Donatello
come Migliore attrice e Premio Un Certain Regard per la migliore
interpretazione femminile al Festival
di Cannes – una sorprendente Isabella Nefar e
Ziad Bakri, è una produzione Cinemaundici e Lucky Red con Rai
Cinema in collaborazione con Sky Cinema.
Profeti è la storia
del confronto tra Sara (Jasmine
Trinca), una giornalista italiana andata in Medio Oriente per
raccontare la guerra dello Stato Islamico, e Nur (Isabella Nefar),
una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha sposato un
miliziano e ora vive nel Califfato. Sara viene rapita dall’Isis e
in quanto donna, in quanto essere inferiore che ha dignità solo se
sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove sono
presenti anche degli uomini. Per questo motivo viene data in
custodia ad una sua “pari”: ad una donna. Nur diventa la sua
carceriera. La casa di Nur, la sua prigione. E sarà proprio quella
casa nel mezzo di un campo di addestramento dello Stato Islamico il
luogo dove Sara e Nur si confronteranno. Un confronto quasi
impossibile che si trasforma in guerra psicologica mentre attorno
scoppiano le bombe e i nemici vengono bruciati vivi per vendetta.
Un confronto fatto di silenzi, di sottili ricatti, e dal
progressivo tentativo di Nur di convertire Sara.
Dopo aver raccontato le vicende di
Stefano Cucchi in Sulla mia pelle, Alessio Cremonini
si confronta con temi altrettanto attuali: la prigionia, i diritti
delle donne, il Medio Oriente, la religione, lo scontro di civiltà.
«Sono questi i temi della mia indagine: lo strumento è il
cinema. Un cinema inteso come “viaggio” che svela storie, che
percorre strade poco battute. Un cinema politico. Un cinema
radicale. Un cinema essenziale» – ha dichiarato
Cremonini – «Un film su due donne occidentali che
hanno fatto scelte diametralmente opposte. Sara, una giornalista
italiana rapita dall’Isis durante un reportage di guerra in Siria,
e Nur che la tiene prigioniera per mesi in una casa costruita in un
campo di addestramento dello Stato Islamico. Quello che il cinema
può e deve fare, è mettere in scena la vicenda di Sara e Nur senza
manicheismi o semplificazioni retoriche. Questa storia, infatti,
non soltanto è metafora di quello che accade in molte parti del
Medio Oriente, ma ci riguarda da vicino. Poiché, ormai lo sappiamo,
se nell’altra sponda del Mediterraneo inizia un incendio poi le
fiamme arrivano anche da noi».
Il film inizia con le parole di una
combattente curda intervistata da Sara, la giornalista italiana
interpretata da Jasmine Trinca: «Combatto per i curdi,
per la libertà e per le donne. In Medio Oriente, se sei una donna,
devi imparare a difenderti il prima possibile. Qui, la maggior
parte dei regimi è basata sulla sottomissione, sull’oppressione
delle donne. È per questo che le uniche persone che possono
cambiare questa mentalità sono le donne», parole che portano
subito la mente quanto sta accadendo in Iran.
Tornano su Sky le
commedie a tinte gialle de I Delitti del Barlume,
la produzione Sky Original coprodotta con
Palomar, che quest’anno giunge alla decima
stagione e per l’occasione avrà bentre nuove storie. La prima, Indovina
Chi?, sarà in esclusiva lunedì 9 gennaio alle
21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45
anche su Sky Cinema Comedy), in streaming solo su
NOW e disponibile on demand, anche in
qualità 4K.
Confermata la regia di Roan
Johnson (che delle storie è anche produttore creativo),
quest’anno affiancato da Milena Cocozza, che
dirige l’episodio “E allora zumba!”, così come gli storici
personaggi che hanno reso famoso il “BarLume”: Filippo Timi veste ancora i panni di Massimo
Viviani, Lucia Mascino quelli del Commissario
Fusco, Enrica Guidi è la Tizi, i “vecchini”
Alessandro Benvenuti (Emo), Marcello
Marziali (Gino), Atos Davini (Pilade),
Massimo Paganelli (Aldo), Corrado
Guzzanti è Paolo Pasquali, assicuratore di origini venete,
e Stefano Fresi è Beppe Battaglia, fratellastro
di Massimo. Anche i nuovi capitoli sono liberamente ispirati al
mondo della serie “I delitti del BarLume” di Marco Malvaldi, edita
in Italia da Sellerio Editore.
Nella prima delle tre nuove storie,
Indovina Chi?, un vicino di casa della Tizi viene
ucciso nell’androne del palazzo. Di lavoro faceva l’amministratore
di condominio ed erano in tanti ad avercela con lui. Mentre la
Tizi, Beppe e la piccola Marina sono costretti a trasferirsi da
Pasquali, la Fusco risolve il caso grazie a un sempre più sordo
Rimediotti e all’aiuto di Massimo, che riesce anche a trovarsi una
nuova ganza. Intanto Marchino, stufo di sgobbare come uno schiavo,
decide di abbandonare definitivamente il BarLume.
I Delitti del Barlume:
Indovina Chi? – In esclusiva lunedì 9 gennaio
alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in streaming solo su NOW.
Disponibile on demand, anche in qualità 4K.
Dal 23 febbraio,
solo al cinema, arriva THE
OFFERING, esordio alla regia di Oliver
Parker su sceneggiatura di Hank Hoffman, che ha
dichiarato: “Una delle mie precedenti professioni è stata
di leggere preghiere per i defunti in un obitorio ebraico, da
mezzanotte alle sei del mattino, da solo. Quindi ho molta
esperienza in questo campo. Per il tempo che ho
trascorso in quell’obitorio, posso dire che esiste un’energia. Una
presenza“. Quando il regista Oliver Park ha letto per la
prima volta la sceneggiatura, ha notato la sua incredibile
profondità e il fatto che ogni personaggio avesse una propria
storia
. “Stavo leggendo un
horror classico, mi mancano quei film con cui sono cresciuto e dove
il dramma viene prima di tutto e c’è ricchezza nella storia” –
racconta Park. Un altro aspetto che lo ha interessato è stato
il tema di come le diverse religioni affrontano la possessione
demoniaca. Oliver afferma che per lui è stato affascinante
immergersi nell’ebraismo. Secondo lui, la natura ebraica del film
lo caratterizza fortemente e la familiarità dell’entità demoniaca
permette al pubblico di entrare davvero nel film, di comprendere
dove si trovano e goderselo. Anche se non erano necessariamente
interessati a essere calati in una comunità che non hanno mai visto
prima o che non capiscono.
La trama
Nella speranza di riconciliarsi con il padre ebreo
ortodosso, il figlio di un impresario funebre torna a casa insieme
alla moglie in dolce attesa. Ma le sue intenzioni vengono messe
alla prova quando l’obitorio di famiglia riceve il corpo di un
misterioso cadavere posseduto da un’antica entità che ha in serbo
un terribile e infausto piano per il bambino in arrivo…
Lo strangolatore di Boston è il thriller
true-crime targato 20th Century Studios dello scrittore e regista
Matt Ruskin sulle giornaliste pioniere che hanno
raccontato la storia dei famigerati omicidi dello Strangolatore di
Boston degli anni ’60. Il film debutterà il 17 marzo 2023 in
esclusiva su Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in
America Latina e su Star all’interno di
Disney+ in Italia.
Lo strangolatore di Boston è interpretato dalla due volte
candidata all’Oscar Keira Knightley (The
Imitation Game, Orgoglio e pregiudizio), dalla
candidata all’Emmy Carrie Coon (Fargo,
The Gilded Age), da Alessandro
Nivola (Amsterdam),
David Dastmalchian (Dune), Morgan Spector
(Homeland – Caccia alla spia), Bill Camp
(Joker) e dal vincitore dell’Oscar Chris
Cooper (Il ladro di orchidee). Scritto e diretto
da Matt Ruskin (Il coraggio di lottare),
il film è prodotto da Ridley Scott (Sopravvissuto – The
Martian), Kevin J. Walsh (House of Gucci), Michael
Pruss (American Woman), Josey McNamara (Una donnna
promettente (Promising Young Woman)) e Tom Ackerley
(Tonya), mentre Michael Fottrell (Fast & Furious
8) e Sam Roston saranno gli executive producer. Sam Roston
supervisionerà per Scott Free e Bronte Payne per LuckyChap.
La trama del film
Lo strangolatore di
Boston segue Loretta McLaughlin (Keira Knightley),
una reporter del quotidiano Record-American, che diventa la prima
giornalista a trovare una correlazione tra gli omicidi dello
Strangolatore di Boston. Mentre il misterioso assassino miete
sempre più vittime, Loretta cerca di continuare le sue indagini
insieme alla collega e confidente Jean Cole (Carrie Coon), ma il
duo si trova ostacolato dal dilagante sessismo dell’epoca.
Ciononostante, McLaughlin e Cole portano avanti la storia correndo
un grande rischio personale e mettendo a repentaglio le loro stesse
vite nel tentativo di scoprire la verità.
Arriverà al cinema il docufilm
Hometown – la strada dei ricordi, prodotto da Èliseo
entertainment di Luca Barbareschi con KRK Film, in
collaborazione con Vision Distribution e
Sky e distribuito nelle sale cinematografiche
dal 25 gennaio da Vision Distribution in collaborazione con
Europictures.
Protagonisti i due artisti, Roman Polański e
Ryszard Horowitz, diretti da Mateusz Kudla & Anna Kokoszka –
Romer. La
narrazione si snoda seguendo i passi di Polanski e Horowitz
per le strade di Cracovia: i due amici ripercorrono i luoghi e
insieme i primi anni della loro vita, ricordano i momenti
drammatici vissuti al tempo dell’occupazione nazista e durante
l’Olocausto, quando Polanski era nel ghetto ebraico. Il
documentario racconta del regista, che lasciò la città natale da
giovanissimo per diventare un cineasta, e di Horowitz, che fuggì
alla volta di New York per cominciare quella che sarebbe diventata
una straordinaria carriera nel campo della fotografia. Ed emoziona
ascoltare ora, dopo decenni, dalle loro voci, sui luoghi che li
hanno resi quelli che sono oggi, storie drammatiche e a tratti
divertenti, punteggiate dai brevi flashback, i ricordi di due
bambini intraprendenti: Polanski che, fuggito dal ghetto, si
nascose nella casa di una famiglia contadina ed Horowitz
che fu il più piccolo a salvarsi grazie ad Oscar
Schindler, l’imprenditore dichiarato “Giusto tra le Nazioni”, che
lo sottrasse, come tantissimi altri ebrei, alla
deportazione.
Apple TV+
ha annunciato oggi la nuova serie in stop motion per bambini e
famiglie L’isola delle forme, con le amate voci di
Yvette Nicole Brown (“Disenchanted”),
Harvey Guillen (“What
We Do in the Shadows“), Scott Adsit (“30
Rock”) e Gideon Adlon (“Giù le mani dalle nostre
figlie – Blockers”). Basato sulla trilogia bestseller di libri
illustrati Shapes di Mac Barnett e Jon Klassen, la serie farà il
suo debutto il 20 gennaio.
Intelligente, divertente e stimolante, L’isola delle
forme si svolge su un’isola incantevole e invita gli
spettatori a unirsi al serio Quadrato, all’intrepido Cerchio e
all’insidioso Triangolo nelle loro avventure, mentre, sempre
all’insegna del divertimento, cercano risposte e costruiscono la
loro amicizia. Il tutto imparando a gestire e rispettare le
reciproche differenze e mostrando ai bambini che l’amicizia può
assumere molte forme.
L’isola delle forme è stata co-creata da Mac
Barnett e Jon Klassen, che sono anche produttori esecutivi insieme
ai vincitori dell’Emmy Kelli Bix Bixler e Drew Hodges (“Tumble
Leaf”) della Bix Pix Entertainment. Ryan Pequin è produttore
esecutivo e sceneggiatore capo.
Con il reboot del DCU da
parte di James Gunn e Peter Safran, è in arrivo una
nuova Fase 1 dell’Universo DC, e possiamo fare
previsioni su quali film verranno realizzati per primi.
All’orizzonte, ci sono ancora alcuni film DC realizzati sotto il
vecchio regime della DC Films. La nomina di Gunn e Safran a co-CEO
dei DC Studios ha lo scopo di dare vita nuova e una direzione
inedita alle storie dei supereroi DC. Le ramificazioni di questa
decisione si sono già palesate e sembra che il DCU che
conoscevamo abbia ormai superato l’era dello Snyderverse.
Dopo aver lavorato per anni con i
Marvel Studios e sotto la struttura
narrativa a fasi di Kevin Feige, sembra che
James
Gunn utilizzerà un concetto simile per i nuovi piani
del DCU. Non
si tratta di una novità per il franchise, dato che la Warner Bros.
ha voluto utilizzare la struttura a fasi per un universo condiviso
fin dall’inizio. Dwayne Johnson ha persino
collocato Black Adam in una nuova e ipotetica Fase 1 del
franchise, ma questo prima che Gunn confermasse che Black Adam non
è una delle priorità della DC. Il co-CEO è stato impegnato a
rilasciare messaggi sui piani futuri, che saranno svelati
all’inizio del 2023. Ecco una previsione sui film della Fase 1 del
DCU.
Il nuovo film di James Gunn su
Superman
Fonte: Henry Cavill instagram
L’unico film confermato per la
Fase 1 del DCU di
James Gunn è un nuovo film su
Superman. Sebbene si pensasse che Henry Cavill avrebbe continuato a vestire i
panni dell’Uomo d’Acciaio, è stato deciso che invece è in arrivo un
reboot: James Gunn sta scrivendo la sceneggiatura di un nuovo film
su Superman che prevede che un nuovo attore interpreti
Clark Kent. Questo nuovo film da solista, dopo
l’uscita di scena di Henry Cavill, è l’occasione
perfetta per iniziare la Fase 1, in quanto stabilisce che Kal-El è
il fulcro dell’universo condiviso. Il piano per il film su Superman
del DCU
prevede inoltre di concentrarsi su una versione già consolidata
dell’eroe e di saltare la sua storia di origine.
Il Superman del
DCU
potrebbe prendere una direzione diversa rispetto a molti film
precedenti e far combattere il kryptoniano contro
Lobo. James Gunn ha espresso il
suo interesse per l’utilizzo del personaggio e Lobo e Superman
hanno avuto molti incontri nei fumetti. Il cacciatore di taglie
alieno sarebbe un antagonista divertente da contrapporre al nuovo
Superman del DCU,
soprattutto se le voci che vorrebbero Jason Momoa nei panni di Lobo si rivelassero
vere. Questo potrebbe aiutare il primo film della Fase 1 del
DCU a
creare uno spinoff su Lobo, dando al franchise un eroe principale e
un antieroe popolare da utilizzare in futuro.
Il nuovo film di Batman del
DCU
Molte iterazioni della
Bat-Famiglia hanno Catwoman come membro: il
secondo film di questa lista ipotetica della Fase 1 del DCU è
proprio un rilancio del personaggio di Batman. È
confermato che la versione di Robert Pattinson di
The
Batman non si unirà al DCU, ed è anche
improbabile che Ben Affleck o Michael Keaton rimangano a lungo nel
franchise. Anche il ritorno di Christian Bale nel
ruolo di Batman è da escludere. Di conseguenza,
James Gunn e il DCU devono
introdurre una nuova versione del Cavaliere Oscuro con un film a sé
stante. I piani per The Batman 2 potrebbero
complicare la tempistica di questa uscita, ma Batman deve far parte
dell’universo fin da subito, in un modo o nell’altro.
James Gunn e il
DCU
potrebbero usare un nuovo film di Batman per far
crescere il franchise in modo significativo. Così come il film di
Gunn su Superman salterà la storia delle origini di Clark, lo
stesso dovrebbe valere per il debutto di Bruce
Wayne nel DCU. Ciò
potrebbe significare l’introduzione immediata della Bat-Famiglia,
permettendo a personaggi come Dick
Grayson/Nightwing o Barbara
Gordon/Batgirl di far parte del franchise. La Bat-Famiglia
è stata poco sfruttata nelle passate iterazioni cinematografiche,
quindi l’introduzione dei vari eroi distinguerebbe immediatamente
il nuovo Batman del DCU dagli
altri. Inoltre, darebbe nuovamente spazio al DCU per
crescere dopo la Fase 1.
Wonder Woman 3 (reboot con o senza
Gal Gadot)
Wonder Woman farà sicuramente parte dei
piani della Fase 1 del DCU, che
dovrebbe includere in qualche modo una versione di Wonder Woman 3. La Warner Bros. ha scartato i
piani di Patty Jenkins per il sequel, ma da allora
è emerso che lo studio vuole ancora realizzare un altro film su
Wonder Woman con Gal Gadot. Se il DCU vorrà
contare ancora sull’attrice, è lecito aspettarsi che Wonder Woman 3 sia in qualche modo un reboot
soft. Con una nuova ambientazione moderna, un nuovo cast
di personaggi di supporto e forse anche alcune modifiche apportate
al passato, il film affermerebbe che la Wonder Woman di Gal Gadot è
fondamentale per il futuro della DC.
Se Gal Gadot non dovesse tornare, Wonder
Woman 3 diventerà un vero e proprio reboot. Ciò
comporterebbe il rifacimento del ruolo e la scelta di una nuova
attrice che interpreti Diana Prince nel DCU:
il nuovo film di Wonder Woman sarebbe quindi
un luogo in cui reintrodurre la più famosa supereroina femminile
della DC. La sua collocazione nei piani della Fase
1 del DCU avrebbe senso
anche per il ruolo che il film potrebbe svolgere nella creazione
della mitologia degli dei della DC. Tuttavia, è probabile che non
venga raccontata la storia delle sue origini, poiché il reboot
potrebbe mostrare cWonder Woman come un’eroina già affermata,
soffermandosi piuttosto sull’impatto che ha avuto sulla storia
dell’umanità.
Il film su Lanterna Verde
È passato più di un
decennio dall’uscita nelle sale di un film su Lanterna
Verde e sarebbe sorprendente se il riavvio del franchise
non rientrasse nei piani di James Gunn per la Fase
1 del DCU. Il
co-CEO ha dichiarato che Lanterna Verde avrà infatti un ruolo
fondamentale nell’universo condiviso. È probabile che un eventuale
film su Lanterna Verde si concentri su Hal Jordan
e/o John Stewart, in quanto sono le versioni più
conosciute dell’eroe. Lo show di HBO Max dedicato a John Stewart,
che non è confermato essere collegato ai piani del nuovo DCU di
Gunn, potrebbe rendere meno probabile il suo ruolo di protagonista
nel film.
James Gunn sa bene
come un franchise intergalattico di fumetti possa decollare, e
Lanterna Verde è la migliore occasione per la DC di farlo.
Indipendentemente dall’eroe di Lanterna Verde su cui si concentrerà
il film, il potenziale del franchise e del DCU è
enorme. Ci sono altre fazioni di Lanterne, i
Guardiani dell’Universo e altro ancora che potrebbero influenzare
pesantemente gli eventi futuri. Questo potrebbe includere il film
di Lanterna Verde del DCU, che
potrebbe far presagire la prima minaccia cosmica a livello di
Justice League del franchise, che
presto raggiungerà la Terra e fornirà un motivo per riunire la
squadra della Justice League del DCU.
I piani di James
Gunn per i film della Fase 1 del DCU
includeranno sicuramente un altro progetto guidato da Harley Quinn. Questo potrebbe manifestarsi con
un nuovo film in solitaria di Harley Quinn o con il suo ritorno per
Suicide Squad 3. Mentre molti
personaggi della DC sono in fase di recasting o sono stati
dimenticati, la Harley Quinn di Margot Robbie è un personaggio che James Gunn
ha ripetutamente affermato di voler riportare in auge anche prima
della sua promozione alla DC. Questo è stato sottolineato quando il
nome di Harley Quinn è stato messo nella stessa frase degli eroi
della Justice League, Superman,
Batman, Aquaman e Wonder Woman,
come personaggi che Gunn e Safran si sono impegnati a
utilizzare.
Un nuovo film su Harley Quinn o Suicide Squad
3 permetterebbe a James Gunn di mantenere
alcuni dei cattivi/antieroi della DC in prima linea nell’universo.
Questo potrebbe includere il ritorno di personaggi come
Peacemaker dopo la seconda stagione della
sua serie o gli altri cattivi sopravvissuti di Suicide Squad, come
Bloodsport e King Shark. Inoltre,
non sarebbe sorprendente se il progetto dei cattivi guidati da
Harley incorporasse in qualche modo Deathstroke
come cattivo e portasse Poison Ivy come interesse
amoroso di Harley. James Gunn può anche usare il film per
presentare cattivi DC più oscuri, come ha fatto in Suicide Squad.
Justice League DC Rebirth
L’ultimo film della Fase 1
del DCU sarà
sicuramente un altro film sulla Justice
League. Dopo aver impiegato alcuni anni e film per
reintrodurre alcuni dei più grandi eroi dell’universo,
Justice League Rebirth può essere il film in cui
tutti si riuniscono per la prima volta. Questo potrebbe includere
il recasting di altri eroi DC come Aquaman,
Flash, Shazam o
Cyborg. Il nuovo film sulla Justice League sarebbe
anche il luogo perfetto per introdurre nuovi eroi che potrebbero
poi avere ruoli significativi nella Fase 2, come
Mister Terrific, Mr. Miracle,
Big Barda o Booster Gold.
Per quanto riguarda il cattivo della
Justice
League del DCU, una
minaccia intergalattica annunciata nel finale di Lanterna
Verde si sposerebbe alla perfezione con questa previsione.
Ciò potrebbe significare che la squadra incontrerà
Brainiac dopo che il potente villain della DC sarà
finalmente arrivato sulla Terra. Il DCU può anche
migliorare l’uso di Parallax in Lanterna Verde del
2011 e far sì che il cattivo che incute timore attacchi la Terra.
Che si tratti di Brainiac, di
Parallax o di un’altra massiccia minaccia cosmica,
la sconfitta finale del cattivo può unire gli eroi del DCU e
avviarli verso un nuovo corso per il futuro.
In
arrivo su Netflix dal 5 gennaio, Totenfrau – la signora
dei morti è una nuova serie tv austriaca tratta dal
romanzo di Bernhard Aichner. L’autore ne ha già
scritta una trilogia e le sei puntante della prima stagione
riguardano, naturalmente, soltanto il primo libro, che ha venduto
centinaia di migliaia di copie ed è stato tradotto in trenta paesi.
La sceneggiatura è stata redatta da Barbara
Stepansky, Wolfgang e Benito
Mueller, mentre la regia è di Nicolai
Rohde.
Totenfrau – la signora dei
morti, la trama
Girata interamente tra le
Alpi e ambientata in un paesino gelido e inabitato vicino a
Innsbruck, la storia ruota attorno alla vendetta che Blum
(Anna Maria Mühe) cerca di mettere in atto dal
momento in cui suo marito Mark (Maximilian Kraus)
muore in un incidente stradale davanti ai suoi occhi, a due metri
dal portone di casa loro. Mark era un poliziotto molto benvoluto,
soprattutto dal suo caro amico e collega Massimo (Felix
Klare), perciò Blum non riesce a spiegarsi la ragione di
un tale evento: improvviso e traumatico. Proprietaria dell’impresa
di pompe funebri ereditata dai suoi genitori, diventata vedova,
inizia una ricerca di risposte frenetica e serrata, con metodi
decisamente poco ortodossi, potendo però contare sulla fedeltà e
l’aiuto del suo collaboratore Reza (Yousef Sweid).
E nel frattempo continua a ricoprire il proprio ruolo di mamma di
Nela (Emilia Pieske) e Tim (Lilian
Rosskopf), anche grazie al supporto del suocero Karl
(Hans Uwe Bauer).
Totenfrau – la
signora dei morti, è dunque un thriller con tempi stretti
e forsennati, dai quali si scoperchiano segreti, doppie vite e una
violenza glaciale come i nevai perenni che incombono sullo sfondo
di ogni inquadratura in esterno.
La protagonista è una
giustiziera che investiga con acume e senza la minima pietà, mossa
dalla rabbia e da quella giusta quantità d’incoscienza che la
spingono ad annientare le perfidie dell’animo umano: maschile, ad
esser precisi. Una figura che ormai si vede da lungo tempo,
assetata da un desiderio furente di regolamento di conti, che è
fatta solo della propria motivazione, senza sfumature di
sentimenti, priva di remore o esitazioni.
La brutalità come principale
interesse dello sguardo
La brutalità e le
bestialità messe in scena appiattiscono, infatti, il racconto
diventandone quasiil punto di massimo interesse
dello sguardo narrante. Ecco che Blum usa la stessa identica
efferatezza dei mostri a cui dà la caccia, non regalando niente di
sé , se non il compimento di singole missioni suddivise per tappe,
proprio come in un videogioco. Persino i personaggi maschili
“buoni” sono vittime delle stesse caratteristiche, ma al contrario:
procedono con una disponibilità e una bontà continuative, che
paiono non subire variazioni né intaccamenti da nulla di quel che
accade loro intorno.
Totenfrau – la
signora dei morti risulta alla fine essere un racconto ben
impostato, dove i singoli fatti che si sviluppano e si snodano
destano interesse e curiosità, per quanto con poche sorprese
spiazzanti e inaspettate, ma che in fondo rispettano i canoni del
genere di cui si fanno esecutrici. Da questo punto di vista si
respira, evidentemente, che il romanzo ha un buon impianto di
partenza, anche per quello che riguarda la costruzione
dell’ambiente e dell’idea sui profili dei personaggi coinvolti
nella storia: una su tutti la multimilionaria Johanna Schönborn
(Michou Friesz).
Ma resta, di fatto, un
prodotto che cattura poco e, nel tentativo di provare a dare una
protagonista con qualcosa di nuovo, finisce con l’eseguire
esattamente quel che ci si aspetta. Unico punto che sprona nel dare
seguito alla successione delle puntate, è scoprire chi sia davvero
l’assassino. In tal senso rimane sempre efficace fare leva su una
delle cose che più rapiscono l’attenzione della specie umana:
stuzzicarne la morbosa indiscrezione.
Mentre nella notte italiana (sera
americana) l’attore americano Jeremy Renner ha postato una
foto per ringraziare i fan del supporto ricevuto, nella serata
l’Ufficio dello sceriffo della contea di Washoe ha rivelato
maggiori dettagli sull’incidente capitato dopo aver concluso alcune
indagini preliminari. “Jeremy
Renner stava
aiutando un membro della famiglia la cui auto era rimasta bloccata
nella neve quando è stato coinvolto in un incidente di spazzaneve
domenica”
ha confermato l’ufficio dello sceriffo.
“Sulla base della nostra indagine, il
veicolo personale del signor Jeremy Renner, che era guidato da un
membro della famiglia, è rimasto bloccato nella neve vicino a casa
sua“, ha detto lo sceriffo della contea di Washoe Darin Balaam
durante una conferenza stampa. “Sig. Renner è andato a
recuperare il suo PistenBully o Sno-Cat – un mezzo estremamente
grande utilizzato per la rimozione della neve che pesa almeno
14.330 libbre – nel tentativo di far muovere il suo veicolo. Dopo
aver trainato con successo il suo veicolo personale dalla posizione
bloccata, il signor Renner è sceso dal suo PistenBully per parlare
con il suo familiare. A questo punto è stato osservato che il
PistenBully ha iniziato a muoversi. Nel tentativo di fermare il
PistenBully in movimento, il signor Renner ha tentato di tornare al
posto di guida dello stesso. In base alla nostra indagine, è a
questo punto che il signor Renner è stato investito dal
PistenBully. Un testimone oculare ha descritto
dettagliatamente l’accaduto”.
Lo sceriffo Balaam ha dichiarato di non
ritenere che Jeremy Renner fosse compromesso al
momento dell’incidente: “Non sospettiamo alcun gioco
scorretto. Crediamo che questo sia stato un tragico
incidente”. Secondo lo sceriffo, al momento dell’incidente
c’erano circa “tre piedi di neve fresca” sul terreno e
molte auto abbandonate bloccavano le carreggiate, rendendo più
difficile l’accesso al luogo dell’incidente. Una volta
arrivati, Jeremy Renner ha ricevuto i primi
soccorsi dai primi soccorritori e dai vicini che hanno assistito
l’attore con degli asciugamani. L’indagine è ancora in corso.
Olivia
Hussey e Leonard Whiting erano
solo adolescenti quando hanno elettrizzato il pubblico nella
versione del 1968 di “Romeo e Giulietta”, diretto
da Franco Zeffirelli. Il film è stato un
successo ed è stato nominato per quattro Oscar, ma ha anche
suscitato polemiche su una scena di nudo camera da letto che
includeva immagini delle natiche di Whiting e dei seni nudi di
Hussey. Oggi, i due interpreti ormai sulla settantina, Hussey e
Whiting hanno intentato una causa presso la Corte Superiore di
Santa Monica, accusando la Paramount di averli
sfruttati sessualmente e di aver distribuito immagini di nudo di
bambini adolescenti.
La causa sostiene che Zeffirelli
– morto nel 2019 – abbia assicurato a entrambi gli attori che
non ci sarebbero state scene di nudo nel film e che avrebbero
indossato indumenti intimi color carne nella scena della camera da
letto. Ma negli ultimi giorni di riprese, il regista li avrebbe
implorati di esibirsi nudi e truccati, “altrimenti ilm film
sarebbe stato un fallimento”.
Hussey aveva 15 anni all’epoca e Whiting 16.
Secondo la denuncia, Zeffirelli mostrò loro dove sarebbe stata
posizionata la telecamera e assicurò loro che nessuna nudità
sarebbe stata fotografata o rilasciata nel film. La causa
sostiene che sia stato disonesto e che Whiting e Hussey siano stati
effettivamente filmati nudi a loro insaputa. “Quello che è
stato detto loro e quello che è successo sono due cose
diverse“, ha detto Tony Marinozzi, che è un business manager
per entrambi gli attori. “Si sono fidati di Franco. A
16 anni, come attori, hanno deciso che non avrebbe violato la
fiducia che avevano. Franco era loro amico, e francamente, a
16 anni, cosa fanno? Non ci sono opzioni. Non c’era
nessun #MeToo.
Secondo la denuncia, Hussey e Whiting hanno
sofferto di angoscia mentale e disagio emotivo nei 55 anni
dall’uscita del film e hanno anche perso opportunità di
lavoro. Nonostante le loro esibizioni di successo, Hussey e
Whiting hanno avuto solo carriere marginali dopo “Romeo e
Giulietta”.
Chiedono danni “che si ritiene superino i
500 milioni di dollari”. “Le immagini di nudo di minori sono
illegali e non dovrebbero essere esibite“, ha detto l’avvocato
degli attori, Solomon Gresen, in un’intervista. “Questi
erano bambini molto piccoli e ingenui negli anni ’60 che non
capivano cosa li avrebbe colpiti. All’improvviso sono
diventati famosi a un livello che non si sarebbero mai aspettati, e
inoltre sono stati violati in un modo che non sapevano come
affrontare”.
La causa si basa in parte su una legge della
California che ha temporaneamente sospeso il termine di
prescrizione per precedenti denunce di abusi sessuali su
minori. I tribunali hanno visto un afflusso di denunce contro
i Boy Scouts of America e la Chiesa cattolica, tra le altre
organizzazioni, nei giorni precedenti la scadenza del 31 dicembre.
La Paramount non ha ancora rilasciato un commento.In un’intervista
del 2018 con Variety , Hussey ha difeso la
scena di nudo. “Nessuno della mia età l’aveva mai fatto
prima”, ha detto, aggiungendo che Zeffirelli l’ha girato con
gusto. “Era necessario per il film.” In un’altra intervista
del 2018 con Fox News , ha affermato
che la scena era “tabù” in America, ma che all’epoca la nudità era
già comune nei film europei. “Non è stato un grosso problema”, ha
detto. “E Leonard non era affatto timido! Nel bel mezzo delle
riprese, ho completamente dimenticato di non indossare vestiti.
Due mesi dopo che è
stato riferito che New Line Cinema aveva
iniziato a sviluppareThe
Conjuring 4, il quarto capitolo della
serie di successo, il creatore del franchise James
Wan ha finalmente rivelato un aggiornamento sul
progetto.Parlando con Collider, Wan ha
confermato che attualmente si stanno prendendo il loro tempo per
trovare la giusta storia sui Warren perThe
Conjuring 4, specialmente quando potrebbe
potenzialmente concludere il franchise horror di
successo.
“Sì, ci stiamo lavorando
proprio ora. Con i film di Conjuring,
siamo molto premuroso per [loro]”, ha detto Wan. “E quindi in un
certo senso vogliamo solo prenderci il nostro tempo per assicurarci
di farlo bene e per assicurarci che l’emozione delle storie di
Warren che vogliamo raccontare, e muovendoci, e potenzialmente
concludendo, vogliamo solo assicurarci che è la cosa giusta, la
storia giusta che da raccontare.”
Tuttavia, il destino del
franchise rimane poco chiaro, poiché quando a Wan è stato
ulteriormente chiesto del futuro del franchise
di The
Conjuring dopo la quarta puntata, ha
dato una risposta piena di speranza dicendo: “Non lo sappiamo
mai. Non si sa mai. Vedremo.”
The Conjuring
4 sarà ancora una volta scritto da David
Leslie Johnson-McGoldrick, che ha scritto la sceneggiatura delle
ultime due puntate. Vedrà i produttori James Wan e Peter
Safran tornare alla serie, con le star del franchise
Patrick Wilson e
Vera Farmiga che dovrebbero riprendere i loro ruoli di
investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren.
Mentre Brendan Fraser sembra sulla buona strada per
ottenere una nomination all’Oscar per il suo ruolo in The
Whale di Darren Aronofsky,
un’altra stella doveva originariamente apparire nel film.
Nella recente conclusione dell’anno di Deadline,
è stato rivelato che l’attore James Corden era
originariamente destinato a recitare nel ruolo interpretato da
Fraser. Secondo il conduttore
di The Late Late Show con James Corden,
inizialmente era stato scelto per interpretare il ruolo quando lo
stilista e regista Tom Ford avrebbe dovuto
realizzare il film.
Secondo Corden, tuttavia, il
progetto non è mai stato realizzato perché Ford voleva il
“controllo completo” sul progetto, con James
Corden che ha anche notato che probabilmente era troppo
giovane per rendere giustizia al progetto. Parlato ad Aronofsky, il
regista ha confermato la notizia di cosa avrebbe potuto essere
The Whale. Con il film ora in
uscita anche in Italia e Fraser che ha ricevuto enormi elogi per il
suo ruolo, tuttavia, è difficile immaginare qualcun altro come
protagonista.
Basato sull’omonima commedia di
Samuel D. Hunter del 2012, The
Whale è ambientato alla periferia di Mormon
Country, Idaho, e segue la storia di un recluso di seicento libbre
mentre si nasconde nel suo appartamento mangiandosi a
morte. “Nel disperato tentativo di riconnettersi con la figlia
a lungo separata, si rivolge a lei, solo per trovare un’adolescente
dalla lingua tagliente e selvaggiamente infelice”, recita la
sinossi del film. Il film è diretto da Darren Aronofsky da una
sceneggiatura adattata da Hunter.
Mentre Avatar: La Via
Dell’Acquacontinua
a funzionare bene al botteghino, il regista
James Cameron ha discusso sempre di più dei suoi
piani futuri per il franchise, anche paragonandolo a uno spettacolo
televisivo di lunga durata.In una recente intervista
con TheWrap,
James Cameron ha paragonato ogni sequel diAvatara un episodio
televisivo, ognuno dei quali racchiude le proprie narrazioni e
storie, ma racconta comunque una grande storia unica nel
processo.
“È una grande storia”, ha
detto Cameron. “È davvero una grande storia, ma è come la
televisione a episodi. Ognuno ha la propria risoluzione
prossimale. I problemi del personaggio continuano attraverso
il taglio.Attualmente, i piani per il futuro
del franchise
di Avatar includono un terzo film – che ha terminato le riprese,
secondo
James Cameron – e due potenziali
sequel. Tuttavia, Cameron ha affermato più volte che se il
sequel e Avatar
3 non si comportano abbastanza bene
al botteghino, un quarto e un quinto film potrebbero non
accadere.
Dall’uscita, Avatar: La Via Dell’Acqua si
è comportato molto bene al botteghino, diventando di recente il
film più veloce del 2022 a raggiungere il miliardo di dollari e
diventando solo uno dei tre film a farlo nell’anno, unendosi
a Top
Gun: Maverick (che ci sono
voluti 31 giorni per farlo) e Jurassic World Dominion (che ha richiesto
circa quattro mesi).
Un “progetto
potente” lo ha definito Domenico Procacci –
già produttore de L’amica geniale, attualmente al lavoro sulla
quarta stagione – di questo nuovo adattamento di una storia creata dalla misteriosa
Elena Ferrante, La vita bugiarda degli
adulti. Sei episodi che dal 4 gennaio potete trovare sulla
piattaforma di streaming, e che mettono in scena la storia di
Giovanna, una adolescente napoletana in cerca di identità in un
momento tipico di passaggio, dall’infanzia all’adolescenza.
La vita bugiarda degli adulti,
la trama
Un personaggio chiave,
affidato alla sorprendente esordiente Giordana
Marengo, circondata da un cast completato da
Alessandro Preziosi, Pina Turco e Valeria Golino, ma soprattutto dalle
attenzioni del regista. Quell’Edoardo De Angelis
di Indivisibili, Il vizio della speranza e le recenti
versioni televisive delle opere di De Filippo, che si conferma una
sicurezza, soprattutto nella trasposizione cinematografica di un
testo letterario, tanto più se ambientato in un contesto che
conosce bene, essendo di Napoli anche lui.
Edoardo De Angelis
per Elena Ferrante
Tra il Vomero, dove vive
Giordana, e la casa di Zia Vittoria a Poggioreale (o Pascone),
quella di Edoardo è la Napoli di Elena Ferrante, divisa tra città
di sopra e di sotto come divisa è la realtà che scopre di vivere la
sorprendente protagonista, disorientata e arrabbiata insieme, per
la scoperta delle false verità che le avevano insegnato le figure
più importanti della sua vita. “I personaggi utilizzano la bugia
come strumento di lotta, per piegare la realtà ai propri
desideri”, spiega il regista, che proprio grazie all’autrice
originale ha trovato la giusta chiave per rendere più
“amabile” zia Vittoria. Il loro è stato un “rapporto
epistolare” e insieme una “esperienza affascinante” che si è
sviluppato ancora una volta a distanza, lettera dopo lettera, fino
a quella arrivata dopo la visione conclusiva della serie, ormai
terminata. “Una lettera bellissima che porterò sempre nella
memoria“, la definisce De Angelis, che Valeria Golino descrive
come “il regista più calmo” conosciuto, in grado di “dare
calma, anche se stai sul Titanic“, uno che “ti protegge da
tutto“.
“Non avevo mai pensato
di fare qualcosa del genere“, racconta la giovane esordiente,
che sul proprio profilo Instagram ormai alterna le immagini di
eventi mondani e servizi fotografici a momenti privati simili a
quelli di qualunque adolescente (come anche lei è, avendo compiuto
diciotto anni proprio sul set della serie). “Un compito più
grande di me“, come lo ricorda, al quale è arrivata
casualmente, per la foto mandata dalla madre al casting, e che ha
affrontato al meglio grazie al “Signore e Padrone” del set.
“Grazie a Edoardo non avevo mai l’ansia di girare – ricorda.
– Ero lì tutti i giorni, sembrava di stare a casa mia. Passavo
piu tempo con lui che con mia mamma, al punto che quando abbiamo
finito non volevo più andare via“.
Crescita, sviluppo,
riscoperta
Nei primi episodi sono
lei e la zia Vittoria di Valeria Golino a spiccare di più, come
d’altronde prevede la premessa della serie stessa, nella quale
tutto nasce dalla frase detta dal padre e ascoltata di nascosto
dalla ragazza: “Sta facendo la faccia di Vittoria“. Un
accenno che scatena la curiosità di Giovanna e la spinge a uscire
dalla sua bolla, ad accorgersi che le travolgenti lezioni della
reietta Vittoria corrispondono alla ricerca della propria identità
che la serie racconta nel suo svilupparsi.
La vediamo – e la vedremo
crescere nel corso di La vita bugiarda degli adulti –
da intelligente e problematica, refrattaria alla scuola e alle
regole, a giovane donna. L’ennesima raccontata dall’autrice della
quale ancora non sappiamo ufficialmente l’identità, che questa
serie promette di farci riscoprire, dopo averla riletta con
coraggio e originalità autoriale. Ci aspettano alti e bassi,
episodi più o meno riusciti, forse, come in tutte le produzioni
televisive che affollano il nostro panorama, ma il cambiamento di
Giovanna, i segreti che scopre, le bugie che la circondano, l’amore
e il sesso, sono dei temi che in mano a Edoardo De
Angelis difficilmente ci regaleranno delusioni.
Netflix
ha svelato nuove foto e un poster per l’imminente terza stagione
del suo dramma per adolescenti di successo Outer
Banks. La serie dovrebbe fare il suo ritorno il
23 febbraio, con nuovi dieci episodi. Le foto della terza stagione
di Outer Banks continuano a stuzzicare
la nuova avventura dei Pogues su un’isola deserta, che li
porterebbe alla loro prossima pericolosa caccia al tesoro.
Outer
Banksè creato e prodotto esecutivamente da
Jonas Pate, Josh Pate e Shannon
Burke. La serie è interpretata da Chase
Stokes,
Madelyn Cline,
Madison Bailey, Jonathan Daviss, Rudy Pankow, Austin North Drew
Starkey e Charles Esten, con Elizabeth Mitchell, Caroline
Arapoglou, Carlacia Grant, Cullen Moss, Julia Antonelli, Nicholas
Cirillo e Deion Smith.
“Dopo aver perso l’oro ed
essere fuggiti dalle Outer Banks, la terza stagione vede i Pogues
arenarsi su un’isola deserta che, per un breve momento, sembra una
casa idilliaca”, si legge nella sinossi. “Ufficialmente
definiti “Poguelandia”, i nuovi abitanti dell’isola trascorrono le
loro giornate pescando, nuotando e godendosi lo stile di vita
spensierato della loro dimora temporanea.
Ma le cose vanno rapidamente male per John B, Sarah, Kiara,
Pope, JJ e Cleo quando si ritrovano ancora una volta coinvolti in
una corsa per il tesoro, correndo letteralmente per salvarsi la
vita. Sono al verde e lontani da casa, non possono fidarsi di
nessuno, Ward e Rafe sono affamati di vendetta, e c’è uno spietato
Don caraibico che non si fermerà davanti a nulla pur di trovare la
taglia. Il tesoro era mai alla loro portata? O era tutta
una trappola per fermarli una volta per tutte? Ad ogni modo,
sono i Pogue contro il mondo e l’unica via d’uscita è
insieme.”
La serie tv
Outer
Banks è una storia di formazione che segue un
affiatato gruppo di adolescenti (detti Pogue) nella località
balneare di Outer Banks, Carolina del Nord. Dopo aver sfiorato la
morte, nella seconda stagione John e Sarah sono in fuga e nei guai
alle Bahamas. In questa corsa al tesoro nascosto troveranno nuovi
amici e nemici, mentre a casa la posta in gioco per Kiara, Pope e
JJ cresce esponenzialmente. I 400 milioni di dollari sono sempre in
gioco, ma basterà la scoperta di un segreto sorprendente a riunire
il gruppo per una nuova missione? Nel corso dell’avventura più
incredibile della loro vita, i Pogue dovranno fare l’impossibile
per sopravvivere in questa bufera.
L’attrice Leslie
Grace ha dato ai fan un nuovo sguardo su come sarebbe
stato il suo costume da Batgirl nel film cancellato. In un recente
post su Instagram che riassume l’anno passato,
Grace ha notato che avrebbe preso le lezioni che
il 2022 le ha dato nel nuovo anno. Incluse nel riepilogo video
dell’anno c’erano le foto di Grace sul set e nel
costume di Batgirl. Puoi controllare una foto del
costume qui sotto.
Il copy del post recita:
“Grazie per avermi insegnato, 2022. Sei stato singolare in
molti modi che rimarranno con me”, ha detto Grace nel post. “La mia
gratitudine e il mio amore per la vita sono molto più profondi
grazie alle esperienze che mi hai portato. Pprendo le tue lezioni
con me mentre ci separiamo“.
Oltre all’immagine di Grace in completo costume da Batgirl, ci sono
anche molti brevi scatti di lei sul set, oltre a quello che sembra
essere anche nelle sessioni di allenamento per il ruolo. Il video
fa anche un ottimo lavoro nell’abbattere quanto del 2022 di Grace è
stato speso per preparare e filmare il film, il che rende la
situazione che circonda il film ancora più difficile per le persone
coinvolte. Di seguito il post:
Batgirl doveva interpretare Grace
(In the Heights) nel ruolo di Barbara
Gordon, la figlia del commissario di polizia di Gotham
City James Gordon. L’eroe è stato visto per la prima
volta nella serie Batman del 1967 con la defunta
Yvonne Craig che interpretava Barbara. La sua prima
apparizione in un fumetto è stata in Detective
Comics # 357 dello scrittore Gardner Fox e
dell’artista Carmine Infantino.
La star di Evil
Dead (La
Casa) e la leggenda della recitazione Bruce
Campbell si sono rivolti ai social media per condividere
una nuova sbirciatina al trailer in arrivo per la nuova entrata nel
franchise horror, Evil
Dead Rise. Campbell – che funge da produttore del film
e non da attore – ha condiviso un breve video su Twitter definendo
il film in uscita “il più spaventoso di sempre”. La nuova clip
mostra un’immagine migliore di quella che sembra essere l’ultima
minaccia di Deadite che i personaggi del film dovranno
affrontare.
Il produttore esecutivo e star del
franchising Bruce Campbell aveva precedentemente
confermato che il film in uscita non avrebbe alcun legame con i
film precedenti e si concentrerà principalmente sul
Necronomicon. Domani uscirà un trailer. Guarda la clip
di Evil Dead Rise qui sotto:
Alyssa Sutherland (The Mist,
Vikings) e Lily
Sullivan (Picnic at Hanging Rock, Jungle) interpreteranno
i ruoli principali. L’originale a microbudget di Sam Raimi è
ancora considerato uno dei migliori film horror di tutti i tempi,
con i sequel diretti Evil Dead
2 e Army of
Darkness, nonché la recente serie tv
Ash vs Evil Dead. Il ben accolto remake del 2013
è stato un affare molto più redditizio, ma non siamo ancora sicuri
di cosa aspettarci da Rise dal punto di vista del
tono.
La quinta puntata dovrebbe
raccontare una moderna storia dell’orrore urbano che porterà il
franchise fuori dalla sua classica ambientazione nei boschi e
approdare per la prima volta in città. Il film racconterà la storia
contorta di due sorelle separate la cui riunione è interrotta
dall’ascesa di demoni che possiedono la carne, spingendole in una
battaglia primordiale per la sopravvivenza mentre affrontano la
famiglia più da incubo che si possa immaginare.
Evil Dead
Rise è stato scritto e diretto da
Lee Cronin (The Hole In The
Ground), che è stato scelto dal creatore del franchise
Sam Raimi, così come da Bruce Campbell e
Robert Tapert. I produttori esecutivi sono
Raimi, Campbell, Tapert, Romel Adam, John Keville e Macdara
Kelleher.
Jeremy Renner ha ringraziato i fan per la
prima volta da quando ha subito “traumi al torace e lesioni
ortopediche” dopo un incidente con spazzaneve.
Maggiori dettagli sono emersi dopo che lo sceriffo della contea
di Washoe, Darin Balaam, ha riferito dell’incidente, affermando che
si trattava di un “tragico incidente” e non si è verificato a causa
della compromissione di Jeremy Renner. L’incidente è avvenuto dopo che
Renner ha aiutato a liberare dalla neve un veicolo guidato da un
membro della famiglia. Tuttavia, dopo che Jeremy Renner è uscito dallo Sno-Cat che stava
guidando, il mezzo è scivolato in avanti e ha ferito Renner mentre
cercava di fermare il veicolo da 14.000 libbre.
Jeremy Renner ha ringraziato i fan per il loro
supporto, e ha anche ironizzando dichiarando di essere “troppo
incasinato ora per digitare”. Ha condiviso una foto della sua
faccia contusa e insanguinata e ha detto che invia “amore a tutti
voi”.
La Fase 4 del MCU
ha introdotto un numero straordinario di nuovi supereroi nel
franchise. Lanciata all’indomani di Avengers: Endgame, la Fase 4 del MCU
è stata improntata all’espansione: l’universo cinematografico
condiviso si è evoluto in un multiverso transmediale, e ha incluso
molti più contenuti rispetto alle Fasi 1-3.
Ciò significa anche che la Fase 4 ha introdotto un numero maggiore di
supereroi, preparandone al contempo l’introduzione di altri ancora.
Per correttezza, questo elenco include solo gli eroi in live-action
che hanno avuto la possibilità di svilupparsi come personaggi, non
eroi come l’Hercules di Brett
Goldstein apparsi brevemente nelle scene post-credits, o
eroi che ci aspettiamo di incontrare, come Black
Night di Kit Harington.
Mighty Thor
L’ultimo posto, purtroppo, spetta alMighty ThordiJane Foster. Introdotto come poco più di un interesse
amoroso perThor, il personaggio diNatalie Portmanera stato poco sviluppato e scritto in modo
approssimativo fuori dalMCU.
È poi tornato inThor: Love and Thunder, reclamando il martello incantatoMjolnirdi Odino in un adattamento di una delle più
influenti storyline dei fumetti dell’ultimo decennio.
Sfortunatamente, il film non è riuscito a
sfruttare il potenziale di Mighty Thor; la versione delMCUdel personaggio manca di un vero
e proprio senso di volontà, avendo ottenuto i suoi poteri solo
grazie alla benedizione di Odino. Tutto sommato, Mighty Thor è
stato quindi un personaggio quasi totalmente sprecato.
Red Dagger (Pugnale Rosso)
Introdotto nella serie
televisiva Ms. MarvelDisney+, Red Dagger di
Aramis Knight è un eroe nazionale del Pakistan. La
storia delle origini riscritta di Red Dagger nel MCU
è nata in realtà come uno scherzo nei fumetti, che hanno preso
apertamente in giro il tropo dei supereroi introdotti semplicemente
perché facenti parte di un antico ordine segreto.
Il MCU
ha stranamente scelto di interpretare il tropo in modo diretto,
rendendo Red Dagger un personaggio ambiguo e poco
adatto a una serie televisiva che avrebbe dovuto essere incentrata
sul territorio di origine di Kamala, il New
Jersey. Tuttavia, Knight ha interpretato bene
Red Dagger ed è facile immaginare che un’abile
scrittura possa riscattarlo.
Gli Eterni
Eternals
di Chloé Zhao ha introdotto un’intera squadra di
supereroi, ma è ancora difficile dire come questi vari personaggi
si inseriscano nella narrazione generale del MCU
per cui, per ora, è meglio giudicarli come un’entità singola.
Le scelte di casting sono state
eccellenti e alcuni dei singoli eroi si sono distinti nel corso del
film, come il Makkari di Lauren
Ridloff e il Druig di Barry
Keoghan. Anche in questo caso, però, al momento gli Eterni
hanno l’impressione di incarnare ancora un potenziale inespresso e
il loro futuro nelle Fasi 5 e 6 è ancora un
mistero.
Red Guardian
Il Red
Guardian di David Harbour è stata un’altra scelta di
casting straordinaria, ma si colloca piuttosto in basso in questa
lista semplicemente perché è (attualmente) più un personaggio di
supporto. Ex super-soldato sovietico, l’esistenza stessa di
Red Guardian suggerisce un lato supereroistico
inedito della Guerra Fredda nel XX secolo del MCU.
Finora è apparso solo una volta nel
MCU,
in Black Widow, ma tornerà come membro dei
Thunderbolts. Sarà emozionante vedere
cosa ha in serbo il futuro per Red Guardian.
US Agent
US Agent di
Wyatt Russell è stato introdotto in The Falcon & the Winter Soldier, e si è presto
dimostrato più un antieroe che altro. John Walker
si è presentato come il prossimo Capitan America, ma di certo non
si è dimostrato degno di brandire lo scudo: ha assunto il siero del
super-soldato e poi ha usato lo scudo di Steve
Rogers per uccidere un avversario sconfitto.
The Falcon & the Winter Soldier ha usato i
suoi due Capitani America, John Walker e
Sam Wilson, per presentare efficacemente visioni
contrastanti dell’identità americana, una discussione affascinante
estrapolata direttamente dai fumetti. Riabilitato dal governo
americano come Agente degli Stati Uniti, Walker continuerà senza
dubbio a essere un eroe imperfetto nel prossimo film dei
Thunderbolts.
Monica Rambeau
WandaVision
è stata una sorta di storia delle origini per la Monica Rambeau di TeyonahParris, destinata a diventare una supereroina a
tutti gli effetti (e a collaborare con Capitan Marvel e Ms.
Marvel in The
Marvels).
La sceneggiatura intelligente della
serie si è concentrata sul tema del lutto e della perdita: le
esperienze passate di Monica la hanno aiutata a capire perché
Wanda Maximoff si è trasformata in Scarlet
Witch. Monica è un personaggio piacevole e si trova in
fondo a questa lista solo perché finora non ha avuto molte
occasioni di brillare nel MCU.
America Chavez
Xochitl
Gomez ha fatto il suo debutto come America
Chavez in Doctor Strange nel Multiverso della Follia e
potrebbe essere una delle eroine più importanti dell’intera
Saga del Multiverso. È l’unico personaggio
(attualmente) nella linea temporale principale del MCU
che possiede il potere di viaggiare nel multiverso, e
Doctor Strange ha dedotto che i suoi
poteri includono la capacità di navigare verso il luogo in cui deve
essere.
Gomez ha interpretato bene la parte,
ma non le è stato conferito un grande sviluppo nel film sul viaggio
multiversale. America si è allenata con Wong a
Kamar-Taj e sarà sicuramente ancora più potente
quando tornerà in scena.
She-Hulk
Tatiana
Maslany è la She-Hulk del MCU,
un altro esempio di casting perfetto per il franchise. La capacità
di She-Hulk di rompere la quarta parete la rende un eroe unico e ha
portato a un finale divertente in She-Hulk:
Attorney at Law.
Tuttavia, la Marvel non sembra aver avuto una
grande fiducia in questa particolare serie TV Disney+, dipendendo da un flusso
costante di cammei per mantenere l’interesse del pubblico, anche se
la Maslany è riuscita a reggere praticamente l’intero show sulle
proprie spalle. Speriamo che il MCU
corregga questo approccio con il proseguire delle avventure di
She-Hulk.
Werewolf by Night
Prima presentazione
speciale della Marvel, Werewolf By Night ha introdotto Gael García Bernal nei panni di Jack
Russell, un lupo mannaro la cui fedeltà all’amico
Man-Thing lo porta a infiltrarsi in un raduno di cacciatori di
mostri. Prima vera incursione della Marvel nel genere horror,
Werewolf By Night è stato uno dei punti di forza
della Fase 4, aggiungendo diversità tematica e
tonale al MCU.
Tuttavia, il lupo mannaro non è
praticamente presente in Werewolf By Night, una
decisione deliberata che tuttavia impedisce agli spettatori di
farsi un’idea precisa di ciò che Jack Russell può fare.
Elsa Bloodstone
Werewolf
By Night vede anche la partecipazione di Laura
Donnelly nel ruolo di Elsa Bloodstone,
figlia di un celebre cacciatore di mostri che diventa il leader de
facto dell’intera comunità segreta.
Elsa è una preferita dai fan dei
fumetti, anche se l’interpretazione della Donnelly è stata
ritoccata per renderla meno simile alla versione Marvel di Buffy l’ammazzavampiri.
Il personaggio è comunque piacevole, c’è un’ottima chimica tra
Donnelly e Bernal, ed è destinato
ad avere un ruolo di primo piano nella Fase 5.
Kate Bishop
La serie TV Disney+
Hawkeye ha introdotto Hailee Steinfeld nel ruolo di Kate Bishop, un’eroina che nei fumetti diventa
leader dei Giovani Vendicatori della Marvel. La Steinfeld è stata per
anni un personaggio molto amato dai fan dopo la sua interpretazione
in Bumblebee, ed è stata più che all’altezza delle
aspettative.
La dinamica tra la Steinfeld e il
collega Occhio di Falco
Jeremy Renner è stata deliziosa, rendendo la serie un
perfetto regalo di Natale per gli spettatori. La Marvel non ha ancora rivelato cosa
ha in serbo il futuro per il nuovo Occhio di Falco, ma sembra
davvero molto luminoso.
Yelena Belova
La Fase 4
del MCU
ha dato a ogni membro dei Vendicatori originali una nuova
controparte legacy, e Florence Pugh è ufficialmente la nuova
Vedova Nera. È anche l’unica di questi nuovi eroi
del MCU
ad apparire due volte nella Fase 4: è apparsa per la prima volta in Vedova
Nera, prima di incrociarsi con Clint Barton in
Hawkeye.
Pugh ha amato chiaramente la parte,
ed è riuscita a infondere carisma e umorismo all’ex assassina
Yelena Belova. Yelena è molto diversa da
Natasha Romanoff: è molto più donchisciottesca e,
in qualche modo, risulta ancora più pericolosa. Si unirà a
Red Guardian e US Agent nei
Thunderbolts
della Marvel.
Sylvie
Altro personaggio
donchisciottesco, la Sylvie di Sophia Di Martino è
una variante di Loki con un caratteraccio. Il
tradimento viene naturale per qualsiasi versione di Loki, e questo è stato certamente il caso di
Sylvie; la sua relazione con l’incarnazione più nota di Tom
Hiddleston è stata emozionante, con tanti colpi di scena
prima di arrivare alla sua inevitabile conclusione.
Sylvie sarà una delle protagoniste
della Saga del Multiverso, vista per l’ultima
volta alla Cittadella alla Fine del Tempo, una delle roccaforti
associate alla prima Guerra del Multiverso.
Ironheart
La Riri Williams di Dominique
Thorne è la sostituta ufficiale di Iron
Man della Marvel, un genio adolescente le cui
invenzioni causano non pochi problemi in Black Panther: Wakanda Forever. Beatamente
ignara delle conseguenze come Tony Stark, Riri
indossa con noncuranza la sua armatura Ironheart per combattere
contro le forze di Talokan.
Riri tornerà nella sua serie TV
Ironheart su Disney+, dove presumibilmente creerà
una nuova armatura senza l’aiuto del Wakanda. Speriamo però che la
Shuri di Letitia Wright faccia la
sua comparsa, perché la dinamica tra le due attrici nel film è
stata superba.
Scarlet Scarab
La Layla
di May Calamawy è diventata un supereroe a tutti
gli effetti nell’episodio finale di Moon Knight, ottenendo il potere di Taweret e
trasformandosi nello Scarlet Scarab. Moglie di
Marc Spector, Layla si è dimostrata una
formidabile alleata del mercenario anche prima di questo suo
potenziamento.
La Fase 4 del MCU ha
introdotto una serie di supereroi internazionali ed è emozionante
vedere l’Egitto rappresentato da un personaggio così promettente.
Non ci sono notizie ufficiali sulla seconda stagione di Moon Knight, quindi il futuro di Scarlet
Scarab è ancora un mistero.
Ms Marvel
I Marvel Studios hanno una meritata
reputazione per scelte di casting stellari e Iman
Vellani è stata indubbiamente una delle scelte
migliori fino ad oggi. L’attrice adolescente incarna in tutto e per
tutto Kamala Khan, una fangirl di Captain Marvel che ottiene i
superpoteri e cerca di fare la cosa giusta con essi.
Alcune scelte creative della
Marvel per Ms. Marvel sono state piuttosto strane; i suoi
poteri sono stati modificati molto, a volte in modi inspiegabili, e
la Marvel ha deciso di rendere
Kamala Khan la sua prima mutante ufficiale.
Tuttavia, Kamala dovrebbe essere uno dei
personaggi più importanti del MCU,
anche perché avrà un ruolo importante in The
Marvels.
Shang-Chi
Simu
Liu è stata un’altra scelta perfetta per la Marvel, un attore che ha chiesto
apertamente di entrare nel MCU
sui social media e, anni dopo, ha esaudito il suo desiderio. Il suo
personaggio, Shang-Chi, è un delizioso contrasto
con l’archetipo supereroe; per quanto potente e abile possa essere,
sembra più un ragazzo comune che si è trovato immerso in un mondo
di magia e caos.
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli si
conclude con l’acquisizione da parte del suo eroe del pieno potere
dei Dieci Anelli, e lo prepara a un ruolo importante nelle
Fasi 5 e 6. Shang-Chi è davvero uno dei migliori
nuovi eroi della Fase 4 del MCU!
Moon Knight
Oscar
Isaac merita un vero elogio per la sua interpretazione
in Moon Knight. MarcSpector possiede molteplici alter ego, il che
significa che Isaac ha dovuto interpretare diversi personaggi in
un’unica serie TV, ma l’ha fatto in modo eccellente. Il suo
successo è stato particolarmente evidente nelle scene in cui gli
alter ego hanno interagito tra loro, con Isaac che ha reso sia il
personaggio di Steven Grant che quello
di Marc Spector verosimili e ben
sviluppati.
La fine di Moon Knight ha rivelato la presenza di un
terzo alter ego, creando alcuni interessanti colpi di scena nel
caso in cui la Marvel dovesse rinnovare la serie
per una seconda stagione. Speriamo che ci siano presto altre
notizie su Moon Knight.
Namor il Sub-Mariner
La Marvel ha lasciato il meglio per
ultimo, con Black Panther: Wakanda Forever che ha
presentato agli spettatori Namor Il Sub-Mariner di Tenoch
Huerta. Uno dei più vecchi supereroi della Marvel nei fumetti, Namor ha spesso
un ruolo antagonista semplicemente perché la sua priorità è
difendere il suo popolo.
Il MCU
ha reinventato Namor, presumibilmente in parte per evitare paragoni
con Aquaman, ma anche per introdurre temi simili
al colonialismo nel regno sottomarino di Talokan. Il
Namor di Huerta è cupo e sicuro di sé, una potenza
fisica che sembra davvero in grado di poter dominare il mondo. Sarà
sicuramente una delle stelle del MCU
in futuro.
È passata più di una
settimana da quando
Glass Onion – Knives Out ha fatto il
suo debutto su Netflix, e ormai i fan hanno già visto tutti
i divertenti cameo presenti nel sequel. Uno dei cameo più
discussi è l’apparizione a sorpresa di Hugh Grant nei panni del marito di Benoit
Blanc, Phillip, che ha dato ai fan un’anteprima della vita
personale del detective preferito dai fan.
In una recente intervista
con Collider, Hugh Grant ha parlato del ruolo, rivelando di
aver accettato di girare la breve scena per il regista Rian
Johnson perché gli era piaciuto molto il primo film
diKnives Out. Nonostante sia
apparso per meno di un minuto, i fan sono stati molto curiosi del
suo personaggio e sperano di vedere di più sulla sua relazione con
Blanc nella potenziale prossima puntata.
“È vero, sono sposato con
James
Bond“, ha detto Hugh Grant . “È il più piccolo
momento. Non so davvero perché volessero farlo, ma comunque,
ho pensato che Knives
Out fosse geniale, e quindi sì, ho
pensato perché no? Mi presento per qualche
ora…”
Nel sequel di CENA
CON DELITTO – KNIVES OUT (Rian Johnson), il detective Benoît
Blanc va in Grecia per risolvere un mistero con un nuovo cast di
stravaganti sospetti. Benoit Blanc torna a risolvere un mistero nel
nuovo giallo di Rian Johnson. Questa nuova avventura vede
l’intrepido detective in una lussuosa proprietà su un’isola greca,
ma come e perché ci sia arrivato è solo il primo dei tanti misteri
da scoprire. Blanc incontra presto un gruppo poco omogeneo di amici
giunti su invito del miliardario Miles Bron per la loro riunione
annuale. Tra gli ospiti ci sono l’ex socio di Miles Andi Brand, la
governatrice del Connecticut Claire Debella, l’innovativo
scienziato Lionel Toussaint, la stilista ed ex modella Birdie Jay
con la coscienziosa assistente Peg, l’influencer Duke Cody e la
fedele fidanzata Whiskey. Come in tutti i gialli che si rispettino,
ogni personaggio ha i propri segreti, bugie e motivazioni. Quando
ci scappa il morto, sono tutti sospettati.
Da quando nel 2021 ha partecipato
allo show comico LOL – Chi ride è fuori,
disponibile su Prime Video, Lillo Petrolo (anche noto semplicemente
come Lillo) ha conosciuto una nuova straordinaria popolarità,
divenendo uno dei principali comici italiani del momento. Chiamato
a partecipare a programmi televisivi, film, spot e chi più ne ha
più ne metta, Lillo è riuscito ad affermarsi anche tra le
generazioni più giovani, quelle di TikTok e della fruizione di
contenuti in streaming. In particolare, il suo
personaggio-supereroe Posaman e la battuta
“So’Lillo“, entrambi riproposti anche in
LOL, sono divenuti dei tormentoni inaspettati. A partire
da questo enorme successo, con tutto ciò che di positivo e negativo
si porta dietro, nasce l’idea per la serie Sono
Lillo.
Ideata da Lillo
Petrolo, Matteo Menduni e Tommaso
Renzoni, i quali hanno poi curato anche il soggetto e la
sceneggiatura, e diretta da Eros Puglielli
(Nevermind, Gli idoli delledonne), la serie si configura dunque come uno sguardo
ravvicinato alla vita di Lillo, andando alla ricerca dell’uomo
dietro la maschera. Il Lillo protagonista di questa serie, infatti,
vive un profondo conflitto interiore e sente di non voler più
interpretare Posaman, un personaggio nel quale gli sembra di star
perdendo sé stesso e la propria vita privata. Da qui parte dunque
la ricerca di nuove opportunità per ritrovare quell’equilibrio che
l’accresciuta popolarità sembra aver messo in seria crisi.
Lillo contro Posaman
Chi è Posaman? Un simpaticissimo
supereroe il cui potere è dar vita ad irresistibili pose da
copertina, certo, ma chi è davvero Posaman? Ce lo spiega bene la
sequenza d’apertura di Sono Lillo. Nel cuore della notte
Lillo viene chiamato ad indossare il costume di Posaman per
prendere poi parte alla festa di compleanno del figlio di un boss
della camorra. Qui Lillo non deve fare altro che esibirsi in una
sequenza di pose che suscitano l’ilarità e il plauso generale. È
quello il suo ruolo. Posaman, dunque, è diventato un fenomeno alla
mercé di tutti, prenotabile anche per feste ed eventi di dubbio
gusto, sballottato qua e là senza un reale criterio.
Personaggi come questo, si sa,
possono essere la fortuna e/o la rovina della persona che li
interpreta. Lillo e i suoi co-autori giocano proprio su tale
dinamica, forzandola e costruendo un vero e proprio scontro tra
Lillo e Posaman, con il primo desideroso di liberarsi di
quest’ultimo, il quale non manca di sbeffeggiare i vani tentativi
dell’attore. Attorno a questo gioco sul doppio (Lillo e Posaman
sono spesso e volentieri presenti insieme in scena), si muove tutto
quel magico circo che è il mondo dello spettacolo, composto da
agenti senza scrupoli e comici falliti sempre pronti a dispensare
consigli non richiesti.
A partire dallo scontro di Lillo con
questo contesto e il suo personaggio, la serie può essere vista
come la volontà da parte di Petrolo di raccontare di più di quel sé
stesso troppe volte offuscato dalla maschera. Per quanto utilizzi
riferimenti espliciti alla personalità dell’attore e alla sua
quotidianità, Sono Lillo non scade però mai nel
mockumentary, muovendosi dunque su un tutt’altro che semplice
equilibrio tra la realtà della vita di Petrolo e la sua
reinvenzione in fiction. Una sorta di estremizzazione, dunque, di
quello che potrebbe succedere se Posaman prendesse per sempre il
sopravvento. Da questo punto di vista, il progetto risulta dunque
più complesso rispetto ad un titolo simile come Vita da
Carlo, di Carlo Verdone, e regala momenti di
grande intrattenimento.
SonoLillo e il ruolo della comicità
Intrattenimento, certo, perché Lillo
Petrolo è realmente uno dei più talentuosi comici oggi in attività
in Italia e non lo si scopre certo solo ora. Con questa serie egli
ce lo ricorda una volta di più, sfoggiando tempi comici invidiabili
e proponendo gag genuinamente divertenti. Accanto a sé chiama poi
alcuni altri grandi nomi della comicità italiana,
da Pietro
Sermontia Paolo
Calabresi, da Marco
Marzocca fino a guest star di puntata come
Valerio Lundini, Emanuela
Fanelli, Maccio
Capatonda, Corrado
e CaterinaGuzzanti. Una
squadra a dir poco fenomenale, che permette a Sono Lillo
di affermarsi come una serie spassosa, che regala numerose risate
accanto alle più profonde riflessioni sull’identità e il ruolo del
comico oggi in Italia.
Bisogna specificare che questa
recensione si basa solamente sui primi tre episodi, gli unici resi
disponibili per la visione in anteprima, e che dunque ne restano
fuori altri cinque. Cinque episodi nei quali molto può ancora
accedere e molte cose devono ancora essere svelate, tra cui una
sottotrama che coinvolge Cristiano
Caccamo, che interpreta il fratello minore di Lillo, e
un mistero riguardante l’azienda vinicola di famiglia. Con la
consapevolezza che dunque un giudizio complessivo potrà essere dato
solo una volta conclusa la visione di tutti gli episodi, Sono
Lillo sembra avere tuttavia gli elementi giusti per potersi
rivelare come una piccola sorpresa nell’offerta italiana di Prime
Video. Una serie divertente, ben diretta e con ambizioni narrative
e tematiche non comuni a questa tipologia di prodotti.
Uno dei più grandi capolavori del
cinema, in cui si può sempre ritrovare quella magia unica associata
con la settima arte, è E.T.
l’extraterrestre, diretto nel 1982 da Steven Spielberg. Un titolo che ha segnato
generazioni e generazioni di spettatori, imponendosi
nell’immaginario collettivo tanto per alcune scene ormai iconiche
quanto per la potenza dei sentimenti racchiusi in questo racconto.
Per Spielberg, infatti, vi è un prima e un dopo E.T., con
il quale diede vita ad un film popolare d’autore capace di
conquistare il cuore di ogni spettatore, piccolo o grande che
sia.
Per riuscire in ciò, come noto,
Spielberg partì innanzittutto da sé stesso, dal proprio mondo
emotivo. In seguito al divorzio dei genitori, infatti, egli colmò
quel vuoto con l’ideazione di un alieno come amico immaginario.
Anni dopo, egli riprese quelle sue esperienze di bambino desideroso
di farne un film capace di coniugare elementi biografici ad altri
più universali sulla crescita, il tutto in una cornice
fantascientifica. Il risultato, quello che ancora oggi possiamo
ammirare, fu accolto in modo estremamente positivo. E.T.
incassò quasi 800 milioni di dollari a fronte di un budget di 10 ed
ottenne nove nomination agli Oscar e 4 premi tecnici.
Ancora oggi è un film estremamente
amato, considerato tra i migliori mai realizzati nella storia del
cinema proprio per il suo saper combinare elementi differenti in un
unico epico racconto. Prima di intraprendere una nuova visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e agli effetti speciali. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di E.T.
l’extraterrestre
Tutto ha inizio quando una notte, in
una foresta californiana, giunge una grande astronave, dalla quale
scendono degli alieni indaffarati a prelevare dei campioni di
piante e fiori. Gli agenti dell’FBI si
accorgono del loro arrivo e si apprestano a raggiungerli
immediatamente. È allora che il gruppo di extraterrestri tenta una
fuga improvvisa durante la quale, però, resta a terra uno di loro,
E.T. Scappando dai poliziotti, l’alieno raggiunge
una casa dove abita Elliott, un ragazzino di nove
anni, che vive con il fratello più grande Michael,
la sorella Gertie e sua madre
Mary. Inizialmente spaventato dall’alieno, Elliott
e i suoi fratelli finiscono per affezionarsi sempre di più a lui,
dando vita ad un profondo legame d’amicizia. E.T. ha però bisogno
di tornare a casa e i tre ragazzini dovranno aiutarlo in ciò prima
che gli agenti dell’FBI lo catturino per studiarlo.
E.T. l’extraterrestre: il
cast del film e gli effetti speciali per l’alieno
L’intenzione di Spielberg era quella
di girare un film ad altezza di bambino, escludendo quasi del tutto
la presenza degli adulti. Egli iniziò dunque a condurre dei lunghi
provini per selezionare dei bambini in grado di dar vita ai
protagonisti umani. Per interpretare Elliott, fu scelto
Henry Thomas, il quale, nonostante non convinse il
regista durante la lettura del copione, ottenne la parte quando
improvvisando una scena, in cui l’alieno viene portato via dal
governo, riuscì a piangere, pensando al suo cane morto tre anni
prima. Il ruolo della piccola Gertie fu affidato a Drew Barrymore,
che Spielberg conobbe durante i provini per Poltergeist –
Demoniache presenze. La bambina si guadagnò poi il ruolo
raccontando al regista di essere alla guida di una band punk
rock.
Robert MacNaughton
ottenne il ruolo del fratello maggiore Michael dopo aver sostenuto
ben otto provini, mentre l’attrice Dee Wallace
ricopre la parte della madre dei tre, Mary. Originariamente nel
film doveva comparire anche Harrison Ford
nel ruolo di un insegnante, ma la sua scena fu tagliata poiché
Spielberg temeva che la presenza del noto attore avrebbe distratto
troppo dal film. Durante il film, inoltre, tutti i bambini
protagonisti furono lasciati liberi di improvvisare e molte delle
battute più note nacquero proprio così. Per la creazione
dell’alieno protagonista, invece, Spielberg diede diverse
istruzioni agli artisti concettuali: E.T. avrebbe dovuto essere
alto soltanto un metro, con un collo telescopico e piccoli piedi
grassocci.
Per la costruzione pratica della
creatura, si rivolse a Carlo Rambaldi, noto anche per gli effetti
speciali di Alien e King Kong. Una
delle sfide nella creazione del pupazzo fu quella di rendere
realistico il movimento della bocca e della lingua. Il tecnico
Steven Townsend riuscì a risolvere il problema, costruendo un
meccanismo costituito da sei cavi separati. Vennero infine
costruiti tre modelli dell’alieno: uno meccanico, un elettronico e
uno a tutta per degli interpreti nani. Sul seto furono lo stesso
Spielberg e l’attrice Debra Winger a fornire i
suoni per l’alieno, il quale venne in seguito doppiato da
Pat Welsh, una signora della Contea di Marin in
California. Welsh fumava due pacchetti di sigarette al giorno, che
le fornirono una voce roca e adatta al personaggio.
La colonna sonora di E.T. l’extraterrestre
Le musiche del film sono state
composte da John Whilliams, che proprio per questo
suo lavoro si aggiudicò il suo quarto Oscar. La traccia n°20,
in particolare, è una rarità tra le colonne sonore. Essa accompagna
l’ultimo quarto d’ora di film e Williams scrisse questo pezzo
minuziosamente, quasi con una precisione matematica, per descrivere
con la musica tutto il susseguirsi di inquadrature. La fuga, la
polizia, i ragazzi in bicicletta, ancora la polizia, la celeberrima
scena delle biciclette che si alzano in volo, la fine
dell’inseguimento ed il commovente addio. Il risultato però
mostrava qualche imprecisione e alcune parti della musica mal si
adattavano alla scena. Ma Spielberg rimase talmente estasiato dalla
bellezza della musica che decise di rifare le scene, lasciando
immutata la partitura, quando invece generalmente avviene il
contrario.
E.T. l’extraterrestre: il
sequel mai realizzato
Nel luglio del 1982, poco dopo
l’uscita del film nei cinema, Spielberg e la sceneggiatrice
Melissa Mathison scrissero una relazione per un
possibile seguito, intitolato E.T. II: Nocturnal Fears. La
storia vedeva Elliott e i suoi amici, catturati da malvagi alieni,
tentare di contattare E.T. per chiedergli aiuto. Spielberg cambiò
però rapidamente idea e soppresse il sequel, dicendo che avrebbe
strappato al film la sua innocenza. In ogni caso un
libro che fa da sequel è stato scritto da William Kotzwinkle,
intitolato E.T.: The Book of the Green Planet. Il romanzo,
pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer come E.T. Il libro del
pianeta verde, narra il ritorno di E.T. sul suo pianeta. Una
volta a casa l’alieno scopre però che la sua dimora è stata
demolita e tenterà di tornare sulla Terra.
E.T. l’extraterrestre: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
E.T. l’extraterrestre grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+, Prime Video e Now. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 3 gennaio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
The Pale Blue
Eye – I delitti di West Point è il
nuovo film di Scott Cooper disponibile dal 6
gennaio su Netflix.
Dopo ben sei film diretti in tredici
anni, Cooper rimane ancora oggi per noi uno
dei grandi enigmi del cinema americano contemporaneo. E lo
scriviamo in senso assolutamente positivo, in quanto c’è qualcosa
nelle sue opere, per quanto evidentemente imperfette, che continua
ad attrarci verso di esse per rivederle, o meglio “riviverle”. Un
filo conduttore sottile, ancora non palese ma vibrante, attraversa
i generi e collega
Crazy Heart con Antlers,
Il fuoco della vendetta – Out of the
Furnace con Hostiles: forse è la malinconia di fondo di
storie e ambientazioni, oppure potrebbe trattarsi del senso di
predestinazione con cui i suoi personaggi devono confrontarsi.
Qualunque sia il motivo, il cinema di Cooper possiede un fascino
profondo e potente, si tratta di lungometraggi che è difficile
scrollarsi di dosso.
The Pale Blue Eye – I
delitti di West Point, la trama
Il suo The Pale
Blue Eye – I delitti di West Point, liberamente ispirato
dal romanzo omonimo di Louis Bayard, conferma parola per parola
quanto scritto in precedenza. Ambientato nel 1930, il film vede il
detective Augustus Landor (Christian
Bale) costretto a precipitarsi all’Accademia Militare
di West Point in seguito a un apparente suicidio, il quale scopre
immediatamente non essere tale. Nel cercare di scoprire l’assassino
l’investigatore trova l’inaspettato aiuto di un giovane e
“peculiare” cadetto di nome Edgar Allan Poe (Harry
Melling).
Il punto debole di
The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è
la trama, e trattandosi di un whodunit a tinte horror non si tratta
di certo di un problema da poco: gli eventi che portano alla
soluzione del caso non sono narrati con il ritmo necessario e in
più di un’occasione danno l’impressione di essere accatastati per
rispetto delle regole del genere più che possedere una vera
progressione logica. Il film di Cooper non irretisce mai lo
spettatore con una trama serrata o colpi di scena ben orchestrati,
e questo paradossalmente oltre ad essere il suo difetto è anche la
forza del progetto. Perché con i suoi tempi dilatati e la sua
attenzione alla caratterizzazione dei personaggi – di cui la
bellissima messa in scena e ambientazione innevata diventano
metafore precise e pugnanti – riescono invece a sviluppare con
profondità i due protagonisti e il loro rapporto traslato di padre
e figlio. Landor e il giovane Poe – ancora non il grande scrittore
del mistero ma una personalità brillante che lascia comunque già
intravedere tracce del suo straordinario lato oscuro – sono due
figure in chiaroscuro che trovano l’una nell’altra una ragione per
sperare ancora, credere che nel mondo ci sia ancora qualcosa di
buono oltre il buio che circonda la loro anima.
Sotto questo punto di
vista The Pale Blue Eye – I delitti di West Point
si rivela un melodramma potente, scandito con cura e capace di
portare il pubblico verso un confronto finale realmente drammatico,
che porta a compimento una storia dolorosa. E nella magnifica
sequenza finale ci troviamo di fronte a un duetto tra attori di
razza, non c’è alcun dubbio a riguardo. Ma se di Christian Bale conoscevamo già le notevoli
dote drammatiche, la conferma potente arriva da un Harry Melling
che ha compreso a fondo e fatto proprio il ruolo di Edgar
Allan Poe, conferendogli in filigrana quel dolore
esistenziale che lo renderà uno dei maestri indiscussi della
letteratura d’ogni tempo, non soltanto quella di genere.
Come succede molto
spesso – forse anche troppo spesso – al cinema di Scott
Cooper, anche a The Pale Blue Eye – I delitti di
West Point bisogna concedere tempo: lasciate che la
cornice del genere scivoli via e avvicinatevi alla storia e alla
psicologia di Landor e Poe: vi troverete allora di fronte a un
dramma rarefatto e coinvolgente, incastonato in un film autunnale e
malinconico, il quale possiede una sua coerenza interna che poco o
nulla concede al mainstream superficiale. E questo non può che
essere un enorme pregio. Ancora una volta, Scott Cooper è riuscito
a catturare il nostro cuore ancor prima che l’attenzione…