Il festival del cinema accoglie nel
suo spazio dedicato alle ‘chiacchierate’ cinematografiche
Checco Zalone. Il comico pugliese, giunto al
suo terzo film con Sole a Catinelle, ha diviso pubblico e
critica, arrivando ad un strepitoso successo al
botteghino. Zalone arriva sul palco della sala Petrassi
con l’aria di chi, essendo capitato per caso in una situazione che
non conosce o conosce comunque molto poco, esordisce con un “in
che consiste ‘sta cosa che facciamo?”, conquistandosi (come se
ne avesse bisogno) seduta stante il pubblico presente, compresa la
critica che ha tanto disprezzato il suo successo. Poi, è
cominciata l’intervista, o meglio, la chiacchierata tra due amici
e, anche solo rispondendo a delle semplici domande, Zalone è stato
l’esilarante showman al quale siamo abituati.
Marco Giusti: Perché non sei
andato da Vespa?
Checco Zalone: Perché ho
troppa visibilità in questo momento. Non voglio nemmeno più
guardarmi allo specchio, non ce la faccio più a vedermi. Mi
chiuderò a Capurzo, ho pure chiamato Mina. Mi riposo, sto a casa,
c’ho la bambina… non faccio niente. Poi questo lavoro è fatto anche
da momenti di pausa in cui uno pensa se vuole fare ancora cinema.
Anzi non è cinema quello faccio io, così hanno detto i critici
colleghi tuoi, però i cinema erano pieni. Ho letto molte
polemiche per l’uso che si farà di questi soldi perché non verranno
investiti nel cinema, cioè quello vero. Però il mio cinema fa
bene ai locali intorno al cinema, tipo le pizzerie, praticamente…
fa bene anche alla pirateria a Capurzo.
MG: Che ti hanno scritto i
critici?
CZ: Penso di aver diviso la
critica… Tu sei corrotto, sei amico quindi hai scritto bene.
Meneghetti mi ha dato due palle, però era una recensione ben
scritta, puntuale… non sto scherzando. Va bene per uno che si
sta avvicinando al mondo del cinema.
MG: Ma a te piace il
film?
CZ: No, bruttissimo. Quando
uno fa un film passa quattro mesi a vedere il prodotto, a fare il
montaggio ecc.. c’era roba inguardabile che avrebbe dato da
mangiare a voi critici.. ma col cavolo che l’ho messa, l’ho
tagliata. Alla fine vedi e rivedi ormai mi fa schifo, non
sono neanche andato al cinema a vederlo. Però la critica, quella
istituzionale, adesso purtroppo sta venendo soppiantata dai social
network, leggi pure la recensione del gommista sotto casa.
MG: Però in questo film c’è
un salto di classe, è anche un film politico.
CZ: non è un film ideologico,
non è un film politico..c’è questo personaggio che è un
anticomunista che però non sa neanche perché odia il comunismo,
l’idea me l’ha data mio fratello.
MG: Parliamo di comici: chi
ti piace di più?
CZ: Beppe Grillo.
MG: Tra i classici?
CZ: Sordi è stato il più
grande attore italiano, inarrivabile. Ho rivisto con grandissimo
piacere Il vigile ed ho trovato delle scene straordinarie. Guardo a
lui come riferimento, era una spanna sopra tutti gli altri.
MG: A chi credi di
somigliare? Hanno detto totò..
CZ: Non penso di
somigliargli, tendo a Sordi ma è troppo grande, poi qui devo
fingere di essere umile, dentro c’ho un ego grosso come te!
MG: Quanto ti ispira la tua
famiglia?
CZ: Tantissimo. Per esempio
nel film il personaggio che prende tutto a rate esiste davvero a
Capurzo. Vedi stipendiati a 1000 euro al mese che prendono
l’Audi con 27 anni di mutuo. Le zie tirchie di Capurzo pure.. poi
io non vivo a Roma, che secondo me fa bene a quelli che fanno ‘sto
mestiere..
MG: Sei sempre il ragazzo
semplice di una volta?
CZ: No, me la tiro..
MG: sembri un ragazzo
semplice e stupidotto e di provincia, ma in realtà affronti temi
come l’omosessualità.
CZ: nel primo film l’ho
affrontato: quello nella mia filmografia è stato il pezzo più
bello che doveva secondo me essere premiato, ma niente—quindi non
accetterò nessun premio.
Nel bel mezzo dell’intervista, poi
Zalone si fa suggerire dalle domande che gli vengono poste i
pretesti per cantare le sue canzoni. Canta, infatti “Gli uomini
sessuali” e “Samba senza u culo” per poi
tornare “serio” con un “BASTA, BASTA VOLGARITA’! PARLIAMO DI
CINEMA!”
MG: Ma tu lo faresti un film
di un autore italiano, quelli considerati quattro stelle?
CZ: Quattro stelle
Meneghetti? Non mi incassa un cazzo! Sinceramente non sono un
attore, non sono capace di mettermi in un altro personaggio. Quindi
per pietà della platea direi che non è il caso.
MG: I vostri film cercano di
essere sempre nuovi.
CZ: Ora non per fare il
presuntuoso, però noi guardiamo come riferimento alla commedia
italiana e, a parte Fantozzi, non è mai stata grottesca.
MG: Invece io trovo che state
sempre attenti a mettere le cose sul livello della realtà
italiana.
CZ: Sì, muoviamo dalla
realtà. In generale prendiamo i temi forti in quel momento storico,
i musulmani, l’integrazione razziale. Però non è che facciamo dei
saggi, non li spieghiamo, li prendiamo strumentalmente… per
ancorare alla realtà una storia, per renderla più efficace e
realistica..senza profondità, perché le cose brutte le conosciamo
già.
MG: E dei comici americani
che mi dici?
CZ: Mi piace Ben Stiller,
Sasha Baron Cohen. Non so se può essere proposto in Italia, però,
perché arriva a livelli di scorrettezza politica forse
inaccettabili per il nostro paese.
La nostra foto gallery del Festival:
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