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Win or Lose, recensione della serie Pixar

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Win or Lose, recensione della serie Pixar

La Pixar ha sempre saputo costruire storie uniche partendo da idee semplici ma affascinanti: e se i giocattoli fossero vivi? E se le emozioni avessero una loro personalità? E se i supereroi fossero anche genitori? Con Win or Lose, la chiarezza dei concept storici della casa di produzione viene meno, e le intenzioni non sono immediatamente chiare.

La serie segue una struttura “a punti di vista”, raccontando l’arco di tempo di una stessa settimana attraverso il punto di vista di più personaggi che, alla fine di ogni episodio, si ritrovano alla stessa partita di softball. Ogni episodio offre uno sguardo unico su un protagonista, personalizzando lo stile d’animazione e le metafore visive per rappresentare il suo mondo interiore.

Al centro di Win or Lose troviamo Laurie (Rosie Foss), figlia dell’allenatore, viene sopraffatta dall’ansia, rappresentata da una gigantesca macchia di sudore che la segue. Frank (Josh Thomson), l’arbitro della partita, utilizza la sua attrezzatura come una corazza emotiva per proteggersi dal dolore di una recente rottura. Rochelle (Milan Elizabeth Ray) si sente costretta a crescere troppo in fretta, e la sua percezione cambia radicalmente quando vediamo la storia dal punto di vista di sua madre, Vanessa (Rosa Salazar), per i primi quattro episodi.

Foto di Pixar/PIXAR – © 2025 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

A quale pubblico è rivolta Win or Lose?

Questo approccio narrativo solleva anche una questione fondamentale: a chi è destinata la serie? Alcuni elementi possono risultare troppo infantili per gli adulti, mentre altri potrebbero risultare complessi per i bambini. L’equilibrio tra leggerezza e profondità a volte si perde, rendendo l’esperienza altalenante. Tuttavia, man mano che la serie procede, il quadro generale diventa più chiaro e coinvolgente, migliorando episodio dopo episodio.

Dal punto di vista tecnico, la Pixar mantiene la sua eccellenza nell’animazione. Le metafore visive utilizzate per mettere in scena le emozioni si inserisce in quel percorso, per chi scrive problematico, che prosegue ormai da diverso tempo e che ha l’effetto di una ridondante esigenza di spiegare il contesto, quello che succede e quello che si vede, aggirando proprio la metafora narrativa più raffinata, sfidante per lo spettatore. La struttura episodica fa sì che ogni puntata si concluda con un cliffhanger, rendendo la visione frammentata se non affrontata come un’unica maratona.

L’arrivo di Win or Lose su Disney+ si inserisce in un momento in cui la Pixar sta ancora cercando di definire il proprio ruolo nella serialità televisiva. Con precedenti esperimenti come Dream Productions, lo studio ha trovato modi interessanti per espandere i suoi universi, ma senza mai raggiungere la stessa rilevanza dei suoi film. In questo contesto, Win or Lose rappresenta un passo avanti, dimostrando che la serialità può offrire opportunità narrative che un film non permetterebbe.

Foto di Pixar/PIXAR – © 2025 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

Win or Lose tratta temi complessi

Uno dei punti di forza della serie è proprio la sua capacità di trattare temi complessi in modo accessibile: le pressioni genitoriali, gli appuntamenti online, la gestione dei social media, le difficoltà finanziarie e le sfide della moralità quotidiana. Nonostante qualche incertezza, questi elementi conferiscono a Win or Lose una profondità inaspettata, rendendola un passatempo per molti versi “impegnato”.

Win or Lose non è un trionfo assoluto, ma nemmeno un fallimento. È una serie con momenti di grande impatto emotivo. La Pixar potrebbe non aver ancora trovato la formula perfetta per la tv a episodi, ma questo esperimento è sicuramente un passo nella giusta direzione.

A History of Violence: la spiegazione del finale del film con Viggo Mortensen

Il regista David Cronenberg e l’attore Viggo Mortensen hanno lavorato insieme in più occasioni nel corso della loro carriera, dando vita a lungometraggi di particolare pregio come La promessa dell’assassino e A Dangerous Method. Il loro primo film insieme, risalente al 2005, è però il thriller A History of Violence, titolo presentato in concorso al Festival di Cannes e lodato per la sua atmosfera e i risvolti noir. Quella raccontata, infatti, è una vicenda apparentemente semplice, che si propaga però fino a diventare un complessa vicenda di violenza e vendetta, dove nessuno è realmente al sicuro.

Il film, sceneggiato da John Olson, è l’adattamento dell’omonimo romanzo a fumetti del 1997 scritto da John Wagner e illustrato da Vince Locke. Noto in Italia con il titolo di Una storia violenta, questo fu un ennesimo successo per Wagner, già noto per il personaggio del Giudice Dredd, adattato al cinema nel film Dredd – La legge sono io. Interessatosi al progetto, Cronenberg vi vide la possibilità di realizzare un nuovo thriller dopo Crash (1996) e Spider (2002). Apportando al progetto il proprio personalissimo stile, il regista ha fatto di A History of Violence uno dei suoi maggiori successi di critica e pubblico.

Considerato dal regista come una riflessione sul corpo umano e il suo rapporto con la violenza, la quale viene qui esplorata sotto punti di vista diversi, tanto storici quanto sociologici. Per gli amanti del genere e di Cronenberg, un titolo da non perdere assolutamente. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

A History of Violence cast
Ed Harris and Ashton Holmes in A History of Violence © 2005 New Line Cinema.

La trama di A History of Violence

Protagonista del film è Tom Stall, un uomo mite e proprietario di un piccolo ristorante nella cittadina di Millbrook. Al di là del suo lavoro, Tom si dedica molto alla sua famiglia, composta dalla moglie avvocato Edie e dai figli Jack e Sarah. La placida esistenza di Tom viene però bruscamente spezzata il giorno in cui il suo ristorante è preso d’assalto da due rapinatori, che egli riesce però abilmente a mettere fuori gioco. Da quel momento, Tom si vede investito di una non richiesta popolarità, con i mass media che lo osannano ad eroe americano. La notizia viaggia in lungo e in largo, giungendo però anche a Filadelfia, alle orecchie del crudele Carl Fogarty.

L’uomo è un membro di spicco della mafia irlandese locale e associa il volto di Tom a quello di Joey Cusack che molti anni prima faceva parte proprio della banda criminale e che li aveva poi traditi. Fogarty decide dunque di recarsi a Millbrook in cerca di vendetta, seguito dai suoi uomini. Il loro arrivo scuoterà ancor più nel profondo l’esistenza di Tom e quella della sua famiglia, la quale non è più certa di conoscere realmente quello che credevano essere un marito e padre amorevole. Nel desiderio di porre fine ai suoi problemi, Tom capirà che l’unico modo per porre fine a quella guerra è il rispondere con la violenza alla violenza.

Il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il protagonista Tom Stall vi è l’attore Viggo Mortensen. Egli, seppur inizialmente non entusiasta della sceneggiatura, accettò di recitare nel film per poter lavorare con Cronenberg, che stimava molto. L’attore si dedicò poi molto al suo personaggio, immaginandone la vita prima della vicenda narrata nel film e lavorando sull’accento di Philadelplhia per poterlo rendere credibile. In seguito, Mortensen ha affermato di considerare A History of Violence uno dei film più belli in cui abbia mai recitato. Accanto a lui, nel ruolo della moglie Edie Stall vi è invece l’attrice Maria Bello, vita anche nei film Secret Window e Prisoners, mentre i figli Jack e Sarah Stall sono interpretati da Ashton Holmes e Heidi Hayes.

Nei panni del crudele Carl Fogarty vi è l’attore Ed Harris, mentre nel ruolo del mafioso Richie Cusack vi è William Hurt. Originariamente, i loro personaggi avrebbero dovuto avere origini italiane, ma dopo la scelta dei due attori si preferì modificarli e dar loro origini irlandesi. Ciò è stato motivato dal fatto che Harris e Hurt risultavano più convincenti con origini irlandesi che italiane. Nonostante compaia nel film per appena 10 minuti, Hurt è poi stato candidato al premio Oscar come miglior attore non protagonista. Completano poi il cast gli attori Peter MacNeill nei panni dello sceriffo Sam Carney e Stephen McHattie in quelli di Leland Jones.

Maria Bello in A History of Violence
Maria Bello in A History of Violence © 2005 New Line Cinema.

La spiegazione del finale del film

Nel corso del film, Tom ammette infine di essere Joey. Prima che a quel punto Carl possa sparargli, il figlio Jack lo uccide. All’ospedale, poi, Edie affronta Tom che ammette nuovamente di essere Joey Cusack. Rivela dunque alla moglie di essere scappato da Philadelphia per sfuggire al suo passato criminale e questa ammissione aggrava le tensioni nel loro matrimonio. Dopo che Tom esce dall’ospedale, Sam, lo sceriffo locale, esprime la sua preoccupazione e i suoi sospetti. Mentre Tom sta per confessare, Edie mente all’uomo e lo convince ad andarsene. Nonostante ciò, il loro rapporto continua ad essere gelido.

Le cose prendono un’ulteriore piega inaspettata quando il fratello di Tom, il boss Richie Cusack, lo chiama e gli chiede di tornare a Philadelphia, minacciando di venire in Indiana se non lo farà. A Philadelphia, Tom viene a sapere che i mafiosi che ha offeso hanno sfogato le loro frustrazioni su Richie, penalizzandolo finanziariamente e ritardando il suo avanzamento nell’organizzazione. Tom si offre quindi di fare pace, ma Richie ordina ai suoi uomini di uccidere il fratello. Tom, però, riesce a uccidere la maggior parte dei gangster e infine elimina anche il braccio destro di Richie e il suo stesso fratello.

A quel punto, Tom torna a casa, dove l’atmosfera è tesa e silenziosa, mentre la famiglia siede intorno alla tavola. Alla fine la figlia gli porge un piatto. Qualche istante dopo, il figlio gli offre un po’ del cibo e Edie guarda Tom con le lacrime agli occhi. Seppure la famiglia si riconcilierà, la violenza è entrata nelle loro vite e nulla sarà mai più come prima. Parlando con CinephiliaBeyond, Cronenberg stesso ha descritto il film come una meditazione sul corpo umano e sul suo rapporto con la violenza: “Per me il primo fatto dell’esistenza umana è il corpo umano. In questo film c’è un pubblico che sicuramente applaudirà questi atti di violenza e lo fa perché è previsto che questi atti siano giustificabili e a volte quasi eroici”.

Viggo Mortensen, Maria Bello, Ashton Holmes e Heidi Hayes in A History of Violence
Viggo Mortensen, Maria Bello, Ashton Holmes e Heidi Hayes in A History of Violence © 2005 New Line Cinema.

“Ma io dico: “Ok, se potete applaudire quello, potete applaudire anche questo?” perché questo è il risultato di quel colpo di pistola in testa. “Non è bello. – continua Cronenberg – E anche se la violenza è giustificabile, le conseguenze della violenza sono esattamente le stesse. Il corpo non sa quale sia la moralità di quell’atto. Quindi chiedo al pubblico di vedere se riesce a contenere l’intera esperienza di questo atto violento, anziché solo quella eroica/drammatica. Sto dicendo: “Ecco gli effetti davvero brutti di questi brutti ragazzi, ma gli effetti sono comunque molto brutti”. E questo è il paradosso e l’enigma”.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di A History of Violence grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Visio, Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 19 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Ancora auguri per la tua morte: la spiegazione del finale del film

Il finale di Ancora auguri per la tua morte non solo ha rivelato il motivo dei loop temporali che costringono Tree Gelbman (Jessica Rothe) a ripetere lo stesso giorno più volte, ma ha anche creato un multiverso e le premesse per un terzo film (la cui sceneggiatura è già stata scritta). Scritto e diretto da Christopher Landon, il sequel riprende immediatamente dopo gli eventi del primo Auguri per la tua morte, in cui Tree risolveva il proprio omicidio e si liberava dal loop temporale. Mentre questo primo film era un horror-slasher puro e semplice, mescolato con l’espediente del loop, in cui il protagonista ripeteva lo stesso giorno all’infinito, il sequel è un film ancora più radicato nel genere.

Ancora auguri per la tua morte mantiene infatti il suo serial killer, il Babyface mascherato, ma mette da parte gli elementi horror, dimostrandosi una commedia fantascientifica ispirata a Ritorno al futuro – Parte II, che coinvolge universi paralleli. Il cambio di genere è voluto dal produttore Jason Blum, che vuole che ogni film del franchise sia diverso dall’altro. Tuttavia, questo secondo capitolo è anche incredibilmente più. Tree è ancora una volta costretta in un loop temporale, ma la verità è che è intrappolata in un universo parallelo. Di conseguenza, ecco qui un’utile spiegazione del finale del film!

LEGGI ANCHE: Auguri per la tua morte: tutte le curiosità, dal finale ai sequel

La spiegazione del loop temporale di Ancora auguri per la tua morte

Ancora auguri per la tua morte rivela subito la causa del loop temporale di Tree: tutto è dovuto a un dispositivo chiamato Sisyphus Quantum Cooling Reactor. Mentre si svolgevano gli eventi del film originale, il compagno di stanza di Carter (Israel Broussard), Ryan (Phi Vu), e i suoi compagni di laboratorio Samar (Suraj Sharma) e Dre (Sarah Yarkin) stavano lavorando al loro progetto scientifico nell’edificio di Scienze e Ingegneria della Bayfield University. Il loro dispositivo, chiamato in breve “SISSY”, era stato progettato per rallentare il tempo. Ma non riuscirono a mettere a punto gli algoritmi giusti e SISSY creò un loop temporale che in qualche modo intrappolò Tree.

Jessica Rothe e Phi Vu in Ancora auguri per la tua morte
Jessica Rothe e Phi Vu in Ancora auguri per la tua morte © Universal Pictures

In Auguri per la tua morte, il loop temporale la costringeva a rivivere il giorno del suo compleanno, lunedì 18 settembre, che si concludeva sempre con il suo assassinio. Dopo essere morta undici volte, Tree si è salvata e liberata quando ha capito che dietro il complotto per ucciderla c’era la sua compagna di stanza Lori (Ruby Modine). Quando Tree ha ucciso Lori, ha chiuso il loop temporale e Tree ha potuto passare al giorno successivo. Sembrava che Tree avesse così eliminato il suo stesso assassino, ma così non è. Il loop temporale è passato a Ryan, che ha iniziato a ripetere martedì 19 all’inizio del sequel.

Ryan ha il suo killer Babyface che lo uccide, resettando il giorno in muore. Fortunatamente, Tree sa esattamente cosa dta succedendo e così lei, Carter e Ryan si mettono alla ricerca del nuovo Babyface. Quando Tree salva Ryan, smascherano il killer e rimangono scioccati nello scoprire che è un sosia di Ryan. Questo sosia pensa che uccidere l’altro sé stesso sia l’unico modo per fermare il circolo temporale, per questo portava avanti questo crimine. Incita quindi tutti ad uccidere l’originale, ma quest’ultimo, terrorizzato, attiva SISSY e tutti perdono i sensi.

L’algoritmo difettoso del dispositivo, infatti, causa un sovraccarico che colpisce tutti i membri del laboratorio, ma è Tree ad esserne maggiormente colpita. Viene infatti rispedita al 18 settembre e in un nuovo loop temporale, solo che questa volta Tree è finita addirittura in una dimensione parallela. Le regole del loop temporale sono le stesse: Tree deve morire affinché si resetti il giorno, ma questa volta non è il bersaglio del Babyface Killer, quindi deve suicidarsi per forzare il reset.

Phi Vu in Ancora auguri per la tua morte
Phi Vu in Ancora auguri per la tua morte © Universal Studios

La spiegazione del multiverso del film

Si scopre così che anche in Ancora auguri per la tua morte esiste in un multiverso. La maggior parte del sequel si svolge dunque in una dimensione alternativa, che presenta una serie di grandi differenze rispetto al mondo che Tree conosce. La più grande è che la sua compagna di stanza Lori (che nell’universo del film originale è ormai morta) è la vittima che viene uccisa dal Babyface Killer. Parte del calvario di Tree è quindi cercare di salvare Lori e ogni volta che fallisce, deve morire per resettare il giorno e riprovare, rendendosi il nuovo bersaglio di Babyface o trovando mezzi creativi per suicidarsi.

Le ramificazioni del multiverso e del viaggio di Tree in una dimensione parallela non sono chiare. Tree sostituisce la versione alternativa di se stessa di quell’universo, dicendo a Carter, Ryan, Samar e Dre che si trova in un loop temporale e proviene da una realtà diversa. La più grande domanda senza risposta è cosa sia successo all’“altra” Tree. Ha preso il posto dell’originale nell’universo del primo film, con entrambe intrappolate in un loop temporale simultaneo in due universi contemporanei? Oppure Tree 2 è stata spinta in un terzo universo, creando un effetto domino senza fine? La cosa non viene mai chiarita.

Le differenze tra i due universi del film

L’universo speculare di Ancora auguri per la tua morte è quasi del tutto identico all’universo “primario” di Tree, tranne che per tre differenze fondamentali: In primo luogo, Lori è ancora viva ed è il bersaglio del Babyface Killer anziché la persona dietro la maschera. In questo universo, infatti, Tree non ha mai avuto una relazione con il suo professore, il dottor Gregory Butler (Charles Aitken), nello stesso periodo in cui Lori andava a letto con lui. Pertanto, Tree e Lori sono in realtà amiche intime. In secondo luogo, Danielle (Rachel Matthews), sorella e nemica di Tree, è la ragazza di Carter. Infine, nell’universo parallelo, anche la madre di Tree (Missy Yager) è ancora viva.

Babyface killer in Ancora auguri per la tua morte
Una scena di Ancora auguri per la tua morte © Universal Pictures

Tree inizia dunque a ritenere migliore la vita in questo universo parallelo. Anche se Carter esce con Danielle, Tree è felicissima di riavere sua madre. L’essere costretta a rivivere ripetutamente lo stesso giorno costringe però Tree a rendersi conto di essere diventata una persona terribile dopo la morte della madre, avvenuta tre anni prima. Tuttavia, Tree ha anche capito gradualmente di non appartenere all’universo parallelo. Sua madre ha avuto tre anni di ricordi con la Tree 2 che la Tree originale non ha – e lei sta vivendo la vita di qualcun altro. Alla fine, abbandona quindi di nuovo sua madre e torna nel suo universo per stare con Carter.

Tutti gli assassini del primo e secondo film

In entrambi i film ci sono in realtà più killer Babyface. In Auguri per la tua morte, questi erano Lori e John Tombs, il serial killer che era stato ricoverato da Lori al Bayfield Hospital, e ognuno di loro aveva ucciso Tree più volte. Nel sequel, invece, i Babyface killer sono Gregory e i suoi complici: John Tombs e sua moglie Stephanie (Laura Clifton), insieme al precedente Ryan II. Gregory ha preso spunto dal libro di Lori nel primo film e ha lasciato Tombs libero di essere il capro espiatorio dell’assassino di Lori. Gregory e Stephanie stavano entrambi lavorando per uccidere Lori perché lei aveva una relazione con Gregory.

La spiegazione del finale di Ancora auguri per la tua morte

Mentre il 18 settembre continuava a ripetersi in questo sequel, Tree divide il suo tempo nell’universo alternativo per raggiungere diversi obiettivi: passare del tempo con sua madre, salvare Lori e imparare la meccanica quantistica. Poiché Tree è l’unica a conservare la memoria dopo il reset del giorno, spetta a lei imparare e correggere tutte le complesse equazioni matematiche per poi insegnarle a Ryan, Samar e Dre in modo che possano riparare SISSY. Alla fine, grazie alla sua “memoria pazzesca”, Tree ha impara tutta la matematica necessaria, perfezionando l’algoritmo e facendo funzionare correttamente SISSY.

Jessica Rothe in Ancora auguri per la tua morte
Jessica Rothe in Ancora auguri per la tua morte © Universal Pictures

Alla fine, con l’aiuto di Carter, riesce a salvare Lori e a smascherare Gregory e Stephanie come Babyface killer, mettendo tutto a posto nell’universo “altro” proprio mentre Ryan e gli altri attivano SISSY, rilasciando una bolla quantica che riporta Tree nel suo universo di origine. La ragazza si risveglia proprio nel momento in cui SISSY si è guastata nel suo universo originale, il che significa che tutto ciò che è accaduto nel mondo parallelo è avvenuto coincide a pochissimi secondi per l’universo originale. Il giorno è martedì 19 settembre, quindi Tree è di nuovo libera dal loop temporale, che sembra essere chiuso, apparentemente per sempre.

La scena post-credits che anticipa Auguri per la tua morte 3

Ancora auguri per la tua morte ha una scena a metà dei titoli di coda che fa pensare a un terzo film. In essa Tree, Carter, Samar e Dre sono costretti a ripulire la spazzatura intorno al campus di Bayfield come punizione per aver disobbedito all’ordine del preside Bronson (Steve Zissis) di non accendere SISSY. Improvvisamente, arrivano dei SUV neri appartenenti alla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) e il dottor Parker (Kenneth Israel) ordina ai quattro studenti di andare con lui. Arrivati al quartier generale della DARPA, Parker rivela di aver portato la macchina SISSY nel suo laboratorio e di volerla usare per testare i loop temporali.

Tree offre a quel punto una nuova cavia per l’esperimento: Danielle, che si sveglia nel suo letto urlando, presumibilmente perché ora è intrappolata nel suo stesso loop temporale. Questa scena conclusiva può essere un indizio sulla trama di un “Auguri per la tua morte 3“, per il quale il regista Christopher Landon dice di avere un’idea “davvero folle e divertente”, dal momento che “ha sempre immaginato questa come una trilogia”. Ad oggi, tuttavia, il film non è stato ancora ufficializzato, ma Landon ha fatto sapere che una sceneggiatura è stata scritta e che ci sono buone possibilità che il progetto si concretizzi.

Skyscraper: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Dwayne Johnson

Divenuto una vera e propria icona di film d’avventura e d’azione, nel 2018 l’ex wrestler Dwayne Johnson si è cimentato come protagonista dell’adrenalinico Skyscraper (qui la recensione). Scritto e diretto da Rawson Marshall Thurber, che aveva già lavorato con Johnson per Una spia e mezzo, il film si è affermato come uno dei blockbuster di maggior richiamo del suo anno, coniugando al suo interno grandi emozioni ed esplosivi effetti speciali. La presenza dell’attore è stata poi fonte di garanzia per i suoi fan, consapevoli del talento di Johnson nello scegliere con cura i suoi progetti. Il tutto è impreziosito dalla presenza come direttore della fotografia di Robert Elswit, premio Oscar per Il petroliere.

Con una trama vagamente ispirata al primo film della saga di Die Hard, Skyscraper è da subito stato un progetto che ha attratto numerosi studios cinematografici. A vincere i diritti per il titolo è però stata la Legendary Pictures, che ha infine dato il via libera alla sua produzione. Johnson è così tornato a vestire i panni che più gli riescono meglio, ricevendo anche numerose lodi per la sua performance. L’attore è poi ance stato candidato ai People’s Choice Awards e ai Nickelodeon Kids’ Choice Awards come attore preferito dal pubblico. Con questo film egli ha così continuato a riaffermare la propria persona sul grande schermo, confermandosi nel pieno di un periodo d’oro della sua carriera.

Al momento della sua uscita in sala, il film si è poi dimostrato anche un buon successo di pubblico. A fronte di un budget di circa 125 milioni di dollari, il film è arrivato ad incassarne un totale di circa 304 in tutto il mondo. Ciò lo ha portato ad essere uno dei titoli del suo genere di maggior richiamo dell’anno. Diverse sono le curiosità legate a questo titolo, da quelle riguardanti la scelta del cast fino agli effetti speciali e le location. Proseguendo nella lettura si potrà scoprire le principali di queste, come anche dove è attualmente possibile trovare e vedere in streaming il film.

Skyscraper film
Dwayne Johnson in Skyscraper © Universal Pictures

La trama di Skyscraper

Protagonista del film è Will Sawyer, agente FBI costretto a lasciare il suo lavoro dopo anni di servizio a causa di un brutto incidente. Durante un operazione di salvataggio, è infatti rimasto coinvolto in un esplosione che lo ha portato a perdere una gamba. Operato da quella che poi diventerà sua moglie, Sarah, Will si ritrova dunque ad indossare una protesi artificiale tecnologicamente evoluta. Costretto ad una vita grossomodo sedentaria, egli decide di lasciare gli Stati Uniti per andare a vivere ad Hong Kong con moglie e figli. Qui, tramite un collega, riesce ad ottenere il lavoro di addetto alla sicurezza del grattacielo più alto del mondo, prossimo all’inaugurazione. Mentre svolge il suo lavoro, Will viene però attaccato da un ladro che gli ruba la borsa.

Ben presto capirà però che il vero obiettivo del furto era il tablet che egli porta con sé, e che gli dà accesso a tutti i sistemi di sicurezza dell’edificio. Comprendendo di essere stato tradito dal suo vecchio collega, Will si ritrova al centro di un’operazione terroristica, la quale ha come primo obiettivo quello di impadronirsi proprio del prezioso dispositivo. Deciso ad andare fino in fondo a questa storia, l’ex agente FBI scoprirà che durante la sua distrazione un gruppo di terroristi dell’Europa dell’est ha preso possesso dell’edificio, all’interno del quale si trovano anche sua moglie con i figli. Questo è quanto gli basta sapere per decidere di combattere da sé i nemici, pronto a tutto pur di salvare la propria famiglia.

Neve Campbell in Skyscraper
Neve Campbell in Skyscraper. Foto di Kimberley French – © Universal Pictures

Il cast e le location del film

Come riportato, Dwayne Johnson è il protagonista assoluto del film. Il regista, che aveva già lavorato con lui, disse di non aver voluto altri se non lui per il ruolo principale, e con l’interesse di Johnson il progetto prese infine ad essere realizzato. Egli si dimostrò così coinvolto dalla pellicola da voler ricoprire anche il ruolo di produttore. Come sempre, inoltre, l’attore si sottopose ad un allenamento ancor più intensivo del solito in vista delle riprese. Ciò gli permise di poter eseguire da sé tutte le spericolate acrobazie previste dal copione, evitando di essere sostituito da controfigure. Ancora una volta, Johnson si è dimostrato ricco del carisma e della presenza scenica giusta per sorreggere il film sulle proprie spalle, assicurandogli un buon successo.

Accanto a lui si ritrova l’attrice Neve Campbell, nel ruolo della moglie Sarah. Celebre per il ruolo di Sidney Prescott nella saga di Scream, l’attrice dovette superare un’accesa competizione prima di ottenere la parte nel film. L’attore Chin Han ha invece dato vita a Zhao Long Ji, proprietario del grattacielo all’interno del quale si svolgono le vicende. Roland Møller, noto per film come Atomica bionda, è invece il terrorista scandinavo Kores Botha. Pablo Schreiber ha invece ricoperto il ruolo di Ben Gillespie, il collega del protagonista poi passando dalla parte dei cattivi. Nel film si ritrova poi anche Tzi Ma, celebre attore cinese comparso in numerosi film hollywoodiani di grande successo. Nel film Skyscraper ha interpretato il capo dei pompieri di Hong Kong.

Come spesso accade per blockbuster di questo tipo, molto di quanto è possibile vedere sul grande schermo è in realtà frutto di ricostruzioni o effetti speciali. La maggior parte delle riprese si sono infatti svolte in studio a Vancouver, dove è stato ricostruito parte del grattacielo protagonista. Ulteriori riprese, in particolare degli esterni, si sono poi effettivamente svolte ad Hong Kong, in particolare nei pressi del Hong Kong Cultural Center. Il grattacielo più alto del mondo rappresentato nel film non è dunque realmente esistente, ma è frutto di un sapiente uso di scenografia unita agli effetti speciali, qui curati dalla Industrial Light & Magic.

Dwayne Johnson e Chin Han in Skyscraper
Dwayne Johnson e Chin Han in Skyscraper. Foto di Kimberley French – © Universal Pictures

Il finale del film

Verso il finale del film, Will riesce a raggiungere Long Ji nel suo rifugio, e si fa consegnare il disco. Nello scambio con Botha, però, Long Ji li attacca. Georgia riesce a scappare: la consegna, e la reazione di Long Ji, erano un piano per sorprendere Botha e costringerlo allo scontro finale nella “sala degli specchi”, un ambiente con decine di schermi che riproducono le immagini captate, alterando la percezione di distanza e direzione, realtà e immagini digitali. Gli uomini di Botha vengono qui uccisi, e Botha stesso, ingannato dall’ultimo schermo, mentre crede di aver sconfitto Will, viene spinto giù da questi, che in realtà è alle sue spalle.

Nel frattempo, Sarah, che parla correntemente cantonese, riesce a convincere la polizia dell’innocenza del marito. Sarah aveva visto i terroristi, quando erano entrati nel grattacielo travestiti da operai, e aveva notato le loro strane borse: con la polizia, cerca quel marchio delle borse su internet, e capiscono che si tratta di paracadute, necessari ai terroristi per la fuga. Osservando la pianta della città attorno al grattacielo, Sarah intuisce il punto di atterraggio previsto. La polizia può così, con un blitz, neutralizzare la squadra di appoggio esterno ai terroristi, e Sarah stessa mette fuori combattimento la donna che è a loro capo, recuperando così il tablet di controllo.

Con quello, può riattivare i sistemi di sicurezza antincendio del grattacielo, e salvare così Will e Georgia, intrappolati all’ultimo piano, insieme a Long Ji, ferito. I tre vengono finalmente raggiunti e riportati a terra da un elicottero. La polizia ha ormai la certezza dell’estraneità di Will al sabotaggio, e la folla, che ha seguito su un maxischermo tutte le fasi dell’azione, e le pericolose acrobazie di Will e la sua gamba artificiale sulle pareti del grattacielo, lo accoglie come un eroe. Will, però, ha occhi solo per la sua famiglia, che ora si può ritrovare tutta insieme, sana e salva. Al momento di lasciarsi, Long Ji promette a Will che ricostruirà il grattacielo.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Skyscraper grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Netflix, Now, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 19 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

A History of Violence: le differenze tra il film e il fumetto

A History of Violence: le differenze tra il film e il fumetto

Come si colloca il fumetto A History Of Violence rispetto all’adattamento cinematografico di David Cronenberg? Se è vero che il regista può essere associato soprattutto a body horror divenuti cult come La mosca o Videodrome, negli ultimi vent’anni si è ampiamente allontanato da questo genere (tornandovi però per Crimes of the Future) a favore di thriller psicologici o drammi come La promessa dell’assassino. Quest’ultimo film è interpretato da Viggo Mortensen, che è diventato un collaboratore abituale del regista. Il loro primo progetto insieme è però stato il thriller poliziesco A History of Violence (2005).

In esso, l’attore interpreta Tom Stall, il proprietario di una tavola calda che vive una tranquilla e anonima vita nello stato dell’Indiana. Una notte, però, due criminali entrano nella sua tavola calda e Tom è costretto a reagire, finendo per ucciderli. La stampa lo definisce un eroe, anche se è scosso dall’evento, ma presto un gangster sfregiato di nome Fogarty (Ed Harris) entra nella tavola calda, sostenendo che Tom è in realtà un killer professionista con un passato ben diverso da quello che lui racconta. Da lì, avranno inizio una serie di eventi che porteranno Tom a doversi confrontare con i suoi scheletri nell’armadio.

Interpretato anche da William Hurt e Maria Bello, A History of Violence è un thriller cupo e complesso, sostenuto da una regia tesa e da ottime interpretazioni. Il film ha anche ricevuto anche due nomination agli Oscar, per la Migliore sceneggiatura non originale e per il Miglior attore non protagonista per Hurt. Quando Cronenberg ha firmato per dirigere il progetto, però, non era a conoscenza del fumetto A History Of Violence, realizzato da John Wagner e da cui il film è tratto. Sebbene la pellicola sia ampiamente fedele agli eventi del fumetto, ci sono anche molte differenze tra i due.

A History of Violence cast
Ed Harris and Ashton Holmes in A History of Violence © 2005 New Line Cinema.

Le differenze tra il film A History of Violence e il fumetto

Il film, pur facendo riferimento all’omonimo romanzo a fumetti da cui è tratto, è soltanto vagamente basato su di esso. Lo sceneggiatore Josh Olson ha infatti affermato fin dall’inizio di volere utilizzare la storia originale come trampolino di lancio per esplorare i temi che più lo interessavano. Per questo motivo, dopo una prima parte grossomodo fedele a quanto raccontato da Wagner, si iniziano ad incontrare diverse variazioni. Innanzitutto, il nome del protagonista cambia da Tom McKenna a Tom Stall, mentre John Torrino è stato cambiato in Carl Fogarty. Anche il nome del figlio del protagonista è cambiato, passando da Buzz a Jack.

Nel fumetto, poi, Millbrook si trova nel Michigan, mentre nel film è nell’Indiana, e i boss del film non sono più di Brooklyn ma di Philadelphia. Secondo la stampa tedesca David Cronenberg e lo sceneggiatore Josh Olson hanno inoltre cambiato i nomi che sembravano italiani per evitare di anticipare i legami con la mafia. La prima metà del fumetto ha poi un’impostazione simile al film, con la scena della tavola calda e il disagio di Tom per l’attenzione della stampa quasi identici. Una cosa che il film fa è giocare sull’aspetto del mistero, indagando al contempo sugli effetti della violenza su Tom, sulla sua famiglia e su come la comunità e la stampa rispondono ad essa.

Tom si mostra a disagio per aver ucciso due uomini, anche se lo “meritavano”, e non ama essere lodato per questo. Ciononostante, si dimostra anche capace di violenza e suo figlio, vittima di bullismo, in seguito picchia ferocemente un aguzzino a scuola. La svolta del film è più o meno la stessa, quando i gangster minacciano la sua famiglia e Tom si rivela essere l’uomo che stanno cercando. Tom elimina gli scagnozzi sia nel film che nel fumetto. La differenza sta che Fogarty viene ucciso dal figlio di Tom nel film, ma dalla moglie nel fumetto. Il film, inoltre, aggiunge anche due scene di sesso tra Tom e sua moglie e fa un lavoro molto più approfondito sulla loro relazione. La domanda se il figlio abbia la stessa violenza in agguato è un altro tema aggiunto dal film.

William Hurt in A History of Violence
William Hurt in A History of Violence © 2005 New Line Cinema.

La seconda metà di A History of Violence mette poi in evidenza le differenze tra i due media. Nel fumetto un flashback mostra Tom – il cui vero nome è Joey – mentre compie una rapina alla mafia con l’amico Richie, che va male. Richie viene catturato, mentre Tom fugge e si nasconde. Dopo aver confessato alle autorità nella speranza di ricevere protezione – e aver appreso che a loro non importa se non può aiutarle a ottenere condanne – Tom è costretto a confrontarsi con il sadico figlio di un mafioso che ha ucciso. Durante la resa dei conti, scopre anche che Richie è stato tenuto in vita e orrendamente torturato per due decenni. Il racconto si conclude con Tom che uccide i restanti gangster, si impietosisce per Richie e lo porta in ospedale, promettendo alla moglie di chiudere con il suo passato.

L’opera di Cronenberg è dunque meno drammatica ed esplora il crollo della personalità inventata di Tom e il modo in cui la sua famiglia reagisce alla verità. Richie in questa versione è il fratello di Tom e un mafioso a sua volta, che costringe Tom a tornare a Philidelphia. Dopo aver tentato di fare pace, Richie cerca di uccidere il fratello per regolare i vecchi conti con le persone che Tom ha incrociato in passato; quest’ultimo ribalta però la situazione e uccide Richie e i suoi uomini. Tom torna così a casa e A History Of Violence si conclude con una tranquilla scena di cena tra Tom e la sua famiglia, lasciando intendere che, con il tempo, potrebbe esserci una riconciliazione.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di A History of Violence grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Visio, Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 19 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

The Residence: trailer e immagini della nuova serie Netflix di Shonda Rhimes

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132 stanze. 157 sospetti, un cadavere, un detective estremamente eccentrico e una cena di Stato disastrosa. Disponibile da oggi il trailer ufficiale di The Residence, il nuovo giallo di Shondaland, in arrivo solo su Netflix dal 20 marzo. La serie, di cui è stato rilasciato oggi anche il poster, è prodotta da Shonda Rhimes e Betsy Beers e creata da Paul William Davies (Scandal, For the People).

Uzo Aduba interpreta Cordelia Cupp, detective consulente del Dipartimento di Polizia Metropolitana. Conosciuta per il suo umorismo pungente, la sua implacabile ricerca della verità e un occhio acuto per il comportamento umano, Cupp è la detective più ambita al mondo, nonché una grande appassionata di birdwatching. Con lei c’è Randall Park nel ruolo dell’agente speciale dell’FBI Edwin Park, incaricato di collaborare con Cupp durante una cena di Stato ad alta tensione. Sebbene Park nutra scetticismo nei confronti dei metodi non convenzionali di Cupp, la loro dinamica promette di essere intrigante quanto il mistero che cercano di svelare.

The Residence, la serie

  • Episodi: 8 episodi da 1h

  • Creatore/Showrunner/Sceneggiatore/Produttore Esecutivo: Paul William Davies (Scandal, For the People)

  • Produttori Esecutivi: Shonda Rhimes e Betsy Beers

  • Ispirato al libro “The Residence” di Kate Andersen Brower

  • Cast: Uzo Aduba (Cordelia Cupp), Giancarlo Esposito (A.B. Wynter), Molly Griggs (Lilly Schumacher), Randall Park (Edwin Park), Susan Kelechi Watson (Jasmine Haney), Isiah Whitlock Jr. (Larry Dokes), Edwina Findley (Sheila Cannon), Jason Lee (Tripp Morgan), Ken Marino (Harry Hollinger), Al Mitchell (Rollie Bridgewater), Dan Perrault (Colin Trask), Bronson Pinchot (Didier Gotthard), Julieth Restrepo (Elsyie Chayle), Mel Rodriguez (Bruce Geller), Mary Wiseman (Marvella)

  • Guest stars: Eliza Coupe (Senatrice Margery Bay Bix), Jane Curtin (Nan Cox), Paul Fitzgerald (Presidente Perry Morgan), Barrett Foa (Elliott Morgan), Al Franken (Senatore Aaron Filkins), Spencer Garrett (Wally Glick), Taran Killam (St. Pierre), Julian McMahon (PM Stephen Roos), Kylie Minogue (se stessa), Matt Oberg (Nick Simms), Brett Tucker (David Rylance).

F1 con Brad Pitt solo al cinema dal 26 giugno. Il nuovo spot

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F1 con Brad Pitt solo al cinema dal 26 giugno. Il nuovo spot

Da Apple Original Films e dai filmmakers di Top Gun: Maverick arriva F1, con protagonista Brad Pitt per la regia di Joseph Kosinski. Il film è prodotto da Jerry Bruckheimer, Joseph Kosinski, il pluricampione pilota di Formula 1 Lewis Hamilton, Brad Pitt, Jeremy Kleiner, Dede Gardner e Chad Oman.

L’attesissimo film sulla Formula 1 ha come protagonista Brad Pitt nei panni di un ex pilota di F1® che ritorna alle corse, affiancato da Damson Idris nel ruolo del suo compagno di squadra all’APXGP, una squadra di fantasia sulla griglia di partenza. Nel film, girato durante i weekend dei Grand Prix, la squadra di Pitt e Idris si trova a fronteggiare i veri titani dello sport.

F1: il trailer del nuovo film con Brad Pitt

Fanno parte del cast di F1 anche Kerry Condon, Tobias Menzies, Kim Bodnia e Javier Bardem.

Kosinski dirige da una sceneggiatura di Ehren Kruger, Daniel Lupi è il produttore esecutivo. Nel team di filmmaker dietro la macchina da presa troviamo, il direttore della fotografia Claudio Miranda, gli scenografi Mark Tildesley e Ben Munro, il montatore Stephen Mirrione, il costumista Julian Day, la direttrice del casting Lucy Bevan e il compositore Hans Zimmer.

Apple Original Films presenta una produzione Monolith Pictures / Jerry Bruckheimer / Plan B Entertainment / Dawn Apollo, un film di Joseph Kosinski, F1®. Il film sarà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a partire dal 26 giugno 2025.

L’Albero: il trailer del film di Sara Petraglia

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L’Albero: il trailer del film di Sara Petraglia

Da oggi è disponibile il trailer de L’ALBERO, film d’esordio di Sara Petraglia, con Tecla Insolia e Carlotta Gamba, prodotto da Angelo Barbagallo per Bibi Film. Il film, presentato in occasione della 19ª edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Progressive Cinema, uscirà nelle sale giovedì 20 marzo distribuito da Fandango Distribuzione.

La trama di L’Albero

Bianca ha 23 anni e le sembrano già troppi. Se n’è andata da casa dei suoi, dovrebbe fare l’università, ma non ci va mai. Ha poche, precise ossessioni: il tempo che passa, la cocaina, e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce, precipita. Anche la loro amicizia, che inciampa nella dipendenza e si confonde con l’amore. Bianca ha un quaderno, ci scrive sopra appunti per i suoi libri, ma vorrebbe scriverci tutto: che la giovinezza è dolorosa e sta già finendo. Che l’amicizia spezza il cuore. Che perdiamo tutto continuamente, e però alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma, i ragazzi di Napoli e l’albero che si intravede muto dalla finestra di casa – nessuna cosa andrà perduta.

Leggi la recensione di L’Albero

Pulse: le prime immagini del nuovo medical drama Netflix

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Pulse: le prime immagini del nuovo medical drama Netflix

Netflix svela le prime immagini di Pulse, il nuovo medical drama che farà battere i cuori di tutti gli appassionati del genere. La serie, creata da Zoe Robynin veste anche di showrunner insieme a Carlton Cuse, e con protagonisti Willa Fitzgerald e Colin Woodell, sarà disponibile solo su Netflix dal 3 aprile.

Mentre un uragano si dirige verso il centro traumatologico di primo livello più affollato di Miami, la dottoressa Danny Simms (Willa Fitzgerald), specializzanda al terzo anno, viene inaspettatamente promossa, e l’amato capo degli specializzandi, il dottor Xander Phillips (Colin Woodell), viene sospeso. Tra l’aggravarsi della tempesta e un’ondata di emergenze mediche, l’ospedale si ritrova isolato, e Danny e Phillips devono riuscire a lavorare insieme, nonostante inizino a trapelare i dettagli di una loro storia d’amore clandestina e travagliata. Gli altri membri del pronto soccorso dovranno affrontare sia le conseguenze della relazione tra i due che le proprie sfide, personali e professionali, con la consapevolezza che la posta in gioco è la vita. Perché, per questo gruppo di medici, salvare la vita dei pazienti è spesso meno complicato che vivere la propria.

I Crediti di Pulse

  • Creatrice / Co-Showrunner / Produttrice Esecutiva: Zoe Robyn
  • Co-Showrunner / Produttore Esecutivo: Carlton Cuse
  • Produttori Esecutivi: Bradley Gardner, Emma Forman, Michael Klick, Kate Dennis
  • Cast: Willa Fitzgerald, Colin Woodell, Justina Machado, Jack Bannon, Jessie T. Usher, Chelsea Muirhead, Daniela Nieves, Jessy Yates, Néstor Carbonell, Jessica Rothe, Santiago Segura, Ash Santos, Arturo Del Puerto

The Boys 5: Jack Quaid condivide una sanguinolenta foto dal set

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The Boys 5: Jack Quaid condivide una sanguinolenta foto dal set

Se c’è una cosa su cui si può scommettere in ogni stagione di The Boys, è che Hughie Campbell finirà coperto di sangue, in un modo o nell’altro. Attualmente, le cineprese stanno girando la quinta e ultima stagione della serie Prime Video dallo scorso novembre e la star Jack Quaid ha ora condiviso una nuova foto del dietro le quinte del set. Sebbene l’immagine non fornisca alcun contesto, sembra abbastanza chiaro che Hughie subirà un altro bagno di sangue quando lo show tornerà il prossimo anno.

Nel finale della quarta stagione, Hughie e la maggior parte dei suoi compagni di squadra sono stati catturati dalle forze di Homelander (queste foto leggermente spoilerose sul set rivelano dove sono stati probabilmente mandati), lasciando in fuga solo Annie January – ora di nuovo potenziata come Starlight – e Billy Butcher. Con quest’ultimo impegnato in una crociata per spazzare via tutti i Supes, probabilmente toccherà ad Annie salvare Hughie e gli altri. In attesa di maggiori certezze, è possibile guardare la foto di Quaid su Instagram qui sotto.

Cosa sappiamo della stagione 5 di The Boys?

Parlando con TV Guide dei suoi piani per la stagione finale all’inizio di quest’anno, a Kripke è stato chiesto se ha già deciso chi sopravviverà e chi invece farà una fine senza dubbio disordinata. “Chiunque morirà nella quinta stagione se lo meriterà ampiamente. Abbiamo un certo senso di chi vive e di chi muore, ma non abbiamo ancora deciso tutto. Ma si può fare l’ultima stagione di uno show e uscire di scena alle proprie condizioni, quindi non tutti ce la faranno”.

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.

The Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures. E’ disponibile su Prime Video.

Dune: Gareth Edwards potrebbe dirigere il quarto film del franchise

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Il regista di Dune e Dune – Parte Due, Denis Villeneuve, ha dichiarato di non avere intenzione di dirigere altri film del franchise dopo il previsto adattamento di Dune: Messiah, ma questo non significa che la Warner Bros. si fermerà dopo tre film. Secondo lo scooper Daniel Richtman, lo studio avrebbe infatti intenzione di andare avanti con almeno un altro film su Dune e starebbe pensando a Gareth Edwards (Rogue One: A Star Wars Story, Jurassic World – La rinascita) per prendere il timone del progetto.

Lo scooper ritiene che ci sia un interesse anche da parte di Edwards a ricoprire il ruolo di regista per il progetto, ma Richtman non è sicuro che sia effettivamente già in trattative. I primi due film sono stati un grande successo, ma un quarto capitolo sarebbe comunque sorprendente, vista la direzione che la saga di Frank Herbert prende dopo il secondo libro. Villeneuve ha mostrato scarso interesse nell’adattare i romanzi successivi, Children of Dune e God Emperor of Dune, perché ritiene che la storia inizi a diventare troppo “esoterica”. In ogni caso, non resta che attendere aggiornamenti sugli sviluppi futuri.

Le riprese di Dune 3 potrebbero avere inizio quest’estate

In attesa di notizie su un possibile Dune 4, sappiamo che le riprese del terzo capitolo della saga potrebbero avere luogo già quest’estate. L’estate del 2026 non è infatti mai stata una finestra realistica per l’inizio delle riprese di Dune 3, se Villeneuve intende davvero finire il film in tempo per l’uscita di dicembre 2026. Iniziare le riprese a giugno di quest’anno rende la data di uscita un obiettivo più raggiungibile, dato il lungo processo di post-produzione e montaggio necessario per un film di queste dimensioni. Villeneuve ha poi affermato che questo sarà il suo ultimo film di Dune, ma spera che altri si assumano il compito di adattare altri libri della serie di Herbert.

Lo stesso Villeneuve ha recentemente ipotizzato a Deadline che le riprese di Dune 3 sarebbero iniziate nel 2026, ma ha anche indicato che il lavoro stava procedendo rapidamente e che avrebbe potuto “tornare dietro la macchina da presa più velocemente di quanto pensi”. Il regista ha anche avvertito che “questi film richiedono molto tempo per essere realizzati, quindi è meglio non dire ad alta voce quando potrei girare”. Villeneuve ha anche detto di non voler affrettare il processo, quindi si può presumere che non stia accelerando su sollecitazione dello studio, ma che sia realmente pronto a partire.

Daredevil: Rinascita, rivelata la durata degli episodi

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Daredevil: Rinascita, rivelata la durata degli episodi

Daredevil: Rinascita è a ormai due settimane di distanza e sono ancora molti i dettagli mancanti sulla serie. Uno di questi potrebbe però essere ora stato svelato. L’insider @Cryptic4KQual ha infatti condiviso notizie sulla durata dei primi due episodi della serie. Stando a quanto riportato, il primo episodio dura 58 minuti, mentre il secondo, invece, sarà di 47 minuti.

L’insider aggiunge: “Non conosco il resto, ma si dice che il resto della serie manterrà una durata adeguata”. Si spera dunque che questo significhi che non ci saranno episodi sorprendentemente brevi, una fastidiosa abitudine che ha afflitto la maggior parte dei progetti Marvel Studios/Marvel Television.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 4 marzo 2025.

Lanterns: Aaron Pierre, con un nuovo look, promette di rendere onore a John Stewart

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Secondo quanto riferito, la produzione di Lanterns è iniziata e speriamo che da un giorno all’altro venga rivelato un primo sguardo ufficiale su Hal Jordan (Kyle Chandler) e John Stewart (Aaron Pierre). Nel frattempo, Pierre è apparso di recente a un evento sul tappeto rosso e ha mostrato quello che secondo molti potrebbe essere il suo nuovo look per interpretare il supereroe della DCU. L’attore di Mufasa: Il Re Leone e Rebel Ridge ha abbandonato la sua caratteristica peluria facciale per un look pulito e un taglio di capelli netto che, a prima vista, fa sembrare che John sia uscito direttamente dalla pagina.

In questo momento sono impegnato e concentrato su un progetto molto bello. Un progetto che mi sta molto a cuore. Si tratta di Lanterns e interpreterò il bellissimo personaggio di John Stewart, che amo molto”, ha detto l’attore a un giornalista che gli ha chiesto dei suoi prossimi progetti. “Farò tutto ciò che è in mio potere per dargli vita in un modo che risuoni con la gente e che celebri quel personaggio”. Secondo quanto riferito, Chandler ha firmato solo per Lanterns, il che significa che John sarà probabilmente proposto come la principale Lanterna Verde del DCU in futuro. Di seguito, ecco il video della breve intervista:

Di cosa parla Lanterns?

L’attesa serie Lanterns, parte del rinnovato Universo DC guidato da Gunn e Safran, seguirà le Lanterne Verdi Hal Jordan e John Stewart mentre indagano su un misterioso omicidio legato a una cospirazione più ampia e sconvolgente. La serie della HBO è descritta come una storia “alla True Detective” che mescola intrighi cosmici con un tono di ispirazione noir. Con una durata di otto episodi, Lanterns promette di introdurre una versione fresca e dinamica degli amati eroi intergalattici della DC.

Kyle Chandler e Aaron Pierre sono stati confermati per Lanterns e saranno i protagonisti della serie, rispettivamente nei panni di Hal Jordan e John Stewart, segnando il loro attesissimo debutto nell’Universo DC. Tra gli altri membri del cast finora confermati figurano anche Kelly Macdonald, Garret Dillahunt e Poorna Jagannathan. In quanto progetto cardine del rinnovato DCU, Lanterns dovrebbe collegarsi direttamente ad archi narrativi più ampi, pur offrendo una narrazione autonoma e incentrata sui personaggi. Con la sua attenzione al mistero, al dramma e alla mitologia cosmica della DC, Lanterns è destinata a diventare un capitolo fondamentale dell’Universo DC in evoluzione.

La serie si propone di mettere in luce entrambi gli eroi in egual misura, offrendo una nuova interpretazione della loro iconica collaborazione e rimanendo al contempo fedele alla ricca storia dei fumetti dei personaggi. Con la sua narrazione concreta e il tono ispirato al noir, la serie dovrebbe fornire un nuovo livello di profondità al mito di Lanterna Verde, attraendo sia i fan di lunga data che i nuovi arrivati nell’Universo DC. I fan possono attendere il debutto sulla HBO nel 2026.

Spider-Man 4: un “grande attore” potrebbe interpretare il villain principale

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In seguito a una recente indiscrezione secondo cui i Marvel Studios/Sony Pictures avrebbero cercato attori per interpretare un cattivo e un nuovo interesse amoroso per il Peter Parker di Tom Holland in Spider-Man 4, potremmo essere un passo più vicini a scoprire chi invece si calerà nel ruolo dell’antagonista principale nel prossimo film solista di Spidey. Secondo Daniel Richtman, un “grande attore” ha ricevuto l’offerta di interpretare il cattivo principale nel film. Purtroppo non è stato rivelato né il nome dell’attore né il personaggio che potrebbe interpretare.

Una precedente indiscrezione ha affermato che il film introdurrà un cattivo di Spider-Man mai visto in live-action sino ad ora, il che potrebbe restringere il campo. Tra le notizie correlate, Deadline ha riportato che Zendaya girerà Dune 3 prima di Spider-Man 4, il che ha portato a speculazioni sul fatto che quest’ultimo potrebbe non rispettare l’attuale data di uscita del 24 luglio 2026. Vale la pena notare che la MJ di Zendaya potrebbe avere solo una parte minore nel film, le cui riprese potrebbero dunque rimanere confermate per quest’estate.

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Cosa sappiamo su Spider-Man 4?

Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studios si sono accordati su una storia prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche se il film viene ancora descritto come un “evento di livello Avengers”. Oltre a Tom HollandZendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie CoxVincent D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.

Spider-Man 4 uscirà al cinema il 26 luglio 2026.

Il film evento di Steven Spielberg spostato a giugno 2026

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Il film evento di Steven Spielberg spostato a giugno 2026

Come riportato da Deadline, il prossimo film evento di Steven Spielberg con la Universal non arriverà più al cinema il 15 maggio 2026, bensì il 12 giugno dello stesso anno, occupando uno slot precedentemente occupato dal prossimo film senza titolo del duo premio Oscar I Daniels (Everything Everywhere All at Once). Il film, la cui trama è ancora sotto chiave e che si dice parli di UFO, si trova ora in una posizione migliore nel calendario, condividendo il fine settimana con il reboot di Scary Movie e sulla scia di Masters of the Universe degli Amazon MGM Studios e precedendo di una settimana Toy Story 5 della Disney/Pixar.

Nel complesso, si tratta quindi di una finestra meno competitiva per il pubblico del film. Nella data precedente, il film diretto da Spielberg e scritto da David Koepp sarebbe stato affiancato dal nuovo Avengers: Doomsday due settimane prima e The Mandalorian & Grogu appartenente al franchise di Star Wars, una settimana dopo. Uscendo il 12 giugno, il nuovo film di Spielberg potrà invece avere il giusto spazio per una promozione che gli permetta di avere quanta più attenzione possibile. A questo punto non resta che attendere maggiori informazioni su questo misterioso progetto.

Cosa sappiamo sul nuovo film di Steven Spielberg

Il prossimo film, attualmente senza titolo, segna il ritorno di Spielberg al genere fantascientifico insieme allo sceneggiatore e collaboratore di lunga data David Koepp. Il film dovrebbe richiamare i precedenti film di Spielberg, che ricordano Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. Ancora senza titolo, il film dovrebbe inoltre essere interpretato da Emily Blunt, Josh O’Connor, Colman Domingo, Colin Firth, Wyatt Russell e Eve Hewson. Al momento, però, non è noto quali ruoli questi attori ricopriranno nel film.

In particolare, Spielberg non realizza un blockbuster di fantascienza molto apprezzato da tempo. Il suo ultimo sforzo nel genere è stato Ready Player One nel 2018, che ha ricevuto reazioni contrastanti. Prima di allora, La guerra dei mondi del 2005 è stata la sua ultima uscita fantascientifica di rilievo. Tuttavia, il curriculum di Spielberg nel genere è leggendario, con film come Minority Report e classici già citati Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. Mentre l’acclamato The Fabelmans si allontanava dai soliti blockbuster del regista, l‘imminente progetto fantascientifico di Spielberg segna il suo ritorno alla cinematografia su larga scala e ad alto tasso di spettacolo.

Dune 3: le riprese potrebbero avere inizio quest’estate

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Dune 3: le riprese potrebbero avere inizio quest’estate

Sembra che Denis Villeneuve stia davvero puntando a girare il terzo capitolo della sua serie di film di successo Dune quest’estate. Il team, stando a quanto riportato da Deadline, è in pre-produzione e si sta preparando da un po’ di tempo dietro le quinte per cercare di preparare il set per un inizio estivo. Giugno sembra essere troppo presto, ma l’estate è l’obiettivo, a patto che gli elementi chiave vadano al loro posto (disponibilità degli attori, ecc.). Se ciò venisse confermato, Dune 3 entrerebbe dunque in produzione ben prima di quanto inizialmente previsto.

Dune – Parte Due, interpretato da Timothée Chalamet e Zendaya, ha guadagnato più di 700 milioni di dollari al botteghino mondiale dopo l’uscita dello scorso anno. Sia Dune che Dune – Parte Due hanno ottenuto anche la nomination agli Oscar come miglior film, confermando il successo della serie all’interno dell’industria. Il terzo capitolo vedrà Villeneuve completare la trilogia adattando il romanzo sequel di Frank Herbert, Dune Messiah, ovvero il completamento della storia di Paul Atreides.

Nel romanzo, Paul “Muad’Dib” Atreides ha governato come imperatore per ormai 12 anni. Accettando il ruolo di messia per i Fremen, ha scatenato una jihad che ha conquistato la maggior parte dell’universo conosciuto, ma è impotente a fermare gli eccessi letali del carrozzone religioso che ha creato. Di certo, un inizio a metà tarda estate troverebbe libera Zendaya, il cui calendario è piuttosto fitto di impegni tra il nuovo film di Christopher Nolan, The Odyssey, la terza stagione di Euphoria e il quarto film di Spider-Man della Marvel.

Non si sa ancora nulla sui luoghi delle riprese, ma entrambi i film precedenti sono stati girati in gran parte negli Origo Studios, in Ungheria, in Giordania e ad Abu Dhabi. La Warner Bros/Legendary non ha ancora fissato la data di uscita del film, anche se la scorsa estate è stato riferito che lo studio aveva in serbo uno slot per il dicembre 2026 per un “film evento di Denis Villeneuve”. Se le riprese del film dovessero iniziare quest’estate, si tratterebbe di un periodo più comprensibile per completare il tutto. Ad ora, inoltre, il titolo del terzo film non è ancora stato stabilito ufficialmente, anche se potrebbe essere semplicemente chiamato Dune – Parte Tre.

Cosa significano le riprese nell’estate 2025 per Dune 3 

L’estate del 2026 non è mai stata una finestra realistica per l’inizio delle riprese di Dune 3, se Villeneuve intende davvero finire il film in tempo per l’uscita di dicembre 2026. Iniziare le riprese a giugno di quest’anno rende la data di uscita un obiettivo più raggiungibile, dato il lungo processo di post-produzione e montaggio necessario per un film di queste dimensioni. Villeneuve ha poi affermato che questo sarà il suo ultimo film di Dune, ma spera che altri si assumano il compito di adattare altri libri della serie di Herbert.

Lo stesso Villeneuve ha recentemente ipotizzato a Deadline che le riprese di Dune 3 sarebbero iniziate nel 2026, ma ha anche indicato che il lavoro stava procedendo rapidamente e che avrebbe potuto “tornare dietro la macchina da presa più velocemente di quanto pensi”. Il regista ha anche avvertito che “questi film richiedono molto tempo per essere realizzati, quindi è meglio non dire ad alta voce quando potrei girare”. Villeneuve ha anche detto di non voler affrettare il processo, quindi si può presumere che non stia accelerando Dune 3 su sollecitazione dello studio, ma che sia realmente pronto a partire.

John Malkovich spiega perché ha rifiutato i film Marvel prima di I Fantastici Quattro

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John Malkovich, come noto, sarà tra gli interpreti principali del film I Fantastici Quattro: Gli Inizi, in uscita quest’estate e di recente ha raccontato perché gli ci è voluto così tanto tempo per recitare in un film della Marvel. In una nuova intervista, Malkovich ha rivelato che il vero motivo per cui non era apparso nel MCU fino ad ora era dovuto alla retribuzione. “Il motivo per cui non li ho fatti non ha nulla a che fare con considerazioni artistiche di sorta”, ha detto Malkovich a GQ. “Non mi piacevano affatto gli accordi che avevano fatto”.

Ha continuato: “Questi film sono piuttosto estenuanti da realizzare…. Se avete intenzione di appendermi a una gru davanti a uno schermo verde per sei mesi, pagatemi. Se non volete pagarmi, va bene, ma allora non voglio farlo, perché preferirei essere sul palco, o dirigere uno spettacolo teatrale, o fare qualcos’altro”. Per I Fantastici Quattro: Gli Inizi si è dunque riusciti finalmente a trovare un accordo con Malkovich e l’attore ha a riguardo affermato: “Non è poi così diverso dal fare teatro”, aggiungendo: “Immagini un mucchio di cose che non ci sono e fai la tua piccola commedia”.

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Tutto quello che c’è da sapere su I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film I Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro: Gli Inizi, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre comparire nel film.

2012: la spiegazione del finale del film e della profezia Maya

2012: la spiegazione del finale del film e della profezia Maya

La previsione dei Maya che il 21 dicembre 2012 avrebbe portato alla fine del mondo si è rivelata errata, ma ciò non ha impedito che il concetto venisse utilizzato come base per il film di Roland Emmerich, 2012. Uscita nel 2009, la pellicola ha visto il maestro dei film catastrofici usare questo concetto come trampolino di lancio per un blockbuster di ampio respiro che ha visto l’apocalisse emergere sotto forma di maremoti, esplosioni vulcaniche e ogni altro disastro immaginabile. All’interno della filmografia dell’autore di film come Independence Day, The Day After Tomorrow e Moonfall, 2012 ricopre dunque un posto speciale per tutta la carica distruttiva che porta sullo schermo.

Da questo punto di vista, il film mantiene indubbiamente le sue promesse. Il Washington Monument si spacca a metà. La Basilica di San Pietro si rovescia, con tanto di crepa estremamente evidente tra i polpastrelli di Dio e Adamo nella famosa scena della Creazione di Adamo di Michelangelo. Los Angeles sprofonda nei mari. La caldera di Yellowstone erutta in una grandinata di meteore infuocate. Una portaerei viene sollevata a riva da un’onda enorme e schiaccia la Casa Bianca. Ma come si svolge esattamente il tutto e cosa cerca di dirci sulle persone e sulle interazioni con l’ambiente?

La trama e il cast di 2012

Il film è incentrato sul padre divorziato Jackson Curtis (John Cusack) che cerca di aiutare i suoi figli, Noah (Liam James) e Lily (Morgan Lily), nonché la sua ex moglie Kate Curtis (Amanda Peet) e il suo fidanzato Gordon (Tom McCarthy), a mettersi in salvo nel bel mezzo dell’apocalisse. Allo stesso tempo, il geologo Adrian Hemsley (Chiwetel Ejiofor) viene a sapere che il governo si sta preparando per questa esatta situazione, costruendo una gigantesca arca in grado di ospitare il resto dell’umanità – o, almeno, le persone che ogni governo ritiene degne di essere salvate.

Oliver Platt e Chiwetel Ejiofor in 2012
Oliver Platt e Chiwetel Ejiofor in 2012

La spiegazione della profezia Maya

Nel film 2012, il teorico della cospirazione Charlie Frost (Woody Harrelson) presenta un’interpretazione della profezia Maya che afferma che questa antica premonizione indica la fine del mondo il 21 dicembre 2012 a causa dei cambiamenti polari. Anche se inizialmente Jackson Curtis lo considera un pazzo, Frost e le sue teorie cospirazioniste (tra cui una su come i governi mondiali stiano tenendo segreta l’imminente fine del mondo) si rivelano vere e aiutano Curtis a salvare la sua famiglia da un terremoto catastrofico. Frost può essere riuscito ad aiutare il protagonista del film, ma quando si tratta della sua accuratezza sulla profezia Maya relativa al 21 dicembre 2012, si rivela molto più scarso.

In realtà, la profezia Maya è un po’ più complessa di come la presenta il film di Emmerich. Per cominciare, la data del 21 dicembre 2012 aveva un significato particolare per la cultura Maya, ma non per i motivi che film come questo fanno pensare. Si trattava della fine di una sezione del calendario mesoamericano del Conto Lungo che durava da 5.126 anni. Questa durata era correlata a un altro aspetto importante della cultura Maya: secondo il testo Maya Popol Vuh, il mondo abitato dagli uomini prima della Terra era durato 5.125 anni. Questo dato è stato interpretato come la durata di vita prevista per la Terra. Il modo in cui prevedevano la fine del mondo non è mai stato specificato, né tantomeno è stato definito come precisamente attribuibile agli spostamenti polari.

Sebbene l’idea che le civiltà Maya prevedano un’apocalisse nel 2012 sia stata ampiamente divulgata da autori come Michael D. Coe e William S. Burroughs II, molti hanno sostenuto che gli antichi testi Maya intendessero in realtà un momento di grande gioia. In effetti, la poca arte arcana Maya sul 2012 che è stata scoperta raffigura celebrazioni con gli dei piuttosto che un’apocalisse di fuoco. Inoltre, molti manufatti delle antiche culture Maya mostrano opere d’arte e astrologie che si svolgono ben oltre l’anno 2012. Mentre i moderni teorici della cospirazione hanno interpretato il 21 dicembre 2012 come un giorno di sventura a lungo pensato, per le culture Maya il 21 dicembre 2012 era visto quindi come qualcosa di molto diverso.

John Cusack in 2012
John Cusack in 2012

2012 non è un film sulla distruzione del mondo ma sulle classi sociali

Nel film, un eccesso di un nuovo tipo di radiazione solare viene intrappolato nel nucleo della Terra e la riscalda a livelli pericolosamente insostenibili. A parte questa spiegazione, Emmerich non è però interessato alla meccanica specifica del disastro. Come per il suo The Day After Tomorrow, né i risultati né il processo con cui i pericoli dati da questo cambiamento climati sono presentati nel film, reggono all’esame scientifico. In 2012 non c’è speranza di invertire o mitigare il disastro in arrivo e un anno dopo la scoperta di esso, i governi del mondo stanno già costruendo una serie di enormi arcate destinate a preservare una piccola parte dell’umanità dai cataclismi che verranno. Ed è in ciò che ritroviamo il vero messaggio del film.

Piuttosto che analizzare il modo in cui il mondo potrebbe mobilitarsi per rispondere a un disastro incombente, il film mette in evidenza il cinismo con cui le persone al potere trattano la popolazione generale. Le arche vengono finanziate vendendo alcuni dei loro posti per 1 miliardo di euro l’uno, e gran parte della quota rimanente viene assegnata a persone ritenute abbastanza importanti da meritare di essere salvate. Tutti gli altri sono abbandonati a loro stessi. Questo filo conduttore è stato poi ripreso per la campagna marketing ancora prima che il film arrivasse nelle sale.

Il primo teaser del film presenta un testo che chiede: “Come farebbero i governi del mondo a preparare sei miliardi di persone per la fine del mondo?” e poi lo stesso teaser risponde alla domanda mentre una massiccia marea di acqua alluvionale si riversa sull’Himalaia: “Non lo farebbero”. Il trailer completo mostra il geologo Adrian Helmsley che chiede al capo dello staff della Casa Bianca Carl Anheuser: “Allora, quando lo farai sapere alla gente?”. L’occhiata di sfida che Anheuser gli rivolge è sufficiente, ma il trailer include la sua risposta sulla necessità di preservare la continuità della specie e l’incredulità di Helmsley sul fatto che non daranno alla gente la possibilità di lottare per la propria vita.

John Cusack e Amanda Peet in 2012
John Cusack e Amanda Peet in 2012

La spiegazione del finale del film

È esattamente quello che tenta però di fare Jackson Curtis per i suoi due figli e la sua ex moglie Kate. Curtis è uno scrittore di fantascienza in difficoltà che lavora in nero come autista, che si imbatte in prove di ciò che sta accadendo nel Parco Nazionale di Yellowstone e intraprende un viaggio disperato per garantire la sopravvivenza sua e della sua famiglia. Ma dalla loro parte c’è il poter contare su legami con persone in grado di metterli al riparo. Kate esce con un medico con brevetto di pilota che li aiuta a fuggire da una Los Angeles che sta crollando. Jackson lavora invece per un miliardario russo il cui aereo li porta in Cina per raggiungere le arche.

La famiglia, sprovvista di biglietto, viene respinta all’ingresso, ma riesce a imbarcarsi clandestinamente su un’altra arca, salvandola anche dall’inondazione per buona misura. Il film parla quindi anche del più antico dei temi: il desiderio totalizzante di un padre di garantire la sicurezza della propria famiglia. Mentre la famiglia Curtis viene salvata, fuori imperversano le inondazioni. La loro famiglia di quattro persone ce l’ha fatta, ha sconfitto il sistema e l’insensibile indifferenza di chi si stava preparando alla catastrofe. Miliardi di altre persone non sono però state così fortunate. Ventisette giorni dopo, le acque si stanno ritirando. Le arche si avvicinano al Capo di Buona Speranza, mentre Adrian e Laura iniziano una relazione e Jackson e Kate si riconciliano.

Il finale alternativo del film

Nel DVD del film, è stato insierito anche un finale alternativo girato ma poi non utilizzato. In esso, dopo che il capitano Michaels dell’Arca 4 annuncia che si stanno dirigendo verso il Capo di Buona Speranza, Adrian apprende per telefono che suo padre Harry e l’amico Tony Delgatto, sono sopravvissuti a un megatsunami che ha rovesciato la loro nave da crociera Genesis. Adrian e Laura stringono amicizia con la famiglia Curtis, Kate ringrazia Laura per essersi presa cura di Lilly e Laura dice a Jackson di aver apprezzato il suo libro Addio Atlantide. Inoltre, Jackson e Adrian hanno una conversazione che riflette sugli eventi della crisi mondiale. Nell’ultima scena, l’Arca trova il Genesis naufragato e i suoi sopravvissuti su una spiaggia.

Il mistero della casa del tempo: la spiegazione del finale del film

La filmografia di Eli Roth è a dir poco variegata. Roth ha debuttato con il macabro Cabin Fever del 2002, un thriller ambientato nei boschi che mescolava l’orrore corporeo con un umorismo anticonformista e un tono inesorabilmente cupo che ricordava i più brutti successi degli anni ’70 del genere. Roth ha proseguito con Hostel e Hostel II, entrambi film horror molto famosi, e con il raccapricciante cannibal movie del 2014 The Green Inferno. Il suo film del 2018, Il mistero della casa del tempo (qui la recensione) è invece una divertente commedia horror soprannaturale con protagonisti Jack Black Cate Blanchett. Il finale di questo film offre inoltre un messaggio molto commovente sul dolore, la perdita e la crescita.

Adattamento del romanzo House With A Clock In Its Walls, il film racconta l’avventura magica e misteriosa di un ragazzino di 10 anni, Lewis Barnavelt (Owen Vaccaro), che si trasferisce a vivere nella casa vecchia e scricchiolante dell’eccentrico zio Jonathan (Jack Black) in seguito alla morte dei genitori. In questa strana dimora si nasconde un mondo segreto ricco di magie, misteri, streghe e stregoni che si rivelerà quando Lewis scoprirà che suo zio e la sua migliore amica Mrs Zimmerman (Cate Blanchett) sono due potenti maghi che lo coinvolgeranno in una missione segreta: scoprire l’origine e il significato del ticchettio di un orologio nascosto da qualche parte nei muri di casa.

Il significato della Palla 8 magica di Lewis

L’ultimo legame di Lewis con i suoi genitori era una Palla 8 magica che gli avevano regalato. Il giocattolo dice a Lewis di “dire addio” quando l’orologio entra nella sua sequenza finale, e lui lo legge come un messaggio per lasciar andare il dolore per la perdita dei genitori gettando via il giocattolo. Questo interrompe il funzionamento interno dell’orologio, fermando il suo conto alla rovescia. Per tutti i numerosi easter egg di genere presenti in Il mistero della casa del tempo, questo momento dimostra che il vero orrore del film è la tragedia della perdita. Lewis vuole disperatamente mantenere un legame con i suoi genitori morti e i cattivi ne approfittano.

Il mistero della casa del tempo film
Cate Blanchett, Jack Black e Owen Vaccaro in Il mistero della casa del tempo © Storyteller Distribution Co., LLC

Selena (Renée Elise Goldsberry), la moglie non-morta di Isaac (Kyle MacLachlan), ha preso le sembianze della defunta madre di Lewis per convincerlo a evocare Isaac e, una volta che quest’ultimo è tornato in un corpo umano, è in grado di usare la magia nera del demone Azazel per proteggere il suo orologio del giorno del giudizio. Questa magia oscura evoca un serpente gigante che Florence affronta nel locale della caldaia, mentre un’altra delle trappole di Isaac e Selena trasforma Jonathan in un bambino. Tutto ciò doveva avvenire in quanto Lewis doveva essere solo nell’affrontare il suo dolore, sconfiggendo la sua paura della perdita e trovando la forza di gettare via la sua Palla 8 magica.

Il motivo della creazione dell’orologio

I cattivi Selena e Isaac hanno creato l’orologio per tornare indietro nel tempo e distruggere l’umanità dopo che Isaac era stato spinto al nichilismo dalla Seconda Guerra Mondiale. Sia Jonathan che Isaac sono stati segnati da ciò che hanno visto durante la guerra, ma il loro trauma li ha portati su strade molto diverse. Il trauma di Isaac lo ha portato a diventare un cattivo, in quanto ha consultato il demone Azazel per creare un orologio in grado di riportare indietro il tempo e annullare la storia umana. Nel frattempo, Jonathan diventa lo strano ed eccentrico stregone che è quando Lewis lo incontra.

Mentre lo faceva, il demone Azazel convinse Isaac che distruggere l’umanità avrebbe annullato gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. A differenza di Lewis e Jonathan, Isaac non è riuscito a dimenticare il suo trauma abbastanza a lungo da capire questa bugia. Così, Isaac ha creato l’orologio insieme a Selena, convinto che questo avrebbe in qualche modo compensato gli orrori della guerra. Mentre Lewis poteva accettare che nel suo passato gli fosse accaduto qualcosa di terribile, Isaac è stato spinto al male dal desiderio di riscrivere la realtà e Selena si è unita a lui in questo percorso oscuro e dannato.

Kyle MacLachlan in Il mistero della casa del tempo
Kyle MacLachlan in Il mistero della casa del tempo © Storyteller Distribution Co., LLC

Lewis si prende la sua rivincita

Dopo che Lewis ha salvato la situazione, potrebbe sembrare un po’ strano che abbia usato la magia per colpire il suo compagno di classe Tarby con una palla da basket e umiliarlo. Tuttavia, questo film horror vietato ai minori ha una buona giustificazione per questa scena bizzarra. Il doppiogiochista Tarby aveva fatto brevemente amicizia con Lewis all’inizio del film, per poi rivoltarsi contro di lui non appena Tarby vince il titolo di rappresentante di classe. La magia ha permesso quindi a Lewis di farsi valere, di vendicarsi del suo ex amico e di conquistare un nuovo interesse amoroso.

La spiegazione del finale di Il mistero della casa del tempo

Nel finale di Il mistero della casa del tempo, Lewis e Isaac diventano immagini speculari l’uno dell’altro. Sia l’orologio che la Palla 8 magica sono artefatti che legano i due personaggi al loro passato e, mentre la distruzione dell’orologio uccide Isaac per sempre, la distruzione del giocattolo libera Lewis dal suo dolore e gli permette di entrare nell’adolescenza senza il peso della tragedia. Mentre il reboot di Piccoli brividi della Disney offre una storia horror in cui bambini e adulti devono affrontare insieme le loro paure, il film di Roth fa paura proprio perché Lewis non può contare sui consigli degli anziani.

Nelle scene finali del film, Lewis si rende quindi conto che i suoi genitori non torneranno e che, anche tra i maghi, chiunque gli prometta il contrario si sta in realtà approfittando di lui. La sua perdita è tragica, ma comprende che può anche lasciar andare il suo passato e andare avanti, andando incontro a nuova vita. Questo è qualcosa che Isaac non riesce a fare, in quanto il suo trauma lo tiene ancorato al passato. Così, Isaac muore per sempre, mentre l’eroe di Il mistero della casa del tempo può avventurarsi con fiducia nell’adolescenza.

The North Sea: la storia vera a cui si ispira il film

The North Sea: la storia vera a cui si ispira il film

Un particolare filone di film è quello relativo ai disastri che avvengono in mare aperto. Che si tratti di sottomarini (e qui si possono fare esempi come Kursk o Black Sea), o di piattaforme petrolifere (Deepwater – Inferno sull’Oceano), questi film suscitano sempre un certo fascino per via del loro proporre vicende ai limiti in contesti lontani e difficilmente raggiungibili. In questo filone si può annoverare anche The North Sea, film norvegese del 2021 diretto da .

Andersen aveva già realizzato un film catastrofico quale The Quake – Il terremoto del secolo, dimostrandosi capace di gestire un’opera di grande portata di questo tipo. Con The North Sea, però, pur mantenendo elementi drammatici di questo tipo, si concentra in particolare sull’elemento umano, sul dramma di quegli uomini e donne coinvolti in questo genere di eventi e sul coraggio con cui hanno saputo affrontarli. Si tratta dunque di un film emotivamente forte, con grandi colpi di scena e momenti di grande impatto.

Un titolo decisamente da non perdere per gli appassionati del genere, che ritroveranno qui tutto ciò che si può desiderare da questa tipologia di film. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The North Sea. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The North Sea cast

La trama e il cast di The North Sea

Nel Mare del Nord, una piattaforma petrolifera crolla sulla costa norvegese e le cause sono attribuite a un cedimento del terreno. I ricercatori cercano di capire quello che sta accadendo e vengono convocati anche i ministri del petrolio e dell’energia per affrontare l’emergenza. Tra coloro che lavorano in quello che è considerato uno dei più grandi giacimenti petrolifero del mondo, ci sono anche Stian e Sofia, una coppia di fidanzata.

Mentre la situazione peggiora e gli operai vengono fatti evacuare, Stian si offre di andare a chiudere manualmente il pozzo perché non è possibile farlo dal centro-ricerche. Nel farlo, però, resta intrappolato nelle profondità del mare. Quando Sofia capisce che non sarà soccorso da nessuno, cercherà lei stessa, assieme al suo collega Arthur, di raggiungerlo per salvargli la vita.

Ad interpretare la principale protagonista del film, Sofia, vi è l’attrice Kristine Kujath Thorp, celebre anche per aver recitato in Sick of Myself, Ninjababy e La terra promessa. Accanto a lei, nel ruolo del compagno Stian, vi è invece l’attore Henrik Bjelland, mentre Rolf Kristian Larsen è Arthur. Recitano poi nel film Anders Baasmo nel ruolo di Ronny, Bjørn Floberg in quello di William Lie e Anneke von der Lippe in quello di Gunn.

The North Sea trama

La vera storia dietro il film

Come anticipato, il film si ispira a vicende realmente avvenute, non tanto per quanto riguarrda la parte di racconto dedicata a Sofia e Stian, bensì a quella relativa ai danni verificatisi alla piattaforma petrolifera. Un caso simile a quello mostrato dal suo lungometraggio si è infatti verificato negli anni Settanta, nel mari della Norvegia. Una piattaforma di estrazione petrolifera esplose, con terribili conseguenze sull’ambiente circostante.

Ogni giorno, tonnellate e tonnellate di liquido fuoriuscivano dai resti della piattaforma, ricoprendo in brevissimo tempo un’estensione enorme di mare. Per quanto riguarda il giacimento di petrolio del film, le vicende relative ad esso sembrano essere state ispirate dal Forties Oil Field, il secondo più grande giacimento petrolifero del Mare del Nord. È stato scoperto nel 1970 e ha prodotto per la prima volta petrolio nel 1975 sotto la proprietà di British Petroleum.

Infine, l’azienda Eelume, protagonista del film, esiste davvero e i suoi robot subacquei simili a serpenti sono prodotti reali. Attraverso il racconto di questi giacimenti e delle strutture che vi vengono costruite sopra, The North Sea punta dunque a dare un’idea di cosa voglia dire lavorare in una di queste piattaforme e quale pericolo esse possano rappresentare per l’ambiente e il benessere umano.

Il trailer di The North Sea e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Sconfort Zone: il teaser trailer della nuova serie di Maccio Capatonda

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Prime Video svela il teaser trailer della nuova serie di Maccio Capatonda Sconfort Zone, la comedy series in 6 episodi disponibile in esclusiva su Prime Video dal 20 marzo. Nel cast Francesca Inaudi, Giorgio Montanini, Valerio Desirò, Camilla Filippi, Luca Confortini, Edoardo Ferrario, Gianluca Fru, Valerio Lundini e con la partecipazione di Andrea Delogu, Enzo Salvi, Dario Cassini, Samanta Togni, Maria Teresa Di Clemente, Ilaria Galassi.

Mariottide, Jim Massew, Oscar Carogna e Padre Maronno…non ci saranno! Così Maccio Capatonda avverte i suoi fan in questo divertente teaser che annuncia l’uscita della serie di cui è regista e protagonista. Una serie seria – si legge nel teaser – che stuzzica la curiosità e sorprenderà il pubblico con una nuova surreale sfaccettatura della sua comicità.

Eduardo Scarpetta: 10 cose che forse non sai sull’attore

Eduardo Scarpetta: 10 cose che forse non sai sull’attore

La carriera dell’attore Eduardo Scarpetta è iniziata solo da qualche anno ma vanta già una serie di partecipazioni a film e progetti televisivi di grande importanza. Ruolo dopo ruolo l’interprete ha saputo distinguersi come vero e proprio mattatore, in grado di dar vita tanto al dramma quanto alla commedia. Ora che è divenuto particolarmente popolare a livello nazionale, lo si attende sempre più presente tanto sul piccolo quanto sul grande schermo, potendosi così affermare come uno dei volti più interessanti dell’attuale panorama cinematografico italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Eduardo Scarpetta.

I film e i programmi TV di Eduardo Scarpetta

1. Ha recitato in alcuni celebri film per il cinema. La carriera dell’attore ha avuto nel 2018 con il film Capri-Revolution, presentato in concorso alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia, dove interpreta Vincenzo. Questi è il fratello della protagonista, interpretata dall’attrice Marianna Fontana. Divenuto in breve uno dei nomi più ricercati del cinema italiano, questi è tornato sul grande schermo con il nuovo film del regista Mario Martone, intitolato Qui rido io e con protagonista l’attore Toni Servillo. Nel 2021 ha recitato in La tristezza ha il sonno leggero e in La donna per me, dove ha recitato accanto ad Alessandra Mastronardi e Stefano Fresi. Ha poi recitato in Mafia Mamma (2023), Perfomance (2024) e Vas (2024).

2. È noto in particolare per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver debuttato sul grande schermo, l’attore ha avuto modo di raggiungere popolarità internazionale grazie alla serie L’amica geniale, con Ludovica NastiGaia Girace, dove interpreta Pasquale Peluso. Questi è uno dei personaggi principali, ricorrente tanto nella prima quanto nella seconda stagione. Sempre in televisione raggiunge il grande successo nel 2021 con il film Carosello Carosone, dove ottiene il ruolo del protagonista e recita accanto a Ludovica Martino. Ha così la possibilità di interpretare il celebre Renato Carosone, ottenendo ulteriori lodi da parte di critica e pubblico. Nel 2022 fa parte del cast della serie Le fate ignorantimentre nel 2023 recita al fianco di Matilda De Angelis in La legge di Lidia Poët e al fianco di Miriam Leone in I Leoni di Sicilia. Nel 2025 è protagonista della serie Netflix Storia della mia famiglia

Storia della mia famiglia
Eduardo Scarpetta in Storia della mia famiglia – Credits: Claudia Sicuranza / Netflix

La famiglia di Eduardo Scarpetta e l’albero genealogico

3. Appartiene ad una celebre famiglia di attori e drammaturghi. Come suggerisce il cognome, il giovane attore discende da una delle più note dinastie teatrali e attoriali di Napoli, ovvero quella degli Scarpetta. Questa ebbe inizio con l’omonimo Eduardo Scarpetta, celebre commediografo vissuto tra il 1853 e il 1925. Questi ebbe ben nove figli, tutti non riconosciuti. L’attore discende proprio da questi, essendo figlio di Mario Scarpetta, nipote di Vincenzo Scarpetta, primogenito di Eduardo.

4. È legato ai celebri De Filippo. Il giovane attore può però vantare una lontana parentela anche con altri celebri interpreti della tradizione napoletana, considerati tra i più grandi di sempre: i De Filippo. Tutto nasce sempre da Eduardo Scarpetta, che tra i suoi figli ebbe anche Eduardo, Peppino e Titina, da lui però mai riconosciuti. Questi crebbero dunque assumendo il cognome della madre, intraprendendo però a loro volta il mestiere del padre. L’appartenenza a tali grandi nomi della recitazione napoletana non ha però mai rappresentato un peso per l’odierno Scarpetta, che ha costruito da sé la propria carriera, tra fatica e grandi successi.

Eduardo Scarpetta in L’amica geniale

5. Ha empatizzato molto con il suo personaggio. Prima di interpretare Carosone, Scarpetta è divenuto celebre per il ruolo di Pasquale Peluso nella serie televisiva L’amica geniale. Il suo personaggio, ricorrente nella prima stagione e tra i protagonisti della seconda, è il primogenito di Alfredo e Giuseppina, particolarmente interessato alla giustizia sociale e alla lotta contro i potenti. Scarpetta, che ha rivelato di aver letto solo i primi due libri della serie, ha raccontato di aver particolarmente empatizzato con il personaggio, condividendo molti dei suoi ideali e del suo punto di vista sul mondo.

Eduardo Scarpetta su Netflix con Storia della mia famiglia

6. Si è basato su vicende personali per la sua interpretazione. In Storia della mia famiglia, la nuova serie italiana disponibile su Netflix, Scarpetta interpreta Fausto, che prossimo alla morte, affida i suoi figli ad una famiglia improbabile e sgangherata. Per la sua interpretazione, l’attore ha dichiarato di essersi “informato sulla malattia del personaggio, che ho vissuto in casa perché mio padre l’ha avuta. Poi ho studiato la dispnea, che ti porta ad essere costantemente in una situazione di affanno, quindi ho lavorato sul respiro e sulla tosse”.

Eduardo Scarpetta Carosone
Ludovica Martino ed Eduardo Scarpetta in Carosello Carosone

Eduardo Scarpetta interpreta Renato Carosone

7. Si è esercitato nel canto e con il pianoforte. Per poter interpretare Renato Carosone nel modo migliore e più realistico possibile, l’attore si è esercitato per mesi con il pianoforte. Ha raccontato di aver incontrato molteplici difficoltà nell’esercitarsi con questo, ma è infine riuscito a raggiungere il livello richiestogli. Allo stesso tempo, ha dato sfoggio di grandi qualità canore. Scarpetta aveva infatti già studiato canto ai tempi della frequentazione al Centro Sperimentale, ma per poter interpretare le canzoni di Carosone ha deciso di avvalersi nuovamente del suo insegnante dell’epoca, così da poter infine registrare con la propria voce i brani da inserire nel film.

Eduardo Scarpetta è su Instagram

8. Ha un profilo sul celebre social network. L’attore possiede inoltre un profilo personale sul social network Instagram, dove vanta ad oggi un totale di oltre 118 mila follower. Sul suo profilo è solito condividere tanto fotografie relative ai propri progetti da interprete, quanto immagini legate più alla sua vita al di fuori delle scene. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività dentro e fuori lo schermo.

Eduardo Scarpetta ha una fidanzata?

9. Ha calcato un red carpet con la sua dolce metà. Alla Festa del cinema di Roma del 2023, l’attore si è presentato sul red carpet della serie I Leoni di Sicilia con la fidanzata Veronica Ricci. I due sono apparsi particolarmente innamorati, tra sguardi complici, tenerezze e anche qualche bacio. A parte questa uscita pubblica, l’attore è molto riservato riguardo la propria vita privata e non condivide troppi dettagli a riguardo. Tant’è che su chi sia e che lavoro svolga la sua fidanzata non ci sono informazioni.

L’età e l’altezza di Eduardo Scarpetta

10. Eduardo Scarpetta è nato il 14 aprile 1993 a Napoli. L’attore è alto 1,81 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Mikey Madison: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Mikey Madison: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Sono bastati una manciata di film alla giovanissima Mikey Madison per conquistare le attenzioni di tutta Hollywood e lavorare con importanti autori e attori. Oggi, l’attrice divenuta celebre grazie al pluripremiato Anora è una delle interpreti più in voga e più richieste del momento, avendo dimostrato di possedere una capacità attoriale straordinaria. Quello davanti a lei, si prospetta dunque essere un futuro particolarmente radioso.

Ecco 10 cose che forse non sai di Mikey Madison.

I film di Mikey Madison

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice inizia la sua carriera recitando nel film Liza, Liza: Skies are Grey (2017), per poi recitare in Nostalgia (2018), Monster (2018) e C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino (2019), dove ha una piccola parte nel ruolo di uno dei membri della famiglia Manson (è la ragazza a cui Leonardo DiCaprio dà fuoco con il lanciafiamme). Nel 2021 recita in Rhino, mentre nel 2022 torna al cinema in Scream, dove recita accanto a Melissa Barrera e Jenna Ortega. Nel 2023 recita in All Souls e nel 2024 è protagonista assoluta di Anora.

2. Ha preso parte anche a note serie TV. Oltre che per il cinema, Madison si è distinta anche per la sua partecipazione ad un paio di serie TV piuttosto popolari. La prima di queste è Better Things, dove recita in 42 episodi tra il 2016 e il 2022. Tra il 2017 e il 2018, invece, prende parte a 2 episodi di Imposters. Nel 2024 recita invece nella serie La donna del lago.

Le candidature ottenute da Mikey Madison, dai Bafta agli Oscar

3. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Per la sua intensa e struggente interpretazione in Anora (film premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes), Madison ha conquistato importanti riconoscimenti all’interno dell’industria cinematografica. Ha infatti ottenuto candidature come Miglior attrice ai Golden Globe, ai Gotham Independent Film Awards, agli Independent Spirit Awards, ai SAG Awards, ai Critics Choice Awards, agli Oscar e ai Bafta Awards, vincendo proprio quest’ultimo. Madison è inoltre lei la prima candidata all’Oscar in una categoria attoriale – femminile e maschile – ad essere nata dal 1999 in poi.

 

Mark Eydelshteyn, Anton Bitter e Mikey Madison in Anora
Mark Eydelshteyn, Anton Bitter e Mikey Madison in Anora. Courtesy of Neon – © Neon

Mikey Madison in Anora

4. Il ruolo è stato scritto appositamente per lei. Il regista Sean Baker ha dichiarato di essere un fan del lavoro di Mikey Madison da quando l’ha vista in C’era una volta… a Hollywood, al punto che lo ha rivisto solo per vedere le sue scene. Mentre Anora era in fase di sviluppo, ha visto la Madison in Scream con la moglie e produttrice Samantha Quan. Mentre uscivano dal cinema, ha voluto subito contattare il suo agente per questa parte, che è dunque poi stata scritta appositamente per lei.

5. Non ha avuto problemi con le scene di sesso. A Mikey Madison è stato chiesto dal regista Sean Baker se volesse o meno un coordinatore dell’intimità. L’attrice ha affermato di non averne bisogno e dunque tale figura non è stata coinvolta. Madison ha inoltre rivelato che le scene di sesso si sono svolte nella più completa tranquillità e che il regista stesso recitava le diverse posizioni sessuali con sua moglie per dimostrare agli attori cosa voleva che facessero.

Mikaey Madison ha recitato in Scream

6. Ha avuto un ruolo “speciale” nel film. Quando a Mikey Madison è stato detto che il suo personaggio nel quinto Scream sarebbe stato Ghostface, ha pensato che fosse “molto divertente” e che “mi piacerebbe assolutamente farlo. In particolare, mi piacerebbe interpretare il personaggio di Ghostface perché è una rivelazione così interessante e divertente e anche un arco narrativo così folle e imprevedibile per un personaggio”. L’attrice ha inoltre affermato di aver sottovalutato la reazione furiosa dei fan a questa rivelazione e al fatto che il suo personaggio è responsabile della morte dell’amato Dewey di David Arquette, personaggio storico della saga.

Mikey Madison non è su Instagram

7. Non possiede un profilo sul social network. L’attrice ha in più occasioni dichiarato di non essere una grande fan dei social network, dove troppo spesso la vita privata si mescola con quella pubblica. Proprio per perseguire il desiderio di non condividere troppo di sé, ha deciso di non possedere alcun account ufficiale sul social Instagram né su altri social. Si possono tuttavia ritrovare alcune fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere aggiornati sui suoi progetti.

Mikey Madison in Scream
Mikey Madison in Scream. Foto di BROWNIE HARRIS – © 2021 PARAMOUNT PICTURES.

Mikey Madison ha un fidanzato?

8. È molto riservata. Madison recita ormai da diversi anni, ma solo di recente è divenutata una star su cui si rivolgono le attenzioni di tutti. Ciò ha naturalmente portato ad una maggiore esposizione della sua attività come attrice ma anche della sua vita privata. Madison ha però dimostrato di voler tenere questa quanto più privata possibile al punto da non possedere neanche un account social. In ogni caso, al momento, per quanto riguarda la sfera sentimentale, l’attrice sembra essere single.

Chi sono i genitori di Mikey Madison?

9. I suoi genitori non appartengono al mondo dello spettacolo. Per quanto riguarda la sua famiglia, Madison non è figlia d’arte, in quanto i suoi genitori sono due psicologi di origine ebraica, estranei dunque al mondo dello spettacolo e di Hollywood.

Le origini di Mikey Madison

Nata Mikaela Madison Rosberg, l’attrie può vantare origini che sono per tre quarti dell’Europa dell’Est (Polonia, Lituania, Russia e Germania) e per un quarto delle isole britanniche (inglesi e scozzesi).

L’età e l’altezza di Mikey Madison

10. Mikey Madison è nata il 25 marzo del 1999 a Los Angeles, California, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,61 metri.

Fonti: IMDb, Stylecaster

Death Before the Wedding, la spiegazione del finale del film: la Little Delight Dairy chiude?

Death Before the Wedding è una commedia drammatica polacca, arrivata su Netflix, che racconta la storia di una famiglia alle prese con una crisi aziendale che sconvolge anche la loro vita privata. Tutto inizia con una festa di laurea: Maja è una studentessa modello e suo padre, Mirek, ha grandi progetti per il suo futuro.

Mirek sogna per lei un’istruzione all’estero e una carriera brillante, ma Maja ha altri piani: vuole sposare il suo fidanzato Milosz, tornare nella sua città natale e aprire un laboratorio scientifico.

Perché Mirek accetta improvvisamente il matrimonio di Maja?

Mirek è inizialmente contrario alle nozze, ma una tragedia lo costringe a rivedere la sua posizione. L’azienda di famiglia, la Little Delight Dairy, è sull’orlo della chiusura. La società madre sta ridimensionando le attività, eliminando quelle meno redditizie per investire in iniziative più proficue.

Il CEO dell’azienda, Rylski, fa una sosta alla latteria mentre è in viaggio per le vacanze con la moglie Monika e i loro due figli. Nonostante il decesso improvviso del direttore della latteria, Szyszko, Rylski non esita ad annunciare la chiusura dell’attività.

Le cose prendono una piega inaspettata quando Monika stringe amicizia con Regina, la madre di Maja. Durante una conversazione, Regina le rivela che sua figlia sta per sposarsi. Monika, da sempre appassionata di wedding planning, coglie l’opportunità per realizzare il suo sogno. Così convince il marito a concedere alla famiglia la possibilità di mantenere la latteria, a patto che le venga affidata l’organizzazione del matrimonio di Maja. Mirek, messo alle strette, è costretto ad accettare.

Cosa succede tra Milosz e Maja?

Quando Maja presenta Milosz ai suoi genitori, Mirek rimane scioccato nel vedere che il ragazzo è di colore. Il padre di Maja fatica ad accettare la diversità del futuro genero, tanto che Regina lo accusa di razzismo. Tuttavia, con l’avvicinarsi del matrimonio, Mirek si sforza di accogliere Milosz nella famiglia. Col tempo, i due iniziano ad andare d’accordo e il giovane contribuisce attivamente con idee per salvare la latteria.

Essendo laureato in produzione e logistica, Milosz suggerisce strategie per migliorare la linea produttiva e ha contatti utili per acquistare nuove attrezzature. Maja, però, scopre che il matrimonio è solo un pretesto per salvare l’azienda di famiglia. Nonostante tutto, decide di andare avanti con le nozze. Nel frattempo, trascorre più tempo con Regina e le altre donne che lavorano alla latteria, rimanendo colpita dalla loro abilità. Decide così di affittare uno spazio per allestire il suo laboratorio.

Alla fine, pur essendo consapevoli della motivazione dietro il matrimonio, Maja e Milosz scelgono comunque di sposarsi. Tuttavia, un acceso scontro tra Mirek e Rylski interrompe la cerimonia. Dopo una riconciliazione, i due giovani decidono di posticipare il matrimonio.

Perché le donne decidono di sfidare gli uomini?

Regina, Karolina, Iza e Hanka sono competenti quanto gli uomini che lavorano nel caseificio, ma non hanno mai avuto ruoli di leadership. Karolina è in grado di riparare qualsiasi macchina della linea di produzione, Hanka gestisce casa e lavoro senza l’aiuto del marito, mentre Iza, con il suo mezzo milione di follower su Instagram, è in grado di confezionare 300 formaggi all’ora. Regina, invece, ha sempre lavorato dietro le quinte, sostenendo Mirek senza mai imporsi come leader.

Quando Rylski concede a Mirek un’ultima possibilità di salvare la latteria, gli chiede di presentare un piano di rilancio e di nominare un nuovo manager. Mirek si auto-candida per il ruolo, ma le donne vogliono che sia Regina a prendere il comando. Ne nasce così una competizione tra uomini e donne, con entrambi i gruppi impegnati a elaborare le migliori strategie per il futuro dell’azienda. Dopo due settimane, il gruppo vincitore avrà il diritto di scegliere il nuovo manager.

La Little Delight Dairy chiude alla fine di Death Before the Wedding?

Durante il matrimonio di Maja e Milosz, Mirek scopre che Rylski intende comunque vendere la latteria. Per impedire che sua figlia e suo genero vengano sfruttati, Mirek interrompe la cerimonia. Monika, delusa dal comportamento del marito, lo obbliga a vendere l’azienda alla famiglia di Maja a un prezzo scontato.

Nonostante lo sconto, la famiglia di Maja non riesce a raccogliere la cifra necessaria. A questo punto, entra in gioco il padre di Milosz, che rimane colpito dalla qualità del formaggio prodotto dalla Little Delight Dairy e decide di investire nell’azienda. Grazie al suo intervento, la famiglia riesce a concludere l’acquisto, costringendo Rylski ad accettare l’accordo per evitare l’ira della moglie.

Entrambi i gruppi avevano preparato piani ambiziosi per salvare l’azienda. Mirek, determinato a vincere, aveva persino ipotecato la casa all’insaputa di Regina per acquistare nuovi macchinari. Tuttavia, la nuova attrezzatura si rivela difettosa e non funziona come previsto.

Dall’altra parte, le donne puntano tutto sui social media: organizzano una gara di formaggi, solitamente dominata dagli uomini, e ne pubblicano il video online. Purtroppo, l’iniziativa si conclude con le concorrenti ferite e appena dodici visualizzazioni.

Come finisce Death Before the Wedding?

Alla fine del film, Mirek riconosce finalmente il talento di Regina e le cede il ruolo di responsabile della latteria. Nel frattempo, il video della gara di formaggi attira l’attenzione di un’importante azienda di produzione casearia, la Cheese Rolling Company.

I rappresentanti dell’azienda si presentano alla Little Delight Dairy subito dopo la firma dell’accordo di vendita con Rylski, proponendo una collaborazione esclusiva. Grazie a questa nuova opportunità, la latteria è finalmente salva e si assicura un futuro stabile con un importante contratto commerciale.

Love Forever, spiegazione del finale: Helene ha lasciato Martin per Lars?

Love Forever (Karlek Farever) è una nuova rom-com svedese in streaming su Netflix che utilizza tutti i classici tropi per raccontare una storia già vista numerose volte. La trama segue due giovani, Hanna e Samuel, che decidono di sposarsi nella casa di famiglia di quest’ultimo a Gotland e devono affrontare le differenze tra le loro due famiglie, il cui comportamento inizia a sfuggire di mano. Nel complesso, Love Forever non introduce elementi innovativi, limitandosi a riproporre idee stereotipate sul romanticismo e un umorismo leggero.

Di cosa parla Love Forever di Netflix?

Love Forever inizia con Hanna, una psicoterapeuta professionista, che discute con una cliente la quale le offre un consiglio deciso: evitare il matrimonio, poiché esso rovina la vita. Il motivo di questa conversazione diventa chiaro nella scena successiva, quando alcune amiche della terapista irrompono nella sua clinica e la trascinano via per festeggiare il suo addio al nubilato. Hanna si sta preparando a sposare il fidanzato Samuel, con cui ha una relazione da un anno. Durante il viaggio per la celebrazione, si verifica una situazione imbarazzante quando una delle amiche si offende per non essere stata invitata alla cerimonia, a differenza di Linda, amica d’infanzia della sposa, l’unica ad aver ricevuto un invito.

Nel frattempo, viene introdotto il futuro sposo, Samuel, impegnato nella gestione del suo ristorante a Stoccolma insieme all’amico e socio Marco. Si scopre che Marco e Linda avevano avuto una relazione seria in passato e che lui non è ancora riuscito a superare la rottura. Nonostante il disagio per la presenza di Linda al matrimonio, Marco finge di essere sereno. Samuel, d’altro canto, è concentrato sull’organizzazione meticolosa della cerimonia, avendo pianificato ogni dettaglio con attenzione, senza voler lasciare nulla al caso.

Una delle principali fonti di preoccupazione per Samuel è la location del matrimonio, che si svolgerà nella sua casa natale a Gotland, un ambiente rurale dove vivono i suoi genitori e fratelli. Questi ultimi, molto legati alle tradizioni e alle usanze locali, si scontrano con la mentalità più moderna di Samuel e, ancor più, con quella di Hanna, estranea alle consuetudini della Svezia rurale. Come prevedibile, l’impatto culturale tra le due realtà genera momenti di forte contrasto.

Love Forever. Charlie Gustafsson è Samuel e Matilda Källström è Hanna in Love Forever. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Le difficoltà di Hanna a Gotland

La poca credibilità della trama di Love Forever emerge rapidamente, poiché la coppia si appresta a sposarsi senza una reale conoscenza delle rispettive famiglie. Samuel conosce e disapprova i ricchi genitori della fidanzata, mentre Hanna ignora quasi completamente la famiglia del compagno. Nonostante la sua preferenza per il lusso e la vita cittadina, accetta di celebrare il matrimonio a Gotland, incontrando i suoceri solo un giorno prima della cerimonia. Questa scelta appare poco plausibile e porta a numerose difficoltà, amplificate dalla presenza dei genitori di Samuel, Leif e Maj-Gun, che si dimostrano estremamente invadenti.

Il film raffigura gli abitanti dell’isola come persone semplici ma testarde, imponendo usanze e tradizioni in modo soffocante. Maj-Gun insiste affinché Hanna indossi un abito da sposa tradizionale di famiglia, scontrandosi con la volontà della giovane, che aveva accuratamente scelto il proprio vestito. Incapace di esprimere un rifiuto diretto, Hanna finisce per sporcare l’abito con il cioccolato, eludendo così l’imposizione familiare. Tuttavia, nuove tensioni sorgono quando Maj-Gun tenta di farle indossare un velo ereditario, costringendo Samuel a intervenire.

Samuel si rivela incapace di opporsi ai genitori, nonostante non siano particolarmente severi. L’atteggiamento passivo del protagonista risulta poco coerente con il suo carattere, evidenziando ulteriori debolezze narrative. La coppia si trova così in difficoltà, tra tradizioni ingombranti e un mancato supporto reciproco.

Le dinamiche familiari e sociali

I genitori di Samuel vogliono che la cerimonia si svolga secondo le loro regole, invitando l’intero vicinato nonostante la volontà degli sposi di mantenere un evento intimo. Viene perfino organizzata un’esposizione pubblica della sposa, considerata una tradizione, ma percepita come un atto umiliante. Il fratello maggiore di Samuel, un personaggio caratterizzato esclusivamente da atteggiamenti sprezzanti e misogini, aggiunge ulteriore tensione alla situazione.

Love Forever. (S a D) Philip Oros è Marco, Doreen Ngadire è Linda, Babben Larsson è Majgun, Matilda Källström è Hanna, Charlie Gustafsson è Samuel, Claes Malmberg è Leif in Love Forever. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Nel frattempo, anche i genitori di Hanna si dimostrano problematici. Martin, banchiere d’investimento, considera la ricchezza una soluzione a qualsiasi problema e disprezza apertamente Samuel per la sua professione. Questo atteggiamento porta a una rissa tra le due famiglie, durante la quale Helene, madre della sposa, prende una decisione drastica. Dopo aver incontrato Lars, un vecchio amore di gioventù, decide di lasciare il marito Martin per riappropriarsi della propria indipendenza.

Le vicende di Marco e Linda

Parallelamente alla trama principale, il film segue la relazione tra Marco e Linda. Marco, che aveva precedentemente tradito Linda (o finto di farlo per suscitare una reazione), viene perdonato senza molte spiegazioni. Linda prende l’iniziativa e, mentendo sulle circostanze della proposta, accelera il loro matrimonio, che viene celebrato nella chiesa di Lars a Gotland.

Il destino di Hanna e Samuel

Hanna scopre che la proposta di Samuel era stata motivata principalmente dal desiderio di infastidire Martin, portando alla rottura della coppia il giorno del matrimonio. Tuttavia, entrambi riconoscono di amarsi e decidono di rimandare le nozze. Due mesi dopo, durante la cerimonia di Marco e Linda, Hanna chiede a Samuel di sposarla e lui accetta, suggerendo che il matrimonio sia nuovamente in programma. Il finale sottolinea quanto i protagonisti siano volubili nelle loro decisioni, mettendo in discussione la solidità della loro relazione.

Love Forever si rivela quindi una commedia romantica prevedibile, caratterizzata da cliché sulle differenze tra cittadini e abitanti delle zone rurali, senza offrire spunti narrativi particolarmente originali o innovativi.

Captain America: Brave New World, la scena post credits è davvero così brutta?

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Captain America: Brave New World è in sala e, mentre i fan sembrano divisi sulla qualità complessiva dell’ultimo film dei Marvel Studios, un aspetto che sembra mettere tutti d’accordo è il fatto che la scena post-credits del film sia brutta.

Seguono spoiler

Nella scena, vediamo Sam Wilson (Anthony Mackie) passare dal Raft, la prigione galleggiante dove vengono mandati i supercriminali del mondo, per incontrare il dottor Samuel Sterns (Tim Blake Nelson). Dopo un po’ di tira e molla sul fatto che non condividono lo stesso senso dell’umorismo, The Leader fa qualche vago accenno a misteriosi “altri” per i quali Sam e i suoi Nuovi Vendicatori dovranno prepararsi, apparentemente preparando il prossimo grande film evento dell’MCU, Avengers: Doomsday.

Si tratta davvero di una scena con poco peso e brutta?

Abbiamo avuto alcuni eccellenti ed emozionanti scene post credits nel corso della storia del MCU, ma a pensarci bene, la maggior parte di esse non presenta cameo a sorpresa o grandi rivelazioni, e spesso servono solo come piccoli teaser abbastanza standard per le prossime uscite.

Se Brave New World fosse stato un film davvero grandioso, allora questa particolare scena post-credits avrebbe potuto essere una delusione. Ma se da una parte una scena modesta per un buon film è normale, dall’altra ci si aspettava qualcosa che avesse potuto significare il vero e proprio ritorno dei Marvel Studios dopo un paio di appuntamenti mancati nei mesi passati.

CORRELATE:

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film è al cinema dal 12 febbraio.

Pirati dei Caraibi: il prossimo film vedrà il ritorno di Johnny Depp?

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Sebbene il franchise abbia iniziato a perdere il suo fascino con il passare del tempo, la Disney ha comunque ottenuto un enorme successo con i suoi film di Pirati dei Caraibi. Johnny Depp è artefice in gran parte di questo successo, ma le sue recenti vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto con la ex moglie Amber Heard hanno portato la Disney ad abbandonare i piani per un sesto film. La carriera di Depp a Hollywood è stata messa in pausa – da allora ha tentato un ritorno – e lo studio è tornato al tavolo da disegno con il franchise.

Non è chiaro esattamente chi stia sviluppando la prossima iterazione, anche se l’aspettativa è che i riflettori si sposteranno su un nuovo gruppo di pirati al posto dell’iconico capitano Jack Sparrow. Ci sono state voci su Margot Robbie che guida un riavvio almeno negli ultimi anni. Ayo Edebiri, Austin Butler e Hailee Steinfeld, nel frattempo, sono tra coloro che presumibilmente sono stati adocchiati per prendere il centro della scena al posto di Depp. Il produttore, Jerry Bruckheimer, ha dichiarato: “Ci stiamo lavorando“, ha detto. “Jeff Nathanson sta lavorando a una sceneggiatura. Ne abbiamo un’altra… Ne abbiamo due e a questo punto non sappiamo chi vincerà la corsa dei cavalli. Ma spero che nel prossimo mese avrò una sceneggiatura e forse la Disney vorrà realizzarla“.

Bene, secondo The DisInsider (tramite ActioNewz.com), sembra che Johnny Depp tornerà per il prossimo film Pirati dei Caraibi. Si dice che i Walt Disney Studios si stiano preparando per iniziare la produzione e, sebbene non ci sia una tempistica stabilita, è probabile che questa prossima puntata vedrà Sparrow fare il suo atteso ritorno.

Questa notizia sarà accolta con favore da molti fan visto che una nuova puntata del franchise Pirati dei Caraibi senza Depp e Capitan Jack sarebbe difficile da promuovere. Il suo ritorno, d’altra parte, è destinato ad aumentare l’interesse.

La serie di Pirati dei Caraibi

La serie originale seguiva le avventure del capitano Jack Sparrow (Johnny Depp), con Hector Barbossa (Geoffrey Rush), Will Turner (Orlando Bloom), Elizabeth Swann (Keira Knightley) e Joshamee Gibbs (Kevin McNally).

Il franchise è iniziato nel 2003 con Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, un film che ha incassato 654 milioni di dollari in tutto il mondo. Dopo il successo del primo capitolo, la Disney ha continuato con due sequel, tra cui La maledizione del forziere fantasma del 2006 e Ai confini del mondo del 2007. Nel 2011, abbiamo ottenuto Oltre i confini del mare, anche se La vendetta di Salazar ha concluso le cose con una nota negativa nel 2017.

Tatiana Maslany disposta a portare She-Hulk in Daredevil: Rinascita

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She-Hulk: Attorney at Law del 2022 con Tatiana Maslany ha suscitato da parte dei fan reazioni miste. L’approccio unico del finale, la rottura della quarta parete (caratteristica tipica dei fumetti di She-Hulk), inclusa una visita al quartier generale dei Marvel Studios, ha diviso le opinioni, ma sarebbe sbagliato dire che la serie non abbia diversi elementi di interesse.

Tra i momenti salienti dello show c’è stato il memorabile cameo di Daredevil. Charlie Cox si è vestito con il costume originale dei fumetti dell’Uomo senza paura per entrare nella mischia al fianco di Jennifer. Matt ha trascorso la notte con Jennifer Walters e si è presentato casualmente nel finale come parte di diverse peculiari rotture della quarta parete che hanno permesso a She-Hulk di riscrivere il finale della sua storia.

Tatiana Maslany She-HulkLo showrunner di Daredevil: Rinascita, Dario Scardapane, ha già confermato che il revival probabilmente non farà riferimento al ruolo cameo del vigilante in She-Hulk: Attorney at Law. Nonostante ciò, Tatiana Maslany ha commentato così il suo possibile coinvolgimento nella serie su Matt Murdock: Rinascita? Voglio dire, assolutamente, era fantastico. E’ stato molto divertente recitare con lui”, ha detto di Charlie Cox. “E penso che ciò che ha fatto così bene è stato prendere un personaggio che esiste in un tono diverso e adattarlo totalmente a questo nuovo tono, mantenendo comunque l’integrità del personaggio, che in realtà è molto divertente. Vederlo scontrarsi con questo tipo di mondo più leggero”.

Quando è stato chiesto a Tatiana Maslany che avrebbe potuto dare una svolta seria a She-Hulk, l’attrice ha risposto: “Sono d’accordo. Ho una seria, beh, ho un sacco di ossa serie nel mio corpo”. She-Hulk che diventa una serie dal tono più serio potrebbe essere interessante. Tuttavia, anche se non sappiamo quando o dove rivedremo l’eroe, Avengers: Doomsday sembra una risposta probabile. In quel caso, il personaggio si adatterà al tono del film, che difficilmente consentirà la rottura della quarta parete.

Tutti gli episodi di She-Hulk: Attorney at Law sono ora in streaming su Disney+. Daredevil: Rinascita debutta con due episodi il 4 marzo.

Brandon Sklenar conferma un incontro con i Marvel Studios ma vorrebbe essere Batman!

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Una voce recente sosteneva che la star di It Ends With Us Brandon Sklenar potrebbe essere sul radar dei Marvel Studios per interpretare Richard Rider nella prossima serie Nova, ma se c’è del vero, l’attore non è disposto a confermare nulla. Sklenar ha ammesso di aver sentito i rumors mentre chiacchierava con The Playlist, ma ha detto che qualsiasi potenziale accostamento del suo nome a Nova era una “novità” per lui. Tuttavia, ha rivelato di avere un incontro con Kevin Feige dei Marvel Studios in programma.

“Sì, ne ho sentito parlare. Per me era una novità. Penso che mi sarei dovuto incontrare [Marvel Studios/Marvel Television] a un certo punto… con [Kevin] Feige. Vedremo. Sarebbe fantastico”.

Brandon Sklenar tra Nova e Batman

Il nome di Brandon Sklenar potrebbe essere diventato familiare ai fan perché lui stesso si è candidato come nuovo Batman del DCU. Sebbene Sklenar non abbia effettivamente avuto colloqui con i DC Studios in merito a The Brave and the Bold, sembra proprio che Bruce Wayne sia il ruolo che preferirebbe ottenere se gli fosse data la possibilità.

“Ho visto un sacco di fan-casting per questa cosa di Batman, e questo è molto interessante per me, adoro Batman. Sarebbe un sogno, di sicuro. Ma vedremo cosa succederà, sono fatto per questo. Dovrebbe essere la cosa giusta al momento giusto”.

Paddington in Perù, la spiegazione del finale della nuova avventura

Paddington in Perù conclude la trilogia con una storia piena dello stesso cuore e delle stesse risate dei suoi predecessori, senza mancare di grandi colpi di scena. Invece di essere ambientato a Londra, questa volta Paddington in Peru cambia location e si sposta in Perù, il paese natale dell’adorabile orso. La storia è incentrata sulla ricerca della zia Lucy di Paddington, scomparsa dall’Orfanotrofio degli Orsi in Pensione. Seguendo quella che è considerata uno dei migliori film di tutti i tempi, Paddington 2, Paddington in Perù ha avuto molta pressione sulle spalle.

Anche se forse non raggiunge le vette del suo predecessore, la storia si dimostra degna al momento del finale di Paddington in Perù. Il film non solo contiene lo stesso nucleo emotivo e comico dei primi due, ma la storia di Paddington in Perù ha anche la sua parte di colpi di scena nell’atto finale. Dalle rivelazioni sui cattivi del film all’esplorazione di racconti mitologici e persino a qualche preparazione per Paddington 4, il finale di Paddington in Perù ha molto da esplorare.

Paddington trova zia Lucy nel finale di Paddington in Perù?

Zia Lucy ha involontariamente costretto Paddington a un viaggio attraverso l’Amazzonia

Come accennato, la storia di Paddington in Perù ruota intorno alla scomparsa di zia Lucy, che costringe il giovane orsetto e la sua nuova famiglia, i Brown, a recarsi in Sud America. Una volta lì, la famiglia si avvale dell’aiuto di Hunter Cabot, interpretato da Antonio Banderas, un uomo che proviene da una lunga stirpe di cacciatori di tesori. Anche se il cambio di scenario e la durata più lunga potrebbero aver contribuito a rendere le recensioni di Paddington in Perù leggermente più controverse rispetto a quelle dei suoi predecessori, il film non perde mai di vista la sua storia toccante, poiché il finale si concentra sul rapporto tra zia Lucy e Paddington.

Dopo una serie di prove e tribolazioni che coinvolgono gli aspetti più mitici di Paddington in Perù, il giovane orso alla fine si riunisce con sua zia. Con l’aiuto dei Brown, il viaggio di Paddington attraverso la foresta pluviale amazzonica lo conduce infine in un santuario degli orsi. Lì, la zia Lucy lo aspetta, rendendo la sequenza finale commovente, che sfrutta uno degli aspetti migliori della trilogia di Paddington: il suo cuore.

Paddington in Perù Connessioni mitologiche: i Brown troveranno El Dorado?

Paddington in Perù

La storia di Paddington 3 è più profonda di quanto ci si potrebbe aspettare

All’inizio, la storia di Paddington in Perù è presentata come una semplice ricerca di un parente scomparso. Tuttavia, l’introduzione di Hunter Cabot conferisce al film una trama più profonda che ruota intorno alla mitologica città perduta di El Dorado. L’albero genealogico di Hunter Cabot, cacciatore di tesori, rivela che la chiave per trovare El Dorado è presumibilmente legata a un orso, che Hunter interpreta come Paddington, dato il braccialetto di quest’ultimo raffigurato nei libri di storia relativi alla leggendaria città perduta d’oro.

Tutto il cast della famiglia Brown ritorna per Paddington in Perù, tranne Sally Hawkins, che viene sostituita da Emily Mortimer nel ruolo di Mary Brown.

Alla fine, i Brown e Hunter Cabot deducono che zia Lucy è andata alla ricerca di El Dorado, allineando i loro interessi per trovare l’oro e il parente perduto di Paddington. Mentre Paddington in Perù si avvicina alla fine, El Dorado viene trovato, ma non come ci si potrebbe aspettare. Invece di una città perduta piena d’oro e gioielli, il tesoro di El Dorado è un tesoro di arance perfettamente mature, perfette per fare la marmellata per la tribù nascosta di orsi che ospita. Zia Lucy ha trovato El Dorado perché sapeva che Paddington l’avrebbe trovata lì, scoprendo così la sua storia ancestrale.

La vera discendenza di Paddington viene rivelata in Paddington in Perù

Paddington in Perù

Paddington non è mai stato orfano, solo perso

Nel finale di Paddington in Perù, zia Lucy rivela che il suo braccialetto, che era la chiave per trovare El Dorado, era originariamente di Paddington e che era legato alla sua gamba quando lei e zio Pastuzo lo trovarono da cucciolo. Il motivo è che Paddington era nato a El Dorado prima di perdersi. Il braccialetto è il modo in cui avrebbe trovato la strada di casa, qualcosa che zia Lucy aveva capito. Per aiutarlo a trovare la sua vera casa, zia Lucy andò alla ricerca di Paddington, sperando che lui la trovasse, come accadde nel finale di Paddington in Perù.

La scelta finale di Paddington e la spiegazione della preparazione di Paddington 4

paddington in perù

Le nozioni di Paddington sulla casa sono state messe alla prova

La rivelazione che Paddington è nato a El Dorado pone l’orso di fronte a una scelta difficile nel finale di Paddington in Peru. Paddington deve decidere se rimanere con la sua specie o tornare a Londra con i Brown, che gli hanno dato una nuova casa lontano dal Perù. Dopo averci riflettuto attentamente, Paddington decide di tornare a Londra perché, nonostante abbia scoperto da dove viene, sa che la famiglia Brown è il suo posto.

È interessante notare che questo prepara la storia del recentemente annunciato Paddington 4. Nella sequenza finale di Paddington in Perù, gli orsi di El Dorado vengono a trovare i Brown a Londra. Questo potrebbe dare il via a una storia in cui Paddington aiuta gli altri orsi ad abituarsi alla vita in Inghilterra, portando con sé tutti i temi di malizia, caos e commoventi che sono diventati sinonimo dei film di Paddington.

La spiegazione del grande colpo di scena del cattivo di Paddington in Perù

Paddington in Perù

Chi era il cattivo finale di Paddington in Perù?

Nel marketing di Paddington in Perù, il film non chiariva necessariamente chi fosse il cattivo della storia. Naturalmente, ciò era probabilmente dovuto al fatto che superare il cattivo di Hugh Grant, che ha cambiato la carriera di Paddington 2, sarebbe stato incredibilmente difficile. Tuttavia, Paddington in Perù ha un cattivo: Hunter Cabot. Si scopre che le origini di Hunter, cacciatore di tesori, gli hanno trasmesso la febbre dell’oro, con i fantasmi dei suoi antenati che lo spingono a rinunciare alla sua amicizia con Paddington e i Brown, e persino al rapporto con sua figlia, per trovare El Dorado a tutti i costi.

Si scopre che la suora apparentemente benevola di Olivia Colman dell’Orfanotrofio per Orsi in Pensione è in realtà la cugina di Hunter Cabot e soffre anche lei della febbre dell’oro…

Questo porta Hunter Cabot a un confronto diretto con Paddington e i Brown, ma un altro colpo di scena attende nel finale di Paddington in Perù. Si scopre che la suora apparentemente benevola di Olivia Colman dell’Orfanotrofio per Orsi in Pensione è in realtà la cugina di Hunter Cabot e soffre anche lei della malattia dell’oro. Minaccia i Brown, Paddington e la figlia di Hunter, Gina, facendo uscire Hunter dalla sua follia in modo che possa sconfiggerla. Hunter poi parte con Gina mentre i Brown entrano a El Dorado e la Reverenda Madre viene trasferita nella gelida Casa degli Orsi Polari in Pensione.

Il vero significato di Paddington nel finale del Perù

Come nel caso del finale di tutti i film di Paddington, il finale di Paddington in Perù ha al centro un messaggio commovente. Il film riafferma i temi centrali dei suoi predecessori, ovvero essere gentili a tutti i costi e trovare una casa in una famiglia di persone diverse, ma li approfondisce aggiungendo il messaggio che la casa non è sempre solo un luogo. Paddington in Perù trasmette il messaggio che la casa può essere ovunque, in qualsiasi paese, purché sia piena di persone che ti amano e si prendono cura di te, come scopre l’orsetto protagonista.

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