Il 2 marzo uscirà nelle
sale italiane Safe House – Nessuno è al sicuro di Daniel Espinosa,
quarto film del regista svedese classe ’77, primo realizzato negli
Stati Uniti. Questa la storia: siamo a Città del Capo e Matt Weston
(interpretato da Ryan Reynolds) è un giovane agente della CIA
impiegato come custode di una “Safe House”, cioè una sorta di
bunker destinato alla protezione dei testimoni: un lavoro noioso e
poco gratificante per Weston, che vorrebbe essere un agente della
CIA pienamente operativo.
Safe House: nessuno è al sicuro, dal 2 marzo al cinema la coppia Washington/Reynolds
Safe House, la spiegazione del finale del thriller con Ryan Reynolds
Se avete mai setacciato NETFLIX alla ricerca di un thriller solido, ma sottovalutato, è molto probabile che vi siate già imbattuti in Safe House. Il film del 2012 vede Ryan Reynolds nei panni dell’agente della CIA alle prime armi Matt Weston. All’inizio del film, Weston vive una vita relativamente tranquilla gestendo un rifugio a Città del Capo, in Sudafrica. Non è soddisfatto del suo incarico, perché ritiene che non gli dia la possibilità di fare carriera.
Tutto cambia quando Weston incontra l’ex agente della CIA diventato criminale internazionale Tobin Frost (Denzel Washington). Frost arriva al rifugio di Weston dopo essersi consegnato agli americani per evitare di essere ucciso da un gruppo di mercenari che erano sulle sue tracce. Tuttavia, i mercenari scoprono la sua posizione e distruggono il rifugio, costringendo Weston e Frost a darsi alla fuga.
Weston viene aiutato dal suo supervisore, David Barlow (Brendan Gleeson), e dalla collega Catherine Linklater (Vera Farmiga). I due cercano di capire non solo perché Frost abbia organizzato un incontro con un ex agente dell’MI6 prima di consegnarsi, ma anche perché ora sia braccato da questo misterioso gruppo di mercenari. Inoltre, Linklater sospetta di Weston e teme che possa rischiare di disertare.
Mentre la sua fedeltà viene messa in discussione e la sua missione diventa sempre più pericolosa, Weston inizia a chiedersi dove sia la verità di tutta la situazione. Ecco come si conclude questa storia straziante.
Frost spinge Weston a mettere in discussione la sua linea di lavoro in Safe House

Durante il tempo trascorso insieme, Frost cerca continuamente di convincere Weston a non fidarsi dei suoi superiori alla CIA. Egli nota che i mercenari sapevano come trovare il suo rifugio, il che significa che probabilmente hanno ricevuto una soffiata da qualcuno all’interno dell’agenzia. Ciò viene confermato in seguito quando Weston interroga uno dei mercenari.
Frost fornisce a Weston anche un resoconto di prima mano di quanto possano essere ambigui i vertici della CIA. Gli racconta di come, quando era un giovane agente, sia stato ingannato da uno dei suoi superiori per uccidere un uomo innocente. Ancora più inquietante è l’ammissione di Frost di aver lasciato correre l’inganno e di aver continuato a lavorare per la CIA. Spiega: “Se pratichi qualcosa per molto tempo, diventi bravo. Se dici cento bugie al giorno, ti sembra la verità“.
Gli avvertimenti di Frost non riguardano solo la situazione specifica in cui si trovano. Sta anche dando a Weston un’anteprima di ciò che gli accadrà se continuerà ad avanzare nella CIA.
Quando i due sono in viaggio verso il prossimo rifugio, Weston ha chiaramente interiorizzato le parole di Frost. Quando arrivano, punta una pistola contro l’agente che gestisce il rifugio. Ne nasce una lotta sanguinosa che lascia l’agente morto e Weston gravemente ferito.
Dopo lo scontro, Weston chiede di sapere cosa ha fatto Frost per essere braccato sia dalla CIA che da un gruppo di mercenari. Frost rivela di aver acquisito un microchip contenente file che descrivono la massiccia corruzione di tutte le principali agenzie di intelligence del mondo. Tra cui, ovviamente, la CIA.
Le vere intenzioni di Barlow vengono rivelate
Nel frattempo, sia Barlow che Linklater sono arrivati in Sudafrica per indagare sulla situazione. Linklater continua a sospettare fortemente di Weston. Anche se Barlow sostiene che il suo protetto non sta lavorando con Frost, le prove sempre più evidenti di fronte a Linklater le rendono difficile ignorare la sensazione che qualcosa non vada bene. Come si scopre, ha ragione ad essere sospettosa. Tuttavia, non è Weston la persona di cui dovrebbe preoccuparsi.
Mentre si recano all’appuntamento con Weston al rifugio, Linklater viene a conoscenza del microchip di informazioni sensibili su cui Frost ha messo le mani. Quando lo dice a Barlow, questi risponde sparandole e uccidendola. Frost aveva ragione sul fatto che i mercenari provenissero da qualcuno all’interno della CIA. Quel qualcuno è Barlow, che sa che in quel microchip ci sono informazioni rovinose su di lui.
Al rifugio, Weston si sveglia dopo essere svenuto per le ferite riportate. Frost è sparito e Barlow è al suo fianco. Dopo aver messo insieme tutti gli indizi, Weston sa che dietro a tutto c’è Barlow. Confrontato con lui, Barlow confessa di aver “fatto qualcosa di cui non vado fiero” e di aver fatto di tutto per tenerlo nascosto.
Il tradimento di Barlow è una manifestazione letterale dei precedenti avvertimenti di Frost sul vivere una vita di bugie e inganni. Weston ora capisce quanto tutto ciò sia insidioso. Anche dopo che Barlow gli offre la promozione che prima desiderava ardentemente, i suoi sentimenti nei confronti del suo mentore e della CIA si sono inaspriti.
Weston si rende conto di ciò che è veramente importante per lui…

Frost arriva e ne segue una sparatoria. Sebbene Frost uccida i mercenari di Barlow, viene ferito a morte. Prima che Barlow abbia la possibilità di finire Frost, Weston si alza dal letto e spara al suo ex mentore.
Tornato negli Stati Uniti, Weston presenta un rapporto al vicedirettore della CIA Harlan Whitford (Sam Shepard). Whitford ringrazia Weston per il suo rapporto e dà seguito alla promessa di Barlow di una promozione offrendogli di diventare un agente senior. Tuttavia, chiarisce anche che cancellerà dal rapporto ogni riferimento alle malefatte di Barlow, in modo che l’informazione non trapeli. Secondo Whitford, “la gente non vuole più la verità, amico. È troppo incasinata. Li tiene svegli la notte“.
Ma dopo il suo calvario, Weston ha imparato ad apprezzare la verità. Per tutto il film si trova in un mare torbido di bugie e spesso non riesce a capire quale sia la strada giusta. Quando Whitford cerca di coprire la situazione, è il momento finale di chiarezza. Weston sa che, se continuerà a lavorare per la CIA, perderà completamente la speranza di una vita onesta. Alla fine, comincerà a credere a tutte le bugie che racconta a se stesso e agli altri per mantenere la farsa, proprio come aveva avvertito Frost.
Tuttavia, dice un’altra bugia. Quando Whitford chiede a Weston del microchip, questi dice al vicedirettore di non essere al corrente di nulla. Ma dopo aver lasciato l’incontro, Weston fa trapelare i file ai media. La mossa lo mette in una posizione precaria, ma almeno è una posizione in cui ha il controllo della verità.
Safe House Nessuno è al sicuro in prima serata
Sarà trasmesso in prima serata su Canale 5 Safe House Nessuno è al sicuro, film d’azione del 2012 diretto da Daniel Espinosa e con protagonisti Denzel Washington e Ryan Reynolds.
Tobin Frost è un ex
agente della CIA che 10 anni dopo aver disertato viene catturato e
portato in una safe house per essere interrogato sotto tortura dai
suoi ex-compagni. In quel mentre una squadra di mercenari attacca
la casa sicura e uccide quasi tutti gli agenti. Tobin, portato via
dall’unico agente sopravvissuto, la recluta Matt Weston, dovrà di
malavoglia fare coppia con lui per sfuggire ai mercenari.
Il film è stato distribuito dalla Universal Pictures nelle sale statunitensi a partire dal 10 febbraio 2012, mentre nelle sale italiane è uscito il 2 marzo.
Safe House – Nessuno è al sicuro: recensione del film con Denzel Washington
Arriva al cinema distribuito da Universal Pictures, Safe House – Nessuno è al sicuro l’action movie diretto da Daniel Espinosa, con protagonisti Ryan Reynolds e Denzel Washington. La storia di questo film ruota intorno ad un ambiente, quello della safe house, luoghi nascosti o privati dove si può trovare protezione da ogni pericolo possibile. Naturalmente, quando l’anonimato di questi luoghi viene meno hanno inizio una serie di problemi per chi vi si trova dentro, costretto a scappare per rimanere vivo. È ciò che accade anche ai due protagonisti di questo adrenalinico thriller, affermatosi come un grandissimo sucesso di pubblico.
La trama di Safe House – Nessuno è al sicuro
In Safe House – Nessuno è al sicuro Tobin Frost ( Denzel Washington) è un ex agente CIA, uno che ha riscritto i termini degli interrogatori all’interno dell’agenzia, che è diventato leggenda prima come agente scelto, poi come traditore e venditore di informazioni riservate. Tobin si consegna e viene collocato nella safe house di Matt Weston (Ryan Reynolds), un giovane agente CIA, per essere ‘interrogato’. Ma qualcosa va storto e il novellino Matt si trova a dover ‘badare’ al veterano Tobin fino al recupero previsto solo dopo 18 ore. Neanche a dirlo Frost non è un docile agnellino, e così trascina Weston in un folle inseguimento a colpi di pistola, sul filo del miracolo balistico attraverso una Città del Capo, assolata, umida e caotica.

Un film di grandi interpreti
Safe House – Nessuno è al sicuro vede l’esordio hollywoodiano di Daniel Espinoza che fa un’ottima figura raccontando la storia con grande personalità, privilegiando la macchina a mano e i primissimi piani di due protagonisti sudati stanchi e insanguinati. Se da un lato Denzel Washington rientra nella definizione di ‘bravissimo’, la vera sorpresa è quella che ci fa Ryan Reynolds. Dimenticate le espressioni attonite e fisse di Lanterna Verde, perché qui il giovane attore ha trovato il suo posto sul set, ha trovato il personaggio e sicuramente ha offerto la sua migliore performance ad oggi.
Sarà merito compagni di set di così alto livello? Accanto a Washington e Reynolds nel film compaiono infatti anche Vera Farmiga, ormai in realtà fossilizzata in ruoli in divisa, Brendan Gleeson, il bravissimo attore irlandese sempre più presente sugli schermi e Sam Shepard in tutta la sua storica mole cinematografica. Un gruppo di interpreti che permette dunque al film di acquisire un valore in più e che si lascia guardare anche solo per la presenza di questi splendidi interpreti.

Un adrenalinico thriller dove è meglio non fidarsi di nessuno
Gran parte del lavoro d’atmosfera di questo action tachicardico è però da attribuire al direttore della fotografia, Oliver Wood, che ne sa qualcosa di agenti in fuga dal momento che ha collaborato alla trilogia di Jason Bourne. A metà film la trama vira però verso il classico tema del tradimento, della fedeltà ad una causa e dell’inquietante mondo dello spionaggio internazionale. Il film affronta infatti in particolar modo il tema della fuga di notizie pericolose, una realtà quanto mai attuale e sempre scottante, che spinge a riflettere sulle destabilizzazioni che si scaturiscono da tali sottrazioni.
Insomma, nulla di più ritrito ma allo stesso tempo nulla di più adatto per tenere l’attenzione alta: scoprire chi ha tradito chi e soprattutto fino a che punto si può considerare tradimento quello che viene fatto ai danni di altri traditori. La questione, che alla fine determina un finale alla The Departed, porta a giusto compimento la parabola ascendente del protagonista, che probabilmente nella vita reale sarebbe sprofondato. Safe House – Nessuno è al sicuro si rivela un prodotto sopra la media, ben interpretato, ben scritto ma soprattutto ben girato da un’esordiente a Hollywood che farà (lo speriamo) ancora parlare di sé.
LEGGI ANCHE: Safe House – Nessuno è al sicuro: dal cast al finale, quello che c’è da sapere sul film
Safe House – Nessuno è al sicuro: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film
La carriera del premio Oscar Denzel Washington si alterna prevalentemente tra grandi drammi impegnati come Barriere e thriller d’azione come The Equalizer. Proprio in quest’ultimo genere si colloca anche Safe House – Nessuno è al sicuro (qui la recensione), film del 2012 diretto da Daniel Espinosa, regista anche di Life – Non oltrepassare il limite e di Morbius. Con questo suo primo lungometraggio in lingua inglese, scritto da David Guggenheim, egli non ha però raccontato di alieni o vampiri.
La storia di questo film ruota infatti intorno ad un ambiente, quello della safe house, luoghi nascosti o privati dove si può trovare protezione da ogni pericolo possibile. Naturalmente, quando l’anonimato di questi luoghi viene meno hanno inizio una serie di problemi per chi vi si trova dentro, costretto a scappare per rimanere vivo. È ciò che accade anche ai due protagonisti di questo adrenalinico thriller, affermatosi come un grandissimo sucesso di pubblico.
Il film affronta inoltre il tema della fuga di notizie pericolose, una realtà quanto mai attuale e sempre scottante, che spinge a riflettere sulle destabilizzazioni che si scaturiscono da tali sottrazioni. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a Safe House – Nessuno è al sicuro. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel mancato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Safe House – Nessuno è al sicuro
Protagonista del film è il giovane agente della CIA Matt Weston, il quale per sua indole sperava di essere assegnato ad incarichi che prevedessero azione o pericolose indagini sul campo. Egli, invece, viene inviato a fare da custode ad una safe house nella cittadina di Cape Town, in Sudafrica. Frustrato da tale posizione lavorativa, Matt trova il suo unico svago nel tormentare in continuazione il proprio capo, David Barlow, cercando di convincerlo a fargli ottenere incarichi più importanti e dinamici.
Ciò che Matt non sa, è che quello che chiede e desidera sta per verificarsi proprio in quello sperduto e silenzioso rifugio. Tobin Frost, un ex agente della CIA, viene catturato e portato nella safe house per essere interrogato sotto tortura dai suoi ex-compagni. In quel mentre una squadra di mercenari li attacca e uccide quasi tutti gli agenti. Tobin, portato via da Matt Weston, dovrà di malavoglia fare coppia con lui per sfuggire ai mercenari.
Il cast del film e la tortura a cui si è sottoposto Denzel Washington
Come anticipato, tra i protagonisti del film si ritrova il due volte premio Oscar Denzel Washington. Egli ricopre qui il ruolo del ricercato Tobin Frost, personaggio a cui l’attore si è interessato sin dalla prima lettura della sceneggiatura. Washington decise di sottoporsi anche ad alcune vere torture al fine di poter comprendere meglio la situazione di Tobin. Egli è così stato realmente sottoposto al waterboarding per alcuni istanti.

Accanto a lui, nei panni del giovane agente Matt Weston vi è invece l’attore Ryan Reynolds, oggi noto come protagonista dei film di Deadpool. Brendan Gleeson compare invece nel rolo di David Barlow, superiore di Matt alla safe house. L’attrice Vera Farmiga, oggi celebre per la saga di The Conjuring, interpreta qui Catherine Linklater, colei incaricata dell’interrogatorio a Frost. Sam Shepard è Harlan Whitford, direttore della CIA. L’attore libanese Fares Fares è invece presente nei panni del criminale Vargas.
Il sequel di Safe House – Nessuno è al sicuro
Una volta giunto in sala, il film – senza dubbio sostenuto dall’appeal di Washington e del co-protagonista Ryan Reynolds – è riuscito a raccogliere 202 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di produzione di 85 milioni di dollari. Sebbene il finale del film non lasci particolari porte aperte per un secondo capitolo, a seguito del successo ottenuto è stato annunciato un sequel, con David Guggenheim (già autore del primo film) incaricato di scrivere il nuovo film. Da quel momento, tuttavia, di questo progetto non si è più saputo nulla, portando infine a ritenere che sia stato del tutto abbandonato.
In un’intervista rilasciata a Yahoo! nel 2018, Washington è tornato a parlare del sequel di Safe House – Nessuno è al sicuro: “Ne avevano parlato di Safe House, di un prequel di Safe House, ma non so che fine abbia fatto”. Le parole dell’attore sembrano dunque confermare l’abbandono del progetto, pur offrendo il dettaglio in più secondo cui il nuovo film sarebbe stato un prequel anziché un sequel, nel quale dunque si sarebbe potuto probabilmente venire a conoscenza di eventi precedenti a quelli alla base del film del 2012.
LEGGI ANCHE: Safe House, la spiegazione del finale del thriller con Ryan Reynolds
Il trailer di Safe House – Nessuno è al sicuro e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Safe House – Nessuno è al sicuro grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 21 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.
Safe Heaven: il trailer dell’ultimo adattamento da Nicholas Sparks
E’ Safe Heaven l’ultimo romanzo di Nicholas Sparks ad essere portato sul grande schermo: protagonista è Julianne Hough (Burlesque, Footloose, Rock of Ages), nel ruolo di una donna in fuga da un passato oscuro che cerca di rifarsi una vita in una cittadina del North Carolina.
Alla sua ricerca si muoverà un la sua migliore amica Jo, interpretata da Cobie Smulders, mentre la protagonista intreccerà una relazione con Alex (Josh Duhamel), rimasto vedovo e con due figli da crescere. Quando il tutto sembrerà aver preso la piega migliore, il passato di Katie tornerà a tormentarla.
La regia è affidata a Lasse Halstrom, l’uscita del film è fissata negli Stati Uniti per l’8 febbraio.
Qui il trailer del film:
Fonte: Empire/WorstPreviews
Safari: recensione del film di Ulrich Seidl
Gruppo di famiglia (ricca, molto ricca) con cadavere, o meglio tanti cadaveri, di ogni tipo, dimensione e soprattutto prezzo. No, non è il plot di un nuovo film di Eli Roth alle prese con la saga di Hostel, ma purtroppo la cruda, spietata e grottesca, oltre ogni immaginazione, realtà di Safari.
Ulrich Seidl racconta, con la dovizia di un illustratore estremamente prodigo di dettagli, un mondo deviato e perverso, dove tutto è possibile, dimostrando che in fondo con i soldi è possibile acquistare tutto, anche il diritto di uccidere un altro essere vivente. Descrive il mondo della cosiddetta “caccia grossa”, sconosciuto e lontano ai più, forse immaginato e rielaborato nella mente in maniera avventurosa, pensando ai romanzi d’avventura di fine ottocento o ai film di Tarzan. Invece ci rivela che si tratta di un vero e proprio supermercato della violenza, dove tutto è riconducibile a un valore in denaro. E così Seidl, con mano ferma e la sapiente ironia di un creatore di immagini segue alcuni gruppi di facoltosi turisti che tra un’ abbronzatura, una birra e una dormita uccidono ignari animali che hanno avuto la sventura di trovarsi sulla loro strada.
L’autore imbandisce gustosi e grotteschi tableau vivant con i protagonisti reali dei vari massacri, abbigliati con cappelli di sughero e completi coloniali, come se avessero detto loro di travestirsi da cacciatori per la notte di Halloween. Li circonda di teste impagliate e cadaveri imbalsamati che divengono il ricordo storpiato e malinconico di quello che un tempo era la loro vita libera nella savana africana. E a questi piccoli meravigliosi affreschi alterna le loro prodezze sul campo, mostrandoceli in tutta la loro goffezza e presuntuosa idiozia.
Vediamo ragazzine capricciose che sognano di uccidere un okapi, ma che mai (dicono, con disarmante sensibilità) potrebbero sparare a un leone o un ghepardo, obesi che non riescono neanche a camminare o salire su una scaletta, addormentarsi gonfi di birra in un capanno, in attesa di sparare con fucile di calibro così grande che potrebbero abbatterci un aereo, e ancora signore imbellettare che non vedono l’ora di farsi una fotografia con la carcassa sistemata in posa dell’animale da loro assassinato.
Non mancano poi scene cruente, come la macellazione di una giraffa, e la descrizione dell’agonia delle prede che non vengono quasi mai uccise su colpo. E dicevamo che tutto ha un prezzo; si parte dai 250 euro per prede relativamente comuni, come le gazzelle, fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per leoni, elefanti, o specie con pochi esemplari disponibili, rare, per non dire a rischio di estinzione. Si scopre che la maggior parte delle riserve di caccia in Africa, in cui si svolge indisturbata questa mattanza, sono di proprietà di facoltosi occidentali e che i clienti sono imprenditori, dentisti, medici, industriali, avvocati, tutte persone che non si fanno problemi a spendere migliaia di euro semplicemente per il gusto di uccidere. E la gente del posto naturalmente è parte impotente del gioco, messa biecamente a tacere e resa complice con pochi spiccioli. Assistiamo cosi a scene di servilismo e apparente disinteresse, forse più agghiacciante delle stesse uccisioni.
Come ci ha abituato Seidl in altri suoi film, Canicola o Im Keller, le immagini sono splendide, accattivanti, la regia sapiente, il suo gusto per il grottesco ci porta a sorridere, ma poi quel sorriso si paralizza e si congela nella riflessione che quello che stiamo vedendo è tutto vero, che gli assassini sono i nostri vicini di casa. Ci insinua il dubbio che forse anche noi potremmo avere un prezzo, che potendolo pagare non esiterebbero a spararci, per poi appendere la nostra testa impagliata nel loro lussuoso salotto, o semplicemente per farci apparire con loro in un selfie da mostrare con orgoglio agli amici.
Elegante, quanto disturbante, ma necessario.
Sadie Sink: 10 cose che non sai sull’attrice
Divenuta una star mondiale grazie alla serie Stranger Things, l’attrice Sadie Sink è oggi un’attrice estremamente richiesta, sia per progetti televisivi che cinematografici. Nonostante la giovane età, ha infatti dimostrato di possedere un talento con pochi eguali tra i suoi coetanei e oltre ad essere diventata la vera stella della serie Netflix vanta tra le mani numerosi progetti di rilievo da qui al futuro. Ci si possono dunque aspettare grandi cose da lei, che sempre più sarà una delle nuove protagoniste di Hollywood.
Ecco 10 cose che non sai di Sadie Sink.
Sadie Sink: i suoi film e le serie TV
1. È diventata famosa grazie ad alcune serie TV. All’inizio della sua carriera l’attrice ha preso parte ad alcuni episodi di serie come The Americans (2013), Blue Bloods (2014) e, in modo più continuo, ad American Odyssey (2015). La svolta arriva però grazie a Stranger Things (2017-in corso), la serie Netflix dove recita nei panni di Max accanto agli attori Millie Bobby Brown, Finn Wolfhard, David Harbour e Winona Ryder. Grazie a questa serie l’attrice si afferma come una vera e propria celebrità, ottenendo fama mondiale.
2. Ha preso parte a noti film. Parallelamente alla serie Netflix, l’attrice ha modo di recitare ache in film come The Bleeder – La storia del vero Rocky Balboa (2016) con Liev Schreiber, Il castello di vetro (2017), con Brie Larson, l’horror Eli (2019) e i film Fear Street Parte 2: 1978 (2021) e Fear Street Parte 3: 1666 (2021). Nel 2022 recita invece da protagonista nel dramma Dear Zoe e nell’acclamato film The Whale, con Brendan Fraser.
3. Ha recitato anche in un celebre cortometraggio. il 12 novembre 2021 è stato pubblicato All Too Well: The Short Film, un cortometraggio di 15 minuti scritto e diretto dalla cantante Taylor Swift. Esso prende il nome dal suo brano omonimo e ne mette in scena i contenuti, fungendo da video musicale per la versione estesa di dieci minuti. Sadie Sink e l’attore Dylan O’Brien sono stati scelti per interpretare la coppia presente nel cortometraggio, mentre la cantante stessa prende parte al filmato interpretando la versione più adulta del personaggio di Sadie Sink.
Sadie Sink recita da quando era molto piccola
4. Ha iniziato a recitare sin da giovanissima. Al contrario della sua famiglia, che era orientata allo sport, Sink si interessò sin da piccola alle arti dello spettacolo. Ha iniziato a recitare in un teatro di comunità vicino a Houston, con una produzione di The Best Christmas Pageant Ever all’età di sette anni. Ha in seguito fatto un provino e ottenuto la parte del ruolo principale in una produzione teatrale locale di Il giardino segreto. Dopo questa esperienza, la giovane ha deciso di intraprendere ulteriormente la carriera di attrice, fino a farla diventare la sua professione.
Sadie Sink in Stranger Things
5. Ha raccontato una bugia durante uno dei provini per la serie. Quello di Max è un personaggio che, da quando ha fatto il suo ingresso nella seconda stagione, è divenuto sempre più importante nella serie. La giovane è inoltre spesso accompagna dal suo skateboard o dai rollerblade, con cui si sposta. Nel corso di uno dei provini sostenuti, l’attrice ha mentito sul fatto di saper andare su di essi. Così, pur di ottenere il ruolo, si è impagnata per imparare a non cadere e a spostarsi con naturalezza, cosa che poi è riuscita ad ottenere.
6. Andava molto d’accordo con un suo collega. Nella serie Max è la sorella di Billy, il violento ragazzo interpretato da Dacre Montgomery. Nella serie i due, pur volendosi bene, hanno un rapporto estremamente conflittuale, che li porta facilmente a sfociare nella violenza. Nella realtà, l’attrice ha raccontato di essere andata da subito molto d’accordo con il collega, tanto da considerarlo un vero e proprio amico. I due hanno dovuto dunque trovare dei modi per far nascere una sincera tensione tra di loro e permettere così di rendere più credibile il difficile rapporto dei loro personaggi.
Sadie Sink presente The Whale a Venezia
7. Ha incantato il Lido. Nel corso dell’ultima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, l’attrice ha avuto modo di sfilare sul red carpet per prendere parte all’anteprima mondiale del film The Whale, dove si racconta di un uomo estremamente obeso e in fin di vita che cerca di riallacciare i rapporti con la sua unica figlia, interpretata appunto dalla Sink. La bellezza dell’attrice, unita all’abito sfoggiato, hanno incantato il lido, e una volta di più la Sink si è confermata capace di catalizzre su di sé tutte le attenzioni.
Sadie Sink ha un fidanzato?
8. È molto riservata. Proprio perché costantemente sotto i riflettori della celebrità, l’attrice ci tiene a mantenere alcuni aspetti della propria vita privati. Tra questi vi è la sfera sentimentale, di cui ad oggi si sa poco o nulla. La Sink non ha infatti mai rivelato ufficialmente il proprio status, mantenendo il riserbo a riguardo. Nel corso del 2022 si è però fatta insistente la voce secondo cui si starebbe frequentando con Patrick Alwyn. Questi è il fratello di Joe Alwyn, il fidanzato di Taylor Swift, con cui l’attrice ha collaborato per il cortometraggio All Too Well. Naturalmente, anche su tale voce non ci sono conferme ufficiali.
Sadie Sink è su Instagram
9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 25,6 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Sadie Sink: età e altezza dell’attrice
10. Sadie Sink è nata il 16 aprile del 2002 a Brenham, Texas, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,59 metri.
Sadie Sink, star di Stranger Things, sarebbe in lizza per interpretare Jean Grey nel MCU
Jeff Sneider (tramite il podcast The Hot Mic e la sua newsletter The InSneider) ha riferito che Sadie Sink (Stranger Things, The Whale) sarebbe l’attuale favorita per l’ambitissimo ruolo di Jean Grey nel Marvel Cinematic Universe, che potrebbe debuttare nel 2026 in Avengers:Doomsday. Sneider sottolinea che il tutto è ancora all’inizio del processo, quindi le cose potrebbero sempre cambiare con l’aumento del casting per Doomsday e/o Secret Wars, ma è molto fiducioso nella sua fonte.
Questo potrebbe quindi assolutamente essere il primo assaggio di ciò che Kevin Feige e compagnia stanno preparando per il loro film sugli X-Men, e sembra che stiano puntando su alcuni dei personaggi chiave. Anche se non è stato confermato, è probabile che i fratelli Russo siano coinvolti in questo casting e hanno un curriculum piuttosto solido quando si tratta di trovare nuovi entusiasmanti talenti, avendo già avuto un ruolo nel casting di Tom Holland come Peter Parker/Spider-Man in Captain America: Civil War.
Sneider ritiene inoltre che i Marvel Studios potrebbero puntare a un’uscita del reboot di X-Men alla fine del 2027, collocando presumibilmente il film nella data del 5 novembre 2027 che lo studio ha già prenotato. In questo modo il lancio del film avverrebbe solo sei mesi dopo Avengers: Secret Wars, quindi, se la notizia si rivelerà esatta, sembra che i Marvel Studios siano intenzionati a lanciare la saga dei mutanti molto prima del previsto.
Dove rivedremo prossimamente Sadie Sink?
Prima di prendere eventualmente parte al MCU, Sadie Sink tornerà a far parte del cast principale di Stranger Things per combattere contro Vecna (Jamie Campbell Bower) per l’ultima volta. Mike (Finn Wolfhard), Lucas (Caleb McLaughlin), Dustin (Gaten Matarazzo) e Max (Sadie Sink) non lasceranno che Eleven affronti da sola la sfida più grande della sua carriera. Il destino del mondo sarà in gioco quando l’eroe della storia e Vecna si incroceranno ancora una volta. E sullo sfondo incombe il mistero di come il dottor Brenner possa tornare. È stato preparato il terreno per la conclusione della serie di maggior successo nella storia di Netflix.
L’ultima stagione di Stranger Things debutterà su Netflix il prossimo anno.
Sadie Sink sarà Jean Grey in Spider-Man 4? L’attrice risponde al rumor
Sadie Sink è ufficialmente entrata a far parte del cast di Spider-Man 4 dei Marvel Studios, ma la star di Stranger Things interpreterà Jean Grey? L’attrice ha rotto il silenzio sulla voce e di certo non la nega.
Le voci secondo cui la star di Stranger Things Sadie Sink sarebbe stata presa di mira per interpretare Jean Grey nel reboot degli X-Men dei Marvel Studios hanno iniziato a circolare all’inizio di quest’anno. Tuttavia, è stata la scorsa settimana che abbiamo saputo che si è unita al cast di Spider-Man 4.
Inizialmente, avevamo sentito dire che potrebbe ancora essere in lizza per interpretare la Marvel Girl del MCU, anche se da allora abbiamo sentito che Mary Jane Watson è una possibilità molto concreta (il che non ha molto senso quando Zendaya interpreta già MJ). Josh Horowitz ha incontrato di recente Sink per discutere del suo ruolo in O’Dessa e le ha chiesto delle voci secondo cui vestirà i panni di Jean in Spider-Man 4 l’anno prossimo.
“Questa è una novità per me. Questa è una novità per me”, ha risposto timidamente. “No, non ho niente da dire al riguardo. Le voci sono davvero fantastiche, però. Sono voci fantastiche. Conosco il personaggio. È un personaggio fantastico, quindi è stato bello leggerlo”.
La reazione di Sink a queste domande ci fa pensare che stia interpretando Jean, anche se questo crea un elenco completamente nuovo di domande. Ci aspettiamo che Spider-Man 4 sia un film multiversale, ma i Marvel Studios presenterebbero davvero un membro dei loro nuovi X-Men in pieno svolgimento tra Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars?
Quando Horowitz le ha fatto notare che firmare per interpretare un personaggio come Jean Grey non sarebbe stato chiaramente un impegno di oltre 10 anni, Sink ha risposto: “Penso che sia super eccitante, sì”, suggerendo che sarebbe stata disponibile per un lungo impegno da supereroina.
Parlando del futuro degli X-Men nell’MCU l’anno scorso, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha detto: “Penso che vedrete che continuerà nei nostri prossimi film con alcuni attori degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci porta davvero in una nuova era di mutanti e degli X-Men”. “Di nuovo, [è] uno di quei sogni che si avverano. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men”. L’implicazione sembra essere che la “Mutant Saga” sia alle porte mentre ci lanciamo verso la fine della Multiverse Saga.
Cosa sappiamo su Spider-Man 4?
Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studios si sono accordati su una storia prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche se il film viene ancora descritto come un “evento di livello Avengers”. Oltre a Tom Holland, Zendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ, mentre è confermata la partecipazione di Sadie Sink. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie Cox, Vincent D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. Spider-Man 4 uscirà al cinema il 31 luglio 2026.
Sadie Sink parla delle riprese dell’ultima stagione di Stranger Things
La serie di successo di Netflix Stranger Things si prepara a tornare sullo schermo. La Stranger Things – stagione 5, che sarà l’ultima, dovrebbe uscire nel corso dell’anno. L’attrice Sadie Sink, che interpreta Max dalla seconda stagione, ha parlato con la stampa della prossima stagione 5 e dei suoi sentimenti riguardo alla fine della serie.
In un’intervista con Josh Horowitz nel suo podcast Happy Sad Confused, Sadie Sink ha parlato delle emozioni che si provano quando si conclude uno show e del talento dei suoi colleghi. Ha anche elogiato i fratelli Duffer e ha menzionato l’importanza della troupe dello show.
Penso che sia stata una stagione davvero difficile da girare e la nostra troupe ha lavorato davvero tanto ogni singolo giorno. Noi attori non siamo lì tutti i giorni, ma la troupe c’è stata per tutto l’anno. E con questo e con il materiale con cui stiamo lavorando, è uno spettacolo così grande. È come, sì, vai su e giù tra le tue emozioni, [loro] cambiano molto. Ma sicuramente eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda, e quella spinta finale nell’ultimo mese, dove è come, questo è difficile, questo è stato un anno difficile, ma, oh mio Dio, non voglio che finisca.
All’inizio ero decisamente come intorpidita [alla fine dello show], poi la lettura del copione mi ha colpito e ho pianto, pianto quella mattina con Maya in macchina, e ci siamo chieste: “Cosa sta succedendo? Perché? Perché sta colpendo proprio in questo momento? Ma penso che sapere quale fosse la fine e vedere “serie finale” sulla sceneggiatura, fosse davvero tanto. Ma poi stavamo bene dopo, perché avevamo ancora mesi davanti, giusto? E poi è arrivato il giorno finale. È come, oh, questo è un casino. Quindi sì, è difficile, di sicuro.
Penso che tutti abbiano fatto un lavoro incredibile. Davvero, e penso che l’aspetto generale sia che questa è la stagione in cui si vedono davvero tutti gli ex attori bambini come attori adulti e i Duffer hanno sempre fatto un ottimo lavoro nell’adattarsi a noi, al materiale e a quanto tutti siano cresciuti come attori in questo cast, ci sono alcune performance e trame davvero sorprendenti. E sono davvero orgogliosa di tutti.
Cosa significa per la quinta stagione di Stranger Things

Il cast e la troupe si sono lasciati coinvolgere dalle emozioni
L’intervista di Sink rivela quanto il cast di Stranger Things sia diventato unito, rivelando le emozioni degli attori durante la lettura finale della serie. La lettura finale, che è stata “disordinata”, mostra quanto sia intenso il loro legame tra loro e con lo show, che è in produzione da oltre un decennio. L’imminente stagione finale di Stranger Things ha senza dubbio suscitato i sentimenti del cast e della troupe riguardo al lavoro insieme, soprattutto considerando le loro relazioni di lunga data. La dichiarazione di Sink che “non vuole che finisca” mostra quanto siano stretti i suoi legami con lo show.
Ci aspetta un finale emozionante con il maturato cast di Stranger Things. La serie è iniziata quando gli attori, come Millie Bobby Brown e Finn Wolfhard, erano adolescenti. Ora sono adulti che hanno anni di esperienza. Con l’età arriva la crescita e siamo sicuri che vedremo quanto il cast è migliorato. La quinta stagione dovrebbe in particolare fornire a Sink del buon materiale, dato che Max è rimasto in coma alla fine della quarta stagione e si sveglierà per trovare una Hawkins invasa da Vecna e dall’Upside Down.
Sadie Sink nel cast di Spider-Man 4!
Con la produzione destinata a iniziare quest’anno per il prossimo capitolo della serie di Spider-Man, la star della serie Tom Holland sembra aver trovato una nuova co-star, una che non è “estranea” alla popolare IP. Fonti hanno detto a Deadline che la star di Stranger Things Sadie Sink è pronta a unirsi al sequel di Sony Pictures e Marvel Studios. Holland è già pronto a tornare come Peter Parker.
Marvel e Sony non hanno rilasciato dichiarazioni. Destin Daniel Cretton è il regista, con Amy Pascal e il presidente della Marvel Kevin Feige come produttori.
Per quanto riguarda chi interpreterà Sink, la teoria prevalente è che verrà presentata come il personaggio degli X-Men Jean Grey, ma non escludere l’idea che si presenti come un altro amato personaggio di Spider-Man dai capelli rossi. Ciò che si sa è che il ruolo sarà significativo dato che il film più recente, Spider-Man: No Way Home, si è concluso con Parker che prende la decisione di completare l’incantesimo di Doctor Strange che cancella la sua identità dal mondo.
Rimanendo in linea con questa trama, ci si può aspettare che i vecchi compagni di Holland abbiano ruoli ridotti mentre i nuovi arrivati vengono aggiunti al cast, con Sadie Sink come primo nuovo ruolo importante.
Holland sta attualmente girando The Odyssey di Christopher Nolan e il piano è che inizi a girare Spider-Man una volta terminata la produzione del film di Nolan.
Per Sadie Sink, il ruolo arriva subito dopo aver detto addio alla parte che ha contribuito a lanciare la sua carriera, dato che l’ultima stagione della serie Netflix Stranger Things ha recentemente terminato la produzione. L’ultima stagione è una delle anteprime più attese del 2025 e andrà in onda più avanti quest’anno.
Il regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli Destin Daniel Cretton sarà al timone di Spider-Man 4, il che significa che i fan si aspettano alcune scene d’azione selvagge. Perez ha accennato a ciò stuzzicandoci con “Il team di stunt/[coreografie] si sta divertendo con un po’ di roba pre-visualizzata”.
Sembra che Marvel Studios e Sony Pictures stiano puntando tutto sulla prossima uscita da solista dell’arrampicamuri, che sarà un’avventura multiversale. Ciò significa che dovremo aspettare la storia a livello di strada che gli ultimi momenti di Spider-Man: No Way Home apparentemente ci hanno promesso.
Spider-Man 4 è stato ufficialmente fissato per il 31 luglio 2026, con il regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli Destin Daniel Cretton alla guida di una sceneggiatura scritta da Chris McKenna ed Erik Sommers.
Sacro GRA: recensione del film di Gianfranco Rosi
Un universo atemporale, storie sospese e personaggi caratterristici sono i protagonisti di Sacro GRA, documentario di Gianfranco Rosi che racconta il Grande Raccorso Anulare, la principale arteria che collega Roma alla rete stradale italiana.
Vero nervo scoperto dei frequentatori dell’autostrada e dei lavoratori che lo affrontano ogni giorno in macchina, il GRA é in realtà depositario di una realtà sommersa, una fetta di umanità ancorata al passato che ristagna nel proprio brodo primordiale, eternamente immobile. Rosi si approccia alle sue storie con lo spirito dell’osservatore, senza sentire la necessità di raccontare e spiegare ció che vediamo. L’umanità che ci propone il regista non ha un futuro ma sembra nascere dallo stesso ciglio stradale lungo cui l’asfalto forma il grande cerchio, l’anello di Saturno che separa l’interno dall’esterno.
Donne che vivono di espedienti, l’ultimo anguillaio dell’Aniene, persone in atesa di prendere posto negli alloggi popolari loro assegnati di diritto, un uomo che lavora sulle ambulanze, un principe: le persone che popolano la strada si raccontano senza spiegarsi e forse per questo rimangono ancor apiù in testa allo spettatore, proprio perché ne destano la curiosità. A condurre il racconto, in senso esteso, c’è un palmologo che conduce ogni giorno la sua battaglia contro il punteruolo rosso che rischia di distruggere tutte le sue palme. Rosi, così come il palmologo, ascolta il ronzio delle larve, delle persone che brulicano instancabili e allo stesso tempo immobili intorno al grande anello di Saturno.
Presentato in concorso al Festival di Venezia 2013, Sacro GRA è un documentario atipico e anarrativo che per la sua natura astratta potrebbe affascinare anche il pubvlico internazionale.
Sacher te dico?
Eccoci qua, versione supereroi, pronti a battere in lungo e in largo sto postaccio per raccontarvi la verità, vi prego, su questo Festival (anzi Festa. ‘Tacci loro e a quando hanno cambiato la dicitura), a portarvi dietro le quinte del mondo del giornalismo cinematografico, a mettere in questione il potere, a rovistare in ciò che c’è di marcio, di corrotto, a servirvi anche se è il caso qualche testa su un piatto d’argento.
Ad esempio, tenetevi
pronti perché stiamo per sganciare una bomba che rovinerà forse la
carriera di qualcuno. Fonti AUTOREVOLISSIME (il
palato della Carducci. Dai, ogni volta che dite ‘chi è la
Carducci?!? La sellerona di Cinematografo, ve
l’abbiamo già detto. Mica ce vorrete dì che la notte invece de
guardà Marzullo dormite?!?) ci confermano che la notizia che
aleggiava in questi giorni è assolutamente veritiera: la Sacher der
baretto dell’auditorium non è più la stessa. Nel senso che proprio
i gestori del bar hanno deciso di cambiare fornitore. Non volevamo
darvi questa informazione così, senza il diritto al contraddittorio
delle parti chiamate in causa, ma la verità è che non ci serviva.
La Carducci quanno se magna, nun se sbaglia mai.
Va bene, facevo la scemotta. Tutto questo per dirvi che sono io ad aprire la rubrica sui filmetti in programmazione, visto che Ang è Vip e arriva quanno glie pare, per cui giocavo amenamente su Truth, sto film di apertura. Un film drammatico, ambientato nel mondo delle redazioni giornalistiche, che racconta la vera storia di Mary Mapes, licenziata per i documenti utilizzati nella sua inchiesta giornalistica ai danni del presidente Bush, considerati dei falsi.
Ma parliamo del film: c’è Cate Blanchett che non si strucca gli occhi da Blue Jasmine e che, imbottita degli stessi psicofarmaci, continua a interpretare un personaggio mite e stabile, per nulla nevrotico, con cui sedersi in salotto e sorseggiare serenamente del tè coi biscottini. Per tutte le due ore sto film ci racconta, ma virgola pè virgola, la creazione di sto reportage, la messa in onda, il successo, la condanna mediatica, er numero de telefono dell’avvocato della Blanchet, la marca de vino con cui se ciucca la Blanchett. Insomma, va bene che ce voi dì la verità, ma santoddio, ce ne bastava pure meno.
Detto questo smetto di fare l’idiota, il film è ben confezionato e rispetto alle altre boiate che hanno aperto le vecchie edizioni del festival – festa! Cretina!- tutto sommato è pure civile.
Ma andiamo avanti con il nostro servizio pubblico di denuncia, tra le altre nefandezze di oggi scopro con rammarico che in sala stampa non c’è una mazza, credo manco il boccione dell’acqua, almeno non l’ho visto a meno che non se lo sia attaccato qualcuno tipo flebo per riprendersi dalla mattinata.
Però ce so i telefoni, che a chi dovemo telefonà non lo so.
Ah forse è un rebus: volevano dirci che pure quest’anno sarà un’edizione telefonata.
Bene.
Però, e dico però, le ragazzine agli accrediti mi confermano che quest’anno non ci sarà la solita corsa al biglietto per le proiezioni serali in alcune sale, ma ci sarà una fila apposita dedicata. Mo voglio vedè, alla prima occasione ve racconto.
E chiuderei, prima di passare la parola ad Ang, con ‘libertè fraternitè egalitè’: i pass, quest’anno, sono tutti uguali per la stampa. Arancionedemmerda, ma uguali per tutti.
Non importa per chi scrivi, che tu sia un blogger demmerda o Mereghetti. Tutti intubati in un’unica fila, così dalle foto pare che ce stamo a menà per entrare in sala.
(Vì)
E in effetti l’unico
pregio de ‘sti pass arancioni è quello di stare bene col nuovo
colore dei capelli della Carducci (je volemo bene, che dovemo da
fà), che, come ogni bel pezzo di Spritz che si rispetti, passa a
seconda dei gusti dalla variante ‘Campari’ a
quella ‘Aperol’, senza mai perdere di fascino. Io
oggi arrivo più o meno prima di pranzo, giusto in tempo per
ambientarmi e notare i cambiamenti subiti dal comparto gastronomico
dell’auditorium. Della Sacher s’è già detto. Si apra una petizione.
Il chiosco del kebab però ha capito che sto periodo se fanno i
sordi e dunque si è dotato di comodo servizio al tavolo, che
agevola nel non-sbrodolamento del vestito da festival, e dunque è
gradito. Film niente, a parte Street
Opera che ho visto in anticipata e che è un
documentario sul Rap dove spunta fuori Elio Germano, che pare sia
un cantante nei ritagli di tempo. Come dire che fanno un
documentario su di me mentre gioco a Angry Birds
sull’iPad. Però ho un interessantissimo incontro con Joel Coen
(esatto, quello là dei due fratelli) e con sua moglie Frances
McDormand, che è una grandissima attrice e ha fatto degli autentici
capolavori ma per me resterà sempre la fidanzata di
Darkman, quella a cui Liam
Neeson imbestialito porgeva bruscamente in mano un peluche
sbraitando: “Ecco il tuo fottuto elefante!”. Altri
tempi. Che poi l’hanno pure raccontato, di quando si dividevano la
casa nel Bronx coi fratelli Raimi e Kathy Bates per risparmiare
sull’affitto, un po’ come qualsiasi giornalista di cinema al Lido
in quegli appartamenti senza cesso che sembrano delle comuni degli
anni ‘70’. Questa la parte interessante, dopodiché so’ tutti cazzi
loro e schermaglie amorose, su chi dei due sa cucinare, chi lascia
alzata la tavoletta del water, e su quella volta che Frances,
grazie a quel fenomeno di Sorrentino, per poco non si lascia
tentare dalle grazie di Sean Penn in versione ICEFAC (acronimo per
In Culo e Fòco ai Capelli, come appariva nell’iconico
This Must be The Place).
Stasera dicono pure che
c’è Belle e Sebastien 2, dove il colonnello Trautman
ingaggia quel regazzino che pare il Remì dei pauperi e il suo fido
cane culattone per liberare il nonno di Heidi, rapito
dall’Isis.
Se mi ubriaco capirete.
(Ang)
Sacha Baron Cohen: l’uomo che tutti amano odiare
Sacha Baron Cohen – Tutto ebbe inizio con Ali G. Era il 1998 ed Eminem e l’hip hop erano la cultura più di tendenza del momento. In uno spettacolo comico inglese su Channel 4, 11 O’clock show, che ebbe il merito di lanciare anche la carriera di Ricky Gervais, apparve per la prima volta un goffo e incomprensibile rapper, appunto Ali G. Il personaggio ebbe così tanto successo che due anni dopo sullo stesso canale via cavo britannico iniziò Da Ali G show, uno spettacolo sullo stile del David Letterman in cui un improbabile intervistatore, Ali G appunto, agghindato con abiti rap e parlata in gergo prendeva per i fondelli, intervistandoli, alcuni personaggi importanti. Questo fu il primo dei personaggi estremi e stereotipati all’eccesso che Sacha Baron Cohen impersonò.
La biografia di Sacha Baron Cohen
Discendente di una famiglia ebrea ortodossa e quindi probabilmente carico della satira yiddish che li caratterizza, Coen porta in scena personaggi al limite della sopportazione umana e che infatti spesso finiscono per essere picchiati o trattati malamente, oltre che minacciati di morte da alcune culture che non gradiscono la presa per i fondelli. Guardando indietro nella carriera di Sacha Baron Cohen infatti, alla fine Ali G è sicuramente il meno esplosivo delle caratterizzazioni del comico, che viene utilizzato in tutta la sua eccentricità anche da Madonna, nel video di Music e poi trova la sua fine nel film Ali G is in da house, fallimentare al botteghino.
Di qualche anno dopo, del 2004,è il personaggio di Borat, che appare per la prima volta su Mtv e genera un putiferio di commenti a causa dei suoi costumi poco ortodossi nei confronti dell’Occidente. Si tratta infatti di un presentatore della tv nazionale kazaka che nel film omonimo intervista persone comuni per indagare sugli usi e costumi americani.
Il film, che stavolta sbanca il botteghino, ha per sottotitolo Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione kazaka, può essere preso come un documentario alla Michael Moore, visto che mette alla berlina e ridicolizza alcune delle fissazioni classiche americane, come quella per le armi, che lascia a Borat e ovviamente a Baron Coen anche qualche cicatrice; le persone intervistate non si rendono conto di essere davanti ad un comico e quindi quando le domande del personaggio diventano offensive, non ci sono filtri alla loro reazione.
Sacha Baron Cohen: l’uomo che tutti amano odiare
Chiuso il capitolo Borat, finalmente Sacha Baron Cohen diventa un attore senza (troppe) maschere e nel 2007 viene usato come barbiere contrapposto a Johnny Depp da Tim Burton nel suo Sweeney Todd, anche in questo caso però il personaggio che interpreta è fortemente caratterizzato; si tratta infatti di un irlandese che si spaccia per napoletano.
Sacha Baron Cohen
offre intanto la sua voce per gli animali di
Madagascar e
poi dà spazio ad un altro dei suoi personaggi, presente già
in Da Ali G show, che si focalizza su di un altro stereotipo,
quello del presentatore di moda gay, anche questo portato agli
estremi: Bruno è un anchorman austriaco che nessuno
conosce e che realmente irrompe durante la sfilata milanese del
2008 di Agata Ruiz DeLa Prada e che realmente viene picchiato e
portato via dalla sicurezza. Il film però non ha il successo
sperato.
In questi ultimi anni il trasformismo di Sacha Baron Cohen si era placato, nonostante non passi inosservata la caratterizzazione dei personaggi che gli capita di interpretare; nonostante sia solo comprimario della scena, infatti, il suo guardiano della stazione nell’ultimo film di Martin Scorsese Hugo Cabret ruba la scena agli altri attori, fosse solo per la sua gamba difettosa. Vedremo che personaggio porterà in scena nella nuova produzione di Quentin Tarantino Django unchained e si attende anche l’uscita del nuovo personaggio a cui è dedicato un nuovo film: Il dittatore, che governa uno stato non ben definito, che somiglia sia a Fidel Castro che a Bin Laden e che come quest’ultimo lancia messaggi video per parlare ai suoi sostenitori. Il film è infatti supportato da una campagna virale che ha fatto la sua prima apparizione pochi giorni prima dell’assegnazione degli Oscar, in cui in un video il dittatore si diceva molto amareggiato di non essere stato invitato alla cerimonia.
Il dittatore ha anche un profilo twitter attraverso il quale lancia i suoi strali contro tutti, ed è ormai prossima l’uscita del film nelle sale statunitensi. L’anno scorso si parlava anche di una scrittura per Sacha Baron Cohen come interprete ideale per un film biografico su Freddie Mercury, il compianto leader dei Queen, ma del progetto sembrano essersi perse le tracce.
Sacha Baron Cohen: 10 cose che non sai sull’attore
Dissacrante e inarrestabile, Sacha Baron Cohen è una delle personalità più brillanti dell’attuale panorama hollywoodiano, in grado di mettere in luce le contraddizioni presenti nella società di tutti i giorni. Grazie ai suoi personaggi l’attore ha potuto esplorare la natura dell’americano medio, ma non ha mancato di evolversi come artista, dimostrandosi anche un interprete di alto livello pronto a ruoli ben diversi da quelli comici.
Ecco 10 cose che non sai di Sacha Baron Cohen.
Sacha Baron Cohen: i suoi film
1. Ha interpretato celebri personaggi. L’attore esordisce al cinema nel 2002 con il film Ali G, il primo dei suoi celebri e dissacranti personaggi. Il successo mondiale arriva però con il secondo film, Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (2006), che mette in luce il suo intento dissacrante. Recita poi in un ruolo drammatico nel film Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007), e nei film Brüno (2009), Hugo Cabret (2011), Il dittatore (2012), Les Misérables (2012), Grimsby – Attenti a quell’altro (2016) e Alice attraverso lo specchio (2016).
2. È noto anche per i ruoli televisivi. Cohen diventa celebre grazie al Da Ali G Show (2000-2004), dove nei panni del rapper Ali G conduceva una serie di irriverenti interviste a celebrità, i quali non sapevano di avere a che fare con un personaggio comico. L’attore è poi ideatore e interprete della serie satirica Who Is America? (2018), dove si fornisce uno spaccato di diversi individui che popolano gli Stati Uniti. Nel 2019 viene invece apprezzato per il suo ruolo drammatico nella serie The Spy.
3. È anche sceneggiatore e produttore. Personalità dominante e poliedrica, Cohen si è distinto per essere spesso anche l’autore e il produttore dei suoi film. Ha ricoperto tali ruoli in particolare per i film Ali G, Borat, Brüno, Il dittatore e Grimsby – Attenti a quell’altro. Ha inoltre prodotto la serie Who Is America?.
Sacha Baron Cohen è Borat
4. Ha ricevuto numerose denunce. Per il suo controverso film, l’attore ha ricevuto denunce da ogni dove, sia da singoli cittadini americani, che da comunità della Romania e fino al governo del Kazakistan. Tutte queste cause legali si sono tuttavia risolte in un nulla di fatto, e l’attore si è limitato a dichiarare che l’intento del film era proprio quello di creare polemiche, cosa riuscita fin troppo bene.
5. È stato nominato al premio Oscar. Il film Borat è stato scritto e girato per avere l’aspetto di un mockumentary, dove tutti coloro che si imbattono nel protagonista non sono a conoscenza del reale fine delle riprese. Per la sua brillante scrittura, Cohen è stato in seguito nominato al premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.
Sacha Baron Cohen in Who Is America?
6. Ricopre numerosi personaggi. All’interno della serie Who Is America? l’attore ha ricoperto diversi personaggi, così da offrire un ampio ventaglio di quella che è la società media americana. Tra questi si annoverano un teorico della cospirazione di estrema destra, un ex detenuto scarcerato che tenta di reintegrarsi nella società e un esperto anti-terrorista israeliano.
Sacha Baron Cohen in The Spy
7. Ha ricoperto il ruolo di una nota spia. Nella miniserie thriller The Spy, l’attore ha interpretato la spia israeliana Eli Cohen. Per tale ruolo l’attore si è preparato a lungo, studiando la sua vita e allenandosi a lungo per raggiungere la forma fisica richiesta per la parte.
Sacha Baron Cohen: chi è sua moglie
8. È sposato con una nota attrice. Nel 2004 Cohen si è fidanzato con l’attrice Isla Fisher, che ha poi sposato nel 2010. La coppia si è in più occasioni distinta per l’affiatamento che li unisce, dando vita in più occasioni a divertenti gag anche sui rispettivi social network. La Fisher ha inoltre lavorato con il marito nel film Grimsby. I due hanno inoltre avuto tre figli, nati rispettivamente nel 2007, nel 2010 e nel 2015.
Sacha Baron Cohen: il suo patrimonio
9. Possiede un ampio patrimonio. Grazie ai suoi lavori come attore, sceneggiatore e produttore, Cohen ha potuto ricoprire più campi del settore cinematografico, raggiungendo negli anni un patrimonio stimato di circa 130 milioni di dollari, il che lo rende anche uno dei più ricchi di Hollywood.
Sacha Baron Cohen: età e altezza
10. Sacha Baron Cohen è nato a Londra, in Inghilterra, il 13 ottobre 1971. L’attore è alto complessivamente 191 centimetri.
Fonte: IMDb
Sacha Baron Cohen sarà Mandrake il Mago
Nel lontano 2012 la Warner Bros. annunciò lo sviluppo di un film dedicato a Mandrake il Mago, personaggio dei fumetti ideato da Lee Falk (lo stesso autore di Uomo Mascherato) e disegnato da Phil Davis, che fece il suo esordio nel 1934.
La notizia di oggi, riportata in esclusiva da The Tracking Board, è che Sacha Baron Cohen interpreterà il più famoso mago dei fumetti nel film che sarà diretto da Etan Cohen (regista di Duri si diventa). L’idea è quella di realizzare un’avventura contemporanea. All’ultima bozza della sceneggiatura hanno messo mano David e Janet Peoples (12 Monkeys) insieme a Tom Wheeler (Il gatto con gli stivali). Il film sarà prodotto da Charles Roven (Batman v Superman: Dawn of Justice) e Andy Horowtiz.
Una pellicola dedicata a Mandrake il Mago era in cantiere ormai da diversi anni. Inizialmente, Jonathan Rhys Meyers avrebbe dovuto interpretare il personaggio sul grande schermo. Sacha Baron Cohen è attualmente nelle nostre sale con Alice Attraverso lo Specchio, segutio di Alice in Wonderland di Tim Burton. L’ultima volta che abbiamo visto l’attore al cinema è stato nella commedia d’azione Grimsby Attenti a quell’altro al fianco di Mark Strong.
Fonte: TB
Sacha Baron Cohen sarà Freddie Mercury
Di un film dedicato alla vita e all’arte di Freddie Mercury si parla ormai da diverso tempo: se per la regia del film si era parlato di Stephen Frears, senza che poi siano arrivate conferme ufficiali a riguardo, molto più problematica la scelta del protagonista: quello dell’intimenticato cantante non è certamente un ruolo alla portata di tutti. La scelta sembra ora definitivamente caduta su Sacha Baron Cohen, che peraltro era stato dato per possibile Mercury sul grande schermo già nel 2010, quando si cominciò a parlare del progetto.
La possibilità che il film veda finalmente la luce si è fatta notevolmente più concreta dopo i recenti aggiornamenti arrivati in tal senso da Brian May, ex chitarrista della band, che sul suo sito web ha annunciato che il biopic dedicato al cantante è al primo posto degli impegni del gruppo, e che il progetto ha preso il via. May ha spiegato che le difficoltà principali sono state di tipo contrattuale: ovviamente il film dovrà contenere le musiche del gruppo e portare sullo schermo anche gli altri componenti della band, quindi vi sono varie implicazioni legali, legate soprattutto ai diritti d’autore e d’immagine ma l’ex chitarrista dei Queen ha affermato che tutte le tessere del mosaico stanno andando al loro posto.
Poi, le tre notizie più importanti: le riprese cominceranno probabilmente in primavera, l’uscita nelle sale dovrebbe avvenire a inizio 2014, Freddie Mercury sarà interpretato da Sacha Baron Cohen. Apice del film, il celeberrimo concerto che la band tené nello stadio di Wembley nel 1985, davanti ad una folla oceanica. Al momento non si sa granché del resto del cast: in tempi recenti era stato fatto il nome della popstar Katy Perry per la parte di Mary Austin, a lungo compagna del cantante. Per Sacha Baron Cohen, un’altra sfida, la più importante della carriera: dopo una galleria di personaggi inventati – Ali G, Borat, Bruno, Il Dittatore – il ruolo di Freddie Mercury, con tutti i rischi del caso: potrebbe rivelarsi un trionfo o, al contrario, un flop clamoroso.
Fonte: Huffington Post
Sacha Baron Cohen regista e protagonista nel biopic su Freddie Mercury?
Dal 2013 non circolavano notizie riguardo al biopic sul leader dei Queen Freddie Mercury. A tornare sull’argomento è il Daily Mail, che indica Sacha Baron Cohen come possibile sceneggiatore, regista e attore protagonista del film. L’ultimo regista accostato al progetto era stato Dexter Fletcher, ma le voci sul suo coinvolgimento si erano pian piano spente.
Sacha Baron Cohen avrebbe accettato l’idea propostagli dal manager della band, Jim Beach che agli Artist & Management Awards ha rilasciato una dichiarazione molto forte in merito:
Abbiamo fatto un importante passo avanti convincendo Sacha Baron Cohen a scrivere, produrre, dirigere e pure a prender parte attiva nel cast del film.
Le parole del manager sembrano non lasciare dubbi, nonostante le parole degli anni scorsi del co-fondatore dei Queen, Brian May. Il chitarrista aveva dichiarato di non vedere Sacha Baron Cohen nella parte.
Ancora nessuna conferma da parte del diretto interessato.
Fonte: Daily Mail
Sacha Baron Cohen non sarà più Freddie Mercury
Questa è davvero una brutta notizia. Sacha Baron Cohen non sarà più l’attore che farà rivivere sul grande schermo il mito di Freddie Mercury. La notizia è stata data da Deadline, secondo il quale Sacha avrebbe abbandonato il progetto a causa di divergenze creative con i produttori. L’attore stava lavorando al progetto ormai da parecchio tempo insieme alla Sony e alla GK Film e stava cercando, insieme alla produzione, di convincere Tom Hooper, con il quale aveva già lavorato in Les misérables, ad occuparsi della regia. Ma c’è qualcosa di più…
Sembra che i membri dei Queen non erano molto d’accordo con Cohen sulla scelta del regista (anche la scelta di David Fincher, prima di Hooper, non venne approvata); inoltre, la band non era per niente soddisfatta dell’immagine che il biopic voleva dare del loro compagno scomparso (pare che la versione della pellicola immaginata da Sacha dovesse essere addirittura vietata ai minori). È probabile, dunque, che siano stati anche i dissapori con i rimanenti membri della band a spingere l’attore britannico ad abbandonare il progetto.
Alla pellicola stanno attualmente lavorando soltanto Graham King e Tim Headington, che produrranno il biopic insieme a Robert De Niro, Jane Rosenthal e alla Queen Films di Brian May, Roger Taylor e John Deacon. La sceneggiatura è opera di Peter Morgan e racconterà la vita di Freddie Mercury dalla nascita dei Queen fino all’apparizione del grande performer al Live Aid del 1985; pare che la pellicola non farà riferimento alla morte del cantante.
Fonte: Deadline
Sacha Baron Cohen nella prima immagine dal set di Grimsby
Ecco il primo sguardo a Sacha Baron Cohen sul set di Grimsby, la nuova spy comedy del regista di Now You See Me, Louis Leterrier.
So who did I bump into on my walk today but my LA neighbour?
He’s here filming. I love coincidence. pic.twitter.com/JHp2lbzptj
— Eric Idle (@EricIdle) July 3,
2014
Nel cast del film, insieme a Sacha Baron Cohen, anche Rebel Wilson, Mark Strong, Annabelle Wallis, David Harewood, Ian McShane, Gabourey Sidibe e Johnny Vegas.
Grimsby è stato scritto da Sacha Baron Cohen e Phil Johnston e segue le vicende di un agente britannico (Strong) costretto a darsi alla fuga con il fratello perduto (Cohen), un tifoso di calcio dal comportamento violento e indisciplinato.
Fonte: CS
Sacha Baron Cohen interpreterà Freddie Mercury
Peter Morgan sta già lavorando a una sceneggiatura incentrata sugli anni formativi dei Queen fino alla loro apparizione al Live Aid nel 1985 e, Sacha Baron Cohen è stato scelto per interpretare il ruolo di Freddie Mercury.
Sacha Baron Cohen in una parodia di 007?
Lui è reduce dal successo del suo ultimo film da protagonista, Il Dittatore. L’altro sta fremendo per arrivare al cinema nell’ultima pellicola che lo vede protagonista, Skyfall. Sono l’attore inglese Sacha Baron Cohen e l’agente segreto di Sua Maestà James Bond.
Proprio a lui infatti ha pensato la Paramount, quando ha commissionato a Phil Johnston una sceneggiatura che prendesse in giro lo stereotipo dell’agente segreto, sulla scia di Austin Powers e Johnny English. Sembra una cosa già vista, questo è vero, ma c’è da scommettere che si tratterà di qualcosa di veramente originale dal momento che con Baron Cohen ci si aspetta sempre il massimo (del cattivo gusto in alcuni casi).
Il film non ha ancora un titolo ma sembra sicura la partecipazione di Cohen. Intanto Johnston ha appena ultimato la sceneggiatura di Nebraska, il prossimo film da regista di Alexander Payne.
Sacha Baron Cohen in The Lesbian
Sacha Baron Cohen in Sogni Proibiti
Secondo gli ultimi rumors
hollywoodiani, non ufficialmente confermati, potrebbe essere Sacha
Baron Cohen l’interprete di The Secret Life of Walter Mitty, remake
di Sogni proibiti, famosa commedia diretta nel 1947 da Norman Z.
McLeod con Danny Kaye.
Sacha Baron Cohen ha scelto gli sceneggiatori per The Lesbian
The Lesbian, prossima commedia di Sacha Baron Cohen, era già stata annunciata lo scorso ottobre. Ora sono stati anche scelti gli sceneggiatori, che rispondono al nome di Casper Christensen e Frank Hvam. I due hanno già lavorato per il film Klown, una commedia che arriva dalla Danimarca, dall’umorismo che si avvicina a quello di Cohen, e narra le vicende di due amici che partono alla volta di un bordello da poco ristrutturato; uno dei due, però, pur di dimostrare di poter essere un buon padre, rapisce la nipote dodicenne della sua fidanzata.
The Lesbian dovrebbe invece narrare le vicende ispirate alla storia di Cecil Chao, uomo salito sulle prime pagine dei giornali per la volontà di far sedurre da un uomo la figlia lesbica Gigi, sganciando la modica cifra di 65 milioni di dollari. Tutto era iniziato ad ottobre, quando si era diffusa la notizia,negata pubblicamente dal ricco magnate di Hong Kong, di un presunto matrimonio in Francia tra la figlia e la donna con cui sta da 7 anni. Cecil Chao, però, non riesce ad accettare il fatto che la figlia sia lesbica, e ha posto una vera ricompensa per chi le farà cambiare strada. Come detto ben 65 milioni di dollari all’uomo che conquisterà Gigi.
Non sono ancora chiare le idee di Sacha Baron Cohen sul film, su quale personaggio si inventerà stavolta, ma sicuramente si tratterà di una satira irriverente e spietata, sempre sul pezzo e attuale, come l’attore è solito fare. Ricordiamo che all’inizio del 2012, in marzo, Sacha Baron Cohen ha firmato un contratto triennale con la Paramount, in seguito al successo de Il Dittatore, capace di incassare una cifra intorno ai 175 milioni di dollari.
Sacha Baron Cohen ha paura di essere espulso
Sacha Baron Cohen firma un accordo con la Paramount Pictures
Sacha Baron Cohen e Mark Strong nell’esilarante poster di Brothers Grimsby
Ecco il nuovo poster di Grimsby – Attenti a quell’altro (in inglese The Brothers Grimsby) con Mark Strong e Sacha Baron Cohen nei panni di un agente segreto e del suo improbabile fratello.
Il film ruota proprio attorno ad un agente appartenente ai Black Ops inglesi che è costretto ad allearsi con il fratello hooligan per via di un nuovo e delicato incarico. I due non sono in contatto ormai da tempo, ma la fuga che li attende diventerà un modo per riavvicinarsi.
Diretto da Louis Leterrier, nel cast ci sono Sacha Baron Cohen, Mark Strong, Penélope Cruz, Isla Fisher, Rebel Wilson e Ian McShane.
Il film sarà nei cinema a marzo 2016.
Sacha Baron Cohen e Mark Strong nel nuovo trailer di Brothers Grimsby
Ecco il nuovo teaser trailer ufficiale italiano di Grimsby – Attenti a quell’altro (in inglese The Brothers Grimsby) con Mark Strong e Sacha Baron Cohen nei panni di un agente segreto e del suo improbabile fratello.
Il film ruota proprio attorno ad un agente appartenente ai Black Ops inglesi che è costretto ad allearsi con il fratello hooligan per via di un nuovo e delicato incarico. I due non sono in contatto ormai da tempo, ma la fuga che li attende diventerà un modo per riavvicinarsi.
Diretto da Louis Leterrier, nel cast ci sono Sacha Baron Cohen, Mark Strong, Penélope Cruz, Isla Fisher, Rebel Wilson e Ian McShane.
Il film sarà nei cinema a marzo 2016.
Fonte: CS