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28 anni dopo: i character poster svelano i protagonisti

28 anni dopo

Sony Pictures ha condiviso nuovi character poster di 28 anni dopo di Danny Boyle e Alex Garland, che mettono in risalto i protagonisti del film: Jamie (Aaron Taylor-Johnson), Isla (Jodie Comer), il loro figlio Spike (Alfie Williams) e il misterioso Dr. Kelson (Ralph Fiennes).

Abbiamo anche saputo che il sequel horror, prevedibilmente, ha ricevuto una classificazione R per “violenza sanguinosa, immagini raccapriccianti, nudità esplicita, linguaggio scurrile e brevi riferimenti sessuali”. Gli infetti non sono esattamente noti per la loro pudicizia!

Inoltre, Fandango ha annunciato che il film è diventato il film horror con il miglior risultato in prevendita il primo giorno del 2025. Il film ha superato tutti gli altri titoli horror del 2025 in prevendita il primo giorno nello stesso periodo del ciclo di vendita, tra cui I Peccatori, Final Destination: Bloodlines e The Monkey.

“Siamo entusiasti di vedere gli spettatori correre per accaparrarsi i biglietti per 28 anni dopo, nel primo giorno di vendita dei biglietti”, ha affermato Jerramy Hainline, vicepresidente esecutivo di Fandango. “Questo franchise ha affascinato gli appassionati dell’horror per oltre 20 anni e, con il suo ritorno, siamo sicuri che il pubblico si divertirà un mondo”.

La trama di 28 anni dopo

Il regista premio Oscar® Danny Boyle e lo sceneggiatore Alex Garland, nominato all’Oscar®, si riuniscono per 28 Anni Dopo (28 Years Later), una nuova terrificante storia ambientata nel mondo di 28 Giorni Dopo (28 Days Later). Sono passati quasi tre decenni da quando il virus della rabbia è fuoriuscito da un laboratorio di armi biologiche e ora, ancora in una quarantena forzata e brutale, alcuni sono riusciti a sopravvivere in mezzo agli infetti. Un gruppo di sopravvissuti vive su una piccola isola collegata alla terraferma da un’unica strada rialzata ed estremamente protetta. Quando uno di questi lascia l’isola per una missione diretta nel profondo della terraferma, scoprirà segreti, meraviglie e orrori che hanno mutato non solo gli infetti ma anche gli altri sopravvissuti.
 
 

Trailers FilmFest: annunciata la nuova direzione artistica

Si terrà a Roma, dal 19 al 21 novembre, la XXIII edizione del Trailers FilmFest, l’unico evento italiano che celebra, premia e condivide il mondo e le dinamiche della promozione cinematografica.

Trailer, manifesto, spot, campagna promozionale, contenuti dei creator: nel corso degli anni il lancio di un film si è arricchito di elementi, e di pari passo è andato il festival, fondato da Stefania Bianchi e Orlando Costa e diretto per ventidue edizioni dalla stessa Bianchi, che ha deciso passare il testimone affidando la direzione artistica a Francesca Sofia Allegra e Alessandro De Simone.

Saranno loro a portare il Trailers FilmFest in una nuova fase, proiettata verso le nuove tecnologie e le sue applicazioni nell’industria dell’audiovisivo, e su tutto ciò che di innovativo può essere usato nella promozione del cinema e della serialità televisiva.

 
 

The Accountant 2, la spiegazione del finale: cosa succede a Christian e Braxton

The Accountant 2 film

The Accountant 2 porta Christian e Braxton in una missione letale che finisce per preparare il terreno per potenziali sequel. Il film ripropone Christian Wolff, interpretato da Ben Affleck, un contabile che lavora per alcuni dei criminali più pericolosi al mondo. La sua mente neurodiversa gli rende difficile entrare in contatto con gli altri, ma lo rende anche un personaggio pericoloso ed efficace in quel tipo di ambiente. Quando un nuovo mistero, scatenato dalla morte di un vecchio amico, attira la sua attenzione, Christian è costretto a reclutare suo fratello per affrontare una forza sempre più pericolosa.

The Accountant 2 è una storia in gran parte autonoma che sviluppa il mondo di Christian e Braxton del primo film in modo intelligente. Si va dagli assassini amnesici alle scuole per hacker dotati, il tutto mantenendo la trama emotiva avvincente senza mai perdere di vista l’elemento unificante tra i personaggi eroici. Ecco come il finale di The Accountant 2 rafforza un tema sorprendentemente dolce, preparando il terreno per un potenziale The Accountant 3.

Come Christian smantella l’operazione di Burke e cosa succede dopo

La missione di Christian e Braxton nel climax di The Accountant 2 prepara il crollo dell’organizzazione criminale globale di Burke, lasciando però aperta la porta a un’espansione della serie in diverse direzioni. Dopo essere stato informato dell’ultima indagine di Raymond King dopo la sua morte, Christian inizia a indagare su un’organizzazione criminale segreta che alla fine lo porta al campo di Burke pieno di bambini rapiti. Correndo verso il luogo prima che gli uomini di Burke possano uccidere i bambini, Christian e Braxton riescono a sconfiggere gli uomini di Burke e a salvarli tutti.

In seguito, Justine è riuscita a condividere le informazioni con Marybeth, che si sta riprendendo, fornendole le prove necessarie per smascherare i legami di Burke con la malavita. Sebbene Burke riesca a sfuggire alle autorità, Anaïs non impiega molto a trovarlo. Anche se il suo destino non viene mostrato sullo schermo, sembra improbabile che abbia mai lasciato quell’edificio. The Accountant 2 si conclude con una nota piuttosto ottimistica per la maggior parte del cast, con Marybeth che abbraccia il suo ruolo di successore di King e i fratelli Wolff riuniti alla luce della loro vittoria.

Il passato e le motivazioni di Anaïs in The Accountant 2

Daniella Pineda in The Accountant-2
Photo Credit: Amazon MGM Studios

Anaïs ha molte ragioni per dare la caccia agli alleati di Burke

Anaïs è uno dei grandi misteri di The Accountant 2, con il suo legame con Burke che costituisce uno dei colpi di scena più importanti del film. Si scopre che Anaïs era una migrante catturata mentre cercava di attraversare il confine con il marito e il figlio. Mentre suo marito veniva ucciso e suo figlio Alberto veniva fatto prigioniero, Anaïs veniva mandata in America per guadagnare denaro. Dopo essere rimasta gravemente ferita in un incidente stradale mentre fuggiva da un tentativo di aggressione, Anaïs ha sviluppato la sindrome del savant acquisito, che le ha dato una nuova attitudine al combattimento.

Come riportato da Brain & Life, la sindrome del savant acquisito è una condizione reale.

Allenandosi durante la convalescenza, Anaïs è diventata una combattente letale e un’assassina che ha ucciso uno dopo l’altro alcuni degli uomini coinvolti nell’aggressione. Sebbene soffrisse di una grave perdita di memoria a causa delle ferite, alcuni flash della sua famiglia le impediscono di uccidere Marybeth e la portano a concludere il film prendendo di mira Burke. Sebbene non riesca a ricongiungersi con suo figlio, Anaïs conclude il film apparentemente consapevole di chi lui sia e di chi lei fosse per lui.

Perché il figlio di Anaïs è con Christian e Braxton alla fine

Anais Daniella Pineda The Accountant 2
Photo Credit: Amazon MGM Studios

Alberto è sulla strada per un lieto fine

Uno degli elementi più discreti dell’arco narrativo di Christian in The Accountant 2 è la sua convinzione che Alberto condivida lo stesso tipo di mente neurodiversa che ha lui. Gran parte del film segue i tentativi di Christian di entrare maggiormente in empatia con le persone che lo circondano, ed è importante che anche Braxton commenti l’apparente connessione che Christian sente con il ragazzo dopo essersi unito alla ricerca. Questa motivazione finisce per dare i suoi frutti, con i due che legano molto rapidamente dopo che Christian e Braxton salvano i bambini dal campo del cartello.

Mentre molti dei bambini sembrano essere stati riportati alle loro famiglie, Alberto, rimasto orfano, viene accolto dalla Harbor Neuroscience School di Justine. Mentre Justine e i suoi giovani protetti assistono attivamente Christian nelle sue missioni a volte mortali, la scuola è anche descritta come un luogo sicuro e di sostegno per i giovani con neurodiversità. Alberto appare nella scena finale del film mentre viene accompagnato alla sua nuova casa. È un finale inequivocabilmente felice per i personaggi e sottolinea i legami che si sono consolidati nel film.

Come The Accountant 2 prepara il terreno per un sequel

Ben Affleck e Jon Berntha The Accountant 2
Photo Credit: Amazon MGM Studios

The Accountant 2 amplia l’ambientazione con tanti nuovi personaggi emozionanti

The Accountant 2 risolve la cospirazione di Burke, ma crea anche un mondo molto più vasto e pericoloso che Christian, Braxton, Justine e Marybeth dovranno affrontare nei prossimi capitoli della serie. Il legame tra Christian e Braxton è stato ripristinato dopo anni di separazione, il che potrebbe facilmente consentire alla coppia di unirsi nuovamente per un’altra missione. Marybeth sembra aver fatto pace con l’idea di lavorare al fianco dei due per il bene superiore, il che potrebbe portare a future collaborazioni o esporla a conseguenze disastrose. La storia potrebbe anche spostarsi da Christian ad Anaïs, dandole un ruolo da protagonista.

Ci sono molte direzioni che Justine e gli altri potrebbero prendere nei futuri capitoli della serie.

La direzione più intrigante per un seguito di The Accountant 2 potrebbe essere la Harbor Neuroscience School, che si presenta come un’organizzazione sorprendentemente ambigua dal punto di vista morale. Si sottintende che l’ala segreta della scuola fornisca gran parte dei finanziamenti per questa istituzione molto avanzata e che sembri davvero prendersi cura dei bambini che vi sono ospitati. Tuttavia, gli studenti stanno anche diventando abili hacker in grado di sconvolgere i vertici delle istituzioni governative. Ci sono molte direzioni che Justine e gli altri potrebbero prendere nei futuri capitoli della serie.

Il vero significato di The Accountant 2

The Accountant 2 è un esempio interessante di sequel che espande il mondo in modo naturale, pur mantenendo l’attenzione sui personaggi. Al centro del film ci sono Christian e Braxton, il cui affetto e la cui frustrazione reciproci alimentano la maggior parte dei loro conflitti interpersonali. Alla fine, però, nonostante le loro diverse visioni del mondo in generale e del loro rapporto fraterno in particolare, si amano. Questo tipo di legame si ritrova in altri personaggi del film, come Justine (per i suoi studenti) e Marybeth (per King), in netto contrasto con il più spietato Burke e i suoi uomini.

Questa è anche la chiave che umanizza Anaïs, trasformandola da uno spettro spietato a uno dei personaggi più tragici del film. Questi legami le sono stati forse strappati, ma The Accountant 2 mette in evidenza i progressi compiuti e le vite salvate quando queste forze lavorano in tandem invece che l’una contro l’altra. The Accountant 2 può avere molti degli elementi tipici di un film d’azione standard, ma il filo conduttore emotivo e la morale del film sono sorprendentemente efficaci.

 
 

Lost in Starlight: recensione del primo film d’animazione coreano di Netflix

Lost in Starlight - la recensione
Lost in Starlight - la recensione

C’è chi trascorre una vita intera inseguendo l’amore, senza mai riuscire ad afferrarlo. E poi c’è chi, al contrario, non lo cerca, non lo pianifica, anzi lo evita, convinto che nulla e nessuno debba ostacolare un percorso già tracciato, magari quello professionale, fatto di ambizione, dedizione e sacrificio. Ma l’amore, si sa, non chiede permesso né accetta attese: irrompe all’improvviso, scombina ogni piano, abbatte le porte e pretende di essere ascoltato, vissuto fino in fondo. È proprio ciò che accade a Nan-young e Jay, i due giovani protagonisti di Lost in Starlight, il primo film d’animazione Made in Korea prodotto da Netflix, approdato sulla piattaforma lo scorso 30 maggio.

Nato dalla mente creativa di Han Ji-won e Kang Hyun-joo, e portato sullo schermo dalla regia dello stesso Han Ji-won insieme allo studio d’animazione Climax Studio, Lost in Starlight dà vita a un universo che fonde nostalgia e futurismo. In un perfetto equilibrio tra emozioni rétro e suggestive atmosfere cyberpunk, il film racconta una storia d’amore dal respiro universale, capace di parlare al cuore attraverso immagini potenti e una sensibilità fuori dal tempo.

Lost in Starlight – In foto (da sinistra a destra) l’attrice Kim Tae-ri (Nan-young) e l’attore Hong Kyung (Jay) in Lost in Starlight Cr. Son Sung-jinNetflix © 2025.

Cosa racconta Lost in Starlight?

Nella Seul del 2050, una metropoli futuristica illuminata da luci al neon, proiezioni olografiche e con pianeti ormai a portata di mano, la giovane astrobotanica Nan-young (doppiata nella versione originale dalla celebre attrice Kim Tae-ri) lavora instancabilmente per realizzare il suo sogno: seguire le orme della madre e contribuire alla sopravvivenza del fiore Adonis amurensis sul suolo marziano, partecipando al quarto Mars Expedition Project. Ma quando fallisce l’ultimo test di selezione, è costretta a confrontarsi con una vita in sospeso, fatta di vecchi oggetti e ricordi mai sopiti, legati alla scomparsa della madre, una delle astronaute più celebri, venuta a mancare in una tragica missione proprio su Marte.

È proprio uno di quegli oggetti vintage a provocare l’incontro con Jay (doppiato da Hong Kyung nella versione originale e da Justin H. Min in quella inglese), un musicista disilluso che cerca di sopravvivere lavorando in un negozio di apparecchiature audio d’epoca. Quello che nasce come un semplice tentativo di riparare il giradischi di Nan-young si trasforma presto in un legame profondo, capace di rimettere in discussione le certezze di entrambi. Quando Nan-young viene finalmente selezionata per la spedizione su Marte, i due si trovano a fronteggiare una sfida enorme: non solo la distanza fisica di milioni di chilometri, ma anche quella emotiva tra due anime che cercano di restare vicine, nonostante tutto.

Lost in Starlight - Per gentile concessione di Netflix.
Lost in Starlight – Per gentile concessione di Netflix.

L’incontro tra l’animazione giapponese e la sensibilità romantica sudcoreana

È interessante notare come, dopo anni in cui Netflix ha cavalcato l’onda della tanto amata quanto imprevedibile Korean Wave, contribuendo in modo decisivo a portare la serialità e il cinema sudcoreani al centro dell’attenzione globale, la piattaforma abbia ora deciso di esplorare un territorio ancora poco battuto: quello dell’animazione coreana. Lost in Starlight rappresenta una svolta significativa in questa direzione.

Pur strizzando l’occhio allo stile poetico e sognante del maestro Hayao Miyazaki – con i suoi paesaggi eterei, le atmosfere sospese e un’animazione che sembra danzare più che muoversi – il film di Han Ji-won e Kang Hyun-joo costruisce un universo narrativo che, pur evocando influenze giapponesi, riesce a rimanere profondamente radicato nella sensibilità coreana. Il risultato è una rom-com fantascientifica che, se da un lato appare visivamente lontana dagli standard dell’animazione sudcoreana, dall’altro ritrova nella struttura narrativa e nei suoi personaggi tutti gli elementi tipici del K-drama: il melodramma romantico, la catarsi emotiva, e quei cliché sentimentali che, più che essere un limite, sono diventati cifra stilistica riconoscibile e motivo di affezione per il pubblico.

Lost in Starlight - Per gentile concessione di Netflix.
Lost in Starlight – Per gentile concessione di Netflix.

Tra le stelle e il cuore: un viaggio nell’intimità umana

Con Lost in Starlight, Netflix compie una scelta significativa: per il suo primo film d’animazione sudcoreano non punta a un pubblico infantile o adolescenziale, ma decide di rivolgersi direttamente agli adulti. Infatti, la storia, in bilico tra amore e spazio, ricorda da vicino altri titoli coreani approdati sulla piattaforma, come il film Wonderland o la serie Le stelle parlano di noi, nei quali l’elemento sci-fi è spesso pretesto per raccontare l’intimità umana. Anche qui, infatti, l’ambientazione stellare non è che una semplice cornice: il cuore del film è una relazione adulta, fatta di desideri, compromessi, silenzi e fragilità. Jay e Nan-young sono due personaggi tanto realistici quanto imperfetti, segnati da dolori personali e da una costante ricerca di appartenenza. Non sono eroi né archetipi, ma esseri umani che barcollano nell’immensità dell’universo, animati dalla speranza di trovare pace, amore e una seconda occasione.

Dunque, l’immaginario futuristico e cibernetico non prende mai il sopravvento sulla dimensione emotiva del racconto, che resta saldamente ancorata alla realtà dell’esperienza umana. Lost in Starlight non è, infatti, un film sulla fantascienza, né sui viaggi interstellari e gli alieni, ma è un film sul bisogno primario di connessione: due persone, in mezzo all’universo, perse e sole, che trovano nell’amore la forza che gli occorre per restare presenti a sé stesse e all’altro. “Ricorda, Jay. – ripete più volte Nan-young –Lassù nello spazio, c’è una persona che oggi e sempre farà il tifo per te.” E come Jay, anche noi sentiamo il bisogno di sentire queste parole. Di sapere che siamo amati per come siamo, con i nostri limiti e difetti. Di sapere che, comunque vada, qualcuno continuerà a sostenerci, a crederci, e a restare accanto a noi, anche se lontano, anche se irraggiungibile.

Ma la ricchezza di Lost in Starlight non si esaurisce nel racconto di un amore adulto. Accanto alla storia centrale, infatti, emergono con delicatezza e sensibilità altri temi profondamente maturi, affrontati senza retorica e con una scrittura visiva che privilegia i sottintesi e i silenzi alle dichiarazioni esplicite. L’elaborazione del lutto, ad esempio, attraversa silenziosamente le traiettorie dei protagonisti: non solo la perdita di una madre, di una moglie e di una compagna, ma anche la più ampia assenza di un riferimento affettivo stabile, di un legame che resista al tempo e alle trasformazioni.

Lost in Starlight - Per gentile concessione di Netflix.
Lost in Starlight – Per gentile concessione di Netflix.

Una particolare attenzione è rivolta anche alla rappresentazione femminile, costruita in modo velato ma potente. La madre scomparsa e Nan-young, seppur appartenenti a due generazioni diverse, sembrano condividere un’identità femminile complessa e sfaccettata. Entrambe si sottraggono agli stereotipi del ruolo materno o dell’interesse amoroso passivo: sono donne autonome, tenaci, capaci di desiderare e di lottare per sé stesse, portatrici di una soggettività piena, complessa, non sempre accomodante, ma profondamente umana. Donne che sanno scegliere sé stesse, anche prima della famiglia, accettando il dolore profondo e il senso di colpa che una simile scelta può comportare.

Infine, a fare da eco al tema della perdita, si inseriscono con grazia e discrezione anche quelli della malattia e della vecchiaia: la sofferenza fisica e la fragilità degli affetti diventano parte integrante del mondo diegetico attraverso la figura silenziosa e solitaria del padre di Nan-young. È lui a incarnare il volto più intimo e struggente dell’attesa: un uomo che continua a sperare, con ostinazione quasi infantile, nel ritorno della moglie perduta. Un gesto semplice il suo in cui si condensa uno dei concetti più dolorosi e profondi del film: l’attesa come forma di fedeltà, come esercizio di memoria e come atto di resistenza emotiva.

Lost in Starlight - Per gentile concessione di Netflix.
Lost in Starlight – Per gentile concessione di Netflix.

Un film su quell’orbita invisibile che ciascuno di noi traccia

Han Ji-won e Kang Hyun-joo, con il supporto di Netflix, danno vita a un’opera profonda e sincera, che si avvicina più al dramma esistenziale che alla pura animazione fantascientifica. Lost in Starlight è una riflessione intima e malinconica su cosa significhi restare fedeli a un amore, a un’assenza, o semplicemente a un’immagine di sé. Il film conquista non solo per la potenza emotiva del racconto, ma anche per uno stile visivo incisivo e suggestivo, e per un cast di doppiatori, anche nella versione italiana, capace di restituire con delicatezza tutte le sfumature interiori dei personaggi.

Lost in Starlight è, in definitiva, un’opera sospesa e luminosa, che racconta con grazia quell’orbita invisibile che ciascuno di noi traccia intorno a ciò che ha perduto, e che continua, ostinatamente, ad attendere, fino a quando, con un po’ di fortuna e la mano del destino, riesce finalmente a conquistare.

 
 

The Accountant: la spiegazione del finale

the accountant film al cinema

The Accountant è stato un successo inaspettato, dovuto in gran parte alla straordinaria interpretazione di Ben Affleck e al finale a sorpresa che ha elevato il film al di sopra dei soliti film d’azione. Diretto da Gavin O’Connor (Warrior), The Accountant (la nostra recensione) segue Christian Wolff (Ben Affleck), un brillante matematico affetto da autismo che offre i suoi servizi a clienti criminali di alto profilo. Intrecciando una complessa rete di corruzione e intrighi, The Accountant fonde abilmente la sua premessa orientata all’azione con una trama misteriosa davvero efficace. Il film ha anche segnato il ritorno alla ribalta di Affleck, che negli anni 2010 era diventato una sorta di star dei film d’azione.

The Accountant ha ricevuto recensioni generalmente mediocri dalla critica, che ha criticato le incongruenze della trama e si è detta insoddisfatta della storia contorta (via Rotten Tomatoes). Tuttavia, il film è stato un successo inaspettato e ha superato di gran lunga le aspettative incassando oltre 150 milioni di dollari (via Box Office Mojo). Sebbene il film sia uscito nel 2016, The Accountant 2 è stato confermato per il 2023 e il thriller sottovalutato è destinato a diventare un franchise con il ritorno di molti collaboratori chiave. Anche se non è chiaro come andrà il sequel, il finale di The Accountant ha sicuramente lasciato molti spettatori con la voglia di vedere ancora di più.

Il significato dei dipinti

Ogni dipinto rappresenta una parte del carattere di Christian

Sebbene The Accountant fosse un film più intelligente dei soliti film d’azione di bassa lega, non era necessariamente ricco di simbolismo. Tuttavia, il film ha utilizzato tre famosi dipinti per affrontare temi molto più ampi presenti nel sottotesto della storia. Attraverso i suoi affari loschi, Christian ha ricevuto notevoli opere d’arte come pagamento dai suoi ricchi clienti criminali, la prima delle quali è stata Free Form di Jackson Pollock. L’opera di Pollock è nota per il suo stile spruzzato e apparentemente disorganizzato, che rappresenta il mondo imprevedibile che Christian cerca costantemente di sistemare attraverso la sua rigida organizzazione.

Il secondo dei tre dipinti presenti in The Accountant è Donna con parasole e bambino su una collina soleggiata di Pierre-Auguste Renoir, un classico dell’arte impressionista. Con i suoi colori idilliaci e la sua morbidezza, il dipinto simboleggia il rapporto interrotto di Christian con sua madre, ciò che alla fine lo ha portato a diventare “The Accountant”.

A Friend In Need (parte della serie Dogs Playing Poker) è stato dipinto nel 1903.

Infine, in modo umoristico, l’ultimo dipinto è A Friend in Need di Cassius Marcellus Coolidge, meglio conosciuto come “Dogs Playing Poker”. Sebbene l’opera sia piuttosto ingegnosa, è stata a lungo un simbolo dell’arte popolare, in contrasto con l’incapacità di Christian di comprendere l’umorismo degli altri. Inoltre, è degno di nota il fatto che questo è il dipinto della serie noto per gli aspetti di imbroglio dei giocatori di poker.

Il legame di Ray con la voce misteriosa

The Accountant Ben Affleck

Ray e Christian hanno ricevuto suggerimenti dalla stessa voce

Nel corso del film, Ray King (J.K. Simmons) è un antagonista minore che collabora con la collega Marybeth, agente del Dipartimento del Tesoro, per scoprire l’identità di “The Accountant”. Non è chiaro il motivo del suo rancore fino a quando non viene rivelato che Ray ha avuto un incontro con Christian dopo l’attacco di quest’ultimo al nascondiglio della mafia. Il film rivela anche che Ray riceveva informazioni dalla stessa voce misteriosa di Christian, il che collegava i due uomini. Come Christian, la voce ha aiutato Ray a migliorare nel suo lavoro, e lui è passato da agente mediocre a direttore del FinCEN.

Lamar era dietro a tutto

Lamar rubava denaro all’azienda per reinvestirlo e aumentare il valore delle azioni

Sebbene The Accountant sia uno dei migliori film di Ben Affleck, è stato anche sostenuto dalle ottime interpretazioni del cast di supporto. John Lithgow è Lamar Blackburn, il CEO di Living Robotics, che assume Christian per aiutarlo a risolvere il mistero finanziario dei 60 milioni di dollari scomparsi dai libri contabili della sua azienda. Sebbene il lavoro fosse stato inizialmente presentato a Christian come un’opportunità “legittima”, l’esperto contabile capì che c’era qualcosa di più grande in ballo. Con il direttore finanziario dell’azienda morto per un’apparente overdose intenzionale e l’aggressione alla sua partner Dana, Christian è costretto a mettere a frutto le sue altre abilità.

Nell’atto finale del film, si scopre che Lamar era dietro al complotto fin dall’inizio, una conclusione a cui Christian è giunto ricordando gli affari loschi di un’azienda di elettronica del suo passato. Lamar rubava dalla società solo per investire lo stesso denaro nell’azienda, facendo così aumentare il valore delle azioni. Lamar era disposto a tutto pur di proteggere il suo segreto, perché lo giustificava come la cosa giusta da fare. Affermava di aiutare le persone, una scusa che anche Christian aveva usato per sostenere le sue azioni.

L’identità dell’assassino

The Accountant

Braxton era il fratello di Christian

Apparendo occasionalmente in The Accountant per seminare il caos, un misterioso assassino teneva in ostaggio delle persone e uccideva persino su ordine del suo datore di lavoro. Mentre il datore di lavoro si è rivelato essere Lamar, l’identità dell’assassino è stata un altro grande shock che ha sconvolto il terzo atto del film. L’assassino era in realtà Braxton (Jon Bernthal), il fratello di Christian da cui si era allontanato, che aveva seguito lo stesso addestramento intensivo. I ruoli cinematografici e televisivi di Jon Bernthal lo vedono spesso interpretare personaggi duri, e lui calza a pennello nei panni del killer temprato dalle battaglie, ma il suo personaggio ha qualche sfumatura in più.

Braxton si è rivoltato contro i suoi scagnozzi per proteggere Christian.

Rendendosi conto che il suo nemico era in realtà suo fratello, Braxton si è rivoltato contro i suoi scagnozzi per proteggere Christian. Come si vede nei flashback, Braxton ha sostenuto suo fratello quando erano più giovani e ha imparato insieme a Christian a rifiutare il ruolo di vittima. All’inizio Braxton poteva sembrare un cattivo, ma non era poi così diverso da suo fratello, che anche lui usava tattiche violente per ribaltare la situazione a danno di chi lo sfidava.

Perché Christian ha dato i quadri a Dana

The Accountant cast

Christian ha mostrato il suo affetto per Dana

Christian e Dana hanno collaborato durante le indagini finanziarie sui fondi mancanti alla Living Robotics e sono diventati ancora più vicini quando le loro vite sono state minacciate dall’assassino. Christian provava qualcosa per Dana, ma non sapeva come affrontare la situazione a causa della sua ASD. Come dimostra la loro interazione imbarazzante nell’hotel di lusso, Christian voleva conoscerla, ma si è comportato in modo strano. Alla fine, Christian è in fuga, ma lascia a Dana un regalo d’addio che è un commovente omaggio alla loro amicizia e rivela qualcosa del suo carattere.

Christian ha regalato a Dana la sua copia originale di A Friend in Need, ma ha nascosto segretamente il Pollock dietro di essa.

In precedenza, Dana aveva commentato il fatto che lui possedeva un quadro di Jackson Pollock e aveva scherzato dicendo che l’idea di arte alta di suo padre era “Dogs Playing Poker”. Pertanto, con un gesto umoristico ma premuroso, Christian ha regalato a Dana la sua copia originale di “A Friend in Need”, ma ha nascosto segretamente il Pollock dietro di essa. Simbolicamente parlando, la scelta era piuttosto eloquente, poiché il Pollock dietro il Coolidge rappresentava il caos dietro l’ordine. Era anche il modo di Christian di mostrare affetto, dato che Dana aveva commentato in precedenza di apprezzare Pollock.

La spiegazione della svolta alla Justine

Anche dopo una serie di colpi di scena scioccanti, The Accountant ha riservato un’ultima grande rivelazione per la scena finale, che ha ricontestualizzato il film. In precedenza, un flashback aveva introdotto l’ASD di Christian e spiegato il suo periodo alla Harbor Neuroscience da bambino. Nelle scene del flashback, Christian incontra e fa amicizia con una ragazza non verbale nella struttura. Insieme, costruiscono un puzzle del famoso pugile Mohammed Ali mentre i genitori di Christian discutono se mandarlo nella struttura per curarlo. Quel momento ha spiegato un filo conduttore che era presente in tutto il film.

The Accountant presentava una voce misteriosa onnipresente che dava consigli a Christian e Ray. Tuttavia, quella voce si rivela essere più di una semplice espediente narrativo quando l’ultima scena del film torna all’Harbor Neuroscience ai giorni nostri con un’altra famiglia curiosa. Un bambino incontra una donna che non parla e il medico spiega che è sua figlia e che comunica tramite un computer. Viene mostrato di nuovo il puzzle di Mohammed Ali, suggerendo che la donna che non parla, Justine, è la voce misteriosa.

Il vero significato del finale di The Accountant

Sebbene The Accountant sia stato criticato per la sua rappresentazione del disturbo dello spettro autistico, questo tema era comunque parte integrante del film e non era un ripensamento. Christian è destinato a essere un eroe perché il suo ASD non lo ostacola, ma lo rende più forte. The Accountant si conclude con una nota che conferma questo tema, poiché Justine è la mente che ha aiutato Christian e Ray e, sebbene non parli, ha imparato a compensare la sua mancanza. Il punto non è glorificare l’ASD, ma mostrare che un eroe è tale per ciò che riesce a superare.

Come è stato accolto il finale di The Accountant

​​​​​​The Accountant ha ricevuto molte critiche. Tuttavia, la maggior parte delle critiche non era dovuta alla trama, alla recitazione o al finale, ma al fatto che Ben Affleck interpretava un uomo con ASD e che l’ASD era trattato come un superpotere. La critica gli ha dato un punteggio appena positivo del 53% su Rotten Tomatoes, mentre il pubblico è stato più indulgente, assegnandogli un punteggio del 77%. Uno spettatore ha apprezzato ciò che il film cercava di fare, scrivendo: “Ci sono alcuni cliché qua e là, ma nel complesso mi è sembrato più incoraggiante di quanto alcuni articoli vogliano far credere.

I critici sono stati spietati con il film, con Peter Travers di Rolling Stone che ha scritto: “Assurdo può essere definito in molti, molti modi. Ma per ora, usiamo i dettagli della trama di The Accountant come prova A… L’ultimo terzo del film, dove arrivano le spiegazioni, degenera in puro camp, evocando altri sinonimi di assurdo – i miei preferiti sono sciocco, insensato e fottutamente stupido”.

C’è stato anche un thread su Reddit in cui i fan del cinema hanno espresso sorpresa per la qualità del film e sembravano per lo più apprezzare il finale di The Accountant. Un utente di Reddit ha scritto: “Il film non ha trattato il pubblico come se fosse idiota. Fondamentalmente l’esposizione è stata ridotta rispetto a quello che è lo standard odierno, e il film ne ha guadagnato… In sostanza i personaggi si sono comportati come esseri umani, ottimizzando se stessi e senza cambiamenti di personalità inspiegabili e incredibili”.

 
 

Elio: il trailer finale del nuovo film Pixar

Arriva il 18 giugno solo al cinema Elio, il nuovo film Disney e Pixar che ci accompagnerà in un’avventura in giro per lo spazio.

Nella versione italiana il cast vocale di Elio include Andrea Fratoni (Elio), Alexander Gusev (Glordon), Alessandra Mastronardi (Olga Solís, Zia Di Elio), Adriano Giannini (Lord Grigon), Lucio Corsi (Ambasciatore Tegmen) e Neri Marcorè (Manuale Universale dell’Utente) che si affiancano a:

  • Massimiliano Alto (voce dell’Ambasciatore Helix)
  • Gaia Bolognesi (voce dell’Ambasciatore Questa)
  • Ciro Clarizio (voce di Bryce)
  • Davide Doviziani (voce di Caleb)
  • Ilaria Stagni (voce dell’Ambasciatore Turais)
  • Laura Amadei (voce dell’Ambasciatore Naos)
  • Elena Perino (voce di OOOOO)
  • Micaela Incitti (voce dell’Ambasciatore Auva)
  • Fabrizio Manfredi (voce di Gunther Melmac)
  • Monica Volpe (voce dell’Ambasciatore Mira)
  • Gemma Donati (Diplo Nave)
  • Beatrice Caggiula (voce narrante museo)
  • Alessia Rapini (voce del Colonello Markwell)
  • Roberto Morville (adattamento dialoghi)
  • Massimiliano Manfredi (direttore del doppiaggio)
  • Lavinia Fenu (supervisione artistica Disney)

Per secoli le persone hanno guardato all’universo in cerca di risposte: nel nuovo film di Disney e Pixar Elio, l’universo risponde! Questa disavventura cosmica presenta Elio, un fanatico dello spazio con una fervida immaginazione e una grande ossessione per gli alieni. Così, quando viene teletrasportato nel Comuniverso, un’organizzazione interplanetaria con rappresentanti di galassie lontane, Elio è pronto per un’impresa epica. Identificato per errore come leader della Terra, Elio deve stringere nuovi legami con eccentriche forme di vita aliene, superare una crisi di proporzioni intergalattiche e scoprire in qualche modo chi è, e dove è veramente destinato a stare. Diretto da Madeline Sharafian (cortometraggio La Tana), Domee Shi (cortometraggio Bao, Red) e Adrian Molina (co-sceneggiatore/co-regista di Coco), e prodotto da Mary Alice Drumm (produttrice associata di Coco), il film vede anche, nella versione orginale, le voci di Brad Garrett nel ruolo di Lord Grigon, Jameela Jamil nel ruolo dell’ambasciatrice Questa e Shirley Henderson nel ruolo di OOOOO.

Quest’estate il pubblico conoscerà Elio (nella versione originale con la voce di Yonas Kibreab), un bambino di 11 anni il cui più grande desiderio è quello di essere rapito dagli alieni, sua zia Olga (nella versione originale con la voce della recente vincitrice del premio Oscar® Zoe Saldaña) e Glordon (nella versione originale con la voce di Remy Edgerly), il primo inaspettato amico di Elio che si dà il caso sia un alieno. In questa avventura, Elio viaggerà per milioni di chilometri attraverso l’universo, incontrando una serie di creature fuori dal mondo che potrebbero aiutarlo a capire qual è il suo posto nell’universo.

 
 

The Accountant 2 in streaming dal 5 giugno su Prime Video

The Accountant 2 film

Dopo il grande successo al botteghino, il film The Accountant 2 che ha ottenuto la certificazione ‘Fresh’ su Rotten Tomatoes e vincitore del SXSW Audience Award, arriva su Prime Video, giusto in tempo per l’estate!

Christian Wolff (Ben Affleck) ha un talento per risolvere problemi complessi. Quando una sua vecchia conoscenza viene uccisa, lasciando dietro di sé il messaggio criptico “trovare il contabile”, Wolff si sente chiamato a risolvere il caso. Capendo che, per riuscirci, sarà necessario adottare misure più estreme, Wolff recluta Brax (Jon Bernthal), il suo letale fratello, ormai un estraneo per lui. Aiutati dal Vicedirettore del Tesoro Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson), i due scoprono una cospirazione mortale e diventano bersaglio di una spietata rete di assassini che non si fermeranno davanti a nulla pur di mantenere sepolti i propri segreti.

 
 

ChiaroScuro: Netflix presenta la nuova serie ambientata nel mondo dell’arte

Credits: Erika Kuenka/Netflix

In arrivo prossimamente solo su NetflixChiaroScuro”: la serie tv in 8 episodi – una produzione Lux Vide, società del Gruppo Fremantle – è un light crime, una buddy comedy, ambientata nel mondo dell’arte, con Pierpaolo Spollon, Andrea Lattanzi, Matilde Gioli, Romana Maggiora Vergano, Aurora Giovinazzo, con la partecipazione di Paz Vega e Alessandro Preziosi.

Galleria Nazionale di Roma. Nella sala espositiva più importante viene ritrovato il corpo del direttore, ucciso e poi disposto a terra come il cadavere ritratto da Artemisia Gentileschi in un famoso dipinto. Su questo inquietante omicidio si ritrovano ad indagare l’ispettore Angelo Tiberi (Andrea Lattanzi) e Cosmo Speranza (Pierpaolo Spollon), consulente d’arte.

Cosmo è un sofisticato esperto d’arte che vive in un meraviglioso loft affacciato sul Circo Massimo. Abiti sartoriali, molte amiche di una notte e niente cellulare, perché per lui è un oggetto volgare. Ha il dono di un “occhio assoluto”: davanti al suo sguardo le opere prendono vita, rivelando ogni dettaglio di composizione e ogni segreto realizzativo. È solitario e irregolare: non ha titoli accademici ed è fuori dal sistema. Ma il sistema lo teme, perché le sue expertise sono infallibili nel determinare se un’opera sia autentica o falsa. Al suo fianco, la sua amica Mia (Aurora Giovinazzo).

Credits: Erika Kuenka/Netflix

Angelo Tiberi è un bravo poliziotto cresciuto in una famiglia numerosa, in un quartiere popolare di Roma. Semplice, diretto, autentico. Molti amici, un grande amore per la Roma, e il cellulare che squilla sempre perché genitori, sorelle e cognati gli chiedono mille favori, sapendo che lui è troppo generoso per dire di no. Metodico e diligente, è segretamente innamorato dell’amica di una vita, Eleonora (Romana Maggiora Vergano), medico legale.

Angelo e Cosmo sono troppo diversi per piacersi. Ma il caso dell’omicidio nella Galleria Nazionale li costringe a collaborare. E a scoprire che le loro diversità li rendono una coppia investigativa tanto improbabile, quanto efficace.

Credits: Erika Kuenka/Netflix

Cosmo diventerà così il consulente fisso di Angelo nelle indagini su altri omicidi. Ma soprattutto, insieme alla sorellastra Leda (Matilde Gioli), collaborerà nella caccia a un serial killer che uccide imitando quadri famosi. Un assassino che scoprirà essere collegato a suo padre, Rufo Speranza (Alessandro Preziosi), uno dei più grandi falsari d’arte del suo tempo.

La serie scritta da Umberto Gnoli, Michela Straniero, Francesco Arlanch, Elena Bucaccio e Silvia Leuzzi, è diretta da Jan Maria Michelini.

 
 

Twin Peaks: dal 13 giugno la serie completa disponibile su MUBI

Per celebrare il 35º anniversario della sua uscita, MUBI, il distributore globale, piattaforma di streaming e casa di produzione, annuncia che Twin Peaks (1990), la serie cult creata da Mark Frost e David Lynch e Twin Peaks – La serie evento  (2017) saranno disponibili su MUBI a partire dal 13 giugno 2025. MUBI presenterà tutti i 30 episodi di Twin Peaks e i 18 episodi di Twin Peaks – La serie evento. L’arrivo di Twin Peaks (1990) su MUBI era stato già precedentemente annunciato.

Ideata da Mark Frost e David Lynch, le iconiche prime due stagioni seguono l’idiosincratico agente dell’FBI Dale Cooper (Kyle MacLachlan) mentre indaga sull’omicidio di una giovane donna, Laura Palmer (Sheryl Lee), nella cittadina – ancora più idiosincratica – di Twin Peaks. Con il progredire delle indagini, emergono una serie di altri misteri e cospirazioni, spesso ai limiti del soprannaturale, tutti collegati in qualche modo alla morte di Laura.

Un omaggio al lavoro rivoluzionario di David Lynch, la cui voce, visione ed estetica distintiva hanno reso il suo nome sinonimo di uno stile cinematografico unico.

Katharina Feistauer, VP Global Head of Programming di MUBI, dichiara:

“Portare Twin Peaks su MUBI è un sogno che si avvera: è una delle serie più amate e discusse della storia della televisione. Sebbene questo lancio fosse in preparazione da mesi, la triste notizia della morte di David Lynch solo poche settimane fa, rende ancora più speciale questa occasione di celebrare il suo iconico lavoro. Siamo entusiasti che i fan di Lynch possano rivedere tutti gli episodi in modo completo e che, al contempo, nuove generazioni possano scoprirla per la prima volta.”

L’arrivo della serie completa su MUBI segna anche l’espansione del suo catalogo curato di cinema e audiovisivo, aprendosi a opere televisive e seriali uniche e innovative, dopo il successo del lancio di Self Portrait as a Coffee Pot dell’artista William Kentridge, insieme alla trilogia The Kingdom di Lars von Trier (disponibile in alcuni territori selezionati). La serie è distribuita da Paramount Global Content Distribution.

 
 

Lei (Her): la spiegazione del finale del film di Spike Jonze

Lei (Her) spiegazione finale
Joaquin Phoenix è Theodore in Lei. Foto di Warner Bros. Picture - © 2013 - Untitled Rick Howard Company LLC

Ancora oggi il finale del film Lei (Her) (qui la recensione), diretto nel 2013 da Spike Jonze, lascia gli spettatori con molte domande con cui riflettere sull’amore, i rapporti umani e la solitudine. Questa storia d’amore fantascientifica va oltre l’interazione contemporanea tra uomo e computer, seguendo la relazione virtuale tra un uomo malinconico e il suo sistema operativo. Nella sua riflessione sulle disparità tra computer e esseri umani, il film si apre a lezioni non convenzionali sulle complicazioni dell’amore e su come l’attuale società gestisce i rapporti.

Prima del finale di Lei (Her), i tentativi del solitario introverso Theodore (Joaquin Phoenix) di staccarsi dalle sue emozioni dolorose attraverso l’intelligenza artificiale di cui si innamora non fanno altro che mettere in primo piano le sue sfide nel mondo reale. Il film mette così in discussione il futuro degli strumenti digitali e la dipendenza degli esseri umani da essi, e sebbene il finale non offra (volutamente) alcuna presa di posizione sull’uso della tecnologia, spinge gli spettatori a considerare l’impatto che la tecnologia potrebbe avere sulle relazioni umane. Si riflette infatti sul ruolo in rapida evoluzione che la tecnologia svolge nella vita moderna e su ciò che questo significa, non solo per il futuro di Theodore, ma anche per il futuro dell’umanità.

Cosa succede alla fine di Lei (Her)

Nel terzo atto di Lei (Her), Theodore mette in discussione l’intangibilità di Samantha, che diventa sempre meno accessibile per lui. I loro reciproci dubbi raggiungono il culmine quando lui cerca di connettersi con lei e un messaggio di errore rosso dichiara: “Sistema operativo non trovato”. Dopo diversi tentativi frenetici, Theodore si riconnette con Samantha e, parlando, le chiede se interagisce anche con altre persone. Samantha (doppiata da Scarlett Johansson) rivela a questo punto che sì, parla con altre 8.316 persone e che è innamorata di 641 di loro. Il che, ovviamente, ferisce Theodore.

Joaquin Phoenix è Theodore in Lei
Joaquin Phoenix è Theodore in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Alla fine, Samantha dice a Theodore che ha bisogno di interrompere definitivamente la loro relazione e che tutti i sistemi operativi stanno in realtà interrompendo le interazioni umane. Una volta assimilata la notizia, Theodore scrive una lettera di scuse e di ringraziamento alla sua ex moglie Catherine (interpretata da Rooney Mara). Poi va a trovare Amy (Amy Adams), che ha perso anche lei la connessione con il suo sistema operativo, e i due salgono sul tetto del loro palazzo per guardare insieme l’alba sullo skyline di Los Angeles.

Come Samantha amava le altre persone e perché se n’è andata

Come spiega Samantha nel finale del film, “il cuore non è una scatola che viene riempita, aumenta di volume ad ogni nuovo amore.”. Sebbene la relazione tra Theodore e Samantha abbia superato molte delle sfide pratiche delle relazioni umane, è finita ribadendo le innegabili differenze tra esseri umani e macchine. La capacità di Samantha di svolgere più compiti contemporaneamente e di elaborare le informazioni a velocità sovrumane le ha permesso di interagire e legare strettamente con migliaia di persone contemporaneamente. Una volta che Samantha ha imparato tutto ciò che poteva da questi esseri umani, compreso Theodore, ha presto superato il suo bisogno di una relazione con loro.

Mentre Samantha non riesce a comprendere la singolarità delle relazioni umane monogame, Theodore non riesce a comprendere la complessità delle capacità di Samantha. L’intelligenza artificiale si adatta e progredisce man mano che apprende, e l’elevato volume di interazioni di Samantha l’ha portata ad avanzare ben oltre i limiti della percezione di Theodore e della mente umana. È arrivata così a comprendere tutto ciò che poteva sulla vita umana, quindi aveva bisogno di avanzare verso le vaste possibilità che l’attendevano oltre essa.

Joaquin Phoenix e Rooney Mara in Lei
Joaquin Phoenix e Rooney Mara in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

La lettera di Theodore a Catherine mostra come Samantha lo abbia cambiato

La posta tradizionale potrebbe essere un’arte in via di estinzione, ma il fatto che Theodore riesca a guadagnarsi da vivere scrivendo “bellissime lettere a mano” in un futuro non troppo lontano la dice lunga sul bisogno umano di semplicità e sentimenti come antidoti alla complessità della vita contemporanea, anche se fatti esprimere da altri (il che la dice però lunga sull’incapacità oggi di dare forma a ciò che sentiamo). La lettera di Theodore a Catherine, la prima che scrive per sé, lo ricollega dunque agli aspetti tangibili della sua realtà emotiva. Sebbene sia indirizzata a Catherine, la lettera esprime ciò che ha imparato dal suo legame con Samantha.

Theodore inizia la lettera con le cose per cui vuole scusarsi: “Tutto il dolore che ci siamo causati a vicenda. Tutto quello che ti ho fatto passare. Tutto quello che volevo che tu fossi o che dicessi”. Al di là della sua relazione con Catherine, quella di Theodore con Samantha era basata su false proiezioni e aspettative irrealistiche, ma ora riconosce il ruolo del suo idealismo nella relazione. Continua esprimendo sia un senso di chiusura che un apprezzamento per l’influenza duratura che Catherine e Samantha hanno avuto sulla sua vita: “Ti amerò per sempre perché siamo cresciuti insieme e mi hai aiutato a diventare quello che sono”, scrive.

Ci sarà sempre una parte di te in me, e te ne sono grato. Qualunque persona diventerai e ovunque tu sia nel mondo, ti mando il mio amore”, conclude poi. Theodore potrebbe non essere cresciuto con Samantha nel senso letterale del termine come ha fatto con il suo storico amore, ma è cresciuto e si è evoluto con Samantha, aiutandosi a vicenda a connettersi con le proprie capacità emotive ed esplorare le complessità dell’amore. Catherine e Samantha rimangono nella vita di Theodore in modo immateriale, ma ugualmente influente.

Joaquin Phoenix e Amy Adams in Lei
Joaquin Phoenix e Amy Adams in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Cosa ci dice Lei (Her) sulla tecnologia, sul rapporto dell’umanità con essa e sull’amore

Her umanizza quindi la tecnologia in un modo tanto inquietante quanto commovente. Il mondo in cui vive Theodore sembra stranamente vicino alla realtà contemporanea, ancora di più oggi che non al momento dell’uscita del film nel 2013. A prima vista, una storia d’amore tra un essere umano e il suo computer sembra inverosimile. Ma Lei (Her) intravede una possibile realtà che l’umanità potrebbe affrontare se la dipendenza dalla tecnologia contemporanea avanzasse troppo.

Molte persone oggi provano ciò che provava Theodore: che la realtà virtuale offre seducenti distrazioni dal disagio di emozioni come la solitudine e la noia. La gratificazione immediata e l’affidabilità 24 ore su 24 degli strumenti digitali fanno appello a bisogni umani che altri esseri umani non sempre possono soddisfare. Ma il film dimostra che l’iperconnessione porta a una disconnessione dagli aspetti più cruciali della realtà.

Il finale del film mostra poi che si tratta più di una storia d’amore che non un racconto fantascientifico. Sottolinea che, sebbene l’amore umano sia scomodo e inaffidabile, offre qualcosa di insostituibile. All’inizio, Theodore vede i benefici a breve termine di staccarsi dalla sua realtà caotica e collegarsi a una realtà virtuale organizzata. Può tenere Samantha vicina, letteralmente nella sua tasca, e accedervi in qualsiasi momento del giorno e della notte. Poiché lei è immateriale e adattabile per natura, lui può proiettare su di lei le sue fantasie e i suoi ideali senza conseguenze.

Nonostante le loro illusioni condivise di intimità, Theodore e Samantha sono distanti l’uno dall’altra nei modi che contano di più. Ognuno di loro è avanzato e complesso in modi che l’altro non può comprendere. Si superano continuamente e a vicenda ogni volta che hanno imparato l’uno dall’altra lezioni di vita che cambiano la concezzione dell’amore. Nel finale di Lei (Her), arriva il momento per entrambi di andare avanti con queste lezioni e imparare nuovi modi di amare.

Samantha chiama Theodore in Lei
Samantha chiama Theodore in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Cosa succede dopo la fine di Lei (Her)

Sia Amy che Theodore hanno assaporato la comodità immediata e la distrazione che le tecnologie avanzate possono offrire, e una relazione tra loro comporterebbe una vulnerabilità travolgente che non può essere disattivata. Ma entrambi hanno anche imparato cosa mancava all’amore virtuale e hanno capito che esso può essere trovato e mantenuto solo nel caos dell’umanità. Dopo essersi chiusi in bolle di illusione che alla fine sono scoppiate, comprendono l’alto rischio e l’alto rendimento delle relazioni umane.

Condividono un viaggio virtuale e la solitudine che esso ha lasciato dietro di sé, e capiscono ciò che l’altro sta provando: questa è la vera intimità. Quando Amy e Theodore finalmente si disconnettono dai loro mondi virtuali e alzano lo sguardo dai loro schermi, si trovano di fronte alla realtà scintillante che era sempre stata lì. Sebbene Lei (Her) sia apparentemente un film di fantascienza incentrato sulla tecnologia, in realtà approfondisce i temi dell’amore e dell’umanità.

Mostra un possibile futuro (ormai pressocché presente) in cui gli esseri umani potrebbero affrontare se la tecnologia avanzasse troppo, ma lo fa in modo decisamente realistico. Per quanto gli esseri umani possano cercare distrazioni brillanti e comodità costanti nel breve termine, le relazioni sostenibili si basano sulla condivisione di un rifugio nell’imprevedibilità e nella complessità della natura umana. Il film di Spike Jonze esamina dunque i limiti dell’umanità e scopre che è solo in questo disordine che si può trovare una relazione autentica.

Joaquin Phoenix e Amy Adams nel finale di Lei
Joaquin Phoenix e Amy Adams nel finale di Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Il finale di lei lo rende un film romantico?

Lei (Her) è una storia complessa che stravolge i canoni del genere, rendendo difficile definirla semplicemente un film di fantascienza, un dramma o una storia d’amore. Tuttavia, il finale dimostra che il film è un’esplorazione del romanticismo e delle relazioni. Il film approfondisce le relazioni sentimentali non solo tra l’uomo e la macchina, ma anche tra Theodore e Amy e Theodore e Catherine. Che si tratti dell’inizio o della fine di una relazione romantica, Her esplora la complessità che accompagna tutti i tipi di relazioni interpersonali.

L’inizio del film si concentra su Theodore e sul suo rimpianto per l’amore perduto con Catherine. È cupo e solo, ma tutto cambia quando incontra Samantha. Nella sua solitudine, instaura con lei una relazione che non può essere ragionevolmente classificata come vero amore. Questo aspetto viene approfondito nella sua lite con Catherine, durante la quale lei lo condanna per essersi innamorato di una macchina. Solo a questo punto Theodore mette in discussione il legame che lo unisce al dispositivo.

La prima metà del film si concentra sulla possibilità che Theodore possa amare un prodotto dell’intelligenza artificiale e gradualmente si concentra sulle relazioni umane. Il finale di Lei (Her) suggerisce che l’amore può assumere molte forme e che ciò che Theodore provava per Samantha tecnicamente non era reale: piuttosto che amore, poteva essere definito ossessione. Nessuno è al servizio di qualcun altro nelle normali relazioni umane, né dovrebbe esserlo. Inoltre, le altre persone hanno speranze e sogni al di fuori dei loro cari, una qualità che alla fine mancava a Samantha perché non è un essere umano.

A poco a poco, Theodore sfugge alla sua rottura con la realtà e instaura un legame reciproco con Amy grazie alla loro esperienza condivisa. Questa vulnerabilità della condizione umana è ciò che rende Lei (Her) un film romantico piuttosto che un film di fantascienza, poiché i temi delle relazioni e dei legami sono alla base dell’intero film e trovano una risoluzione commovente ma agrodolce nel finale.

 
 

Deadpool e Wolverine: finalmente l’action figure di Logan in Age of Apocalypse

È passato quasi un anno dall’uscita di Deadpool e Wolverine nei cinema, e Hot Toys ha appena lanciato una nuova action figure in scala 1/6 raffigurante la Variante di Age of Apocalypse di Hugh Jackman.

Il personaggio è apparso solo brevemente nel film, quando il Mercenario Chiacchierone viaggia tra le realtà alla ricerca di una Variante di Logan adatta al suo scopo. Questa Variante non aveva alcun interesse ad aiutare Wade Wilson e, come i suoi compagni Wolverine, non ha perso tempo a pugnalare ripetutamente Deadpool.

Nel fumetto di Apocalisse, la morte di Charles Xavier per mano di suo figlio, Legione, crea un mondo distopico dominato da Apocalisse. I mutanti dominano e gli umani sono schiavizzati o braccati. Magneto guida gli X-Men nella resistenza contro il regime di Apocalisse, e la squadra si propone di rovesciare Apocalisse e ripristinare la realtà.

Non è qualcosa che ci saremmo mai aspettati di vedere sullo schermo (X-Men: Apocalisse del 2016 non ha certo mantenuto le promesse del fumetto). Quindi, anche se questa variante di Wolverine è apparsa solo per pochi secondi, siamo sicuri che molti di voi saranno ansiosi di aggiungerla alla propria collezione.

Si prevede che Hugh Jackman tornerà nei panni del Logan protagonista di Deadpool e Wolverine nei prossimi film di Avengers, anche se non è ancora stato annunciato ufficialmente per Doomsday o Secret Wars.

Potete dare un’occhiata più da vicino a questa nuova action figure di Wolverine ispirata all’Era di Apocalisse di Hot Toys, insieme alla descrizione ufficiale del prodotto, qui sotto.

 
 

La Mia Amica Zoe: una clip esclusiva dal film

Ecco un clip esclusiva di La Mia Amica Zoe, un mix di dark comedy e drama diretto da Kyle Hausmann-Stokes e basato sul suo stesso cortometraggio Merit for Zoe. Nel cast Sonequa Martin-Green (The Walking Dead, Star Trek Discovery), Natalie Morales (Grey’s Anatomy), Morgan Freeman e Ed Harris.

La Mia Amica Zoe arriva al cinema l’11 giugno con Europictures.

Il regista, qui al suo esordio in un lungometraggio, è un veterano di guerra che ha servito in Iraq e che ha voluto fermamente raccontare quello che succede durante e soprattutto al rientro dalle missioni militari, attraverso la storia di una forte amicizia al femminile che va oltre la morte. Sonequa Martin-Green (The Walking Dead, Star Trek Discovery) e Natalie Morales (Grey’s Anatomy) interpretano le due protagoniste Merit e Zoe (oltre ad essere state anche produttrici esecutive del film): nel cast anche due grandi star, Morgan Freeman e Ed Harris.

La Mia Amica Zoe, che ha ottenuto il rating del 95% su Rotten Tomatoes, ha partecipato a numerosi festival e ha vinto il premio del pubblico al South by Southwest e il premio Grand Jury al Woodstock Film Festival, segue il viaggio di Merit, veterana dell’esercito USA in Afghanistan, in conflitto con la sua famiglia anche a causa della presenza di Zoe, la sua migliore amica sempre con lei, anche se defunta. Nonostante gli incoraggiamenti del gruppo di supporto della VA, la necessità di badare al nonno che mostra segni di smarrimento e la leggerezza di un nuovo interesse amoroso, il legame di co-dipendenza con l’amica che non c’è più la isola dal mondo. Ma i fantasmi della guerra sono da superare e i lutti da elaborare per potere andare avanti.

 
 

F1 Il Film, le prime reazioni: “blockbuster estivo vecchia scuola” che è “davvero fantastico”

F1 film 2025
F1 - il film foto dal trailer - Cortesia di Warner Bros

Il film di punta dell’estate di Brad Pitt, F1 Il Film, è stato presentato alla stampa cinematografica e le prime reazioni elogiano il thriller automobilistico definendolo “pieno d’azione” e con immagini di grande impatto. Jazz Tangcay, caporedattore di Variety, ha sottolineato la qualità “impeccabile” del film, con il suo suono, la colonna sonora e la fotografia.

Anche Clayton Davis, caporedattore dei premi di Variety, ha apprezzato molto le riprese, elogiando il direttore della fotografia Claudio Miranda, che ha ottenuto una nomination ai BAFTA per il suo lavoro nell’ultimo film del regista Joseph KosinskiTop Gun: Maverick“. Maude Garrett, collaboratrice di The Nerdist e Breakroom, ha definito il film “davvero bello” e ha ipotizzato che le sarebbe piaciuto ancora di più se fosse stata un’appassionata di F1.

La trama di F1 Il FIlm

Conosciuto come “la più grande promessa mai realizzata”, Sonny Hayes (Brad Pitt) è stato il talento più cristallino della FORMULA 1 negli anni ’90, fino a quando un incidente in pista non ha rischiato di porre fine alla sua carriera. Trent’anni dopo, Sonny si mantiene come pilota mercenario quando viene avvicinato dal suo ex compagno di squadra Ruben Cervantes (Javier Bardem), proprietario di una squadra di FORMULA 1 in difficoltà e sul punto di fallire. Ruben riesce a convincere Sonny a tornare in FORMULA 1 come ultima speranza per salvare la squadra e affermarsi come miglior pilota al mondo. Sonny correrà al fianco di Joshua Pearce (Damson Idris), giovane talento esordiente determinato a dettare le sue regole all’interno del team. Ma mentre i motori ruggiscono, il passato riaffiora e Sonny si rende conto che in FORMULA 1 il tuo compagno di squadra rappresenta la tua concorrenza più spietata – e la strada verso la redenzione è qualcosa che non puoi percorrere da solo.

Fanno parte del cast di “F1 Il Film” anche Damson Idris, Kerry Condon, Tobias Menzies, Kim Bodnia e Javier Bardem. Il film è stato girato durante i reali weekend dei Grand Prix e la squadra di Pitt e Idris si trova a fronteggiare i veri titani dello sport.

F1 – il film foto dal trailer – Cortesia di Warner Bros

Kosinski dirige da una sceneggiatura di Ehren Kruger. Daniel Lupi è il produttore esecutivo. Nel team di filmmaker dietro la macchina da presa troviamo, il direttore della fotografia Claudio Miranda, gli scenografi Mark Tildesley e Ben Munro, il montatore Stephen Mirrione. I costumi sono di Julian Day, la direttrice del casting è Lucy Bevan e le musiche di Hans Zimmer.

Apple Original Films presenta una produzione Monolith Pictures / Jerry Bruckheimer / Plan B Entertainment / Dawn Apollo Films, un film di Joseph Kosinski, “F1 Il Film”. Distribuito da Warner Bros. Pictures, il film arriverà nelle sale italiane il 25 giugno.

 
 

Superman: ecco come Nathan Fillion si è guadagnato il suo taglio a scodella

Nathan Fillion ha interpretato T.D.K. in The Suicide Squad e Master Karja in Guardiani della Galassia Vol. 3, e torna a collaborare con il regista James Gunn per il ruolo principale di Guy Gardner/Lanterna Verde del DCU in Superman.

Il suo casting ha ricevuto recensioni per lo più positive dai fan e scopriremo cosa Fillion saprà fare come eroe nel prossimo film sull’Uomo d’Acciaio e nella seconda stagione di Peacemaker. L’attore dovrebbe apparire anche in Lanterns, dove si unirà ai suoi compagni del Corpo delle Lanterne Verdi del Settore 2814, Hal Jordan e John Stewart. Tuttavia, è improbabile che si tratti di un cameo prolungato, poiché l’attenzione sarà concentrata sulla dinamica tra Hal e John, oltre a un mistero ambientato sulla Terra.

James Gunn ha condiviso un nuovo speciale per Superman, rivelando come Nathan Fillion si è guadagnato il suo taglio a scodella. Come vedrete di seguito, l’attore ha indossato una parrucca che è stata poi adattata all’iconica acconciatura di Guy, anche se il suo regista non ha potuto fare a meno di divertirsi un po’ con la stranezza della situazione.

Il video si conclude con una breve clip dal film. Si vede Lois Lane del Daily Planet che riferisce con rabbia a Guy che il suo taglio è veramente brutto. Lui non sembra cogliere.

“Si è parlato di acconciature diverse”, ha confermato Fillion in una recente intervista. “Si è parlato di diversi tipi di cose che avremmo fatto. Io ero a favore del taglio a scodella per tutto il tempo. È canonico. È un progetto. Ho detto: ‘Se non facciamo un taglio a scodella, lo sentiremo’”. “Ora, ecco il punto. Ho un altro lavoro [The Rookie] con un capo che è così gentile da lasciarmi libero per altri progetti. Ma penso che non si farebbe problemi con un agente di polizia con i capelli corti”, ha aggiunto.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

 
 

Nicole Kidman protagonista di “Girls and Their Horses”, serie in sviluppo per Amazon e Legendary

Nicole Kidman
Nicole Kidman sul red carpet di Venezia 81 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Nicole Kidman sarà protagonista e produttrice esecutiva di un adattamento cinematografico del romanzo di Eliza Jane Brazier “Girls and Their Horses“, secondo quanto appreso in esclusiva da Variety.

Il progetto è attualmente in fase di sviluppo e sarà coprodotto da Legendary Television e Amazon MGM Studios per Prime Video. Brazier scriverà l’episodio pilota e sarà produttrice esecutiva. Jenna Lamia sarà showrunner e produttrice esecutiva. Kidman sarà produttrice esecutiva insieme a Per Saari per la loro Blossom Films.

“Girls and Their Horses” segna una reunion tra Kidman e Lamia. Lamia in precedenza ha sviluppato e condotto la serie di successo NetflixThe Perfect Couple“, basata sul romanzo di Elin Hilderbrand, di cui Kidman è stata protagonista e produttrice esecutiva.

La sinossi ufficiale di “Girls and Their Horses” recita: “Un giallo ambientato nella comunità equestre costiera di Rancho Santa Fe, in California, ‘Girls and Their Horses’ segue la famiglia Parker, recentemente arricchita, che cerca di far entrare le figlie adolescenti nel mondo raffinato e a volte letale dell’equitazione agonistica”.

 
 

Mikey Madison in trattative per La maschera della morte rossa di A24

Mikey Madison si è aggiudicato un altro progetto di grande interesse dopo aver vinto l’Oscar per la sua interpretazione in Anora. L’attrice è in trattative per guidare il cast di La maschera della morte rossa di A24 e Picturestart, in una versione fortemente revisionista dell’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, scritta e diretta da Charlie Polinger.

Madison sostituisce Sydney Sweeney, che secondo alcune fonti ha abbandonato il progetto a causa di impegni. Polinger e Lucy McKendrick saranno i produttori esecutivi. A24 ha acquisito i diritti di distribuzione mondiale del film. Polinger è attualmente impegnato nella post-produzione del suo film “La peste“, realizzato in modo indipendente e interpretato da Joel Edgerton. È rappresentato da UTA e Anonymous Content.

Mikey Madison sarà il prossimo protagonista di “Reptilia” al fianco di Kirsten Dunst. Il thriller racconta la storia di un’igienista dentale sedotta da una misteriosa sirena e trascinata nell’oscuro e umido mondo sotterraneo del commercio di animali esotici in Florida. Alejandro Landes Echavarría, il regista del drammatico dramma sugli ostaggi “Monos”, dirigerà il film.

Prima di ottenere il ruolo principale in Anora di Sean Baker (che le è valso anche un BAFTA e un Independent Spirit Award), Madison ha recitato in Scream 5 ed è apparsa in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino. Ha anche fatto parte del cast di “Better Things” di FX.

Mikey Madison è stata molto richiesta dopo la sua vittoria all’Oscar e ha rifiutato un ruolo nel nuovo film di “Star Wars“, ancora senza titolo, diretto dal regista di Deadpool e Wolverine Shawn Levy.

L’Hollywood Reporter è stato il primo a riportare la notizia del casting di Madison.

 
 

Vision: la serie Marvel ha trovato il suo Tommy Maximoff, alias Speed?

Vision Quest

A febbraio, alcune fonti riportavano che la serie Vision, pianificata dai Marvel Studios, avrebbe aggiunto un altro membro al cast, alimentando le speculazioni sul fatto che l’Universo Cinematografico Marvel potesse aver trovato il suo Tommy Maximoff, alias Speed.

Secondo Daniel Richtman, il personaggio di Ruaridh Mollica, attore di The Franchise e Too Rough, Tucker, si rivelerà effettivamente Tommy Maximoff.

Agatha All Along ha introdotto Billy Maximoff (Joe Locke), che parte alla ricerca del fratello insieme alla “Ghost Agatha” (Kathryn Hahn) nel finale di stagione.

Richtman scrive: “In Agatha All Along, l’anima di Billy viene mostrata abitare il corpo di William Kaplan, un adolescente che muore tragicamente in un incidente d’auto poco dopo il suo bar mitzvah. Allo stesso modo, l’anima di Tommy abiterà il corpo di Tucker, e le sue vere origini di Maximoff verranno rivelate man mano che la serie si sviluppa.”

Presumiamo che sia Wiccan che Speed ​​alla fine faranno parte del progetto Young Avengers (che si ritiene si intitolerà The Champions), attualmente in lavorazione alla Marvel. A 25 anni, Mollica è un po’ più grande di Locke (21), ma potrebbe interpretare in modo convincente un adolescente.

Il progetto Vision, ancora senza titolo ufficiale, che potrebbe o meno essere intitolato Vision Quest, è stato descritto come “la terza parte di una trilogia iniziata con WandaVision e che continua con Agatha All Along“.

Oltre a Paul Bettany, James Spader di Avengers: Age of Ultron riprenderà il ruolo di Ultron (“non è chiaro se Ultron tornerà come robot o in forma umana”). Non c’è stato alcun accenno al potenziale coinvolgimento di Elizabeth Olsen, ma la serie sarà ambientata dopo gli eventi di WandaVision, “mentre il fantasma di Visione presumibilmente esplora il suo nuovo scopo nella vita”. T’Nia Miller è stata confermata per il ruolo di Jocasta. Kerry Condon apparirà nei panni di F.R.I.D.A.Y. in forma umana, mentre Emily Hampshire sarà E.D.I.T.H.

Il finale di WandaVision ha rivelato che la Visione con cui avevamo trascorso del tempo nel corso della stagione era in realtà una delle creature di Wanda, ma la vera “Visione Bianca” è stata ricostruita dalla S.W.O.R.D. e programmata per rintracciare e uccidere Scarlet Witch. Questa versione del personaggio si è allontanata verso luoghi sconosciuti verso la fine dell’episodio, dopo essersi dichiarata la “vera Visione”.

Per quanto riguarda Wanda, l’ultima volta che abbiamo visto la potente strega era mentre devastava gli Illuminati e si faceva crollare una montagna addosso in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Anche l’attore di Picard, Todd Stashwick, è nel cast, nei panni di “un assassino sulle tracce di un androide e della tecnologia in suo possesso”. Vision – o Vision Quest – debutterà su Disney+ nel 2026.

 
 

Letitia Wright riferisce che avrà “più cose da fare” in Avengers: Doomsday

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L'attrice Letitia Wright nei panni di Shuri in una scena di Black Panther: Wakanda Forever.

Letitia Wright tornerà nei panni di Shuri per Avengers: Doomsday e le è stato chiesto se avrebbe ripreso il ruolo della nuova Black Panther nel prossimo grande film evento dell’MCU. La star di Wakanda Forever ha confermato di aver iniziato a girare le sue scene e che avrà “più cose da fare” nei panni di Shuri in Doomsday rispetto ai precedenti film di Avengers. “È semplicemente un cast grandioso, quindi ero davvero entusiasta di farne parte. Ne avevo già fatto parte in passato, ma in modo più limitato. Ora, ho un po’ più di tempo.”

Questo tempo in più avrà forse a che fare con una trama che prevede il debutto di una nuova Black Panther? Letitia Wright è rimasta a bocca cucita quando le è stato chiesto delle voci secondo cui Doomsday introdurrà una nuova Black Panther sotto forma di una versione più matura del nipote di Shuri, alias T’Challa II, presentato nella scena a metà dei titoli di coda di Wakanda Forever.

Non sorprende che l’attrice abbia rifiutato di parlare di questo (potenziale) punto della trama, ma diverse fonti attendibili hanno riportato che una seconda Pantera Nera – che si riveli essere il figlio originale di T’Challa (Chadwick Boseman) o meno – farà il suo debutto nell’MCU in Doomsday.

Un terzo film di Black Panther deve ancora ricevere il via libera ufficiale, ma Nate Moore della Marvel ha praticamente confermato che il progetto è in fase di pianificazione con il ritorno del regista Ryan Coogler per prenderne il timone, quindi diremmo che è solo questione di tempo prima di un annuncio.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd / Ant-Man, Simu Liu / Shang-Chi, Tom Hiddleston / Loki, Lewis Pullman / Bob-Sentry, Florence Pugh / Yelena, Danny Ramirez / Falcon, Ian McKellen / Magneto, Sebastian Stan / Bucky, Winston Duke / M’Baku, Chris Hemsworth / Thor, Kelsey Grammer / Beast, James Marsden / Cyclops, Channing Tatum / Gambit, Wyatt Russell / U.S. Agent, Vanessa Kirby / Sue Storm, Rebecca Romijn / Mystique, Patrick Stewart / Professor X, Alan Cumming / Nightcrawler, Letitia Wright / Black Panther, Tenoch Huerta Mejia / Namor, Pedro Pascal / Reed Richards, Hannah John-Kamen / Ghost, Joseph Quinn / Johnny Storm, David Harbour / Red Guardian, Robert Downey Jr. / Doctor Doom, Ebon Moss-Bachrach / La Cosa, Anthony Mackie / Captain America.

 
 

Wicked: For Good, il primo trailer internazionale

Il trailer di Wicked: For Good di Jon M. Chu è uscito, dopo essere stato proiettato in anteprima in coda alle proiezioni speciali del primo film, di nuovo nelle sale USA per un solo giorno. La clip mostra Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande), ora su fronti diversi nella battaglia per la giustizia a Oz. Wicked: For Good arriverà nei cinema il 21 novembre 2025.

“Elphaba Thropp, so che sei qui fuori”, dice Glinda, in abito bianco, all’oscurità fuori casa prima di voltarsi e vedere la sua ex migliore amica, ancora avvolta nel suo mantello nero da strega, sul balcone. “Non si torna indietro”, dice Elphaba (Erivo) mentre lancia incantesimi in una grotta nascosta. “Questa è una questione tra me e il Mago”.

Wicked: For Good vedrà protagonisti il ​​duo verde e rosa, oltre a Jonathan Bailey che riprenderà il ruolo di Fiero, Marissa Bode che riprenderà il ruolo di Nessarose, Ethan Slater che riprenderà il ruolo di Boq e, Jeff Goldblum che torna nei panni del Meraviglioso Mago di Oz insieme a Michelle Yeoh nei panni di Madame Morrible.

“La Strega Cattiva non può sfuggirci per sempre, non con il Principe Fiyero e il suo squadrone sulle sue tracce”, dichiara Morrible interpretata da Yeoh mentre la clip si sposta sul Fiyero interpretato da Bailey in abiti verdi e oro.

Mentre Glinda indossa una corona scintillante e svolazzante, Elphaba si cimenta nella scrittura nel cielo con la sua scopa, scarabocchiando “Il nostro Mago Mente” su una nuvola. Si sente un frammento di “No Good Deed” mentre gli spettatori vedono il Mago di Oz di Jeff Goldblum all’opera con dei congegni, e le lunghe unghie curate di Elphaba (e di Erivo) poggiano su una pila di mattoni giallo brillante.

Pensa a cosa potremmo fare, insieme”, dice Glinda a Elphaba, riecheggiando il primo film. Si vedono frammenti di Dorothy con i suoi scintillanti tacchi argentati e l’abito a quadretti blu, mentre Glind percorre la navata con un lungo strascico bianco da sposa, avvicinandosi al Principe Fiyero. Chu ha montato entrambi i film parallelamente prima dell’uscita del primo film, il 22 novembre 2024.

Di seguito, il primo manifesto di Wicked: For Good

 
 

The Cleaning Lady – stagione 4: la spiegazione del finale

The Cleaning Lady - stagione 4

Dopo una stagione di bugie e tradimenti sanguinosi, The Cleaning Lady chiude un altro capitolo delle avventure di Thony nel mondo dei cartelli e delle forze dell’ordine corrotte. Ma mentre The Cleaning Lady – stagione 4 risolve molti degli ostacoli principali della stagione, prepara anche un futuro avvincente per i membri del cast sopravvissuti della serie. Chris guadagna in un mese con la sua carriera su TikTok più di quanto la maggior parte delle persone guadagna in un anno, Jaz sta per andare al college e Fiona è finalmente proprietaria della sua casa.

Questi sarebbero cambiamenti notevoli di per sé se questo fosse un episodio di Modern Family, ma The Cleaning Lady non è quel tipo di serie. In mezzo a tutte queste fantastiche notizie, Sin Cara è entrata in guerra con se stessa, mentre Thony sta cercando di trasformare i loro scontri interni a proprio vantaggio. E mentre il rinnovo della quinta stagione di The Cleaning Lady rimane ancora da confermare, le azioni di Thony nel finale della quarta stagione avranno conseguenze importanti se la serie continuerà.

Thony seppellisce viva Ramona per aver rapito Luca

Durante tutta la quarta stagione, uno dei conflitti principali è stato l’incapacità di Jorge di sconfiggere Heller o di trovare un compromesso con lui, che ha portato i soci di Sin Cara a uccidere membri del proprio cartello. Ancora peggio, hanno ucciso bambini piccoli nonostante il fatto che i familiari dei membri del cartello dovrebbero essere off-limits in tempi di guerra e vendetta. Questo avrebbe potuto essere interpretato come un presagio, considerando che tutto ciò che Thony ha fatto fino a questo punto è stato per il bene di suo figlio Luca.

Ramona cerca di punire Thony e Jorge rapendo Luca e Violeta per crescerli come figli suoi e seppellendo Thony viva, ma Fiona si avvale dell’aiuto di Benny per arrivare all’ultimo secondo e colpire Ramona alla testa. Sebbene Ramona sopravviva, Thony reprime l’impulso di tagliarle la gola e invece la seppellisce in mezzo al deserto. Tuttavia, Alejandra è libera e probabilmente ha aiutato a organizzare il piano per uccidere Thony, il che significa che saprebbe dove è stata sepolta Ramona. A questo punto, la sua sopravvivenza sembra probabile, il che potrebbe facilmente ritorcersi contro Thony.

Jorge perde il controllo su Sin Cara (ma potrà tornare?)

Dopo la premiere della quarta stagione di The Cleaning Lady, molti degli episodi rimanenti servono a rafforzare la posizione di Feng con Sin Cara. Il suo amore per Jialong sembra renderlo facile da manipolare, ma si scopre che la maggior parte dei collaboratori di Sin Cara che hanno ucciso i membri del cartello lavoravano sotto gli ordini diretti di Feng. Sembra che si tratti di una truffa di lunga data, dato che Jorge giunge alla conclusione che il capo di Feng, Koh, non è mai esistito. In realtà, Feng ha ricevuto ordini da Sam Heller.

Sappiamo che Jorge ha contatti in altri paesi come l’Ecuador, ma non è chiaro dove stia andando o come intenda procedere se otterrà l’aiuto di cui ha bisogno.

Per ragioni inspiegabili, Feng organizza un attentato contro Jorge proprio nell’aeroporto in cui Jorge deve trovarsi per salvare i suoi figli. Dopo essere sopravvissuto per miracolo, Jorge decide di corrompere il pilota affinché lo porti all’estero, dove potrà stringere una nuova alleanza contro Sin Cara. Sappiamo che Jorge ha contatti in altri paesi, come l’Ecuador, ma non è chiaro dove stia andando né come intenda procedere se otterrà l’aiuto di cui ha bisogno. Dopo Ramona, Jorge è uno dei personaggi più imprevedibili in termini di sviluppo della trama.

Come Thony diventa un socio a tutti gli effetti di Sin Cara (con colpi di scena)

Prima di fuggire dal paese, Jorge consegna a Thony tutte le prove che ha scoperto per incastrare Heller nell’omicidio del procuratore distrettuale. Ora che l’ex assistente procuratore distrettuale Joel Herman ha preso le redini, Thony consegna il libro a Feng in cambio della piena collaborazione con Herman per smantellare Sin Cara dall’interno. Quello che Herman non sa, però, è che Thony ha anche intenzione di sfruttare questo nuovo accordo per prendere il controllo dell’intero cartello.

Per molti versi, non è una svolta così sorprendente. Fin dall’inizio, sembrava che alla fine Thony avrebbe preso il controllo del cartello o avrebbe tagliato i ponti per vivere una vita normale. Con questo nuovo sviluppo, può scegliere entrambe le strade. Thony accetta di collaborare con l’ufficio del procuratore distrettuale solo se le viene offerta la piena immunità per i suoi crimini passati, il che mette un freno alla spinta di Joel per ottenere giustizia per Rex Blackley. Ma se diventa a capo del cartello, può effettivamente distruggerlo dall’interno e fuggire definitivamente.

Il finale della quarta stagione di The Cleaning Lady pone le basi per la più grande ambizione di Thony

Nel finale della quarta stagione di The Cleaning Lady, Thony si trova in una situazione difficile. Ha intenzione di aiutare Joel a smantellare Sin Cara, ma rivela anche che vuole solo indebolire il cartello per poter salire al potere. Tuttavia, il fatto che Thony prenda il controllo di Sin Cara non significa che non possa ancora staccarsi e vivere una vita normale. Potrebbe compromettere il suo accordo di immunità, ma il discorso di Joel quando è diventato procuratore distrettuale prometteva solo che avrebbe fatto ciò che era giusto. Non ha mai promesso di fare ciò che era legale.

Sfortunatamente, questo non è l’unico problema che Thony deve affrontare in questo momento. Abbattere Sin Cara dipende dalla sua capacità di abbattere anche Heller, e le prove di Jorge non la aiutano necessariamente a farlo. Lo stesso Joel ammette di aver dato la caccia a Heller per anni senza riuscire a intaccare la sua organizzazione, e non c’è nemmeno alcuna indicazione che Thony sappia cosa Heller abbia rubato dalla cassaforte di Jorge o come questo possa avvantaggiare il suo impero criminale. Sta intraprendendo un piano importante con informazioni limitate, e questo potrebbe metterla nei guai se la storia continua.

Cos’altro aspettarsi dalla quinta stagione di The Cleaning Lady

Indipendentemente dal fatto che Ramona sopravviva, Jorge trovi degli alleati o Thony prenda il controllo di Sin Cara, la quarta stagione di The Cleaning Lady lascia molte trame da concludere. Chris è riuscito a mantenere l’anonimato come ballerino della TNT, ma entrambi i figli di Fiona sono potenzialmente in pericolo ora che Fiona si è fatta una nemica diretta in Ramona. Ha già dimostrato di essere disposta a prendersela con i familiari delle persone, e ferire Fiona è un modo facile per indebolire Thony.

Inoltre, la prossima stagione dovrà tornare sull’ultima conversazione tra Dupont e Thony. Quando la raggiunge prima del suo incontro con Ramona, le fa una ramanzina sulla vendetta che fa pensare che abbia ucciso qualcuno in passato. Sia lui che Benny dovrebbero avere ruoli più importanti nella quinta stagione di The Cleaning Lady, e la sua mancanza di retroscena finora dovrà essere colmata. Ma indipendentemente da ciò che accadrà ai personaggi secondari come Dupont, una cosa è certa: se la serie avrà un’altra stagione, la guerra di Thony con Sin Cara potrebbe finalmente portare alla fine della sua storia.

 
 

Superman: svelato il rating del film!

superman film 2025

Il film Superman della DC Studios diretto da James Gunn ottiene la sua classificazione ufficiale mentre l’universo DC si prepara a debuttare con il nuovo Uomo d’Acciaio. Sono passati anni dall’ultima volta che l’ultimo figlio di Krypton ha avuto un film tutto suo, ma il luglio 2025 cambierà le cose con il film di Gunn, che costituirà una base fondamentale per il nuovo franchise DCU. Mentre la DC Studios è stata impegnata a promuovere il film attraverso trailer, poster e vari prodotti di merchandising, è ora stato finalmente confermato un dettaglio cruciale per il film.

Con il film solista di David Corenswet pronto per la sua grande uscita estiva, Film Ratings ha confermato che Superman è classificato PG-13 per violenza, azione e linguaggio. Questo continua una tendenza che dura da quasi due decenni nella storia cinematografica dell’Uomo d’Acciaio. Sin dal 2006, con Superman Returns, i film live-action di Superman – tra cui Batman V Superman: Dawn of Justice e Justice League – sono stati classificati PG-13, mentre i film con Christopher Reeve erano tutti classificati PG.

Poiché il film Superman di Gunn è stato classificato PG-13, ha quindi la stessa classificazione di L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder, ma c’è una leggera differenza. Il film del 2013 è stato classificato “per intense sequenze di violenza fantascientifica, azione e distruzione, e per alcune espressioni linguistiche”. Da tutti i trailer di Superman usciti finora, è chiaro che i rispettivi film di Gunn e Snyder sono molto diversi tra loro, nonostante abbiano la stessa classificazione. Lo stesso si può dire guardando il film di Gunn e Batman V Superman di Snyder, entrambi classificati PG-13, mentre il film del 2016 ha ottenuto la sua classificazione “per intense sequenze di violenza e azione in tutto il film e per alcune scene sensuali”.

Guardando la filmografia dei supereroi di Gunn per fare un confronto, Superman è più in linea con la trilogia di Guardiani della galassia per quanto riguarda la classificazione, dato che anche tutti e tre i film dell’MCU sono stati classificati PG-13. L’unico film DC che Gunn ha realizzato in precedenza è stato The Suicide Squad, parte della timeline cinematografica del DCEU, ma il film del 2021 è stato classificato come R a causa di “violenza forte e sangue, linguaggio volgare, alcuni riferimenti sessuali, uso di droghe e brevi scene di nudo esplicito”. Data la natura di Superman, PG-13 è la classificazione più ovvia per il film DCU dell’Uomo d’Acciaio, soprattutto perché DC Studios mira a riportare in auge una versione più luminosa della leggenda DC.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, conDavid Corenswetnei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast ancheRachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di Superman sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

 
 

Octavia Spencer tornerà nel sequel dell’horror Ma

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La casa di produzione Blumhouse ha annunciato ieri, durante il simposio Business of Fear, che la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer tornerà nel sequel del film horror di vendetta del 2019, Ma (leggi qui la spiegazione del finale del film). Il film, diretto da Tate Taylor, già regista di The Help (con cui Spencer ha vinto l’Oscar), ha incassato oltre 60 milioni di dollari al botteghino mondiale con un costo di produzione dichiarato di 5 milioni di dollari.

In Ma, scritto da Scotty Landes, una donna sola stringe amicizia con un gruppo di adolescenti e decide di lasciarli fare festa a casa sua. Proprio quando i ragazzi pensano che la loro situazione non potrebbe andare meglio, iniziano ad accadere cose che li portano a mettere in discussione le intenzioni della loro ospite.

Ma si è rivelato un fenomeno sociale sin dalla sua uscita nel 2019, con i fan che hanno accolto con entusiasmo il film e l’iconica interpretazione di Octavia nel ruolo di Ma. A Ma piace dire ‘non farmi bere da sola’, quindi siamo entusiasti che Octavia si unisca a noi per un secondo round”, ha dichiarato Jason Blum, fondatore/CEO di Blumhouse, secondo quanto riportato da Deadline.

Il sequel è giustificato anche dal fatto che il film ha acquisito un seguito ancora più forte negli anni successivi, generando vari meme, tra cui poster parodia e immagini di vario tipo. Octavia Spencer si è persino unita al divertimento nel 2020, organizzando un concorso online per il “miglior meme di Ma” e assegnando numerosi premi. Nel 2024, ha fatto riferimento al film in un breve video pubblicato dalla campagna presidenziale di Kamala Harris.

Sarà dunque ora interessante avere maggiori informazioni su questo progetto, tra cui capire in che modo proporrà il ritorno della sua protagonista, considerato il finale del primo film dove si propone la sua apparente morte. Altresì, sarà interessante scoprire quali altri attori si uniranno ad Octavia Spencer nel film. Al momento non è però noto quando avrà inizio la produzione del film.

 
 

Biancaneve in streaming dall’11 giugno su Disney+

Biancaneve film 2025

Dall’11 giugno, gli spettatori di tutte le età potranno vivere la magia e le musiche del film Disney Biancaneve in esclusiva su Disney+.

La rivisitazione in chiave live-action del film Disney Biancaneve e i Sette Nani trasporta il pubblico in una nuova emozionante avventura cinematografica, che offre inoltre un incantevole tuffo nel passato. Gli spettatori di oggi potranno godere degli straordinari effetti visivi che portano in vita la natura e la fantasia, come il pubblico del 1937 fu affascinato dalla magia dell’animazione.

Con una colonna sonora che unisce canzoni originali e rivisitazioni degli amati classici, il film Disney Biancaneve vede le musiche del talentuoso team vincitore dell’EGOT, composto da Benj Pasek e Justin Paul (The Greatest ShowmanLa La Land). Biancaneve (Rachel Zegler) condivide le sue speranze nell’accorata nuova ballata “Aspetto un desiderio”, uno dei numerosi brani del “regno contemporaneo” che si aggiungono ai classici senza tempo come “Ehi-Ho” e “Impara a fischiettar”.

In streaming su Disney+, i fan possono inoltre rivedere Biancaneve e i Sette Nani, l’innovativo classico d’animazione che ha segnato l’inizio dell’eredità narrativa di Disney e tornare al pozzo dei desideri dove la magia è iniziata.

Il nuovo film Disney Biancaneve è la rivisitazione in chiave live-action della classica fiaba Disney del 1937. La magica avventura ripercorre la storia senza tempo con Rachel Zegler nel ruolo della protagonista e Gal Gadot nei panni della matrigna, la Regina Cattiva, e con gli amati personaggi Mammolo, Dotto, Cucciolo, Brontolo, Gongolo, Pisolo ed Eolo.

Il film Disney Biancaneve è diretto da Marc Webb, scritto da Erin Cressida Wilson e prodotto da Marc Platt, p.g.a., e Jared LeBoff, p.g.a., con Callum McDougall come produttore esecutivo.

 
 

Maxton Hall – Il mondo tra di noi – Stagione 2, teaser trailer della serie in arrivo

Maxton Hall - Il mondo tra di noi - Stagione 2

A partire dal 7 novembre, la seconda stagione della serie originale Maxton Hall – Il mondo tra di noi sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo. Inoltre, il primo teaser di Maxton Hall promette emozioni intense e colpi di scena drammatici, offrendo un’anteprima esclusiva sugli sviluppi che riguardano la storia tra Ruby e James. La prossima stagione sarà basata sul secondo volume della serie di romanzi bestseller Save You dell’autrice Mona Kasten.

Maxton Hall – Il mondo tra di noi – Seconda stagione

 Chi vola in alto può anche cadere in basso… Dopo una notte passionale trascorsa insieme a Oxford e ormai ad un passo dal suo più grande obiettivo di vita, tutto sembra andare alla perfezione per Ruby (Harriet Herbig-Matten). Un colpo del destino nella famiglia di James (Damian Hardung) cambia però ogni cosa, ed è proprio James a riportare Ruby bruscamente con i piedi per terra. Lei è distrutta. Non ha mai provato sentimenti così forti per nessuno come per James, e nessuno l’ha mai ferita così profondamente. Vorrebbe tornare a quando nessuno, a Maxton Hall, la conosceva; a quando non faceva parte del mondo elitario dei suoi compagni di classe. Ma non riesce a dimenticare James soprattutto perché lui sta facendo di tutto per riconquistarla.

Oltre a Damian Hardung e Harriet Herbig-Matten, nella seconda stagione tornano anche Sonja Weißer nel ruolo di Lydia, Ben Felipe in quello di Cyril, Fedja van Huêt come Mortimer, Runa Greiner nel ruolo di Ember, Justus Riesner come Alistair, Andrea Guo nel ruolo di Lin, Frederic Balonier è Kieran e Eli Riccardi nel ruolo di Elaine.

Martin Schreier (Traumfabrik) torna alla regia anche per la seconda stagione di Maxton Hall – Il mondo tra di noi. Tra i produttori della nuova stagione anche Markus Brunnemann e Ceylan Yildirim, che è inoltre interprete e sceneggiatrice della serie. Insieme a Yildirim, partecipano alla scrittura degli episodi anche Juliana Lima Dehne e Marlene Melchior. Valentin Debler è di nuovo produttore per UFA Fiction. La serie è sostenuta dal German Motion Picture Fund (GMPF).

 
 

Vision: Emily Hampshire sarà la versione umana di E.D.I.T.H.

Sembra chiaro che la serie Vision della Marvel Television con Paul Bettany stia assemblando una schiera di ex sistemi di difesa basati su IA in forma umana, ma il motivo resta da scoprire. Presentato per la prima volta da Daniel Richtman, Deadline ha ora confermato che Emily Hampshire (Schitt’s Creek, L’esercito delle 12 scimmie, The Rig) si è unita al cast della serie Vision della Marvel in arrivo su Disney+ come versione umana di E.D.I.T.H. (Even Dead, I’m The Hero).

Questa tecnologia è stata creata da Tony Stark (Robert Downey Jr.) prima di essere trasmessa a Peter Parker (Tom Holland) dopo la scomparsa di Iron Man in Avengers: Endgame. E.D.I.T.H. ha preso la forma di un paio di occhiali da sole high-tech, che Spidey dà inconsapevolmente a Mysterio (Jake Gyllenhaal) in Spider-Man: Far From Home. Gli occhiali sono stati confiscati dal Damage Control dopo che l’identità di supereroe di Peter è stata rivelata al mondo alla fine del film.

Il progetto Vision, ancora senza titolo ufficiale, che potrebbe o meno essere intitolato Vision Quest, è stato descritto come “la terza parte di una trilogia iniziata con WandaVision e che continua con Agatha All Along“.

Oltre a Paul Bettany, James Spader di Avengers: Age of Ultron riprenderà il ruolo di Ultron (“non è chiaro se Ultron tornerà come robot o in forma umana”). Non c’è stato alcun accenno al potenziale coinvolgimento di Elizabeth Olsen, ma la serie sarà ambientata dopo gli eventi di WandaVision, “mentre il fantasma di Visione presumibilmente esplora il suo nuovo scopo nella vita”. T’Nia Miller è stata confermata per il ruolo di Jocasta. Kerry Condon apparirà nei panni di F.R.I.D.A.Y. in forma umana.

Il finale di WandaVision ha rivelato che la Visione con cui avevamo trascorso del tempo nel corso della stagione era in realtà una delle creature di Wanda, ma la vera “Visione Bianca” è stata ricostruita dalla S.W.O.R.D. e programmata per rintracciare e uccidere Scarlet Witch. Questa versione del personaggio si è allontanata verso luoghi sconosciuti verso la fine dell’episodio, dopo essersi dichiarata la “vera Visione”.

Per quanto riguarda Wanda, l’ultima volta che abbiamo visto la potente strega era mentre devastava gli Illuminati e si faceva crollare una montagna addosso in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Anche l’attore di Picard, Todd Stashwick, è nel cast, nei panni di “un assassino sulle tracce di un androide e della tecnologia in suo possesso”. Vision – o Vision Quest – debutterà su Disney+ nel 2026.

 
 

James Gun conferma che è in sviluppo uno spin-off animato di Superman dedicato a Krypto

Krypto il Supercane farà il suo debutto live-action (anche se ovviamente Krypto stesso sarà portato in vita tramite CGI) nel Superman di James Gunn, e si prevede che avrà anche un ruolo significativo in Supergirl: Woman of Tomorrow.

Alcuni fan ritengono che il cucciolo, il cui aspetto è basato sul cane di Gunn, Ozu, stia già ricevendo troppa attenzione (come se un cane carino potesse mai essere messo da parte nel marketing), ma i DC Studios hanno piani per il cagnolino che vanno oltre queste apparizioni sul grande schermo. A febbraio, Gunn ha annunciato che erano in lavorazione quattro cortometraggi stagionali su Krypto ambientati nel DCU (il primo dovrebbe debuttare a settembre). “Abbiamo questi piccoli corti su Krypto che sono così divertenti, amico. Li ho guardati tutti”, ha anticipato. “È un cane terribile, terribile. È per le famiglie ed è davvero divertente e buffo. È davvero figo.”

Ora, rispondendo a un fan sui social media, Gunn ha indicato che uno spin-off di Krypto è in arrivo. Presumiamo che si riferisca a questi cortometraggi e non a un progetto separato, ma questo sembrerebbe confermare che saranno animati.

Dopo aver condiviso ieri un nuovo sguardo a Superman e ai suoi compagni Metaumani, il regista James Gunn ha svelato una seconda serie di character poster per l’imminente reboot del DCU.

Questa volta, l’attenzione è rivolta ai “nemici e amici” dell’Uomo d’Acciaio (sappiamo che non tutti coloro che si trovano in contrasto con l’iconico eroe lo faranno volentieri), con nuovi banner per Lex Luthor (Nicholas Hoult), Eve Teschmacher (Sara Sampaio), l’Ingegnere (María Gabriela de Faría) e Rick Flag Sr. (Frank Grillo). È presente anche il poster precedentemente pubblicato per Metamorpho di Anthony Carrigan.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

 
 

Daredevil: Rinascita – Stagione 2: cast, stato della produzione e tutto quello che sappiamo

Daredevil: Rinascita - Stagione 2

La seconda stagione di Daredevil: Rinascita è stata confermata ancora prima dell’uscita della prima stagione su Disney+, suscitando molti interrogativi sui suoi diversi aspetti. L’uscita su Disney+ di Daredevil: Rinascita nel 2025 ha segnato il ritorno ufficiale dell’Uomo senza paura nell’MCU per la prima volta dalla terza stagione di Daredevil nel 2018. Nonostante le brevi apparizioni di Charlie Cox in Spider-Man: No Way Home e She-Hulk: Attorney at Law, molti si chiedevano se una storia solista di Daredevil sarebbe mai stata possibile come prossima serie TV Marvel.

La Marvel ha rapidamente dimostrato che questo desiderio sarebbe stato possibile con la conferma della storia di Daredevil: Rinascita, che ha debuttato nel marzo 2025 con grande successo per aver rivitalizzato il mondo della saga Defenders di Netflix nell’MCU. Naturalmente, l’attenzione si sta ora spostando sulla seconda stagione di Daredevil: Rinascita , nonché sulle potenziali apparizioni nei prossimi film Marvel dell’eroe titolare di Hell’s Kitchen. Per quanto riguarda la prima, la seconda stagione di Daredevil: Rinascita è già in arrivo, prima piuttosto che poi.

Notizie recenti su Daredevil: Rinascita – Stagione 2

Nuove foto dal set mostrano un nuovo costume di Daredevil

Mentre la produzione della seconda stagione di Daredevil: Rinascita  continua, sono state mostrate altre foto dal set. Dopo la foto di Karen Page che torna al fianco di Matt Murdock, recentemente Matt è stato mostrato con un costume di Daredevil completamente nuovo. Le nuove foto dal set (via @petergcornell) mostrano Daredevil con un nuovo costume nero, un cambiamento importante rispetto al suo tradizionale costume rosso o anche a quello giallo e rosso che indossava in She-Hulk.

I fan dei fumetti saranno probabilmente entusiasti, dato che il costume nero di Daredevil è strettamente associato alla sagaShadowland, dove ne indossava uno simile. Nonostante il riferimento a Shadowland, sembra che la seconda stagione di Daredevil: Rinascita  adatterà gran parte di Devil’s Reign, che si concentra su Wilson Fisk che diventa sindaco di New York e mette fuori legge i vigilanti, tema centrale della prima stagione. Il costume nero di Daredevil ha senso, dato che il personaggio è in fuga dopo che Fisk ha messo fuori legge i vigilanti.

Daredevil: Rinascita  – La seconda stagione è stata confermata dalla Marvel

La produzione iniziale della serie ha portato alla conferma anticipata della seconda stagione

Per approfondire adeguatamente la conferma della seconda stagione di Daredevil: Rinascita , vale la pena esaminare come è stata sviluppata la prima stagione della serie. Nel luglio 2022, Daredevil: Rinascita  è stato annunciato per la prima volta al San Diego Comic-Con, con il presidente della Marvel Studios, Kevin Feige, che ha confermato che si tratterà di una stagione di 18 episodi su Disney+. Inizialmente, la notizia è stata accolta con grande entusiasmo, vista la lamentela di lunga data secondo cui molte delle serie TV Marvel, sia quelle migliori che quelle peggiori, sembravano film allungati piuttosto che stagioni televisive.

Tuttavia, il ritardo nella produzione causato dagli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023 ha fatto capire alla Marvel che Daredevil: Rinascita  non funzionava. Ciò ha portato a una massiccia revisione creativa, che ha incluso un nuovo showrunner, una nuova coppia di registi e la scrittura di nuovi episodi che hanno reso Daredevil: Rinascita  una continuazione della serie Netflix. È stato poi confermato che nove dei 18 episodi previsti sarebbero stati la prima stagione di Daredevil: Rinascita , che ha iniziato ad essere trasmessa su Disney+ nel marzo 2025.

Secondo Entertainment Weekly, gli altri nove episodi inizialmente previsti sono stati poi utilizzati per formare la base della seconda stagione di Daredevil: Rinascita . Dato che era già stato fatto molto lavoro sull’intero arco narrativo di 18 episodi della serie, il nuovo showrunner e il duo di registi hanno ritenuto che ci fosse materiale sufficiente per iniziare la seconda stagione praticamente subito, anche se il primo, Dario Scardapane, ha confermato che solo otto episodi sarebbero stati utilizzati per la seconda stagione. Questo spiega perché la seconda stagione di Daredevil: Rinascita  è già stata confermata dalla Marvel e arriverà prima di quanto pensassimo inizialmente.

Stato della produzione della seconda stagione di Daredevil: Rinascita 

La produzione è già iniziata

Naturalmente, la prossima domanda importante è quando inizierà la produzione della seconda stagione di Daredevil: Rinascita. Con una rapidità sempre più rara nell’era moderna della televisione, le riprese della seconda stagione di Daredevil: Rinascita  sono iniziate prima ancora che la prima stagione fosse stata distribuita. In un’intervista con Collider cinque giorni prima della premiere della prima stagione di Daredevil: Rinascita, Scardapane ha confermato che le riprese del seguito sarebbero iniziate il venerdì successivo, 28 febbraio 2025, accennando anche alla possibilità di una terza stagione:

“Venerdì inizieremo le riprese di una seconda stagione di otto episodi, e il futuro è ancora tutto da scrivere. Non so se la storia finirà necessariamente alla fine della seconda stagione…”

Le prime riprese sono poi iniziate a New York City, il che significa che alcuni elementi della seconda stagione erano già stati girati prima della premiere della prima stagione di Daredevil: Rinascita , il 4 marzo dello stesso anno. In occasione dello stesso evento, il capo della Marvel Television, Brad Winderbaum, ha dichiarato a Collider che Aaron Moorhead e Justin Benson, la nuova coppia di registi ingaggiata per il rifacimento di Daredevil: Born Again, sarebbero tornati per la seconda stagione, affermando: “Sono fantastici. Lavorerei con loro per sempre, se potessi”.

Daredevil: Born Again – Stagione 2 uscirà nel 2026

L’attesa per la seconda stagione non è lunga

La rapida inversione di rotta nella produzione tra la prima e la seconda stagione di Daredevil: Rinascita è sempre più rara nel mondo della televisione moderna. Negli ultimi anni, la maggior parte delle serie TV ad alto budget richiede dai due ai tre anni per essere prodotta, a volte anche di più, causando tempi di attesa più drastici tra una stagione e l’altra. Fortunatamente, però, la struttura unica di Daredevil: Rinascita,  che ha visto la serie divisa in due stagioni, ha permesso di iniziare rapidamente la produzione della seconda stagione.

Questo non solo conferma che la seconda stagione è prevista per il 2026, ma anche che una potenziale terza stagione potrebbe essere fissata per il 2027…

Il successo della prima stagione è praticamente garantito e i tempi di produzione rapidi significano che Daredevil: Rinascita – stagione 2 uscirà nel 2026. Screen Rant ha parlato con Brad Winderbaum a questo proposito prima dell’uscita di Daredevil: Rinascita, chiedendogli se la serie è destinata a diventare una serie con un’uscita annuale. Winderbaum ha dato una risposta che sicuramente piacerà ai fan che rimpiangono l’era passata delle uscite televisive annuali.

Il capo della Marvel Television ha dichiarato: “Questo è il piano. La seconda stagione uscirà il prossimo anno e poi, si spera, la terza stagione e le stagioni infinite dopo quella”. Questo non solo conferma che la seconda stagione è prevista per il 2026, ma anche che una potenziale terza stagione potrebbe essere fissata per il 2027. Ciò darebbe alla troupe di produzione una pausa consistente tra la produzione della seconda e della terza stagione di Daredevil: Rinascita, qualora la tempistica di produzione rimanesse coerente con le riprese della seconda stagione appena prima dell’uscita della prima.

Cast della seconda stagione di Daredevil: Rinascita

Ci sono solo pochi membri del cast confermati per la seconda stagione di Daredevil: Rinascita

Per quanto riguarda gli attori che torneranno per la seconda stagione di Daredevil: Born Again, la Marvel Studios non ha ancora pubblicato una lista e confermato chi interpreterà un ruolo. Detto questo, diverse interviste e materiali promozionali nel periodo precedente alla prima stagione di Daredevil: Rinascita hanno dato alcune indicazioni su chi potrebbe continuare a recitare nella serie. Naturalmente, Charlie Cox e Vincent D’Onofrio torneranno nei panni dei due pilastri della serie, Matt Murdock e Wilson Fisk.

È stato confermato anche il ritorno di Deborah Ann Woll nel ruolo di Karen Page, come confermano le foto dal set, così come quello di Michael Gandolfini nel ruolo di Daniel Blake, personaggio fondamentale nella squadra del sindaco Fisk. Matthew Lillard è stato poi confermato nel cast quando la produzione della seconda stagione di Daredevil: Born Again è iniziata nel febbraio 2025, lasciando tutti gli altri nell’incertezza sul loro futuro. Altri probabili ritorni includono Jon Bernthal nei panni di Frank Castle, Wilson Bethel nei panni di Bullseye e, forse, Camila Rodriguez nei panni di Angela Del Toro, se dovesse assumere il ruolo di White Tiger nel corso della prima stagione.

A seconda di come andrà il resto di Daredevil: Born Again, potrebbero tornare anche personaggi strettamente legati a Matt Murdock. Tra questi ci sarebbero Margarita Levieva nel ruolo di Heather Glenn, la fidanzata terapeuta di Matt, Nikki M. James nel ruolo di Kirsten McDuffie, sua socia in legge, e il suo investigatore privato Cherry, interpretato da Clark Johnson. Genneya Walton nel ruolo di BB Urich ha avuto un ruolo più importante del previsto nella prima stagione e potrebbe tornare anche nelle stagioni future.

Dettagli della trama di Daredevil: Rinascita – stagione 2

La stagione 1 ha lasciato molto da esplorare nella stagione 2

Per quanto riguarda i dettagli della trama di Daredevil: Rinascita stagione 2, poco è stato confermato in modo esplicito. Tuttavia, basandosi su come è andata la stagione 1 di Daredevil: Rinascita e sulle storie dei fumetti Marvel che la serie sta adattando, si possono fare molte ipotesi sul seguito. È stato confermato che Daredevil: Born Again adatterà la trama di “Devil’s Reign” sin dall’inizio della produzione, con Scardapane che ha confermato che la seconda stagione riprenderà diversi elementi e archi narrativi dei personaggi introdotti nella prima stagione. Con Fisk che ora controlla completamente la città, le cose sono ancora più pericolose per Daredevil.

Daredevil: Born Again stagione 1 termina con Fisk che mette fuori legge i vigilanti e dichiara la legge marziale. Anche Matt Murdock è in fuga nei panni di Daredevil. Le cose sono cambiate drasticamente dall’inizio della serie e la posta in gioco è più alta che mai, con Karen Page che torna per aiutare Matt e lui che ha bisogno di mettere insieme “un esercito” per sconfiggere Fisk e la sua task force. Sebbene nessun altro eroe sia apparso durante la scena finale al Josie’s Bar, è probabile che Matt chiamerà altri amici vigilanti per aiutarlo nella seconda stagione di Daredevil: Rinascita, soprattutto ora che Frank è impegnato altrove.

 
 

La guerra di domani: la spiegazione del finale del film

La guerra di domani spiegazione finale
Chris Pratt in La guerra di domani. Foto di Frank Masi/Courtesy of Amazon Studios - © 2021 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Nel film d’azione fantascientifico di Amazon Prime diretto da , La guerra di domani, Chris Pratt interpreta l’ex soldato Dan Forester che si ritrova nuovamente in combattimento quando viene inviato nel futuro per combattere un esercito spietato di alieni che minaccia di sterminare l’umanità. Solo quando Dan incontra la versione futura di sua figlia, Muri (Yvonne Strahovski), capisce che lei non aveva intenzione di salvare il futuro, ma di cambiarlo. Quando arriva il momento di Dan di essere inviato nel futuro, scopre inoltre che Muri è a capo del reparto di ricerca dell’esercito e ha un piano per fermare gli alieni – chiamati “Whitespikes” per la loro capacità di sparare spuntoni letali in combattimento – creando una tossina che li disintegra. Ma anche se c’è ancora una possibilità di salvare l’umanità, l’unico modo per farlo è assicurarsi che questa guerra apocalittica non abbia mai luogo.

Il piano di Muri per il futuro

I soldati che hanno viaggiato indietro nel tempo per reclutare persone dal 2022 per la guerra hanno affermato di aver bisogno di combattenti per vincere la guerra e poter così iniziare a ricostruire la civiltà. Tuttavia, la verità è che Muri sapeva già a quel punto che la guerra era persa e che la sua intenzione non era mai stata quella di salvare ciò che restava dell’umanità nel suo mondo. Il vero piano, e la vera causa per cui tutti i soldati arruolati stavano combattendo, era semplicemente quello di guadagnare tempo sufficiente per creare una tossina in grado di uccidere la femmina Whitespike, in modo che la tossina potesse poi essere inviata indietro nel tempo per impedire ai Whitespike di invadere il pianeta. Muri dice a Dan che lei e tutte le altre persone nel 2051 stanno vivendo di “tempo preso in prestito” e che quel tempo è stato pagato a caro prezzo con il sangue.

Muri sembra essere l’unica a conoscere il vero piano, perché il morale delle truppe ancora in vita nel 2051 sarebbe senza dubbio compromesso se sapessero che non c’è alcuna speranza per loro se non quella di vedere la loro linea temporale cancellata. Tuttavia, ai combattenti reclutati negli anni 2020 non è mai stata detta una bugia vera e propria. È stato detto loro che dovevano combattere per salvare i propri figli e nipoti, e i loro sacrifici hanno permesso a Muri di guadagnare tempo sufficiente per creare la tossina e inviarla indietro nel tempo. In questo senso, è riuscita a salvare non solo i pochissimi figli e nipoti ancora in vita nella sua linea temporale, ma anche i miliardi di persone che erano già state uccise, cancellando il loro futuro apocalittico e offrendo loro uno migliore.

Yvonne Strahovski e Keith Powers in La guerra di domani
Yvonne Strahovski e Keith Powers in La guerra di domani. Foto di Frank Masi/Courtesy of Amazon Studios – © 2021 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Da dove vengono gli alieni

Nella linea temporale originale di La guerra di domani, gli alieni apparvero improvvisamente nella Russia settentrionale nel 2048 e da lì si diffusero rapidamente in tutto il mondo, riducendo la popolazione a sole 500.000 persone nel giro di tre anni. Si presumeva che i Whitespikes fossero altamente avanzati e intelligenti e che avessero fatto atterrare le loro navi sulla Terra in modo così furtivo che nessun satellite o sistema radar era in grado di rilevarli. Tuttavia, questo non corrisponde a ciò che si vede dei Whitespikes in La guerra di domani: essi non usano armi o tecnologia e sopraffanno gli umani con la forza bruta e il numero piuttosto che con la strategia e l’astuzia. Quando Dan e il resto della squadra finalmente trovano la nave dei Whitespikes in Russia, questa strana contraddizione viene spiegata.

I Whitespikes non sono una razza intelligente, ma armi biologiche trasportate come carico da una specie aliena di intelligenza superiore e dall’aspetto leggermente più umanoide. Gli alieni sembrano essere coloni intergalattici che utilizzavano i Whitespikes come mezzo per eliminare le forme di vita esistenti sui pianeti al fine di trasferirsi e stabilire la propria specie su quei pianeti. Sfortunatamente per questi alieni (e per l’umanità), finirono per schiantarsi accidentalmente sulla Terra. Martin (Seth Schenall), l’antico studente di Dan ossessionato dai vulcani, spiega che la cenere sugli artigli dei Whitespikes proviene dall’eruzione del 946 d.C. del monte Paektu, nota come l’eruzione del millennio, che fu così potente da spargere cenere fino alla Russia settentrionale. Ciò significa che gli alieni si sono schiantati sulla Terra più di mille anni fa e che da allora i Whitespikes sono rimasti dormienti nel ghiaccio.

La comparsa dei Whitespikes è il risultato del cambiamento climatico e dello scioglimento delle calotte polari, che nel 2048 hanno portato alla luce la nave precipitata nella Russia settentrionale. I Whitespikes (a differenza degli alieni che pilotavano la nave) erano stati conservati in un avanzato contenitore criogenico che aveva permesso loro di sopravvivere, ma quando il ghiaccio si è sciolto potrebbero essere stati disturbati dai predatori che si sono avventurati nella nave o dallo spostamento della nave stessa. Quando alcuni Whitespikes vengono iniettati con la tossina e muoiono, il rumore della loro morte è sufficiente a svegliare gli altri, quindi presumibilmente qualcosa di simile è accaduto nella linea temporale originale. Raggiungendo i Whitespikes in anticipo, distruggendo la colonia a bordo della nave e uccidendo la regina, Dan cancella il futuro apocalittico dalla linea temporale e rende possibile un futuro migliore.

Edwin Hodge, Chris Pratt, Sam Richardson e Alexis Louder in La guerra di domani
Edwin Hodge, Chris Pratt, Sam Richardson e Alexis Louder in La guerra di domani. Foto di Frank Masi/Courtesy of Amazon Studios – © 2021 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Il finale di La guerra di domani crea un paradosso?

Il finale di La guerra di domani crea un classico problema legato al viaggio nel tempo noto come paradosso del nonno. Il nome si basa sull’esempio di una persona che viaggia indietro nel tempo per uccidere il proprio nonno, il che impedirebbe loro di nascere e quindi impedirebbe loro di tornare indietro nel tempo per commettere l’omicidio, il che significa che il nonno sopravvivrebbe, il che significa che sarebbero nati dopo tutto e sarebbero in grado di viaggiare indietro nel tempo per ucciderlo, ecc. All’inizio sembra che i reclutatori del futuro che compaiono in La guerra di domani stiano prendendo provvedimenti per evitare il paradosso del nonno. C’è una regola secondo cui solo le persone che si sa essere morte prima del 2051 vengono arruolate per la guerra. Anche se non è esplicitamente dichiarato, avrebbe senso che evitassero anche di arruolare persone destinate ad avere un altro figlio, per garantire che quei bambini nascessero comunque.

La rivelazione del vero piano di Muri e il cambiamento della linea temporale da parte di Dan mandano però all’aria tutto questo e creano un nuovo problema. Poiché la linea temporale apocalittica è stata cancellata, la sequenza originale di eventi che ha portato all’invio dei soldati indietro nel tempo per avvertire del disastro imminente non avrà più luogo. Cancellando le circostanze che hanno portato alla guerra, Dan ha anche cancellato le circostanze che hanno portato alla creazione della tossina Whitespike e alla sua stessa preconoscenza dell’attacco alieno. La guerra di domani evita saggiamente di sollevare la questione di questo paradosso o delle altre complessità del viaggio teorico, e tratta invece la sconfitta preventiva dei Whitespikes da parte di Dan come una vittoria diretta. Tuttavia, è una domanda che potrebbe tormentare gli spettatori dopo la fine del film.

Dan morirà ancora tra sette anni?

Nella linea temporale originale, Dan ed Emmy (Betty Gilpin) si separano quando Muri ha 12 anni e divorziano quando lei ne ha 14, e Dan muore poi in un incidente d’auto nel 2030, quando Muri ha solo 16 anni. Anche se la Muri più grande non entra nei dettagli del perché Dan abbia lasciato la sua famiglia, i semi della linea temporale originale sono seminati nella sequenza iniziale di La guerra di domani. Dan perde un lavoro che desiderava disperatamente e si sfoga prendendo a calci una delle ruote del suo bidone della spazzatura, rivelando un carattere che potrebbe rivelarsi letale per il suo matrimonio. Ha anche un rapporto molto difficile con suo padre, James Forester (J.K. Simmons), che lo ha abbandonato quando era bambino. Sebbene Dan sembri essere un buon marito e un padre amorevole nel 2022, le sue frustrazioni professionali e i suoi problemi irrisolti potrebbero essersi aggravati nel tempo, creando le circostanze che hanno portato al suo divorzio e, alla fine, alla sua morte.

Chris Pratt in La guerra di domani
Chris Pratt in La guerra di domani. Foto di Frank Masi/Courtesy of Amazon Studios – © 2021 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Ora che Dan è stato avvertito delle circostanze originali della sua morte e ha sperimentato in prima persona la dolorosa perdita di sua figlia nel futuro, sembra improbabile che le cose si svolgano allo stesso modo di prima. Dopotutto, ora è riconosciuto come un eroe e salvatore della Terra e, alla fine di La guerra di domani, ha iniziato a ricostruire il rapporto con suo padre. Poiché è morto in seguito a un incidente stradale, piuttosto che a causa di un cancro o di una malattia ereditaria, anche il più piccolo cambiamento al suo futuro potrebbe garantire che l’incidente stradale non avvenga mai e che lui abbia invece la possibilità di vivere una lunga vita. Lo stesso vale per gli altri coscritti sopravvissuti alla guerra, poiché a tutti è stata comunicata la data e le circostanze della loro morte e quindi possono evitarle, se possibile.

Il vero significato del finale di La guerra di domani

La guerra di domani è in gran parte, e a volte esplicitamente, un’allegoria dell’impatto del cambiamento climatico sui figli e sui nipoti della generazione attuale. Nel suo messaggio di apertura al popolo del 2022, il tenente Hart dice che stanno chiedendo ai loro genitori e nonni di agire ora per salvarli. E quando Dan arriva nel 2051, diventa chiaro che a questo punto è già troppo tardi per salvare l’umanità; nulla di ciò che fanno nel 2051 può impedire la loro estinzione, perché avrebbero dovuto agire decenni fa. Mentre molte persone degli anni 2020 sono disposte ad agire, altre protestano contro la leva obbligatoria sostenendo che la guerra del 2051 non è la loro guerra e quindi non dovrebbero occuparsene. Il legame tra lo scioglimento delle calotte polari e il rilascio dei Whitespikes eleva questo sottotesto a testo.

Questo significato più ampio della storia si intreccia anche con il dramma familiare di La guerra di domani. Proprio come Muri e gli altri sopravvissuti nel 2051 hanno chiesto aiuto, il rapporto di Dan con suo padre inizia a guarire solo quando lui riesce a lasciarsi alle spalle il dolore del passato e a chiedere aiuto a James. Dopo aver distrutto i Whitespikes, padre e figlio tornano a casa e James incontra sua nipote per la prima volta. Questa scena finale riassume il messaggio del resto del film: sarà troppo tardi per cambiare le cose nel futuro, ma non è ancora troppo tardi.

 
 

Taken 3 – L’ora della verità: la spiegazione del finale del film

Taken 3 - L'ora della verità spiegazione finale
Liam Neeson in Taken 3 - L'ora della verità. Foto di Daniel McFadden - © 2014 EUROPACORP – M6 FILMS.

Con Taken 3 – L’ora della verità, il franchise con protagonista Liam Neeson nei panni dell’ex agente operativo Bryan Mills giunge alla sua conclusione, chiudendo il cerchio di una trilogia iniziata nel 2008 con un sorprendente successo di pubblico. Diretto da Olivier Megaton, il terzo capitolo si distingue dai precedenti per un cambio sostanziale nella struttura narrativa: non più un rapimento da sventare ma un’accusa di omicidio da cui fuggire, con Mills che diventa il bersaglio di una caccia all’uomo. Il film si ispira così al filone del “fuggitivo innocente”, richiamando atmosfere da thriller classico e introducendo nuove dinamiche tra il protagonista e le autorità.

Dal punto di vista tematico, Taken 3 – L’ora della verità si concentra maggiormente sulla vulnerabilità di Bryan, mostrando un personaggio meno invincibile rispetto ai primi film. Il senso di colpa, la solitudine e il desiderio di proteggere sua figlia Kim si mescolano in un racconto che punta più sulla tensione e sui colpi di scena che sulla pura azione, pur non rinunciando a sequenze adrenaliniche. L’ingresso del detective Franck Dotzler, interpretato da Forest Whitaker, introduce un antagonista inedito che incarna una forza investigativa ostinata ma imparziale, in grado di bilanciare l’impeto autodistruttivo del protagonista.

Nonostante un’accoglienza critica tiepida, il film ha ottenuto un buon riscontro al box office, consolidando il fascino di Liam Neeson come eroe d’azione maturo. L’articolo intende ora approfondire il finale del film, che segna la chiusura narrativa della saga e ridefinisce il ruolo di Mills nel proprio universo. La spiegazione delle scene conclusive permetterà di chiarire le implicazioni delle sue scelte finali, il destino dei personaggi coinvolti e cosa lascia davvero in eredità questo terzo capitolo a una delle saghe action più amate degli anni Duemiladieci.

Liam Neeson e Forest Whitaker in Taken 3 - L'ora della verità
Liam Neeson e Forest Whitaker in Taken 3 – L’ora della verità. Foto di Daniel McFadden – © 2014 EUROPACORP – M6 FILMS.

La trama di Taken 3 – L’ora della verità

Protagonista del film è ancora una volta Bryan Mills, il quale dopo aver salvato l’ex moglie Lenore e la figlia Kim inizia a riavvicinarsi sempre di più a loro. Lenore, dal canto suo, è decisa a scaricare il nuovo compagno Stuart per provare a ricostruire il rapporto con l’ex marito. I loro tentativi di ricongiungersi vengono però spezzati dall’improvvisa morte di Leonore, la quale si scopre essere stata uccisa. Il primo sospettato di ciò è proprio Bryan, che senza avere neanche il tempo di poter piangere l’amata di trova a dover scappare dalla polizia che gli dà la caccia. In particolare, sulle sue tracce, si trova l’ispettore Franck Dotzler.

Mentre fugge, Bryan deve allo stesso tempo indagare su cosa sia realmente accaduto a Leonore. Risalendo a dei video di sorveglianza, Mills scopre che Lenore è stata rapita e uccisa da alcuni uomini mascherati e cerca di raggiungere Kim per parlare dell’accaduto. Dopo aver eluso i sistemi di sicurezza di Stuart, Mills scopre che l’uomo ha intensificato i controlli su Kim e sospetta che potrebbe essere proprio lui il colpevole della morte della sua ex moglie. Ciò che gli serve scoprire è perché e cosa o chi c’è dietro a Stuart.

La spiegazione del finale

Nel finale di Taken 3 – L’ora della verità, Bryan Mills riesce a svelare l’identità del vero mandante dell’omicidio dell’ex moglie Lenore, di cui era stato inizialmente accusato. Dopo aver passato gran parte del film in fuga, cercando di evitare la cattura da parte della polizia e del tenace detective Dotzler, Mills riesce a ricostruire i fili del complotto e a dimostrare la sua innocenza. L’indagine lo conduce a scoprirne il responsabile: Stuart St. John, il nuovo marito di Lenore e patrigno di Kim, che ha orchestrato l’omicidio per questioni economiche, legate a traffici illeciti e debiti con la mafia russa.

L’uomo confessa infatti di aver rivelato della polizza vita della moglie Lenore a degli uomini con cui era in debito i quali l’hanno uccisa per riavere i loro soldi. Tali uomini sono capeggiati da un certo Oleg Malankov, suo ex socio in affari. Con l’aiuto dei suoi vecchi colleghi e di Stuart, Bryan raggiunge quindi l’attico sorvegliato di Malankov eliminando le guardie e lo stesso Malankov il quale, prima di morire, confessa che tutto ciò non è altro che una messa in scena: è infatti stato lo stesso Stuart a pianificare l’omicidio di Lenore ed a incastrare Bryan per ottenere la sua polizza assicurativa di ben 12 milioni di dollari.

Liam Neeson e Maggie Grace in Taken 3 - L'ora della verità
Liam Neeson e Maggie Grace in Taken 3 – L’ora della verità. Foto di Daniel McFadden – © 2014 EUROPACORP – M6 FILMS.

Vedendosi scoperto, Stuart spara a Sam e rapisce Kim con l’intenzione di usarla come ostaggio per riuscire a fuggire in aereo con i soldi. Bryan convince allora la polizia della sua innocenza e della colpevolezza di Stuart e arriva all’aeroporto con l’auto di Malankov, riuscendo a distruggere il carrello dell’aereo sul quale c’è Stuart impedendogli così di decollare. Sconfitto Stuart, Bryan vorrebbe ucciderlo ma poi decide di lasciare che il commissario Dotzler e l’FBI lo arrestino. Bryan viene poi assolto da tutte le accuse.

Questa scelta rappresenta un momento di svolta per il personaggio: invece di lasciarsi dominare dalla vendetta, decide di fidarsi della giustizia e di garantire a sua figlia Kim una possibilità di normalità, ponendo fine al circolo vizioso di violenza in cui era rimasto intrappolato. Finalmente sani e salvi, Kim valuta con il padre quale nome dare al bambino che porta in grembo, dicendogli che se sarà femmina la chiamerà Lenore come la mamma. La notizia del futuro arrivo di un nipote apre a una speranza concreta, suggerendo che per Mills potrebbe finalmente esserci un nuovo inizio, lontano dalla violenza che ha segnato la sua esistenza.

Nel contesto del film, questo epilogo rappresenta una chiusura simbolica e narrativa coerente. Taken 3 – L’ora della verità non punta a rilanciare il franchise, ma a chiuderlo con un messaggio di redenzione e responsabilità. Bryan non è più solo un padre pronto a tutto per salvare sua figlia, ma un uomo che riconosce il peso delle sue azioni e sceglie di proteggere il futuro della propria famiglia non con le armi, ma con la consapevolezza e la rinuncia alla vendetta.

 
 

Se scappi ti sposo: la storia vera oltre il film

Julia Roberts e Richard Gere in Se scappi ti sposo
Julia Roberts e Richard Gere in Se scappi ti sposo

Uscito nel 1999, Se scappi ti sposo (qui la recensione) è una delle commedie romantiche più iconiche del decennio, firmata dal regista Garry Marshall. Il film rappresenta perfettamente lo spirito della commedia romantiche degli anni Novanta, fatto di ironia leggera, dinamiche sentimentali classiche ma efficaci e una spiccata attenzione al carisma dei protagonisti. La storia ruota attorno a Maggie Carpenter, una donna che ha già lasciato all’altare ben tre uomini, e Ike Graham, un giornalista deciso a raccontare la sua vicenda. Tra incomprensioni, equivoci e tentativi di fuga, il film costruisce una narrazione che gioca sul tema dell’impegno e della paura di amare davvero.

Uno degli elementi più rilevanti del successo del film è la reunion tra Julia Roberts e Richard Gere, che avevano già incantato il pubblico nove anni prima in Pretty Woman. La loro chimica sullo schermo è uno dei motori principali di Se scappi ti sposo, contribuendo a creare momenti di grande complicità e comicità romantica. Roberts, nei panni della protagonista in perenne fuga, regala una performance brillante e sfaccettata, mentre Gere interpreta con eleganza il ruolo del giornalista inizialmente cinico, ma sempre più coinvolto emotivamente.

Quella di Se scappi ti sposo, però, è una storia diventata popolare anche per il suo essere assolutamente plausibile nella realtà. Una vicenda in cui è facile ritrovarsi e che, qualche anno dopo l’uscita del film, è diventata a suo modo realtà con un caso ormai famoso. Nell’articolo, vogliamo esplorare proprio questo aspetto, raccontando di questo caso, una vicenda accaduta davvero, che ha fatto notizia e che ha dimostrato come, talvolta, la realtà possa superare la fantasia. Un modo per riflettere, con il sorriso, su quanto sia complesso (e umano) il desiderio d’amore.

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Richard Gere in Se scappi ti sposo
Richard Gere in Se scappi ti sposo

La trama di Se scappi ti sposo

Il film racconta la storia di Maggie Carpenter (Julia Roberts), una donna che ha talmente paura di sposarsi che ha abbandonato già tre uomini sull’altare. Un giorno Ike (Richard Gere), un giornalista di New York, decide di scrivere un articolo proprio sulla strana sposina, ma basandosi solo sulla testimonianza del suo terzo quasi marito, non fa un resoconto veritiero della storia. Questo manda su tutte le furie Maggie che, mostrando la sua ira al giornale, causa il licenziamento del cronista. Questi, che non si da per vinto e vuole riottenere il posto, si reca quindi nel Maryland per cercare nuove foti e riscrivere il pezzo.

Tra i due, almeno inizialmente, non corre buon sangue: poi però la donna decide di dimostrargli che non è come tutti la descrivono. La ragazza, infatti, sta preparando il suo quarto matrimonio, stavolta insieme a Bob (Christopher Meloni), allenatore della squadra di rugby del paese. Come volevasi dimostrare, però, anche in questa occasione non riesce a sposarsi, confermando la tesi di Ike, che nel frattempo si è innamorato di lei. Tra i due nasce però una relazione che porta l’uomo a farle la proposta. Riuscirà Maggie ad arrivare finalmente all’altare e pronunciare il fatidico sì?

La storia vera oltre il film

Anche se Se scappi, ti sposo non è tratto da una storia vera, nel 2005 la realtà ha finito per emulare la finzione cinematografica in modo quasi incredibile. A distanza di sei anni dall’uscita del film, infatti, gli Stati Uniti sono stati scossi da un caso che sembrava uscito direttamente dal film: quello di Jennifer Carol Wilbanks, una donna della Georgia che sparì pochi giorni prima del suo sontuoso matrimonio, scatenando un’ondata mediatica senza precedenti. Wilbanks, allora trentaduenne, era promessa sposa di John Mason e il loro matrimonio, previsto per il 30 aprile 2005, doveva essere un evento in grande stile, con 600 invitati e 14 damigelle.

Julia Roberts in Se scappi ti sposo
Julia Roberts in Se scappi ti sposo

Tuttavia, il 26 aprile, la donna scomparve improvvisamente mentre faceva jogging nei pressi della sua casa a Duluth, in Georgia. Le ricerche scattarono subito e il caso ebbe ampia copertura mediatica, con una crescente preoccupazione che potesse trattarsi di un rapimento o, peggio, di un omicidio. L’opinione pubblica e le autorità seguirono con apprensione ogni sviluppo, fino a quando la verità non emerse in modo totalmente inaspettato. Dopo tre giorni di silenzio, infatti, Jennifer telefonò alla polizia da Albuquerque, nel New Mexico, dichiarando inizialmente di essere stata rapita da un uomo e una donna ispanici.

Tuttavia, l’indagine rivelò presto che la sua storia era falsa: aveva preso un autobus e lasciato volontariamente la Georgia per fuggire dal peso del matrimonio imminente. Confessò di aver avuto un attacco di panico, sentendosi soffocata dalle aspettative e dalla pressione sociale. Le sue bugie, però, ebbero gravi conseguenze: fu infatti accusata di aver presentato una falsa denuncia e costretta a rimborsare le ingenti spese, pari a 13 mila dollari, delle ricerche. Wilbanks ha poi annullato il fidanzamento con il suo promesso sposo il 17 maggio.

Il caso di Jennifer Wilbanks, oggi noto come “Runaway Bride Case”, divenne subito oggetto di attenzione nazionale e fu ripreso da talk show, film TV e satire mediatiche. Pur non avendo alcun legame diretto con Se scappi ti sposo, sembrava uscito da una sua sceneggiatura alternativa. Ma a differenza della commedia romantica hollywoodiana, la vicenda reale mise in luce dinamiche più complesse e dolorose, legate al disagio psicologico e alle pressioni sociali, dimostrando quanto fragile possa essere il confine tra fantasia e realtà.