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Coldplay Atlas dal 6 Settembre in digital download

Coldplay Atlas dal 6 Settembre in digital download

Coldplay-atlas-the-hunger-games-catching-fireI Coldplay  annunciano con un tweet la data di la pubblicazione di “ATLAS”, il nuovo singolo contenuto nella colonna sonora del film “The Hunger Games: Catching Fire” che sarà disponibile dal 6 settembre sia al digital download che in rotazione radiofonica. Il film d’azione sarà distribuito nella sale cinematografiche a fine novembre ed è la prima volta che i COLDPLAY firmano un brano inedito per la colonna sonora di un film.

Francis Lawrence, il regista del film, ha dichiarato: Ho grandissimo rispetto ed ammirazione per i Coldplay e sono davvero estasiato per come loro siano entrati in connessione con il tema e le idee del film. La loro passione incondizionata e l’eccitazione del progetto hanno elevato la collaborazione oltre i normali canoni, e non vediamo l’ora anche noi che il brano sia condiviso con tutto il mondo”.

“Siamo onorati che una delle band icone nel panorama rock come i Coldplay pubblicheranno il primissimo brano della nostra colonna sonora – afferma il produttore del film, Tracy McKnight – E la cosa assume molto più significato visto che Chris Martin è un grandissimo fan dei libri di The Hunger Games. C’è un’attesa per questo brano, sia da parte nostra che da parte loro, che posso definire di epiche proporzioni!”

Qui la gallery completa del film:

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Trama:

Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

Intanto vi ricordiamo che Hunger Games La ragazza di Fuoco è diretto da Francis Lawrence e oltre a Jennifer Lawrence il cast comprende anche  Amanda PlummerDonald SutherlandElizabeth BanksJeffrey WrightJosh HutchersonLenny KravitzLiam HemsworthLynn CohenPhilip Seymour HoffmanStanley TucciToby JonesWoody Harrelson e Sam Claflin. Tutte le news sulla saga nel nostro speciale Hunger Games. Per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra scheda Hunger Games La ragazza di FuocoLa pellicola uscirà il Italia il prossimo 21 novembre.

 

 

Coldplay – Music Of The Spheres, Live at River Plate arriva al cinema

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I Coldplay hanno annunciato oggi una speciale edizione cinematografica dello spettacolare concerto della band Music Of The Spheres World Tour, filmato alla fine dello scorso anno durante le dieci serate sold out allo stadio River Plate di Buenos Aires.

Il film concerto sarà proiettato in migliaia di sale cinematografiche in tutto il mondo il 19, 20 e 21 aprile. L’elenco delle sale sarà disponibile dall’8 marzo quando apriranno le prevendite cinematografiche (i dettagli verranno pubblicati su coldplaycinema.live e nexodigital.it).

La proiezione offrirà ai fan di tutto il mondo la possibilità di vivere l’acclamato spettacolo dal vivo del Music Of The Spheres World Tour dei Coldplay, che ha venduto più di 6 milioni di biglietti e ha ottenuto recensioni entusiastiche da parte di fan e critici. Il Guardian lo ha definito “genuinamente sbalorditivo”, il New York Post “una serata da libri di storia” e il Glasgow Evening Times ha parlato del “più grande spettacolo sulla Terra”.

Coldplay – Music Of The Spheres: Live At River Plate è la versione definitiva dello spettacolo trasmesso in diretta in tutto il mondo lo scorso ottobre, con audio remixato e rimasterizzato e immagini straordinarie, realizzate con 30 telecamere, droni e tecniche di ripresa a 360° dal regista Paul Dugdale, vincitore di un BAFTA e nominato ai Grammy.

Il film include una serie di filmati che non sono stati mostrati durante l’evento in diretta, quando il concerto è stato proiettato in 81 paesi conquistando le classifiche dei botteghini di tutto il mondo. Questa nuova edizione per il cinema includerà anche esclusivo materiale backstage e nuove interviste alla band.

Il concerto vede i Coldplay alle prese coi classici successi della loro carriera, tra cui Yellow, The Scientist, Fix You, Viva La Vida, A Sky Full Of Stars e My Universe, in uno stadio di luci, laser, fuochi d’artificio e braccialetti LED. Tra le chicche anche la partecipazione della pluripremiata H.E.R. e di Jin dei BTS, che si esibisce al fianco dei Coldplay per il debutto dal vivo del suo singolo da record The Astronaut.

L’album Music Of The Spheres è già certificato oro in Italia e ha venduto oltre 1,7 milioni di copie in tutto il mondo. L’evento è distribuito nei cinema italiani in esclusiva da Nexo Digital in collaborazione coi media partner Radio Deejay e MYmovies.it, Live Nation e Warner Music Italy.

Cold War: recensione del film di Pawel Pawlikowski

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Cold War: recensione del film di Pawel Pawlikowski

Dopo il glorioso Ida, premio FIPRESCI a Toronto e soprattutto premio Oscar per il Miglior Film Straniero nel 2015, Pawel Pawlikowski torna con Cold War (Zimna Wojna) presentato in Competizione al Festival di Cannes 2018. La storia, ambientata tra il 1949 e il 1964, racconta l’amore, ostacolato dalla storia e dal tempo, tra Zula e Wiktor, lei cantante dalla voce d’angelo e lui compositore. La loro possibilità di essere felici è quella di andare via dall’Unione Sovietica nel periodo della ricostruzione post Seconda Guerra Mondiale. La musica li tiene uniti, ma la storia li divide, e nel corso degli anni riusciranno a incontrarsi in giro per l’Europa, entrambi cercando di sopravvivere, sempre desiderosi di inseguirsi.

In un magnifico bianco e nero, come per Ida, realizzato dal direttore della fotografia Lukasz Zal, Pawlikowski racconta di un amore impossibile, tempestoso, ma non lo fa mai con scene madri o momenti cardine. Tutto scorre rimanendo immobile nel corso degli anni, eppure i protagonisti cambiano, si stratificano e tirano lo spettatore dentro al loro dramma.

Al bianco e nero Pawlikowski associa il formato 4:3, la breve durata e la citata assenza di picchi emotivi, tutti elementi che consegnano l’idea e la volontà di realizzare film “piccoli”, mentre lui si conferma una firma importante del cinema europeo. Intorno al rapporto tra la fumantina Zula e il colto Wiktor si instaura una dimensione musicale che li lega a dispetto di tutto ciò che li divide, su ogni altra cosa l’estrazione sociale. Ogni volta che i due si incontrano, negli anni, in un Paese europeo differente, cambia il loro accompagnamento sonoro, come se ogni luogo avesse una sua musica, anch’essa tesa ad accompagnare l’evoluzione dei personaggi, che restano fermi nel tempo soltanto se messi di fronte al loro amore.

Pur raccontando una storia romantica, in Cold War Pawel Pawlikowski non si lascia mai andare al romanticismo spicciolo, preferendo la poesia delle immagini, degli sguardi, delle voci e delle dita veloci sul pianoforte. Una visione malinconica di una storia in cui i protagonisti hanno il nome dei genitori, anche loro, come i protagonisti, cresciuti nella Polonia ricostruita, morti nel 1989, poco prima che crollasse il Muro. A loro il film è dedicato.

Cold War: il trailer del nuovo film di Pawel Pawlikowski

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Cold War: il trailer del nuovo film di Pawel Pawlikowski

Dopo il glorioso Ida, premio FIPRESCI a Toronto e soprattutto premio Oscar per il Miglior Film Straniero nel 2015, Pawel Pawlikowski torna con Cold War (Zimna Wojna) presentato in Competizione al Festival di Cannes 2018.

Dopo Ida (premio Oscar 2015), Pawlikowski torna a girare in un magnifico bianco e nero, raccontando la storia struggente di un amore impossibile. Un musicista in cerca di libertà e una giovane cantante, fatalmente destinati ad appartenersi, vivono un amore tormentato in un’epoca difficile. Sulle note di una splendida colonna sonora, la guerra fredda della Polonia staliniana lascia il passo a quella sentimentale che vivono i due protagonisti, interpretati da Joanna Kulig e Tomasz Kot (due attori in stato di grazia). Europa dell’Est, Yugoslavia, Parigi: queste le tappe di un viaggio intenso ed elegantissimo, un immaginario perduto che prende vita sul grande schermo e ci offre un nuovo classico senza tempo. Premio per la Miglior Regia al Festival di Cannes, il film è il candidato della Polonia per la corsa agli Oscar e ha ottenuto il più alto numero di nomination agli EFA.

Il trailer di Cold War

Leggi la recensione di Cold War

Cold Skin – La creatura di Atlantide: la spiegazione del finale del film

Cold Skin – La creatura di Atlantide è un film del 2017 diretto da Xavier Gens che mescola elementi di horror, fantascienza e thriller psicologico in un contesto atmosferico e desolato (similmente a quanto poi fatto, con le ovvie differenze, da The Lighthouse). Ambientato su un’isola remota e spazzata dai venti nell’Atlantico del Sud, il film si inserisce nel solco della tradizione del “survival horror”, con una narrazione claustrofobica in cui il protagonista deve affrontare non solo mostruose creature anfibie ma anche i propri limiti psicologici e morali. Il film si ispira all’omonimo romanzo di Albert Sánchez Piñol, noto per la sua capacità di fondere introspezione umana e horror lovecraftiano.

Una delle particolarità più evidenti dell’opera è l’equilibrio tra introspezione esistenziale e tensione fisica. Cold Skin – La creatura di Atlantide non si limita infatti a proporre lo scontro tra uomo e mostro, ma riflette anche sulla solitudine, sull’alienazione e sul bisogno di connessione. La creatura anfibia, interpretata con grande sensibilità fisica da Aura Garrido, è al centro di un rapporto ambiguo e disturbante che sfida le categorie classiche del bene e del male. Il paesaggio selvaggio dell’isola, con il suo faro inospitale e il mare in tempesta, contribuisce infine a creare un’atmosfera rarefatta e inquieta che avvolge l’intera vicenda.

Dietro le suggestioni visive e i momenti di puro terrore, Cold Skin – La creatura di Atlantide si nutre anche di antiche leggende legate agli abissi marini e agli incontri con specie sconosciute. Temi cari alla narrativa fantastica e al mito di Atlantide si intrecciano con una riflessione sulla brutalità coloniale, la paura del diverso e la capacità (o l’incapacità) dell’essere umano di accettare ciò che non comprende. Nei prossimi paragrafi, analizzeremo nel dettaglio il significato del finale del film, cercando di capire cosa accade realmente sull’isola e come il protagonista evolve nel suo rapporto con le creature e con se stesso.

David Oakes e Aura Garrido in Cold Skin - La creatura di Atlantide
David Oakes e Aura Garrido in Cold Skin – La creatura di Atlantide

La trama di Cold Skin – La creatura di Atlantide

Il racconto prende il via nell’anno 1914, poco dopo l’assassinio di Francesco Ferdinando e il conseguente scoppio della Prima guerra mondiale. In una remota isola del Circolo Artico fa il suo arrivo Friend (David Oakes), ex combattente dell’IRA incaricato di risiedere lì per un anno, con il compito di registrare e misurare gli eventi atmosferici. Costretto a vivere in solitudine in una terra remota fino all’arrivo del successivo osservatore meteorologico, il giovane irlandese si ritrova bloccato su un’isola abitata da ostili creature anfibie provenienti dal mare.

Per dodici mesi l’uomo trascorre così le giornate all’interno della cabina di un faro, dove si trova il vecchio guardiano Gruner (Ray Stevenson), un folle e solitario ufficiale accompagnato da una misteriosa creatura di nome Aneris (Aura Garrido), trattata come animale da compagnia. Forse è proprio quest’ultima il motivo del conflitto nato tra le strane creature e gli esseri umani. Più Friend cercherà di andare alla scoperta dietro la natura di queste misteriose creature, più porterà alla luce un antico segreto che si rivelerà estremamente pericoloso.

La spiegazione del finale del film

Nelle sequenze finali di Cold Skin – La creatura di Atlantide, il protagonista decide di restare sull’isola dopo che la sua missione di un anno giunge al termine. La nave che dovrebbe portarlo via attracca brevemente, ma lui rifiuta l’opportunità di lasciare quel luogo ostile, preferendo restare accanto alla creatura anfibia Aneris. Questa scelta rappresenta un netto distacco dalla sua condizione iniziale di studioso razionale e isolato, segnando una trasformazione profonda nel suo modo di percepire il mondo, il diverso e se stesso. Parallelamente, Gruner, il vecchio guardiano del faro, muore durante un attacco delle creature marine, lasciando definitivamente al protagonista il compito di decidere cosa fare del proprio futuro.

Ray Stevenson in Cold Skin - La creatura di Atlantide
Ray Stevenson in Cold Skin – La creatura di Atlantide

Il momento culminante arriva quando l’osservatore decide di non combattere più le creature, ma di convivere pacificamente con esse. L’ultima scena lo mostra seduto nel faro, ora guardiano a sua volta, mentre osserva Aneris allontanarsi nel mare. I ruoli si sono ribaltati: dove un tempo c’era paura, ora c’è accettazione; dove regnava la guerra, ora c’è una fragile tregua. La decisione del protagonista non è dettata da rassegnazione, ma da una rinnovata consapevolezza, frutto della convivenza con ciò che inizialmente percepiva come mostruoso. Non viene fornita una chiusura netta o rassicurante, ma piuttosto una nuova condizione di equilibrio tra umani e creature anfibie, lasciando al pubblico il compito di interpretarne la tenuta nel tempo.

Il significato del finale è strettamente legato ai temi centrali del film: la paura dell’ignoto, il confine tra civiltà e barbarie, la natura mutevole dell’umanità. Il protagonista attraversa un processo di trasformazione che lo porta a mettere in discussione le convenzioni sociali, morali e persino biologiche. Rifiuta la violenza cieca rappresentata da Gruner e abbraccia un’esistenza fatta di comprensione e rispetto, anche verso chi è radicalmente diverso da lui. L’amicizia, l’empatia e la convivenza diventano le nuove armi contro l’orrore, suggerendo che la vera salvezza non è nella fuga o nella distruzione del nemico, ma nell’accettazione della complessità dell’altro.

In questo senso, Cold Skin – La creatura di Atlantide si rivela un racconto allegorico sul colonialismo, sull’identità e sull’umanizzazione del “diverso”. Il protagonista sceglie di non tornare nel mondo civilizzato perché ha scoperto una nuova verità sull’umanità: ciò che temiamo e attacchiamo spesso è solo il riflesso della nostra ignoranza. Il suo gesto finale – restare sull’isola – non è un atto di rinuncia, ma una forma di resistenza silenziosa a una civiltà che preferisce distruggere ciò che non capisce. Un finale malinconico e potente, che lascia spazio alla riflessione sulla natura dell’uomo e sulla possibilità di evolvere verso una convivenza più profonda e sincera.

Cold Light of Day: il trailer del film con Bruce Willis

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La Summit Entertainment ha svelato il trailer internazionale di Cold Light of Day, l’action thriller che vede accanto alla super star Bruce Willis, il giovane Henry Cavill prossimo Man of Steel,

Cold in July: recensione del film con Michael C. Hall

Cold in July: recensione del film con Michael C. Hall

Ambientato in un Texas di fine anni ’80 immerso in un’atmosfera rarefatta e soffocante, Cold in July, il nuovo thriller di Jim Micke, riprende nuovamente le torbide ossessioni familiari già ben sperimentate nel cannibalistico We Are What We Are e le trasporta in una pellicola dai risvolti narrativi imprevedibili, dove la commistione di suspence, azione e humor nero dà vita ad una cacofonia estetico-visiva a dir poco sorprendente. Avvalendosi di una sceneggiatura solida e piena di risvolti, tratta dal famoso romanzo di Joe R. Lansdale, il regista dipinge una realtà di tensione e di presagi attraverso tinte vintage che richiamano certi ambienti da soap-opera, delineando personaggi ambigui e multiformi che si muovono nel mezzo di un mistero che si fa sempre più profondo e stratificato.

In Cold in July dopo che un ladro si intrufola di notte nella sua abitazione, Richard Dane è costretto a difendere la sua famiglia, ma in un momento di agitazione un colpo parte accidentalmente dalla sua pistola, uccidendo il giovane intruso. Assolto per legittima difesa, Richard non riesce però a superare facilmente l’accaduto, anche a causa delle continue minacce del presunto padre del delinquente, un ex galeotto appena uscito di prigione e deciso a non lasciarlo in pace. Grazie agli sforzi congiunti dei due uomini, entrambi impiegati a scovare la verità, ben presto emerge una sconcertante verità che rimanda a qualcosa di molto più losco celato dietro all’accidentale omicidio.

Cold in July, il film

Cold in July

Michael C. Hall lascia a casa i panni del tenebroso serial killer Dexter e indossa i panni di un uomo americano qualunque, un corniciaio padre di famiglia messo dinnanzi ad una realtà più grande di lui che sconvolge il suo perfetto idillio iniziale, mentre l’ormai attempato Sam Shepard dà vita ad un piccolo ma potentissimo personaggio intriso di ambiguità e di acido odio sociale, un padre che vuole vendicare a tutti i costi i torti subiti (rimembranze del De Niro di Cape Fear).

Don Johnson appare invece stranamente piatto ed ingessato nel ruolo di un poliziotto disposto a tutto pur di portare a termine un’indagine, forse reso in maniera troppo stereotipata rispetto al contesto generale. La pellicola punta forte sul continuo cambio di registro narrativo, rallentando e velocizzando il ritmo e adattando di volta in volta le modalità espressive alla prospettiva del racconto, senza mai perdere un colpo e creando un esempio di come si possa concretamente abbattere la consueta (troppo) impermeabile barriera dei generi filmici. L’uso poi di un happy end in stile classico appare come una doccia fredda agli occhi e alla mente dello spettatore, il quale però non può fare a meno di rimanere meravigliato dinnanzi all’ennesimo genio creativo all’interno di una pellicola in cui niente è mai pienamente prevedibile e dove si gioca continuamente al scovare il risvolto successivo, in un grande esempio di cinema senza coordinate pre-impostate.

Cold Case: CBS a lavoro su una nuova serie reboot

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Cold Case: CBS a lavoro su una nuova serie reboot

Secondo quanto riportato da Deadline, la CBS è in trattative con la Warner Bros. TV per il progetto, che sarà realizzato dalla creatrice della serie originale Meredith Stiehm. La serie sarà ambientata 15 anni dopo l’episodio finale della serie originale e seguirà una nuova squadra di tenaci detective che indagheranno su casi irrisolti nel sud-ovest.

Al momento non è chiaro se qualcuno dei protagonisti della serie originale tornerà o meno a causa della nuova ambientazione del reboot. La Stiehm scriverà anche la sceneggiatura della serie e sarà nuovamente produttrice esecutiva della serie, come ha fatto per l’originale. Deadline fa notare che le trattative sono in corso, ma non è ancora stato raggiunto un accordo.

L’originale Cold Case è stato un grande successo

Originariamente uscito nel 2003, Cold Case seguiva una divisione speciale del Dipartimento di Polizia di Philadelphia specializzata in indagini su casi irrisolti. La serie era interpretata da Kathryn Morris, Justin Chambers, Thom Barry, John Finn, Jeremy Ratchford, Danny Pino, Sarah Brown e Tracie Thoms. La serie è durata sette stagioni e ha trasmesso più di 150 episodi.

Colazione da Tiffany: venduta la casa di Holly Golightly

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Colazione da Tiffany: venduta la casa di Holly Golightly

7.4 milioni di dollari per il palazzetto che fa da sfondo alle vicende di Holly Golightly, la protagonista di Colazione da Tiffany, interpretata da Audrey Hepburnm.

Questa la cifra sborsata da un misterioso compratore per l’acquisto dello splendido edificio su quattro piani situato nell’Upper East Side.

La prestigiosa residenza è composta da salone, cucina, quattro camere e cinque bagni. La proprietà dispone anche di un cortile, una serra e una ampia cantina.

via CS.it

Colazione da Tiffany: le curiosità sul film con Audrey Hepburn

Colazione da Tiffany: le curiosità sul film con Audrey Hepburn

Nell’elenco dei film più celebri e apprezzati della storia del cinema non può mancare Colazione da Tiffany, vero e proprio classico del 1961 diretto dal noto regista Blake Edwards. Divenuto un simbolo culturale ed estetico, il film si affermò come uno dei più apprezzati del suo anno, arrivando a vincere due Oscar a fronte di cinque nomination, rispettivamente per la miglior colonna sonora e la miglior canzone originale Moon River.

Il film contribuì inoltre a consacrare ulteriormente la carriera dell’attrice Audrey Hepburn, il cui ritratto di Holly Golightly è indicata come una delle interpretazioni femminili più memorabili di tutti i tempi e una delle più importanti per la sua carriera. La Hepburn ottenne infatti una nomination all’Oscar per il suo ruolo, e se anche non riportò la vittoria ebbe modo di affermarsi ulteriormente nell’immaginario collettivo e culturale.

Tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote, pubblicato nel 1958, il film vede presenti in sé diverse modifiche rispetto al testo su cui si basa. Tali modifiche, che verranno approfondite più avanti, furono motivo di particolare scontento per Capote, ma permisero al film di ottenere un più ampio consenso di pubblico. Questi arrivò infatti ad incassare complessivamente a livello mondiale la cifra di 14 milioni. All’epoca si trattava di un considerevole guadagno, specialmente a fronte del suo budget di soli 2.5 milioni di dollari.

La trama e il cast del film Colazione da Tiffany

Ambientato a New York, il film narra la storia di Holly Golightly (Audrey Hepburn), elegante e giovane ragazza che ama guardare le vetrine di Tiffany e si mantiene facendo l’accompagnatrice. La sua vita cambia nel momento in cui fa la conoscenza del suo nuovo vicino di casa, Paul Varjak (George Peppard). Holly, la cui idea è quella di trovare un ricco uomo da sposare, vede sconvolgersi i suoi piani dopo tale incontro. Trascorrendo del tempo insieme a Paul, Holly se ne scopre infatti innamorata, ma rifugge questo sentimento per paura di stravolgere la sua vita. Dovrà a questo punto fare i conti con sé stessa e con il suo passato per trovare la serenità da sempre ricercata.

Per il ruolo della giovane Holly lo studios di produzione decise che Audrey Hepburn era l’attrice giusta. Questa, tuttavia, non la pensava allo stesso modo e in più occasioni affermò di non sentirsi adatta per la parte. In particolare, le fu difficile, da persona introversa, interpretare una personalità tanto estroversa come quella di Holly. Alla fine, però, questo divenne uno dei suoi ruoli più popolari, e la Hepburn ebbe un salario di circa 750 mila dollari, che fece di lei l’attrice più pagata per un singolo film dell’epoca.

Le riprese non furono però semplici per l’attrice, la quale per via della sua insicurezza riguardo al ruolo arrivo a perdere peso per via dello stress, trovandosi così a dover seguire una specifica dieta per riguadagnarlo. La Hepburn si affezionò però molto al progetto, e in particolare alla canzone composta appositamente per lei, Moon River, che esegue nel corso del film. È infatti noto che quando i produttori proposero di tagliare il brano, l’attrice si oppose fermamente affermando che per farlo avrebbero dovuto passare sul suo cadavere.

Colazione da Tiffany cast

Colazione da Tiffany: le differenze con il romanzo

Benché si basi sul romanzo di Capote, la sceneggiatura del film seguì ben poco quanto in esso narrato. Diverse sono state infatti le modifiche attuate, che resero particolarmente scontento l’autore dell’omonimo libro. In particolare, nel vendere i diritti alla Paramount, questi espresse il desiderio che ad interpretare il personaggio di Holly fosse l’attrice Marilyn Monroe. Lo studios preferì però assegnare la parte alla Hepburn, deludendo lo scrittore. Da lì ebbero inizio una serie di scontri tra lo scrittore e i produttori, che portarono a dar vita ad un film tanto apprezzato quanto poco fedele alla sua opera di partenza.

Quella di Capote, infatti, era tutt’altro che una commedia, ma la storia venne riadatta per poter sfoggiare le caratteristiche e le convenzioni di tale genere. Il finale del romanzo, ad esempio, è molto meno accomodante e non presenta affatto un lieto fine. Qui, infatti, i due protagonisti finiscono con il separarsi per non rivedersi mai più. I produttori, tuttavia, decisero che il pubblico aveva bisogno di un happy ending dopo le sofferenze della guerra, e decisero perciò di modificare il finale. Questo vede dunque il coronamento dell’amore tra i due protagonisti, i quali finalmente si possono scambiare un bacio.

Particolari modifiche vennero effettuate inoltre per quanto riguarda il personaggio di Holly. L’allusione alla sua bisessualità, elemento fondamentale nel libro, viene nel film totalmente rimossa, giudicata non adeguata al tono che i produttori volevano conferire al film. Allo stesso modo, il rapporto che la protagonista intrattiene con gli uomini che incontra e a cui si accompagna è reso meno esplicito. Per Capote, invece, Holly è una versione americana della geisha, che differisce dalla tradizionale escort a chiamata. Nonostante lo scontento dello scrittore, il quale si sentì truffato dalla Paramount, come accennato il film ottenne ampi consensi di critica e pubblico. Inoltre, è oggi ricordato come un classico della commedia americana degli anni Sessanta.

Il trailer di Colazione da Tiffany e dove vedere il film streaming

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Colazione da Tiffany è infatti presente su Chili Cinema, Rakuten TV, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 23 marzo alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb, PopMatters

Colazione da Tiffany: in vendita l’appartamento di Holly

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Colazione da Tiffany: in vendita l’appartamento di Holly

L’appartamento nell’Upper East Side di New York che nel 1961 fu la casa di Holly (Audrey Hepburn) in Colazione da Tiffany è in vendita a 8 milioni di dollari.

Mentre le scene di interno vennero girate in un set ricostruito in studio, la parte esterna dell’edificio, incluse le porte verde smeraldo, è stata usata per molte riprese di esterni. Il film fece di Audrey Hepburn un nome celeberrimo, e per una buona ragione: chi non si sarebbe innamorato di quegli occhi da cerbiatto e di quel minuto aspetto da fatina?

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L’appartamento è locato in un edificio sulla 71esima strada a Manhattan. L’appartamento è formato da quattro camere da letto, cinque bagni, camini multipli e una serra chiusa, e offre all’acquirente privacy e lusso. C’è anche un cortile per chi ha dei gatti che preferiscono stare all’esterno.

La domanda è una soltanto: nel prezzo è incluso anche il ‘little black dress’ by Givenchy di Holly?

Fonte: E! online

Colazione da Tiffany: eleganza, stile e modernità di Audrey Hepburn

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”. È questa una delle frasi simbolo di Colazione da Tiffany, il celeberrimo film del 1961 diretto da Blake Edwards (Operazione sottoveste, La pantera rosa, Hollywood party), che consacrò Audrey Hepburn. Ed è inscindibile da chi la pronuncia: la stravagante protagonista Holly Golightly, impersonata proprio dall’attrice britannica divenuta icona di stile, in particolare quello dello stilista Givenchy, che disegnò per lei i celebri abiti neri indossati da Miss Golightly.

Il film segnò un’epoca – come il precedente Vacanze romane, che nel 1953 aveva visto la stessa Hepburn esordire a Hollywood e portare a casa un Oscar, recitando accanto a Gregory Peck e consegnando alla storia, oltre a una nuova stella nel firmamento hollywoodiano, anche la Vespa e l’immagine iconica della Roma turistica che fecero il giro del mondo. In Colazione da Tiffany la vena brillante e l’ironia di Blake Edwards, maestro della commedia americana, hanno dato il loro meglio, coniugando i momenti comici col fascino romantico delle grandi storie d’amore, sulle note di quella Moon River divenuta un classico.

Colazione da Tiffany, il film e il romanzo di Truman Capote

Colazione da Tiffany conquistò il pubblico e la critica anche grazie alle solide basi su cui poggiava. È infatti liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote del 1958. L’autore cedette i diritti alla Paramount Pictures, che ne finanziò la realizzazione per il grande schermo. Capote però, avrebbe voluto Marilyn Monroe come protagonista della versione cinematografica, mentre la scelta cadde su Audrey Hepburn e si rivelò un successo. Il romanzo poi, era ambientato negli anni ’40, anziché nei ’60.

La vicenda è incentrata su Holly Golightly, giovane donna di umili origini che vive a New York con un gatto senza nome e sogna una vita agiata, che spera di ottenere sposando un uomo ricco. Nel frattempo, fa l’accompagnatrice e trasmette messaggi in codice per conto del boss Sally Tomato, Alan Reed, detenuto a Sing Sing. Non crede nell’amore ed è uno spirito libero. Poi incontra Paul Varjak, George Peppard, uno scrittore autore di un solo libro. Il giovane è mantenuto dalla facoltosa Liz Failenson, Patricia Neal, cui si concede in cambio di denaro. Paul e Holly diventano presto amici. Paul si innamora di lei, scoprendone fragilità e ombre. Un giorno a New York arriva “Doc”, Buddy Ebsen, marito di Holly, che se ne era preso cura da bambina per poi sposarla, ancora giovanissima. Doc chiedere a Holly di tornare a casa, ma lei non ne vuole sapere. Nonostante gli sia molto affezionata, il mondo di provincia che Doc può offrirle le sta troppo stretto. Mentre Paul è sempre più preso da Holly, lei incontra ad una festa un ricco brasiliano, José De Silva, José Luis de Vilallonga, e decide di partire con lui ed iniziare una nuova vita in Brasile. Solo quando questi cambia idea e la lascia con un biglietto d’addio, Holly cede ai propri sentimenti verso Paul, decide di restare a New York e tornare da lui, il cui amore è sincero.

Il principale “tradimento” del film rispetto al romanzo di Capote consiste proprio in questo finale. La sceneggiatura di George Axelrod – candidata all’Oscar – prevede infatti il più classico degli happy end, andando incontro alle esigenze di Hollywood, mentre il romanzo aveva un finale più amaro, in cui Holly partiva da sola per il Brasile.

Audrey Hepburn è Holly Golightly

Se Colazione da Tiffany è un classico indiscusso del cinema, lo si deve soprattutto all’aristocratica, ma mai supponente bellezza dell’attrice britannica e alla sua perizia di attrice, che rese Miss Golightly elegante e leggera come il cognome suggeriva, superficiale e profonda, indipendente e fragile, volitiva e insicura al tempo stesso. Il film era in anticipo sui tempi nel proporre una donna spregiudicata, libera e un po’ pazza, che non teme il giudizio della gente. Una figura femminile per molti versi moderna, seppur per altri ancora vincolata a stereotipi mai passati di moda, impersonata magnificamente da Audrey Hepburn con una naturale freschezza, che la rende ancora oggi attualissima.

L’attrice – che dopo l’esordio hollywoodiano era stata protagonista di Sabrina (1954) per Billy Wilder, iniziando la sua collaborazione e amicizia con lo stilista Givenchy, e sarebbe poi stata un’indimenticabile  Eliza Doolittle in My Fair Lady di George Cukor (1965) –  ricevette la nomination all’Oscar per la sua interpretazione in Colazione da Tiffany, ma non vinse la statuetta, che andò a Sofia Loren per La Ciociara. Si aggiudicò invece il David Donatello come miglior attrice straniera.

Il cast di Colazione da Tiffany

Il successo di un film però, si sa, è merito di un lavoro collettivo. Dunque, Colazione da Tiffany, non è soltanto la grande interpretazione di Audrey Hepburn. Accanto a lei, attrici e attori che hanno fatto la storia di Hollywood.

Il protagonista maschile George PeppardLa conquista del West (1962), L’uomo che non sapeva amare (1964), La caduta delle aquile (1966), senza dimenticare la popolarità della serie tv A-Team – seppe tenere testa alla Hepburn, trovando una sua chiave solida ed ironica per interpretare lo squattrinato e innamorato Paul.

Patricia NealUltimatum alla terra (1951), Oscar come miglior attrice protagonista per Hud il selvaggio (1963), veste i panni dell’austera Liz. Mentre Martin BalsamLa parola ai giurati (1957), Psycho (1960), L’incredibile Murray – L’uomo che disse no (1966) per il quale ottenne l’Oscar come miglior interprete maschile – interpreta l’agente di Holly, O. J. Berman. Senza dimenticare Mickey Rooney nel ruolo del vicino di Holly, Mr. Yunioshi.

Grande importanza rivestono, come si è detto, i costumi di Hubert de Givenchy, Edith Head e Pauline Trigere. Miss Golightly non sarebbe mai diventata l’esempio di eleganza e classe che ancora oggi è senza gli abiti disegnati dal famoso stilista e  senza i suoi iconici accessori, come la chilometrica sigaretta, gli occhialoni da sole, la collana di perle spesso abbinata al tubino nero, o l’imponente cappello che la protagonista indossa per andare a Sing Sing.

Anche la scenografia di Roland Anderson e Hal Pereira ha la sua parte nel creare il personaggio e per questo ricevette una nomination all’Oscar: il piccolo appartamento di New York in cui vive Holly è il suo specchio: caotico e disordinato, ma colorato, leggero e divertente, come il telefono che tiene nella valigia per non sentirlo squillare. Quel caos che dà l’idea di una partenza imminente o di un arrivo è lo specchio della sua incapacità di legarsi a luoghi e persone, del suo desiderio di libertà. Come lo è Gatto, il gatto rosso senza nome che la accompagna, ma al quale la protagonista si ostina a sostenere di non essere legata.

La fotografia di Franz F. Planer regala momenti indimenticabili, come la sequenza d’apertura: la New York ancora quieta del primo mattino vede la protagonista sostare davanti alle vetrine di Tiffany, mentre consuma una brioche per colazione e cerca di dare sollievo alle sue “paturnie”.

Moon River, la canzone da Oscar di Colazione da Tiffany

Uno spazio particolare va dedicato alla colonna sonora e in special modo a Moon River, intonata sul balcone di casa dalla protagonista in una celebre scena del film. Il brano, scritto da Henry Mancini che ne curò la parte musicale e Johnny Mercer, autore del testo, è diventato una delle più famose canzoni da film in assoluto. Entrambi seppero interpretare al meglio l’anima romantica del film, potendo contare sul fascino delicato di Audrey Hepburn che ne impreziosiva l’interpretazione. Grazie a questa alchimia, il film vinse due Oscar: furono premiati sia il brano Moon River, giudicato miglior canzone, sia l’intera colonna sonora del film.

Le frasi più celebri di Colazione da Tiffany

Sono molte le battute di Colazione da Tiffany rimaste nella memoria del pubblico. Eccone alcune tra le più significative, che riguardano lo spirito indomito di Holly e la sua ritrosia ai legami di ogni genere, la sua concezione degli uomini, il suo rapporto con la bellezza e, ovviamente, Tiffany.

Holly e l’amore

Holly Golightly: “Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica. Più le si vuole bene più diventa ribelle: finché un giorno se ne scappa nelle praterie e poi in cima a un albero. E poi su un albero più alto”.

Holly: “Non permetterò a nessuno di mettermi in gabbia”.

Paul Varjak: “Non voglio metterti in gabbia, io voglio amarti”.

Holly: “È la stessa cosa”.

Paul: “Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa”.

Holly e gli uomini

Quello che è certo è che avevo sbagliato nel classificarlo. Pensavo che fosse un verme. Invece è un super verme, ecco. Un super verme, sotto spoglie di verme”.

Un uomo si giudica dagli orecchini che ti regala … Che orrore questi… Li ho comprati io”.

Holly e la bellezza

Certe luci della ribalta rovinano la carnagione, a una ragazza”.

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”.

Holly e Tiffany

Holly: “Io vado pazza per Tiffany, specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie”.

Paul: “Vuol dire quando è triste?

Holly: “No … Uno è triste perché si accorge che sta ingrassando, o perché piove. Ma è diverso. No, le paturnie sono orribili: è come un’improvvisa paura di non si sa che. È mai capitato a lei?

Holly: “Non è divino?

Paul: “Che cosa?

Holly: “Tiffany… è una meraviglia, vero? Capisci cosa intendo quando dico che niente di brutto può accaderti qui? E non è per i gioielli, che a me non piacciono, tranne i brillanti s’intende…”.

Il trailer di Colazione da Tiffany

Colazione da Tiffany edizione The Masterworks Collections

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Colazione da Tiffany edizione The Masterworks Collections

Da oggi 26 marzo è disponibile in uno speciale cofanetto Digiboook il cult di “Colazione da Tiffany”. Questa eccezionale edizione “The Masterworks Collections” del film ispirato al romanzo di Truman Capote conterrà al suo interno, oltre al film in Blu-ray, un libretto da collezione con materiale fotografico originale, dietro le quinte, note di produzione, poster originali, dettagli su guardaroba e set, ed alcune note dallo studio e dal cast.

Questi i dettagli tecnici dell’edizione:

Contenuti Audio: Inglese DTS-HD MASTER AUDIO 5.1; Inglese Restaurato, Italiano, Tedesco, Spagnolo, Francese MONO; Commento Inglese STEREO

Sottotitoli: Inglese n/u, Italiano, Tedesco, Francese, Olandese, Danese, Spagnolo, Norvegese, Finlandese, Svedese

Contenuti Extra: Commento del Produttore; richard Shepherd; Il Making Of di un Classico; Fa Così Audrey!; Un’Icona di Stile; Dietro i Cancelli: Il Tour; Lo Splendore in una Scatoletta Azzurra; La Lettera di Audrey a Tiffany; Le Gallerie; Il Trailer Cinematografico Originale

Contenuti ExtraHD: Il raduno degli Invitati di Casa Golightly; Henry Mancini: Non Solo Musica; Il Sig. Yunioshi: il Punto di Vista Asiatico.

Colazione da Tiffany al cinema il 14 Febbraio

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Colazione da Tiffany al cinema il 14 Febbraio

A 90 anni dalla nascita di Truman Capote dalla cui penna nacque l’indimenticabile Holly Golightly Nexo Digital è lieta di presentare Colazione da TiffanyL’evento cinematografico più romantico di San Valentino solo il 14 febbraio torna nelle sale italiane il film di Blake Edwards in versione restaurata e digitalizzata in 4K per far rivivere su grande schermo l’intramontabile classico della storia del cinema interpretato da Audrey Hepburn.

Tratto dal celebre romanzo di Truman Capote, Colazione da Tiffany è noto a tutti gli amanti della letteratura americana di quegli anni, a coloro che trovano irresistibile il fascino senza tempo di Audrey Hepburn, a coloro che non riescono a non provare una lieve emozione ascoltando le note della celeberrima Moon River di Henry Mancini: in una parola a tutti coloro che continuano ad amare la leggerezza, la spensieratezza, i sogni, i piccoli intrighi e il profumo dell’America di quegli anni in un gioco di destini che più di ogni altro ha celebrato la bellezza dell’innamorarsi (soprattutto nella magica New York di dell’epoca).

Così oggi, proprio in occasione della festa degli innamorati, Colazione da Tiffanydi Blake Edwards -restaurato e digitalizzato in 4K- torna nella sale italiane solo per un giorno, il 14 febbraio (l’elenco delle sale e delle proiezioni in 2K e 4K sarà a breve disponibile su www.nexodigital.it). Una storia che continua ad emozionare perché celebra quell’amore romantico di cui in fondo, pragmatici figli del nostro tempo, finiamo per essere ancora un po’ cultori: leggero ma fatale scontro di destini e di personalità, favola newyorkese con uno tra i baci più belli e magici della storia del cinema. Una storia da rivedere su grande schermo proprio a 90 anni dalla nascita di Truman Capote (1924-1984) dal cui romanzo (edito in Italia da Garzanti http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=3090)  è tratto l’omonimo film che pure ne modificò radicalmente il finale.

L’affascinante quanto sfuggente protagonista Holly Golightly ed il giovane scrittore Paul Varjac, suo vicino di casa, finiscono infatti per innamorarsi nella cornice di una New York che, alla soglia degli anni Sessanta, vive la propria primavera di bellezza, entusiasmi e speranza. La bella Holly, sfoggiando abiti dal fascino senza tempo, mix di stravaganze e dolcezza romantica è bizzarra e vitale, ma ha nel cuore un velo di tristezza che solo l’amore romantico saprà sciogliere come il sole con la nebbia d’autunno; e Paul, scrittore agli esordi, un po’ acerbo forse, ma sognatore quanto basta per far sì che sia incontro di bellezza e, ci piace crederlo, d’anime. Divenuta negli anni icona della femminilità americana, Holly vive il presente liberandosi del passato e di qualunque convenzione e resta per questo l’eroina di Capote, quella a cui lo stesso scrittore disse di sentirsi maggiormente affezionato.

Uscito per la prima volta nel 1961, il film, diretto da Blake Edwards, ottenne il pieno appoggio della critica: un Oscar per la migliore colonna sonora nel 1962, uno per la miglior canzone con Moon River, tre nomination per la migliore attrice protagonista, la migliore sceneggiatura e la migliore scenografia, due nomination al Golden Globe come miglior commedia e a Audrey come miglior attrice, per non dimenticate un David di Donatello a Audrey Hepburn come miglior attrice straniera. Nel 2012 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America.

Il film di Blake Edwards è uno tra i classici della cinematografia che Nexo Digital riporta a nuova vita nelle sale di tutta Italia per regalare ai propri spettatori appuntamenti unici (A qualcuno piace caldo, Ritorno al Futuro, Il Padrino, Irma la dolce, Jesus Christ Superstar, Psyco, Quei bravi ragazzi, Ritorno al futuro, Rocky, , Frankenstein junior, Grease…).

Colazione da Tiffany viene distribuita da Nexo Digital in collaborazione con Garzanti editore.

Nexo Digital è editore e distributore di contenuti cinematografici corrispondenti a differenti linee editoriali tematiche: concerti (Ligabue Day, Big Four, Renato Zero, Red Hot Chili Peppers, A day with Shakira, Chemical Brothers, Fatboy Slim, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Robbie Williams, Marco Mengoni, Dream Theater, Muse), musica classica e danza (ciclo col Maestro Riccardo Muti, Lang Lang, dirette dal Bolshoi di Mosca e dall’Opéra di Parigi, Nederland Dans Theater, opere del Metropolitan di New York, concerti della Filarmonica della Scala), film d’autore (George Harrison. Living in the Material World di Martin Scorsese, Magical Mystery Tour dei Beatles), arte (Leonardo Live, Manet. Ritratti di Vita, Munch 150, Vermeer e la musica), eventi sportivi (Fastest sul mito di Valentino Rossi, finale del Roland Garros in 3D, Nitro Circus 3D), eventi e film per bambini (La Festa di Patty al Cinema, Le avventure di Zarafa. Giraffa Giramondo), spettacoli (Cirque du Soleil 3D prodotto da James Cameron, Ammutta Muddica di Aldo Giovanni e Giacomo), anime (Akira, Madoka Magica, La Maratona di Evangelion, Evangelion 3.0, Wolf Children), grandi film del passato riportati all’antico splendore grazie alla digitalizzazione in 2K e in 4K (L’Esorcista, Blues Brothers, Colazione da Tiffany, Psycho, A qualcuno piace caldo, Ritorno al Futuro, Grease, Frankenstein Junior, Rocky Horror Picture Show e molti altri). Dal 2012 Nexo Digital si è aperta al mercato internazionale distribuendo in vari paesi del mondo i Blues Brothers, Back to the future, le dirette della Filarmonica della Scala al cinema e Opera on Ice, lo spettacolo con Carolina Kostner registrato all’Arena di Verona.

  

 

Coincidenze d’Amore: trailer della commedia diretta da Meg Ryan

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Coincidenze d’Amore: trailer della commedia diretta da Meg Ryan

UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY ha diffuso il trailer di Coincidenze d’Amore, la nuova commedia diretta da Meg Ryan che la vede anche protagonista al fianco di David Duchovny. 

In Coincidenze d’Amore Bill (David Duchovny) e Willa (Meg Ryan) hanno avuto in passato una relazione sentimentale e ora si ritrovano bloccati per una notte in un piccolo aeroporto a causa di una tempesta di neve. Con un ritardo non quantificato, Willa, dotata di una spiccata emotività, e Bill, sostanzialmente un catastrofista, tornano a vivere attrazione e fastidio l’uno per l’altro esattamente come decenni prima. Fra la ricostruzione del loro passato in comune e il giudizio sulle proprie vite confrontate con i sogni condivisi di un tempo, inizia a insinuarsi il dubbio che l’incontro possa non essere una semplice coincidenza, ma qualcosa più simile a un incantesimo.

Coincidenze d’amore, recensione del film di e con Meg Ryan

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Coincidenze d’amore, recensione del film di e con Meg Ryan

Lo scopo di Coincidenze d’amore è chiaro, peccato che la sua regista e protagonista Meg Ryan perda la strada, o forse non l’ha mai davvero imboccata. La regina delle rom-com del passato tenta un ripescaggio, è il caso di dire, con una commedia dai toni talvolta amari che non riesce proprio a tenere in carreggiata, nonostante la presenza dell’ottimo David Duchovny.

Icona della commedia romantica anni ’90, Meg Ryan è alla sua seconda volta dietro alla macchina da presa e si cimenta con l’adattamento cinematografico di una piece teatrale di Steven Dietz.

Coincidenze d’amore, la trama

La storia è quella di due ex, che per un caso bizzarro portano lo stesso nome, e per una serie di circostanze, tra cui maltempo, ritardi e annullamenti di aerei, si ritrovano in un aeroporto, bloccati, senza poter ripartire. Questa coabitazione forzata li porterà a parlarsi, chiarirsi e a raccontarsi. Cosa è accaduto nei 25 anni in cui non si sono visti? Dove sono le loro vite? Cosa sarebbe successo se invece di lasciarsi fossero riusciti a trovare il modo di rimanere insieme?

L’impianto teatrale, a location unica e con pochi interpreti, è sempre una grande sfida. Bisogna mantenere alta l’attenzione dello spettatore avendo al proprio servizio pochi artifici e cercando di catalizzare ogni fibra di chi guarda e ascolta con dialoghi e interpretazioni vincenti.

E se da un lato Meg Ryan dimostra di saper dirigere attori capaci ed esperti come David Duchovny, che si destreggia abilmente nel ruolo del manager in crisi, nonché se stessa, nei panni di una donna smarrita, dall’altro la mancanza di una direzione artistica precisa, di una visione stilistica compromette l’intero film. Le piccole finestre di fantasia che si aprono nella storia, come la voce che proviene dalla filo diffusione che sembra dar loro suggerimenti, e il realismo generale con cui è approcciata la storia portano a un risultato confusionario.

coincidenze d'amoreTra la commedia romantica e il dramma personale

Coincidenze d’amore oscilla tra momenti da commedia romantica classica e momenti più seri e riflessivi, senza che le due componenti tonali della storia abbiamo una vera e propria armonia, senza che questi vengano amalgamate come si deve. Il risultato è disomogeneo e ad aggravare la situazione contribuisce l’ambientazione. Un aeroporto è un non luogo, un posto dove tutto è possibile, un luogo di passaggio, quasi uno scenario fantastico, già sfondo di tanti altri racconti, anche per il cinema, tuttavia questa indefinitezza di base non fa altro che aumentare la mancanza di coesione della storia, spingendo i due protagonisti dappertutto e da nessuna parte.

Willa e Bill si raccontano, si indagano, si accusano, fanno pace con se stessi, ma non riescono mai a stabilire una vera e propria connessione con l’altro e questo aspetto è il maggiore ostacolo che lo spettatore sente con i protagonisti. Meg Ryan mantiene le distanze dai due personaggi, non ci fa entrare nelle loro emozioni, e con così pochi strumenti a disposizione per intrattenere e “farci innamorare” questa freddezza diventa un vero e proprio limite.

A differenza della carriera del passato di Ryan, questa sua seconda regia, Coincidenze d’amore, non riesce a fare breccia. L’incanto dell’evocazione di ben altre commedie che l’hanno vista protagonista si spezza subito, e al suo posto resta lo spettro di un modo di raccontare storie e di fare cinema che forse ha superato il suo tempo massimo.

Cogan – Killing Them Softly: spiegazione del finale e del significato del film

Il film Cogan – Killing Them Softly racconta una storia grintosa sul crimine e le sue conseguenze, e termina con un commento tagliente sul cosiddetto “sogno americano“. Scritto e diretto dal regista australiano Andrew Dominik, il film funziona come un convenzionale film di gangster, ma utilizza spezzoni delle elezioni presidenziali americane del 2008 per una narrazione più ampia sulle realtà economiche. Cogan – Killing Them Softly è uscito originariamente nel novembre 2012.

In Cogan – Killing Them Softly, il killer Jackie Cogan (Brad Pitt) opera come regolatore della malavita. Quando due criminali di basso livello di nome Frankie (Scoot McNairy) e Russell (Ben Mendelsohn) rapinano un gioco di carte locale gestito da Markie Trattman (Ray Liotta), sconvolgono il flusso di denaro e le dinamiche di potere della comunità. Come spiega Jackie al suo contraente mafioso Driver (Richard Jenkins), tutti sanno che Trattman una volta ha rapinato la sua stessa partita, quindi la verità non ha importanza: è la fiducia nel sistema che conta. Perciò Trattman deve essere eliminato, secondo Jackie, per far tornare le cose alla normalità. Cogan – Killing Them Softly è tratto dal romanzo di George V. Higgins del 1974 Cogan’s Trade.

Jackie vede il quadro generale e protegge il suo flusso di denaro in Cogan – Killing Them Softly. Prima di poter uccidere Trattman, però, Jackie ha bisogno dell’approvazione dei capi innominati di Driver. Si fida del sistema, ma si prepara anche al peggio. Jackie ha bisogno di ristabilire un senso di equilibrio economico per ottenere maggiori opportunità finanziarie, e quindi accetta un contratto da 15.000 dollari per uccidere Trattman. L’intera prima ora del film poliziesco di Netflix esplora le motivazioni di Jackie e spiega come riesce a sopravvivere alla tempesta. Ecco una spiegazione dell’atto finale di Cogan – Killing Them Softly.

Cogan – Killing Them Softly come allegoria del crollo finanziario del 2008

Cogan - Killing Them Softly significato film

Cogan – Killing Them Softly è un’allegoria della crisi finanziaria del 2007-2008: assunzione di grandi rischi, collasso del sistema, salvataggi finanziari e conseguente recessione. Il crollo che Jackie cerca di superare ha origine con l’ammissione da parte di Trattman di aver derubato il suo stesso gioco di carte. Tra l’altro, la sua avidità sfrenata e la sua vanagloria spingono Squirrel a manipolare il sistema ingaggiando due ingenui criminali, Frankie e Russell, che hanno semplicemente bisogno di soldi. Non prevedono le conseguenze della rapina a Trattman, ma sanno dove ricadrà la colpa. Per fare un paragone con la vita reale (h/t Stack Exchange), Trattman è stato collegato all’ex amministratore delegato di Bear Stearns James Cayne, un uomo d’affari che è stato in parte incolpato di aver scatenato la crisi finanziaria del 2007-2008, nonché un uomo che ha ingaggiato una squadra di giocatori di carte internazionali per competizioni di Bridge ad alto rischio.

Come descritto nel film drammatico del 2015 The Big Short, i broker di investimento come Cayne sono stati responsabili di una crisi finanziaria inevitabile. Nel mondo di Cogan – Killing Them Softly, la rapina di Trattman crea una crisi di fiducia, il che significa che qualcuno deve calmare la tempesta. In questo caso, Driver ricorda a Jackie che i suoi capi hanno una “mentalità aziendale totale”: non vogliono uccidere Trattman, ma solo mandargli un messaggio. Ma Jackie dice a Driver che devono riportare l’industria alla normalità. Durante questa conversazione, alla radio si sente George W. Bush che parla dell’opinione pubblica e della costruzione del sostegno. Qualche istante dopo, mentre gli scagnozzi di Driver si preparano a picchiare Trattman, un notiziario fa riferimento a Henry Paulson, l’ex amministratore delegato di Goldman Sachs che è diventato Segretario del Tesoro e ha avviato il salvataggio. In Killing Them Softly, Driver deve ripristinare la fiducia ma protegge i suoi amici. Al contrario, Jackie protegge se stesso. Queste filosofie distinte danno vita alla loro conversazione finale.

In qualità di principale regolatore finanziario di Killing Me Softly, Jackie individua problemi significativi con i suoi abituali collaboratori. In primo luogo, Driver vuole salvare Trattman, e questo è un problema. In secondo luogo, Jackie chiede assistenza a un collega sicario di nome Mickey (James Gandolfini), ma scopre che l’uomo ora beve pesantemente ed è semplicemente inaffidabile. Anche Mickey fa parte del problema, perché prende i soldi ma ride del concetto di responsabilità. Dopo una conversazione rivelatrice in una stanza d’albergo, Jackie fa chiarezza e informa Driver che Mickey deve andarsene, e deve andarsene SUBITO. La prigione gli farà bene, proprio come a tanti banchieri della vita reale che hanno manipolato il sistema a loro vantaggio e hanno perso la prospettiva. C’è ancora dell’umanità in Mickey, come dimostrano le sue storie strappalacrime, ma è un uomo diverso. Jackie ammette persino di volere la versione di Mickey di “due anni fa”.

Per salvarsi, Jackie deve fare tutto il lavoro sporco. Sa quanto possano essere stupidi alcuni dei criminali di basso livello, come dimostrano le osservazioni fatte a Driver sulla loro conoscenza di Kenny Gill (Slaine), che fornisce informazioni su Frankie e Russell. Dopo che Jackie ha incastrato Mickey e ucciso Trattman nel corso di una sequenza stilizzata, si muove lungo la catena. Squirrel viene ucciso per aver orchestrato la rapina a Trattman. Frankie viene ucciso perché ingenuo e inaffidabile; qualcuno che potrebbe potenzialmente creare ancora più problemi parlando troppo. Per Jackie si tratta solo di affari. Sta ripristinando la fiducia nel sistema e nelle persone che lo assumono. E non è un caso che Jackie usi la frase “Sì, lo sei” per rivolgersi a persone come Frankie che affermano di non essere sicure di certi fatti, perché è una frase che si collega allo slogan della campagna elettorale di Barack Obama “Yes, we can”.

Il significato della scena finale di Killing Them Softly e del discorso di Cogan

Cogan - Killing Them Softly scena finale brad pitt

Killing Them Softly si conclude con un commento sul sogno americano e sull’ascesa di Barack Obama. Dopo aver ucciso Frankie, Jackie ha riequilibrato la sua comunità malavitosa e si è affermato come qualcuno che crea e ispira il cambiamento. Tuttavia, è pienamente consapevole del fatto che i colleghi d’affari useranno i concetti del Sogno Americano contro di lui, proprio come gli uomini d’affari del mondo reale hanno cercato di girare le situazioni finanziarie a loro vantaggio, sperando che molti americani fossero troppo ingenui per notare le scritte in piccolo, o semplicemente che non gli importasse più di tanto.

Quando Jackie entra in un bar per incontrare Driver, si fa beffe di Obama che pronuncia un discorso in televisione sul fatto che gli americani fanno parte di una grande comunità. “Ah, sì. Siamo tutti uguali“, si lamenta Jackie, “siamo tutti uguali”. Si schernisce anche con Driver che dice: “Fammi un favore: non farmi nessun favore. Ho visto come lavori“. In quel momento, Jackie tenta di portare avanti uno scambio significativo, ma viene essenzialmente bloccato dal fatto di non condividere le stesse opinioni di Driver. In retrospettiva, è lo stesso concetto che ha portato molti americani a votare per Donald Trump nel 2016, se non altro perché erano stati riduttivamente etichettati e categorizzati come conservatori che non capivano cosa fosse meglio per loro. In Killing Them Softly, Jackie capisce perfettamente di cosa ha bisogno e cosa gli è dovuto: 45.000 dollari per tre colpi. Mentre Jackie si dirige verso il bagno, poco prima di contare i suoi guadagni, Obama parla in televisione degli “angoli dimenticati del mondo” e del destino comune. Mentre Jackie torna dal bagno, la folla in televisione canta “Yes, we can! Sì, possiamo!” – un momento che si ricollega alle precedenti affermazioni del sicario “Yes, you are” e che prepara anche il suo discorso finale su come funziona effettivamente l’America (dal suo punto di vista).

Jackie si rende conto di essere stato trattato male da Driver, che sorride come un vero e proprio amministratore delegato e cita i “prezzi della recessione”. Secondo i capi, Jackie sarà pagato come l’altro sicario, Dillon (Sam Shepard). Con grande sorpresa di Driver, però, Jackie ha spostato i prezzi di mercato uccidendo Dillon quella mattina. Driver tenta di giustificare il suo punto di vista personale, citando “un business di relazioni” e suggerendo persino a Jackie di prestare attenzione alla dichiarazione di Obama: “Di molti, siamo uno“. Ma questa lavoratrice americana, Jackie, non si beve il mito e lo collega al padre fondatore Thomas Jefferson e alla sua relazione sessuale con una schiava. “Non farmi ridere“, dice Jackie, “vivo in America e in America sei solo. L’America non è un Paese. È solo un’azienda. Ora pagatemi, cazzo“.

Quando il sistema crolla in Cogan – Killing Them Softly, Jackie corre un grosso rischio e protegge i suoi interessi commerciali. Invece di salvare Trattman, ripristina la fiducia tra i suoi colleghi. La fede di Jackie è fede in se stesso. L’autista può bere e lamentarsi quanto vuole, ma non è cambiato nulla per il suo braccio armato. Che siate d’accordo o meno con le convinzioni di Jackie, la sua capacità di vedere il quadro generale è ciò che lo rende un prezioso lavoratore americano.

Cogan – Killing Them Softly: recensione del film con Brad Pitt

Cogan – Killing Them Softly: recensione del film con Brad Pitt

In Cogan – Killing Them Softly un attempato Vincent Curatola (l’immenso Johnny Sak dei “Sopranos”) assume  Frankie (Scoot McNairy) e Russell (Ben Mendelsohn), due svitati che credono di essere in gamba, per compiere una rapina a una partita di poker protetta dalla mafia, provocando così il collasso dell’economia criminale locale. Ci pensa il sicario professionista Jackie Cogan (Brad Pitt) a rimettere a posto le cose, ingaggiato dai vertici della malavita per scoprire l’autore della rapina e ripristinare il giro di soldi dovuto dalle bische clandestine.

Cogan – Killing Them Softly, il film

Cogan – Killing Them Softly, terzo film del neozelandese Andrew Dominik (Chopper, L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford) è un misto di generi dalle alte pretese ma dal basso interesse. Dopo un inizio folgorante per l’ottima scrittura, le ciniche battute sulle storie strampalate messe in bocca ai malavitosi di turno, la noia cala inesorabilmente su 97 minuti di pellicola percepiti come fossero almeno il doppio. Un misto tra un pulp politico con scene al rallenty, un film di Guy Ritchie e l’intenzione di voler reinventare il genere dell’action comico dei fratelli Coen con l’aggiunta di elementi mutuati dal mondo del videoclip  e i procedurali più famosi del mondo delle serie tv come i vari CSI.

Come se non bastasse, ad accompagnare le vicende di Cogan non c’è nessuna colonna sonora se non il discorso, portato avanti da qualche radio o televisione, sul tracollo dell’economia degli Stati Uniti d’America ai tempi del dibattito Bush-Obama. L’azzardato parallelo tra politica-economia e mondo della criminalità organizzata va in una direzione unica: la solitudine individualista del capitalismo che si contrappone al discorso di Obama sull’unico popolo (quello americano) e sul senso di comunità.

Dominik tenta di portare su schermo il romanzo di George V. Higgins spostando, provocatoriamente, la vicenda dalla Boston degli anni ’70 alla New Orleans del 2008 in cui si aggira uno spettro, quello del capitalismo, che non lascia respiro in una pellicola verbalmente incontinente. Una scrittura brillante e interpreti d’eccezione non bastano per fare di un film un buon film.

Cody Walker, fratello di Paul, al suo primo ruolo importante

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Cody Walker, fratello di Paul, al suo primo ruolo importante

Ha esordito sul grande schermo nell’infelice necessità di fare da controfigura al fratello Paul, morto precocemente in un incidente d’auto durante le riprese di Fast and Furious 7. Adesso, dopo aver annunicato di voler continuare a recitare, Cody Walker ha avuto il primo ingaggio.

Variety riporta che Walker, 27 anni, sarà al fianco di Nicolas Cage per USS Indianapolis: Men of Courage e interpreterà un membro della ciurma del capitano Charles Butler McVay (Cage).

Il film uscirà nel fine settimana del Memorial Day del 2016 e seguirà le vicende di un cacciatorpediniere che, nel 1945, trasportava pezzi di una bomba atomica.

Continuando le imprese globali nell’inafferrabile franchise fondato sulla velocità, Vin Diesel, Paul Walker e Dwayne Johnson si riuniscono per capeggiare il cast di Fast and Furious 7. James Wan dirige questo capitolo della serie di grandissimo successo che vede nel cast i ritorni di Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Elsa Pataky e Lucas Black. Per l’occasione, si uniscono al cast altre star internazionali come Jason Statham, Djimon Hounsou, Tony Jaa, Ronda Rousey, Nathalie Emmanuel e Kurt Russell. Il film è scritto da Chris Morgan e prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel e Michael Fottrell. Il film arriverà in Italia il 2 aprile 2015.

Cody Walker al fianco di Nicolas Cage in USS Indianapolis

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Cody Walker in Fast & Furious 7 per sostituire il compianto Paul Walker
Cody Walker in Fast & Furious 7 per sostituire il compianto Paul Walker

Cody Walker, che ha sostituito il fratello Paul in alcune sequenze di Fast & Furious 7 dopo la sua tragica morte in un incidente stradale, ha deciso di percorrere le orme fraterne e prendere la strada della recitazione. Il primo banco di prova sarà il film di guerra USS Indianapolis: Men of Courage, che lo vedrà al fianco di Nicolas Cage, ma anche Tom Sizemore, Thomas Jane, Matt Lanter e Brian Presley.

Diretto da Mario Van Peebles, su uno script di  Cam Cannon, USS Indianapolis: Men of Courage ricostruisce le sorti dell’omonima nave e dei suoi uomini nello scenario bellico del 1945 nel Pacifico meridionale. La nave aveva appena consegnato alcuni pezzi utili alla realizzazione delle prime bombe atomiche, quando fu silurata. A bordo c’erano circa 1200 uomini, di cui 300 morirono affondando con la nave, mentre i sopravvissutifurono decimati, nell’attesa dei soccorsi, dagli attacchi degli squali, dalla disidratazione e dall’avvelenamento da acqua salata. Solo 317 furono i sopravvissuti tra i membri dell’equipaggio. Trattandosi di una missione secretata, la notizia dell’affondamento dell’USS Indianapolis fu divulgata solo quattro giorni dopo.

Nicolas Cage interpreterà il Capitano Charles Butler McVay, mentre Cody Walker sarà uno degli uomini dell’equipaggio. L’uscita del film è prevista per il week end del Memorial Day del 2016.

Fonte: Variety

Codice: Cacciatore, tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Ogni paese ha, cinematograficamente parlando, il proprio letale e inarrestabile assassino. Se gli Stati Uniti hanno ora il John Wick di Keanu Reeves, il Sudafrica ha invece ora trovato in Zuko Khumalo colui in grado di assumere questo ruolo. Ecco allora che il nuovo film Netflix, Codice: Cacciatore, presenta un’avventura nei territori dello Stato africano tra complotti e brutali combattiimenti. Con questo nuovo lungometraggio prende dunque vita un racconto adrenalinico e ricco di azione, che si snoda attraverso ambienti particolarmente affascinanti e dimostra di non avere nulla da invidiare ai suoi simili occidentali.

Regista del film è Mandla Dube, già autore di Kalushi: The Story of Solomon Mahlangu L’assedio di Silverton. Per gli appassioanti del genere, è dunque questo un film da non lasciarsi sfuggire. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Codice: Cacciatore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove è stato girato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Codice: Cacciatore cast
Bonko Khosa è Zuko in Codice: Cacciatore. Cr. Per gentile concessione di Netflix © 2024

La trama e il cast di Codice: Cacciatore

Protagonista del film è Zuko Khumalo, un letale assassino sudafricano ora ritiratosi per condurre una vita tranquilla, diviso tra un umile lavoro come meccanico e la propria famiglia. La sua pace, tuttavia, viene spezzata quando il suo vecchio amico e mentore, Johnny – un politico caduto in disgrazia – chiede a Zuko di avventurarsi in tutto il Sudafrica per far emergere le orribili azioni di cui il candidato presidenziale Daza Mtima si è macchiato. Johnny gli assicura che, se svelata la cospirazione politica, l’intera catena di comando del Sudafrica potrebbe sgretolarsi. Ma lui non può farlo da solo e ha bisogno dell’aiuto di Zuko, che si ritroverà costretto ad accettare quella che è però una missione estremamente pericolosa.

Ad interpretare Zuko Khumalo vi è l’attore Bonko Khoza, noto per il ruolo di Boma nel film The Woman King (2022), con protagonista Viola Davis. Accanto a lui recitano Connie Ferguson nel ruolo di Molebogeng Kwena, direttore dell’Intelligence presidenziale, e Masasa Mbangeni in quello di Malibe Mambi, fidanzata di Zuko. L’attore Tim Theron ricopre invece il ruolo di Tiger de Klerk, un agente tattico che lavora per Mo. Peter Butler è Johnny Klein, ex collaboratore di Zuko ed ex direttore generale delle Relazioni Internazionali, mentre Connie Chiume (visto in Black Panther) è Thandiwe Makeba, l’ex ministro degli Affari esteri. Sisanda Henna, infine, è il candidato presidente Daza Mtima.

Codice: Cacciatore location
Bonko Khosa è Zuko in Codice: Cacciatore. Cr. Per gentile concessione di Netflix © 2024

Codice: Cacciatore è tratto da un libro

Il film, come anticipato, è l’adattamento dell’omonimo romanzo del 2003 dello scrittore e giornalista sudafricano Deon Meyer. Ci sono però diverse differenze tra le due opere, a partire dal nome del protagonista, che nel romanzo non è Zuko Khumalo bensì Tiny Mpayipheli. Questi, inoltre, non è propriamente un ex assassino bensì un pistolero su commissione del governo. Diverso è anche il motivo che lo richiama all’azione, che a differenza del film, nel libro è il rapimento di un suo vecchio e fidato amico, per liberare il quale ha a disposizione solo settantadue ore. Restano però simili il complotto e le numerose forze avverse con cui il protagonista si trova costretto a confrontarsi.

Le location del film: ecco dove è stato girato

Codice: Cacciatore si svolge grossomodo in tutto il Sudafrica, ma in particolare a Waterkloof – sobborgo benestante della città di Pretoria, nella provincia di Gauteng – Pretoria – capitale amministrativa del Sudafrica, anche nota come  Tshwane -, Vlottenburg, Città del Capo – di cui in particolare vediamo il City Hall e il V&A Waterfront – e la città di Maseru, del Lesotho, Stato dell’Africa Meridionale. Location particolarmente affascinante sono invece le Montagne Swartberg, situate nella parte ovest del paese e che possono essere viste prevalentemente sullo sfondo di alcune scene.

Il trailer del film e come vederlo in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Codice: Cacciatore unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Codice Unlocked: Trailer italiano del film con Orlando Bloom

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Codice Unlocked: Trailer italiano del film con Orlando Bloom

Notorius Pictures ha diffuso il trailer italiano del film CODICE UNLOCKED – Londra sotto assedio, in uscita al cinema dal 4 maggio. 

https://youtu.be/TRqUs4UbRTA

Nel cast del film  CODICE UNLOCKED – Londra sotto assedio, protagonisti Michael Douglas, Orlando Bloom, John Malkovich, Noomi RapaceToni Colette per il nuovo thriller mozzafiato diretto da Michael Apted (Nell, Gorky Park, Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero). 

La trama di CODICE UNLOCKED – Londra sotto assedio racconta la storia di Alice, agente della CIA esperta nella conduzione di interrogatori, riesce ad ottenere da un giovane prigioniero membro di una cellula terroristica delle informazioni vitali su un prossimo attacco contro un obiettivo americano a Londra. La donna riferisce i risultati dell’interrogatorio a Frank Sutter, uno dei responsabili dell’operazione, ma di lì a poco scopre di essere stata raggirata perché Sutter non è affatto chi lei pensa. Alice si rende conto di aver fornito involontariamente all’uomo informazioni utili alla realizzazione dell’attentato ed entra in azione per fermarlo.

Codice Unlocked: recensione del film con Noomi Rapace

Codice Unlocked: recensione del film con Noomi Rapace

In sala dal 4 Maggio, Codice Unlocked è il prossimo film che vedrà protagonista Noomi Rapace, al fianco di Michael Douglas, Orlando Bloom, Toni Collette, John Malkovich.

In Codice Unlocked Alice (Noomi Rapace) è un agente della CIA di stanza a Londra, è esperta in interrogatori e per questa sua capacità viene incaricata di far parlare un giovane corriere di un Imam legato agli estremisti islamici. Le informazioni che riesce a raccogliere le girerà al suo superiore, Frank Sutter (Matthew Marsh) che però si rivelerà presto un impostore. Per Alice è l’inizio di un incubo, in quanto, oltre a dover sfuggire ai traditori in seno all’agenzia, deve dimostrare a sua volta la propria innocenza e cercare di capire chi si nasconde dietro a questo mistero: perché una scheggia impazzita dei servizi segreti americani collabora con i terroristi islamici pronti a sferrare un attentato chimico!?

Codice Unlocked è un avvincente spy-thriller diretto dal vincitore del premio BAFTA Micheal Apted (Il mondo non basta, Le cronache di Narnja – Il viaggio del veliero, Gorilla nella nebbia e Gorky Park) il quale confeziona un classico intrigo di spionaggio internazionale ricco di azione. L’abile penna di Peter O’Brien stende una sceneggiatura  dal ritmo incalzante e non priva di colpi di scena, a tratti prevedibile e in alcuni frangenti poco verosimile ma nel complesso ben strutturata.

Il film ruota attorno alla figuara di Noomi Rapace (Uomini che odiano le donne, trilogia Millenium) bella e brava protagonista che interpreta un’agente della CIA grintosa e decisa, abile nei combattimenti corpo a corpo e nel districarsi dalle situazioni più complicate. Indubbiamente di spessore il cast artistico, vero punto di forza del film, il quale, oltre alla bella Rapace, vede la presenza di attori del calibro di Michael Douglas, il salace John Malkovich ed un Orlando Bloom mai visto tanto duro e selvaggio. Un cast importante che nobilita un film che non lesina azione e adrenalina anche a scapito di una sceneggiatura non completamente convincente e che lascia, soprattutto nel finale, non poco dubbiosi. Il film affronta temi di grande attualità, sebbene sia stato concepito diversi anni fa, come la guerra contro il terrorismo islamico e la fobia e la paura come armi da usare in base alle convenienze.

Codice Unlocked è gradevole e indubbiamente pieno di ritmo ma alla lunga banale e che non riesce a trovare e trasmetterci nessuna originalità e nessuna novità. Un film che alla lunga punta tutto sull’azione e questo a scapito di un copione con non poche ombre e lacune.

Codice Mercury: dalla storia vera alla spiegazione del finale del film

Bruce Willis è ricordato come una vera e propria icona del genere action anni ’90, sin da quando nel 1988 recitò in Trappola di cristallo – Die Hard. A renderlo tale ci hanno pensato sia 58 minuti per morire – Die Harder Die Hard – Duri a morire, sia film come Pulp Fiction, The Jackal Armageddon – Giudizio finale. Uno dei film che ha confermato questo status è stato sicuramente anche Codice Mercury, diretto nel 1998 da . Si tratta di un thriller che, pur configurandosi come un classico film hollywoodiano, si muove a partire da una vicenda reale.

La storia vera dietro il film

La trama, come anticipato, ha un’impressionante somiglianza con un evento storico reale, come riportato da Bruce Watson sul sito DailyFinance il 24 dicembre 2009: “… Nel dicembre 1955, Sears Roebuck pubblicò un annuncio sui giornali con quello che sosteneva essere il numero diretto di Babbo Natale. Sfortunatamente, il numero di telefono offerto era sbagliato di una cifra; invece di Sears, si collegava a una linea top secret del CONAD, il Continental Air Defense Command. Quando il colonnello Harry Shoup, direttore delle operazioni del comando, rispose al telefono, si aspettava di sentire di un attacco missilistico contro gli Stati Uniti”.

“Invece, ricevette un bambino che voleva parlare con Babbo Natale. Anche se la conversazione si concluse con il pianto del bambino e l’ira di Shoup, alla fine il colonnello si ricredette e iniziò a fornire ai bambini aggiornamenti sui viaggi di Babbo Natale nel cielo notturno. L’anno successivo, la CONAD offrì un nuovo numero di telefono non segreto che i bambini potevano chiamare. Nel 1958, quando il CONAD divenne NORAD, il nuovo comando continuò la tradizione…”.

Bruce Willis, Kim Dickens e Miko Hughes in Codice Mercury
Bruce Willis, Kim Dickens e Miko Hughes in Codice Mercury. © Copyright 1998 – Universal Pictures – All rights reserved.

La trama e il cast di Codice Mercury

L’agente FBI Art Jeffries (Bruce Willis), sotto copertura durante una rapina in banca finita male, viene usato come capro espiatorio e retrocesso a un noioso lavoro da scrivania. Tempo dopo, un bambino autistico di nove anni di nome Simon Lynch (Miko Hughes), dotato di grandi abilità per i numeri e lettere, risolve un puzzle numerico, che era stato pubblicato su una rivista: lo scopo era vedere se qualcuno fosse in grado di decifrarlo, ritenendo che il codice, chiamato “Mercury”, utilizzato per missioni spionistiche americane, fosse inviolabile.

Dopo aver ricevuto la telefonata di Simon, il capo della divisione NSA, il tenente colonnello Nicholas Kudrow (Alec Baldwin), comprende che le capacità del ragazzino di decifrare il codice sono un pericolo per la sicurezza nazionale: decide così di mandare due assassini per uccidere lui e la sua famiglia. Il bambino riesce però a sfuggire al massacro e viene poi ritrovato proprio da Art, che decide di portarlo via con sé e scoprire perché qualcuno possa volere un bambino autistico di nove anni morto. Con l’NSA che gli dà la caccia e i problemi del bambino, proteggerlo risulterà il compito più difficile mai affrontato dall’agente.

Alec Baldwin in Codice Mercury
Alec Baldwin in Codice Mercury. © Copyright 1998 – Universal Pictures – All rights reserved.

La spiegazione del finale

Nel corso del film, su suggerimento di Art, l’agente speciale dell’FBI Thomas “Tommy” Jordan fa in modo che Simon entri nel Programma di Protezione Testimoni, ma Kudrow, non volendo rivelare il suo fallimento e deciso a uccidere Simon, prende con la forza il comando della Protezione Testimoni e rivela a Lomax, l’agente speciale dell’FBI incaricato, che Jordan ha falsificato i documenti della protezione testimoni. Tuttavia, all’insaputa di Kudrow, Tommy mostra la prova su carta carbone a Lomax.

Questa conferma che le impronte digitali su di essa sono di Pedranski, convalidando le prove contro Kudrow. Stacey e Simon partono per il punto di raccolta in cima a un grattacielo, dove Kudrow e Burrell si preparano a portare via Simon con un elicottero, ma Jeffries, con l’aiuto di Jordan e di una task force dell’FBI, tende una trappola nel luogo dell’incontro. Segue uno scontro a fuoco tra Burrell e l’FBI, che si conclude con Burrell che viene ferito mortalmente da schegge di vetro quando le finestre di plexiglass vengono fatte esplodere verso l’interno.

Nel mentre, Art combatte Kudrow uno contro uno e Simon lo assiste recuperando la sua pistola. Kudrow tenta di gettare Simon dal tetto, ma Jeffries gli spara più volte, facendolo cadere dal bordo e morire. In seguito, Art e Siebring fanno visita a Simon, che ora vive con i genitori adottivi, nella sua scuola. Simon accoglie Art come un amico gradito, avendolo accettato come persona di fiducia. Si conclude così la vicenda, con il bambino che può dunque tornare ad una vita quanto più normale possibile dove sviluppare il suo talento.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Codice Mercury grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 25 settembre alle ore 23:35 sul canale Italia 1.

Codice Magnum: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Codice Magnum: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Non solo Terminator! La carriera di Arnold Schwarzenegger è costellata da numerosi lungometraggi d’azione che tra gli anni Ottanta e Novanta lo hanno reso un’icona assoluta di questo genere. Titoli come Yado, Commando, Predator, Atto di forza, Last Action Hero o L’eliminatore – Eraser, sono solo alcuni esempi a riguardo. Un altro titolo da aggiungere a questo elenco è Codice Magnum, diretto nel 1986 da John Irvin, regista di cui Schwarzenegger si disse estremamente soddisfatto, ritenendosi un attore migliore dopo aver lavorato con lui.

Durante la produzione e le riprese il film doveva chiamarsi Triple Identity (Tripla Identità) – un riferimento al fatto che il personaggio di Schwarzenegger passa dall’essere agente dell’FBI, a poliziotto locale e poi ad agente sotto copertura. Esistono diverse sceneggiature del film con questo titolo in prima pagina, che è poi stato cambiato in Raw Deal (questo il titolo originale), scelto per far sembrare il film più simile a un normale lungometraggio d’azione.

Lo scarso successo ottenuto dal film lo fa essere oggi tra i meno noti della carriera di Schwarzenegger, ma per i fan dell’attore è senz’altro un titolo avvincente da recuperare assolutamente. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Codice Magnum. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e . Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Arnold Schwarzenegger Codice Magnum
Arnold Schwarzenegger in Codice Magnum. Cortesia di De Laurentiis Entertainment Group

La trama di Codice Magnum

Il testimone chiave, che assicurerà l’arresto del pericoloso boss mafioso Luigi Patrovita, si trova al sicuro in un nascondiglio segreto dell’FBI. Con lui un manipolo di agenti di scorta, tra cui l’intraprendente Blair Shannon. Il malavitoso di Chicago, tuttavia, ha molti informatori e scopre dove si trova il traditore sterminando lui e la sua scorta. Il padre di Blair, Harry Shannon, sopraggiunge troppo tardi. L’uomo giura di vendicare suo figlio e chiede l’aiuto dell’amico di vecchia data Mark Kaminsky, un ex agente dal passato burrascoso.

Sotto mentite spoglie, Kaminsky si reca dunque a Chicago e si conquista la fiducia del boss, danneggiando gli affari del rivale Martin Lamanski. Nonostante i successi riportati, il tirapiedi di Patrovita, Max Keller, sospetta che Kaminsky sia un infiltrato. Per averne certezza, coinvolgerà Mark in quella che si rivelerà ben presto essere una trapoola. Per l’ex agente, avrà dunque inizio una lotta contro il tempo per cercare di consegnare Patrovita alla giustizia prima che la sua copertura salti e la sua vita venga posta seriamente in pericolo.

Il finale del film

Nel finale del film, l’identità di Mark viene naturalmente scoperta e pertanto decide di passare alle maniere forti. Armatosi fino ai denti, affronta Patrovita, Paul Rocca e Marvin Baxter, compiendo una vera e propria strage anche per vendicare l’amico Harry Shannon, precedentemente rimasto ferito durante una sparatoria. Infine, tempo dopo, Mark è tornato con l’FBI e con sua moglie, mentre Shannon si lascia andare allo sconforto non tentando neanche la riabilitazione. Kaminski riesce però a scuoterlo affidandogli il compito di fare da padrino al figlio che la moglie attende, riuscendo poi a fargli fare due passi.

Arnold Schwarzenegger in Codice Magnum
Arnold Schwarzenegger in Codice Magnum. Cortesia di De Laurentiis Entertainment Group

Il cast di attori

Come anticipato, Arnold Schwarzenegger interpreta Mark Kaminsky. In un’intervista per promuovere il film, Schwarzenegger ha detto che questo è stato il primo lungometraggio dove ha avuto modo di indossare un guardaroba elaborato e moderno. Ha infatti aggiunto che, prima di questo, il costo del suo guardaroba per un suo film si aggirava sui 10 dollari. L’attore austriaco ha inolter rivelato di aver recitato in questo film a patto di rescindere per sempre il contratto che lo legava alle produzioni di Dino De Laurentiis.

Gli era infatti rimasto solo un film da realizzare con il produttore e si era detto era molto interessato affinché questo fosse Atto di forza, ma De Laurentiis si oppose, ritenendo che non fosse adatto al ruolo principale di Quaid. Tuttavia, l’insuccesso economico di Codice Magnum ha portato al fallimento di De Laurentiis e alla vendita dei diritti di Atto di forza, che Schwarzenegger è poi riuscito ad inserire nella sua filmografia nel 1990 interpretando proprio il ruolo del protagonista.

Accanto a lui, nel film, recita l’attrice Kathryn Harrold nel ruolo di Monique, donna che lavora per il luogotenente di Rocca, Max Keller. Quest’ultimo è interpretato da Robert Davi, mentre Sam Wanamaker è Luigi Patrovita. Con il suo personaggio, Patrovita condivide l’appartenenza alla città di Chicago. Completano il cast Paul Shenar nel ruolo di Paulo Rocca, Steven Hill in quello di Martin Lamanski, Darren McGavin nel ruolo del Comandante Harry Shannon e Joe Regalbuto in quello di Marvin Baxter.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di giovedì 10 ottobre alle ore 21:00 sul canale Iris. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Codice Genesi: tutte le curiosità sul film con Denzel Washington

Codice Genesi: tutte le curiosità sul film con Denzel Washington

I film di genere postapocalittico esercitano sempre un grande fascino sugli spettatori, in particolare per il loro mostrare realtà spaventose alla base delle quali si possono però individuare radici presenti già nel nostro contemporaneo. I film di questo tipo, dunque, consentono di assistere a scenari catastrofici, verso i quali l’umanità sembra sempre più indirizzata con i suoi comportamente scellerati. Un titolo poco citato appartenente a questo filone è Codice Genesi (qui la recensione), un cupo racconto che mescola azione e fantascienza all’interno di un contesto estremamente brutale dove non tutte le speranze sono però perdute.

Il film, uscito al cinema nel 2010, è diretto da Albert ed Allen Hughes, registi anche di La vera storia di Jack lo squartatore e Broken City. I due danno forma ad una sceneggiatura scritta da Gary Whitta, dove si esaltano tanto gli elementi più cupi della fine dell’umanità quanto quelli legati alla fede religiosa. Costato 80 milioni di dollari, Codice Genesi è arrivato a guadagnarne quasi il doppio in tutto il mondo. Ad affascinare, in particolare, è il modo in cui i due registi raccontino con originalità un contesto altrimenti visto innumerevoli volte al cinema.

Oltre ad essere un film d’azione, con scontri all’ultimo sangue in terre desolate, Codice Genesi porta in sé anche il valore dell’oralità, della scrittura e di come questi siano caratteri salvifici per l’umanità. Un film, dunque, imperdibile per ogni appassionato del genere. Prima di intraprendere una visione di questo, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità ad esso relative. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Codice Genesi: la trama del film

Ambientato nel 2043, 30 anni dopo una guerra nucleare che ha distrutto buona parte del pianeta, il film ha per protagonista un uomo di nome Eli, che attraversa in solitudine la terra desolata che un tempo era l’America. Intorno a lui città abbandonate, autostrade interrotte, campi inariditi e bande di sopravvissuti resi pericolosi dalla mancanza di risorse. Guerriero non per scelta ma per necessità, Eli attraversa tutto ciò per portare al sicuro la sola speranza per il futuro dell’umanità. Spinto da questo impegno e guidato dalla fede in qualcosa più grande di lui, Eli fa quello che deve per sopravvivere.

In quel mondo in rovina, solo un altro uomo comprende il potere che Eli detiene, ed è naturalmente deciso a impadronirsene per i propri malvagi scopi. Si tratta di Carnegie, il despota di una precaria città di ladri e killer. La sua figlia adottiva Solara, però, è affascinata da Eli per la visione di quel qualcosa che può esistere oltre i confini del territorio dominato dal patrigno. Ognuno con i propri motivi, Carnegie e Solara cercheranno di avvicinare Eli, ma niente e nessuno può mettersi sulla sua strada. Egli deve andare avanti per compiere il suo destino e portare aiuto a un’umanità devastata.

Codice Genesi: il cast del film

Ad interpretare il misterioso guerriero Eli vi è il due volte premio Oscar Denzel Washington. Notoriamente un uomo di fede, l’attore si disse da subito particolarmente affascinato dal ruolo, accettandolo con entusiasmo. Per interpretare Eli, egli si è esercitato con le arti marziali, così da poter eseguire tutte le sue scene di combattimento senza ricorrere a controfigure. Allo stesso tempo, egli perse diversi chili, così da acquisire un aspetto emaciato coerente con il contesto di desolazione. L’attore si è in seguito dichiarato estremamente soddisfatto dal risultato del film.

Ad interpretare l’antagonista Carnegie vi è invece l’attore Gary Oldman. A suggerire che la parte venisse affidata a lui fu proprio Washington, il quale desiderava da tempo di poter lavorare sullo stesso film con il collega. Nel ruolo di Solara, la figlia adottiva di Carnegie, vi è invece Mila Kunis. Completano poi il cast gli attori Ray Stevenson nei panni di Redridge e Jennifer Beals in quelli di Claudia. Michael Gambon, celebre per essere stato Albus Silente nella saga di Harry Potter, interpreta qui George, mentre il cantautore Tom Waits compare nei panni dell’Ingegnere.

Codice Genesi cast

Codice Genesi: Eli è cieco?

Uno dei principali interrogativi lasciati dal film, anche se di poco conto rispetto alla trama e agli obiettivi del protagonista, è il fatto se Eli sia o meno cieco. Ci sono molte scene nel film che potrebbero suggerire che il personaggio principale soffra di cecità assoluta. Alcuni dicono che Eli fosse cieco da quando era nato, mentre alcune persone hanno affermato che è diventato cieco solo a causa di determinate circostanze. D’altra parte, ci sono alcuni momenti nel film che sembrano indicare che egli può percepire relativamente alcune delle azioni che gli avvengono intorno.

A sostegno di questa tesi vi è il suo sapere sempre se è giorno o notte, ma anche il suo sapere dove si trovano determinati oggetti o le persone intorno a lui. Il fatto che egli legga però la Bibbia in braille, sembrerebbe confermare le sue difficoltà a vedere chiaramente. Più che totalmente cieco, si può dunque supporre che Eli lo sia solo parzialmente. Questa sua caratteristica lo connota ancor di più come un profeta e la sua missione acquista un valore ancor più profondamente religioso. A guidarlo, più che quel poco di vista che gli resta, sarebbe infatti l’occhio interno della sua fede incrollabile.

Codice Genesi: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Codice Genesi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Rai Play, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 28 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb, Fictionhorizon

Codice Genesi: recensione del film dei Fratelli Hughes

Codice Genesi: recensione del film dei Fratelli Hughes

Cosa accadrebbe se una guerra misteriosa , a seguito di eventi catastrofici facesse piombare il mondo al grado zero?… E’ questo che i Fratelli Hughes ci vogliono raccontare attraverso The Book of Eli (Codice Genesi): un mondo in cui qualsiasi brandello di civiltà sembrerebbe essere scomparso,(grazie al nostro talento di distruggere quello che la natura ci offre), lasciando strada libera alla bestia che si cela nell’essere umano fin dal periodo primordiale.

La trama di Codice Genesi

Sotto questo scenario post-apocalittico vive Eli (Denzel Washington), eroe vecchio stampo che sotto la fisicità di un uomo inamovibile e imbattibile(la sua veloce lama trafigge per ordine divino)  cova una spiritualità ormai perduta, che forse rappresenta l’unico tentativo di redenzione per un mondo oramai allo sbando. Nonostante il sole cocente e l’atmosfera surriscaldata per il troppo inquinamento, la terra vive nell’ombra di un abisso che solo le sacre scritture riporteranno alla luce.

Come ogni eroe che si rispetti Eli crede nella redenzione, ed è con questa speranza che egli prosegue il cammino segnatogli.  Ma  dove vi è un eroe  si cela anche un nemico, Carnagie (Gary Oldman) che ha gli stessi Hobby dell’eroe e  per buona parta del film anche gli stessi gusti in fatto di libri, ma con intenti differenti.

Codice Genesi cast
Cortesia di 01 Distribution

Codice Genesi è certamente un ottimo ritorno per i fratelli che nove anni fa  riportarono in vita il mito dello squartatore seriale. Il film è diretto in maniera quasi impeccabile, se non fosse per un dovere spettacolare dovuto all’aspetto blockbasteriano dell’opera ma, nonostante ciò i due rimangono della loro visione regalando una loro marcata personalità anche nelle scene d’azione più esasperate, dotando anche il film di citazione e peculiarità che strizzano l’occhio allo spettatore più attento.

Quello che ne viene fuori è un film che si divide fra due aspetti dominanti: quello di un film avventuroso e degno di un’azione molto concitata (soprattutto per i primi 30 min.); nell’altro caso invece, (a mio avviso la parte che prediligono i due autori) quello di un’opera più contemplativa e riflessiva che vive di una spiritualità vera e dominante dove il messaggio sembrerebbe essere che le parole pronunciate dalla bocca sbagliata servirebbero  a poco: non sono le parole che danno forza al messaggio quanto il modo e l’intento con il quale esso viene sprigionato.

Detto ciò, Codice Genesi è ingabbiato in un virtuosismo che a lungo andare rasenta il videoclip  e che serve solo a minare il suo percorso pur sempre interessante. Le ultime parole che sicuramente vanno pronunciate sono quelle sul cast che è di primo livello. Oltre ai formidabili protagonisti, Denzel Washington e Gary Oldman (che nella parte del cattivo diventa quasi disarmante per la bravura, tanto da oscurare il suo antagonista in alcuni momenti), si arricchisce di non meno noti attori di consolidata bravura come: il caratterista e estroso artista rock Tom Waits e l’attore inglese Michael Gambon.

Codice Criminale: recensione del film con Michael Fassbender

Codice Criminale: recensione del film con Michael Fassbender

Arriva al cinema distribuito da Videa, Codice Criminale, il film di Adam Smith con protagonisti Michael Fassbender e Brendan Gleeson. 

In Codice Criminale Contea del Gloucestershire, Inghilterra sud-occidentale. I Cutler sono una famiglia di ladri nomadi che vive in roulotte ai margini della comunità, dedicandosi a furti, rapine e corse con le auto. Colby (Brendan Gleeson) è il patriarca e capo tribù, il padre padrone ossessionato da una fede esasperata e dalla necessità di tenere la sua famiglia lontano dai “gorgie”, i borghesi. Chad (Micheal Fassbender) è il suo erede, il figlio a cui ha insegnato tutti i trucchi del “mestiere” ma che vorrebbe scappare da quella esistenza vissuta al di fuori della legalità. Chad vuole che i figli vadano a scuola e abbiano un futuro diverso e in questo è sostenuto e spinto dalla moglie Kelly (Lindsey Marshall) ma per raggiungere questo scopo dovrà vedersela con la forte e dominante influenza di Colby, determinato a difendere la sacra untià della famiglia Cutler.

Adam Smith dirige Codice Criminale, coinvolgente Crime-Movie dai ritmi serrati e un cast d’eccezione. Una sceneggiatura originale scritta da Alastair Siddons e che si è ispirata a fatti di cronaca realmente accaduti. Un film che narra la storia di una famiglia per nulla convenzionale, una famiglia di nomadi dediti a furti e rapine, una tribù di “simpatici criminali” ben conosciuta dalla piccola comunità nella contea del Gloucester con la quale vive una sorta di guerra quotidiana. Come detto il cast vanta la presenza di attori di fama mondiale, nonostante la loro comune origine britannica, volti  ormai noti al grande pubblico come quello dei due mattatori della scena: Gleeson e Fassbender, oggi, forse, uno degli attori più ricercati e capaci di Hollywood. Il sempre ottimo Brendan Gleeson veste magistralmente i panni del vecchio patriarca, del grande capo cui tutti devono rispetto e devozione, colui che tiene unita la famiglia a costo di ricorrere a minacce e  violenza. Fassbender è perfettamente a suo agio nei panni del criminale abile e dannato ma che vive dentro di sé una logorante battaglia tra il desiderio di una vita normale e il rispetto verso i codici famigliari.

Codice criminale, pur mantenendo un ritmo incessante e vivace, ruota attorno a questa lotta che Chad deve combattere prima con se stesso ed il proprio istinto selvaggio, poi contro un padre che ama ma da cui non riesce a liberarsi. Abbandonare quella vita di furti e illegalità è l’unico modo per garantire ai propri figli un’esistenza diversa ma facendolo tradirebbe il padre e il mondo nel quale è sempre vissuto. Codice criminale è un film ben diretto da un regista più avvezzo ai documentari musicali o alle serie tv, un regista che ha seguito la nascita e la crescita dei Chemical Brothers che infatti hanno scritto e arrangiato la colonna sonora originale. Un film che alterna elettrizzanti sequenze d’azione ad altre dalla grande intensità emotiva, un film che strizza l’occhio a Kusturica ma senza perdere di vista la tipica ironia britannica, un film che consigliamo di vedere.

Codice Criminale con Michael Fassbender al cinema dal 28 giugno 2017

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Arriverà al cinema il 28 Giugno 2017 Codice Criminale, il film di Adam Smith con protagonisti Michael Fassbender, Brendan Gleeson, Lindsey Marshal e Rory Kinnear.

Criminali da generazioni, i Cutler non riconoscono nessuna legge e vivono di rapine, corse d’auto ed inseguimenti con la polizia. Quando Chad (Michael Fassbender), figlio del capobanda Colby (Brendan Gleeson), decide di abbandonare la sua vecchia vita per offrire un futuro diverso ai suoi figli, deve scontrarsi con la rabbia del padre e con un sistema che non sembra permettere alcuna redenzione.

Michael Fassbender, perfetto nel ruolo da outsider maledetto, regala un’interpretazione magnetica in questo emozionante ed adrenalinico crime-drama tra Drive e Come un tuono. Colonna sonora originale di The Chemical Brothers.

Codice Criminale

 

Codice 999: una clip e un video dal backstage

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Codice 999: una clip e un video dal backstage

Ecco una nuova clip e un video dal backstage di Codice 999, il nuovo film di John Hillcoat con un cast all star che arriverà al cinema dal 21 aprile prossimo.

GUARDA IL TRAILER

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Scritto da Matt Cook, il film narrerà la storia di un gruppo di poliziotti corrotti che cercherà di uccidere un giovane agente della polizia di Los Angeles (Casey Affleck), al fine di creare un codice 999 (agente a terra) e distogliere l’attenzione da un furto che stanno attuando dall’altra parte della città.

Il film presenta un cast ricchissimo di stelle: oltre a Kate Winslet e Casey Affleck, il film può vantare tra le sue file attori del calibro di Woody Harrelson, Kate Winslet, Aaron Paul, Norman Reedus, Chiwetel Ejiofor e molti altri. La colonna sonora sarà curata dal premio Oscar Atticus Ross (The Social Network, Gone Girl).

Kate Winslet codice 999Il regista John Hillcoat torna a raccontare una storia ambientata ai nostri giorni dopo Ghosts of the Civil Dead, risalente ormai a 27 anni fa. Nel frattempo, Hillcoat ha avuto modo di mostrare il suo talento in film come Lawless e The Road. Dopo una serie di prodotti di qualità ma poco influenti al botteghino, che sia finalmente arrivata la possibilità del grande incasso per il regista australiano?

Codice 999 arriverà nelle sale americane il 26 febbraio 2016, in quelle italiane il 31 marzo 2016 distribuito da M2 Pictures.