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Martian Manhunter: Harry Lennix vorrebbe una detective story per J’onn J’onzz nel DCEU

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Il personaggio di Martian Manhunter è una delle tante novità presenti all’interno della Snyder Cut di Justice League. Il personaggio era completamente assente nella versione theatrical, ma grazie al taglio di Zack Snyder il generale Swanwick interpretato da Harry Lennix ne L’uomo d’acciaio e in Batman v Superman ha avuto finalmente la possibilità di trasformarsi in J’onn J’onzz.

Durante il Justice Con dello scorso weekend, l’evento virtuale organizzato per celebrare la Snyder Cut ad un mese di distanza dalla distribuzione, l’attore Harry Lennix, interrogato dai fan, ha avuto la possibilità di riflettere su che tipo di storia avrebbe voluto per Martian Manhunter se avesse avuto la possibilità di interpretare il personaggio ancora una volta.

Lennix ha quindi espresso il desiderio di vedere Martian Manhunter protagonista di una detective story sul grande schermo, proprio come accade nei fumetti. L’attore ha spiegato che vorrebbe vedere il personaggio sfoggiare le sue abilità da detective per scongiurare, magari, una crisi a livello mondiale. “Sarebbe bello vederlo agire in qualità di detective”, ha spiegato. “Ci sono alcune storie a fumetti in cui lo è. Anche se di giorno sarebbe comunque Calvin Swanwick, sarebbe altrettanto bello fargli svolgere un lavoro di tipo investigativo in cui può usare le sue abilità speciali. Così avremmo anche modo di vedere che la diplomazia può essere una sorta di superpotere. Potrebbe usare le sue capacità di detective e la sua intelligenza per evitare o scongiurare una sorta di catastrofe.”

Durante il suo intervento in occasione della Justice Con, Harry Lennix ha anche rivelato che stava per abbandonare la recitazione prima del suo coinvolgimento ne L’uomo d’acciaio: “Erano gli anni della serie Dollhouse, ideata curiosamente proprio da Joss Whedon. Lo show era stato cancellato e non riuscivo più ad ottenere un’audizione. Poi, improvvisamente, il mio telefono squillò e il mio agente mi disse che Zack Snyder mi voleva ne L’uomo d’acciaio.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Martha Plimpton tra i protagonisti di Hello Again

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Martha Plimpton tra i protagonisti di Hello Again

Fissato il cast di Hello Again, adattamento cinematografico del musical di Michael John LaChiusa del 1994. Il film, diretto da Tom Gustafson vedrà protagonisti Martha Plimpton, Audra McDonald, T.R. Cavaliere, Rumer Willis, Jenna Ushkowitz, Nolan Gerard Funk, Sam Underwood, Tyler Blackburn e Al Calderon. Cory Krueckeberg è autore della sceneggiatura, le musiche saranno di LaChiusa.

Hello Again racconta le vicende di dieci anime perdute che saltano in dieci periodi della storia di New York, scivolando l’uno nelle braccia (e nel letto) dell’altro, esplorando la lussuria e l’amore agrodolce. I personaggi centrali, che non vengono mai chiamati per nome ma solo con il ceto sociale da cui provengono o il ruolo che svolgono, sono: la prostituta, il soldato, l’infermiera, l’universitario, la giovane moglie, il marito, il ragazzino, lo scrittore, l’attrice, il conte. Basato a sua volta sul dramma dello scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler Girotondo, il musical d’ispirazione ha guadagnato ben otto nomination Drama Desk, tra cui quella per Miglior Musical. Il film, le cui riprese sono iniziate a New York, è prodotto da Gustafson, Krueckeberg, Ash Christian e Hunter Arnold.

Fonte: Deadline

Martha Is Dead: annunciato l’adattamento cinematografico del pluripremiato videogioco italiano

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In una collaborazione innovativa, lo studio italiano di videogiochi LKA, l’editore britannico Wired Productions e la casa di produzione cinematografica svedese Studios Extraordinaires hanno annunciato una partnership esclusiva per l’adattamento cinematografico del videogioco “Martha Is Dead“.

Ambientato nel paesaggio pittoresco ma devastato dalla guerra della Toscana del 1944, “Martha Is Dead” intreccia una narrazione inquietante sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale. I giocatori si calano nei panni di Giulia, una giovane donna intrappolata in un agghiacciante mistero dopo la morte della sorella gemella Martha.

Ogni elemento di ‘Martha Is Dead’ è stato creato con straordinaria precisione e cura. La complessità della narrazione è stata meticolosamente pianificata, visualizzata e persino modellata con una qualità cinematografica in mente“, afferma Luca Dalcò, fondatore e direttore di LKA, scrittore e designer di “Martha Is Dead”. “Portare tutto questo in vita come film è un sogno che si realizza“.

Celebrato per i suoi dettagli mozzafiato e il suo realismo, “Martha Is Dead” ha ottenuto il plauso della critica mondiale per la sua capacità di fondere i confini tra realtà, superstizione e tragedia della guerra in un mistero avvincente che tiene i giocatori sul filo del rasoio fino alla fine del gioco.

La narrazione avvincente e l’ambientazione unica del gioco lo rendono un candidato perfetto per un adattamento cinematografico”, afferma Leo Zullo, amministratore delegato di Wired Productions. “Siamo entusiasti di unire le forze con gli Studios Extraordinaires per creare un’esperienza cinematografica di riferimento, fondendo l’arte del gioco e del cinema in un modo senza precedenti“.

L’adattamento sarà curato da Studios Extraordinaires, una società creativa di André Hedetoft e Andreas Troedsson specializzata nella realizzazione di film d’azione, horror e di fantascienza di alto livello a partire da storie originali e giochi straordinari.

Martha Is Dead” è un capolavoro narrativo, che intreccia sapientemente un avvincente mistero di omicidio dal punto di vista di una giovane donna in un modo che non è mai stato fatto prima“, affermano André e Andreas di Studios Extraordinaires. “Siamo ansiosi di dare vita a questo racconto struggente, offrendo sia ai fan che ai nuovi arrivati un tour-de-force cinematografico, pur rimanendo fedeli all’essenza struggente del gioco“.

Attualmente in fase di sviluppo, l’adattamento cinematografico di “Martha Is Dead” è stato realizzato in stretta collaborazione con Luca Dalcò, fondatore e direttore di LKA, nonché creatore di Martha Is Dead. André Hedetoft e Andreas Troedsson sono impegnati nel lungometraggio come co-registi. Oltre alla regia, André apporta ulteriori competenze in qualità di sceneggiatore della sceneggiatura, mentre Andreas Troedsson assume anche il ruolo di direttore della fotografia, garantendo un adattamento visivamente straordinario e meticolosamente realizzato.

MArteLive: nuove opportunità, partecipa al primo Festival Multiartistico italiano

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Sono online i bandi per iscriversi al Concorso Multiartistico Nazionale MArteLive e dare alla propria arte l’occasione unica di avere finalmente il riconoscimento che merita. Grazie alla sua formula multi-disciplinare che trova spazio nelle 16 sezioni artistiche previste dal concorso, MArteLive è un festival capace di porsi come un’importante vetrina di lancio per i giovani artisti emergenti, offrendogli la possibilità di esporre le proprie opere o esibirsi con le proprie performance in location selezionate, entrando in contatto con addetti ai lavori e professionisti del settore.

L’obiettivo di MArteLive è infatti quello di scoprire e mettere in luce nuovi talenti, favorire i giovani artisti emergenti nelle più svariate discipline e promuoverne il lavoro sulla scena artistica contemporanea nazionale. Con gli oltre 100 PREMI assegnati all’ultima Biennale MArteLive e distribuiti tra le 16 sezioni in gara, MArteLive è oggi in Italia il concorso che senza dubbio premia di più e insieme un’opportunità irripetibile per farsi notare nel grande magma del panorama culturale. (Per consultare l’elenco aggiornato dei premi in palio visita il sito ufficiale del concorso www.marteawards.it o quello ufficiale della manifestazione realizzata a settembre 2014 www.labiennale.eu).

Il concorso è aperto a giovani artisti di un’età compresa tra i 18 e 39 anni: chi si iscrive subito potrebbe essere selezionato fin da adesso per esporre le proprie opere o esibirsi con le proprie performance durante i nostri eventi organizzati in location selezionate dallo staff MArteLive. Regolamento e Bandi di Concorso su www.concorso.martelive.it.

COSA ASPETTI A MANDARCI LE TUE OPERE?

Il concorso artistico nazionale MArteLive è un festival-concorso le cui selezioni si tengono su tutto il territorio nazionale. Per partecipare è sufficiente collegarsi al sito www.marteawards.it e compilare il form d’iscrizione online corrispondente alla sezione artistica desiderata, fra le 16 che animano il festival (musica, teatro, danza, cinema, videoclip, deejing live, veejing live, letteratura, artecircense, street art, pittura live, fotografia, fumetto, grafica, moda&riciclo, artigianato artistico) acquistando la MArteCard che, oltre a garantire l’iscrizione alle diverse sezioni del concorso, darà diritto ad una serie di sconti e vantaggi.

Le selezioni nazionali degli artisti in concorso si concluderanno il 31 Gennaio 2017, quando inizierà ufficialmente la fase finale della Biennale MArteLive 2017, che tra Dicembre 2016 e Aprile 2017 vedrà lo svolgersi delle finali regionali o di macro-area, nella formula multi-artistica che contraddistingue il festival, mentre per il Lazio sono previste due finali regionali, una a dicembre 2016 e l’altra ad aprile 2017. I vincitori delle singole finali regionali o di macro-area approderanno alla finale nazionale, Biennale MArteLive, che si terrà a Roma a Settembre 2017.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE:

  1. Leggi attentamente il REGOLAMENTO (http://concorso.martelive.it/regolamento)
  2. Scarica il bando della sezione o delle sezioni cui vuoi partecipare
  3. Compila il form di iscrizione relativo alla sezione o alle sezioni scelte.
  4. Entra in possesso della tessera associativa MArteCard che, oltre a garantire l’iscrizione a più sezioni del concorso, darà diritto ad una serie di sconti agevolazioni legate ad eventi artistici e culturali in tutta Italia.

MArteLive, lo spettacolo totale!

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Un grande palcoscenico frequentato da tanti artisti, dove ogni spazio, ogni arte fa spettacolo: la pittura, la danza, l’arte circense, la scultura, la poesia, la musica, il cinema. Tanti spettacoli che avvengono tutti contemporaneamente dando vita ad un unico grande spettacolo: tutto questo è MArteLive, lo spettacolo totale!

Marta Miniucchi, intervista alla regista di Gente Strana – Watu Wa Ajabu

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Presentato come evento speciale di Alice nella Città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2022, Gente Strana – Watu Wa Ajabu è il nuovo mockumentary di Marta Miniucchi (Benelli su Benelli) con Matteo Gatta e Cesare Bocci.

Abbiamo incontrato la regista, Marta Miniucchi, che ha raccontato come è nato il documentario sull’organizzazione non governativa CEFA, il Comitato europeo per la formazione e l’agricoltura fondato a Bologna il 23 settembre 1972 per iniziativa di Giovanni Bersani e di padre Angelo Cavagna, che si propone di realizzare progetti per contribuire a vincere fame e povertà.

“Ho conosciuto il CEFA un anno fa e quella del film è stata una lavorazione molto veloce – dice Miniucchi – Molte delle ONG più famose, come Emergency ad esempio, lavorano sulle emergenze, mentre CEFA si occupa di progetti a lungo periodo, lavorano tantissimo e costantemente, tutti i giorni, è un’organizzazione stimata, ma sconosciuta ai più. Quest’anno CEFA compie 50 anni, e Paolo Rossi Pisu mi ha offerto la regia di un documentario che raccontasse questa realtà, ma che lo facesse in una maniera che potesse arrivare a tutti. Con il sostegno di Genoma film, ho pensato che il modo più accattivante per raccontare CEFA a chi non lo conosceva era quella di mescolare storia e finzione, e quindi il risultato è quello che si può definire mockumentary, un documentario con dei filmati di finzione, quindi il repertorio insieme alla vera fiction, così che il risultato avesse un brio che il semplice filmato di repertorio non ha. In questo modo spero che Gente Strana – Watu Wa Ajabu possa essere interessante non solo per chi già conosce l’organizzazione, ma anche per chi non ha idea di cosa sia.”

Questa natura ibrida del film di Marta Miniucchi si rispecchia dal punto di vista linguistico in una serie di stili e tecniche che si mescolano per dar vita a un documentario effettivamente molto interessante, sia nella forma che nel contenuto.

“In Tanzania abbiamo girato con una mini dv, tecnologia vecchia, perché avevo bisogno che quel personaggio, il ragazzo che parte volontario, sembrasse davvero lì a quel tempo e avevo bisogno che si adattasse al repertorio di quel tempo. Per quanto riguarda il reporter, lì abbiamo fatto cinema vero e proprio con la tecnologia più recente, muovendoci in quel linguaggio. Ho invece intervistato il ragazzo tanzaniano con un punto di osservazione di ripresa classico, con due macchine da presa, mentre lui è seduto nel suo ufficio. In questo modo ho potuto raccontare diversi punti di vista, che potessero racchiudere più o meno tutti quelli di chi si sarebbe trovato a guardare il film: il cinismo diffidente, l’entusiasmo di donarsi, il trovarsi in difficoltà e accogliere l’aiuto.”

Dal punto di vista stilistico, dunque, Gente Strana – Watu Wa Ajabu non è un documentario canonico, ma si arricchisce di un’ibridazione che moltiplica lo sguardo e offre davvero una comprensione a 360° di quello che è il progetto CEFA, senza scadere in un linguaggio pedagogico o presuntuoso. A evitare questo rischio, anche “l’utilizzo” di Lodo Guenzi come fosse Margot Robbie… Almeno nelle parole di Marta Miniucchi: “Volevo che il coinvolgimento di Lodo fosse estemporaneo, venisse dal nulla, e come reference ho dato proprio il ruolo di Margot Robbie ne La grande scommessa di Adam McKay. Nel film, che racconta la crisi immobiliare del 2008, Robbie compare di punto in bianco, in una vasca di bolle e con un bicchiere di champagne in mano a spiegare in termini tecnici cosa c’era dietro agli investimenti a rischio e dietro allo scoppio della bolla immobiliare. Nel mio film, Lodo irrompe nella narrazione e spiega, numeri alla mano, cos’è il CEFA”. Il riferimento è abbracciato a pieno e il risultato è tanto più coinvolgente quanto l’intervento sembra fuori contesto, proprio come nel film di McKay.

Ma perché il film si intitola Gente Strana? “La gente strana è, agli occhi di chi vive in questi posti in cui interviene il CEFA, quella che viene in qualità di volontaria ad aiutare, che spera in un mondo migliore incurante delle difficoltà che si incontrano per perseguire il proprio sogno. È gente strana in senso buono, naturalmente. In questo tipo di esperienze, si va lontano da casa per insegnare ad altri delle tecniche di sopravvivenza, dall’agricoltura all’allevamento, ma la verità è che si impara a propria volta tantissimo. In questo progetto del CEFA c’è la conoscenza che porti in questi luoghi, ma anche quella che acquisisci, perché ti confronti con un mondo talmente nuovo che devi imparare ad abitare da zero. È un dare ma è anche un prendere continuo, e volevo raccontare questa bella storia da più punti di vista.”

Gente Strana – Watu Wa Ajabu sarà disponibile prossimamente al cinema con GENOMA FILMS e successivamente su Sky Documentaries e in streaming su NOW.

Marshland: trailer del film paragonato a True Detective

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Marshland: trailer del film paragonato a True Detective

Empire ci mostra in esclusiva il trailer ufficiale di Marshland, thriller spagnolo diretto dal regista Alberto Rodríguez e uscito in patria il 26 settembre 2014. La pellicola ha vinto ben 10 Goya Awards (gli Oscar spagnoli) all’edizione 2015 tenutasi lo scorso 7 febbraio, tra cui Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Attore (Javier Gutiérrez).

Potete vedere il trailer di seguito:

Paragonato dalla stampa, per ambientazioni e personaggi, alla popolare serie tv True Detective, Marshland, ambientato nella Spagna di inizio anni ’80, racconta la storia di due detective della omicidi dai modi di agire e pensare diametralmente opposti, che devono fare luce su una serie di brutali omicidi di ragazze adolescenti in una piccola cittadina. Il film ha come protagonisti Raúl Arévalo e Javier Gutiérrez.

Fonte

Marsden, Argentero e Facchinetti raccontano Hop

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Marsden, Argentero e Facchinetti raccontano Hop

hop

Qual è il vostro rapporto con il coniglietto pasquale? Comincia con questa domanda un po’ infatile la conferenza stampa di Hop, che questa mattina ha visto il protagonista, James Marsden, e i doppiatori italiani, Francesco Facchinetti (C.P.) e Luca Argentero (Fred), confrontarsi con le domande dei giornalisti, che sono stati sommersi da montagne di dolci e caramelle.

Mars e Avril recensione

Mars e Avril poster Anno: 2012

Regia: Martin Villeneuve

Cast: Jacques Languirand, Caroline Dhavernas, Paul Ahmarani, Robert Lepage, Stéphane Demers

Trama: In un mondo futuro all’alba del XXX° secolo, dove natura,scienza,musica e magia si trovano in perfetta simbiosi, l’anziano musicista Jacob Obus (Jaques Languirand) è una delle personalità più celebri e discusse del suo tempo. Egli è in grado di creare strabilianti melodie attraverso strumenti antropomorfi progettati dal fido compagno Arthr (Paul Ahmarani) e realizzati da Eugene, padre del ragazzo a metà strada fra un uomo e un ologramma. Sullo sfondo del primo viaggio dell’uomo dalla Luna a Marte, l’arrivo improvviso della giovane fotografa April (Caroline Davhetnas), mette in competizione Jacob e Arthir, fino a portarli alle soglie dell’immaginazione, in un universo dove tutto, anche i pianeti, si esprimono attraverso la musica.

Analisi: La fantascienza è forse l’unico genere narrativo in cui chiunque può dar sfogo alle proprie fantasie, un terreno a metà strada fra il sogno e una realtà anch’essa simulacro di un qualcosa che nessuno saprà mai identificare con certezza. Sembra proprio aver imparato la lezione il giovane Martin Villeneuve (fratello minore del più celebre Denis, autore de La ragazza che canta), regista canadese che con questa sua opera crea un universo talmente visionario ed estremo che pare un libro di fiabe trasportato su celluloide, dove un universo di strabilianti personaggi e ambienti pirotecnici creano una bulimia visiva tale da estasiare l’ignaro spettatore, il quale finisce col perdersi nella bellezza della visione come in un labirinto di luci e colori, mentre gli occhi si imbevono, inquadratura dopo inquadratura, di una realtà caotica e ridondante. Ci si potrebbe fermare ore solo a spulciare i singoli frames, nel tentativo di ricostruire la bizzarra flora e fauna che adornano questo fantastico mondo. Come in un cortocircuito metanarrativo, il film si dipana attraverso universi da sogno, resi grazie ad una bellissima fotografia che occhieMars e Avrilggia alla graphic novel (riprendendo fedelmente l’opera omonima illustrata dello stesso regista) e sa dosare con sapienza gli ottimi effetti speciali creati ad hoc dal celebre Carlos Monzon di Avatar, tirato in causa per creare i bellissimi ambienti ibridi tra un universo liquido e gassoso. La storia, seppur con qualche ricaduta adolescenziale (senza per latro nascondere il target di pubblico a cui aspira) finisce per essere molto più complessa di come appaia, un’opera transmediale che tira in ballo le teorie cosmologiche di Keplero, l’armonia musicale dell’universo e una sana dose di filosofia orientale riguardo al ruolo della simbiosi dell’anima., senza disdegnare nemmeno un simpatico riferimento alle teorie cospirative dei viaggi spaziali (qui riguardati Marte, come in un futuristico Capricorn One). Molti sono i riferimenti al cinema delle origini, primo fra tutti al grande Geroge Meliés, padre del cinema di finzione e primo grande visionario, a metà fra un regista ed un illusionista. Ed in effetti il film pare essere un inno all’immaginazione e alla fantasia, così come dimostrano gli strabi ed affascinati strumenti musicali di forme umane che vengono suonati da Jacob, modellati sulla base di modelle che prestano il loro corpo come fosse una cassa armonica. Il cast comprende alcuni nomi per di più sconosciti al grande pubblico, ma ben rodati nel circuito di nicchia, come quello di Jaques Languirand, celebre scrittore e commediografo canadese qui prestato ai panni del timido Obus, per non parlare di Paul Ahmarani, famoso caratterista che qui impersona il futuristico nerd Artur, personaggio ambiguo e inafferrabile (così come d’altronde tutti i personaggi appaiono dotati di una psicologia muntevelo ed appena abbozzata, impenetrabile e disorientante). Il volto forse più noto è sicuramente quello di Caroline Dhavernas (la dottoressa Lily Brenner della serie Off the Map), qui chiamata ad impersonare la romantica e camaleontica Avril, ragazza fragile e capace di un amore immenso, tanto da non poter essere contenuto in una sola persona. La grande prova a cui Villeneuve viene chiamato ha dell’incredibile: girare un film progettato per un budget di 30 milioni di dollari con meno della metà dei fondi disponibili, impiegando più di sette anni per realizzare un progetto che definire visionario è dir poco. Un’opera fortemente stratificata, ricca di suggestioni e di livelli interpretativi che possono essere apprezzati visione dopo visione, come il piacere che prova un bambino nel rileggere di nuovo il suo libro preferito o nel guardare più a fondo un magnifico disegno.

Mars Attacks!: tutte le curiosità sul film di Tim Burton

Mars Attacks!: tutte le curiosità sul film di Tim Burton

Il regista Tim Burton è oggi celebrato per i suoi racconti dark, vere e proprie fiabe gotiche dove prendono vita personaggi emarginati, dimenticati dalla società eppure provvisti di un cuore grande e gentile. Diversi sono però anche i casi in cui, a modo suo, Burton si è dedicato ad opere parzialmente differenti e uno dei casi più esemplari è quello di Mars Attacks!. Uscito al cinema nel 1996, il film è un omaggio esplicito a tutte quelle pellicole di fantascienza degli anni Cinquanta, soprattutto per i B Movie dell’epoca. Con questo lungometraggio, anche Burton dà dunque vita alla propria personalissima invasione della terra da parte degli extraterrestri.

Il film è largamente basato sugli effetti speciali (curati dalla Industrial Light & Magic, fondata da George Lucas per Star Wars). Inizialmente i marziani dovevano essere animati con la tecnica della stop motion, di gran lunga prediletta da Burton, ma la produzione decise per la computer grafica, che in quegli anni era divenuta sempre più popolare dopo il successo di Jurassic Park. Al di là degli effetti speciali, Burton usò la storia scritta da Jonathan Gems non solo per dar vita ad innumerevoli omaggi dei suoi film di fantascienza preferiti, ma anche per mettere alla berlina l’umanità, dando dunque vita ad una vera e propria commedia nera, ricca di satira, cinismo ed elementi grotteschi.

Costato 70 milioni di dollari, Mars Attacks! fu un cocente insuccesso, oscurato in particolare da un concorrente come Independence Day. Negli anni, tuttavia, è stato rivalutato da critica e pubblico, ed è oggi considerato un vero e proprio cult. Per gli amanti del cinema di Burton, si tratta dunque di un titolo da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mars Attacks!: la trama del film

Il film ha inizio con Stati Uniti d’America che vengono invasi da UFO alieni provenienti da Marte. Il Presidente James Dale è certo di poter trovare un accordo con gli extra-terrestri e l’evento è seguito con partecipazione da diversi personaggi, la cui vita sarà stravolta dagli effetti più o meno diretti dell’invasione. Tra loro c’è il giovane fornaio Richie Norris, un ragazzo molto sfortunato in amore e ossessionato dal paragone con suo fratello Billy Glenn. Anche i telecronisti Jason Stone e Nathalie Lake seguono la vicenda, poiché certi di poter diventare famosi grazie agli invasori partecipando all’incontro organizzato in Nevada. Tutto prende però una piega drammatica quando il presidente ordina di liberare una colomba in segno di pace davanti ai marziani.

Questi travisano il gesto, interpretandolo come una dichiarazione di guerra, e si scagliano contro la folla con i loro tecnologici raggi laser. Nel disperato tentativo di rimediare al fraintendimento, il presidente chiede al professor Donald Kessler di inviare un messaggio di pace tramite il suo traduttore universale ma i marziani non sembrano aver intenzione di risparmiare gli umani. Mentre gli invasori riescono a far infiltrare un loro agente nella Casa Bianca e Billy compie un gesto estremo per salvare la sua famiglia, Richie chiede consiglio alla nonna Florence che, in maniera del tutto casuale, scova il punto debole degli alieni.

Mars Attacks! cast

Mars Attacks!: il cast e gli alieni del film

Uno dei motivi per cui Mars Attacks! è noto è il cast all star di attori che vi hanno recitato, il più dei quali ricoprono qui ruoli per loro inediti. Si parte con Jack Nicholson, il quale ricopre qui il ruolo del presidente Dale e di Art Land. L’attore accettò di partecipare senza neanche voler prima leggere la sceneggiatura, memora della bellissima esperienza avuta con Burton sul set di Batman. Glenn Close interpreta Marsha Dale, moglie del presidente, mentre Annette Bening è Barbara Land, moglie di Art. Una giovanissima Natalie Portman interpreta Taffy Dale, la figlia del presidente. Michael J. Fox e Sarah Jessica Parker interpretano i telecronisti Jason Stone e Nathalie Lake, mentre Danny De Vito è un giocatore d’azzardo.

I fratelli Richie e Billy Norris sono invece interpretati da Lukas Haas e Jack Black. È poi presente Pierce Brosnan nei panni del Professore Donald Kessler, mentre completano il cast il cantante Tom Jones nei panni di sé stesso e gli attori Jim Brown e Pam Grier nei panni dei coniugi Byron Williams e Louise Williams. L’attrice Sylvia Sidney, qui al suo ultimo ruolo prima della scomparsa avvenuta nel 1999, recita nei panni della Nonna Florence. Per quanto riguarda gli alieni, come noto, la loro fisionomia degli alieni è basata su una vecchia celebre serie di figurine, in omaggio con un tipo di caramelle in voga negli anni sessanta

Mars Attacks!: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Mars Attacks! grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 ottobre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Marry Me – Sposami: Jennifer Lopez in un contenuto speciale

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Impreziosito da brani inediti di Jennifer Lopez eseguiti in coppia con Maluma, star della musica latina conosciuta a livello mondiale,Marry Me – Sposami” annovera nel cast proprio Jennifer Lopez, che interpreta la parte della superstar Kat Valdez, e Owen Wilson nel ruolo di Charlie Gilbert, un insegnante di matematica due estranei che decidono di sposarsi prima e di conoscersi meglio poi.

Un’ improbabile storia d’amore che parla di due persone diverse alla ricerca di qualcosa di vero in un mondo dove il valore di ciascuno è dettato dalla quantità di “mi piace” e numero di follower, Marry Me – Sposami” è una commedia romantica moderna su celebrità, matrimonio e social media.

Marry Me – Sposami, il trailer della nuova commedia romantica con Jennifer Lopez

Kat Valdez (Lopez) fa parte della power couple più sexy al mondo assieme alla nuova stella della musica Bastian (interpretato da Maluma, al suo debutto cinematografico). Mentre la hit eseguita da Kat e Bastian, intitolata “Marry Me”, sale inesorabile in vetta alle classifiche, i due stanno per unirsi in matrimonio dinnanzi ad una folla di fan, in una cerimonia che verrà trasmessa contemporaneamente su più piattaforme.

Docente di matematica al liceo, il divorziato Charlie Gilbert (Owen Wilson) viene trascinato al concerto dei due cantanti da sua figlia Lou (Chloe Coleman, già nel cast della serie HBO “Big Little Lies Piccole grandi bugie”) e dalla sua migliore amica (Sarah Silverman). Quando Kat, a pochi secondi dall’inizio della cerimonia, scopre che Bastian l’ha tradita con la sua assistente, la sua vita prende una piega imprevista e, mentre ha un tracollo sul palco, comincia a mettere in discussione amore, verità e fedeltà. Mentre il suo mondo ovattato va lentamente in pezzi, dal palco fissa lo sguardo su uno sconosciuto un viso tra la folla.

Se quello che conosci ti delude, magari la risposta è in ciò che non conosci, e quindi, in un momento di follia, Kat decide di sposare Charlie. Ciò che inizia da una reazione impulsiva si trasforma in una storia d’amore inaspettata. Ma mentre alcuni cospirano affinché i due si separino, la domanda di tutti è: due persone provenienti da universi così diversi possono appianare le differenze e crearsi un posto unico nel mondo al quale appartenere?

“Marry Me Sposami” è diretto da Kat Coiro (regista della serie “C’è sempre il sole a Philadelphia” trasmessa da Fox e della serie targata Netflix “Amiche per la morte Dead to Me”), la sceneggiatura è di John Rogers (autore di “The Librarians”, trasmessa da TNT) e Tami Sagher (autrice di “30 Rock”, NBC) e Harper Dill (autrice della serie “The Mick”, Fox) ed è basata sul romanzo di Bobby Crosby. Il film è prodotto da Elaine Goldsmith Thomas (che ha già prodotto “Le ragazze di Wall Street Business Is Business” e “Un amore a 5 stelle”), Jennifer Lopez, Benny Medina (produttore di “Le ragazze di Wall Street Business Is Business”, e di “Willy, il principe di Bel Air”, NBC) e John Rogers. I produttori esecutivi della pellicola sono Alex Brown, Willie Mercer, Pamela Thur e J.B. Roberts.

Marry me – Sposami: recensione del film con Jennifer Lopez

Marry me – Sposami: recensione del film con Jennifer Lopez

Marry me – Sposami è il nuovo film della newyorkese Kat Coiro, con protagonisti Jennifer Lopez e Owen Wilson. La regista ha all’attivo sei episodi di She Hulk d’imminente uscita su Disney+, le puntate pilota (e non solo) di diverse serie tv, tra cui Modern Family e Shameless, e tre lungometraggi presentati per tre anni di fila al Tribeca Film Festival: di questi, And while we are here del 2012, girato interamente a Ischia. Una carriera piuttosto prolifica, dunque, e per lo più orientata verso storie sentimentali o, comunque, dove senza dubbio l’emotività la fa da padrone, in maniera più o meno gestita.

Marry me – Sposami, la trama

Marry me – Sposami è tratto da un romanzo a fumetti dello scrittore Bobby Crosby, che l’aveva pubblicato la bellezza di quindici anni fa e che già poco tempo dopo sembra che avesse ricevuto fior di proposte per una trasposizione su grande schermo. Perché, a volerla dire tutta, la graphic novel si prestava perfettamente alla traduzione in immagini filmiche, per un motivo ben preciso. Proprio secondo le parole del suo stesso creatore, infatti, Marry me è fortemente influenzato da quella dolcezza di film diretto nel 1999 dal compianto Roger Michel: Notting Hill. E non ci vuole gran sforzo per scorgerlo dalla trama e, forse, solo da quella.

Kat Valdez (Jennifer Lopez) e Bastian (il cantante colombiano Maluma al suo debutto cinematografico) sono una delle coppie di cantanti più famose del mondo: belli, glamour, tamarri al punto giusto, ricchi sfondati, e che hanno deciso di sposarsi in diretta planetaria durante un loro concerto sulle note della loro hit Marry me. Se non che, proprio pochi attimi prima della performance nuziale, la povera e indiamantata Kat scopre che Bastian l’ha tradita tramite un video pubblicato in quell’istante su un social network.

Così inizia l’avvincente – e molto prevedibile – rivoluzione nella vita della protagonista perché, proprio in quel momento, ritta in piedi con un abito carico di tessuti dorati e gemme luccicanti, decide di sposare uno del pubblico (Owen Wilson) che stringe in mano un cartello con scritto “marry me”, appunto. Quel qualcuno è niente meno che un professore di matematica, divorziato, con una figlioletta dodicenne distaccata, fragile ma, all’occorrenza, matura e consapevole di ciò che muove l’animo umano.

Un monumento a Jennifer Lopez

Marry me – Sposami, prodotto, tra gli altri, dalla stessa Jennifer Lopez, tenta di essere una rom-com con accenni di saggezza e riflessioni sull’amore e la vita di coppia, ma scivola di continuo o, ad essere precisi, segue con una rigidità maniacale ciò che probabilmente sarà sul serio una giornata tipo della cantante latina. La scrittura stessa dei personaggi e delle loro interazioni è sviluppata con superficialità, in maniera sbrigativa, per portare a casa, più che altro, un massiccio carico di sex appeal – per quanto indiscusso, per carità.

Il professor Charlie Gilbert (Owen Wilson) accetta di buon grado ogni mossa di tutti i personaggi femminili che gli ruotano attorno con accondiscendenza, anche quando tenta di contrastarli verbalmente. Ciò che sicuramente funziona, se non altro, è la leggerezza unita alla totale assenza d’impegno con cui vengono affrontati i vari sviluppi della storia e annessi ragionamenti dei personaggi. Il vero problema, però, è che le implicazioni a monte raccontano faccende ben più gravose che la vita ha loro imposto, e che quindi li fanno sembrare degli adolescenti superficiali, se non ridicoli.

Il tema di fondo è chiaramente spinto sulla fantasia di una vita lontana dai riflettori e da internet, sommata alla possibilità di integrarla con lo stile tecnologicamente preistorico del professor Gilbert, ma non attecchisce, risulta forzato. E alla fine è soprattutto la maturità professionale della Lopez ad invadere poderosamente il campo, quasi a voler raccontare un po’ a se stessa stralci della sua vita reale. Ma gettando ombra su tutto, anche sulla credibilità del racconto.

Marry Me – Sposami: Jennifer Lopez al cinema dal 10 febbraio

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Marry Me – Sposami: Jennifer Lopez al cinema dal 10 febbraio

Impreziosito da brani inediti di Jennifer Lopez eseguiti in coppia con Maluma, star della musica latina conosciuta a livello mondiale,Marry Me – Sposami” annovera nel cast proprio Jennifer Lopez, che interpreta la parte della superstar Kat Valdez, e Owen Wilson nel ruolo di Charlie Gilbert, un insegnante di matematica due estranei che decidono di sposarsi prima e di conoscersi meglio poi.

Un’ improbabile storia d’amore che parla di due persone diverse alla ricerca di qualcosa di vero in un mondo dove il valore di ciascuno è dettato dalla quantità di “mi piace” e numero di follower, Marry Me – Sposami” è una commedia romantica moderna su celebrità, matrimonio e social media.

Marry Me – Sposami, il trailer della nuova commedia romantica con Jennifer Lopez

Kat Valdez (Lopez) fa parte della power couple più sexy al mondo assieme alla nuova stella della musica Bastian (interpretato da Maluma, al suo debutto cinematografico). Mentre la hit eseguita da Kat e Bastian, intitolata “Marry Me”, sale inesorabile in vetta alle classifiche, i due stanno per unirsi in matrimonio dinnanzi ad una folla di fan, in una cerimonia che verrà trasmessa contemporaneamente su più piattaforme.

Docente di matematica al liceo, il divorziato Charlie Gilbert (Owen Wilson) viene trascinato al concerto dei due cantanti da sua figlia Lou (Chloe Coleman, già nel cast della serie HBO “Big Little Lies Piccole grandi bugie”) e dalla sua migliore amica (Sarah Silverman). Quando Kat, a pochi secondi dall’inizio della cerimonia, scopre che Bastian l’ha tradita con la sua assistente, la sua vita prende una piega imprevista e, mentre ha un tracollo sul palco, comincia a mettere in discussione amore, verità e fedeltà. Mentre il suo mondo ovattato va lentamente in pezzi, dal palco fissa lo sguardo su uno sconosciuto un viso tra la folla.

Se quello che conosci ti delude, magari la risposta è in ciò che non conosci, e quindi, in un momento di follia, Kat decide di sposare Charlie. Ciò che inizia da una reazione impulsiva si trasforma in una storia d’amore inaspettata. Ma mentre alcuni cospirano affinché i due si separino, la domanda di tutti è: due persone provenienti da universi così diversi possono appianare le differenze e crearsi un posto unico nel mondo al quale appartenere?

“Marry Me Sposami” è diretto da Kat Coiro (regista della serie “C’è sempre il sole a Philadelphia” trasmessa da Fox e della serie targata Netflix “Amiche per la morte Dead to Me”), la sceneggiatura è di John Rogers (autore di “The Librarians”, trasmessa da TNT) e Tami Sagher (autrice di “30 Rock”, NBC) e Harper Dill (autrice della serie “The Mick”, Fox) ed è basata sul romanzo di Bobby Crosby. Il film è prodotto da Elaine Goldsmith Thomas (che ha già prodotto “Le ragazze di Wall Street Business Is Business” e “Un amore a 5 stelle”), Jennifer Lopez, Benny Medina (produttore di “Le ragazze di Wall Street Business Is Business”, e di “Willy, il principe di Bel Air”, NBC) e John Rogers. I produttori esecutivi della pellicola sono Alex Brown, Willie Mercer, Pamela Thur e J.B. Roberts.

Marry Me – Sposami: dal cast alle canzoni, tutto quello che c’è da sapere sul film

Nota come una delle celebrità più poliedriche del panorama statunitense, Jennifer Lopez è stata anche protagonista di film di vario genere e di buon successo. Tra questi si annoverano titoli come Le ragazza di Wall Street, Ricomincio da me, Il ragazzo della porta accanto e Shall We Dance?. Dopo di questi, nel 2022, è arrivato Marry Me – Sposami (qui la recensione), commedia romantica ricca di musica diretta da Kat Coiro (regista poi fattasi notare anche con la serie Marvel She-Hulk: Attorney at Law). In questo film la Lopez ha dunque modo di cimentarsi non solo come attrice ma anche come cantante.

 Il film è liberamente basato sulla serie di fumetti e graphic novel Keenspot di Bobby Crosby e Remy “Eisu” Mokhtar. Al di là dell’idea di una pop star che sposa spontaneamente un insegnante che non ha mai conosciuto, i personaggi e le situazioni sono però molto diversi e sono stati riadattati affinché potessero essere più adeguatamente interpretati dalla Lopez e dal suo co-protagonista Owen Wilson. Lopez, in particolare, ha anche prodotto il film è si attivamente dedicata alla scelta dei costumi del suo personaggio (il suo abito da sposa pesava circa 95 chili e ha procurato all’attrice una lesione all’anca).

Al di là di queste piccole curiosità, è questo un film che piacerà agli appassionati del genere, che possono qui ritrovare non solo originali alternative ai classici canoni delle rom-com ma anche tanti piacevoli e orecchiabili brani cantati dalla Lopez e da celebre Maluma. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Marry Me – Sposami. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle canzoni della colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Marry Me - Sposami trama film

La trama e il cast di Marry Me – Sposami

Kat Valdez è una famosa cantante che sta per convolare a nozze con il fidanzato rockstar Bastian, con una cerimonia pubblica. Poco prima di questa, però, Kat scopre di essere stata tradita e per ripicca decide comunque di sposarsi, scegliendo, però, un uomo a caso tra il pubblico. La scelta ricade su Charlie Gilbert, un divorziato e timido insegnante di matematica, che si trova lì solo perché ha accompagnato sua figlia Lou. I due si ritrovano così da perfetti sconosciuti ad essere improvvisamente marito e moglie, chiamati a cercare di far funzionare ciò che è nato come un atto istintivo.

Ad interpretare la cantante Kat vi è Jennifer Lopez, che di recente è stata protagonista anche di Un matrimonio esplosivo (2023) e The Mother (2023). Accanto a lei, nel ruolo del neo-marito Charlie si ritrova invece il celebre attore Owen Wilson, noto per film come 2 single a nozze e Zoolander. Il cantante colombiano Maluma interpreta invece Bastian, l’iniziale compagno di Kat, mentre Chloe Coleman è Lou, figlia di Charlie. Recitano poi nel film Sarah Silverman nel ruolo di Parker Debbs, amica di Charlie, e John Bradley in quelli di Colin.

Le canzoni presenti nel film

Marry Me – Sposami è pieno di musica che diventa parte della narrazione. La maggior parte della colonna sonora del film è infatti costituita da canzoni eseguite da Lopez e Maluma per il film, compresa la title track. Nonostante avesse già recitato in film in cui aveva a che fare con il canto, Marry Me – Sposami è il primo film in cui Jennifer Lopez canta canzoni dal vivo usando la sua stessa voce. Innanzitutto, il brano portante del film non può che essere “Marry Me”, cantata da Kat e Bastian. Viene suonata per tutto l’inizio del film per dimostrare la sua popolarità.

Il brano che viene eseguito durante i preparativi per il matrimonio è invece “Pa Ti (For You)”, sempre di Jennifer Lopez & Maluma. Segue poi “Church”, cantata durante il concerto di nozze di Kat e Bastian e che vede Kat esibirsi subito prima di lasciare il palco per cambiarsi con l’abito da sposa. Il testo della canzone paragona l’amore alla sensazione di essere in paradiso. “1 en 1 Millón” di Maluma, è il brano che Bastian la canta durante il concerto di nozze di lui e Kat, dopo che lei ha lasciato il palco per prepararsi alle promesse.

Marry Me - Sposami canzoni

Love of My Life” è invece il brano che Kat canta durante il montaggio della prima conversazione tra lei e Charlie senza telecamere, assistenti e social media. È la prima volta che sono veramente soli e si conoscono. Vi è poi “Perfect Combination” di Hael, canzone che si può ascoltare mentre Kat e Charlie sono al loro primo “appuntamento” in una pista da bowling. “Just Got Paid” di Ella Eyre & Meghan Trainor ft. French Montana è invece la canzone che suona quando Kat visita il club di matematica della scuola media di Charlie.

Swing” di PMGRNT è la canzone che si sente durante il ballo scolastico, poco prima che Kat salga sul palco per cantare la sua nuova canzone.,“After Love (Part 1)”, eseguita dalla Lopez. “If I Ever Were to Leave You” di Robert Goulet è invece la canzone che Charlie mette dopo il ballo in quanto è una delle sue preferite. La canzone diventa anche il primo brano che Charlie e Kat ballano insieme. “Marry Me – Ballad” è invece la versione ballata di “Marry Me” è cantata in duetto da Kat e Bastian.

Altri brani presenti nel film sono “Segundo”, canzone che parla di seconde possibilità cantata da Maluma, lasciando intendere che lui e Kat ne avranno una, mentre “On My Way” di Jennifer Lopez è la canzone che Kat non riusciva a finire, fino a quando Charlie non l’ha lasciata e lei ha trovato l’ispirazione per farlo. La canzone viene completata e viene riprodotta su un montaggio che mostra come sia lei che Charlie stiano cercando di andare avanti. Infine, “Nobody’s Watching”, sempre di Jennifer Lopez, è la canzone finale di Marry Me – Sposami e suona sui titoli di coda.

Il trailer di Marry Me – Sposami e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Marry Me – Sposami grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TVGoogle PlayInfinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 25 maggio alle ore 21:20 su Canale 5.

Marry Me – Sposami, il trailer della nuova commedia romantica con Jennifer Lopez

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Impreziosito da brani inediti di Jennifer Lopez eseguiti in coppia con Maluma, star della musica latina conosciuta a livello mondiale, Marry Me Sposami annovera nel cast proprio Jennifer Lopez, che interpreta la parte della superstar Kat Valdez, e Owen Wilson nel ruolo di Charlie Gilbert, un insegnante di matematica due estranei che decidono di sposarsi prima e di conoscersi meglio poi.

Un’ improbabile storia d’amore che parla di due persone diverse alla ricerca di qualcosa di vero in un mondo dove il valore di ciascuno è dettato dalla quantità di “mi piace” e numero di follower, Marry Me Sposami è una commedia romantica moderna su celebrità, matrimonio e social media.

La trama di Marry Me Sposami

Kat Valdez (Lopez) fa parte della power couple più sexy al mondo assieme alla nuova stella della musica Bastian (interpretato da Maluma, al suo debutto cinematografico). Mentre la hit eseguitada Kat e Bastian, intitolata “Marry Me”, sale inesorabile in vetta alle classifiche, i due stanno per unirsi in matrimonio dinnanzi ad una folla di fan, in una cerimonia che verrà trasmessa contemporaneamente su più piattaforme.

Docente di matematica al liceo, il divorziato Charlie Gilbert (Owen Wilson) viene trascinato al concerto dei due cantanti da sua figlia Lou (Chloe Coleman, già nel cast della serie HBO “Big Little Lies Piccole grandi bugie”) e dalla sua migliore amica (Sarah Silverman). Quando Kat, a pochi secondi dall’inizio della cerimonia, scopre che Bastian l’ha tradita con la sua assistente, la sua vita prende una piega imprevista e, mentre ha un tracollo sul palco, comincia a mettere in discussione amore, verità e fedeltà. Mentre il suo mondo ovattato va lentamente in pezzi, dal palco fissa lo sguardo su uno sconosciuto un viso tra la folla.

Se quello che conosci ti delude, magari la risposta è in ciò che non conosci, e quindi, in un momento di follia, Kat decide di sposare Charlie. Ciò che inizia da una reazione impulsiva si trasforma in una storia d’amore inaspettata. Ma mentre alcuni cospirano affinché i due si separino, la domanda di tutti è: due persone provenienti da universi così diversi possono appianare le differenze e crearsi un posto unico nel mondo al quale appartenere?

Marry Me Sposami è diretto da Kat Coiro (regista della serie “C’è sempre il sole a Philadelphia” trasmessa da Foxe della serie targata Netflix “Amiche per la morte Dead to Me”), la sceneggiatura è di John Rogers (autore di “The Librarians”, trasmessa da TNT) e Tami Sagher (autrice di “30 Rock”, NBC) e Harper Dill (autrice della serie “The Mick”, Fox) ed è basata sul romanzo di Bobby Crosby. Il film è prodotto da Elaine Goldsmith Thomas (che ha già prodotto “Le ragazze di Wall Street Business Is Business” e “Un amore a 5 stelle”), Jennifer Lopez, Benny Medina (produttore di “Le ragazze di Wall Street Business Is Business”, e di “Willy, il principe di Bel Air”, NBC) e John Rogers. I produttori esecutivi della pellicola sono Alex Brown, Willie Mercer, Pamela Thur e J.B. Roberts.

Married 1×02: anticipazioni e promo

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Si intitolerà The Shower, Married 1×02, il secondo episodio della serie televisiva targata Fox.

Married 1×02In Married 1×02,  AJ e Jess stringeranno un’improbabile alleanza e grazie alle loro azioni combinate, la serata romantica di Russ e Lina lontano dai figli e da dedicare solo a loro viene totalmente rovinata ed i due si ritroveranno a vivere una notte che riserverà loro parecchie sorprese e non tutte saranno particolarmente piacevoli e gradite.

Married 1×01: anticipazioni e promo

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Debutta la nuova serie Married 1×01, il nuovo show targato Fox

Married 1×01In Married 1×01 conosceremo Russ e Lina Bowman, una coppia che sta insieme da molto tempo e che litiga molto spesso per le questioni più disparate, ma grazie ad un gruppo di amici particolarmente bizzarri, riescono sempre a ricordare i motivi che li hanno fatti innamorare l’uno dell’altra; nel frattempo, Russ conoscerà un’estetista, con la quale instaurerà una relazione particolarmente inappropriata che non renderà felice Lina.

Marriage Story: due teaser trailer del nuovo film di Noah Baumbach

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Sono online i primi due teaser trailer di Marriage Story, il nuovo film scritto e diretto da Noah Baumbach (Frances Ha, Mistress America, Il calamaro e la balena) che sarà presentato in anteprima e in concorso alla 76ma Mostra del Cinema di Venezia.

Protagonisti della pellicola, disponibile su Netflix in autunno, Adam Driver (che aveva già collaborato con Baumbach in Giovani si diventa) e Scarlett Johansson. Nel cast figurano anche Laura Dern, Alan Alda e Ray Liotta.

MARRIAGE STORY è una storia d’amore che si rivela proprio durante la sua crisi” scrive il regista in una nota ufficiale. “Con questi due trailer volevo mostrare la relazione attraverso gli occhi di entrambi i personaggi. In ogni storia ci sono molti aspetti e il film abbraccia questi diversi punti di vista al fine di trovare la verità condivisa”.

Marnie di Alfred Hitchcock in edizione blu-ray

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marnieIn occasione del 50° Anniversario dell’uscita nelle sale di Marnie, il thriller psicologico di Alfred Hitchcock con Tippi Hedren e Sean Connery, Universal Pictures Italia è lieta di annunciare l’uscita di un’edizione speciale Blu-ray del film.

Sempre dal 18 giugno saranno disponibili per la prima volta singolarmente in Blu-ray altri tre capolavori del Maestro del Brivdo: L’Uomo che Sapeva Troppo, Nodo alla Gola, Topaz.

Marnie, basato sul romanzo di Winston Graham e sceneggiato da Jay Presson Allen, è uno dei film più psicanalitici di Alfred Hitchcock e coniuga la fascinazione per la psiche umana con il romanticismo e la suspense. Per interpretare il personaggio della protagonista Marnie, una cleptomane psicologicamente fragile e dalla bellezza algida, il regista corteggiò a lungo la principessa di Monaco Grace Kelly, la quale però dovette rifiutare proprio in virtù del suo ruolo istituzionale. La scelta di Hitchcock ricadde, dunque, su Tippi Hedren già protagonista de Gli Uccelli.

Sinossi

L’industriale Mark Rutland sposa Marnie, una ragazza affetta da cleptomania e dalla personalità complessa a causa di un trauma radicato nel suo subconscio. Mark cerca in tutti i modi di ricucire lo strappo psicologico che ha così tanto segnato la moglie e decide così di recarsi con lei a casa della madre per trovare la spiegazione del suo strano comportamento.

Info Tecniche

Inglese DTS-HD Master Audio 2.0; Italiano, Francese, Spagnolo, Tedesco, Giapponese, Portoghese, Spagnolo Latino Americano DTS Digital Surround 2.0 con sottotitoli in Inglese n/u, Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo, Giapponese, Brasiliano, Danese, Olandese, Finlandese, Spagnolo Latino Americano, Norvegese, Russo, Svedese.

 Contenuti Extra

Documentario, Foto di Scena, Trailer.

Prezzo consigliato al pubblico: 12,99 €

Marlowe, recensione del film di Neil Jordan

Marlowe, recensione del film di Neil Jordan

Ha il sapore di un film arrivato fuori tempo massimo, quest’ultimo, Marlowe, del sempre amato Neil Jordan. E forse proprio per questo non si riesce a non volergli bene. Fin dalle prime scene, l’idea portante di Marlowe sembra essere quella di un gruppo di artisti che si sono uniti, decisi a creare qualcosa che piacesse prima di tutto a loro, un prodotto con un sapore retrò che abbracciasse un modo passato di intendere storia, personaggi e messa in scena.

Ed ecco allora che già partendo dalla sceneggiatura firmata dallo stesso Jordan insieme a William Monahan – si tratta dell’adattamento del romanzo the Black-Eyed Blonde: A Philip Marlowe Novel scritto da Benjamin Black – si capisce chiaramente quanto questo noir sia un qualcosa che non appartiene al cinema contemporaneo, che vuole rendere omaggio non soltanto al personaggio creato dal genio letterario di Raymond Chandler ma anche a quella stagione cinematografica che lo rese celeberrimo.

Marlowe, un omaggio revisionista

Certo, ci sono evidenti strizzate d’occhio al revisionismo degli anni ‘70 – ad esempio si trovano sparsi nel film almeno un paio di riferimenti espliciti a un altro capolavoro quale Chinatown di Roman Polanski – ma l’anima di Marlowe appartiene in tutto e per tutto agli anni ‘40, a quel mondo in cui il detective privato pur col suo cinismo manteneva comunque intatto il suo codice morale che ne faceva un eroe capace di battersi contro la decadenza di una società allo sbando.

Sotto questo punto di vista perfetto si rivela immediatamente Liam Neeson nel ruolo principale, un attore che si compiace in maniera evidente nel riabbracciare il lato umano, addirittura malinconico di questo tipo di ruolo. Col suo sguardo pacato, il tono della voce profondo e sussurrato, un linguaggio del corpo che sottolinea la fatica psicologica ed emotiva del suo lavoro, Neeson si trasforma in un Marlowe gentile, magari un po’ stanco ma comunque implacabile nel voler portare a termine il suo incarico. In un paio di momenti poi Jordan riesce a farci arrivare tutto il dramma, il dolore di un uomo che assiste impotente ad atti criminosi capaci di ferire la sua anima.

Il cast asseconda l’anima del film

Accanto a lui un cast che comprende benissimo e asseconda con classe l’anima del film: Diane Kruger e Jessica Lange lavorano con efficacia ai rispettivi ruoli di figlia e madre che sono troppo simili per non detestarsi. Il vero valore aggiunto di marlowe sono però i caratteristi a supporto, un gruppo di attori britannici “rispolverati” da Jordan per aiutarlo e divertirsi insieme e lui.

Nelle scene in cui recitano insieme a Neeson Ian Hart, Colm Meaney e soprattutto un istrionico Alan Cumming elevano questo noir calandosi perfettamente nei rispettivi ruoli. A completare l’equazione di un lungometraggio in fin dei conti riuscito ci pensa poi Neil Jordan, il quale certamente non possiede più la vena creativa degli anni ‘80 e soprattutto ‘90, ma con altrettanta certezza sa ancora come si gira un film, e riesce a comporre alcune scene di sicuro impatto estetico e densità emotiva. Un bell’aiuto arriva anche dal direttore della fotografia Xavi Giménez, intelligente ad operare alcune dominanti cromatiche per definire spazi e ambientazioni in sintonia con l’evoluzione narrativa della storia.

Marlowe è il tipo di film che ci sentiamo di consigliarvi se avete voglia di fare un tuffo nel passato in maniera intelligente ed elegante. Chia ancora oggi ricorda con affetto il detective privato interpretato tra gli altri da Humphrey Bogart (Il grande sonno) o Elliott Gould (Il lungo addio), non rimarrà deluso dalla nuova versione che Neil Jordan e Liam Neeson ne propongono.

Se invece il noir classico non fa per voi e cercate un tipo di intrattenimento maggiormente “contemporaneo”, allora questo lungometraggio può rappresentare un qualcosa di vetusto e noioso. A noi ha divertito, pur con tutte le sue imperfezioni. E una volta tanto vedere un film di genere in cui non ci sono eroi che fanno stragi di cattivi, o effetti speciali strabordanti che producono spettacolo inutile per la storia, è un discreto toccasana…

Marlon Brando: 11 anni dalla morte, il video del primo provino

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Marlon Brando: 11 anni dalla morte, il video del primo provino

Undici anni fa moriva Marlon Brando, attore versatile, affascinante, dotato di grande talento e metodo, icona hollywoodiana. Di seguito vi mostriamo il suo primo provino, che sostenne nel 1947 per Gioventù Bruciata. Brando rifiutò il ruolo che invece consegnò James Dean all’immortalità e esordì poi con Uomini conosciuto anche come Il mio corpo ti appartiene. Per prepararsi al ruolo di un paraplegico reduce dalla seconda guerra mondiale Marlon rimase un mese in un letto d’ospedale.

Aveva già brillato a teatro con Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams, ma la trasposizione cinematografica della piece lo proiettò definitivamente, e per sempre, nell’Olimpo di Hollywood.

Ecco il video:

https://www.youtube.com/watch?v=j2lRdkNGDcY

Fonte

Marlon Brando: 10 cose che non sai sull’attore

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Marlon Brando: 10 cose che non sai sull’attore

Marlon Brando è uno degli attori che ha fatto la storia del cinema. Conosciuto per il suo carattere ribelle, grande difensore dei nativi americani, Brando ha dato vita a ruoli cinematografici indimenticabili, sia in gioventù che in vecchiaia. Ancora oggi è uno degli attori più intensi che si siano mai visti sul grande schermo o sul palcoscenico.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Marlon Brando.

Marlon Brando: film

1. Ha recitato in capolavori del cinema. Brando debutta sul grande schermo in Il mio corpo di appartiene (1950), per poi recitare in Un tram che si chiama Desiderio (1951), Viva Zapata! (1952), Giulio Cesare (1953), Il selvaggio (1953) e Fronte del porto (1954), con cui si consacra. Successivamente reciterà in celebri film come Bulli e pupe (1955), Pelle di serpente (1960), Gli ammutinati del Bounty (1962) e La contessa di Hong Kong (1967). Dopo un periodo di stallo, torna poi alla ribalta grazie a film come Il padrino (1972), con Al Pacino, Ultimo tango a Parigi (1972), Superman (1978), e Apocalypse Now (1979). Tra i suoi ultimi film si annoverano Don Juan De Marco – Maestro d’amore (1995), Il coraggioso (1997), di Johnny Depp, e The Score (2001), con Robert De Niro.

2. Ha diretto anche un suo film. Oltre ad essere uno dei più importanti attori di sempre, Brando decise in un’occasione di cimentarsi anche con la regia. Nel 1961, infatti, debutto dietro la macchina da presa con I due volti della vendetta, il cui titolo originale è One-Eyed Jack. Si tratta di un western che vede Brando anche come principale protagonista, il quale era anche il detentore dei diritti del romanzo dal quale il film è tratto, The Authentic Death of Hendry Jones di Charles Neider. Originariamente, secondo alcune fonti, alla regia doveva esserci uno tra Stanley Kubrick e Sam Peckinpah, ma non essendo soddisfatto di loro Brando decise di dirigerlo egli stesso.

3. Ha vinto due Oscar. Naturalmente Brando è anche uno degli attori più premiati della storia. Egli vanta infatti ben 6 Golden Globe e tre Bafta Awards a fronte di diverse altre nomination ricevute ai due premi. In particolare, però, Brando è stato nominato per ben 8 volte al premio Oscar, vincendolo in due occasioni per i film Fronte del porto e Il padrino. Gli altri film per cui ha ricevuto una nomination sono Un tram che si chiama Desiderio, Viva Zapata!, Giulio Cesare, Sayonara, Ultimo Tango a Parigi e Un’arida stagione bianca.

marlon brando

Marlon Brando: Il Padrino

4. Fu fortemente voluto dal regista. Nel 1972 Brando venne scelto per interpretare Vito Corleone in Il Padrino di Francis Ford Coppola. Egli venne scelto su volere di Coppola stesso, ma la Paramount Pictures però aveva molti timori a riguardo, in quanto la carriera di Brando all’epoca era in forte declino e l’attore era noto per il suo comportamento imprevedibile e ingestibile. Per acconsentire alla sua assunzione, lo studios decise di fargli firmare un contratto dove l’attore si impegnava a garantire una buona condotta dentro e fuori dal set, evitando ogni possibile eccesso.

5. Ideò personalmente la caratterizzazione del suo personaggio. Per risultare convincente al provino, Brando si truccò per apparire più anziano. Diede inoltre al suo personaggio un aspetto da bulldog, mettendo del cotone in bocca per appesantire le guance. Lo stratagemma impressionò così tanto Coppola da fargli decide di lasciare questa caratterizzazione anche nel film. Venne dunque realizzata una speciale dentiera che permetteva all’attore di ottenere lo stesso effetto sulle guance. Ancora oggi è il tratto più distintivo del Don Vito Corleone di Brando.

Marlon Brando in Apocalipse Now

6. Richiese che le sue scene fossero girate in penombra. Un altro dei ruoli più iconici nella carriera di Brando è quello di Walter E. Kurtz in Apocalypse Now. Come noto, però, egli diede non pochi problemi sul set del film. Quando si presentò per la prima volta, infatti, tutti si accorsero della quantità di peso acquisita dall’attore e per nascondere ciò Brando richiese che le sue scene venissero girate in penombra, al fine di nascondere il suo fisico. Molte scene vennero tuttavia eliminate proprio per via del suo peso eccessivo. Brando, inoltre, improvvisò la gran parte delle sue battute, tra cui il celebre monologo pronunciato dal suo personaggio.

Marlon Brando e Michael Jackson

7. Marlon Brando era molto amico di Michael Jackson. I due si conobbero in quanto il figlio di Brando, Miko, divenne una delle guardie del corpo del re del pop, e diventarono molto amici. Brando prese parte anche al videoclip di You Rock My World, brano di Michael Jackson del 2001; il realtà il videoclip è un vero e proprio cortometraggio. Oltre a varie storie presunte, come quella che rivela che Jackson abbia chiesto a Brando di donargli il suo sperma e che, quindi, Brando sia il padre biologico di Prince Jackson, c’è una vera e propria leggenda metropolitana che li riguarda. Pare che il giorno dopo l’attacco dell’11 settembre 2001, Jackson, Brando ed Elizabeth Taylor siano fuggiti insieme da New York a bordo di una macchina affittata, arrivando fino in Ohio.

Marlon Brando: i suoi figli

8. Ha avuto numerosi figli. Nel corso della sua vita l’attore sembra aver avuto ben undici figli, di cui tre adottati. Dal primo matrimonio del 1957 con l’attrice Anna Kashfi ha avuto il figlio Christian Devi (1958). Nel 1960 Brando si risposò con l’attrice messicana Movita Castaneda, da cui ebbe due figli: Miko Castaneda (1961) e Rebecca Brando Kotlizky (1966). Nel 1962 Brando convolò a terze nozze con l’attrice polinesiana Tarita Teriipia, con la quale ebbe due figli: Simon Tehotu e Tarita Cheyenne (1970). Dalla relazione con la sua cameriera Christina Maria Ruiz, Brando ebbe poi tre figli: Ninna Priscilla (1989), Myles Jonathan (1992) e Timothy Gahan (1994). L’attore ebbe infine altri quattro figli da donne sconosciute: Stephen (1967), Michael (1967), Dylan (1968) e Angelique. Adottò poi Petra Brando-Corval, Maimiti (1977) e Raiatua (1982).

9. Il suo primo figlio è stato coinvolto in un terribile evento. Come noto, nel 1990 il primo figlio di Brando, Christian Devi, il quale ebbe un’infanzia tutt’altro che tranquilla, divenne tristemente noto nel 1990 per aver ucciso con un colpo di pistola Dag Drollet, il fidanzato della sorellastra Cheyenne. L’omicidio, secondo alcune ricostruzioni, fu premeditato in seguito alla scoperta di alcuni abusi fisici perpretrati da Dag su Cheyenne. In tribunale Christian cercò di difendersi, ma la sua versione non resse. Anche Marlon Brando fu coinvolto nel processo, tenendo un discorso di circa un’ora a sua difesa. Il figlio dell’attore, infine, fu condannato a 10 anni di prigione, scontandone però solo 5.

Marlon Brando: età e altezza dell’attore

10. Marlon Brando è nato il 3 aprile del 1924 a Omaha, nel Nebraska, ed è deceduto il 1° luglio del 2004 all’età di 80 anni. L’attore era alto complessivamente 1.75 metri.

Fonti: IMDb, biography

Marlon Brando, 100 anni dalla nascita del leggendario attore

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Marlon Brando, 100 anni dalla nascita del leggendario attore

Ricorre oggi il centenario di Marlon Brando, il “selvaggio” di Hollywood che attraversò a testa alta il passaggio dal cinema classico al cinema moderno senza restarne schiacciato, ma anzi contribuendo attivamente alla rivoluzione in corso. Vincitore di due premi Oscar (nel 1955 per Fronte del porto e nel 1973 per Il padrino), Brando si distinse infatti per un approccio estremamente fisico, quasi animalesco, ai suoi personaggi, rifuggendo da ogni teatralità per andare alla ricerca  della loro vera anima e psicologia.

Ma Brando è ricordato non solo per i suoi ruoli quanto anche per le tante vicissitudini personali che hanno contribuito alla formazione del suo mito. Dalle numerose cause umanitarie sostenute alla turbolenta vita sentimentale e fino alle tragedie legate ai figli. Ma mentre questi sono aspetti che appunto non fanno che confermare la natura di “genio e sregolatezza” di Brando, è sul suo lascito artistico che oggi ha più che mai senso interrogarsi.

Interpretazioni come quelle in Un tram chiamato Desiderio, Fronte del porto, Il selvaggio, Il padrino, Ultimo tango a Parigi e Apocalypse Now – tanto per citare le più celebrate – sono ancora oggi considerate tra le più memorabili interpretazioni della storia della recitazione. Brando ha infatti dato vita ad uno scarto enorme rispetto alla generazione precedente di attori, segnando nuovi standard per quella venuta in seguito e che avrà proprio lui come nume tutelare.

Marlon Brando protagonista del manifesto del 42° Torino Film Festival

Scomparso ormai da 20 anni, Brando continua dunque ad essere una figura di riferimento imprescindibile, a cui la prossima edizione del Torino Film Festival dedicherà come noto una rassegna celebrativa proprio in occasione del suo centenario, con 24 titoli che ne ripercorrono la carriera dagli esordi del 1950 fino a una delle ultime interpretazioni del 1996. Sarà dunque l’ennesima occasione per riscoprire questo gigante della recitazione.

Marlon Brando protagonista del manifesto del 42° Torino Film Festival

È dedicato a Marlon Brando – protagonista della retrospettiva di questa edizione – il manifesto del 42° Torino Film Festival, diretto per la prima volta da Giulio Base.

“Tra le tantissime immagini di Marlon Brando, trovo che questa meglio rappresenti questa edizione del Torino Film Festival – sottolinea Giulio Base. È una delle rare foto in cui guarda direttamente dentro l’obiettivo, non per esigenze di scena ma per cercare complicità, ti sorride sornione, si mette a posto la cravatta, ti seduce. È uno scatto che non ti aspetti: Brando è di una bellezza inarrivabile, immerso in una luce parigina che sembra tanto Torino, per ricordare a tutti che c’è un festival che li aspetta, c’è lui che li aspetta”.

La foto è stata scattata nel 1972 a Parigi durante le riprese di “Ultimo tango a Parigi”. Ph. Eva Sereny / Iconic Images

Marley: recensione del film di Kevin Macdonald

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Marley: recensione del film di Kevin Macdonald

Raccontare la carriera, la vita e gli affetti del più grande artista nella storia del reggae. Questa l’impresa del regista britannico Kevin Macdonald in Marley, lungo documentario in cui si ripercorrono le tappe che portarono il cantante giamaicano dai timidi esordi al successo internazionale.

Marley, il film

Realizzato con la piena collaborazione della famiglia Marley, che per la prima volta ha autorizzato l’uso dei suoi archivi privati, il film mescola sapientemente sequenze di repertorio ad un’ottima carrellata d’interviste, testimonianze e ricordi di coloro che lo conobbero meglio durante la sua breve vita. Frammenti di un’esistenza scandita da un amore profondo per la musica e dalla devozione verso il Rastafarianesimo, la religione cui Marley si convertì nel ’66.

Tra le voci principali, spicca quella del mentore e amico Neville “Bunny” Livingston, colui che lo iniziò alla musica nel paesino di Nine Mile, dove Robert nacque nel ‘45 da madre nera e padre bianco di origine inglese. Una relazione per l’epoca scandalosa, e che ebbe ripercussioni non indifferenti sull’infanzia di Bob, per il quale l’essere di razza mista comportò una continua emarginazione. Ecco allora che la musica si erge progressivamente a strumento di ricerca dell’idea di fratellanza, di pace – unico mezzo per arrivare ad una nuova spiritualità.

Dopo la fase iniziale con “The Teenagers”, Bob fonderà insieme a Bunny e a Peter Tosh il gruppo “The Wailers”. Le parole di Bunny, occhiali scuri e cappello bombato giamaicano in testa, restituiscono senza fronzoli il decennio che va dal ‘64 al ’73, quando il gruppo si sciolse dopo l’uscita di Tosh e dello stesso Bunny per divergenze artistiche interne.

Ma il talento di Marley continuerà ad esprimersi nell’arco di una fortunata carriera da solista, accanto alla moglie Rita (corista delle “I Three”), inseguendo le maggiori case discografiche (a partire dalla Island Records di Chris Blackwell) e conquistando i palcoscenici inglesi e americani. Per arrivare ad esibirsi nell’amata Africa, chiamato a festeggiare l’indipendenza dello Zimbabwe.

Al discorso di Bunny si affiancano le memorie di Neville Garrick, direttore artistico dei The Wailers che fu vicino a Bob sino alla morte prematura nell’81, le testimonianze dei figli Ziggy e Cedella, le parole mai ascoltate del cugino Peter, che ricorda la sofferenza di Bob di fronte al rifiuto di uno zio bianco. Commovente la sequenza in cui Costance, sorellastra dell’artista, ascolta la canzone “Cornerstone”, scritta da Bob proprio in seguito a quello spiacevole incontro.  E non si può restare indifferenti di fronte alla scena in cui, durante il concerto “Smile Giamaica” del ’73, Bob unisce sul palco le mani del primo ministro Manley e del capo dell’opposizione.

Un personaggio rivoluzionario, che si distinse per la straordinaria capacità di parlare ad un pubblico senza confini, andando oltre barriere linguistiche, religiose e culturali. Quello di McDonald è un ritratto completo che vuole andare oltre la semplice leggenda, quella di Marley divo del reggae, disegnando i contorni dell’uomo che una volta disse: “La mia ricchezza è la vita”.

Marley: arriva il primo documentario sul mito di Bob

Si intitola semplicemente Marley il primo film-documentario dedicato al grande Bob Marley e autorizzato dalla famiglia del re del reggae e autentico mito per intere generazioni. Presentato al Festival di Berlino il film arriverà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 26 giugno distribuito dalla Lucky Red; negli Stati Uniti Marley è stato presentato solo in pochi cinema selezionati.

Marley: al cinema il 26 giugno e in home video da ottobre

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Il documentario Marley sarà visibile nelle sale italiane per un evento di un solo giorno, il 26 giugno, distribuito da Lucky Red

Marley – Trailer ufficiale del film su Bob Marley!

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Marley – Trailer ufficiale del film su Bob Marley!

Unico evento 26 giugno 2012 – Bob Marley. La sua musica e il suo messaggio di amore e redenzione sono conosciuti in tutto il mondo e la sua storia è stata finalmente riportata in vita grazie al lavoro e al talento di Kevin Macdonald.

Marlene Dietrich voleva uccidere Hitler?

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La clamorosa rivelazione è inserita nella biografia dedicata all’attrice, appena pubblicata negli Stati Uniti dalla scrittrice Charlotte Chandler.

Marko Polo, al via le riprese del film di Elisa Fuksas

Marko Polo, al via le riprese del film di Elisa Fuksas

Un traghetto, quattro personaggi e una voce in viaggio. Queste le immagini del primo ciak di Marko Polo, il nuovo film di Elisa Fuksas prodotto da Indiana Production che ha iniziato oggi le riprese ad Ancona.

Marko Polo è un progetto totalmente innovativo: parti del film saranno girate copione alla mano, altre invece saranno puro documentario, momenti reali di questo misterioso viaggio lungo dal tramonto all’alba. Mentre la nave oscilla come una metafora perpetua della precarietà di tutto, lei e gli altri affrontano i grandi temi della vita.

Marko Polo è, nelle parole della regista: “un esperimento sulla ricerca di senso a partire da un fallimento, che misteriosamente è capace di ricucire un patto di fede e fedeltà, tra realtà e rappresentazione ma soprattutto tra la protagonista e il mondo. Io continuo a cercare una strada, un modo per essere me stessa e cristiana e stare nel mondo”.

Una docu-commedia fresca ed innovativa con un cast corale, tra gli interpreti Iaia Forte, Flavio Furno, Letizia Cesarini (la cantante Maria Antonietta), Lavinia ed Elisa Fuksas, Elisa Casseri.

La trama di Marko Polo

Quando Elisa scopre che il film a cui lavora da anni è naufragato, tutto le sembra vacillare, anche la sua fede. Voleva raccontare la sua conversione alla religione cattolica, ma forse non ci ha creduto abbastanza. “A Dio o al film?”, si chiede, ma non lo sa nemmeno lei. Di fronte al fallimento, è sempre stata solo capace di perdersi. “Perché sei pesante e non sai guardare gli altri”, le dice la Madonna la prima volta che le parla, desacralizzando la sua crisi e spingendola a reagire. Per questo, Elisa, sua sorella, la sua sceneggiatrice e l’attore protagonista del film fallito partono per un viaggio in nave, diretti verso un santuario di cui sanno poco o niente. Ognuno di loro ha qualcosa da risolvere, un nodo da disfare: esattamente come tutti gli altri pellegrini presenti sulla nave. Tra testimonianze e ricordi, realtà e finzione, il racconto del mondo si confonde con la sua rappresentazione e la fede diventa materia viva, sentimento da condividere con gli altri.