Dopo mesi di curiosità da parte dei
fedelissimi, e dopo un ostinato e religioso silenzio in merito al
suo attuale progetto, finalmente Christopher Nolan rivela la trama di
Inception, che promette già di essere un altro viaggio
allucinante e allucinato nei meandri delle possibilità
cinematografiche e un trip (mai come in questo caso) mentale per lo
spettatore.
Ecco quindi la sinossi ufficiale del film
Inception:
Don Cobb (Leonardo
DiCaprio) è un abilissimo ladro, il migliore in
assoluto nella pericolosa arte dell’estrazione, il furto di
preziosi segreti dal profondo del subconscio durante i sogni,
quando la mente è maggiormente vulnerabile. La rara abilità di Cobb
lo ha reso un ambito attore in questo nuovo ingannevole mondo di
spionaggio industriale, ma lo ha anche reso un fuggitivo
internazionale costandogli la perdita di tutto ciò che ha amato.
Ora a Cobb viene offerta una chance di redenzione.
Un ultimo lavoro gli può ridare
indietro la sua vita ma solo se riuscirà a realizzare l’impossibile
– l’inception. Invece del furto perfetto, Cobb e il suo team di
specialisti devono compiere l’esatto contrario: il loro obiettivo
non è quello di rubare un’idea ma di impiantarne una. Se hanno
successo, potrebbe essere il crimine perfetto.
Ma nessun piano accurato e
nessuna competenza possono metterli in guardia dal pericoloso
nemico che sembra predirre ogni loro mossa. Un nemico che solo Cobb
può aver visto arrivare. Quest’estate, la mente sarà la scena del
crimine.
Mentre il mistero sarà svelato
negli USA già a luglio, in Italia dovremo aspettare settembre per
poter affluire numerosissimi al cinema e ammirare l’ultima fatica
del regista de Il Cavaliere Oscuro.
La Warner Bros. lancia Christopher Nolan ed il suo Inception agli
Oscar, e così ha organizzato degli screening per l’Academy: ecco un
backstage “for your consideration” realizzato appositamente per
promuovere il film…
La Warner Bros. punta a ottenere
diverse nomination all’Oscar per Inception quest’anno, inclusa
quella di miglior film e miglior regista. Per aumentare
l’attenzione attorno al film che in realtà non avrebbe nemmeno il
bisogno di tutto ciò se non fosse che negli states hanno la memoria
corta, ha organizzato diversi screening per i membri dell’Academy a
partire dal 31 dicembre, promuovendo l’evento con numerose
inserzioni sui vari magazine trade e con un interessante video
dietro le quinte, che mostra numerosi spezzoni di backstage con un
inizio e una fine inediti.
Il regista Christopher
Nolan è oggi uno dei pochi registi impegnato nella
realizzazione di veri e propri blockbuster d’autore, film
tecnicamente e narrativamente ambiziosi attraverso cui porta avanti
i suoi maggiori interessi tematici. Titoli come Il cavaliere oscuro, Interstellar o il recente
Oppenheimer sono solo alcuni esempi di una filmografia
costruita su opere tanto complesse quanto apprezzate. Uno dei film
più amati di Nolan rimane però Inception (qui la recensione), uscito nel
2010, con cui Nolan esplora la malleabilità del tempo e il mondo
onirico, dando vita ad un’opera ancora oggi oggetto di riflessioni
e discussioni.
Ecco 10 cose da sapere su Inception!
La trama di Inception
1. Il film si muove tra
sogno e realtà. Protagonista del film è Dominic
Cobb, esperto nella tecnica dell’estrazione, che consiste
nell’infiltrarsi nella vulnerabile mente di chi dorme per rubare
informazioni preziose. Il magnate giapponese Saito
assolda Cobb per fare però l’opposto, ovvero innestare nella mente
del suo rivale in affari l’idea di disgregare il suo impero
economico. Per Cobb è un’occasione irripetibile, poiché Saito gli
offrirà in cambio l’opportunità di poter tornare dai suoi figli
negli Stati Uniti, da dove è fuggito perché accusato dell’omicidio
della moglie Mal. L’operazione, tuttavia, si
rivelerà più rischiosa di quanto si potrebbe immaginare.
Le origini di Inception
2. L’idea per il film è nata
circa dieci anni prima della sua realizzazione. Le origini
di Inception sono da ritrovarsi nei primi anni
Duemila, quando dopo aver lavorato a Memento Nolan si interessò sempre più ai sogni e al
loro funzionamento. Ci sono voluti anni di studi e ragionamenti
prima che il regista arrivasse alla versione definitiva della
sceneggiatura, la quale aveva a questo punto assunto la forma di un
film d’azione ambientato però in una dimensione mentale, che sfugge
alle logiche della realtà. Il risultato è un film con cui Nolan
stabilisce nuove vette nella sua ambizione di fornire grande
intrattenimento misto a profonde riflessioni su temi che riguardano
l’intera umanità.
Il cast del film, da Leonardo DiCaprio a Cillian Murphy
3. Leonardo DiCaprio ha
contribuito alla sceneggiatura. Inception è noto per il
suo cast composto da grandi stelle del cinema e capitanato da
Leonardo
DiCaprio nei panni di Dominic Cobb. L’attore si è
preparato al ruolo studiando i sogni e le loro regole, così da
poter risultare più credibile nella sua interpretazione. Ha infatti
trascorso mesi insieme a Nolan a lavorare sulla sceneggiatura.
Nolan ha dichiarato: “Ha dato dei contributi straordinari alla
sceneggiatura e mi ha sfidato a renderla chiara pur seguendo la sua
logica interna, rimanendo fedele all’essenza dei personaggi e alle
regole che avevamo stabilito“.
4. È stato uno dei suoi
primi ruoli “da adulta” per Elliot
Page. In Inception,
accanto a
Leonardo DiCaprio, recita anche Elliot Page
(precedentemente noto come Ellen Page) nel ruolo
di Arianna, la giovane architetto a cui è affidato il ruolo di
progettare gli scenari onirici. Nonostante all’epoca delle riprese
l’attore avesse ormai 23 anni, quello di Arianna è stato uno dei
primi personaggi adulti interpretati. Prima di esso, infatti, aveva
interpretato quasi sempre ruoli di adolescenti, anche per via del
suo viso che gli permetteva di dimostrare diversi anni in meno a
quelli effettivamente posseduti.
5.Cillian
Murphy ha continuato a recitare con il volto
coperto. In Inception si
ritrova anche Cillian
Murphy, attore feticcio di Nolan, che interpreta qui
Robert Michael Fischer, l’uomo nella cui mente deve introdursi
Cobb. Dopo Batman
Begins e
Il cavaliere oscuro (dove indossa la maschera di
Spaventapasseri) è questo il terzo film di Nolan in cinque anni in
cui il personaggio di Murphy trascorre una parte significativa del
tempo sullo schermo con un sacchetto di tela in testa. In seguito,
Murphy ha ricevuto un trattamento simile anche in Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), estendendo la
cosa a sette anni.
6. Sono presenti diversi
altri noti attori nel cast. Nel film, nel ruolo del
braccio destro di Cobb, Arthur, vi è Joseph
Gordon-Levitt, il quale ha eseguito personalmente la
maggior parte delle acrobazie previste per il suo personaggio.
L’attore Tom Hardy interpreta il
falsario Eames, mentre Dileep Rao è l’anestesista
Yusuf. L’attore Ken Watanabe ricopre invece il
ruolo di Mr. Saito. Completano il cast Marion
Cotillard nel ruolo di Mal, la defunta moglie di Cobb,
e Michael
Caine nel ruolo di Miles, suocero e mentore di
Cobb.
La trottola di Inception
7. Il significato della
trottola di Cobb. Nel film Inception, la
trottola ha un significato molto importante, essa rappresenta il
totem di Cobb, che egli utilizza per distinguere se si trova in un
sogno o nella realtà. Quando questa viene fatta girare, continua a
ruotare all’infinito nel sogno, ma si ferma nella realtà. Questa
peculiarità è ciò che permette a Cobb di capire in quale dimensione
si trova. Durante il film, la trottola diventa dunque un simbolo
ricorrente che rappresenta la lotta di Cobb per distinguere dove si
trovi ma allo stesso tempo diventa rappresentazione della sua
ricerca della verità e della sua instabilità mentale ed
emotiva.
I premi vinti da Inception
8. Ha vinto numerosi
premi. Acclamato dalla critica e dal pubblico,
Inception ha guadagnato ben 836 milioni di dollari
in tutto il mondo, vincendo poi numerosi premi in occasioni come
Satellite Awards, Saturn Awards, MTV Movie Awards, BAFTA Awards e
Golden Globe. In particolare, però, si ricordano i quattro premi
Oscar vinti dal film: Miglior fotografia, Migliori effetti
speciali, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro.
Inception era candidato anche come Miglior film,
Miglior sceneggiatura originale, Miglior scenografia e Miglior
colonna sonora, ma non ha poi vinto in tali categorie.
9. Il finale è uno dei più
ambigui di sempre. Chi ha già visto
Inception sa che il finale rimane volutamente
ambiguo riguardo il destino di Cobb. Il film si conclude prima che
la trottola che egli fa girare nell’ultima scena possa chiarire se
la sua riunione con i figli sia reale o solo un sogno. Nolan ha
sempre ribadito che non ha senso interrogarsi sul finale e che
ognuno può conferirgli il valore che preferisce. Se si vuole
approfondire meglio l’argomento, però, ecco
la nostra spiegazione del finale di
Inception.
Il trailer
di Inception e dove vedere il film in
streaming e in TV
10.È
possibile fruire di Inception grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple
Tv+, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 26 giugno alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
Continua la stagione dei premi e
continuano anche le decisioni , più o meno discusse , delle varie
giurie. E’ ora il turno dei Visual Effects Society
Awards , per i quali il film maggiormente premiato
portando a casa quattro premi tra cui il principale, quello per il
miglior film basato sugli effetti digitali, è stato l’Inception di
Christopher Nolan.
Per l’animazione vince il delizioso
Dragon Trainer con tre riconoscimenti. La
cerimonia si è svolta al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles. Come
in molti casi, questi premi sono significativi anche per gli Oscar,
se si pensa che dal 2002, data della prima edizione, ogni anno, con
sole due eccezioni, il vincitore del premio principale si è poi
portato a casa la statuetta.
Pablo Fernández
Eyre ha realizzato un magnifico video in cui si accosta lo
straordinario lavoro del maestro Wes
Craven, scomparso da poco, con quello di un suo
collega, più giovane e forse meno illustre, ma sicuramente
importante nel panorama cinematografico moderno, Christopher Nolan.
Ecco Inception on Elm
Street, in cui si fondono
Inception e Nightmare on Elm
Street.
Come tradizione nelle Università
americane una personalità di spicco tiene un discorso di commiato
ai laureati e il regista Christopher Nolan è stato ospite
all’Università di Princeton dove ha
parlato ai neo laureati. Come era prevedibile il regista si è
soffermato su alcuni temi a lui molto cari come il sogno e la
mente. Ebbene questa è stata un’occasione anche di fare alcuni
riferimenti al finale enigmatico di Inception:
Parlando di tradizione ha debuttato
su: “Solitamente in queste occasionisi fa un gran
parlare del dover inseguire i propri sogni, ma io non voglio
puntare su quest’aspetto, perché non ci credo. Io voglio che voi
inseguiate la vostra realtà. Di questi tempi è chiaro che
la realtà è vista come un cugino povero dei
sogni. Io voglio che voi vi rendiate conto che i nostri sogni, le
astrazioni con cui ci divertiamo e di cui ci circondiamo sono dei
sottoinsiemi della realtà.”
Finale Inception
Poi a sorpresa parla di
Inception:
“Il modo in cui il film finisce, il momento in cui il
personaggio diLeonardo DiCaprio,
Cobb, si riunisce ai suoi bambini, corrisponde alla sua realtà
soggettiva. Non se ne preoccupa più, e questo porta a un assunto:
forse tutti i livelli di realtà sono validi. La macchina da presa
si sposta sulla trottola che gira e prima che si fermi lo schermo
va al nero».
Poi ha chiuso scherzando con una
battuta sul suo essere molto schivo: “Prima che il film finisca di
solito scappo dal retro perché le persone vogliono
catturarmi. Quel punto interessa tantissimo gli
spettatori in termini assoluti: anche se mentre guardo il film so
che è finzione e quindi una sorta di realtà virtuale. Ma la domanda
se la scena finale sia un sogno o sia vera è la domanda che mi è
stata posta più che su qualsiasi altro film io abbia fatto. È la
cosa che mi si chiede di più e che interessa di più perché riguarda
la realtà. È la realtà quello che conta.”
Vi ricordiamo
che Inception è il film di successo diretto
da Chrstipher Nolan e uscito al cinema nel 2010.
Il film vede protagonista un cast d’eccezione composto
da Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Ken
Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion
Cotillard e Cillian Murphy. La pellicola ha
vinto 4 premi Oscar.
Forse il più interessante week della nuova stagione italiana
volge al termine, con due titoli certamente che molti di voi
aspettavano da lungo tempo: l’attesissimo Inception e il kolossal
di M. Night Shyamalan L’Ultimo Dominatore dell’Aria. Li avete
visti? Diteci cosa ne pensate!
Rispetto al passato, oggi il
pubblico sa cosa aspettarsi bene o male da un film. E così
Hollywood e l’industria cinematografica devono impegnarsi ancora di
più per offrire qualcosa che sia davvero in grado di colpire
l’attenzione dello spettatore, magari lasciandolo turbato alla fine
della visione, con più domande che risposte. In genere, un film
palesa fin da subito quali sono i suoi intenti narrativi, quali
siano le motivazioni dei personaggi e dove la trama voglia andare a
parare. Ovviamente, ci sono le dovute eccezioni. Molti film,
infatti, oltre ad affascinare il pubblico, risultato
particolarmente intricati, riempiendo le menti dello spettatore di
teorie, ipotesi e speculazioni.
Screen Rant ha raccolto 15 celebri pellicole che meritano
almeno una seconda visione per essere comprese appieno:
Akira
Molti anime giapponesi sono
carichi di simbolismi e molti di essi richiedono ripetute visioni
per poterli apprezzare appieno. Il più famoso di questo gruppo è
senza dubbio il famosissimo Akira, che ha influenzato tutti, da James
Cameron alle sorelle Wachowski. Basato sul manga omonimo, racconta
la storia di un giovane membro di una banda di motociclisti che
vive in una Tokyo futuristica e distopica che improvvisamente
sviluppa spaventosi poteri psichici e telecinetici.
Una prima visione di Akira
lascerà la maggior parte degli spettatori sbalorditi. Solo
attraverso le ripetute visioni, gli strati narrativi iniziano a
districarsi abbastanza da consentire di comprendere appieno cosa
sta accadendo. L’obiettivo finale è comprendere la sequenza finale
e le parole “Io sono Tetsuo”, oggetto di dibattito da
decenni.
Ghost in the Shell
Un altro anime giapponese
che può essere paragonato ad Akira in termini di
complessità è certamente Ghost in the Shell. In contrasto con lo
spensierato manga originale, più orientata all’azione,
l’adattamento cinematografico animato è un assoluto frullatore che
mette in discussione la natura stessa di ciò che significa essere
umani in un’era cibernetica.
Sebbene non manchino
l’azione e le immagini mozzafiato, Ghost in the Shell
preferisce scavare in profondità, concentrandosi sul cyborg Motoko
Kusanagi e sul suo conflitto interiore per capire chi e cosa è
veramente. In tale senso, l’adattamento live-action del 2017 che
messo totalmente da parte questa profondità.
La terra silenziosa
Questo cult prodotto in
Nuova Zelanda, noti soprattutto tra i cinefili più incalliti, è
salito alla ribalta negli ultimi anni grazie alla distribuzione in
home video. Basato sul romanzo di Craig Harrison del 1981,
La terra silenziosa racconta la storia di un uomo
che crede di essere l’unico essere umano rimasto sulla Terra. Dopo
aver trovato altri due sopravvissuti che, come lui, erano tutti in
uno stato di angoscia al momento della scomparsa dell’umanità,
decidono insieme di impedire l’attivazione di un esperimento
governativo, che potrebbe essere stata la causa originale.
Il film stesso è carico di
simbolismi e forse è la rappresentazione più forte e realistica di
un essere umano che affronta la prospettiva che l’umanità possa
svanire. La sequenza finale, tuttavia, è noto per le sue immagini
strabilianti e il suo significato nascosto. Si tratta di una
congettura religiosa? Di un viaggio interdimensionale? Le ripetute
visioni potrebbero aiutare a dare un senso a tutto.
Blade Runner
Sono in molti ormai a dare
per scontato il simbolismo e l’intricata trama di Blade Runner, dal momenti che sono trascorsi
ormai decenni dalla sua uscita al cinema. Per chi non avesse mai
avuto la fortuna di vedere uno dei capolavori realizzati da Ridley
Scott, sappiate che state per immergervi nella visione di un gran
bel rompicapo.
Blade Runner è
universalmente riconosciuto come uno dei film più complessi di
sempre, un film che ha sempre richiesto più di una visione per
permettere allo spettatore di assorbire realmente tutto ciò che ha
da offrire. La sua influenza sul genere fantascientifico è
indubbia, ma i suoi numerosi intrecci, i personaggi così misteriosi
e il tema “È lui o non è lui” continuano a renderlo un
punto fermo tra le gemme della storia del cinema.
Americani
Americani
è noto soprattutto per il suo cast eclettico, composto
essenzialmente da attori di serie A, performance incredibilmente
affascinanti e parecchio linguaggio volgare. Racconta la storia di
diversi agenti immobiliari che si trovano sotto il controllo delle
autorità dopo che una serie di ambiti contatti di vendita è stata
rubata dall’ufficio.
Questa è solo la punta dell’iceberg,
dal momento che Americani mostra un ritratto poco
lusinghiero e sporco del gioco delle vendite e dei giocatori
moralmente falliti coinvolti. Deve essere guardato più volte
semplicemente per poter meglio entrare nelle teste dei molteplici
personaggi che compongono la storia. Per coloro che non sono
avvezzi al mondo delle vendite, parte del gergo può anche creare
confusione. Tuttavia, ne vale la pena anche solo per vedere
l’interpretazione di Alec Baldwin. Eroe o cattivo? È difficile
dirlo…
Inception
Inception, il
celebre film di Christopher Nolan del 2011, ha affascinato
il pubblico con la sua interpretazione unica del genere
heist. Scavando a fonto nel tema e nelle implicazioni dei
sogni, Inception è un film che richiede tutta l’attenzione
dello spettatore per tenere davvero traccia di ciò che sta
accadendo.
Ogni livello del subconscio presenta
nuovi pericoli per la gang protagonista. Il finale ambiguo che
lascia lo spettatore con più domande che risposta non solo
necessita almeno di una seconda visione, ma la impone.
Moon
Da quando è stato
rilasciato nel 2009, Moon ha ottenuto un ampio
seguito e elogi universali. Realizzato con un budget esiguo di soli
cinque milioni di dollari, ha dato vita ad una base lunare, un
robot e una serie di altri effetti sorprendenti.
Sebbene il film abbia una struttura
lineare e relativamente facile da seguire, è la grande svolta
centrale del film che stravolge tutto ciò che pensavamo di sapere.
Già alla seconda visione il film assume i contorni di un’esperienza
completamente diversa…
Interstellar
Interstellar
si differenzia dalla maggior parte degli epici film di fantascienza
realizzati ad Hollywood, in quanto non è interessato alla fantasia,
ma piuttosto alla realtà e alla vera scienza. Il film non tiene lo
spettatore per mano, e si aspetta che il pubblico stia al passo con
tutti i complessi concetti scientifici che tira in ballo.
La natura radicata della scienza che
viene presentata nel film è accattivante, ma una seconda visione
consente agli spettatori di concentrarsi meglio sulla storia che
viene raccontata.
La donna che visse due volte
Il classico La
donna che visse due volte di Hitchcock è senza dubbio uno
dei suoi più grandi thriller. Per chi non lo conoscesse, la
premessa è semplice: il detective Scottie viene assunto per seguire
la moglie di un vecchio amico del college. Da lì la storia cambia e
si trasforma, come fanno i migliori thriller.
Com’è nel classico stile del
regista, il film era già in anticipo sui tempi per quanto riguarda
la struttura insolita e manipolatrice, non solo nei confronti del
pubblico ma anche degli stessi personaggi. Sebbene il film abbia
più di 50 anni, regge ancora oggi il confronto e affascina
qualsiasi tipo di spettatore.
L’uomo senza sonno
Christian
Bale offre una delle più grandi interpretazioni della sua
carriera. Avendo perso un sacco di peso per il ruolo, è davvero
irriconoscibile nei panni di Trevor Reznik. Il film presenta molti
concetti surreali e ultraterreni apparentemente contraddittori.
Trevor giustifica la sua scioccante
perdita di peso come risultato del non aver dormito per molti mesi.
Combinato con altri strani avvenimenti, il film diventa un vero e
proprio puzzle. Il climax rivela tutto e ricontestualizza l’intero
film, rendendo le visioni successive un’esperienza completamente
nuova.
Pulp Fiction
Pulp Fiction, il rivoluzionario successo di
Quentin Tarantino che ha definito ufficialmente la sua carriera, è
stato una boccata d’aria fresca quando è uscito nel 1994. Il film
presenta più protagonisti e una struttura non lineare. Questo non è
evidente fin dall’inizio, ma tutto viene rivelato durante il film,
portando ad un climax soddisfacente e inaspettato.
Il film ha avuto successo sia di
critica che di pubblico e, sebbene sia più che probabile che tutti
abbiano già visto questo grande classico, merita comunque un posto
in questa lista.
Shutter Island
Shutter
Island è uno dei thriller moderni più oscuri e
intriganti. Le cose iniziano in modo abbastanza innocente, con due
detective inviati sull’isola di Shutter per condurre un’indagine,
solo per ritrovarsi bloccati lì.
Il film offre uno dei più grandi
colpi di scena verso il finale, che altera completamente la storia
che è stata raccontata fino al quel momento. Questo è un altro film
in cui una seconda visione significa guardare un film completamente
nuovo.
Se mi lasci, ti cancello
Se
mi lasci, ti cancello è confusionario come le menti di
Joel e Clem. È questo è – ovviamente – uno dei maggiori punti di
forza del film. Tuttavia, la struttura non lineare del film non
diventa subito evidente.
In modo spettacolare, il climax del
film assembla perfettamente tutti i pezzi, come un puzzle che
domina il tavolo della nostra sala da pranzo. Concedere al film
un’altra visione è un’esperienza certamente gratificante, offrendo
una comprensione più profonda dei personaggi.
Memento
Memento
piega la mente come pochi film riescono a fare, cominciando dal
climax del film e poi tornando alla scena precedente, fino a
raggiungere l’inizio della storia. Questa struttura rivoluzionaria
rende il film impossibile da capire finché tutto non è stato
rivelato, rendendo le visioni successive ancora più
piacevoli.
I molti segreti che
il film custodisce non possono essere compresi e scoperti finché
gli eventi del film non vengono esaminati con tutte le informazioni
necessarie. Fondamentalmente, se hai guardato Memento solo
una volta, non hai visto “davvero” Memento.
Synecdoche, New York
Synecdoche, New
York è un film che probabilmente meriterebbe più di una
visione, e non soltanto due. In realtà, ad una seconda visione,
potrebbero sorgere ancora più domande. Il film racchiude così tanti
personaggi, sottotrame, eventi della vita e dettagli
idiosincratici, che richiede un’attenzione totale ad ogni singola
visione.
È un film che ha davvero bisogno di
essere digerito e interiorizzato più e più volte. Sebbene la natura
non convenzionale del film possa scoraggiare alcuni, non c’è dubbio
che ciò che impareranno grazie al film, e ciò che il film
comunicherà loro, rimarrà per molto, molto tempo…
Un finale ambiguo è qualcosa di
molto difficile da concepire per un regista e, forse, qualcosa di
ancora più difficile da metabolizzare per lo spettatore. Quasi
sempre, il pubblico si approccia alla visione di un film con la
speranza che tutti i nodi della trama vengano sciolti prima del suo
epilogo. Non sempre però accade, e molto spesso alla fine di un
film ci troviamo con più domande che risposte.
Per costruire un finale aperto, bisogna essere estremamente
abili, lasciare allo spettatore le giusti tasselli per arrivare ad
una propria chiave di lettura, o altrimenti si correrà il rischio
di deludere le sue aspettative.
Di seguito abbiamo raccolto i 10 film con i finali più
ambigui della storia del cinema:
A Serious Man
A Serious
Man dei Fratelli Coen, ambientato negli anni ’60,
è la storia – ricca di riferimenti biblici – di un uomo ebreo la
cui tranquilla vita suburbana si sgretola sotto ai suoi occhi nel
giro di una settimana. Alla fine di quella settimana – che
corrisponde al finale del film -, un gigantesco tornado si abbatte
sulla città in cui vive.
Questo avviene
subito dopo che Larry, il protagonista del film, riceve una
telefonata dal suo medico, il quale gli spiega che deve
urgentemente parlargli dei risultati di una sua recente radiografia
al torace…
Shining
Shining di
Stanley Kubrick si chiude in modo decisamente ambiguo. Jack
Torrance è ormai preda della follia più bieca e tenta di uccidere
sua moglie e suo figlio, che riescono a sfuggirli e a farlo perdere
all’interno di un labirinto, cosa che gli provocherà una morte per
congelamento.
Prima dei titoli di
coda, però, la macchina da presa si avvicina lentamente ad una
fotografia scattata decenni prima dei fatti narrati nel film, in
cui vediamo Jack festeggiare all’Overlook Hotel insieme ad altri
ospiti. Nonostante le migliaia di analisi di appassionati cinefili
e non, nessuno è mai riuscito a spiegare cosa Kubrick avesse
davvero voluto dire con il finale del suo film.
Il braccio violento della legge
Alla fine del thriller poliziesco
Il braccio violento della legge di William Friedkin,
termina la caccia di Jimmy Doyle nei confronti del misterioso
trafficante Charnier. Quando Doyle scopre di aver sparato per
errore a Mulderig, l’agente federale con cui era in servizio, lo
stesso rivela a Cloudy che stava ancora dando la caccia a
Charnier.
Il personaggio esce poi
dall’inquadratura e lo spettatore sente un singolo colpo risuonare
prima che lo schermo diventi nero. Una serie di didascalie ci
informano che Charnier non venne mai catturato e che Doyle e Cloudy
vennero trasferiti in un altro dipartimento. Non è mai stato
chiarito cosa quello sparo abbia comportato.
Blade Runner
Rick Deckard è un replicante? Questa
è la domanda che ha letteralmente torturato gli appassionati di
fantascienza per circa 40 anni. Blade Runner di Ridley
Scott sfrutta sapientemente tutti gli elementi tipici del noir in
un film dall’ambientazione futuristica, con dove il personaggio di
Rick Deckard interpretato da Harrison Ford ha il compito di scovare androidi
che si sono mescolati alla società umana.
Il finale non chiarisce davvero se
lo stesso Deckard sia o meno un androide. Il sequel di Denis
Villeneuve, Blade Runner
2049, usciti a diversi anni di distanza dal film
originale, avrebbe finalmente potuto fornire la risposta definitiva
alla questione, ma ha nuovamente lasciato Deckard incerto a
proposito delle sue vere origini, esattamente come lo
spettatore.
Birdman
L’oscura satira messa in
piedi da Alejandro G. Iñárritu in Birdman
termina con Riggan Thomson che esce sul palco e si spara di fronte
agli spettatori. Nell’epilogo, lo troviamo ricoverato in ospedale e
perseguitato dalla stampa: la sua esibizione è stata elogiata e sua
figlia Sam sembra volersi finalmente riavvicinare a lui. Si tratta
di una conclusione molto simile a quelle di film come Taxi
Driver e Re per una notte, dove il protagonista
decide di andare incontro ad un destino nefasto per poi vedere
tutti i suoi sogni diventare realtà in un finale a dir poco
incredibile.
Negli ultimi minuti di
Birdman, Riggan si getta dalla finestra e Sam si precipita
a guardare fuori. I suoi occhi si spostano verso l’alto. Riggan ha
davvero spiccato il volo? O l’intera sequenza finale è balenata
davanti agli occhi di Riggan prima di morire? Quest’ultima è
l’ipotesi più accreditata, anche se il film non lo chiarisce
mai.
Il laureato
Il laureato è la storia di
un giovane ragazzo di nome Benjamin Braddock, interpretato da
Dustin Hoffman, che
una volta terminato il college si trova a dover fare i conti con il
suo futuro. Una fase della vita che abbiamo attraversato tutti. Il
finale si collega direttamente a questo passaggio della vita del
protagonista, con Benjamin che cerca di impedire alla sua ragazza,
Elaine, di sposarsi e di convincerla invece a scappare con lui.
La maggior parte delle commedie
sentimentali avrebbe chiuso così la storia, ma ne Il laureto le
cose vanno in maniera un tantino diversa: prima che compaiano i
titoli di coda, infatti, vediamo Benjamin ed Elaine salire su un
autobus, diretti verso una destinazione ignota.
Inception
Probabilmente, il finale più ambiguo
della storia del cinema recente. Inception di Christopher Nolan termina con Cobb
(Leonardo DiCaprio)
che torna a casa dai suoi figli, tutto ciò che l’uomo ha sempre
desiderato dall’inizio della storia: assicurarsi di essere nel
mondo reale e di non essere in preda ad un sogno prima di tornare
da loro.
Sul finale, una volta a casa, Cobb
fa girare il totem, ma viene distratto dai suoi due figli che può
finalmente riabbracciare, prima che l’oggetto gli riveli se si
tratti di un sogno oppure no. Lo spettatore vede che la parte
superiore del totem sta iniziando a cedere, ma prima che l’oggetto
concluda definitivamente il suo giro, lo schermo diventa nero.
Un colpo all’italiana
Dopo che una rapina pianificata al
dettaglio riesce alla perfezione e la squadra si allontana con il
bottino, Un colpo all’italiana termina con un enorme
cliffhanger: il furgone della squadra resta bloccato sul
bordo di una scogliera, barcollando dall’alto verso il basso. Il
bottino pende sul retro e la squadra non è in grado di
avanzare.
Prima che il film termini, il
personaggio di Michael Caine
afferma: “Aspettate un attimo, ragazzi, ho avuto una grande
idea”. Sfortunatamente, non riusciamo a vedere quale sia
quest’idea e se abbia avuto effettivamente successo.
2001: Odissea nello spazio
Il finale di 2001: Odissea nello
spazio di Stanley Kubrick è un autentico spettacolo
visivo. Dave Bowman viene risucchiato attraverso un vuoto nelle
profondità dello spazio esterno e lanciato “oltre l’infinito”. Si
vedono luci lampeggianti, paesaggi surreali e colori brillanti; poi
approda in una misteriosa camera da letto futuristica.
C’è un monolite in mezzo al
pavimento, Dave vede una versione più vecchia di se stesso intento
a cenare. Va a letto, invecchia rapidamente e poi muore, rinascendo
sotto forma di feto cosmico. Un finale meraviglioso, sicuramente
ambiguo, ma decisamente stimolante per lo spettatore.
Taxi Driver
Se facciamo riferimento agli eventi
così come ci vengono raccontati sullo schermo, Taxi Driver
sembra concludersi in maniera apparentemente felice. La sanguinosa
furia di Travis Bickle nel bordello ha permesso ad Iris di tornare
a casa dai suoi genitori. Una volta ripresosi dalle sue ferite,
invece di essere condannato, Travis viene celebrato come un eroe
metropolitano; persino Betsy sembra voler ritornare sui suoi
passi.
In realtà, non è assolutamente ciò
che è accaduto. Il finale è così assurdamente idealizzato – e anche
ottimista, in contrasto con il tono del resto del film – che quasi
sicuramente si tratta di un allucinazione partorita dalla mentre di
un delirante Travis in punto di morte.
CineFix continua a
sfornare delle vere chicche per gli amanti del cinema e oggi arriva
la versione in 8 Bit del film
Inception di Christopher Nolan con tanto di
adattamento della soundtrack di Hans Zimmer nella
stessa modalità. Gustiamoci quindi Leonardo DiCaprio,
Joseph Gondon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard e tutti
gli altri in 8 Bit:
Due giorni fa gli studios della
Warner Bros a Hollywood sono stati soggetti ad un incendio.
L’evento è stato presto domato, ma come c’è da aspettarsi, ha
generato una certa agitazione e l’evacuazione preventiva dei locali
vicini alle colonne di fumo.
A quanto pare, però, Clint
Eastwood non si è lasciato intimidire, rifiutandosi di
lasciare l’edificio e chiudendosi in sala di missaggio per il film
a cui sta lavorando (Richard Jewell). A
raccontare la storia è stato un testimone oculare, il figlio del
regista, Scott.
Il giovane attore figlio d’arte ha
condiviso su Instagram un mini video in cui mostra le
colonne di fumo innalzarsi intorno ai locali dello studio, e ha
accompagnato il video con questa didascalia:
“Questo video è di un paio di
ore fa. La sicurezza ci ha detto di evacuare lo studio. Ma mio
padre di 89 anni ha detto: “No, stiamo bene, c’è del lavoro da
fare.” Poi siamo andati nella sala di missaggio a guardare il suo
nuovo film, Richard Jewell. Come direbbe lui ‘torna al lavoro e
stai zitto’. Storia vera. A proposito, era sabato.”
Che tempra, Clint!
Ecco il video condiviso da Eastwood
junior su Instagram:
Richard
Jewell, il film di Clint Eastwood
basato su fatti realmente accaduti, con Sam Rockwell, Kathy
Bates, Jon Hamm, Olivia Wilde e Paul Walter
Hauser, uscirà nelle sale italiane da giovedì 16 gennaio
2020.
Diretto da Clint
Eastwood e basato su fatti realmente accaduti,
Richard Jewell è la storia di ciò che può
accadere quando quel che viene riportato oscura la verità.
Sarà disponibile dal 1° gennaio
2022 la nuova serie targata Netflix dal titolo Incastrati,
che segna l’esordio di Ficarra & Picone con la
serialità. Ecco l’intervista a Marianna di Martino e Anna
Favella, co-protagoniste della serie.
Un omicidio, due amici capitati nel posto sbagliato al momento
sbagliato e tanti malintesi che li porteranno in situazioni
surreali. Questo il mix di ingredienti, tra comicità e genere
crime, della nuova serie Incastrati,
che debutterà, in Italia, il 1° gennaio 2022 solo
su Netflix.
Scritta, diretta e interpretata da
Salvo Ficarra e Valentino Picone,
che per la prima volta si cimentano con la serialità, Incastrati è
prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited ed
è interamente girata in Sicilia.
Incastrati, la
trama
Incastrati
è una serie comedy in 6 episodi che, attraverso il linguaggio e
l’ironia tipici di Ficarra & Picone, racconta, in perfetto stile
commedia degli equivoci, una vicenda criminosa. Al centro della
storia due amici che rimangono coinvolti nelle vicende di un
omicidio eccellente. Cercando di scappare dalla scena del crimine,
i due si mettono sempre più nei guai in un crescendo di eventi che
li porterà addirittura a dover fare i conti con la mafia.
Nel cast, oltre a Salvo
Ficarra (Salvo) e Valentino Picone
(Valentino), Marianna di Martino (Agata Scalia),
Anna Favella (Ester), Tony
Sperandeo (Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”),
Maurizio Marchetti (Portiere Martorana),
Mary Cipolla (Signora Antonietta),
Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo
Sale”) e Sergio Friscia (Sergione). La serie vede
tra gli scrittori anche Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli,
Maddalena Ravagli. Tra i produttori Nicola
Picone per Tramp Limited.
Sarà disponibile dal 1° gennaio
2022 la nuova serie targata Netflix dal titolo Incastrati, che segna l’esordio di
Ficarra & Picone con la serialità. Ecco la nostra
intervista.
Un omicidio, due amici capitati nel
posto sbagliato al momento sbagliato e tanti malintesi che li
porteranno in situazioni surreali. Questo il mix di ingredienti,
tra comicità e genere crime, della nuova serie Incastrati,
che debutterà, in Italia, il 1° gennaio 2022 solo
su Netflix.
Scritta, diretta e interpretata da
Salvo Ficarra e Valentino Picone,
che per la prima volta si cimentano con la serialità, Incastrati è
prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited ed
è interamente girata in Sicilia.
Incastrati, la
trama
Incastrati
è una serie comedy in 6 episodi che, attraverso il linguaggio e
l’ironia tipici di Ficarra & Picone, racconta, in perfetto stile
commedia degli equivoci, una vicenda criminosa. Al centro della
storia due amici che rimangono coinvolti nelle vicende di un
omicidio eccellente. Cercando di scappare dalla scena del crimine,
i due si mettono sempre più nei guai in un crescendo di eventi che
li porterà addirittura a dover fare i conti con la mafia.
Nel cast, oltre a Salvo
Ficarra (Salvo) e Valentino Picone
(Valentino), Marianna di Martino (Agata Scalia),
Anna Favella (Ester), Tony
Sperandeo (Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”),
Maurizio Marchetti (Portiere Martorana),
Mary Cipolla (Signora Antonietta),
Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo
Sale”) e Sergio Friscia (Sergione). La serie vede
tra gli scrittori anche Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli,
Maddalena Ravagli. Tra i produttori Nicola
Picone per Tramp Limited.
INCASTRATI, la serie che ha segnato il fortunato
esordio di Ficarra & Picone nel mondo della serialità, torna con
una seconda stagione, in sei episodi, il 2 marzo solo su Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è
attivo. I nuovi episodi ritroveranno Salvo Ficarra e Valentino
Picone sia dietro che davanti alla macchina da presa, in qualità di
registi, sceneggiatori e attori.
INCASTRATI, la
trama
La seconda stagione di
INCASTRATI comincia laddove era finita la prima: Salvo e Valentino
sono in pericolo di vita. I nostri due “eroi” si ritrovano, ancora,
incastrati e intrappolati in una serie di vicende all’interno delle
quali è arduo districarsi senza ferire i sentimenti delle persone
che amano. A complicare le cose una sequenza infinita di colpi di
scena e novità tra cui un duplice omicidio dietro il quale si
nasconde un uomo misterioso, l’ingresso in scena di malavitosi
stranieri, le complesse indagini sul “caso dell’omicidio Gambino”
che non trovano soluzioni, i rapporti di coppia sempre più
burrascosi fra Salvo, Valentino e le rispettive compagne.
Anche questa nuova
stagione sarà sempre in bilico fra la comicità tipica di
Ficarra&Picone e i codici canonici del genere thriller su cui è
basata tutta la serie.
Prodotta da Attilio De
Razza per Tramp Limited, la seconda stagione manterrà la stessa
squadra di scrittura della prima, oltre a Salvo Ficarra e Valentino
Picone, Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli.
Confermato il cast
principale. Oltre a Salvo Ficarra (Salvo) e
Valentino Picone (Valentino), Anna Favella (Ester), Marianna di
Martino (Agata Scalia), Tony Sperandeo
(Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”), Maurizio
Marchetti (Portiere Martorana), Domenico
Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo Sale”),
Sergio Friscia (Sergione), Mary
Cipolla (Signora Antonietta) e con la partecipazione di
Leo Gullotta (Procuratore Nicolosi).
Salvo
Ficarra e Valentino Picone ci tengono a sottolineare
che
Incastrati 2è l’ultimo capitolo, in sei
episodi, del loro primo esperimento nella serialità televisiva.
Dunque, non si faccia illusioni su un possibile proseguimento, chi
ha apprezzato questo lavoro. Quello che è certo, è che sarà
possibile seguire le vicende di Salvo e Valentino, sempre
invischiati in questioni di mafia più grandi di loro e non solo,
dal 2 marzo in esclusiva su Netflix.
La trama di Incastrati 2
Salvo (Salvo
Ficarra) e Valentino (Valentino Picone)
cercano di riprendere la loro vita di sempre. Mentre stanno andando
a lavoro col furgone, però, una distrazione è fatale e succede
qualcosa di inaspettato. I due incroceranno la latitanza di Padre
Santissimo (Maurizio Marchetti), accompagnato da
Tonino – Cosa Inutile (Tony Sperandeo) e da lì
prenderà il via una nuova girandola di vicende. I due si troveranno
di nuovo in pericolo, a doversi districare tra i dictat del boss e
la volontà di proteggere le donne che amano, con le quali i
rapporti non sono affatto facili. Salvo ed Ester (Anna
Favella) sono separati, in seguito al tradimento di
lei, ma entrambi non hanno abbandonato le speranze di ricostruire
la loro storia. Mentre, Valentino e Agata (Marianna
di Martino) stanno per andare a vivere insieme, ma non
saranno soli. Assieme a loro ci sarà, infatti, anche Robertino
(Luca Morello), il figlio di Agata. La donna è
impegnata, poi, nelle indagini sull’ omicidio Gambino e a questo si
aggiunge l’uccisione di due operai, ancora avvolta nel mistero.
Anche la mafia di Padre Santissimo, poi, avrà i suoi rompicapi,
dovendo estinguere un debito niente meno che coi messicani.
Incastrati
2 ha un buon ritmo, anche grazie al montaggio di
Claudio Di Mauro. Gode, certo, dell’affiatamento
ormai trentennale della coppia Ficarra –
Picone. Le gag divertono e si ride, i tempi comici
sono buoni e più che rodati. Ma non è solo per questo che sono
efficaci. Mentre si ride, infatti, spesso si riflette, il che non
guasta. Merito anche della scrittura, che ha visto il duo comico
collaborare con Leonardo Fasoli, Maddalena
Ravagli e Fabrizio Testini in un lavoro
d’equipe riuscito.
Un’ironia trasversale, che non
risparmia nulla
L’ironia e lo sberleffo in
Incastrati 2 spaziano su ogni argomento e
spesso sono ficcanti. Si ride sulla mafia, ma anche sulla
collusione mafiosa, ben più sottile, sulla sanità, col balletto tra
pubblico e privato – il dottor Tantillo, interpretato da
Gino Astorina, ne è esempio perfetto. Si ironizza
sul circo mediatico, ovvero sul giornalismo sensazionalistico,
esemplificato perfettamente dai due caratteri opposti di Sergione
(Sergio Friscia) e Bellomo (Matteo
Contino). Non vengono risparmiate neanche le stesse serie
tv – se nella prima serie c’era The touch of the killer,
in questa seconda c’è il prequel, The look of the killer.
La comicità e l’ironia non risparmiano neppure i rapporti di
coppia, quelli genitori-figli, e ovviamente, gli stereotipi legati
al sud.
La commistione dei generi in
Incastrati 2
Diversi sono i generi
cinematografici che si fondono in Incastrati 2, ognuno
evidentemente amato e ripreso con precisione nei codici. Thriller,
ovviamente, ma anche western, action movie, film romantico, vanno
ad arricchire la commedia. Si potrebbe pensare che questa sorta di
insalata di generi disturbi, invece è ben orchestrata e
diverte.
Le musiche di Paolo Buonvino e la
fotografia di Daniele Ciprì
Le musiche di Paolo
Buonvino sono trascinanti e si percepisce come si sia
divertito a spaziare tra i generi. I violini accompagnano
egregiamente tutta la serie, a partire dalla sigla iniziale,
fumettistica. Ogni situazione ha musiche appropriate: da quella
romantica, con canzoni d’amore, al western, all’azione, alla
suspense. La fotografia di Daniele Ciprì ha i
colori vividi che si adattano alla commedia ed esaltano il sole
della Sicilia, richiamato dal furgone giallo dei protagonisti.
Gli omaggi in Incastrati 2
Del tributo al genere western si è
detto sopra e lo spettatore lo apprezzerà senz’altro. Ma tra gli
omaggi schietti a capolavori e artisti del nostro cinema, spicca
sicuramente quello a
Massimo Troisi. In particolare, a
Non ci resta che piangere. Si parte dal Padre
Santissimo, che non può non ricordare il Santissimo Savonarola,
fino ad arrivare al “Grazie Salvo!”, che riprende il “Grazie
Mario!” di Non ci resta che piangere. I due autori,
registi e sceneggiatori assicurano poi che vi sarà un’altra, più
corposa, citazione del genio di Massimo Troisi, voluta per
omaggiare il regista e attore da loro tanto amato.
Incastrati 2 ha dunque gli ingredienti
giusti per offrire un buon intrattenimento da vedere sul piccolo
schermo, divertendosi, ma anche riflettendo. Prodotta da
Tramp Limited, la serie originale
Netflix, che sarà distribuita in 190 paesi, è
disponibile sulla piattaforma dal 2 marzo.
Arrivano finalmente le prime
proiezioni e incassi USA per il lungo week end del 4 Luglio. A
sorpresa primato per il sorprendente La Notte del
Giudizio Election Year, mentre deludono The
Legend of Tarzan e Il GGG.
Tuttavia il venerdì sera è andato
a La Notte del Giudizio – Election Year, che
con 14.4 milioni di dollari ha battuto tutti. Secondo posto invece
per The Legend of Tarzan che ha
superato 14 milioni di dollari e dovrebbe chiudere a quota 40
nei quattro giorni. Terzo posto per Alla Ricerca di
Dory, con 13.4 milioni di dollari e 343 milioni
complessivi. Brutto esordi per IL GGG di Steven Spielberg, che incassa solo 7 milioni
e non dovrebbe superare i 25 milioni totale. In
fine Independence Day: Rigenerazione che
incassa altri 4.6 milioni e che dovrebbe raggiungere gli 80 milioni
nella seconda settimana, molto al disotto delle aspettative della
FOX.
Incassi da record per
Spider-Man:
No Way Home che ha esordito ieri con 3
milioni di euro in 600 cinema. Un risultato straordinario che segna
la miglior apertura di sempre in Italia per Sony Pictures, il
miglior debutto di tutti gli Spider-Man e anche il miglior primo
giorno di sempre per un film di supereroi non corale. Thomas J.
Ciampa, Senior Vice President di Warner Bros. Entertainment Italia
ha dichiarato: «Un esordio straordinario per il supereroe più
amato di sempre che conferma ancora una volta, in un momento
complesso come quello che stiamo vivendo, la grande voglia di
cinema e l’unicità dell’esperienza in sala che riesce con la sua
magia a trasportare le persone nelle storie, in un modo che non
conosce eguali. Sono certo che, con il Natale alle porte, questo
debutto sia solo il primo miglio di una lunga corsa che ci vedrà
protagonisti verso un incredibile risultato finale».
Spider-Man:
No Way Homedi Jon Watts, con
Tom
Holland, Benedict
Cumberbatch,
Marisa Tomei, Zendaya,
Jacob Batalon,
Jamie Foxx e Willem
Dafoe, prodotto da Sony Pictures e distribuito solo
al cinema da Warner Bros. Entertainment.
Incassi al cinema nel 2023 al 30
giugno 2023 hanno registrato un incasso complessivo di circa 221.3
milioni di € per un numero di presenze pari a 31.6 milioni di
biglietti venduti dall’inizio dell’anno. Si tratta di un risultato
in termini di presenze del 54% superiore allo stesso periodo del
2022.
In netto miglioramento anche il
confronto con i risultati del periodo pre-pandemico 2017-2019:
negli ultimi due mesi il mercato ha recuperato quasi 10 punti
in percentuale scendendo al 30 giugno ad un differenziale negativo
del 27,9% in incassi (-35% invece le presenze). Al 31/12/22 la
differenza negativa era del 48,2% in incassi e del 51,6% in
presenze.
Per quanto riguarda le produzioni
italiane, incluse le co-produzioni, si evidenzia un incasso di
oltre 48.2 milioni di € per un numero di ingressi pari a circa 7.3
milioni di biglietti venduti ed una quota sul totale delle presenze
di circa il 23,3% (nel 2022 era del 17,8% mentre nel periodo
pre-pandemico 2017-2019 la media era del 22,5%). Positivi anche i
dati emersi da CinExpert, il monitoraggio sulle caratteristiche
sociodemografiche del pubblico realizzato per CINETEL dalla società
Ergo Research.
Crescono, in maniera determinante,
il pubblico femminile (+80% rispetto al 2022) e gli ingressi dei
“35-49enni” (+63% rispetto all’analogo periodo del 2022). Ancora
più netta la crescita, seppure con una % inferiore sul totale, dei
“50-59enni” (+95%) e “60+” (+73%). Notizie positive visto che lo
scorso anno le fasce più colpite dalle restrizioni pandemiche
furono proprio quelle rappresentate dal pubblico più adulto in
generale e femminile in particolare.
Il recupero di queste fasce
rappresenta un elemento fondamentale anche guardando al confronto
con il mercato francese: in un mercato con un totale presenze 2,5
volte quello italiano, siamo competitivi sulle fasce centrali
(25-49 anni), più deboli nelle altre fasce di età, in particolare
nel segmento 60+ che rappresenta il 27% del mercato francese, con
un rapporto quasi 7 a 1 con l’Italia. In generale il mercato
conferma quindi il trend di crescita dei periodi precedenti facendo
ben sperare per i prossimi mesi che vedono grandi titoli italiani e
internazionali in uscita e diverse iniziative di promozione per il
pubblico.
Arriva l’8 febbraio in sala
Incarnate, film con protagonista Aaron
Eckhart prodotto dalla Blumhouse. In
Incarnate Reduce da un tragico incidente che
lo ha lasciato paraplegico e privo dei più cari affetti, il dottor
Seth Ember è divenuto col tempo un “incarnato”, un individuo dotato
della particolare capacità di immergersi nella psiche di soggetti
posseduti da entità demoniache ed esorcizzarli mediante una
complessa strategia onirica. Inizialmente riluttante
nell’accogliere direttamente dal Vaticano il caso di un bambino
tormento da una feroce entità malefica, Seth decide di accettare
quando scopre che il demone potrebbe essere lo stesso che ha
causato la morte della moglie e del figlio.
Incarnate, il film
Pochi attori possono vantare una
carriera cinematografica tanto schizofrenica quanto quella di
Aaron Eckhart, bizzarro oggetto hollywoodiano
capace di passare apparentemente senza alcuna difficoltà né ritegno
da un piccolo capolavoro d’autore come Sully di Clint Eastwood a un imbarazzante aborto
spontaneo di genere qual è Incarnate, ennesimo
maldestro e mancato tentativo di rivitalizzare un filone ormai
privo di sbocchi degni di nota come quello delle possessioni
demoniache. L’ormai collaudata formula Blumhouse
(rapidità, risparmio, competenza) capace di ottime sorprese in ben
altre sedi qui non riesce a replicare il consueto miracolo,
generando un prodotto privo di qualunque ragion d’essere che
scivola viscoso fra le impacciate dita registiche di un
Brad Peyton decisamente anonimo e alquanto
ridimensionato dai fasti apocalittici di San Andreas, seppur ben preparato a livello
tecnico.
Cercando pietosamente di amalgamare
la filosofia dei viaggi astrali di Insidious con la meccanica visionaria degli
innesti onirici di The Cell e Inception
(facendo un ben magro servizio al capolavoro di
Nolan) Incarnate dà origine a una
narrazione a metà strada fra i cliché classici del genere diabolico
e stantie suggestioni ateo-scientifiche, con il risultato di creare
un ibrido che non appare né carne né pesce, nonostante alcune
interessanti premesse per una fresca novità tematica fossero
obbiettivamente presenti.
Il comparto attoriale – con
Aaron Eckhart ai minimi storici da I,
Frankenstein affiancato dal giovane David
Mazouz e dall’affascinante Carice van Houten – di per sé non può
essere accusato di alcun crimine, se non forse di una piattezza
generale indirettamente generata dalla mancanza di convincimento
per uno script, quello di Ronnie Christensen,
farraginoso e privo della materia di base per dare sostanza alla
seppur ottima e suggestiva fotografia di Dana
Gonzales, capace in più occasioni di occhieggiare a
classici come Silent Hill e a gran parte della
produzione targata Jason Blum. Peyton tenta il
tutto e per tutto sfoderando urli, volti sfigurati, contorsionismo
ultraterreno e l’immancabile voce gutturale dal profondo inferno,
ma, a conti fatti, Incarnate non può far altro che
accartocciarsi su sé stesso senza portare nulla di veramente degno
e necessario da giustificare novanta minuti di visione, rivelando
ingenuità e difetti dai quali, parafrasando il sottotitolo
italiano, sarà davvero impossibile nascondersi.
Protagonista della storia è il
dottor Seth Ember, un uomo che è costretto su una
sedia a rotelle in seguito ad un incidente d’auto. Questo suo
handicap però lo ha dotato di un’abilità che gli consente di
“esorcizzare dall’interno” i posseduti, entrando con il pensiero
nelle loro menti. Arruolato dal Vaticano per esorcizzare un
ragazzo, l’uomo rimane sconvolto quando scopre che dentro il
giovane c’è lo spirito maligno che aveva provocato la morte di sua
moglie e di suo figlio un anno prima. Ember cercherà di redimersi e
di distruggere il demone prima che possa scatenare la sua furia nel
mondo.
Al fianco di Aaron
Eckhart, a completare il cast del film, ci sono anche
Carice van Houten (Il Trono di
Spade), David Mazouz (Gotham) e
Catalina Sandino Moreno.
Torna a mostrarsi in un nuovo
trailer ufficiale Incarnate, la pellicola
horror prodotta dalla Blumhouse Picture e diretta
da Brad Peyton. Protagonista della pellicola, come
appare ben visibile dal trailer a seguire, la coppia composta da
Aaron Eckhart e Carice Van
Houten.
https://www.youtube.com/watch?v=jOp75JYzcSg
Protagonista della storia è il
dottor Seth Ember, un uomo che è costretto su una
sedia a rotelle in seguito ad un incidente d’auto. Questo suo
handicap però lo ha dotato di un’abilità che gli consente di
“esorcizzare dall’interno” i posseduti, entrando con il pensiero
nelle loro menti. Arruolato dal Vaticano per esorcizzare un
ragazzo, l’uomo rimane sconvolto quando scopre che dentro il
giovane c’è lo spirito maligno che aveva provocato la morte di sua
moglie e di suo figlio un anno prima. Ember cercherà di redimersi e
di distruggere il demone prima che possa scatenare la sua furia nel
mondo.
Al fianco di Aaron
Eckhart, a completare il cast del film, ci sono anche
Carice van Houten (Il Trono di
Spade), David Mazouz (Gotham) e
Catalina Sandino Moreno.
Incarnate arriverà nelle sale USA
il prossimo 2 dicembre.
Standing ovation per ”Biutiful” di
Alejandro Iñarritu. Infinita, il pubblico in piedi applaude
imperterrito nonostante il film di oltre due ore sia tutt’altro che
allegro, cogliendo di sorpresa regista e cast.
La notizia che farà felici tutti i
fan di Joss Whedon si chiama In your
eyes: questo nuovo lavoro, prodotto dalla casa
indipendente di Whedon, la
Bellweather, era stato quasi interamente
realizzato già nel 2012 ma, dopo alcuni intoppi tecnici di varia
natura, ecco che verrà ufficialmente presentato nel 2014, al
Tribeca Film Festival.
Il film narra le vicende di
Dylan (Micheal Stahl-David in
Cloverfield) e Rebecca
(Ruby Spark Zoe Kazan), due persone completamente
diverse (i classici opposti) che, in realtà, sono collegati in modi
del tutto imprevedibili, che nessuno potrebbe facilmente
immaginare. Com’è chiaramente intuibile, In your
eyes racconta una storia d’amore che strizza l’occhio
ripetutamente alla fantascienza ; un film pregno di tensione e
condito da atmosfere degne delle più torbide storie d’amore.
Una buona notizia per chi, amando
Whedon, dovrà aspettare per forza il 2015 per
potersi godere Avengers Age of
Ultron.
Nei primi nove anni del suo
pontificato, Papa Francesco ha compiuto 37 viaggi
visitando 53 Paesi: nel documentario In Viaggio,
presentato fuori concorso a
Venezia 79, questi itinerari diventano per
Gianfranco Rosi viatico per riunire il cammino di
un uomo con molte delle terre che aveva esplorato nei suoi
documentari precedenti. Povertà, migrazione, ambiente, solidarietà
e guerra sono solo alcune delle tematiche che In
Viaggio affronta, cercando di mettere in relazione la Via
Crucis del Papa con gli itinerari degli “uomini di Fuoco” di Rosi,
tracciati da Fuocoammare (2016) e Notturno (2020).
L’umanità di Papa Francesco
Il 13 marzo 2013 Jorge Mario
Bergoglio si presentò ufficialmente al mondo come
Papa Francesco con una frase memorabile, ma
umilissima: “Fratelli e sorelle, buonasera!“. Gianfranco
Rosi estende la propensione alla cordialità di Francesco decidendo
di incentrare In Viaggio sull’umanità del papa,
relegando alla documentazione – la maggior parte del prodotto
finito è composto da filmati d’archivio – il mistero della visione,
che avrebbe potuto disvelarsi in tutta la sua potenza se ci fossero
stati mostrati scorci più inediti del Pontefice oltre la sfera
religiosa, nel suo attaccamento all’incontro con l’altro, alla
parola, alla cordialità come vero significato di fede.
Il viaggio del Papa è un’esperienza
in divenire, di cui però ci sfugge l’immediatezza: non ci mostra
nulla che già non sappiamo, nessun contatto di
Francesco che non sia già stato immortalato da
giornalisti e televisioni. L’impatto semiologico della sua figura
rimane invariato: Francesco è veicolo di comunicazione, è un papa
che ammette l’errore ma non smette mai di provare.
Gianfranco Rosi sposta la cinepresa dalle guerre e
dai rifugiati, centro propulsore delle sue precedenti narrazioni,
per soffermarsi sull’incontro dello straniero con popoli
altri, sulla sua predisposizione all’adattamento
fiducioso, in totale opposizione all’indisponenza spesso mostrata
dai vertici nei riguardi di questioni così spinose. È un Papa che
parla nella lingua della gente che va a visitare ma, soprattutto,
guarda dritto negli occhi chi ha di fronte, siano –
indifferentemente – proseliti, capi di stato, bambini e adulti.
Si può sognare viaggiando in alto
Forse questo Papa vorrebbe solo
qualcuno che, a sua volta, gli rispondesse con lo sguardo, compito
a cui il controcampo silenzioso di Rosi non riesce ad adempiere.
Resta la figura di un pontefice solitario e in solitudine che,
nonostante la continuità verbale e solidale che garantisce ai
fedeli, fatica a trovare il destinatario ultimo dell’appello che
reitera diffusamente: “Non abbiate paura di sognare“. Un
Papa che porta su di sè il peso dei conflitti e catastrofi che
invadono la Terra, la cui fisicità muta col passare dei viaggi e la
constatazione che le distanze concettuali sono molto più difficili
da abbattare rispetto a quelle fisiche.
Forse la vicinanza partecipe – a
dispetto della lontananza geografica – non conosce limiti sopra di
noi, dove regna il Divino e dove si trovano gli astronauti della
Stazione Spaziale Internazionale con cui
Papa Francesco instaura il dialogo più memorabile
di In Viaggio. Nella distanza della ricezione
della parola con gli astronauti, negli attimi di tempo necessari
per decifrare un messaggio che arriva da lontanissimo, solo allora
la solitudine del Pontefice trova un appiglio: in cielo, lontani
dalla nostra Terra, c’è ancora spazio per il sogno e
la sofferenza terrena può assumere un senso, nell’abbraccio umano
di chi viaggia nello spazio con curiosità e, soprattutto,
speranza.
Inizialmente previsto per la sala
cinematografica, anche il film In viaggio verso un
sogno – The Peanut Butter Falcon è infine approdato
ad una distribuzione in
streaming, trovando il proprio spazio in piattaforme come
Chili, Rakuten TV e Tim Vision. Scritto e diretto dagli esordienti
Tyler Nilson e Michael Schwartz,
questo è un buddy movie di puro stampo indie, che porta con sé
l’onere e l’onore di aver per protagonista un attore affetto da
sindrome di Down. Una novità non indifferente all’interno
dell’industria, che negli ultimi anni ha tuttavia visto il fiorire
di opere con al centro persone e personaggi troppo spesso
dimenticati.
La vicenda è quella di Zak
(Zack Gottsagen),
ragazzo affetto da tale sindrome e un grande sogno nel cassetto:
diventare un famoso lottatore di wrestling. Fuggito dall’ospizio
dove la sua famiglia lo aveva abbandonato anni prima, questi
intraprenderà un lungo viaggio attraverso i selvaggi territori
della Carolina del Nord, con l’intenzione di incontrare il
leggendario Salt Water Redneck, da cui spera di imparare l’arte del
combattimento. Ad accompagnarlo nella sua avventura vi è Tyler
(Shia
LaBeouf), pescatore buono di cuore ma con numerosi
problemi alle spalle, con il quale stringerà una sincera
amicizia.
In viaggio verso un sogno,
consapevoli dei propri limiti
Quando i due aspiranti registi
incontrarono il giovane Gottsagen ad un laboratorio per attori con
disabilità, rimasero particolarmente colpiti da lui e dal suo
carisma. Questi raccontò loro del suo grande desiderio di diventare
un attore, e su tale sogno Nilson e Schwartz basarono la storia
divenuta poi film. Decidendo di scrivere il ruolo del protagonista
per un ragazzo affetto dalla nota sindrome, i due debuttanti si
sono evidentemente assunti tutti i rischi del caso, ricercando la
giusta chiave con cui poter dar vita al tutto.
Ne è così nato un film che sfoggia
la possibilità per la settima arte di rappresentare con successo
quelle diversità che spesso non hanno voce, inserendo il suo
protagonista in un contesto tradizionalmente consolidato. Descritto
come una moderna rivisitazione della storia di Huckleberry Finn,
In viaggio verso un sogno riesce così allo stesso tempo
sia a mantenersi aggrappato a solidi riferimenti preesistenti, sia
a proporre una novità meno scontata di quanto si potrebbe
immaginare.
Il rischio maggiore per tale
progetto poteva essere quello di sfociare in un pietismo fuori
luogo e controproducente, come spesso accade in questi casi. I due
registi, così come lo stesso attore protagonista, sono consapevoli
dei limiti imposti dalla sindrome, e riescono a parlarne sia senza
sottolineature sia senza il bisogno di dover nascondere qualcosa
già di suo evidente. Ciò permette allo spettatore di non vedersi
sbattuti in faccia motivi per cui dovrebbe sentirsi a disagio, con
la diversità che appare essere soltanto un altro colore nel dipinto
dell’umanità. Sorretto da LaBeouf e dall’attrice Dakota
Johnson, qui nei panni della dipendente dell’ospizio
alla ricerca del giovane Zak, il protagonista riesce a distogliere
l’attenzione dalla sua caratteristica principale per catturare
invece con le sue notevoli doti da interprete.
In viaggio verso un sogno: la
recensione
Il giovane Gottsagen è dunque il
punto d’originalità del film, inserito in un viaggio dell’eroe pur
sapendo di non potersi definire tale. “Io non posso essere un
eroe, perché ho la sindrome di Down”, esclama il protagonista
in una delle poche ed esplicite dichiarazioni d’intenti. Eppure,
ogni evento è costruito per lui, per esaltarne le reali capacità
prima di ogni altra cosa. Con In viaggio verso un sogno si
riscrive dunque la fisionomia dell’eroe tipo, e dato il successo
dell’opera, che negli Stati Uniti è stata eletta come il film
indipendente dal maggior incasso del 2019, sembra che tale
riscrittura sia stata ampiamente apprezzata e premiata.
C’è da dire che la storia scritta
dai due autori può anche essere vista come un’arma a doppio taglio,
poiché se da una parte aspira ad esaltare, sempre con discrezione,
il proprio protagonista, dall’altra finisce per poter vantare pochi
altri spunti di particolare interesse. Il viaggio compiuto dai due
è infatti ovviamente parte di una tradizione che, per quanto
funzionante, ci si può stufare di rivedere per l’ennesima volta.
Con un ritmo nella prima parte piuttosto sottotono ed alcune
ripetizioni di espedienti stilistici, in questo caso di alcune
sequenze di montage, si rischia infine di eccedere con l’ormai
inflazionata “estetica indie”.
Dalla metà in poi, fortunatamente,
gli eventi permettono al film di ottenere un maggior
coinvolgimento, e grazie alla chimica tra i due attori protagonisti
si riesce ad affezionarsi all’amicizia tra loro, raccontata in modo
prima di tutto genuino. La speranza è che film del genere possano
dunque diventare sempre più presenti, e che per ogni tipo di
spettatore possa esserci un eroe in cui ritrovarsi.
E’ da oggi disponibile on demand in
prima visione In viaggio verso un sogno– The peanut butter falcon, il
film rivelazione negli Stati Uniti diretto da Tyler Nilson e
Michael Schwartz che vede protagonisti l’emergente
Zack Gottsagen e le star hollywoodiane Shia LaBeouf e Dakota Johnson, e che sarà disponibile a partire dal
primo giugnoin PRIMA VISIONE ON DEMAND sulle principali
piattaforme digitali. Nel cast del film anche John
Hawks,
Jon Bernthal, Bruce Dern.
In viaggio verso un
sogno– The peanut butter
falcon ha fatto parlare molto di sé fin dalla
première allo scorso South by Southwest (Texas), dove il
passaparola generato dalla calorosa accoglienza ricevuta da parte
di pubblico e critica gli ha permesso di raggiungere oltre 20
milioni di dollari al box office, diventando il maggiore incasso di
un film indipendente nel 2019 negli Stati Uniti. É un’originale
storia di amicizia on the road raccontata con leggerezza,
umorismo e sensibilità, che saprà conquistare il cuore degli
spettatori grazie anche alla straordinaria interpretazione di Zack
Gottsagen.
Grazie a Officine UBU,
In viaggio verso un sogno– The
peanut butter falcon è disponibile ON
DEMAND sulle principali piattaforme digitali, inclusa Vativision,
la nuova piattaforma che debutterà nella prima decina di giugno, su
SKY Primafila Premiere e sulla nuova piattaforma digitale
#iorestoinSALA, fortemente voluta e gestita dagli
esercenti cinematografici colpiti dalla fase emergenziale che ha
imposto la chiusura delle sale. #iorestoinSALA è la nuova
iniziativa digitale nata dalla volontà comune di un gruppo di
Esercenti cinematografici che gestiscono circa 70 strutture per un
totale di circa 170 schermi e che, in attesa di poter tornare a
riempire fisicamente le sale, hanno deciso di creare una soluzione
on-line per mantenere vivo il rapporto i propri spettatori,
offrendo anche una serie di attività collaterali quali
presentazioni, dibattiti e promozioni.
In viaggio verso un sogno – The peanut butter falcon, la
trama
Zak (Zack Gottsagen), un giovane
ragazzo con la sindrome di Down, scappa dalla casa di cura dove
vive per inseguire il sogno di allenarsi con il suo eroe e
diventare un wrestler professionista. In un’imprevista svolta del
destino, la strada di Zak s’incrocia con quella di Tyler (Shia
LaBeouf), un burbero fuorilegge in fuga. Tra i due nascerà
un’amicizia così forte da riuscire persino a convincere Eleanor
(Dakota Johnson), amorevole ma determinata tutrice di Zak, a unirsi
al loro viaggio verso la Florida. Un’avventura moderna in stile
Mark Twain per sognare senza limiti.
In viaggio verso un sogno – The peanut butter falcon: il
trailer