Pulp
Fiction è uno dei film più iconici degli anni ’90, un
vero e proprio cult che ancora oggi continua ad essere proiettato
nei cinema indipendenti di tutto il mondo. L’interesse e la
passione dei fan nei confronti del secondo film di Quentin Tarantino resta fedele e costante da
quasi 30 anni, con il celebre regista e sceneggiatore che
puntualmente si ritrova a rivelare, nel corso delle interviste,
nuovi aneddoti a proposito delle ispirazione per il film e nuovi
segreti in merito alla sua realizzazione.
Uno dei personaggi più inquietanti
dell’intera pellicola è sicuramente quello de Lo
Storpio (The Gimp, in originale), interpretato
dall’attore statunitense Stephen Hibbert (che nel
film non vediamo mai in volto) nell’episodio “L’orologio
d’oro“. In una recente intervista con
Empire Magazine, Tarantino ha rivelato nuovi dettagli sulla
criptica figura mascherata, fornendo alcune informazioni che
potrebbero servire a contestualizzarne l’oscuro e minaccioso
personaggio.
“In termini di backstory, era
una sorta di autostoppista, qualcuno che è stato preso dalla strada
circa sette anni fa rispetto ai fatti raccontati nel film e
addestrato per diventare la vittima perfetta”, ha spiegato il
celebre regista. “Nel film non lo si capisce veramente, ma
quando l’ho scritto, nella mia mente Lo Storpio moriva. Butch lo ha
messo fuori gioco. Poi, quando ha perso i sensi, si è
impiccato.”
Nel corso della medesima
intervista, Quentin Tarantino ha anche rivelato i
suoi piani originali per Una vita al
massimo, film del 1993 diretto da Tony
Scott, di cui ha firmato la sceneggiatura e che,
inizialmente, avrebbe dovuto dirigere:
“Avrei
mantenuto il mio finale originale, dove Clarence muore. Avrei
mantenuto i toni da commedia, tutto quel romanticismo, ma forse il
mio film sarebbe stato un po’ più grezzo. E con un film un po’ più
grezzo, un finale strappalacrime avrebbe avuto davvero senso. Con
il film realizzato da Tony, a metà tra una favola e un popcorn
movie, sarebbe stata una follia uccidere Clarence. Il pubblico si
sarebbe meritato il finale che avevo pensato… e forse anche io me
lo sarei meritato.”
Il primo
Deadpool uscito nel 2016, con il suo
rating e la sua estrema dose di “scorrettezza”, ha segnato una
sorta di punto di svolta nella concezione e nella fruizione dei
cinecomic. Il primo film con protagonista
Ryan Reynolds nei panni del Mercenario
Chiacchierone ha incassato 783 milioni di dollari a livello
mondiale e permesso così la realizzazione di un sequel uscito al
cinema nel 2018.
Deadpool
2, che è riuscito a battere gli incassi del
predecessore, ha visto nel cast anche
Josh Brolin nei panni di Cable, seconda incursione
ufficiale dell’attore nell’universo dei film dedicati ai supereroi
dopo il debutto nei panni di Thanos in Avengers:
Infinity War, uscito sempre nel 2018. Di recente, è stato
proprio l’attore candidato all’Oscar a condividere via Instagram
un video dal backstage del film di David Leitch in cui lo vediamo in azione
mentre prepara, insieme ad uno stunt, una delle tante (e violente)
scene d’azione che hanno visto protagonista il suo personaggio.
Potete vedere il video cliccando sullo screenshoot di seguito:
Deadpool è un
personaggio molto amato, non solo dai lettori dei fumetti, e i
primi due film sotto l’egida della Fox sono stati un vero successo
al box office: non sorprende, dunque, che la Marvel abbia deciso di far
proseguire le avventure di Wade Wilson sul grande schermo. La vera
domanda adesso è un’altra: il film sarà vietato ai
minori? Deadpool 3rappresenterà
ufficialmente il primo film R-rated dei Marvel Studios?
Vi ricordiamo che a confermare
l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan
Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il
CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel
che presto arriverà un altro titolo della serie di film
con Ryan
Reynolds.
Netflix ha annunciato di aver ufficialmente acquistato i
diritti per la distribuzione di Enola
Holmes, progetto targato Legendary Entertainment che
avrà come protagonista Millie Bobby Brown. La giovane star della
celebre serie Stranger Things interpreterà la sorella minore del più
celebre Sherlock Holmes, che sarà protagonista di
avventure completamente nuove ed estranee al canone
di Arthur Conan Doyle.
Il film sarà ambientato nel 1880 e
seguirà la giovane Enola che parte da sola alla volta di Londra in
cerca di sua madre, scomparsa misteriosamente nel giorno del suo
16esimo compleanno. Durante il suo viaggio, Enola si troverà al
centro di una grande cospirazione che potrebbe avere gravi
conseguenze sul corso della politica e della sua storia.
La fonte principale del film saranno
i sei romanzi Young Adult della serie “The
Enola Holmes Mysteries” firmati da Nancy
Springer, che hanno come protagonista proprio la piccolina
di casa Holmes. Il film sarà diretto da Harry Bradbeer (Fleabag,
Killing Eve) e sceneggiato da Jack Thorne. Nel cast figurano anche
Henry Cavill (nei panni di Sherlock Holmes) e
Helena Bonham Carter (in quelli della madre di
Enola).
Enola
Holmes segnerà la seconda esperienza cinematografica
di Millie Bobby Brown. La giovane attrice ha
debuttato sul grande schermo lo scorso anno in Godzilla II – King of the Monsters, film di
Michael Dougherty e sequel del film del 2014 Godzilla.
Scott Rosenberg e Jeff
Pinkner scriveranno un adattamento cinematografico in live
action basato sulla serie manga di successo mondiale
One Punch Man per Sony
Pictures. Avi Arad e Ari Arad della Arad
Productions produrranno il film.
Molto popolare sia in Giappone che
in tutto il mondo, “One Punch Man” segue la storia di Saitama, un
supereroe che può sconfiggere qualsiasi avversario con un solo
pugno ma cerca di trovare un degno avversario dopo essersi annoiato
per la mancanza di scontri alla sua altezza e di stimoli, nella sua
lotta contro il male.
Creato nel 2009 dall’artista
giapponese ONE come fumetto web, “One Punch Man” divenne
rapidamente virale. Nel 2012, è stato quindi pubblicato su Young
Jump Next di Shueisha con illustrazioni di Yusuke Murata insieme a
ONE.
Quando l’edizione inglese pubblicata
da VIZ Media ha debuttato negli Stati Uniti nel 2015, il primo e il
secondo volume sono entrati nella lista dei bestseller manga del
New York Times ottenendo la nomination per per un Eisner e un
Harvey Award. Da allora, la popolarità di “One Punch Man” ha
portato a una serie TV d’animazione acclamata dalla critica, nonché
ad una serie di esperimenti di gaming.
Venom
2 è solo l’ultimo dei tanti film la cui uscita
viene posticipata in questi giorni a causa dell’emergenza sanitaria
mondiale. Il film, che ufficialmente, in inglese, si chiamerà
Venom: Let There Be Carnage, arriverà in
sala il 25 giugno del 2021 invece del 2 ottobre di quest’anno.
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom: Let There Be
Carnageassisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady,
aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei
fumetti su Spider-Man. Nel cast del sequel anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert
Richardson in qualità di direttore della fotografia.
“Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel
secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha
dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che
ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà
con la collaborazione tra Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo dopo
l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a
confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.
Francis Lawrence,
che ha diretto tre dei film del franchise Lionsgate
Hunger Games, tornerà a Panem per
dirigere l’adattamento di The Ballad of Songbirds and Snakes,
romanzo prequel della saga con protagonista Katniss Everdeen,
scritto ancora sa Suzanne Collins.
Nina Jacobson tornerà a produrre
con il partner Color Force Brad Simpson, e Michael Arndt
(La ragazza di fuoco) adatterà la
sceneggiatura da un trattamento scritto da Collins, la quale
fungerà anche da produttore esecutivo.
Lionsgate – che ha portato al
cinema i romanzi di Collins in quattro film di successo dal
2012-2015, incassando $ 2,97 miliardi in tutto il mondo – ha
annunciato martedì il team creativo di The Ballad of Songbirds and Snakes.
Nessuna data di è stata per ora annunciata.
Ambientato circa 64 anni prima dei
fatti raccontati nella trilogia di Hunger Games, The Ballad of
Songbirds and Snakes segue un diciottenne Coriolanus Snow, che alla
fine si erge a diventare il sovrano autoritario della nazione
distopica di Panem. Il romanzo non è ancora uscito, ma arriverà a
maggio negli Stati Uniti e successivamente nel resto del mondo.
Nella saga cinematografica i
protagonisti erano interpretati da Jennifer Lawrence, Josh
Hutcherson, Liam Hemsworth, Sam Claflin, Jena Malone, Woody
Harrelson, Elizabeth Banks.
Una cosa che finora è sempre mancata
ai film di
Batman – oltre alla rappresentazione delle abilità
investigative del Cavaliere Oscuro -, è una Gotham City brulicante
di villain. I fumetti (ma anche l’iconica serie tv degli anni ’60)
ci insegnano che il Crociato Incappucciato non sempre riesce a
catturare i suoi nemici: spesso, infatti, riescono a sfuggire alla
cattura dell’eroe e a vagare indisturbati per le strade della città
immaginaria.
Sarebbe comunque
incredibile vedere una Gotham pieno di villain conosciuti e non
nel’attesissimo The
Batman di Matt Reeves, che già può contare sulla
presenza di Catwoman, Pinguino, Enigmista e del boss Carmine
Falcone. Ecco 10 cattivi meno noti che vorremmo vedere nella Gotham
in cui entrerà in azione Robert Pattinson:
Mr. Freeze
A causa del suo aspetto, un
personaggio come Mr. Freeze è certamente più adatto ai fumetti che
ad un’eventuale trasposizione cinematografica. Difficile riuscire
ad immaginarlo all’interno di un film come quello di Reeves, che ha
già promesso di offrire un sguardo inedito al personaggio del
Cavaliere Oscuro. Nonostante si tratti di un villain meno
apprezzato rispetto al Joker o a Pinguino, la serie animata del
1992, Batman, ha dimostrato che Mr. Freeze può
tranquillamente essere considerato un villain di serie A. Ecco
perché sarebbe interessante e magari anche divertente vederlo
sfidare Batman in una sequenza d’apertura.
Clayface
Clayface è un villain che forse
avrebbe stonato in uno dei film della trilogia di Nolan, ma che
forse avrebbe potuto fare la sua figura in uno dei titoli diretti o
da Burton o da Schumahcer. Un confronto tra il personaggio e Batman
nel film di Reeves potrebbe permettere al personaggio dell’Uomo
Pipistrello di sfoggiare tutta una serie accurata di gadget. Per la
realizzazione del personaggio si potrebbe addirittura ricorrere ad
effetti pratici, in modo da renderlo ancora più realistico e
spaventoso…
Man-Bat
Essendo un vero e proprio
pipistrello umano, dotato del senso sonar tipico delle creature,
Man-Bat è forse un personaggio più vicino ad una classico essere
soprannaturale che ad una tipico nemico di Batman. Eppure, il
personaggio e il suo vagare di notte potrebbero sposarsi alla
perfezioni con le atmosfere cupe che in genere caratterizzano la
città di Gotham. Inoltre, essendo Bruce Wayne tormentato dai
pipistrelli, a secondo della storia che Reeves deciderà di
raccontare, potrebbe essere interessante vedere il miliardario
affrontare i suoi demoni come mai fatto prima d’ora…
Maschera Nera
Dal momento che Birds of Prey ha introdotto Maschera Nera nel DCEU,
sarebbe bello se il personaggio tornasse anche nel film di Reeves.
Sappiamo che in The
Batman ci sarà anche Carmine Falcone (interpretato da
John Turturro), quindi una reunion sul grande schermo dei boss
criminali più famosi di Gotham sarebbe decisamente possibile. Anche
se il villain di
Ewan McGregor è morto alla fine del cinecomic con Margot
Robbie, è probabile che The Batman sarà ambientato prima
degli eventi narrati in quel film: dunque, la presenza di Maschera
Nera non è da escludere a priori.
Victor Zsasz
Uno dei più oscuri nemici di Batman
mai creati, Victor Zsasz è un serial killer psicotico che si incide
il numero delle sue vittime nella pelle. È presente come
antagonista minore nella trilogia de
Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, ma sarebbe bello
vederlo affrontare faccia a faccia Batman dopo la sua apparizione
in
Birds of Prey.
Poison Ivy
Anche se l’incarnazione di Uma
Thurman in Batman & Robin è stata una cocente delusione (e non
per colpa dell’attrice, ma per via della sceneggiatura del film),
Poison Ivy resta uno dei personaggi più affascinanti dell’universo
di Batman. Un’attrice come Jodie Comer, resa celebre grazie alla
serie Killing Eve, potrebbe essere perfetta per la parte,
restituendo così giustizia ad un personaggio che ha sempre fatto di
quel giusto connubio tra fascino e male il suo marchio di
fabbrica.
Hugo Strange
Nei fumetti, Hugo Strange è stato
uno dei primi cattivi di Batman a scoprire l’identità segreta del
Cavaliere Oscuro. Da psichiatra che utilizzata tecniche
terapeutiche tanto strabilianti quanto oscure e sinistre,
rappresenta più una minaccia psicologica che fisica per l’Uomo
Pipistrello. Se The Batman dovesse vedere il Crociato
Incappucciato fase visita all’Arkham Asylum, magari per chiedere la
collaborazione di uno dei suoi nemici in merito ad un possibile
caso – in perfetto stile “Il Lungo Halloween” (che dovrebbe essere
tra le fonti d’ispirazione del film di Reeves)-, allora questi
potrebbe senza dubbio essere proprio Strange…
Killer Croc
Il personaggio di Killer Croc ha già
fatto il suo debutto nel DCUE, interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje in Suicide Squad di David Ayer. Purtroppo, nel film il
personaggio non ha avuto un grandissimo ruolo, ma una giusta storia
– e soprattutto, una giusta sceneggiatura – potrebbe rendere
sicuramente giustizia al personaggio, un villain davvero minaccioso
che potrebbe senza dubbio dare molto filo da torcere a
Batman.
Cappellaio Matto
In quanto
personaggio, il Cappellaio Matto non è abbastanza stratificato o
profondo da poter essere l’antagonista principale di un film. Ma
potrebbe certamente arricchirne la trama di momenti stravaganti e
bizzarri. Con la giusta caratterizzazione che tenga conto dei lati
più ossessivi – spesso invisibili – della sua personalità, il
Cappellaio Matto sarebbe il cattivo perfetto per richiamare, nel
film di Reeves, a quel mondo criminale più ampio, forse sotterraneo
e spesso non così noto, che comunque caratterizza Gotham
City.
Hush
Hush è la controparte oscura di
Batman. Come Bruce Wayne, anche Tommy Elliot è un genio nato in una
famiglia ricca. In effetti, Tommy e Bruce erano i migliori amici da
bambini; tuttavia, mentre Bruce è cresciuto fino a diventare un
vigilante che agisce per sconfiggere il crimine, Tommy è cresciuto
fino a diventare un pericoloso serial killer. Con una serie di
bende utili a coprire i segni di un intervento di chirurgia
plastica andato male e volto a renderlo identico a Bruce, Hush è
uno dei più iconici e terrificanti nemici di Batman che merita
assolutamente un posto d’onore sul grande schermo.
Secondo adattamento per la
piattaforma streaming della Trilogia Baztán,
Inciso nelle ossa è disponibile su
Netflix dall’inizio di Aprile e riporta, dopo il caso
raccontato ne Il guardiano invisibile,
l’ispettrice Amaia Salazar sul campo.
Avevamo lasciato la protagonista
incinta del suo primo figlio, dopo che aveva concluso le indagini
su una serie di omicidi nel suo paese d’origine, Elizondo. La
seconda storia si apre con un parto, non quello di Amaia
(Marta Etura), ma quello di una donna del
diciassettesimo secolo, una strega forse, un misterioso incipit che
si aggiunge ai tanti misteri della storia. Il prologo cede poi il
passo ai nostri giorni: Amaia torna in servizio dopo i quattro mesi
di permesso per maternità successivi al parto, e subito viene
coinvolta in un’indagine che la riporta indietro nel passato. Viene
chiesto il suo intervento in un caso di vandalismo in una chiesa,
dove viene scoperto un cadavere di donna, senza un braccio. Le
indagini affidate all’ispettore Salazar la riporteranno indietro
nel suo paese d’origine, mentre il passato oscuro di sua madre, ora
chiusa in una clinica psichiatrica, tornerà a sopraffarla.
Inciso nelle ossa è un thriller
guilty pleasure
Vero e proprio guilty
pleasure per chi ama le atmosfere thriller condite da un tocco
di occulto e un pizzico di fascinazione satanista, con rituali e
sacrifici, Inciso nelle ossa può essere goduto e apprezzato anche
senza la visione del primo film di questa trilogia, sebbene la
visione de Il Guardiano Invisibile
disponibile su Netflix, dia degli elementi di background utilissimi
per orientarsi nell’intricata trama fin troppo carica di colpi di
scena.
Diretto da Fernando González
Molina, Inciso nelle ossa trova
proprio nella sua ricchezza uno degli elementi che maggiormente lo
penalizzano. Perché se da un lato il genere di appartenenza si
sposa alla perfezione con colpi di scena e misteri da risolvere,
dall’altro il film soddisfa a pieno l’esigenza dello spettatore di
vedere esaudita ogni sua curiosità, a conclusione della
vicenda.
Questo dipende chiaramente dalla
natura della storia che troverà compimento soltanto nella
compiutezza della trilogia. Tuttavia l’emergenza sanitaria mondiale
ha messo in pausa la produzione del terzo adattamento della
Trilogia Baztán, Offerta alla
tormenta, e quindi chi si è fatto travolgere
dall’intensa interpretazione di Etura, facendo proprie le sue paure
e i suoi dilemmi, dovrà aspettare che vedere esaudite proprie
curiosità.
Una trama ricca che non si esaurisce nel finale
Tra gli innegabili pregi del film,
questa recensione di Inciso nelle ossa
sottolinea un cast assolutamente adeguato e soprattutto un comparto
scenografico e fotografico che porta a casa un lavoro affascinante
e che contribuisce a creare un’atmosfera stregata, indugiando su
arredi di inizio secolo e atmosfere aranciate, un connubio che
accresce il fascino di alcune immagini e scene.
Il tono marcatamente iberico della
recitazione crea però un effetto di allontanamento e di
falsificazione delle emozioni, conferendo al film, soprattutto nel
climax finale, un accento finto e forzato, che si sposa più con il
dramma che con il thriller, il quale, come detto, alla fine non
trova la sua conclusione esaustiva.
Pur generando una sensazione di
insoddisfazione dalla mancata risposta a ogni songolo interrogativo
che semina, Inciso nelle ossa è un buon
prodotto di genere che intrattiene e, in alcuni momenti,
emoziona.
L’attore Dennis
Quaid ha nel tempo guadagnato una buona fama all’interno
dell’industria cinematografica recitando in molti noti film, dove
si è distinto per versatilità e presenza scenica. Passando con
naturalezza dal dramma autoriale al grande blockbuster di
Hollywood, Quaid ha potuto conquistare l’apprezzamento di critica e
pubblico. Ecco 10 cose che non sai su Dennis
Quaid.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso degli anni l’attore ha
reso sempre più prolifica la sua partecipazione a prodotti pensati
per il piccolo schermo. Dopo aver recitato nei film A cena da
amici (2001) e I due
presidenti (2010), Quaid recita infatti in ruoli di
rilievo nelle serie Vegas (2012-2013), con Carrie-Anne
Moss, The Art of More (2015-2016),
Fortitude (2017-2018), con Michael
Gambon, Goliath (2019), con William
Hurt, e Buon quel che vi pare (2019-in
corso).
8. È anche
produttore. Negli ultimi anni Quaid non ha soltanto
ricoperto il ruolo d’interprete, ma si è distinto anche per aver
partecipato al processo produttivo di alcuni progetti, i quali lo
hanno ovviamente visto coinvolto anche come attore. Ha infatti
vestito i panni del produttore per le serie Vegas,The
Art of More e Buon quel che vi pare.
Dennis Quaid e Meg Ryan
7. È stato sposato con la
nota attrice. Nel 1987, sul set del film Salto nel
buio, Quaid conosce l’attrice Meg Ryan, nota
per essere stata la protagonista di commedie romantiche come
Harry ti presento Sally o C’è posta per te. I due
si sono poi sposati nel 1991, e l’anno seguente danno alla luce il
loro unico figlio. Nel 2000 annunciano tuttavia la separazione,
divorziando ufficialmente l’anno seguente.
Dennis Quaid: i suoi figli
6. Ha avuto figli da diverse
relazioni. Quaid è stato sposato per un totale di quattro
volte, ma ha avuto figli soltanto con due delle sue mogli. Il primo
figlio è Jack, nato nel 1992 dal matrimonio con la Ryan, e in
seguito ha avuto due gemelli dal suo matrimonio con l’agente
immobiliare Kimberly Buffington. Il figlio Jack è in seguito
diventato un attore, seguendo le orme del padre.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dennis Quaid e il baseball
5. Ha interpretato un ruolo
legato al baseball. Con il film Un sogno, una
vittoria (2002), l’attore dà vita al personaggio di Jimmy
Morris, giovane promessa del baseball che in seguito ad un
infortunio è costretto ad abbandonare lo sport, salvo scoprire anni
dopo che non è mai troppo tardi per una seconda possibilità. Il
film è basato sulla vera storia di Jim Morris.
4. Non si è avvalso di
controfigure. Per poter dar vita al protagonista del film,
Quaid ha preso lezioni di baseball per diverse settimane, arrivando
al punto di non necessitare controfigure nelle scene che lo
vedevano giocare a tale sport. I lanci che l’attore esegue nel film
sono infatti stati ripresi senza trucchi.
Dennis Quaid: il suo fisico
3. Si tiene particolarmente
in forma. Quaid è solito recitare in film d’azione o che
comunque richiedono una certa prestanza fisica. Perciò non
sorprende imbattersi in alcune foto dell’attore che mostrano uno
corpo particolarmente allenato e scolpito, che gli permette ancora
oggi di essere identificato come uno dei “duri” del cinema.
Dennis Quaid è su Instagram
2. Possiede un account
speciale. Quaid non è solo un apprezzato interprete, ma
anche un talentuoso musicista, frontman della band Danni Quaid
& The Sharks. Su Instagram l’attore non possiede un proprio
profilo personale, bensì l’account ufficiale del gruppo musicale,
seguito da 25,1 mila persone. All’interno di questo l’attore è
solito condividere notizie e immagini promozionali degli eventi
riguardanti le loro esibizioni.
Dennis Quaid: età e altezza
1. Dennis Quaid è nato a
Houston, in Texas, Stati Uniti, il 9 aprile 1954. L’attore
è alto complessivamente 183 centimetri.
Avengers:
Endgame ha chiuso ufficialmente la Saga
dell’Infinito (nonostante la successiva uscita di Spider-Man:
Far From Home), un arco narrativo lungo ben 10 anni,
portato degnamente a compimento grazie al film dei fratelli
Russo che ha infranto ogni record d’incassi.
Avengers: Endgame ha segnato
il culmine della Saga dell’Infinito e dei primi 10 anni di storia
dell’Universo Cinematografico Marvel. Nel film abbiamo ritrovato
gli eroi sopravvissuti allo schiocco della dita di Thanos che ha
decimato metà della popolazione mondiale in Infinity
War: è grazie ad Ant-Man, fuggito dal Regno Quantico, che
i Vendicatori superstiti escogitano un piano per tornare indietro
nel tempo e sconfiggere una volta per tutte il Titano Pazzo. Il
piano ha condotto ad un’incredibile battaglia che ha visto la
discesa in campo di quasi tutti i personaggi del MCU, schierati gli uni al fianco
degli altri per eliminare Thanos ed il suo esercito.
Di recente, su
Inverse, sono apparsi sei poster fan-made dedicati agli
Original Six, ossia i sei Vendiatori originali così come li abbiamo
conosciuti in The Avengers di Joss Whedon, che ci mostrano – attraverso un
gioco di ombre – l’evoluzione di ogni singolo eroe nel MCU grazie ai film che li hanno
visti protagonisti.
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
Michael Fassbender avrebbe dovuto interpretare
Lizard in The Amazing Spider-Man. È quanto emerso
nelle ultime ore grazie all’artista Jerad S. Marantz, che ha
condiviso via Instagram un concept
inedito dedicato proprio al look che avrebbe avuto il personaggio,
il cui volto ricorda quello della star di Hunger e
Shame.
Uscito nel 2012, The Amazing Spider-Man ha visto
Marc Webb dietro la macchina da presa e
Andrew Garfield nei panni di Peter Parker. Il
film ha ricevuto un’accoglienza mista sia da parte della critica
che del pubblico. Ciononostante, nel 2014 venne realizzato un
sequel, dal titolo
The Amazing Spider-Man 2, che venne definitivamente
stroncato e indusse la Sony a non proseguire nei suoi piani per
un terzo The Amazing Spider-Man e per un film dedicato
ai
Sinistri Sei.
Il personaggio di Lizard viene
citato brevemente nello Spider-Man di Sam Raimi del 2002, mentre appare nelle
vesti dell’alter ego Curt Connors, interpretato da Dylan Baker, in
Spider-Man 2 del 2004 e in Spider-Man 3 del 2007. Il
personaggio nella sua forma di lucertolone gigante è poi apparso
nel sopracitato The Amazing Spider-Man,
interpretato però da Rhys Ifans. Potete vedere il
concept che ci mostra una prima versione di Lizard quando il ruolo
era stato pensato per Fassbender di seguito:
Michael Fassbender è Lizard in
un concept inedito di The Amazing Spider-Man
È una riedizione della saga
cinematografica slegato dalla precedente trilogia diretta
da Sam
Raimi. Inizialmente la Columbia Pictures, casa di
produzione della pellicola, aveva in programma di
realizzare Spider-Man 4, quarto
capitolo da aggiungere alla trilogia originale, ma a causa di
divergenze creative si decise per un completo riavvio della saga,
basato sulla sceneggiatura di James
Vanderbilt.
Il film si concentra sulla ricerca
di Peter Parker riguardo a delle risposte sulla scomparsa
dei propri genitori e sull’inizio della sua carriera da supereroe
come Spider-Man. Inizialmente braccato dalla polizia di New
York capitanata da George Stacy, padre della sua
amica Gwen, Peter è costretto a confrontarsi,
contemporaneamente, anche con il dottor Curt Connors,
trasformatosi nel mostruoso Lizard, il cui scopo è quello di
rendere tutti gli esseri umani simili a lucertole e dare
inizio a una specie più forte ed evoluta.
Il film è stato distribuito in
versione bidimensionale e stereoscopica. La reazione critica
al film è stata mista. Nel 2014 è uscito il sequel
intitolato The
Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro.
Shetland 5 è
l’annunciata quinta stagione della serie tv britannica prodotta da
ITV per la BBC e BBC One. La serie è basata sui personaggi creati
da Ann Cleeves ed in Italia è andata in onda a
partire dal 15 marzo 2018 su Giallo.
Shetland 5: quando esce e dove vederla in streaming
La quinta stagione di
Shetland debutterà da mercoledì 1° gennaio
2020 debutta con la quinta stagione in prima visione assoluta su
Giallo (visibile su canale 38 del digitale terrestre, gruppo
Discovery Italia; e su Sky al canale numero 144). Shetland
in streaming è disponibile con gli episodi esclusivamente
sul servizio Dplay.
Shetland 5: la trama e il cast
La serie è incentrata sull’ispettore Jimmy Perez e la sua
squadra indagano sui crimini all’interno della comunità insulare
delle Isole Shetland.
Shetland 5
protagonisti sono Douglas Henshall come
l’Ispettore Jimmy Perez, Alison O’Donnell come il
Sergente Alison “Tosh” MacIntosh, Steven Robertson
come il Detective Sandy Wilson, Lewis Howden come
il Sergente Billy McCabe, Erin Armstrong nei panni
di Cassie Perez, Mark Bonnar nei panni di Duncan
Hunter, Anne Kidd come Cora McLean e Julie
Graham nel ruolo di Rhona Kelly.
Shetland 5: trailer
Le curiosità su Shetland 5
La serie è ambientata in gran parte
nell’arcipelago scozzese delle Isole Shetland, e gran parte
delle riprese si svolgono nella terraferma scozzese, con alcune
ambientazioni nelle Shetland.
Douglas Henshall ha vinto il BAFTA
Scotland 2016 come miglior attore televisivo, inoltre la serie ha
ricevuto il premio per la migliore serie televisiva drammatica.
Confermato da BBC One il 2 dicembre 2019 la stagione 6 con inizio
riprese nel 2020 e la stagione 7 con inizio riprese nel
2021.Entrambe le stagioni sono scritte e create da David Kane e
saranno girate sulle isole Shetland e in Scozia Sono previsti
ancora 6 episodi per ciascuna stagione
La Storia Fantastica, il
film diretto nel 1987 da Rob Reiner (Stand
By Me,
Misery non deve morire), è uno dei fantasy più amati di sempre.
Il prossimo 1 maggio il film sarà disponibile su Disney+, la piattaforma di streaming della
casa di Topolino che ha debuttato in Italia ormai da quasi un
mese.
Per celebrare l’arrivo in VOD del
film, le star Cary Elwes e Robin
Wright, protagonisti della pellicola originale nei panni
rispettivamente di Westley e Bottondoro, si sono ritrovati in un
bellissimo e nostalgico video diffuso attraverso i canali social
ufficiali di
Disney+. Sono ormai trascorsi 33 anni da quando La Storia Fantastica debuttò nelle sale americane. Per
molti anni si è parlato di un possibile reboot, ma ad oggi non
esistono ancora notizia ufficiali in merito.
Di recente, Elwes ha recitato nella
terza stagione di
Stranger Things; la Wright, invece, ha goduto negli ultimi
anni del successo di House of
Cards, e ha recitato in film quali Wonder
Woman e Blade Runner
2049. Potete godervi il video della reunion Elwes/Wright
cliccando sullo screenshot di seguito:
La Storia Fantastica
disponibile dal 1 maggio su Disney+
La Storia Fantastica (The
Princess Bride) è un film fantasy del 1987 diretto
da Rob Reiner, tratto dal romanzo “La
principessa sposa” di William
Goldman del 1973, adattato per il cinema
dall’autore stesso.
Il film è diventato un vero cult
anni ottanta e, in un certo senso, può essere considerato film
parodia dei classici fantasy e fiabe. È stato candidato ai Premi
Oscar 1988 per la miglior canzone con
“Storybook Love”
di Willy De Ville. Nel 2016 venne scelto per
la conservazione nel National Film Registry della
Biblioteca del Congresso negli Stati Uniti.
Latrama del film ruota intorno
al piccolo Jimmy, che a causa di una noiosa influenza, è costretto
a rimanere a letto a giocare con i videogame o a guardare i
programmi sportivi in televisione: a fargli compagnia arriva il
nonno che però non viene accolto molto affettuosamente. Questi
inizia a leggere al ragazzino una storia fantastica che man mano
coinvolge sempre più il piccolo malato. E’ la vicenda dolceamara
della bella principessa Bottondoro che si innamora, ricambiata, del
suo servo Westley. A turbare la loro armonia giunge la partenza del
giovane per terre lontane: entrambi si giurano eterno amore. Dopo
cinque lunghi anni, Bottondoro viene a sapere che Westley è stato
trucidato dal crudele pirata Roberts e pertanto lei pensa che non
potrà amare più nessun altro uomo. Nonostante ciò il superbo e
cinico principe Humperdinck la vuole sposare. Ella viene rapita da
tre loschi figuri: Vizzini, il capo, Iñigo Montoya, uno spagnolo
abilissimo spadaccino, e Fezzik, un gigante dalla forza
sovrumana…
A causa della pandemia di Covid-19,
No Time To
Dieè stato posticipato al prossimo
novembre. I fan di lunga data di 007 dovranno quindi ancora
attendere prima di vedere sul grande schermo l’ultima apparizione
di Daniel Craig nei panni dell’iconico
James
Bond. Il nuovo film sarà diretto da Cary Joji
Fukunaga che, in una recente intervista, ha rivelato di
aver considerato l’idea di ambientare parte di Bond 25
all’interno della mente del protagonista.
Parlando con
Interview Magazine, è emerso che la trama del film sarebbe
potuta essere molto diversa rispetto a quella delle passate
avventure di Bond. Riflettendo sulla possibile inclusione
all’interno di No Time To
Die di elementi metafisici, Fukunaga ha ammesso
che per lungo tempo ha considerato l’idea di ambientare due atti
del film all’interno della mente di 007. Naturalmente, si sarebbe
trattato di un grandissimo rischio per una saga che, fino a quel
momento, non aveva mai azzardato un approccio narrativo del
genere.
“Avevo avuto quest’idea che il
film potesse essere ambientato nel rifugio del villain dell’ultimo
Bond”, ha spiegato il regista. “C’è questa scena in cui un
ago penetra nella testa di James Bond e che dovrebbe fargli
dimenticare tutto. Miracolosamente, però, riesce a fuggire grazie
ad una bomba orologio. Poi, lui e Léa Seydoux fanno saltare in aria
la tana e continuano a salvare la situazione. Continuavo a pensare:
‘E se tutto fino alla fine del secondo atto fosse nella testa di
007?’.”
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe
Waller-Bridge per “ravvivare” lo script
di Bond
25 sotto speciale richiesta di Craig, grande
fan di FleabageKilling Eve, le due
serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu
Johanna Hardwood con Dr. No e From
Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una
donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi
più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Uno degli elementi imprescindibili
dei due film sui Guardiani della Galassia diretti da James Gunn è senza ombra di dubbio la
colonna sonora. Sia Vol. 1 che Vol. 2, infatti, contengono una serie di classici
degli anni ’60 e ’70 che hanno contribuito ad elevare i toni
vibranti di entrambi i film.
Proprio per questo motivo, le
aspettative dei fan nei confronti della colonna sonora di
Guardiani della Galassia Vol.
3 sono naturalmente altissime. Eppure, non tutte
le canzoni che Gunn aveva pensato di inserire nei primi due
capitoli dedicati alle avventure di Star Lord & co. sono finite nei
rispettivi film. Via Twitter, infatti, è stato lo
stesso regista e sceneggiatore a condividere una playlist
intitolata “Meredith Quill’s Complete Awesome
Mix”, contenente tutte le canzoni che sono state tagliate
dalle prime due pellicole sui Guardiani.
Tra queste, figurano “Livin’
Thing” della Electric Light Orchestra e “Magic” dei
Pilot, che vennero usate in due scene di Vol. 1 poi
tagliate dal montaggio finale. Allo stesso modo, “She’s
Gone” degli Hall & Oates era stata inclusa nello script di
Vol. 2, ma alla fine venne tagliata.
Sempre via Twitter, James Gunn non ha escluso la possibilità che
alcune delle canzoni non utilizzate in Vol. 1 e Vol. 2 possano finire in Guardiani della
Galassia Vol. 3. Potete ascoltare la playlist creata
dal regista cliccando sullo screenshot di seguito:
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani della Galassia Vol.
3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le
riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio
2021.
Una fan art dedicata al Joker raccoglie, attraverso 20 differenti
profili del Clown Principe del Crimine, tutte le numerose
iterazioni dell’iconico villain dei fumetti DC. L’opera in
questione è stata realizzata dall’artista Pedro Demetriou e su
Reddit è riuscita a raccogliere circa 70.000 like.
Considerata l’eredità del Joker nei
fumetti DC, capiamo perché l’opera di Demetriou non sia passata
inosservata. La prima apparizione del Clown Principe del Crimine
nei fumetti risale al 1940 nel primo numero della serie a fumetti
Batman. Da allora, il look del supercriminale ha
attraversato tutta una serie di cambiamenti, testimoniati anche
attraverso i film, la tv e perfino i videogiochi.
Tra i cambiamenti d’immagine più
significativi del Joker ricordiamo sicuramente la storia a fumetti
Batman: The Killing Joke del 1988,
illustrata da Brian Bolland, la serie animata
Batman del 1992, creata da Bruce Timm e
Eric Radomski, e il film LEGO Batman – Il
film del 2017, diretto da Chris McKay.
Ricordiamo che l’ultima incarnazione
cinematografica del
Joker è quella ad opera di Joaquin
Phoenix nel
film omonimo di Todd Phillips, uscito nelle sale nel 2019.
Grazie al ruolo di Arthur Fleck, Phoenix è riuscito a conquistare
l’Oscar come miglior attore protagonista.
Prima di lui, già il compianto
Heath
Ledger era riuscito a conquistare l’ambita
statuetta – postuma – per il medesimo ruolo, grazie a Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, nella categoria miglior
attore non protagonista.
In una nuova intervista rilasciata a
The Hollywood Reporter e dedicata alla sua vita in quarantena,
David Lynch ha avuto la possibilità di
commentare Dune di Denis
Villeneuve, il nuovo adattamento cinematografico del
celebre romanzo di Frank Herbert, che già
nel lontano 1984 venne portato sul grande schermo dal regista di
Twin Peaks e Velluto Blu.
Sorprendentemente, Lynch ha ammesso
di non aver alcun interesse nei confronti del nuovo adattamento, e
questo perché lo stesso ha ammesso di non aver un bel ricordo del
suo film con protagonista Kyle MacLachlan: in
effetti, la produzione del Dune di Lynch fu particolarmente travagliata e,
all’epoca dell’uscita in sala, il film venne accolto negativamente
dalla critica.
Alle pagine di
THR, il celeberrimo regista ha spiegato: “Ho zero interesse
nei confronti di Dune. Quel film mi ha spezzato il cuore. È stato
un fallimento e non mi diedero neanche il Final Cut. Ho raccontato
questa storia tantissime volte… non è il film che avrei voluto che
fosse! Alcune parti mi piacciono molto, ma per me è stato un totale
fallimento.”
Nel corso dell’intervista, David Lynch ha anche accennato alla
possibilità di tornare dietro la macchina da presa per dirigere un
nuovo film (l’ultimo,
Inland Empire – L’impero della mente, risale al 2006):
“Se potessi scegliere, farei una serie tv. Proprio ora. I film
stanno attraversando un momento difficile, ad accezione dei
blockbuster. I film indipendenti non hanno possibilità. Potrebbero
uscire al cinema, magari per una settimana, nelle sale più piccole,
e poi subito in streaming o in home video. Ora come ora,
l’esperienza cinematografica è andata. Non è stata dimenticata, ma
è andata. Continuo comunque ad amare l’idea di una storia lunga, ma
al momento credo che la tv sia la nuova arthouse. Gode di una
libertà totale. E poi le televisioni sono sempre più belle, quindi
c’è speranza, anche se il suono e le immagini non sono le stesse di
un cinema.”
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune racconta la storia di Paul Atreides, un giovane
brillante e dotato nato sotto un grande destino al di là della sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un
futuro: mentre forze maligne esplodono in un conflitto per avere il
controllo esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa
esistente (una merce in grado di sbloccare il più grande potenziale
dell’umanità), a sopravvivere saranno solo quelli che potranno
sconfiggere la loro paura“.
Com’era prevedibile, anche la data
di uscita di The
Batman, l’attesissimo cinecomic DC diretto da
Matt Reeves e interpretato da Robert Pattinson nei panni del Crociato
di Gotham, è stata ufficialmente posticipata. La produzione del
film è stata bloccata a causa della pandemia di Covid-19: essendo
impossibile prevedere quando le riprese potranno ripartire, è
chiaro che il film non sarebbe mai stato pronto per il 25 giugno
del 2021, data inizialmente fissata dalla Warner Bros. per la
release.
E infatti, nella giornata di ieri
lo studio ha annunciato di aver ufficialmente rimandato il film al
1 ottobre 2021. Ma The
Batman non è l’unico cinecomic DC ad aver subito
uno slittamento: come apprendiamo da
ComingSoon.net, infatti, la major ha annunciato anche le nuove
date di uscita di Shazam
2, che dal 1 aprile 2022 passa al 4 novembre 2022, e
The Flash, che dal 1 luglio 2022 è stato
invece anticipato al 3 giugno 2022.
Tra le altre nuove date di uscita
fissate dallo studio troviamo anche il biopic King Richard con Will Smith,
rimandato al 19 novembre 2021, e il biopic Elvis di Baz Luhrmann, rimandato al 5
novembre 2021. The Many Saints of Newark, il prequel
cinematografico della celebre serie tv I Soprano, è stato
invece spostato dal 25 settembre 2020 al 12 marzo 2021.
Resta al momento senza una data di
uscita ufficiale Animali Fantastici 3, che sarebbe dovuto
arrivare al cinema il 12 novembre 2021 ma che, a questo punto,
considerata la produzione in stallo e le nuove release di King
Richard e Elvis, subirà quasi certamente uno
slittamento. Al momento restano invariate le date di uscita di
Tenet
(17 luglio), Wonder
Woman 1984 (14 agosto) e The Conjuring – Per ordine del
diavolo (11 settembre).
HN Entertainment ha suggerito che
le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios
di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Tandem è la serie
televisiva francese creata da Jérémie Marcus per
il canale francese France 3. La serie ha fatto il
suo debutto in Italia su canale del digitale terrestre Giallo, in
onda dal 10 settembre 2018.
La show tv ha fatto il suo
debuttato con due episodi pilota il 29 marzo 2016 su France 3. In
seguito al successo ottenuto, il canale ha commissionato un’intera
stagione di 10 episodi che è stata trasmessa nel 2017. Una terza
stagione è stata trasmessa nell’estate del 2019. La quarta stagione
è attesa nel 2020.
Tandem: la trama e il cast
Nella serie tv il comandante Lea
Soler viene trasferito alla squadra del capitano Paul Marchal, il
suo ex marito. Saranno costretti a incontrarsi anche fuori dal
lavoro perché la coppia ha due adolescenti da gestire, Alice e
Thomas.
In Tandem
protagonisti sono Astrid Veillon nei panni del
comandante Léa Soler, Stéphane Blancafort come il
capitano Paul Marchal, Piérick Tournier come
tenente Erwan Lebellec, Nelly Lawson come tenente
Camille Barbier, Sarah-Cheyenne come Alice,
Titouan Laporte come Thomas, Renaud Leymans come
il tenente Éric Vernet, François-Dominique Blin come l’avvocato
Franck Marvaud e David Marchal come il colonnello
Vauvert.
La prima stagione della serie
televisiva Tandem, composta da 12 episodi.
1
Nouveau Départ (pilote)
Una nuova vita
29 marzo 2016
10 settembre 2018
2
Double Jeu (pilote)
Doppio gioco
3
Entre sel et mer
Il mistero delle saline
6 giugno 2017
17 settembre 2018
4
Plongée dans le passé
La vendetta finale
5
La Tête du coupable
La testa del colpevole
13 giugno 2017
24 settembre 2018
6
Tour de piste
Giro di pista
7
L’Inaccessible Étoile
La stella irraggiungibile
20 giugno 2017
1º ottobre 2018
8
Convictions
Una storia difficile
9
Sur la route de la rédemption
Sulla strada della redenzione
27 giugno 2017
8 ottobre 2018
10
Les Liens du sang
Legami di sangue
11
Un anneau d’or (partie 1)
Un anello d’oro (parte 1)
4 luglio 2017
15 ottobre 2018
Tandem: la seconda stagione
La seconda stagione della serie ttv
Tandem è composta da 12 episodi e ha debuttato su France 3 il 22
maggio e si è conclusa il 26 giugno 2018. In Italia, la stagione è
andata in onda dal 16 aprile al 21 maggio 2019 sul canale
Giallo.
nº
Titolo originale
Titolo italiano
Prima TV Francia
Prima TV Italia
1
Dans les mailles du filet
Tra le maglie della rete
22 maggio 2018
16 aprile 2019
2
Le monde du silence
Il mondo del silenzio
3
Instinct de survie
Istinto di sopravvivenza
29 maggio 2018
23 aprile 2019
4
À la vie, à la mort
Per la vita, per la morte
5
Le mal des profondeurs
Paura delle profondità
5 giugno 2018
30 aprile 2019
6
Pic Saint-Loup
Un vino pregiato
7
Obscura
Oscura
12 giugno 2018
7 maggio 2019
8
Le serment des compagnons
Il giuramento dei compagni
9
Touché coulé
Colpito e affondato
19 giugno 2018
14 maggio 2019
10
Meurtre en Ovalie
Di padre in figlio
11
Via tolosana
Via Tolosana
26 giugno 2018
21 maggio 2019
12
À contre-courant
Controcorrente
Tandem: la terza stagione
La terza stagione di tandem arriverà nel 2020.
Curiosità
La serie è girata a Montpellier e in particolare nel
parco Montcalm, nella ex sede della Scuola di Fanteria.
Roberto Cicutto,
presidente della Biennale di Venezia, organizzazione madre del
festival, ha dichiarato lunedì in un’intervista all’agenzia di
stampa italiana ANSA che le date dal 2 al 12 settembre previste per
la 77° edizione del Festival di Venezia 2020 sono state
confermate.
Nell’intervista con ANSA – i cui
dettagli sono stati confermati da un portavoce del Festival –
Ciccutto ha minimizzato la possibilità di una collaborazione tra
Venezia e Cannes, che il direttore di Cannes, Thierry
Fremaux, aveva menzionato in una recente intervista con
Variety, sottolineando che: “Dall’inizio della crisi,
abbiamo considerato la possibilità di fare qualcosa insieme, se
Cannes fosse stata cancellata. Stiamo continuando a
discuterne.”
Cicutto ha dichiarato: “Con
Cannes, tutto è possibile, ma trovo sconcertante che Thierry
Fremaux continui a dire che continua a esaminare la situazione e
non dice quello che vuole fare.” “Stiamo andando avanti con il
nostro programma, e se Cannes sta ancora pensando (al loro corso
d’azione), allora non ci sono dialoghi”, ha aggiunto
Cicutto. Il capo della Biennale ha precisato che al momento
non ci sono “ipotesi” sul tavolo per un’iniziativa congiunta
Venezia-Cannes.
Nell’intervista con
ANSA, Cicutto ha anche ammesso che si aspetta che
quest’anno “la partecipazione straniera sarà necessariamente
molto più piccola” rispetto alle passate edizioni del
festival.
“Stiamo realizzando simulazioni
riguardanti una tipica giornata di festival”, ha aggiunto,
aggiungendo che la tecnologia digitale sarà “importante per la
stampa estera” e che tutto ciò verrà perfezionato e verrà
inserito in “una proposta che presenteremo ai
produttori”.
La Biennale si è data una scadenza
di “fine maggio” per chiarire i maggiori dettagli sulle
modalità della prossima edizione. Venezia, che è il festival
cinematografico più antico del mondo, a gennaio ha annunciato che
Cate Blanchett avrebbe presieduto la giuria del
concorso della sua 77° edizione.
Dando vita all’iconico personaggio
di Captain America nel MCU, Chris Evans ha dovuto sfoggiare molti costumi
diversi nei film dell’universo condiviso in cui ha recitato. Al di
là della varie e più celebri tonalità di blu, il costume preferito
dai fan (e anche il preferito dello stesso attore) è sicuramente la
Stealth Suit.
Molte ricerche e tantissimo lavoro
è stato fatto per la realizzazione di quella versione del costume
di Cap introdotta per la prima volta, al cinema, in The Winter
Soldier. Ecco 10 dettagli che potresti non conoscere
sulla Stealth Suit di Captain America:
Adatto ad un combattimento super-veloce
Le adrenaliniche sequenze d’azione
di Captain
America: Civil War hanno attirato immensi elogi da parte
della critica. Si tratta di sequenze eseguite tanto alla perfezione
dagli stunt degli attori protagonisti quanto perfezionate ad hoc in
fase di post-produzione.
I registi
Anthony e Joe Russo miravano ad avere per Cap un costume che
fosse adatto ad un tipo di combattimento super-veloce. Come
affermato dalla costumista Judianna Moakovsky, la “mobilità” è
sempre stata una priorità in fase di preparazione. Ecco perché il
costume che vediamo nel film assume più i contorni di una abito
elegante e non di un’armatura.
Materiale estensibile
La Makovsky ha anche rivelato che i
Russo hanno richiesto che il costume avesse le proprietà e
permettesse gli usi del Kevlar. Naturalmente, un materiale simile
al Kevlar sarebbe stato troppo pesante e avrebbe impedito al
personaggio di risultare abbastanza convincente durante le scene di
combattimento. Il costume doveva sembrare sì pesante, ma anche
“estensibile”.
Anche se del tessuto rigido non è
mai stato utilizzato per la realizzazione della Stealth Suit, alla
fine il costume è stato realizzato utilizzando tra le quattro e le
cinque tipologie di tessuto diverse. Sono stati tutti dipinti per
sembrare un unico tessuto; alla fine, ogni aria del costume ha
assunto una diversa mobilità.
Una lega magnetica
Captain America: The Winter Soldier ha sicuramente una
delle scene più incredibili per quanto riguarda lo scudo in
vibranio di Cap e l’utilizzo alla massima potenza delle sue
capacità. Nel film vediamo spesso il nostro eroe lanciarlo come un
disco o usarlo contro i nemici. Alcuni dei momenti più iconici del
film ci mostrano lo scudo come fosse letteralmente “attaccato” alla
schiena di Cap. Ciò è dovuto alla presenza di una lega magnetica
sulla Stealth Suit che permette allo scudo di attaccarsi
facilmente, e in maniera molto più rapida, alla schiena del suo
proprietario.
Ispirato alla serie Secret Avengers
Se da un lato la Stealth Suit
sembra più realistico e meno simile ad una tipica tuta da fumetto,
la realtà è che il suo design (soprattutto l’assenza dei colori
rosso e bianco) è ispirata a look di Steve Rogers nella run
dedicata ai Secret Avengers. La scelta ha parecchio senso, dal
momento che in Civil
War vediamo un Cap alle prese con parecchi dilemmi morali,
cosa che si è cercata di imprimere anche al costume: Steve Rogers
non è più soltanto un supereroe, ma un agente dello SHIELD in
conflitto con un passato che è in grado di influenzare le sue
scelte presenti.
Il ritorno in Endgame
Ad una visione più attenta,
noterete che la Stealth Suit è presente anche in Avengers:
Endgame. Cap sfoggia il costume durante i primi minuti del
film, quando lui e il resto dei Vendicatori uccidono Thanos prima
di viaggiare indietro nel tempo. La scelta potrebbe essere stata
del tutto casuale: magari, in quel momento, lo Stealth Suit era
l’unica tuta disponibile per le riprese. Come abbiamo visto in
Avengers: Infinity War, infatti, il costume era già stato
abbastanza consumato in Civil
War. È stato comunque bello vedere la Stealth Suit
nell’ultimo film del MCU interpretato da Chris
Evans.
Un costume da SHIELD, non da supereroe
Com’è facilmente intuibile dal
design, la Stealth Suit è un costume più tattico che glamour. Ciò è
evidente fin dalla prime scene di
The Winter Soldier, in cui vediamo Cap in
missione per conto dell’organizzazione segreta di Nick Fury. È un
costume adatto per le missioni richieste all’eroe dallo SHIELD; non
è certamente una tuta con cui si intende catturare l’attenzione dei
media e della stampa.
Secondo la mitologia del MCU, lo SHIELD avrebbe
commissionato questo costume in Kevlar per permettere a Cap di
sfoggiare maggiore agilità durante i combattimenti. Inoltre, la
tuta è dotata di una speciale protezione contro le armi da
fuoco.
Un Cap senza elmetto
Per conferire all’agente SHIELD un
aspetto più tagliente,per la prima volta – sia nel film che nei
vari materiali promozionali di
The Winter Soldier, abbiamo visto Cap senza l’elmetto.
Alcuni fan hanno elogiato questa mossa, sostenendo che l’elmetto ha
spesso dato all’eroe un aspetto troppo impostato ed uno sguardo a
tratti esagerato.
Inoltre, anche qui è possibile
scorgere nuovamente un’influenza da Secret Avengers, in
quanto nella serie a fumetti Steve Rogers non indossa mai l’iconica
maschera con le sue ali e il simbolo A. Addirittura, in The Winter Soldier la produzione si è voluta
focalizzare così tanto sul volto di
Chris Evans, che l’attore non indossa neanche un casco normale
quando è in sella alla sua moto…
Passare inosservato…
Molti membri della crew che hanno
lavorato a
The Winter Soldier, hanno spesso rivelato che i
Russo volevano un costume che non fosse facilmente riconoscibile
agli occhi degli abitanti e della forze di Washington D.C., dove è
ambientato la maggior parte del film. Come accennato già in
precedenza, da questo momento in poi Steve Rogers viene percepito
più con un agente che come un Vendicatore. Ecco perché l’accoppiata
con
Black Widow è risultata assolutamente vincente, con la quale
condivide un look non troppo appariscente e abiti che, in termini
di mobilità e agilità, sono sempre al servizio delle missioni
segrete da compiere.
È vero che l’abito potrebbe passare
tranquillamente inosservato tra la folla, proprio grazie alle
tonalità del blu scuro, ma è altrettanto vero che non notare Cap
quando sfoggia lo scudo sulla schiena è altrettanto
impossibile….
Circa 30 tecnici coinvolti nella realizzazione
La costumista Judianna Makovsky ha
rivelato che la Stealth Suit è stato uno dei costumi più difficili
a cui ha mai lavorato. Una trentina di tecnici, infatti, sono stati
coinvolti nella realizzazione del prodotto finale. Lo sforzo ha
ovviamente dato i suoi frutti, essendo uno dei costumi Marvel più iconici e moderni.
Sembra robusto, ma è al tempo stesso altamente flessibile; sembra a
prova di proiettile, ma è stato realizzato impiegando tessuti
leggeri…
Il costume di Cap preferito da Evans
La Stealth Suit è l’unico costume
che Chris Evans indossava anche durante le pause sul set. Ha spesso
dichiarato che l’abito è stato il costume più comodo che abbia mai
indossato, e che è senza ombra di dubbio il suo preferito. L’attore
ha anche ammesso che gli sarebbe piaciuto sfoggiare ulteriori
variazioni dello stesso, al contrario della Marvel, che ha sempre preferito
mantenersi su variazioni basate comunque sul design classico con le
strisce rosse e bianche.
La produzione di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha dovuto fare i
conti con la morte di Carrie Fisher e con il conseguente taglio del
personaggio di Leia rispetto ai progetti iniziali del film.
Sembra però che il ruolo salvifico
di Leia nei confronti del figlio Ben sia stato pensato ià nella
stesura originale della sceneggiatura, e che poi sia stato adattato
alla situazione che non permetteva di avere footage nuovo di
Fisher.
Secondo quanto si legge nel libro
The Art of Star Wars: The Rise of
Skywalker di Phil Szostak, la parte di
Leia nell’arco di redenzione del figlio ha sempre fatto parte dei
piani dei filmmaker, non solo per questo film conclusivo ma per
l’intera trilogia. Questo concetto è sostenuto anche dal
comportamento che Kylo Ren ha ne Gli Ultimi Jedi, quando non riesce
a sparare contro l’astronave in cui sa esserci sua madre.
Durante un gruppo di sviluppo della
storia che si è svolto nel 2014, prima che la Disney prendesse il
franchise sotto la sua egida, dà credito a questa
idea. Pablo Hidalgo, componente del team
creativo della trilogia, ha riportato, riguardo a Leia: “Posso
immaginare che sia solo lei ad avere il potere di rompere la
corazza del nemico”.
Lucasfilm e
il regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto
da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J.
Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
Avengers: Endgame ci ha
mostrato la fine di Tony Stark e di Natasha Romanoff, ma ha anche
offerto uno sguardo a uno Steve Rogers invecchiato.
Su Reddit sono adesso apparsi i
ritratti degli Original Six, tutti e sei
invecchiati, come se tutti loro, compresi i morti e gli immortali
(ovviamente il riferimento è a Thor), avessero avuto la possibilità
di invecchiare.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Il canale americano FX ha diffuso promo e trama
di What We Do In The Shadows 2×03, il terzo
episodio della seconda stagione di What
We Do In The Shadows.
In What We Do in the
Shadows 2×03 che si intitolerà dall’episodio “Brain
Scramblies” I vampiri partecipano alla loro prima festa del Super
Bowl umano, mentre la ricerca di vergini da parte di Guillermo
scopre una minaccia mortale. Scritto da Jake Bender e Zach
Dunn; diretto da Kyle Newacheck.
What We Do In The Shadows 2×03
What We Do In The Shadows
2 è l’annunciata seconda stagione della serie What
We Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il
canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e
Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella seconda stagione di What
We Do In The
Shadowsritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Nonostante Disney abbia spostato la data di
uscita, i fan di Marvel Cinematic Universal
sanno che Black Widow è ora in
post-produzione. Scarlett
Johansson, nel film, recita al fianco di
Florence Pugh nel film che la vede lanciata come
protagonista assoluta del suo franchise.
Sulla base dei precedenti rapporti
sui salari degli attori del MCU, sappiamo che l’attrice
nominata all’Oscar è riuscita a mettersi al pari dei suoi colleghi
uomini. Johansson ne ha parlato in un’intervista a Cosmopolitan, in cui ha raccontato di
essere fortunata ma ha riconosciuto che il divario retributivo in
base al genere è un problema.
“Sono molto fortunata – ha
confessato – Vivo davvero bene, e sono orgoglioso di essere
un’attrice che sta guadagnando quanto i suoi coetanei maschi in
questa fase … Penso che ogni donna sia stata [sottopagata], ma a
meno che non lo si affronti come problema più grande, per me
parlare della mia esperienza personale è un’eccezione. Fa parte di
una più ampia conversazione sul femminismo in generale. “
Nel franchise Marvel, la struttura retributiva
mette la Johansson nella stessa categoria dei colleghi Chris
Evans e Chris
Hemsworth. Nel 2015, Variety ha riferito che
il trio era stato pagato 15 milioni per Avengers: Age of
Ultron.
Detto questo, Avengers: Endgame ha appena
completato il franchise con il suo film con il più alto incasso (in
realtà, è il film con il più alto incasso di sempre). Gli attori di
solito ottengono una discreta percentuale sul botteghino, quindi è
del tutto giustificabile per Scarlett
Johansson guadagnare di più sul film che invece la
vede come protagonista.
Secondo le proiezioni di Wealthy
Persons, con questo film, Johansson raggiungerà un guadagno di
80 milioni. Sembra davvero importante, nell’ottica della parità di
pagamento in base al genere, che un’attrice riesca a raggiungere
quella cifra. È vero che una della sua fama ha una potenza
contrattuale importante, ma allo stesso tempo resta un importante
segnale.
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden
di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una
pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff
dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini.
Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di
sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di
spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che
diventasse un membro degli Avengers.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Da Peter Parker a Kevin
McCallister il passo è breve, così deve aver pensato
Punctuation_Art su Reddit
che ha proposto una versione fan-made alternativa del poster di
Spider-Man: Far From
Home.
Nel poster vediamo come Peter/Spidey
diventa Kevin, il protagonista di Mamma ho perso
l’aereo e di come Avvoltoio e Scorpio prendono il
posto dei due ladri che nel film, piccolo culto degli anni ’90,
sono stati messi a dura prova dal ragazzino rimasto solo a
casa.
Per l’occasione, il titolo del
mash-up è, ovviamente, Spider-Man: Home Alone (dal titolo
originale del film con Macaulay Culkin):
Per quanto riguarda Home
Alone, sappiamo che è in lavorazione un remake per
Disney+, mentre per il franchise di
Spider-Man, dopo Far From
Home e l’aggiustamento
dell’accordo tra Sony e Marvel Studios, attendiamo novità sul
terzo film da solista con protagonista Tom Holland
nei panni dell’arrampicamuri.
Dopo il flop di
Batman & Robin, agli inizi del 2000 la Warner Bros. era
intenzionata a portare il franchise di Batman in
una direzione completamente diversa. Nel speranza di dare alla saga
un tono molto più grintoso ma al tempo stesso anche più oscuro, lo
studio si affidò a Darren Aronosfky, che all’epoca era fresco del
successo del suo Requiem for a Dream.
Il Batman di Aronosfky si sarebbe
ispirato alla miniserie “Anno Uno” di Frank Miller, il quale sarebbe stato coinvolto
in qualità di sceneggiatore, ma sfortunatamente il progetto non ha
mai visto la luce, con la Warner che ingaggiò poi Christopher Nolan per dare vita alla
celeberrima trilogia de Il cavaliere oscuro che tutti conosciamo e amiamo.
Adesso, in una recente intervista
con
Empire, Darren Aronofsky ha svelato qualche dettaglio
in più a proposito del suo film mai realizzato sull’Uomo
Pipistrello, rivelando che il progetto avrebbe coinvolto un attore
che, in seguito, si è poi unito all’Universo DC, interpretando però
un personaggio completamente diverso: stiamo parlando di Joaquin Phoenix (futuro premio Oscar per
Joker di
Todd
Phillips), che a quanto pare avrebbe proprio dovuto
interpretare Bruce Wayne nel film del regista di
Madre!.
“La Warner Bros. voleva Freddie
Prinze Jr. e io volevo Joaquin Phoenix”, ha spiegato
Aronosfky. “Ricordo di aver pensato: ‘Qui si sta pensando a due
film totalmente opposti’. E purtroppo era vero. Erano tempi
diversi. Il Batman che avevo scritto era veramente diverso dalla
strada che lo studio ha poi intrapreso.”
Purtroppo, il mondo
non ha mai visto il Bruce Wayne di Phoenix. Chiaramente, all’epoca
lo studio era spaventato dalla visione di Aronofsky sul personaggio
e dall’idea di farlo interpretare ad un attore come Phoenix, che in
quel momento della sua carriera non era ancora molto conosciuto.
Per i fan che ancora sperano di vedere una versione
psicologicamente molto più complessa di Bruce Wayne, forse The Batman di Matt Reeves in uscita il prossimo anno
riuscirà a raccontare il Crociato di Gotham sotto una luce
differente.
Sappiamo ormai da diverso tempo che
Scarlet Witch affiancherà Stephen Strange in
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, che sarà
diretto da Sam Raimi e che arriverà al cinema a novembre
del prossimo anno. Il coinvolgimento di Wanda nel sequel è stato
annunciato la scorsa estate durante il Comic-Con di San Diego.
In attesa di scoprire il ruolo che
il personaggio interpretato da Elizabeth Olsen avrà nel film, sappiamo
che Wanda sarà anche la protagonista di WandaVision, serie
in arrivo prossimamente su Disney+, e che sarà direttamente collegata al
“Multiverso della Pazzia”.
Una delle teorie più accreditate è
quella secondo cui
Scarlet Witch sarà la vera grande minaccia del sequel.
I poteri di Wanda, non ancora sviluppati al loro massimo, potrebbe
infatti sfuggire al controllo della superumana e danneggiare nei
modo più impensabili il Mutilverso. Un modo per introdurla nel
sequel di Doctor
Strange che sicuramente potrebbe apportare alla
storia non soltanto la giusta dose di divertimento, ma anche una
doverosa carica emotiva.
In attesa di eventuali conferme o
smentite, l’artista Palo ha condiviso attraverso il suo account
Instagram un
bellissimo fan poster di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness in cui
vediamo proprio Scarlet Witch invadere il Multiverso. Visivamente,
il fan poster richiama gli straordinari poteri di cui sono dotati
sia Wanda che Stephen, uno dei motivi che rendono il sequel uno dei
prossimi progetti del MCU più atteso dai fan.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
Ware inEndgame.
A proposito del terzo attesissimo
capitolo dedicato alle avventure di Star Lord & Co., il regista –
senza fare alcun tipo di spoiler – ha rivelato che un personaggio
morirà nel film. Naturalmente, essendo i dettagli sul film ancora
scarsi, è impossibile stabilire ora come ora se si tratterà di uno
dei personaggi principali o di un personaggio secondario. Inoltre,
Gunn ha confermato che Kraglin – l’essere
extraterrestre interpretato da sua fratello Sean,
il cui ritorno nel film è stato confermato esattamente un mese
fa – avrà un ruolo molto più grande in GOTG Vol.
3.
Sempre nel corso del medesimo
Q&A, i fan hanno voluto sapere se
James Gunn abbia già altri progetti in cantiere con i
Marvel Studios, magari
proprio un quarto capitolo sui Guardiani. Sorprendentemente, il
regista ha rivelato: “Non ho mai detto che non avrei realizzato
Guardiani Vol. 2. Ho sempre pensato ad una trilogia fin
dall’inizio, chiaramente se il primo film avesse funzionato. Non ho
alcun tipo di piano per un quarto film sui Guardiani.”
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani della Galassia Vol.
3 non ha ancora una data di uscita
ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a
Febbraio 2021.
Uno dei personaggi più interessanti
che vedremo in Wonder
Woman 1984 è sicurmente quello della villain
Cheetah che sarà interpretato da
Kristen Wiig. In una recente intervista, la regista
Patty Jenkins ha rivelato le motivazioni alla
base del personaggio, che pare siano intrinsecamente collegate ad
una serie di problemi di autostima.
Wonder
Woman 1984 è l’attesissimo sequel di Wonder Woman uscito nel 2017, film che ha raccontato
le origini del personaggio di Diana Prince dopo il suo debutto in
Batman v Superman. Il sequel arriverà nelle sale il
prossimo agosto e di recente, parlando con
Empire Magazine (via
SyfyWire), la Jenkins ha spiegato i motivi che spingeranno
Barbara Ann Minerva a trasformarsi nella villain Cheetah.
“Ciò che spingerà Barbara a
trasformarsi in Cheetah è il fatto che non si è mai sentita
all’altezza, soprattutto rispetto a Diana”, ha spiegato
Patty Jenkins. “È un personaggio che mi
ricorda alcune persone che ho conosciuto e che hanno così poca
stima in loro stesse da trattenersi sempre. Quindi, una volta che
iniziano ad abbracciare la possibilità di un cambiamento,
inevitabilmente esplode tutto il risentimento accumulato negli
anni.”
La regista ha inoltre rivelato in
che modo la trasformazione di Barbara in Cheetah condizionerà la
sua amicizia con Diana, spiegando che nel film verrà esplorato un
grande fraintendimento alla base del loro rapporto.
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.