La Pixar ha sempre saputo costruire storie uniche partendo da
idee semplici ma affascinanti: e se i giocattoli fossero vivi? E se
le emozioni avessero una loro personalità? E se i supereroi fossero
anche genitori? Con Win or Lose, la chiarezza dei concept
storici della casa di produzione viene meno, e le intenzioni non
sono immediatamente chiare.
La serie segue una
struttura “a punti di vista”, raccontando l’arco di tempo di una
stessa settimana attraverso il punto di vista di più personaggi
che, alla fine di ogni episodio, si ritrovano alla stessa partita
di softball. Ogni episodio offre uno sguardo unico su un
protagonista, personalizzando lo stile d’animazione e le metafore
visive per rappresentare il suo mondo interiore.
Al centro di Win or
Lose troviamo Laurie (Rosie Foss), figlia
dell’allenatore, viene sopraffatta dall’ansia, rappresentata da una
gigantesca macchia di sudore che la segue. Frank (Josh
Thomson), l’arbitro della partita, utilizza la sua
attrezzatura come una corazza emotiva per proteggersi dal dolore di
una recente rottura. Rochelle (Milan Elizabeth
Ray) si sente costretta a crescere troppo in fretta, e la
sua percezione cambia radicalmente quando vediamo la storia dal
punto di vista di sua madre, Vanessa (Rosa
Salazar), per i primi quattro episodi.
Questo approccio
narrativo solleva anche una questione fondamentale: a chi è
destinata la serie? Alcuni elementi possono risultare troppo
infantili per gli adulti, mentre altri potrebbero risultare
complessi per i bambini. L’equilibrio tra leggerezza e profondità a
volte si perde, rendendo l’esperienza altalenante. Tuttavia, man
mano che la serie procede, il quadro generale diventa più chiaro e
coinvolgente, migliorando episodio dopo episodio.
Dal punto di vista
tecnico, la Pixar mantiene la sua eccellenza nell’animazione. Le
metafore visive utilizzate per mettere in scena le emozioni si
inserisce in quel percorso, per chi scrive problematico, che
prosegue ormai da diverso tempo e che ha l’effetto di una
ridondante esigenza di spiegare il contesto, quello che succede e
quello che si vede, aggirando proprio la metafora narrativa più
raffinata, sfidante per lo spettatore. La struttura episodica fa sì
che ogni puntata si concluda con un cliffhanger, rendendo la
visione frammentata se non affrontata come un’unica maratona.
L’arrivo di Win or
Lose su Disney+ si inserisce in un momento in cui la
Pixar sta ancora cercando di definire il proprio ruolo nella
serialità televisiva. Con precedenti esperimenti come Dream Productions, lo studio ha trovato modi
interessanti per espandere i suoi universi, ma senza mai
raggiungere la stessa rilevanza dei suoi film. In questo contesto,
Win or Lose rappresenta un passo avanti, dimostrando che la
serialità può offrire opportunità narrative che un film non
permetterebbe.
Uno dei punti di forza
della serie è proprio la sua capacità di trattare temi complessi in
modo accessibile: le pressioni genitoriali, gli appuntamenti
online, la gestione dei social media, le difficoltà finanziarie e
le sfide della moralità quotidiana. Nonostante qualche incertezza,
questi elementi conferiscono a Win or Lose una profondità
inaspettata, rendendola un passatempo per molti versi
“impegnato”.
Win or Lose non è
un trionfo assoluto, ma nemmeno un fallimento. È una serie con
momenti di grande impatto emotivo. La Pixar potrebbe non aver
ancora trovato la formula perfetta per la tv a episodi, ma questo
esperimento è sicuramente un passo nella giusta direzione.
Il regista David
Cronenberg e l’attore Viggo Mortensen
hanno lavorato insieme in più occasioni nel corso della loro
carriera, dando vita a lungometraggi di particolare pregio come
La promessa
dell’assassino e A Dangerous Method. Il
loro primo film insieme, risalente al 2005, è però il thriller
A History of Violence, titolo presentato in
concorso al Festival
di Cannes e lodato per la sua atmosfera e i risvolti
noir. Quella raccontata, infatti, è una vicenda apparentemente
semplice, che si propaga però fino a diventare un complessa vicenda
di violenza e vendetta, dove nessuno è realmente al sicuro.
Il film, sceneggiato
da John Olson, è l’adattamento dell’omonimo
romanzo a fumetti del 1997 scritto da John Wagner
e illustrato da Vince Locke. Noto in Italia con il
titolo di Una storia violenta, questo fu un ennesimo
successo per Wagner, già noto per il personaggio del Giudice Dredd,
adattato al cinema nel film Dredd – La legge sono io. Interessatosi al progetto,
Cronenberg vi vide la possibilità di realizzare un nuovo thriller
dopo Crash (1996) e Spider (2002). Apportando al
progetto il proprio personalissimo stile, il regista ha fatto di
A History of Violence uno dei suoi maggiori
successi di critica e pubblico.
Considerato dal regista come una
riflessione sul corpo umano e il suo rapporto con la violenza, la
quale viene qui esplorata sotto punti di vista diversi, tanto
storici quanto sociologici. Per gli amanti del genere e di
Cronenberg, un titolo da non perdere assolutamente. In questo
articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative
ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è Tom
Stall, un uomo mite e proprietario di un piccolo
ristorante nella cittadina di Millbrook. Al di là del suo lavoro,
Tom si dedica molto alla sua famiglia, composta dalla moglie
avvocato Edie e dai figli Jack e
Sarah. La placida esistenza di Tom viene però
bruscamente spezzata il giorno in cui il suo ristorante è preso
d’assalto da due rapinatori, che egli riesce però abilmente a
mettere fuori gioco. Da quel momento, Tom si vede investito di una
non richiesta popolarità, con i mass media che lo osannano ad eroe
americano. La notizia viaggia in lungo e in largo, giungendo però
anche a Filadelfia, alle orecchie del crudele Carl
Fogarty.
L’uomo è un membro di spicco della
mafia irlandese locale e associa il volto di Tom a quello di
Joey Cusack che molti anni prima faceva parte
proprio della banda criminale e che li aveva poi traditi. Fogarty
decide dunque di recarsi a Millbrook in cerca di vendetta, seguito
dai suoi uomini. Il loro arrivo scuoterà ancor più nel profondo
l’esistenza di Tom e quella della sua famiglia, la quale non è più
certa di conoscere realmente quello che credevano essere un marito
e padre amorevole. Nel desiderio di porre fine ai suoi problemi,
Tom capirà che l’unico modo per porre fine a quella guerra è il
rispondere con la violenza alla violenza.
Il cast del film
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista Tom Stall vi è l’attore Viggo
Mortensen. Egli, seppur inizialmente non entusiasta
della sceneggiatura, accettò di recitare nel film per poter
lavorare con Cronenberg, che stimava molto. L’attore si dedicò poi
molto al suo personaggio, immaginandone la vita prima della vicenda
narrata nel film e lavorando sull’accento di Philadelplhia per
poterlo rendere credibile. In seguito, Mortensen ha affermato di
considerare A History of Violence uno dei film più
belli in cui abbia mai recitato. Accanto a lui, nel ruolo della
moglie Edie Stall vi è invece l’attrice Maria
Bello, vita anche nei film Secret Window e
Prisoners, mentre i
figli Jack e Sarah Stall sono interpretati da Ashton
Holmes e Heidi Hayes.
Nei panni del crudele Carl Fogarty
vi è l’attore Ed Harris,
mentre nel ruolo del mafioso Richie Cusack vi è William Hurt.
Originariamente, i loro personaggi avrebbero dovuto avere origini
italiane, ma dopo la scelta dei due attori si preferì modificarli e
dar loro origini irlandesi. Ciò è stato motivato dal fatto che
Harris e Hurt risultavano più convincenti con origini irlandesi che
italiane. Nonostante compaia nel film per appena 10 minuti, Hurt è
poi stato candidato al premio Oscar come miglior attore non
protagonista. Completano poi il cast gli attori Peter
MacNeill nei panni dello sceriffo Sam Carney
e Stephen McHattie in quelli di Leland
Jones.
Nel corso del film, Tom ammette
infine di essere Joey. Prima che a quel punto Carl possa sparargli,
il figlio Jack lo uccide. All’ospedale, poi, Edie affronta Tom che
ammette nuovamente di essere Joey Cusack. Rivela dunque alla moglie
di essere scappato da Philadelphia per sfuggire al suo passato
criminale e questa ammissione aggrava le tensioni nel loro
matrimonio. Dopo che Tom esce dall’ospedale, Sam, lo sceriffo
locale, esprime la sua preoccupazione e i suoi sospetti. Mentre Tom
sta per confessare, Edie mente all’uomo e lo convince ad andarsene.
Nonostante ciò, il loro rapporto continua ad essere gelido.
Le cose prendono un’ulteriore piega
inaspettata quando il fratello di Tom, il boss Richie Cusack, lo
chiama e gli chiede di tornare a Philadelphia, minacciando di
venire in Indiana se non lo farà. A Philadelphia, Tom viene a
sapere che i mafiosi che ha offeso hanno sfogato le loro
frustrazioni su Richie, penalizzandolo finanziariamente e
ritardando il suo avanzamento nell’organizzazione. Tom si offre
quindi di fare pace, ma Richie ordina ai suoi uomini di uccidere il
fratello. Tom, però, riesce a uccidere la maggior parte dei
gangster e infine elimina anche il braccio destro di Richie e il
suo stesso fratello.
A quel punto, Tom torna a casa, dove
l’atmosfera è tesa e silenziosa, mentre la famiglia siede intorno
alla tavola. Alla fine la figlia gli porge un piatto. Qualche
istante dopo, il figlio gli offre un po’ del cibo e Edie guarda Tom
con le lacrime agli occhi. Seppure la famiglia si riconcilierà, la
violenza è entrata nelle loro vite e nulla sarà mai più come prima.
Parlando con CinephiliaBeyond, Cronenberg stesso ha
descritto il film come una meditazione sul corpo umano e sul suo
rapporto con la violenza: “Per me il primo fatto dell’esistenza
umana è il corpo umano. In questo film c’è un pubblico che
sicuramente applaudirà questi atti di violenza e lo fa perché è
previsto che questi atti siano giustificabili e a volte quasi
eroici”.
“Ma io dico: “Ok, se potete
applaudire quello, potete applaudire anche questo?” perché questo è
il risultato di quel colpo di pistola in testa. “Non
è bello. – continua Cronenberg – E anche se la violenza è
giustificabile, le conseguenze della violenza sono esattamente le
stesse. Il corpo non sa quale sia la moralità di quell’atto. Quindi
chiedo al pubblico di vedere se riesce a contenere l’intera
esperienza di questo atto violento, anziché solo quella
eroica/drammatica. Sto dicendo: “Ecco gli effetti davvero brutti di
questi brutti ragazzi, ma gli effetti sono comunque molto brutti”.
E questo è il paradosso e l’enigma”.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di A
History of Violence grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Visio,
Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 19
febbraio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Il finale di Ancora auguri per la tua
morte non solo ha rivelato il motivo dei loop
temporali che costringono Tree Gelbman
(Jessica Rothe) a ripetere lo stesso giorno più
volte, ma ha anche creato un multiverso e le premesse per un terzo
film (la
cui sceneggiatura è già stata scritta). Scritto e diretto da
Christopher
Landon, il sequel riprende immediatamente dopo gli
eventi del primo
Auguri per la tua morte, in cui Tree risolveva il
proprio omicidio e si liberava dal loop temporale. Mentre questo
primo film era un horror-slasher puro e semplice, mescolato con
l’espediente del loop, in cui il protagonista ripeteva lo stesso
giorno all’infinito, il sequel è un film ancora più radicato nel
genere.
Ancora auguri per la tua
morte mantiene infatti il suo serial killer, il Babyface
mascherato, ma mette da parte gli elementi horror, dimostrandosi
una commedia fantascientifica ispirata a Ritorno al futuro –
Parte II, che coinvolge universi paralleli. Il cambio di
genere è voluto dal produttore Jason Blum, che vuole che ogni film del
franchise sia diverso dall’altro. Tuttavia, questo secondo capitolo
è anche incredibilmente più. Tree è ancora una volta costretta in
un loop temporale, ma la verità è che è intrappolata in un universo
parallelo. Di conseguenza, ecco qui un’utile spiegazione del finale
del film!
La spiegazione del loop temporale
di Ancora auguri per la tua morte
Ancora auguri per la tua
morte rivela subito la causa del loop temporale di Tree:
tutto è dovuto a un dispositivo chiamato Sisyphus Quantum
Cooling Reactor. Mentre si svolgevano gli eventi del film
originale, il compagno di stanza di Carter
(Israel Broussard), Ryan
(Phi Vu), e i suoi compagni di laboratorio
Samar (Suraj Sharma) e
Dre (Sarah Yarkin) stavano
lavorando al loro progetto scientifico nell’edificio di Scienze e
Ingegneria della Bayfield University. Il loro dispositivo, chiamato
in breve “SISSY”, era stato progettato per rallentare il tempo. Ma
non riuscirono a mettere a punto gli algoritmi giusti e SISSY creò
un loop temporale che in qualche modo intrappolò Tree.
In Auguri per la tua
morte, il loop temporale la costringeva a rivivere il
giorno del suo compleanno, lunedì 18 settembre, che si concludeva
sempre con il suo assassinio. Dopo essere morta undici volte, Tree
si è salvata e liberata quando ha capito che dietro il complotto
per ucciderla c’era la sua compagna di stanza Lori
(Ruby Modine). Quando Tree ha ucciso Lori, ha
chiuso il loop temporale e Tree ha potuto passare al giorno
successivo. Sembrava che Tree avesse così eliminato il suo stesso
assassino, ma così non è. Il loop temporale è passato a Ryan, che
ha iniziato a ripetere martedì 19 all’inizio del sequel.
Ryan ha il suo killer Babyface che
lo uccide, resettando il giorno in muore. Fortunatamente, Tree sa
esattamente cosa dta succedendo e così lei, Carter e Ryan si
mettono alla ricerca del nuovo Babyface. Quando Tree salva Ryan,
smascherano il killer e rimangono scioccati nello scoprire che è un
sosia di Ryan. Questo sosia pensa che uccidere l’altro sé stesso
sia l’unico modo per fermare il circolo temporale, per questo
portava avanti questo crimine. Incita quindi tutti ad uccidere
l’originale, ma quest’ultimo, terrorizzato, attiva SISSY e tutti
perdono i sensi.
L’algoritmo difettoso del
dispositivo, infatti, causa un sovraccarico che colpisce tutti i
membri del laboratorio, ma è Tree ad esserne maggiormente colpita.
Viene infatti rispedita al 18 settembre e in un nuovo loop
temporale, solo che questa volta Tree è finita addirittura in una
dimensione parallela. Le regole del loop temporale sono le stesse:
Tree deve morire affinché si resetti il giorno, ma questa volta non
è il bersaglio del Babyface Killer, quindi deve suicidarsi per
forzare il reset.
Si scopre così che anche in
Ancora auguri per la tua morte esiste in un
multiverso. La maggior parte del sequel si svolge dunque in una
dimensione alternativa, che presenta una serie di grandi differenze
rispetto al mondo che Tree conosce. La più grande è che la sua
compagna di stanza Lori (che nell’universo del
film originale è ormai morta) è la vittima che viene uccisa dal
Babyface Killer. Parte del calvario di Tree è quindi cercare di
salvare Lori e ogni volta che fallisce, deve morire per resettare
il giorno e riprovare, rendendosi il nuovo bersaglio di Babyface o
trovando mezzi creativi per suicidarsi.
Le ramificazioni del multiverso e
del viaggio di Tree in una dimensione parallela non sono chiare.
Tree sostituisce la versione alternativa di se stessa di
quell’universo, dicendo a Carter, Ryan, Samar e Dre che si trova in
un loop temporale e proviene da una realtà diversa. La più grande
domanda senza risposta è cosa sia successo all’“altra” Tree. Ha
preso il posto dell’originale nell’universo del primo film, con
entrambe intrappolate in un loop temporale simultaneo in due
universi contemporanei? Oppure Tree 2 è stata spinta in un terzo
universo, creando un effetto domino senza fine? La cosa non viene
mai chiarita.
Le differenze tra i due universi
del film
L’universo speculare di
Ancora auguri per la tua morte è quasi del tutto
identico all’universo “primario” di Tree, tranne che per tre
differenze fondamentali: In primo luogo, Lori è ancora viva ed è il
bersaglio del Babyface Killer anziché la persona dietro la
maschera. In questo universo, infatti, Tree non ha mai avuto una
relazione con il suo professore, il dottor Gregory
Butler (Charles Aitken), nello stesso
periodo in cui Lori andava a letto con lui. Pertanto, Tree e Lori
sono in realtà amiche intime. In secondo luogo,
Danielle (Rachel Matthews),
sorella e nemica di Tree, è la ragazza di Carter. Infine,
nell’universo parallelo, anche la madre di Tree (Missy
Yager) è ancora viva.
Tree inizia dunque a ritenere
migliore la vita in questo universo parallelo. Anche se Carter esce
con Danielle, Tree è felicissima di riavere sua madre. L’essere
costretta a rivivere ripetutamente lo stesso giorno costringe però
Tree a rendersi conto di essere diventata una persona terribile
dopo la morte della madre, avvenuta tre anni prima. Tuttavia, Tree
ha anche capito gradualmente di non appartenere all’universo
parallelo. Sua madre ha avuto tre anni di ricordi con la Tree 2 che
la Tree originale non ha – e lei sta vivendo la vita di qualcun
altro. Alla fine, abbandona quindi di nuovo sua madre e torna nel
suo universo per stare con Carter.
Tutti gli assassini del primo e
secondo film
In entrambi i film ci sono in realtà
più killer Babyface. In Auguri per la tua morte,
questi erano Lori e John Tombs, il serial killer
che era stato ricoverato da Lori al Bayfield Hospital, e ognuno di
loro aveva ucciso Tree più volte. Nel sequel, invece, i Babyface
killer sono Gregory e i suoi complici: John Tombs e sua moglie
Stephanie (Laura Clifton),
insieme al precedente Ryan II. Gregory ha preso spunto dal libro di
Lori nel primo film e ha lasciato Tombs libero di essere il capro
espiatorio dell’assassino di Lori. Gregory e Stephanie stavano
entrambi lavorando per uccidere Lori perché lei aveva una relazione
con Gregory.
La spiegazione del finale di
Ancora auguri per la tua morte
Mentre il 18 settembre continuava a
ripetersi in questo sequel, Tree divide il suo tempo nell’universo
alternativo per raggiungere diversi obiettivi: passare del tempo
con sua madre, salvare Lori e imparare la meccanica quantistica.
Poiché Tree è l’unica a conservare la memoria dopo il reset del
giorno, spetta a lei imparare e correggere tutte le complesse
equazioni matematiche per poi insegnarle a Ryan, Samar e Dre in
modo che possano riparare SISSY. Alla fine, grazie alla sua
“memoria pazzesca”, Tree ha impara tutta la matematica necessaria,
perfezionando l’algoritmo e facendo funzionare correttamente
SISSY.
Alla fine, con l’aiuto di Carter,
riesce a salvare Lori e a smascherare Gregory e Stephanie come
Babyface killer, mettendo tutto a posto nell’universo “altro”
proprio mentre Ryan e gli altri attivano SISSY, rilasciando una
bolla quantica che riporta Tree nel suo universo di origine. La
ragazza si risveglia proprio nel momento in cui SISSY si è guastata
nel suo universo originale, il che significa che tutto ciò che è
accaduto nel mondo parallelo è avvenuto coincide a pochissimi
secondi per l’universo originale. Il giorno è martedì 19 settembre,
quindi Tree è di nuovo libera dal loop temporale, che sembra essere
chiuso, apparentemente per sempre.
La scena post-credits che anticipa
Auguri per la tua morte 3
Ancora auguri per la tua
morte ha una scena a metà dei titoli di coda che fa
pensare a un terzo film. In essa Tree, Carter, Samar e Dre sono
costretti a ripulire la spazzatura intorno al campus di Bayfield
come punizione per aver disobbedito all’ordine del preside
Bronson (Steve Zissis) di non
accendere SISSY. Improvvisamente, arrivano dei SUV neri
appartenenti alla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency)
e il dottor Parker (Kenneth
Israel) ordina ai quattro studenti di andare con lui.
Arrivati al quartier generale della DARPA, Parker rivela di aver
portato la macchina SISSY nel suo laboratorio e di volerla usare
per testare i loop temporali.
Tree offre a quel punto una nuova
cavia per l’esperimento: Danielle, che si sveglia
nel suo letto urlando, presumibilmente perché ora è intrappolata
nel suo stesso loop temporale. Questa scena conclusiva può essere
un indizio sulla trama di un “Auguri per la tua morte
3“, per il quale il regista Christopher Landon dice di
avere un’idea “davvero folle e divertente”, dal momento
che “ha sempre immaginato questa come una trilogia”. Ad
oggi, tuttavia, il film non è stato ancora ufficializzato, ma
Landon ha fatto sapere che una sceneggiatura è stata scritta e che
ci sono buone possibilità che il progetto si concretizzi.
Divenuto una vera e propria icona di
film d’avventura e d’azione, nel 2018 l’ex wrestler Dwayne
Johnson si è cimentato come protagonista
dell’adrenalinico Skyscraper (qui
la recensione). Scritto e diretto da Rawson Marshall
Thurber, che aveva già lavorato con Johnson per
Una spia e
mezzo, il film si è affermato come uno dei blockbuster di
maggior richiamo del suo anno, coniugando al suo interno grandi
emozioni ed esplosivi effetti speciali. La presenza dell’attore è
stata poi fonte di garanzia per i suoi fan, consapevoli del talento
di Johnson nello scegliere con cura i suoi progetti. Il tutto è
impreziosito dalla presenza come direttore della fotografia di
Robert Elswit, premio Oscar per Il
petroliere.
Con una trama vagamente ispirata al
primo film della saga di Die Hard,
Skyscraper è da subito stato un progetto che ha
attratto numerosi studios cinematografici. A vincere i diritti per
il titolo è però stata la Legendary Pictures, che ha infine dato il
via libera alla sua produzione. Johnson è così tornato a vestire i
panni che più gli riescono meglio, ricevendo anche numerose lodi
per la sua performance. L’attore è poi ance stato candidato ai
People’s Choice Awards e ai Nickelodeon Kids’ Choice Awards come
attore preferito dal pubblico. Con questo film egli ha così
continuato a riaffermare la propria persona sul grande schermo,
confermandosi nel pieno di un periodo d’oro della sua carriera.
Al momento della sua uscita in sala,
il film si è poi dimostrato anche un buon successo di pubblico. A
fronte di un budget di circa 125 milioni di dollari, il film è
arrivato ad incassarne un totale di circa 304 in tutto il mondo.
Ciò lo ha portato ad essere uno dei titoli del suo genere di
maggior richiamo dell’anno. Diverse sono le curiosità legate a
questo titolo, da quelle riguardanti la scelta del cast fino agli
effetti speciali e le location. Proseguendo nella lettura si potrà
scoprire le principali di queste, come anche dove è attualmente
possibile trovare e vedere in streaming il film.
Protagonista del film è Will
Sawyer, agente FBI
costretto a lasciare il suo lavoro dopo anni di servizio a causa di
un brutto incidente. Durante un operazione di salvataggio, è
infatti rimasto coinvolto in un esplosione che lo ha portato a
perdere una gamba. Operato da quella che poi diventerà sua moglie,
Sarah, Will si ritrova dunque ad indossare una
protesi artificiale tecnologicamente evoluta. Costretto ad una vita
grossomodo sedentaria, egli decide di lasciare gli Stati Uniti per
andare a vivere ad Hong Kong con moglie e figli. Qui, tramite un
collega, riesce ad ottenere il lavoro di addetto alla sicurezza del
grattacielo più alto del mondo, prossimo all’inaugurazione. Mentre
svolge il suo lavoro, Will viene però attaccato da un ladro che gli
ruba la borsa.
Ben presto capirà però che il vero
obiettivo del furto era il tablet che egli porta con sé, e che gli
dà accesso a tutti i sistemi di sicurezza dell’edificio.
Comprendendo di essere stato tradito dal suo vecchio collega, Will
si ritrova al centro di un’operazione terroristica, la quale ha
come primo obiettivo quello di impadronirsi proprio del prezioso
dispositivo. Deciso ad andare fino in fondo a questa storia, l’ex
agente FBI scoprirà che durante la sua distrazione un gruppo di
terroristi dell’Europa dell’est ha preso possesso dell’edificio,
all’interno del quale si trovano anche sua moglie con i figli.
Questo è quanto gli basta sapere per decidere di combattere da sé i
nemici, pronto a tutto pur di salvare la propria famiglia.
Come riportato,
Dwayne Johnson è il protagonista assoluto del film. Il
regista, che aveva già lavorato con lui, disse di non aver voluto
altri se non lui per il ruolo principale, e con l’interesse di
Johnson il progetto prese infine ad essere realizzato. Egli si
dimostrò così coinvolto dalla pellicola da voler ricoprire anche il
ruolo di produttore. Come sempre, inoltre, l’attore si sottopose ad
un allenamento ancor più intensivo del solito in vista delle
riprese. Ciò gli permise di poter eseguire da sé tutte le
spericolate acrobazie previste dal copione, evitando di essere
sostituito da controfigure. Ancora una volta, Johnson si è
dimostrato ricco del carisma e della presenza scenica giusta per
sorreggere il film sulle proprie spalle, assicurandogli un buon
successo.
Accanto a lui si ritrova l’attrice
Neve Campbell, nel ruolo della moglie Sarah.
Celebre per il ruolo di Sidney Prescott nella saga di Scream,
l’attrice dovette superare un’accesa competizione prima di ottenere
la parte nel film. L’attore Chin Han ha invece
dato vita a Zhao Long Ji, proprietario del grattacielo all’interno
del quale si svolgono le vicende. Roland Møller,
noto per film come Atomica bionda, è invece il terrorista
scandinavo Kores Botha. Pablo Schreiber ha invece
ricoperto il ruolo di Ben Gillespie, il collega del protagonista
poi passando dalla parte dei cattivi. Nel film si ritrova poi
anche Tzi Ma, celebre attore cinese comparso
in numerosi film hollywoodiani di grande successo. Nel film
Skyscraper ha interpretato il capo dei pompieri di Hong
Kong.
Come spesso accade per blockbuster
di questo tipo, molto di quanto è possibile vedere sul grande
schermo è in realtà frutto di ricostruzioni o effetti speciali. La
maggior parte delle riprese si sono infatti svolte in studio a
Vancouver, dove è stato ricostruito parte del
grattacielo protagonista. Ulteriori riprese, in particolare degli
esterni, si sono poi effettivamente svolte ad Hong
Kong, in particolare nei pressi del Hong Kong
Cultural Center. Il grattacielo più alto del mondo
rappresentato nel film non è dunque realmente esistente, ma è
frutto di un sapiente uso di scenografia unita agli effetti
speciali, qui curati dalla Industrial Light & Magic.
Verso il finale del film, Will
riesce a raggiungere Long Ji nel suo rifugio, e si fa consegnare il
disco. Nello scambio con Botha, però, Long Ji li attacca. Georgia
riesce a scappare: la consegna, e la reazione di Long Ji, erano un
piano per sorprendere Botha e costringerlo allo scontro finale
nella “sala degli specchi”, un ambiente con decine di schermi che
riproducono le immagini captate, alterando la percezione di
distanza e direzione, realtà e immagini digitali. Gli uomini di
Botha vengono qui uccisi, e Botha stesso, ingannato dall’ultimo
schermo, mentre crede di aver sconfitto Will, viene spinto giù da
questi, che in realtà è alle sue spalle.
Nel frattempo, Sarah, che parla
correntemente cantonese, riesce a convincere la polizia
dell’innocenza del marito. Sarah aveva visto i terroristi, quando
erano entrati nel grattacielo travestiti da operai, e aveva notato
le loro strane borse: con la polizia, cerca quel marchio delle
borse su internet, e capiscono che si tratta di paracadute,
necessari ai terroristi per la fuga. Osservando la pianta della
città attorno al grattacielo, Sarah intuisce il punto di
atterraggio previsto. La polizia può così, con un blitz,
neutralizzare la squadra di appoggio esterno ai terroristi, e Sarah
stessa mette fuori combattimento la donna che è a loro capo,
recuperando così il tablet di controllo.
Con quello, può riattivare i sistemi
di sicurezza antincendio del grattacielo, e salvare così Will e
Georgia, intrappolati all’ultimo piano, insieme a Long Ji, ferito.
I tre vengono finalmente raggiunti e riportati a terra da un
elicottero. La polizia ha ormai la certezza dell’estraneità di Will
al sabotaggio, e la folla, che ha seguito su un maxischermo tutte
le fasi dell’azione, e le pericolose acrobazie di Will e la sua
gamba artificiale sulle pareti del grattacielo, lo accoglie come un
eroe. Will, però, ha occhi solo per la sua famiglia, che ora si può
ritrovare tutta insieme, sana e salva. Al momento di lasciarsi,
Long Ji promette a Will che ricostruirà il grattacielo.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È
possibile fruire diSkyscrapergrazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
diNetflix, Now, Apple iTunes e
Prime Video.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo dimercoledì 19
febbraioalle ore21:20sul canaleItalia
1.
Come si colloca il fumetto A
History Of Violence rispetto all’adattamento
cinematografico di David Cronenberg? Se è
vero che il regista può essere associato soprattutto a body horror
divenuti cult come La mosca o
Videodrome, negli ultimi vent’anni si è ampiamente
allontanato da questo genere (tornandovi però per Crimes
of the Future) a favore di thriller psicologici o drammi
come La promessa dell’assassino. Quest’ultimo film è
interpretato da Viggo Mortensen, che è diventato un
collaboratore abituale del regista. Il loro primo progetto insieme
è però stato il thriller poliziesco A History of
Violence (2005).
In esso, l’attore interpreta
Tom Stall, il proprietario di una tavola calda che
vive una tranquilla e anonima vita nello stato dell’Indiana. Una
notte, però, due criminali entrano nella sua tavola calda e Tom è
costretto a reagire, finendo per ucciderli. La stampa lo definisce
un eroe, anche se è scosso dall’evento, ma presto un gangster
sfregiato di nome Fogarty (Ed
Harris) entra nella tavola calda, sostenendo che Tom è
in realtà un killer professionista con un passato ben diverso da
quello che lui racconta. Da lì, avranno inizio una serie di eventi
che porteranno Tom a doversi confrontare con i suoi scheletri
nell’armadio.
Interpretato anche da William Hurt e Maria Bello,
A History of Violence è un thriller cupo e
complesso, sostenuto da una regia tesa e da ottime interpretazioni.
Il film ha anche ricevuto anche due nomination agli Oscar, per la
Migliore sceneggiatura non originale e per il Miglior attore non
protagonista per Hurt. Quando Cronenberg ha firmato per dirigere il
progetto, però, non era a conoscenza del fumetto AHistory Of Violence, realizzato da John
Wagner e da cui il film è tratto. Sebbene la pellicola sia
ampiamente fedele agli eventi del fumetto, ci sono anche molte
differenze tra i due.
Le differenze tra il film A
History of Violence e il fumetto
Il film, pur facendo riferimento
all’omonimo romanzo a fumetti da cui è tratto, è soltanto vagamente
basato su di esso. Lo sceneggiatore Josh Olson ha
infatti affermato fin dall’inizio di volere utilizzare la storia
originale come trampolino di lancio per esplorare i temi che più lo
interessavano. Per questo motivo, dopo una prima parte grossomodo
fedele a quanto raccontato da Wagner, si iniziano ad incontrare
diverse variazioni. Innanzitutto, il nome del protagonista cambia
da Tom McKenna a Tom Stall,
mentre John Torrino è stato cambiato in
Carl Fogarty. Anche il nome del figlio del
protagonista è cambiato, passando da Buzz a
Jack.
Nel fumetto, poi, Millbrook si trova
nel Michigan, mentre nel film è nell’Indiana, e i boss del film non
sono più di Brooklyn ma di Philadelphia. Secondo la stampa tedesca
David Cronenberg e lo sceneggiatore Josh Olson hanno inoltre
cambiato i nomi che sembravano italiani per evitare di anticipare i
legami con la mafia. La prima metà del fumetto ha poi
un’impostazione simile al film, con la scena della tavola calda e
il disagio di Tom per l’attenzione della stampa quasi identici. Una
cosa che il film fa è giocare sull’aspetto del mistero, indagando
al contempo sugli effetti della violenza su Tom, sulla sua famiglia
e su come la comunità e la stampa rispondono ad essa.
Tom si mostra a disagio per aver
ucciso due uomini, anche se lo “meritavano”, e non ama essere
lodato per questo. Ciononostante, si dimostra anche capace di
violenza e suo figlio, vittima di bullismo, in seguito picchia
ferocemente un aguzzino a scuola. La svolta del film è più o meno
la stessa, quando i gangster minacciano la sua famiglia e Tom si
rivela essere l’uomo che stanno cercando. Tom elimina gli scagnozzi
sia nel film che nel fumetto. La differenza sta che Fogarty viene
ucciso dal figlio di Tom nel film, ma dalla moglie nel fumetto. Il
film, inoltre, aggiunge anche due scene di sesso tra Tom e sua
moglie e fa un lavoro molto più approfondito sulla loro relazione.
La domanda se il figlio abbia la stessa violenza in agguato è un
altro tema aggiunto dal film.
La seconda metà di A History
of Violence mette poi in evidenza le differenze tra i due
media. Nel fumetto un flashback mostra Tom – il cui vero nome è
Joey – mentre compie una rapina alla mafia con l’amico Richie, che
va male. Richie viene catturato, mentre Tom fugge e si nasconde.
Dopo aver confessato alle autorità nella speranza di ricevere
protezione – e aver appreso che a loro non importa se non può
aiutarle a ottenere condanne – Tom è costretto a confrontarsi con
il sadico figlio di un mafioso che ha ucciso. Durante la resa dei
conti, scopre anche che Richie è stato tenuto in vita e
orrendamente torturato per due decenni. Il racconto si conclude con
Tom che uccide i restanti gangster, si impietosisce per Richie e lo
porta in ospedale, promettendo alla moglie di chiudere con il suo
passato.
L’opera di Cronenberg è dunque meno
drammatica ed esplora il crollo della personalità inventata di Tom
e il modo in cui la sua famiglia reagisce alla verità. Richie in
questa versione è il fratello di Tom e un mafioso a sua volta, che
costringe Tom a tornare a Philidelphia. Dopo aver tentato di fare
pace, Richie cerca di uccidere il fratello per regolare i vecchi
conti con le persone che Tom ha incrociato in passato; quest’ultimo
ribalta però la situazione e uccide Richie e i suoi uomini. Tom
torna così a casa e A History Of Violence si
conclude con una tranquilla scena di cena tra Tom e la sua
famiglia, lasciando intendere che, con il tempo, potrebbe esserci
una riconciliazione.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di A
History of Violence grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Visio,
Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 19
febbraio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
132 stanze. 157 sospetti,
un cadavere, un detective estremamente eccentrico e una cena di
Stato disastrosa. Disponibile da oggi il trailer ufficiale di
The Residence, il nuovo giallo di Shondaland, in arrivo
solo su Netflix dal 20 marzo. La serie, di cui è stato
rilasciato oggi anche il poster, è prodotta da Shonda Rhimes e Betsy Beers e creata da Paul
William Davies (Scandal, For the People).
Uzo Aduba
interpreta Cordelia Cupp, detective consulente del
Dipartimento di Polizia Metropolitana. Conosciuta per il suo
umorismo pungente, la sua implacabile ricerca della verità e un
occhio acuto per il comportamento umano, Cupp è la detective più
ambita al mondo, nonché una grande appassionata di birdwatching.
Con lei c’è Randall Park nel ruolo dell’agente speciale
dell’FBI
Edwin Park, incaricato di collaborare con Cupp durante una
cena di Stato ad alta tensione. Sebbene Park nutra scetticismo nei
confronti dei metodi non convenzionali di Cupp, la loro dinamica
promette di essere intrigante quanto il mistero che cercano di
svelare.
Da Apple Original Films e dai
filmmakers di Top Gun: Maverick arriva
F1, con protagonista Brad Pitt per la regia di Joseph
Kosinski. Il film è prodotto da Jerry Bruckheimer,
Joseph Kosinski, il pluricampione pilota di Formula 1
Lewis Hamilton, Brad Pitt, Jeremy Kleiner,
Dede Gardner e Chad Oman.
L’attesissimo film sulla Formula 1
ha come protagonista Brad Pitt nei panni di un ex pilota di F1® che
ritorna alle corse, affiancato da Damson Idris nel ruolo del suo
compagno di squadra all’APXGP, una squadra di fantasia sulla
griglia di partenza. Nel film, girato durante i weekend dei Grand
Prix, la squadra di Pitt e Idris si trova a fronteggiare i veri
titani dello sport.
Kosinski dirige da una sceneggiatura
di Ehren Kruger, Daniel Lupi è il produttore esecutivo. Nel team di
filmmaker dietro la macchina da presa troviamo, il direttore della
fotografia Claudio Miranda, gli scenografi Mark Tildesley e Ben
Munro, il montatore Stephen Mirrione, il costumista Julian Day, la
direttrice del casting Lucy Bevan e il compositore Hans Zimmer.
Apple Original Films presenta una
produzione Monolith Pictures / Jerry Bruckheimer / Plan B
Entertainment / Dawn Apollo, un film di Joseph Kosinski, F1®. Il
film sarà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures
a partire dal 26 giugno 2025.
Da oggi è disponibile il trailer de
L’ALBERO, film d’esordio di Sara
Petraglia, con Tecla Insolia e
Carlotta Gamba, prodotto da Angelo
Barbagallo per Bibi Film. Il
film, presentato in occasione della 19ª edizione della
Festa del Cinema di Roma nella sezione Progressive
Cinema, uscirà nelle sale giovedì 20 marzo
distribuito da Fandango Distribuzione.
La trama di
L’Albero
Bianca ha 23 anni e le sembrano già
troppi. Se n’è andata da casa dei suoi, dovrebbe fare l’università,
ma non ci va mai. Ha poche, precise ossessioni: il tempo che passa,
la cocaina, e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più
veloce, precipita. Anche la loro amicizia, che inciampa nella
dipendenza e si confonde con l’amore. Bianca ha un quaderno, ci
scrive sopra appunti per i suoi libri, ma vorrebbe scriverci
tutto: che la giovinezza è dolorosa e sta già finendo. Che
l’amicizia spezza il cuore. Che perdiamo tutto continuamente, e
però alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma, i ragazzi
di Napoli e l’albero che si intravede muto dalla finestra di casa
– nessuna cosa andrà perduta.
Netflix
svela le prime immagini di Pulse, il nuovo
medical
drama che farà battere i cuori di tutti gli appassionati del
genere. La serie, creata da Zoe Robynin veste
anche di showrunner insieme a Carlton Cuse, e con
protagonisti Willa Fitzgerald e Colin
Woodell, sarà disponibile solo su Netflix dal 3 aprile.
Mentre un uragano si
dirige verso il centro traumatologico di primo livello più
affollato di Miami, la dottoressa Danny Simms (Willa
Fitzgerald), specializzanda al terzo anno, viene
inaspettatamente promossa, e l’amato capo degli specializzandi, il
dottor Xander Phillips (Colin Woodell), viene
sospeso. Tra l’aggravarsi della tempesta e un’ondata di emergenze
mediche, l’ospedale si ritrova isolato, e Danny e Phillips devono
riuscire a lavorare insieme, nonostante inizino a trapelare i
dettagli di una loro storia d’amore clandestina e travagliata. Gli
altri membri del pronto soccorso dovranno affrontare sia le
conseguenze della relazione tra i due che le proprie sfide,
personali e professionali, con la consapevolezza che la posta in
gioco è la vita. Perché, per questo gruppo di medici, salvare la
vita dei pazienti è spesso meno complicato che vivere la
propria.
Produttori Esecutivi: Bradley Gardner, Emma Forman,
Michael Klick, Kate Dennis
Cast: Willa Fitzgerald, Colin Woodell, Justina
Machado, Jack Bannon, Jessie T. Usher, Chelsea Muirhead, Daniela
Nieves, Jessy Yates, Néstor Carbonell, Jessica Rothe, Santiago
Segura, Ash Santos, Arturo Del Puerto
Se c’è una cosa su cui si può
scommettere in ogni stagione di The
Boys, è che Hughie Campbell finirà coperto di sangue,
in un modo o nell’altro. Attualmente, le cineprese stanno girando
la quinta e ultima stagione della serie Prime Video dallo scorso novembre e la star
Jack Quaid ha ora condiviso una nuova foto del
dietro le quinte del set. Sebbene l’immagine non fornisca alcun
contesto, sembra abbastanza chiaro che Hughie subirà un altro bagno
di sangue quando lo show tornerà il prossimo anno.
Nel finale della quarta stagione,
Hughie e la maggior parte dei suoi compagni di squadra sono stati
catturati dalle forze di Homelander (queste
foto leggermente spoilerose sul set rivelano dove sono stati
probabilmente mandati), lasciando in fuga solo Annie January –
ora di nuovo potenziata come Starlight – e Billy Butcher. Con
quest’ultimo impegnato in una crociata per spazzare via tutti i
Supes, probabilmente toccherà ad Annie salvare Hughie e gli altri.
In attesa di maggiori certezze, è possibile guardare la foto di
Quaid su Instagram qui sotto.
Parlando con TV Guide dei
suoi piani per la stagione finale all’inizio di quest’anno, a
Kripke è stato chiesto se ha già deciso chi sopravviverà e chi
invece farà una fine senza dubbio disordinata. “Chiunque morirà
nella quinta stagione se lo meriterà ampiamente. Abbiamo un certo
senso di chi vive e di chi muore, ma non abbiamo ancora deciso
tutto. Ma si può fare l’ultima stagione di uno show e uscire di
scena alle proprie condizioni, quindi non tutti ce la
faranno”.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures. E’ disponibile su Prime Video.
Il regista di Dune e Dune – Parte Due, Denis
Villeneuve, ha dichiarato di non avere intenzione di
dirigere altri film del franchise dopo il previsto adattamento di
Dune: Messiah, ma questo non significa
che la Warner Bros. si fermerà dopo tre film. Secondo lo scooper
Daniel Richtman, lo studio
avrebbe infatti intenzione di andare avanti con almeno un altro
film su Dune e starebbe pensando a Gareth
Edwards (Rogue
One: A Star Wars Story, Jurassic
World – La rinascita) per prendere il timone del
progetto.
Lo scooper ritiene che ci sia un
interesse anche da parte di Edwards a ricoprire il ruolo di regista
per il progetto, ma Richtman non è sicuro che sia effettivamente
già in trattative. I primi due film sono stati un grande successo,
ma un quarto capitolo sarebbe comunque sorprendente, vista la
direzione che la saga di Frank Herbert prende dopo
il secondo libro. Villeneuve ha mostrato scarso interesse
nell’adattare i romanzi successivi, Children of Dune e
God Emperor of Dune, perché ritiene che la storia inizi a
diventare troppo “esoterica”. In ogni caso, non resta che attendere
aggiornamenti sugli sviluppi futuri.
Le riprese di Dune
3 potrebbero avere inizio quest’estate
In attesa di notizie su un possibile
Dune 4, sappiamo che le riprese del terzo capitolo
della saga potrebbero avere luogo già quest’estate. L’estate del
2026 non è infatti mai stata una finestra realistica per l’inizio
delle riprese di Dune 3, se Villeneuve intende
davvero finire il film in tempo per l’uscita di dicembre 2026.
Iniziare le riprese a giugno di quest’anno rende la data di uscita
un obiettivo più raggiungibile, dato il lungo processo di
post-produzione e montaggio necessario per un film di queste
dimensioni. Villeneuve ha poi affermato che questo sarà il suo
ultimo film di Dune, ma spera che altri si
assumano il compito di adattare altri libri della serie di
Herbert.
Lo stesso Villeneuve ha recentemente
ipotizzato a Deadline che le riprese di Dune
3 sarebbero iniziate nel 2026, ma ha anche indicato che il
lavoro stava procedendo rapidamente e che avrebbe potuto
“tornare dietro la macchina da presa più velocemente di quanto
pensi”. Il regista ha anche avvertito che “questi film
richiedono molto tempo per essere realizzati, quindi è meglio non
dire ad alta voce quando potrei girare”. Villeneuve ha anche
detto di non voler affrettare il processo, quindi si può presumere
che non stia accelerando su sollecitazione dello studio, ma che sia
realmente pronto a partire.
Daredevil: Rinascita è a ormai
due settimane di distanza e sono ancora molti i dettagli mancanti
sulla serie. Uno di questi potrebbe però essere ora stato
svelato. L’insider @Cryptic4KQual ha infatti
condiviso notizie sulla durata dei primi due episodi della serie.
Stando a quanto riportato, il primo episodio dura 58 minuti, mentre
il secondo, invece, sarà di 47 minuti.
L’insider aggiunge: “Non conosco
il resto, ma si dice che il resto della serie manterrà una durata
adeguata”. Si spera dunque che questo significhi che non ci
saranno episodi sorprendentemente brevi, una fastidiosa abitudine
che ha afflitto la maggior parte dei progetti Marvel Studios/Marvel Television.
Il cast di Daredevil:
Rinascita
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per
la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex
boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Secondo quanto riferito, la
produzione di Lanterns è
iniziata e speriamo che da un giorno all’altro venga rivelato un
primo sguardo ufficiale su Hal Jordan (Kyle
Chandler) e John Stewart (Aaron Pierre).
Nel frattempo, Pierre è apparso di recente a un evento sul tappeto
rosso e ha mostrato quello che secondo molti potrebbe essere il suo
nuovo look per interpretare il supereroe della DCU. L’attore di Mufasa:
Il Re Leone e Rebel Ridge ha abbandonato la sua caratteristica
peluria facciale per un look pulito e un taglio di capelli netto
che, a prima vista, fa sembrare che John sia uscito direttamente
dalla pagina.
“In questo momento sono
impegnato e concentrato su un progetto molto bello. Un progetto che
mi sta molto a cuore. Si tratta di Lanterns e interpreterò il
bellissimo personaggio di John Stewart, che amo molto”, ha
detto l’attore a un giornalista che gli ha chiesto dei suoi
prossimi progetti. “Farò tutto ciò che è in mio potere per
dargli vita in un modo che risuoni con la gente e che celebri quel
personaggio”. Secondo quanto riferito, Chandler ha firmato
solo per Lanterns, il che significa che John sarà
probabilmente proposto come la principale Lanterna Verde del
DCU in futuro. Di seguito, ecco il video della
breve intervista:
Di cosa parla Lanterns?
L’attesa serie Lanterns,
parte del rinnovato Universo DC guidato da Gunn e Safran, seguirà
le Lanterne Verdi Hal Jordan e John Stewart mentre indagano su un
misterioso omicidio legato a una cospirazione più ampia e
sconvolgente. La serie della HBO è descritta come una storia “alla
True Detective” che mescola intrighi cosmici con un tono
di ispirazione noir. Con una durata di otto episodi, Lanterns
promette di introdurre una versione fresca e dinamica degli amati
eroi intergalattici della DC.
Kyle Chandler e
Aaron Pierre sono stati confermati per Lanterns
e saranno i protagonisti della serie, rispettivamente nei panni di
Hal Jordan e John Stewart, segnando il loro attesissimo debutto
nell’Universo DC. Tra gli altri membri del cast finora confermati
figurano anche Kelly Macdonald, Garret Dillahunt e Poorna
Jagannathan. In quanto progetto cardine del rinnovato DCU,
Lanterns dovrebbe collegarsi direttamente ad archi
narrativi più ampi, pur offrendo una narrazione autonoma e
incentrata sui personaggi. Con la sua attenzione al mistero, al
dramma e alla mitologia cosmica della DC, Lanterns è
destinata a diventare un capitolo fondamentale dell’Universo DC in
evoluzione.
La serie si propone di mettere in
luce entrambi gli eroi in egual misura, offrendo una nuova
interpretazione della loro iconica collaborazione e rimanendo al
contempo fedele alla ricca storia dei fumetti dei personaggi. Con
la sua narrazione concreta e il tono ispirato al noir, la serie
dovrebbe fornire un nuovo livello di profondità al mito di
Lanterna Verde, attraendo sia i fan di lunga data che i
nuovi arrivati nell’Universo DC. I fan possono attendere il debutto
sulla HBO nel 2026.
In seguito a una recente
indiscrezione secondo cui i Marvel Studios/Sony Pictures avrebbero cercato
attori per interpretare un cattivo e un nuovo interesse amoroso per
il Peter Parker di Tom Holland in Spider-Man 4,
potremmo essere un passo più vicini a scoprire chi invece si calerà
nel ruolo dell’antagonista principale nel prossimo film solista di
Spidey. Secondo Daniel Richtman, un “grande
attore” ha ricevuto l’offerta di interpretare il cattivo principale
nel film. Purtroppo non è stato rivelato né il nome dell’attore né
il personaggio che potrebbe interpretare.
Una precedente indiscrezione ha
affermato che il film introdurrà un cattivo di Spider-Man mai visto
in live-action sino ad ora, il che potrebbe restringere il
campo. Tra le notizie correlate, Deadline ha riportato che
Zendaya girerà Dune 3 prima di Spider-Man
4, il che ha portato a speculazioni sul fatto che
quest’ultimo potrebbe non rispettare l’attuale data di uscita del
24 luglio 2026. Vale la pena notare che la MJ di Zendaya potrebbe
avere solo una parte minore nel film, le cui riprese potrebbero
dunque rimanere confermate per quest’estate.
Precedenti indiscrezioni hanno
affermato che Tom Rothman della Sony e
Kevin Feige, capo dei Marvel Studios,
hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di
Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di
ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman,
invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No
Way Home riportando Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter
Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che
entrambi gli studios si sono accordati su una storia
prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche
se il film viene ancora descritto come un “evento di livello
Avengers”. Oltre a Tom Holland, Zendaya
dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si dice inoltre che
Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black
Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei
confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe
essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler –
anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i
prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No
Way Home, Chris McKenna e Erik
Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a
dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel
Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.
Come riportato da Deadline, il prossimo film
evento di Steven Spielberg con la Universal non arriverà
più al cinema il 15 maggio 2026, bensì il
12 giugno dello stesso anno, occupando uno slot
precedentemente occupato dal prossimo film senza titolo del duo
premio Oscar I Daniels (Everything
Everywhere All at Once). Il film, la cui trama è ancora
sotto chiave e che si dice parli di UFO, si trova ora in una
posizione migliore nel calendario, condividendo il fine settimana
con il reboot di Scary Movie e sulla scia di Masters of the Universe degli
Amazon MGM Studios e precedendo di una settimana Toy Story
5 della Disney/Pixar.
Nel complesso, si tratta quindi di
una finestra meno competitiva per il pubblico del film. Nella data
precedente, il film diretto da Spielberg e scritto da David
Koepp sarebbe stato affiancato dal nuovo Avengers:
Doomsday due settimane prima e The
Mandalorian & Grogu appartenente al franchise di
Star
Wars, una settimana dopo. Uscendo il 12 giugno, il nuovo
film di Spielberg potrà invece avere il giusto spazio per una
promozione che gli permetta di avere quanta più attenzione
possibile. A questo punto non resta che attendere maggiori
informazioni su questo misterioso progetto.
Cosa sappiamo sul nuovo film di Steven Spielberg
Il prossimo film, attualmente senza
titolo, segna il ritorno di Spielberg al genere fantascientifico
insieme allo sceneggiatore e collaboratore di lunga data
David Koepp. Il film dovrebbe richiamare i
precedenti film di Spielberg, che ricordano Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. Ancora senza titolo, il film dovrebbe inoltre
essere interpretato da
Emily Blunt, Josh O’Connor,
Colman Domingo,
Colin Firth, Wyatt Russell e Eve Hewson.
Al momento, però, non è noto quali ruoli questi attori ricopriranno
nel film.
In particolare, Spielberg non
realizza un blockbuster di fantascienza molto apprezzato da tempo.
Il suo ultimo sforzo nel genere è stato Ready
Player One nel 2018, che ha ricevuto reazioni
contrastanti. Prima di allora, La guerra dei mondi del 2005 è stata la sua ultima
uscita fantascientifica di rilievo. Tuttavia, il curriculum di
Spielberg nel genere è leggendario, con film come Minority Report e classici già citati
Incontri ravvicinati del terzo tipo ed
E.T. Mentre l’acclamato The Fabelmans si allontanava dai soliti blockbuster
del regista, l‘imminente progetto fantascientifico di Spielberg
segna il suo ritorno alla cinematografia su larga scala e ad alto
tasso di spettacolo.
Sembra che Denis
Villeneuve stia davvero puntando a girare il terzo
capitolo della sua serie di film di successo Dune quest’estate. Il team, stando a quanto
riportato da Deadline, è in pre-produzione e
si sta preparando da un po’ di tempo dietro le quinte per cercare
di preparare il set per un inizio estivo. Giugno sembra essere
troppo presto, ma l’estate è l’obiettivo, a patto che gli elementi
chiave vadano al loro posto (disponibilità degli attori, ecc.). Se
ciò venisse confermato, Dune 3entrerebbe dunque
in produzione ben prima di quanto inizialmente previsto.
Dune – Parte Due, interpretato da Timothée Chalamet e Zendaya, ha guadagnato più di 700 milioni di
dollari al botteghino mondiale dopo l’uscita dello scorso anno. Sia
Dune che Dune – Parte Due hanno ottenuto anche la
nomination agli Oscar come miglior film, confermando il successo
della serie all’interno dell’industria. Il terzo capitolo vedrà
Villeneuve completare la trilogia adattando il romanzo sequel di
Frank Herbert, Dune Messiah,
ovvero il completamento della storia di Paul Atreides.
Nel romanzo, Paul “Muad’Dib”
Atreides ha governato come imperatore per ormai 12 anni. Accettando
il ruolo di messia per i Fremen, ha scatenato una jihad che ha
conquistato la maggior parte dell’universo conosciuto, ma è
impotente a fermare gli eccessi letali del carrozzone religioso che
ha creato. Di certo, un inizio a metà tarda estate troverebbe
libera Zendaya, il cui calendario è piuttosto fitto
di impegni tra il nuovo film di Christopher Nolan, The
Odyssey, la terza stagione di Euphoria e il quarto film di Spider-Man della Marvel.
Non si sa ancora nulla sui luoghi
delle riprese, ma entrambi i film precedenti sono stati girati in
gran parte negli Origo Studios, in Ungheria, in Giordania e ad Abu
Dhabi. La Warner Bros/Legendary non ha ancora fissato la data di
uscita del film, anche se la scorsa estate è stato riferito che lo
studio aveva in serbo uno slot per il dicembre 2026 per un
“film evento di Denis Villeneuve”. Se le riprese del film
dovessero iniziare quest’estate, si tratterebbe di un periodo più
comprensibile per completare il tutto. Ad ora, inoltre, il titolo
del terzo film non è ancora stato stabilito ufficialmente, anche se
potrebbe essere semplicemente chiamato Dune –
Parte Tre.
Cosa significano le riprese nell’estate 2025 per Dune
3
L’estate del 2026 non è mai stata
una finestra realistica per l’inizio delle riprese di Dune
3, se Villeneuve intende davvero finire il film in tempo
per l’uscita di dicembre 2026. Iniziare le riprese a giugno di
quest’anno rende la data di uscita un obiettivo più raggiungibile,
dato il lungo processo di post-produzione e montaggio necessario
per un film di queste dimensioni. Villeneuve ha poi affermato che
questo sarà il suo ultimo film di Dune, ma spera
che altri si assumano il compito di adattare altri libri della
serie di Herbert.
Lo stesso Villeneuve ha recentemente
ipotizzato a Deadline che le riprese di Dune
3 sarebbero iniziate nel 2026, ma ha anche indicato che il
lavoro stava procedendo rapidamente e che avrebbe potuto
“tornare dietro la macchina da presa più velocemente di quanto
pensi”. Il regista ha anche avvertito che “questi film
richiedono molto tempo per essere realizzati, quindi è meglio non
dire ad alta voce quando potrei girare”. Villeneuve ha anche
detto di non voler affrettare il processo, quindi si può presumere
che non stia accelerando Dune 3 su sollecitazione
dello studio, ma che sia realmente pronto a partire.
John Malkovich, come noto, sarà tra gli
interpreti principali del film I Fantastici
Quattro: Gli Inizi, in uscita quest’estate e di
recente ha raccontato perché gli ci è voluto così tanto tempo per
recitare in un film della Marvel. In una nuova intervista,
Malkovich ha rivelato che il vero motivo per cui non era apparso
nel MCU fino ad ora era dovuto alla
retribuzione. “Il motivo per cui non li ho fatti non ha nulla a
che fare con considerazioni artistiche di sorta”, ha detto
Malkovich a GQ. “Non mi piacevano
affatto gli accordi che avevano fatto”.
Ha continuato: “Questi film sono
piuttosto estenuanti da realizzare…. Se avete intenzione di
appendermi a una gru davanti a uno schermo verde per sei mesi,
pagatemi. Se non volete pagarmi, va bene, ma allora non voglio
farlo, perché preferirei essere sul palco, o dirigere uno
spettacolo teatrale, o fare qualcos’altro”. Per
I Fantastici Quattro: Gli
Inizi si è dunque riusciti finalmente a trovare un
accordo con Malkovich e l’attore ha a riguardo affermato: “Non
è poi così diverso dal fare teatro”, aggiungendo:
“Immagini un mucchio di cose che non ci sono e fai la tua
piccola commedia”.
Il film I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre
comparire nel film.
La previsione dei
Maya che il 21 dicembre 2012 avrebbe
portato alla fine del mondo si è rivelata errata, ma ciò non ha
impedito che il concetto venisse utilizzato come base per il film
di Roland Emmerich, 2012. Uscita
nel 2009, la pellicola ha visto il maestro dei film catastrofici
usare questo concetto come trampolino di lancio per un blockbuster
di ampio respiro che ha visto l’apocalisse emergere sotto forma di
maremoti, esplosioni vulcaniche e ogni altro disastro immaginabile.
All’interno della filmografia dell’autore di film come
Independence Day,
The Day After Tomorrow e Moonfall,
2012 ricopre dunque un posto speciale per
tutta la carica distruttiva che porta sullo schermo.
Da questo punto di vista, il film
mantiene indubbiamente le sue promesse. Il Washington Monument si
spacca a metà. La Basilica di San Pietro si rovescia, con tanto di
crepa estremamente evidente tra i polpastrelli di Dio e Adamo nella
famosa scena della Creazione di Adamo di Michelangelo. Los Angeles
sprofonda nei mari. La caldera di Yellowstone erutta in una grandinata di meteore
infuocate. Una portaerei viene sollevata a riva da un’onda enorme e
schiaccia la Casa Bianca. Ma come si svolge esattamente il tutto e
cosa cerca di dirci sulle persone e sulle interazioni con
l’ambiente?
La trama e il cast di 2012
Il film è incentrato sul padre
divorziato Jackson Curtis (John
Cusack) che cerca di aiutare i suoi figli,
Noah (Liam James) e
Lily (Morgan Lily), nonché la sua
ex moglie Kate Curtis (Amanda
Peet) e il suo fidanzato Gordon
(Tom McCarthy), a mettersi in salvo nel bel mezzo
dell’apocalisse. Allo stesso tempo, il geologo Adrian
Hemsley (Chiwetel
Ejiofor) viene a sapere che il governo si sta
preparando per questa esatta situazione, costruendo una gigantesca
arca in grado di ospitare il resto dell’umanità – o, almeno, le
persone che ogni governo ritiene degne di essere salvate.
Oliver Platt e Chiwetel Ejiofor in 2012
La spiegazione della profezia Maya
Nel film 2012, il
teorico della cospirazione Charlie Frost (Woody
Harrelson) presenta un’interpretazione della profezia
Maya che afferma che questa antica premonizione indica la fine del
mondo il 21 dicembre 2012 a causa dei cambiamenti
polari. Anche se inizialmente Jackson Curtis lo considera un pazzo,
Frost e le sue teorie cospirazioniste (tra cui una su come i
governi mondiali stiano tenendo segreta l’imminente fine del mondo)
si rivelano vere e aiutano Curtis a salvare la sua famiglia da un
terremoto catastrofico. Frost può essere riuscito ad aiutare il
protagonista del film, ma quando si tratta della sua accuratezza
sulla profezia Maya relativa al 21 dicembre 2012, si rivela molto
più scarso.
In realtà, la profezia
Maya è un po’ più complessa di come la presenta il film di
Emmerich. Per cominciare, la data del 21 dicembre 2012 aveva un
significato particolare per la cultura Maya, ma non per i motivi
che film come questo fanno pensare. Si trattava della fine di una
sezione del calendario mesoamericano del Conto
Lungo che durava da 5.126 anni. Questa
durata era correlata a un altro aspetto importante della cultura
Maya: secondo il testo Maya Popol Vuh, il mondo
abitato dagli uomini prima della Terra era durato 5.125 anni.
Questo dato è stato interpretato come la durata di vita prevista
per la Terra. Il modo in cui prevedevano la fine del mondo non è
mai stato specificato, né tantomeno è stato definito come
precisamente attribuibile agli spostamenti polari.
Sebbene l’idea che le civiltà Maya
prevedano un’apocalisse nel 2012 sia stata ampiamente divulgata da
autori come Michael D. Coe e William S.
Burroughs II, molti hanno sostenuto che gli antichi testi
Maya intendessero in realtà un momento di grande gioia. In effetti,
la poca arte arcana Maya sul 2012 che è stata scoperta raffigura
celebrazioni con gli dei piuttosto che un’apocalisse di fuoco.
Inoltre, molti manufatti delle antiche culture Maya mostrano opere
d’arte e astrologie che si svolgono ben oltre l’anno 2012. Mentre i
moderni teorici della cospirazione hanno interpretato il 21
dicembre 2012 come un giorno di sventura a lungo pensato, per le
culture Maya il 21 dicembre 2012 era visto quindi come qualcosa di
molto diverso.
John Cusack in 2012
2012 non è un
film sulla distruzione del mondo ma sulle classi sociali
Nel film, un eccesso di un nuovo
tipo di radiazione solare viene intrappolato nel nucleo della Terra
e la riscalda a livelli pericolosamente insostenibili. A parte
questa spiegazione, Emmerich non è però interessato alla meccanica
specifica del disastro. Come per il suo
The Day After Tomorrow, né i risultati né il processo con
cui i pericoli dati da questo cambiamento climati sono presentati
nel film, reggono all’esame scientifico. In 2012
non c’è speranza di invertire o mitigare il disastro in arrivo e un
anno dopo la scoperta di esso, i governi del mondo stanno già
costruendo una serie di enormi arcate destinate a preservare una
piccola parte dell’umanità dai cataclismi che verranno. Ed è in ciò
che ritroviamo il vero messaggio del film.
Piuttosto che analizzare il modo in
cui il mondo potrebbe mobilitarsi per rispondere a un disastro
incombente, il film mette in evidenza il cinismo con cui le persone
al potere trattano la popolazione generale. Le arche vengono
finanziate vendendo alcuni dei loro posti per 1 miliardo di euro
l’uno, e gran parte della quota rimanente viene assegnata a persone
ritenute abbastanza importanti da meritare di essere salvate. Tutti
gli altri sono abbandonati a loro stessi. Questo filo conduttore è
stato poi ripreso per la campagna marketing ancora prima che il
film arrivasse nelle sale.
Il primo teaser del film presenta un
testo che chiede: “Come farebbero i governi del mondo a
preparare sei miliardi di persone per la fine del mondo?” e
poi lo stesso teaser risponde alla domanda mentre una massiccia
marea di acqua alluvionale si riversa sull’Himalaia: “Non lo
farebbero”. Il trailer completo mostra il geologo Adrian
Helmsley che chiede al capo dello staff della Casa Bianca Carl
Anheuser: “Allora, quando lo farai sapere alla gente?”.
L’occhiata di sfida che Anheuser gli rivolge è sufficiente, ma il
trailer include la sua risposta sulla necessità di preservare la
continuità della specie e l’incredulità di Helmsley sul fatto che
non daranno alla gente la possibilità di lottare per la propria
vita.
John Cusack e Amanda Peet in 2012
La spiegazione del finale del
film
È esattamente quello che tenta però
di fare Jackson Curtis per i suoi due figli e la sua ex moglie
Kate. Curtis è uno scrittore di fantascienza in difficoltà che
lavora in nero come autista, che si imbatte in prove di ciò che sta
accadendo nel Parco Nazionale di Yellowstone e intraprende un
viaggio disperato per garantire la sopravvivenza sua e della sua
famiglia. Ma dalla loro parte c’è il poter contare su legami con
persone in grado di metterli al riparo. Kate esce con un medico con
brevetto di pilota che li aiuta a fuggire da una Los Angeles che
sta crollando. Jackson lavora invece per un miliardario russo il
cui aereo li porta in Cina per raggiungere le arche.
La famiglia, sprovvista di
biglietto, viene respinta all’ingresso, ma riesce a imbarcarsi
clandestinamente su un’altra arca, salvandola anche
dall’inondazione per buona misura. Il film parla quindi anche del
più antico dei temi: il desiderio totalizzante di un padre di
garantire la sicurezza della propria famiglia. Mentre la famiglia
Curtis viene salvata, fuori imperversano le inondazioni. La loro
famiglia di quattro persone ce l’ha fatta, ha sconfitto il sistema
e l’insensibile indifferenza di chi si stava preparando alla
catastrofe. Miliardi di altre persone non sono però state così
fortunate. Ventisette giorni dopo, le acque si stanno ritirando. Le
arche si avvicinano al Capo di Buona Speranza, mentre Adrian e
Laura iniziano una relazione e Jackson e Kate si riconciliano.
Il finale alternativo del film
Nel DVD del film, è stato insierito
anche un finale alternativo girato ma poi non utilizzato. In esso,
dopo che il capitano Michaels dell’Arca 4 annuncia che si stanno
dirigendo verso il Capo di Buona Speranza, Adrian apprende per
telefono che suo padre Harry e l’amico Tony Delgatto, sono
sopravvissuti a un megatsunami che ha rovesciato la loro nave da
crociera Genesis. Adrian e Laura stringono amicizia con la famiglia
Curtis, Kate ringrazia Laura per essersi presa cura di Lilly e
Laura dice a Jackson di aver apprezzato il suo libro Addio
Atlantide. Inoltre, Jackson e Adrian hanno una
conversazione che riflette sugli eventi della crisi mondiale.
Nell’ultima scena, l’Arca trova il Genesis naufragato e i suoi
sopravvissuti su una spiaggia.
La filmografia di Eli Roth è a dir poco
variegata. Roth ha debuttato con il macabro Cabin Fever
del 2002, un thriller ambientato nei boschi che mescolava l’orrore
corporeo con un umorismo anticonformista e un tono inesorabilmente
cupo che ricordava i più brutti successi degli anni ’70 del genere.
Roth ha proseguito con Hostel e Hostel II,
entrambi film horror molto famosi, e con il raccapricciante
cannibal movie del 2014 The Green Inferno. Il suo film del 2018, Il mistero della casa del tempo (qui
la recensione) è invece una divertente commedia horror
soprannaturale con protagonisti Jack
Blacke Cate
Blanchett. Il finale di questo film offre inoltre un
messaggio molto commovente sul dolore, la perdita e la
crescita.
Adattamento del romanzo
House With A Clock In Its Walls, il film racconta
l’avventura magica e misteriosa di un ragazzino di 10 anni,
Lewis Barnavelt (Owen Vaccaro),
che si trasferisce a vivere nella casa vecchia e scricchiolante
dell’eccentrico zio Jonathan (Jack
Black) in seguito alla morte dei genitori. In questa
strana dimora si nasconde un mondo segreto ricco di magie, misteri,
streghe e stregoni che si rivelerà quando Lewis scoprirà che suo
zio e la sua migliore amica Mrs Zimmerman
(Cate
Blanchett) sono due potenti maghi che lo
coinvolgeranno in una missione segreta: scoprire l’origine e il
significato del ticchettio di un orologio nascosto da qualche parte
nei muri di casa.
Il significato della Palla 8 magica
di Lewis
L’ultimo legame di Lewis con i suoi
genitori era una Palla 8 magica che gli avevano regalato. Il
giocattolo dice a Lewis di “dire addio” quando l’orologio
entra nella sua sequenza finale, e lui lo legge come un messaggio
per lasciar andare il dolore per la perdita dei genitori gettando
via il giocattolo. Questo interrompe il funzionamento interno
dell’orologio, fermando il suo conto alla rovescia. Per tutti i
numerosi easter egg di genere presenti in Il mistero della
casa deltempo, questo momento dimostra
che il vero orrore del film è la tragedia della perdita. Lewis
vuole disperatamente mantenere un legame con i suoi genitori morti
e i cattivi ne approfittano.
Selena
(Renée Elise Goldsberry), la moglie non-morta di
Isaac (Kyle MacLachlan), ha preso
le sembianze della defunta madre di Lewis per convincerlo a evocare
Isaac e, una volta che quest’ultimo è tornato in un corpo umano, è
in grado di usare la magia nera del demone Azazel per proteggere il
suo orologio del giorno del giudizio. Questa magia oscura evoca un
serpente gigante che Florence affronta nel locale della caldaia,
mentre un’altra delle trappole di Isaac e Selena trasforma Jonathan
in un bambino. Tutto ciò doveva avvenire in quanto Lewis doveva
essere solo nell’affrontare il suo dolore, sconfiggendo la sua
paura della perdita e trovando la forza di gettare via la sua Palla
8 magica.
Il motivo della creazione
dell’orologio
I cattivi Selena e
Isaac hanno creato l’orologio per tornare indietro
nel tempo e distruggere l’umanità dopo che Isaac era stato spinto
al nichilismo dalla Seconda Guerra Mondiale. Sia
Jonathan che Isaac sono stati segnati da ciò che
hanno visto durante la guerra, ma il loro trauma li ha portati su
strade molto diverse. Il trauma di Isaac lo ha portato a diventare
un cattivo, in quanto ha consultato il demone Azazel per creare un
orologio in grado di riportare indietro il tempo e annullare la
storia umana. Nel frattempo, Jonathan diventa lo strano ed
eccentrico stregone che è quando Lewis lo incontra.
Mentre lo faceva, il demone Azazel
convinse Isaac che distruggere l’umanità avrebbe annullato gli
orrori della Seconda Guerra Mondiale. A differenza di Lewis e
Jonathan, Isaac non è riuscito a dimenticare il suo trauma
abbastanza a lungo da capire questa bugia. Così, Isaac ha creato
l’orologio insieme a Selena, convinto che questo avrebbe in qualche
modo compensato gli orrori della guerra. Mentre Lewis poteva
accettare che nel suo passato gli fosse accaduto qualcosa di
terribile, Isaac è stato spinto al male dal desiderio di riscrivere
la realtà e Selena si è unita a lui in questo percorso oscuro e
dannato.
Dopo che Lewis ha salvato la
situazione, potrebbe sembrare un po’ strano che abbia usato la
magia per colpire il suo compagno di classe Tarby
con una palla da basket e umiliarlo. Tuttavia, questo film horror
vietato ai minori ha una buona giustificazione per questa scena
bizzarra. Il doppiogiochista Tarby aveva fatto brevemente amicizia
con Lewis all’inizio del film, per poi rivoltarsi contro di lui non
appena Tarby vince il titolo di rappresentante di classe. La magia
ha permesso quindi a Lewis di farsi valere, di vendicarsi del suo
ex amico e di conquistare un nuovo interesse amoroso.
La spiegazione del finale di
Il mistero della casa del tempo
Nel finale di Il mistero
della casa del tempo, Lewis e Isaac diventano immagini
speculari l’uno dell’altro. Sia l’orologio che la Palla 8 magica
sono artefatti che legano i due personaggi al loro passato e,
mentre la distruzione dell’orologio uccide Isaac per sempre, la
distruzione del giocattolo libera Lewis dal suo dolore e gli
permette di entrare nell’adolescenza senza il peso della tragedia.
Mentre il reboot di Piccoli brividi della Disney offre una
storia horror in cui bambini e adulti devono affrontare insieme le
loro paure, il film di Roth fa paura proprio perché Lewis non può
contare sui consigli degli anziani.
Nelle scene finali del film, Lewis
si rende quindi conto che i suoi genitori non torneranno e che,
anche tra i maghi, chiunque gli prometta il contrario si sta in
realtà approfittando di lui. La sua perdita è tragica, ma comprende
che può anche lasciar andare il suo passato e andare avanti,
andando incontro a nuova vita. Questo è qualcosa che Isaac non
riesce a fare, in quanto il suo trauma lo tiene ancorato al
passato. Così, Isaac muore per sempre, mentre l’eroe di Il
mistero della casa del tempo può avventurarsi con fiducia
nell’adolescenza.
Un particolare filone di film è
quello relativo ai disastri che avvengono in mare aperto. Che si
tratti di sottomarini (e qui si possono fare esempi come Kursko Black Sea), o di piattaforme petrolifere (Deepwater
– Inferno sull’Oceano), questi film suscitano sempre un
certo fascino per via del loro proporre vicende ai limiti in
contesti lontani e difficilmente raggiungibili. In questo filone si
può annoverare anche The North Sea, film norvegese
del 2021 diretto da John
Andreas Andersen.
Andersen aveva già realizzato un
film catastrofico quale The Quake – Il terremoto del
secolo, dimostrandosi capace di gestire un’opera di grande
portata di questo tipo. Con The North Sea, però,
pur mantenendo elementi drammatici di questo tipo, si concentra in
particolare sull’elemento umano, sul dramma di quegli uomini e
donne coinvolti in questo genere di eventi e sul coraggio con cui
hanno saputo affrontarli. Si tratta dunque di un film emotivamente
forte, con grandi colpi di scena e momenti di grande impatto.
Un titolo decisamente da non perdere
per gli appassionati del genere, che ritroveranno qui tutto ciò che
si può desiderare da questa tipologia di film. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
The North Sea. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera a cui si ispira. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di The North Sea
Nel Mare del Nord, una piattaforma
petrolifera crolla sulla costa norvegese e le cause sono attribuite
a un cedimento del terreno. I ricercatori cercano di capire quello
che sta accadendo e vengono convocati anche i ministri del petrolio
e dell’energia per affrontare l’emergenza. Tra coloro che lavorano
in quello che è considerato uno dei più grandi giacimenti
petrolifero del mondo, ci sono anche Stian e
Sofia, una coppia di fidanzata.
Mentre la situazione peggiora e gli
operai vengono fatti evacuare, Stian si offre di andare a chiudere
manualmente il pozzo perché non è possibile farlo dal
centro-ricerche. Nel farlo, però, resta intrappolato nelle
profondità del mare. Quando Sofia capisce che non sarà soccorso da
nessuno, cercherà lei stessa, assieme al suo collega
Arthur, di raggiungerlo per salvargli la vita.
Ad interpretare la principale
protagonista del film, Sofia, vi è l’attrice Kristine
Kujath Thorp, celebre anche per aver recitato in
Sick of Myself,
Ninjababy e La terrapromessa. Accanto a lei, nel ruolo
del compagno Stian, vi è invece l’attore Henrik
Bjelland, mentre Rolf Kristian
Larsen è Arthur. Recitano poi nel film Anders
Baasmo nel ruolo di Ronny, Bjørn Floberg
in quello di William Lie e Anneke von der Lippe in
quello di Gunn.
La vera storia dietro il film
Come anticipato, il film si ispira a
vicende realmente avvenute, non tanto per quanto riguarrda la parte
di racconto dedicata a Sofia e Stian, bensì a quella relativa ai
danni verificatisi alla piattaforma petrolifera. Un caso simile a
quello mostrato dal suo lungometraggio si è infatti verificato
negli anni Settanta, nel mari della Norvegia. Una piattaforma di
estrazione petrolifera esplose, con terribili conseguenze
sull’ambiente circostante.
Ogni giorno, tonnellate e tonnellate
di liquido fuoriuscivano dai resti della piattaforma, ricoprendo in
brevissimo tempo un’estensione enorme di mare. Per quanto riguarda
il giacimento di petrolio del film, le vicende relative ad esso
sembrano essere state ispirate dal Forties Oil
Field, il secondo più grande giacimento petrolifero del
Mare del Nord. È stato scoperto nel 1970 e ha prodotto per la prima
volta petrolio nel 1975 sotto la proprietà di British
Petroleum.
Infine, l’azienda Eelume,
protagonista del film, esiste davvero e i suoi robot subacquei
simili a serpenti sono prodotti reali. Attraverso il racconto di
questi giacimenti e delle strutture che vi vengono costruite sopra,
The North Sea punta dunque a dare un’idea di cosa
voglia dire lavorare in una di queste piattaforme e quale pericolo
esse possano rappresentare per l’ambiente e il benessere umano.
Il trailer di The North
Sea e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
martedì 18 febbraio alle ore
21:20 sul canale Rai 4. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Prime Video svela il teaser trailer della nuova
serie di Maccio CapatondaSconfort
Zone, la comedy series in 6 episodi
disponibile in esclusiva su Prime Video dal 20 marzo. Nel cast
Francesca Inaudi, Giorgio Montanini, Valerio Desirò,
Camilla Filippi, Luca Confortini, Edoardo Ferrario, Gianluca Fru,
Valerio Lundini e con la partecipazione di Andrea
Delogu, Enzo Salvi, Dario Cassini, Samanta Togni, Maria Teresa Di
Clemente, Ilaria Galassi.
Mariottide, Jim Massew, Oscar
Carogna e Padre Maronno…non ci saranno! Così Maccio Capatonda
avverte i suoi fan in questo divertente teaser che annuncia
l’uscita della serie di cui è regista e protagonista. Una serie
seria – si legge nel teaser – che stuzzica la curiosità e
sorprenderà il pubblico con una nuova surreale sfaccettatura della
sua comicità.
La carriera dell’attore
Eduardo Scarpetta è iniziata solo da qualche anno
ma vanta già una serie di partecipazioni a film e progetti
televisivi di grande importanza. Ruolo dopo ruolo l’interprete ha
saputo distinguersi come vero e proprio mattatore, in grado di dar
vita tanto al dramma quanto alla commedia. Ora che è divenuto
particolarmente popolare a livello nazionale, lo si attende sempre
più presente tanto sul piccolo quanto sul grande schermo, potendosi
così affermare come uno dei volti più interessanti dell’attuale
panorama cinematografico italiano.
Ecco 10 cose che non sai di
Eduardo Scarpetta.
I film e i programmi TV di Eduardo
Scarpetta
1.Ha
recitato in alcuni celebri film per il cinema. La carriera
dell’attore ha avuto nel 2018 con il film Capri-Revolution,
presentato in concorso alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia, dove
interpreta Vincenzo. Questi è il fratello della protagonista,
interpretata dall’attrice Marianna Fontana.
Divenuto in breve uno dei nomi più ricercati del cinema italiano,
questi è tornato sul grande schermo con il nuovo film del regista
Mario Martone, intitolato Qui rido io e con
protagonista l’attore Toni Servillo.
Nel 2021 ha recitato in La tristezza ha il sonno
leggero e in La donna
per me, dove ha recitato accanto ad Alessandra Mastronardi
e Stefano Fresi.
Ha poi recitato in Mafia Mamma (2023), Perfomance
(2024) e Vas (2024).
2. È noto in particolare per
i suoi ruoli televisivi. Dopo aver debuttato sul grande
schermo, l’attore ha avuto modo di raggiungere popolarità
internazionale grazie alla serie L’amica geniale, con
Ludovica Nasti
e Gaia Girace,
dove interpreta Pasquale Peluso. Questi è uno dei personaggi
principali, ricorrente tanto nella prima quanto nella seconda
stagione. Sempre in televisione raggiunge il grande successo nel
2021 con il film Carosello Carosone, dove ottiene il
ruolo del protagonista e recita accanto a Ludovica
Martino. Ha così la possibilità di interpretare il
celebre Renato Carosone, ottenendo ulteriori lodi da parte di
critica e pubblico. Nel 2022 fa parte del cast della serie
Le fate ignoranti, mentre nel 2023 recita al fianco
di
Matilda De Angelisin La
legge di Lidia Poët e al fianco di Miriam Leone in I Leoni di
Sicilia. Nel 2025 è protagonista della serie Netflix
Storia della mia famiglia.
Eduardo Scarpetta in Storia della mia famiglia – Credits: Claudia
Sicuranza / Netflix
La famiglia di Eduardo Scarpetta e l’albero genealogico
3. Appartiene ad una celebre
famiglia di attori e drammaturghi. Come suggerisce il
cognome, il giovane attore discende da una delle più note dinastie
teatrali e attoriali di Napoli, ovvero quella degli Scarpetta.
Questa ebbe inizio con l’omonimo Eduardo
Scarpetta, celebre commediografo vissuto tra il 1853 e il
1925. Questi ebbe ben nove figli, tutti non riconosciuti. L’attore
discende proprio da questi, essendo figlio di Mario
Scarpetta, nipote di Vincenzo Scarpetta,
primogenito di Eduardo.
4. È legato ai celebri De
Filippo. Il giovane attore può però vantare una lontana
parentela anche con altri celebri interpreti della tradizione
napoletana, considerati tra i più grandi di sempre: i De Filippo.
Tutto nasce sempre da Eduardo Scarpetta, che tra i suoi figli ebbe
anche Eduardo, Peppino e Titina,
da lui però mai riconosciuti. Questi crebbero dunque assumendo il
cognome della madre, intraprendendo però a loro volta il mestiere
del padre. L’appartenenza a tali grandi nomi della recitazione
napoletana non ha però mai rappresentato un peso per l’odierno
Scarpetta, che ha costruito da sé la propria carriera, tra fatica e
grandi successi.
Eduardo Scarpetta in L’amica
geniale
5. Ha empatizzato molto con
il suo personaggio. Prima di interpretare Carosone,
Scarpetta è divenuto celebre per il ruolo di Pasquale Peluso nella
serie televisiva L’amica geniale. Il suo personaggio,
ricorrente nella prima stagione e tra i protagonisti della seconda,
è il primogenito di Alfredo e Giuseppina, particolarmente
interessato alla giustizia sociale e alla lotta contro i potenti.
Scarpetta, che ha rivelato di aver letto solo i primi due libri
della serie, ha raccontato di aver particolarmente empatizzato con
il personaggio, condividendo molti dei suoi ideali e del suo punto
di vista sul mondo.
Eduardo Scarpetta su Netflix con
Storia della mia famiglia
6. Si è basato su vicende
personali per la sua interpretazione. In Storia
della miafamiglia, la nuova serie italiana
disponibile su Netflix, Scarpetta interpreta Fausto, che prossimo
alla morte, affida i suoi figli ad una famiglia improbabile e
sgangherata. Per la sua interpretazione, l’attore ha dichiarato di
essersi “informato sulla malattia del personaggio, che ho
vissuto in casa perché mio padre l’ha avuta. Poi ho studiato la
dispnea, che ti porta ad essere costantemente in una situazione di
affanno, quindi ho lavorato sul respiro e sulla tosse”.
Ludovica Martino ed Eduardo Scarpetta in Carosello
Carosone
Eduardo Scarpetta interpreta Renato
Carosone
7.Si è
esercitato nel canto e con il pianoforte. Per poter
interpretare Renato Carosone nel modo migliore e più realistico
possibile, l’attore si è esercitato per mesi con il pianoforte. Ha
raccontato di aver incontrato molteplici difficoltà
nell’esercitarsi con questo, ma è infine riuscito a raggiungere il
livello richiestogli. Allo stesso tempo, ha dato sfoggio di grandi
qualità canore. Scarpetta aveva infatti già studiato canto ai tempi
della frequentazione al Centro Sperimentale, ma per poter
interpretare le canzoni di Carosone ha deciso di avvalersi
nuovamente del suo insegnante dell’epoca, così da poter infine
registrare con la propria voce i brani da inserire nel film.
Eduardo Scarpetta è su Instagram
8. Ha un profilo sul celebre
social network. L’attore possiede inoltre un profilo
personale sul social network Instagram, dove vanta ad oggi un
totale di oltre 118 mila follower. Sul suo profilo è solito
condividere tanto fotografie relative ai propri progetti da
interprete, quanto immagini legate più alla sua vita al di fuori
delle scene. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati su tutte
le sue attività dentro e fuori lo schermo.
Eduardo Scarpetta ha una
fidanzata?
9. Ha calcato un red carpet
con la sua dolce metà. Alla Festa del cinema di Roma del
2023, l’attore si è presentato sul red carpet della
serie I
Leoni di Sicilia con la fidanzata Veronica
Ricci. I due sono apparsi particolarmente innamorati, tra
sguardi complici, tenerezze e anche qualche bacio. A parte questa
uscita pubblica, l’attore è molto riservato riguardo la propria
vita privata e non condivide troppi dettagli a riguardo. Tant’è che
su chi sia e che lavoro svolga la sua fidanzata non ci sono
informazioni.
L’età e l’altezza di Eduardo
Scarpetta
10. Eduardo Scarpetta è nato
il 14 aprile 1993 a Napoli. L’attore è alto 1,81
metri.
Sono bastati una manciata di film
alla giovanissima Mikey Madison per
conquistare le attenzioni di tutta Hollywood e lavorare con
importanti autori e attori. Oggi, l’attrice divenuta celebre grazie
al pluripremiato Anora è una
delle interpreti più in voga e più richieste del momento, avendo
dimostrato di possedere una capacità attoriale straordinaria.
Quello davanti a lei, si prospetta dunque essere un futuro
particolarmente radioso.
Ecco 10 cose che forse non sai di Mikey
Madison.
I film di Mikey Madison
1. Ha recitato in celebri
film. L’attrice inizia la sua carriera recitando nel
film Liza, Liza: Skies are Grey (2017), per poi recitare
in Nostalgia (2018), Monster (2018)
e C’era
una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino (2019), dove ha una piccola
parte nel ruolo di uno dei membri della famiglia Manson (è la
ragazza a cui
Leonardo DiCapriodà fuoco con il lanciafiamme).
Nel 2021 recita in Rhino, mentre nel 2022 torna al
cinema in Scream,
dove recita accanto a Melissa
Barrerae Jenna Ortega. Nel 2023 recita in All
Souls e nel 2024 è protagonista assoluta di Anora.
2. Ha preso parte anche a
note serie TV. Oltre che per il cinema, Madison si è
distinta anche per la sua partecipazione ad un paio di serie TV
piuttosto popolari. La prima di queste è Better Things,
dove recita in 42 episodi tra il 2016 e il 2022. Tra il 2017 e il
2018, invece, prende parte a 2 episodi di Imposters. Nel
2024 recita invece nella serie La donna del lago.
Le candidature ottenute da Mikey
Madison, dai Bafta agli Oscar
3. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Per la sua intensa e struggente
interpretazione in Anora (film
premiato con la
Palma d’Oro al Festival di Cannes), Madison ha conquistato
importanti riconoscimenti all’interno dell’industria
cinematografica. Ha infatti ottenuto candidature come Miglior
attrice ai
Golden Globe, ai
Gotham Independent Film Awards, agli Independent Spirit Awards,
ai
SAG Awards, ai
Critics Choice Awards, agli Oscar
e ai
Bafta Awards, vincendo proprio quest’ultimo. Madison è inoltre
lei la prima candidata all’Oscar in una categoria attoriale –
femminile e maschile – ad essere nata dal 1999 in poi.
4. Il ruolo è stato scritto
appositamente per lei. Il regista Sean
Baker ha dichiarato di essere un fan del lavoro di Mikey
Madison da quando l’ha vista in
C’era una volta… a Hollywood, al punto che lo ha rivisto
solo per vedere le sue scene. Mentre Anora era in
fase di sviluppo, ha visto la Madison in Scream con
la moglie e produttrice Samantha Quan. Mentre
uscivano dal cinema, ha voluto subito contattare il suo agente per
questa parte, che è dunque poi stata scritta appositamente per
lei.
5. Non ha avuto problemi con
le scene di sesso. A Mikey Madison è stato chiesto
dal regista Sean Baker se volesse o meno un
coordinatore dell’intimità. L’attrice ha affermato di non averne
bisogno e dunque tale figura non è stata coinvolta. Madison ha
inoltre rivelato che le scene di sesso si sono svolte nella più
completa tranquillità e che il regista stesso recitava le diverse
posizioni sessuali con sua moglie per dimostrare agli attori cosa
voleva che facessero.
Mikaey Madison ha recitato in Scream
6. Ha avuto un ruolo
“speciale” nel film. Quando a Mikey Madison è stato
detto che il suo personaggio nel quinto Scream
sarebbe stato Ghostface, ha pensato che fosse “molto
divertente” e che “mi piacerebbe assolutamente farlo. In
particolare, mi piacerebbe interpretare il personaggio di Ghostface
perché è una rivelazione così interessante e divertente e anche un
arco narrativo così folle e imprevedibile per un personaggio”.
L’attrice ha inoltre affermato di aver sottovalutato la reazione
furiosa dei fan a questa rivelazione e al fatto che il suo
personaggio è responsabile della morte dell’amato Dewey di
David Arquette, personaggio storico della
saga.
Mikey Madison non è su Instagram
7. Non possiede un profilo
sul social network. L’attrice ha in più occasioni
dichiarato di non essere una grande fan dei social network, dove
troppo spesso la vita privata si mescola con quella pubblica.
Proprio per perseguire il desiderio di non condividere troppo di
sé, ha deciso di non possedere alcun account ufficiale sul social
Instagram né su altri social. Si possono tuttavia ritrovare alcune
fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere aggiornati sui
suoi progetti.
8. È molto
riservata. Madison recita ormai da diversi anni, ma
solo di recente è divenutata una star su cui si rivolgono le
attenzioni di tutti. Ciò ha naturalmente portato ad una maggiore
esposizione della sua attività come attrice ma anche della sua vita
privata. Madison ha però dimostrato di voler tenere questa quanto
più privata possibile al punto da non possedere neanche un account
social. In ogni caso, al momento, per quanto riguarda la sfera
sentimentale, l’attrice sembra essere single.
Chi sono i genitori di Mikey Madison?
9. I suoi genitori non
appartengono al mondo dello spettacolo. Per quanto
riguarda la sua famiglia, Madison non è figlia d’arte, in quanto i
suoi genitori sono due psicologi di origine ebraica, estranei
dunque al mondo dello spettacolo e di Hollywood.
Le origini di Mikey Madison
Nata Mikaela Madison Rosberg,
l’attrie può vantare origini che sono per tre quarti dell’Europa
dell’Est (Polonia, Lituania, Russia e Germania) e per un quarto
delle isole britanniche (inglesi e scozzesi).
L’età e l’altezza di Mikey Madison
10.Mikey
Madison è nata il 25 marzo
del 1999 a Los Angeles, California, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1,61 metri.
Death Before the
Wedding è una commedia drammatica polacca, arrivata su
Netflix,
che racconta la storia di una famiglia alle prese con una crisi
aziendale che sconvolge anche la loro vita privata. Tutto inizia
con una festa di laurea: Maja è una studentessa modello e suo
padre, Mirek, ha grandi progetti per il suo futuro.
Mirek sogna per lei un’istruzione
all’estero e una carriera brillante, ma Maja ha altri piani: vuole
sposare il suo fidanzato Milosz, tornare nella sua città natale e
aprire un laboratorio scientifico.
Perché Mirek accetta
improvvisamente il matrimonio di Maja?
Mirek è inizialmente contrario alle
nozze, ma una tragedia lo costringe a rivedere la sua posizione.
L’azienda di famiglia, la Little Delight Dairy, è
sull’orlo della chiusura. La società madre sta ridimensionando le
attività, eliminando quelle meno redditizie per investire in
iniziative più proficue.
Il CEO dell’azienda,
Rylski, fa una sosta alla latteria mentre è in
viaggio per le vacanze con la moglie Monika e i
loro due figli. Nonostante il decesso improvviso del direttore
della latteria, Szyszko, Rylski non esita ad annunciare la chiusura
dell’attività.
Le cose prendono una piega
inaspettata quando Monika stringe amicizia con
Regina, la madre di Maja. Durante una
conversazione, Regina le rivela che sua figlia sta per sposarsi.
Monika, da sempre appassionata di wedding planning, coglie
l’opportunità per realizzare il suo sogno. Così convince il marito
a concedere alla famiglia la possibilità di mantenere la latteria,
a patto che le venga affidata l’organizzazione del matrimonio di
Maja. Mirek, messo alle strette, è costretto ad accettare.
Cosa succede tra Milosz e
Maja?
Quando Maja presenta Milosz ai suoi
genitori, Mirek rimane scioccato nel vedere che il ragazzo è di
colore. Il padre di Maja fatica ad accettare la diversità del
futuro genero, tanto che Regina lo accusa di razzismo. Tuttavia,
con l’avvicinarsi del matrimonio, Mirek si sforza di accogliere
Milosz nella famiglia. Col tempo, i due iniziano ad andare
d’accordo e il giovane contribuisce attivamente con idee per
salvare la latteria.
Essendo laureato in produzione e
logistica, Milosz suggerisce strategie per migliorare la linea
produttiva e ha contatti utili per acquistare nuove attrezzature.
Maja, però, scopre che il matrimonio è solo un pretesto per salvare
l’azienda di famiglia. Nonostante tutto, decide di andare avanti
con le nozze. Nel frattempo, trascorre più tempo con Regina e le
altre donne che lavorano alla latteria, rimanendo colpita dalla
loro abilità. Decide così di affittare uno spazio per allestire il
suo laboratorio.
Alla fine, pur essendo consapevoli
della motivazione dietro il matrimonio, Maja e Milosz scelgono
comunque di sposarsi. Tuttavia, un acceso scontro tra Mirek e
Rylski interrompe la cerimonia. Dopo una riconciliazione, i due
giovani decidono di posticipare il matrimonio.
Perché le donne decidono di
sfidare gli uomini?
Regina, Karolina, Iza e
Hanka sono competenti quanto gli uomini che lavorano nel
caseificio, ma non hanno mai avuto ruoli di leadership. Karolina è
in grado di riparare qualsiasi macchina della linea di produzione,
Hanka gestisce casa e lavoro senza l’aiuto del marito, mentre Iza,
con il suo mezzo milione di follower su Instagram, è in grado di
confezionare 300 formaggi all’ora. Regina, invece, ha sempre
lavorato dietro le quinte, sostenendo Mirek senza mai imporsi come
leader.
Quando Rylski concede a Mirek
un’ultima possibilità di salvare la latteria, gli chiede di
presentare un piano di rilancio e di nominare un nuovo manager.
Mirek si auto-candida per il ruolo, ma le donne vogliono che sia
Regina a prendere il comando. Ne nasce così una competizione tra
uomini e donne, con entrambi i gruppi impegnati a elaborare le
migliori strategie per il futuro dell’azienda. Dopo due settimane,
il gruppo vincitore avrà il diritto di scegliere il nuovo
manager.
La Little Delight Dairy
chiude alla fine di Death Before the Wedding?
Durante il matrimonio di Maja e
Milosz, Mirek scopre che Rylski intende comunque vendere la
latteria. Per impedire che sua figlia e suo genero vengano
sfruttati, Mirek interrompe la cerimonia. Monika, delusa dal
comportamento del marito, lo obbliga a vendere l’azienda alla
famiglia di Maja a un prezzo scontato.
Nonostante lo sconto, la famiglia di
Maja non riesce a raccogliere la cifra necessaria. A questo punto,
entra in gioco il padre di Milosz, che rimane colpito dalla qualità
del formaggio prodotto dalla Little Delight Dairy
e decide di investire nell’azienda. Grazie al suo intervento, la
famiglia riesce a concludere l’acquisto, costringendo Rylski ad
accettare l’accordo per evitare l’ira della moglie.
Entrambi i gruppi avevano preparato
piani ambiziosi per salvare l’azienda. Mirek, determinato a
vincere, aveva persino ipotecato la casa all’insaputa di Regina per
acquistare nuovi macchinari. Tuttavia, la nuova attrezzatura si
rivela difettosa e non funziona come previsto.
Dall’altra parte, le donne puntano
tutto sui social media: organizzano una gara di formaggi,
solitamente dominata dagli uomini, e ne pubblicano il video online.
Purtroppo, l’iniziativa si conclude con le concorrenti ferite e
appena dodici visualizzazioni.
Come finisce Death
Before the Wedding?
Alla fine del film, Mirek riconosce
finalmente il talento di Regina e le cede il ruolo di responsabile
della latteria. Nel frattempo, il video della gara di formaggi
attira l’attenzione di un’importante azienda di produzione
casearia, la Cheese Rolling Company.
I rappresentanti dell’azienda si
presentano alla Little Delight Dairy subito dopo
la firma dell’accordo di vendita con Rylski, proponendo una
collaborazione esclusiva. Grazie a questa nuova opportunità, la
latteria è finalmente salva e si assicura un futuro stabile con un
importante contratto commerciale.
Love Forever
(Karlek Farever) è una nuova rom-com svedese in
streaming su Netflix
che utilizza tutti i classici tropi per raccontare una storia già
vista numerose volte. La trama segue due giovani, Hanna e Samuel,
che decidono di sposarsi nella casa di famiglia di quest’ultimo a
Gotland e devono affrontare le differenze tra le loro due famiglie,
il cui comportamento inizia a sfuggire di mano. Nel complesso,
Love Forever non introduce elementi innovativi,
limitandosi a riproporre idee stereotipate sul romanticismo e un
umorismo leggero.
Di cosa parla Love Forever
di Netflix?
Love Forever inizia
con Hanna, una psicoterapeuta professionista, che discute con una
cliente la quale le offre un consiglio deciso: evitare il
matrimonio, poiché esso rovina la vita. Il motivo di questa
conversazione diventa chiaro nella scena successiva, quando alcune
amiche della terapista irrompono nella sua clinica e la trascinano
via per festeggiare il suo addio al nubilato. Hanna si sta
preparando a sposare il fidanzato Samuel, con cui ha una relazione
da un anno. Durante il viaggio per la celebrazione, si verifica una
situazione imbarazzante quando una delle amiche si offende per non
essere stata invitata alla cerimonia, a differenza di Linda, amica
d’infanzia della sposa, l’unica ad aver ricevuto un invito.
Nel frattempo, viene introdotto il
futuro sposo, Samuel, impegnato nella gestione del suo ristorante a
Stoccolma insieme all’amico e socio Marco. Si scopre che Marco e
Linda avevano avuto una relazione seria in passato e che lui non è
ancora riuscito a superare la rottura. Nonostante il disagio per la
presenza di Linda al matrimonio, Marco finge di essere sereno.
Samuel, d’altro canto, è concentrato sull’organizzazione meticolosa
della cerimonia, avendo pianificato ogni dettaglio con attenzione,
senza voler lasciare nulla al caso.
Una delle principali fonti di
preoccupazione per Samuel è la location del matrimonio, che si
svolgerà nella sua casa natale a Gotland, un ambiente rurale dove
vivono i suoi genitori e fratelli. Questi ultimi, molto legati alle
tradizioni e alle usanze locali, si scontrano con la mentalità più
moderna di Samuel e, ancor più, con quella di Hanna, estranea alle
consuetudini della Svezia rurale. Come prevedibile, l’impatto
culturale tra le due realtà genera momenti di forte contrasto.
La poca credibilità della trama di
Love Forever emerge rapidamente, poiché la coppia
si appresta a sposarsi senza una reale conoscenza delle rispettive
famiglie. Samuel conosce e disapprova i ricchi genitori della
fidanzata, mentre Hanna ignora quasi completamente la famiglia del
compagno. Nonostante la sua preferenza per il lusso e la vita
cittadina, accetta di celebrare il matrimonio a Gotland,
incontrando i suoceri solo un giorno prima della cerimonia. Questa
scelta appare poco plausibile e porta a numerose difficoltà,
amplificate dalla presenza dei genitori di Samuel, Leif e Maj-Gun,
che si dimostrano estremamente invadenti.
Il film raffigura gli abitanti
dell’isola come persone semplici ma testarde, imponendo usanze e
tradizioni in modo soffocante. Maj-Gun insiste affinché Hanna
indossi un abito da sposa tradizionale di famiglia, scontrandosi
con la volontà della giovane, che aveva accuratamente scelto il
proprio vestito. Incapace di esprimere un rifiuto diretto, Hanna
finisce per sporcare l’abito con il cioccolato, eludendo così
l’imposizione familiare. Tuttavia, nuove tensioni sorgono quando
Maj-Gun tenta di farle indossare un velo ereditario, costringendo
Samuel a intervenire.
Samuel si rivela incapace di opporsi
ai genitori, nonostante non siano particolarmente severi.
L’atteggiamento passivo del protagonista risulta poco coerente con
il suo carattere, evidenziando ulteriori debolezze narrative. La
coppia si trova così in difficoltà, tra tradizioni ingombranti e un
mancato supporto reciproco.
Le dinamiche familiari e
sociali
I genitori di Samuel vogliono che la
cerimonia si svolga secondo le loro regole, invitando l’intero
vicinato nonostante la volontà degli sposi di mantenere un evento
intimo. Viene perfino organizzata un’esposizione pubblica della
sposa, considerata una tradizione, ma percepita come un atto
umiliante. Il fratello maggiore di Samuel, un personaggio
caratterizzato esclusivamente da atteggiamenti sprezzanti e
misogini, aggiunge ulteriore tensione alla situazione.
Nel frattempo, anche i genitori di
Hanna si dimostrano problematici. Martin, banchiere d’investimento,
considera la ricchezza una soluzione a qualsiasi problema e
disprezza apertamente Samuel per la sua professione. Questo
atteggiamento porta a una rissa tra le due famiglie, durante la
quale Helene, madre della sposa, prende una decisione drastica.
Dopo aver incontrato Lars, un vecchio amore di gioventù, decide di
lasciare il marito Martin per riappropriarsi della propria
indipendenza.
Le vicende di Marco e
Linda
Parallelamente alla trama
principale, il film segue la relazione tra Marco e Linda. Marco,
che aveva precedentemente tradito Linda (o finto di farlo per
suscitare una reazione), viene perdonato senza molte spiegazioni.
Linda prende l’iniziativa e, mentendo sulle circostanze della
proposta, accelera il loro matrimonio, che viene celebrato nella
chiesa di Lars a Gotland.
Il destino di Hanna e
Samuel
Hanna scopre che la proposta di
Samuel era stata motivata principalmente dal desiderio di
infastidire Martin, portando alla rottura della coppia il giorno
del matrimonio. Tuttavia, entrambi riconoscono di amarsi e decidono
di rimandare le nozze. Due mesi dopo, durante la cerimonia di Marco
e Linda, Hanna chiede a Samuel di sposarla e lui accetta,
suggerendo che il matrimonio sia nuovamente in programma. Il finale
sottolinea quanto i protagonisti siano volubili nelle loro
decisioni, mettendo in discussione la solidità della loro
relazione.
Love Forever si
rivela quindi una commedia romantica prevedibile, caratterizzata da
cliché sulle differenze tra cittadini e abitanti delle zone rurali,
senza offrire spunti narrativi particolarmente originali o
innovativi.
Captain America: Brave New World è in sala e, mentre i
fan sembrano divisi sulla qualità complessiva dell’ultimo film dei
Marvel Studios, un aspetto che sembra mettere
tutti d’accordo è il fatto che la scena post-credits del film sia
brutta.
Seguono spoiler
Nella scena, vediamo Sam Wilson
(Anthony
Mackie) passare dal Raft, la prigione galleggiante
dove vengono mandati i supercriminali del mondo, per incontrare il
dottor Samuel Sterns (Tim Blake Nelson). Dopo un
po’ di tira e molla sul fatto che non condividono lo stesso senso
dell’umorismo, The Leader fa qualche vago accenno a misteriosi
“altri” per i quali Sam e i suoi Nuovi Vendicatori dovranno
prepararsi, apparentemente preparando il prossimo grande film
evento dell’MCU, Avengers: Doomsday.
Si tratta davvero di una scena con
poco peso e brutta?
Abbiamo avuto alcuni eccellenti ed
emozionanti scene post credits nel corso della storia del MCU, ma a pensarci bene, la maggior
parte di esse non presenta cameo a sorpresa o grandi rivelazioni, e
spesso servono solo come piccoli teaser abbastanza standard per le
prossime uscite.
Se Brave New World
fosse stato un film davvero grandioso, allora questa particolare
scena post-credits avrebbe potuto essere una delusione. Ma se da
una parte una scena modesta per un buon film è normale, dall’altra
ci si aspettava qualcosa che avesse potuto significare il vero e
proprio ritorno dei Marvel Studios dopo un paio di
appuntamenti mancati nei mesi passati.
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film
è al cinema dal 12 febbraio.
Sebbene il franchise abbia iniziato
a perdere il suo fascino con il passare del tempo, la Disney ha
comunque ottenuto un enorme successo con i suoi film di Pirati dei Caraibi. Johnny
Depp è artefice in gran parte di questo successo, ma le
sue recenti vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto con la ex
moglie Amber Heard hanno portato la Disney ad
abbandonare i piani per un sesto film. La carriera di Depp a
Hollywood è stata messa in pausa – da allora ha tentato un ritorno
– e lo studio è tornato al tavolo da disegno con il franchise.
Non è chiaro esattamente chi stia
sviluppando la prossima iterazione, anche se l’aspettativa è che i
riflettori si sposteranno su un nuovo gruppo di pirati al posto
dell’iconico capitano Jack Sparrow. Ci sono
state voci su Margot Robbie che guida un riavvio
almeno negli ultimi anni. Ayo Edebiri, Austin
Butler e Hailee Steinfeld, nel frattempo,
sono tra coloro che presumibilmente sono stati adocchiati per
prendere il centro della scena al posto di Depp. Il produttore,
Jerry Bruckheimer, ha dichiarato: “Ci stiamo
lavorando“, ha detto. “Jeff Nathanson sta lavorando a una
sceneggiatura. Ne abbiamo un’altra… Ne abbiamo due e a questo punto
non sappiamo chi vincerà la corsa dei cavalli. Ma spero che nel
prossimo mese avrò una sceneggiatura e forse la Disney vorrà
realizzarla“.
Bene, secondo The
DisInsider (tramite ActioNewz.com), sembra che Johnny Depp tornerà per il prossimo film
Pirati dei Caraibi. Si dice che i Walt Disney
Studios si stiano preparando per iniziare la produzione e, sebbene
non ci sia una tempistica stabilita, è probabile che questa
prossima puntata vedrà Sparrow fare il suo atteso ritorno.
Questa notizia sarà accolta con
favore da molti fan visto che una nuova puntata del franchise
Pirati dei Caraibi senza Depp e Capitan Jack
sarebbe difficile da promuovere. Il suo ritorno, d’altra parte, è
destinato ad aumentare l’interesse.
La serie originale seguiva le
avventure del capitano Jack Sparrow (Johnny
Depp), con Hector Barbossa (Geoffrey
Rush), Will Turner (Orlando
Bloom), Elizabeth Swann (Keira
Knightley) e Joshamee Gibbs (Kevin
McNally).
Il franchise è iniziato nel 2003 con
Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima
luna, un film che ha incassato 654 milioni di dollari in
tutto il mondo. Dopo il successo del primo capitolo, la Disney ha
continuato con due sequel, tra cui La maledizione del
forziere fantasma del 2006 e Ai confini del
mondo del 2007. Nel 2011, abbiamo ottenuto Oltre i
confini del mare, anche se La vendetta di
Salazar ha concluso le cose con una nota negativa nel
2017.
She-Hulk:
Attorney at Law del 2022 con Tatiana
Maslanyha suscitato da parte dei fan reazioni
miste. L’approccio unico del finale, la rottura della quarta parete
(caratteristica tipica dei fumetti di She-Hulk), inclusa una visita al quartier generale
dei Marvel Studios, ha diviso le opinioni, ma
sarebbe sbagliato dire che la serie non abbia diversi elementi di
interesse.
Tra i momenti salienti dello show
c’è stato il memorabile cameo di Daredevil.
Charlie Cox si è vestito con il costume
originale dei fumetti dell’Uomo senza paura per entrare nella
mischia al fianco di Jennifer. Matt ha trascorso la notte con
Jennifer Walters e si è presentato casualmente nel finale come
parte di diverse peculiari rotture della quarta parete che hanno
permesso a She-Hulk di riscrivere il finale della sua storia.
Lo showrunner di
Daredevil:
Rinascita, Dario Scardapane, ha già
confermato che il revival probabilmente non farà riferimento al
ruolo cameo del vigilante in She-Hulk:
Attorney at Law. Nonostante ciò, Tatiana Maslany ha
commentato così il suo possibile coinvolgimento nella serie su Matt
Murdock: “Rinascita?
Voglio dire, assolutamente, era fantastico. E’ stato molto
divertente recitare con lui”, ha detto di Charlie
Cox. “E penso che ciò che ha fatto così bene è stato
prendere un personaggio che esiste in un tono diverso e adattarlo
totalmente a questo nuovo tono, mantenendo comunque l’integrità del
personaggio, che in realtà è molto divertente. Vederlo scontrarsi
con questo tipo di mondo più leggero”.
Quando è stato chiesto a Tatiana
Maslany che avrebbe potuto dare una svolta seria a
She-Hulk, l’attrice ha risposto: “Sono
d’accordo. Ho una seria, beh, ho un sacco di ossa serie nel mio
corpo”. She-Hulk che diventa una serie
dal tono più serio potrebbe essere interessante. Tuttavia, anche se
non sappiamo quando o dove rivedremo l’eroe, Avengers: Doomsday sembra una
risposta probabile. In quel caso, il personaggio si adatterà al
tono del film, che difficilmente consentirà la rottura della quarta
parete.
Una voce recente sosteneva che la
star di It Ends With UsBrandon
Sklenar potrebbe essere sul radar dei Marvel Studios per interpretare Richard Rider
nella prossima serie Nova, ma se c’è del vero,
l’attore non è disposto a confermare nulla. Sklenar ha ammesso di
aver sentito i rumors mentre chiacchierava con The Playlist, ma ha
detto che qualsiasi potenziale accostamento del suo nome a Nova era
una “novità” per lui. Tuttavia, ha rivelato di avere un incontro
con Kevin Feige dei Marvel Studios in programma.
“Sì, ne ho sentito parlare. Per
me era una novità. Penso che mi sarei dovuto incontrare [Marvel Studios/Marvel Television] a un certo
punto… con [Kevin] Feige. Vedremo. Sarebbe fantastico”.
Brandon Sklenar tra Nova e Batman
Il nome di Brandon
Sklenar potrebbe essere diventato familiare ai fan
perché lui stesso si è candidato come nuovo Batman del DCU. Sebbene Sklenar non abbia effettivamente
avuto colloqui con i DC Studios in merito a The Brave and the Bold,
sembra proprio che Bruce Wayne sia il ruolo che preferirebbe
ottenere se gli fosse data la possibilità.
“Ho visto un sacco di
fan-casting per questa cosa di Batman, e questo è molto
interessante per me, adoro Batman. Sarebbe un sogno, di sicuro. Ma
vedremo cosa succederà, sono fatto per questo. Dovrebbe essere la
cosa giusta al momento giusto”.
Paddington
in Perù conclude la trilogia con una storia piena dello
stesso cuore e delle stesse risate dei suoi predecessori, senza
mancare di grandi colpi di scena. Invece di essere ambientato a
Londra, questa volta Paddington in Peru cambia location e si
sposta in Perù, il paese natale dell’adorabile orso. La storia è
incentrata sulla ricerca della zia Lucy di Paddington, scomparsa
dall’Orfanotrofio degli Orsi in Pensione. Seguendo quella che è
considerata uno dei migliori film di tutti i tempi, Paddington 2, Paddington in Perù ha avuto molta
pressione sulle spalle.
Anche se forse non raggiunge le
vette del suo predecessore, la storia si dimostra degna al momento
del finale di Paddington in Perù. Il film non solo contiene
lo stesso nucleo emotivo e comico dei primi due, ma la storia di
Paddington in Perù ha anche la sua parte di colpi di scena
nell’atto finale. Dalle rivelazioni sui cattivi del film
all’esplorazione di racconti mitologici e persino a qualche
preparazione per Paddington 4, il finale di Paddington in
Perù ha molto da esplorare.
Paddington trova zia Lucy nel
finale di Paddington in Perù?
Zia Lucy ha involontariamente
costretto Paddington a un viaggio attraverso l’Amazzonia
Come accennato, la storia di
Paddington in Perù ruota intorno alla scomparsa di zia Lucy,
che costringe il giovane orsetto e la sua nuova famiglia, i Brown,
a recarsi in Sud America. Una volta lì, la famiglia si avvale
dell’aiuto di Hunter Cabot, interpretato da Antonio Banderas, un
uomo che proviene da una lunga stirpe di cacciatori di tesori.
Anche se il cambio di scenario e la durata più lunga potrebbero
aver contribuito a rendere le recensioni di Paddington in
Perù leggermente più controverse rispetto a quelle dei suoi
predecessori, il film non perde mai di vista la sua storia
toccante, poiché il finale si concentra sul rapporto tra zia Lucy e
Paddington.
Dopo una serie di prove e
tribolazioni che coinvolgono gli aspetti più mitici di
Paddington in Perù, il giovane orso alla fine si riunisce
con sua zia. Con l’aiuto dei Brown, il viaggio di Paddington
attraverso la foresta pluviale amazzonica lo conduce infine in un
santuario degli orsi. Lì, la zia Lucy lo aspetta, rendendo la
sequenza finale commovente, che sfrutta uno degli aspetti
migliori della trilogia di Paddington: il suo cuore.
Paddington in Perù Connessioni
mitologiche: i Brown troveranno El Dorado?
La storia di Paddington 3 è più
profonda di quanto ci si potrebbe aspettare
All’inizio, la storia di
Paddington in Perù è presentata come una semplice ricerca di
un parente scomparso. Tuttavia, l’introduzione di Hunter Cabot
conferisce al film una trama più profonda che ruota intorno alla
mitologica città perduta di El Dorado. L’albero genealogico di
Hunter Cabot, cacciatore di tesori, rivela che la chiave per
trovare El Dorado è presumibilmente legata a un orso, che Hunter
interpreta come Paddington, dato il braccialetto di quest’ultimo
raffigurato nei libri di storia relativi alla leggendaria città
perduta d’oro.
Tutto il cast della famiglia Brown
ritorna per Paddington in Perù, tranne Sally Hawkins, che viene
sostituita da Emily Mortimer nel ruolo di Mary Brown.
Alla fine, i Brown e Hunter Cabot
deducono che zia Lucy è andata alla ricerca di El Dorado,
allineando i loro interessi per trovare l’oro e il parente perduto
di Paddington. Mentre Paddington in Perù si avvicina alla
fine, El Dorado viene trovato, ma non come ci si potrebbe
aspettare. Invece di una città perduta piena d’oro e gioielli,
il tesoro di El Dorado è un tesoro di arance perfettamente
mature, perfette per fare la marmellata per la tribù nascosta di
orsi che ospita. Zia Lucy ha trovato El Dorado perché sapeva che
Paddington l’avrebbe trovata lì, scoprendo così la sua storia
ancestrale.
La vera discendenza di
Paddington viene rivelata in Paddington in Perù
Paddington non è mai stato
orfano, solo perso
Nel finale di Paddington in
Perù, zia Lucy rivela che il suo braccialetto, che era la
chiave per trovare El Dorado, era originariamente di Paddington e
che era legato alla sua gamba quando lei e zio Pastuzo lo trovarono
da cucciolo. Il motivo è che Paddington era nato a El Dorado prima
di perdersi. Il braccialetto è il modo in cui avrebbe trovato la
strada di casa, qualcosa che zia Lucy aveva capito. Per aiutarlo a
trovare la sua vera casa, zia Lucy andò alla ricerca di Paddington,
sperando che lui la trovasse, come accadde nel finale di
Paddington in Perù.
La scelta finale di Paddington
e la spiegazione della preparazione di Paddington 4
Le nozioni di Paddington sulla
casa sono state messe alla prova
La rivelazione che Paddington è
nato a El Dorado pone l’orso di fronte a una scelta difficile nel
finale di Paddington in Peru. Paddington deve decidere se
rimanere con la sua specie o tornare a Londra con i Brown, che
gli hanno dato una nuova casa lontano dal Perù. Dopo averci
riflettuto attentamente, Paddington decide di tornare a Londra
perché, nonostante abbia scoperto da dove viene, sa che la famiglia
Brown è il suo posto.
È interessante notare che questo
prepara la storia del
recentemente annunciato Paddington 4. Nella sequenza
finale di Paddington in Perù, gli orsi di El Dorado vengono
a trovare i Brown a Londra. Questo potrebbe dare il via a una
storia in cui Paddington aiuta gli altri orsi ad abituarsi alla
vita in Inghilterra, portando con sé tutti i temi di malizia, caos
e commoventi che sono diventati sinonimo dei film di
Paddington.
La spiegazione del grande colpo
di scena del cattivo di Paddington in Perù
Chi era il cattivo finale di
Paddington in Perù?
Nel marketing di Paddington in
Perù, il film non chiariva necessariamente chi fosse il cattivo
della storia. Naturalmente, ciò era probabilmente dovuto al fatto
che superare il cattivo di Hugh Grant, che ha cambiato la carriera
di Paddington 2, sarebbe stato incredibilmente difficile.
Tuttavia, Paddington in Perù ha un cattivo: Hunter Cabot. Si
scopre che le origini di Hunter, cacciatore di tesori, gli hanno
trasmesso la febbre dell’oro, con i fantasmi dei suoi antenati che
lo spingono a rinunciare alla sua amicizia con Paddington e i
Brown, e persino al rapporto con sua figlia, per trovare El Dorado
a tutti i costi.
Si scopre che la suora
apparentemente benevola di Olivia Colman dell’Orfanotrofio per Orsi
in Pensione è in realtà la cugina di Hunter Cabot e soffre anche
lei della febbre dell’oro…
Questo porta Hunter Cabot a un
confronto diretto con Paddington e i Brown, ma un altro colpo di
scena attende nel finale di Paddington in Perù. Si scopre
che la suora apparentemente benevola di Olivia Colman
dell’Orfanotrofio per Orsi in Pensione è in realtà la cugina di
Hunter Cabot e soffre anche lei della malattia dell’oro. Minaccia i
Brown, Paddington e la figlia di Hunter, Gina, facendo uscire
Hunter dalla sua follia in modo che possa sconfiggerla. Hunter poi
parte con Gina mentre i Brown entrano a El Dorado e la Reverenda
Madre viene trasferita nella gelida Casa degli Orsi Polari in
Pensione.
Il vero significato di
Paddington nel finale del Perù
Come nel caso del finale di tutti i
film di Paddington, il finale di Paddington in Perù
ha al centro un messaggio commovente. Il film riafferma i temi
centrali dei suoi predecessori, ovvero essere gentili a tutti i
costi e trovare una casa in una famiglia di persone diverse, ma li
approfondisce aggiungendo il messaggio che la casa non è sempre
solo un luogo. Paddington in Perù trasmette il
messaggio che la casa può essere ovunque, in qualsiasi paese,
purché sia piena di persone che ti amano e si prendono cura di te,
come scopre l’orsetto protagonista.