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Kick Ass: Brad Pitt poteva essere Big Daddy

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Kick Ass: Brad Pitt poteva essere Big Daddy

Sono passati esattamente 10 anni dall’uscita al cinema di Kick Ass, film di Matthew Vaughn con protagonista Aaron Taylor-Johnson nei panni dell’insolito eroe con la tutina verde. Il primo film portò alla ribalta Chloe Moretz nei panni di Hit Girl, ma soprattutto ci offrì una delle migliori performance nella carriera recente di Nicolas Cage che ha interpretato con grande successo il personaggio di Big Daddy.

In un’intervista con The Hollywood Reporter, Vaughn ha però svelato un dettaglio che fino a questo momento era rimasto nascosto. In merito alla realizzazione del film, il regista ha raccontato che riuscì a coinvolgere Brad Pitt come produttore, avendo precedentemente lavorato insieme a lui in Snatch di Guy Ritchie, oltre ad ipotecare la sua casa per finanziare il film.

All’epoca, Vaughn stava prendendo in considerazione anche l’idea di Pitt per il ruolo di Big Daddy, ma quel casting semplicemente non poteva andare a buon fine, perché poco dopo, Pitt si sarebbe unito a Quentin Tarantino nel fare Bastardi senza gloria. Il ruolo di Big Daddy è poi andato a Nicolas Cage, che Vaughn credeva avrebbe capito come interpretare al meglio il personaggio dato il suo amore per i supereroi dei fumetti.

Kick Ass ha avuto poi un sequel di eguale successo anche se forse di minor valore e si parla da tempo di un terzo film o di uno spin off sul personaggio, amatissimo, di Hit Girl.

San Diego Comic-Con 2020: ufficialmente annullato a causa del COVID-19

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Il San Diego Comic-Con del 2020 è stato ufficialmente cancellato. È difficile comprendere il massiccio impatto che la pandemia di coronavirus sta avendo sul mondo solo nelle ultime quattro settimane, e in particolare l’industria dell’intrattenimento.

I cinema sono stati chiusi in tutto il mondo per il momento (con l’attuale speranza che potrebbero riaprire a luglio); film e programmi TV hanno cessato la produzione su tutta la linea per problemi di sicurezza sanitaria; e praticamente ogni altro tipo di evento pubblico di massa (giochi sportivi, spettacoli teatrali di Broadway) si è fermato fino a nuovo avviso.

Ovviamente, ciò include anche convention dedicate all’intrattenimento in generale, di fumetto, cinema, musica e tv. Sono state annullate le edizioni 2020 del SXSW, del CinemaCon, di Emerald City Comic Con e dell’ACE Comic Con. Ultimo della lista ad annunciare l’annullamento è il San Diego Comic-Con, una vera e propria istituzione nel settore che viene organizzato dal 1970.

Gli organizzatori del SDCC hanno confermato ufficialmente che l’evento non si svolgerà quest’anno a causa dell’epidemia di COVID-19, ma si spera di tornare nel 2021. Ecco una dichiarazione ufficiale sulla decisione del portavoce dell’organizzazione, David Glanzer:

“Tempi straordinari richiedono misure straordinarie e mentre siamo rattristati di intraprendere questa azione, sappiamo che è la decisione giusta. Attendiamo con impazienza il momento in cui potremo incontrarci di nuovo e condividere la comunità che tutti amiamo.”

Doctor Strange 2: Bruce Campbell potrebbe essere un fantastico Mister Sinister

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Di pochi giorni fa è la magnifica notizia che Sam Raimi dirigerà Doctor Strange 2. All’annuncio ufficiale da parte del regista ha fatto seguito la candidatura di Bruce Campbell a villian del film. Raimi e Campbell lavorano insieme da sempre e grazie alle loro collaborazione il mondo del cinema e della tv è un posto più bello e ricco.

Grazie a Bosslogic, ora abbiamo la possibilità non solo di ipotizzare quale personaggio cattivo potrebbe interpretare Campbell in Doctor Strange and the Multiverse of Madness diretto da Sam Raimi, ma anche averne un primo terrificante sguardo!

Ecco Bruce Campbell nei panni di un fantastico Mister Sinister!

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5 novembre 2021.

Michael Shannon rimpiange l’uscita di Zack Snyder dal DCEU

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Il ruolo di Michael Shannon ne L’Uomo d’Acciaio e poi in Batman v Superman è stato decisivo. Il suo Zod non solo è stato il nemico di Superman, ma è anche servito da “base” per la nascita di Doomsday che, a tutti gli effetti, ha sancito definitivamente la nascita (ma anche la morte) dell’eroe di Krypton.

Molte volte l’attore si è trovato a parlare del film e del fatto che non era molto soddisfatto di ciò che aveva contribuito a realizzare, ma con il tempo la sua opinione sembra essersi mitigata, tanto che durante una recente intervista con JoBlo ha addirittura preso le parti di Zack Snyder.

Nel corso dell’intervista Michael Shannon ha dichiarato: “La mia parte preferita di L’Uomo d’Acciaio era la storia, i personaggi e la situazione. Nel mezzo di tutti i combattimenti e quant’altro, Zod è in realtà molto sincero con Superman, dal momento che gli spiega tutte le sue motivazioni, quello che ha sopportato e il desiderio di vedere ripristinata Krypton. Quei momenti in cui si collegano tra loro, quelli sono i momenti che mi interessano”.

Supergirl: Michael Shannon tornerà nei panni di Zod?

Sull’uscita di Snyder dal DCEU, Shannon ha dichairato: “Adoro lavorare con Zack Snyder e penso che sia molto triste – ha attraversato molte difficoltà di recente – non so cosa sia successo con l’intera faccenda della DC (…) Penso che sia un peccato. Voglio dire, la sua visione per L’Uomo d’Acciaio era incredibile, secondo me. Non so come sia andato tutto fuori dai binari, ma penso che sia un peccato.”

Ricordiamo che a fine lavorazione di Justice League, Zack Snyder si allontanò dal progetto a causa di seri problemi personali. Tuttavia, è stato poi detto che questi problemi molto seri erano solo la scusa di facciata per conflitti di produzione che hanno portato l’allontanamento di Snyder dal progetto.

The Walking Liberty: le prime incredibili immagini dal nuovo film di Alessandro Rak

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Dopo il primo annuncio del film che risale alla scorsa estate, ecco le prime immagini di The Walking Liberty, il nuovo film che Alessandro Rak ha diretto con Mad Entertainment (Gatta Cenerentola).

Il film prende spunto dai “movimenti populisti politicamente distruttivi che stiamo vedendo spuntare in tutta Europa”, ha detto Rak. E questo viene raccontato “attraverso gli occhi” di due personaggi, una ragazza di 15 anni di nome Yaya, che ha elementi del protagonista del marinaio di Hugo Pratt “Corto Maltese”, anche se in un’incarnazione femminile, e un gigante malato di mente di nome Lennie che ha il doppio della sua età.

“Sono entrambi innocenti senza genitori”, ha detto Rak, il quale ha specificato che la narrazione non chiarisce mai quali siano le origini della distruzione del mondo. “L’idea è di raccontare la storia di due persone che sono nate in un nuovo mondo e non hanno una connessione diretta con la storia”, ha detto.

Per quanto riguarda la scelta di The Walking Liberty come titolo del film, Rak ha detto quello che gli piaceva “era la parola libertà” e il fatto che il mezzo dollaro d’argento “ha fatto storia per vari motivi tra cui quello che è diventato la moneta scelta per eseguire trucchi magici.”

Inoltre, il titolo ricorda The Walking Dead, ha aggiunto, il regista, ma mentre quello show è “su un futuro apocalittico che è orribile” ci piace l’idea di un futuro “che è legato all’idea di libertà futura”, ha osservato Rak. E quindi la parola Liberty al posto di Dead.

Shtisel: trama, cast, trailer e dove vederla

Shtisel: trama, cast, trailer e dove vederla

Shtisel è la serie drammatica israeliana creata e scritta da Ori Elon e Yehonatan Indursky per il canale Yes Oh. La serie racconta la storia di una famiglia ebrea immaginaria che vivi a Geula, Gerusalemme e ha una durata di 12 episodi per stagione.

Shtisel: quando esce e doverla in streaming

Shtisel ha fatto il suo debutto in Israele il 29 giugno 2013. In Italia è possibile vedere Shtisel in streaming su Netflix Lo scrittore Yehonatan Indursky ha annunciato che lo spettacolo sarebbe stato rinnovato per una terza stagione, sebbene le dichiarazioni successive dei produttori abbiano indicato che la Stagione 3 non era in produzione alla fine del 2019.

Shtisel: la trama e il cast

La serie segue le vite di Shulem Shtisel (Dov Glickman), del patriarca Shtisel e di un rabbino presso lo yeshiva locale,  così come quelli degli altri membri della sua famiglia. Shtisel si trova in un quartiere religioso e privo di Internet. La comunità segue rigidi costumi haredi e le violazioni delle norme spesso provocano caos feroci all’interno della famiglia. Tuttavia, i personaggi, che sono più aperti allo stile di vita secolare, riflettono la moderazione di Geula rispetto ai loro vicini in Mea She’arim, la comunità adiacente nota per l’estremismo religioso.

In Shtisel protagonisti sono Dov Glickman nel ruolo di Shulem Shtisel, Michael Aloni nel ruolo di Akiva Shtisel, Neta Riskin nel ruolo di Giti Weiss, Shira Haas nel ruolo di Ruchami Weiss, Sarel Piterman nel ruolo di Zvi Arye Shtisel, Zohar Strauss nel ruolo di Lippe Weiss Orly, Silbersatz Banai nel ruolo di Aliza Gvili, Ayelet Zurer nel ruolo di Elisheva Rotstein, Sasson Gabai nel ruolo di Nukhem Shtisel, Gal Fishel nel ruolo di Yosa’le Weiss Ori Ilovitz nel ruolo di Haim’ke Weiss, Hadas Yaron nel ruolo di Libbi Shtisel Eliana Shechter nel ruolo di Tovi Shtisel, Hanna Rieber nel ruolo di Malka Shtisel (nonna, stagione 1) Lea Koenig nel ruolo di Malka Shtisel (nonna, stagione 2)

Curiosità

La serie è stata considerata innovativa per il suo trattamento di un gruppo irregolare di ebrei ortodossi, spogliandoli delle loro associazioni politiche e descrivendoli come persone “normali”

Nell’ottobre 2016, è stato annunciato che Amazon Studios aveva in programma di rifare Shtisel , ambientato a Brooklyn, New York , con il titolo Emmis.

Retcon: le “correzioni” nei franchise che hanno migliorato la storia

In un’epoca cinematografica in cui i franchise costituiscono una enorme fetta della produzione cinematografica hollywoodiana (e quindi mondiale), le retcon, ovvero le correzioni a posteriori di alcuni dettagli dei film, sono all’ordine del giorno.

Sono poche però i retcon che fanno effettivamente bene a un franchise e che ne migliorano la storia. Ecco 5 correzioni che hanno migliorato lo sviluppo della storia a cui sono state applicate.

La debolezza della Morte Nera era “intenzionale” (Rogue One)

Rogue OneRogue One è stato il primo spin off della saga di Star Wars e che, come spunto della sua storia, ha sviluppato i titoli di apertura di Una Nuova Speranza. Il film segue un gruppo di ribelli coraggiosi che tentano di rubare i piani di progettazione della Morte Nera, la macchina da guerra dell’Impero.

Oltre ad essere un’avventura divertente, il film mette una pezza in quella che è considerata la più grande falla nella trama di Una Nuova Speranza. Rogue One ha saggiamente spiegato che l’unica debolezza nella progettazione della Morte Nera non era una grande svista, ma un progetto intenzionale di Galen Erso, che cercava di fornire ai Ribelli un modo per abbattere la macchina da guerra.

Apollo Creed aveva un figlio illegittimo (Creed)

Poche persone pensavano che il franchise Rocky avesse bisogno di essere rivisitato, ma Ryan Coogler ha trovato un modo interessante per riportare il franchise in scena. Creed vede Michael B. Jordan nei panni del figlio illegittimo di Apollo Creed, che segue le orme di suo padre sul ring.

L’Apollo Creed che abbiamo visto nei film era un carismatico padre di famiglia, quindi questo offusca un po’ la sua reputazione. Tuttavia, il fatto che non avessimo mai sentito parlare di questo ragazzo prima, rende la sua battaglia per affermarsi ancora più avvincente.

Conflitto Finale viene annullato (X-Men: Giorni di un Futuro Passato)

Mentre i primi due film di X-Men sono piaciuti ai fan, il terzo film, X-Men: Conflitto Finale, si è rivelato un risultato deludente per quanto era stato creato nei film precedenti. Nel film sono state operate alcune scelte opinabili, soprattutto nelle dicisioni di uccidere alcuni personaggi e nel modo in cui vengono uccisi.

X-Men: Giorni di un Futuro Passato ha rivisitato la cronologia di quel film e ha rimandato Wolverine indietro nel tempo per salvare il futuro. Il film si è concluso con la cronologia di Conflitto Finale letteralmente cancellata dalla continuità come se non fosse mai successo niente.

Quel bambino era Peter Parker (Iron Man 2)

I fan della Marvel erano entusiasti quando Spider-Man si è unito al MCU in Captain America: Civil War. Ora è difficile immaginare un MCU senza di lui. Ma a causa di un ingegnoso retcon, si è scoperto che Peter Parker era già nell’universo condiviso ai tempi di Iron Man 2.

Nel film del 2010, un bambino che indossa una maschera di Iron Man viene salvato da Tony Stark allo Stark Expo. Tom Holland e altri hanno confermato che il ragazzo era Peter, il che rende la sua relazione successiva con Tony ancora più toccante.

Darth Vader è il papà di Luke Skywalker (L’Impero colpisce ancora)

20 cattivi miglioriDarth Vader è diventato immediatamente un cattivo iconico non appena è apparso sullo schermo in Una Nuova Speranza. All’epoca non sapevamo molto di lui, ma Obi-Wan spiegava in quel film che era stato Vader a uccidere il padre di Luke, Anakin Skywalker.

Ne L’Impero Colpisce Ancora, apprendiamo che Obi-Wan aveva mentito e che Vader è in realtà Anakin Skywalker, il padre di Luke. Il semplice retcon ha contribuito a rendere la scena del disvelamento della vera parentela di Darth Vader uno dei migliori colpi di scena nella storia del cinema.

Cannes 2020: quali film avremmo potuto vedere

Cannes 2020: quali film avremmo potuto vedere

L’incertezza sulle sorti del Festival di Cannes 2020 a causa dell’emergenza sanitaria ha portato la manifestazione a trovare soluzioni e tempi diversi di svolgimento, ma siamo sicuri che, allo stato attuale, il programma del festival era già quasi ultimato.

Ci sono infatti una serie di titoli che con un buon margine di certezza, avremmo visto in anteprima mondiale sulla croisette. Secondo l’analisi proposta da Screendaily, erano molti i titoli che arano pronti a salpare per Cannes 2020.

Tra i titoli che con maggiore certezza erano già stati selezionati per la 73° edizione del festival, The French Dispatch di Wes Anderson occupa sicuramente un posto d’onore. Nel cast Tilda Swinton, Timothée Chalamet, Saoirse Ronan, Léa Seydoux e Bill Murray. Il film sarebbe dovuto uscire infatti in 24 luglio, ma adesso è stato posticipato al 16 ottobre.

Ana Lily Amirpour ha presentato al Festival di Venezia di quattro anni fa il suo The Bad Batch e quest’anno poteva essere presente a Cannes con Mona Lisa And The Blood Moon, un fantasy su una ragazza con poteri speciali che si trova a New Orleans, protagonisti Kate Hudson e dall’attore coreano Jeon Jong-seo, visto in Burning.

Altri titoli possibili erano: Nomadland, di Chloe Zhao, con Frances McDormand, in cui una donna senza un soldo e sui sessant’anni viaggia attraverso gli Stati Uniti; I Carry You With Me, di Heidi Ewing, che racconta l’amore tra due uomini messicani; The World to Come, di Mona Fastvold, che racconta di due donne che instaurano una stretta connessione nonostante il loro isolamento nella frontiera americana della metà del XIX secolo. A produrre Casey Affleck, con la sua Sea Change Media, ma è anche interprete accanto a Katherine Waterston, Vanessa Kirby e Jesse Plemons.

Per il Fuori Concorso erano previsti Soul, il nuovo film di Pete Docter in casa Pixar e Top Gun: Maverick, il sequel del film culto anni ’80 con Tom Cruise. Per quanto riguarda Tenet di Christopher Nolan, anche se il regista non ha mai presentato un film al Festival, sarebbe stata una buona occasione anche solo per presentare lì un footage, visto che il film doveva uscire a luglio.

Tra le altre attese si annoverano Clio Barnard con Ali & Ava, Joanna Hogg con The Souvenir II, Edgar Wright con Last Night In Soho, Andrea Arnold con Cow,Prano Bailey-Bond con Censor, Corinna Faith con The Power, Stacey Gregg con Here Before, Aleem Khan con After Love, Rebecca Hall con PassingBen Sharrock con Limbo, Harry MacQueen con Supernova, Francis Lee con Ammonite, Thomas Vinterberg con Another Round, Fredrik Louis Hviid e Anders Ølholm con ShortaEskil Vogt con The InnocentsHamy Ramezan con Any Day Now, Magnus Van Horn con SweatNinja Thyberg con Jessica, Valdimar Jóhannsson con LambVeiko Ounpuu con The Last OnesMaïwenn con DNA, Paul Verhoeven con Benedetta, Stephane Brizé con For Better Or Worse, François Ozon con Summer Of 85, Bruno Dumont con On A Half Clear Morning, Laurent Cantet con Author Rambo, Leos Carax con Annette.

Dalla Francia si attendevano Sylvie Verheydes con Madame Claude e Mia Hansen-Love con Bergman Island, Emmanuel Carrère con Between Two Worlds, Rachel Lang con Our Men. Ma anche Antonin Peretjatko con Old Fashioned, Arthur Harari con Onoda – 10,000 Nights In The Jungle, Gaël Lépingle con Atomic Summer, Giovanni Aloï con The Third War, Yassine Qnia con A Brighter Tomorrow, Samir Guesmi con Ibrahim, Nicolas Maury con My Best Part, Just Philipott con The Swarm, Lieven Van Baelen con Rookie, Anouk Fortunier con My Dad Is A Sausage, Jan Verheyen e Lien Willaert con Save Sandra, Eva Kuepper con Dark Rider. E ancora, Lucas Belvaux con Home Front, Nabil Ben Yadir con Praey (aka Animals), Bouli Lanners e Tim Mielants con Wise Blood, David Verbeek con Dead & Beautiful.

Per quanto riguarda invece l’Italia che poteva essere presente sulla croisette, le speranze e le attese erano rivolte a Nanni Moretti e al suo Three Floors, un dramma sulle vite intrecciate di persone che vivono su diversi piani di un condominio di Tel Aviv. Moretti è stato l’ultima volta al festival nel 2015 con Mia Madre.

Il dramma matrimoniale di Daniele Luchetti, Lacci, con Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio nei panni di una coppia in guerra, doveva essere pronto in tempo per il festival. Luchetti ha già gareggiato due volte con Il portaborse nel 1991 e La nostra vita (2010). Nel 2007, in Un Certain Regard, ha partecipato con Mio fratello è figlio unico.

Anche il drammatico Il materiale emotivo, di Sergio Castellitto basato sull’ultima sceneggiatura del compianto Ettore Scola, si stava avvicinando alla fine della post-produzione. Nel film Castellito interpreta un libraio antiquario la cui vita cambia in seguito dall’arrivo nella sua vita di una donna giovane e vivace, interpretata da Bérénice Bejo. Altri due film di Castellitto, Fortunata e Non ti muovere, sono stati presentati in anteprima negli anni passati in Un Certain Regard.

Anche il lungometraggio di Emma Dante, Le sorelle Macaluso, su un gruppo di sorelle affiatate le cui vite sono segnate per sempre dalla morte di una di loro in un tragico incidente, era in corsa per partecipare al concorso.

Il terzo lungometraggio di Jonas Carpignano, A Chiara, su una ragazza calabrese che sta affrontando la partenza di suo padre in cerca di lavoro, è un altro titolo che poteva essere nel concorso. Il primo lungometraggio di Carpignano, Mediterranea, è stato presentato per la prima volta nella Semaine e il suo secondo film A Ciambra ha debuttato nella Quinzaine.

Il documentario di Gianfranco Rosi, Nocturnal, era in post-produzione quando la pandemia ha messo in pausa le vite del mondo per cui non si sa ancora se il film è completo o meno, ma anche quello poteva essere un titolo della selezione ufficiale.

David di Donatello 2020: la cerimonia l’8 maggio

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David di Donatello 2020: la cerimonia l’8 maggio

Dopo i primi annunci e le nomination, l’edizione 2020 dei Premi David di Donatello era stata momentaneamente sospesa. Ora, tramite comunicato ufficiale, arriva la notizia che la cerimonia dei premi al cinema italiano si terrà l’8 maggio.

La 65ᵃ edizione dei Premi David di Donatello si terrà il prossimo 8 maggio. Lo comunica Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello. L’evento sarà trasmesso in diretta in prima serata su RAI 1 e sarà condotto da Carlo Conti.

Premi David di Donatello 2020: le nomination

Batman: 10 attori a un passo dall’essere Bruce Wayne

Batman: 10 attori a un passo dall’essere Bruce Wayne

Batman è uno degli eroi dei fumetti più amati su scala mondiale. Nel corso degli anni, numerosi sono stati gli attori che hanno avuto la fortuna di interpretare l’iconico Crociato di Gotham sul grande schermo: Adam West, Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney, Christian Bale, Ben Affleck e – ultimo in ordine temporale – Robert Pattinson, atteso nei panni del personaggio in The Batman di Matt Reeves.

Naturalmente, ci sono stati anche tanti altri attori che hanno quasi ottenuto il ruolo del Cavaliere Oscuro e che alla fine, per i motivi più disparati, vi hanno dovuto rinunciare. Alcuni sembravano essere davvero perfetti per la parte; altri decisamente no! Ecco di 10 seguito 10 attori che hanno “rischiato” di interpretare Batman al cinema:

Jon Hamm

Prima del casting di Ben Affleck in Batman v Superman, il ruolo di Bruce Wayne nel DCEU era stato offerto a Jon Hamm, star della serie Mad Men. Chiaramente, i creativi della Warner Bros. erano fin dall’inizio alla ricerca di un attore maturo che potesse interpretare Batman.

Alla fine, il casting di Affleck è stato oggetto di numerose controversie da parte dei fan della DC: sembra essere però una sorta di tradizione quella di criticare a priori l’attore che viene scelto per incarnare sullo schermo un supereroe molto amato…

Kurt Russell

George Clooney ha interpretato Bruce Wayne in Batman & Robin: da allora, in numerose interviste, l’attore si è sempre scusato con i fan per i film e per aver “ucciso” il franchise (nonostante le colpe – secondo i più – siano da attribuire principalmente al regista Joel Schumacher). Prima del casting di Clooney, però, i produttori avevano considerato Kurt Russell per la parte.

Considerati i toni particolarmente esagerati del film, un Batman interpretato da Russell sarebbe stato molto simile al Jack Burton di Grosso guaio a Chinatown che al Jena Plissken di 1997: Fuga da New York. Anche David Duchovny, star di X-Files, venne considerato per il ruolo.

Ethan Hawke

Quando Michael Keaton rifiutò di tornare nei panni di Bruce Wayne nel terzo film dedicato all’Uomo Pipistrello, la Warner Bros. si vedi costretta a cercare un nuovo attore per Batman Forever. All’epoca, i produttori offrirono l parte a Ethan Hawke, che però rifiutò, spaventato all’idea che interpretare il Crociato di Gotham potesse intrappolarlo in una sorta di stereotipo. Da allora Hawke ha più volte espresso rammarico per la sua decisione, asserendo che interpretare Batman gli avrebbe aperto molte più porte. 

Pierce Brosnan

Quando Batman di Tim Burton era ancora in sviluppo, la prima scelta dei produttori per il ruolo di Bruce Wayne era Pierce Brosnan. Tuttavia, il futuro 007 non era interessato ad interpretare un personaggio dei fumetti, così rifiutò la parte.

In seguito al casting di Michael Keaton, gran parte dei fan di Batman inorridirono all’idea che la Warner avesse scelto un attore noto fino a quel momento per i suoi ruoli in commedie di successo, con lo studio che si trovò a dover gestire una valanga di lettere di denuncia da parte degli appassionati. Naturalmente, Keaton ha dimostrato egregiamente quanto i detrattori si sbagliassero…

Cillian Murphy

Quando Christopher Nolan era ancora alla ricerca della perfetta incarnazione di Bruce Wayne, anche Cillian Murphy era in lizza per la parte. All’epoca Nolan pensava che l’attore non fosse idoneo per quel tipo di ruolo, così decise di affidargli il ruolo del villain Spaventapasseri. I

l caso di Murphy è solo una dei tantissimi esempi di attori che si sono presentati ai provini per intepretare un supereroe e, alla fine, sono stati scelti per vestire i panni del villain: tra questi, Tom Hiddleston (che venne provinato per il ruolo di Thor prima di essere scelto come interprete di Loki) e James Franco (che sostenne il provino per Peter Parker prima di ottenere il ruolo di Harry Osborn).

Josh Brolin

A Josh Brolin, star di Non è un paese per vecchi e Deadpool 2, venne offerto il ruolo di Bruce Wayne in Batman v Superman insieme a Jon Hamm, prima che fosse poi Ben Affleck ad ottenere la parte. Anche Scott Adkins sostenne il provino per il ruolo, mentre i produttori considerano anche Richard Armitage, Luke Evans e Orlando Bloom.

Nicholas Hoult

Un nuovo Batman è attualmente in fase di produzione, nonostante le riprese del film siano state momentaneamente sospese a causa della pandemia di Covid-19. Matt Reeves dirigerà il film, mentre Robert Pattinson interpreterà il Cavaliere Oscuro. Prima del casting dell’ex star della saga di Twilight, la scelta della produzione era tra lui e Nicholas Hoult.

I piani con il nuovo reboot, il cui titolo sarà The Batman, dovrebbe essere quelli di rendere la nuova incarnazione dell’eroe nel DCEU molto più giovane e meno esperta di quanto lo fosse quella portata sullo schermo da Affleck. Invece di essere adulto e brizzolato, il nuovo Bruce Wayne sarà una sorta di novellino nella lotta al crimine…

William Baldwin

Quando la Warner Bros. si vide costretta a cercare un nuovo attore per Bruce Wayne dopo che Michael Keaton decise di non tornare in Batman Forever, la parte venne offerta anche a William Baldwin. Prima del casting di Val Kilmer, la produzione optò per il fratello del più celebre Alec, e tenne in considerazione anche attori del calibro di Daniel Day-Lewis, Johnny Depp, Ralph Fiennes, Tom Hanks e Keanu Reeves.

Mel Gibson

Anche a Mel Gibson venne offerta la parlte di Bruce Wayne nel Batman del 1989 diretto da Tim Burton. L’attore, però, dovette rifiutare dal momento che aveva già firmato per tornare nei panni di Martin Riggs in Arma letale 2. Prima del casting di Michael Keaton, venne considerati anche Kevin Costner, Harrison Ford, Dennis Quaid, Tom Selleck e Charlie Sheen.

Heath Ledger

Quando Batman Begins era ancora in fase di sviluppo, Heath Ledger venne provinato per il ruolo di Bruce Wayne. Christopher Nolan – e in seguito anche lo stesso Ledger – pensava che non fosse idoneo per la parte di Batman, ma il regista voleva comunque lavorare con lui e lo ingaggiò per la parte del Joker ne Il cavaliere oscuro.

Inizialmente i fan erano in allerta per il casting di Ledger nei panni dell’iconico villain, ma Nolan aveva già intravisto lo sconfinato talento dell’attore, e sapeva per certo che sarebbe diventato un fantastico Clown Principe del Crimine.

Fonte: ScreenRant

Morto Allen Daviau, direttore della fotografia di Steven Spielberg

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Si è spento all’età di 77 anni, a causa delle complicazioni dovute al Covid 19, il direttore della fotografia Allen Daviau. Nel corso della sua lunga carriera, Daviau ha legato il suo nome a quello di Steven Spielberg, con cui ha lavorato per due dei suoi film più famosi in assoluto: E.T. L’extraterrestreIncontri ravvicinati dl terzo tipo.

Allen Daviau si è spento pochi giorni fa in una struttura ospedaliera di Los Angeles in cui risiedeva da tempo, in trattamento per aver contratto il coronavirus.

Nella sua carriera ha ricevuto cinque nomination agli Oscar, tre delle quali con film di Spielberg: Il colore viola, L’impero del sole ed E.T. Le altre nomination gli sono state assegnate per il lavoro al fianco di Barry Levinson AvalonBugsy.

Spielberg ha ricordato l’amico e collaboratore: “Nel 1968 io e Allen abbiano iniziato la nostra carriera fianco a fianco con il cortometraggio Amblin. Allen era un artista meraviglioso, ma il suo calore e la sua umanità erano potenti quanto il suo obiettivo. Aveva un talento originale ed era un bellissimo essere umano”.

Del suo lavoro, rimarrà nella storia la sequenza sbalorditiva ambientata nel deserto del Gobi di Incontri ravvicinati del terzo tipo.

Artemis Fowl: ecco quando arriverà su Disney+

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Artemis Fowl: ecco quando arriverà su Disney+

I Walt Disney Studios hanno annunciato la nuova data di uscita di Artemis Fowl, il fantasy diretto da Kenneth Branagh e ispirato al primo libro dell’omonima serie firmata da Eoin Colfer. A causa della pandemia di Covid-19, il film salterà l’uscita in sala e sarà disponibile direttamente in VOD, nello specifico su Disney+ a partire dal prossimo 12 giugno. Di seguito potete ammirare il nuovo trailer del film che ne annuncia il debutto sulla piattaforma di streaming:

https://www.youtube.com/watch?v=eaRaNnsQ4iQ

Artemis Fowl in arrivo su Disney+ dal 12 giugno!

Artemis Fowl porterà sul grande schermo la straordinaria e fantastica avventura del geniale dodicenne Artemis Fowl coinvolto in una battaglia che richiederà tanta forza e furbizia contro una potente razza segreta di fate, possibili responsabili della scomparsa di suo padre.  

“Disney e Kenneth Branagh hanno trovato un modo magico per estrarre la mia immaginazione, mescolarla con un pizzico di magia Disney e proiettare, come d’incanto, questa miscela sul grande schermo – ha dichiarato Eoin Colfer, autore della serie di libri “Artemis Fowl”. – “Non vedo l’ora che il pubblico veda il film”.

Eoin Colfer ha creato un’importante serie di libri e un universo completamente originale di personaggi – afferma il regista Kenneth Branagh. La nostra speranza è che i fan di questo carismatico antieroe si uniscano anche ad un nuovo pubblico in sala per godersi un mare di sorprese, astuti risvolti e colpi di scena, in tipico stile Artemis FowlLe sue avventure irlandesi sono mozzafiato, coinvolgenti e piene di energia. Ispirati dalla sua leggendaria sfrontatezza e dal suo umorismo, abbiamo avuto il privilegio di portare il mito dalla pagina al grande schermo, con la speranza di creare un nuovo eroe. È stata una vera gioia far parte di questo progetto.”

Discendente di una lunga stirpe di menti criminali, il geniale dodicenne Artemis Fowl è protagonista di un’avventura fantastica e avvincente mentre tenta di ritrovare il padre misteriosamente scomparso. Con l’aiuto della sua fedele guardia del corpo Leale, Artemis parte per ritrovarlo e così facendo scopre l’esistenza di un’antica civiltà nascosta: il mondo incredibilmente avanzato delle fate. Ipotizzando che la scomparsa di suo padre sia collegata in qualche modo a questo mondo segreto, lo scaltro Artemis escogita un piano pericoloso che lo coinvolgerà in un duello di astuzia contro le potentissime fate.

Artemis Fowl è interpretato da Ferdia Shaw, Lara McDonnell, Josh Gad, Tamara Smart, Nonso Anozie, Josh McGuire, Nikesh Patel e Adrian Scarborough, coColin Farrell e Judi Dench. Artemis Fowl è prodotto da Kenneth Branagh e Judy Hofflund, mentre Angus More Gordon e Matthew Jenkins sono i produttori esecutivi. La sceneggiatura è firmata da Conor McPherson e Hamish McColl.

Rogue One: dal titolo originale ai piani per Leia e Cassian Andor

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In un recente Q&A organizzato da CineFix e dedicato a Rogue One, gli sceneggiatori dello spin-off della saga di Star Wars, Gary Whitta e Chris Weitz, hanno rivelato nuovi dettagli inediti sul film con Felicity Jones uscito al cinema nel 2016. Tra le numerose domande che sono state poste al duo di sceneggiatori, i fan erano curiosi di sapere se Rogue One fosse sempre stato il titolo designato dall’inizio per la pellicola.

A tal proposito, Whitta ha spiegato: “Ne avevamo diversi. Ad un certo punto John Swartz, uno dei direttori creativi del film, aveva una lista e tutti hanno votato quelli che amavano di più. Ho contribuito anche io… c’era tipo Shadow of the Death Star e altri titoli molto fantasiosi. Una delle cose che mi sono venute in mente, guardando anche a tutti i film precedenti della saga – e ciò in realtà continua ad essere vero anche con la trilogia sequel da poco conclusasi – è che i titoli dei film della saga di Star Wars sono sempre lunghi tre o quattro parole. Così mi è venuto in mente che uno dei modi in cui avremmo potuto differenziare questo film da tutti gli altri era avere un titolo composta da una o due parole, come Star Wars: Rebellion, Star Wars: Rogue One… cose del genere. L’idea era: scegliamo un titolo più breve in modo che già da esso il pubblico saprà che questo film è qualcosa che non è necessariamente conforme alle regole non scritte della saga.”

Whitta e Weitz hanno poi rivelato che, in origine, il personaggio di Leia – che appare alla fine del film – avrebbe dovuto tenere un commovente discorso nella war room mentre la Ribellione era intenta a decidere cosa fare con le informazioni che avevano circa l’esistenza della Morte Nera. Alla fine, però, hanno deciso che fosse Jyn a tenere quel discorso, inserendovi quella che è poi diventata una delle battute più memorabili del film: “Le ribellioni si fondano sulla speranza.”

I due hanno poi parlato anche del personaggio di Cassian Andor interpretato da Diego Luna, che in origine doveva essere molto diverso. Gli sceneggiatori, infatti, avevano pensato al soldato/pilota come ad una sorta di spia in seguito alla scoperta che Saw Gererra (Forest Whitaker) aveva ucciso dei componenti della sua famiglia. Cassian avrebbe agito in gran segreto per conto di Orson Krennic (Ben Mendelsohn) prima di decidere di diventare un Ribelle.

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Diretto da Gareth Edwards e basato su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One: A Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. Nel cast del film Felicity Jones, Mads Mikkelsen, Riz Ahmed, Diego Luna, Forest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn.

In tempo di conflitto, un gruppo di improbabili eroi si unisce per una missione: rubare i piani della Morte Nera, l’arma di distruzione definitiva dell’Impero. L’evento chiave nella timeline degli eventi di Star Wars mette insieme persone ordinarie che scelgono di fare cose straordinarie, diventando così parte di qualcosa di più grande di loro stessi.

Perry Mason: primo trailer della serie reboot della HBO

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Perry Mason: primo trailer della serie reboot della HBO

HBO ha diffuso a sorpresa nella notte il primo trailer che annuncia il reboot di Perry Mason, la serie cult degli anni 90.

La nuova serie originale Perry Mason, con protagonista il vincitore dell’Emmy Matthew Rhys, sarà presentata in anteprima il 21 giugno. Basata sui personaggi creati da Erle Stanley Gardner, questa serie drammatica segue le origini del più leggendario avvocato della difesa criminale, Perry Mason. Quando il caso del decennio crolla alla sua porta, la ricerca incessante della verità di Mason rivela una città fratturata e, forse, una via verso la redenzione per se stesso.

Perry Mason (2020)

Perry Mason (2020) è l’annunciata miniserie creata da Ron Fitzgerald e Rolin Jones e basata sul celebre personaggio di Perry Mason, protagonista di numerosi romanzi e racconti brevi scritti da Erle Stanley Gardner.

In Perry Mason protagonisti sono Matthew Rhys come Perry Mason, Tatiana Maslany come suor Alice, John Lithgow come Elias Birchard “E.B.”, Jonathan Chris Chalk come Paul Drake, Shea Whigham come Pete Strickland e Juliet Rylance come Della Street. La serie è prodotta da Robert Downey Jr., Susan Downey, Ron Fitzgerald, Rolin Jones, Tim Van Patten, Matthew Rhys, Amanda Burrell, Joseph Horacek

Venom: lo scontro finale tra i simbionti prima della CGI

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Venom: lo scontro finale tra i simbionti prima della CGI

Tom Hardy, star di Venom, ha diffuso attraverso il suo profilo Instagram un video dal backstage del cinecomic di Ruben Fleischer che ci mostra com’è stata realizzata la battaglia finale del film prima dell’impiego della CGI in fase di post-produzione.

Nonostante il film non sia stato accolto bene dalla critica, è riuscito comunque ad ottenere risultarti più che soddisfacenti al box office, tanto da spingere la Sony a realizzare un sequel. In attesa di capire quando la produzione di Venom 2 potrà ripartire (è stata di recente interrotta a causa della pandemia di Covid-19), Tom Hardy ha condiviso un video dal dietro le quinte del primo film in cui ci viene mostrato lo scontro tra il simbionte interpretato da Hardy e il Riot di Riz Ahmed.

L’aspetto divertente del video è che la battaglia ci viene mostrata prima che i simbionti venissero aggiunti grazie all’impiego della CGI, con Hardy e Ahmed che si muovono cercando di mantenere un ritmo molto lento, quasi stessero improvvisando dei passi di danza. Potete vederlo cliccando sull’immagine di seguito:

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Come già annunciato dal finale del precedente capitolo, in Venom 2 assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Woody Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham.

Nel frattempo è stato ufficializzato anche il nome di Robert Richardson in qualità di direttore della fotografia. “Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà con la collaborazione tra Sony e Marvel.”

Vi ricordiamo che Tom Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.

Sinistri Sei: Dane DeHaan sui piani originali della Sony

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Sinistri Sei: Dane DeHaan sui piani originali della Sony

Sono anni ormai che la Sony detiene i diritti di sfruttamento cinematografico di Spider-Man e dei personaggi collegati al suo universo. Così come sono anni che lo studio progetta di dare vita ad un verso e proprio universo condiviso incentrato sull’Uomo Ragno e sui suoi acerrimi nemici.

All’inizio, dopo la trilogia di Sam Raimi, la Sony riavvio le avventure dell’arrampicamuri sul grande schermo nel 2012 con The Amazing Spider-Man, seguito nel 2014 dal sequel The Amazing Spider-Man 2. La presenza in quest’ultimo dell’attore Dane DeHaan nei panni di Harry Osborn/Green Goblin (unita alla scena post credit del film), sembrava aver anticipato l’arrivo sul grande schermo dei Sinistri Sei, un gruppo di supercriminali coalizzatisi per sconfiggere l’Uomo Ragno.

Ad ogni modo, dopo il flop di The Amazing Spider-Man 2, il film sui Sinistri Sei non ha più visto la luce. In seguito ci sono stati l’accordo tra la Sony e la Disney per permettere a Spider-Man di entrare a far parte del MCU e la costruzione di un nuovo Spider-Verse inaugurato con Venom che potrebbe effettivamente portare – in futuro, con l’arrivo di nuovi spin-off come Morbius – alla concreata realizzazione dell’agognato film sui Sinistri Sei.

In attesa di capire meglio quali saranno i piani della Sony, in una recente intervista con Collider è stato proprio Dane DeHaan a rivelare che le discussioni su un possibile film dedicato ai Sinistri Sei erano nate ancor prima dell’accordo tra la Sony e la Disney. Di seguito le dichiarazioni complete dell’attore:

“Penso sia abbastanza scontato che la Sony stesse cercando di far quadrare ogni pezzo del puzzle per arrivare al film sui Sinistri Sei. Ne stavano parlando prima ancora che avvenissero gli accordi con la Disney e la Marvel. Ma non dire di sapere con certezza ciò che sarebbe accaduto in quel film. Quel che è certo è che almeno Goblin, se non Harry Osborn, sarebbe stato coinvolto.”

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Dune: Jason Momoa paragona il suo personaggio a Han Solo

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Dune: Jason Momoa paragona il suo personaggio a Han Solo

Tra i numerosi volti noti che compongono il cast stellare di Dune di Denis Villeneuve, il nuovo adattamento cinematografico del celebre romanzo di  Frank Herbert, figura anche Jason Momoa, l’Aquaman del DCEU. Nel film l’attore avrà il ruolo di Duncan Idaho.

In una recente ospitata nello show di Ellen DeGeneres, Momoa ha avuto la possibilità di parlare del suo personaggio, paragonandolo nientemeno che all’iconico Han Solo interpretato da Harrison Ford nella saga di Star Wars. L’attore ha anche parlato dell’opportunità di condividere la scena con il premio Oscar Javier Bardem, che nel film vestirà invece i panni di Stilgar. Di seguito le sue dichiarazioni complete:

“Nel film interpreterò  Duncan Idaho, che è una sorta di maestro di spade ed è il braccio destro del duca Leto, interpretato da Oscar Isaac. È la prima persona che viene inviata in esplorazione su Dune ed è qui che incontra il personaggio interpretato da Javier Bardem. Non riesco a credere di avere una scena con Javier Bardem! È un film grandioso e il mio personaggio è come se fosse lo Han Solo del gruppo. È un guerriero ribelle che protegge Timothée Chalamet e serve Oscar Isaac.”

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Di seguito la prima sinossi ufficiale di Dune:

“Percorso mitico e carico di emozioni, Dune racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità), a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro paura“.

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 dicembre 2020.

Hugh Jackman voleva vedere il suo Wolverine nel MCU

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Hugh Jackman voleva vedere il suo Wolverine nel MCU

Per quasi due decadi, Hugh Jackman è stato il volto del franchise degli X-Men a marchio Fox, essendo apparso nei panni di Wolverine in ben 9 film della saga. Nel 2017, con l’uscita dell’acclamato Logan di James Mangold, l’attore ha detto ufficialmente addio al personaggio che gli ha regalato la fama internazionale.

Il 2017 è stato anche l’anno in cui la Disney ha iniziato il lungo processo di acquisizione della 20th Century Fox, con l’accordo divenuto ufficiale nel 2019. Di conseguenza, la Casa di Topolino è tornato in possesso dei diritti di sfruttamento cinematografico di alcuni personaggi Marvel che in precedenza erano di proprietà della Fox, come i Fantastici Quattro e gli X-Men, appunto.

La prospettiva che gli X-Men e i Fantastici Quattro possano finalmente entrare a far parte del MCU è sicuramente eccitante per i fan, nonostante in molti sperassero che l’accordo venisse finalizzato molto prima, in modo da permettere al personaggio di Jackman di poter interagire con gli eroi interpretati da Robert Downey Jr. e Chris Evans nella Saga dell’Infinito.

Naturalmente, se si fosse presentata davvero l’opportunità, Hugh Jackman sarebbe stato ben felice di poter recitare al fianco di Iron Man e Captain America! A rivelarlo è stato lo stesso attore in una recente intervista con il Daily Beast, in cui ha discusso del futuro di Wolverine nel MCU e del nuovo attore che raccoglierà la sua eredità:

“In tutta onestà, se fosse accaduto sette anni fa, ne sarei stato entusiasta. Ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento di ‘lasciare la festa’. E non solo per me, ma anche per il personaggio. Qualcun altro raccoglierà l’eredità ed è giusto così, perché si tratta di un personaggio incredibile. È come quando decidi di lasciare una festa e improvvisamente un tuo amico ti chiama, ti dice che è arrivato un DJ fantastico e ti chiede di tornare. Magari l’idea è anche allettante, ma alla fine rifiuti e pensi che staranno bene anche senza di te.”

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Per quanto riguarda il personaggio di Wolverine, gli ultimi rumors riferiscono che sarebbe Henry Cavill il prescelto ad indossare gli artigli ereditandoli da Hugh Jackman, comparendo in Captain Marvel 2. Ma la notizia non ha trovato ancora conferma ufficiale.

Per quanto riguarda Logan, invece, si tratta sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in generale il miglior film sugli X-Men mai visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata, primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento dall’industria.

Per quello che riguarda invece Hugh Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra cinema e musical.

Fantastici Quattro: Joss Whedon ha parlato con la Marvel del reboot?

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La notizia è da prendere assolutamente con le pinze, ma stando a quanto riportato da ComicBookMovie sembra che Joss Whedon abbia discusso con i Marvel Studios a proposito del reboot dei Fantastici Quattro.

La bomba è stata sganciata da John Campea durante un recente episodio del suo show su YouTube: alle orecchie del critico cinematografico sarebbe arrivata una voce secondo cui Joss Whedon – già regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron – avrebbe incontrato la Marvel (probabilmente il meeting, se recente, sarà avvenuto online) per discutere dell’ingresso dei Fantastici Quattro nell’Universo Cinematografico Marvel.

In attesa di capire quanta verità potrebbe celarsi nell’indiscrezione di Campea, ricordiamo che di recente Josh Krasinski ha espresso nuovamente il suo desiderio di entrare a far parte del MCU e di interpretare il ruolo di Reed Richards/Mister Fantastic in un eventuale reboot dei Fantastici Quattro (facendo così la gioia dei fan, che da sempre desiderano vedere l’attore/regista nel ruolo).

“Mi piacerebbe essere parte dell’Universo Marvel”, aveva spiegato Krasinski. “Mi piacciono quei film perché sono divertenti, ma penso anche che siano fatti veramente bene. Poi, ci sono un sacco di miei amici che recitano in quei film. Non ho idea di cosa la Marvel stia pensando o progettando. Ma se è vero che stanno valutando me per il ruolo Mr. Fantastic, allora vi prego, continuate a farlo, perché mi piacerebbe interpretarlo.”

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L’ultima volta che abbiamo visto gli iconici personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby sul grande schermo, prima dell’acquisizione della Fox da parte della Disney, è stato nel 2015 nel film Fantastic 4 – I Fantastici Quattro diretto da Josh Trank e interpretato da Miles Teller, Jamie Bell, Kate Mara e Michael B. Jordan.

Kurt Cobain: una vita, 5 film per l’uomo simbolo del grunge

Kurt Cobain: una vita, 5 film per l’uomo simbolo del grunge

A ventisei anni dalla morte di Kurt Cobain, avvenuta il 5 aprile 1994 a soli 27 anni, vale la pena passare in rassegna il materiale cinematografico disponibile su questa icona del grunge, che ha segnato così profondamente una generazione, rappresentandone rabbia e inquietudine, da lasciare dietro di sé un’impronta musicale indelebile.

Nato ad Aberdeen il 20 febbraio del 1967 da genitori della working class, sensibile e intelligente, fin da bambino Cobain mostra un’energia e una vivacità, che cozzano tanto col suo viso da angioletto biondo dagli occhi azzurri, quanto con la sonnolenta provincia americana in cui vive. Si rivela presto difficile da gestire per i suoi, che divorziano quando ha 8 anni, evento per lui assai traumatico. Presto esprime il suo talento con la musica, imbracciando la prima chitarra a 14 anni e anche attraverso disegni e fumetti dal carattere cupo e inquietante. Una vita segnata dal dolore: dalla depressione ai disturbi gastrici, alla tossicodipendenza. A rischiararla, la musica che gli consente di dare voce a una spiccata sensibilità e alle proprie inquietudini. Il successo arriva puntuale, ma destabilizza definitivamente equilibri già precari. L’amore per la moglie Courtney Love e la figlia Frences Bean, che nasce poco prima della morte di Kurt – non basta a dargli la forza di andare avanti.

Il suo nome e quello della sua band, i Nirvana, restano però nella storia del rock. Tre album in studio composti in una manciata di anni, dal 1989 al 1993, uno dei quali, Nevermind, pieno zeppo di successi, contiene quella Smells like teen spirit che è diventato l’inno della generazione X, ricevendo innumerevoli riconoscimenti. Poi, l’MTV Unplugged registrato a New York nel 1994 in cui il frontman regala una delle ultime toccanti performance. Gli sono stati dedicati film di finzione e documentari. Alcuni ne celebrano la figura, altri avanzano dubbi e ipotesi sulla sua morte.

I dubbi sulla morte di Kurt Cobain

Due dei lavori su Cobain sono documentari che prospettano scenari alternativi o si propongono di far luce sulle circostanze della scomparsa del cantante, che la versione ufficiale vuole dovuta a un colpo di fucile auto-inflitto.

Il primo, Kurt & Courtney del 1998, è opera del regista britannico Nick Broomfield. Egli propone una serie di interviste a persone vicine a Kurt e Courtney, suffragando così la tesi che Love possa aver avuto delle responsabilità nella morte del marito. Il film dovrebbe partecipare al Sundence Festival, ma in seguito alle proteste della donna, ne è escluso. Nella colonna sonora non compaiono brani dei Nirvana. Diciassette anni dopo, vede la luce Soaked in bleach, ancora un docufilm, diretto da Benjamin Statler, che ripercorre gli ultimi giorni di vita di Cobain e il suo rapporto con la moglie attraverso una serie di interviste, materiali originali e ricostruzioni filmiche dell’accaduto. Asse portante è l’indagine condotta dall’investigatore privato Tom Grant, assunto da Courtney Love pochi giorni prima della morte di Kurt per ritrovare il marito scomparso. Si propone di fare luce sulla sua tragica fine, avvalorando l’ipotesi dell’omicidio, dietro il quale suggerisce ci possa essere proprio la vedova Cobain. In Italia il film appare con il titolo Chi ha ucciso Kurt Cobain?

Kurt Cobain secondo Gus Van Sant

Il cinema d’autore non tralascia però la figura di Cobain. È Gus Van Sant, con il suo Last Days nel 2005 a tributargli un omaggio, cercando di immaginare gli ultimi giorni del cantante, isolato nella sua villa di Seattle. Il regista inserisce il lavoro all’interno di una trilogia sul tema della morte, inquadrato in relazione alla gioventù americana, iniziata con Gerry e proseguita con Elephant – lungometraggio sul massacro alla Columbine High School, Palma d’Oro al Festival di Cannes. Last Days offre spunti interessanti per riflettere proprio sul concetto di isolamento. Apprezzabile e rigoroso il lavoro di un Michael Pitt sempre scapigliato e poco visibile in volto, ma sorprendentemente credibile, cui è affidato il delicato compito di impersonare Cobain. Nuovamente assente la musica dei Nirvana. 

Kurt Cobain raccontato da Kurt Cobain

Infine, ecco i lavori che forse riescono meglio a restituire la figura del leader dei Nirvana e che mettono lo spettatore maggiormente in contatto con la sua sensibilità e il suo mondo emotivo. Kurt Cobain: About a Son è un documentario del 2006 di A. J. Schnack, che pone al centro una serie di interviste rilasciate dal frontman dei Nirvana tra il ’92 e il ’93, invitando lo spettatore a concentrarsi sul suo pensiero. Il film rinuncia al compiacimento della presenza visiva del cantante e a quello sonoro della musica del gruppo. L’idea e la realizzazione sono interessanti. Accompagnano la voce di Kurt immagini ispirate alle sue parole. Lavoro riuscito ed emotivamente coinvolgente, proprio nella misura in  cui è Cobain a parlare di sé.

Anche il regista Brett Morgen con il suo Cobain – Montage of Heck (recensione) nel 2015 fa parlare di sé il cantante e consente di ascoltare i suoi familiari per ricostruire attraverso materiale eterogeneo e in gran parte inedito la vicenda umana, ancor prima che artistica, del frontman dei Nirvana. Un lavoro spesso toccante, che merita la visione.  Il cinema non si è lasciato, dunque, sfuggire Kurt Cobain che, suo malgrado, risponde fin troppo al cliché della rock star bella e maledetta, ma che soprattutto ha saputo incarnare la fame di vita, la rabbia e il disorientamento di intere generazioni.

Spore: arriva su Chili il film con Valentina Lodovini

Spore: arriva su Chili il film con Valentina Lodovini

Arriva direttamente su Chili Spore, un noir al femminile che racconta la storia di due amiche fumettiste in fuga dopo un omicidio nell’Italia del 1987, post Chernobyl e del referendum sul nucleare e delle fanzine musicali. Un piccolo film dai temi ambientalisti (la protagonista ha perso i genitori a causa delle radiazioni della vicina centrale nucleare di Trino). Ma il film è soprattutto il racconto di una vendetta dopo uno stupro. Un modo diverso di parlare di violenza e corpo femminile e di vittime.

Il titolo Spore nasce dalla fanzine che le due protagoniste fondano… spore culturali, da disperdere nell’ambiente nella speranza che cambino la mentalità della gente. Valentina Lodovini (La giusta distanza, Benvenuti al Sud…) interpreta Laura una ex brigatista uscita di prigione e sorella di Giulia. Alice Croci (coprotagonista di “Happy Family” di Salvatores) interpreta Giulia una ragazza punk ribelle, che vuole essere se stessa e viene punita con lo stupro. E che reagisce. Liliana Benini (per la prima volta sugli schermi) interpreta Zippo, writer straight edge che suo malgrado viene invischiata nella vendetta della sua migliore amica Giulia.

Questo è il terzo film di Alessia Di Giovanni (sceneggiatrice di fumetti per Beccogiallo e regista), che da sempre attenta ai temi del corpo delle donne, dopo il western al femminile “A PEZZI Undead Men” e il documentario “LAVORATRICI” su donne e violenza sul luogo di lavoro. Come tutte le produzioni di Studio CreativeComics, il fumetto è molto presente nella storia, con delle parti animate che punteggiano il racconto ad opera delle due illustratrici Darkam e Monica Barengo, che hanno già collaborato con Alessia Di Giovanni nei suoi graphic novel editi da Beccogiallo Fandango (Io so’ Carmela e Piena di Niente). La protagonista, inoltre, racconta la sua storia mentre disegna il suo fumetto.

Spore: la trama

Due amiche disegnatrici di fumetti, uno stupro, un omicidio per vendetta, una fuga. Sullo sfondo gli anni Ottanta, quelli delle fanzine e del punk, del referendum contro il nucleare e di una provincia sempre troppo stretta.

Spore: trailer

Isabelle Huppert: 10 cose che non sai sull’attrice

Isabelle Huppert: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra le attrici più premiate della storia del cinema, Isabelle Huppert è oggi una vera e propria leggenda della recitazione, divenuta celebre tanto in patria quanto a livello mondiale. Affermatasi nel corso degli anni grazie alle sue intense interpretazioni, la Huppert non manca di dimostrare continuamente il suo valore attraverso scelte spesso rischiose e coraggiose. Ecco 10 cose che non sai di Isabelle Huppert.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Isabelle Huppert marito

Isabelle Huppert: i film in cui ha recitato

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1971 con il film I primi turbamenti, per poi acquisire notorietà grazie a titoli come Violette Nozière (1978), I cancelli del cielo (1980), Prestami il rossetto (1982), Passion (1982), Un affare di donne (1988), Madame Bovary (1991) e Il buio nella mente (1995), con cui si consacra. Successivamente recita in Le affinità elettive (1996), con Fabrizio Bentivoglio, Grazie per la cioccolata (2000), La pianista (2001), 8 donne e un mistero (2002), Il tempo dei lupi (2002), Ma mère (2003), Il mio miglior incubo! (2011), Amour (2012), Bella addormentata (2012), In Another Country (2012), La scomparsa di Eleanor Rigby (2013), con Jessica Chastain, Segreti di famiglia (2015), con Jesse Eisenberg, Il condominio dei cuori infranti (2016), Le cose che verranno (2016), Elle (2016), Greta (2018) e Frankie (2019).

9. Ha vinto importanti riconoscimenti cinematografici. Nel corso della sua carriera l’attrice ha vinto alcuni tra i più prestigiosi premi del mondo del cinema. Tra questi si annoverano infatti due Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes, rispettivamente per Violette Nozière e La pianista. Ha in seguito vinto anche due Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile alla Mostra di Venezia per i film Un affare di donne e Il buio nella mente. È inoltre l’attrice più nominata ai premi César, con un totale di 16 candidature e due vittorie, per i film Il buio nella mente e Elle.

8. È stata nominata al premio Oscar. Per il film Elle, dove interpreta una donna che in seguito ad uno stupro decide di rintracciare personalmente il suo aggressore, l’attrice ha ottenuto la sua prima nomination come miglior attrice ai prestigiosi premi Oscar. Si tratta di un avvenimento raro per un attore che recita in lingua diversa dall’inglese. Pur non riportando la vittoria, andata ad Emma Stone per La La Land, la Huppert ha modo di affermare nuovamente a livello mondiale la propria persona.

Isabelle Huppert: il marito e i figli

7. Ha sposato uno scrittore e regista. Dal 1982 l’attrice è sposata con il regista e scrittore Ronald Chammah, di origine ebraica. La coppia, sempre particolarmente riservata, ha negli anni vissuto distante dalla mondanità, rimanendo sempre particolarmente unità. Negli anni hanno dato alla luce tre figli.

6. Sua figlia è un’attrice. La prima figlia della coppia è Lolita Chammah, che ha poi seguito le orme della madre nel mondo della recitazione. Le due hanno anche recitato insieme in diverse occasioni per i film Un affare di donne, Malina, Modern Life, Copacabana e Barrage.

Parte delle cose che non sai dell’attrice

Isabelle Huppert La pianista

Isabelle Huppert in La pianista

5. Ha realmente suonato il pianoforte per il film. I brani che il personaggio interpretato dalla Huppert suona nel film vengono realmente eseguiti dall’attrice. Questa aveva infatti studiato pianoforte dall’età di dodici anni. Per sentirsi più sicura e potersi calare meglio nel ruolo, la Huppert decise di riprendere la pratica un anno prima di iniziare a girare il film, così da poter essere in grado di suonare i brani richiesti al momento delle riprese.

4. È considerata una delle migliori interpretazioni di sempre. Oltre ad aver vinto diversi premi, la Huppert è stata più volte lodate a livello internazionale per la sua interpretazione. Questa è infatti considerata una delle migliori a livello mondiale dell’intera decade, ed è stata riconosciuta dalle attrici Nicole Kidman e Jessica Chastain come loro fonte di ispirazione.

Isabelle Huppert in Elle

3. Ha espresso da subito interesse per il film. Quando ancora il regista Paul Verhoeven stava lavorando all’adattamento del romanzo, ricevette la chiamata della Huppert la quale desiderava esprimere il proprio interesse nel progetto. L’attrice cercava da tempo un progetto che la portasse a lavorare con il regista, ed egli decise di confermarla subito per il ruolo della protagonista.

2. Ha avuto difficoltà a relazionarsi con il personaggio. L’attrice non ha mai nascosto di aver impiegato tempo per riuscire ad acquisire una certa confidenza con la natura del personaggio. Le risultava infatti difficile relazionarvi per il modo completamente opposto di pensare e agire, in particolar modo per una situazione così scomoda come quella raccontata nel film. Nonostante i suoi dubbi, comunque, il regista fu entusiasta della sua performance.

Isabelle Huppert: età e altezza

1. Isabelle Huppert è nata a Parigi, in Francia, il 16 marzo 1953. L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.

Fonte: IMDb

Bombshell – La voce dello scandalo, recensione del film con Charlize Theron

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Acclamato nel corso dell’ultima season award per le performance delle sue protagoniste e per il lavoro di make up che gli è valso il premio Oscar 2020, Bombshell – La voce dello scandalo arriva in Italia direttamente in digitale, disponibile del 17 Aprile 2020 su Amazon Prime Video.

Il film, scritto da Charles Randolph e diretto da Jay Roach, racconta lo scandalo in seno a Fox News, che ha portato alla caduta di Roger Ailes (John Lithgow), uno dei fondatori dell’emittente. Al centro della vicenda ci sono tre donne, tre punti di vista differenti su una questione che, per fortuna, negli ultimi anni è diventato il centro delle discussioni sulle dinamiche del lavoro: l’abuso sessuale, e quindi di potere, ai danni di donne che tentano la scalata professionale nei propri ambienti di lavoro. È quello che ha dato origine al movimento #MeToo e che ha fatto moltissimo rumore con il caso Weinstein, evento che ha destabilizzato l’intero assetto produttivo hollywoodiano.

Bombshell, il punto di vista di tre donne

Ma torniamo a Bombshell, soprattutto alle sue tre protagoniste, che hanno determinato, in maniera diversa, la caduta di un mito, quell’Ailes che a tutti gli effetti rappresenta ora sopruso e potere. Gretchen Carlson, interpretata da Nicole Kidman, è la miccia, l’innesco di un incendio, la prima che, messa di fronte a condizioni di lavoro sempre più ostili e infine al licenziamento, denuncia il boss di Fox News per i suoi abusi e le sue molestie.

La segue, non troppo da vicino, Megyn Kelly, le cui fattezze sono state imitate e interpretate da Charlize Theron. Kelly ha denunciato le molestie dopo una intensa lotta, anche con se stessa; personaggio cinico e arrivista, ma anche grande professionista, capace e caparbia, Kelly ci mostra meglio di ogni altro personaggio del film (ma anche della vita reale) quanto sia sottile il confine tra buoni e cattivi, quanto sia delicato l’equilibrio tra lecito e illecito, tra ciò che si desidera, ciò che si sopporta e ciò che si subisce, quando si ha uno scopo da raggiungere e tanta ambizione.

Terza protagonista (e unica figura di finzione nel film) è Kayla Pospisil, interpretata da Margot Robbie. Kayla è una giovane giornalista che vuole fare carriera, si mette al servizio del sistema, lo asseconda e permette al male di perpetrarsi semplicemente tacendo quello che le succede. Anche lei è una vittima, per un po’ una vittima condiscendente, e solo dopo acquisisce la dimensione, solida e attiva, di soggetto che prende iniziativa pensante.

Queste tre storie, che si intrecciano in una redazione ricca di chiaroscuri e di detti e taciuti, rappresentano tre lati di un racconto che ha scosso la Fox News ed ha spodestato Roger Ailes. Non solo, questo caso ha smontato un sistema che ha portato poi alla caduta di Weinstein e al disvelamento di moltissime realtà simili; ha denunciato, in sostanza, una routine, una terribile abitudine che vige, ancora adesso, in moltissime realtà lavorative, a tutti i livelli, in tutti i settori.

Non ci sono buoni e cattivi

Bombshell – La voce dello scandalo ha il grande pregio di non separare mai i buoni dai cattivi con una linea netta, anzi sembra che il suo più importante obbiettivo sia proprio quello di evidenziare la difficoltà di porsi per ogni persona, a seconda della propria indole e della propria ambizione, di fronte a questi fenomeni che, quelli sì, sono condannati senza mezze misure.

Per quanto riguarda invece la restituzione dei fatti attraverso un linguaggio che vuole essere ricercato, Bombshell frana rovinosamente di fronte al confronto di opere simili che raccontano realtà complesse della modernità (basti pensare a La grande scommessa, con cui condivide lo sceneggiatore).

Quello di Jay Roach è un film a cui viene senz’altro riconosciuta la propria importanza perché racconta una storia che deve essere conosciuta, ma che di fronte al valore cinematografico vero e proprio si vede ridimensionato, al netto delle interpretazioni delle tre attrici protagoniste.

Giustamente elogiate per le loro performance, Kidman, Theron e Robbie non bastano a tenere in piedi Bombshell che di poco si allontana dalla cronistoria di uno scandalo, ma sicuramente aggiungono appeal a un film che sembra destinato ad essere ricordato solo per la storia che racconta e che esce clamorosamente perdente a confronto con prodotti che mettono in scena vicende simili (vedi The Morning Show).

Monica Bellucci: 10 cose che non sai sull’attrice

Monica Bellucci: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice italiana particolarmente nota anche a livello internazionale, Monica Bellucci si è affermata negli anni grazie alla sua partecipazione a pellicole di grande successo. Acclamata e riconosciuta per le sue interpretazioni, l’attrice ha inoltre ricevuto nella sua carriera alcuni prestigiosi riconoscimenti, che le hanno permesso di ottenere continua visibilità. Ecco 10 cose che non sai di Monica Bellucci.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Monica Bellucci Vincent Cassel

Monica Bellucci: i suoi film e le serie TV

10. Ha preso parte a lungometraggi di fama internazionale. L’attrice debutta al cinema nel 1991 con il film La riffa, per poi ottenere una buona fama con Dracula di Bram Stoker (1992), con Gary Oldman. Successivamente recita in L’appartamento (1996), Dobermann (1997), L’ultimo capodanno (1998), Malèna (2000) e Irréversible (2002), con Vincent Cassel. Ottiene poi ulteriore notorietà grazie ai film Ricordati di me (2003), di Gabriele Muccino, Matrix Reloaded (2003) e Matrix Revolutions (2003), con Keanu Reeves, La passione di Cristo (2004), di Mel Gibson, I fratelli Grimm e l’incantevole strega (2005), N (Io e Napoleone) (2006), Sanguepazzo (2008), Manuale d’amore 3 (2011), con Robert De Niro, Le meraviglie (2014), Spectre (2015), con Daniel Craig, On the Milky Road (2016) e I migliori anni della nostra vita (2019).

9. Ha recitato per alcune serie TV. Negli ultimi anni l’attrice ha preso parte anche ad alcuni prodotti televisivi, tra cui la serie Platane (2011) e Mozart in the Jungle (2016), dove ha recitato in cinque episodi nel ruolo di Alessandra accanto all’attore Gael Garcia Bernal. È inoltre comparsa nel ruolo di sé stessa nel quattordicesimo episodio della terza stagione di Twin Peaks, per poi prendere parte anche a Il miracolo (2018), con Alba Rohrwacher. Prossimamente reciterà nel ruolo di Tina Moditti nella serie Radical Eye: The Life and Times of Tina Moditti.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. L’attrice è stata particolarmente apprezzata sin dai suoi primi ruoli, ottenendo in particolare la nomination ai prestigiosi premi César come miglior promessa femminile nel 1997, grazie al film L’appartamento. In seguito ha anche vinto un Nastro d’argento, come miglior attrice non protagonista per Ricordati di me, e il Nastro d’argento europeo per On the Milky Road. Per il film di Muccino è inoltre stata nominata ai David di Donatello.

Monica Bellucci è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 3,1 milioni di persone. All’interno di questo la Bellucci è solita condividere immagini legate alla sua professione di interprete, dalle cerimonie a cui prende parte ai servizi fotografici per riviste di moda, fino a condividere immagini e video promozionali dei progetti a cui prende parte.

Monica Bellucci: la sua carriera da modella

6. È un’affermata modella. Sul finire degli anni ’80 la Bellucci inizia a partecipare ad alcune delle più importanti passerelle di moda grazie al suo contratto con l’Elite Model Management. Negli ha acquisito sempre più popolarità, arrivando a sfilare per alcuni dei più noti marchi del settore, da Fendi a Dolce&Gabbana. Ancora oggi, benché in modo meno attivo, l’attrice ricopre il ruolo di ambasciatrice per importanti case di moda.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Monica Bellucci Matrix

Monica Bellucci e Vincent Cassel

5. È stata sposata con il noto attore. Nell’agosto del 1999 la Bellucci sposa a Montecarlo l’attore francese Vincent Cassel. I due sono diventati ben presto una delle coppie più note del mondo dello spettacolo, e nel 2004 nasce la loro prima figlia. La seconda arriverà poi nel 2010. Pur essendo particolarmente legati, i due attori hanno più volte dichiarato di non aver mai trascorso insieme lunghi periodi, anche per via dei rispettivi impegni cinematografici. Nel 2013, infine, annunceranno la loro separazione dopo circa quattordici anni di matrimonio.

4. Hanno recitato più volte insieme. I due attori si sono conosciuti sul set del film francese L’appartamento, dove interpretavano una coppia di amanti. Torneranno poi a condividere lo schermo nel controverso film Irréversible, dove ricoprono anche in questo caso una coppia, turbata però da un terribile evento. Recentemente i due attori si sono rincontrati in occasione della Mostra di Venezia del 2019 per presentare la versione rimontata del film.

Monica Bellucci in Matrix

3. È stata fortemente voluta dai registi. Negli ultimi due film della trilogia di Matrix, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Persephone, moglie del Merovingio, che si rivelerà però alleata di Neo e della resistenza. I due registi decisero di assegnare il ruolo all’attrice dopo averla vista nel film italiano Malèna. Questo ha infatti permesso all’attrice di ottenere la definitiva consacrazione a livello internazionale.

2. Ricevette una particolare nomination. Per il suo ruolo nel film Matrix Reloaded l’attrice venne nominata agli MTV Movie Awards nella categoria di miglior bacio, condivisa con l’attore Keanu Reeves. Nel film, infatti, il personaggio della Bellucci chiede al protagonista, in cambio del suo aiuto, un bacio passionale, divenuto particolarmente noto all’interno della trilogia.

Monica Bellucci: età e altezza

1. Monica Bellucci è nata a Città di Castello, in Umbria, il 30 settembre 1964. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Blade: 10 registi che potrebbero dirigere il film Marvel

Blade: 10 registi che potrebbero dirigere il film Marvel

La scorsa estate, al Comic-Con, i Marvel Studios annunciarono ufficialmente Blade, nuovo film – dopo le trasposizioni con Wesley Snipes – basato sull’iconico e spietato cacciatore di vampiri, che finalmente entrerà a far parte del MCU. Il due volte premio Oscar Mahershala Ali (Moonlight, Green Book) è stato scelto per interpretare il protagonista.

Il film dovrebbe debuttare nella Fase 5 dell’Universo Cinematografico Marvel. Al momento non sappiamo assolutamente nulla sul progetto (soprattutto, sarà il primo film del MCU ad essere vietato ai minori?), né tantomeno chi si occuperà della regia. In attesa di aggiornamenti, ecco 10 registi che potrebbe dirigere Blade:

James Wan

Circa un anno fa, è stato rivelato che James Wan aveva presentato ai Marvel Studios un soggetto per un film dedicato a Blade. Wan è un regista che ha dimostrato di essere a suo agio tanto con l’horror (le saghe di Saw, Insidious e The Conjuring) quanto con i blockbuster su larga scala (Fast & Furious 7 e Aquaman).

Sarebbe certamente perfetto per un film come Blade, nonostante i suoi impegni con i franchise di The Conjuring e Aquaman. Essendo però la produzione di Blade ancora lontana, è possibile continuare a sperare che James Wan possa davvero prendere in mano le redini del progetto.

Barry Jenkins

Alcuni dei più grandi registi coinvolti nel MCU, come Ryan Coogler, Taika Waititi o i fratelli Russo, si sono spesso dedicati, durante le loro carriere, anche a film molto diversi, spesso a basso budget. Barry Jenkins, che vinto un Oscar grazie a Moonlight e ha diretto anche l’acclamato Se la strada potesse parlare, è sicuramente un regista che saprebbe come tirare fuori da un personaggio come Blade la sua reale umanità.

Un approccio del genere potrebbe fare senza dubbio la differenza, andandosi a discostare di parecchio dalla trilogia con protagonista Snipes, indubbiamente più votata all’azione e a mettere in risalto gli elementi horror legati all’eredità del personaggio.

Edgar Wright

Ciò di cui un film come Blade avrebbe bisogno è certamente un regista che sia in grado di mescolare i toni dell’horror con quelli della commedia. Wesley Snipes ha definito anche attraverso la follia il personaggio, contribuendo a ridefinire la controparte cartacea. Un regista come Edgar Wright ha già dimostrato di essere in grado di saper gestire in maniera intelligente tanto l’horror quanto la commedia grazie alla sua “zom-rom-com” L’alba dei morti dementi.

Non sarebbe così facile, però, convincere nuovamente Wright a lavorare con i Marvel Studios: tutti ricorderete, infatti, che in origine doveva essere proprio lui ad occuparsi della regia di Ant-Man, che ha poi deciso di lasciare a causa di alcune “divergenze creative”. Ciononostante, Wright alla regia di Blade sarebbe qualcosa di assolutamente fenomenale….

Fede Alvarez

Forse non tutti sanno che, prima di Scott Derrickson, la Marvel aveva “corteggiato” Fede Alvarez, regista di Man in the Dark, per affidargli la regia di Doctor Strange. Alvarez però rifiutò per paura di un eccessivo controllo creativo da parte della Casa delle Idee.

Tra i pionieri dell’horror moderno, Alvarez sarebbe assolutamente perfetto per un film su Blade. La filmografia del regista uruguaniano ha più volte dimostra quanto il cineasta sia in grado di piegare la regia e il montaggio al servizio della narrazione e, soprattutto, della suspense, come dimostrato ad esempio nel suo remake de La Casa.

David Leitch

In numerose discussioni su chi, secondo i fan, dovrebbe dirigere Blade, sono quasi sempre emersi registi che hanno una certa dimestichezza con il genere horror. Ma forse, ci sarebbe bisogno di qualcuno che, al di là dell’horror, abbia maggiore familiarità con il genere… action!

Con John Wick, Atomica Bionda e Hobbs & Shaw alle spalle, David Leitch è il candidato ideale se si pensa ad una versione di Blade viscerale e carica di sequenze d’azione mozzafiato. Inoltre, con Deadpool 2 il regista ha dimostrato di sapersela cavare egregiamente quando ti tratta di maneggiare la materia fumettistica e il divieto ai minori.

Leigh Whannell

Il recente reboot de L’Uomo Invisibile ad opera di Leigh Whannell ha dimostrato che quanto i remake possano risultare comunque validi, se alla base c’è un idea vincente, sviluppata con intelligenza e acume. Inoltre, il suo precedente coinvolgimento nei franchise di Saw e Indisious testimoniamo quanto Whannell sia assolutamente a suo agio con il genere horror.

La brutale scena di combattimento del film Upgrade, inoltre, ha palesato quanto il regista e sceneggiatore australiano sia capace di destreggiarsi anche con intense sequenze d’azione. Tutto ciò fa sicuramente di lui un candidato ideale per la regia di Blade.

Mike Flanagan

Tra i maggiori esponenti del cinema horror commerciale di ultima generazione, Mike Flanagan si è fatto conoscere (soprattutto di recente) per aver diretto molti adattamenti delle opere di Stephen King, da Il gioco di Gerald a Doctor Sleep

Di recente abbiamo appreso che Gary Dauberman, sceneggiatore di IT di Andy Muschetti, dirigerà il primo adattamento cinematografico de Le Notti di Salem, sempre tratto dall’opera di King. Se dunque Flanagan fosse interessato a dirigere un film sui vampiri, non potrebbe più pensare ad una versione per il grande schermo del romanzo uscito nel 1975. E allora, perché non dedicarsi ad un film su Blade?

S. Craig Zahler

Personalità che ha cercato di riportare in auge il film d’exploitation, S. Craig Zahler ha concepito immagini violentissime in film come Brawl in Cell Block 99 e Dragged Across Concrete. Ha saputo inoltre mescolare brillantemente i generi in Bone Tomahawk. Un film come Blade, se diretto da un regista come lui, sarebbe tanto contorto quanto ultraviolento, e pieno zeppo di azione e orrore.

Guillermo Del Toro

Avendo già diretto un film di Blade (il brillante Blade II) e avendo anche promesso di prendersi una pausa dal cinema dopo il successo straordinario del suo capolavoro The Shape of Water, Guillermo del Toro probabilmente non sarebbe interessato a dirigere un film sul cacciatore di vampiri per il MCU .

Ma se fosse disposto a farlo, la comunità cinematografica e il fandom della Marvel gliene sarebbe sicuramente grata. Del Toro ha sempre fatto un ottimo lavoro nell’utilizzare storie di genere per trasmettere importanti messaggi sociali, e un reboot di Blade potrebbe rappresentare un’opportunità da non lasciarsi sfuggire… 

Jordan Peele

Anche se le storie originali sembrerebbero essere la sua ossessione principale, Jordan Peele sarebbe la scelta perfetta per dirigere il reboot di Blade ad opera del MCU. Peele è un appassionato di horror, soprattutto di quel tipo di terrore radicato nella cultura di massa, come egregiamente esplicitato nei folgoranti Scappa – Get Out e Noi. La regia di un film di Blade potrebbe rappresentare una grossa opportunità per Peele di offrire la sua personalissima, e certamente unica, interpretazione del mito del vampiro. 

Cannes 2020, si pensa ad una collaborazione con Venezia

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In una lunga intervista con Variety, Thierry Fremaux ha commentato ancora le possibilità che ha il Festival di Cannes 2020 di svolgersi in una forma che, naturalmente, non sarà quella tradizionale e sperata fino all’ultimo dall’organizzazione.

Dopo l’ufficiale annullamento delle sezioni parallele del festival, Cannes 2020 rimane ancora ufficialmente in bilico tra una situazione internazionale che non permette certo lo svolgimento normale del festival e la paura per l’annullamento definitivo dell’edizione 2020.

Nello spettro di possibilità che vanno dall’uno all’altro capo, si stanno vagliando molte ipotesi, e tra queste persino l’idea di gemellare Cannes con Venezia. Ecco cosa ha detto il direttore artistico del festival francese:

“Il direttore parla di un possibile slittamento in autunno e di una potenziale collaborazione con Venezia se il festival francese venisse definitivamente cancellato (…) Il festival di Cannes spera di essere comunque presente in autunno.”

In merito alla collaborazione eventuale con Venezia, Thierry Fremaux ha dichiarato: “Ho parlato molto con Alberto Barbera, direttore del Festival di Venezia, anche lui molto preoccupato della situazione. Già dall’inizio della crisi abbiamo pensata alla possibilità di fare qualcosa insieme se Cannes venisse cancellata e stiamo continuando a parlarne (…) Altri festival ci hanno invitato: Locarno, San Sebastian, Deauville. Sono gesti che ci toccano molto”.

Fonte

Doctor Strange 2: Iron Man in versione zombie nei terrificanti fan poster

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Doctor Strange in the Multiverse of Madness, la seconda avventura in solitaria di Benedict Cumberbatch nel MCU, arriverà nelle sale il prossimo anno, precisamente a novembre 2021. Nonostante le riprese del film non siano ancora partite, attorno al progetto c’è comunque tantissima eccitazione da parte dei fan, soprattutto dopo la conferma che sarà Sam Raimi a dirigere il film.

Adesso, sono in molti a chiedersi quale sarà l’approccio del regista della trilogia di Spider-Man al film e che tipo di impatto avrà il sequel sull’Universo Cinematografico Marvel, dal momento che esplorerà il Multiverso e dovrebbe coinvolgere una moltitudine di personaggi, inclusa la già confermata da tempo Scarlet Witch.

Ad oggi, sappiamo davvero poco della trama del film, ma prima che Scott Derrickson – regista del primo Doctor Strange – decidesse di abbandonare la regia del sequel, si era spesso parlato di Doctor Strange in the Multiverse of Madness come del primo vero horror della Marvel. In seguito, Kevin Feige specificò che il film non sarebbe stato propriamente un horror, ma che avrebbe avuto al suo interno diverse “sequenze spaventose”. 

I fan non vedono l’ora di scoprire cosa riserverà loro Doctor Strange 2: soprattutto, Incubo sarà davvero il villain del film? In attesa di tutte le conferme del caso, il celebre artista Boss Logic ha realizzato degli spettacoli – e terrificanti – fan poster dedicati proprio al sequel: nel primo, dietro allo Stregone Supremo, è possibile vedere le ombre dell’Antico (Tilda Swinton), di Visione (Paul Bettany) e di una versione zombie di Iron Man da Spider-Man: Far From Home

Il secondo poster è sostanzialmente una rivisitazione del primo, ma vede i personaggi sopraelencati bloccati all’interno di uno degli acchiappasogni di Incubo. Potete ammirare i due bellissimi poster di seguito (diffusi via Twitter e Instagram) e… provate a scovare l’ombra di Deadpool nel primo dei due!

LEGGI ANCHE – Doctor Strange 2: quando inizieranno le riprese?

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5 novembre 2021.

Spider-Man 2: Willem Dafoe gioca a fare Octopus in un video dal set

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Un nuovo video dal backstage di Spider-Man 2 è arrivato online su Twitter e ci mostra Willem Dafoe – durante una pausa dalle riprese – che “gioca” ad interpretare Dottor Octopus. Nel film di Sam Raimi, il principale antagonista dell’Uomo Ragno è interpretato da Alfred Molina, mentre Dafoe è tornato nei panni di Norman Osborn/Green Goblin.

Lo scienziato, nonché amico di Peter Parker, è stato il nucleo emotivo del film, non solo grazie alla rivelazione del suo lato oscuro, ma anche perché ha sempre avvertito Peter Parker su cosa significa essere veramente un eroe, preparando così il terreno per l’ancor più cupo Spider-Man 3.

Nel video emerso online nelle ultime ore, vediamo Willem Dafoe che si diverte ad interpretare Dottor Octopus mentre cerca di comandare l’armatura robotica del personaggio. Il video sembra risalire al primo giorno di riprese di Alfred Molina, e infatti è possibile sentire Dafoe che cerca di dare alcuni consigli al collega su come bisognerebbe interpretare il personaggio per cercare di soddisfare le aspettative del pubblico.

Non sappiamo se Molina abbia effettivamente seguito i consigli di Dafoe, ma dal video si evince che l’attore ha sicuramente apprezzato la “performance” del collega. Potete vederlo cliccando sull’immagine di seguito:

LEGGI ANCHE – Spider-Man 2: 20 curiosità dal film di Sam Raimi

Considerato all’unanimità il miglior Spider-Man di Raimi e uno dei migliori cinefumetti mai realizzati, Spider-Man 2 è ancora oggi un esempio di racconto che mescola sapientemente materiale fumettistico a ragioni cinematografiche, accostando nelle giuste dosi commedia e dramma, azione e romanticismo, per un risultato ancora insuperato. Uscito nelle sale nel 2004, vedeva protagonisti – oltre ai “veterani” Tobey MaguireJames Franco e Kirsten Dunst – anche Alfred Molina nei panni di un indimenticabile Dottor Octopus.

Ricordiamo che Sam Raimi ha di recente confermato che dirigerà  Doctor Strange in the Multiverse of Madness, l’atteso sequel del cinecomic Marvel con protagonista Benedict Cumberbatch. Il film arriverà nelle sale il 5 novembre 2021.

Tom Hardy è Al Capone nel trailer del film di Josh Trank

Tom Hardy è Al Capone nel trailer del film di Josh Trank

Attraverso il suo account Twitter, il regista Josh Trank ha condiviso il trailer ufficiale di Capone, il biopic che vedrà protagonista Tom Hardy nei panni di Al Capone, il noto mafioso statunitense di origine italiana. Il film uscirà direttamente in streaming – a causa dell’emergenza Covid-19 – e sarà disponibile negli Stati Uniti, grazie a Vertical Entertainment, a partire dal prossimo 12 maggio.

Nel cast del film, inizialmente noto come Fonzo, figurano anche Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Linda Cardellini (Bloodline) e Matt Dillon (Tutti pazzi per Mary). La Cardellini sarà la moglie di Hardy, Mae, mentre MacLachlan sarà il medico di Capone; Dillon invece sarà il migliore amico Johnny.

Considerato un simbolo del gangsterismo americano e della crisi della legalità che gli Stati Uniti dovettero affrontare durante il proibizionismo, la figura di Al Capone è stata trasposta numerose volte sul grande schermo: sicuramente, una delle incarnazione cinematografiche più celebri è quella di Robert De Niro nel film Gli Intoccabili di Brian De Palma.

Senza dubbio, dopo le enormi difficoltà incontrate sul set di Fantastici Quattro con la Fox, Josh Trank può definirsi un regista in difficoltà. Tuttavia non manca di talento, e affidarsi a una star come Tom Hardy, che difficilmente sbaglia un film, potrebbe essersi rivelata una mossa vincente, anche se il film salterà l’uscita in sala.

Tom Hardy è Al Capone nel trailer del film di Josh Trank

Ricordiamo che, prima della pandemia di Covid-19, Tom Hardy era impegnato sul set di Venom 2, attesissimo sequel del cinecomic sul celebre simbionte dei fumetti Marvel, che sarà diretto da Andy Serkis e che vedrà nel cast anche Woody Harrelson nei panni di Carnage.

MCU: uno studio svela gli eroi e i villain più “googlati”

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MCU: uno studio svela gli eroi e i villain più “googlati”

Un nuovo studio ha rivelato la popolarità degli eroi e dei villain del MCU, l’Universo Cinematografico Marvel inaugurato ormai 11 anni fa con l’uscita del primo Iron Man. I fan del MCU sanno che i suoi personaggi godono di una popolarità sconfinata, ma potrebbero restare alquanto sorpresi nello scoprire quali sono i personaggi e i film più “googlati”.

Un recente studio condotto da sito Soaphub, specializzato in cultura pop, ha esaminato i dati ricerca mensili di Google per stilare una lista dei personaggi e dei film Marvel più popolari. In merito alle pellicole, Soaphub ha tenuto conto esclusivamente dei titoli disponibili su Disney+: per questo motivo, L’Incredibile Hulk e i due Spider-Man con Tom Holland non sono stati presi in considerazione.

Ebbene, dalla ricerca è emerso che il film pù popolare del MCU è Avengers: Endgame, il cinecomic di Anthony e Joe Russo, con oltre 2.8 milioni di ricerche, seguito da Iron Man di Jon Favreau (816.000) e Doctor Strange di Scott Derrickson (561.000).

Per quanto riguarda i personaggi, invece, non sorprenderà che il amato di tutti è Iron Man (Robert Downey Jr.), con 770.000 ricerche. Più interessante è scoprire che i due personaggi immediatamente più “cercati” sono Doctor Strange/Benedict Cumberbatch (445.000 ricerche) e Visione/Paul Bettany (214.000 richerce). Questo, naturalmente, in merito agli eroi del MCU

Parlando invece dei villain, è Loki/Tom Hiddleston ad essere il favorito, con ben 350.000 ricerche. Seguono a ruota Hela/Cate Blanchett con 250.000 ricerche e il temibile Thanos di Josh Brolin con 200.000 ricerche.

Per quanto riguarda gli altri, la cosa più bizzarra è che il Captain America di Chris Evans appare “soltanto” al settimo posto della classifica relativa agli eroi, mentre lo Spider-Man di Tom Holland figura in quarta posizione. Lo studio dimostra quindi quanto possano essere imprevedibili i fan del MCU

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