Home Blog Pagina 584

Margini, recensione del film di Niccolò Falsetti

Margini recensione

Quando sei giovane e pieno di energia, voglia di fare e di vivere, ma sei a “due ore da tutto” e vivi ai margini, l’unica strada possibile per la sopravvivenza è l’ingegno, e così Niccolò Falsetti trova la sua strada verso l’opera prima, selezionata alla 37° Settimana della Critica nell’ambito di Venezia 79. 

Margini, la storia

Si intitola proprio Margini il film che Falsetti ha diretto e scritto insieme a Francesco Turbanti e Tommaso Renzoni e che racconta la storia di tre amici malati di punk: Edoardo, Iacopo e Michele. Stanchi di esibirsi solo alle feste dell’Unità e alle sagre, hanno la possibilità di organizzare proprio a Grosseto, un “posto di mezzo”, un vero e proprio concerto punk, con una band famosa, i Defense, per i quali apriranno proprio loro tre. Scontrandosi con ogni tipo di ostacolo e con tutte le difficoltà possibili, i tre amici scopriranno i limiti della loro amicizia e di ciò che è possibile raggiungere quando i sogni sono più forti delle avversità.

Con un tono genuino da commedia e un’energia contagiosa, Falsetti mette in scena un’avventura scapestrata, piena di imprevisti, emozioni e inconvenienti. Non si può non voler bene a questi tre ragazzi scapestrati, che mettono in secondo piano qualsiasi cosa, anche affetti e famiglia, pur di perseguire il loro obbiettivo. Si scontrano contro la burocrazia, la pubblica amministrazione, la mancanza di immaginazione, la poca ispirazione, il gretto realismo e l’ostilità verso il nuovo, ma affrontano tutto con grande fatica ed energia, proprio perché mossi da una voglia di rivalsa che alla fine li lascerà ammaccati eppure con ancora l’energia di cantare e di sognare. 

Il punk e l’amicizia “a due ore da tutto”

Francesco Turbanti (lo stesso del team di sceneggiatori), Emanuele Linfatti e Matteo Creatini sono i protagonisti, che riescono da subito a suscitare simpatia, sia per la loro genuinità nell’interpretazione, sia perché la scrittura è limpida e informale, diretta e realistica. 

In questo affresco così vivace spiccano due figure femminili di grande spessore: Valentina Carnelutti, che interpreta la madre di Edoardo e Silvia D’Amico che è invece la compagna di Michele. Nella loro profonda diversità, di età e condizione, le due donne rappresentano sono delle colonne solide che sostengono i protagonisti, con una grazia e una pazienza che risultano, anche in questo caso, estremamente realistiche, anche quando vengono meno o quando rimangono ferme e granitiche al loro fianco.

Ambientato in un passato recente, il 2008, che sembra riportarci indietro di molto più tempo, Margini racconta il sogno, l’amicizia, il punk come stile di vita, la voglia di costruire anche dove la terra non con sente di gettare fondamenta. Racconta ragazzi fuori di testa, con un cuore grande e idee un po’ folli, per i quali non si può fare a meno di fare il tifo.

 
 

Abel Ferrara parla di Padre Pio, il film con Shia Labeouf presentato a Venezia 79

Abel Ferrara ha presentato in anteprima il suo nuovo film Padre Pio alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia 2022. In conferenza stampa, ci ha raccontato cosa lo ha portato a voler riprendere nuovamente in mano la storia del personaggio, già affrontata nel documentario del 2016 Searching For Padre Pio, e a scegliere Shia LaBeouf come protagonista.

Cosa affascina così tanto Abel Ferrara di Padre Pio?  “Perché l’ho conosciuto la prima volta come un Santo e quindi mi è venuto spontaneo chiedermi, cosa rende una persona un santo. Io stavo lavorando a Napoli, e a Napoli è: o Marandona o Padre Pio. Quindi, mi sono chiesto chi fosse Padre Pio e quello che ho capito è che è prima di tutto una persona di compassione e servizio. Un uomo che non si è mai mosso dalla Puglia, che ha vissuto come in una gabbia, indossando abiti da monaco pesanti con temperature altissime e che si impegnava tutto il giorno ad ascoltare le confessioni degli altri: mio figlio è malato, i pomodori non crescono, ho fame. E lui trovava una soluzione a tutto. Questo l’ha reso universale senza mai muoversi nel mondo.”

É arrivato in Puglia senza possedere niente, su un asino. Ha costruito un ospitale da 35.000 euro in un posto in cui non c’era neanche l’acqua. Qualcosa di estremamente potente in un posto in cui non c’era nulla. Ha realizzato quello che voleva realizzare”. Come Pasolini, era anche un grande scrittore. Scriveva come Baudlaire. Ci ha aperto il suo cuore con la scrittura. Il film è basato quasi interamente sui suoi scritti. E su un evento che si, é misconosciuto, ma è successo c***o. Perché un film su di lui? Per questo. Le sue sono parole estremamente evocative. Non ci siamo inventati nulla, è tutto vero quello che trovate nel film“.

La domanda sulla tanto chiacchierata conversione di Shia LaBeouf è sorta spontanea: questa svolta personale ha coinciso con la produzione di Ferrara? “La sua conversione è qualcosa avvenuto prima di quando ci siamo conosciuti, qualcosa che faceva già parte in quel momento di una situazione di crisi che stava vivendo, come le stigmate e il massacro, che sono due eventi che accadono in contemporaneo. Prima non ci conoscevamo proprio, ci siamo trovati su zoom e questo è un miracolo in sé”.

Uno dei punti di forza di Padre Pio è sicuramente la colonna sonora: Abel Ferrara ha parlato approfonditamente del suo rapporto con il compositore Joe Delia, che va avanti da tantissimi anni:  “Come negli altri film con lui l’obiettivo principale era quello di realizzare qualcosa che potesse essere musicalmente tradizionale, come Nino Rota Morricone Cage, ma volevamo anche ottenere qualcosa di diverso e organico.” “Negli ultimi film avevamo 3 musicisti. Hanno realizzato le musiche ancora prima della sala montaggio, poi ci sono stati altri due pezzi importanti: il canto dei monaci, pezzi che hanno 500 anni. Shia l’ha imparato, gli altri monaci sono tutti monaci veri. Questi tre musicisti hanno preso i testi dei monaci e li hanno esplorati“.

La trama di Padre Pio di Abel Ferrara è ambientata durante la fine della Prima Guerra Mondiale, quando i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, una terra povera, violenta, sulla quale la chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitaano un dominio incontrastato. Le famiglie sono disperate, gli uomini, seppur vittoriosi, appaiono distrutti.

 
 

Venezia 79, foto dal red carpet per la premiere di Monica di Andrea Pallaoro

Patricia Clarkson e Trace Lysette
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sul red carpet della 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia arriva il regista italiano Andrea Pallaoro per presentare in concorso Monica, il suo nuovo film. Insieme al regista sul tappeto rosso hanno sfilato anche gli interpreti Trace Lysette, Patricia Clarkson, Joshua Close.

Il film racconta di Monica torna a casa per la prima volta dopo una lunga assenza. Ritrovando sua madre e il resto della sua famiglia, da cui si era allontanata da adolescente, intraprende un percorso nel suo dolore e nelle sue paure, nei suoi bisogni e nei suoi desideri fino a scoprire dentro di sé la forza per guarire le ferite del proprio passato. Il ritratto intimo di una donna che esplora i temi universali dell’abbandono e dell’accettazione, del riscatto e del perdono.

 

 
 

Bardo – La cronaca falsa di alcune verità, recensione del film di Alejandro G. Inarritu

bardo recensione film

Dopo l’incursione naturalistica di The Revenant – Redivivo, Alejandro G. Inarritu, il regista che ha partecipato alla conquista messicana di Hollywood, presenta a Venezia 79 Bardo – La cronaca falsa di alcune verità, un film confessione, un racconto di se stesso, un punto su quello che probabilmente è la sua vita, personale e creativa, alla vigilia dei 60 anni.

Bardo – La cronaca falsa di alcune verità, la storia di Silverio

La storia ruota intorno a Silverio, un giornalista messicano che ha lasciato il suo Paese per vivere negli Stati Uniti. Mentre si appresta a ricevere un prestigioso riconoscimento per il suo lavoro, l’uomo si trova a mettere in discussione se stesso, le sue scelte, la sua vita, lo sradicamento a cui ha costretto famiglia e figli, ma anche la politica del suo Messico, un luogo tanto amato solo quando lo si guarda da lontano, dal punto di vista di un “emigrato di lusso”, nell’agio della propria vita borghese negli Stati Uniti.

Un resoconto alla vigilia del 60 anni

Inarritu confeziona un film onirico, un flusso di coscienza che ricorda per la sua struttura così ondivaga l’8 1/2 di Fellini (suo nume tutelare), ma che è anche diverso da qualsiasi cosa sia mai stata fatta. Materico anche nella rappresentazione del sogno, il regista premio Oscar dà corpo e sostanza alle rievocazioni storiche, ai pensieri più astratti, agli incubi e alle paure, ma anche ai suoi traumi personali che diventano i traumi di Silverio stesso. Nomade nella sua stessa coscienza, il protagonista non sembra trovare pace alcuna se non nella resa alla vita, con un sorriso amaro ma anche compiaciuto verso chi lo ha amato in vita. 

Il Bardo è una parola buddista che indica un luogo che corrisponde al Limbo cattolico, un lungo senza speranza dunque, dove i sogni nascono e muoiono e in cui evidentemente il regista si sente impantanato. Seppure non in forma letterale, il film è una autobiografia immaginaria, una “auto-fiction” nelle parole del regista stesso, che torna a ragionare sull’ego e sullo slancio creativo, come accadeva in Birdman, ma che questa volta si arricchisce di un senso di appartenenza alla terra e al Paese che fino a questo momento non era mai trapelato dalle sue opere, nemmeno dalle prime elogiate prove di regia come Amores Perros. Inarritu torna fisicamente in Messico, ma lo fa anche con la mente e con il cuore, confezionando un film denso, lungo, che non poteva lasciare nulla sul pavimento del montaggio perché ogni evoluzione compone il ritratto di sé che lui voleva esporre al pubblico. 

Alejandro G. Iñárritu bardo netflixCinema vigoroso e immaginifico

Da un punto di vista stilistico, Bardo è un esempio di cinema vigoroso, pieno di idee visive, un cinema che, seppure ha beneficiato della produzione di Netflix, si sente costretto nei bordi di uno schermo piccolo, perché ogni immagine è perfetta e gloriosa, e agogna la sala, la grandezza, l’esposizione e forse anche la messa in discussione, proprio come fa l’ego di Inarritu spogliandosi di se stesso eppure rivendicando con la bellezza delle immagini la sua gloria. 

Daniel Giménez Cacho è lo splendido protagonista di Bardo. Non a caso vagamente somigliante al regista, l’attore mette in scena un personaggio vittima degli eventi, testimone delle sue fortune e delle sue disavventure, sempre in balia del giudizio altrui eppure perso in se stesso, nell’inseguimento di una fama che si rivela effimera e che lo distrae da quella famiglia che lo circonda con affetto e il giusto grado di sfida. Un’interpretazione magistrale che regala una vera anima a tutte le immagini vivide e maestose che confezione il regista.

Bardo è una pagina di diario, un bilancio, una confessione, forse il film più complesso e personale di Alejandro G. Inarritu, un racconto che merita attenzione, pazienza e uno schermo più grande possibile.

Alejandro G. Inarritu presenta Bardo, la sua “auto-fiction”

 
 

Tutti i vincitori del Premio Kinéo

venezia 79

Il Premio Kinéo, ideato e diretto da Rosetta Sannelli (presidente dell’Associazione Culturale Kinéo), che quest’anno compie vent’anni alla 79. Mostra del Cinema di Venezia, annuncia tutti i premi di questo anniversario.

Tra i premiati, votati dal pubblico e da una giuria di eccellenza presieduta da Jean Gili(regista, critico, storico del cinema e professore emerito dell’Università di Parigi 1 Pantheon-Sorbonne): Corro da te di Riccardo Milani per il Miglior Film; Una femmina di Francesco Costabile per la Miglior Opera Prima; Come un gatto in tangenziale. Ritorno a coccia di morto di Riccardo Milani per la Miglior Commedia; Nostalgia di Mario Martone per il Premio Pubblico&Critica; Benelli su Benelli di Marta Miniucchi per la Miglior docufiction; Noi di Luca Ribuoli per la Miglior Serie Tv/Piattaforma; Nicola Guaglianone, poi, si aggiudica il premio come Miglior Sceneggiatura per Freaks Out.

Tra gli attori, invece, ad aggiudicarsi il premio come Miglior attrice protagonista è Barbara Ronchi per la sua interpretazione in Settembre, mentre a Michele Riondino viene assegnato il premio come Miglior attore protagonista per il film I nostri fantasmi. E ancora: Vinicio Marchioni è Miglior attore non protagonista per Supereroi; Aurora Ruffino è Miglior attrice Serie Tv/Piattaforma per Noi; Eduardo Scarpetta è il Miglior attore SerieTv/Piattaforma per Le fate ignoranti; Ludivine Sagnier è Miglior attrice protagonista per la serie Netflix Lupin; Sofia Essaïdi è la Miglior attrice non protagonista per Nostalgia di Mario Martone.

Il premio Giovani Rivelazioni se lo aggiudicano: Chiara Vinci, Jacopo Olmo Antinori, Alessandro Piavani e Claudia Marchiori.

Il Premio “Personaggio dell’anno per il Cinema”, invece, è assegnato a Piera Detassis, mentre il Premio per il miglior produttore/distributore nazionale o internazionale, intestato da quest’anno a Martha De Laurentiis, è assegnato a Massimiliano Orfei, A.D. di Vision Distribution.

E ancora il Premio ITTV/Kinéo è per Daniela Rambaldi Presidente della Fondazione Carlo Rambaldi; Beatrice Venezi riceve il premio Eccellenza nell’arte della Musica e Lorenzo Quinn il riconoscimento nel campo delle arti visive per i suoi Segni contemporanei nell’architetture di Venezia.

Il Movie for Humanity Award – premio che da anni Kinéo assegna a chi attravrerso il cinema sostiene la causa dei diritti umani in ogni parte del mondo,  in collaborazione con il progetto Global Campus of Human Rights – viene assegnato a Evgeny Mikhailovich Afineevsky per il documentario Freedom on Fire – Ukraine’s Fight for Freedom. Il film, infatti, è una raccolta di testimonianze di crudeltà e gravissime violazioni dei diritti umani nel teatro della guerra, che verrà presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia.

Lo storico evento collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, è sostenuto dalla DGCA del MIC e la cerimonia si terrà oggi sabato 3 settembre 2022, nella splendida cornice di Cà Sagredo, ormai divenuta, grazie alla sensibilità per l’arte della direttrice, Lorenza Lain, la casa del Premio Kinéo.

—————————-

Come da tradizione, il Premio collabora anche quest’anno con il Sindacato Critici cinematografici (SNCCI), con lo SGDs in Action Film Festival, con la Veneto Film Commission, con l’ITTV Festival di Los Angeles creato da Valentina Martelli e Cristina Scognamillo, con la stilista Eleonora Lastrucci per gli outfit più belli del Red Carpet e con ANEC nel segno del sostegno alle sale cinematografiche, luogo dove si può godere l’esperienza completa della magia del cinema.

Uno degli obiettivi è puntare sulle nuove generazioni. Da molti anni, infatti, il Kinéo ha avviato insieme al Centro Sperimentale di Cinematografia un progetto per valorizzare i giovani artisti emergenti selezionati dalle varie scuole di cinema con un premio dedicato, assegnato ogni anno ai più meritevoli.

Prosegue il tradizionale sostegno della Veneto Film Commission che ospita l’attesissima Conferenza Stampa. “Sono estremamente felice di accogliere il Premio Kinéo nello spazio Regione del Veneto – Veneto Film Commission, rinnovando così una collaborazione che dà lustro alla nostra attività. Il Premio Kinéo è una straordinaria vetrina sul cinema contemporaneo e un’occasione di incontro di altissimo livello” afferma il direttore della Veneto Film Commission, Jacopo Chessa.

Continua, infine, l’adesione al progetto Kinéo di S.Pellegrino, costante nella sua presenza ormai ventennale, e del Consorzio Tutela del Prosecco Doc. “Per il terzo anno consecutivo come Consorzio del Prosecco DOC supportiamo il prestigioso Premio cinematografico Kinéo, – dichiara Stefano Zanette, presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco DOC – e siamo sinceramente lieti di poterlo affiancare in un anno particolarmente importante: quello del suo 20° anniversario, celebrato durante questa 79. edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia”.

 
 

Venezia 79: oggi in concorso Argentina, 1985

Argentina, 1985 film 2022

Sarà presentato oggi in concorso alla alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Argentina, 1985, il film di produzione Argentina è diretto da Santiago Mitre ed è ispirato alla vera storia dei procuratori Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo, che nel 1985 osarono indagare e perseguire i responsabili della fase più sanguinosa della dittatura militare argentina.

La trama

Argentina, 1985 è ispirato alla vera storia dei procuratori Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo, che nel 1985 osarono indagare e perseguire i responsabili della fase più sanguinosa della dittatura militare argentina. Senza lasciarsi intimidire dall’ancora notevole influenza che l’esercito aveva sulla loro fragile, nuova democrazia, Strassera e Moreno Ocampo formarono un giovane team legale di improbabili eroi per ingaggiare la loro battaglia di Davide contro Golia. Costantemente minacciati, insieme alle loro famiglie, lottarono contro il tempo per dare giustizia alle vittime della giunta militare.

Il commento del regista

Ricordo ancora il giorno in cui Strassera formulò l’atto di accusa: il boato dell’aula del tribunale, l’emozione dei miei genitori, le strade finalmente in grado di festeggiare qualcosa che non fosse una partita di calcio, l’idea di giustizia come un atto di guarigione. Il processo del 1985 permise alla giustizia argentina di riconoscere e rivendicare un diritto a lungo negato. Nel corso delle mie ricerche mi sono imbattuto in aspetti sconosciuti della vicenda: il retroterra dei procuratori, il giovane team senza esperienza, la regione ancora sotto la dittatura. Questa storia mi ha toccato profondamente, accendendo in me il desiderio di fare un film sulla giustizia e di approfondire le ricerche cinematografiche e politiche come non avevo mai fatto nei miei film precedenti, questa volta sulla base di fatti realmente accaduti.

 
 

Venezia 79: fuori concorso arriva Paul Schrader con Master Gardener

Master Gardener

Altro giorno altro grande regista alla 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia Paul Schrader presenta fuori concorso Master Gardener. Protagonisti del film  Joel EdgertonSigourney Weaver, Quintessa Swindell.

La trama del film

Narvel Roth è il meticoloso orticoltore di Gracewood Gardens. La devozione per i terreni della bella e storica dimora è pari al tentativo di compiacere la sua datrice di lavoro, la ricca vedova Mrs. Norma Haverhill. Quando la donna gli chiede di assumere la sua capricciosa e inquieta pronipote Maya come apprendista, il caos entra nella spartana esistenza di Narvel.

Commento del regista

Sono stato fortunato, perché ho vissuto in una bolla di libertà creativa, ricchezza, tempo libero, pace e buona salute. Il mio ultimo film si concentra su Narvel Roth, un uomo solo seduto in una stanza, con una maschera in volto – che è il suo lavoro di orticoltore – in attesa che accada qualcosa. E poi qualcosa accade.

 
 

Venezia 79: foto di Timothée Chalamet e il cast di Bones and All

Bones and all Venezia 79
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

A Venezia 79 è stata la gran serata di Bones and All di Luca Guadagnino che è stato presentato in concorso alla 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Il regista italiano candidato all’Oscar sarà accompagnato dai suoi protagonisti Timothée Chalamet, Taylor Russell, Mark Rylance, André Holland, e Chloe Sevigny. Ecco tutte le foto!

Bones and All è prodotto da Frenesy Film Company (Luca Guadagnino), Per Capita Productions (Theresa Park), The Apartment Pictures (Lorenzo Mieli), MeMo Films (Francesco Melzi d’Eril, Gabriele Moratti), 3MARYS (Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi), Dave Kajganich, Marco Morabito, Peter Spears.

La trama di Bones and All

Il primo amore sboccia tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee, un vagabondo dai sentimenti profondi. I due si incontrano e intraprendono un’odissea lunga mille miglia che li porterà attraverso le strade secondarie, i passaggi segreti e le botole dell’America di Ronald Reagan. A dispetto degli sforzi profusi, tutte le strade riconducono al loro terrificante passato e a un’ultima battaglia che determinerà se il loro amore potrà sopravvivere alla loro alterità.

Il commento del regista

C’è qualcosa nei diseredati, in coloro che vivono ai margini della società che mi attira e commuove. Amo questi personaggi. Il cuore del film batte teneramente e affettuosamente nei loro confronti. Mi interessano i loro viaggi emotivi. Voglio vedere dove si aprono le possibilità per loro, intrappolati come sono nelle impossibilità cheC’è qualcosa nei diseredati, in coloro che vivono ai margini della società che mi attira e commuove. Amo questi personaggi. Il cuore del film batte teneramente e affettuosamente nei loro confronti. Mi interessano i loro viaggi emotivi. Voglio vedere dove si aprono le possibilità per loro, intrappolati come sono nelle impossibilità che devono fronteggiare. Vedo questo film come una meditazione su chi siamo e come possiamo superare quello che sentiamo, soprattutto se si tratta di qualcosa che non riusciamo a controllare. Infine, e soprattutto, quando riusciremo a ritrovarci nello sguardo dell’altro?devono fronteggiare. Vedo questo film come una meditazione su chi siamo e come possiamo superare quello che sentiamo, soprattutto se si tratta di qualcosa che non riusciamo a controllare. Infine, e soprattutto, quando riusciremo a ritrovarci nello sguardo dell’altro?

 

 
 

Baarìa: la trama e il cast del film di Giuseppe Tornatore

https://www.youtube.com/watch?v=fwX_023uGoE

Epico ritratto della Sicilia e dell’Italia nel corso di trenta fondamentali anni della loro storia, Baarìa è tutt’oggi uno dei più ambiziosi progetti cinematografici italiani degli ultimi tempi, nonché uno dei più importanti nella filmografia del premio Oscar Giuseppe Tornatore. Il regista portò il film al cinema nel 2009 dopo averlo presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove raccolse ampi consensi ma anche aspre critiche.

Il film, come detto, copre un arco temporale che va dagli anni Trenta fino agli Ottanta, e contiene al suo interno eventi della storia del Paese come il regime fascista, l’entrata in guerra, lo sbarco degli alleati in Sicilia, il referendum per la Repubblica, l’arrivo della televisione, gli scontri politici, e le elezioni politiche del 1972. Tutto ciò si ritrova condensato in quasi tre ore di film, per una pellicola rivelatasi un grande sforzo produttivo. Con un budget stellare di circa 28 milioni di dollari, il film riuscì poi ad incassarne “solo” 10 milioni.

Baarìa venne però apprezzato anche all’estero, ottenendo la candidatura come miglior film straniero ai Golden Globe. Mancò invece di ottenere la medesima nomination ai premi Oscar del 2010. La pellicola si afferma però ugualmente come una delle più premiate in Italia, ottenendo 14 nomination ai David di Donatello, dove vincerà per la miglior colonna sonora del maestro Ennio Morricone. Il film ottenne anche un Nastro d’argento speciale per via del suo “caso” artistico e produttivo, considerato pressoché un unicum nel panorama nazionale.

Baarìa: la trama del film

La storia del film racconta la vita di una famiglia del comune di Bagheria attraverso tre generazioni, la cui vita si intreccia con gli eventi storici del Paese.
Il primo di cui si narra è Ciccio, costretto a lavorare fin da bambino come contadino e pastore. Il ragazzo cresce privo di un’istruzione, ma con una grande passione per i poemi cavallereschi. Cresciuto e sposatosi, Ciccio dà vita al figlio Peppino Torrenuova. Sin da bambino, questi si rivela essere un ribelle, e una volta compiuti i vent’anni dà sfogo alle proprie idee progressiste iscrivendosi al Partito Comunista.

Mentre persegue la propria carriera politica, il giovane conosce e si innamora di Mannina. La famiglia di lei, però, si rivela assolutamente contraria alla loro relazione per via delle idee politiche del ragazzo. Ma il loro amore non si lascia piegare dalle circostanze, e i due si dimostreranno disposti a tutto pur di poter stare insieme. Dalla loro unione, infine, nascerà Pietro. Come suo padre e suo nonno, anche egli porta avanti nuove battaglie, mentre intorno a sé vede il paese trasformarsi ulteriormente, e con esso anche il luogo in cui è nato e cresciuto.

https://www.youtube.com/watch?v=fwX_023uGoE

Baarìa: il cast del film

A rendere grande il film è anche il suo enorme cast, ricco di personaggi più o meno rilevanti all’interno della storia. Per raccontare della Sicilia in modo più autentico, inoltre, Tornatore ha deciso di affidarsi ad attori prevalentemente di origini siciliane, che potessero recitare in modo realistico il dialetto locale. Si parte con Francesco Scianna, protagonista nel ruolo di Peppino Torrenuova. Attorno a lui si ritrovano poi Margareth Madè nei panni di Mannina, Gaetano Aronica in quelli di Ciccio Torrenuova e Marco Iermanò nel ruolo di Pietro Torrenuova da ragazzo. Accanto a loro si ritrovano noti attori come Salvatore Ficarra e Valentino Picone, che interpretano rispettivamente Nino Torrenuova e Luigi Scalìa.

L’attrice Lina Sastri è Tana, mentre Raoul Bova è un giornalista romano. Nicole Grimaudo dà vita alla giovane Sabrina, che da adulta ha invece il volto di Ángela Molina. Vi è poi Aldo Baglio, nei panni di un affarista, Giorgio Faletti, in quelli del personaggio denominato Corteccia, e Laura Chiatti nel ruolo di una studentessa. Beppe Fiorello appare invece nel ruolo di un venditore di dollari, mentre Donatella Finocchiaro è una merciaia. Vi è poi Nino Frassica nel ruolo di Giacomo Bartolotta, e Gabriele Lavia nei panni del maestro delle commissioni d’esame. Infine, si possono ritrovare anche Luigi Lo Cascio, nel ruolo di un giovane affetto da sindrome di Down, Vincenzo Salemme in quello di un capo comico di spettacoli, Monica Bellucci come compagna di un muratore e Michele Placido nei panni di un esponente del Partito Comunista.

Questo ricchissimo ventaglio di nomi dà vita ad un film dalla forte coralità, in un susseguirsi di voci e volti particolarmente indimenticabile. Inoltre, gli stessi attori si sono poi trovati a doversi ridoppiare. A causa dell’uso stretto del dialetto siciliano, nella sua variante bagherese, il film risultava infatti grossomodo di difficile comprensione. Per evitare di dover inserire dei sottotitoli, il regista preferì chiedere agli attori di doppiarsi in un più comprensibile italiano con inflessione siciliana.

Baarìa: la colonna sonora, dove è stato girato e dove vederlo in streaming

La colonna sonora composta da Ennio Morricone, e premiata con il David di Donatello, è poi stata pubblicata come album a sé. In esso sono contenute le musiche del film, eseguite dall’orchestra Roma Sinfonietta. I brani Baarìa e Oltre sono invece stati eseguiti dalla Banda musicale dell’Arma dei Carabinieri. Ognuno dei pezzi contenuti nella colonna sonora risulta essere l’adeguato accompagnamento alla vicenda del film a cui si lega. In particolare, sono stati particolarmente apprezzati i brani Sinfonia per Baarìa, Il corpo e la terra, Racconto di una vita, Oltre e Il vento, il mare, i silenzi.

Baarìa, che dà il titolo al film, è il modo siciliano di riferirsi al comune di Bagheria, che si trova in provincia di Salerno. Qui si sono svolte le principali ambientazioni del film, poiché il regista desiderava rimanere il più fedele possibile ai veri luoghi narrati. Per diverse scene si è però reso necessario spostarsi in vari set in Tunisia. Parte del budget è infatti servita per ricostruire qui, in alcuni sobborghi vicino la capitale Tunisi, l’antica Bagheria, oggi non più esistente. Nonostante ciò, Tornatore è riuscito a non far notare la differenza, sfruttando al massimo le proprie location per dar vita alla città desiderata. Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Baaria è infatti presente su Infinity, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che l’abbonamento generale non prevede limiti di tempo entro cui guardare il film, che sarà disponibile finché l’abbonamento sarà attivo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 2 settembre alle ore 21:00 sul canale Cine34.

Fonte: IMDb

 

 
 

Luca Guadagnino parla di Bones and All, in concorso a Venezia 79

Conferenza stampa Bones and All Guadagnino
Fonte: Corbis via Getty Images

Sono passati cinque anni da quando il regista Luca Guadagnino ha incoronato Timothée Chalamet come uno degli attori più promettenti della sua generazione in Chiamami col tuo nome, e ora la coppia regista-attore è tornata in Italia per presentare un’altra storia dolorosamente romantica. Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, Bones and All è ambientato nel Midwest americano degli anni ’80 dove due adolescenti cannibali, Maren (Taylor Russell) e Lee (Chalamet), stringono un forte legame in cui li unisce il gusto comune per la carne umana e per la solitudine paralizzante in un mondo che non potrà mai capirli o accettarli.

Per iniziare, Luca Guadagnino ha introdotto questa sua primissima incursione registica negli Stati Uniti. “Fin da ragazzino ho ragionato a lungo sull’immaginario del cinema americano da cui sono stato profondamente influenzato e formato. Credo di aver sempre rinviato il momento di fare un film negli Stati Uniti probabilmente perchè avevo bisogno di una prospettiva più matura. Bones and All è nato quasi casualmente, da uno di quegli imprevisti che rendono bella la mia amicizia con lo sceneggiatore Dave Kajganich, che a lavorato con me a A Bigger Splash e Suspiria. Aveva lavorato a questo copione, me lo ha fatto leggere ed ho voluto raccontare la storia di questi drifters che cercano il possibile nell’impossibile. Un lavoro di squadra, e con squadra intendo la famiglia rappresentata dalle persone con cui lavoro da anni. Il mio punto di luce, la mia speranza, è il mio lavoro, profondamente collettivo. Fare cinema è un privilegio“.

Il pregiudizio è stato il tema principale della conferenza stampa di Bones and All. La star Timothée Chalamet, di ritorno al Lido dopo la trionfale anteprima mondiale di Dune dello scorso anno, ha dato sfogo a una prospettiva personale oscura quando gli è stato chiesto cosa pensasse della condizione dei giovani di oggi e del continuo stress a cui sono sottoposti nel venire giudicati per le loro scelte, in particolare nell’era dei social media.

Essere giovani oggi significa essere fortemente giudicati“, ha dichiarato. “In Bones And All, è stato un sollievo interpretare personaggi che lottano con un dilemma interiore senza la possibilità di andare su Reddit o Twitter o Instagram o TikTok e capire dove si trovano. Senza giudicare, perché se riesci a trovare la tua tribù lì, allora tutto il potere è tuo. Ma penso che sia difficile essere vivi ora. Penso che il collasso della società sia nell’aria, che se ne senta proprio l’odore, e senza essere pretenzioso, spero che questo sia il motivo per cui questi film sono importanti, perché il ruolo dell’artista è quello di fare luce su ciò che sta accadendo“.

Sempre restando sul tema, la protagonista del film Taylor Russell ha affermato di aver pensato molto al fatto che suo fratello minore stia crescendo in questo mondo “e al giudizio di sé e degli altri e al fatto che le opinioni sembrano invadere sempre la tua quotidianità in modo così drastico e severo. È così spaventoso perché la speranza è che si possa trovare la propria bussola all’interno di tutto questo e questo sembra un compito difficilissimo ora“.

Il film è stato girato durante la pandemia e Chalamet ha anche affrontato il tema dell’isolamento che i personaggi provano nel film. “Non che siamo esseri narcisisti affamati di attenzioni, ma comunque hai bisogno di quel contatto per capire dove ti trovi e ho provato una disillusione simile a quella che penso provasse Lee nella sceneggiatura in quel momento“.

Chalamet ha poi dichiarato di aver accettato il ruolo di Lee perché “morivo dalla voglia di lavorare di nuovo con Luca e di raccontare una storia che avesse delle fondamenta solida, ma questa volta nel Midwest americano degli anni ’80, su persone completamente emarginate“.

Bones & All è stato presentato in anteprima mondiale alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il 2 settembre 2022, e verrà distribuito il 23 novembre 2022 dalla Metro-Goldwyn-Mayer (attraverso la United Artists Releasing) negli Stati Uniti e altrove dalla Warner Bros. Pictures, ad eccezione dell’Italia, dove sarà distribuito da Vision Distribution.

 
 

MCU: 10 meme che riassumono il personaggio di Hulk

hulk meme mcu

Con l’uscita della serie She-Hulk su Disney+, è tornato in azione anche il mitico Bruce Banner. Accanto alla cugina Jennifer WaltersHulk funge da mentore e guida l’eroina nella scoperta dei suoi poteri. Il personaggio di Mark Ruffalo è uno degli Avengers più amati dell’MCU. Dal 2012 fino ad oggi, i fan hanno visto il supereroe calato in ogni tipo di situazione. I grandi momenti di Hulk hanno alimentato la creazione di meme sul web: ecco 10 post che racchiudono perfettamente la storia di Bruce Banner all’interno dell’MCU.

1Il vero eroe

Angry hulk >:(
byu/ryeetan inmemes

Anche se Avengers: Endgame si è concentrato principalmente sul sacrificio di Tony Stark e sulla fine di Capitan America (Chris Evans), i fan non devono dimenticare il ruolo dell’Incredibile Hulk nel film. È lui che ha risolto i viaggi nel tempo, ha indossato il Guanto dell’Infinito e ha schioccato le dita.

Inoltre, nella battaglia finale Hulk ha dato il suggerimento – poi rivelatosi corretto – di riportare le Pietre nel loro luogo d’origine, mentre Capitan America ha erroneamente detto a Ant-Man di ”portarle il più lontano possibile”. Come il meme ci mostra, Hulk meritava un po’ più di riconoscimento.

Successivo

Venezia 79: arriva in concorso il film di Romain Gavras, Athena

Athena film 2022

Oggi oltre al film di Luca Guadagnino arriva anche Athena di Romain Gavras  che verrà presentato in concorso alla 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film prodotto da Iconoclast (Charles-Marie Anthonioz, Mourad Belkeddar, Jean Duhamel, Nicolas Lhermitte), Lyly Films (Ladj Ly), Romain Gavra, vede protagonisti Dali Benssalah, Sami Slimane, Anthony Bajon, Ouassini Embarek, Alexis Manenti.

La trama di Athena

Dopo la morte del fratello minore a causa di un presunto scontro con la polizia, Abdel viene richiamato a casa dalla prima linea e ritrova la sua famiglia devastata. Intrappolato tra il desiderio di vendetta del fratello minore Karim e gli affari criminali del fratello maggiore Moktar, cerca con fatica di calmare le tensioni sempre più aspre. Quando però la situazione degenera, Athena, la loro comunità, si trasforma in una fortezza sotto assedio, diventando così la scena di una tragedia per la famiglia e non solo…

Il commento del regista

La tragedia greca ha sempre ispirato la mia vita e la mia formazione. Mi affascinano il suo significato simbolico, il concetto di unità di tempo e iI modo di trascendere la realtà, e desideravo avvicinarmi il più possibile a questo metodo di narrazione, per tradurlo in immagini e creare un’esperienza cinematografica immersiva. Athena potrebbe essere ambientato in ogni epoca, del passato o del futuro. Dietro ogni guerra si nasconde infatti una manipolazione, una bugia originale; la storia si ripete, dalla guerra di Troia ai conflitti contemporanei. Ci sono sempre forze nell’ombra che nutrono l’ostilità: sanno che quando il dolore intimo è troppo grande, la violenza acceca il pensiero, e quando la nazione è fragile, è facile spingerla nel baratro.

 
 

Bones and All: oggi Luca Guadagnino e Timothée Chalamet in concorso a Venezia 79

Bones And All

Oggi sarà il grande giorno di Bones and All di Luca Guadagnino che verrà presentato in concorso alla 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Il regista italiano candidato all’Oscar sarà accompagnato dai suoi protagonisti Timothée Chalamet, Taylor Russell, Mark Rylance, André Holland, Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David Gordon-Green, Francesca Scorsese, Chloe Sevigny.

Bones and All è prodotto da Frenesy Film Company (Luca Guadagnino), Per Capita Productions (Theresa Park), The Apartment Pictures (Lorenzo Mieli), MeMo Films (Francesco Melzi d’Eril, Gabriele Moratti), 3MARYS (Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi), Dave Kajganich, Marco Morabito, Peter Spears.

La trama di Bones and All

Il primo amore sboccia tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee, un vagabondo dai sentimenti profondi. I due si incontrano e intraprendono un’odissea lunga mille miglia che li porterà attraverso le strade secondarie, i passaggi segreti e le botole dell’America di Ronald Reagan. A dispetto degli sforzi profusi, tutte le strade riconducono al loro terrificante passato e a un’ultima battaglia che determinerà se il loro amore potrà sopravvivere alla loro alterità.

Il commento del regista

C’è qualcosa nei diseredati, in coloro che vivono ai margini della società che mi attira e commuove. Amo questi personaggi. Il cuore del film batte teneramente e affettuosamente nei loro confronti. Mi interessano i loro viaggi emotivi. Voglio vedere dove si aprono le possibilità per loro, intrappolati come sono nelle impossibilità cheC’è qualcosa nei diseredati, in coloro che vivono ai margini della società che mi attira e commuove. Amo questi personaggi. Il cuore del film batte teneramente e affettuosamente nei loro confronti. Mi interessano i loro viaggi emotivi. Voglio vedere dove si aprono le possibilità per loro, intrappolati come sono nelle impossibilità che devono fronteggiare. Vedo questo film come una meditazione su chi siamo e come possiamo superare quello che sentiamo, soprattutto se si tratta di qualcosa che non riusciamo a controllare. Infine, e soprattutto, quando riusciremo a ritrovarci nello sguardo dell’altro?devono fronteggiare. Vedo questo film come una meditazione su chi siamo e come possiamo superare quello che sentiamo, soprattutto se si tratta di qualcosa che non riusciamo a controllare. Infine, e soprattutto, quando riusciremo a ritrovarci nello sguardo dell’altro?

 
 

Joker: Folie à Deux, new entry di rilievo nel cast del film!

Joker: Folie à Deux

Deadline rivela che l’attore Brendan Gleeson è l’ultima aggiunta al sequel di Joker di Todd Phillips, Joker: Folie à Deux. Non si sa chi interpreterà l’attore irlandese e siamo sicuri che molti di voi lo riconosceranno dal suo periodo nel franchise di Harry Potter come Malocchio Moody. Tuttavia, l’attore ha una lunga lista di crediti impressionanti nella sua carriera, tra cui In Bruges, Calvary e The Guard. Lo vedremo poi in  The Banshees of Inisherin al fianco di Colin Farrell e Martin McDonagh che sarà presentato in questi giorni alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Joaquin Phoenix riprenderà il suo ruolo del Clown Prince of Crime nel sequel, con Lady Gaga che si unirà a lui come un personaggio che molti credono sia una nuova versione di Harley Quinn. Recentemente è stato anche confermato che Zazie Beetz riprenderà il suo ruolo dal primo film.

Il film sequel Joker: Folie à Deux

Alcune dettagli rivelati ci indicano che le riprese del film inizieranno a girare a dicembre, con Phillips che dirigerà da una sceneggiatura che ha scritto con Scott Silver. Pochi dettagli della trama sono stati condivisi, anche se gli addetti ai lavori ritengono che l’azione sarà ambientata principalmente all’interno di Arkham Asylum e presenterà elementi musicali. Questo è un approccio unico e potrebbe essere sorprendente. Joker: Folie à Deux è l’unico film della DC Comics ad aver ricevuto il via libera nell’era della Warner Bros. Discovery, ed è chiaro che questo è un franchise in cui lo studio ha molta fiducia.

Nel 2019,  Joker  è diventato il primo film R-Rated a incassare oltre 1 miliardo di dollari al botteghino mondiale. Ha anche ottenuto 12 nomination all’Oscar, quindi le voci secondo cui il regista Todd Phillips possa cambiare improvvisamente tocco e riferimenti ai fumetti potrebbero non essere vere. Tuttavia, non è una brutta cosa, ovviamente, dato che il primo capitolo è stato un grande film che ha offerto una versione fresca e originale del Joker.

 
 

Alejandro G. Iñárritu sul red carpet di Venezia 79

Alejandro G. Iñárritu 03
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Il premio Oscar Alejandro G. Iñárritu sul red carpet della 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia insieme al suo cast per presentare in concorso Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades. Ecco tutte le foto della serata.

 
 

Una settimana da Dio: tutte le curiosità sul film con Jim Carrey

Una settimana da Dio cast

Negli anni Novanta Jim Carrey era l’attore più popolare del mondo, nonché uno dei primi a ricevere compensi milionari per i suoi film campioni di incassi. In quegli anni egli ha recitato in lungometraggi come Scemo & più scemo, Ace Ventura – L’acchiappanimali, The Mask – Da zero a mito e Bugiardo bugiardo, che lo hanno consacrato come re della commedia statunitense. Nel 2003 egli ha poi preso parte ad un’altra commedia campione di incassi, affermatasi come uno dei più popolari e amati film di questo genere di sempre: Una settimana da Dio, diretto da Tom Shadyac, già regista del primo Ace Ventura.

Tutti conoscono questo film, che lo abbiano effettivamente visto o meno. Si tratta di un’opera entrata nell’immaginario comune grazie ai suoi personaggi, alla buffa vicenda, alle gag e frasi ormai iconiche e alle profonde riflessioni sul significato dei miracoli e sulle misteriose vie in cui Dio opera. Per quanto la storia fosse brillante, nessuno riuscì ad immaginare il successo poi ottenuto da questo film, capace con 484 milioni di dollari di diventare il quinto maggior incasso del suo anno.

Per chi è in cerca di una commedia demenziale ma ricca anche di sentimenti e insegnamenti sulla vita, Una settimana da Dio rimane un titolo perfetto anche a distanza di anni, che diverte ed emoziona ogni volta come fosse la prima. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo e le frasi più belle che si possono ascoltare in esso.

Una settimana da Dio: la trama e il cast di attori

Protagonista del film è il reporter televisivo Bruce Nolan, sempre impegnato in servizi frivoli a causa del suo carattere sempre incline alla comicità. Bruce, però, è stanco di quella vita da buffone e vive una serie di sfortune quotidiane che lo portano infine ad incolpare Dio di tutto quello che gli capita. Quando infine Dio risponde realmente alle sue lamentele, Bruce si trova a stringere con lui un patto. Per una settimana sarà dotato di tutti i suoi poteri e si troverà dunque a gestire il tutto così come vorrebbe che lo facesse Dio. Per quanto la cosa risulti inizialmente elettrizzante, ben presto Bruce capirà di quante responsabilità comporti quel lavoro.

Come anticipato, protagonista assoluto del film è l’attore Jim Carrey, qui nei panni di Bruce Nolan. Particolarmente legato a questo progetto, Carrey richiese di poter eseguire anche fino a 30 volte una stessa scena, così da ricercare il miglior risultato possibile. Accanto a lui, nei panni di Dio vi è l’attore Morgan Freeman, oggi ancora associato il più delle volte proprio a questo ruolo. Nonostante interpreti il Creatore, Freeman è in realtà agnostico, ovvero è scettico riguardante l’esistenza di Dio ma non ne esclude la presenza. Prima di lui, per la parte, erano stati considerati anche gli attori Jack Nicholson e Robert De Niro.

Nel film recita poi l’attrice Jennifer Aniston nei panni di Grace Connelly, la fidanzata di Bruce. Per l’attrice il set è stato tutt’altro che semplice, poiché ad un certo punto si è trovata a girare nello stesso periodo Una settimana da Dio, la serie Friends e il film … e alla fine arriva Polly. Grazie a questo film è invece diventato celebre l’attore Steve Carell, qui in uno dei suoi primi ruoli per il cinema. Egli interpreta Evan Baxter, il rivale di Bruce al telegiornale. Completano il cast gli attori Philip Baker Hall nei panni di Jack Baylor, il capo di Bruce, e Catherine Bell, in quelli della seducente giornalista Susan Ortega.

Una settimana da Dio film

Una settimana da Dio 2: il sequel del film

Come noto, nel 2007 è stato realizzato un sequel del film che è allo stesso tempo anche uno spin-off. Il titolo di questa pellicola è Un’impresa da Dio ed ha per protagonista non Bruce Nolan ma il suo ex rivale Evan Baxter. Questi, interpretato ancora una volta da Carell, viene chiamato da Dio a costruire un’Arca per un nuovo imminente diluvio universale. Nonostante un discreto successo al box office, questo spin-off è stato accolto in modo molto più freddo rispetto a Una settimana da Dio, non reggendo il confronto né da un punto di vista comico né tematico.

Una settimana da Dio: il trailer, le frasi più belle e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Una settimana da Dio grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema. Per vederlo basterà noleggiare il film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video per un periodo limitato di tempo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 1 settembre alle ore 21:25 sul canale Nove.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono della pellicola, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • La vita è un biscotto ma se piove si scioglie! (Bruce)
  • La gente sottovaluta i vantaggi del buon vecchio lavoro manuale, dà un grande senso di libertà. Alcune delle persone più felici del mondo vanno a casa la sera che puzzano di sudore. (Dio)
  • Io sono Bruce l’onnipotente: sia fatta la mia volontà! (Bruce)
  • Addio WKBW, che vuol dire… Waffankulo brutti Wacconi! (Bruce)
  • Per quanto sporca possa diventare una cosa, puoi sempre dargli una bella ripulita. (Dio)
  • Dividere la minestra non è un miracolo, Bruce, è un trucchetto. Una madre sola che deve fare due lavori e che trova ancora il tempo di accompagnare il figlio a scuola di calcio, quello sì che è un vero miracolo. Un adolescente che dice di no alla droga e dice sì all’istruzione, questo è un miracolo. Le persone vogliono che faccia tutto io e non si rendono conto che sono loro ad avere il potere. Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo! (Dio)

Fonte: IMDb

 
 

Cate Blanchett divina insieme al cast di TÁR sul red carpet di Venezia 79

TÁR cast
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Secondo giorno della 79esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia in concorso oltre a Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades arriva TÁR, il film diretto da Todd Field con Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong.

Nel film ambientato nel mondo internazionale della musica classica, TÁR è incentrato sulla figura della prima donna della storia a divenire direttrice di una delle più importanti orchestre tedesche.

Ecco tutte le protagoniste del film sul red carpet della mostra. 

Il commento del regista

Il copione è stato scritto per un’artista: Cate Blanchett. Se avesse rifiutato, il film non avrebbe mai visto la luce. I cinefili, gli appassionati e il pubblico in generale non ne saranno sorpresi. Dopotutto, Blanchett è una maestra assoluta. Mentre giravamo il film, l’abilità sovrumana e la verosimiglianza di Cate sono stati qualcosa di veramente sbalorditivo da vedere. Ha avuto un effetto positivo su di tutti. Il privilegio di collaborare con un’artista di questo calibro è qualcosa di impossibile da descrivere adeguatamente. Sotto ogni punto di vista, questo è il film di Cate.

 
 

Nancy Buirski parla di Desperate Souls, Dark City and the Legend of Midnight Cowboy presentato a Venezia Classici

Desperate Souls, Dark City and the Legend of Midnight Cowboy

Nell’ambito di Venezia Classici, alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la regista Nancy Buirski presenta il suo ultimo film, Desperate Souls, Dark City and the Legend of Midnight Cowboy, un interessante e appassionato documentario che ripercorre la produzione di Un Uomo da Marciapiede (in originale Midnight Cowboy) e più propriamente è un discorso su un oscuro e difficile capolavoro e sulle persone straordinariamente talentuose e imperfette che l’hanno realizzato.

Abbiamo parlato con Buirski, che ha ricordato così la prima volta che ha visto il film: Quando ho visto Midnight Cowboy sono rimasta shoccata. Ci sono stati altri film di quel periodo che avevano un’atmosfera simile e che condividevano quei valori, come Il Laureato, me quel film era realizzato in maniera visivamente compiacente, questo era grintoso, insolito, John Schlesinger voleva realizzarlo in bianco e nero, ma non gliel’hanno permesso, e così ha scelto quella fotografia così sporca, firmata da Adam Holender che aveva già lavorato con Roman Polanski.”

Come si spiega un successo così importante per un film così controverso?

“Penso che vivessero in un periodo in cui le persone erano ricettive a questo tipo di film e di storia. C’era stata la Guerra del Vietnam, c’erano stati i primi movimenti per i diritti civili, le persone si facevano domande, cercavano di capire cosa non andava nella loro società. Erano pronti a recepire film del genere che parlavano di realtà”.

Quanto ci è voluto per raccogliere tutte le testimonianze e come mai Dustin Hoffman non è nel film?

“Non era disponibile, purtroppo. Ci abbiamo messo poco tempo, circa 3 settimane, due a New York e una Los Angeles e avremmo voluto aspettare Dustin, ma siamo stati costretti ad andare avanti per via della programmazione. Abbiamo cominciato a montare a dicembre e ci è voluto molto più tempo, perché il montaggio detta lo storytelling del film; spesso si sa come cominciare e come finire un film, ma non si sa come farlo sviluppare, poi io lavoro senza sceneggiatura, e il risultato è stato una conversazione che tocca tutti gli argomenti in maniera organica.”

Oggi si potrebbe fare un film come Un Uomo da Marciapiede?

“Non saprei, credo che alcuni temi sarebbe considerati invecchiati, siamo in un momento molto avanzato in merito alla rappresentazione dell’omosessualità, ad esempio. Poi ci sono molti film che ora hanno un aspetto così ruvido, non sembrerebbe insolito, oggi. Un sacco di film indipendenti in Europa hanno questo aspetto. Potrebbe essere fatto ma non sarebbe tanto inusuale.”

Il documentario sta acquistando sempre più importanza, anche nelle selezioni dei festival più prestigiosi, come Venezia, cosa ne pensa?

“Sono già stata selezionata a Venezia, e poi a Cannes qualche anno fa. Non mi posso lamentare della considerazione che i miei documentari hanno presso i festival europei. Penso che questo dipenda più dai periodi che da una parabola in costante ascesa. È un periodo molto importante per i documentari e per me che sono in questo settore da tempo è tutto molto bello.”

E Venezia sembra proprio il festival giusto dove presentare un documentario, dato che la sua storia annovera addirittura un Leone d’Oro trai documentari selezionati (Sacro GRA per Venezia 70).

 
 

She-Hulk: 10 Avengers che Jennifer potrebbe difendere

Tatiana Maslany She-Hulk

Jennifer Walters (Tatiana Maslany) è l’ultima aggiunta tra i supereroi del Marvel Cinematic Universe. La protagonista della serie originale Disney+ She-Hulk: Attorney at Law. non è solo uno dei migliori supereroi del franchise, ma è anche un incredibile avvocato.

Data la sua fama nel sistema giudiziario, Jenn Walters è viene scelta per difendere alcuni supereroi. Dopo aver i primi episodi di She-Hulk, i fan non possono fare a meno di chiedersi quali sono gli Avengers che in futuro potrebbero avere Jenn come avvocato.

1Iron Man

Iron Man Robert Downey Jr Costume Helmet

Tony Stark di Robert Downey Jr. è forse l’eroe più amato dell’MCU, ma questo non lo rende indenne dalle accuse che altri Vendicatori hanno mosso verso di lui. Tra le varie, ricordiamo quelle per aver creato Ultron, l’androide che ha quasi distrutto il pianeta.

Un flashback potrebbe raccontarci come sarebbero andate le cose se Tony fosse finito sotto accusa per il suo esperimento. In questo caso, She-Hulk sarebbe stata la sua unica possibilità per uscire illeso dal processo. Essendo la cugina di uno dei più cari amici di Tony, Jenn avrebbe fatto del suo meglio per scagionare Stark, lasciando emergere le intenzioni positive del supereroe.

Successivo

Alejandro G. Inarritu presenta Bardo, la sua “auto-fiction”

Alejandro G. Inarritu

In Concorso a Venezia 79, arriva anche Alejandro G. Inarritu, che presenta al Lido Bardo, Falsa crónica de unas cuantas verdades, il suo ultimo film che arriva a 7 anni da The Revenant – Redivivo.

Alejandro G. Inarritu: “Bardo è un’auto-fiction”

Lo stesso regista due volte premio Oscar ha presentato il film che, più come un racconto autobiografico, definisce una auto-fiction, e spiega: “Viviamo in un mondo molto finto e credo che pian piano ci rendiamo conto che tutte le storie sono un tentativo di dare senso alla propria vita, ma gli eventi che capitano vengono interpretati in base alle proprie esperienze e alla propria cultura. Una persona diversa da noi può interpretare quello stesso evento in maniera completamente differente, è per questo che il nostro personaggio dice che la memoria non ha verità ma solo una certezza emotiva. Non farei mai un tentativo di realizzare un film biografico, perché non conosco niente di tanto noioso come la mia vita. Questo è un tentativo di identificare momenti, ricordi, aneddoti, paure e sogni che mi hanno formato negli ultimi 20 anni. 21 anni fa in questo giorno esatto lasciavamo il Messico, è per me questo momento è un cerchio che si chiude, così come il film è circolare. È un tentativo emotivo di dare senso a cose che non ne hanno. Non c’è logica in questo film, così come i sogni non hanno logica, e questo film è proprio come un sogno. Non c’è niente di più noioso della verità, preferisco l’interpretazione.”

Il film si muove spesso su un sottile confine, tra il dramma e la commedia grottesca, come l’idea, che nel film è realtà, di Amazon che compra la California del Sud. Per Alejandro G. Inarritu non siamo tanto lontani dalla realtà: “Alcune idee del film che sembrano divertenti sono in realtà molto più realistiche di quanto non sembrino, ad esempio molte corporazioni e aziende, oggi, sono molto più ricche di interi Paesi. Torneremo al feudalesimo, secondo me, con le Corporation che danno lavoro a tantissime persone, prendete ad esempio Walmart che dà lavoro a talmente tante di quelle persone che potrebbero essere la popolazione di una nazione. Ho cercato di giocare con l’umorismo e di trovare un tono che spesso è ridicolo, spesso trascendiamo nella stupidità.”

“Non c’è niente di più noioso della verità, preferisco l’interpretazione.”

Ma cos’è il Bardo? “E’ la parola con cui i buddisti indicano quello che per i cattolici è un Limbo. Per me è dove questo personaggio vive, dove le idee e i ricordi muoiono, dove le cose si trasformano di continuo. Io sono un uomo senza terra, perché sono messicano per gli americani e americano per i messicani. Ed è una condizione da immigrato, è una posizione molto vulnerabile, una specie di Limbo.”

Silverio, il protagonista del film, è un uomo di grande successo, quanto c’è di auto-biografico in questo personaggio? “Per me il successo è dolce-amaro. Il successo ti mette in una posizione privilegiata, ma allo stesso tempo hai un sacco di obblighi e aspettative, e questo ti mette sotto i riflettori, dove a volte ne hai abbastanza. Io non mi sto lamentando del mio successo, sarei ridicolo, ma il successo ha un costo, ovvero paghi il prezzo del tempo che impieghi a costruire opere d’arte e il cinema è un lavoro molto faticoso. Ci vuole tempo per capire certe cose e quando sei giovane vuoi prendere il mondo a morsi, ma con il tempo capisci che le cose importanti sono altre, e, sì, c’è del rimpianto.”

Bardo ha molti echi di Birdman, che cosa hanno in Silverio, Riggan e Alejandro? “Nel 2012 ho cominciato a meditare ed è stato per me un punto di svolta, perché ho cominciato a vedere i miei pensieri in una maniera molto chiara. Ero sempre coinvolto nei miei pensieri, ma guardarli dall’esterno mi ha permesso di ridere di me stesso e delle mie certezze, condividendole con un po’ di paura ma con onestà. Forse i personaggi di Bardo e di Birdman hanno qualcosa in comune, ma Silverio non reagisce, lui risponde e osserva, a differenza di Michael Keaton che è molto reattivo. Uno accetta di essere nel Bardo, di non essere certo di niente, quando invece tutti noi cerchiamo di avere sempre ragione, cosa che ci porta una certa quantità di sofferenza. L’atteggiamento di Silverio è molto più liberatorio.”

 
 

Princess, recensione del film di Roberto De Paolis

princess recensione venezia 79

Apre la sezione Orizzonti di Venezia 79 Princess di Roberto De Paolis, un progetto che si proietta nella realtà e che propone allo spettatore un ritratto insolito di una “principessa” contemporanea. Il titolo del film, i credits in testa e in coda, costruiscono una cornice favolistica a una storia che invece si rivela cruda e cattiva, ma che non manca di tocchi di dolcezza e tenerezza. Una fiaba moderna, forse, o più verosimilmente uno sguardo (inizialmente) imparziale su una realtà che di fiabesco ha davvero poco.

C’era una volta Princess

Princess è una giovane clandestina nigeriana che vende il suo corpo ai margini di una grande città. Come un’amazzone a caccia, protetta dalle sue amiche, si muove in una pineta che si estende fino al mare, un bosco “incantato” in cui trovare rifugio, nascondersi dalla vita e guadagnarsi il pane quotidiano. Per sopravvivere, Princess deve ogni giorno schivare pericoli e sentimenti, fiutare l’odore dei soldi e raggirare i clienti. La sua vita è un susseguirsi di giorni sempre uguali, uno dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Finché un giorno, incontra un uomo che vorrebbe salvarla, un’animo puro che però lei sembra non riconoscere, perché non è abituata alla gentilezza e perché, prima di tutto, deve imparare a salvarsi da sola.

De Paolis ha scelto Glory Kevin per interpretare la protagonista. Lei interpreta se stessa, con quell’istinto e quella feroce tipiche degli attori dilettanti, ma con un fuoco in più, perché si capisce che Kevin, nel film, vede anche un’occasione di riscatto per se stessa. Il regista, che nella prima parte si defila ai margini della storia come un osservatore che permette alla sua protagonista di agire indisturbata in una quotidianità meccanica ma non priva di una sua magia e poesia, entra prepotentemente nella storia e nella scrittura nella seconda parte del film, che risulta infatti meno riuscita, con Princess/Glory che sembra più impacciata e incerta nei suoi passi accanto a Lino Musella, splendido e delicato coprotagonista, più una spalla, uno strumento narrativo per portare avanti la parabola della protagonista.

Tuttavia, dopo la brusca rottura che non sveliamo per non rovinare la visione, la vita della protagonista non sembra subire una svolta, almeno non in positivo, anzi, isolata da quella sua sorellanza che nella prima parte del film risultava tanto vitale e fondata per il personaggio. 

Con Princess, De Paolis sceglie una strada insolita e in qualche modo coraggiosa, ma non si dimostra capace di stare al suo posto, sfruttando il grandissimo potenziale della sua protagonista e invadendone gli spazi per l’esigenza di scrivere e pilotare la storia. 

 
 

The Bear: la nuova serie tv Disney+

The Bear recensione

Disney+ ha annunciato che la prima stagione dell’acclamata serie originale The Bear creata da Christopher Storer (RamyEighth Grade – Terza media), che è anche executive producer insieme a Joanna Calo (BoJack HorsemanUndone), Hiro Murai (AtlantaStation Eleven) e Nate Matteson (Station ElevenThe Choe Show) di Super Frog e Josh Senior, mentre Tyson Bidner (Ramy) è il produttore e Matty Matheson è il co-produttore. La serie è prodotta da FX Productions ed è stata rinnovata per una seconda stagione.

The Bear: quando esce e dove vederla in streaming

The Bear debutterà sulla piattaforma streaming il prossimo 5 ottobre in Italia, con tutti gli otto episodi disponibili.

La serie si aggiunge a una lista di titoli in arrivo in streaming in autunno su Disney+, tra cui Andor (21 settembre), la seconda stagione di The Kardashians (22 settembre), The Old Man (28 settembre) e Candy (12 ottobre).

The Bear: trama e cast

The Bear ha come protagonista Carmen “Carmy” Berzatto (Jeremy Allen White), un giovane chef proveniente dal mondo della ristorazione, che torna a casa a Chicago per gestire la paninoteca di famiglia, The Original Beef of Chicagoland, dopo uno straziante lutto in famiglia. In un mondo lontano da quello a cui era abituato, Carmy deve affrontare la dura realtà della gestione di una piccola impresa, il suo personale di cucina ostinato e riluttante, oltre ai suoi tesi rapporti familiari, il tutto affrontando le conseguenze del suicidio del fratello.

The Bear parla di cibo, di famiglia, della follia della routine, della bellezza del Senso di Urgenza e dei ripidi e scivolosi inconvenienti. Mentre Carmy lotta per trasformare sia The Original Beef of Chicagoland che se stesso, lavora al fianco di una squadra di cucina un po’ sopra le righe che alla fine si rivela essere la famiglia che ha scelto.

Oltre a White, questa serie comedy con episodi dalla durata di mezz’ora vede nel cast la presenza di Ebon Moss-Bachrach (“Richard ‘Richie’ Jerimovich”), Ayo Edebiri (“Sydney Adamu”), Abby Elliott (“Natalie ‘Sugar’ Berzatto”), Lionel Boyce (“Marcus”), Liza Colón-Zayas (“Tina”), Edwin Lee Gibson (“Ebraheim”) e Matty Matheson (“Neil Fak”).

 
 

Lucca Comics & Games riapre la biglietteria da oggi 1 settembre 2022

Lucca Comics & Games

Apre ufficialmente la vendita dei biglietti di HOPE, edizione 2022 di Lucca Comics & Games: dopo  gli oltre 80.000 ingressi venduti in modalità early bird – pensata per dare opportunità agevolate ai più fedeli visitatori del festival – da oggi alle ore 16 sarà possibile acquistare ogni tipologia di ingresso e abbonamento, incluso il Level UP, lo speciale biglietto a tiratura limitata valido per i cinque giorni e con vantaggi esclusivi riservati ai suoi possessori.

Come già anticipato, Lucca Comics & Games, attento alla sicurezza dei visitatori, ha deciso di adottare misure di autocontenimento nell’emissione dei biglietti: il tetto massimo di biglietti vendibili è stato fissato a 55.000 per ogni singola giornata,  rispetto a una superficie espositiva della manifestazione 2022 superiore a quella del 2019. Qualora le condizioni generali e le normative vigenti lo permettessero, si valuterà un eventuale ampliamento di questo limite. Nel caso in cui il numero massimo di biglietti non sia raggiunto con la vendita online, sarà possibile acquistare eventuali ingressi residui anche in loco nei giorni del festival.

L’edizione si preannuncia particolarmente ricca: dopo gli annunci di luglio, il programma vanta un’altra novità che farà la gioia dei fan dell’animazione. Tra i grandi ospitiinternazionali di questa edizione, Gorō Taniguchi regista di One Piece Film: Red, che sarà presente sabato 29 ottobre in occasione del più grande evento di One Piece mai visto in Italia promosso da TOEI Animation Europe e Anime Factory. La presenza del regista all’anteprima nazionale è solo il primo degli appuntamenti che a Lucca Comics & Games celebreranno le avventure di Rufy e la sua ciurma.

Le prossime settimane saranno fondamentali per scoprire le novità di questa edizione, i contenuti culturali, gli ospiti e le diverse aree cittadine coinvolte: sito web e canali social di Lucca Comics & Games saranno gli spazi in cui poter trovare tutte le informazioni e gli aggiornamenti, svelando giorno dopo giorno i dettagli dell’edizione 2022. Il momento clou è previsto per giovedì 29 settembre, con l’attesissima conferenza stampa in cui sarà presentato ufficialmente il programma di HOPE. L’evento, in diretta da Lucca, sarà fruibile pubblicamente in streaming sui canali del festival e segnerà il countdown finale verso il 28 ottobre.

DETTAGLI BIGLIETTERIA 

Tutti i biglietti online sono print@home.  Per ogni account sarà possibile acquistare fino a un massimo 15 biglietti: dopo l’acquisto non sarà possibile cambiare data o chiedere il rimborso, ma eventualmente si potrà mettere in vendita il proprio biglietto attraverso l’area dedicata Rivendita biglietti del sito Vivaticket (shop.vivaticket.com/it/handback).

I braccialetti – necessari per entrare nelle diverse aree del festival – potranno essere ritirati presso i Welcome DESK presentando i biglietti e, in caso di acquisto di biglietti per più giornate, saranno consegnati tutti insieme in un’unica occasione. Torna la possibilità di accedere al servizio “Salta il Welcome DESK” (acquistabile solo fino al 10 ottobre): con una spesa aggiuntiva di € 9,99 sarà possibile ricevere i braccialetti direttamente a casa (per gli acquisti fatti a partire dal 1° settembre).

Prezzo (biglietto + prevendita; non sono incluse le commissioni gestite direttamente da Vivaticket)
– intero 28 ottobre: € 19,00 + € 1,60
– intero 29 ottobre: € 23,00 + € 1,60
– intero 30 ottobre: € 25,00 + € 1,60
– intero 31 ottobre: € 23,00 + € 1,60
– intero 01 novembre: € 19,00 + € 1,60
– abb 2 giorni Ven+Sab: € 36,00 + € 1.80
– abb 2 giorni Sab+Dom: € 40,00 + € 1.80
– abb 2 giorni Dom+Lun: € 38,00 + € 1.80
– abb 2 giorni Lun+Mart: € 33,00 + € 1.80
– abb 3 giorni VSD: € 52,00 + € 2,00
– abb 3 giorni SDL: € 52,00 + € 2,00
– abb 3 giorni DLM: € 50,00 + € 2,00
– abb 4 giorni VSDL: € 64,00 + € 2,20
– abb 4 giorni SDLM: € 64,00 + € 2,20
– abb 5 giorni: € 75,00 + € 2,20

Il prezzo di biglietti e abbonamenti ridotti è pari a quello dell’early bird. Non mancano inoltre gli amati abbonamenti per i Level UP Fan, a tiratura limitata: un’occasione per vivere al meglio le cinque giornate di Lucca Comics & Games 2022, con servizi esclusivi e opportunità dedicate. Questa tipologia di abbonamento, venduta al prezzo di € 340,00 (+ 2,50 di prevendita ed eventuali commissioni di Vivaticket), consentirà di partecipare a condizioni uniche a tutti i giorni di festival. Dall’1 al 5 settembre i Level UP Fan delle precedenti edizioni potranno acquistare in prelazione uno dei 300 abbonamenti speciali in vendita, utilizzando il codice a loro fornito. A partire dal 6 settembre, l’acquisto degli abbonamenti Level UP sarà aperto a tutti. Tra i servizi inclusi: badge esclusivo collezionabile e braccialetto dedicato, welcome Bag, accesso a due location riservate, servizio deposito gratuito e spedizione con prezzo scontato, ‘salta la fila’ ai padiglioni, ‘salta la fila’ – previa prenotazione – valido per gli incontri al cinema e per gli incontri nelle sale, incontri esclusivi con autori, aperitivi e colazioni con ospiti, serate experience con gli ospiti del festival.

Le persone con disabilità hanno diritto a un biglietto omaggio che potrà essere ritirato, insieme al biglietto ridotto per un eventuale accompagnatore, presso i Welcome Desk dedicati, che saranno comunicati nel sito web nelle prossime settimane.

​​L’ingresso gratuito è previsto anche per i bambini nati dal 01/01/2013 (che devono essere sempre accompagnati) ma non richiede il ritiro di un biglietto omaggio dedicato o di un braccialetto. In casi dubbi, il personale potrà richiedere di esibire un documento che ne attesti l’età.

Dal 1° settembre al 10 ottobre sul portale Vivaticket saranno disponibili anche i biglietti comitiva (solo giornalieri), acquistabili in “carnet” di 20 biglietti (1 omaggio ogni 20 biglietti acquistati) con consegna via corriere dei braccialetti. I prezzi saranno pari a quelli dei giornalieri ridotti oltre al costo della spedizione pari a € 9,99.

Come anticipato a luglio, restano attive delle speciali riduzioni legate a iniziative come la Bag of Lucca: tutti gli aventi diritto riceveranno un codice e potranno acquistare l’ingresso prescelto a prezzo ridotto l’accesso al festival; i braccialetti dovranno essere ritirati presso i Welcome Desk.

 
 

Secret Wars: 8 elementi dei fumetti Marvel che non possono mancare nel prossimo film Avengers

Avengers: Secret Wars film 2025

Durante il San Diego Comic-Con, la Marvel ha annunciato che a chiudere la Fase 6 ci saranno due film dei VendicatoriAvengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars usciranno nel 2025, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. I fan dei fumetti conoscono già Secret Wars. Ci sono due storie famose legate a questo titolo. Probabilmente, la miniserie più recente, quella che include il multiverso, le incursioni e un riavvio del Marvel Universe, sarà la principale fonte di ispirazione per il film Avengers. Forse non otterremo un adattamento completamente fedele, ma crediamo  che l’MCU saprà fare buon uso di alcuni elementi della storia originale…

1La guarigione del volto di Doom

doctor doom comics

Durante la battaglia finale, Doom finalmente fa pace con Mister Fantastic e si trova costretto ad ammettere che Reed avrebbe potuto creare un mondo molto migliore di lui se gli fosse stata data una possibilità.

È un momento umiliante per l’orgoglioso Dottor Destino, ma alla fine il leader dei Fantastici Quattro non si prende nessuna rivincita. Invece di cancellare Victor dall’esistenza, guarisce la faccia del suo più grande nemico, dimostrando fino in fondo di essere un uomo migliore. Chissà cosa succederà nella versione live-action di Secret Wars, chissà cosa hanno in mente i Marvel Studios per questa storia densa di personaggi, relazioni e conflitti.

Successivo

Star Wars: Domhnall Gleeson sarebbe disponibile a tornare nella saga

Star Wars Domhnall Gleeson

L’attore della trilogia sequel di Star Wars Domhnall Gleeson ha recentemente affermato di essere disposto a tornare nel franchise in futuro. Dieci anni dopo la conclusione della trilogia prequel con Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, il fantasy fantascientifico è tornato al cinema con Episodio VII – Il risveglio della Forza per iniziare una nuova fase dell’universo di Star Wars. Sebbene ben accolta dalla critica, l’ultima trilogia di Star Wars si è rivelata controversa con i fan.

Nei nuovi tre film, Gleeson ha interpretato il Generale Hux, un comandante di alto rango all’interno della fazione militare malvagia il Primo Ordine, che appare in ciascuno dei film della trilogia sequel. Inizialmente comandante della Base Starkiller, un’arma delle dimensioni di un pianeta, sfida Kylo Ren (Adam Driver) per l’autorità, tradendo infine il Primo Ordine per ripicca. Tuttavia, le sue azioni provocano la sua stessa morte prematura quando viene rivelato che è una spia della Resistenza.

In una recente intervista, l’attore ha dichiarato che sarebbe entusiasta di poter tornare ad interpretare tale personaggio nella saga, avendo amato molto i film di questa. Gleeson, però, è anche consapevole che Hux non è un personaggio primario e non molti potrebbero essere interessati a vederlo nuovamente. Il fatto che il personaggio venga sbrigativamente eliminato nel corso di Star Wars: L’ascesa di Skywalker, rende inoltre più difficile un suo possibile ritorno in scena.

Come noto, però, la Disney e la Lucasfilms stanno ora puntando molto su serie spin-off come quella su Obi-Wan Kenobi, o l’attesa Andor, dedicata a Cassian Andor. Entrambi i protagonisti di queste sono morti nel corso della saga, ma i progetti a loro dedicati hanno permesso di esplorare ulteriormente la loro vita prima della tragica vita. Una simile cosa potrebbe essere fatta anche con Hux e Gleeson sarebbe dunque ben lieto di riprendere tale ruolo.

Fonte: ScreenRant

 
 

Blonde: Ana de Armas è contrariata dal divieto ai minori

Blonde Ana de Armas

L’attrice Ana de Armas, celebre per film come Blade Runner 2049 e Knives Out, interpreta l’iconica Marilyn Monroe nell’atteso film Netflix Blonde. Ancor prima di diventare disponibile al pubblico, dal 28 settembre, il film sta già facendo parlare molto di sé. Negli Stati Uniti, infatti, Blonde ha ricevuto il rating “restricted”, che vieta dunque la visione ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto. Ciò sarebbe dovuto per via della presenza di scene sessualmente esplicite.

La de Armas, tuttavia, si è detta particolarmente contraria da questa decisione, non comprendendone i motivi. “Potrei citare numerosi film o show che sono molto più espliciti e che hanno molti più contenuti sessuali rispetto a Blonde. Per raccontare questa storia era importante mostrare tutti questi aspetti della vita di Marilyn, che l’hanno portata a fare la fine che ha fatto. Tutti nel cast sapevamo che avremmo dovuto esplorare anche gli angoli più bui.” Lo stesso regista, Andrew Dominik, ha affermato che per poter davvero raccontare la Monroe era indispensabile realizzare il film così come è stato realizzato, con contenuti necessariamente adulti nei toni.

Blonde, dunque, si preannuncia più cupo e introspettivo di quanto si potesse immaginare, non facendosi problemi a mostrare anche i momenti più delicati, e per questo significativi, della vita di Marilyn. La de Armas, inoltre, già sin dalle prime immagini è stata vista come l’interprete perfetta per la parte. Dalle sue parole, si può anche capire quanto tenga a questo progetto. Per poter scoprire quali aspetti il film realmente affronta occorrerà ora attendere l’arrivo del film sulla piattaforma, ma già dalla sua presentazione in concorso al Festival di Venezia si potrà avere qualche notizia in più a riguardo.

Fonte: ScreenRant

 
 

Megalopolis: Shia LaBeouf si unisce al cast del film di Francis Ford Coppola

shia labeouf

Il nuovo film di Francis Ford Coppola, Megalopolis, aggiunge Shia LaBeouf al suo cast stellato, nonostante le numerose controversie che circondano l’attore. Coppola, il leggendario sceneggiatore e regista dietro la trilogia de Il Padrino e Apocalypse Now, è ampiamente considerato uno dei più grandi registi di tutti i tempi, ma negli ultimi anni egli ha di molto diradato la sua presenza al cinema. Basti pensare che il suo ultimo lungometraggio, Twixt, risale al 2011.

Il regista è però ora pronto a tornare dietro la macchina da presa con Megalopolis, un progetto da lui scritto negli anni ’80 e ambientato in una versione di realtà alternativa di New York chiamata New Rome. La trama del film, ancora segreta, è ad oggi sintetizzata come una “storia epica di ambizione politica, genio e amore conflittuale“. Il cast di Megalopolis include già attori del calibro di Adam Driver, Forest Whitaker, Nathalie Emmanuel, Jon Voight, Laurence Fishburne e Aubrey Plaza. Ora, con le riprese previste per questo autunno, il film da 100 milioni di dollari di Coppola ha aggiunto un altro grande nome al suo cast.

Non è noto quale ruolo LaBeouf ricoprirà nel film, ma egli viene ad oggi indicato come uno dei principali protagonisti. La scelta dell’attore ha destato non poche sorpresa, viste le controversie che da qualche tempo egli si porta dietro. Nel 2020 egli era infatti stato accusato dall’ex fidanzata di aggressioni di vario tipo, mentre di recente ha fatto discutere il suo tutt’ora non chiarito abbandono del film Don’t Worry Darling e le seguenti discussioni con la regista Olivia Wilde. Nonostante queste ed altre polemiche, LaBeouf sembra pronto per un ritorno in grande stile. Il primo progetto in cui lo si potrà ritrovare sarà il film di Abel Ferrara Padre Pio, che sarà presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia.

Fonte: ScreenRant

 
 

Avatar 2: Sigourney Weaver e le difficoltà avute con il suo nuovo personaggio

Avatar 2 Sigourney Weaver

Il tanto atteso sequel di Avatar uscirà finalmente a dicembre con il titolo Avatar: La Via dell’Acqua. Ad oggi sono state divulgate pochissime informazioni riguardo a questo sequel, ma è noto che gran parte del cast originale sarà parte di esso, inclusi Sam Worthington, Zoe Saldana e, naturalmente, la leggendaria attrice Sigourney Weaver. Il film, come noto, è famoso per il suo massiccio e rivoluzionario uso della CGI, ma secondo la Weaver, a rendere impegnativo il suo ruolo non è stato il dover lavorare a stretto contatto con la motion capture.

Intervistata da Interview Magazine, la star di Alien ha rivelato che il suo personaggio ha preso alcune notevoli svolte creative in questo nuovo film. L’attrice interpreta infatti non più la scienziata Grace Augustine, bensì una bambina Na’vi di nome Kiri, figlia adottiva di Jake e Neytiri. L’attrice si è detta è grata per l’opportunità di poter prendere parte al nuovo film con un ruolo inedito, affermando: “penso che se James Cameron non mi avesse conosciuto così bene, non mi avrebbe scelto per una cosa così bizzarra come questa. Ho dovuto lavorare in un modo completamente diverso per interpretare questo personaggio, un modo molto fisico”.

La Weaver interpreta dunque un personaggio adolescente, che le ha dunque richiesto una notevole attività fisica. L’attrice, tra le altre cose, sembra infatti aver dovuto imparare a tuffarsi in apnea, imparando a trattenere il respiro per oltre sei minuti. Abbinando tutto ciò a una personalità che la Weaver ha descrive come “infantile”, diventa chiaro come la parte sia stata per lei particolarmente impegnativa. Per scoprire di più riguardo a Kiri, il suo ruolo in questo universo narrativo e a cosa realmente l’attrice si è dovuta preparare, l’appuntamento è fissato al cinema a partire dal 16 dicembre.

Fonte: ScreenRant

 
 

Avengers: Secret Wars, chi sarà il regista del film?

Avengers Secret Wars

Avengers: Secret Wars non ha ancora un regista, ma c’è la possibilità che i Marvel Studios facciano finalmente un annuncio a riguardo nel corso del D23 Expo 2022. Kevin Feige ha già rivelato molte informazioni sui piani per la Multiverse Saga, ma ci sono alcune informazioni rimaste ancora segrete, come la conferma di diversi sequel attesi, il casting dell’annunciato Fantastici 4 e l’ingresso degli X-Men nell’MCU. Un altro grande annuncio da aspettarsi è la scelta per il regista di Avengers: Secret Wars, dopo che è stato confermato che a dirigere Avengers: The Kang Dynasty  sarà Destin Daniel Cretton.

Guardando alle scelte dei precedenti registi, i Marvel Studios tendono a considerare quegli autori che si sono già affermati con dei film di alto profilo. Prima di approdare ad Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Joe e Anthony Russo hanno ottenuto grandi successi sia con Captain America: The Winter Soldier che con Captain America: Civil War. Allo stesso modo, Cretton si è affermato nel MCU con l’acclamato Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Un altro esempio è il regista della trilogia di Spider-Man Jon Watts, che è stato scelto per il film dei Fantastici Quattro, prima di uscire però dal progetto in favore del regista di WandaVision, Matt Shakman.

Alla luce di questi esempi, si potrebbe dire che i Marvel Studios si orienteranno verso qualcuno con cui hanno già un rapporto di lavoro. Lo studio potrebbe dunque provare a richiamare Watts per Avengers: Secret Wars, ma lo stesso si può dire per la regista di Loki Kate Herron. È anche plausibile che la Marvel scelga invece qualcuno il cui primo progetto deve ancora essere rilasciato. I Russo non erano ancora entrati a far parte dell’MCU fino alla metà della Fase 2, quindi il regista di Avengers: Secret Wars potrebbe essere il regista di un film o una serie della Fase 5. Tali domande potrebbero dunque trovare risposte al D23 Expo in programma dal 9 al 11 settembre.

Fonte: ScreenRant

 
 

Spider-Man: No Way Home, rivelato il contenuto della The More Fun Stuff

Spider-Man No Way Home The More Fun Stuff

Spider-Man: No Way Home ha battuto i record di tutto il mondo al botteghino lo scorso dicembre ed è riuscito a superare ogni aspettativa in un panorama post-pandemia tutt’altro che roseo, di fatto dando nuova speranza a tutta l’industria. Ora, la Sony Pictures ha di recente annunciato che il film tornerà in sala in versione estesa, con ben 11 minuti in più. Questa versione, nota come Spider-Man: Now Way Home – The More Fun Stuff, sarà nei cinema italiani dal 18 settembre.

In attesa che ciò avvenga, sono finalmente stati rivelati maggiori dettagli riguardo a ciò che ci si deve aspettare da questi 11 minuti aggiuntivi. A quanto pare, la scena post titoli di coda che mostrava il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stata sostituita da scena che aiuta a chiarire come hanno fatto le Rune di Kof-Kol ad alterare i ricordi di tutti. Molte persone hanno infatti lasciato il teatro chiedendosi come l’incantesimo abbia fatto a far dimenticare a tutti chi fosse Peter Parker.

Ancor più importante è sapere che ci saranno ulteriori scene con Tobey Maguire e Andrew Garfield insieme allo Spider-Man di Tom Holland. Anche la vita scolastica di Peter otterrà maggior risalto grazie alle scene in più. Inoltre, per i fan di Daredevil, ci saranno anche più scene con Charlie Cox, rispetto alla sola vista nella prima versione del film.

Undici minuti potrebbero non sembrare molti e anche se molto probabilmente non altereranno la storia già vista, possono comunque offrire numerosi nuovi momenti divertenti ed emozionanti, che daranno ai fan della Marvel un motivo in più per amare Spider-Man: No Way Home – The More Fun Stuff.

Fonte: ComicBook